QUADERNI PER L’EDUCAZIONE ALLA COMUNICAZIONE VISIVA:
I LABORATORI TATTILI PER IL MANTENIMENTO E L’EDUCAZIONE DI UN SENSO IMPORTANTE QUANTO LA VISTA E L’UDITO.
IL SENSO DEL TATTO: la conoscenza del mondo, per un
bambino è di tipo plurisensoriale. E tra tutti i sensi, il tatto è quello maggiormente usato, il tatto è maggiormente usato, il tatto completa una sensazione visiva e auditiva, dà altre informazioni utili alla conoscenza di tutto ciò che ci circonda. Il senso del tatto viene poi trascurato, come non importante, secondo gli adulti che sono stati a loro volta condizionati da educazione limitativa, orientata solo sulla vista e l’udito.
L’educazione alla visione e alla comunicazione visiva è già cominciata in varie
scuole, ma l’educazione tattile non è ancora stata presa in considerazione. Se noi pensiamo invece che è bene conservare la globalità sensoriale degli individui, per una maggiore e più diretta conoscenza dei fenomeni, ci dovremo occupare anche della percezione tattile. Quando un bambino di qualche mese gira per la casa a “4 gambe” come un gatto e tocca le fredde piastrelle, il soffice tappeto, … Dobbiamo quindi riconquistare questo strumento di conoscenza diretta che la natura ci ha dato. Molto meglio sarebbe mettere a disposizione dei bambini, delle scatole o delle vasche piene di materiali diversi, dove i bambini possano affondare le mani e avere delle sensazioni tattili che informano molto di più di tanti discorsi, sulle qualità dei materiali. IL TATTILISMO: lanciato nel 1921 da F.T. Marinetti, a Parigi, con lo scopo di mettere a punto un’attività estetica basata sul tatto come mezzo di trasmissioni di sensazioni. Scale di valori tattili: 1. Tatto sicurissimo, astratto, freddo (carta vetrata di varie gradazioni); 2. Tatto senza calore, persuasivo, persuasivo, ragionante (seta liscia); 3. Tatto eccitante, tiepido, nostalgico (velluto, lana, …); 4. Tatto quasi irritante, volativo (seta granulosa, intrecciata, stoffa spugnosa); 5. Tatto caldo, morbido, umano (pelle scamosciata, peli, capelli umani, …); 6. Tatto caldo, sensuale, spiritoso, affettuoso. Nel “manifesto del tattilismo”, Marinetti propone anche un’educazione al tatto con esercitazioni su materiali diversi. TATTO E FORMA: guardando e toccando, le due comunicazioni visiva e tattile, si mescolano e spesso prevale la comunicazione visiva alla quale siamo molto abituati. Per annullare la via visiva, consiste nel mettere a disposizioni dei bambini un gruppo di oggetti della stessa forma, ma diverso tatto. CONCAVO E CONVESSO: la percezione tattile è comunicata attraverso oggetti plastici dei quali si possono percepirne il lato concavo e quello convesso: un cucchiaio, dritto e uno rovesciato, un oggetto stampato e il suo stampo. CALDO E FREDDO: la percezione termica può essere evidenziata da un pennello che porta un blocco di polistirolo espanso (sensazione calda) e una lastra di ferro cromatica (sensazione fredda). CARTA: pelle di una superfice variabile: può essere liscia, ruvida, rotolata, etc. I FILI: vanno bene per comporre oggetti di comunicazione tattile, la quale è lineare (a differenza di quella visiva che si affida invece a quella globale) e ingloba la differenza temporale (assente invece in un quadro). I MATERIALI: sono diversi materiali texturizzati, ottimi per esercitare il tatto e costruire tavole tattili. Come ad es: l’amatissimo orsacchiotto di peluche che tutti i bambini hanno toccato e portato a letto per avere una compagnia durante il sonno è una dimostrazione dell’importanza del valore tattile nella formazione della sensibilità. CONTRASTI: le prime esperienze tattili dovrebbero essere orientate sull’evidenzia dei contrasti come, per esempio il morbido e il rigido. Dopo questo contatto si possono fare le prime classificazioni e, in ulteriore tempo, approfondire le varie caratteristiche nelle relative scale di valori. STRUMENTI TATTILI: oltre alla natura dei materiali diversi, il senso tattile può rivelare anche delle strutture di uno stesso materiale. Con lo stesso filato con il quale è stato fatto un tessuto, si può fare un altro tessuto diverso al tatto. Un filo di ferro e una rete, fatta con lo stesso filo, danno sensazioni tattili diversi. IL 1° LABORATORIO TATTILE: nel 1977 a Milano si apre il 1° laboratorio tattile collegato alla mostra “Le mani guardano” proveniente dal Beaubourg parigino. A Parigi la mostra non aveva laboratorio tattile, ma invece a Milano, su richiesta degli stessi organizzatori, venne allestito un laboratorio tattile in due sale adiacenti alla mostra. Nella mostra i visitatori avevano molto da toccare, materiali e modelli come le scatole… Il laboratorio venne ideato e organizzato da “Giocare in arte”, che a suo tempo, aveva organizzato il Laboratorio alla Pinacoteca di Brera, assieme ai suoi collaboratori. Come per il Laboratorio di Brera, i bambini delle scuole elementari venivano accompagnati dagli insegnanti e si fermavano circa un’ora per fare l’esperienza tattile. Alcune “scale di valori tattili” esposte al tatto dei visitatori, comunicavano tutta serie di gradienti tattili di varie qualità come la sofficità, la ruvidità, eccetera. Una specie di catalogo ordinato di alcune qualità tattili delle diverse materie. L’intervento dell’adulto, sia il genitore o l’operatore, dovrà essere, come in ogni laboratorio di questo genere, molto affettivo e semplicemente in aiuto tecnico ma mai suggerimento diciamo così “artistico” sul cosa si deve fare. Si può suggerire il modo più giusto per incollare, per non sporcarsi troppo, per collegare due materiali nel modo più adatto. Aiutare a fare, quindi, ma non dare idee già fatte. Il bambino deve diventare il più possibile autosufficiente. ALTRI LABORATORI TATTILI: l’esperienza ricavata dal primo laboratorio tattile ha permesso di mettere a punto il metodo, di eliminare dei materiali e di aggiungerne altri, di modificare dei tempi operativi, di correggere delle tecniche per la realizzazione di oggetti comunicanti. All’aperto ci sono molte possibilità di esercitarne l’esperienza tattile: l’erba, la terra, … si prova poi in laboratorio a ricostruire queste sensazioni con la carta, tagliandola, bagnandola, … e poi ecco costruito all’improvviso qualcosa per ritornare all’aperto a giocare. IL LABORATORIO DI TRIESTE: organizzato durante una mostra di Munari nell’ottobre del 1984, il laboratorio funzionava ogni giorno per tutta la durata della mostra. I bambini si sedevano su una fila di poltroncine di tela, si toglievano le scarpe e ascoltavano l’operatore addetto, il quale spiegava ai bambini che cosa si poteva fare in quel luogo e poi bambini andavano dentro il recinto a scoprire delle cose da toccare. Ne trovavano di ogni tipo, combinavano i massimi contrasti o le minime differenze, e appendevano il loro oggetto così composto alle pareti dell’ambiente. Questo laboratorio di Trieste è stato curato dal Centro Regionale Studi e Ricerche sui problemi dell’educazione, e coordinato da Mariagrazia Celli, Marinella Ravalico e Marisa Rossetti, del Cerpe. All’esercitazioni parteciparono anche le educatrici d’asilo, e visitatori della mostra.
Il laboratorio di Mantova: allestito dalla Galleria d’Arte
Contemporanea “Maurizio Corraini” e in funzione in novembre- dicembre 1984. In una delle sale della Galleria, al centro della sala, i bambini trovavano una di quelle strutture metalliche che forma una specie letto a castello, detta “abitacolo”.
Addosso a questo abitacolo erano fissati con delle mollette bianche da
bucato, centinaia di ritagli di materiali diversi fino a coprire quasi tutta la struttura. Un assistente adulto diceva ai bambini il nome del valore tattile che scoprivano. Così i bambini memorizzavano la sensazione tattile col suo nome proprio. Alla fine, l’unica difficoltà era quella di staccare i bambini dall’oggetto stimolante e ricondurli a casa loro. ARRICCHISCE LA PERSONALITA’. BRUNO MUNARI, FANTASIA. INVENZIONE, CREATIVITA’ E IMMAGINAZIONE NELLE COMUNICAZIONI VISIVE.
Fantasia Invenzione Creatività Immaginazione 1. Il pensiero pensa e l’immaginazione vede. Il mondo esterno
Radiestesia dalla A alla Z: Completo di 37 quadranti - Studio e pratica del Pendolo - Con insegnamenti di base su Forcella, Bio tensor, Antenna di Hartmann e Bacchette a Elle
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