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Tradizioni

Antica scrittura dell’Europa del Nord, le rune costituiscono Anne-Laure e Arnaud d’Apremont

A.-L. e A. d’Apremont
uno dei più grandi alfabeti magici del mondo e insieme un
affascinante sistema spirituale. Ma come giunsero agli uomi- iniziazione
ni? Dove apparvero la prima volta? In quale contesto storico
e mitologico? Anne-Laure e Arnaud d’Apremont si interro- alle rune
gano sulla trasmissione delle rune attraverso le epoche, sulla Teoria e pratica
loro natura di sistema «pagano» nel cuore del cristianesimo
(nell’architettura, nell’araldica, nell’arte ecc.), sulla loro di-
mensione magica e spirituale, ieri e oggi. Le rune sono una

iniziazione alle rune


formidabile occasione di Risveglio individuale, una chiave
verso i Misteri, e solo un’informazione corretta quale quella
contenuta in questo volume è in grado di affrancarle da una
leggenda troppo spesso negativa, nutrita di incomprensioni e
falsificazioni. Dopo di che, suggeriscono i due autori, spetta al
lettore partire alla scoperta delle rune, lungo la nobile via del
Nord.

Anne-Laure d’Apremont è autrice di numerosi volumi. Tra essi


ricordiamo Tradition nordique, e L’âme russe: Eléments de paganisme
et de chamanisme.
Arnaud d’Apremont ha scritto Karma e La vera storia di Babbo Na-
tale, uscito presso le nostre edizioni.

www.etadellacquario.it I S B N 978-88-7136-506-0

www.facebook.com/Edizioni.Lindau
twitter.com/EdizioniLindau (@EdizioniLindau)

€ 19,00
9 788871 365060
Iva assolta dall’Editore
Tradizioni
Titolo originale: B.A.-B.A. Runes

Traduzione dal francese di Marco Giacomelli

Diritti fotografici:
David Gattegno: pp. 27, 32-37, 41, 46, 57-58, 65-79, 87, 135, 145, 150-152, 155, 157-
158a, 160b-161, 165, 168-176a, 184, 206.
Nigel Pennick: pp. 25, 43, 158b, 167, 179.
Per tutte le altre fotografie: Archives Pardès e IRMIN.

© Éditions Pardès, Puiseaux, 1997

© 2005 Edizioni L’Età dell’Acquario

Edizioni L’Età dell’Acquario è un marchio di Lindau s.r.l.

Seconda edizione: luglio 2014


ISBN 978-88-7136-506-0
Anne-Laure e Arnaud d’Apremont

INIZIAZIONE
ALLE RUNE
Teoria e pratica
Introduzione

Scoprirai le rune / E interpreterai i segni /


I segni sapientissimi / I segni potentissimi /
Che le Potenze tracciarono / Che il Supremo Saggio incise /
E che il Creatore degli Dei colorò.
Passaggio tratto dallo Hávámal

Ogni runa è una rappresentazione completa del


Wyrd. Così come una goccia d’acqua riflette
l’immagine perfetta di tutto ciò che la circonda,
ogni runa riflette la totalità del Wyrd. Il ritmo
del Wyrd può esere osservato a tutti i livelli, che
si tratti del movimento delle stelle nel cielo o del-
l’incisione di forme in una terra.
Brian Bates, La via del Wyrd 1

Le rune misconosciute

Runa! In passato questa parola ha colpito l’immaginazione


e probabilmente continuerà a farlo. Sono state dette e scritte
molte cose sulle rune e la scrittura runica. Secondo alcuni si
tratterebbe di un alfabeto, altri le considerano simboli celtici,
6 INIZIAZIONE ALLE RUNE

strumenti di divinazione, addirittura segni maledetti… Per


qualcuno le rune sono positive; no, sono assolutamente nega-
tive per qualcun altro. L’unica sequenza runica valida consta
di 24 rune, dice uno; no, 18 dice il secondo, prima che un ter-
zo argomenti in favore di una sequenza di 16 rune ecc. Al-
trettante asserzioni parzialmente esatte o assolutamente false,
e che tuttavia oggi circolano. Senza parlare di coloro per cui
né le rune, né i germani, né i galli, né i vichinghi sarebbero
mai esistiti. Per il neofita è arduo raccapezzarsi e capire al-
meno sommariamente cosa sono o cosa non sono le rune.
Runa! Mistero! Incontestabilmente, intorno agli antichi se-
gni nordici cala una strana atmosfera. Sorgendo dalle brume
del Nord, talora fanno irrazionalmente paura. Per miscono-
scenza, assai spesso! Quando il celebre erudito e novellista
inglese Montague Rhode James volle scrivere una storia fan-
tastica su un sortilegio, la intitolò Casting the Runes («Gettare
le rune») 2. Nei paesi anglosassoni quel celebre racconto ha
contribuito molto all’associazione runa/terrore.

La popolarità delle rune

Al Nord è tutta una questione di


equilibrio, polarità, armonia tra la fis-
sità e il dinamismo. Simbolicamente
sono le costellazioni dei carri (o delle
orse) che evolvono intorno alla stella
polare. La rottura dell’equilibrio e del-
l’armonia crea il disordine. Per un Bal-
Pietra funeraria cristiana, der (l’Apollo del Nord, il dio sublima-
650-700 circa. to) occorre un Loki (la divinità che tur-
INTRODUZIONE 7

ba, in ogni senso). Secondo il mito, affinché Balder torni dal


regno dei morti e rinasca l’Età dell’Oro, è necessario che tut-
to pianga. Dunque, allo stesso modo le rune non sono buone
né cattive. In esse vi sono tutte le polarità.

Il ritorno delle rune degli dei

Ricordiamo un’epoca in cui i più feroci sostenitori del


tradizionale carattere orale della runologia si opponevano
alla pubblicazione d’ogni libro sulle rune. Secondo il loro
parere, la potenza delle rune sarebbe stata «snaturata» dal-
la rivelazione pubblica dei segreti. Poi è stata pubblicata
tutta una letteratura bizzarra e fantasmatica sulle rune. E in
mezzo a essa è uscito Futhark di Edred Thorsson (alias l’ac-
cademico americano Stephen Flowers), il cui contenuto ri-
posava in buona parte sull’insegnamento di alcuni gruppi
«nordizzanti», in particolare l’Odinic Rite, del quale Thors-
son/Flowers era profes e gothi (sacerdote). Disperso nella
massa, il lavoro di qualità di Thorsson poteva colpire le per-
sone seriamente interessate (anche se va ricordato che il ru-
nelore 3 è una tradizione orale e che lo scritto è necessaria-
mente limitato; avremo l’occasione di riparlarne). In segui-
to sono comparsi libri ancor più imbarazzanti, ma anche
molti lavori importanti (si pensi a quelli di Nigel Pennick e
Freya Aswynn).
Dunque, il XX secolo ha assistito – e assiste segnatamente
oggi – a una rinnovata infatuazione per le rune. Per quasi die-
ci secoli le rune non sono quasi mai state oggetto di un tale
slancio. Certo, si constatano numerosi fenomeni curiosi. Così,
al di fuori dei circoli «nordizzanti» di iniziati, per molto tem-
8 INIZIAZIONE ALLE RUNE

po la runologia divi-
natoria riscosse i fa-
vori dell’editoria e
del pubblico. Ora,
quel settore – sopra-
tutto per il modo in
cui è stato affrontato
Doppia iscrizione (runica e romana) – è probabilmente il
su un frammento di croce, VI secolo. meno tradizionale.
Certo, quei misteriosi
piccoli segni si prestavano facilmente a ogni messa in scena
parapsicologica. Fondamentalmente le rune sono indissocia-
bili dall’universo nel quale si sono sviluppate: il mondo del
Nord. Esse sono una chiave verso gli dei e i misteri settentrio-
nali. Come la maggior parte dei grandi alfabeti magici, costi-
tuiscono una via per il Risveglio.

Un nuovo libro, un altro libro

Perché proporre allora un altro libro in questa fioritura di


opere runiche? Non è forse stato detto tutto al proposito?
Detto, forse (a dir tanto), scritto sicuramente no. Ma qui non
si tratta di scriverne ancora, ma in maniera diversa.
Nella foresta bibliografica runologica è necessario fare il
punto, rispondere agli equivoci, precisare nuovamente una
metodologia d’approccio alle rune. Non intendiamo rivelare
grandi segreti, cristallizzare verità che sarebbero aberranti in
un contesto non dogmatico, ma suggerire orientamenti, gui-
de per partire alla scoperta odinica (con un’iniziazione indi-
viduale) delle rune.
INTRODUZIONE 9

Fare il punto? Co-


me abbiamo detto,
alcuni libri recenti lo
hanno fatto con suc-
cesso e per ciò riman-
diamo il lettore a vari
testi citati nella bi-
bliografia al termine Cofanetto di Auzon, 700-800 circa.
di quest’opera. L’o-
biettivo che ci propo-
niamo consiste nel ridestare l’interesse per la nobile via del
Nord, fornire qualche chiave, sensibilizzare all’estetica e alla
saggezza delle rune proponendo alcune piste di ricerca. A
partire da vari esempi, il procedimento didattico intende per-
mettere di cogliere l’essenza delle rune, al fine di penetrare nel
cuore di quella saggezza non dogmatica.

L’approccio alle rune

Ci sono innume-
revoli modi per stu-
diare e praticare le
rune. Secondo alcuni
si tratta di una sorta
di eredità archeolo-
gica che si studia co-
me si studia una lin-
gua morta. Altri ten-
tano di far rivivere le
rune tali e quali era- Pietra di Eidsberg, 1100-1200 circa.
10 INIZIAZIONE ALLE RUNE

no praticate un tempo. È una via verso i misteri del Nord e


un profondo sistema spirituale che si estende ben al di là del
runelore. Altri ancora considerano le rune in sé e non sono af-
fatto interessati al sistema e alla Tradizione.
Nessuno di questi approcci è corretto. Il passato è il passa-
to. Può insegnarci molte cose ma si tratta di comprendere la
Tradizione/trasmissione e di studiare, praticare le rune oggi.

Tradizione viva ed evolutiva

La nostra ambizione è dunque, in un certo modo, di ac-


contentare sia il teorico che il praticante, basando la nostra ri-
cerca e la nostra esposizione sulla Tradizione più autentica,
chiarendola alla luce delle ricerche più recenti. Senza dimen-
ticare che l’unica Tradizione è quella viva, e che una Tradi-
zione autentica può vivere solo evolvendosi. È dunque inuti-
le, per interessarsi alle rune, indossare un elmo con le corna.
Il sistema delle rune può essere ampiamente arricchito con ri-
cerche psicologiche già acquisite (Jung, ipnosi…). Bisogna
trarre profitto dal Passato; in altre parole, naturalmente non
rigettarlo, ma nemmeno rinchiudersi in esso, staticamente,
con una forma di nostalgia a-dinamica, neutralizzante, con-
traria alla filosofia polare dinamica del Nord.
Prima di concludere questa introduzione, è necessario
comprendere che l’argomento rune richiede un minimo di
sforzo e ricerca da parte dell’interessato. Non saranno opere
né corsi (a fortiori per corrispondenza) a rivelare brutalmente
il segreto e la saggezza delle rune. Al limite possono fornire
delle chiavi d’accesso e testimoniare di un’esperienza del-
l’autore. Ogni altra affermazione sarebbe da imbroglioni. E
INTRODUZIONE 11

non bisogna mai dimenticare che si tratta di una tradizione


orale. Dunque i più grandi misteri si rivelano oralmente.
D’altronde, permetteteci di insistere ancora una volta – e
ne riparleremo a più riprese, poiché il soggetto è importante
– sul fatto che l’universo delle rune non è dogmatico. Spetta
a ciascuno partire alla scoperta delle rune coi propri mezzi, i
propri occhi e la propria coscienza. L’unica nostra ambizione
consiste nell’offrire un viatico per quel periplo al cuore dei
misteri e della struttura individuale dell’uomo.

Anne-Laure e Arnaud d’Apremont


Giorno di Herne/Woden, 6 dicembre 1996

N.B.: Anche se è importante comprendere il sistema globale,


la cosmogonia e la teogonia nella quale si sviluppano ed
esprimono le rune, qui non li esporremo in dettaglio: l’insie-
me dello studio della Tradizione nordica europea è infatti
l’oggetto di un altro volume. 4

1
Brian Bates, La via del Wyrd, Rizzoli, Milano 1999 [N.d.T.].
2
Ora in Tutti i racconti, Theoria, Roma 1997 [N.d.T.].
3
Con questo termine viene indicata la «conoscenza delle rune». Cfr.
anche il «Glossario» a p. 209 [N.d.T.].
4
Arnaud d’Apremont, Tradition nordique, 2 voll., Pardès, Puiseaux
1999 [N.d.T.].
12 INIZIAZIONE ALLE RUNE

Per approfondimenti

I lettori interessati all’argomento sono invitati a contattare:

Gruppo di ricerca sulla civiltà del Nord


IRMIN
(Istituto di Ricerca sulla Mitologia e l’Identità Nordiche)
B.P. 2 - 35550 Lohéac
Tel.: +33.(0)2.99341730 - Fax +33.(0)2.99341729
E-mail: irmin@wanadoo.fr
L’associazione pubblica una rivista trimestrale, «Irmin»,
della quale Arnaud d’Apremont è uno degli animatori.

Ringraziamenti

Vorremmo ringraziare, per il loro aiuto diretto o indiretto:


Geoffrey Holley, la felice famiglia Douglas, Paul-Georges
Sansonetti, Nigel Pennick, Edred Thorsson per ciò ch’è stato,
Sigrun von Schlichting, Freya Aswynn, Brian Bates… e Wo-
den, l’ultimo Maestro delle Rune. Tutti, ognuno a proprio
modo, compagni sulla strada delle rune.
Senza dimenticare tutti i lettori e le persone interessate al-
le rune, che permettono alla runologia di svilupparsi e otti-
mizzarsi oggi.
INIZIAZIONE
ALLE RUNE
LISTA DELLE ABBREVIAZIONI

AEC: Avanti l’Era Comune


AN: Antico norreno
AS: Antico inglese o anglosassone
EC: Era Comune
Gm: germanico
Go: gotico
lett.: letteralmente
pl.: plurale
sing.: singolare
La parola runa.
«Che mistero è?»

L’origine della parola runa: il mistero. • Comprendere che sin dall’origine


le rune sono ben altra cosa rispetto a un semplice sistema di comunicazio-
ne. • Le rune concernono i misteri dei mondi. • La ricchezza del senso di
rún e dei suoi derivati, la grande diffusione nel campo linguistico europeo
attestano la sua grande antichità.

Prima di penetrare realmente il runelore, il messaggio del-


le rune, è importante cogliere appieno il senso del termine
«runa». Sul Petit Robert 1 il sostantivo runa indica un «caratte-
re dell’antico alfabeto delle lingue germaniche orientali (gho-
tico o gotico) e settentrionali (nordico e norreno)». La defini-
zione è assai incompleta.
Infatti, nell’accezione oggi diffusa di «carattere», «segno
grafico destinato a veicolare la lingua dei popoli germanici»,
la parola runa è comparsa in Scandinavia solo nel XVII seco-
lo. Furono i primi runologi dei tempi moderni (in particolare
il danese Ole Worm) a utilizzarla in quel modo. Ma, contra-
riamente alle apparenze, in quel preciso senso moderno, la
parola non fu presa a prestito da una lingua germanica, ma
dal latino runa, aggettivo runicus.
In compenso, la radice run è presente ben prima nell’uni-
verso dell’Europa settentrionale. Ma allora veicolava l’idea di
16 INIZIAZIONE ALLE RUNE

«mistero» (equivalente del latino arcanum e del greco myste-


rion), «segreto dell’universo».
Precisiamo subito che la parola runa è specifica delle lingue
indoeuropee, e più particolarmente germaniche. Ma risaliamo
passo passo verso l’origine della lingua. Oggi si ritrovano pa-
renti di «runa» in tedesco moderno, dove sotto la forma rau-
nen significa «mormorare», in inglese (oggi piuttosto desueto)
to round, e in anglosassone to rown, tutti con lo stesso senso
(ma in quest’ultimo caso con una vaga connotazione di mor-
morio di calunnia o cattivi consigli). Si può ancora citare lo
svizzero tedesco raun, «accordo segreto», «decisione segreta».
Risalendo ancora più indietro nel tempo, ritroviamo la
parola runa (radice runo-) con sensi relativamente simili nel-
la maggior parte dei dialetti nordeuropei (si veda la tabella
sottostante).

mistero, segreto, assemblea segreta,


Antico inglese rún
consultazione, bisbiglìo
Antico irlandese rún mistero, segreto
Medio gallese rhin mistero, segreto
Antico sassone rúna mistero, segreto
Alto antico tedesco rúna mistero, segreto, conversazione
mistero, segreto, mondo del mistero,
Gotico rúna
decisione ponderata
segreto, insegnamento segreto,
Antico norreno rún conciliabolo misterioso, saggezza,
segni magici, caratteri scritti
Medio inglese roun canto d’uccello
segreto, mistero, intenzione,
Gaelico scozzese rùn
obiettivo, accordo, amore
LA PAROLA RUNA 17

La disseminazione della radice run e la ricchezza dei suoi


derivati attestano l’antichità del termine. In ogni caso, non si
può mettere in dubbio il fatto che «runa» indicò un «miste-
ro» prima di esprimere un «carattere». A fianco dei sostanti-
vi succitati esistono numerosi verbi che avvalorano l’ipotesi,
come l’antico inglese o anglosassone rúnian o l’alto antico te-
desco rûnen, entrambi «parlare a bassa voce, bisbigliare». O
l’islandese ryna, «condurre una conversazione segreta». E se
la relazione con le parole precedenti è discussa, non possia-
mo tuttavia non notare il finlandese runo, «poema, canto epi-
co o magico», e il verbo lituano runat, «parlare».
Dobbiamo ancora segnalare un altro utilizzo ipotetico di
«runa», avanzato in particolare da Nigel Pennick:

La parola «runa» può anche significare «lotto» utilizzato per la


divinazione. La parola scozzese run-rig descrive l’antico metodo
di attribuzione di «rigs» (spazio fra due solchi) o di spartizione
del terreno, utilizzando delle rune in una lotteria. 2

Gli specialisti si sono chiesti da dove provenga la radice


arcaica run. Sono state proposte due ipotesi. In entrambi i ca-
si il termine «runa» proverrebbe da una radice proto-indoeu-
ropea, che potrebbe essere:
1) reu, «urlare» o «mormorare»;
2) Gwor-w-on (indoeuropeo, wr-w-onâ), «legame magico».
La prima ipotesi rimanda al tedesco moderno raunen, col
senso di mormorare. Non possiamo non pensare anche al dio
Odino, che «urlando raccoglie le rune» quando le scopre (ve-
dremo il mito più in dettaglio nel capitolo seguente). Questo
primo senso rimanda all’idea di incantamento magico, ma an-
che al segreto mormorato dal maestro all’orecchio dell’iniziato.
18 INIZIAZIONE ALLE RUNE

La seconda ipotesi, col


senso di «legame magico»,
rimanda a dei indiani e
greci come Varuna e Urano
(senza trascurare il fatto
che il «legame magico» è
un attributo di Odino, il
«dio che lega»).
Da questi sensi origina-
ri è stata dedotta l’idea di
«caricamento per mezzo
del potere della voce» e
«ricerca di risposte per
mezzo della ricerca al di là
del cosciente».
È difficile dire se anti-
camente il termine «runa»
Pietra di Einang, Norvegia, 350 circa. indicasse anche i caratteri.
O, per essere più precisi,
l’epoca in cui ha cominciato a indicare i caratteri, fatto che
porterà al recupero di quell’accezione da parte del latino.
Sin dal IV secolo si trovano parti di iscrizioni, come sulla
pietra di Einang: dagar thar runo faihido, «io, Dagr, ho colora-
to le rune»; ma anche sulla pietra di Noleby (Svezia, VI se-
colo): runo fahi, «ho fatto le rune»; o sulla pietra di Järsberg
(Svezia, VI secolo): runoz waritu, «ha inciso le rune». L’inci-
sore parla di caratteri? Di misteri o segreti? La questione si
pone sicuramente, tanto più che su diverse iscrizioni il ter-
mine in antico norreno stafr (letteramente «bastone») com-
pare per indicare gli esili caratteri (si veda la pietra di Gum-
marp, VII secolo), talora nelle parole composte come nel-
LA PAROLA RUNA 19

l’anglosassone runstaef (lettera runica) o nel latino medieva-


le runstaba.
In un modo o nell’altro, la definizione corrente dei dizio-
nari moderni, «carattere», non rende giustizia al senso pro-
fondo e autentico delle rune, «raccolta di misteri» piuttosto
che segni per trascrivere un sistema di comunicazione. Natu-
ralmente è nel senso di mistero, di concetto sacro che occor-
rerà intendere il termine «runa» nel seguito di questo studio.
Faremo riferimento al carattere precisando «carattere runi-
co», «forma runica» o «lettera runica».

Bracteate 3 di Sievern, che associa il potere dello scritto


(iscrizione runica, «r[unoz] writu», «io incido»)
a quello della parola, del respiro (che esce dalla bocca del dio).

1
Dizionario molto diffuso in Francia, in un certo senso l’equivalen-
te del Devoto-Oli per l’italiano [N.d.T.].
2
Nigel Pennick, Rune Magic. The History and Practice of Ancient Ru-
nic Traditions, Thorsons, London 1993.
3
Monete o medaglie costituite da una sottile foglia di metallo, coniata
a sbalzo su una sola faccia. Cfr. anche il «Glossario» a p. 209 [N.d.T.].

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