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MuTAZIONI
• Traduzione RNA messaggero per la creazione di una proteina
• Il codice genetico è de nito degenere o ridondante perché un
amminoacido può essere codi cato da più codoni (triplette di basi azotate/
nucleotidi di RNA)
• Il codice genetico è costituito da 64 triplette (UAA, UAG, UGA codoni di
stop)
• Una mutazione è un cambiamento raro e casuale del patrimonio
genetico/DNA cellulare trasmissibile alle cellule glie (è dunque
un’alterazione genotipica potenzialmente in grado di indurre un
cambiamento di natura fenotipica).
• Mutazione silente = c’è un cambiamento nella sequenza del DNA ma
non è detto che ciò provochi un cambiamento della sequenza degli
amminoacidi e quindi delle proteine

• CLASSIFICAZIONE MUTAZIONI: CAUSA


- MUTAZIONI SPONTANEE: si veri ca un errore intrinseco nei processi di duplicazione del DNA (es. nel lavoro
dell’enzima DNA-polimerasi, esistono vari meccanismi per correggere tali errori come il proof-reading,
oncosoppressori BRCA1 e BRCA2 etc.)
- MUTAZIONI INDOTTE: agenti esogeni ( sici, chimici, biologici) causano il danno mutageno:
- Mutageni sici: onde elettromagnetiche (raggi UV, raggi X, radiazioni ionizzanti)
- Mutageni chimici: composti organici e inorganici (benzene, formaldeide, ammidi aromatiche)
- Mutageni biologici: batteri o virus (Papilloma virus, Helicobacter Pylori, HBV epatite B)
• Le radiazioni ionizzanti ed i mutageni chimici negli organismi viventi provocano un aumento della frequenza di
mutazione.
• Tutte le mutazioni sono cambiamenti del DNA ma non necessariamente queste saranno trasmesse alla prole del
soggetto che le sviluppa perché non necessariamente la mutazione coinvolgerà le cellule germinali.
• Una mutazione genica puntiforme interessa singoli nucleotidi.

• CELLULA BERSAGLIO
- MUTAZIONI SOMATICHE: colpiscono tutte le cellule dell’organismo (ad eccezione di quelle germinali);
dividendosi per mitosi trasmettono la mutazione alle cellule glie ma non alla prole.
- MUTAZIONI GERMINALI: colpiscono selettivamente le cellule germinali che producono gameti in grado di
trasmettere la mutazione alla prole.

• DIMENSIONI (grandezza della porzione di DNA alterata)


- MUTAZIONI GENICHE: interessano un singolo gene (piccola sequenza polinucleotidica) e sono per la maggior
parte causate da mutazioni puntiformi (= alterazioni di una singola base azotata/nucleotide) determinate da 4
meccanismi:
- Sostituzione
- Delezione (non multipla di 3)
- Inserzione (non multipla di 3)
- Delezione/inserzione (multipli di 3)

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- Le mutazioni puntiformi sono classi cate in:


- Silenti: sostituzione di una base azotata con il risultato di un codone che codi ca per lo stesso
amminoacido del codone originario
- Di senso/missense: sostituzione di una base azotata con il risultato di un codone codi cante per un
amminoacido diverso da quello del codone originario (= c’è anche un cambiamento fenotipico, es.
sostituzione dell’acido glutammico con una valina sulla catena β dell’emoglobina causa dell’anemia
falciforme/drepanocitosi)
- Non senso/no sense: sostituzione di una base azotata e formazione di un codone di stop che
interrompe precocemente la traduzione dell’m-RNA (formazione di proteine tronche e inattive)
- Per scorrimento della nestra di lettura/frameshift: delezione o inserzione di un numero di
basi non multiplo di 3 con conseguente slittamento della lettura dell’m-RNA (proteina compromessa
e inattiva)
- Mutazioni da espansione di triplette: dimensioni maggiori rispetto alle puntiformi ma non
abbastanza grandi come le cromosomiche. Sono dovute alla ripetizione in sequenza di uno stesso codone
che tende a espandersi ad ogni ciclo replicativo del DNA (Còrea di Huntington CAG, Sindrome dell’X
fragile o sindrome di Martin-Bell CGG).

- MUTAZIONI CROMOSOMICHE: interessano porzioni di DNA più estese tali da alterare la struttura di un
cromosoma. Possono essere di 4 tipologie;
- Delezione: perdita di un segmento per la rottura del cromosoma in due punti
- Duplicazione: solitamente insieme alla delezione, il segmento perso dal primo cromosoma si
inserisce nella sequenza del suo omologo
- Inversione: un segmento di cromosoma si distacca e si reinserisce nella sequenza al contrario
- Traslocazione; spostamento di una sequenza da un cromosoma ad un cromosoma non omologo
(può essere reciproca o non reciproca, bilanciate se non si perde materiale genetico o non
bilanciate se si ha perdita o aggiunta di materiale).

- MUTAZIONI GENOMICHE o CARIOTIPICHE: cambiamenti dell’assetto cariotipico


(ovvero il numero di cromosomi nella cellula). Si possono dividere in:
- Poliploidie: presenza di uno o più corredi cromosomici soprannumerari (3n;
4n) tipicamente incompatibili con la vita.
- Aneuploidie: presenza di uno o più cromosomi soprannumerari o sottonumerari (es. a causa della non-
disgiunzione dei gameti durante la meiosi). Alcune consentono la sopravvivenza, le più frequenti sono:
- monosomie = mancanza di un cromosoma nella coppia di omologhi
- Trisomie = presenza di un cromosoma soprannumerario in una coppia di omologhi.

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• La tripletta di nucleotidi AAT presente in una molecola di DNA subisce una mutazione, trasformandosi nella
tripletta AAC. Ciò nonostante, dopo la traduzione, non si ha alcun cambiamento nella funzionalità della proteina
che si forma. Ciò perché il codice del DNA è ridondante
• La sequenza nucleotidica AUG-CCA-UGG-AAG-AGA codi ca per gli amminoacidi Met-Pro-Trp-Lys-Arg. Una
mutazione che provocasse la sostituzione del nono nucleotide contenente guanina con un nucleotide
contenente adenina (G—>A) comporterebbe la terminazione della catena proteica con l’amminoacido Pro
perchè la tripletta che si verrebbe a formare è una tripletta di stop.
• Se una mutazione provoca la delezione di una base nella regione di un gene che speci ca una proteina, quella
proteina sarà modi cata dal punto della delezione in poi.
• Se nella sequenza codi cante di un gene viene aggiunta una base (inserzione), nella proteina corrispondente
cambierà la sequenza da quel punto in poi
• Durante la seconda divisione meiotica, una eventuale non-disgiunzione dei cromatidi del cromosoma 21
produce una cellula germinale con un cromatidio soprannumerario e una con un cromatidio mancante. Con la
fecondazione si dovrebbero quindi produrre con identica frequenza zigoti trisomici e zigoti monosomici. La
monosomia del cromosoma 21 invece è molto meno comune della trisomia. La causa di ciò potrebbe essere che
le cellule germinali prive di cromatidio e/o embrioni monosomici sono scarsamente vitali.
• Una mutazione missenso nella sequenza nucleotidica di un gene ha sicuramente come effetto la sostituzione di
un amminoacido nella proteina codi cata dal gene.
• L’inversione cromosomica consiste in una doppia rottura co rotazione di 180 gradi del frammento cromosomico
• La leucemia mieloide cronica si caratterizza per la presenza del cromosoma Philadelphia (t. 9-22), risultato di
una mutazione cromosomica, in cui parte del cromosoma 22 si sposta sul cromosoma 9 e viceversa. Tale
meccanismo è detto traslazione reciproca.
• La sindrome di Klinefelter è data da un’anomalia del numero dei cromosomi sessuali ed è caratterizzata da un
genotipo XXY
• XO (monosomia dell’X) = sindrome di Turner (cariotipo 45,X0)
• XYY (disomia dell’Y) = sindrome del superuomo
• Sindrome del grido di gatto = delezione di una porzione del cromosoma 5 (monosomia parziale) che causa
ipoplasia della laringe
• Trisomia 21 = sindrome di Down
• Trisomia 13 = sindrome di Patau
• Trisomia 18 = sindrome di Edwards
• XXY = sindrome di Klinefelter
• XYY = sindrome di Jacobs

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