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IMPIANTI, MACCHINE E

COMPONENTI ELETTRICI
NELLE APPLICAZIONI

Indice generale
1. Introduzione pag. x
2. Realizzazione di un impianto elettrico utilizzatore pag. x
3. Progettazione degli impianti elettrici pag. x
4. Schema di distribuzione dell’energia OK 21/03/2010 pag. x
5. Protezione contro le sovracorrenti OK 21/03/2010 pag. x
6. Protezioni contro le sovratensioni pag. xx
7. Protezione contro il fulmine?? OK 21/03/2010 pag. xx
8. Protezioni contro i contatti pag. xx
9. Protezione contro le esplosioni pag. xx
10. Protezione contro l’incendio pag. xx
11. Cabine elettriche pag. xx
12. Trasformatori MT/BT pag. xx
13. Cavi pag. xx
14. Sistemi di rifasamento pag. xx
15. Impianti FV pag. xx
16. Impianti ed apparecchi di illuminazione pag. xx
17. Building automation e domotica pag. xx
18. Impianti allarme e intrusione pag. xx
19. Impianti d’antenna pag. xx
20. Cablaggio strutturato pag. xx
21. Impianto di terra pag. xx
22. Classificazione dei luoghi di installazione pag. xx
23. Condizioni ambientali e gradi di protezione pag. xx

Appendici
- Il mondo della normazione tecnica pag. xx
- Principali definizioni pag. xx
- Segni grafici e linguaggio tecnico pag. xx
- RAE e ROHS pag. xx
- PQ e compatibilità elettromagnetica pag. xx
- Effetti sull’uomo della corrente elettrica e dei campi elettroamgnetici pag. xx

1
2
1
Protezione contro le sovratenzioni

Indice del capitolo

1. Protezione contro le sovratensioni pag. 1


1.1. Classificazione delle sovratensioni pag. 3
1.1.1 Sovratensioni di origine esterna pag. 3
1.1.2. Sovratensioni di origine interna pag. 5
1.2. Metodi di protezione pag. 9
1.2.1. Coordinamento dell’isolamento pag. 9
1.2.2. Coordinamento dell’isolamento sulle reti a media tensione pag. 11
1.2.3. Limitatori di sovratensioni pag. 13
1.2.4. Criteri di scelta delle caratteristiche nominali di alcuni limitatori
di sovratensione pag. 13
1.2.5. Protezione dalle sovratensioni negli impianti BT pag. 17
1.2.6. Criteri di scelta dei limitatori pag. 17
1.2.7. Coordinamento dei limitatori pag. 19

3
1. Protezione contro le sovratensioni

Le sovratensioni possono essere classificate in base a forma


d’onda e durata oppure a seconda della loro origine (interna o
esterna). Il contenuto energetico delle sovratensioni è in genere
modesto, ma in grado, tuttavia, di provocare cedimenti localiz-
zati dell’isolamento. Le principali norme tecniche CEI di riferi-
mento per le protezioni contro le sovratensioni sono quelle pro-
dotte dal Comitato Tecnico 99 e 28.

1.
In presenza di circuiti a
Le sovratensioni che interessano un impianto elettrico utilizzatore costanti distribuite (linee
possono avere caratteristiche diverse in funzione dell’evento che le lunghe) la sovratensione
genera (origine) e delle caratteristiche del sistema (alimentazione e si presenta in punti di-
versi in tempi diversi con
impianto elettrico1); le sovratensioni sono in genere classificate in carattere transitorio nel
base a forma d’onda e durata o alternativamente in funzione della tempo e nello spazio.
loro origine.
La Norma CEI 28-5 distingue le sovratensioni secondo la forma d’on-
2.
da e la durata così come riportato in Tabella 1. Le sovratensioni di origi-
ne interna sono funzione
della tensione di esercizio
Tabella 1 – Classi e forme delle tensioni e delle sovratensioni definite dalla del sistema e sono quindi
Norma CEI 28-5. maggiormente critiche per
gli impianti a tensione più
elevata, quelle di origine
esterna sono invece indi-
pendenti dalle caratteristi-
che dell’impianto e risulta-
Sono definite sovratensioni di origine interna quelle sovratensioni che hanno origine no in pratica più rilevanti
per gli impianti a tensione
da eventi, da guasti o da false manovre interni all’impianto elettrico e quindi dipen-
meno elevata.
denti dallo stesso impianto elettrico e nella fattispecie dalla sua configurazione. Si
definiscono sovratensioni di origine esterna quelle conseguenti a fenomeni elettrici
che hanno origine all’esterno dell’impianto in particolare nell’atmosfera e che si ri-
percuotono direttamente o indirettamente .

(*) Come prescritto dal Comitati Tecnici specifici per ciascun componente.

Sono definite sovratensioni di origine interna quelle sovratensioni


che hanno origine da eventi, da guasti o da false manovre interni
all’impianto elettrico e quindi dipendenti dallo stesso impianto elet-
trico e nella fattispecie dalla sua configurazione. Si definiscono so-
vratensioni di origine esterna quelle conseguenti a fenomeni elettrici
che hanno origine all’esterno dell’impianto in particolare nell’atmo-
sfera e che si ripercuotono direttamente o indirettamente2.

4
capitolo 6. capitolo 1.

Le sovratensioni mettono in generale in gioco energie modeste, alme-


no nei confronti delle apparecchiature e degli utilizzatori di potenza,
ma capaci, tuttavia, di provocare cedimenti localizzati dell'isolamento
in cui si concentra poi la potenza delle rete industriale. Le sovratensio-
ni agiscono, in definitiva, come il detonatore di un ordigno esplosivo:
l'energia sviluppata dall'esplosione è infatti tutta nella miscela esplosi-
va non certo nel meccanismo di innesco.

In linea di principio la protezione di un impianto elettrico a media o


bassa tensione dalle sovratensioni deve essere condotto realizzando:
a) un opportuno coordinamento dell’isolamento;
b) installando dispositivi limitatori delle sovratensioni;
c) prevenendo guasti fra parti attive di circuiti alimentati con ten-
sione differente e fra impianti di sistemi di II e III categoria e le
masse di impianti di I categoria.

I principali comitati tecnici del CEI che si occupano della protezione


dalle sovratensioni sono il Comitato Tecnico 99 e il Comitato Tecnico 28.

Scopo del CT 28 è preparare norme che riguardano:


– i campi di applicazione;
– la definizione dei termini particolari usati nelle questioni di nor-
malizzazione e coordinamento degli isolamenti;
– i principi fondamentali del coordinamento degli isolamenti;
– la realizzazione di una serie normalizzata di livelli di isolamento
(che non si riferisce ad alcun apparecchio in particolare);
– l’enumerazione delle prove da includere nelle specifiche di prova
delle apparecchiature (le cui modalità sono di competenza del
CT 42) per verificare i livelli di isolamento di cui sopra;
– le raccomandazioni per le distanze minime in aria tra parti in
tensione;
– una guida di applicazione per gli utilizzatori delle apparecchiature
elettriche, che faciliti nella scelta dei livelli di isolamento da
usare, in relazione alle condizioni di installazione dei dispositivi
di protezione contro le sovratensioni.

Alcuni dettagli circa le attività svolte dal CT 99 sono stati riportati nel
capitolo Progettazione e realizzazione di un impianto elettrico utilizza-
tore.

Una sintesi delle principali norme CEI disponibili sull’argomento è ri-


portata nella tabella seguente.

5
1. Protezione contro le sovratensioni

Tabella 2 - Principali norme CEI in tema di protezione contro le sovratensioni.

Norma Italiana Class. CEI Titolo


CEI 11-1 CEI 11-1 Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata
CEI EN 60071-1 CEI 28-5 Coordinamento dell’isolamento Parte 1: Definizioni, principi e regole
CEI EN 60071-2 CEI 28-4 Coordinamento dell’isolamento Parte 2: Guida di applicazione
CEI EN 60060-2 CEI 42-11 Tecniche di prova ad alta tensione Parte 2: Sistemi di misura

Da un punto di vista Il principale riferimento normativo è costituito


dalle Norme CEI 28-5 e CEI 11-1.
La Norma CEI 28-5 (Norma principale: IEC 60071 Parte 1) tratta il
coordinamento dell’isolamento dei sistemi trifase in c.a. con tensioni
superiori a 1 kV. Essa specifica la procedura per la scelta delle ten-
sioni di tenuta assegnate normalizzate per l’isolamento fase-terra,
tra le fasi e longitudinale per le apparecchiature e per le installazioni.
I principi contenuti nella Norma si applicano anche all’isolamento del-
le linee di trasmissione dell’energia elettrica anche se i valori delle
tensioni di tenuta possono essere diversi da quelli normalizzati.
Alcuni dettagli circa gli argomenti trattati dalla Norma CEI 11-1 sono
stati riportati nel capitolo Progettazione e realizzazione di un impian-
to elettrico utilizzatore.

1.1 Classificazione delle sovratensioni


Le sovratensioni possono essere classificate a seconda della loro origine:

– sovratensione di origine esterna;


– sovratensione di origine interna.

1.1.1. Sovratensioni di origine esterna


Le sovratensioni di origine esterna possono essere classificate in sovratensioni:

– a formazione lenta;
– impulsive.

6
capitolo 6. capitolo 1.

1.1.1.1. Sovratensioni di origine esterna a formazione lenta


(Transitorie frontelento – CEI28-5)

Le cariche accumulate sugli strati inferiori delle nuvole richiama-


no cariche del segno opposto sulle linee sottostanti, quando la
nuvola si scarica verso terra provoca una sovratensione lungo i
conduttori.

Le sovratensioni di origine esterna a formazione lenta3 sono origina-


te da fenomeni di natura elettrostatica quando nuvole elettricamente
cariche si trovano ad essere in corrispondenza di linee elettriche.
3.
Le cariche accumulate sugli strati inferiori delle nuvole richiamano Questo tipo di sovratensio-
cariche del segno opposto sulle linee sottostanti (Figura 1 -1-). ni assume una certa rile-
Il sistema rimane in equilibrio fino al momento nel quale la nuvola si vanza per le linee di media
tensione, mentre in quello
scarica verso terra lasciando libera la carica accumulatasi sulla linea di linee di alta tensione ge-
e provocando una sovratensione che si propaga con forma d’onda neralmente esso può esse-
re ritenuto non critico.
impulsiva lungo i conduttori (Figura 1 -2-).

Figura 1 – Sovratensioni di origine esterna a formazione lenta.

1.1.1.2. Sovratensioni di origine esterna impulsive


(Transitorie fronte ripido – CEI 28-5)

Fenomeni di fulminazione atmosferica possono generare sovra-


tensioni aventi forma d’onda unidirezionale a fronte di salita ri-
pido e fronte di discesa più lento. L’origine di tali sovratensioni
è costituita dai fenomeni di fulminazione atmosferica sia diretta
che indiretta.

7
1. Protezione contro le sovratensioni

Si tratta di sovratensioni aventi forma d’onda unidirezionale a fronte di


salita ripido e fronte di discesa più lento.
La forma d’onda è tipicamente caratterizzata da tre valori indicanti il
valore di cresta, il tempo necessario al raggiungimento di tale valore
(Tf) ed il tempo di dimezzamento dello stesso (Td).

Figura 2 – Valori caratteristici di un’onda impulsiva.

L’origine di tali sovratensioni, sia su linee che su utilizzatori, è costitu-


4.
ita dai fenomeni di fulminazione atmosferica sia diretta che indiretta. Il fenomeno risulta essere
Nel caso di fulminazione diretta questa interessa direttamente la linea maggiormente critico per
o il componente e la sovratensione che ne consegue ha la stessa linee od impianti esposti ed
inversamente proporziona-
forma d’onda impulsiva della corrente di fulmine. Quest’ultima ha un le al livello di tensione no-
valore di cresta variabile da alcune migliaia di ampere fino ad oltre minale dello stesso.
100 kA, a seconda dei casi, che viene raggiunto in un intervallo di
tempo dell’ordine del microsecondo, decadendo infine all’emivalore in
qualche decina o centinaio di microsecondi. 5.
Il campo magnetico asso-
ciato a tale corrente varia
Il valore di cresta della sovratensione che ne consegue risulta gene- nel tempo con la stessa
ralmente compreso tra 1000 e 5000 kV. legge con cui varia nel tem-
La forma d’onda normalizzata per la rappresentazione di un’onda im- po la corrente di fulmine e
genera nelle spire formate
pulsiva di tale tipo, detta appunto impulso atmosferico, è caratterizza- dai circuiti con cui si con-
ta da un tempo di salita pari a 1,2 μs e da un tempo all’emivalore pari catena sovratensioni pro-
a 50 μs (sinteticamente indicata come onda 1,2-50)4. porzionali alle dimensioni
della spira ed alla penden-
Nel caso di fulminazione indiretta la corrente di fulmine non percorre za della forma d’onda della
direttamente alcuna parte dell’impianto, ma elementi ad esso prossimi5. corrente.

Le sovratensioni possono essere indotte direttamente sugli utilizzatori

8
capitolo 6. capitolo 1.

6.
o sulle linee6 alimentanti questi ultimi e da queste condotte. Escludendo il caso di fulmina-
Limitando il discorso a fulminazioni indirette trasmesse dalle linee di zioni molto vicine all’impianto
utilizzatore, si può affermare
alimentazione, di gran lunga più significative sia come numero che che, nel caso di sistemi in bas-
come entità, si rileva che il valore massimo della sovratensione in- sa tensione, le sovratensioni
massime trasportate da una
dotta dipende essenzialmente, oltre che dall’ampiezza e dalla forma linea aerea o in cavo risultano
d’onda della corrente di fulmine, anche dall’altezza dei conduttori di pari al suo livello di isolamento
linea e dalla distanza a cui è caduto il fulmine; si tratta, infatti, di un ad impulso (10÷15 kV per linee
di energia BT e 3÷5 kV per li-
concatenamento del campo elettromagnetico generato dal canale di nee di segnale).
fulmine con la spira formata dai conduttori di linea e dal suolo.

Sovratensioni possono essere condotte, in condizioni simili, all’im-


pianto utilizzatore anche da cavi interrati. La corrente di fulmine che
si disperde nel suolo dà, infatti, luogo, per effetto resistivo, a gradien-
ti di tensione nel terreno da essa attraversato, che, nel caso di cavi
lunghi, per i quali il potenziale dell’anima può essere assunto pari a
zero può superare la tensione di tenuta dell’isolante perforandolo e
permettendo alla corrente di fulmine di propagarsi lungo esso con
una sovratensione associata.

La forma d’onda di tali sovratensioni è simile a quella della corrente di fulmine


ma più breve.

1.1.2. Sovratensioni di origine interna


Le sovratensioni di origine interna possono essere classificate in:
– sovratensioni a frequenza industriale
- sovratensioni per cedimento di una fase;
- sovratensioni per diminuzione del carico;
- sovratensioni per contatto accidentale tra alta e bassa tensione;
- sovratensioni per ferrorisonanza.
– sovratensioni interne transitorie
- sovratensioni per archi a terra;
- sovratensioni di manovra.

1.1.2.1. Sovratensioni di origine interna a frequenza industriale (Bassa fre-


quenza esercizio/sostenute – CEI 28-5)

Sono sovratensioni alla frequenza nominale di rete con forma


d’onda sinusoidale.

9
1. Protezione contro le sovratensioni

Si tratta di sovratensioni di forma d’onda sinusoidale con frequenza


pari a quella impressa dai generatori.

1.1.2.2. Sovratensioni per cedimento di una fase


In un sistema IT, in occasione di guasto franco a terra di una fase,
la tensione verso terra della fase guasta si annulla, e quella delle
due fasi sane, subisce una sovratensione pari al 73% circa.
7.
In occasione di un guasto
verso terra sulla linea aerea
In un sistema trifase simmetrico a neutro isolato, come noto la tensio- ed in condizioni di risonanza
ne verso terra di ogni fase risulta essere pari, in condizioni di ugua- la corrente di guasto risulta
infatti molto elevata e attra-
glianza delle ammettenze parassite verso terra del sistema, alla ten- verso la capacità del cavo
sione di fase. verso massa può stabilire
In occasione di guasto franco a terra di una fase, la tensione verso una sovratensione ai capi
dell’isolamento che può dan-
terra della fase guasta si annulla, e quella delle due fasi sane, dopo un neggiare quest’ultimo.
periodo transitorio, subisce una sovratensione pari al 73% circa ( √3).
L’entità della sovratensione può essere esaltata in occasione di feno-
meni di risonanza serie in un sistema in cui un tratto di linea in cavo
(caratterizzato da un’elevata capacità trasversale verso terra) alimen-
ta una linea aerea (schematizzabile con un’induttanza)7.

Figura 3 – Sovratensioni per cedimento di una fase in un sistema a


neutro isolato.

10
capitolo 6. capitolo 1.

Figura 4 - Fenomeni di risonanza serie in un sistema in cui un tratto di


linea in cavo alimenta una linea aerea.

1.1.2.3. Sovratensioni per diminuzione del carico


Un’improvvisa diminuzione della corrente di carico genera un
aumento della tensione dovuto alla riduzione delle cadute di ten-
sione sulla linea e nei generatori. La tensione passa infatti, in
condizioni limite, dal valore a carico a quello a vuoto.

Una notevole ed improvvisa diminuzione del carico genera un au-


mento della tensione dovuto alla riduzione delle cadute di tensione
sia in linea che interne ai generatori. Al limite la tensione passa infatti
dal valore a carico a quello a vuoto e nei casi più sfortunati per mac-
chine di potenza elevata la tensione può raggiungere valori prossimi
al 130% della tensione relativa al regime di carico normale. 8.
La reazione di indotto pro-
Il fenomeno può risultare maggiormente critico quando il distacco del duce infatti in questo caso
carico conduce a situazioni in cui il sistema di generazione si trova un effetto magnetizzante
ad alimentare carichi praticamente capacitivi. Casi tipici sono quello equivalente ad un aumento
dell’eccitazione e provoca
in cui il distacco avviene al termine di una lunga linea di trasmissione un aumento della tensione
e quello di sistemi di rifasamento localizzati in prossimità del sistema generata che può arrivare al
50% risultando dannoso per
di generazione (per esempio in impianti industriali con gruppi di au- lo stesso alternatore e per gli
toproduzione) che in seguito a manovre o all'intervento di protezioni eventuali utilizzatori rimasti
risultano costituire i soli carichi dell'alternatore8. collegati.

1.1.2.4. Sovratensioni per contatto accidentale tra alta e bassa tensione

Un contatto tra conduttori a tensione nominale diverse come pri-


mario e secondario di un trasformatore, provoca sovratensioni
sul sistema a tensione nominale inferiore. Il sistema di protezio-
ne è funzione dello stato del neutro.

11
1. Protezione contro le sovratensioni

Si tratta di sovratensioni generate ad esempio dalla caduta di un


conduttore di una linea aerea in media o alta tensione su di una linea
in bassa o da un guasto dell’isolamento tra primario e secondario di
un trasformatore.
Il sistema di protezione utilizzato in impianti di bassa tensione con-
siste nella messa a terra del neutro in modo tale che il contatto fra i
conduttori dei due diversi sistemi si trasformi in un guasto a terra che
può così essere rilevato ed eliminato dalle note protezioni. Il sistema
di messa a terra della bassa tensione deve però essere dimensiona-
to in modo tale che la tensione di terra dovuta alla corrente di guasto
sul primario non risulti pericolosa.
Se il neutro della bassa tensione fosse isolato risulterebbe necessa-
rio installare scaricatori fra il centro stella e terra o fra le fasi e terra.

1.1.2.5. Sovratensioni per ferrorisonanza

Possono avere luogo in circuiti caratterizzati dalla compresenza di


elementi capacitivi (ad esempio cavi schermati o batterie di rifasa-
mento) ed elementi induttivi saturabili (ad esempio reattori in ferro,
trasformatori, trasformatori di tensione).

Per rendersi conto di come si generano le sovratensioni in ogget-


to, senza approfondire il fenomeno, è sufficiente considerare che, a
causa della non linearità introdotta dalla caratteristica di magnetizza-
zione in ferro degli elementi induttivi, il sistema ammette più punti di
funzionamento, uno dei quali caratterizzato da elevate sovratensioni
sui singoli elementi.
Gli esempi più caratteristici sono quelli legati al guasto a terra in una
rete con cavi armati e neutro isolato e all’inserzione di trasformatori
di tensione.

Nel primo caso dal punto di guasto si vede infatti una rete costituita
dalle capacità verso terra delle due fasi sane e dall’induttanza satu-
rabile costituita dalla fase guasta. In condizioni prossime alla riso-
nanza si possono manifestare elevate sovratensioni tra le fasi sane
e terra con pericolo di perforazione dell’isolamento ed archi. 9.
Anche nel caso in cui il cen-
tro stella del sistema non
Nel caso di inserzione di trasformatori di tensione, se i contatti dell’in- fosse infatti collegato a terra
terruttore non chiudono contemporaneamente, si possono avere ma- il circuito si potrebbe comun-
que richiudere attraverso le
nifestazioni di ferrorisonanza fra l’induttanza in ferro costituita dagli capacità verso terra delle
stessi trasduttori e le capacità verso terra9. linee.

12
capitolo 6. capitolo 1.

Figura 5 - Formazione di sovratensioni per ferrorisonanza: schema


(in alto), circuito equivalente (in basso a sinistra), caratteristiche di
funzionamento (in basso a destra).

1.1.2.6. Sovratensioni interne transitorie (Transitorie fronte molto ripido – CEI 28-5)
Guasti o manovre possono dare origine a sovratensioni sinusoi-
dali smorzate a frequenza più elevata della frequenza di rete.

Si tratta sostanzialmente di fenomeni transitori legati a condizioni di


guasto o a manovre che danno origine a sovratensioni smorzate di
carattere sinusoidale a frequenza superiore alla frequenza di rete.

1.1.2.7. Sovratensioni per archi a terra


Il fenomeno può avere origine quando su una linea a causa di un
contatto accidentale di una fase si origina una corrente d’arco
che si richiude attraverso la capacità verso terra del conduttore
e che porta all’aumento delle tensioni delle altre due fasi sane.

Il fenomeno può avere origine quando su una linea ad alta tensione (neutro 10.
Ad esempio tra un condut-
isolato) a causa di un contatto accidentale10 si innesca un arco verso terra. tore e rami d’albero a causa
Si origina in questo caso una corrente d’arco che si richiude attraver- del vento.
so le capacità verso terra dei conduttori e che porta all’annullamento
della tensione corrispondente alla fase guasta e all’aumento delle
altre due analogamente a quanto indicato in 1.1.2.2 a proposito delle
sovratensioni generate dal cedimento di una fase.

13
1. Protezione contro le sovratensioni

Figura 6 – Sovratensioni per archi a terra.

Vi è però un periodo transitorio durante il quale i condensatori parassiti


equivalenti si scaricano o si caricano attraverso le impedenze delle
linee determinando un andamento oscillatorio della tensione a causa
degli scambi energetici che hanno luogo con le induttanze equivalenti
di linea.
Senza approfondire ulteriormente si può affermare che la tensione del- 11.
Ogni nuova oscillazione si
le fasi sane può raggiungere un valore di picco pari a circa 2,5 volte il sovrappone infatti al livello
valore massimo della tensione di esercizio. di tensione già raggiunto in
precedenza provocando il
Le condizioni diventano più critiche al verificarsi di archi intermittenti a raggiungimento di valori an-
terra generati dalla rapida successione di inneschi e spegnimenti cor- che dell’ordine di 4 volte la
rispondenti all’annullarsi periodico della corrente11. tensione di esercizio.

1.1.2.8. Sovratensioni di manovra


Manovre come l’apertura di un interruttore sotto carico generano
archi elettrici tra i contatti e complessi fenomeni transitori. In si-
stemi elettrici con elevata capacità verso terra (alta ed altissima
tensione), i fenomeni di carica e scarica tra induttanze e capacità
di linea conducono alla formazione di sovratensioni oscillatorie
smorzate che possono raggiungere un valore pari a 3-4 volte la
tensione nominale.

Come noto la manovra di un interruttore sotto carico (ad esempio aper-


tura) ed il conseguente annullamento della corrente risulta accompa-
gnata dalla formazione di un arco elettrico tra i contatti dell'interruttore
e di complessi fenomeni transitori legati agli scambi energetici tra le

14
capitolo 6. capitolo 1.

diverse parti dell'impianto. 11.


La protezione di sostegno è
Soprattutto nel caso di impianti e sistemi elettrici per i quali risultano una tecnica progettuale, ma
rilevanti gli effetti capacitivi verso terra (come ad esempio quelli ad il coordinamento necessario
può essere verificato solo
alta od altissima tensione), i fenomeni di carica e scarica degli stessi con prove sperimentali di la-
attraverso gli induttori equivalenti di linea conducono alla formazione boratorio e quindi per la pra-
di sovratensioni con componenti oscillatorie smorzate che possono tica è necessario avvalersi
dei risultati di tali esperienze
nei casi più critici essere pari al 300-400% della tensione di esercizio. condotte dai costruttori degli
apparecchi medesimi conte-
nute in apposite tabelle rife-
riti agli specifici prodotti.

Figura 7 – Sovratensioni di carattere oscillatorio.

In generale l’ampiezza della sollecitazione dipende da vari fattori tra


i quali il tipo di interruttore, la velocità di separazione dei contatti, la
natura (capacitiva o induttiva) e l’intensità della corrente interrotta
così come l’istante di interruzione, ma normalmente l’effetto di in-
nalzamento della tensione è contenuto nel 120-130% della tensione
massima di esercizio.
Sovratensioni di manovra di carattere impulsivo si manifestano inve-
ce nel caso di chiusura di un interruttore su di un carico capacitivo,
come ad esempio una linea a vuoto. 12.
Hanno origine in queste circostanze onde di tensione e di corrente La forma d’onda risulta simi-
le a quella già descritta nel
che si propagano e si riflettono tra il terminale di arrivo della linea e paragrafo relativo alle sovra-
quello alimentato a causa degli scambi energetici tra induttanze e tensioni esterne impulsive,
capacità12. Il fenomeno non risulta di norma importante dato che i ma tipicamente sia il tempo
di salita che quello all’emi-
valori raggiunti dalla tensione sono pari a poco più del doppio della valore risultano notevol-
tensione impressa al sistema. mente maggiori, ad esempio
dell’ordine di qualche decina
La forma d’onda normalizzata per la rappresentazione di un’onda di microsecondi il primo e di
impulsiva di tale tipo, detta appunto impulso di manovra, è caratteriz- qualche migliaio di microse-
zata da un tempo di salita pari a 250 μs e da un tempo all’emivalore condi il secondo.

15
1. Protezione contro le sovratensioni

pari a 2500 μs (sinteticamente indicata come onda 250-2500).


Un’altra condizione pericolosa che si può verificare in seguito a ma-
novre è quella legata all’apertura o alla chiusura non contempora-
nea dei poli di un interruttore.
Se infatti il circuito è caratterizzato da elevate capacità equivalenti
verso terra (capacità parassite o di rifasamento con neutro a terra)
e da un carico induttivo in occasione di fenomeni di risonanza alla
frequenza di rete o a frequenze armoniche generate da carichi non
lineari si possono manifestare elevate sovratensioni ai poli dell’in-
terruttore, verso terra o massa e ai capi delle capacità o del carico.

1.2. Metodi di protezione


Il coordinamento dell’isolamento e la scelta dei limitatori di sovraten-
sione relativi alla tensione di esercizio della rete sono i metodi per la
protezione dei componenti di un impianto elettrico o di un apparec-
chio utilizzatore in media e bassa tensione.

1.2.1. Coordinamento dell’isolamento


Il coordinamento dell’isolamento consiste nella scelta del livello di
isolamento (tensione massima, tensione nominale di tenuta a fre-
quenza industriale di breve durata, tensione nominale di tenuta ad
impulso atmosferico) di ciascun componente dell’impianto elettrico.

Per coordinamento dell’isolamento si intende il complesso delle azioni


volte a ridurre a livello accettabile le probabilità che nell’esercizio di
una rete elettrica le sollecitazioni dielettriche (sovratensione) provochi-
no danni all’isolamento dei componenti e compromettano la continuità
del sevizio.
Si tratta di un problema di carattere tecnico-economico che viene risolto
in funzione della tensione di esercizio e alle sovratensioni che si posso-
no manifestare sul sistema e delle caratteristiche delle apparecchiature
di protezione disponibili, scegliendo, opportunamente, parametri della
tenuta dielettrica degli isolamenti dei vari componenti di impianto.
Anche se la filosofia alla base del coordinamento dell’isolamento può,
in linea di principio, essere generalizzata e quindi risultare indipendente
dai livelli di tensione dei sistemi, dal punto di vista pratico il coordina-
mento viene realizzato per impianti MT e AT; in questo capitolo ci si
concentrerà, sugli impianti MT con tensione nominale inferiore a 52 kV.
Il coordinamento dell’isolamento deve essere conforme a quanto pre-
scritto nelle Norme CEI 28-5 (CEI EN 60071-1, IEC 71-1) e CEI 28-4
(CEI EN 60071-2, IEC 71-2).
La scelta deve essere effettuata per garantire l’affidabilità durante

16
capitolo 6. capitolo 1.

l’esercizio, tenendo conto del modo di messa a terra del neutro dell’im- 13.
pianto nonché delle caratteristiche e dell’ubicazione dei dispositivi limi- La Norma CEI 28-5 (IEC 71-
1) distingue due categorie di
tatori della sovratensione previsti, quindi in sostanza, delle massime sistemi e precisamente:
sovratensioni previste per l’impianto elettrico in esame. a) sistemi la cui tensione
Il livello di isolamento deve essere scelto in conformità alla tensione più elevata per i compo-
nenti è maggiore di 1 kV
massima Um stabilita per il componente elettrico. e non superiore a 300 kV;
Nelle fasce di tensione di interesse13 (1 kV < Um < 52 kV) la scelta del b) sistemi la cui tensione
più elevata per i compo-
livello di isolamento è basata sulle tensioni di tenuta ad impulso atmo- nenti è uguale o maggiore
sferico e sulle tensioni di tenuta a frequenza industriale di breve durata di 300 kV.
secondo i valori contenuti nella tabella seguente.
Tabella 3 – Livelli di isolamento e distanze minime d’isolamento in aria,
fascia di tensione A (1° kV°<°Um°<°52°kV).

Fascia Tensione nomi- Tensione Tensione Tensione Distanze Distanze


di ten- nale del sistema massima nominale nominale di minime tra minime
sione di tenuta a tenuta ad fase e ter- tra fase
per il com- frequenza impulso at- ra e fase e e terra
ponente industriale mosferico fase e fase e
Un di breve du- fase (N)
Um rata 1,2/50 µs (N)
(valore efficace) Impianti
(valore efficace) (valore efficace) (valore di picco) Impianti all’esterno
mm
kV kV all’interno
kV kV
mm
A 3 3,6 10 20 60 120

40 60 120
6 7,2 20 40 60 120
60 90 120
10 12 28 60 90 150
75 120 150
15 1)
17,5 38 75 120 160
95 160 160

20 24 50 95 160
125 220
30 2)
36 70 145 270
170 320
36 41,5 80 170 320
200 360
1)
Queste tensioni nominali del sistema non dovrebbero essere utilizzate.
Si consiglia di non usarle per la costruzione di nuovi impianti.
2)
Questo livello di tensione non è compreso nella Norma CEI 28-5 (CEI EN 60071-1).

Negli impianti in cui la configurazione della rete, il modo di messa a ter-


ra del neutro adottato o la protezione mediante scaricatori consentono
di diminuire il livello di isolamento, sono sufficienti i livelli alternativi più

17
1. Protezione contro le sovratensioni

1.3.1. Fusibili

bassi indicati nella Tabella 314 . 14.


Le minime distanze in aria
Per contro negli impianti, in cui si richiede un alto livello di sicurezza indicate nella Tabella 3 val-
o nei quali la configurazione del sistema, il modo di messa a terra del gono per altitudine fino a
1000 m s.l.m.. Per altitudini
neutro adottato o la protezione mediante scaricatori non consentono superiori si deve far riferi-
di diminuire il livello di isolamento, si deve scegliere uno dei livelli mento a specifiche prescri-
alternativi più alti indicati nella Tabella 3. zioni aggiuntive.

La capacità di sopportare le tensioni di prova corrispondenti al livello


d’isolamento scelto deve essere assicurata per ogni componente dal
superamento delle prove di isolamento previste dalla Norma CEI 42-
11 (CEI EN 60060-2).

1.2.2. Coordinamento dell’isolamento sulle reti a media tensione

I criteri che condizionano principalmente il coordinamento


dell’isolamento sulle reti MT sono:
– isolamento dei componenti meno costoso rispetto all’alta
tensione;
– costo dei mezzi di protezione dei componenti notevolmen
te più alto;
– i guasti permanenti nelle cabine MT/BT alimentate con
schema radiale provocano solitamente problemi alla conti
nuità del servizio;
– le scariche atmosferiche (dirette e indirette) che provoca
no guasti transitori sono almeno un ordine di grandezza
più grandi rispetto alle reti ad AT.
Inoltre, l’incidenza delle scariche per fulminazione indiretta
è molto più elevata di quella relativa alle reti ad alta tensione.

Il coordinamento e il dimensionamento degli isolamenti nel campo


delle medie tensioni e delle reti di distribuzione pubblica in partico-
lare, devono essere anch’essi attuati secondo i criteri precedente-
mente esposti. Essi sono condizionati dai seguenti fattori tecnico-
economici:
- l’incidenza relativa del costo dell’isolamento dei componenti
del sistema è notevolmente più basso rispetto a quello dell’alta
tensione;
- l’incidenza relativa del costo dei mezzi di protezione contro le
sovratensioni rispetto ai componenti protetti è notevolmente

18
capitolo 6. capitolo 1.

più alto;
- un guasto permanente sui trasformatori o sulle apparecchia
ture delle cabine MT/BT, normalmente alimentate secondo
uno schema radiale e dove non esiste riserva, si ripercuote
direttamente sulla continuità del servizio;
- che il numero dei guasti transitori sulle linee a media tensione
(guasti che possono essere eliminati con la chiusura rapida)
è di 10÷15 volte più elevato di quello relativo alle reti ad alta
tensione e si aggira sui 70÷120 guasti per 100 km e per anno.
Tale dato può costituire un indice della frequenza delle scariche
atmosferiche (dirette o indirette) che provocano disservizi al
sistema.
Di notevole importanza, ai fini del coordinamento dell’isolamento, è
il modo con il quale viene esercito il neutro.
Per i componenti destinati alle reti a media tensione dell’Enel i livelli
di isolamento unificati sono quelli riportati nella Tabella 4.

Tabella 4 – Livelli di isolamento per le reti MT unificati dall’Enel.

Um Livelli di isolamento
a frequenza in- a impulso atmo-
dustriale sferico

(kV) (kVc)
(KV)
12 28 75

17,5 38 95

24 50 125

La tecnica europea ha previsto per lungo tempo in larga misura il


funzionamento con neutro isolato, recentemente in Italia si è avviato
un processo di transizione.
Per le sovratensioni di origine atmosferica, dovute a fulminazioni
dirette dei conduttori o dei sostegni e a fulminazione indirette sul
terreno nelle vicinanze delle linee l’incidenza delle scariche per ful-
minazione indiretta è molto più elevata di quella relativa alle reti ad
alta tensione.
A questo proposito si possono fornire le indicazioni seguenti:
- le fulminazioni dirette provocano sempre la scarica verso massa
e coinvolgono prevalentemente i tre conduttori di linea. In zone pianeg-
gianti si verificano da 7 a 15 fulminazioni per 100 km/ anno;

19
1. Protezione contro le sovratensioni

- le fulminazioni indirette provocano scariche monofasi o polifasi


molto più frequenti delle precedenti (anche 10 volte quelle rela
tive alle fulminazioni dirette).
Per sovratensioni fino a 100÷120 kV si hanno, in genere solo
scariche monofasi;
- la ripidità dei fronti d’onda può essere molto elevata, specie
nel caso di fulminazioni dirette .
Le sovratensioni sostenute fase/terra dovute a guasti monofasi a terra
non superano 1,8 p.u..
Nelle Tabella 5 e Tabella 6 sono riportate rispettivamente le caratteristiche
degli scaricatori a carburo di silicio e ad ossido di zinco, unificati dall’Enel.
Per quanto riguarda gli spinterometri, le distanze spinterometriche da
assumere sono di 30, 40 e 55 mm, rispettivamente per le tensioni no-
minali di 10, 15 e 20 kV.

Tabella 5 – Caratteristiche nominali degli scaricatori a carburo di silicio


unificati Enel.

− corrente nominale di scarica (kA) 5 10

− tensione nominale (kV) 12 18 24 12 18 24

− tensione di sicuro innesco ad impulso


1,2/50 µs e massima tensione residua alla
corrente nominale (kV)

− massima tensione di innesco sul fronte 43 65 87 43 65 87


dell’impulso (kV)

− ripidità del fronte dell’impulso (kV/µs)


50 75 100 50 75 100
− tipo di esercizio
100 150 200 100 150 200
− valore di cresta della corrente per la prova
leggero leggero
di tenuta ad impulsi di forte corrente (kA)

− valore di cresta della corrente per la prova


di tenuta ad impulsi di lunga durata (A) 65 100
− durata di cresta dell’impulso rettangolare (µs)

− classe relativa alla prova di sicurezza con- 75 150


tro le esplosioni
1000 2000

D B

20
capitolo 6. capitolo 1.

Tabella 6 – Caratteristiche nominali degli scaricatori ad ossido di zinco 15.


unificati Enel. Sembra ragionevole poter
assumere come valore di
riferimento i 300÷500 kV/
− corrente nominale di scarica (kA) 5 10 μs.

− tensione di servizio continuo (kV) 10 15 20 10 15 20

− tensione nominale (kV) 12 18 24 12 18 24

− massima tensione residua alla corrente


nominale di scarica (kV)
43 65 87 43 65 87
− massima tensione residua con onda di
corrente a fronte ripido (1 µs)

− valore di cresta della corrente per la prova 50 75 100 50 75 100


di tenuta ad impulsi di forte corrente (kA)

− valore di cresta della corrente per la pro-


65 100
va di tenuta ad impulsi di lunga durata (A)

− durata di cresta dell’impulso rettangolare (µs)


75 150
− valore efficace della corrente elevata per la
prova di sicurezza contro le esplosioni (kA) 1000 2000

16 20

1.2.3. Limitatori di sovratensioni MT

Livello di protezione adeguato, interventi che non pregiudicano


la continuità del servizio e capacità di sopportazione delle sol-
lecitazioni sono le caratteristiche principali che un limitatore di
sovratensione MT dovrebbe sempre soddisfare.

L’apparecchio ideale per la protezione dalle sovratensioni dovrebbe


soddisfare i seguenti requisiti:
- livello di protezione coincidente con la tensione di esercizio
fase-terra del sistema in cui è installato;
- interventi tali da non produrre nel sistema perturbazioni che
possono pregiudicare la continuità del servizio o sollecitazioni
anomale sui componenti di rete;
- capacità di sopportare le sollecitazioni di tipo energetico asso-
ciata alle sovratensioni, senza danni o alterazioni delle sue caratteristi-
che funzionali.

21
1. Protezione contro le sovratensioni

In realtà questi requisiti non sono totalmente soddisfatti anche dalle


apparecchiature di protezione più perfezionate attualmente esistenti.

1.2.4. Criteri di scelta delle caratteristiche nominali di alcuni limitatori di


sovratensione
I principali limitatori di sovratensione sono:
– scaricatori a resistenza non lineare con spinterometri
– scaricatori ad ossido di zinco

1.2.4.1. Scaricatori a resistenza non lineare con spinterometri

In uno scaricatore a carburo di silicio con spinterometro è possi-


bile determinare:
– la tensione nominale dello scaricatore (Ur);
– la corrente nominale di scarica.
La prima è determinabile attraverso il fattore di guasto a terra (ke)
e la tensione massima del sistema (Um), la seconda può valere 10
o 5 kAc in base all’importanza del componente da proteggere.

Per gli scaricatori a carburo di silicio con spinterometro, la scelta del-


la tensione nominale viene fatta in base alla relazione:

Essendo Ur la tensione nominale dello scaricatore, ke il fattore di


guasto a terra e Um la tensione massima del sistema.
Con questa scelta e in base alle tabelle fornite dai costruttori o a
quelle ricavate dalle norme sugli scaricatori risultano definiti i valori
delle tensioni di innesco e della tensione residua .
La Tabella 7 riporta le caratteristiche minime imposte dalle Norme
IEC per gli scaricatori destinati a reti a media ed alta tensione.
Una ulteriore scelta riguarda la corrente nominale di scarica che può
essere di 10 kAc o di 5 kAc.
La scelta tra le due alternative è fatta in base all’importanza del com-
ponente da proteggere ed alle conseguenze di eventuali guasti.

Tabella 7 - Scaricatori di tipo convenzionale per sistemi con Um < 300 kV.

22
capitolo 6. capitolo 1.

Tensione Minima tensio- Ripidità del Tensione d’innesco Tensione


nominale ne d’innesco a fronte residua
f.i. ad impulso
forma 1,2/50 sul fronte
µs
(kV) (kV) (kVc/µs) (kVc) (kVc)
(kVc)
9 13,5 75 32,5 38 32,5

10,5 15,75 87 38 44 38

12 18 100 43 50 43

15 22,5 125 54 62 54
18 27 150 65 75 65

21 31,5 175 76 88 76

24 36 200 87 100 87

27 40,5 225 97 112 97


30 45 250 103 125 108

33 49,5 275 119 137 119

36 54 300 130 150 130

39 58,5 325 141 162 141


108 162 870 363 418 363

120 180 940 400 463 400

126 189 980 420 485 420

138 207 1030 460 530 460


150 225 1080 500 577 500

174 261 1160 570 660 570

185 279 1180 610 702 610

193 297 1200 649 746 649

1.2.4.2. Scaricatori ad ossido di zinco

23
1. Protezione contro le sovratensioni

In uno scaricatore ad ossido di zinco, la sovratensione sostenuta


(Uss) è praticamente equivalente alla Ur degli scaricatori a car-
buro di silicio. Si devono quindi considerare altre sovratensioni
come le risonanze, i distacchi di carico e l’apertura non simulta-
nea di poli di interruttori. Si passa allora alla scelta della tensione
di servizio continuo (Uc).

Per la scelta delle caratteristiche di questi scaricatori conviene se-


guire il processo logico indicato in Figura 8.

Figura 8 - Criteri per definire le caratteristiche degli scaricatori ad


ossido di zinco.

24
capitolo 6. capitolo 1.

La sovratensione sostenuta che interessa ai fini della scelta dello sca- 17.
ricatore è quella relativa al guasto monofase a terra. La sua ampiezza Si noti che Uss è pratica-
mente equivalente alla Ur
risulta pari a: degli scaricatori a carburo
di silicio.

in cui Um è la massima tensione di sistema, ke il fattore di guasto a ter-


ra, determinato dalle condizioni di messa a terra del neutro. Per sistemi
con neutro francamente isolato ke = 1,73.
La durata della sovratensione sostenuta17 è funzione del tempo di per-
manenza del guasto e quindi dell’intervento delle protezioni.
Si devono quindi considerare altre sovratensioni sostenute come quel-
le che si possono verificare in alcune situazioni particolari di funziona-
mento della rete, quali per esempio le risonanze, i distacchi di carico e
l’apertura non simultanea di poli di interruttori.
Si passa allora alla scelta della tensione di servizio continuo il cui valo-
re minimo è dato da:

dove ks è un coefficiente intorno a 1,2.


Si deve infine scegliere la classe della prova di tenuta agli impulsi di
lunga durata dello scaricatore.
Questa grandezza rende ragione dell’attitudine dello scaricatore ad as-
sorbire l’energia associata alle sovratensioni di manovra ed atmosferi- 18.
In particolare, ad ogni clas-
che. L’entità di tale energia viene valutata sulla base degli studi sul co- se viene associato un valore
ordinamento dell’isolamento, che consentono di individuare la classe di minimo di energia specifica
(kJ/kV) riferita alla tensione
scaricatore adatta a sopportare tali sollecitazioni18. nominale.
Il procedimento viene completato con la verifica dei livelli di protezio-
ne. I livelli di protezione dello scaricatore, ricavati dai cataloghi del co-
struttore devono essere necessariamente inferiori al valore del livello
di isolamento.
Alla luce di quanto esposto, la scelta degli scaricatori per una specifica
applicazione è il risultato di un compromesso tra i livelli di protezione e
l’attitudine dei componenti da proteggere e sopportare sovratensioni di
manovra ed atmosferiche.
Nella Tabella 8 sono riportate le caratteristiche tipiche di scaricatori del
tipo in oggetto per reti ad alta e media tensione.

Tabella 8 – Scaricatori ad ossido di zinco per sistemi con Um < 300 kV.

25
1. Protezione contro le sovratensioni

Tensione no- Tensione ser- Tensione residua con correnti


minale vizio continuo
di forma 8/20µs
(kV) (kV) 5 kA 10 kA
6,0 5,0 15,0 16,1

7,5 6,1 18,0 19,3

8,5 6,9 20,4 21,8

9,0 7,6 22,5 24,0

10 8,4 24,9 26,7

12 10,1 29,9 32,0

15 12,7 37,3 39,9

18 15,2 44,7 47,8

21 17,1 50,2 53,6

24 19,5 57,2 61,2

27 21,9 64,3 68,6

30 24,4 71,5 76,4

36 29,3 85,9 91,7


108 87,5 230 245

120 97,2 255 272

132 105 281 299

144 110 307 327

168 119 357 380

172 139 365 389

180 146 383 408

192 152 410 436

228 164 486 517

240 171 509 542

26
capitolo 6. capitolo 1.

1.2.5. Protezione dalle sovratensioni negli impianti BT

La protezione dalle sovratensioni negli impianti BT si realizza in-


stallando limitatori di sovratensione. I limitatori di sovratensione
(SPD) hanno lo scopo di evitare il danneggiamento di circuiti cau-
sati principalmente da sovratensioni di origine esterna (fulmina-
zioni), più gravose e più frequenti di quelle di origine interna negli
impianti BT.

19.
Le prescrizioni della Norma
Le sovratensioni negli impianti BT possono essere prodotte da un
19
CEI 64-8 riguarda la pro-
fulmine oppure da cause interne agli impianti stessi, quali ad esem- tezione dalle sovratensioni
pio la manovra di un interruttore, così come visto in precedenza. in generale, e quindi non
solo dalle sovratensioni da
Le sovratensioni dovute al fulmine sono, in genere, molto più gravo- fulminazione indiretta tra-
se e più frequenti di quelle di origine interna e quindi principalmente smesse dalle linee elettriche
di alimentazione, ma anche
la protezione negli impianti BT si concentra sulla protezione dalle quelli di origine interna al si-
sovratensioni di origine esterna, anche se il termine gravoso deve stema elettrico, generate, ad
essere inteso in senso relativo, connesso cioè alla sensibilità di cia- esempio, da sovratensioni di
manovra.
scun componente.
La protezione dalle sovratensioni negli impianti BT si realizza in pra-
tica installando limitatori di sovratensione.
I limitatori di sovratensione (SPD) hanno lo scopo di evitare il dan-
neggiamento di circuiti e di apparati causati da sovratensioni di origi-
ne esterna (fulminazioni) e di origine interna (manovre o interventi di
dispositivi di protezione).

Le sovratensioni dovute a fulminazioni sono indubbiamente le più gra-


vose. La scelta dei limitatori di sovratensione nei confronti di queste
sovratensioni può essere effettuata correttamente solo se sono noti:

a) Il livello di isolamento ad impulso degli apparati e dei circuiti


da proteggere;
b) Le sovratensioni e le correnti ad esse associate, nel punto di
installazione dei limitatori di sovratensione;
c) La massima sovratensione temporanea (a 50 Hz) del sistema
elettrico nel punto di installazione dei limitatori di sovratensione;
d) Le caratteristiche dei diversi tipi di limitatori di sovratensione,
in relazione all’attitudine a mantenere le sovratensioni al di
sotto di un livello prefissato e alla capacità di condurre
la corrente di fulmine e quella a frequenza industriale
susseguenti alla sovratensione.

27
1. Protezione contro le sovratensioni

1.2.6. Criteri di scelta dei limitatori

La scelta di un limitatore di tensione va fatta coordinando le mas-


sime sollecitazioni tollerabili dai componenti, con le prestazioni
del dispositivo in termini di limitazione della sollecitazione stes-
sa. I principali parametri da considerare sono la tenuta all’impul-
so dell’isolamento e la compatibilità elettromagnetica.
Per la protezione delle apparecchiature dalle sovratensioni tra-
smesse è necessario distinguere i circuiti in:
– circuiti di potenza;
– circuiti di segnale.

La scelta di un limitatore di tensione va fatta secondo il principio


comune a tutti i dispositivi di protezione cioè quello di coordinare le
massime sollecitazioni tollerabili dai componenti che devono essere
salvaguardati, con le prestazioni del dispositivo in termini di limitazio-
ne della sollecitazione stessa.
I parametri che esprimono le massime sollecitazioni tollerabili dai
componenti di un impianto elettrico o da un apparecchio utilizzatore
sono la tenuta all'impulso dell'isolamento ed eventuali requisiti di im-
munità rispetto a disturbi condotti secondo normative specifiche o,
più in generale, di compatibilità elettromagnetica.

Tabella 9 – Valori orientativi delle tensioni di tenuta ad impulso


dell’isolamento per alcuni componenti dei sistemi di I categoria.
Linee 8 - 15 kV
Apparecchi utilizzatori 3 - 8 kV
Apparecchi elettronici 1 - 1,5 kV

In quest'ottica per determinare le caratteristiche di un limitatore di ten-


sione si devono considerare:
- la tensione di innesco, che deve essere inferiore alla tensione
di tenuta ad impulso delle apparecchiature da proteggere;
- la tensione residua, che deve essere inferiore alla tensione di
tenuta permanente, ma superiore alla tensione massima del
circuito per evitare lo stabilirsi di una corrente di scarica anche
al termine della sovratensione;
- il potere di scarica, che deve essere adeguato alla forma d’onda
ed all'entità dell'evento da cui ci si vuole proteggere. In particolare per
il caso di fulminazioni indirette le forme d'onda normalizzate 4/10 μs

28
capitolo 6. capitolo 1.

e 8/20 μs usate per la definizione del potere di scarica dei limitatori


sono proprio quelle che, statisticamente, più si avvicinano alle forme
d'onda tipiche delle sovratensioni indotte.
Nel caso di fulminazioni dirette della linea di alimentazione i limitatori
di sovratensione devono essere provati con una corrente di forma
d’onda 10/350 μs che è quella tipica di fulmine (10/350 μs) assunta
dalla normativa internazionale20. 20.
Le correnti più elevate che
possono interessare un li-
La protezione dalle sovratensioni si realizza generalmente agendo mitatore di sovratensione,
sono, infatti, quelle dovute
su due livelli: un primo livello che riguarda i circuiti di potenza, nel alla fulminazione diretta del-
quale il limitatore ha il compito di limitare, nel minor tempo possibi- la linea stessa.
le, le sovratensioni di maggiore intensità a valori non pericolosi per
questi circuiti, ad esempio 1-2 kV; un secondo livello che riguarda
la protezione dei circuiti che alimentano le apparecchiature elettro-
niche, per i quali i limitatori devono ulteriormente ridurre l’entità del
fenomeno a valori compresi tra i 500 e 700 V.

É consigliabile installare limitatori con un elevato potere di scarica


all’inizio dell’impianto, il più vicino possibile al pozzetto di terra, so-
prattutto in presenza di strutture alimentate da linee aeree.

I limitatori di sovratensione per la protezione delle utenze più sensi-


bili devono essere collegati nelle immediate vicinanze delle stesse.
Per la protezione delle apparecchiature dalle sovratensioni trasmes-
se dai circuiti di potenza sono generalmente impiegati:
a) scaricatori
- all’arrivo delle linee
- nei circuiti interni alla struttura
b) varistori
- all’arrivo delle linee, se la linea è in cavo schermato o
se la struttura è autoprotetta dalle fulminazioni dirette
- nei circuiti interni alla struttura
Nel caso di apparecchiature particolarmente sensibili la protezione
fornita dai limitatori va integrata con l’adozione di filtri o con separa-
zione galvanica.
Per la protezione contro le sovratensioni trasmesse dai circuiti di
segnale possono essere invece usati:
a) scaricatori in gas
- all’arrivo delle linee nella struttura
- nei circuiti interni alla struttura
b) varistori e limitatori elettronici
- nei circuiti interni alla struttura

29
1. Protezione contro le sovratensioni

É infine opportuno considerare che la sovratensione che sollecita


un’apparecchiatura protetta con limitatori di tensione non è mai uguale
alla sola tensione residua, perché ad essa si aggiunge la caduta di
tensione induttiva che la corrente di scarica provoca sui conduttori di
collegamento del limitatore e poiché la corrente di scarica ha un fronte
d’onda molto ripido, specialmente nel caso di spinterometri, la caduta
di tensione sui conduttori di collegamento può raggiungere valori ele-
vati (~100-150V/m) tali da compromettere anche l’efficacia della pro-
tezione stessa.
La corrente di scarica del limitatore crea, inoltre, forti campi magnetici
in prossimità del limitatore stesso e dei suoi collegamenti che possono
disturbare i circuiti più sensibili. Il limitatore dovrebbe essere racchiuso
entro uno scomparto schermato e le sue connessioni essere le più
corte possibili.

1.2.7. Coordinamento dei limitatori

L’installazione dei limitatori può creare dei problemi di coordinamen-


to reciproco e nei confronti degli altri dispositivi di protezione contro
le sovracorrenti e le correnti differenziali.
Coordinamento tra limitatori
L’uso di più limitatori con caratteristiche diverse, installati in punti di-
versi di uno stesso impianto implica la necessità di effettuare il coor-
dinamento agendo sulle impedenze, proprie del circuito o aggiunte, 21.
Per facilitare questo compito
fra i vari punti di installazione. Poiché la tensione di innesco del limi- alcuni costruttori producono
tatore deve essere coordinata con la tensione di tenuta dell’apparec- complessi già assemblati e
coordinati.
chiatura da proteggere di solito i limitatori vengono scelti con tensioni
di innesco decrescenti dall’arrivo della linea verso le apparecchiature
più interne21.
Coordinamento limitatori/dispositivi di protezione contro le sovracorrenti
Come già accennato in precedenza, in seguito all’intervento di un li-
mitatore può accadere che cessata la sovratensione la corrente ver-
so terra persista, sostenuta dalla rete, diventando in tutto e per tutto
pari alla corrente di corto circuito verso terra dell’impianto.
É necessario installare, quindi, una protezione specifica contro le
sovracorrenti generalmente fusibili rapidi di piccolo calibro.
L’interruttore magnetotermico o i fusibili devono essere installati im-
mediatamente a monte del limitatore evitando l’inserzione diretta-
mente sul circuito principale per evitare l’inconveniente di creare dis-
servizio ogni volta che il limitatore interviene. Qualora si faccia uso di
fusibili l’intervento deve essere segnalato.
Coordinamento limitatori/interruttori differenziali

30
capitolo 6. capitolo 1.

Nei riguardi della protezione contro le sovratensioni provenienti dalla 22.


linea di alimentazione il limitatore di tensione dovrebbe essere instal- In questo modo si evitano
scatti intempestivi degli in-
lato prima di tutte le apparecchiature da proteggere. L’installazione terruttori differenziali sen-
a monte dell’interruttore differenziale includerebbe quest’ultimo nella sibili alle sovratensioni, li
si protegge dalle sovraten-
protezione del limitatore, ma per contro la porzione d’impianto in cui sioni, ma al prezzo di un
è installato il limitatore risulterebbe non protetta contro i contatti in- impianto di terra più com-
diretti. plesso.

Per garantire una protezione completa sia contro i contatti indiretti


che contro le sovratensioni è possibile agire in due modi.
Il primo consiste nell’associare al limitatore un dispositivo che ne
interrompa il collegamento a terra (fusibile o dispositivo antiscoppio)
in caso di guasto permanente. Il valore della resistenza di terra RT
dell’impianto non deve superare il valore 50/I5S Ώ dove I5S è la corren-
te di intervento del dispositivo entro 5 s22.
L’installazione del limitatore di tensione a valle del differenziale elimi-
na i problemi legati alla protezione contro i contatti indiretti anche nel
caso di cattivo funzionamento del limitatore stesso.
Il differenziale deve però presentare le seguenti caratteristiche:
– essere insensibile alle correnti impulsive al fine di evitare scatti
intempestivi;
– avere una tenuta alle correnti di cortocircuito adeguata, tenuto
conto dell’elevato numero volte in cui tale corrente si
può verificare in seguito all’intervento del limitatore specie
se di tipo spinterometrico.

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