RELAZIONE FINALE
Tirocinante
Gianpiero di Maida
matr.
Relatore
Ch.mo Prof. Luciano Landolfi
Correlatore
Prof.ssa Roberta Rizzo
RELAZIONE FINALE
Tirocinante
Gianpiero di Maida
matr.
Relatore
Ch.mo Prof. Luciano Landolfi
Correlatore
Prof.ssa Roberta Rizzo
PREMESSA ....................................................................
Analisi dei propri bisogni formativi ..........................................................................
PARTE
Articolazione del tirocinio diretto ............................................
PARTE
Tirocinio indiretto ......................................................................
. FORMAZIONE ............................................................................
. Accoglienza, progettazione e informazione ................................................................
. Formazione professionale: funzione docente, legislazione e normativa
scolastica ......................................................................................................................
. Profilo del Liceo Classico e didattica disciplinare .......................................................
.. Storia e Geografia ...................................................................................................................
.. Lingua e letteratura italiana .............................................................................................
.. Lingua e cultura latina .........................................................................................................
.. Lingua e cultura greca ........................................................................................................
.. La valutazione ..........................................................................................................................
.. La multimedialità ...................................................................................................................
.. La riforma Berlinguer .............................................................................................................
.. La riforma Moratti ...................................................................................................................
.. La riforma Gelimini ................................................................................................................
.. Riordino dei licei ......................................................................................................................
.. Obiettivi del liceo classico .................................................................................................
PARTE
Insegnamenti di didattiche disciplinari
e laboratori pedagogico-didattici ............................................
. ATTIVITÀ .................................................................................................
. ESPERIENZA SIGNIFICATIVA ...........................................................................
. Cornelio Gallo primo elegiaco? .......................................................................................
. Attuabilità nella classe e punti di forza del progetto .................................................
CONCLUSIONI .....................................................................
BIBLIOGRAFIA ....................................................................
PREMESSA
Il DM 249/2010 rappresenta il quadro di riferimento per l’attuale normativa in fatto di for-
-
del predetto tirocinio sono dedicate alla maturazione delle necessarie competenze didattiche per
l’integrazione degli alunni con disabilità.
c) insegnamenti di didattiche disciplinari che, anche in un contesto di laboratorio, sono
svolti stabilendo una stretta relazione tra l’approccio disciplinare e l’approccio didattico;
d) laboratori pedagogico-didattici indirizzati alla rielaborazione e al confronto delle prati-
che educative e delle esperienze di tirocinio.»
Il grave ritardo con cui sono cominciati i corsi del TFA per l’anno accademico 2011/2012 –
febbraio 2013 – se è vero che ha compresso gli insegnamenti di scienze dell’educazione (punto
a) e quelli di didattiche disciplinari (punto c), pure non li ha decurtati di ore preziose.
Lo stesso invece non si può dire per il tirocinio diretto e indiretto (punto b).
Risulta infatti ben chiaro dagli articoli citati che la formazione del docente, articolata in
questi quattro settori, veda nella realizzazione di un periodo di tirocinio diretto e indiretto da
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
svolgere presso le istituzioni scolastiche ospitanti sotto la supervisione di docenti tutor, una fase
determinante e costitutiva.
Per questo l’inizio estremamente tardivo del tirocinio è da sottolineare con una nota di rim-
pianto: infatti questo fatto, oltre ad avere ridotto sensibilmente il monte ore in uno dei settori più
importanti e formativi per il tirocinante, ha anche limitato la nostra esperienza a un momento
particolare dell’anno scolastico.
Per ragioni infatti ben comprensibili il mese di maggio rappresenta da sempre a scuola il
-
tamento dei voti del secondo quadrimestre per gli altri. Per non parlare delle terze liceali, che
– proprio nel mese di maggio – vivono le ultime febbrili settimane prima degli esami di Stato.
Ciò detto, vorrei però ribadire che rimane decisiva la possibilità – per chi come me non era
mai entrato in una classe – di avere avuto un contatto diretto con le realtà odierne della scuola:
una possibilità anche più preziosa proprio perché così breve.
l’Università degli Studi di Palermo. Già da un anno lavoravo come editor e correttore di bozze
presso una casa editrice, lavoro che ho svolto sino ai primi mesi del 2008. Seguendo poi il corso
-
cheologia presso La Sapienza – Università di Roma, conseguendo il titolo nel luglio del 2011.
Da allora ho lavorato con regolarità in Germania come archeologo, curando allo stesso tempo
la preparazione per le prove di accesso al TFA.
anche EDCL).
Nonostante i molti interessi e gli impegni legati alle molteplici attività svolte, l’insegna-
universitari infatti ho mostrato un grande interesse nei confronti della didattica e della trasmis-
sione dei contenuti. Le mie particolari esperienze lavorative, i miei studi, le mie conoscenze
linguistiche possono – credo – rappresentare un portato davvero unico, vista la loro divergenza
dalle formazioni più canoniche.
Non avendo maturato nessuna esperienza di insegnamento, il tirocinio mi ha permesso di
acquisire tutte le competenze previste dal DM 249/2010 art. 2 comma 1.
PARTE
Articolazione del tirocinio diretto
In base al piano di tirocinio diretto, elaborato dalla tutor coordinatrice prof.ssa Roberta Riz-
zo, le ore da svolgere erano 128, corrispondenti a 16 CFU. Il tirocinio è stato articolato in tre
fasi:
1. fase di accoglienza, presentazione e inserimento a scuola e nelle classi
. Fase di accoglienza
Il mio tirocinio diretto si è svolto presso il Liceo classico statale “Umberto I”. L’Istituto, ol-
tre alla sede centrale di via Filippo Parlatore 26/c, ha una succursale in viale Regione Siciliana
1751. L’ubicazione del Liceo all’interno del tessuto urbano si rispecchia in un milieu studente-
sco molto eterogeneo sia per l’aspetto socio-economico che per quello culturale, come del resto
I tutor che mi sono stati assegnati sono la prof. Ada Magno (tutor prevalente, Lingua e lette-
ratura italiana, lingua e cultura latina in IV A; lingua e cultura latina in IV E e I A) e la prof.
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
Una volta presentati ai rispettivi tutor, siamo stati accolti nelle diverse classi.
Le ore di tirocinio da me effettivamente svolte sono state 128 e non ho fatto registrare nes-
suna assenza.
. Fase osservativa
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
classe; assenze, programma svolto, valutazioni per quello che riguarda il registro personale); e
inoltre abbiamo trascorso alcune ore a sfogliare il registro delle circolari, vero e proprio diario
della vita d’istituto.
Durante questa fase, però, l’attività principale da me svolta è stata quella di osservazione
delle strategie di insegnamento dei miei docenti tutor. Dopo avere ricevuto una breve introdu-
zione sulla situazione delle classi e un riassunto del programma di lavoro per l’ultimo mese, ho
potuto assistere alla messa in pratica di strategie didattiche e di intervento educativo, di metodi
Gli elementi più importanti emersi dalla fase di osservazione sono la chiarezza e la stabili-
tà come perni del rapporto tra docente e discenti: dalle assegnazioni dei compiti per casa alle
chiare e principi stabili nel tempo e validi per tutto. Questo garantisce al massimo grado anche
l’oggettività della valutazione.
Che serva a solo titolo d’esempio, questo è l’ordine (chiaro e valido per tutti, durante tutto
l’anno), richiesto per l’analisi dei testi latini, nelle classi sia ginnasiali che liceali:
1. lettura
2. analisi logica (facendo massima attenzione a non confondere le funzioni logiche con quel-
le grammaticali)
3. analisi grammaticale
4. traduzione
5. domande sulla morfologia e la sintassi (declinazioni di sostantivi e aggettivi, di prima,
seconda e terza declinazione, di prima e seconda classe; coniugazioni verbali).
Il livello – normativo quasi – di questa procedura è tale che gli stessi alunni, quando si ren-
dono conto di avere commesso qualche inversione o vero e proprio errore nella sequenza si
correggono da soli, innescando così un circolo virtuoso (di autocorrezione).
Il docente inoltre controlla che i quaderni e i libri siano in ordine e compilati secondo precise
assegnazioni: nel quaderno si segnano tutti i paradigmi incontrati e sul libro si sottolineano –
secondo una legenda riportata a piè di pagina – con colori differenti i diversi elementi logici del
periodo, rafforzando così ancora una volta la fondamentale distinzione tra piano logico e piano
grammaticale.
Si prende inoltre spunto dall’analisi dei passi scelti per anticipare argomenti e temi solita-
mente affrontati nelle quinte ginnasiali: in questo modo gli alunni si abituano a seguire spiega-
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
peto e quaero).
Sono queste tutte attività profondamente importanti in tutte le classi, ma particolarmente al
primo anno: l’impatto del passaggio dai contenuti e dai metodi di studio delle scuole medie a
quelli del ginnasio è spesso traumatico per gli alunni, segnando oggettivamente un’impennata
nell’impegno richiesto; fornire in questa delicatissima fase indicazioni chiare, procedure stabili
abilità:
~ analizzare contenuti e obiettivi delle discipline della classe di concorso
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
proprio agire gli alunni, da considerare soggetti attivi della loro forma-
zione culturale;
~ favorire negli alunni la crescita integrale della persona nella dimensio-
ne intellettiva, affettiva e relazionale, nella consapevolezza che l’inse-
gnante svolge un ruolo determinante nel loro percorso formativo;
~ far maturare negli alunni una coscienza storica attraverso una cultura
ispirata alla tradizione classica e nello stesso tempo aperta alle innova-
. Fase operativa
Durante il mese di attività diretta all’interno delle classi, ci sono state – grazie all’interesse e
alla disponibilità del tutor – molteplici occasioni di intervento diretto:
La prima esperienza è stata la spiegazione ai ragazzi della I A di un argomento contenuto nel
programma di Lingua e cultura latina del primo anno del liceo, Lucilio e la satira.
e per di più durante l’ultima ora (la quinta) di una giornata in cui i ragazzi hanno avuto anche
la versione di latino durante le prime due ore. Il mio tentativo per attenuare questa naturale
tendenza alla distrazione (ma si tratta anche di una strategia volutamente ricercata) è quello di
richiedere il loro intervento con domande e collegamenti tra le discipline, facendo anche riferi-
menti a elementi che possano risultare loro più familiari (con esempi tratti dalla loro quotidia-
nità), tentando così oltre che di tenere desta la loro attenzione anche di stimolare un pensiero
critico e autonomo.
La docente mi aveva preventivamente fornito una copia del primo volume della letteratura
latina adottata nella classe, e da questa base sono partito per costruire la mia esposizione del
tema. In molti intervengono attivamente alla lezione partecipata; spesso però alcuni gruppetti,
pur intervenendo su argomenti inerenti alla lezione, tendono a isolarsi parlando tra di loro, au-
mentando così la confusione e il brusio. Sono per questo necessari frequenti richiami all’ordine
e vengono anche impartite delle regole di base per gestire il dialogo e gli interventi (come il
basilare accordo sull’alzare la mano per chiedere la parola).
-
tivi e interessanti: dopo un breve consulto, i voti espressi vengono trascritti sul registro.
Per le due settimane successive (infatti le uniche ore che io svolgo in questa classe sono
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
sorveglianza della docente tutor): nella prima occasione si presentano due volontarie, cui provo
a fare delle domande che mirino a creare dei collegamenti tra i contenuti che avevamo eviden-
ziato come importanti durante la lezione/spiegazione, piuttosto che chiedere una ripetizione
meccanica di quanto già emerso dal dialogo o espresso dal docente. Per entrambe le studentesse
propongo poi una valutazione che viene leggermente corretta (al rialzo) dal docente e trascritta.
La settimana ancora successiva, la mia docente tutor mi chiede di interrogare una alunna che
-
tero programma svolto durante l’anno (dalle forme preletterarie a Lucilio). Si parla di Carmen
Saliare, Plauto e Lucilio. La valutazione viene corretta dal docente (ancora al rialzo: da 5½ a 6)
e trascritta sul registro.
Nel complesso, l’esperienza è stata per me molto positiva e – mi è parso – anche per la
classe: la spiegazione è stata recepita con chiarezza e tutti gli studenti interrogati sono stati in
contenuti base.
Sulle valutazioni da me espresse e proposte al docente tutor, ho evidenziato una certa di-
di capire il perché di questa discrepanza. La mia docente tutor mi ha molto aiutato, con la sua
esperienza, ad arricchire il giudizio ponendo attenzione ad alcuni aspetti che io avevo sottova-
La seconda lezione che ho svolto, su richiesta della docente tutor, è stata la spiegazione della
era assente. Per questo motivo, tramite il rappresentante di classe, è pervenuta alla docente la
richiesta di rispiegare l’argomento.
Come notato durante la fase osservativa, il punto di partenza per le spiegazioni di gram-
matica latina è sempre l’italiano: così anche in questo caso, ho proceduto – per differentiam
-
la comprensione della consecutio temporum, e dei rapporti di anteriorità, contemporaneità e
posteriorità, così severamente rispettati dalla lingua latina. Si forniscono numerosi esempi, si
correggono con gli alunni che erano presenti anche alla lezione precedente le frase dall’italiano
al latino assegnate come compiti per casa e si risponde alle numerose domande della classe.
Per circa 20 minuti – a causa del fatto che una delle alunne della classe ha accusato un pic-
colo malore e la professoressa l’ha accompagnata fuori – rimango solo a gestire la classe: anche
questa esperienza – pur se resa impegnativa dall’agitazione degli alunni (in questa classe in
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
Anche per Lingua e letteratura italiana (IV A) la docente mi invita ad intervenire con l’as-
segnazione di un brano – tratto dall’antologia – da leggere, riassumere ed analizzare (con gli
K. Dick, un genere studiato dalla classe ma per il quale la docente non aveva mai assegnato
La reazione della classe e degli alunni poi interrogati su questo brano è stata entusiastica a tal
punto che – su proposta degli studenti stessi – viene assegnata una prova di laboratorio di scrit-
tura incentrata sulla fantascienza, da svolgersi a casa. Indico brevemente alcuni tratti salienti
L’esercizio di scrittura è particolarmente utile in una classe come il IV ginnasio in cui il li-
vello di produzione di testi è fortemente oscillante, tra pochi ben preparati e molti ancora incerti
verbali, ecc.).
A tal proposito, per dare alla classe un’ulteriore prova di esercizio di composizione di testi
Dopo una decina di minuti – pur senza sembrare convinta in pieno – l’alunna si calma e
possiamo così procedere con la comunicazione dei voti e dei giudizi.
spiegazione dei criteri di valutazione, per permettere in questo modo agli studenti di rendersi
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
conto in prima persona delle motivazioni che stanno alla base di un voto o un giudizio, e sul
fatto che l’insegnante deve confrontarsi anche con l’emotività dei ragazzi, specie nelle prime
classi, rendendosi dunque disponibile a comprendere i momenti di stress e ansia degli alunni,
facendosi tramite verso la famiglia o le professionalità presenti nella scuola allo scopo di sup-
porto psicologico, senza mai abbandonare il proprio ruolo di docente.
Da ultimo – visto che molti ragazzi hanno deciso di consegnare il loro tema dopo averlo
composto con programmi di videoscrittura – si ritiene necessario dedicare una parte dell’ora a
temi così composti presentavano una punteggiatura aberrante, spesso non omogenea neppure
all’interno dello stesso periodo, con norme applicate in modo completamente casuale e non
-
lizzati con funzione differente da quella presente nei testi. Tutta la classe si interessa moltissimo
all’argomento, cosa rivelata dall’elevatissimo numero di domande e richieste di spiegazioni.
Su richiesta della mia tutor, poi, la prof. A. Magno, che è a conoscenza della mia attività di
ricerca nell’ambito dell’archeologia preistorica, svolgo due lezioni (di due ore ciascuna) nelle
classi IV A e IV E. Essendo la IV A nella sede centrale, è stato possibile utilizzare la LIM come
supporto per la lezione. Ho dunque avuto modo di studiare per un’ora il funzionamento della
LIM, esercitandomi da solo, prima di utilizzarla in presenza dei ragazzi.
Ho potuto, anche – vista la particolare condizione di avere presentato la stessa lezione in
una classe senza l’ausilio della LIM e nell’altra con – notare il grande apporto delle tecnologie
come ausilio alla docenza: la classe che ha potuto usufruire dei supporti multimediali (corredo
-
lezza di un mestiere come quello dell’insegnante risiedono infatti proprio nel potente scambio e
contatto umano che si svolgono nelle classi. I nostri studenti, specie quelli dei primi anni, hanno
un’esuberanza e una voglia di apprendere enormi e questo – pur se si traduce spesso in una con-
dotta disciplinare troppo vivace – è il cuore del nostro mestiere: quello di entrare in relazione
con delle persone e aiutarle nel loro percorso di crescita, non solo scolastico o lavorativo, ma
umano nel senso più nobile del termine.
Comunque certamente una ha superato tutte le altre per i forti dubbi che mi hanno attanaglia-
to in una prima fase (facendomi così comprendere in prima persona la grande responsabilità che
pesa sulle spalle del docente), per la grande sorpresa che mi ha riservato in una seconda e per la
sensazione positiva e di profonda empatia che mi è rimasta anche dopo il completamento della
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
Come ho poco sopra ricordato, la mia tutor prof. Ada Magno mi ha chiesto di assegnare un
brano tratto dall’antologia adottata. Già anche solo la scelta è stata un’operazione di grande
responsabilità: e infatti dopo essermi convinto per un brano tratto da un racconto di P. K. Dick,
Il racconto infatti – uno dei tanti capolavori dell’autore statunitense – presenta una tematica
timori erano principalmente legati alla situazione psicologica della classe, decisamente delicata
– e su cui non mi soffermerò per ragioni di riserbo professionale – e al modo con il quale pote-
vano essere letti e interpretati certi passaggi del racconto (che – vorrei sottolinearlo – era stato
opportunamente purgato delle parti più complesse e ardue dagli autori dell’antologia).
Per prima cosa ho dunque esposto i miei dubbi alla docente tutor, che – dopo avere letto il
racconto – mi ha rassicurato; poi l’indomani ho parlato alla classe (durante una lezione di latino
-
-
vato anche bellissimo: con molto entusiasmo infatti quanti lo avevano già analizzato mi hanno
riportato le loro prime impressioni. Incoraggiato da questo risultato, con il supporto della tutor,
oltre che posto di fronte al fatto che molti avevano già portato a termine i compiti, ho deciso di
non cambiare l’assegnazione.
-
bi: non solo gli interrogati facevano quasi a gara – con questo tipico atteggiamento, ancora certo
infantile, ma genuino, delle quarte ginnasiali di non astenersi dall’intervento quando sanno di
sapere qualcosa! – a risponder alle mie domande, ma anche molti degli altri compagni, che
spesso sono più portati a distrarsi, invece intervenivano e volevano dire la loro sul racconto. Ad-
dirittura – con qualche isolata protesta a dire il vero – dagli stessi studenti è partita la richiesta
Le valutazioni sono state – e non sarebbe potuto essere diversamente – ottime e in alcuni
casi direi eccellenti, ma quello che più mi ha colpito è stato l’entusiasmo e la partecipazione che
hanno scardinato in un attimo i soliti luoghi comuni di studenti lavativi e apatici, che lottano e
si infervorano solo per studiare di meno.
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
cupero;
~ gestire il gruppo classe e individuare un progetto formativo personaliz-
zato per ogni alunno;
~ gestire il processo di insegnamento/apprendimento;
~ sperimentare modalità di lavoro in gruppo, facendo diretta esperienza
delle dinamiche psico-sociali connesse alla dialettica identità/alterità;
~ utilizzare tecnologie didattiche nuove, quali quelle digitali, e adottare di
conseguenza sperimentazioni nella metodologia di insegnamento;
~ gestire l’innovazione e organizzare tempi, spazi, gruppi di apprendi-
mento, materiali anche multimediali;
~
attività svolte;
e competenze:
~
-
vi individuati dal consiglio di classe;
~ utilizzare tutte le metodologie della didattica e le risorse tecnologiche
come veicolo di apprendimento critico.
. Conclusioni
L’esperienza di tirocinio diretto – come più volte ribadito – è stata decisiva: utile dal punto di
vista professionale e della formazione, ricca e piena di soddisfazioni da quello umano.
L’ingresso all’interno della scuola ha avuto anche un altro effetto su di me: mi ha anche
aiutato a capire qual è la strada che voglio seguire; l’insegnamento, pur nelle note e gravissime
L’aiuto e il supporto che ho ricevuto in ogni momento dalle mie docenti tutor, la prof. E.
Caracausi e la prof. A. Magno – che mi ha seguito e guidato pazientemente davvero passo dopo
-
to sempre contare per aiuto, sostegno o anche un semplice consiglio; il contatto umano con le
ragazze e i ragazzi delle classi IV A e IV E, così some con quelli della I A e la II E, sono tutti
PARTE
Tirocinio indiretto
. FORMAZIONE
La fase della formazione si è svolta alla presenza della prof.ssa Rizzo e assieme a tutti i
colleghi di corso. Ha riguardato i momenti di accoglienza, progettazione, informazione e for-
dettagliata le esperienze vissute nel corso del tirocinio diretto, dandoci inoltre delle indicazioni
Nel corso del terzo incontro, è avvenuta l’assegnazione ai diversi Istituti in cui avremmo
svolto il tirocinio diretto. Essa è avvenuta in base al criterio della residenza, pur rispettando le
esigenze di coloro che avevano necessità differenti e che sono stati smistati in istituti diversi da
quelli previsti, effettuando un cambio con i colleghi che hanno mostrato la loro disponibilità.
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
sce il fondamentale principio dell’autonomia scolastica (art. 21), già anticipato dal DPR 419/74
sulla “sperimentazione didattica e strutturale”.
Proseguendo sulla strada dell’autonomia scolastica, la legislazione italiana ha raggiunto un
la rappresentanza delle diverse componenti scolastiche interne ed esterne alla scuola (docenti,
genitori, alunni ecc.).
Esse sono:
~ Consiglio d’istituto;
~ Collegio dei docenti;
~ Consiglio di classe;
~ Giunta esecutiva;
~ Team funzioni strumentali (TFS);
~ Personale Amministrativo Tecnico Ausiliario (ATA),
~ Giunta Esecutiva;
~ Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (Direttore SGA).
-
legio dei docenti di ciascuna scuola redige allo scopo di informare studenti e famiglie delle
Per quanto riguarda l’analisi della funzione del docente, è stata analizzata la normativa di ri-
ferimento, costituita dal DLgs. 297/94 e dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL)
2006-2009, e ne sono stati evidenziati i contenuti fondamentali.
Tali contenuti vertevano, principalmente, sulle caratteristiche professionali e sugli aspetti
deontologici che devono contraddistinguere l’attività dell’insegnante.
Ai sensi dell’art. 395 del D. Lgs. 297/94, la funzione docente è “esplicazione essenziale
dell’attività di trasmissione della cultura, di contributo all’elaborazione di essa e di impulso alla
partecipazione dei giovani a tale processo e all’formazione umana e critica della loro persona-
lità”.
Secondo l’art. 16 comma 3 del suddetto decreto, inoltre, “i docenti hanno la responsabilità
della progettazione e della attuazione del processo d’insegnamento e di apprendimento”. È pro-
prio su questa responsabilità che si basa la professionalità dell’attività di insegnamento, per la
quale il docente ha il diritto e il dovere di continuare ad incrementare il proprio percorso forma-
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
tivo con esperienze che possano permettergli di migliorare le proprie conoscenze e prestazioni.
-
petenze disciplinari, psicopedagogiche, metodologico-didattiche, organizzativo-relazionali e di
ricerca, documentazione e valutazione tra loro correlate ed interagenti, che si sviluppano col
maturare dell’esperienza didattica, l’attività di studio e di sistematizzazione della pratica didat-
tica”.
Proprio a tutela del diritto-dovere di formazione in itinere del docente, l’art. 282 del DLgs
297/94 si esprime nel modo seguente: «l’aggiornamento è diritto-dovere fondamentale del per-
sonale ispettivo,direttivo e docente. Esso è inteso come adeguamento delle conoscenze allo
sviluppo delle scienze per singole discipline e nelle connessioni interdisciplinari; come appro-
fondimento della preparazione didattica; come partecipazione alla ricerca e alla innovazione
didattico-pedagogica».
Si è passati poi a parlare delle attività funzionali, dei diritti e dei doveri del docente
La professione del docente, in aggiunta alle 18 ore settimanali di lavoro nelle classi, prevede
una serie di attività funzionali descritte dall’art. 29 del CCNL; tra quelle obbligatorie rientrano:
la preparazione delle lezioni e delle esercitazioni; la correzione degli elaborati; l’intrattenimen-
to dei rapporti con le famiglie. Altre attività, opzionali e distintamente retribuite, sono costituite
La professione docente prevede, ancora, alcuni diritti e doveri – sanciti da DPR 3/57; DPR
416/74; DLgs 297/94; CCNL – e, soprattutto, è contraddistinta da una responsabilità che attiene
ad ambiti diversi (educativo, penale, civile, amministrativo, patrimoniale, contabile e discipli-
nare); tra gli aspetti più importanti di tale responsabilità, possiamo ricordare:
~ la vigilanza dei docenti sui minori e sui danni che essi arrecano a se
stessi e a terzi (vd. art. 2048 c.c. e nota U.S.R. E-R 21 maggio 2002);
~ la trasparenza degli atti (vd. L. 241/90);
~ la tutela della Privacy (D. Lgs. 196/2003).
luogo su quella che è probabilmente la responsabilità più delicata: il contributo alla crescita e
alla formazione della personalità dell’alunno. Grazie alle esperienze personali presentate dalla
accompagnata dal riferimento alla realtà attuale della scuola. Questi ci ha resi consapevoli del
fatto che il primo dei nostri compiti sarà quello di porre massima attenzione ai problemi e alle
risorse che contraddistinguono l’attività dell’insegnante di oggi, al quale si prospetta una vera e
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
interno del liceo classico, che prevede il passaggio al biennio da 5 a 4 ore settimanali per Lin-
gua e letteratura italiana
denominata
ore di assenze, si è stabilito un massimo del 20%, limite oltre cui non è possibile procedere allo
scrutinio.
Il DM 211/2010 poi aggiunge alcuni dati fondamentali, poiché contiene le indicazioni na-
In particolare, a proposito del liceo classico, si dice che lo studente, a conclusione del percor-
so formativo, deve acquisire una solida conoscenza del nostro patrimonio culturale e, attraverso
-
ca, lo studente giungerà alla consapevolezza che la cultura latina e greca sono il fondamento
della nostra civiltà e acquisirà, grazie alla comparazione linguistica con il latino, il greco e altre
lingue straniere moderne, una padronanza dell’italiano più approfondita. Attraverso la pratica
-
pacità di ragionamento induttivo, di argomentazione e di interpretazione di testi e di situazioni
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
eventi nel tempo e nello spazio; di cogliere i nessi causali che intercorrono tra gli eventi; di
ricostruire le connessioni sincroniche e gli sviluppi diacronici riferiti ad un determinato feno-
meno storico; di distinguere i molteplici aspetti di un evento e l’incidenza in esso delle diver-
se componenti politico-istituzionali, sociali, economiche, ideologiche; di leggere le differenti
-
pline e un linguaggio adeguato all’esposizione dei diversi argomenti; di interpretare attraverso
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
Per quanto concerne la , nel corso del primo anno lo studio verterà sull’Italia,
l’Europa e gli altri continenti e sarà organizzato per temi, quando possibile connessi alla sto-
squilibri fra regioni del mondo, lo sviluppo sostenibile, la geopolitica. Mentre sarà preferibile
trattare l’Unione Europea durante il secondo anno, in parallelo all’insegnamento dei moduli di
storia riguardanti i regni romano-barbarici e l’Europa altomedievale, lasciando a discrezione
dell’insegnante le modalità con cui affrontare lo studio degli altri continenti. In aggiunta alle
produrre testi scritti e orali chiari e pertinenti a ciascun registro, anche grazie ad una consape-
a diverse epoche storiche, sarà inoltre in grado di cogliere la dimensione storica della lingua
italiana. Per quanto concerne la letteratura, lo studente dovrà capire il valore intrinseco della
disciplina come espressione del sé e come mezzo di comprensione di alterità. L’alunno così ac-
quisisce familiarità con il testo letterario avvalendosi degli strumenti propri dell’analisi testuale
e avendo consapevolezza della dimensione storica nella quale sono inseriti i testi letterari.
La disciplina di Lingua e letteratura italiana si suddivide in grammatica, epica, narrativa
e laboratorio di scrittura. Per quanto riguarda lo studio della grammatica, nel corso del primo
anno si affronteranno le parti variabili e invariabili del discorso e la sintassi della frase sem-
plice; nel corso del secondo anno, la sintassi della frase complessa e l’analisi del periodo. È
auspicabile che tale studio sia affrontato in interdisciplinarità attraverso la comparazione con le
lingue classiche.
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
Per ciò che concerne la parte relativa all’epica, nel primo anno si prevede lo studio dell’epica
classica (Iliade, Odissea, Eneide); nel secondo anno si passa all’analisi dell’epica medievale
(Canzone dei Nibelunghi, Chanson de Roland, Cantar del mio Cid) e rinascimentale (Orlando
furioso e Gerusalemme liberata). Nel corso dello stesso secondo anno, la normativa prescrive
lo studio della letteratura italiana delle origini (la lirica provenzale, siciliana e siculo toscana).
Sono previsti anche laboratori di scrittura, articolati in lezioni teoriche ed esercitazioni sulle
principali tecniche di scrittura (riassunti, parafrasi, commenti e relazioni, che curino la coeren-
za, la coesione e l’organicità di un elaborato) e tipologie testuali (testo descrittivo, narrativo ed
espositivo al primo anno; testo argomentativo, saggio breve e articolo di giornale al secondo
anno).
All’interno della disciplina una sezione è dedicata alla antologia; essa prevede lo studio del
testo narrativo (romanzo, racconto e suoi diversi generi) al primo anno, e di quello poetico al
secondo.
contenuto in un testo, cogliendo le relazioni logiche tra le sue varie componenti; esporre in
modo chiaro, logico e coerente; riconoscere e affrontare molteplici situazioni comunicative;
interpretare e analizzare un testo d’autore adeguato alle proprie competenze nei diversi livelli
della lingua latina nel contesto europeo; di raggiungere una padronanza dell’italiano più con-
sapevole attraverso la comparazione linguistica del latino con l’italiano e con altre lingue stra-
niere moderne; di acquisire consapevolezza della complessità del fenomeno letterario in quanto
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
funzioni dei casi nella frase e delle frasi nel periodo, la formazione delle parole, la conoscen-
za del lessico (per famiglie semantiche e per ambiti lessicali). Una possibile alternativa allo
studio tradizionale della grammatica normativa latina è data dal cosiddetto “Metodo natura” o
“Metodo Ørberg” che organizza l’apprendimento della lingua a partire proprio dai testi e dalla
memorizzazione del lessico, per evitare l’astrattezza di un apprendimento fondato esclusiva-
mente su nozioni grammaticali e favorire invece lo studio degli elementi linguistici funzionali
alla comprensione dei testi. Utile sarà, inoltre, il continuo confronto con la lingua italiana sia in
prospettiva sincronica che diacronica.
Nel corso del secondo biennio e dell’ultimo anno, invece, gli studenti dovranno potenziare
– sia in prosa che in poesia e imparare a leggere in metrica almeno l’esametro e il distico elegia-
co; verranno gradualmente introdotti all’ecdotica e all’interpretazione attraverso gli strumenti
dell’analisi testuale e le conoscenze relative all’autore e al contesto storico-culturale. Partico-
lare attenzione verrà dedicata agli elementi di alterità e di continuità tra la cultura letteraria
greco-romana e quella attuale non solo dal punto di vista del sapere e delle arti, ma anche degli
ideali, dei valori civili e delle istituzioni, senza trascurare di proporre comparazioni di genere o
tematiche con le letterature moderne.
Il programma di Lingua e cultura latina è suddiviso tra biennio, che prevede articolazione
tra studio della grammatica e laboratorio di traduzione, e triennio (secondo biennio più ultimo
anno), in cui l’attenzione è maggiormente rivolta alla letteratura.
In particolare, al primo anno del biennio gli studenti affronteranno lo studio della fonetica,
della morfologia, della sintassi della frase semplice e dei costrutti principali del periodo cui si
aggiungerà la conoscenza della civiltà latina nei suoi vari aspetti attraverso la lettura dei testi.
latino. Nel secondo anno del biennio, invece, gli studenti – oltre a continuare lo studio della
civiltà e le attività di laboratorio di traduzione – potenzieranno lo studio della grammatica e in
particolare la sintassi dei casi, del verbo e del periodo.
La programmazione didattico-disciplinare di Lingua e cultura latina prevede che gli alunni
nel corso del biennio conoscano le strutture morfologiche e sintattiche della lingua greca e i
vari fenomeni fonetici; acquisiscano il lessico fondamentale; comprendano, attraverso il testo,
le strutture che regolano la lingua latina e conoscano la civiltà latina tramite la lettura di passi
d’autore;
Gli studenti, inoltre, dovranno saper leggere in modo scorrevole ed espressivo i testi propo-
sti; saper riconoscere gli elementi sintattici, morfologici e lessicali di un testo; sapersi orien-
-
teri grammaticali e alla coerenza semantica; saper usare il lessico studiato in funzione della
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
esporre in modo chiaro, corretto e completo le regole grammaticali studiate; collocare alcuni
Petronio, Persio, Lucano, Tacito, Svetonio, Quintiliano, Giovenale, Marziale, Plinio il Giova-
ne, Plinio il Vecchio, Apuleio, Agostino e la letteratura cristiana). Per quanto riguarda lo studio
dei classici, al primo anno – sempre secondo un’ampia discrezionalità dei docenti – verranno
proposti brani tratti da Cesare, Sallustio e una selezione dei carmi di Catullo (o, in alternativa,
Virgilio e Cicerone); al secondo anno verrà proposta un’antologia di passi di Lucrezio, Cicero-
con particolare riguardo al pensiero espresso, alle tematiche trattate, ai principi di poetica, allo
stile, alla persistenza di elementi della tradizione o alla novità del messaggio e alla sua possibile
attualizzazione.
-
do strutture morfosintattiche, rispettando le norme grammaticali della lingua d’arrivo, rispet-
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
tando registro, funzione e tipologia testuale; servirsi di dizionari in modo corretto e consape-
vole; saper collocare gli autori nel contesto storico-culturale in cui operano; saper collocare un
testo all’interno della produzione dell’autore e del contesto storico-letterario; saper individuare
nei testi gli elementi di continuità e di innovazione rispetto ai modelli di riferimento; saper
individuare nei testi le caratteristiche strutturali, lessicali, stilistiche e contenutistiche; trattare
un argomento e/o rispondere a un quesito, sia oralmente che per iscritto, in modo pertinente,
linguisticamente corretto, esauriente e rispondente alla consegna; conoscere per grandi linee le
strutture metriche di più largo uso.
Nel corso del triennio, invece, gli studenti dovranno potenziare le competenze di traduzione
imparare a leggere in metrica almeno l’esametro, il distico elegiaco e il trimetro giambico; ver-
ranno gradualmente introdotti all’ecdotica e all’interpretazione attraverso gli strumenti dell’a-
nalisi testuale e le conoscenze relative all’autore e al contesto storico-culturale.
-
-
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
con i vari generi testuali), lo studente saprà cogliere le varianti diacroniche della lingua e la
letterario del testo e motivare le scelte di traduzione non solo attraverso gli elementi grammati-
cali, ma anche sulla base dell’interpretazione complessiva del testo oggetto di studio.
Per quanto concerne il programma di Lingua e cultura greca, questo è suddiviso tra biennio
e triennio. All’interno del biennio avviene un’ulteriore suddivisione tra studio della grammatica
e della cultura greca e laboratorio di traduzione.
Nel primo anno del biennio gli studenti affronteranno lo studio della fonetica, della morfo-
logia e della sintassi della frase semplice e dei costrutti principali del periodo cui si aggiungerà
la conoscenza della civiltà greca nei suoi vari aspetti attraverso la lettura dei testi. A ciò verrà
secondo anno del biennio, invece, gli studenti – oltre a continuare lo studio della civiltà e le
attività di laboratorio di traduzione – potenzieranno lo studio della grammatica e in particolare
la morfologia del verbo e la sintassi del periodo.
La programmazione didattico-disciplinare di Lingua e cultura greca prevede che gli alunni
nel corso del biennio conoscano le strutture morfologiche e sintattiche della lingua greca e i vari
fenomeni fonetici; acquisiscano il lessico fondamentale; comprendano, attraverso il testo, le
strutture che regolano la lingua greca e conoscano la civiltà greca, attraverso la lettura di passi
di autori greci.
Gli studenti dovranno, inoltre, saper leggere in modo scorrevole ed espressivo i testi propo-
sti; saper riconoscere gli elementi sintattici, morfologici e lessicali di un testo; sapersi orientare
-
maticali e alla coerenza semantica; saper usare il lessico studiato in funzione della compren-
modo chiaro, corretto e completo le regole grammaticali studiate; collocare alcuni testi nell’a-
deguato e corretto contesto storico e culturale;
-
na grammaticalmente corretta e lessicalmente appropriata e saper rilevare analogie e differenze,
istituendo rapporti tra il greco, il latino e l’italiano.
Nel corso del triennio gli studenti consolideranno le competenze linguistico-grammaticali
acquisite nel biennio attraverso la traduzione di brani d’autore. A ciò farà seguito lo studio della
letteratura greca (per ogni autore va proposto un ampio ventaglio di brani antologici fra quelli
offerti dal libro di testo).
-
mana (Menandro, Callimaco, Apollonio Rodio, Teocrito, l’epigramma, Polibio, Plutarco, la
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
al I anno – sempre secondo un’ampia discrezionalità dei docenti – verranno proposti brani
tratti dall’epica omerica e dagli storici (o, in alternativa, i melici monodici e corali); al II anno
studiata una tragedia e un’orazione (o, in alternativa, un’antologia di brani tratti da Platone). Lo
studente dovrà saper leggere in modo espressivo e, in metrica, almeno l’esametro; saper tradur-
lingua originale, con particolare riguardo al pensiero espresso, alle tematiche trattate, ai principi
di poetica, allo stile, alla persistenza di elementi della tradizione o alla novità del messaggio e
alla sua possibile attualizzazione.
-
do strutture morfosintattiche, rispettando le norme grammaticali della lingua d’arrivo, registro,
funzione e tipologia testuale; dovranno saper servirsi di dizionari in modo corretto e consapevole;
saper collocare gli autori nel contesto storico-culturale in cui operano e i testi all’interno della
produzione dell’autore e del contesto storico-letterario; saper individuare nei testi gli elementi
di continuità e di innovazione rispetto ai modelli di riferimento e le caratteristiche strutturali,
lessicali, stilistiche e contenutistiche; saper trattare un argomento e/o rispondere a un quesito, sia
oralmente che per iscritto, in modo pertinente, linguisticamente corretto, esauriente e rispondente
alla consegna; conoscere per grandi linee le strutture metriche di più largo uso.
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
.. La valutazione
Compito del docente è valutare lo sviluppo delle abilità e delle competenze proprie di cia-
scuna disciplina e l’acquisizione delle relative conoscenze. Tale valutazione, tuttavia, non deve
-
derare i processi cognitivi e gli aspetti comportamentali che hanno permesso e accompagnato
il raggiungimento di tali obiettivi. La prospettiva ‘quantitativa’, quindi, che mira a una misu-
razione oggettiva del grado di conoscenza, va necessariamente integrata con una ‘qualitativa’,
orientata a una valutazione complessiva del percorso di crescita personale, di ciascun alunno
e della classe, cogliendone le motivazioni allo studio e le condizioni reali in cui si realizza il
processo di apprendimento.
Di conseguenza si parlerà di una valutazione ‘formativa’ e di una ‘sommativa’. La prima,
a scansione periodica, ha lo scopo di far conoscere all’alunno e alla famiglia a ogni tappa del
percorso didattico il grado di conoscenze, competenze e abilità acquisite e, quindi, i progressi o
-
to-insegnamento differenziando la didattica in relazione ai bisogni dei singoli alunni.
Per quanto riguarda il sistema di valutazione, i giudizi sono espressi in decimi e tengono
conto, oltre che del grado di apprendimento delle conoscenze, delle abilità e delle competenze
raggiunte, anche di alcuni criteri relativi all’area comportamentale. Per quanto riguarda l’area
cognitiva, quindi, si valuterà la conoscenza dei contenuti e la loro elaborazione critica, le com-
petenze e le abilità linguistiche, la coerenza nell’argomentazione, la capacità di analisi e sintesi
-
nomia nell’acquisizione del sapere, la capacità di autovalutazione e scelta. Per quanto riguarda
l’area comportamentale, fondamentale sarà la frequenza, l’impegno mostrato, l’interesse e la
partecipazione al dialogo didattico-educativo proposto, il rispetto delle regole e delle consegne,
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
.. La multimedialità
Un ultimo approfondimento è stato dedicato alla multimedialità e all’utilizzo di supporti
digitali in classe. Risulta infatti fondamentale oltre che per coinvolgere maggiormente le nostre
classi, anche per facilitare certi processi di apprendimento e spiegazione, servirsi di tutti gli
strumenti che oggi sono a disposizione dell’insegnante. Durante la mia esperienza di tirocinio
diretto, come ricordato1, ho avuto modo di utilizzare una LIM come ausilio per una lezione in
una classe e di svolgere la stessa lezione anche in un’altra classe, dove però non era disponibile
nessun supporto multimediale. La differenza è stata stridente: per me, che nell’esposizione de-
anche schemi e diagrammi; per gli studenti, che hanno dovuto fronteggiare dei concetti nuovi
senza potersene fare un’idea precisa, a meno di notevoli sforzi di astrazione, e che sono stati più
la spiegazione.
In particolar modo poi – cosa emersa prepotentemente durante i seminari sulle disabilità – la
presenza di alunni con BES, richiede in maniera pressocché obbligatoria la presenza di supporti
multimediali e ausilii digitali (sintetizzatori vocali, LIM e proiettori, tavolette braille, altopar-
lanti e supporti video), in modo da facilitarne al massimo l’inclusione.
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
Assieme con la nostra tutor coordinatrice ogni gruppo ha svolto un approfondimento su uno
di questi temi; ciascun gruppo ha poi relazionato oralmente e fornito un riassunto (allegati al §
2.3) a tutti gli altri, in modo da avere un quadro completo pur nel breve tempo a disposizione.
Io, assieme ai colleghi del mio gruppo (le dott.sse D’arcamo, Di Stefano, Fattori, Parisi, Roma-
no e Tomasello), mi sono occupato della riforma dei cicli.
dispersione scolastica rimaneva comunque elevata, lasciando questo provvedimento alla stre-
gua di “lettera morta”).
venne approvata dai numerosi governi succedutisi nei decenni immediatamente seguenti alla
-
garantisse l’accesso a tutti gli ordini di scuola superiore. Esito interessante delle riforme degli
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
e un orale costituito da due materie a scelta del candidato fra un gruppo di quattro stabilito dal
Ministero dell’Istruzione; il nuovo assetto prevedeva inoltre la presenza di una Commissione
d’esame costituita da membri esterni.
Gli ultimi decenni del secondo millennio, pur vedendo nascere un crescente dibattito sulla
questione dell’aggiornamento del sistema scolastico italiano, non portarono a nessuna concreta
dei cicli di insegnamento che vennero ridotti a tre, immaginando – e questo costituisce caratte-
ristica peculiare della riforma – un ciclo unico di 7 anni (sul modello francese) corrispondente
agli 8 anni delle scuole elementari e le medie inferiori.
Ma la legge Berlinguer venne abrogata dal provvedimento Moratti (legge 53/2003), che sta-
bilì una nuova struttura dei cicli più somigliante all’assetto precedente, introducendo la nozione
(EQF).
leggi n. 133/2008 e 169/2008, che entrarono in vigore, rispettivamente, il 1° settembre del 2009
per l’ordine delle scuole elementari e medie inferiori e il 1° settembre 2010 per le scuole medie
licei e degli istituti tecnici, un aumento del monte ore annuo (da 990 a 1.056), il mantenimento
delle “ore scolastiche” da 60 minuti e una maggiore autonomia scolastica.
Tale riforma raccoglie, in realtà, l’eredità ideologica dei tentativi di cambiamento che aveva-
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
e verticale con il mondo della ricerca e con la realtà sociale e produttiva”. Il conseguimento di
biennio caratterizzato da una presenza di materie comuni a tutti gli indirizzi, con la possibilità
-
singolo indirizzo: tale articolazione avrebbe favorito la possibilità che lo studente, al termine
del biennio, optasse per un’interruzione dell’esperienza scolastica e l’avvio di una prima espe-
rienza professionale o per un agevole cambio di indirizzo scolastico al triennio.
In base alla legge n. 30 del 2000 il sistema scolastico doveva essere così strutturato:
~ 3 anni di scuola dell’infanzia (dai 3 ai 6 anni di età);
~ 7 anni di scuola di base (con inizio dell’obbligo scolastico) caratteriz-
zata da un percorso unitario per lo sviluppo dei saperi di base, delle
capacità relazionali, dei principi fondamentali della convivenza civile;
~
la scuola primaria e secondaria di primo grado vengono accorpate e ridotte a 7 anni, anziché
8: questo permetterebbe agli studenti di superare il disagio legato al passaggio, spesso proble-
matico, dalle scuole elementari alle medie e, al contempo, di sostenere gli Esami di Stato e
completare l’istruzione superiore all’età di 18 anni, in linea con quanto avviene negli altri Paesi
europei;
la scuola secondaria di secondo grado, in linea con i programmi della commissione Brocca,
prevede l’articolazione in un biennio contraddistinto da una più alta percentuale di materie
età, ossia al completamento del primo biennio di scuola superiore: in virtù di tale prospettiva,
i saperi acquisiti al biennio dallo studente vengono strutturati in modo da poter essere “capita-
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
commissione Brocca, lo studente deve avere la piena possibilità di cambiare indirizzo di studi al
triennio e di potere eventualmente servirsi nel mondo del lavoro di quanto già appreso durante
il biennio.
diritto soggettivo e un dovere sociale di istruzione e formazione.2 Tale diritto è garantito a tutti
i minori, compresi quelli stranieri presenti nel territorio nazionale, per almeno dodici anni o
diritto di istruzione e formazione la riforma prevede, dal compimento del quindicesimo anno,
la possibilità di compiere un percorso in alternanza di studio e lavoro, sia nel sistema dei licei,
sia in quello della formazione professionale.3 I periodi di apprendimento mediante esperienza di
lavoro divengono parte integrante dei percorsi formativi personalizzati e degli obiettivi generali
2 DLgs 76/2005.
3 DLgs 77/2005.
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
La riforma del secondo ciclo di istruzione è materia dell’ultimo decreto attuativo:4 il per-
corso formativo si biforca nel sistema dei licei e in quello dell’istruzione e della formazione
convivenza civile, la crescita educativa, culturale e professionale dei giovani attraverso il sape-
re, il saper essere e il saper fare. La possibilità di cambiare indirizzo è assicurata e agevolata da
-
mativa e la conseguente valutazione della prestazione, la riforma istituisce un Servizio naziona-
le per la valutazione del sistema educativo.5
alla professione dell’insegnamento. I percorsi di formazione iniziale dei docenti della scuola di
ogni ordine e grado prevedono l’acquisizione di “competenze disciplinari, pedagogiche, didat-
-
Punto essenziale sono il riconoscimento di pari dignità ai docenti di ogni ordine e grado6 e
la centralità sia dell’insegnante sia dell’alunno nel processo educativo. Non si devono più sol-
del discente in quanto persona e il processo di apprendimento, che viene visto nei suoi aspetti
-
Inoltre, con la legge delega 53/2003, dal modello centralistico si passa a un modello po-
liarchico in cui le funzioni e i compiti formativi vengono dislocati tra Stato (centro) e scuola
-
tenza concorrente in merito di istruzione e competenza esclusiva – ed è questa una delle più
importanti novità previste dalla riforma – per ciò che riguarda l’istruzione e la formazione pro-
fessionale. Lo Stato, invece, ha competenza esclusiva sulle norme generali dell’istruzione e sui
livelli essenziali delle prestazioni.
4 DLgs 226/2005.
5 DLgs 286/2004.
6 “I percorsi di formazione iniziale dei docenti della scuola dell’infanzia, del primo ciclo e del secondo ciclo del siste-
ma educativo di istruzione e formazione sono di pari dignità e si svolgono nei corsi di laurea magistrale e nei corsi accademici
di secondo livello” (art. 2, decreto legislativo 17.10.2005, n. 227).
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
di primo grado, la riduzione del monte orario, che passa da 33 a 30 ore nella scuola secondaria
di primo grado, e la riorganizzazione dell’istruzione secondaria di secondo grado, che viene ora
tripartita in tre ordini di scuole7: i licei, gli istituti tecnici e gli istituti professionali.
Lo spirito di regolamentazione della riforma, nell’ambito dell’istruzione secondaria di se-
condo grado, si esercita, in particolare, in una notevole riduzione del numero degli indirizzi
sperimentali (che passano da più di 750 ad appena 20), in una maggiore attenzione allo studio
della lingua inglese (obbligatoria per l’intero quinquennio) e in un potenziamento dello studio
-
gislazione italiana in materia scolastica.
Nucleo caratterizzante della riforma, soprattutto a livello attuativo e operativo, è costituito
dai procedimenti di riordino dei licei e degli istituti tecnici. Per ragioni di brevità e pertinenza
espositiva, viene di seguito fornito uno specchio descrittivo del riordino dei licei, con partico-
lare attenzione poi all’articolazione dell’indirizzo classico.
a sei tipologie di durata quinquennale articolate in due bienni e un quinto anno, quest’ultimo
strutturato in modo da favorire un raccordo tra scuola e istruzione universitaria oppure in vista
dell’inserimento nel mondo del lavoro. Di seguito vengono elencate le principali novità intro-
dotte per ciascun indirizzo:
~ Liceo delle scienze umane: sono previste tra le altre materie antropolo-
gia, sociologia, psicologia e pedagogia; si può scegliere tra due indiriz-
zi: tradizionale ed economico-sociale.
~ Liceo artistico: a partire dal terzo anno si opta per uno dei sei indirizzi
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
con atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico di fronte alle situazioni, ai fenomeni
e ai problemi, ed acquisisca conoscenze, abilità e competenze coerenti con le capacità e le scelte
personali e adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore, all’inserimento nella vita
sociale e nel mondo del lavoro”.8
Gli studenti del liceo classico, in particolare, al termine del loro percorso di studi dovranno:
Dopo tale breve disamina, è opportuno considerare le conseguenze immediate della suc-
cessione di tali riforme sullo stato attuale della scuola italiana. Nonostante tutte le varie leggi
succedutesi siano state volte a rinnovare l’istituzione scolastica in una direzione o in un’altra,
-
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
mo alla cultura del nostro Paese. I tempi scolastici sempre più ristretti e la vastità dei program-
mi da svolgere, l’ampliamento del numero di studenti per classe e la diminuzione del corpo
docente, infatti, hanno messo seriamente a rischio la qualità del livello scolastico, mettendo gli
-
zione dei suoi cittadini, ma ne taglia indiscriminatamente i fondi?
VSQ, il Consiglio dei Ministri n. 72 dell’8 Marzo 2013, su proposta del MIUR, ha approvato
di Valutazione in materia di istruzione e formazione per le scuole del sistema pubblico nazio-
nale e le istituzioni formative accreditate dalle Regioni12. L’approvazione del regolamento ha
consentito di rispondere anche agli impegni assunti nel 2011 dall’Italia con l’Unione Europea,
in vista della programmazione dei fondi strutturali. L’SNV si basa sull’attività dell’INVALSI
(Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di istruzione e di formazione), che
ne assume il coordinamento funzionale, sulla collaborazione dell’INDIRE (Istituto Nazionale
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) , che può aiutare le scuole nei piani di
miglioramento, e sulla presenza di un contingente di Ispettori con il compito di guidare i nuclei
di valutazione esterna. In particolare l’INDIRE, secondo l’art. 4 del Regolamento dell’SNV, si
-
ramento della qualità dell’offerta formativa e dei risultati degli apprendimenti degli studenti,
autonomamente adottati dalle stesse; l’INVALSI, invece, assicura il coordinamento funzionale
dell’SNV in funzione dei processi esterni della valutazione in tutti i suoi aspetti, proponendo i
dall’INVALSI -
mento da parte delle istituzioni scolastiche;
~ Azione di miglioramento con l’eventuale sostegno dell’INDIRE o di
Università, enti e associazioni scelti dalle scuole stesse;
~ Rendicontazione pubblica dei risultati del processo secondo una logica
di trasparenza, di condivisione e di miglioramento del servizio scolasti-
co con il personale della scuola, degli utenti, delle loro famiglie e della
comunità di appartenenza.
leadership della dirigenza scolastica. Questo nuovo percorso di sperimentazione intende essere
una ricerca partecipata e in continuo monitoraggio – anche da parte dell’OCSE in un’ottica di
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
più impegnativo, di contribuire alla loro elaborazione e alla regolazione dello stesso sistema al
sviluppo del processo educativo nella sua globalità e complessità. Grazie tuttavia ai cambia-
menti nel mondo del lavoro e delle professioni e al contributo degli studi in campo psicologico,
-
dicare il risultato di un processo di apprendimento mirante a fornire allo studente la capacità di
interagire nel contesto in cui vive ed opera attraverso l’insieme delle conoscenze e delle abilità
acquisite.
Secondo la raccomandazione del Parlamento europeo (18 dicembre 2006) le competenze
chiave sono: comunicazione nella madrelingua, comunicazione nelle lingue straniere, compe-
tenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia, competenza digitale, imparare
ad imparare, competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa e imprenditorialità, consapevo-
lezza ed espressione civica.
Secondo il DM n. 139 del 22 agosto 2007 (obbligo 16 anni, competenze e assi culturali), le
competenze chiave di cittadinanza sono: imparare a imparare, progettare, comunicare, colla-
borare e partecipare, agire in modo autonomo e responsabile, risolvere problemi, individuare
collegamenti e relazioni, acquisire ed interpretare l’informazione.
si fa riferimento a quanto previsto dal citato decreto del 22 agosto 2007 n. 139, art. 3, c. 1, e alle
indicazioni contenute nelle “Linee guida sull’integrazione scolastica degli alunni con disabili-
tà” di cui alla nota prot. n. 4274 del 4 agosto 2009.
La nuova didattica per competenze non si propone di sostituire le conoscenze con le com-
petenze, ma di valorizzarle superando l’inerzia dei curricoli tradizionali perché gli studenti, e
futuri cittadini, imparino a fare uso attivo delle conoscenze per interpretare la realtà ed inter-
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
venire positivamente su di essa. Per far questo, la progettazione dei percorsi d’apprendimento
deve basarsi su una concezione del sapere in cui siano valorizzate le dimensioni logico-cognti-
va, affettivo-relazionale e concreta, ed è bene che si muova secondo i seguenti sette momenti:
I successivi Regolamenti sull’autonomia, emanati con il DPR n. 275 dell’8 marzo 1999 e
con il DPR
portata. Appare chiaro, allora, quale sia l’obiettivo: quello, cioè, di riconoscere alle istituzioni
scolastiche l’autonomia necessaria per migliorare il processo di insegnamento ed apprendimen-
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e responsabilità. Ma il POF è altresì il Piano di una offerta formativa, lì dove per formativo si
intende un intervento in cui si fondano insieme i principi dell’istruzione e dell’educazione, il
richiamarsi cioè al senso di un apprendimento non circoscritto solo all’acquisizione di contenuti
e di competenze, alla semplice trasmissione di saperi, ma anche ad un insieme di esperienze,
relazioni, opportunità che conferiscano all’iter scolastico di ciascun individuo una valenza for-
mativa integrale e quanto più possibile esaustiva in quanto, probabilmente, irripetibile. Con il
suo POF
una forte responsabilità relativamente ai risultati ed al successo formativo.
Perché tale impegno e tale responsabilità siano assunte al meglio, il POF deve preventiva-
mente possedere:
Riguardo all’ultimo punto, la valutazione dei risultati del POF deve essere compiuta non
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POF
ed aggiornato ogni qualvolta risulti necessario. In genere qualsiasi piano dell’offerta formativa
-
tracurricolari e delle loro modalità di svolgimento relativamente al tempo e all’organizzazione;
l’esplicitazione delle regole che organizzano le proprie risorse di organici, attrezzature, spazi,
testuale, è alla base dello studio stesso della letteratura greca e latina, la cui conoscenza si basa,
-
discipline, di conoscere attraverso i testi il mondo classico in tutti i suoi aspetti e di acquisire
una consapevolezza più matura della propria identità culturale attraverso il rapporto dialettico
di continuità/diversità fra passato e presente.
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
Il lavoro prevede una parte introduttiva sulla Filologia e i suoi strumenti di indagine: compiti
e metodi, tradizione diretta e indiretta, il problema delle fonti, edizioni critiche e segni dia-
trovare nuovi stimoli nell’uso di mezzi informatici, a loro più congeniali rispetto alle edizioni
-
software come Diogenes, i dati possono essere raccolti, archiviati,
confrontati, controllati e corretti con estrema velocità e precisione.
Fatte queste premesse, si propone ad una classe di terzo anno di Liceo Classico uno studio
-
to, tramandatoci per tradizione diretta, fornisce l’occasione per proporre problemi di carattere
nella performance giambica all’interno del simposio e anche sulle sostanziali differen-
il primo Epodo di Strasburgo occupa un posto di grande rilievo anche per la vexata quaestio
può servire come modello per gli studenti. Il Papiro Argentoratense 3 ha restituito tre distinte
composizioni epodiche mutile: la prima (Fr. 115 W.), augura un impietoso naufragio ad un
avversario, prima amico del poeta, la seconda è quasi illeggibile, mentre la terza allude ad un
inganno e ad una disputa con un vasaio di nome Eschilide e cita un certo Ipponatte. Quando
Reitzenstein lo pubblicò, ne sostenne la paternità archilochea sulla base dei seguenti elementi:
la forma metrica epodica, da lui ritenuta esclusiva di Archiloco; l’omerismo tipico del poeta;
la ripresa nell’Epodo X
Archiloco furono poi avanzati dubbi da alcuni studiosi, primo fra tutti il Blass, seguito poi dal
Perrotta e dal Degani, i quali ritenevano invece che fosse di Ipponatte in considerazione di ele-
menti linguistici, stilistici e metrici, quali la correptio attica, assente in Archiloco. Dopo avere
sviluppato brevemente qualche considerazione sulla controversa Autorschaft del componimen-
to, è utile sottoporre all’attenzione dei ragazzi l’apparato critico di alcune edizioni e fornire loro
Gianpiero di Maida || Relazione di tirocinio
PARTE
Insegnamenti di didattiche disciplinari e labora-
tori pedagogico-didattici
. ATTIVITÀ
Dopo avere seguito e svolto con successo gli esami afferenti agli insegnamenti dell’area
cosiddetta trasversale (insegnamenti di scienze dell’educazione), abbiamo cominciato negli ul-
timi giorni di aprile gli insegnamenti di didattiche disciplinari: una didattica del greco e latino
(con due laboratori), una della letteratura italiana (con un laboratorio) e un laboratorio di storia
Le attività svolte hanno riguardato una parte necessariamente ridotta dei programmi delle
discipline in questione, ma l’utilità e la novità per molti di noi ha riguardato l’approccio didat-
pratica di insegnamento.
In questo modo abbiamo – usufruendo del’esperienza dei docenti – analizzato le più comuni
-
teressare maggiormente gli alunni, promuovendo uno studio più consapevole e che proceda per
scoperta e trovando allo stesso tempo un accordo con le esigenze di un monte ore sempre più
scarno e ridotto (ad esempio le attività laboratoriali).
. ESPERIENZA SIGNIFICATIVA
All’interno delle 144 ore di insegnamenti di didattiche disciplinari svolte, molti sono stati
gli argomenti interessanti trattati, e tra questi sicuramente vanno citati gli esercizi e le proposte
-
tatura del canone” nella scelta dei testi presentati nelle letterature scolastiche assieme al prof.
Coffaro; e ancora l’analisi linguistica e letteraria di testi molto letti a scuola con il prof. Bruno
e l’approfondimento sui modelli grammaticali per l’insegnamento delle lingue classiche con il
prof. Nuzzo.
-
gente di Cornelio Gallo. Si tratta infatti di un tema considerato forse minore (anche se presente
nei libri di testo per il liceo), ma invero estremamente interessante.
L’origine di un genere letterario di grande successo (cosa che riguarda l’importanza dei
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misteriosa per certi aspetti (come l’improvvisa disgrazia in cui cadde), i rapporti letterari tra le
generazioni dei poeti neoterici e gli elegiaci, sono tutti elementi che possono stimolare l’interes-
e ricerca, di analisi dei testi (frammentari e non) e di persistenza della «memoria dei poeti»,
fornendo in questo modo un caso esemplare che potrà servire da modello e metodo di studio,
anche grazie all’estensione ridotta del materiale di studio.
ombre.
Di Gallo sappiamo che «nasce intorno al 70 a.C. a Forum Iulii» – ma quale delle tre? – «mi-
lita nel partito cesariano, è familiaris di Asinio Pollione, divide i favori dell’attrice Citeride con
Antonio e Bruto, è in amicizia con Virgilio e con il poeta greco Partenio di Nicea che gli dedica
i suoi Erotikà pathemata, scrive quattro libri di elegie per l’amata, ammira e imita lo stile di
ottiene nel 30 la prefettura dell’Egitto, ma, tornato a Roma, cade in disgrazia, viene processato
dal senato e si uccide nel 27 (o nel 26)» [Pinotti 2002, 60].
righe quasi tutti gli elementi con cui deve avere a che fare lo studioso che voglia capirne di
più: le origini cisalpine (come tutti i neoterici), la brillante carriera politica (ma terminata bru-
scamente e tragicamente), l’amicizia con Virgilio (che avrà persino ripercussioni testuali nella
chiusa delle Georgiche), l’amore per una donna dai facili costumi (e attrice!), il rapporto con la
poesia ellenistica e l’attività poetica.
Ma proviamo a leggere i testi più rilevanti dai quali è possibile trarre informazioni su Gal-
lo (ricordando che erano anche le uniche testimonianze prima del fortunoso ritrovamento del
1979).
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[Poi canta come Gallo mentre vagava lungo le rive del Permesso, sui monti d’Aonia trasse
una delle sorelle, e in suo onore tutto il coro di Febo si alzò. E a lui Lino, il pastore dal canto
le Muse, già donata al vecchio di Ascra, che soleva con essa cantando trarre dai monti i rigidi
orni. Con essa dirai l’origine della selva di Grinio, che bosco non vi sia di cui più si vanti Apol-
lo”.]
(traduzione di C. Carena)
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[Quest’ultimo canto, Aretusa, concedimi. Pochi versi al mio Gallo, ma che legga pure Lico-
sicani, Doride amara non mescolarsi alla tua corrente. Intona. Cantiamo l’amore infelice di Gal-
lo, mentre teneri brucano i virgulti le capre camuse. Non cantiamo a sordi, riecheggiano tutto
le selve. In quali boschi, o in quali balze eravate, fanciulle Naiadi, quando Gallo di un amore
nemici. Tu lontano dalla patria – come vorrei non credere a tanto! – sulle Alpi, ahimè, le nevi
e il rigido gelo del Reno senza di me, sola, contempli. Ah, che il gelo non ti nuoccia! Ah, che
a te le lame del ghiaccio non fendano le tenere piante dei piedi! Me ne andrò e le mie canzoni,
Entrambi questi passi creano più dubbi di quanti non ne sciolgano: il primo perché si con-
nette alle testimonianze di una produzione di epillio da parte di Gallo (in linea con l’abitudine
-
ne alle testimonianze su Gallo, offre lo spunto a nuove polemiche» [Pinotti 2002, 65]. Il bosco
Grineio infatti del v. 72 viene citato da Servio (ad ecl. 6,72) come il riferimento a un carme di
Euforione che Gallo avrebbe tradotto; ma la critica moderna lo ha preso come un riferimento
alla per altri versi nota produzione di epilli (innescando tutta una girandola di ipotesi su una
possibile evoluzione della produzione di Gallo da epillio a elegia, o viceversa)3.
Il secondo passo, invece, pone una questione differente; in esso Virgilio – stando alla testi-
monianza serviana (ad ecl. 10,46) – traduce da sé e riporta in esametro i versi dell’amico: e
certo non si può non sentire la voce di Gallo almeno nell’«a solo» e nelle interiezioni dei vv.
46-49, quando lacerato (il poeta proprio come le piante della donna) dalla lontanza dell’amata,
si preoccupa teneramente per la sua Licoride. Ma oltre questi evidentissimi stilemi elegiaci, è
palese che Virgilio in questo passo stia utilizzando tutto un repertorio che sembra estraneo e
inusuale nel contesto bucolico in cui si trova: la frequente ripetizione di Amor(es) (vv. 6, 10, 21,
28, 29, 44, 53, 54, 69, 73), la terminologia elegiaca (cura v. 22, molliter v. 33), il tema dell’a-
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mante solitario che incide il proprio nome sugli alberi (cfr. Properzio 1, 18 , 22 tra gli altri),
l’amore come malattia o follia e che richiede un rimedio (v .22, v. 38, v. 60), e il timore (o la
certezza) di un rivale (v. 23 alium). Addirittura il v. 48 comincia con una metà di un pentametro!
come è stato fatto acutamente notare da più parti: «l’attributo [indigno] che suonerebbe eretico
sulla bocca di un elegiaco allenato a nobilitare il proprio servitium amoris, è la spia della disap-
provazione virgiliana per il furor erotico totalizzante» [Pinotti 2002, 61].
Dunque alcune domande restano aperte: fu la produzione di Gallo solo elegiaca? E come si
collocano all’interno del pur esiguo corpus le testimonianze di una sua produzione non elegia-
ca? E poi, quali erano i rapporti del poeta con Virgilio? Possono i versi della X ecloga essere un
esempio / tributo alla poesia di Gallo?
Se dunque questi due passi appena citati lasciano molti problemi aperti, più chiaro è il riferi-
delle abluzioni con l’acqua del Lete, per lavare le ferite d’amore e potere così dimenticare la
sua passione:
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questa in particolare, è chiaro come l’intento di Properzio sia quello di porre Gallo all’apice
di una carrellata di illustri poeti d’amore5 che hanno reso le loro donne immortali (Catullo),
celebrato le spose fedeli (Calvo) o sofferto terribilmente in vita e in morte (il nostro Gallo). Il
famigerato riferimento all’Eneide virgiliana in fase di composizione, serve come recusatio: altri
scrivano di argomenti elevati, io mi accontento di argomenti minori (l’amore); però Properzio
dare dignità anche alla sua produzione e lo afferma chiaramente quando dice ai vv. 81-82:
Ma il motivo per cui ci interessa questa citazione è che Properzio inserisce Gallo all’interno
di una linea genetica che pone i neoterici al vertice, ma passa proprio per Gallo.
Tr., 4, 10, 53-54:
Se uniamo questi canoni a quello che ci fornisce Quintiliano, Inst. Or. 10, 1, 93:
Elegia quoque Graecos prouocamus, cuius mihi tersus atque elegans maxime uidetur auctor
Tibullus. Sunt qui Propertium malint. Ouidius utroque lasciuior, sicut durior Gallus.
[Anche nell’elegia reggiamo il confronto coi Greci; tra gli autori del genere, quello che mi
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si intende l’idea di Gallo capostipite del genere elegiaco eppure collegato ai neoteroi.
-
ne ai più aziani Varrone, Catullo e Calvo.
Ma perché non prendere allora Catullo, come padre dell’elegia? La cui produzione era già
sciuramente riconosciuta come quella di più alto valore?
Giustamente si è fatto notare che – nonstante il forte ascendente che Catullo avrà sempre
sull’elegia – non può essere il veronese l’inventor del genere per gli antichi e questo perché non
ha scritto solo d’amore e non ha utilizzato un solo metro (costitutivo del genere): la sua opera
è contraddistina da «poikilia tematica e metrica» [Pinotti 2002, 66]. Ben diversa invece l’opera
di Gallo: quattro libri, dedicati alla donna amata e tutti in distici.
Fino al 1979 è stato l’unico verso (un pentamentro) di Gallo conosciuto, citato da un com-
nemoribus paludibus montibus gentibus per litteras; sarà bene citare questo passo: «There is
nothing ‘durum’ about Gallus’ pentameter; on the contrary, his word-patterning is highly arti-
stic. Two numbers span the line (‘uno ... duas’); ‘uno tellures ... amne duas’ produces both an
ABAB arrangement (ablative-accustive-ablative-accusative) and a chiasmus (number-noun-
noun-number). ‘Dividit’ appropriately stands at he mid-point of the line (with two word on
either side) and the word ‘amne’ splits ‘tellures ... duas’ just as the river itself splits the conti-
nents.» [Hollis 2007, 240], da cui emerge l’ottima fattura del verso e la grande sapienza tecnica
espressa.
I versi ritrovati nel 1979 sono invece stati divisi in almeno 4 epigrammi6 (ma non mancano
voci che spingono per inserirli in un componimento unico, ma questa seconda possibilità sem-
bra poco probabile ed è preferibile scartarla).
Ne riportiamo i primi 9 versi della prima colonna, gli unici leggibili.
6 Del quarto rimane un verso mutilo in cui è comprensibile una sola parola, al v. 11, qui non riportato.
Qasr
Ibrim: Ingrandimento dei versi - del papiro contenente le elegie di Cornelio Gallo.
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signora (...) lo stesso a te non io, o Visco (...) nulla o Catone, essendo tu giudice, ho da temere]
(traduzione di L. Nicastri)
Quanto emerge da questi pochi versi è stato oggetto di numerose analisi, forse anche troppe
se messe in relazione all’esiguità del contenuto; quello che di certo possiamo dire è che:
-
menti di Gallo: la Pinotti si stupisce che i versi «probabilmente brutti» di Gallo possano avere
deve riconoscere al tempo stesso la presenza in questi pochissimi versi di alcuni stilemi presen-
un giudizio così netto e sprezzante, i versi di Gallo non mi sembrano affatto brutti, e l’ecloga
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X, pur se attraverso il genio poetico di Virgilio, deve essere presa come un esempio credibile
della produzione di Gallo.
centrale nella nascita e poi nello svolgimento del genere elegiaco a Roma.
All’interno dello sviluppo della produzione poetica dall’età di Silla all’età augustea, l’elegia
Dunque accanto a Catullo e i neoteroi, giustamente ritenuti padri spirituali dagli stessi ele-
giaci, e alle ormai conclamate relazioni con la commedia (servitium amoris), l’elegia vede
come “terzo precursore” proprio Cornelio Gallo. Per questo ruolo fondamentale di cesura, per
la particolare fama di cui godé presso gli antichi suoi contemporanei e immediati epigoni (a
cominciare dall’altissima stima – o solo adulazione? – di Virgilio), egli segna un vero punto di
incontro delle esperienze poetiche che dall’età di Cesare portano al primo principato augusteo.
l’eseguità del materiale giuntoci (cui però non è per nulla seguito - lo abbiamo già notato - un
corrispondente disinteresse degli studiosi e critici... tutt’altro!): la mia proposta vuole invece
fare di questo dato un punto di forza. Attraverso infatti la naturale curiosità degli adolescenti,
vorrei tentare di stimolare l’interesse della classe presentando un personaggio spero intrigante,
certamente controverso e misterioso. Il ritrovamento fortunoso poi del 1979, con tutto il suo
contorno di “avventura” (lo scavo archeologico, le sabbie d’Egitto, il papiro frammentario) rap-
presenta certamente un modo ideale per calamitare l’attenzione degli alunni. Dunque nel pieno
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la classe in due gruppi, uno con a disposizione solo le testimonianze e il singolo pentametro,
Dopo avere letto le principali testimonianze in classe e dopo avere ricevuto dal docente alcune
-
lo: da ultimo, dopo una breve relazione da parte di ciascun gruppo, sarebbe intreressante porre
a confronto i due quadri presentati e capire effettivamente se le conclusioni cui sono giunti i due
gruppi sono assimilabili o invece antitetiche.
Tutto questo lavoro (da svolgere in classe in ca. 3 ore e per il resto a casa) assolverebbe a
diverse funzioni, tutte educativamente rilevanti: metterebbe la classe a contatto per la prima
volta con dei frammenti (condizione spesso frequente negli studi classici) e inoltre direttamente
-
cientemente buone tali da risultare comprensibili (anche se non integralmente leggibili) anche
agli occhi di un non esperto; in questo modo, attraverso un vero e proprio esercizio di ecdotica
e attuerebbe un tipo di apprendimento per scoperta, senza – ne sono certo – mancare anche di
divertirsi durante lo svolgimento.
CONCLUSIONI
un’esperienza lunga parecchi mesi, come un’unica lunga full immersion.
Per quello che concerne l’acquisizione delle professionalità che ci saranno chieste al mo-
mento del nostro ingresso a scuola, certamente la concentrazione in pochi mesi di un percorso
che era stato pensato per un anno, ha nuociuto all’approfondimento e alla metabolizzazione,
Al tempo stesso l’intensità e il ritmo – ripeto – incalzante hanno fatto sì che le esperienze
vissute siano state particolarmente profonde e indimenticabili, specie quelle svolte all’interno
delle istituzioni scolastiche.
Inoltre l’eccezionale rapporto instituitosi con i colleghi della classe A052, che mi preme rin-
graziare per il supporto e l’aiuto in tutte le circostanze, con i docenti tutor e la docente coordi-
natrice, la prof. Rizzo, nonché con tutti gli insegnanti dell’area didattica e trasversale così come
quelli incontrati durante lo svolgimento dei seminari sui bisogni educativi speciali, ha davvero
reso questa esperienza di formazione anche una fantastica esperienza di vita.
A tal proposito la brevissima, ma intensa attività svolta durante le 24 ore di seminari sui
BES, ha riassunto nel suo piccolo un po’ tutto questo primo ciclo di TFA: un numero di ore
sproporzionatamente ridotto rispetto alla vastità degli argomenti, all’importanza e alla delicata
tematica trattata, ha comunque rappresentato grazie alla dedidizione e alla passione di docenti
e colleghi un momento di profonda partecipazione, di grande coinvolgimento e in alcuni mo-
menti anche di commozione. Il mio lavoro di approfondimento svolto come prova di idoneità
per il seminario del prof. M. Bucca, Linguaggi non-verbali in presenza di disabilità uditive, mi
ha stimolato alla lettura di opere riguardanti tale tema, pur nell’esiguità del tempo a mia dispo-
sizione in questi giorni così concitati.
Diverso invece il discorso da fare per le prospettive seguenti questo tirocinio: mi riferisco
al tanto attesto inserimento nel mondo del lavoro. Le politiche di occupazione nella scuola in
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lizzo stabile e prolungato. Questo nel tempo ha prodotto delle storture i cui effetti putroppo non
smettono di fare sentire la loro perniciosa infuenza ancora oggi: si citi a solo titolo di esempio
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la pessima scelta (riparatrice) di istituire i TFA speciali; è di questi giorni la notizia che saranno
attivati a breve, addirittura – pare – eliminando la prova di selzione iniziale!
In questo modo, il MIUR – pur se chiamato a riparare a una situazione creata dalle prece-
denti politiche ministeriali – sembra rimanere su una linea di non-rigore e di ricorso a soluzioni
di emergenza, che in quanto tali sono sempre caotiche, raffazzonate, quando non ingiuste e
palesemente scorrette.
Si sente invece il bisogno di una politica scolastica (ma il discorso vale per tutti i settori)
differente, che segni il passo, che introduca un paese all’avanguardia sotto molti aspetti come
l’Italia nel III millennio, continuando a puntare sull’educazione come risorsa numero uno.
Non devo certo ricordare in questa sede l’importanza e l’enorme ricaduta sociale di un’e-
ducazione di alto livello, pubblica e di massa: per fare solo un esempio, un paese con un’alta
dispersione scolastica infatti è un paese arretrato in cui la malavita organizzata ha buon gioco
nel fornire una prospettiva a giovani non solo senza lavoro, ma soprattutto senza un quadro di
valori di riferimento da opporre a quello distorto e retrogrado di certe culture dell’illegalità.
Se la nostra classe politica – che soffre comprensibilmente del disamoramento dei cittadini –
capisse, dando dei segnali concreti in tal senso, l’importanza dell’educazione nella formazione
di un paese moderno e civile oltre che felice, sono certo che partirebbe da una completa revisio-
ne delle politiche occupazionali scolastiche.
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