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Antico Testamento.

L'episodio di Abramo che porta sul monte il figlio Isacco per sacrificarlo è un
trip psicologico da paura.
In effetti, ad Abramo non fu mai chiesto di uccidere il figlio Isacco. 
La parola usata in ebraico si traduce più o meno come "innalzare", ed era si usata come "offrire in
sacrificio" (innalzare l'offerta fino al cielo, bruciandola) ma significava anche "elevare, illuminare,
portare a pieno compimento", cioè innalzare in senso "evolutivo". L'ebraico è un alfabeto
geroglifico, le parole hanno molti significati.
Allora perchè Abramo sceglie (inconsciamente?) di capire quell'innalzare come offerta in
sacrificio? Perchè non pensa che il dio gli stia dicendo di aiutare Isacco ad evolvere, di lasciare che
si elevi verso l'illuminazione, più in alto dello stesso Abramo, fino ad orizzonti che Abramo non
potrà mai raggiungere? Non è forse il destino e il compito di ogni Padre, quello di fare in modo che
il Figlio sia di più di ciò che lui è stato?
E se fosse proprio per questo motivo... 
Abramo aveva due scelte, uccidere il figlio Isacco (giustificandosi con l'obbedienza) e rimanere
padrone del suo modo di pensare, di fare le cose, Protagonista del Futuro, oppure elevarlo
all'illuminazione, lasciandolo libero di esprimere un pensiero nuovo, con energie nuove, e cedendo
a lui il ruolo di Protagonista del Futuro. 
E' un conflitto uguale ed opposto a quello di Edipo. Edipo ha la pulsione di uccidere e spodestare il
padre, Abramo ha la pulsione di uccidere il figlio per non farsi spodestare da lui. Solo che il
complesso di Edipo è stato portato alla luce, scoperto e poco a poco affrontato. Il complesso di
Abramo è stato (inconsciamente?) lasciato nell'ombra.
Ma non è forse per questo motivo che si impone una rigida e precisa educazione ai bambini?
Perchè ci affrettiamo tanto a consegnare ai figli il nostro modo di vedere le cose, il nostro modo di
fare le cose, il nostro modo di pensare, anzi che lasciare che siano loro ad insegnare a noi nuovi
modi di conoscere e di agire? 
Forse perchè trasmettendogli il nostro modo di essere, rimaniamo noi i "protagonisti del futuro",
anzi che dirigerci verso il passato e lasciare che siano i figli a spiegarci come sarà il futuro.
Le traduzioni comunemente diffuse dell'antico testamento non si pongono minimamente il
problema, per loro la richiesta del dio di uccidere Isacco non è altro che un test di obbedienza
(come se un dio onnisciente avesse bisogno di prove) e l'obbedienza viene fatta protagonista del
racconto. Così i figli imparano che obbedire è giusto, e i padri possono programmarli secondo il
loro modo di pensare, e il Complesso di Abramo rimane nell'ombra.

(cito e ringrazio IGOR SIBALDI con "Il Libro dell'Abbondanza" che ha dato vita a questa riflessione)

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