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INSTABILITÀ STATICA

E DINAMICA
DELLE STRUTTURE

Prof. A. Carpinteri

Politecnico di Torino
Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica
INSTABILITÀ STATICA E DINAMICA
DELLE STRUTTURE

Docente Titolare:
Prof. Alberto Carpinteri
alberto.carpinteri@polito.it 011-090-4850

Docenti Coadiutori:
Dr. Amedeo Manuello
amedeo.manuellobertetto@polito.it 011-090-4873

Dr. Gianfranco Piana


gianfranco.piana@polito.it 011-090-4854

Prof. Giuseppe Lacidogna


giuseppe.lacidogna@polito.it 011-090-4871
Orari del Corso

Mercoledì 10:00 – 13:00 (Aula 11S)

Giovedì 10:00 – 11:30 (LAIB 3)


Argomenti del Corso

(1) Instabilità dell’equilibrio elastico (Parte generale)


4 settimane

(2) Coperture e ponti di grande luce


4 settimane

(3) Edifici di grande altezza


4 settimane

Applicazioni avanzate
2 settimane seminariali
Testi adottati
• A. Carpinteri, “Scienza delle Costruzioni”, Volume 2, Cap.
17, Pitagora Ed., Bologna, 1992.

• A. Carpinteri, “Advanced Structural Mechanics”, Chapters


7-9, CRC Press, Boca Raton London New York, 2017.

• D. P. Billington, “The Tower and the Bridge: The New Art of


Structural Engineering”, Princeton University Press,
Princeton, 1985.
Lezione 1

SISTEMI DISCRETI

Politecnico di Torino
Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica
SISTEMI MECCANICI DISCRETI AD UN
GRADO DI LIBERTÁ
CERNIERA ELASTICA

L'energia potenziale totale dell'intero sistema vale:

(17.1)
Le condizioni di equilibrio si individuano imponendo la
stazionarietà di W:

(17.2)

da cui:

(17.3)
Comportamento globale del sistema rigido-incrudente
(comportamento stabile)
Verifica della stabilità del ramo post-critico:
(17.4.a)

(17.4.b)
METODO DELL’EQUILIBRIO DIRETTO

(17.4.a)

(17.4.b)
APPOGGIO ELASTICO

L'energia potenziale totale vale:

(17.6)
Le condizioni di equilibrio si ottengono imponendo la stazionarietà
di W:

(17.7)

da cui:

(17.8)
Comportamento globale del sistema rigido-softening
(comportamento instabile)
Verifica dell'instabilità del ramo post-critico:

(17.9.a)
(17.9.b)
METODO DELL’EQUILIBRIO DIRETTO

(17.10.a)

(17.10.b)
SISTEMI MECCANICI DISCRETI A DUE
GRADI DI LIBERTÁ

CERNIERE ELASTICHE
L'energia potenziale totale vale:
Sviluppando la precedente relazione in serie di Taylor intorno
all'origine, si ottiene:

(17.12)

Le condizioni di equilibrio si individuano imponendo la


stazionarietà di W:

(17.13.a)

(17.13.b)
Le (17.13) costituiscono un sistema omogeneo di equazioni
algebriche lineari e ammettono soluzione diversa da quella
ovvia quando si annulla il determinante dei coefficienti:

(17.14)

Sviluppando tale determinante si ottiene un'equazione


algebrica di secondo grado in N:

(17.15)

si ha: (17.16)
Da tale equazione si calcolano gli autovalori:

(17.17.a)

(17.17.b)

Dal sistema (17.13) si ricavano poi i due autovettori


corrispondenti:

(17.18.a)
(17.18.b)
Gli autovettori (17.18) rappresentano i due modi di
deformazione relativi ai due stati critici, e sono mostrati, a
meno di un fattore di proporzionalità, in figura.
Per analizzare il ramo post-critico corrispondente al primo
autovettore, si è provveduto al seguente cambio di variabili:
;
dove y1 e y2 sono infinitesimi di ordine superiore rispetto allo
spostamento e.
Calcolando le singole componenti dell’Hessiano:

(17.20)

ed esplicitando i singoli membri della matrice dell’Hessiano si valuta il


determinante:
(17.21)

Si può quindi concludere che, se l’Hessiano è definito positivo, le


infinite configurazioni del ramo post-critico saranno stabili.
METODO DELL’EQUILIBRIO DIRETTO

Equilibrio alla rotazione attorno alle cerniere elastiche


(cinematica linearizzata)

(17.22.a)

(17.22.b)
Dalle (17.22) si ricava:

(17.23.a)

(17.23.b)

Il sistema omogeneo (17.23) ammette altre soluzioni oltre a


quella ovvia quando il determinante dei coefficienti si annulla,
riottenendo perciò l’equazione caratteristica (17.16):

(17.24)
CALCOLO DELLA MATRICE DI RIGIDEZZA ELASTICA
Si osservi come, per N = 0 , la matrice (17.14) coincida con la
matrice di rigidezza del sistema discreto considerato

3k
2k
l2
l2
k k k
l l l2
22kk 2k
2k ll l
k
l2 3k
l2
5k l2
l2 3k k (17.14)
l2 l2

2k 3k
l2 l2 4k
l2
La matrice (17.24) non mostra invece un significato fisico
altrettanto evidente.

(17.24)

Per N = 0, essa rappresenta la matrice di rigidezza del sistema


allorché come caratteristiche statiche vengano assunti i momenti
reattivi delle cerniere elastiche, non duali delle coordinate x1 e x2.
APPOGGI ELASTICI

L'energia potenziale totale è esprimibile come segue:

(17.25)
Sviluppando la (17.25) in serie di Taylor intorno all'origine, si
ottiene:

(17.26)

La stazionarietà del potenziale W impone l'annullamento delle


due derivate parziali prime:

(17.27.a)

(17.27.b)
L'annullamento del determinante della matrice dei coefficienti:

(17.28)

fornisce l’equazione caratteristica:

(17.29)
Dall’equazione caratteristica si ricavano quindi i due autovalori:

(17.30.a)

(17.30.b)

Dal sistema (17.27) si ricavano i due autovettori corrispondenti:

(17.31.a)
(17.31.b)

che risultano essere gli stessi, in ordine inverso, del caso visto
in precedenza.
Studio dell’Hessiano:

(17.33)

Essendo l'Hessiano definito negativo, il ramo post-critico risulta


instabile, in analogia a quanto visto nel caso di singolo appoggio
elastico.
METODO DELL’EQUILIBRIO DIRETTO

Equilibrio alla rotazione delle due aste estreme rispetto alle


cerniere intermedie:

(17.34.a)

(17.34.b)
Equazioni di equilibrio alla traslazione verticale e alla rotazione
attorno al punto A dell'intera struttura:

(17.35.a)

(17.35.b)

Si ottiene:

(17.36.a)

(17.36.b)
Introdotte le (17.36) nelle (17.34), si ricava:

(17.37)

Annullando il determinante della matrice dei coefficienti si riottiene


l'equazione caratteristica (17.29).
Anche in questo caso, per N = 0, la matrice (17.28) coincide con
la matrice di rigidezza del sistema.

(17.28)
SISTEMI MECCANICI DISCRETIZZATI AD n
GRADI DI LIBERTÁ
In generale il problema della stabilità dell'equilibrio elastico
può sempre porsi nella forma:

(17.38)

ove:
[ K ] indica la matrice di rigidezza elastica,
[ Kg ] indica la matrice di rigidezza geometrica,
{d} è il vettore degli spostamenti nodali,
l è un moltiplicatore dei carichi, che si suppongono crescere
proporzionalmente.
Gli autovalori del problema si ottengono tramite la condizione:

(17.39)

Il minimo autovalore l è detto moltiplicatore critico dei carichi, e


rappresenta la sollecitazione di incipiente collasso.
Nel caso di entrambi i sistemi pocanzi considerati, la matrice di
rigidezza geometrica è la medesima e si presenta come
segue:

(17.40)

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