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ALLONTANARSI DALLA LINEA GIALLA

Una piccola raccolta di storie, immagini, esperienze, suoni che si sviluppano al di fuori di un percorso
tracciato.

aprile 19, 2018

LA "ROTA PORPHYRETICA" IN SAN PIETRO


Qualche settimana fa un nostro lettore mi ha chiesto informazioni riguardo alla "Rota Porphyretica",
il grande disco di por do rosso che si trova nella basilica vaticana. L'argomento, a mio parere,
meritava un post approfondito perchè lo stesso, rappresenterebbe, il punto esatto in cui, all'interno
dell'antica basilica costantiniana, gli imperatori venivano incoronati dal papa. E proprio sulla "Rota
Porphyretica", secondo una tradizione che si tramanda da secoli, sarebbe stato incoronato Carlo
Magno per mano di papa Leone III nella notte di Natale dell'anno 800. 

La lastra, all'interno del luogo di culto, rivestiva una grande importanza a tal punto che non poteva
essere calpestata per nessun motivo dal popolo comune. Per sviluppare il post sono partito da un
bellissimo articolo scritto nel 1954 dall'ecclesiastico francese Michel Andrieu che prende in esame
due fonti dirette nella descrizione dell'antica basilica vaticana, demolita nel corso del XVI secolo per
costruire quella che possiamo ammirare oggi. La prima fonte è quella dello storico agostiniano
Onofrio Panvinio (1530-1568) il quale, osservando il pavimento della parte ancora intatta della
basilica, descrisse ben quattro "rotae". "Una in por do nel nartece; una seconda in marmo egiziano
subito dopo la soglia; la terza, in por do,all'altezza dell'altare del Santissimo Sacramento e l'ultima,
in marmo egiziano". La stessa descrizione del Panvinio, seppur in maniera più accurata, venne fatta
successivamente da Giacomo Grimaldi (1560-1623), erudito e chierico bene ciato alla Basilica
Vaticana il quale, presente ai lavori di demolizione dell'ultima parte della vecchia basilica, ci ha
lasciato preziose indicazioni sulla sua struttura e i suoi dipinti. 

Grimaldi notò quattro "rotae", susseguenti in linea retta, indicando come "grande porphyretica"
quella posta di fronte all'Altare del Santissimo Sacramento. Naturalmente non è semplice orientarsi
in un ambiente, quello dell'antica basilica costantiniana, del quale conosciamo pochissime
raf gurazioni. Una di queste è proprio un disegno della basilica eseguito dallo stesso Grimaldi in cui
lo stesso presta particolare attenzione alla grande rota posta nel mezzo della grande navata nei
pressi dell'altare del Santissimo Sacramento e l'unica delle quattro ad essere rappresentata ed
evidenziata in rosso. Questa grande lastra di por do era la più notevole di tutte, non solo per le sue
dimensioni, ma per il suo ruolo secolare era stata assegnata nelle solenni cerimonie della Corona e
per l'intronizzazione dei papi. È stata menzionata in molti testi, a cui si riferisce Grimaldi e che tutti
gli eruditi esperti nelle antichità cristiane di Roma conoscevano. 
Un'altra raf gurazione della basilica costantiniana, forse meno precisa della precedente, la troviamo
in una miniatura della Great Chronicle che raf gura l'incoronazione di Carlo Magno, dipinta dopo il
1458 dal pittore francese Jean Foucquet (1420-1477/1481). La miniatura mostra un'altra disposizione
delle "rotae" rispetto ai testi di Panvinio e di Grimaldi. Infatti si notano quattro lastre rotonde
disposte in una croce o in rombo. 

Tuttavia è ancora lo stesso Grimaldi a riportare che il grande disco di por do non venne subito
inserito all'interno della nuova pavimentazione basilicale ma, durante l'ultima fase della costruzione
dell'odierna San Pietro, durante il ponti cato di Paolo V, venne interrato a 13 piedi di profondità
assieme a tutto l'antico pavimento. Grimaldi presentò al ponte ce anche un progetto atto a
staccarla e integrarla nel nuovo pavimento ma non vi riuscì a causa della morte che lo colse nel
1623. 

Nel 1649, in occasione del Giubileo, papa Innocenzo X volle sostituire il pavimento originale
disegnato da Maderno con una nuova pavimentazione disegnata ad intarsi, opera di Gian Lorenzo
Bernini. L'occasione, secondo Andrieu, fu propizia anche per riesumare la "Rota Porphyretica" che,
però, durante l'esumazione fu spezzata mentre i bordi delle rotture vennero accuratamente
regolarizzati per riadattare i frammenti tra loro. Le sue dimensioni primitive furono così ridotte.
Purtroppo, pur supponendo il suo utilizzo in qualche monumento della Roma imperiale, non
conosciamo l'antica origine, pre-costantiniana, del disco di por do rosso. Tuttavia il valore storico
della lastra su cui si inginocchiarono tanti grandi personaggi storici, seppur ignorato dai più che
oggi visitano la basilica di San Pietro, rimane di un fascino e di un valore incommensurabile. 
BIBLIOGRAFIA 
M. Michel ANDRIEU- La rota porphyretica de la basilique vaticane - Mélanges de l'école française de
Rome Année 1954 66 pp. 189-218

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Etichette: imperatori, papi, por do, Roma, rota, san pietro

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Giampaolo Virga

Archeologo, guida
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