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SCHEDA DEL LIBRO "LA NOTTE" di Elie Wiesel

TITOLO: "La notte"

AUTORE: Elie Wiesel

CASA EDITRICE: Giuntina

TRAMA: il libro comincia con la figura del piccolo Eliezer che discute di "misticismo" con il vecchio
Moshè lo Shammàsh. Un giorno gli ebrei stranieri vengono cacciati da Sighet in Transilvania
(Romania), il paese dove vive la famiglia Wiesel, ma dopo un Po il vecchio riesce a tornare e racconta
la sua esperienza come deportato. All'improvviso arriva la notizia che da lì a qualche giorno avrebbero
dovuto partire per una meta che era per tutti sconosciuta tranne che per il presidente del Consiglio
ebraico. Un Po alla volta gli abitanti di Sighet vengono caricati sui vagoni di alcuni treni che li
avrebbero trasportati in quel luogo misterioso. Arriva anche il giorno della partenza dei Wiesel
(genitori e due figli). Solo all'arrivo vengono a sapere qual è la meta: il campo di concentramento per
ebrei a Birkenau. Tutti vengono privati degli oggetti preziosi e all'entrata vengono divisi tra uomini e
donne. Il piccolo Wiesel rimane con il padre senza sapere che non avrebbe più rivisto la madre la
sorellina Zipporà. Dopo una breve camminata si incominciava a vedere una nuvola di fumo
proveniente da un camino e prima di arrivare al momento della prima selezione uno sconosciuto
suggerisce ai due di falsificare le loro età: Elieser avrebbe dovuto avere diciott'anni e il padre quaranta.
Arrivati alla selezione essi seguono il consiglio che si rivelò utile visto che più avanti vengono a sapere
che i bambini e i vecchi deboli venivano bruciati nel camino che videro all'entrata del campo. Oltre che
degli oggetti preziosi vengono privati dei loro indumenti tranne che della cintura ed inizialmente anche
delle scarpe che gli avrebbero sottratto più avanti. Gli agenti della Gestapo li costringono a marciare
nudi attraverso il campo durante una forte nevicata. I deportati vengono disinfettati con il petrolio e poi
lavati con dell'acqua calda infine vengono scortati con i mitra spianati fino alle loro baracche. Qualche
giorno dopo vengono trasferiti al campo di Auschwitz. Lì trovano un capo blocco più umano di quello
di Birkenau ed in loro incominciava a nascere un briciolo di speranza nella liberazione. Dopo qualche
giorno si trasferiscono al campo di Buna dove i bambini vengono tratti degnamente visto che erano
oggetto di omosessualità. All'entrata del blocco che era a loro destinato vengono marchiati con un
numero che sostituisce il loro nome. Poi arriva la visita dal dentista dove gli venivano tolti i denti d'oro
e Eliezer possiede una corano d'oro. per un Po riesce a tenersela ma non per tanto. Un giorno il blocco
di E0liezer viene affidato ad un ragazzo di nome Franek, che dà loro la possibilità di fare ciò che
avevano voglia. Eliezer camminando scopre il suo capoblocco in un momento di intimità con una
ragazza. Il ragazzino per questo viene frustato. Un giorno arriva la notizia che alcune bombe rosse
erano cadute su Buna distruggendo alcuni edifici. Il giorno dopo due prigionieri vengono impiccati per
aver rubato durante l'allarme, ma eliezer ne rimane indifferente, al contrario di quando vide
l'impiccagione di un ragazzino che non morì subito ma rimase in fin di vita per qualche minuto sotto lo
sguardo di tutti i prigionieri. il ragazzino comincia a disprezzare Dio e tutto ciò che è legato a lui.
Arriva il momento di un'ennesima selezione . Fortunatamente padre e figlio passano la selezione. Un
giorno vedendo che gli si era gonfiato un piede, Elie si reca dal medico che lo obbliga ad una
operazione per evitare l'amputazione. il ragazzino rimane in ospedale fino a quando non arriva la
notizia di un nuovo bombardamento. Scappa dall'ospedale temendo una nuova selezione che non
avrebbe superato vista le sue condizioni. Le S.S. decidono si evacuare il campo e inizia una lunga
marcia dove rimangono uccisi molti prigionieri schiacciati dalla massa in fuga. Ad un certo punto
vengono caricati nuovamente su un treno destinazione Buchenwald. Arrivati nel nuovo campo erano
tutti stravolti dalla fatica della corsa, dalla fame e dalla sete. Poco dopo li attendeva una doccia calda,
ma molti, compreso il padre di Elie, non hanno la forza di arrivarci vista la calca di corpi che lottavano
per assicurarsi i primi posti per le docce. Il ragazzo capisce che si sta avvicinando la tanto temuta
separazione dal suo padre viste le sue condizioni critiche si fisiche, ma soprattutto mentali. Aveva
azzeccato in pieno: un giorno, al suo risveglio, non c'era più suo padre ma un altro uomo, visto che
presumibilmente il vecchio era stato portato al crematorio. Il 5 aprile 1945 gli altoparlanti del campo
annunciano ai deportati di recarsi nel piazzale, ma incominciò a nascere nella mente di qualcuno che
era solo una scusa per fucilarli tutti, di conseguenza molti si nascosero. La riunione nel piazzale e viene
rimandata ogni giorno, per ben sei giorni, duranti i quali i prigionieri si cibavano di erba visto che la
distribuzione di zuppa era cessata. Al sesto giorno un carro armato americano varca il cancello del
campo: era LA FINE DELLE TORTURE. Elie, dopo la liberazione, viene colto da un'intossicazione e
deve lottare per diversi giorni con la morte, ma raccogliendo le sue ultime forze si alza dal suo letto
d'ospedale e si guarda allo specchio: lui non vede altro che un cadavere.

NARRATORE: interno (è lo stesso protagonista)

GENERE: autobiografia

AMBIENTE & TEMPO: cittadina di Sighet, campi di concentramento. Si tratta dell'anno conclusivo
della 2´ Guerra Mondiale.

LINGUAGGIO: molto semplice e scorrevole. Non c'è uso di parole complesse, ma sono presenti alcuni
termini in tedesco e in lingua ebraica, che vengono evidenziate dal carattere corsivo, forse per rendere
più evidente il distacco che quella guerra ha creato fra le due culture. Il linguaggio duro usato in alcune
parti del testo (quelle culminanti) da l'idea del disprezzo che l'autore prova nei confronti di coloro che
avevano ideato quella brutale deportazione.

GIUDIZIO PERSONALE: sostanzialmente il quest'opera ha un suo fascino che comunque è dato anche
da un filo di mistero sulle avventure tremende che hanno dovuto subire milioni di deportati. Il punto
negativo, che comunque non è in particolare rivolto a questo libro ma a tutti quelli che trattano questo
argomento (che sono molti), è il fatto che bene o male la storia è sempre uguale ed ormai, anche
all'inizio del libro, si può intuire il finale. Questa non vuol essere solo una critica al libro, visto che
comunque questo argomento mi ha sempre creato interesse, nonostante il suo contenuto crudo.

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