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LA COSTITUZIONE ITALIANA

Origini: Tutto iniziò con lo Statuto albertino, la carta concessa dal re Carlo Alberto di
Savoia. Dopo la proclamazione del Regno d’Italia, lo statuto divenne la legge
fondamentale dell’Italia Unita. Esso rappresentava il frutto dell’autorità del sovrano. Non
fu approvato tramite una votazione ma concesso dal sovrano ai suoi sudditi. Lo stesso
termine “Statuto” è il simbolo della sovranità popolare. Esso era una carta elastica: ovvero
contenente norme generiche, flessibile: in quanto le sue leggi potevano essere modificate
dal Parlamento. Tale carta era breve e elencava i principali diritti civili e politici,
affermatisi in epoca liberale a seguito delle rivoluzioni di fine Settecento.
In base allo Statuto, il governo era una forma di monarchia costituzionale; in essa il
sovrano aveva un ruolo preminente poiché egli deteneva il potere esecutivo.
Il Parlamento era formato da due camere: la camera dei Deputati (eletta dai sudditi sulla
base di un suffragio illimitato) e il Senato (composto dai senatori). Alle camere era
affidato il potere legislativo ma la formazione delle leggi spettava al re, egli inoltre poteva
sciogliere le stesse camere.
Il potere giudiziario era rappresentato dai giudici nominati dal re.
Nel corso del 19esimo secolo il potere del sovrano migrò lentamente verso il Parlamento,
che instaurò successivamente un rapporto diretto con il Governo, permettendo la
formazione della monarchia parlamentare. Venne introdotto così, un rapporto di fiducia tra
i due. In alcuni periodi però, data la flessibilità dello Statuto, si introdussero una serie di
leggi che tolsero ai cittadini molte libertà: tali periodi sono rappresentati dall’età crispina e
dal ventennio fascista.
Oggi: Dopo il fascismo e la guerra, il sovrano Emanuele III volette ridare valore allo
statuto, come monarchia istituzionale: gli antifascisti, che condannarono il sovrano
responsabile per i danni provati dal fascismo, vollero la repubblica.
Tra il 1946 e il 1947 si svolsero le elezioni per la costituzione di un’Assemblea costituente
e per una nuova costituzione. Il risultato fu’ per l’approvazione della forma repubblicana.
L’assemblea convocò 75 membri presieduta da Meuccio Ruini e affidò a 18 parlamentari il
compito di scrivere fisicamente il testo costituzionale. I movimenti antifascisti
contribuirono alla scrittura della Carta condivisa, essa dopo aver ottenuto il maggior voto
entrò in vigore dal 1 gennaio 1948.
Il testo ebbe come tratto fondamentale l’antifascismo.
I caratteri della Costituzione repubblicana:
Votata: approvata dall’Assemblea costituente.
Scritta: è stata codificata per iscritto.
Lunga: contiene 139 articoli ed è molto dettagliata
Sociale: interviene nel campo economico e sociale
Rigida: per evitare che venisse svuotata di significato
Essa fu però lo stesso predisposta a modifiche nel corso del tempo, concesse però dalla
doppia autorizzazione delle camere con loro successiva deliberazione.
Fino ad oggi non sono state registrate numerose modifiche al testo costituzionale tranne
per: nel 2001 nella ridefinizione dei poteri dati alle enti locali, nel 2003 nella promozione
delle pari opportunità.

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