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Segni e Simboli cristiani- arte paleocristiana

Chi ha fatto visita alle catacombe di Roma, avrà sicuramente notato l'innumerevole presenza di strani
disegni sulle pietre tombali: pesci, pastori con agnelli sulle spalle, oppure colombe. Perché? Quale era il loro
significato? Inoltre, in molti avranno notato che quei simboli sono ancora presenti nelle chiese dei giorni
nostri.
Il ricorso alla simbologia era nato essenzialmente per ragioni pratiche: i primi cristiani vivevano in una
società prevalentemente pagana ed ostile, nella quale la loro religione veniva considerata come una sorta
di superstizione illegale.
In un certo qual modo, la simbologia paleocristiana è la sintesi di due concezioni totalmente diverse: da un
lato essa trova radice nel mondo ebraico che rifiutava l’immagine, ma nello stesso tempo risentiva della
cultura pagana romana, che invece era fortemente figurativa.

I simboli più utilizzati furono:

- Il Buon Pastore con la pecora sulle spalle, che voleva rappresentare Cristo salvatore e I' anima che
egli si accingeva a salvare;
- L'orante, che stava a significare che il defunto (rappresentato con le braccia parte in segno di
preghiera) viveva già nella pace divina;
- Il monogramma di Cristo: formato da due lettere dell'alfabeto greco, la X (chi) e la P (ro),
intrecciate insieme. Con questo monogramma si voleva indicare che la persona scomparsa era di
religione cristiana.
- Il pesce, che in greco si scrive IXTHYC (ichtùs). Se però le lettere si disponessero verticalmente, esse
formerebbero un acrostico, ossia: Iesùs Christòs Theòu Uiòs Sotèr = Gesù Cristo Figlio di Dio
Salvatore. Ecco pertanto che il simbolo del pesce, fosse uno dei simboli più utilizzati,
rappresentando l’emblema della fede cristiana.

Ci furono poi altri simboli, meno utilizzati ma altrettanto importanti.

- La colomba con il ramoscello d'olivo nel becco, che voleva simboleggiare la pace divina.
- L'Alfa e l'Omega, che essendo la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto greco, volevano significare
che Cristo fosse l'inizio e la fine di tutte le cose.
- L'ancora, simbolo dell'anima che raggiunge la salvezza dopo la morte.
- La fenice che infine rappresentava il simbolo della risurrezione.
Il tetramorfo 
Il tetramorfo (dal greco antico τετρα, tetra, "quattro", e μορφή, morfé, "forma") è una
raffigurazione iconografica composta da quattro elementi risalente a una simbologia di origine
mediorientale.
Nella tradizione cristiana, e nella storia dell'arte, il termine viene normalmente utilizzato per indicare
l'immagine biblica composta dai quattro simboli degli evangelisti - un uomo alato, un leone, un toro (o
vitello) e un'aquila - mutuata da una visione veterotestamentaria del profeta Ezechiele e dalla
descrizione neotestamentaria dei "quattro esseri viventi" contenuta nell'Apocalisse.
Le diverse figure furono assegnate in base al modo con cui i vangeli iniziano il proprio racconto:
- Il Vangelo di Matteo è rappresentato con un uomo (simile ad un angelo: tutte le figure sono infatti
alate): esso, infatti, esordisce con l'ascendenza terrena di Gesù e, in seguito, narra l'infanzia del
"Figlio dell'Uomo", sottolineandone quindi il suo lato umano.
- Il Vangelo di Marco è raffigurato con un leone. L'inizio del racconto è dedicato a Giovanni Battista,
la cui Vox clamantis in deserto "si eleva simile a un ruggito" di leone nel deserto.
- Il Vangelo di Luca è simboleggiato con un bue ovvero con un vitello, simbolo del sacrificio
di Zaccaria che apre il vangelo.
- Il Vangelo secondo Giovanni è raffigurato con un'aquila, dato che Giovanni ha una visione
maggiormente spirituale e teologica, rivolta verso l'Assoluto.

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