Sei sulla pagina 1di 11

lOMoARcPSD|4631250

Analisi semiotica di "Se una notte d'inverno un viaggiatore"

Semiotica del testo (Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia)

StuDocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo.


Scaricato da Jo March (ania22@libero.it)
lOMoARcPSD|4631250

MODULO 3

Analisi strutturale e semiotica di “SE UNA NOTTE D’INVERNO UN VIAGGIATORE”.

Questo libro è uscito lo stesso anno del lector in fabula; Eco e Calvino avevano un reciproco
rispetto.

Infatti Eco lo cita nelle sue Sei Passeggiate: “Chi confrontasse oggi il mio Lector in fabula con “Se
una notte d’inverno un viaggiatore” di Calvino, potrebbe pensare che il mio libro sia un commento
teorico al romanzo di Calvino. Ma i due libri sono usciti contemporaneamente e nessuno di noi due
sapeva che cosa l’altro stesse facendo, anche se eravamo evidentemente appassionati entrambi
dallo stesso problema” (p. 2)  tributo a Calvino evidenziando questa strana concomitanza di
uscita dei due libri Lector in Fabula/Se una Notte d’inverno un viaggiatore.

Quando esce “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, Calvino manda un biglietto ad Eco: “A
Umberto, superior stabat lector, longeque inferior Italo Calvino”

Il riferimento enciclopedico a tutte e due era chiaro: Eco utilizzando il titolo “lector in fabula”
tramandava a delle fiabe e già nel titolo c’era un gioco; il biglietto invece aveva un riferimento
chiaro alla favola di Fedro del lupo e l’agnello: “Superior stabat lupus, longeque inferior agnus”.

Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, si ritrovarono a bere nello stesso ruscello. Il lupo era più a
monte, mentre l'agnello beveva a una certa distanza, verso valle. La fame però spinse il lupo ad
attaccar briga e allora disse:

"Perché osi intorbidarmi l'acqua?"


L'agnello tremando rispose: "Come posso fare questo se l'acqua scorre da te a me?"
"E' vero, ma tu sei mesi fa mi hai insultato con brutte parole".
"Impossibile, sei mesi fa non ero ancora nato".
"Allora" riprese il lupo "fu certamente tuo padre a rivolgermi tutte quelle villanie".

Quindi saltò addosso all'agnello e se lo mangiò. Questo racconto è rivolto a tutti coloro che
opprimono i giusti nascondendosi dietro falsi pretesti.

Calvino nel suo biglietto di accompagnamento a “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, gioca
sulle coppie lector/lupus e agnus/Italo Calvino.

>> Ambiguità di “longeque inferior”, che può voler dire: “a valle” oppure “di minor importanza”.
E’ un gioco tra Eco e Calvino in cui Calvino si pone come agnello che viene mangiato da Eco, dalla
teoria di Eco sul lettore. “Tu hai scritto un libro in cui io posso essere mangiato”

Il teorico è il Lupo Cattivo o omaggia il Lettore? E’ solo un biglietto ironico o un’affermazione di


poetica?

Scaricato da Jo March (ania22@libero.it)


lOMoARcPSD|4631250

Eco ha sempre detto che Calvino era un semiologo molto più di quanto lo fosse lui, solo che non
teorizzava ma scriveva le sue teorie. Bisogna dunque leggere questo libro ( se una notte..) come la
messa in atto di alcune teorie semiotiche.
INFLUENZA MOLTO FORTE TRA I DUE AUTORI = Non si può parlare di trasposizione di alcuni
argomenti semiotici nel libro di Calvino e tanto meno di una spiegazione nel lector in fabula del
libro di Calvino; bisogna dunque riflettere su che tipo di influenza ci può essere tra i due autori.

Eco parla di tre tipi di influenze possibili tra due autori:

1) INFLUENZE CONSCE E DIRETTE (costituite da citazioni e rimandi espliciti di un autore ad


un altro)
2) INFLUENZE INCONSCE (fatte di echi e di richiami lontani)
3) INFLUENZE CHE DERIVANO DALLO SPIRITO DELL’EPOCA (Zeigeist) e possono includere
una rete di influenze reciproche (letture di classici, i maestri del romanzo, filosofi, ecc., una
comune competenza enciclopedica) Es. lo zeigeist del nostro periodo può essere
considerato il web che corrisponde al nostro spirito del tempo.

ZEIGEIST per Eco e Calvino  avere competenze enciclopediche comuni, far parte di alcuni
movimenti letterali, avere formazione filosofica comune ecc. si capisce ancora di più quindi perché
due libri usciti l’uno dall’altro a poca distanza, ci sembrano così simili.

Zeitgeist comune (al periodo di Eco e Calvino):

• neo-avanguardie letterarie degli anni sessanta, Gruppo 63 (gruppo letterario sulla


sperimentazione), Oulipo (gruppo che lavorava sulle variazioni letterarie), meta-fiction

• semiotica (conoscenza comune di Eco e Calvino, che non ha mai scritto un trattato di semiotica
ma lo ha trasposto nei suoi libri), strutturalismo, interdisciplinarità

• Società dominata dai media, ruolo dell’immagine, pop-culture

Questo gruppo di intellettuali faceva attenzione ai media, alle immagini e alla pop-culture.

Scaricato da Jo March (ania22@libero.it)


lOMoARcPSD|4631250

Eco e Calvino vedono l’arte e la letteratura in termini di strumenti conoscitivi e di enciclopedia


aperta. Sono molto attenti alla competenza enciclopedica sia dell’autore sia del lettore.

Calvino: “Vogliamo dalla letteratura un’immagine cosmica (questo termine è il punto di


convergenza del mio discorso con quello di Eco)”

ANALOGIE NEI ROMANZI DI ECO E DELL’ULTIMO CALVINO:

• uso degli incipit  in “se una notte” gli incipit sono molto importanti, sono dieci e non si
concludono mai.
• operazione di pastiche e di montaggio  pastiche linguistico, spesso i personaggi usano dei
linguaggi incomprensibili, dei dialetti personali e cos’ via.
• omaggio a Borges  autore che citano entrambi per il labirinto e l’idea del bosco narrativo.
Borges fa da ponte tra i due
• gli ammicchi al lettore  strategie in cui l’autore cerca di richiamare l’attenzione del lettore.
• la messa a fuoco dell’arte combinatoria  in Eco più sfumata, in Calvino più forte
• l’intertestualità e la rete di connessioni  rimandi filosofici e alla conoscenza
• la lista e il divertissement letterario  Eco amava le liste, mentre il divertissement letterario è il
gioco tra Eco e Calvino sul lupo e l’agnello.

Differenza della critica letteraria tra:

• Romanzo a thesis: porta il lettore a individuare una “corretta” interpretazione del mondo
finzionale rappresentato. (Eco)

• Romanzo a hypothesis: porta il lettore a dubitare delle sue interpretazioni. Si tratta in genere di
meta-finzioni in cui il lettore e l’autore agiscono come personaggi nel racconto. Sono quasi tutti a
finale aperto. (Calvino)

Scaricato da Jo March (ania22@libero.it)


lOMoARcPSD|4631250

Calvino Se una notte…


Se una notte d’inverno un viaggiatore di Calvino è una meta-finzione/romanzo ipotesi. Nel senso
che ci sono i personaggi all’interno e si costituisce un incastonamento.

Si può dire che è anche un iper-romanzo che testimonia la presenza di un autore che si diverte a
giocare al gatto e al topo con il lettore (si danno alcune info e poi dice che sono sbagliate e ne da
altre). Viene definito così perché parla di tanti tipi di romanzi diversi.

E’ un divertissement letterario, un’erudita rete rizomatica, una macchina generativa e soprattutto


uno strumento epistemologico e conoscitivo.

Qual è il vero oggetto di Se una notte..? il lettore ma anche e soprattutto il romanzo stesso che
non è un romanzo concluso. O meglio, essendo un iper-romanzo ha due livelli di costruzione: uno
in cui c’è una storia prima che alla fine finisce nel modo più tradizionale (lettore e lettrice si
sposano). Incastonato su questa struttura di base ci sono gli incipit, che sono dieci incipit con un
titolo. Cioè gli incipit hanno un titolo, i capitoli no. Gli incipit sono dieci inizi di romanzo.

“Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo.


Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti.
Allontana da te ogni altro pensiero.”

(uno dei pochi casi della narrativa in cui l’autore si rivolge direttamente la lettore, narratore di
seconda persona (solo nel racconto principale, non negli incipit)  forma studiata di una
narrazione in seconda persona). Con la chiusura (ultima pagina) crea una STRUTTURA CIRCOLARE.

I protagonisti, un Lettore e una Lettrice, sono obbligati a compiere il lavoro combinatorio


dell’autore, correre tra librai, filologi, scrittori, ecc.., alla ricerca delle continuazioni di romanzi
interrotti…

Quello che caratterizza questo racconto sono gli incipit, che non sono in seconda persona e sono
tutti diversi l’uno dall’altro. Dunque sono incipit:

- Che non finiscono


- Il primo incipit si intitola come il titolo “se una notte..” ed è in terza persona. Ha la
caratteristica di confondere i livelli.

La struttura della narrazione in seconda persona c’è solo nel racconto principale; in ognuno degli
incipit poi si prende come riferimenti un altro tipo di romanzo. Il primo incipit è in terza persona e
ha la caratteristica di confondere i livelli.

Se una notte d’inverno… già dalle prime pagine costruisce un lettore di secondo livello, il lettore
capisce che non può leggerlo in maniera ingenua.

Scaricato da Jo March (ania22@libero.it)


lOMoARcPSD|4631250

Composto da 12 capitolo e comprende 10 inizi di altrettanti romanzi. I loro titoli letti di seguito
formano poi un altro incipit romanzesco (Viaggiatore, p. 258).
I dieci inizi si possono leggere quasi tutti come racconti autonomi, ma tutti interrotti.

Se una notte d’inverno un viaggiatore


Fuori dall’abitato di Malbork
Sporgendosi dalla costa scoscesa
Senza temere il vento e la vertigine
Guarda in basso dove l’ombra s’addensa In una rete di linee che s’allacciano In una rete di linee
che s’intersecano
Sul tappeto di foglie illuminate dalla luna Intorno a una fossa vuota
Quale storia laggiù attende la fine?

Ognuno di questi è come se fosse un punto che poi apre, è rizomatico.

In realtà Calvino ha trovato anche una struttura di questi incipit; qualche anno dopo dice che il
modo in cui ha costruito questi incipit dei romanzi rimanda ad altri generi romanzeschi (dove c’è
una trama e si intersecano personaggi e storie) e non letterari (qualsiasi cosa si racconta).

Scaricato da Jo March (ania22@libero.it)


lOMoARcPSD|4631250

Il mondo continua, non c’è una chiusura. Gli incipit non finiscono e calvino dice “l’incipit non ha
una lunghezza, ma con l’incipit si vuole catturare il lettore e tenerlo stretto alla storia”.

Calvino se una notte..

E’ un iper-romanzo perché ha due strutture diverse che convivono:

1) Struttura dei vari incipit che hanno un valore allegorico: si vuole alludere all’impossibilità di un
senso compiuto del romanzo tradizionale. Struttura aperta, complessa, sfuggente, problematica, a
tratti incomprensibile.

2) Tutto ciò è però inserito in un’altra struttura che fa da cornice (da qui in poi nelle slide Racconto
uno): l’avventura del Lettore e della Lettrice, una storia molto più tradizionale, chiusa, a lieto fine.

La particolarità del libro di Calvino è che questa struttura è inserita in una struttura chiusa che
sono i singoli capitoli e fanno da cornice al resto. Questa struttura che va dai capitoli 1 al 12 viene
chiamato RACCONTO PRIMO e che finisce nel modo più classico del racconto tradizionale (lettore
e lettrice si sposano).

Altri elementi fondamentali:


• Nel Racconto 1, c’è una storia semplice e ben identificabile (il Lettore e la Lettrice Ludmilla si
innamorano e si sposano). Il lettore non ha nome mentre la lettrice sì, questo è un gioco
combinatorio.

• Riferimento alla pop culture già nel titolo: Snoopy “Era una notte buia e tempestosa…” (vedi la
spiegazione in Viaggiatore, pp. 175-176).

FUMETTO

Attenzione ai vari tipi di Narratori:

• Il Racconto 1 è un raro esempio di narrazione in seconda persona (tu come alter ego del
narratore), come invito al Lettore (in particolare nei capitoli I e XI)

• Fa però eccezione il Capitolo VIII, dove la voce narrante è lo scrittore Silas Flannery. Capitolo più
studiato per la storia della letteratura in quanto sembra il più vicino alla poetica di Calvino.

• I 10 Incipit sono raccontati in prima persona (c’è un “io” narrante) che può essere ricondotto ai
singoli personaggi della storia narrata. Non all’autore o al Lettore del Racconto 1.

Scaricato da Jo March (ania22@libero.it)


lOMoARcPSD|4631250

• Problematica sospensione del senso dei 10 incipit. (i personaggi scompaiono, non si più dove
vanno a finire ecc..)

Nel saggio precedente a questa edizione Calvino dice : “Mi sembra che ormai al mondo esistano
solo storie che restano in sospeso e si perdono per strada”

• Calvino ci pone dinanzi un mondo in cui le storie cominciano e non finiscono. La ricerca del
romanzo compiuto fallisce, come fallisce la ricerca di un significato complessivo da dare alla vita
e al mondo. Fallisce la ricerca del romanzo? Siamo sicuri che questo libro nel racconto primo
fallisce? Si e no nel senso che il romanzo finisce con il Lettore e Ludmilla che sono nel letto e
stanno finendo di vedere “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, ma è come se fosse una messa
in scena della propria vita. Infatti il problema epistemologico di fondo è il contatto con la realtà.

• Sfondo del libro: il problema epistemologico del contatto tra la realtà e la fantasia creatrice.

• Il Viaggiatore è un romanzo sulla lettura, ma anche sulla scrittura (capitolo VIII).

• Mette in gioco il ruolo del lettore nel suo rapporto con il libro, ma mette anche in gioco il ruolo
e l’impegno dello scrittore in una società in rapido cambiamento.

Una difficoltà che Calvino esprime nel Viaggiatore attraverso le parole del diario di Silas Flannery
(non parla direttamente) :

“da qualche tempo ogni romanzo che mi metto a scrivere s’esaurisce poco dopo l’inizio come se già
vi avessi detto tutto quello che avevo da dire. M’è venuta l’idea di scrivere un romanzo fatto solo di
inizi di romanzo” (cap. VIII, p. 197).

«Vorrei poter scrivere un libro che fosse solo un incipit, che mantenesse per tutta la sua durata la
potenzialità dell’inizio, l’attesa ancora senza oggetto. Ma come potrebbe essere costruito un libro
simile? S’interromperebbe dopo il primo capoverso? Prolungherebbe indefinitamente i preliminari?
Incastrerebbe un inizio di narrazione nell’altro, come le Mille e una Notte?» (Viaggiatore, cap. VIII,
p. 176).

Il capitolo VIII (pp. 168-197) è dunque quello in cui emerge maggiormente la poetica dello
scrittore. Calvino la esplicita attraverso il diario di Silas Flannery, un anziano romanziere che riceve
la visita di molti altri personaggi del Racconto 1 (Marana, Lotaria, Ludmilla e il Lettore) e che nel
suo diario esplicita la sua idea di scrittura e delinea il suo Lettore Modello.

Cap.VIII – Punti importanti da approfondire:

• rapporto tra scrittore e lettura (impossibilità di provare piacere nella lettura, come quello che
presumibilmente prova la lettrice osservata in lontananza attraverso il cannocchiale, pp. 169-170)
• due tipi di scrittore: produttivo/tormentato (pp. 172-175) •
le strade dello scrittore che vuole annullare se stesso per dare voce a ciò che è esterno: libro unico
o immagini parziali attraverso più libri? (pp. 180-182) •
visite di Marana (traduttore), Lotaria (la studiosa), Ludmilla (lettrice ideale?), Lettore (alla ricerca
del libro perduto per coincidenze misteriose) (pp. 177-197)

Scaricato da Jo March (ania22@libero.it)


lOMoARcPSD|4631250

Negli altri capitoli del Racconto 1 soffermarsi su:

Cap. I-II-III-IV
Focus sul Lettore, sul suo rapporto con il libro e la sua ricerca del libro perduto.
Cap. V
Il Lettore e la Lettrice sugli Incipit.
Cap.VII
Caratterizzazione della Lettrice Ludmilla.
Cap. XI = tipologizzazione delle letture
Rapporto del Lettore con la Lettura.

Una possibile domanda: “in riferimento al capitolo XI che tipo di lettore ti sembra di essere?”

Scaricato da Jo March (ania22@libero.it)


lOMoARcPSD|4631250

Capitolo I

• Focus su possibile rapporto di piacere con l’oggetto- libro, ripreso anche nei capitoli successivi
(es. del tagliacarte alla fine del cap. II e l’inizio del cap. III)
• Istruzioni per il Lettore sulle varie possibilità di lettura, con elementi fantastici (leggere a cavallo,
leggere con la testa in giù e il libro capovolto, in autobus, ecc.)
• L’uso della Lista dei libri in libreria (introduzione di elementi poetici e figure retoriche della
ripetizione, come l’anafora)
• La storia raccontata tra casa, libreria, e poi nei capitoli successivi università ecc.

Capitoli V
• Focus su una riflessione del Lettore e della Lettrice sugli incipit già letti (p.89-90), alla ricerca del
filo che è stato perduto. “Ecco, siamo alle solite. Appena ti sembra d’essere sulla strada giusta,
subito ti trovi bloccato da un’interruzione o da una svolta: nelle letture, nella caccia al libro
perduto, nell’individuazione dei gusti di Ludmilla” (p. 89)

Capitoli VII
• Caratterizzazione della Lettrice (Ludmilla) da p. 141 in poi
• Stesso utilizzo del tu narrativo come nel resto del Racconto 1, che però in questo capitolo è
rivolto alla Lettrice. “Come sei Lettrice? E’ tempo che questo libro in seconda persona si rivolga
non più soltanto a un generico tu maschile, forse fratello e sosia d’un io ipocrita, ma direttamente
a te che sei entrata fin dal Secondo Capitolo come Terza Persona necessaria perché il romanzo sia
un romanzo, perché tra quella Seconda Persona maschile e la Terza persona femminile qualcosa
avvenga, prenda forma, s’affermi o si guasti seguendo le fasi delle vicende umane.” (p. 140)

Capitoli VII
• Riflessione meta-narrativa: “Questo libro è stato attento finora a lasciare aperta al Lettore che
legge la possibilità di identificarsi con il Lettore che è letto: per questo non gli è stato dato un
nome che l’avrebbe automaticamente equiparato a una Terza Persona, a un personaggio (mentre
a te, in quanto Terza Persona, è stato necessario attribuire un nome, Ludmilla) e lo si è mantenuto
nell’astratta condizione dei pronomi, disponibile per ogni attributo e ogni azione. Vediamo se di te,
Lettrice, il libro riesce a tracciare un vero ritratto, partendo dalla cornice per stringerti da ogni lato
e stabilire i contorni della figura” (p. 141-2)

Capitoli XI
• Luogo di approdo della ricerca del Lettore: la Biblioteca come luogo della conoscenza per
eccellenza. Rf. a Eco e a Borges “Lettore, è tempo che la tua sballottata navigazione trovi un
approdo. Quale porto può accoglierti più sicuro di una grande biblioteca? Certamente ce n’è una
nella città da cui eri partito e a cui hai fatto ritorno dopo il tuo giro del mondo da un libro all’altro.
Ti resta ancora una speranza, che i dieci romanzi che si sono volatilizzati tra le tue mani appena ne
hai intrapresa la lettura, si trovino in quella biblioteca.” (p. 253)

Scaricato da Jo March (ania22@libero.it)


lOMoARcPSD|4631250

Capitoli XI
• Vari approcci alla lettura attraverso le opinioni di otto lettori della biblioteca: lo svagato, chi
rilegge sempre, chi pensa alla lettura come atto unico, chi crede che ciò che conta sia il momento
precedente la lettura e chi invece crede che sia la fine, ecc.
• E il nostro Lettore che pensa della lettura? E tu?

Contenuto degli Incipit: vedi file del “Riassunto collettivo”. Il primo Incipit (Se una notte d’inverno
un viaggiatore), ha delle sue specificità:
• è romanzo nella nebbia (definizione di Ludmilla a p. 29)
• un racconto nel racconto (il titolo dell’incipit è anche il titolo del libro)

A differenza di tutti gli altri Incipit, che raccontano storie di personaggi non collegati al Racconto 1,
il primo incipit presenta delle istruzioni al lettore (con la elle minuscola) su come si deve leggere il
resto del romanzo (pp. 12-13) ”E’ già da un paio di pagine che stai andando avanti a leggere e
sarebbe l’ora che ti si dicesse”… “Sta’ attento: è certo un sistema per coinvolgerti a poco a poco,
per catturati nella vicenda senza che te ne renda conto: una trappola”... “Tu lettore credevi che”...
ecc.

Scaricato da Jo March (ania22@libero.it)

Potrebbero piacerti anche