Perché la voce dell’opposizione non si è levata per chiedere ciò che
al Presidente appare indispensabile? Le piace il governo Scilipoti? y(7HC0D7*KSTKKQ(
Sabato 7 maggio 2011 – Anno 3 – n° 108
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
MERCATO DEI SOTTOSEGRETARI
ANCHE PER NAPOLITANO È TROPPO I
“Maggioranza diversa, occorre una nuova
verifica parlamentare”: per il Quirinale
il governo non può essere un affare privato
di Berlusconi. Che però risponde
infastidito: ho i voti e del resto me ne frego
Oltre 3 milioni di euro di Eduardo Di Blasi
il costo dei nuovi nove
on gli ultimi ingressi di gio-
sottosegretari. Il Colle Ccompagine
vedì, sono approdati nella
governativa, parla-
riceve i vertici Rai e dice:
mentari eletti mesi addietro nel-
basta ritardi, informate i le file del Pd o dell’Idv, con per-
cittadini sul referendum corsi complicati dall’Api o dal-
l’Udc, o attorno alla parabola di
Fli. Per il capo dello Stato oc-
corre che su questo si pronunci
il Parlamento. Per adesso dei
sottosegretari sappiamo solo
quanto costano: tra strutture di
missione e auto blu con autisti
dedicati il conto è di 350 mila
euro l’anno circa. E per adesso
Il presidente della Repubblica Napolitano (FOTO EMBLEMA) non hanno deleghe. pag. 2-3 z
EX EUTELIA x Pio Piccini e l’inchiesta di Roma
“Ho finanziato ItalianiEuropei
Speravo di ottenere appalti”
Il faccendiere racconta di Marco Lillo
ai magistrati: “Ho
agganciato Morichini, C ica,deveil celebre
essere una maledizione sulla prima bar-
Ikarus, di Massimo D’Alema. Do-
un uomo po i guai pugliesi del suo compagno di regate Mas-
simo De Santis, il presidente del Copasir si ritrova
di D’Alema. Volevo una seconda volta impigliato in una vicenda im-
entrare nell’affare barazzante per colpa di un altro socio di quell’av-
delle intercettazioni” ventura velica: Vincenzo Morichini. pag. 4-5 z
Udi Michele Boldrin
IMMIGRATI,
I VERI
NUMERI
n collaboratore del blog noi-
U sefromamerika.org, persona
preparata, ma affetta da ubbie le-
ghiste ha fatto notare che il mi-
nistero del Lavoro ha reso pub-
blico L’immigrazione per lavoro in
Italia: evoluzione e prospettive, testo
scaricabile dal sito. pag. 18 z
CASO RUBY x Richiesta dei pm
“Processate Fede, Mora
e Minetti: indussero
alla prostituzione”
Barbacetto e Mascali pag. 6 z
nla protesta
Cgil, la Camusso
esulta: “Lo sciopero
generale è riuscito”
Cannavò e Meletti pag. 10z
+#!"!\!"!_
www.ilfattoquotidiano.it
€ 1,20 – Arretrati: € 2,00
Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
La mafia smentisce
di Marco Travaglio
l Giornale: “I Graviano smentiscono Spatuzza”.
Libero: “I Graviano non parlavano con Dell’Utri.
Nuovo ko al teorema di Silvio mafioso”. La
Stampa: “Graviano: mai avuto rapporti con
Dell’Utri. Il boss di Brancaccio smentisce Spatuzza”.
Quindi è deciso: siccome due capimafia non pentiti
anzi irriducibili, Giuseppe e Filippo Graviano, che
negano di essere mafiosi, anzi negano proprio che
esista la mafia, smentiscono il collaboratore di
giustizia Gaspare Spatuzza, vuol dire che Spatuzza
mente. E non se ne parli più. L’ha detto pure quel
genio di Marina B. nell’intervista-soffietto al Corriere:
“Questi signori, da Spatuzza a Ciancimino, si
rivelano un bluff”. Il fatto che Spatuzza abbia
confessato 40 omicidi che mai gli sarebbero stati
attribuiti dalla magistratura, a cominciare dalla
strage di via D’Amelio (per cui altri al posto suo
erano già stati definitivamente condannati), non
conta. La sua parola vale quanto quella dei
Graviano, anzi vale meno, visto che quella dei
Graviano è in grado di smentire quella di Spatuzza.
Vai a spiegare che, con questa logica, non si sarebbe
mai potuta processare la mafia, né accertarne
l’esistenza, né condannare un solo mafioso.
Quando Falcone e Borsellino istruirono il
maxi-processo, fondato quasi esclusivamente sulle
parole dei protopentiti Tommaso Buscetta,
Totuccio Contorno e Antonino Calderone, i
capimafia Liggio, Calò, Greco detto il Papa e altri
“smentirono” in aula le parole dei tre collaboratori,
ma naturalmente a nessuno venne in mente di tener
conto delle loro deposizioni: perché, appunto, si
trattava di mafiosi che negavano di esserlo e
smentivano l’esistenza stessa di Cosa Nostra.
Volendo poi andare al di là delle apparenze e
tentare di comprendere a che gioco sta giocando
Giuseppe Graviano – unico vero capo politico e
militare del clan di Brancaccio all’epoca delle stragi
(il fratello Filippo era una sorta di contabile della
famiglia) – basta cogliere uno dei messaggi che sta
lanciando da mesi. Al processo Dell’Utri disse che
non avrebbe parlato e si avvalse della facoltà di non
rispondere, dopo aver messo a verbale di
“rispettare” la scelta di Spatuzza di collaborare.
Aggiunse che avrebbe parlato quando gli fosse stato
alleggerito il 41-bis. Filippo invece smentì di aver
mai detto a Spatuzza, in carcere, che si sarebbe
dovuto parlare con i magistrati se il governo non
avesse mantenuto la promessa di migliorare le
condizioni dei mafiosi detenuti. Dunque l’unica
vera accusa di Spatuzza a B. e Dell’Utri – aver
sentito dire da Giuseppe, al Bar Doney di Roma nel
gennaio ’94, “quello di Canale 5 e il compaesano ci
stanno mettendo l’Italia nelle mani” – non è stata
smentita da nessuno. Né da Giuseppe, che al
processo Dell’Utri s’è avvalso della facoltà di non
rispondere, né da Filippo, che non c’era. L’altroieri,
al processo di Firenze per le stragi del ’93, Filippo
ha negato di aver avuto contatti con Dell’Utri (ma
Spatuzza non l’aveva mai detto), mentre Giuseppe
ha adottato una strategia ancora diversa dalle altre
volte. Ha risposto a tutte le domande dei giudici su
mafia e stragi, arrivando a dichiarare di “rispettare le
sentenze” che l’hanno condannato all’ergastolo. E
solo alle domande su B. e Dell’Utri e sui rapporti
nbin laden societari con la Fininvest s’è avvalso della facoltà di
tacere. Per non dover né confermare né smentire.
Al Qaeda conferma S’è limitato a negare l’incontro al Bar Doney, ma sul
“Avete ucciso Osama contenuto della presunta conversazione con
Spatuzza sulla nascita di Forza Italia è tornato a
Ci vendicheremo” tacere. E questa sarebbe una “smentita” a Spatuzza?
pag. 12-13z Pare quasi che i processi di mafia fossero una gara a
chi arriva prima fra mafiosi pentiti e non pentiti. Nel
qual caso la soluzione è semplicissima: interrogare
prima i Graviano, poi Spatuzza. Così “Spatuzza
CATTIVERIE smentisce Graviano”.
Quando è stato ucciso, Bin
Laden aveva in tasca 500 euro.
Ps. Perché il Corriere non chiede a Marina B. di
raccontare quando il mafioso Vittorio Mangano,
Era chiaro che non sarebbe
arrivato a fine mese ogni mattina fra il 1974 e il ‘76, accompagnava lei e
(www.spinoza.it) Pier Silvio a scuola?
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G
L’ULTIMO SCONTRO

iovedì Silvio Berlusconi ha
I nove della terza compiuto il primo forte rimpasto
del governo con la nomina di
nove sottosegretari che vengono in gran
gamba a giuramento parte dal gruppo dei Responsabili, fondati da
Domenico Scilipoti, Bruno Cesario e
Massimo Calearo. E poi c’è una folta truppa di
da Berlusconi ex finiani: Roberto Rosso all’Agricoltura,
Catia Polidori all’Economia, Luca Bellotti al
Welfare. Gli ex Idv Scilipoti e Razzi restano
fuori dalla prima distribuzione di poltrone - se
ne annuncia presto un’altra - ma avranno
nell’ex democratico Cesario, di passaggio
all’Api di Rutelli, un importante
rappresentante al ministero diretto da Giulio
Tremonti. Ieri i nove sottosegretari hanno
giurato a Palazzo Chigi, la settimana prossima
incontrerà i ministri per ricevere le deleghe,
ma non è detto che tutti le abbiano. È anche
successo, in passato, che le deleghe siano
talmente marginali che il sottosegretario
abbia pochi impegni e molti benefici di
prestigio. Ma resterà comunque
Responsabile.

CARO SOTTOSEGRETARIO
HAI FATTO TREDICI
Ci costeranno tre milioni di euro
er adesso non hanno

P
deleghe, ruoli o “mis-
sioni” - come si dice nel
gergo di Palazzo Chigi -
da portare a termine. Però
già ora possiamo calcolare
quanto costino alle casse del-
lo Stato i nove sottosegretari
nominati giovedì nella com-
pagine di governo: circa
350mila euro l’anno ognuno,
oltre 3 milioni di euro som-
mando i costi di tutti e nove.
Da questa cifra sono esclusi
gli emolumenti che i nove già
ricevono essendo stati eletti
a suo tempo nelle assemblee
di Montecitorio e Palazzo Ma-
dama.
I sette deputati e due sena-
tori, arrivati giovedì a ricopri-
re ruoli di governo nell’am-
bito dei ministero dello Svi-
luppo Economico, all’Agri-
coltura, ai Beni Culturali, alle
Infrastrutture, al Welfare e al-
l’Ambiente non diventeran-
no ricchi per questo. Ai
14-15mila euro che già rice-
vono mensilmente per il loro
lavoro in Parlamento, aggiun-
geranno infatti “solo” i 3112
euro lordi per 13 mensilità
(40.456 euro l’anno) che
vengono riconosciuti al sot-
tosegretario che ricopre il
ruolo unitamente a quello
del deputato o del senatore.
È infatti questo il caso in cui
ricadono tutti e nove i
neo-sottosegretari.
I COSTI MAGGIORI sono
infatti quelli relativi alla
“struttura” che dovrà essere
formata per mettere in con-
dizione il sottosegretario di
poter lavorare. Seppure deb-
ba essere in armonia con il mi-
nistero in cui viene incardi-
nata (e quindi, in linea del tut-
to teorica, obbedire a criteri
di efficienza e minor costo), il
sottosegretariato deve poter
disporre di un “capo di gabi-
netto” e di un’auto blu. Pare
strano a enumerarli assieme,
ma sono questi infatti i due
“strumenti” necessari perchè
il sottosegretario inizi a ope-
rare.
Per quanto riguarda il “capo
di gabinetto”, anche qui, in li-
nea del tutto teorica, si do-
vrebbe poter nominare alla
Non hanno né
deleghe né
ruoli, ma per
ciascuno
spendiamo
350 mila euro
in più
carica un funzionario di fascia se figure di “esterni”, assunte nunciare all’auto blu e ai due e senatori, ne fa uomini e don- divertente pezzo sul Corriere
alta che lavori già nella pub- nei ministeri senza portafo- autisti che devono condurla. ne da mezzo milione di euro della Sera, Gian Antonio Stella
blica amministrazione. Ma, di glio e nei sottosegretariati Quindi altri due stipendi per l’anno. ce lo racconta come il perso-
norma, ogni sottosegretario con delega dei ministri am- l’intera durata dell’esecutivo Non è poco se si pensa che, a naggio di un’Italia bizzarra:
porta con sè un uomo di pro- montava a quasi sei milioni di e il leasing per l’autovettura volte una volta nominati sot- “Pino fa parte dell’organico.
pria fiducia, un esterno che euro (5.945.251). Insomma, (si prediligono auto di alta tosegretari non si ottiene nes- Va a presenziare all’ambascia-
andrà a costare alle casse del- l’andazzo è questo e sarebbe gamma per non far sfigurare il suna delega, vale a dire nes- ta di Parigi al premio «Giusep-
lo Stato tra i 150 e i 170mila una sorpresa che fosse smen- sottosegretario rispetto al sun argomento da seguire al- pe Colombo». Interviene al
euro l’anno. tito. proprio ministro). l’interno del ministero. Chi convegno «Eurospazio: strate-
Per intenderci, solo per paga- Il sottosegretario potrebbe ha memoria ricorda come il gie per il futuro». Rappresen-
re gli stipendi agli estranei alla aver bisogno anche di un paio TUTTO SOMMATO, con sottosegretario Giuseppe Piz- ta il governo al simposio su
pubblica amministrazione di figure amministrative (che le economie di scala possibili, za, l’uomo che deteneva il «L’Italia al Polo Nord - Una
che lavorano nelle segreterie verrebbero trasferite da altri un sottosegretariato arriva a simbolo della Dc e che quindi nuova prospettiva di ricerca
dei “sottosegretari della Pre- uffici del medesimo ministe- costare circa 350mila euro fu prezioso per l’elezione di in Artico». Invia messaggi di
sidenza del Consiglio”, l’anno ro, acquisendo, semmai, spe- l’anno. Cifra che, sommata a Silvio Berlusconi, fu lasciato scuse per l’assenza alla «S.
scorso sono stati spesi cifiche qualifiche) e di un uf- indennità, diaria, cura del col- senza delega dal ministro Gel- Messa in suffragio del com-
1.036.479 euro. Queste stes- ficio stampa, ma non può ri- legio e benefit vari di deputati mini per mesi e mesi. In un pianto amico prof. Diomede

VITA DA SANTANCHÈ

POTERE, POLTRONA E POCHI IMPEGNI. BELLOTTI: “CHE LE DEVO DIRE? DARÒ UNA MANO”
di Carlo Tecce
cco, la terza gamba è benedet-
Elebrato
ta. Ieri Silvio Berlusconi ha ce-
i nove sottosegretari a Pa-
lazzo Chigi, cerimonia solenne,
giuramenti commossi. Nuova vi-
ta per ex finiani, dipietristi, ru-
telliani, veltroniani, bersaniani,
più o meno Responsabili come il
nome del gruppo che raccoglie
molti di loro: entrano soldati
semplici, escono generali di go-
verno.
Ai nove fortunati toccherà una vi-
ta da Santanchè, nel senso di Da-
niela Garnero, sottosegretario al-
l'Attuazione del programma di
un governo che corre con la stes-
sa velocità di una marcia sul po-
sto. La Santanchè ha potere, pol-
trona e pochi impegni. Anzi, for-
se troppi: sempre in giro a elo-
giare il governo e la maggioranza
contro i giudici e l'opposizione.
Un mese fa ha pubblicato un li-
bro promozionale: Il governo ren-
diconta. I provvedimenti approvati:
novità e opportunità. Lo scorso lu-
glio l’aveva annunciato al Fatto,
ma la sintesi non è un’arte po-
litica. La sede del suo ministero è
nel palazzone di largo Chigi, ma
se chiedi, nessuno l'ha vista. Op-
pure: “Sì, in televisione”. A Pa-
lazzo Chigi indicano un bellissi-
mo ufficio in piazza Montecito-
rio, una decina di stanze tinteg-
giate di giallo paglierino con un
ufficio stampa e una segreteria:
“Qui passa tre volte alla settima-
na”.
Ora i nove sottosegretari aspet-
tano le deleghe dei ministri dove
B. li ha catapultati. L'ex finiano
Luca Bellotti finisce al Lavoro
con Maurizio Sacconi: “Che le de-
vo dire: darò uno mano. Un po-
litico deve essere polivalente”.
All'ex democratico Bruno Cesa-
rio toccherà l'Economia con Giu-
lio Tremonti: “Io sto in commis-
sione Bilancio. È una materia che
mi interessa, posso reperire le ri-
sorse per il territorio, per il Mez-
zogiorno”. Cesario arriva al ber-
lusconismo da lontano: “Nel Pd
mi sono convinto che la soluzio-
ne migliore sia Berlusconi”. E
mostra il telefonino con 968 mes-
saggi di stima dei suoi 84 mila
elettori, sue stime per i voti che
dirottò all'Api di Francesco Ru-
telli.
Il piemontese Roberto Rosso
(Agricoltura), cattolico pratican-
te, è felice perché, rinnegato Fi-
ni, scoprì l'umanità del Cavaliere:
“Una qualità rara. L'incarico nel
governo? Un bel regalo di Pasqua
che non potevo rifiutare”. Ma la
folgorazione, anche se Rosso cita
lo spirito santo, colpì Catia Po-
lidori, un giorno finiana e l'altro
berlusconiana.
Il sottosegretario all'Economia
evita le domande del Fatto: “Oggi
sono con la famiglia, domani”,
eppure è circondata da robusti
uomini di scorta. L'ex dipietrista
Aurelio Misiti (Infrastrutture) si
nega al telefono, il senatore Ric-
cardo Villari (Beni culturali) pro-
mette un'intervista e poi va dal
dentista.
L'ex diniana Daniela Melchiorre
(Sviluppo) lascia Palazzo Chigi
per ultima, Giampiero Catone
(Sviluppo) e Antonio Gentile
(Ambiente) vanno via senza pro-
ferire verbo. La terza gamba del
governo ha poca voglia di mo-
strarsi, qualcuno si nasconde,
qualcuno è fiero. E Domenico
detto Mimmo Scilipoti, distribu-
tore automatico di fenomenali
teatrini, dichiarazioni esplosive?
È abbattuto. Ha un tono evange-
lico. Prega: “Più responsabili,
vorrei tutti più responsabili”. Sci-
lipoti ha saltato il primo giro di
poltrone, magari rientrerà al
prossimo. La vita della Santanchè
mica piace solo alla Santanchè.

Roberto Rosso ex Futuro Luca Bellotti ex
e Libertà, sottosegretario Futuro e Libertà,
all’Economia sottosegretario al Welfare
Ivone, di cui serbiamo prezio-
se testimonianze dei suoi stu-
di sul cattolicesimo politico e
sindacale». Cose così... «E da
noi non ci viene nessuno?».
«Se volete, Pizza»”.
Ora ci assicurano che entro
quindici giorni, come da leg-
ge, i nove uomini d’oro chia-
mati a puntellare il governo di
Silvio Berlusconi avranno ri-
cevuto il proprio compito e
potranno essere messi in gra-
do di operare. Piacendo ai mi-
nistri che li hanno in carica,
ovviamente.
e .d.b.
Ora il governo ha paura di una nuova fiducia
SCIVOLOSO LO SCONTENTO DEI RESPONSABILI CHE NON SONO STATI PREMIATI DAL RIMPASTO. OGGI B. CHIEDERÀ LE DIMISSIONI DI FINI
di Sara Nicoli
Npo onparti
se lo aspettavano, dalle
del governo, che il ca-
dello Stato li accusasse, co-
sì platealmente, di aver fatto
un ribaltone. Men che meno
che chiedesse un nuovo voto
di fiducia e lo mettesse dritto
nelle mani del nemico, ovvero
Gianfranco Fini. E soprattutto,
in un momento come questo,
con le elezioni alle porte, i re-
ferendum subito dopo e la Le-
ga che non vede l’ora di met-
tere Tremonti a Palazzo Chigi.
Napolitano ha giocato uno
scherzo brutto, bruttissimo a
Berlusconi. Adesso c’è l’incu-
bo di un passaggio parlamen-
tare di fiducia, che dire scivo-
loso è poco e di veder bloccate
le possibilità di allargare ulte-
riormente il governo con un
Daniela Melchiorre
Libdem, sottosegretario
allo Sviluppo
Il Pdl contro il Colle
“Non andremo in aula”
NAPOLITANO CHIEDE DI COINVOLGERE
LE CAMERE SULLE NUOVE NOMINE
di Eduardo Di Blasi
l presidente della Repub-
I
blica ha firmato giovedì
la nomina degli ultimi
nove sottosegretari utili
a puntellare la maggioranza
del premier Silvio Berlusco-
ni, ma ieri, in una nota, ha
dichiarato che questo pas-
saggio non può non coinvol-
gere il Parlamento. Perchè?
Perchè del governo fanno
ora parte deputati e senatori
eletti nell’opposizione. Il da-
to è sotto gli occhi di tutti: se
sono arrivati nell’esecutivo
dopo una parentesi in Futu-
ro e Libertà gli onorevoli Ro-
berto Rosso, Luca Bellotti,
Catia Polidori e Giampiero
Catone, eletti lo scorso apri-
le sotto le insegne del Popo-
lo della libertà. Ed era ed è
rimasto nel Pdl il senatore
Antonio Gentile (nominato
al sottosegretariato all’Am-
biente), sono invece diven-
tati membri del governo an-
che i pd Riccardo Villari e
Bruno Cesario, l’ex Idv Au-
relio Misiti (dopo un passag-
gio nell’Mpa di Lombardo) e
la diniana Daniela Melchior-
re, già sottosegretario alla
Giustizia nel secondo gover-
no Prodi, eletta in una lista di
sostegno al Pdl. Per la mag-
gior parte oggi siedono nei
banchi del gruppo di Inizia-
tiva Responsabile, la compo-
nente stampella dell’esecuti-
vo che non ha presentato il
proprio simbolo alle scorse
elezioni.
IERI IL CAPO dello Stato
Giorgio Napolitano ha voluto
chiarire alla maggioranza di
governo che la nomina di
progetto di legge di supera-
mento della Bassanini. Insom-
ma, uno schiaffo. Nel nome –
certo – delle regole che, com’è
noto, nel Pdl digeriscono ma-
lissimo. E, infatti, la prima rea-
zione del partito del Cavaliere
è stata una risposta diretta,
Francesco
Pionati ha
“irritato” i
vertici del Pdl
per l’eccessiva
insistenza di
trovare un posto
Catia Polidori ex Futuro Bruno Cesario ex Partito
e Libertà, sottosegretaria democratico, sottosegretario
all’Economia all’Economia
questi nuovi sottosegretari
non può non passare attra-
verso un vaglio parlamenta-
re. Constata il Quirinale: “So-
no entrati a far parte del go-
verno esponenti di Gruppi
parlamentari diversi rispetto
alle componenti della coali-
zione che si è presentata alle
elezioni politiche”. Annota
che “la nomina rientra come
è noto nella esclusiva respon-
I nuovi
arrivi
“ Sono stati
eletti nel Pd e
nell’Idv, non
hanno
presentato il loro
simbolo. E ora
governano
”
sabilità del presidente del
Consiglio dei ministri”. E
chiarisce: “Spetta ai presiden-
ti delle Camere e al presiden-
te del Consiglio valutare le
modalità con le quali investi-
re il Parlamento delle novità
intervenute nella maggioran-
za che sostiene il governo”.
La modifica sostanziale della
compagine di governo, affer-
ma il Quirinale, deve essere
valutata dal Parlamento.
Il Pdl non vuole neanche sen-
tirne parlare. Il fuoco di fila
dei presidenti dei gruppi di
Camera e Senato Maurizio
quasi sguaiata, vergata dai ca-
pigruppo delle Camere con
parole di sfida aperta al Colle:
“Numerosi voti di fiducia, a
partire da quello della svolta
del 14 dicembre – ecco il testo
della nota pidiellina – hanno
chiarito il quadro politico, con
ripetute verifiche nelle sedi
parlamentari. Le nomine di go-
verno sono giunte dopo que-
ste diverse votazioni e nel pie-
no ed assoluto rispetto delle
norme costituzionali e delle
prerogative del capo dello Sta-
to”. Come a dire: non c’è alcu-
na necessità di una nuova fidu-
cia. Peccato che non sia affatto
così. Fino ad oggi Iniziativa Re-
sponsabile si era limitata a da-
re il proprio appoggio parla-
mentare al governo, ma nel
momento in cui i suoi compo-
nenti entrano a far parte del-
L’ULTIMO SCONTRO
Antonio Gentile
sottosegretario
all’Ambiente
Gasparri, Fabrizio Cicchitto,
Gaetano Quagliariello e Mas-
simo Corsaro arriva con un
comunicato congiunto: “Nu-
merosi voti di fiducia, a par-
tire da quello della svolta del
14 dicembre, hanno chiarito
il quadro politico, con ripe-
tute verifiche nelle sedi par-
lamentari. Le nomine di go-
verno sono giunte dopo que-
ste diverse votazioni e nel
pieno e assoluto rispetto del-
le norme costituzionali e del-
le prerogative del capo dello
Stato”. Tradotto: né il Colle,
né i presidenti di Camera e
l’esecutivo, è chiaro che si è
davanti a un cambio della mag-
gioranza. Che necessita di un
voto di fiducia; quelle ottenu-
te precedentemente non con-
tano. Una realtà urticante per
Berlusconi. Al Cavaliere il fat-
to che possa essere nuova-
mente Fini a decidere delle
sorti del suo governo lo manda
letteralmente fuori dai gan-
gheri. E probabilmente oggi,
al Palasharp di Milano, non
mancherà di attaccare la terza
carica dello Stato e la sua par-
tigianeria politica, chiedendo-
ne nuovamente le dimissioni.
A questo punto è probabile
che Fini e Schifani si sentano
nel weekend per concordare
una linea comune. Una partita
delicatissima soprattutto sui
tempi. A seconda del momen-
to che verrà scelto per la ve-
Aurelio Misiti ex Italia Riccardo Villari ex
dei Valori, sottosegretario Partito democratico,
alle Infrastrutture sottosegretario alla Cultura
Senato cui si rivolge la nota
del Quirinale, possono im-
porre al governo di andare in
aula a riferire di un passaggio
di per sé considerato neutro.
Non si ricordano precedenti
in cui si metta al voto non la
fine ma l’allargamento della
maggioranza parlamentare. È
questo - secondo il Pdl - che è
successo a Montecitorio, e il
voto del 14 dicembre passa-
to, con la sconfitta della pat-
tuglia finiana nel voto di fi-
ducia al premier (sul quale
confluirono i voti e i mal di
pancia dei Responsabili pre-
rifica (prima o dopo i ballot-
taggi delle amministrative) il
termometro potrebbe essere
più o meno a favore della mag-
gioranza. La Lega sta aspettan-
do di vedere come finirà a Mi-
lano per decidere il da farsi an-
che se ieri sera Bossi ha lancia-
to una sponda al Cavaliere:
“Non serve un passaggio in
Parlamento”. Pare il contrario.
Le prossime ore, dunque, sa-
ranno determinanti per capire
come andrà a finire. Inutile di-
re che sia il Pd con Bersani
(“aspettiamo sereni le valuta-
zioni di Fini e Schifani”) che Fli
con Bocchino e l’Idv con Do-
nadi si sono dichiarati piena-
mente in sintonia con le corde
quirinalizie. Non, ovviamen-
te, i Responsabili: “Un inter-
vento del Colle improprio e in-
tempestivo”, ha sentenziato il
Sabato 7 maggio 2011
Giampiero Catone ex
Futuro e Libertà,
sottosegretario allo Sviluppo
Silenzio che stupisce Sul “Fatto”
di ieri, Roberta De Monticelli, prof
di Filosfia a Milano, si stupiva
per il silenzio di Napolitano
senti e futuri), è l’unica ban-
diera parlamentare che può
essere sventolata.
LA DICHIARAZIONE
tradisce ovviamente qualche
timore da parte della maggio-
ranza. Finiti i mal di pancia
della truppa “responsabile” e
dei colleghi leghisti, in attesa
di contarsi sul voto ammini-
strativo, il Pdl vuole tenere
La prova
di forza
“ Nessuno
potrà imporre
a Berlusconi
di andare
a chiedere
il voto in
Parlamento
lontana anche l’idea di ritor-
nare a contarsi a Montecito-
rio soprattutto su un argo-
”
mento scivoloso come la no-
mina di sottosegretari che
per adesso non hanno nem-
meno delle deleghe ricono-
sciute.
L’assenza di precedenti, d’al-
tronde, è evidente. Non si è
mai visto nella storia della Re-
pubblica un acquisto di par-
lamentari per tenere in vita la
medesima compagine di go-
verno. Non di queste dimen-
sioni. Non senza passare per
una crisi di governo.
capogruppo Luciano Sardelli.
Ma anche Francesco Pionati
ieri sera era furibondo dopo
aver ‘irritato’ i vertici Pdl per
''l'eccessiva insistenza'' di tro-
vare un piazzamento. All’ap-
pello manca anche Maria Gra-
zia Siliquini per la quale si sta
pensando a un ''cda'' e Anto-
nio Razzi, ma a loro si devono
aggiungere esponenti Pdl, co-
me Anna Maria Bernini, e della
Lega, come Matteo Brigandì.
Per lui si starebbe pensando a
un 'posto' a Via Arenula. E an-
che nel Pdl malumori non
mancano come dimostra la
presa di posizione di Mario
Baccini e Pino Galati: ''Berlu-
sconi non ha mantenuto gli
impegni''. Il premier, insom-
ma, ha ottimi motivi per teme-
re un nuovo voto di fiducia co-
me la peste.
pagina 4

L
RELAZIONI PERICOLOSE

a Fondazione ItalianiEuropei nasce su
Dalla tv alla rivista, volontà di Massimo D’Alema nel 1998,
come istituzione orientata “alla
costruzione di una comune coscienza europea nelle
tutti i rami istituzioni, nell’economia e nella società italiana”. La
sede romana della Fondazione viene fissata a Roma in
piazza Farnese, poi ne nasceranno altre due, una a
di ItalianiEuropei Napoli e una a Milano. A giugno del 2008 la fondazione
viene affiancata dall’associazione ReD, Riformisti e
Democratici, per dare una struttura territoriale alla
fondazione stessa. Nel frattempo, si dota di due
strumenti, la rivista ItalianiEuropei (edita dal 2001) e
Red Tv, la rete televisiva satellitare, nata dalla
collaborazione con Nessuno Tv, che due anni dopo
chiuderà i battenti. D’Alema è il presidente della
Fondazione, mentre Giuliano Amato è presidente
dell’Advisory Board. Del comitato d’indirizzo fanno
parte, tra gli altri, Lucia Annunziata, Gianni Cuperlo,
Anna Finocchiaro, Miguel Gotor,
Paolo Guerrieri, Enrico Letta,
Franco Marini, Ignazio Marino,
Francesco Profumo, Alfredo
Reichlin, Luciano Violante e Nicola
Zingaretti.

CI VORREBBE UN AMICO
Il faccendiere e il socio dell’Ikarus: “Volevo avere gli appalti
per le intercettazioni, ho dato soldi alla fondazione D’Alema”
di Marco Lillo ca, che sigla un accordo qua- porti politici e quando ci siamo
dro con lo stesso Piccini per il incontrati la prima volta con
i deve essere una maledi- business delle intercettazioni Guarguaglini, Morichini si pre-

C zione sulla prima barca, il

celebre Ikarus, di Massi-
mo D’Alema. Dopo i guai
pugliesi del suo compagno di
regate Massimo De Santis, il
presidente del Copasir si ritro-
va una seconda volta impiglia-
to in una vicenda imbarazzante
per colpa dell’altro socio di
quell’avventura velica: Vin-
cenzo Morichini.
Questo assicuratore 66enne,
nato a Foligno e già agente ge-
nerale dell’Ina Assitalia, è inda-
gato a Roma dal pm Paolo Ielo
per violazione in concorso del-
l'articolo 8 DLgs 74/2000, ov-
vero per una semplice emissio-
ne di fatture o altri documenti
per operazioni inesistenti. Ov-
viamente il problema per Mas-
simo D’Alema non nasce dal-
l’indagine né dai finanziamenti
delle aziende di Morichini alla
sua Fondazione Italiani Euro-
pei ma da un verbale di inter-
rogatorio nel quale sono emer-
si i rapporti spericolati tra il
suo amico di vela e il faccendie-
re Pio Piccini, arrestato per il
crack Omega-Eutelia. Il 15 set-
tembre scorso Piccini è stato
sentito in gran segreto da tre
magistrati dai nomi pesanti:
Francesco Greco di Milano,
Paolo Ielo e Giuseppe Cascini
di Roma. Il tema principale del-
l’interrogatorio, in larga parte
omissato, sono i rapporti di
Piccini con i politici e tra que-
sti in particolare con Massimo
D’Alema, per il tramite appun-
to di Morichini. Il triangolo di-
segnato davanti ai pm da Pio
Piccini lega l’amico di D’Ale-
ma, Vincenzo Morichini, alla
Fondazione Italiani europei
(che prende finanziamenti dal-
le società di Piccini per una
somma complessiva di 30 mila
euro) e il gruppo Finmeccani-
Orecchie indiscrete La centrale unica avrebbe dovuto gestire 26 procure
Super Amanda, l’affare fallito (per ora)
di Vittorio Malagutti
n principio fu Amanda. Anzi,
Iunica
Super Amanda. Una centrale
per gestire le intercetta-
zioni telefoniche disposte dalle
procure della Repubblica di tutta
Italia. Una rete ad alta tecno-
logia per coordinare l’enorme
mole di ascolti che finisce agli
atti di decine di inchieste penali
ogni anno. L’idea venne per pri-
mi ai manager di Telecom Italia
ai tempi di Marco Tronchetti Pro-
vera, ormai sette anni fa. Tra loro
quel Giuliano Tavaroli che poi
venne travolto, e condannato,
per i dossieraggi illegali gestiti
dalla security del gruppo telefo-
nico.
Non se ne fece niente. Un po’
per il clamore dello scandalo dei
cosiddetti “spioni Telecom”. Un
po’ perchè era davvero inoppor-
telefoniche. Inoltre Piccini
racconta che, sempre grazie a
Morichini, aveva avviato un’in-
tensa attività di lobby in Um-
bria e anche nelle Marche, per
ottenere appalti nella sanità.
Piccini, inoltre, descrive tre in-
contri con D’Alema. Nulla di
particolare: un pranzo a Roma
vicino alla sede di Piazza Navo-
na della Fondazione Italiani Eu-
ropei, un pranzo a Foligno e
uno a Pesaro durante la campa-
gna elettorale, sempre insieme
a Morichini. Piccini ha versato
contributi registrati regolar-
mente alla Fondazione di Mas-
simo D’Alema ma - come dice
ai pm - “non ha cacciato un eu-
ro per il Pd”. Mentre ha pagato
regolarmente la società di Mo-
richini per i suoi servigi, tenen-
do i rapporti tramite un cugino
di Massimo D’Alema che ne fa
parte.
“LA MIA SOCIETÀ The-
mis”, ha raccontato Piccini,
“fatturava alla Sdb di Morichini.
Alla stipula dell’affidamento
per l’appalto delle intercetta-
zioni da parte di Finmeccanica
avrei pagato la percentuale pat-
tuita del 5,5 per cento. Ma,
avendo firmato solo un accor-
do quadro, ho pagato solo i
compensi di 2.500 euro al me-
se. Intanto”, ha proseguito Pic-
cini, “i rapporti con SDB veni-
vano tenuti con la parte ammi-
nistrativa, che era rappresenta-
ta dal dottor Massimo Bologna
che Morichini mi disse essere il
cugino di D’Alema per parte di
madre. L’ho conosciuto un paio
di volte per la firma del contrat-
to e poi l’ho sentito solo per i
pagamenti”.
Secondo Piccini, “Morichini mi
disse: posso aiutarti con Fin-
meccanica grazie ai suoi rap-
tuno che una stessa società, per
di più privata, si trovasse a som-
mare la gestione diretta delle li-
nee telefoniche con quella dei
servizi di ascolto ordinati dai pm.
Fuori gioco Tronchetti si fa avanti
Finmeccanica. Un’azienda di
Stato, questa volta, e per di più
senza interessi diretti nella te-
lefonia. Il gruppo guidato da Pier
Francesco Guarguaglini era però
in grado di offrire tecnologie al-
l’avanguardia. E, all’occorrenza,
anche i contatti giusti per pro-
muovere un’intensa azione di
lobby sul governo.
Le grandi manovre cominciano
ai tempi del secondo e brevis-
simo esecutivo guidato da Ro-
mano Prodi, con Clemente Ma-
stella al ministero della Giustizia.
Incontri, studi, verifiche. Il mini-
stero è molto interessato. Anche
per motivi di cassa. Così com’è il
murò immediatamente di por-
gere i saluti dell’onorevole D’A-
lema”
Si tratta di accuse che devono
ancora essere riscontrate e che
comunque, come sottolineano
in Procura, probabilmente non
configurano comportamenti
penalmente rilevanti poiché i
soldi incassati dalla Fondazione
presieduta da Massimo D’Ale-
ma sono stati correttamente di-
chiarati. A prescindere dalla
qualificazione giuridica, sono
fatti rilevanti dal punto di vista
politico e meritano di essere
raccontati. Piccini racconta co-
sì l’avvio della sua conoscenza
con Morichini: “Morichini l’ho
conosciuto a Roma alla fine del
2007, primi del 2008. Mi è stato
presentato alla Fondazione Ita-
liani Europei dove ero stato in-
vitato. Lui diventa il mio assicu-
ratore poi mi propone un rap-
porto diretto come consulente
dal punto di vista delle relazio-
ni/faccendiere , come diceva
lei (il pm Ndr) per potere gesti-
re tutta una serie di rapporti nel
mondo romano, principalmen-
te legato a società come Fin-
meccanica, diciamo, barra
pubbliche e, avendo io parlato
Il racconto ai pm Ielo,
Greco e Cascini
“ Ho incontrato
il presidente a
cena, il rapporto
diretto però
l’avevo con
il suo uomo
” ”
sistema di gestione delle inter-
cettazioni fa acqua da tutte le
parti, finanziariamente parlan-
do. Ciascuna procura si regola
come vuole. Il servizio viene af-
fidato a fornitori privati, a volte
piccole aziende, e i costi possono
variare, anche di molto, da città
a città, da tribunale a tribuna-
le .
ALLA FINE, però, tutti bat-
tono cassa a Roma. Da qui le
polemiche, spesso e volentieri
strumentali, sollevate soprattutto
dai politici berlusconiani, sui costi
eccessivi delle intercettazioni. Il
conto finale, negli anni tra il 2006
e il 2007 quando si comincia a
discutere il progetto di Finmeca-
nica, era già arrivato a superare i
400 milioni di euro l’anno, inte-
ramente a carico delle casse pub-
bliche. Roma, tra l’altro, salda le
“Ho già querelato il Giornale”
Così D’Alema dopo la pubblicazione su “Il Giornale” della notizia
relativa all’inchiesta su presunte false fatturazioni per cui è
indagato Vincenzo Morichini (FOTO DLM)
dei miei progetti che mi stava-
no molto a cuore nella sanità
(mi propone) la possibilità di
estenderli in quelle regioni do-
ve ci fosse stata una guida PD,
essendo lui molto vicino a D'A-
lema e al Partito Democratico e
quindi poteva facilitarmi tutte
quelle Regioni che fossero state
a guida PD”. Il pm Francesco
Greco chiede allora a Piccini
quale fosse il rapporto tra Mo-
richini e la Fondazione presie-
duta da Massimo D’Alema e il
faccendiere arrestato non si tira
indietro: “Oltre al lavoro prin-
cipale di agente assicurativo a
Fiumicino collaborava in ma-
niera stretta con la Fondazione
Italiani Europei tanto che la pri-
ma cosa che mi chiede di fare
sarà un contributo di 15.000 eu-
ro alla Fondazione Italiani Euro-
pei, che noi faremo credo alla
fine del 2008, primi del 2009
come Omega. Troverete una ri-
cevuta in Omega, come la tro-
verà nell’altra società Temis per
altri 15 mila euro nel periodo
successivo”. A questo punto,
spiega Piccini, “cominciamo a
discutere sul progetto che a me
fatture con grave ritardo e gli
operatori del settore, strozzati
dai ritardi nei pagamenti prote-
stano a gran voce minacciando a
più riprese di sospendere gli
ascolti.
Centralizzare il servizio affidan-
dolo a un unico gestore avrebbe
permesso quantomeno di taglia-
re i costi in bilancio. Questo, al-
meno, era l’obbiettivo dichiarato
dal governo. La Finmeccanica di
Guarguaglini coglie al volo l’oc-
casione e presenta la sua offerta
come una straordinaria occasio-
ne per dare un taglio secco alla
voce intercettazioni nel bilancio
del ministero della Giustizia.
Il progetto viene più volte rivisto
in corso d’opera. Dapprima lo
schema prevedeva un’unica cen-
trale operativo a Roma, da cui
sarebbe dovuta partire una rete
articolata sulle 26 procure di-
stava molto a cuore e che stavo
cercando di riportare in auge
da diversi anni: la gestione delle
prestazioni obbligatorie per la
Magistratura, le intercettazioni
telefoniche che avevo gestito
per anni in Wind”.
OVVIAMENTE il canale è
sempre lo stesso: “A questo
punto Morichini mi chiede di
consolidare un rapporto di con-
sulenza con la SDB di Morichi-
ni, Società di Business vuol dire
l'acronimo, e mi chiede 2500
I numeri
e i beneficiari
“ Mi dissero
che il 5%
del business
sarebbe finito
in parte
anche al Pd
Da Tronchetti
a Tavaroli
e Guarguaglini:
tutti i tentativi
di privatizzare
gli “ascolti”
dei magistrati
strettuali e quindi ai singoli tri-
bunali. Questa soluzione presen-
tava però diversi inconvenienti, il
più grave di natura politica. C’era
il rischio che un grande orecchio
romano a disposizione di un’a-
zienda a controllo pubblico, po-
tesse finire facilmente sotto il
controllo della politica. Provate
euro al mese per la prestazione
e un contratto a parte per una
percentuale del 5,5 per cento
sull’eventuale progetto inter-
cettazioni nel momento in cui
fosse andato a buon fine”. L’ap-
palto del quale sta parlando Pic-
cini è quello per centralizzare
su un unico server tutte le in-
tercettazioni della magistratu-
ra. La società Selex Manage-
ment del gruppo Finnmeccani-
ca, diretta da Sabatino Stornelli,
da anni cerca di ottenere l’ap-
palto del quale si parlò per la
un po’ a immaginare le intercet-
tazioni del caso Ruby che tran-
sitano, anche se formalmente co-
perte da segreto, da una rete che
fa capo a Roma. Niente da fare
quindi. E allora Finmeccanica
cambia strada.
L’AZIENDA di Guarguaglini
offre macchine, tecnologie, know
how da mettere a disposizione
delle singole procure. È una spe-
cie di servizio chiavi in mano. Il
tribunale firma un contratto di
fornitura e l’azienda pubblica
mette a disposizione tutto l’oc-
corrente per gestire gli ascolti.
Finmeccanica fa pressing a tutto
campo. Da Padova a Caltagirone,
da Novara a Siracusa sono molte
le procure che si affidano a tec-
nologie fornite dal gruppo pub-
blico che a volte si serve di azien-
de minori che siglano material-

Nessuna assemblea,
deve essere il Prefetto
prima volta con il sottosegreta-
rio Alberto Maritati, centrosini-
stra, e poi inserito nella relazio-
ne di accompagnamento del di-
segno di legge sulle intercetta-
zioni del ministro Angelino Al-
fano nel 2008. Piccini, si muo-
veva per ottenere un subappal-
to da 9 milioni.
“Le intercettazioni a Finmecca-
nica gliele affidava il Ministero
della Giustizia e io ho”, spiega il
faccendiere, “ho parlato di que-
sto con il presidente di Finmec-
canica: Pierfrancesco Guargua-
mente l’accordo con i tribunali. A
tirare le fila dell’operazione è il
manager abruzzese Sabatino
Stornelli, 53 anni, amministrato-
re delegato della Selex. È lui sin
dai tempi del governo Prodi a te-
nere i contatti con Roma. Ed è
ancora Stornelli, negli anni se-
guenti, a gestire il cambio di stra-
tegia. Niente centrale unica, ma
fornitura di tecnologie alle singole
procure. “Siamo in grado di of-
frire il massimo grado di sicurez-
za”, era solito spiegare ai suoi
interlocutori Stornelli. E i costi, af-
fermava, sono nettamente “infe-
riori a quelli correnti sul merca-
to”.
Già, i costi. Era questa l’arma vin-
cente di Finmeccanica. Perchè
con i concorrenti ormai allo stre-
mo dopo anni e anni di lesina da
parte del ministero della Giusti-
zia, era relativamente facile per
I
l codice civile è piuttosto elastico nel
regolare le attività amministrative delle
fondazioni. Gli amministratori sono
responsabili verso l'ente nei limiti del mandato,
a vigilare cioè degli scopi espressi dallo statuto. Unico
caso di responsabilità: essere a conoscenza di un
illecito che causa danno alla fondazione e non
denunciarlo. L'organo di amministrazione può
glini...e viene firmato un accor-
do quadro... perché non pote-
vamo contrattualizzarlo finché
non arrivava a loro (l’appalto
principale Ndr) e viene fatto un
accordo quadro tra Omega ET
Themis, la mia nuova società e
la Selex, che viene depositato
con data certa...prevedeva l’ac-
cordo per il progetto sulle inter-
cettazioni”. A questo punto il
pm Cascini chiede a Piccini chi
sia il manager del gruppo Fin-
meccanica con il quale ha con-
cordato l’accordo e soprattutto
chi sia il contatto che lo ha mes-
so in contatto con lui e Piccini
risponde: “Sabatino Stornelli di
Selex Management, prima ho
visto Guarguaglini e poi siamo
andati con Morichini anche da
Stornelli”.
E la destinazione della percen-
tuale del 5,5? “il discorso delle
percentuali prevedeva che io
dirottassi sulla SDB di Morichi-
ni e - nel caso in cui andassero a
buon fine - sarebbero servite in
parte per coprire SDB, in parte
per coprire la Fondazione Ita-
liani Europei e in parte il Parti-
to”. A questo punto Piccini co-
Linee bollenti
Un centro d’ascolto
per le intercettazioni(FOTO ANSA)
un grande gruppo come quello
guidato da Guarguaglini battere
tutti con offerte a prezzi strac-
ciati.
SENZA CONTARE che i
tribunali, messi alle strette dai ta-
gli varati dal ministro Angelino Al-
fano, sono alla disperata ricerca
di fornitori più a buon mercato.
Finmeccanica vincente, quindi.
Se non fosse che Stornelli, nel
frattempo, è inciampato in un
paio di inchieste della magistra-
tura. E lo stesso Guarguaglini, in-
debolito da altre indagini che
hanno coinvolto il gruppo, pochi
giorni fa ha dovuto far posto al
vertice del gruppo al nuovo am-
ministratore delegato Giuseppe
Orsi. Come dire che la corsa al
grande business delle intercetta-
zioni può riservare ancora molte
sorprese .
essere un singolo individuo o un organo
collegiale. Lo statuto stabilisce le modalità di
nomina degli amministratori e la loro durata in
carica, decidendo se affiancare loro un soggetto
di controllo come il collegio dei revisori dei conti
o un singolo revisore. Nessuno di questi
organismi è presente nella fondazione
ItalianiEuropei. La fondazione, a differenza
Il suono
dei soldi
Illustrazione
di Marilena
Nardi
mincia a sussurrare per la paura
e si svolge questo siparietto con
Francesco Greco:
Greco: “Alzi la voce”
Piccini: “E che non ...”
Greco: “Lo so che è difficile dire
certe cose, alzi la voce”.
Piccini: “E il partito”
Greco: “Quale partito?”
Piccini: “Il Partito Democrati-
co”.
IL PM CASCINI a questo
punto chiede lumi sulla suddi-
visione interna: “Morichini mI
disse: una parte va a me e una
parte alle due strutture”, (Pd e
Fondazione Ndr).
È evidente che si potrebbe trat-
tare, anche se il racconto fosse
confermato, di un caso di mil-
lantato credito ai danni del lea-
der del Pd. Il pm Cascini chie-
de: “Ma che rapporto aveva Mo-
richini con il Pd”. E Piccini:
“Morichini era amico persona-
le di Massimo D’Alema. Credo
fosse quello che gli ha venduto
il primo Ikarus (è stato cointe-
statario Ndr). Io ho incontrato
D’Alema ad alcuni incontri e ce-
ne di Fondazione Italiana Euro-
pei, agli ultimi incontri eletto-
rali sulle amministrative, però il
rapporto diretto ce l’avevo con
Morichini”. E qual era l’impor-
to dell’affare? “Il contratto per
noi nel tempo”, spiega il fac-
cendiere, “si poteva sviluppare
fino intorno agli otto - nove mi-
lioni di euro l'anno e su questi
c’era il 5 per cento all’anno tra
l'altro questo appalto non pre-
vedeva la gara, sarebbe stata un’
operazione secretata per la pro-
blematica legata alle intercetta-
zioni. Non era una gara era un
affidamento diretto di Finmec-
canica”.
Poi Piccini elenca gli altri oriz-
zonti della collaborazione con
l’amico di D’Alema, purtroppo
stroncata dall’arresto: “gli parlo
della sanità, gli parlo di altre at-
tività e si cominciano rapporti
anche col mondo GSE, (Gesto-
re elettrico pubblico Ndr) per
capire se si possono sviluppare
attività anche presso GSE, ma la
parte interessante era l'Umbria,
dove si potevano portare a clo-
nare le stesse attività che erano
state fatte per la regione Lom-
bardia”.
RELAZIONI PERICOLOSE
L’assicuratore amico
di Massimo
e il cattivo di Omega
Vincenzo Morichini, Pio Piccini
e la rete intorno al leader democratico
di Ferruccio Sansa
incenzo Morichini e Pio
V Piccini, chi erano costo-
ro? Di Piccini le crona-
che ricordano che era
l’amministratore delegato di
Omega e amministratore uni-
co di Agile, accusato e arresta-
to per bancarotta fraudolen-
ta. Il segreto di Morichini, 65
anni, è semplice: la fama è in-
versamente proporzionale al
potere reale. Alla rete dei suoi
legami con gli ambienti della
Capitale, dove economia e
politica si incontrano. Una
storia che comincia quando
Morichini prende in mano
l’Agenzia Generale romana di
Ina-Assitalia e intorno a essa
costruisce un impero.
MA NELLA ROMA che
conta, tutti sanno chi è Mori-
chini. Un suo amico contatta-
to dal Fatto non ha dubbi: “Dire
Morichini è come fare il nome
L’agente
Ina-Assitalia
“ Coinvolto
in quello
che poteva
diventare
uno scandalo
a luci rosse
” ”
di Massimo D’Alema”. Un le-
game che dura anche oggi, il
lider maximo non ha mai rin-
negato l’amico nonostante
qualche incidente di percor-
so. Uno in particolare, che ri-
schiò di trasformarsi in uno
scandalo a luci rosse con tanto
di escort. “Non è vero che la
sinistra è sempre indietro”,
scherza l’amico di Morichini.
Era il 1999, raccontano gli atti
giudiziari della Procura di Ro-
ma. Vincenzo viene spesso
scoperto al telefono con Fran-
cesco Cosimi Proietti, detto
Checchino, allora potente se-
gretario di Gianfranco Fini e
poi nel 2004 socio degli affari
sanitari dell’ex moglie Danie-
la. La Squadra Mobile intercet-
ta anche una piacente signora
che ha messo su una società di
pubbliche relazioni piena di
hostess bellissime. Di fronte al
Parlamento. Le indagini per fa-
voreggiamento della prostitu-
zione si concluderanno con
un patteggiamento. Durante
dell'associazione, non ha un organo come
l'assemblea in grado di controllare l'operato degli
amministratori e, nel caso, sostituirli o
deliberare un'azione di responsabilità. Per questo
la vigilanza sta in capo all'autorità amministrativa
che riconosce l’ente: per le fondazioni che
operano a livello extraregionale è competente il
prefetto della città dove ha sede la fondazione.
le intercettazioni, la Mobile ri-
costruisce i rapporti piuttosto
piccanti, ma rigorosamente
bipatisan di Morichini. A par-
tire da una conversazione tra
Morichini e la donna che ge-
stiva l’attività. Si discute di una
festa a casa di Franco Mariani
(genovese, già dirigente del
Pci, poi dalemiano di ferro, in-
fine ai vertici del Porto di Ba-
ri).
LA DONNA parla del suo
amico Roberto De Santis (al-
tro dalemiano di ferro) inter-
venuto a casa di Mariani dove
erano presenti anche due
squillo. Dice la donna: “Fran-
co e Roberto con le mie ami-
che hanno fatto i cattivi”. Solo
una questione privata a luci
rosse? Non esattamente, alme-
no a seguire la conversazione.
Il giorno prima la signora
(R.F.) aveva cercato di guada-
gnare un affare con Ina-Assita-
lia. Un contratto però che in-
contra l’ostruzionismo di
Checchino Proietti, appunto
uomo ombra di Fini. Così la
donna non ci pensa due volte
e chiama Morichini perché sa
che lui può arrivare a uomini
che contano. E Vincenzo ri-
sponde senza tanti giri di pa-
role: “A quel punto Morichini
– annotano gli agenti – le co-
munica che vorrebbe scopa-
re. Lui le dice che le ha risolto i
problemi con la Banca di Ro-
ma e con Alitalia. R.F. assicura
che se i guai saranno risolti lei
si metterà a tappetino con
lui”.
La storia di Morichini parte da
lontano, come racconta il suo
amico: “Era uno dei tanti agen-
ti volanti di Ina-Assitalia sul
territorio. Ma era il migliore.
All’inizio degli anni ‘90 diven-
tò il numero uno della poten-
tissima Agenzia Generale di
Roma, un vero e proprio cen-
tro di potere. Morichini era
abilissimo: negoziò, spesso
con successo, contratti con
tutti i colossi pubblici… Anas,
Ferrovie, Bnl, Alitalia e Fin-
meccanica. Poi si dedicò ai
rapporti con la politica: aprì
sub agenzie assicurative affi-
date a parenti di nomi grossi
del centrosinistra e del centro-
destra. Addirittura una sareb-
be stata guidata da uno dei
membri dell’equipaggio di
Ikarus”.
Ma i rapporti tra Morichini e il
clan dalemiano ruotano an-
che intorno ad altri due snodi:
Ikarus, appunto, la barca uti-
lizzata dal leader Maximo, di
cui Morichini era titolare con
Roberto De Santis. E i legami
con la Liguria, la regione, in-
sieme con la Puglia, in cui il
Sabato 7 maggio 2011
potere dalemiano ha messo ra-
dici profonde. Soprattutto at-
traverso Claudio Burlando, a
lui fedelissimo. Già, Morichini
era socio di yacht con De San-
tis. Entrambi poi furono chia-
mati in causa nell’inchiesta
sulle escort (non indagati).
È SOLTANTO l’inizio: l’in-
chiesta parla anche di Franco
Mariani, genovese (pure lui
non indagato). Ma c’è anche
Franco Lazzarini, amico di Mo-
richini e Mariani, anche lui si
disse frequentatore delle alle-
gre feste del gruppo (anche se
ha sempre negato). Lo stesso
Lazzarini amico di D’Alema
ma prima di tutti di Burlando:
il governatore era alla guida di
un’auto di Lazzarini al tempo
dell’ormai famoso controma-
no e viveva nella casa dello
stesso broker (“Ero in affitto”,
disse Burlando). Niente di ille-
gale, ma la rete dalemiana co-
mincia a comporsi. Tiri il filo
L’ex amministratore
di Agile
“ È stato
indagato e
arrestato con
l’accusa
di bancarotta
fraudolenta
di Morichinini e ne vengono
fuori tanti. Nomi ricorsi in tan-
te operazioni finanziarie non
sempre fortunate e talvolta
non completamente chiarite:
come la presenza del nome di
Lazzarini in una società della
galassia legata a Roberto Cola-
ninno e Chicco Gnutti, quan-
do i due finanzieri passarono
all’incasso della vendita di Te-
lecom a Marco Tronchetti Pro-
vera. Poi c’è il ruolo avuto da
De Santis nel più grande crac
della storia navale italiana: la
vicenda Festival dell’armatore
cipriota Giorgio Poulides, con
cui pure Burlando e Lazzarini
ebbero delle frequentazioni. E
qui torniamo a Piccini: suo fra-
tello Sergio, secondo Calisto
Tanzi, aveva pagato una maz-
zetta da un miliardo a Burlan-
do (accusa respinta e poi ar-
chiviata, l’eventuale testimo-
ne era anche morto). Ecco il
mondo piccolo di Massimo
D’Alema di cui fa parte Mori-
chini.
pagina 6 Sabato 7 maggio 2011

C
L’ORGIA DEL POTERE

è spazio per il compleanno di George
Al Tg1 niente tribunali, Clooney, “che lo festeggerà con Eli in
California”, ma non per un servizio sulla
richiesta di processo per Minetti, Mora e Fede. Tg1,
meglio parlare edizione delle 13 e 30: nonostante le novità che arrivano
dalla procura di Milano siano uscite sulle agenzie di
stampa un’ora e mezza prima (alle 12.03), il giornale di
di George e dei mammuth Augusto Minzolini le nasconde. Ecco la scaletta
esterofila: la morte di Bin Laden, proteste in Pakistan e
Siria, le operazioni in Libano. Poi gli sbarchi a Lampedusa,
l’omicidio di Marta Russo, lo sciopero della Cgil, le
polemiche tra maggioranza e opposizione, Cisl e Uil che
pro governo, e “la gogna mediatica: Claudio Scajola
travolto da un fiume di fango”. Solo a questo punto, in
esattamente 7 secondi, si dà la notizia della richiesta di
rinvio a giudizio. Per poi confondere lo spettatore con
una polemica sulle intercettazioni telefoniche:
“Quagliarello dice che la procura di Milano confessa il
misfatto”. Quale sia, non è chiaro. Nessun servizio:
bisogna lasciar spazio a un approfondimento sulla
cronaca nera, uno sull’adunata degli alpini, su Pansa che
insulta La Repubblica, sul ritrovamento di uno scheletro
di mammuth, sulle automobili “Trabant”, su Kate
Middleton che fa la spesa e, naturalmente, su George.

“A PROCESSO”
La procura di Milano chiede il rinvio a giudizio
per Mora, Fede e Minetti. Di nuovo uniti
di Gianni Barbacetto ad Arcore la prima volta, il 14 Da sinistra, la consigliera degli indagati si era rotto. Il le-
e Antonella Mascali febbraio 2010, giorno di San Va- regionale Nicole Minetti, Lele gale di Nicole Minetti, Daria Pe-
lentino, e quando ci tornò, il 20 e Mora e il direttore del Tg4 sce, aveva imboccato una strada
icole Minetti, Emilio Fede difensiva che scaricava su Fede e

N
il 27 febbraio, il 9 marzo, il 4 apri- Emilio Fede
e Lele Mora sono di nuo- le; e poi le notti dal 24 al 26 aprile Mora la responsabilità di aver
vo uniti, pronti a difen- e del primo maggio. I rapporti portato Ruby ad Arcore. Fede a
dersi insieme dalle accu- sessuali a pagamento con una no e altrove dal settembre sua volta la scaricava su Mora.
se comuni. La Procura di Milano minorenne sono l’unico caso in 2009 fino al maggio 2010”. Ora, dopo la revoca di Daria Pe-
ieri ha chiesto che siano proces- cui scatta l’imputazione per il Nicole Minetti, starlettina sce da parte di Minetti, che si è
sati per induzione e favoreggia- cliente. Così Berlusconi si è tro- della tv diventata consiglie- affidata ad altri legali, il fronte si
mento della prostituzione, an- vato nei guai. Ma nei guai insie- ra regionale in Lombardia, è ricomposto. La battaglia pro-
che minorile. I magistrati Ilda me a lui sono finiti i tre accusati è accusata di essere l’adde- cessuale vedrà la Procura contro
Boccassini, Pietro Forno e Anto- di avergli portato Ruby e le stratrice e organizzatrice tutti. Perfino la parte lesa, Kari-
nio Sangermano li considerano altre. delle ragazze di Arcore: ma-Ruby Rubacuori, ha annun-
coloro che hanno portato ad Ar- La richiesta di rinvio a “Ti devo briffare: ne ve- ciato di “sentirsi lesa non da Ber-
core (almeno) 32 ragazze, mes- giudizio per Minetti, Fe- drai di ogni”, diceva a una lusconi, ma semmai dalla stam-
se a disposizione di Silvio Ber- de e Mora – ha comuni- amica. Emilio Fede, ina- pa”.
lusconi per i festini del bun- cato ieri il procuratore movibile direttore del
ga-bunga. Edmondo Bruti Libera- Tg4, è considerato dai pm il I DIFENSORI del direttore del
ti – è un documento di talent scout che scopre giovani Tg4, Nadia Alecci e Gaetano Pe-
LA TRENTATREESIMA ra- 36 pagine in cui sono donne da portare al capo. An- corella, non si mostrano sorpre-
gazza finita a villa San Martino è riportati i capi d’impu- che Lele Mora, infine, è accu- si per la richiesta di rinvio a giu-
quella che ha fatto scoppiare il tazione ed elencate le sato dalla Procura di essere dizio. “I pubblici ministeri non
caso: perché Karima El fonti di prova raccolte dal- l’approvvigionatore delle fe- sono tornati sui propri passi, rin-
Mahroug, in arte Ruby Rubacuo- la Procura. Niente di nuovo ste del bunga-bunga. negando un’indagine mediatica-
ri, era minorenne quando arrivò rispetto a quanto già anticipato Nelle settimane scorse il fronte mente per loro così importan-
nei mesi scorsi nell’avviso di te”. Protestano però perché la
chiusura indagini. Procura non li ha ascoltati: “Non
I tre Ora sarà il gup Maria Grazia Do-
manico a decidere la data dell’u-
Secondo hanno preso in alcuna conside-
razione la richiesta di indagini
sono accusati dienza preliminare, al termine
della quale stabilirà se mandare
il direttore del contenuta nella nostra memoria
depositata il 28 aprile. Hanno
di induzione e o no a processo i tre. I reati con-
testati sono appunto induzione
Tg4, il tramite mantenuto un impianto accusa-
torio totalmente infondato. Le
e favoreggiamento della prosti- prove del non coinvolgimento
favoreggiamento tuzione di ragazze maggiorenni, con Ruby di Emilio Fede in nessuna delle
che sarebbe stato commesso a vicende di cui è chiamato a ri-
della “Milano e altrove dagli inizi del non è lui spondere sono contenute negli
2009 fino al gennaio 2011”, e in- stessi atti della Procura: di con-
prostituzione, duzione e favoreggiamento del- ma l’agente seguenza, il giudice per l’udien-
la prostituzione minorile, che sa- za preliminare non potrà che
anche minorile rebbe stato commesso “in Mila- Tony Toscano proscioglierlo da ogni accusa”.
Non è Fede a portare Ruby ad Ar-
core, il 14 febbraio 2010, ribadi-
LE TESTIMONI DEL BUNGA BUNGA scono Alecci e Pecorella. A chia-
mare Ruby quel giorno alle 16 è
Mora, non il direttore del Tg4
STATUETTA DI PRIAPO E LAP DANCE: IL RACCONTO DI CHI C’ERA (come erroneamente indicato
dalla Procura, ma solo in una co-
pia di lavoro dei tabulati, mentre
adesso vi invito al bunga-bunga!”. Il bunga-bunga dicendomi che il termine ‘mangiare’ o ricevere qualcosa in cam- scandalo, vengono additate come pro- nell’atto formale il telefono è
“E presidente del Consiglio, in pubbli- l’ha preso in prestito dal suo amico bio. Scendemmo quindi in una piccola stitute. Ma non è così e vogliono dimo- correttamente attribuito alla Lm
co, ogni volta che può cerca di trasfor- Gheddafi, e sta a designare una sorta di discoteca, in mezzo c’era il palo della strarlo. Si rivolgono all’avvocato Patri- Production di Mora). Non è Fede
mare in barzelletta il rito di Arcore, cen- harem femminile, che si esibisce al pia- lap-dance... Le due gemelle De Vivo, zia Bugnano (parlamentare di Idv) e a neppure ad accogliere Karima a
tro dell’inchiesta milanese. Ma a testi- no inferiore della villa... Nel bunga-bun- che erano in mutande e reggiseno, han- Stefano Castrale. I due legali suggeri- Milano, proveniente dalla Sici-
moniare quali dopocena si svolgessero ga tutte le ragazze sono completamen- no cominciato a ballare in maniera hard, scono di raccontare la verità ai magistra- lia, e a indirizzarla a Lele Mora: è
a villa San Martino, ci sono anche i rac- te nude... Poi il presidente mi condusse avvicinandosi al presidente, che le toc- ti. E le due ragazze scrivono quasi un dia- invece Tony Toscano, un agente
conti diretti di cinque ragazze, compre- nel suo ufficio, lasciandomi intendere cava e le ragazze toccavano il presidente rio, che consegnano in Procura il 4 apri- di spettacolo titolare dell’agen-
sa Ruby, e quelli indiretti di altre due. che la mia vita sarebbe cambiata se io nelle parti intime, e si avvicinavano an- le. Raccontano che a portarle dal presi- zia Tony Toscano International.
Sono loro che potrebbero corroborare avessi accettato di partecipare al bun- che a Emilio Fede, che analogamente le dente del Consiglio è stato Emilio Fede, Fede lo ha registrato (a sua insa-
in dibattimento la tesi accusatoria, so- ga-bunga insieme alle altre ragazze”. toccava il seno, altre parti intime”. Con- conosciuto durante un provino per fare puta) e i suoi legali hanno man-
stenuta da intercettazioni e documen- ferma pure Melania T., ex compagna di le meteorine del Tg4. dato audio e trascrizione in Pro-
tazione bancaria: sia al processo in cor- IL RACCONTO sui festini si fa detta- scuola di Nicole Minetti, intercettata: cura. “Ma i pm non ne hanno te-
so a Silvio Berlusconi, per concussio- gliato con la deposizione di Maria Ma- “Sembra di stare al Bagaglino, ma è peg- ECCO alcuni passaggi della memoria: nuto conto”, protesta Alecci.
ne e prostituzione minorile (prossima kdoum, danzatrice del ventre, chiama- gio. Un puttanaio. Con Berlusconi che “Ci sono state moltissime barzellette Già negli atti dell’accusa ci sono
udienza il 31 maggio), sia al processo ta ad Arcore nel luglio 2010: “Quando la toccava i culi alle ragazze”. E Natascia sconce che sono culminate con una bar- le tracce della presenza di Tosca-
che si celebrerà a carico di Nicole Mi- cena è terminata, il presidente disse: E T.: “Alcune delle ragazze che facevano zelletta raccontata direttamente dal pre- no, che è certamente in contatto
netti, Emilio Fede e Lele Mora. ora facciamo il bunga-bunga... Era un lo spogliarello e che erano poi nude si sidente Berlusconi che, nel recitarla, si con Ruby. I due si scambiano te-
È il 3 agosto 2010 quando Ruby, ascol- qualcosa di sessuale... Chi avrebbe ade- avvicinavano al presidente, che gli toc- esibiva con una statuetta di Priapo lefonate e messaggi sms il 4, il 5,
tata dal pm Antonio Sangermano, rito al bunga-bunga avrebbe potuto poi cava il seno o le parti intime o il sede- (un’immagine di un antico Dio pagano il 6, il 10 febbraio 2010. Inessen-
pronuncia quella strana pa- re”. che presenta un grandissimo pene in ziale, risponde la Procura: se vo-
rola, bunga-bunga, che or- Karima “Ruby” El Mahroug (F A ) OTO NSA
Le ultime testimo- erezione), facendolo poi girare tra le ra- gliono, lo chiamino come teste a
mai ha fatto il giro del mon-
do. La ragazza minorenne
Karima, nianze, in ordine cro-
nologico, sono quel-
gazze chiedendo loro di dare un bacio al
pene della statuetta e di prenderlo in
difesa.
Nicole Minetti prova a smentire
racconta di essere stata più
volte ad Arcore nel 2010. Ne-
Maria Makdoum, le di Ambra Battila-
na e Chiara Danese,
bocca... Il Presidente Berlusconi ha
chiesto alla tavolata: ‘Ragazze, allora,
invece di aver avuto da Silvio
Berlusconi la promessa di un po-
ga di aver fatto sesso con Ber-
lusconi, ma descrive le feste:
Melania T., ascoltate dal pm San-
germano l’11 aprile
siete pronte per il bunga-bunga?’...
La Minetti aveva iniziato il suo spettaco-
sto alla Camera, come scritto ieri
dal Fatto Quotidiano: “Sono solo
“Il primo incontro è stato il scorso. lino al palo della lap-dance... fino a che fantasie e dunque incommenta-
14 febbraio, sono stata chia- Ambra e Chiara: Raccontano la loro non si è trovata totalmente nuda... Il Pre- bili”. Lele Mora si mostra invece
mata da Emilio Fede che mi serata trascorsa ad Ar- mier le baciava i capezzoli... Con tutti i sereno: “Male non fare, paura
ha invitata a prepararmi per le ragazze core. È il 22 agosto vestiti addosso eravamo rimaste solo noi non avere. Di processi ne ho avu-
andare a una cena. Sono stata 2010, Chiara ha com- due che continuavamo a guardarci negli ti tanti. Io ho fiducia nei magi-
portata ad Arcore. Dopo la che inguaiano piuto 18 anni da un occhi senza sapere cosa fare, cercando strati i quali capiranno che non
cena, Berlusconi mi ha pro- mese, Ambra da tre. di tenerci in disparte in un angolo”. c’è niente di vero in ciò di cui so-
posto di scendere presso il Berlusconi Quando esplode lo (A. Mas. Gia. Bar.) no accusato”.
Sabato 7 maggio 2011 pagina 7

M
STAMPA E REGIME

arina Berlusconi è la primogenita
La primogenita di B. del premier. Alla guida della casa
editrice Arnoldo Mondadori dal
2003, è entrata in Fininvest giovanissima e nel
e gli attacchi a Saviano luglio 1996 ne è diventata vicepresidente. Dal
2003, subentrando al defunto Leonardo
Mondadori, è alla guida della casa editrice
e De Benedetti Arnoldo Mondadori.
Marina fa parte anche dei consigli di
amministrazione di Mediolanum, Medusa Film,
Mediaset e dal primo novembre 2008 anche di
Mediobanca. Secondo la rivista Forbes, è la donna
italiana più potente al mondo: nella classifica 2010
è stata collocata al 48º posto e non ci sono altre
italiane che si sono posizionate nella classifica.
All’inizio dell’anno è entrata in polemica con lo
scrittore Roberto Saviano (i cui libri sono editi
dalla stessa Mondadori) perché quest’ultimo ha
dedicato la sua laurea honoris causa in
Giurisprudenza, conferitagli dall’Università di
Genova, ai pm che stanno indagando per
concussione e prostituzione Silvio Berlusconi.
Poi ha attaccato De Benedetti per il processo
Mondadori.

MARINA PREMIER?
di Luca Telese Proprio ora che Berlusconi
indica il suo erede in Tremon-
h, ah ah... Vi state diver- ti? Lo vuoi far soffrire, confes-

“A tendo,
Noi sì, ma Marina?
vero?”.

Ah, questo non lo so...

sa...
Quando Berlusconi designa
qualcuno, quello è il primo che

FELTRI: “NON È
Ma come “Non lo so”? si preoccupa...
Guarda questo mestiere è una ta- A parte questa cattiveria?
le monotonia, che se non si balla, Credo che una logica ci sia, e sia
ogni tanto, la noia mortale può questa. Alfano dovrebbe occu-
uccidere. parsi del partito. Per quanto pos-
In che senso? sa sembrare strano il Pdl dovreb-

VERO MA CI CREDO”
Mi invitano negli stessi program-
mi. Con gli stessi ospiti. A parlare
sempre delle stesse balle. Siamo
costretti a scrivere sempre le
stesse cose. Vuoi mettere come
ci divertiremmo, con Marina?
Ma la notizia ha un fonda-
mento o no?
Il migliore: cioè il mio naso. Per il
resto vedremo.
Vittorio Feltri se la ride, e gioca a
Il gatto e il topo con l’intervista-
è tostissima. Tremonti non ce la farà”
be esserlo...
Altra rasoiata.
Ma no, dico con simpatia...
E Tremonti? “Il ministro dell’Economia
Dovrebbe occuparsi del gover- dovrebbe occuparsi del
no. Ma con SIlvio che resta a governo” Su Tremonti leader,
prender su i voti, altrimenti sa- Vittori Feltri segna la strada: “Al
Il direttore di Libero: “La Berlusconi rebbe una catastrofe: senza lui al-
le elezioni non si va lontani.
governo, ma con Silvio che resta a
prender su i voti, altrimenti sarebbe
Per questo credi che esista l’i-
potesi-Marina...
L’intervista al Corriere era tostis-
una catastrofe: senza lui alle elezioni
non si va lontani” (FOTO LAPRESSE)

tore, senza girare subito le sue sima, molto ben fatta.

carte. Ha appena piazzato la terza
beffa al Cavaliere, montando l’en-
nesimo caso: la discesa in campo
di sua figlia. Un titolaccio (“Silvio
non basta? È pronta Marina”) spa-
rato sulla prima pagina di Libero. E
proprio all’indomani dell’intervi-
sta con cui al Corriere della Sera la
presidente della Mondadori si
chiamava fuori dalle ipotesi di
“Quando
incontro
il premier mi dà
del lei, non ci
prendiamo:
non ha occhi che
per Maurizio”
candidatura (“Non prenderò il
posto di mio padre”). Macché, lui
se ne frega. E così, dopo l’endor-
sementpro-Lega dei primi anni
Novanta, dopo il vaticinio sulla fi-
ne della Prima Repubblica alla vi-
gilia di Mani pulite, dopo i corsivi
che annunciavano la rottura tra
Fini e il Cavaliere, parte lancia in
resta con la nuova profezia (au-
to?) avverante.
Scusa, direttore, ma cosa ha
detto Berlusconi?
E che ne so io?
Come, non l’hai sentito?
Ma che barba! Ogni volta voi pen-
sate che io sia collegato telepati-
Marina Berlusconi in un’elaborazione di Fabio Corsi; in alto a destra, Vittorio Feltri (FOTO LAPRESSE)
camente a Silvio? Se sapessi l’ul-
tima volta che ci siamo incontrati
Dove?
A Palazzo Grazioli. C’era pure
Belpietro. E si è creata una situa-
zione comica.
Cioè?
Eravamo in tre, ma Berlusconi si
rivolgeva solo a Maurizio.
Perché?
Ah, non lo so. Ma non aveva oc-
chi che per Belpietro.
Lo preferisce a te?
Non c’è dubbio: stravede, cin-
guettano. Con me è gentile, per
carità, ma non mi caga.
Addirittura!
Non mi considera proprio. Cre-
do che ci sia qualcosa fra noi, che
proprio non va.
Questioni di feeling?
Da sempre. Una volta, nel 2000
mi incrociò e si inginocchiò: ‘Il
grande direttore!’. Dopodiché,
ogni volta che mi vede, il gelo. Mi
dà del lei!
Ancora non hai spiegato per-
ché non hai creduto alla
smentita di Marina...
Non è il problema di credere o
non credere. Ovvio, se dovessi-
mo dar retta ai politici, tutti sono
scesi in campo negando di farlo.
L’ultimo è Montezemolo.
Ecco, non c’è dubbio che sarà an-
che lui della partita: un bel gene-
rale, peccato che non abbia eser-
cito, eh, eh...
Marina l’esercito ce l’ha?
L’ho incontrata una volta sola.
E sei rimasto ammaliato?
Macché. Non mi fece nessuna
particolare impressione. Erava-
no dalla Santanchè, parlammo
del più e del meno. Pensai: una
simpatica ragazza.
E stavolta?
Ho seguito le ultime uscite. È
straordinaria questa intervista a
Il Corriere: le ho mandato i com-
plimenti. Non lo faccio mai.
Avete persino malignato che
si fa intervistare sempre da
Daniele Manca!
Che c’entra? È un fatto. Se uno
trova una persona che lo rappre-
senta come si immagina di esse-
re, si affeziona.
Altra cattiveria...
Nooo! Montanelli, al Corriere par-
lava solo con me.
Lo preferisce a
te? “Stravede,
cinguettano.
Con me
è gentile,
per carità, ma
non mi caga”
Belpietro, che ha il feeling,
che ha detto del titolo?
Mica lo sapeva. Stava scrivendo
il suo pezzo su De Benedetti. Mi
ero consultato con De Manzoni.
Anzi, se c’è uno convinto più di
me di questa cosa, è Massimo.
Borgonovo ha composto un
vero peana!
Ma giustamente! Questa nuova
Marina è tostissima. Una dama
che, in contrasto con l’apparen-
za minuta del suo fisico è roccio-
sa come il marmo.
Ti rendi conto? Una succes-
sione “monarchica”...
Ma no, dààài... Sai, in una demo-
crazia le investiture contano, ma
fino a un certo punto. Poi devi
guadagnare voti.
Al centrodestra può andar
bene un leader donna?
Macchisenefrega!? Personalmen-
te guardo le persone, e cosa mi
trasmettono: se poi dalla cintola
in giù ha dei... dettagli diversi...
Che vuoi che sia.
Iniziasti a parlare della cadu-
ta della Prima Repubblica nel
1991. Gufavi?
No, guarda. Dissi a Cirino Pomi-
cino: ‘Prepara le valigie’. Mi ri-
spose: ‘Sei pazzo!’. Ha dovuto
ammettere che ci avevo preso.
E poi la Lega...
È l’unica vera unica profezia di
cui sono orgoglioso. Nessuno
avrebbe scommesso una lira su
Bossi. Conosco bene il Nord.
E poi la rottura con Fini. Solo
che lì hai contribuito!
Tutti a dire ‘Hai preso ordini’.
No, ho usato il cervello.
Poi te la prendi quando Trava-
glio vi sfotte per l’attendibili-
tà.
Chi lo dice? Mi diverto moltissi-
mo. Via con il mento è un nomigno-
lo fantastico, eh eh...
Ti credo: è quello per Belpie-
tro. Tu sei Littorio.
Mi piace quando ci mena. Sai, se
scrivi bene vale tutto.
Pensa che bella una tua inter-
vista a Marina
L’intervista non è il mio forte. Ma
se dopo questa chiacchierata me
la dà, la pubblichiamo sul vostro
giornale.
Padellaro non aspetta altro.
Pensa! Feltri e Berlusconi su Il
Fatto... Tra i lettori qualcuno si
sentirà male.

Libero e lo scoop bufala su Fini tanto amato da Belpietro

LE RIVELAZIONI DI CATINO: “HO INVENTATO TUTTO”. E A MILANO IL PM SPATARO HA CHIESTO UNA CONDANNA PER PROCURATO ALLARME
di Chiara Paolin
manuele Catino è un piccolo imprendi-
Efamosa
tore di Andria, provincia triangolare – la
Barletta Andria Trani – a nord di Bari.
Fino al 13 dicembre 2010 la sua vita è fatta di
edilizia, olive e vino. Oltre a un’insana pas-
sione per la politica, con dichiarate simpatie
berlusconiane.
In quei giorni di avvicinamento alle forche
caudine della fiducia alla Camera, il bravo
Catino vuole dare una mano a Silvio. Legge
preoccupato i titoli dei giornali: governo in
bilico e caduta del premier ormai possibile.
Tutta propaganda e inutili allarmismi, si con-
vince, decidendo di dimostrare all’Italia in-
tera quanto sia facile manovrare i media per
raggiungere un certo obiettivo. Ed ecco il
piano: inventare una bufala colossale anti
Berlusconi spacciandola a un giornale par-
ticolarmente reattivo.
La storia è da noir delle Murge, il destinatario
un attento Maurizio Belpietro che ascolta
prima al telefono e poi di persona la grande
rivelazione: qualcuno sta organizzando un dria – ha spiegato l’altra sera Catino ad An- si sono concentrati sull’episodio. Bari, rac-
attentato contro Fini, da tenersi in caso di nozero –. Ero stupefatto, mi sembrava impos- colto il fascicolo di Trani, ha deciso di ar-
sfiducia alla Camera e prima delle – probabili sibile che il direttore avesse pubblicato tutto chiviare, mentre a Milano, il pm Armando
– elezioni anticipate. Scopo ultimo dell’a- fidandosi solo delle mie parole. Perché mi
zione: far ricadere la colpa (e l’onta) su Ber- aveva chiesto un riscontro con la fonte, ma
Spataro, ha chiesto una condanna per pro-
curato allarme . Forse anche l’Ordine dei
lusconi assicurando a Fini&nuovi alleati il io gli avevo spiegato che la soffiata arrivava Giornalisti vorrà dire qualcosa sui doveri di
successo alle urne. dalla moglie dell’attentatore, una mia aman- verifica delle polpette avvelenate, mentre
La storia piace a Belpietro, che però non la te. Che non avrebbe mai parlato”. Catino spera di uscire indenne dalla sua fan-
pubblica subito. Il governo ottiene la fidu- Insomma un feuilleton in piena regola, con tastica avventura: “Volevo solo dimostrare
cia, Catino pensa di aver fal- puntata bis. Chiede Roberto quanto sia facile montare un caso giorna-
lito la missione, ma la sor- Maurizio Belpietro (F L P ) Pozzan
OTO
all’imprenditore:
A RESSE
listico e ingenerare nell’opinione pubblica
presa arriva il 27 dicembre ma Belpietro l’ha più risen- diffidenza, sconcerto e alle volte anche odio
quando Libero spara l’inghip- tito dopo la pubblicazione? nei confronti di Berlusconi” ha spiegato il
po, associandolo a ‘strane Risposta: “Certo, e mi sono malcapitato.
notizie’ di frequentazioni di inventato pure che questa Certo, per Belpietro, proprio un periodo
una maitresse modenese da donna era stata picchiata dal sfortunato con gli attentatori d’accatto. Pri-
parte del presidente della marito, che era successo un ma la guardia del corpo che organizza una
Camera. Quanto al fattaccio macello. E lui, anche lì, non finta sparatoria giusto davanti al portone di
pugliese, l’editoriale di Bel- ha battuto ciglio. Tanto che casa sua. Poi l’amico sconosciuto di Silvio
pietro aggiunge dettagli mai a me la storia cominciava a che si rivolge proprio a lui per smascherare i
forniti dallo stesso invento- sembrare perfino vera”. tragici limiti del Libero arbitrio giornalistico.
re della favola: “Non avevo Un tocco di realismo ce Un colpo che Belpietro ha subito rilanciato
detto che l’attentato sareb- l’hanno messo i procuratori di sponda contro Fini: tiro da maestro, rim-
be stato organizzato ad An- di Bari, Milano e Trani, che balzo sul muso a parte.
 Santo Trenta
subito anni fa…
no. e sembra
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Sabato 7 maggio 2011 pagina 9

VERSO IL12 GIUGNO

COSA NON SI FA
PER UCCIDERE
UN REFERENDUM
Il governo ha svuotato i quesiti
I sondaggisti: partecipazione a rischio Una bandiera del comitato referendario nella piazza dello sciopero generale. (FOTO EMBLEMA) Sotto, Stefania Prestigiacomo

di Wanda Marra filato nel regolamento della

e il voto del referendum
Commissione di Vigilanza il rin-
sul nucleare che il governo sta
tentando di varare per impedire il
Napolitano: ca pensa che il governo abbia già
operato le scelte sul nucleare che
per l’Acqua comune. “I tentativi
di neutralizzare i referendum di-
vio di due settimane dell’infor- mostrano solo che il governo ha

“S
sarà contrario alle poli-
tiche del governo Na-
politano sciolga le Ca-
mere”. Ancora una volta Anto-
nio Di Pietro interviene con for-
za, perseguendo la linea che la
consultazione sul legittimo im-
pedimento sia un test su Silvio
Berlusconi.
In realtà quello dei 4 quesiti re-
ferendari su cui si vota il 12 e il 13
giugno è un percorso a ostacoli.
Anche se ieri per rimuoverne al-
meno uno – l’oscuramento me-
diatico – è intervenuto anche il
presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano. Infatti, la
maggioranza ha fatto di tutto per
rimandare il più possibile un re-
golamento sulla par condicio
che permettesse ai cittadini di ri-
cevere l’informazione sui quesi-
ti. Ieri, dopo l’ennesimo sgam-
betto (il solito Alessio Butti ha in-
mazione in Rai) il Capo dello Sta-
to ha ricevuto il presidente della
Rai Paolo Garimberti e il nuovo
direttore generale, Lorenza Lei,
chiedendo la “piena e tempesti-
va attuazione del regolamento
approvato dalla Commissione
parlamentare di vigilanza sulla
Rai e la necessaria informazione
sulle modalità di svolgimento
della consultazione referenda-
ria”.
COME IMMEDIATO risulta-
to, l’azienda di viale Mazzini ha
deciso di mandare in onda già da
ieri sera gli spot informativi. Di
Pietro che l’altro ieri aveva defi-
nito Napolitano il “Ponzio Pilato
che tace”, ha preso atto e rilan-
ciato. “Doveroso l’intervento del
Capo dello Stato. E sarà ancor più
doveroso il suo intervento quan-
do gli si presenterà la legge-truffa
referendum. Ci auguriamo che,
anche in quell’occasione, il Capo
dello Stato eserciti la sua funzio-
ne di garante della Costituzione e
non permetta la promulgazione
della legge”. Il riferimento è al de-
creto sul nucleare varato in fretta
e furia che deve passare al vaglio
delle Camere.
D’altra parte, il governo ce l’ha
messa tutta per disinnescare la
consultazione. Tanto per comin-
ciare, ha bocciato l’election day
che – unendo i referendum alle
amministrative – avrebbe porta-
to più elettori ai seggi. Poi, ha va-
rato un decreto con il quale sta-
bilisce la moratoria al nucleare in
Italia. La cui strumentalità è stata
ammessa dallo stesso premier:
“L’accadimento giapponese ha
spaventato ulteriormente i nostri
cittadini. Se fossimo andati oggi
al referendum, non avremmo
avuto il nucleare in Italia per tanti
“La Rai
garantisca
piena
e tempestiva
attuazione del
regolamento”
anni. Per questo abbiamo deciso
di adottare la moratoria, per tor-
nare tra due anni a un’opinione
pubblica conscia della necessità
nucleare”. Starà alla Cassazione
decidere se i quesiti atomici so-
pravvivono o meno. L’ultima tro-
vata, un’Authority sull’acqua.
Risultato? Il referendum non sta
troppo bene. Almeno a detta dei
sondaggisti. “L’opinione pubbli-
il quesito richiedeva. Quindi è
difficile che si raggiunga il quo-
rum”. Parola di Piepoli. Della
stessa opinione Renato Mannhei-
mer: “Non ho fatto sondaggi su
questo, ma la mia percezione è
che siamo molto lontani dal quo-
rum”. Una conferma indiretta al
fatto che una volta depotenziato
il quesito sul nucleare il referen-
dum sia evidentemente a rischio
lo fornisce Antonio Valente, della
Lorien consulting: “I sondaggi
che avevamo fatto prima del de-
creto del governo ci dicevano
che era alto l’interesse per la con-
sultazione dopo Fukushima”.
In realtà i comitati referendari
ostentano ottimismo. “La parte-
cipazione sui territori è molto
sentita. E i sondaggi che abbiamo
noi ci dicono che le previsioni so-
no ben sopra il quorum”, dichiara
Luca Faenzi, capo ufficio stampa
del Comitato referendario 2 sì
paura”.
Ma non mancano le polemiche
non solo nei confronti del gover-
no, ma anche del Pd, che viene
criticato per il sostegno “tiepido”
alla consultazione. “I Democrati-
ci sull’acqua hanno deciso per un
sì e per un ni”, sintetizza effica-
cemente Faenzi. Affermazione
rafforzata dalle posizioni diverse.
Senza contare che nel partito –
anche se ufficialmente i Demo-
crats sono schierati per il no – esi-
ste anche un fronte nuclearista.
“Il Pd pur nelle sue contraddizio-
ni e incertezze alla fine sosterrà il
referendum”, dice Vincenzo Vi-
ta, impegnato nella battaglia re-
ferendaria. E l’appoggio non
troppo entusiasta visto fino ad
ora? “Si capirà dopo le ammini-
strative. Anche perché senza il Pd
il destino dei referendum è più in-
certo...”. Ecco, appunto.

L’Authority che non risolve

i problemi posti dai referendari NUCLEARE L’ A F F A R E D I O G G I .
IL BIDONE DI DOMANI.

di Stefano Feltri to sugli investimenti, sostengono i referenda-

ri, nessun soggetto che opera cercando un

Èsulleilsviluppo:
decimo punto del cosiddetto Decreto
l’Agenzia nazionale di vigilanza
risorse idriche. Il trucco con cui il go-
verno spera di svuotare anche il referendum
sull’Acqua, dopo quello sul Nucleare. Pre-
messa: fin da quando è arrivato il decreto
Ronchi, nell’autunno 2009, tutti erano con-
sapevoli che serviva un’autorità di vigilanza
indipendente sul settore. Se si cerca, come fa
la legge, di mettere in concorrenza tra loro
diversi gestori del servizio idrico per assicu-
rare servizi efficienti a prezzi contenuti, ser-
ve qualcuno che vigili sul fatto che poi le con-
dizioni promesse vengano rispettate. E che
nelle gare non ci siano intoppi. Invece niente,
nonostante le promesse dei ministri Raffaele
Fitto (Regioni) e Stefania Prestigiacomo (Am-
biente), per oltre due anni l’agenzia non si è
vista. Appare solo alla vigilia della consulta-
zione popolare, così che il sottosegretario
con la delega all’Energia, Stefano Saglia, pos-
sa dire: “Il referendum è superato nei fatti”.
Peccato che l’autorità c’entri poco con i due
quesiti referendari: il primo vuole, in pratica,
cancellare le gare per l’assegnazione del ser-
vizio (così da lasciarlo agli attuali titolari, in
gran parte società pubbliche o pubblico-pri-
vate), mentre il secondo propone di cancel-
lare la remunerazione garantita al 7 per cento
degli investimenti, cioè la possibilità di sca-
ricare in bolletta il costo finanziario
degli investimenti richiesti dagli
enti locali ai gestori. Se vincono i
“sì”, non sarà più necessario per i
Comuni scendere al 40 per cento
(al 30 per le società quotate) del ca-
pitale nelle municipalizzate che ge-
stiscono l’acqua, pena la messa a
gara del servizio se non lo fanno. E
se viene abolito il margine garanti-
La nuova Agenzia farà
funzionare meglio
proprio la legge Ronchi
che la consultazione
profitto sarà più interessato a occuparsi di ac-
qua (anche se poi il peso degli eventuali in-
vestimenti, servono 60 miliardi in trent’anni,
sarà tutto a carico della fiscalità generale, cioè
da finanziare con le tasse). L’Authority sull’ac-
qua incide su questi due temi? No. Ha alcuni
poteri, come la possibilità di multare fino a 10
milioni per le società che non riescono a ga-
rantire il servizio, con “obblighi di indenniz-
zo automatico in favore degli utenti”, poi pre-
dispone un “metodo tariffario” per stabilire
quanto si deve pagare l’acqua, ma poi la de-
cisione resta in capo alle “autorità competen-
ti”, cioè gli enti locali (e non i gestori, come
certi referendari lasciano intendere). In pra-
tica l’Authority delineata dal decreto promet-
te di rendere più trasparente il settore, assi-
curando la possibilità di confrontare l’effi-
cienza dei diversi gestori e la loro capacità di
offrire il servizio con costi contenuti. “È l'ul-
timo anello della mia legge, il tassello che
mancava. Del resto sono sempre stato un so-
stenitore, fin dal primo momento, dell’istitu-
zione di un’Authority”, conferma Andrea
Ronchi, ormai ex ministro dopo il passaggio a
Futuro e libertà.
L’ambizione dei referendari non è certo di far
funzionare meglio la legge Ronchi, ma di scar-
dinarla, distruggendo la struttura attuale del
settore. Il comitato promotore immagina un
settore senza gare per l’assegnazione
della gestione del servizio idrico in-
tegrato, in cui la cancellazione del ri-
torno sull’investimento innesca la fu-
ga dei capitali privati producendo, in
un periodo imprecisato, il ritorno in
mano totalmente pubblica delle so-
cietà di gestione. Come questo possa
succedere, visto che molte delle ex
municipalizzate sono società per
azioni quotate in Borsa e come sia
possibile trovare denaro totalmente pubbli-
co per finanziare gli investimenti è un altro
problema che i referendari, per comprensi-
bili ragioni di propaganda elettorale, ora non
affrontano. L’Authority risolve alcuni proble-
mi di opacità che tutti denunciavano nella
legge Ronchi, ma di certo non sposta di un D E V O LV I I L 5 X 1 0 0 0 A G R E E N P E A C E .
centimetro le richieste di rivoluzione idrica CODICE FISCALE 97046630584
dei referendari. Anche se certamente sarà ef-
www.gre e n pe a c e .it

ficace nel confondere chi era ancora indeciso

vuole spazzare via se andare o meno a votare.
pagina 10 Sabato 7 maggio 2011

ECONOMIA

LA CGIL ESULTA:
ne media nazionale del 10 per
cento ma va considerato che in
molte fabbriche vige la cassa in-
tegrazione. Soddisfatto il sinda-
cato per l'adesione ricevuta alla
Rai dove un lavoratore su quat-

LO SCIOPERO
tro (25 per cento) ha aderito al-
lo sciopero.

I DATI SONO quasi tutti con-

testati dal governo, dalle impre-
se e da Cisl e Uil. Il sindacato di

È RIUSCITO
Piazze piene in tutta Italia
anche se il governo parla di un flop
di Salvatore Cannavò
he lo sciopero della Cgil
pubblici e commerciali. Secon-
do questo "exit poll" il dato me-
cifre parziali o arbitrarie, quello
che conta di più è la percezione
Raffaele Bonanni parla di "scio-
pero debole" tutto "politico"
che non risolve alcun proble-
ma. Il governo, con il ministro
Maurizio Sacconi, invita la Cgil
“a riflettere sui motivi della bas-
sa adesione”. In Cgil, però, non
si nasconde la soddisfazione.
Susanna Camusso, intervenen-
do a Napoli ha costruito un lun-
Il corteo di ieri a Roma della Cgil (FOTO EMBLEMA)
go "j'accuse" al governo: dai ri-
fiuti all'immigrazione per arri-
vare al lavoro e al fisco. Poi ha
raccolto il riconoscimento ve-
Il sindacato celebra un’adesione nuto da Maurizio Landini, se-
gretario della Fiom, che ha par-

C
sia riuscito, paradossal-
mente, lo conferma un
acerrimo nemico del sin-
dacato stesso, Renato Brunet-
ta. I dati diffusi dal suo ministe-
ro, infatti, parlano di una cre-
scita significativa dell'adesio-
ne nel pubblico impiego:
13,28 per cento contro il 3,96
del 25 giugno scorso e il 10,55
per cento del 12 marzo 2010.
LA CGIL per l'occasione ha
costruito un campione rappre-
sentativo dal punto di vista sta-
tistico, predisposto da una so-
cietà specializzata, basato su
900 aziende, reti, uffici, servizi
dio di adesione dei lavoratori al-
lo sciopero generale è il 58 per
cento. Una percentuale note-
vole, che però è molto distante
non solo da quella ufficiale del
Pubblico impiego ma anche dal
16 per cento stimato da Feder-
meccanica per il comparto me-
talmeccanico. A sua volta, trop-
po bassa perché costretta a te-
nere conto della miriade di im-
prese con pochissimi dipen-
denti dove probabilmente non
si è mai fatto uno sciopero. E in-
fatti la Fiom parla di un'adesio-
ne media del 50 per cento con
punte del 90 e 100 per cento in
alcune realtà.
Però, come al solito, al di là di
visiva e politica offerta dalle ma-
nifestazioni e l'analisi di alcuni
casi emblematici.
NON C'È DUBBIO che i cor-
tei siano riusciti. A Torino si so-
no contate almeno 35 mila per-
sone, a Roma, 20mila. Grande
affluenza in Liguria e in Emilia
Romagna con un corteo di 30
mila persone a Bologna. Bene
anche ad Ancona, Terni, Parma,
Padova, Taranto e Bari. Nelle
piazze, ampia la presenza di la-
voratori e lavoratrici, di precari
– in molte città hanno aperto il
corteo – di studenti – che a Ro-
ma hanno occupato i binari del-
la stazione Termini – di comitati
(forse un po’ esagerata)
del 58 per cento dei lavoratori
referendari per l'acqua pubbli-
ca o contro il nucleare. Insom-
ma, una voglia di esserci forse
superiore alle reali intenzioni
del vertice Cgil. E poi ci sono le
notizie che vengono dalle fab-
briche. Fermi al 100 per cento i
cantieri navali della Fincantieri
di Venezia, Gorizia e Ancona, la
Magneti Marelli di Bologna, la
Sirti di Bari. Grande adesione al-
la Whirlpool di Varese e Trento,
alla Iveco di Treviso, l'Ilva di
Alessandria, la Maserati di Mo-
dena mentre alla Ferrari si è
scioperato al 50 per cento.
Grande adesione nel gruppo
della presidente di Confindu-
stria, Marcegaglia, con punte
dell'80 e 90 per cento e con l'a-
zienda che conferma un'adesio-
ne media del 45 per cento. In
Fiat, si è avuto il 70 per cento
alla Powertrain di Mirafiori e il
50 per cento alla Iveco di Tori-
no. L'azienda parla di un'adesio-
lato di "riuscita dello sciopero"
chiedendo alla Cgil di "conti-
nuare questa battaglia per il la-
voro" a partire dal rifiuto degli
accordi separati.
La Camusso, dal canto suo, do-
po l'attacco al governo ha scel-
to di rivolgersi ancora alla Con-
findustria: "Chiediamo che dal-
l'Assise di Bergamo [di oggi, ndr
] decidano di voltare pagina e
ripartire da più diritti nel lavo-
ro". Sono due anni, ha aggiunto,
che Confindustria "fa una poli-
tica sbagliata che non ha dato
alcun risultato". Quindi occor-
re cambiare. Si attende oggi la
risposta di Emma Marcegaglia.

SUSANNA CAMUSSO Bilancio dei primi sei mesi

Ma il cambiamento può attendere

Il segretario Susanna Camusso, 55 anni (FOTO ANSA)
di Giorgio Meletti
zione e ancora non è riuscita a tirar fuori la Cgil
dall'angolo. Perché?”. Lei per una volta ha rinun-
ciato al consueto lamento (anche ieri ha scritto
in una rabbiosa lettera all’Espresso che “sparare
sul sindacato - e in particolare sulla Cgil - pare sia
diventato ormai uno sport nazionale che sem-
bra affascinare troppi giornalisti”) e ha dato la
sua spiegazione: “Chi ha sempre pensato che
basti la volontà di una persona, sbaglia. Questo
risultato dipende dalla ricostruzione di un'idea
vuole fare: un’autocritica e un passo indietro.
Proprio ieri, mentre si intrecciavano le consuete
polemiche sulle cifre dell’adesione allo sciopero
solitario della Cgil, gli altri due sindacati confe-
derali hanno annunciato un protocollo di unità
sindacale tra loro: d’ora in poi ci saranno riunioni
comuni delle due segreterie di Cisl e Uil una volta
al mese. Nel frattempo i due leader Raffaele Bo-
nanni e Luigi Angeletti rivendicano i risultati del-
la loro astensione dal conflitto, per esempio l’ac-
lascia presagire che per la gestione Camusso il
peggio debba ancora arrivare. Dopo alcuni anni
in progresso, adesso i sindacati concorrenti fan-
no circolare notizie su presunte difficoltà nel tes-
seramento, soprattutto tra i lavoratori attivi, la
metà del popolo Cgil (gli altri sono pensionati).
LUNEDÌ SCORSO Bonanni ha fatto una di-
chiarazione per certi aspetti sorprendente: “Il
sorpasso è molto, molto vicino. Per questo ri-

Slia:usanna Camusso ieri ha partecipato alla ma-

nifestazione di Napoli. Riferisce l’Agenzia Ita-
“Ad attenderla in testa al corteo c’è l'ex pre-
unitaria fra Cgil, Cisl e Uil”.

IL BUON SUCCESSO dello sciopero genera-

sidente della giunta regionale della Campania,
Antonio Bassolino, che le stringe la mano e si
ferma qualche secondo a parlare con lei”. A
fronte di un appoggio assai tiepido del Pd allo
sciopero generale della Cgil, il segretario gene-
rale incassa la solidarietà di un leader locale tra i
meno innovativi nel maggior partito di oppo-
sizione. Immagine plastica delle contraddizioni
dei primi sei mesi di leadership della sindaca-
lista milanese, eletta il 3 novembre scorso: il
cambiamento atteso ancora non c’è.
Due giorni fa Camusso ha ammesso le sue dif-
ficoltà in un’intervista al Corriere della Sera. Il
giornalista Enrico Marro le ha rivolto una secca
domanda: “Sono passati sei mesi dalla sua ele-
le di ieri non sembra sufficiente a rimettere in
carreggiata la strategia della Cgil, potrebbe anzi
incentivare l’immobilismo. Se, come autorevol-
mente prescritto dal presidente della Repubbli-
ca Giorgio Napolitano, l’unità sindacale è oggi
una priorità per la difesa degli interessi dei la-
voratori, Camusso non è riuscita nei suoi primi
sei mesi a modificare di una virgola lo stallo ere-
ditato dal suo predecessore e grande elettore Gu-
glielmo Epifani. Non per colpa sua. La compren-
sibile prudenza (“Non si può partire se gli altri
pongono come condizione che la Cgil dichiari di
aver sbagliato, perché noi non pensiamo di aver-
lo fatto”) si scontra con la determinazione di Cisl
e Uil di ottenere proprio ciò che Camusso non
cordo con il governo per l’assunzione di 65 mila
precari della scuola.
Camusso è partita con il vento in poppa. Non
solo per la novità di una donna al vertice del mag-
gior sindacato, ma anche, e soprattutto, per ché
la sua caratura di socialista riformista milanese
lasciava prevedere una sterzata innovativa. La
possibilità di un dialogo al femminile con la pre-
sidente della Confindustria Emma Marcegaglia
non ha prodotto altro che qualche articolo di co-
lore. E la novità riformista si è arenata sull’irri-
solto confronto con la Fiom. Nell’inasprirsi della
vertenza Fiat la Cgil non ha voluto, o non è riu-
scita a distinguere chiaramente la sua posizione
da quella dei metalmeccanici di Maurizio Landi-
ni, considerati da Cisl e Uil la palla al piede mas-
simalista della maggiore confederazione.
L’accordo annunciato ieri da Bonanni e Angeletti
chiediamo con forza la certificazione degli iscrit-
ti. Così verrebbe fuori che non siamo inferiori
alla Cgil per numero di iscritti”. Bonanni, in dif-
ficoltà dopo aver giocato tutte le sue carte sui
buoni rapporti con il governo Berlusconi, ha di-
speratamente bisogno di dimostrare che la sua
politica gli sta portando risultati e consensi cre-
scenti. Camusso ha smentito seccamente di ave-
re lei stessa manifestato preoccupazione per un
possibile sorpasso sia pure a medio termine. Ma
è evidente che il difficile percorso unitario su cui
dovrebbe impegnare la Cgil sarà anche lastricato
di polemiche velenose sul tesseramento. La pro-
spettiva di essere il leader della Cgil che subisce il
sorpasso della Cisl sarebbe drammatica per la sua
leadership. Soprattutto perché proprio da un ac-
cordo per la certificazione degli iscritti Camusso
fa partire la ricucitura del dialogo con Cisl e Uil.
Sabato 7 maggio 2011 pagina 11

ECONOMIA

Montezemolo,
ANCHE L’EUROPA SI INDIGNA poltrone
(Frau),
PER LE SPIAGGE REGALATE AI PRIVATI treni e
conflitti di
Solo i cinque metri prima del mare si salveranno dal cemento interesse
di Emilio Casalini di abilità politica, ma aveva ra- co modo per dare a tutti il diritto di Giovanna Lantini
gione lui. di competere in questo settore e Milano
a Commissione europea fa I precedenti. Ci aveva già pro- offrire così servizi migliori e più

L sapere di essere sbigottita

per un'Italia che concede
il proprio demanio pubbli-
co ai privati, per quasi un seco-
lo. In pochi articoli di legge si
realizzano i più arditi sogni dei
balneari, si mina la Costituzione
e si smantella il bene pubblico.
Tutto grazie all'articolo 3 del de-
creto di sviluppo approvato dal
Consiglio dei ministri due gior-
ni fa dove si definisce che ai pri-
vati può essere concesso il dirit-
to di superficie sul demanio ma-
rittimo. Poche pagine che po-
trebbero rivoluzionare il con-
cetto di spiaggia in Italia.
Cosa dice il decreto? Prevede
che sugli arenili italiani ancora
inedificati si possa concedere il
diritto di superficie, ossia la pos-
sibilità di edificare su terreno
demaniale. Attenzione: non vie-
ne inclusa la spiaggia che però
non ha una definizione precisa,
ma verrà delimitata di volta in
volta dalle regioni. Di fatto po-
trebbero essere considerati
spiaggia e quindi risparmiati so-
lo gli ultimi 5 metri dalla batti-
gia. Tutto quello che invece è
già stato costruito, invece, sia
stato fatto sulla spiaggia, sull'a-
renile e anche sulla scogliera,
grazie al decreto diventerà una
proprietà privata per 90 anni.
Con la possibilità di modifiche e
ricostruzioni. Resta il diritto di
accedere al mare, una sorta di
servitù di passaggio su quello
che oggi è un bene pubblico e
che domani diventerebbe, di
fatto, proprietà privata.
Il contesto. Il decreto è la rispo-
sta del governo, proprio a ridos-
so delle elezioni, alle pressanti ri-
chieste dei balneari italiani che
dal 2015 vedranno le loro con-
cessioni messe all'asta, così co-
me prevede la normativa euro-
pea. Per decenni le concessioni
IL DECRETO PRE-ELETTORALE La bocciatura di Confindustria: “È una frustatina”
vato il governo Berlusconi alla fi-
ne del 2001 inserendo nella fi-
nanziaria la possibilità di passa-
re la proprietà del demanio ma-
rittimo ai comuni, e da questi ai
convenienti per i cittadini”.
Perchè protestano i balneari?
Ma i gestori degli stabilimenti
non ci stanno. Rivendicano il di-
ritto a recuperare gli ingenti in-
Fpre.inché dura, fare affari in
famiglia conviene sem-
Ne sa qualcosa Luca
Cordero di Montezemo-
lo che nel 2010 ha potuto
privati. Seguirono sollevazione vestimenti fatti negli anni senza festeggiare il ritorno all'uti-
ambientalista e la marcia indie- correre il rischio che qualcuno le di Poltrona Frau, gruppo
tro: “Scusate, è stata una svista". partecipi all'asta e si porti via del lusso quotato in Borsa di
Nel frattempo le concessioni tutto. Solo che invece di punta- cui l'ex presidente della Fiat
continuano ad essere rinnovate re a regolamenti che difendano e attuale numero uno della
senza gare d'appalto finché l'Eu- la peculiarità locali o prevedano Ferrari è azionista indiretto
ropa dice "basta". E apre una indennizzi nel caso si dovesse e consigliere di amministra-
procedura di infrazione contro perdere l'asta, chiedono e otten- zione. Oltre a percepire da
l'Italia che si dovrà adeguare alle gono di far saltare il tavolo. Il Torino un compenso com-
norme della trasparenza e della problema è di diritto pubblico? plessivo di 8,713 milioni di
libera concorrenza entro il E noi lo trasformiamo in diritto euro, Montezemolo ha in-
2015. Da quel momento le con- privato. Accontentati. fatti ottenuto anche una so-
cessioni saranno messe all'asta e É costituzionale? Solo che la via stanziosa commessa dal
tutti potranno parteciparvi. d'uscita del governo presenta, Lingotto e da Maranello per
Cosa dice la direttiva euro- secondo autorevoli pareri, profi- Poltrona Frau: nel 2010 i
pea? Il pensiero della Commis- li di incostituzionalità perché, di due gruppi hanno acquista-
sione è chiaro e lo ha ribadito an- fatto, si costituisce un diritto si- to (rigorosamente “a condi-
che dopo la pubblicazione del mile alla proprietà privata, su di zioni di mercato”) materiali
decreto: “Le concessioni devo- un bene come il litorale che la per gli allestimenti di alta
no essere garantite per un perio- Costituzione considerao un pa- gamma e di lusso delle loro
do di tempo limitato e senza rin- trimonio indisponibile. Cioè autovetture per un contro-
novi automatici. Questo è l'uni- non vendibile a nessuno, mai. valore complessivo di 19
Il decreto concede il diritto di superficie ai privati per 90 anni (FOTO EMBLEMA) milioni di euro, 1 milione in
più del 2009. Una cifra non
demaniali erano state rinnovate stessa società, l'Immobiliare Ita- da poco, dato che rappre-
automaticamente agli stessi con-
cessionari in cambio di canoni ri-
lo Belga per un canone di 45 mila
euro all'anno a fronte di 7 milioni GRECIA Voci (smentite) senta il 7 per cento circa del
fatturato di Poltrona Frau.
dicoli. Ecco qualche esempio re- di euro di incassi. Il Twiga della Del resto la generosità degli
lativo al 2010: la spiaggia di Pa-
lermo è gestita dal 1911 dalla
Versilia versa 14mila euro con 4
milioni di ricavi, il Tibidabo di
sull’uscita dall’euro Agnelli verso gli ammini-
stratori delle loro società è
Ostia 5mila euro al mese per i mancava solo Der Spiegel: il settimanale tedesco, che in cosa nota. Non solo verso
20mila metri quadrati di spiag- Csviluppi
questi mesi si è dimostrato sempre ben informato sugli Sergio Marchionne. Per
L’Ue ci impone gia, 500 cabine a 3mila euro l'u-
na, un ristorante, una piscina co-
della crisi finanziaria europea, scrive che la Grecia
è pronta a uscire dall’euro. E scoppia uncomprensibile pa-
esempio, l'amministratore
delegato di Exor, Carlo Ba-
le aste per le perta, un centro benessere, un
bar, e una boutique. Il titolare si
nico. Lo Spiegel parla di una riunione d’emergenza e segreta
prevista a Lussemburgo tra Eurogruppo ed esponenti del-
rel di Sant'Albano, che
percepisce un compenso
concessioni, chiama Renato Papagni che è an-
che il presidente dell'Assobal-
l’Unione europea per discutere dell’intenzione del gover-
no di Atene di uscire dall’area dell’euro e tornare all’ori-
annuo di 1,25 milioni oltre a
una cifra variabile che può
neari, la potente associazione ginaria valuta del Paese, la dracma. Sul tavolo ci sarebbe raggiungere un pari impor-
invece Tremonti collegata a Confindustria. Ed è anche il dossier su una possibile ristrutturazione del debito to, ha a disposizione un'abi-
lui che un anno fa, durante un in- di Atene, che è un modo garbato per dire bancarotta. Il tazione a Torino e l'utilizzo
estende il diritto tervista mandata in onda da Re- governo di Atene smentisce subito: “Non ha senso, è im- di due autovetture azienda-
por t, dichiarava: "Diventeremo possibile”. Ma i mercati un po’ ci credono, e l’euro crolla li, casomai quella di servizio
di superficie proprietari delle spiagge italiane subito dell’1 per cento sul dollaro. non gli bastasse. Il presi-
grazie al diritto di superficie per dente d'onore con delega
a 90 anni 99 anni". Doti di preveggenza o per il coordinamento stra-
tegico Gianluigi Gabetti,
invece, può contare su un
compenso di 1 milione di
euro, “oltre al rimborso a

Chiudi un occhio e spera nello sviluppo piè di lista di tutte le spese

di Stefano Feltri
e lo scopo del sedicente “Decreto svilup-
L po” era di rassicurare la Confindustria al-
la vigilia del convegno a porte chiuse (politici
non invitati) di Bergamo, si può già dire che è
un flop. “Più che una frustata sembra una
frustatina”, dice il vicepresidente degli indu-
striali Alberto Bombassei. Altro che i fasti con que cosa significhi) con i controlli fiscali in
cui Corriere della Sera e Sole 24 Ore hanno
accolto il provvedimento: il quotidiano di via
Solferino ha trasformato i dieci articoli del
decreto in un grafico che ricorda un orosco-
po in cui cercare i destini della crescita. Il Sole
si inventa un semaforo a quattro luci per mi-
surare l’efficacia delle norme nel decreto. La
luce che sancisce la bassa efficacia non si
accende mai.
Eppure di dubbi sull’utilità del decreto ce ne
“Facciamo un po’ come cazzo ci pare” La parodia di Corrado Guzzandi della Casa delle libertà, alle elezioni del 2001 15 giorni, la Guardia di
sono parecchi, anche se economisti e tecnici dove l’economista ed ex ministro craxiano
stanno ancora studiando le 55 pagine della Francesco Forte esulta perché “finalmente è
bozza (manca la firma del Quirinale). Tra arrivata la riforma liberale”. Ma l’ex sena-
incentivi per le assunzioni al Sud, silenzio-as-
senso che permette di costruire quel che si
tore Franco Debenedetti, editorialista del
Sole 24 Ore, è molto più prudente: “É un
vuole se l’amministrazione pubblica non ri- insieme di misure che denuncia un minima-
sponde di no in tempo, tra tassi di usura ri-lismo programmatico, le parole ‘privatizza-
visti al rialzo e divieto di esagerare (qualun-
zione’ e ‘liberalizzazione’ sono scomparse.
Le riforme esigono una visione e il coraggio di
azienda. Giacomo Vaciago, economista del- accontentare molti e scontentare qualcuno,
la Cattolica, fornisce un criterio di lettura: “Si
cose che in questo decreto non ci sono”.
può parlare di sviluppo solo se anno dopo Che le ambizioni siano modeste e che il go-
anno aumenta il capitale fisico e umano che verno stesso non creda di aver dato una “fru-
compone il Paese, vale lo stesso principio che
stata” all’economia lo dimostra l’assenza di
vale in fabbrica. C’è qualche misura del de- una qualsiasi stima sull’impatto che il “De-
creto che va in questa direzione? Nessuna”. creto sviluppo” avrà sullo sviluppo. Se non
Tremonti ha già invitato i giornalisti a un se-
serve davvero alla crescita e non distribuisce
minario per illustrare le meraviglie del de- risorse, visto che è a costo zero, qual è il sen-
creto che ha già entusiasmato Il Giornale, so politico del provvedimento? Basta guar-
dare la prima pagina di
Libero di ieri per capirlo:
“Persecuzioni fiscali: alt.
Parola di Tremonti”. Con
riassunto dello spirito
del decreto: “Sanzioni
per chi esagera nei con-
trolli alle aziende”. A
una prima analisi sem-
bra questa l’unica misu-
ra concreta del decreto: i
controlli amministrativi
sulle aziende si potran-
no fare al massimo una
volta ogni sei mesi, non
potranno durare più di
finanza avrà il divieto di fare i controlli in di-
visa, per non attirare sull’imprenditore o il
professionista lo stigma del (presunto) eva-
sore.
Il messaggio arriva chiaro: alla crisi si rea-
gisce chiudendo un occhio, come Tremonti
ha più volte suggerito di fare anche sulle nor-
me relative alla sicurezza sul posto di lavoro
(“la 626 è un lusso che non possiamo più
permetterci”), la Lega ha chiesto a lungo an-
che un alleggerimento degli studi di settore.
Misure liberali? Franco Debenedetti è scet-
tico: “O si pensa che c’è stato un uso non
regolamentare dei controlli, o bisogna cam-
biare i regolamenti della Guardia di finanza,
ma non è di questo che si occupa il decreto. Il
capo della Guardia di finanza è il ministro, li
cambi lui i regolamenti”. Ma anche nel caso
dei controlli nelle imprese, si manda un se-
gnale più che fare una riforma. Berlusconi e
la Lega avevano bisogno di aver qualcosa da
vantare, in vista delle elezioni amministra-
tive, soprattutto di Milano. Spiega Roberto
D’Alimonte, politologo: “C’è un elettorato di
centrodestra deluso e disaffezionato, sia al
Nord sia al Sud. Pdl e Lega hanno bisogno di
riacquistare simpatie e riallacciare legami,
le vicende di Ruby hanno indebolito la fiducia
nel premier, ma non hanno creato frane. La
priorità resta il lavoro e la crisi economica”.
E quindi ecco il “decreto sviluppo” da cam-
pagna elettorale, che sembra tradurre in po-
litica economica lo slogan che Corrado Guz-
zanti aveva immaginato come una parodia
ai tempi della Casa della libertà, nel 2001:
“Facciamo un po’ come cazzo ci pare”.
di soggiorno al di fuori del
comune di residenza”. A
suo favore, inoltre, sono sta-
ti previsti “una copertura
assicurativa in caso di mor-
te e di invalidità permanen-
te derivanti da infortuni
professionali ed extra-pro-
fessionali e l'utilizzo di un
servizio segretariale e di
una vettura con autista an-
che successivamente alla
scadenza del mandato”.
Montezemolo, quindi, è in
una botte di ferro. E se i le-
gami con Torino dovessero
definitivamente spezzarsi,
poco conta: il futuro è pie-
no di promesse. Prima an-
cora della politica e delle-
ventuale blind trust, infatti,
ci sono i treni della Nuovo
Trasporto Viaggiatori di cui
Montezemolo è socio assie-
me al patron di Tod's Diego
Della Valle. Gli interni dei
nuovi treni veloci saranno
naturalmente a marchio
Poltrona Frau, come dimo-
strano a chi avesse avuto dei
dubbi in merito, le fornitu-
re del 2009 e del 2010 pari
rispettivamente a 311mila e
987mila euro, oltre a crediti
commerciali per 779mila
euro. Magari il personale
vestirà divise Tod's. Chi può
dirlo oggi? Lo racconteran-
no i bilanci post lancio Ntv.
pagina 12
Siria, ancora sangue
e arresti. Sanzioni
dall’Ue, ma non per Assad
ANCHE I FALCHI
REPUBBLICANI
CHIEDONO LE FOTO
Rumsfeld e Palin si uniscono
all’appello dell’Associated Press
di Giampiero Gramaglia
Bruxelles
e c’era un dubbio, e non
S
c’era, sulla morte di Osa-
ma bin Laden, adesso è
stato fugato: la Jihad pian-
ge il leader ucciso e gli giura
vendetta. Ma il grido di bat-
taglia degli integralisti, che
suona minaccia (“America
maledetta”), non sovrasta la
domanda di verità e di chia-
rezza che le Nazioni Unite e la
comunità internazionale ri-
volgono a Barak Obama. An-
che l’Ap (Associated press), la
più grande agenzia stampa
mondiale, chiede al presiden-
te d’osservare la legge degli
Stati Uniti.
Mentre dall’analisi del o dei
computer del capo di al Qae-
da emergono i preparativi di
attentati ai treni in diverse lo-
calità Usa nel decennale del-
l’11 settembre, fra quattro
mesi, il Village Voice on line rac-
conta che l’Ap non accetta la
decisione di Obama di non
diffondere le foto del cadave-
re di Osama e lancia una sfida
alla Casa Bianca: quelle im-
magini, assieme al video gi-
rato dagli uomini delle Navy
Seals e a quello del funerale in
mare, siano mostrate al pub-
blico. La Ap, che è un’azienda
totalmente privata, una coo-
Accidenti d’Occidente
“Dovevano processarlo, come il nazista Eichmann”
di Roberta Zunini
ella stanza dove si trovava Bin
Narmi.Laden c’erano dunque alcune
Lo ha rivelato tre giorni fa il
New York Times, smentendo la
prima versione, che sosteneva il
contrario. Un kalashnikov e una pi-
stola, appoggiati su un mobile, pos-
sono essere sufficienti a rendere le-
gittima l’uccisione del più temuto
terrorista del pianeta? ”No. Si è trat-
tata comunque di un’esecuzione”.
Secondo il giudizio del professor An-
tonio Cassese, presidente del tribu-
nale speciale per il Libano, già pre-
sidente del tribunale penale per l’ex
Jugoslavia, non vi è alcuna giustifi-
cazione per quella che è stata una
vera esecuzione, perché avere ac-
canto un’arma non significa essere
armati. ”Non c’era alcun bisogno di
uccidere Bin Laden. Un gruppo di
Navy Seals, armati fino ai denti, non
possono essere in pericolo di vita a
causa di un paio d’armi appoggiate,
nemmeno imbracciate. Avrebbero
potuto immobilizzarlo, sparargli al
più alle gambe ma non mirarlo alla
testa. Il punto è che l’intenzione non
P
iù di venti morti il bilancio provvisorio
delle vittime del “venerdì della sfida” in
Siria, sette settimane dopo l’inizio della
rivolta. La sanguinosa repressione delle truppe di
Bashar el Assad si è concentrata nel nord, con 15 morti
a Homs e sei a Hama. La televisione siriana ha reso
noto che un ufficiale e 4 sottoufficiali sono stati uccisi a
Homs e fonti non confermate hanno riferito di scontri
perativa fra i quotidiani Usa,
invoca il rispetto, anche da
parte dell’Amministrazione,
della legge sulla libertà e la
trasparenza dell’informazio-
ne, il Freedom of Information
Act. Ma, attenzione!, a norma
di legge non è certo che la
Casa Bianca e la Cia siano te-
nute a rispettare la legge: pa-
re un gioco di parole, ma non
lo è. Anzi, proprio l’Ammini-
strazione e le agenzie federa-
li, il Pentagono e l’intelligence,
afferma Scott Hodes, avvoca-
to specialista in questioni re-
lative ai limiti del diritto di
cronaca, possono benissimo
costituire delle eccezioni, ri-
spetto ai doveri cui sono te-
nuti altri soggetti. “Lo status
legale di quelle foto è quanto
meno incerto”, sostiene Ho-
des.
La Ap, nel motivare la richie-
sta, va, però, dritto al cuore di
Obama: sottolinea che “que-
sto presidente ha sempre
amato definirsi il più traspa-
rente della storia degli Stati
Uniti, il più rispettoso della
legge sulla libertà di stampa.
Molto più di quanto non fu in
passato la presidenza Bush”.
E, adesso, vorrà mica smen-
tirsi, dopo avere già faticato a
smarcarsi dal suo predeces-
sore su Guantanamo e su al-
cune pratiche poco esempla-
era di catturarlo bensì di ucciderlo”.
Finalità non conforme al diritto in-
ternazionale e umanitario? È più
cauto il professor Natalino Ronzitti,
consulente scientifico dell’Istituto
Affari Internazionali e professore di
diritto internazionale. “Bisognereb-
be sapere quali fossero le reali in-
tenzioni. Se i Navy Seals hanno con-
dotto un’azione di polizia, in questo
caso avrebbero potuto ucciderlo so-
lo se fosse stata in gioco la loro vita,
cioè se Bin Laden avesse ingaggiato
un conflitto a fuoco. Se invece i sol-
dati americani avessero agito sulla
base del codice bellico, avrebbero
potuto ucciderlo in quanto obiettivo
militare. La “war on terror”, la guer-
ra al terrorismo intrapresa da Bush,
prevede tutto questo, e Obama a
quanto pare non l’ha contraddet-
ta”.
Le convenzioni internazionali vieta-
no però l’uccisione del nemico
quando non si trova sul campo di
battaglia. Entrambi, Cassese e Ron-
zitti, ritengono che per quanto ri-
guarda la legittimità dell’azione
americana su territorio sovrano pa-
kistano, questa fosse legittimata
Barack Obama
con il vice
ammiraglio della
Marina, William H.
McRaven. Nella
pagina a fianco,
manifestazioni pro
Osama in Pakistan
Nei computer
del Califfo
del Terrore
i piani
per un nuovo
11 settembre
in America
ri dei servizi segreti. La strada
legale alla pubblicazione del-
le foto e di altri documenti sul
raid di domenica ad Abbot-
tabad sembra, comunque,
impervia, nonostante che an-
che ex e futuri avversari, co-
me Donald Rumsfeld e Sarah
Palin, partecipino al coro di
chi vuole vedere il volto del
nemico, Bin Laden, straziato
dai colpi, un’immagine defi-
nita “raccapricciante”, dai
dall’ambiguità, se non addirittura
dalla complicità con al Qaeda del
Paese asiatico. “Se i servizi segreti
pakistani non fossero stati complici,
Bin Laden non sarebbe potuto stare
per cinque anni sul loro territorio.
L’azione è giustificata dall’inaffida-
bilità del Pakistan - dice Cassese -
ma i Seals avrebbero dovuto cattu-
rare Bin Laden e portarlo negli Usa
per sottoporlo a un regolare proces-
so”. Cassese e Ronzitti ricordano a
questo proposito la cattura del na-
zista Eichemann da parte degli
Il giurista
Antonio Cassese
elenca la serie
di illegalità
commesse
nel blitz contro
Bin Laden
KILL BIN
tra le forze di sicurezza e militari che si sarebbero (congelamento dei beni e abolizione dei visti) a 13
rifiutati di sparare sui civili. Inoltre un ex imam della personalità legate al regime. La decisione formale sulle
Grande Moschea degli Omayyadi, nel cuore della città sanzioni, che includono anche un embargo sulle armi
vecchia di Damasco, la capitale della Siria, è stato ed è stata preceduta da una sospensione
arrestato dalle forze di sicurezza siriane. Lo riferisce la dell’erogazione dei fondi Ue destinati al governo, sarà
tv al-Jazeera, precisando che si tratta di Muadh presa la prossima settimana: ieri i diplomatici dei 27
al-Khatib. I 27 paesi dell’Unione europea hanno hanno concordato la lista dei “sanzionati”, escludendo
raggiunto un accordo politico per applicare sanzioni per il momento il presidente Bashar al-Assad.
pochi che l'hanno davvero vi- dell’Onu, secondo i quali “il viveva il capo terrorista ed
sta. Il dibattito politico, non comportamento degli Usa aveva ad Abbottabad una ba-
mediatico, sarebbe ora fero- nella lotta al terrorismo fini- se ora chiusa. Se è vero, è uno
ce, se Obama, mercoledì, sce per fare da paradigma”, smacco in più per l’intelligence
non l’avesse troncato deci- per altri Paesi e per casi futuri pachistana. Nella serie delle
dendo che foto e documenti e deve quindi essere ed ap- bufale, c’è la storia che rac-
restino, per ora, nei cassetti parire al di sopra di ogni so- conta un giornalista pachista-
della Cia: “Non esibiamo se- spetto. E dall’Italia si fa sen- no: Osama era morto da gior-
greti”. tire Nessuno tocchi Caino. Nella ni, per cause naturali, quan-
Certo, le pressioni per ritor- serie delle verità distillate un do è scattato il raid. E Obama
nare sulla decisione presa so- poco alla volta, il Washington insiste che Osama ha ricevu-
no forti: l’Ap, ma anche gli Post racconta che la Cia sor- to sepoltura degna e rispet-
esperti di diritti dell’uomo vegliava da mesi la casa dove tosa.
israeliani in territorio argentino. “Ei-
chemann venne portato vivo in
Israele e impiccato solo dopo la sen-
tenza della corte israeliana”, affer-
ma Ronzitti. Ma se fosse stato cat-
turato e portato davanti alla corte
americana le prove a suo carico sa-
rebbero state sufficienti alla sua in-
criminazione, anche se avesse ri-
trattato ?
Presumo che a carico di Bin Laden vi
fossero moltissime prove. Il proble-
ma è stabilire - spiega Cassese - co-
me avrebbe giocato la presunzione
di innocenza di cui egli avrebbe do-
vuto godere fino ad una eventuale
condanna. Ma penso che in un pro-
cesso contro di lui, Bin Laden avreb- L’ultimo sangue nel compound di Abbottabad. Nel riquadro, Antonio Cassese
be seguito la strategia teorizzata
dal famoso avvocato francese Jac- losevic. Bin Laden avrebbe inoltre aprire una controversia presso
ques Vergès, la cosiddetta “strate-
gia di rottura”, con cui non si entra
potuto tirare fuori molti scheletri
dagli armadi e rivelare molte am-
la Corte internazionale per vio-
lazione della sua sovranità ma
nel merito delle accuse specifiche biguità degli Usa tra gli anni 1980, solo se fosse stato stipulato un
formulate dalla procura, ma si con- (quando aiutarono i mujaidin contro trattato generale di arbitrato tra
testa la legittimità del tribunale, e si l’Unione Sovietica, ndr) e il 2000” i due Paesi”. La Corte penale in-
risponde all’accusa accusando tut- Esistono strumenti per chiede- ternazionale, invece, non po-
to il sistema politico-economico-mi- re conto agli Stati Uniti di un’e- trebbe intervenire perché nè il
litare dello Stato in cui si svolge il pro- ventuale esecuzione extragiu- Pakistan nè gli Stati Uniti ne
cesso. La strategia di Vergès venne diziale ? “No - spiega Ronzitti - hanno ratificato lo statuto. Non
utilizzata da Saddam Hussein e Mi- mentre il Pakistan potrebbe l’hanno cioè riconosciuta.
 Sabato 7 maggio 2011

KILL BIN

Libia Ghezaya, una località

a 10 km dal confine con la
Sudafrica Sheryl, moglie del
ministro sudafricano dei Servizi
Germania Il governo tedesco ha
messo a punto il piano definitivo Altri mondi
Tunisia, è stata teatro di segreti, Siyabonga Cwele, è stata per l’uscita dal nucleare, che
feroci combattimenti tra
insorti e militari lealisti, nel
condannata a 12 anni di carcere
per traffico di droga. Il marito
prevede la chiusura in 3 fasi delle
9 centrali ancora in funzione,
Poliziotti
corso dei quali le forze
lealiste hanno usato anche
ha fatto sapere che non intende
commentare la condanna fino
mentre le 8 già chiuse con la
moratoria fino al 15 giugno non londinesi
dei razzi Grad all’esito del processo d’appello dovrebbero più tornare in servizio
puniti per
sosta caffè
abusiva
di Caterina Soffici
Londra

Ugiantinparcheggia
pulmino della polizia
con i lampeg-
blu accesi nelle strisce
riservate alla fermata del bus.
Il fatto attrae l’attenzione dei
passanti che pensano a un in-
tervento di emergenza, una
chiamata al 999 (il nostro
113). Invece niente insegui-
menti né concitazione. Uno
solo dei due agenti scende con
calma dalla vettura e si dirige
a passo lento verso un Costa

“OSAMA È MORTO, VIVA OSAMA”

caffé, per poi ritornare senza
fretta verso il pulmino portan-
do due caffé in mano. È suc-
cesso in Temple Fortune
Road, Barnet, sobborgo di
Londra. È il seguito a rendere

LA MALEDIZIONE DI AL QAEDA stupefacente questa storia:

quando capiscono che non si
trattava di un intervento di
emergenza ma di una pausa
caffé i passanti da incuriositi
diventano scandalizzati e in-
DAL PAKISTAN LA NUOVA GUERRA SANTA DEL TERRORE dignati. Così Mr Defanoir si ri-
volge alla polizia denunciando
il grave abuso di potere.

di Barbara Schiavulli ne vocale di Bin Laden impressa Tanti, ma non abbastanza da carne da macello e il nostro go- che ci sia un altro attentato. So- Il fatto finisce sull’Evening
Islamabad sette giorni prima della sua mor- preoccupare le autorità pakista- verno è come un mendicante no 30 mila le persone morte in Standard, quotidiano pomeri-
te. In Pakistan la morte di Bin La- ne. Bandiere americane e coper- con gli americani”, ci dice tra- Pakistan a casa di attentati negli diano distribuito gratuitamen-
in Laden è morto. La con- den ha colto la gente di sorpre- boccante di rabbia e passione ultimi 10 anni. te nelle metropolitane che fi-

B
ferma arriva dal sito inter-
net di al Qaeda. Gli incre-
duli e i sostenitori dell’e-
miro del terrore, hanno avuto la
risposta ai loro dubbi. Ma ora
militanti dell’organizzazione
estremista rimasta orfana del
suo leader più simbolico, sono
pronti a rispondere.
Urlano vendetta. Contro gli in-
fedeli americani e i musulmani
traditori: sarà “una maledizio-
ne”, l’uccisione di Bin Laden e
forse una condanna. “Gli ame-
ricani con i propri media, imma-
gini di guerra, intelligence e appa-
rati non uccideranno tutto quel-
lo per cui ha vissuto lo sceicco
Osama – dice il comunicato – Lo
sceicco Osama non ha creato
un’organizzazione che possa
morire dopo il suo decesso”. E il
testamento sta per arrivare, lo
promette il sito, una registrazio-
sa. “Sono sbalordito – ci dice il
generale, ormai in pensione, Ta-
lat Masood, ingegnere esperto
di nucleare – ad alto livello qual-
cosa si doveva sapere, Bin La-
den poteva essere anche protet-
to da una sorta di mafia, ma i pa-
chistani non sono certo discreti
e una casa del genere avrebbe di
sicuro incuriosito”.
IL DISEGNO complottista di
un popolo, di fatto, gestito dai
servizi segreti e dai militari, è dif-
fuso a ogni livello. E dopo i toni
duri e imbarazzati dei vertici mi-
litari, che due giorni fa hanno
rimproverato gli americani per
averli tenuti all’oscuro del blitz e
di aver violato la sovranità di uno
Stato, tocca alla gente scendere
in piazza. Migliaia di persone ar-
rabbiate che si sono riversate
nelle strade principali del Paese.
toni bruciati, slogan al vetriolo,
volti trasformati in smorfie dagli
sgolamenti: “Bin Laden è il no-
stro martire” e “Via gli Usa dal
nostro Paese”.
I manifestanti si sono dati ap-
puntamento dopo la preghiera
di mezzogiorno nel venerdì di fe-
sta appoggiati dal partito islami-
co all’opposizione, la Ja-
miat-e-ulema-e-Islam. Dal nord al
sud si protesta contro l’America
che ieri mattina ha riattraversato
il confine pakistano con i suoi
droni per colpire una casa nel
nord del Waziristan al confine
con l’Afghanistan, uccidendo
17 persone sospettate di essere
talebani. È la prima incursione
dal blitz ammazza-Bin Laden. Dal
2008, 226 attacchi e almeno
duemila morti. A Islamabad e
nella gemella Rawalpindi, le pro-
teste sono state tranquille, ma gli
animi sono accesi: “Siamo solo
Maliki Mansour, un ragazzo di
Islamabad, che ricorda che il Pa-
kistan riceva ogni anno 1,3 mi-
liardi di dollari. “Siamo alla mer-
cé degli americani, possono fare
quello che vogliono di noi”, af-
ferma Goderana, una ragazza di
18 anni che dice di aver paura
Nel giorno
sacro dell’islam
si moltiplicano
le proteste
anti americani
e ripartono
gli attentati
A QUETTA, roccaforte dei ta-
lebani, in piazza quasi due mila
persone: “Il martirio di Osama
farà nascere milioni di altri Osa-
ma”, scandisce Abdullah Sittar,
che lavora per il partito pro ta-
lebani Jamiat Ulema. Più a nord,
nella turbolenta Peshawar, altre
centinaia hanno marciato dopo
la preghiera. “Obama vuole vin-
cere le elezioni a nostre spese”,
dice Shabir Ahmed Khan. E cosi
a Multan e Lahore e anche ad Ab-
bottabad, la città dove era nasco-
sto Bin Laden, si protesta. “Sono
arrivati dalle strade sterrate con-
tro gli Usa: Osama è ancora tra
noi”, dice il capo della Jamat e
Islami, Mohammad Ibrahim,
ignaro che pochi minuti dopo
sarebbe arrivato la conferma di
al Qaeda, una volta per tutte, del-
la morte di Osama Bin Laden.
nisce nelle mani di qualche mi-
lione di lettori londinesi. Il gior-
nale intervista il testimone che
dichiara: “Il conducente se ne
stava lì seduto e si guardava
intorno in modo furtivo e io ho
pensato che fosse un compor-
tamento strano. Per questo ho
deciso di aspettare, così ho vi-
sto l’altro che usciva da Costa
portando due caffé. Ho pen-
sato che fosse un abuso asso-
luto dei loro privilegi e l’ho det-
to a quei due. Se avessi par-
cheggiato io mi sarei beccato
una multa. Loro hanno bloc-
cato il traffico fermandosi in
una corsia per i bus”.
Non finisce qui. All’indignazio-
ne verbale seguono i fatti. Per-
ché l’indignato Mr Defanoir si è
rivolto alla stazione di polizia
per lamentarsi. E lì si hanno
dato una bella strigliata ai due
agenti. Il capo Neil Searbridge
ha dichiarato, sempre all’Eve-

Tutti i crimini di Guantanamo ning Standard: “Incoraggia-

ANNI DI ABUSI SUI PRIGIONIERI “TERRORISTI”: UNA SCALA DELLE TORTURE IN 10 PUNTI
di Leo Sisti
on solo Khalid Sheikh Mohammed.
Ndell’annegamento
La tecnica del waterboarding, la tortura
simulato, era d’uso
costante a Guantanamo, prima che Oba-
ma la vietasse nel 2009. Una tecnica che
ha favorito una raccolta di notizie fonda-
mentali: e quindi consentire alla Cia di
identificare il corriere che avrebbe por-
tato a Bin Laden.
Ebbene, la mente dell’11 settembre, ap-
punto Khalid Sheikh Mohammed, Ksm
nei dossier americani, quella tecnica l’ha
subìta ben 183 volte in un solo mese, nel
marzo 2003, come ha riferito Il Fatto mer-
coledì. Ma ora saltano fuori altre vittime.
Certo, la maggior parte degli irriducibili
detenuti a Guantanamo, in codice Gitmo,
a quella terribile messinscena è stata sot-
toposta: un “carnefice” versa bacinelle
d’acqua sul volto del malcapitato, che,
coperto da un drappo, crede di affogare.
Ma con Abu Zubaydah, saudita di origi-
ne palestinese, stretto collaboratore di
Bin Laden, arrestato in Pakistan nel 2002,
gli interrogators sono stati pesantissimi, co-
me con Ksm: per 83 volte hanno finto di
volerlo affogare.
Il “trattamento” nei confronti di Abu Zu-
baydah, 40 anni, già responsabile di un
campo di addestramento a Khaldan, in Af-
ghanistan, è stato giustificato in un me-
morandum del Dipartimento di Giustizia
del 2005, inviato a John Rizzo, avvocato
della Cia. Il legale aveva chiesto all’Assi-
stant Attorney General, Jay S.Bybee, un pa-
rere se certi comportamenti non “violas-
sero il divieto di tortura secondo la Sezio-
ne 2340 A, Titolo 18 del codice Usa”. Nel-
la sua nota, Bybee elenca 10 diversi gradi
di metodi per far “cantare” Abu Zuba-
ydah, tutti in sequenza: dagli schiaffi alla
privazione del sonno, dall’isolamento in
un container senza luce e infestato di in-
setti, fino all’atto più brutale, il waterboar-
ding. L’avvocato Rizzo aveva prima spie-
gato di voler introdurre un insetto pun-
gente nel box del militante di al Qaeda,
che ne aveva paura. Per poi puntare sul
passo estremo, l’ “annegamento simula-
to”. Tutte misure che saranno approvate
da Bybee: quelle procedure non infran-
gono nulla.
Eppure, per capire quali sono gli effetti
del waterboarding sulle persone, basta leg-
gere queste poche righe di descrizione,
contenute nel memo del funzionario
americano. E rabbrividire: “Il drappo,
coprendo naso e bocca permette di re-
spirare appena 20-40 secondi. Questo
comporta un aumento del biossido di
carbonio nel sangue, stimolando la ne-
cessità di respirare. Di qui, la sensazione
di soffocamento e panico incipiente,
quindi, di annegamento”.
Qual è stato il risultato di quelle torture?
Abu Zubaydah ha ceduto. Parola di un ex
agente della Cia, John Kiriakou. Intervi-
stato nel 2007 dall’Abc, è stato chiaro: in
una sessione di waterboarding il fedelissi-
mo di Bin Laden ha resistito 35 secondi
prima d’arrendersi e dire ciò che sapeva.
Proprio tutto? No, secondo una “scheda
di valutazione” su di lui, compilata l’11
novembre 2008 dal contrammiraglio
D.M. Thomas jr. comandante di Guanta-
namo: “Il detenuto è apparso coopera-
tivo, ma può aver trattenuto informazio-
ni e usato metodiche di controinterro-
gatorio”. Un vero duro, considerato a “ri-
schio elevato”.
Non ce l’ha fatta Ramzi bin al-Shib, cat-
turato nel 2002, yemenita di nascita, co-
me Bin Laden, il trait d’union tra i 19 di-
rottatori dell’11 settembre e i capi di Al
Qaeda. Ha alzato bandiera bianca pur-
ché gli fosse risparmiata quella tortura.
Nella sua “scheda di valutazione” è però
classificato sempre a “rischio elevato”.
Prigionieri a Guantanamo (FOTO ANSA)
Ha cercato in tutti i modi tener testa il
saudita Rahim al-Nashiri, preso nel
2002, accusato di aver partecipato, nel
2000, all’attentato al cacciatorpediniere
USS Cole, ad Aden. Non voleva “redimer-
si”? Allora, sotto con il waterboarding.
L’escalation delle torture l’ha sperimen-
tata sulla sua pelle Mohammed
al-Qahtani, saudita, recluso a Guanta-
namo fin dal 2002, il “ventesimo” man-
cato dirottatore. Gli hanno messo un
guinzaglio al collo, come a un cane,
l’hanno umiliato sessualmente. Troppo
poco. Inevitabile passarlo alla fase suc-
cessiva, l’“annegamento simulato”. S’è
piegato. Le sue confessioni sono state
giudicate “sincere”.
mo i nostri agenti ad avere rap-
porti e a servirsi nei negozi lo-
cali, ma lo devono fare nella
maniera giusta. Questo tipo di
comportamento è inaccettabi-
le”. Quindi i due sono stati am-
moniti e posti sotto “stretta
sor veglianza”.
Abituati a ben altri tipi di
abusi – ad auto blu che sfrec-
ciano fregandosene di qualsia-
si divieto, si fermano sui mar-
ciapiedi, tagliano la strada,
parcheggiano ovunque, a cor-
sie preferenziali dove scorraz-
za impunito ogni tipo di mezzo
non autorizzato – a storie del
genere viene da sorridere, ma
si rimane interdetti. Perché ci
domandiamo se sono loro (gli
inglesi) degli ottusi nevrotici os-
sessionati dall’ordine e dalle re-
gole, incapaci di prendere la
vita con un po’ più di legge-
rezza. Oppure noi (gli italiani)
ad aver abbassato ormai il li-
vello della tolleranza al punto
che niente è più in grado di
farci indignare, figuriamoci una
vicenda così futile. E quindi
pensiamo che sono loro gli ot-
tusi nevrotici ossessionati dal-
l’ordine e dalle regole eccete-
ra…
pagina 14
GLI OSCAR ITALIANI
CHE NOIA
I DAVID
DELL’UNITÀ
Germano, Daniele Luchetti (“La nostra vita”) e a Paola Cortellesi
di Federico Pontiggia
N
oi credevamo, noi crediamo”,
esulta il presidente Napolitano.
Ma crediamo in che? Manca l’og-
getto, perché questa Italia non è
troppo implicita per crederci
davvero? Nondimeno, arriva
un’altra esultanza tricolore,
quella di Galan: “Viva il cinema
italiano! Viva l’Italia!”. Rispetto
all’assenza del suo predecessore
Bondi è già qualcosa: i David di
Donatello ritrovano il ministro
di pertinenza, il Risorgimento
fluviale di Mario Martone i premi
di consolazione (film, sceneg-
giatura, fotografia, scenografia,
costumi, trucco, acconciatura)
dopo le 30 copie – contro le 80 di
Goodbye Mama – con cui corag-
giosamente 01 Distribution lo
portò in sala. Fin qui tutto bene,
ma c’è dell’altro: Galan. Habe-
mus Papam non l’ha “ancora” vi-
sto, ma ha già sciolto il dilemma
morettiano: “Mi si nota di più se
vengo”, e al Quirinale troneggia
al fianco di Napolitano, presi-
dente di lotta (ieri mattina a Na-
poli per i funerali dell’amico ed
ex dirigente comunista Andrea
Geremicca) e istituzione. I can-
didati vengono ricevuti con dif-
fusa e contagiosa serenità, pure
troppa: tutto questo è noia, chio-
serebbe il Califfo. Ma a grattare la
patina del cerimoniale, la verità
è un’altra, e meno soporifera. Al
contrario di Bondi impaurito da
Draquila, Galan porterà onore e
mole al Festival di Cannes, e a più
riprese – “Almeno tre volte” –
per sostenere Moretti, Sorrenti-
no e l’Alice Rohrwacher di Corpo
celeste. Non potrà fermarsi l’inte-
ro periodo, causa impegni a Bru-
xelles: “Da ministro dell’Agricol-
tura era routine: ma ora?”. Poco
male, si fa per dire, perché l’at-
tenzione è tutta a Venezia: “Un
Leone d’oro italiano manca da
13 anni”. Così ridevano, appun-
to, ma come convincere Moretti
e Sorrentino anziché sulla Croi-
sette a venire al Lido e domare il
felino? “Sei capzioso, eh!”, ghi-
gna bonario il ministro, ma non
Sabato 7 maggio 2011
SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out
Capossela
“Marinai,
Benigni
Tam tam
Clooney
Mega party
Ranieri
Consiglio ad
profeti in Rete: sarà nella villa Abramovich:
e balene” nel nuovo californiana “Confermi
subito film di per i suoi Ancelotti
secondo Woody Allen 50 anni al Chelsea”
Miglior film “Noi credevamo”
di Martone, riconoscimenti a Elio
smobilita: “Müller mi dice che re dal fuoricampo. Prima ci pensa
abbiamo comunque buone spe- Aureliano Amadei, che della stra-
ranze”. Amelio, Crialese e la Co- ge di Nassirya vissuta in prima
mencini? “Due su tre li hai pre- persona ha fatto l’opera prima 20
si”, risponde e viene trascinato sigarette (David per miglior pro-
via, non prima di tornare sulla duttori, montaggio, effetti visivi
querelle festivaliera tra Roma e e Giovani). Film che Napolitano
Venezia: “La polemica c’è stata:
io e Bettini (braccio destro di Vel-
troni alla Festa che fu, ndr) abbia-
mo due caratteri, e giù con la fe-
Alla cerimonia
sta buiaccara. Ora non sono più
governatore del Veneto, ma mi-
con Napolitano
nistro della Repubblica e devo
tutelare tutti: Venezia e Roma so-
anche Galan:
no due cose diverse”. La Capita-
le tornerà a far Festa, anziché Fe- “Io a Cannes?
stival? Sorride Galan, e si improv-
visa pierre della Cultura: “Verrai Certo, ci andrò
a Cannes?”.
per sostenere il
A NON SORRIDERE sono al-
tri: David speciale 2011, il quasi nostro cinema”
80enne (10 maggio) Ettore Scola Guido Caprino in una scena di “Noi credevamo” (FOTO ANSA)
raddrizza il tiro: “Meglio lui di
Bondi? Lo vedremo presto, ma al ha visto e lodato, ma sulla guerra dovremmo fare un passo indie- nostra vita di Daniele Luchetti (Da- dei David, in nome dei “250 mila
peggio siamo già abituati. Dipen- in Libia le posizioni divergono: tro, perché sappiamo bene come vid per la regia): “Ho fatto da col- professionisti considerati assisti-
de da ambizioni personali e cir- “Non siamo d’accordo, ma è co- la nostra lotta per l’Unità d’Italia lettore, porto la voce degli invi- ti, ma in realtà privi di qualsiasi
costanze più che dalla prepara- munque un modo di comunica- sia stata inquinata da potenze sibili del cinema”, e distribuisce statuto legale”: “Chiediamo che
zione: d’altronde, si può passare re”, rintuzza il regista. “La Libia – straniere”. La Cortellesi vince per ai colleghi più sensibili un bigliet- almeno le ricchezze prodotte dal
dall’Agricoltura alla Cultura, e vi- dice Scola – per ora toccherebbe Nessuno mi può giudicare, Lodovini to che sarà lui a leggere sul palco. nostro lavoro siano reinvestite in
ceversa”. Ma non c’è solo il vai e alla tv, ma non lo fa”, più netto è il e Battiston tra i non protagonisti, Il sospetto è questo: “Che l’accisa servizi sociali, ricerca e cultura.
vieni al Collegio Romano, bensì risorgimentale Martone: “Non ma l’agit-prop 2.0 è Elio Germa- sulla benzina non finanzi solo il Non in missioni di guerra!”. In ef-
una guerra in corso, che però in bombardiamo per l’indipenden- no, che dopo Cannes 2010 è an- Fus, ma anche la guerra in Libia”. fetti, è anche la nostra vita: ci cre-
pochi hanno il coraggio di toglie- za dei libici, ma per altri interessi: cora miglior protagonista per La E questa la sua risposta dal palco diamo?
IL LIBRO Il saggio Mondadori
ODO BONDI FAR FESTA
Falleorse ispirato da Gaber (“Libertà è par-
tecipazione”), Sandro Bondi ha dato
stampe il saggio “La cultura è libertà”,
Scelta bizzarra, farlo dopo e non durante il
mandato, ma meglio tardi che mai: l’im-
portante è che il manifesto bondiano sia
tanto al “Compedio del Capitale di Marx”
di Cafiero, quanto a un bignami. O a un
dolente sfogo, il tentativo di liberarsi del
pubblicato, indovina indovinello, da Mon- giunto. Stiano in guardia Giuseppe Vacca, complesso di Edipo nei confronti del gran-
dadori. Con lui Segrate aveva un debito Joseph Buttigieg o Angelo d’Orsi: s’insidia de padre, il defunto Pci, che Bondi ebbe La cultura è libertà
d’onore da quando rifiutò una raccolta di loro il mestiere. Si parte con un’analisi del- l’onore di rappresentare quando era sin- di Sandro Bondi (Mondadori, 18 euro - 168
poesie e non a caso, in fondo al volume la situazione culturale italiana, dal Nove- daco di Fivizzano. L’operetta ha una mo- pagine). A fianco l’ex ministro per i Beni
appena sfornato, c’è un sentito ringrazia- cento ai giorni nostri. Nemico pubblico l’e- rale (rivoluzionaria): la supremazia cultu- e le Attività culturali
mento a Gian Arturo Ferrari. Privo di bi- gemonia della sinistra: Gramsci, Togliatti, il rale evapora con il crollo del blocco so-
bliografia e indice dei nomi, il saggio è ‘68, gli anni del “Vogliamo tutto” (ma Nan- vietico. Cosa resta? Un manipolo di agi-
dedicato a Emanuela (la fidanzata ono- ni Balestrini, autore del libro, nemmeno è tatori dediti alla demonizzazione dell’av- eppure la sua impronta anche nel mondo
revole Repetti) “che mi ha insegnato l’a- ricordato), Vattimo, Adorno, Horkheimer. versario. E “una galassia di corporazioni, della cultura è di straordinaria efficacia”.
more”: dev’essere ripetente perché gli or- Un sunto che per metodo non assomiglia ognuna tesa a massimizzare il suo profitto Un’ode, quasi meglio della poesia dedicata
mai celebri componimenti di qualche anno grazie al drenaggio di fondi pubblici”, scri- alla signora Rosa Berlusconi (“Madre di
fa sono traboccanti d’amore, indirizzati a ve il gentile dispensatore di consulenze e Dio”). E dunque la svolta: il premier in-
colleghi di partito, attrici, filosofi, prece-
denti consorti (uno perfino alla segretaria
Per esaltare il suo fondi del ministero a vari parenti della fi-
danzata. Ma per gli agit-prop è fatica inu-
tellettuale. Sarà lo stesso interrogato a Mi-
lano nel 1994 da Borrelli, Colombo e Da-
di Berlusconi). Imperdibile appendice, la
lettera di dimissioni resa finalmente pub-
nume Berlusconi, tile: non passa la tesi che il successo del
berlusconismo sia frutto del “populismo
vigo? Quello per quasi cinque ore aveva
corretto e integrato le 37 pagine del ver-
blica, a Gianni Letta (pure lui bersaglio di
un antico poemetto: “Presente d’amore”).
l’ex ministro esasperato”, del “titillare gli istinti più be-
ceri della popolazione, attraverso l’ubria-
bale: “Ragioni di immagine, ormai ti im-
piccano a una parola sbagliata...”. Alla fine
Scopo della fatica letteraria, si spiega nella catura di sesso e pubblicità delle sue te- aveva arricchito la sua deposizione con
bandella, “è l'urgenza di intervenire contro fa a pezzi levisioni”. Perché no? Berlusconi “ha rico- una citazione: “Alla Fininvest mi sono sem-
questo perverso intreccio di conformismo perto per la storia della cultura, o meglio pre tenuto fuori dai problemi dell’ammi-
e corporativismo che ha spinto Sandro la cultura di dei rapporti tra politica e cultura, la fun- nistrazione. Ho fatto mio il motto: L’in-
Bondi, dopo la sofferta decisione di dimet- zione di un reagente chimico”. Dotato di tendenza seguirà”. Il motto, garantisce il
tersi da ministro dei Beni e delle Attività sinistra, da Marx “intelligenza e intuito fuori dal comune, Cavaliere scrivente, è di De Gaulle. De-
culturali, a tratteggiare le linee guida di non può tuttavia essere definito un intel- v’esser stato frainteso (già allora) perché
una nuova politica a favore della cultura”. a Gramsci. Ma... lettuale nel senso comune della parola; la frase è di Napoleone. Silvia Truzzi
Sabato 7 maggio 2011 pagina 15

SECONDO TEMPO

LA KERMESSE BATTIATO
Telesio,

ANTICORPI A TEATRO
Da oggi a Roma un festival raccoglie
opera
economica
grazie agli
ologrammi
le esperienze sul palco di interpreti speciali
di Eugenia Romanelli

è una nuova forma di RIMINI La memoria

C’ teatro che sta pren-
dendo sempre più pie-
de tra il pubblico im-
pegnato, il teatro sociale. Tan-
to che, dopo il successo di sala,
l’altr’anno, del primo conve-
gno della Federazione Nazio-
nale di Teatro Sociale, da oggi
al 15 maggio, a Roma, va in sce-
na il numero zero del primo fe-
stival dedicato. Stiamo parlan-
do di “Anticorpi 1.0”, diretto
da Suzana Zlatkovic, presiden-
te dell’omonima Associazio-
ne, in collaborazione con Da-
rio D’Ambrosi, direttore arti-
stico del Teatro Patologico, se-
de del Festival. Perché il nome
“Anticorpi”? “Vogliamo riuni-
re – spiega Zlatkovic – tutte
quelle esperienze artistiche
che sono realizzate da o che
rappresentano gruppi e sotto-
gruppi ai margini della collet-
tività che faticano ogni giorno
a sentirsi riconosciuti nel loro
valore di espressione umana e
artistica, e di appartenenza so-
ciale. Vogliamo diffondere an-
ticorpi creativi contro un siste-
ma culturale ormai esausto”.
DA CHI arrivano questi anti-
corpi? “Ovviamente da Supere-
roi venuti da Altrove, alieni con
modi incomprensibili, ma il lo-
ro scopo è contribuire senza al-
cuna riserva al miglioramento
della nostra società”. Parla dei
disabili? “E di tutti coloro che
non sono integrati”. In scena
compagnie teatrali miste, fatte
da attori professionisti e perso-
ne non vedenti, non udenti, pa-
zienti psichiatrici, ma anche
Rom e tanto Teatro Civile: qual
è il messaggio? “Certamente
dare visibilità e sensibilizzare
gli spettatori a realtà non rap-
presentate né dai media né dal-
le arti, quindi per lo più scono-
sciute. Ma anche semplice-
mente intrattenere con spetta-
coli di buona qualità artistica e
culturale e di incredibile impat-
to emotivo. Vogliamo entrare
nei circuiti teatrali riconosciu-
ti, il pubblico è sempre più at-
tratto dalle nuove forme
espressive, dalle sperimenta-
zioni: sono anche queste forme
Gli attori del Festival Anticorpi in scena da oggi a Roma
Con gli attori in scena
disabili, persone non
vedenti, non udenti,
pazienti psichiatrici
e ragazzi Rom
di resistenza, no?”. Tra gli spet-
tacoli proposti, due a sera, con-
tenuti provocatori: “Non solo.
Si recita Pirandello, l’Edipo Re.
Si parla di dolore ma anche di
festa, i temi sono sia leggeri che
impegnativi. L'obiettivo è pro-
porre punti di vista diversi per
entrare in mondi altri da noi,
apparentemente complessi e
irraggiungibili. Integrarli insie-
me, tramite l'arte, il teatro, la
musica e tanti linguaggi diversi
significa educare alle differen-
ze. E ce n’è bisogno”. Potrebbe
sembrare una missione fanta-
scientifica nell’Italia di oggi:
“Direi di più, magica. Come mi-
racoloso è stato riuscire a orga-
nizzare il Festival senza fondi.
Per questo lo rite-
niamo un numero
zero: non siamo riu-
sciti a fare un bando
perché non poteva-
mo pagare le com-
pagnie. Abbiamo
invitato solo chi po-
teva autofinanziar-
si”. Nove compa-
gnie in tutto. Ci par-
li di quella di Marco
Florio, la Fitzcarraldoteatro:
“In collaborazione con l’Asso-
ciazione Interpreti di Lingua
dei Segni Italiana, il 13 porterà
in scena “Agave”, una perfor-
mance sconvolgente. Gli spet-
tatori verranno bendati e con-
dotti attraverso un percorso
sensoriale. Oltre ad attori co-
me Deborah Foschi, Haben Fe-
leke, Luciano Pulerà, Stefania
Podda, Xiao Ye, anche tre attori
sordi. Non si tratta di spettaco-
larizzare la disabilità ma di dare
valore alle diversità come fonte
di creatività”. Dal teatro civile
invece una riflessione sulla tor-
tura: “L’8 andrà in scena “Ha-
beas Corpus” di Pino Calabre-
se. Ma è molto interessante an-
attraverso gli oggetti
L’nellalaideasua
è raccontare la memoria del mondo, e forse perfino
storia, attraverso gli oggetti, mostrando le cose,
convinzione che perfino il più inoffensivo souvenir
sia, appunto, portatore di un messaggio soprannaturale,
magico narrativo. E’ questo “Il teatro degli oggetti” che Ful-
vio Abbate mette in scena in prima nazionale oggi alle 21 al
Teatro Corte di Coriano, Rimini, nell’ambito del festival di Valerio Venturi
Onde corte 2011, in collaborazione con Assalti al Cuore. In Milano
scena, accanto ad Abbate, troveremo I Camillas, fra i più
interessanti elementi della nuova scena musicale italiana.
Gli attori in questo nostro caso sono appunto gli oggetti,
senza un testo drammatico di riferimento, ma solo pura
Lchiadiinvestimenti
lirica è in crisi, ostaggio
costi astronomici, po-
e interesse
improvvisazione narrativa da parte dello scrittore Abbate. del pubblico, divismo, zero
Vecchie carte da visita degli anni dell’impero coloniale ita- ricambio generazionale?
liano così come un gioco da tavolo che Groucho Marx rea- Una soluzione l'ha trovata
lizzava negli anni Cinquanta all’Nbc, l’omino del detersivo Franco Battiato. Per la mes-
che fumava miracolosamente le sue sigarette così come sa in scena di “Telesio” - ope-
l’ippodromo meccanico con i suoi cavalli di bachelite, fino ra di Manlio Sgalambro de-
a un’apoteosi di portachiavi d’ogni specie pubblicitaria e dicata al filosofo cosentino
politica. Come in un ideale romanzo animato. del '600 - Battiato, responsa-
bile della parte musicale, ha
pensato di non utilizzare at-
tori e scenografie reali: la
pièce è messa in scena da
che lo spettacolo successivo,
della compagnia Centro Diur-
ne. E’ basato sull’improvvisa-
zione degli attori, non c’è
ologrammi di attori/cantan-
ti su scene immateriali. Solo
no Sperimentale Integrato “La
voce della luna” dell’ASL RM/E,
drammaturgia né testo chiuso.
E poi in scena va il nostro fiore
l'orchestra è presente. Le
performance degli interpre-
con attori che hanno problemi all’occhiello, Elio Meloni: è ar- ti e gli sfondi son resi grazie
psichiatrici: portano sul palco rivato che non parlava e invece alla tecnologia dello studio
“I giganti della montagna” di Pi- adesso è una scheggia, riesce a inglese Musion. “Questo la-
randello”. entrare nelle vene degli spetta- voro è totalmente virtuale”,
tori”. ha detto Battiato. “Le scene,
IL 14 CI SONO i Rom: “L’As- Gli attori dilettanti possono su- l'attore che interpreta Tele-
sociazione Culturale Theatre perare i professionisti? “Venite sio, i danzatori e i cantanti
Rom di Antun Blazevic, regista e giudicate voi stessi. Io credo sono ologrammi. Ho scelto
e attore del monologo “Lo zin- di sì. Alcuni professionisti che l'olografia, invece di una tra-
garo in ricerca di lavoro”, come collaborano con noi stanno ri- dizionale rappresentazio-
noi usa il teatro per arrivare pri- vedendo molte cose della loro ne, per la stanchezza di una
ma e più profondamente alle vita, sia a livello esistenziale stantìa situazione scenica e
coscienze del pubblico, per far che professionale, dopo esser- per il fascino dell'ambiguità
riflettere intrattenendo e in- si confrontati sul palco coi no- dell'illusione, del "come
trattenere facendo riflettere”. stri attori. Le persone disabili se". Quando capisco che
Anche lei ha una compagnia sono sempre nude, hanno una quell'essere che si muove
teatrale: “Sia la mia, “Teatro tale urgenza di comunicare che sul palco – che parla, canta,
Buffo”, che quella del Teatro il loro gesto espressivo ha una danza – è un ologramma, la
Patologico di Dario D’Ambro- potenza primordiale che arriva cosa mi affascina di più. Si
sio producono gli spettacoli di allo spettatore come iniettato. aprono scenari inimmagi-
apertura e chiusura del Festi- E’ emozione pura”. Obiettivi nabili”.
val. “La Festa”, di cui sono re- futuri? “Dal prossimo anno,
gista, va in scena il 7, mentre con l’edizione numero 1, vor- LA PROSPETTIVA è
“Fukushima” il 15”. Perché ave- remmo riuscire a pagare i no- sposata con entusiasmo da
te deciso di aprire con “La Fe- stri attori. E, naturalmente, isti- Antonello Antonante, diret-
sta”? “E’ uno spettacolo alle- tuire il Premio, su giuria degli tore del Rendano: ''un teatro
gro, capace di rappresentare spettatori, per le compagnie pubblico come il nostro de-
bene l’idea della manifestazio- più interessanti”. ve studiare progetti che pos-
sano alimentare la curiosità.
Se si continuano a proporre

La Biennale tra pièce e formazione sempre le stesse cose, nel

melodramma, non diamo
nessun contributo. Così cor-
riamo rischi, ma anche chi
PRESENTATO IL PROGRAMMA DI TEATRO E DANZA: OLTRE ALLE RAPPRESENTAZIONI, LABORATORI E WORKSHOP assiste ad un opera lo fa”. La
rinascita della lirica passa
di Anna Maria Pasetti pa. Le due entità, va precisato, Spettacolo destina alla danza. tunità di lavorare con i grandi tobre aprendo con l’Amleto di dall'innovazione, dalla scel-
sono autonome ma si accomu- Qualcosa in più, forse, con il maestri internazionali, quelli Thomas Ostermeier, a cui se- ta di eliminare la presenza fi-

Fpocaormazione made in Laguna.

Quando c’è molta arte, ma
parte, conviene investire
sul futuro affinché gli equilibri
vengano ripristinati. Questo
significa coltivare i vivai dei
giovani talenti, vuoi che si trat-
ti di teatro, danza o cinema. Se
alle prime due arti provvede la
Biennale con i programmi di
Arsenale della Danza e 41° Fe-
stival internazionale del Tea-
tro del 2011 presentati ieri dal
presidente Baratta, alla terza
pensa l’università veneziana
annunciando il 1° Ca’ Foscari
Short Film Festival (26-29
maggio) che per la prima volta
in Italia farà competere opere
di studenti delle scuole di ci-
nema di tutto il mondo. An-
ch’esso illustrato ieri alla stam-
nano per una evidente volontà
della Serenissima di non cro-
giolarsi nelle glorie del passa-
to o nel “marketturismo” del
presente, ma di guardare ol-
tre, proponendosi come fuci-
na della cultura che sarà. D’al-
tra parte si può attirare ben po-
co glamour con soli 70mila eu-
ro che il Fondo Unico per lo
Si parte oggi con lo
spettacolo Babilonia
– Il terzo paradiso,
del coreografo
Ismael Ivo
milione e 200mila euro depu-
tati al binomio Teatro-Musica,
ma è sempre poca cosa, “un in-
che ti danno la svolta per tutta
la vita, e non solo artistica”. Ec-
co rafforzarsi quindi i labora-
gessato 2% dell’intero FUS”, tori e i workshop permanenti
specifica Paolo Baratta, affian- “di eccellenza” che integre-
cato dai direttori artistici, il ranno entrambi i contenitori
brasiliano Ismael Ivo per Arse- Danza e Teatro, dove si respi-
nale della Danza e il “deb” ca- rerà il “learning by doing” co-
talano Alex Rigola per il Festi- me lo definisce Ivo, ovvero il
val del Teatro: due placidi ma “campuscenico” come gli fa
appassionati “per- eco il neologismo del collega
formers” agli anti- Rigola. I programmi sono den-
podi dall’egocen-
trismo magnilo-
si: Arsenale della Danza parte
oggi con lo spettacolo Babilo-
quente di Sgarbi,
l’altro ieri autocita-
nia – Il terzo paradiso (al Tea-
tro Maliban), coreografato dal-
tosi “padrone” di lo stesso Ismael Ivo e si pro-
Biennale Arte. “Il trarrà fino al 25 giugno, con
nostro obiettivo – momenti di punta come il dan-
spiega Baratta - è of- ce-lab dell’israeliano Emanuel
frire ai futuri pro- Gat. Il 41° Festival del Teatro,
fessionisti l’oppor- invece, si terrà dal 10 al 16 ot-
guiranno lavori di Fabre, Lau-
wers, Bartìs e il nostro Romeo
Castellucci. E’ “amico della
Biennale, specie del direttore
della Mostra Marco Müller” ma
di tutt’altra natura (e genesi) è
invece l’evento cinematogra-
fico, nato per volontà del ret-
tore di Ca’ Foscari Carlo Car-
raro nell’ambito delle attività
di Ca’ Foscari Cinema guidate
da Maria Roberta Novielli. La
quale coordinerà la rassegna
competitiva di 30 corti inter-
nazionali, la cui direzione ar-
tistica è stata affidata al critico
cinematografico Roberto Sil-
vestri. Che sottolinea:“Fare-
mo tutto in autogestione con i
40mila euro dell’ateneo e la
generosa volontà di 130 stu-
denti”.
sica degli interpreti sul pal-
co? Di sicuro, la novità porta
linfa al dibattito - solo marte-
dì, a Roma, si è tenuto il con-
vegno “L’opera lirica: un fu-
turo possibile?”, organizza-
to da Aec e Federculture. C'è
tempo fino a domani, per ve-
rificare l'efficacia del “Tele-
sio” - che ha debuttato giusto
ieri. Al Maestro Carlo Bocca-
doro il compito di dirigere la
Philharmonia Mediterra-
nea; Battiato, Paolo Lopez,
Divna Ljubojevic e Juri Ca-
misasca affiancano il Coro
del Rendano. Telesio è im-
personato da Giulio Brogi,
mentre le coreografie sono
della coreana Sen Hea Ha, ac-
compagnata da due danzato-
ri giavanesi.
pagina 16 Sabato 7 maggio 2011

SECONDO TEMPO

SALISCENDI

TELE COMANDO
TG PAPI

E dopo
+ torna di nuovo sullo scanda-
lo dei prezzi di benzina e ga-
solio. Purtroppo, è l’unico.

T g3 Napolitano nomina i
sottosegretari con un
di Carlo Tecce
on è facile cominciare la
NUngiornata con la politica.
malcelato senso di ribrezzo e salotto di deputati e se-
Fuga
di piazza
lettivo: la televisione di mat-
tina non è esclusiva di casa-
linghe, pensionati e nullafa-
centi. Non è la televisione
e logiche di partito, siano co-
sì poveri di novità? Che nes-
sun conduttore, affermato e
di successo, abbia un bricio-
meridionale come inganne- lo di coraggio per inventarsi

Bin Laden? poi avverte: la maggioranza è

di Paolo Ojetti
g1 Per gli house organ di
T Berlusconi è stata una
giornataccia: come liquidare
Napolitano che chiede una
verifica parlamentare per un
governo che ha imbarcato di
tutto e di più? E allora il Tg1
in difficoltà, passa da Bin La-
den a Frattini, da Obama a
Lampedusa (il caldo e la sete
uccideranno più del mare),
dalla Cgil (Luigi Monfredi
insiste sulla modesta parteci-
pazione allo sciopero) alla
Gelmini che si compiace con
se stessa. E quando arriva
Maria Soave, siamo al “con-
fronto politico” che si chiu-
de con il faccione di Gasparri
e i berluscones che sembra-
no infastiditi dal Quirinale: di
fiducie ne abbiamo avute
tante, ora basta. Rinvio per
Fede, Mora e la Minetti: il ser-
vizio della Lorenzoni spara
sulla Procura di Milano, un
covo di imbroglioni che ma-
nipolano carte e intercetta-
zioni. Ma funziona solo per i
telespettatori di palato gros-
so.
g2 Il dopo Bin Laden ri-
T mane nebuloso. La corri-
spondenza di Gerardo Gre-
co è, come sempre, densa e
lucida, ma nemmeno lui può
formulare ipotesi certe: Bin
Laden aveva sì progetti terro-
ristici abbastanza chiari (far
saltare treni americani lungo
i viadotti, stragi spettacolari,
siamo ai tempi della televi-
sione spettacolo), ma ora chi
raccoglie il testimone? Chi
comanda? Insomma, la mor-
te dello sceicco (era sotto ti-
ro da 4 anni) avvicina la fine
di al Qaeda o ne spargerà
ovunque le spore assassine?
La pagina di politica italiana
è pallidina mentre, al contra-
rio, Francesca Altomonte
ripercorre passo passo il ca-
so Ruby senza omettere né
accuse né “premier”: per Fe-
de, Mora e Minetti non c’è
immunità che tenga. Il Tg2
così cambiata che Fini e Schi-
fani devono “verificare”. La
notizia del comunicato del
Quirinale arriva all’inizio del
Tg3, ma la “scaletta” non
cambia e tutta l’apertura ri-
mane su Bin Laden. Se qual-
cuno avesse spiegato subito
che Napolitano ha pur sem-
pre in mano il potere di con-
vocare Fini e Schifani, ascol-
tarli e poi sciogliere le Came-
re, sarebbe stato meglio. Si
punta invece sui “delusi”,
Pionati e gli altri che Berlu-
sconi non ha imbarcato: nel
mercato dei voti ci sono pesi
massimi e pesi piuma. L’in-
tervista quotidiana di Dani-
lo Scarrone con Mimmo
Scilipoti somiglia ormai a
una sequenza delle Iene. I
servizi sullo sciopero della
Cgil erano di una lunghezza
inverosimile, mentre le
“spiagge” regalate puzzano
terribilmente: a parte che le
“rotonde sul mare” prolife-
ranno come funghi, chi sono
i ministri che intascheranno
il premio di tale nefandezza?
E la ministra Prestigiacomo
che fa, guarda gli ombrelloni
oni oni?
natori di seconda o terza fila,
giornalisti incazzati e cittadi-
ni imbestialiti, eppure Agorà
di Andrea Vianello (Rai3, ore
9) funziona perché la tra-
smissione si fa piazza, il di-
battito si fa popolare. Agorà è
immune al circo mediatico
che un giorno occupa Ballarò
e l'altro Porta a Porta, stesse
facce, stessi discorsi: preve-
dibili, noiosi, ripetitivi. Non
per superiorità morale, ma
semplicemente perché nes-
sun segretario di partito è in-
teressante al pubblico mat-
tutino. Vianello è la prova
che la televisione può essere
flessibile, che un program-
ma a vita è irritante come un
parlamentare che siede per
anni a Montecitorio.
Agorà resta uno spazio minu-
scolo perché copre una nic-
chia di palinsesto, la terribile
fascia che va dal lunedì al ve-
nerdì tra le 9 e le 11, ma è
riuscita a migliorare l'au-
dience di Rai3: da una media
del 6 per cento di share e
298 mila spettatori nel 2010
all'attuale 7,17 per cento di
share e 337 mila spettatori.
Il profilo del pubblico di-
strugge l'immaginario col-
voli convinzioni fanno cre-
dere: Agorà piace molto in Li-
guria, Piemonte e Toscana
che, tutte e tre insieme, som-
mano circa il 35 per cento
dei telespettatori di Vianel-
lo. Il canovaccio del pro-
gramma è semplice: il tema
del giorno con servizi regi-
strati, il parapiglia in studio
con Vianello che, a differen-
za di Giovanni Floris, mostra
la sua imparzialità e all'oc-
correnza espone le sue opi-
nioni. Spesso la discussione
s'infiamma con l'intervento
in video di cittadini comuni,
scelti per classe sociale o
idee politiche. E un'ora e
mezza di parole finisce con
un esperimento metatelevi-
viso, non certo innovativo:
la tv che si guarda allo spec-
chio, il moviolone che ana-
lizza i minuti drammatici o
divertenti di altri program-
mi.
Possibile che il servizio pub-
blico e i concorrenti privati,
piegati da regole, burocrazie
Andrea Vianello
conduce Agorà,
la mattina su Rai3
modelli televisivi più fre-
schi? Saremo sempre qui ad
aggiungere un numero a una
serie: Grande Fratello 11 e poi
12 e 13, Porta a Porta XV e poi
XVI e XVII. A celebrare le
300 puntate di Ballarò o la mi-
lionesima intervista di Fabio
Fazio? Certo, se c’è un ri-
schio perenne che Annozero
o Che tempo che fa siano can-
cellati per volontà di Silvio
Berlusconi, vale la pena di-
fendere quel pezzetto di li-
bertà e non – come Beppe
Grillo da Santoro – accusare
chi è costretto a invitare
Maurizio Lupi o Roberto For-
migoni. Salutato senza rim-
pianti Mauro Masi, la Rai con
il voto di maggioranza e op-
posizione ha nominato Lo-
renza Lei direttore generale.
L’ex vice di Masi immagina
un servizio pubblico nel sen-
so letterale del termine: più
programmi senza l’affanno
dell’audience, meno reality
che rincorrono Mediaset.
C’è sempre un equivoco di
fondo: la Rai è sul mercato sì
o no, oppure a giorni alter-
ni?
(Elaborazione dati Auditel
Studio Frasi)

LA TV DI OGGI
11.00 RUBRICA Appunta-
mento al cinema
11.10 RUBRICA 7+
12.00 VARIETÀ La prova
del cuoco
13.30 NOTIZIARIO TG1
14.00 RUBRICA Easy Driver
14.30 VARIETÀ Le amiche
del sabato
17.00 NOTIZIARIO TG1 -
Che tempo fa
17.15 RUBRICA RELIGIOSA
A sua immagine
17.45 DOCUMENTARIO
Passaggio a Nord Ovest
18.50 GIOCO L'eredità
20.00 NOTIZIARIO TG1
20.30 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Rai TG Sport
20.35 GIOCO Affari tuoi
21.10 VARIETÀ Me lo dico-
no tutti
23.40 RUBRICA Italia mia,
esercizi di memoria
0.25 RUBRICA Cinemato-
grafo
1.15 NOTIZIARIO TG1
Notte - TG1 Focus
13.00 EVENTO SPORTIVO
Mondiale Formula 1 2011
Da Istanbul GP della Tur-
chia: qualifiche (DIRETTA)
14.30 VARIETÀ Top of the
Pops 2011
17.00 RUBRICA Sereno
variabile
18.00 NOTIZIARIO TG2
L.I.S. - Meteo 2
18.05 RUBRICA Crazy
Parade
18.35 TELEFILM Primeval
19.30 TELEFILM Squadra
Speciale Cobra 11
20.25 Estrazioni del Lotto
20.30 NOTIZIARIO TG2 -
20.30
21.05 FILM Trappola sulle
Montagne Rocciose
22.50 RUBRICA SPORTIVA
Rai Sport Sabato Sprint
23.35 NOTIZIARIO TG2
23.45 RUBRICA TG2 Dos-
sier
0.30 RUBRICA TG2 Storie
- I racconti della settima-
na
14.50 RUBRICA SPORTIVA
Magazine Champions Lea-
gue
15.20 NOTIZIARIO TG3
L.I.S.
15.25 EVENTO SPORTIVO
Ciclismo, 94º Giro d'Italia
1a tappa: Venaria Reale -
Torino (cronometro a
squadre), 19,3 Km (DIR.)
18.10 RUBRICA SPORTIVA
90° Minuto - Serie B
19.00 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione - Meteo
20.00 ATTUALITÀ Blob
presenta Vota Antonio
20.10 ATTUALITÀ Che
tempo che fa
21.30 DOCUMENTARIO
Ulisse: Il piacere della
scoperta
23.25 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione
23.45 ATTUALITÀ Un gior-
no in Pretura
0.45 NOTIZIARIO TG3
0.55 RUBRICA TG3 Agen-
da del mondo
20.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.30 RUBRICA Meridiana
- Scienza 1
21.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
22.00 ATTUALITÀ Inchiesta
3 (Interni) (REPLICA)
22.30 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.00 RUBRICA Consumi e
consumi
23.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.30 RUBRICA Tempi sup-
plementari
23.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
0.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
0.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
12.10 TELEFILM R.I.S.
Roma 2 - Delitti imperfet-
ti (REPLICA)
13.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
13.40 FILM Partnerperfet-
to.Com
15.30 ATTUALITÀ Verissi-
mo - Tutti i colori della
cronaca
18.50 GIOCO Chi vuol
essere milionario
20.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
20.30 ATTUALITÀ Striscia
la Notizia - La voce del-
l'improvvidenza
21.10 REALITY SHOW Ita-
lia's got talent
0.30 VARIETÀ Chiambret-
ti Night & Day - Solo per
numeri uno
1.30 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5 Notte
2.00 ATTUALITÀ Striscia
la Notizia (REPLICA)
2.20 FILM La maledizione
dell'impiccato
10.45 FILM Barbie Rape-
ronzolo
12.25 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
13.00 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Studio Sport
13.40 NOTIZIARIO TGCom
13.40 SIT COM All Stars
14.10 FILM Austin Powers -
La spia che ci provava
16.05 FILM Ragazze nel
pallone
18.00 TELEFILM Zeke e
Luther
18.20 CARTONI ANIMATI
Tom & Jerry
18.30 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
19.00 CARTONI ANIMATI
19.10 FILM Spot - Super-
cane anticrimine
21.10 FILM Hotel Bau
23.10 RUBRICA SPORTIVA
Studio Sport XXL
0.10 FILM Locuste: l'otta-
va piaga
2.00 ATTUALITÀ TV
Moda (REPLICA)
11.30 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo - Vie d'Italia noti-
zie sul traffico
12.00 TELEFILM Wolff - Un
poliziotto a Berlino
13.00 TELEFILM Distretto
di Polizia 9
13.50 REAL TV Forum: ses-
sione pomeridiana del
Sabato
15.00 DOCUMENTARIO
Magnifica Italia
15.10 FILM Poirot: Maca-
bro quiz
17.00 TELEFILM Detective
Monk
18.55 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
19.35 SOAP OPERA Tempe-
sta d'amore
20.40 TELEFILM Walker
Texas Ranger
21.30 FILM High Crimes -
Crimini di stato
23.45 FILM Il commissario
Wallander - Gioco perverso
1.55 NOTIZIARIO TG4
Night News
11.45 RUBRICA Il tempo
della politica
12.15 DOCUMENTARIO
La7 Doc "Couples & Duos"
12.40 TELEFILM Ultime dal
cielo
13.30 NOTIZIARIO TG La7
13.55 TELEFILM Dio vede e
provvede
15.00 EVENTO SPORTIVO
Mondiale Superbike 2011
GP Italia: Superbike
Superpole - Round 4, da
Monza (DIRETTA)
16.05 FILM Star Trek:
Generazioni
18.05 TELEFILM Relic Hun-
ter
20.00 NOTIZIARIO TG La7
20.30 ATTUALITÀ In Onda
21.30 TELEFILM L'ispettore
Barnaby
23.30 TELEFILM Medical
Investigation
0.30 NOTIZIARIO TG La7
0.40 ATTUALITÀ M.O.D.A
1.25 FILM The Big One
3.25 DOCUMENTI La7

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Trappola sulle Montagne Rocciose
Casey Ryback, congedatosi dai Navy
Seals, si gode la “pensione”facendo il
cuoco al Mile High Cafe di Denver.
Quando il fratello, insieme alla moglie,
muore in un incidente aereo, Ryback e
la nipote Sarah, si recano a Los Angeles
per i funerali. I due viaggiano sul treno
Grand Continental che attraversa le
Montagne Rocciose. Ma, durante il tra-
gitto, un gruppo di terroristi fa irruzio-
ne sequestrando i passeggeri...
Rai 2 21,05
/ Hotel Bau
Andi e Bruce, due fratelli orfani e intra-
prendenti vorrebbero tenere con loro il
cagnolino Friday, contro il parere dei
genitori adottivi. I due bambini sono
costretti a ricorrere a tutto il loro inge-
gno per trovare una soluzione.Trovano
per caso un hotel abbandonato e lo tra-
sformano in un magico paradiso per
cani, in cui sia Friday che i suoi amici
potranno finalmente abitare. Ma l'abba-
iare dei cani insospettisce i vicini...
Italia 1 21,10
 94º Giro d'Italia  Ulisse: Il piacere della scoperta
Il 94° Giro d’Italia prende il via con n questa puntata Alberto Angela riper-
una cronometro a squadre di 19,3 Km corre la storia del volo umano. Verranno
da Venaria Reale. Sarà quindi il crono- raccontate le vicende dei temerari che
metro ad assegnare la prima maglia hanno osato per primi sfidare la sorte e
rosa dell’edizione dedicata ai 150 anni spiccare il volo verso il cielo, all’inizio
dell’Unità d’Italia. Grande favorito per imbarcati su macchine volanti davvero
il successo finale sul podio di Milano, lo improbabili, e poi a bordo di mezzi
spagnolo Alberto Contador. Le speranze sempre più arditi.Attraverso un docu-
/ High Crimes - Crimini di stato  In Onda
italiane sono riposte soprattutto in Vin- mentario si ricostruirà la vita dei gio-
Claire, avvocato di successo, felicemente Prendendo spunto dall’ultimo libro del-
cenzo Nibali, già terzo lo scorso anno e vani piloti della prima guerra mondia-
sposata, scopre con sgomento che il l’ex Ministro dei Beni e delle Attività
Michele Scarponi. le, in particolare degli inglesi.
marito è un uomo diverso da quello che Culturali Sandro Bondi,“La cultura è
lei crede di aver sposato: ha un altro
Rai 3 15,25 libertà”nel quale l’ex Ministro denuncia
Rai 3 21,30
nome, un altro passato.Tom Kubik l’urgenza di intervenire contro il per-
infatti non è un tranquillo uomo d’affa- verso intreccio di conformismo e corpo-
ri, ma un ex ufficiale dei corpi speciali rativismo dal quale è avvolta la cultura
dei marines, accusato di aver commesso in Italia, il talk affronterà il tema con
una orribile strage di civili. Mentre si gli ospiti Sandro Bondi e giornalista di
prepara a difenderlo, Claire incontra Repubblica Giovanni Valentini. E poi
Charlie, che si offre di aiutarla. Gene Gnocchi protagonista della satira.
Rete 4 21,30 La7 20,30
Sabato 7 maggio 2011
MONDO
IL BOTTA E RISPOSTA CON SANTORO
Quante views ha
Bruno Vespa?
Operrmai anche l’audience Inter-
net è un elemento importante
capire l’impatto e il seguito
di una trasmissione tv sul pubbli-
co. Prova ne è l’ultima puntata di
Annozero. “Libero – ha spiegato Mi-
chele Santoro nell’anteprima del
programma – ha scritto che i ri-
sultati auditel di Annozero sono
‘taroccati’ e che noi abbiamo dei
fan in chi fa i dati auditel, ma
avrebbero potuto vedere i dati su
Internet dove è difficile il taroc-
camento”. Quindi il conduttore
ha illustrato “i rapporti su Inter-
net” delle trasmissioni di appro-
fondimento parlando di “nume-
ro medio di visualizzazioni” onli-
ne delle singole puntate: “Anno-
zero – ha spiegato – 80 mila; Re-
por t, 40 mila; Ballarò, 38 mila; e a
Porta a porta diciamo 8 mila altri-
menti si deprimono”. I numeri,
che dovrebbero essere oggettivi,
non sono piaciuti a Vespa: “San-
toro – ha detto ieri alle agenzie –
si è rifiutato di farmi intervenire
nella trasmissione in cui sono sta-
ti diffusi dati fortemente inesatti
sui frequentatori del sito di Por ta
a Porta. Risponderemo nella tra-
I FILM
SC1= Cinema 1 SCF=Cinema Family
SCH=Cinema Hits SCC=Cinema Comedy
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max
17.35 Amore 14 SCF
17.40 Fired Up! SCC
19.05 Il collezionista di ossa SCH
19.15 Cado dalle nubi SCC
19.15 Toy Story 3 SC1
19.20 Ghost Image SCM
19.25 Gifted Hands SCP
19.25 G-Force: Superspie in
missione SCF
21.00 Viola di mare SCP
21.00 Il cattivo tenente SCM
21.00 Sinbad: La leggenda dei
sette mari SCF
21.00 Natale a Rio SCC
21.10 You don't know Jack SCH
21.10 Prima tv Please Give SC1
22.30 Come te nessuno mai SCF
22.45 Prince of Persia -
Le sabbie del tempo SC1
22.50 Swing Vote SCP
23.00 Natale a Beverly Hills SCC
23.05 Tempesta polare SCM
23.35 The Italian Job SCH
0.05 Karate Kid II SCF
0.50 Shaolin Basket SCC
0.50 Remember Me SC1
0.55 La messa è finita SCP
RADIO
A “In Europa” protagonista
Lev Tolstoi
Protagonista della puntata di “In Europa”, sarà lo
scrittore russo Lev Nikolaevic Tolstoi. Umberto Brocco-
li aprirà la puntata con le parole dello scrittore che
ricorda la sua prematura condizione di orfano di
madre. Seguirà un ricordo legato al fratello. Infine, bre-
vi note autobiografiche dell’autore.
Per l’attualità europea, Tiziana Di Simone, in diretta
da Firenze, intervisterà Josep Borrell, presidente del-
l’Istituto Universitario Europeo.Per la rubrica “L’Eu-
ropa di ieri”, in collaborazione con le Teche Rai, uno
stralcio del discorso di Solzhenitsyn tenuto a Vladivo-
stok prima del rientro dall’esilio. In chiusura, alcuni
versi di Dmitrij A. Prigov.
Radiouno 9,34
pagina 17
SECONDO TEMPO
feedback$
WEB
di Federico Mello
è “SPERIAMO HITLER TI METTA NEI FORNI”
IL CONTROLLORE “RAZZISTA” FA IL GIRO DEL WEB
Il video è stato pubblicato da Il Grillaio, il blog di
un’associazione ambientalista di Altamura. Documenta
un increscioso episodio di razzismo: sulle ferrovie
Appiano Lucane, un controllore inveisce pesantemente
contro degli immigrati che stanno viaggiando sul treno e
poi fa un “augurio”: “Speriamo torni Hitler e ti metta nel
Commenti al post
su ilFattoQuotidiano.it:
“Minetti: un posto in
Parlamento per far
pace con Berlusconi”
di Barbacetto e
forno crematorio”. Dopo l’immediato tam-tam su Mascali
è UN PIANO PER IL “NO” DI KATE
I SERVIZI UK PRONTI ANCHE A UN RIFIUTO
In caso Kate Middleton ci avesse ripensato
Internet, è arrivato giovedì un comunicato
delle ferrovie regionali: “Porgiamo le nostre
scuse per questo segno d’ignoranza e di
violenza alle dignità e al rispetto delle
persone”. Dall’azienda chiedono anche aiuto
è E PERCHÉ la Minetti
dovrebbe sedere in
Parlamento? Fora de ball!
Gio57
all’ultimo minuto e, sull’altare, avesse risposto
“No” a William, i servizi segreti britannici
avevano un piano pronto nei minimi dettagli.
Lo rivela il sito The Register: nascosti tra la
folla davanti a Westminster,
a chi ha realizzato il video per identificare il
controllore razzista. è MA DOVE è il popolo
sano? La bolla (per dirla
come Santoro) s’ingrossa, si
gonfia si amplia, e quando
erano pronti decine di uomini
smissione di lunedì prossimo”.
Aspettando lunedì, siamo andati
a dare un’occhiata. Va detto in-
dei servizi preparati a formare
un “cordone di sicurezza” per
arriva al massimo che fà?
Scoppia. Avanti così che c’è
ancora spazio!
nanzitutto che Porta a Porta si è l’eventuale sposa in fuga. Il Di Varese
dotata di un sito web solo lo scor- cordone le avrebbe consentito
so marzo, e che comunque non è di scappare e al principe di è LORO hanno fatto pace,
possibile fare una verifica dei “vi- inseguirla, ma solo per 600 noi paghiamo. Chi vota
sitatori” citati da Vespa, in quan- metri, e solo per qualche Berlusconi deve essere per
to da RaiNet non fornisce dati a minuto: scaduto il tempo o lo forza peggio di lui. Altrimenti
riguardo. Santoro, però, ha par- spazio, il cordone si sarebbe non si spiega.
lato di “visualizzazioni”, facendo richiuso, e la sposa sarebbe Raferro
riferimento ai video pubblicati stata caricata da un finto taxi.
da Rai.tv. Questi numeri sono a è ORA È TUTTO più
disposizione di chiunque: le ul- chiaro. La Consigliera
time cinque puntate di Annozero Regionale della Lombardia
contano rispettivamente (dati di Nicole Minetti viene
aprile conteggiati ieri): 72’387 premiata e spedita al
visualizzazioni; 63’130; 51’563; parlamento pe trasformare
62’204; 59’183. Le “views” delle la camera dei deputati
ultime cinque puntate di Porta a anziché luogo dove una volta
Porta sono invece: 1’717; 2’152; si facevano le leggi, in un
3’257; 9’336; 3’312. Impietoso luogo dove si organizza il
anche il confronto su Facebook. bunga, bunga festa
Porta a Porta (c’è solo una pagina sadomaso, lapdance ecc. ecc.
non ufficiale) ha 891 fan; Anno- Marino
zero, 466.521.
Volto storico per il pubblico di è TANTO di cappello a
Rai Uno, evidentemente su In- miss Minetti che sta facendo
ternet Vespa proprio non riesce cariera a “dorso di c**o
a sfondare. flaccido. Visto il pelo sullo
f.mello@ilfattoquotidiano.it La pagina Fb di Annozero; stomaco che si ritrova
quella di Porta a Porta; il “Facebook sicuramente sarà una
cinese”; il blog “Il grillaio” parlamentare all’altezza dei
vari attuali esponenti
LO SPORT dell’emiCirco.
Byebyf
SP1=Sport 1 WIRED: LUNA LASCIA
SP2=Sport 2
SP3=Sport 3
ANTONELLI NUOVO DIRETTORE è COME volevasi
Riccardo Luna lascia la dimostrare: revochi il tuo
15.55 Calcio, Premier League
direzione di Wired, il mensile avvocato e ne prendi uno
2010/2011 36a giornata Everton
edito da Conde Nast che ha progettato che fa quel che dice Ghedini,
- Manchester City (Diretta) SP1
sulla scorta del Wired americano – la per contro noi ti diamo un
16.00 Tennis, ATP World Tour bibbia di ogni manettone che si rispetti – posto sicuramente eleggibile,
Masters 1000 2011 Madrid: pri- e che ha guidato dal febbraio 2009. stipendio da parlamentare,
ma semifinale (Diretta) SP2 “Condè Nast Italia – è scritto in un pensione (tanto pagano gli
18.25 Calcio, Premier League comunicato – ringrazia Luna per l’egregio lavoro di italiani!) e anche l’ombrello
2010/2011 36a giornata Totten- lancio e di decollo di un marchio, Wired appunto, di qualche leggina ammazza
ham - Blackpool (Diretta) SP3 che in poco tempo è diventato molto di più di un processi. Chissà se anche le
18.30 Tennis, ATP World Tour ‘semplice giornale’. Luna resterà nella famiglia Condè serate in topless sono
Masters 1000 2011 Madrid: Nast, oltre che come editorialista (di Wired e Vanity comprese nel prezzo o per
seconda semifinale Fair), anche come promotore di iniziative che quello c’è il gettone di
(Diretta) SP2 permettano a Wired di diventare sempre più presenza?
20.40 Calcio, Serie A 2010/2011 protagonista attivo del cambiamento e Matteo
Anticipo 17a giornata ritorno dell’ammodernamento del sistema Italia”.
Roma - Milan (Diretta) SP1 “Alla direzione di Wired, dalla metà di giugno è PURTROPPO non
21.55 Calcio, Liga 2010/2011 – prosegue il comunicato – andrà Carlo cambierà niente.
35a giornata Siviglia - Real Antonelli, che ha ottenuto ottimi risultati con Studiopci
Madrid (Diretta) SP3 la versione italiana di Rolling Stone e che vanta
23.00 Basket, NBA 2010/2011 un curriculum ventennale di incarichi di è ORMAI gli unici
Playoff, Gara 3 Memphis Griz- responsabilità in Italia e all’estero. Ad affiancarlo (speriamo) che non si fanno
zlies - Oklahoma City Thunder nell’avventura, il vicedirettore Marco De ‘comprare’ in questo
(Diretta) SP2 Martino, e l'art director David Moretti, a Wired disgraziato paese di corrotti
0.30 Calcio, Bundesliga dalla fondazione”. In Rete è nato un ampio sono i Magistrati. Deve
2010/2011 33a giornata Werder dibattito sulla notizia. Se la bacheca Fb di Luna, essere perché sono
Brema - Borussia Dortmund così come il suo account Twitter, si è riempita di comunisti!!! L’Unto ha
(Replica) SP3 saluti e attestati di stima, tra i lettori non è mancato proprio reso tutto quello
chi si è che tocca viscido!!!! Era
augurato che, è BOOM DI REN REN IN BORSA meglio re Mida…
con la nuova IL CONCORRENTE CINESE DI FACEBOOK X la storia
direzione, la rivista
possa mostrarsi più
attenta all’attualità e
La Cina è capofila al mondo nella censura di
Internet, al punto da bloccare l’ingresso nel
paese di tutti i big player del web (Google,
è INSOMMA, nulla di
nuovo sotto il sole, la
è SCUSE UFFICIALI DA SONY
L’AD SUL CASO DEL PS NETWORK
possa seguire
un’impostazione
Facebook e YouTube compresi). Essendo
però – evidentemente – universale la
repubblica del bunga bunga
va avanti...
Il numero uno di Sony, Howard
Stringer, si è scusato pubblicamente
vicina a quella domanda di condivisione online, crescono i Kvas
dell’originale Usa. concorrenti locali: Baidu, in primo luogo, il
per l’imponente perdita di dati subita
motore di ricerca in ottimi rapporti con il è PARE si stia parlando
dai servizi online Playstation
governo di Pechino, ma anche Renren, il della gestione delle cariche
Network e Qriocity, che il mese
primo social network cinese per numero di di un qualche paese del
scorso ha visto il furto delle informazioni personali di oltre
iscritti. Il sito ora è valutato 743.4 milioni di terzo mondo, in cui il re
77 milioni di utenti in seguito a un attacco hacker. “Come
dollari nell’offerta pubblica iniziale presso la nomina i suoi ministri e
compagnia vogliamo scusarci per i disagi e le
borsa di New York: nel primo giorno di consiglieri come piu gli
preoccupazioni causate da questo attacco”, scrive Stringer
contrattazioni ha registrato un aumento di aggrada... Triste sta cosa.
sul sito della Playstation, intervenendo per la prima volta
valore del 29 per cento. Come si legge su Falco
sul caso. Il manager non ha fornito una data precisa per il
AgiChina24, al prezzo iniziale di 14 dollari ad
ripristino dei servizi sospesi il 20 aprile, limitandosi a
azione, Renren viene valutata 72 volte è E SÌ adesso facciamola
indicare i “prossimi giorni”. L’azienda ha inoltre annunciato
rispetto ai ricavi dello scorso anno, mentre anche Madre Badessa!!!
un piano assicurativo per i clienti statunitensi che prevede
Facebook viene stimata 25-30 volte. Nato Errepossa
una copertura massima di 1 milione di dollari a utente per i
come clone di Facebook da adottare alle
possibili danni derivati dal furto dei dati personali.
esigenze e alle norme cinesi, Renren si è è DIRE “che schifo!” ormai
successivamente diversificata puntando sui in Italia è fare un
giochi online e sull’e-commerce anziché sulle complimento...
entrate derivanti dalla pubblicità. Loris
pagina 18 Sabato 7 maggio 2011

SECONDO TEMPO

battibecco
PIAZZA GRANDE É di Massimo Fini

I veri numeri sugli immigrati
di Michele Boldrin*
n collaboratore del blog
due anni. Poiché la nostra legi-
slazione, basata sullo ius sangui-
nis, li considera stranieri, questi
piedi. A queste vanno aggiunti
pure tutti i produttori italiani
che senza la domanda di beni e
caduta del Pil pro capite ancora
più grave se non ci fossero stati
questi inutili migranti!
LA GUERRA
CONTRO
I BAMBINI
on sapevo che la risoluzione dell'Onu autorizzasse a
N uccidere i figli e i nipotini di Gheddafi. Per difendere i
civili libici in rivolta noi facciamo la guerra ai bambini. In Italia,
all'indomani di una lacerante guerra civile, nessuno si sognò

U noisefromamerika.org, per-
sona intelligente e prepa-
rata, ma affetto da ubbie
leghiste ha fatto notare che il
ministero del Lavoro ha reso
pubblico L’immigrazione per lavo-
ro in Italia: evoluzione e prospettive,
un testo di 280 pagine scarica-
bile dal sito. Sulla base di un
riassunto (polemico con il go-
verno) apparso su Repubblica il
nostro collaboratore ha tratto
le seguenti conclusioni: a) che
nel biennio 2009-2010 sono im-
migrate in Italia 648.000 perso-
ne, suddivise in occupati
(+309.000), disoccupati
(+104.000) e inattivi
(+235.000); b) che quindi il tas-
so di attività degli immigrati è
del 49 per cento mentre il tasso
di disoccupazione è del 25,2
per cento; c) che il reddito
pro-capite del Nord Italia, con
questi nuovi ingressi, si è ridot-
to dell’1,1 per cento. La perso-
na che arriva a queste conclu-
sioni è, credetemi, molto più in-
telligente, preparata e anche
più scrupolosa della media.
Peccato che quanto scrive sia-
no balle.
VI È UNA MORALE , in que-
sta storia, anzi due. La prima
consiste nel fatto che la faziosità
(come quella della giornalista di
Repubblica che, per dare sulla te-
sta a Tremonti, stravolge il con-
tenuto del rapporto falsandone,
come vedremo, le implicazioni)
ha spesso l’effetto opposto a
quello desiderato. La seconda
morale è peggiore: il livello di di-
sinformazione e ignoranza dei
fatti cui è scesa l’opinione pub-
blica italiana è preoccupante. Fa
spavento quanto poco gli italia-
ni capiscano di economia, quan-
to incapaci siano giornalisti ed
economisti italiani di riportare
tali fatti e di interpretarli corret-
tamente.
Tratte le morali, vediamo per-
ché le affermazioni a) e c) ripor-
tate sopra sono scempiaggini. I
648 mila stranieri in più non so-
no il frutto solo di immigrazione
ma anche di fertilità interna. Lo
stesso studio riporta che gli stra-
nieri nati in Italia sono circa 77
mila all’anno, ossia 154 mila in
nuovi nati, da soli, spiegano il
65,5 per cento di quei 235 mila
nuovi stranieri inattivi. Un ra-
gionamento analogo vale per i
dati sulla disoccupazione. Il tas-
so di disoccupazione è ovvia-
mente maggiore fra gli stranieri
che fra gli italiani (11 per cento
verso 8 per cento), ma questo è
dovuto quasi esclusivamente al
loro maggior tasso di attività.
Anche se dovessimo calcolarlo
sulla base dei dati di cui sopra
(che includono persone in età
non lavorativa) esso risultereb-
be pari al 64 per cento; sul totale
della popolazione italiana esso
era del 48,4 per cento nel 2010
(Istat, Rilevazione sulle forze di
lavoro, tabella 2.5). Fra le perso-
ne in età da lavoro, il tasso di at-
tività degli stranieri è invece del
72,7 per cento contro il 61,6 per
cento degli italiani. Idem per il
tasso di occupazione che, come
riportato anche dal documento
in questione, risulta pari a quasi
il 64 per cento fra gli stranieri e
al 56 per cento fra gli italiani. An-
che a voler confrontare il com-
portamento sul mercato del la-
voro degli stranieri con quello
del “virtuoso” Nord (come ogni
buon leghista richiede) il risul-
tato non cambia. Il tasso di at-
tività del Nord si aggira attorno
al 53 per cento sul totale della
popolazione e il 69 per cento fra
le persone in età da lavoro.
Niente da fare, insomma: questi
maledetti migranti, anche te-
nendo in conto quelli che si fer-
mano a godersi il sole del Cen-
tro-Sud, lavorano di più.
La cosa più importante è che
senza quei lavoratori immigran-
ti (che lavorano a salari molto in-
feriori a quelli degli italiani) una
valanga di piccole e medie
aziende italiane rimarrebbero in
servizi dei 4,2 milioni di migran-
ti avrebbero chiuso. Siccome
l'immigrato (specialmente se
clandestino) non riceve sussi-
dio, pensione o trasferimento
alcuno dallo Stato, la domanda
in questione è privata; frutto del
lavoro migrante e non delle tas-
se di qualcun altro. Infatti risulta
palese, anche dallo studio in
questione, che solo grazie agli
stranieri disposti a lavorare per
molto meno degli italiani l'occu-
pazione non è crollata negli ul-
timi tre anni e migliaia di azien-
de non hanno chiuso. Per orren-
da che sia, la crisi economica ita-
liana sarebbe stata peggiore e la
A leggere (bene)
le cifre fornite
dal ministero
del Lavoro
si scopre che
gli stranieri
lavorano più degli
italiani e che senza
di loro la crisi
economica sarebbe
stata ben peggiore
OBIEZIONE : gli immigrati
che arrivano sono poco produt-
tivi e sanno fare solo lavori umi-
li. Certamente: vengono quelli
che l’economia del paese do-
manda. La produttività dello
straniero dipende dal lavoro che
gli offri e che è disponibile. Im-
portiamo stranieri scarsamente
produttivi perché il nostro siste-
ma economico genera solo nuo-
vi lavori scarsamente produtti-
vi: si chiama declino, signori,
declino. La qualità dell’immi-
grante medio altro non è che un
termometro che lo misura: a Pa-
lo Alto l’immigrante medio ha
un PhD e non dipende dal clima,
ve lo posso assicurare.
P.S. Visto che è tempo d’auste-
rità vale la pena notare che lo
“studio” in questione non è sta-
to prodotto dai funzionari del
ministero o dell'Istat, ma da una
lunga lista di consulenti esterni.
Sarebbe bello sapere quanto
diavolo è costata questa medio-
cre rielaborazione di dati pub-
blici stampata su carta patinata.
Mi offro di farla fare io alla mia
research assistant cinese per metà
della cifra, qualsiasi essa sia sta-
ta. Magari il ministro Sacconi
vuole renderla pubblica, la cifra,
così la prossima volta facciamo
domanda anche noi emigrati.
*Washington University in St. Louis
e noisefromamerika.org
Muammar Gheddafi (FOTO EMBLEMA)
mai di toccare Rachele Mussolini e i suoi figli. E non solo perché
ebbero la protezione di Pietro Nenni, che fu amico di Mussolini
quando era ancora socialista, ma perché allora eravamo meno
'umanitari' e più umani. A Exit, il programma della brava e
bella Ilaria D'Amico, ho sentito Maurizio Gasparri e il
cattolicissimo Luigi Amicone dissertare per mezz'ora sui ricavi
in prestigio e in business che ci darà la possibilità che i nostri
Tornado bombardino. Noi dunque ammazziamo la gente per
questioni di prestigio e di denaro? Il cinismo dell'Occidente, di
cui l'Italia è parte, sta diventando sempre più ripugnante.
Vicenda Bin Laden. Non credo a una parola di ciò che ci
hanno raccontato gli americani. Prima la foto taroccata, poi
il rifiuto di mostrare qualsiasi immagine, quindi il cadavere
buttato frettolosamente in mare per impedire qualsiasi
verifica. Gli esperti americani assicurano che il controllo del
Dna non lascia dubbi: si tratta di Osama. Ma chi controlla i
controllori del Dna? Come ho cercato di spiegare sul Fatto di
giovedì far 'morire' Bin Laden adesso serve agli Stati Uniti in
funzione di una 'exit strategy' che non gli faccia perdere del
tutto la faccia. Ma se quello che hanno raccontato fosse vero
è peggio che se fosse falso. La questione qui non è se buttare
un cadavere a mare faccia parte o meno del diritto islamico.
Non ne fa parte. È un'altra. È la prima volta nella Storia che
si rifiuta a un essere umano, per quanto arcinemico,
un'onorata sepoltura. Catilina era il 'pericolo pubblico
numero uno' per Roma. Morto in battaglia, dopo essersi
battuto eroicamente, il suo corpo fu restituito agli anziani
genitori. Nerone fu condannato alla 'damnatio memoriae',
ma nessuno pensò di negargli le onoranze funebri, che
furono pagate dalle sue nutrici, e una tomba dove il popolino
di Roma, che aveva capito benissimo che l'imperatore
'maledetto' stava dalla sua parte e non da quella degli
aristocratici latifondisti, continuò a portare fiori per più di
trent'anni. Persino i Talebani, i criminali Talebani del
criminale Mullah Omar quando, conquistata Kabul,
eliminarono piuttosto brutalmente l'ex presidente
Naiisbullah, responsabile di essere stato il Quisling dei
sovietici, consegnarono il suo corpo alla Croce
Rossa perché la restituisse alla famiglia. Gli
americani si sono giustificati dicendo che sia il
Pakistan che l'Arabia Saudita si erano rifiutati di
accogliere le spoglie di Bin Laden. Ma andiamo.
L'alleato Pakistan che permette ai Navy Seals di
spadroneggiare sul suo territorio, avrebbe osato
rispondere no agli Stati Uniti se gli avessero fatto
questa richiesta? E l'alleata Arabia Saudita, dove
Osama è nato e sul cui suolo passeggiano 60
mila soldati yankee, avrebbe detto niet? E lo
Yemen di cui la famiglia di Bin Laden è originaria
e che è sempre stato di manica larga con i
terroristi? E il Sudan? O un atollo qualsiasi in
mezzo all'oceano?
No, giù in mare, come un sacco di patate.
Bisognava aspettare la 'cultura superiore' per
vedere lo scempio di quelle forme elementari di
umanità e di 'pietas' che sono sempre
appartenute a tutti i popoli, anche i più
primitivi.

L’ex patron
Tanzi in carcere Parmalat dovrebbe
scontare 8 anni. Tra
mo; magari domani tocca a me,
pensa la metà del Parlamento e
del governo. Prima di tutto Tan-
zi si è già fatti, per via della vi-
se è stato condannato a 6 anni,
se ne fa (teoricamente, adesso
lo spiegherò) solo 3. Il reato di
Tanzi è terminato nel 2003.
meno questo: perché l’articolo
47 ter dell’ordinamento peni-
tenziario prevede che chi ha più
di 70 anni può scontarsi la ga-

ma non troppo custodia cautelare,

di Bruno Tinti na degli imprenditori italiani,
come una giustizia efficiente e
eff Skilling, amministrato- rispettata sta a una giustizia im-
affidamento in
tuperata carcerazione preventi-
va, 7 mesi di prigione che, na-
turalmente, adesso vanno cal-
colati; quindi gli restano da fare
7 anni e 4 mesi. Solo che la no-
prova e indulto
restano un anno e 4
QUINDI , dei suoi 7 anni e 4
mesi, dopo l’applicazione del-
l’indulto, ne restano 4,4. Bè, me-
glio di niente. Eh no, perché,
per via dell’art. 47 dell’ordina-
mento penitenziario, quando
restano da scontare 3 anni di pe-
lera a casa sua: se ne sta in pol-
trona, fa i suoi affari per telefo-
no, fax ed e-mail, dà le disposi-
zioni che crede per gestirsi i
suoi tesoretti nascosti, il tutto
nel pieno rispetto della legge;
basta che non esca e, come si di-
ce, il suo debito alla società è pa-

J
re delegato di Enron e re-
gista del relativo crac: 24
anni di reclusione (li sta
scontando). Bernard Madoff, ti-
tolare di Bernard Madoff Inve-
stment Securities, responsabi-
le di truffa ai danni dei suoi
clienti: 150 anni di reclusione
(li sta scontando). Calisto Tan-
zi, “patron” di Parmalat, re-
sponsabile del relativo crac: 8
anni e 1 mese di reclusione; è
stato arrestato ieri.
24 e 150 anni di reclusione
stanno a 8 come un Paese serio
come gli Usa sta a uno ridicolo
come l’Italia, come l’etica im-
prenditoriale americana sta al-
la disinvolta impunità truffaldi-
potente e delegittimata. C’è
poco da fare, in Italia delitto e
castigo sono una catena causa-
le meramente eventuale; an-
che per via della confessione e
del paterno “va e non peccare
più” che ci viene propinato co-
me regola di vita fin dalla nasci-
ta.
MA SEMPRE 8 anni sono, si
potrebbe dire: per un condan-
nato di 72 anni significa passare
il resto della vita in prigione. E si
potrebbe convenirne: in fondo
150 anni di carcere sono irrea-
listici, a che serve una condanna
così? Eh, per servire serve; equi-
vale a dire: ti mettiamo dentro e
mesi. Ma per via
dell’età andrà quasi
sicuramente subito
ai domiciliari
buttiamo via la chiave. Qualcun
altro con gli stessi progetti pro-
babilmente ci ripensa. Ma co-
munque anche 8 anni non sono
male. Peccato che Tanzi non ne
farà nemmeno uno; anzi nem-
meno 15 giorni; anzi forse nem-
meno una settimana. Come
mai? Perché in Italia stiamo; e le
sue leggi schizofreniche, perdo-
nistiche e interessate ci scontia-
stra previdente classe politica,
tutta unita, maggioranza e op-
posizione (ma non l’Idv e nem-
meno, va detto, Lega e AN), nel
2006 ha emanato l’ennesimo
condono (detto anche indulto)
in forza del quale, per i reati
commessi fino al maggio 2006,
3 anni di pena sono azzerati: se
uno è stato condannato a 3 anni,
non si fa nemmeno un giorno;
na, si può essere affidati in pro-
va al servizio sociale; cioè, te ne
vai a casa e vieni applicato a ser-
vizi socialmente utili. Per dire,
Previti mi pare che abbia lavo-
rato per l’infanzia derelitta, una
cosa così. Chissà cosa si inven-
teranno per Tanzi: la cottura in
forno delle merendine congela-
te potrebbe essere una soluzio-
ne. Comunque, al netto di
pre-sofferto, indulto e affida-
mento in prova, Tanzi dovrebbe
scontare 1 anno e 4 mesi di pri-
gione, roba che se lo vengono a
sapere Skilling e Madoff si taglia-
no le vene per non aver pensato
di mettere su i loro affarucci in
Italia. Allora Tanzi si farà 1 anno
e 4 mesi di prigione? No, nem-
gato.
Ma allora, perché lo hanno mes-
so in prigione? Una roba tipica-
mente italiana. Tutti lo sanno
che le cose stanno come ho de-
scritto sopra; ma, formalmente,
Tanzi deve scontare 8 anni e 1
mese; quindi deve andare in ga-
lera; ne uscirà quasi subito ma la
legge è legge. Intanto il solito
tran tran: istanze dei difensori,
parere del pm, provvedimento
del giudice. Per via dell’età
avanzata e dei problemi di salu-
te (chi non li ha a 72 anni?), gli
arresti domiciliari sono una cer-
tezza. Quanto tempo prenderà
tutto questo? Una settimana, ap-
punto. Quod erat demonstran-
dum.
Sabato 7 maggio 2011 pagina 19

SECONDO TEMPO

MAIL BOX A DOMANDA RISPONDO

Furio Colombo

7 I BRIVIDI
DI BERSANI
I nuovi, costosi
LA VIGNETTA aro Colombo, giorni fa Bersani ha spostando con vigore e determinazione l’asse delle
sottosegretari
Ormai non ci si fa più caso: si de-
C detto che il pensiero che
Berlusconi possa andare al Quirinale
relazioni fondamentali italiane da Europa e Stati
Uniti, a Russia (Russia di Putin, un oligarca senza
linque a fronte alta, e basta. “gli dà i brividi”. A te? scrupoli e con montagne di vittime) e Libia, la Libia
Il reato è lampante ma la paura fa Michela di Gheddafi, il Paese in cui i cittadini sono insorti,
novanta. Perfino il Sole 24 Ore, sono stati massacrati a cannonate e con
giornale di una certa reputazione HO LETTO e trovo mite l’affermazione. l’intervento dell’aviazione militare e che infine ha
e serietà, si azzarda a pubblicare La spiegazione è semplice. L’arrivo di Berlusconi al provocato la condanna delle Nazioni Unite e
una lettera “eversiva” del signor Quirinale è in sé un colpo di Stato anche se l’intervento militare della Nato. Berlusconi è il
“lettera firmata” dove con sprez- Berlusconi vi arrivasse senza colpo di Stato. Lo è primo ministro che è legato da uno stretto trattato
zo del pericolo è scritto: “Questi per incontrovertibili ragioni di fatto. Berlusconi ha economico militare con la Libia, si è impegnato a
nuovi sottosegretari sono costi violato tutte le regole, dalla buona educazione al non partecipare all’azione contro la Libia, poi a
aggiuntivi per il Paese, ma mi chie- protocollo, dai limiti, che avrebbe potuto starci ma da fuori, poi di bombardare, e infine si è
do, servivano davvero?” Che autoimporsi, del suo immenso conflitto di interessi, accordato con la Lega per porre un termine
eroe! Che coraggio! alla cosiddetta vita privata. Il Quirinale offre, nel all’intervento. Ha preso su questo punto un
Fernando Santantonio malaugurato caso di un passaggio di Berlusconi, solenne impegno (4 maggio) e non ha mai potuto
alcuni poteri estremi che i presidenti italiani non mantenerlo perché tutto dipende dalla Nato e non
L’immondizia di Napoli usano mai (capo delle Forze armate, capo della da Berlusconi. Ma lo ha fatto credere alla Lega e
Magistratura) e una serie di spazi vuoti in cui vi è agli italiani che frequentano le sue televisioni e i
e le liste di disoccupati qualche precedente, nessun potere e un’immensa suoi giornali. Nel frattempo non ha mai cancellato
Ci risiamo con la monnezza che influenza su ogni altro ruolo e personalità dello il trattato di stretta cooperazione economica e
ancora una volta intasa la città di Stato. Proprio l’estrema cautela con cui – in tutta militare con la Libia, tuttora in vigore. È un trattato
Napoli. E ancora una volta ci ri- la storia repubblicana – i successivi presidenti che Berlusconi ha consacrato facendo volare le
siamo con l’intervento dell’eser- della Repubblica hanno usato (o più spesso, non frecce tricolori (aerei acrobatici italiani di grande
cito per portarla chissà dove. Mi usato) il potere esteso ma soft che la Costituzione bravura e grande rischio) nel cielo della Libia, in
risulta ancora che a Napoli esista- un paese civile. Io mi vergogno. vengono dichiarate illegittime, mette a disposizione del capo dello Stato, ha reso onore di Gheddafi (già celebre autore della strage
no svariate liste di disoccupati or- Noi italiani siamo stati immigrati tranne coloro che hanno fatto il rapporto fra capo dello Stato, capo del governo e di Lockerbie) e baciando la mano a Gheddafi di
ganizzati e non mi risulta di averli per anni ed anni, dalla Svizzera al verbalizzare la propria contrarie- Istituzioni repubblicane costantemente armonioso fronte alle telecamere del mondo. Per tutte queste
mai visti impegnati in occasione Belgio, al Brasile, Argentina, Stati tà, i costi vanno addebitati a quelli e funzionante. Berlusconi è l’uomo che è riuscito a ragioni nessuno di noi avrà brividi. Ma prende
delle tante e gravissime situazioni Uniti, sappiamo cosa significhi es- che hanno approvato quella deli- devastare la funzione di presidente del Consiglio. invece, fin d’ora, in modo pubblico e solenne, di
di calamità igienico-sanitarie do- sere emerginati e non vedo per- bera. Solo i “Bravi parlamentari” Senza governare, è riuscito ad aggredire le altre fronte a tutti i concittadini, l’impegno di impedire
vute all’incuria e al disinteresse ché ora lo stesso delitto si possa possono approvare e promulgare istituzioni e gli altri poteri dello Stato in nome della legge, l’ingresso di Berlusconi Silvio
delle istituzioni. Evidentemente fare ad altri. Cisl, Cgil, Uil dove leggi per le quali, se dichiarate il- esclusivamente per ragioni private e personali. È il (che a quel tempo sarà pregiudicato) anche solo
certi provvedimenti impopolari siete? Sono anche questi lavora- legittime, non pagano mai nulla personaggio che non ha esitato a definire nel portone del Quirinale.
potrebbero provocare una fuo- tori. Perché non vi date daffare ma viceversa è sempre il cittadino “associazione a delinquere” i giudici del suo Paese
riuscita di voti dal serbatoio elet- per fare ottenere loro un regolare a rimetterci. Adesso tutti quegli solo perché si erano presi la libertà costituzionale Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano
torale. permesso di soggiorno? Perché immigrati incarcerati per il solo di rinviarlo a giudizio. Berlusconi ha avuto un ruolo 00193 Roma, via Valadier n. 42
Aldo Passarella non fate nulla affinché la loro paga reato di essere venuti in Italia do- molto grande nella politica estera del suo Paese, lettere@ilfattoquotidiano.it
aumenti un po’? Venti, venticin- vranno essere risarciti per l’ingiu-
La vita infame que euro per 10 ore di lavoro, me- sta detenzione. Allora, per dei
no di tre euro all’ora. Mandereste “Parlamentari Responsabili” non
degli schiavi di Rosarno i vostri figli a lavorare nelle stesse sarebbe giusto che la maggioranza
I lavoratori neri di Rosarno con- condizioni? parlamentare che ha approvato la delle molte imprecisioni riporta- tamente verificarsi un rilevantis- calcestruzzo grandi come
tinuano la loro infame vita nella Luigia Paoli legge Bossi-Fini ed un pochino an- te, mi preme chiarire quella che simo aumento del livello del mare, condomini di cinque piani verranno
stessa, identica maniera di prima che il capo dello Stato che quella riguarda gli 11 miliardi di euro ipotesi da scongiurare non per il adagiati sul fondo della Laguna può
della rivolta. Mi domando cosa La responsabilità civile legge ha promulgato paghino i ri- stanziati per la salvaguardia di Ve- numero di chiusure del Mose ma provocare un po’ di sgomento in chi,
pensi il presidente di quella regio- sarcimenti a questi immigrati in- nezia. Non sono stati impiegati per le sorti di tutto quel territo- come me, ha visitato i cantieri
ne che tollera simili vigliaccherie. dei parlamentari giustamente detenuti? La legge sa- solo “per velme e barene e gli iso- rio, che a differenza della laguna di galleggianti e i giganteschi blocchi in
Mi domando anche dove sono e Dopo la sentenza della Corte di rebbe un ottimo deterrente per lotti della laguna”, come scritto, Venezia, non sarà difeso. costruzione. Proprio per questo,
cosa fanno i vari sindacati. Per una Giustizia europea che abolisce il evitare in futuro stravolgimenti ma sono i finanziamenti comples- Flavia Faccioli, Responsabile Ufficio durante la visita che abbiamo fatto
paga da fame questi figlioli lavora- reato di immigrazione clandestina dei diritti e dei doveri previsti dal- sivi avuti da Regione del Veneto, Comunicazione e Relazioni esterne del assieme ai cantieri, le ho chiesto se
no anche 10 ore al giorno come si impone una legge (probabil- la nostra Costituzione. Comuni di Venezia e Chioggia, Consorzio Venezia Nuova davvero si sentiva sicura
avete scritto sul Fatto. Quale pae- mente di iniziativa popolare?) che Francesco Iovino Comuni di gronda e dallo Stato dell’efficacia di un’opera del genere,
se civile, quale presidente di re- preveda la “Responsabilità Civile stesso (più altre Istituzioni citta- Gentile architetto Faccioli, e lei con onestà mi ha risposto di
gione – ripeto – quale sindaco, dei parlamentari”. Se un funziona- Il bunga bunga dine), in oltre trent’anni di attività l’impianto dell'articolo è narrativo, e sentirsi sicura e di “dormire sonni
quale chiesa infine tollera simili in- rio dello Stato commette un’irre- per la salvaguardia della città e riporta le molte opinioni – favorevoli tranquilli”. Siccome era la prima
giustizie? E la spesa per un letto? golarità paga di tasca propria; se e le bombe bombe della laguna. Restauri di monu- e contrarie – di chi in questi anni si è risposta così assertiva che sentivo
Un ladrocinio che tutti conosco- un magistrato commette un erro- Tutti a posto con la propria co- menti, chiese ed edifici pubblici, interessato alla questione del Mose. su un’opera di cui si discute da
no, ma che nessuno ferma. Chi di re giudiziario viene sanzionato dal scienza: ci muoviamo in una riso- contributi ai privati, rialzo di rive e Non c’è quindi solo l’opinione vent’anni l’ho riportata. Credo che
dovere perché non fa una bella Csm e paga risarcendo lo Stato luzione Onu, e quindi se l’Onu ci fondamenta di Venezia e degli altri dell'assessore Bettin, ci sono anche chi ha letto l’articolo abbia avuto gli
multa a chi affitta al nero ed in case che sostanzialmente anticipa ciò autorizza a compiere nefandezze, centri lagunari, disinquinamento gli elogi del sindaco Orsoni e c’è la strumenti per farsi un’opinione
fatiscenti? Dormirebbero gli affit- che è dovuto al danneggiato; se in la responsabilità non è nostra, è delle acque scolanti in laguna, rin- sua spiegazione tecnica. propria di una questione molto
tuari in quelle topaie? In altre pa- una assemblea viene approvata dell’Onu. E così possiamo tran- forzo dei litorali, messa in sicurez- Onestamente mi sarebbe sembrato complessa come il Mose.
role io trovo che un paese che una delibera che prevede delle quillamente sganciare bombe su za di discariche e di chilometri di pleonastico e inutile riportare Erminia Della Frattina
tratta così i suoi immigrati non sia spese che sottoposte a giudizio Tripoli. Rischio di ammazzare in- canali portuali di Porto Marghera, anche le singole opinioni di tutta la
nocenti? Sì, ma lo abbiamo fatto recupero delle isole minori e ri- Giunta di Venezia, che ripete in
per salvare altri innocenti. Ma è le- pristino della morfologia per con- maniera univoca le opinioni del
IL FATTO di ieri7 maggio 1898 cito uccidere innocenti per salva-
re altri innocenti? Certo, purché
trastare l’erosione. Si tratta del
più grande sistema d’interventi di
sindaco. Avevo a disposizione un
articolo, non un romanzo sul Mose. IL FATTO QUOTIDIANO
Annus horribilis, il 1898. In Italia, a Nord e a Sud, il clima si resti nella risoluzione Onu. E recupero urbano e ambientale, di Riconoscerà poi che l’impatto via Valadier n. 42 - 00193 Roma
sociale è al calor bianco. Manca il lavoro, tutto è rincarato, così il capo dello Stato approva le tutela dello sviluppo socio econo- dell'opera e l’idea che 35 blocchi di lettere@ilfattoquotidiano.it
dal petrolio per l’illuminazione al sale, ai medicinali, al pane, bombe, e anche Bersani approva mico e di difesa dal mare, mai at-
in primis, aumentato da 40 a 50 centesimi al chilo. L’intero le bombe, anche se sa che le bom- tuato in Europa. Questo è “il fat-
Paese è infiammato da tumulti repressi nel sangue, ma è a be, per dirla alla sua maniera, non to”: quanto già realizzato in tanti Direttore responsabile
Milano, dove una borghesia retriva è agitata dal fantasma sono mica noccioline. Il Cavalie- anni. L’unica intervista riportata
re, invece, semplicemente deve nell’articolo è quella di Gianfran- Antonio Padellaro
di una rivoluzione socialista imminente, che vengono rotti
gli indugi. La città è in sommossa. Il 7 maggio gli operai aver fatto un po’ di confusione: co Bettin, le cui posizioni sono Vicedirettore Marco Travaglio
della Pirelli entrano in sciopero e, alla testa di un gran voleva fare gentile omaggio all’a- note da tempo, non ci si cura né
mico Gheddafi, ed ha scambiato il delle dichiarazioni assolutamente Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
corteo di popolo, invadono le strade, chiedono giustizia e
diritti, urlano slogan contro la carestia. La risposta del bunga bunga con le bombe bom- positive del Sindaco di Venezia, né Progetto grafico Paolo Residori
governo di Rudinì è fulminea. Stato d’assedio e pieni poteri be. di quelle di tutti gli altri Assessori Redazione
a Fiorenzo Bava Beccaris. Agli ordini del vecchio generale Francesca Ribeiro presenti (Giunta al completo). 00193 Roma , Via Valadier n°42
piemontese, contro barricate e folla, entrano in azione 13 Quanto al “serve a poco” riferito tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
squadroni di cavalleria e 20.000 sodati in assetto da guerra. Diritto di Replica al Mose, sarebbe opportuna la
sito: www.ilfattoquotidiano.it
Poi, i cannoni. Si spara a vista e sul campo di battaglia coerenza anche nell’esternazione
restano 80 morti e 450 feriti. Senza contare gli arresti, tra A parte il taglio dubbioso dell’ar- delle critiche: infatti, le obiezioni Editoriale il Fatto S.p.A.
ticolo “Mose, l’eterno incompiu- oscillano tra il “serve a poco” e il Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
cui spiccano quelli di Turati e Anna Kuliscioff. E mentre
Milano piange i suoi morti “il feroce, monarchico Bava” to che costa molto e serve a po- “non basta”. Il sistema Mose è in Presidente e Amministratore delegato
verrà premiato con la Croce di Grand’Ufficiale dell’Ordine co” e la fantasiosa citazione attri- grado di difendere l’intero ecosi- Giorgio Poidomani
militare di Savoia. buitami sui “miei sonni tranquilli”, stema lagunare da tutte le acque Consiglio di Amministrazione
Giovanna Gabrielli che non interessano a nessuno, alte, anche se dovesse malaugura- Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130,
20060 Milano, Pessano con Bornago , via Aldo Moro n°4;
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