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ABC del giapponese

1: suffissi onorifici
3: pronomi personali
4:dare del tu
5: lui, lei
6: plurale
7: ringraziamenti
8: saluti
9: scuse
Suffissi onorifici
Il giapponese utilizza i cosiddetti suffissi onorifici, che sono dei
suffissi che vanno messi alla fine di un nome per determinare il
grado di rispetto.
Alcuni esempi di suffissi onorifici sono:
さん(san), è un suffisso cortese che si può usare in qualsiasi
situazione risultando educati ma non troppo formali

様 (sama), è molto formale, spesso lo utilizzano le aziende verso i


propri clienti (esempio molto comune è お客様 “okyaku sama”
gentile signor cliente)

くん(kun), molto colloquiale, va bene per esempio se lo utilizza


un adulto riferendosi a un ragazzino, o va bene utilizzarlo tra
ragazzi della stessa età (non tra adulti).
ちゃん(chan), è un vezzeggiativo, lo si usa spesso verso i bambini
molto piccoli, o tra fidanzati (le ragazze in genere però chiamano
il proprio ragazzo “kun” mentre i ragazzi chiamano la propria
ragazza “chan”).

先輩(senpai), lo utilizzano a scuola i ragazzi più giovani per


riferirsi a quelli di classi superiori.
Lo utilizzano anche i nuovi arrivati su un posto di lavoro per
riferirsi ai colleghi anziani.

後輩(kouhai), viene utilizzato a scuola dai ragazzi più grandi per


riferirsi ai più giovani, o dai colleghi anziani per riferirsi ai nuovi
arrivati.

先生(sensei), significa “maestro” e lo utilizzano gli allievi quando


si rivolgono a un insegnante di qualsiasi disciplina o a un maestro
di arti marziali.
Nessun suffisso onorifico va mai messo dopo il proprio nome, ma
solo dopo il nome di altre persone, a meno che non si vogliano
fare delle brutte figure!
Pronomi personali
“IO”
In giapponese ci sono diversi pronomi personali, anche se in
generale si tende a evitare di utilizzarli preferendo l’utilizzo del
nome della persona quando possibile (non è che siano scortesi, o
meglio alcuni lo sono, se usati nelle situazioni sbagliate, tuttavia
in giapponese dare del “tu” a qualcuno è considerato un po’
troppo diretto, quindi si tende a evitarli).
Ma vediamone alcuni:
私/わたし “watashi” significa “io” ed è un pronome cortese, va
bene in qualsiasi situazione che richieda un certo livello di
cortesia (per esempio in classe o al lavoro).

Un esempio: 私はイタリア人です(watashi wa itariajin desu) “io


sono italiano”

わたくし”watakushi” stesso significato di watashi, ma è molto


più formale.

あたし “atashi” stesso significato, usato dalle donne.

僕”boku” il significato è sempre lo stesso, utilizzato spesso dai


ragazzi più giovani quando parlano con gli adulti.

俺”ore” stesso significato ma attenzione all’utilizzo, in certe


situazioni può essere considerato scortese, meglio utilizzarlo con
chi si ha confidenza o comunque con degli amici.
Pronomi personali
“TU”
In giapponese non esiste “dare del lei” o “dare del tu” esiste però
tutto un linguaggio onorifico e cortese che va utilizzato
accortamente a seconda della persona con cui parliamo, in
genere per evitare di essere troppo diretti comunque meglio
evitare di rivolgersi a qualcuno dicendogli “tu”, come si dice “tu”?
Proprio come “io” si può dire in tanti modi, vediamone alcuni:

あなた”anata” significa “tu” è abbastanza neutro come pronome


e anche il più cortese, quindi se non si volete sbagliare, potete
usare sempre questo (almeno all’inizio).

Esempio: あなたは木村さんですか? (anata wa kimura san desu


ka?) “è lei il sig. Kimura?”
“anata” è utilizzato anche dalle mogli verso il marito, come per
dire “caro”
Esempio: あなた、買い物したか? (anata, kaimono* shita ka?)
“caro, hai fatto la spesa?
*Kaimono: spesa, compere

あんた”anta” versione abbreviata di “anata” non è molto cortese,


quindi meglio evitare

お前”omae” potrebbe suonare come un insulto con la persona


sbagliata, ma va bene se lo usate con amici, è molto maschile,
molto raramente lo usano le ragazze
君”kimi” è un “tu” poetico, quasi romantico, ma non utilizzatelo
troppo spesso se non volete finire in situazioni imbarazzanti.
anche perché se utilizzato, per esempio, con un insegnante oltre
che imbarazzante risulta anche scortese!

てめえ”temee” lo sentirete spesso negli anime, detto da


qualcuno che non ha proprio buone intenzioni, infatti evitate di
usarlo, suona come un vero e proprio insulto (ma non è che sia
una parolaccia, il significato è sempre “tu”!).

Le situazioni di “lui” “lei”


Molto raramente si usa la “terza persona” in giapponese, anche
perché esistono solo due pronomi personali, che corrispondono a
“lui” o “lei”che poi sono anche le parole per dire fidanzato e
fidanzata.

彼”kare” lui*

彼女”kanojo” vuol dire sia “lei” che “fidanzata”

*in genere “kare” non è utilizzato anche per dire “fidanzato”, per
dirlo, è più corretta la parola 彼氏(kareshi)

Esempio: 彼女は彼女です”kanojo wa kanojo desu” lei è la mia


ragazza.
Il plurale
Non esiste un vero e proprio plurale in giapponese, in genere si
capisce la quantità da aggettivi numerali o dal contesto, ma ci
sono alcune eccezioni.
Il suffisso “tachi”
Si aggiunge alla fine per formare il plurale di una parola, ad
esempio:
私たち(watashitachi) noi

男たち(otokotachi) uomini

女たち(onnatachi) donne

Questo suffisso potete utilizzarlo per le persone, ma non per le


cose.

ら(ra)
Ha la stessa funzione di “tachi” ma è un po’ più colloquiale
Esempio:

男ら(otokora) uomini

C’è un altro modo per fare il plurale, ovvero quello di


“raddoppiare” un sostantivo ma in questo caso esistono delle
parole specifiche:
木々(きぎ kigi) alberi, plurale di 木(ki)

日々(ひび hibi) giorni, plurale di 日(hi)


我々(wareware) significa “noi” plurale di 我(ware) che significa
“io” ma è utilizzato raramente al singolare.

々”noma” è un simbolo per indicare un kanji che si ripete


(chiaramente non va letto).

Ringraziare, scusarsi e salutare


L’atto di ringraziare e scusarsi per i giapponesi è molto
importante, lo fanno di continuo perché secondo i giapponesi,
affinché qualcosa si avveri bisogna dirla a voce alta, non basta
pensarla. Quindi con piccoli atti di gentilezza come scusarsi o
ringraziare, loro credono che in cambio riceveranno la stessa
gentilezza.

感謝の言葉(kansha no kotoba) “parole di ringraziamento”

ありがとう(ARIGATOU) “grazie”

ありがとうございます (arigatou gozaimasu) è più cortese

感謝します(kansha shimasu) “ti ringrazio”

お世話になりました(osewa ni narimashita) “grazie per esserti


preso cura di me”

いただきます(itadakimasu) letteralmente vuol dire “ricevere”


ma è un ringraziamento che si usa prima di iniziare a mangiare.

ごちそうさまでした(gochisou sama deshita) ringraziamento


usato dopo mangiato.
挨拶(aisatsu) saluti

こんにちは (konnichiwa) “ciao” “salve”

おはよう/おはようございます(ohayou/ohayou gozaimasu)
“buongiorno)

こんばんは (konbanwa) “buonasera” (quando fa buio)

おやすみ/おやすみなさい* (oyasumi/oyasuminasai)
“buonanotte”
*versione cortese
さようなら(sayonara) “addio” questa parola pur essendo
molto famosa, è usata meno di quanto si creda, infatti si usa
effettivamente quando vogliamo dare l’addio o non si sa se
rivedremo una persona
また今度(mata kondo) “alla prossima” o “arrivederci”
In situazioni più formali si può aggiungere “yoroshiku
onegaishimasu”.
またあいましょう(mata aimashou) “arrivederci”

いってきます(ittekimasu) si usa quando si esce di casa e vuol


dire letteralmente “vado e torno”.
ただいま(tadaima) “sono tornato”

おかえりなさい(okaerinasai) “bentornato”.
おわび(owabi) “scuse”

すみません(sumimasen) “mi scusi” si usa per esempio in


metro quando si vuole chiedere a qualcuno di spostarsi.
ごめんなさい(gomennasai) “chiedo scusa” quando si sa di
aver sbagliato e ci si vuole scusare
失礼します(shitsurei shimasu) “è permesso?” “disturbo?”

ごめんください(gomen kudasai) quando si chiede il permesso


di entrare a casa di qualcuno, a differenza di 失礼します che si
usa in generale per chiedere permesso, questo si usa solo
quando si entra in casa di qualcuno.
お邪魔します(ojama shimasu) “scusate per l’irruzione”
“scusate per l’interruzione”.

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