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Traduttore: Elisa Magni

Revisore: Milena Moledda

La voce umana:

è lo strumento musicale
che tutti noi suoniamo.

È il suono più potente del mondo,


probabilmente.

È l'unico che può dichiarare guerra

o dire "Ti amo".

Eppure molte persone


hanno la sensazione

di non venire ascoltate


quando parlano.

E perché accade questo?

Come possiamo parlare


in modo efficace

per fare la differenza nel mondo?

Quello che mi piacerebbe ricordare


è che ci sono

molte abitudini
da cui dobbiamo allontanarci.

Ho riassunto per voi

i sette peccati capitali dell'eloquio.

Non voglio farvi credere


che l'elenco sia esaustivo,

ma queste sette diffuse abitudini, credo,

sono una potenziale trappola


per tutti noi.

Primo: spettegolare,

sparlare di qualcuno che non è presente.

Non è una bella abitudine,


e sappiamo benissimo

che la persona su cui spettegoliamo


cinque minuti dopo

spettegolerà su di noi.

Secondo: giudicare.
Conosciamo persone che lo fanno
in una conversazione,

ed è davvero difficile ascoltare qualcuno

se sapete che vi sta giudicando

e vi giudica male allo stesso tempo.

Terzo: negatività.

Potete cascarci.

Mia madre, negli ultimi anni


della sua vita,

diventò molto molto negativa,


ed era difficile starla a sentire.

Ricordo che un giorno le dissi:

"È il primo di ottobre oggi",

e lei mi rispose:
"Lo so, non è spaventoso?"

(Risate)

È difficile ascoltare quando qualcuno


è così tanto negativo.

E un'altra forma di negatività


sono le lamentele.

Be', si tratta dell'arte nazionale


del Regno Unito.

È il nostro sport nazionale.


Ci lamentiamo del tempo,

dello sport, della politica, di tutto,

ma in realtà lamentarsi
è una miseria virale.

Non fa splendere un raggio di sole


o di luce nel mondo.

Scuse. Tutti noi abbiamo incontrato


questo tizio.

Forse tutti noi siamo stati questo tizio.

Alcune persone trovano qualcuno


a cui dare la colpa.

Incolpano gli altri


e non si assumono la responsabilità
delle proprie azioni,

e di nuovo, è difficile ascoltare


persone del genere.

Il penultimo peccato capitale

è ricamarci su, esagerare.

A volte degrada il nostro eloquio.

Per esempio, se vedo una cosa

che è davvero fantastica,

come la chiamo?

(Risate)

E poi ovviamente questa esagerazione


diventa una bugia,

una bugia dopo l'altra, e non vogliamo


ascoltare

persone che ci mentono,


e noi ne siamo ben consapevoli.

E infine: dogmatismo,

fare confusione tra fatti e opinioni.

Quando queste si confondono

si ascolta a vuoto.

Sapete, quando qualcuno vi bombarda


di opinioni come se fossero vere.

È difficile stare a sentirle.

Perciò eccoli qui, i sette peccati capitali


dell'eloquio.

Sono cose che credo


debbano essere evitate.

Ma c'è un modo positivo di rivalutarli?

Sì, c'è.

Mi piace pensare che ci siano

quattro pilastri, quattro fondamenti


davvero solidi

su cui possiamo basarci se vogliamo


che il nostro discorso
sia potente
e faccia la differenza nel mondo.

Per fortuna, questi pilastri formano


l'acronimo di una parola.

La parola è "hail" [grandine]


e ha anche una gran bella definizione.

Non sto parlando del ghiaccio


che cade da cielo

e vi colpisce in testa.

Parlo di questa definizione:

"salutare o acclamare con entusiasmo",

che è il modo in cui penso


che le nostre parole saranno recepite

se ci atteniamo a questi quattro principi.

Allora, quali sono?

vediamo se li indovinate.

H, honesty [onestà], ovviamente,

essere sinceri quando si parla,


essere chiari e diretti.

A è autenticità, essere se stessi.

Un mio amico l'ha descritta

come attenersi alla propria verità,

e credo sia un bel modo di definirla.

I sta per integrità, identificarsi


con le parole,

cioè in pratica dire una cosa e farla,

ed essere persone affidabili.

E L sta per "love" [amore].

Non mi riferisco all'amore romantico,

ma intendo dire augurare il meglio


alle persone, per due motivi.

Prima di tutto, penso


che l'onestà assoluta

forse non è quello che vogliamo.


Per esempio: "Per l'amor del cielo,
sei davvero brutto stamattina".

Forse non è proprio necessario dirlo.

Mitigata dall'amore, certo,


l'onestà è una gran cosa.

Ma, se augurate il meglio


a qualcuno davvero sinceramente,

è dura giudicarli allo stesso tempo.

Non sono nemmeno sicuro


che si possano fare queste due cose

contemporanemente.

Perciò "HAIL".

Inoltre, ora è quello che dite,

ed è come il detto: "È quello che dici,

è anche il modo in cui lo dici."

Avete una cassetta


degli attrezzi straordinaria.

Questo strumento è incredibile,

eppure, questa è una cassetta


che pochissime persone hanno aperto.

Vorrei frugarci dentro

con voi e tirare fuori qualche strumento

con cui forse vi piacerebbe giocare,

e che aumenterà l'efficacia


del vostro eloquio.

Il registro, per esempio.

Ora, il falsetto potrebbe non rivelarsi


molto utile nella maggior parte dei casi,

ma c'è una via di mezzo.

Non andrò sul tecnico

per chi di voi è voice coach.

Si può localizzare la voce, tuttavia.

Se io parlo con una voce nasale


sentite la differenza.
Se parlo con voce gutturale,

che è quella che la maggior parte


di noi usa prevalentemente.

Ma se volete essere gravi,

allora dovete andare giù nello sterno.

Sentite la differenza?

Votiamo per i politici con la voce bassa,


è vero,

perché associamo la profondità


con il potere

e con l'autorità.

Questo era il registro.

Poi abbiamo il timbro.

È la sensazione provocata dalla voce.

Di nuovo, la ricerca mostra


che preferiamo le voci

ricche, morbide, calde,


come la cioccolata calda.

Bè, se voi non parlate in questo modo,


non è mica la fine del mondo,

perché ci si può allenare ad averla.

Andate da un voice coach.

E ci sono cose meravigliose


che si possono fare

grazie alla respirazione e alla postura


e con esercizi

per migliorare il timbro della voce.

Poi c'è la prosodia, adoro la prosodia.

È la cantilena, il metalinguaggio

che usiamo per comunicare


il significato delle parole.

È la radice del significato


di una conversazione.

Le persone che parlano sempre


con lo stesso tono di voce
sono davvero difficili da stare a sentire

se non usano la prosodia.

È da qui che deriva la parola monotonia,

o monotono.

C'è anche un altro tipo


di prosodia ripetitiva

in cui ogni frase termina


come se fosse una domanda

quando in realtà non è una domanda,


è un'affermazione.

(Risate)

E se si ripete in continuazione,

riduce la capacità

di comunicare attraverso la prosodia,

e penso che questo sia un peccato.

Perciò proviamo
ad abbandonare quest'abitudine.

Ritmo. Posso emozionarmi tantissimo

se dico qualcosa molto molto velocemente,

o posso rallentare per sottolineare


un concetto,

e alla fine, c'è il nostro amico,

il silenzio.

Non c'è niente di male


ad avere un po' di silenzio

in una conversazione, giusto?

Non dobbiamo riempirlo


con "mmm" e "ah".

Può essere molto potente.

Ovviamente, il tono va di pari passo


con il ritmo

per indicare emozione, ma si può


anche fare usando solo il tono della voce.

Dove hai lasciato le mie chiavi?


Dove hai lasciato le mie chiavi?

C'è una leggera differenza di significato

in queste due frasi.

E infine, il volume.

Posso emozionarmi molto


se uso il volume.

Scusatemi se ho spaventato qualcuno.

Oppure, posso fare in modo


che voi mi prestiate attenzione

se abbasso il volume, appunto.

Alcune persone ciarlano sempre.

Cercate di non farlo.

Si chiama "sodcasting",

cioè imporre il vostro suono


alle persone che vi circondano

senza riguardi e sconsideratamente.


Non va bene.

Ovviamente, il momento
in cui tutto questo entra in gioco

è quando avete qualcosa


di molto importante da fare.

Potrebbe essere stare


su un palco come questo

per tenere una conferenza.

Potrebbe trattarsi di una proposta


di matrimonio,

della richiesta di un aumento,


di un discorso a un matrimonio.

Qualunque cosa sia,


se è davvero importante,

lo dovete a voi stessi, guardate


questa cassetta

e il motore grazie a cui funziona,

e nessun motore funziona bene


se non viene riscaldato.
Riscaldate la voce.

Anzi, permettetemi di mostrarvi come si fa.

Per favore, vi alzereste tutti quanti


un attimo?

Sto per mostrarvi i sei esercizi vocali


di riscaldamento

che faccio prima


di tenere qualsiasi conferenza.

Ogni volta che dovrete parlare


con qualcuno di importante, fate così:

prima, braccia su, inspirare


profondamente

e poi espirare, ahhhhh, così.

Ancora una volta.

Ahhhh, molto bene.

Ora riscalderemo le labbra

dicendo ba, ba, ba, ba,

ba, ba, ba, ba. Molto bene.

E ora, brrrrrrrrrr,

proprio come facevate


quando eravate piccoli.

Brrrr. Ora le vostre labbra dovrebbero


prendere vita.

Adesso tocca alla lingua,

esageriamo con i la, la, la,


la, la, la, la, la, la.

Meraviglioso. State diventando


davvero molto bravi.

E poi, arrotolate la R. Rrrrr.

È come lo champagne per la lingua.

Infine, se posso farne uno,

i professionisti la chiamano la sirena.

È davvero bello. Inizia con "we"


e poi fa "aw"

"We" è alto, "aw" è basso.


Perciò facciamo weeeaawww,
weeeaawww.

Fantastico. Fatevi un applauso.

Sedetevi, grazie.
(Applausi)

La prossima volta che parlerete,


fate prima questi esercizi.

Ora, per concludere permettetemi


di contestualizzare tutto questo.

È una cosa seria.

Siamo a questo punto, giusto?

Non parliamo molto bene

con le persone che non ci ascoltano

in un ambiente dove c'è molto rumore


e una pessima acustica.

Ne ho parlato su questo palco

in fasi diverse.

Come sarebbe il mondo

se parlassimo in modo efficace

alle persone che sentono intenzionalmente

in ambienti destinati a tale scopo?

O per ampliare lo scenario,

come sarebbe il mondo

se tutti noi creassimo suoni


consapevolmente

e assimilassimo i suoni
consapevolmente

e progettassimo tutti gli ambienti

consapevolmente per i suoni?

Sarebbe un mondo
con un suono veramente bellissimo,

e un mondo dove la comprensione

sarebbe la regola,
e questa è un'idea che merita
di essere diffusa.

Grazie.

Grazie.
(Applausi)

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