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PROVINCIA DI TREVISO

LE STRADE DEI VINI


VINO E DINTORNI

Esplorare il luogo d’origine, conoscere il produttore, visitare il vigneto e infine degustare il vino in una tradizionale
cantina, gustando le prelibatezze locali mentre un esperto illustra le diverse fasi della lavorazione: è un’esperienza
di forte emozione a cui molte persone si stanno avvicinando.
Il viaggio diventa un’occasione privilegiata per immergersi completamente, lasciandosi trasportare dai sensi.
Non è un caso che in Italia ci siano ormai più di 100 “Strade del Vino” e siccome, per una curiosa coincidenza,
il vino pregiato si produce esclusivamente in luoghi storici e di qualità, anche la Marca Trevigiana, attraverso le
sue celebri strade – Strada del Prosecco e vini dei Colli Conegliano – Valdobbiadene, Strada dei vini del Piave,
Strada del vino del Montello e Colli Asolani - ha saputo dar vita ad una serie di percorsi dove il piacere dei sensi
viene magnificamente accostato all’arricchimento culturale e al godimento estetico, nel rispetto delle tradizioni e
dell’ambiente locali.

Leonardo Muraro
Presidente della Provincia di Treviso
2
Area d.o.c.
Colli di
Conegliano
Area d.o.c.
Prosecco
Conegliano
Valdobbiadene
Area comune
alle due d.o.c.

PROVINCIA DI BELLUNO Area d.o.c.


Piave

Area Montello
e Colli Asolani
d.o.c.
Area d.o.c. vini
Lison
Pramaggiore
• Vittorio
Veneto

PROVINCIA DI
PORDENONE
• Conegliano
• Valdobbiadene

• Asolo • Montebelluna • Oderzo


PROVINCIA DI
VICENZA PROVINCIA DI TREVISO
• Castelfranco
Veneto

PROVINCIA DI PADOVA

PROVINCIA DI VENEZIA

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LE STRADE DEI VINI
NELLA MARCA TREVIGIANA

rappresenta l’erede diretta di quello storico Dei dieci fiumi che, a raggiera, percorrono
STRADA DEL PROSECCO
E VINI DEI COLLI tracciato, riproposto per lunghi tratti e le Venezie, il Piave rappresenta la chiave
CONEGLIANO affiancato, oggi, da altri suggestivi percorsi di un sistema culturale che ha visto la
VALDOBBIADENE tematici, sorti con l’intento di valorizzare il millenaria e amorosa cura del paesaggio
territorio circostante, dove rigogliosi filari di rurale in un ambiente carico di storia, miti,
La Marca Trevigiana deve il suo prodigioso
vigneti si alternano ad eccellenze storico- valenze simboliche.
sviluppo al lavoro dell’uomo e al suo
artistiche, in attesa di rivelarsi. Grandi vini legano il loro nome a questo
continuo interagire con il territorio e
Associazione fiume, grazie alla favorevole composizione
le risorse naturali. E’ in questo quadro Strada del Prosecco e Vini dei Colli del terreno circostante, ideale per la
che si inserisce la nostra vocazione Conegliano - Valdobbiadene crescita di magnifiche viti, ma grazie anche
vitivinicola, che vanta uno dei percorsi alla presenza, in passato, della civiltà
più antichi d’Italia, quella che da sempre veneziana, che ha importato nel territorio
è stata indicata come la “Strada del Vino STRADA DEI VINI
DEL PIAVE preziose idee, valori e conoscenze.
Bianco”, oggi sapientemente ridisegnata Attorno alle belle ville e barchesse,
e ribattezzata “Strada del Prosecco e Vini appartenute ai nobili della Serenissima,
dei Colli Conegliano - Valdobbiadene”. “La civiltà…”, ha scritto uno storico, ”… prosperano molti ettari di vigneto, oggi
4 Costituitasi nel 2003, la nuova Strada segue i corsi dei fiumi”. laboratori naturali dove studi e ricerche
hanno ottenuto vini di pregio, rispettosi di della zona. Riconosciuta nel dicembre tradizione vitivinicola vede nel Prosecco
antiche leggi della natura modernamente 2002 la strada continua nella sua e nel Rosso del Montello e Colli Asolani
rivisitate. Ogni vino nasce con la stessa missione di promozione del territorio e prodotti di grande pregio.
dei suoi “giacimenti golosi”, attraverso Tra una visita in cantina e una
dedizione e gode per intero della cultura
una serie di importanti attività come degustazione in un territorio che
del territorio trevigiano, che traspare
l’omologazione dei soggetti aderenti, è capitale mondiale della scarpa
chiaramente lungo la “Strada dei vini del
la verifica dei requisiti necessari e il sportiva, si possono ammirare i tesori
Piave”, attraverso i suggestivi centri storici, controllo degli standard minimi di qualità. delle splendide ville che i Veneziani
ricchi di monumenti e vestigia del passato La collaborazione con la Regione, gli costruivano per sovrintendere ai lavori
romano e medievale, le antiche pievi e le enti locali e tutti i soggetti interessati ha delle terre, andare alla scoperta delle
maestose ville venete. permesso la progettazione di campagne testimonianze della Grande Guerra,
Comitato Promotore di informazione sulla Strada sia in ambito visitare antichi borghi medievali, o
Strada dei vini del Piave nazionale che internazionale. approfittare della cucina tipica che trae
Associazione Strada dei Vini D.O.C. pregiata materia prima dai tanti prodotti
Lison-Pramaggiore locali, lungo un percorso fortemente
STRADA VINI DOC emozionale d’interazione con il territorio e
LISON con la natura.
PRAMAGGIORE
STRADA DEL Associazione
VINO DEL MONTELLO Strada del Vino del Montello
La Strada dei Vini D.O.C. Lison E COLLI ASOLANI
e Colli Asolani
Pramaggiore è attiva fin dal 1986 con
lo scopo principale di promuovere e Tra il Monte Grappa e il fiume Piave
propagandare l’immagine e la diffusione la strada si snoda lungo dolci colline
dei prodotti enologici ed agroalimentari verdi di vigneti e boschi dove l’antica 5
STRADA DEL PROSECCO
E VINI DEI COLLI CONEGLIANO - VALDOBBIADENE

del territorio che sta esplorando.


“Muoviamo i nostri passi dalla Marca La nostra guida è strutturata in modo
Trevigiana. E per essere precisi, più di là semplice e propone un percorso
che di qua del Piave, in riva sinistra del bidirezionale, agevolato da una chiara
fiume, ch’è la più generosa di vini, per tabellazione.
arrivare fino alle terre d’oltreconfine che Quattro i grandi segmenti in cui per
a lungo son state partecipi dei destini comodità l’abbiamo suddiviso:
enologici e gastronomici nostrani, nelle A. da Conegliano a Refrontolo;
mescolanze di cucine e conoscenza, tra B. da Refrontolo a Colbertaldo;
Mitteleuropa e percorsi mediterranei”. C. da Valdobbiadene a Campea;
D. da Campea a Conegliano.
(U. Bernardi, La festa delle vigne)
Sono stati inoltre scelti tre percorsi
integrativi, unidirezionali:
Vissuto un po’ come una caccia al tesoro, Il feudo di Collalto - Marca Storica;
questo itinerario riserva ad ogni angolo, Itinerario storico naturalistico - Marca Storica;
o meglio ad ogni curva, piacevoli sorprese. Il Torchiato di Fregona.
Suggestioni che catturano il viaggiatore e
lo introducono alla scoperta delle ricchezze
6
C
Strada del Prosecco e vini dei Colli Savassa Bassa Sonego
Osigo
Conegliano-Valdobbiadene Luca
Passo San Boldo
Il Feudo di Collalto - Marca Storica Longhere Breda Mezzavilla
Serravalle Fregona
Itinerario storico naturalistico Prad
Pr
Prad
addera
erra
Praderadego
Montaner

Marca Storica S. Maria Revine Lago


Olarigo Fratte
Lago Costa Rugolo
Il Torchiato di Fregona Caiada Nogarolo Borgo Villa
Anzano
Sotto Croda Colmaggiore Vittorio Veneto Sarmede
Tovena Palu'
Villa
Ceneda Alta di Villa
Mura Soller Tarzo Cappella Maggiore
Valmareno Gai Ceneda Bassa
Cozzuolo Silvella
Cison di Valmarino Arfanta San Giacomo di Veglia B.Go Massimi
Prapian Formeniga Pinidello
Intrivigne San Martino Cordignano
Rolle Pecol
Follina Costa di La' Corbanese Carpesica Pine'
Colle Umberto
Miane Premaor Farro' Ponte Maset
Milies Scomigo Orsago
Molinetto Manzana
della Croda Menare'
Vergoman Godega di Sant'urbano
Stramare La Bella San Pietro di Feletto
Campea Pedeguarda Ogliano Salvarotonda
Combai San Fior
Refrontolo

Rua Pianzano
Bagnolo
Segusino Solighetto Baver
Soligo Guizza
Guia
Pieve di Soligo
Barbozza Farra di Soligo
Posmon Boschet Castello Levada
S. Stefano S.Maria
San Vendemiano Capo di Sotto
S. Vito Valdobbiadene Castelletto Rocchetta
Collalbrigo Borghetto Cosniga
Funer Col San Martino
Saccol Conegliano
Piazza Rovere Barbisano
Giussin S. Michele
Collalto Crevada Cimavilla
Colbertaldo Sernaglia della Battaglia
Pederobba San Giovanni Pare'
Costa Mosnigo
Granigo Bigolino Ramera
Moriago della Battaglia Falze' di Piave
Virago Vitipan
Vettorazzi Vidor Bocca di Strada
Carlot Susegana
Curogna Rive
Bosco
Onigo Santa Lucia di Piave Soffratta
Covolo Santa Croce
Castelli Levada
Campagnola Mareno di Piave
Vazzola 7
Castelcies Parrocchia Colfosco
Guizzetta Mercatelli
Ciascun segmento sviluppa una visione Ognuno dei quattro segmenti propone, Va però detto che il turista
complessiva ed è corredato da una serie di al suo interno, una descrizione enogastronomico è fortemente interessato
spunti che spiegano e approfondiscono le particolareggiata, alcune schede, le alle produzioni locali e pertanto si consiglia
peculiarità della zona presa in esame. curiosità. Una mappa principale sarà di la programmazione di un intero weekend,
Come punto di partenza e di arrivo utilità durante il tragitto. al fine di poter davvero assaporare (qui nel
si suggerisce la Scuola Enologica di Il sottile filo che lega l’intero viaggio senso letterale del termine) quel dorato
Conegliano, dove la ricerca scientifica si enologico si srotola intorno al tema nettare, grazie al quale la Marca Trevigiana
incrocia con l’antica tradizione produttiva. dell’evoluzione e della modificazione del è famosa in tutto il mondo.
Le tre varianti aggiuntive possono territorio nel corso dei secoli.
essere visitate separatamente o, per chi Il tempo di percorrenza della “Strada del
disponesse di maggior tempo, nel corso Prosecco e vini dei Colli Conegliano -
dello stesso soggiorno. Valdobbiadene” è ovviamente lasciato alla
discrezione di chi viaggia.
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IL PROSECCO
Quello che c’è da sapere

La Pedemontana trevigiana comprende


quell’ampia fascia collinare che, partendo
dal bastione delle prealpi bellunesi, in una
sequenza discontinua, degrada dolcemente
fino a lambire le rive del Piave.
Restringendo il campo visivo, la porzione di
colli della Marca Trevigiana che da Vittorio
Veneto, passando per Conegliano, arriva
a Valdobbiadene, è una terra sulla quale
Bacco, nel suo girovagare instancabile, si è
senz’altro fermato per qualche tempo…
In realtà la composizione fisico-chimica
del terreno, l’abbondanza di acque, la
posizione al riparo dalle correnti fredde
e l’esposizione prevalentemente a Sud
hanno creato l’habitat ideale necessario alla
coltivazione della vite. Ma che vite!
E’ questo infatti il luogo di produzione del 9
Prosecco, il vino italiano oggi più richiesto al PROSECCO
mondo. La zona comprende 15 comuni e si Terminologia enologica
estende su di una superficie agricola di oltre
5.000 ettari sparsi nelle zone più soleggiate Vendemmia
delle colline, ad un’altitudine che va dai 50 Il momento è seguito dal Consorzio di Tutela
ai 500 metri s.l.m. La storia del Prosecco che, controllata la maturazione dell’uva,
è documentata dagli ultimi decenni della dispensa gli ultimi consigli ai produttori,
Repubblica di Venezia, ma è risaputo che il quindi, durante la riunione dei viticoltori,
vitigno, di antichissima origine, è addirittura dà il via alle operazioni.
precedente alla colonizzazione romana Pressatura
(II sec. a.C) e conosciuto a quei tempi Viene fatta con macchine che lavorano gli
col nome di Pucinum. acini in modo del tutto soffice e delicato così
Si tratta di una pianta rustica e vigorosa, con da estrarre solo il mosto fiore: la parte più
tralci di colore marrone nocciola piuttosto pregiata che proviene dal cuore dell’acino.
grandi; una calda tonalità giallo dorata Decantazione
contraddistingue gli acini che si immergono Il mosto torbido viene lasciato riposare
nel bel verde brillante delle foglie. a bassa temperatura (5-10˚) in vasche di
Tranquillo, frizzante e spumante sono le acciaio. Dopo 10 ore o poco più le impurità
tre diverse tipologie che caratterizzano il si posano sul fondo della vasca. La parte
Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene limpida viene spostata in nuovi e appositi
D.o.c.. Il colore che lo caratterizza è un contenitori e avviata alla fermentazione.
bel giallo chiaro paglierino, un topazio Vinificazione
puro; l’aroma è fresco e leggero e ricorda I lieviti provocano la fermentazione alcolica.
la frutta: la mela, la pera, la mandorla, con La temperatura delle vasche d’acciaio, dove
una coda agrumata che sfuma in una nota avviene la vinificazione, deve rimanere costante
10 floreale. sui 18-20˚ e si protrae per circa 15-20 giorni.
Frizzante; la classica Prosecco per lo
Spumante. Sono tutte di un colore verde
scuro che garantisce la protezione del vino
dalla luce. Trenta - quaranta sono i giorni
di sosta del vino in bottiglia prima che sia
pronto per la commercializzazione.

PROSECCO
Tipologie e abbinamenti
Presa di spuma o spumantizzazione Tranquillo
Qui entra in gioco l’enologo con la sua Colore: un delicato giallo paglierino
esperienza, il suo gusto e il suo stile. Profumo: mela, pera, mandorla e
E’ lui infatti che, assaggiando le diverse miele di mille fiori
partite presenti in cantina, crea gli Struttura: soave e persistente; retrogusto (prodotto in autoclave) giovanile e fresco,
assemblaggi, riunendo i vini per epoca, lievemente amarognolo quindi più fragrante grazie al pizzicare delicato
origine e caratteristiche organolettiche. complesso e articolato dell’anidride carbonica
Solo alcune rare partite (cru), che si Temperatura e abbinamenti: a 10 -12˚ su Temperatura e abbinamenti: a 8-10˚ gradevole
presentano già in partenza dotate di antipasti delicati di mare e di terra. come aperitivo o su antipasti e piatti leggeri
perfetto stile ed equilibrio, vengono Minestre di brodo e carni bianche. Spumante
spumantizzate senza assemblaggi. Frizzante Tipologie: Brut ed Extra Dry
Imbottigliamento Colore: paglierino Brut
Vengono usate bottiglie diverse a Profumo: aromi floreali e fruttati con Colore: paglierino
seconda del tipo di vino. prevalenza di mela acerba e limone Profumo: aroma d’agrumi e note vegetali
La Renana o la Borgognona per il Struttura: (sur lie rifermentato in bottiglia) che si accompagnano a una inconsueta e
Tranquillo; la Champagnotta per il essenziale, asciutto, digeribile e leggero; piacevole nota di crosta di pane. 11
Struttura: energica. nelle cerimonie servito nelle apposite flûte.
Il perlage finale assicura la persistenza del * il Cartizze e il suo territorio di produzione
sapore e la pienezza delicata del gusto. vengono trattati con dovizia di particolari
Temperatura e abbinamenti: a 6-9˚ ottimo e informazioni nella sezione dedicata a
in ogni occasione, si accompagna bene a VaIdobbiadene
piatti di carne e di pesce.
Extra Dry I VITIGNI DA RICORDARE
Colore: paglierino brillante La Bianchetta
Profumo: frutta, mela, pera, agrumi e fiori Citata sin dal Cinquecento, sembra essere
Struttura: morbido e al tempo stesso asciutto originaria del Trevigiano.
grazie alla sua acidità. Di struttura morbida ed equilibrata, ha un
Temperatura e abbinamenti: a 7-9˚ su frutti di lieve odore di muschio e viene solitamente
mare, sughi leggeri, formaggi freschi, biscotti usata per ingentilire il Prosecco.
e dolci secchi. La Perera
Il Prosecco Superiore di Cartizze* Presente dal XIX secolo, viene usata in piccole
Colore: intenso con riflessi dorati percentuali nella vinificazione del Prosecco,
Profumo: frutta matura: dalla mela alla pera, per aumentarne il profumo e l’aroma.
dall’albicocca agli agrumi. Si sente l’aroma E’ incerta l’origine del nome, derivante dalla
della rosa e arriva inaspettato un retrogusto forma lievemente piriforme degli acini o
di mandorle glassate. piuttosto dall’aroma dolce della pera.
Struttura: morbido e al tempo stesso pieno e Il Verdiso
convincente con un leggero perlage finale Coltivato sin dal 1700, viene impiegato
Temperatura e abbinamenti: a 7-8˚ alla fine nella vinificazione del Prosecco per
dei pasti sul dessert che prevede dolci di aumentarne la gustosità e l’acidità ed
pastafrolla, crostate di frutta, focacce e biscotti equilibrare la componente acida
12 di casa. Ottimo per i brindisi di buon augurio delle annate calde.
TIPOLOGIE
DI VINI

CONEGLIANO VALDOBBIADENE Il Prosecco di Valdobbiadene Il Refrontolo Passito Doc


PROSECCO DOC Superiore di Cartizze E’ un vino molto rinomato e prodotto in
E’ un vino di qualità superiore, dal gusto quantità limitate da uve selezionate durante
Il Prosecco Spumante denso e amabile perché l’uva raggiunge la raccolta
E’ lo spumante per eccellenza, conosciuto
una maturazione completa
nelle due versioni Extra Dry e Brut Il Torchiato di Fregona
COLLI DI CONEGLIANO DOC E’ un vino che richiede molto lavoro e cura
Il Prosecco Frizzante ed è ottenuto da uve di vitigni di Prosecco,
E’ un vino asciutto e leggero, nato per i Il Colli di Conegliano Doc Verdiso, Boschera
giovani Bianco e Rosso
Sono due tipologie di vino d’élite, nate dal VERDISO IGT
Il Prosecco Tranquillo
sapiente uvaggio delle uve più prestigiose E’ un vino secco e vivace; attualmente
E’ prodotto con la parte più preziosa delle
dei colli di Conegliano è presente nelle versioni tranquillo,
uve, proviene dai vitigni più fitti e con
spumante, frizzante e passito
meno grappoli
13
Itinerario principale, tratto A
DA CONEGLIANO A REFRONTOLO

Romani, Longobardi, Franchi, Veneziani,


chiunque abbia soggiornato in queste terre
se n’è innamorato. Quali sostantivi usare?
Sentimento, idillio, dolcezza? E’ quasi
troppo poco, troppo banale. Tale è l’incanto
di questi luoghi che sembrano dipinti
dalla mano di un pittore naïf. Gli angoli
sono smussati, tutto è a misura, levigato,
ogni dettaglio risalta sulla tela. Una casa partenza sarà l’Istituto Enologico fondato bellezza. La visuale si apre sui colli circostanti
colonica, un vigneto inerpicato su un nel 1876 da Antonio Carpenè e, da qualche che hanno un andamento lento e dolce;
ripido pendio, una chiesetta, i resti di una anno, anche la facoltà di Agraria che ospita coperti da vigneti, sono punteggiati da alberi
fortificazione, un prato fiorito. L’insieme il Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia. sparsi, mentre negli impluvi si intravedono
di questo paesaggio viticolo e agro-silvo- Una volta visitata la Cantina dell’Istituto e piccole macchie boschive. In lontananza, i
pastorale risveglia emozioni sopite. imboccata la strada che lo costeggia, salite campanili delle numerose chiese diventano
E’ da Conegliano che parte il viaggio verso il piccolo centro rurale di Collalbrigo: un punto di riferimento per il visitatore.
della Strada del Vino più antica d’Italia. Il noterete che, a poche centinaia di metri Continuando verso nord la strada si
percorso prevede alcune modifiche rispetto dal centro di Conegliano, il paesaggio si ricongiunge al tracciato originario in località
14 all’antico tracciato originario. Il punto di presenta immediatamente in tutta la sua Guizza. Proseguendo a sinistra entrerete
Breda Mezzavilla
Passo San Boldo Longhere Fregona
nella regione del Feletto. Revine Lago
Serravalle
Pra de Radego
Ecco Rua di San Pietro di Feletto e Olarigo Fratte
S. Maria
subito dopo San Pietro. Una rapida Lago Borgo Villa Costa
Caiada Nogarolo Anzano
visita meritano le antiche borgate rurali Colmaggiore
Vittorio Veneto
Sotto Croda
di Antiga, Borgo Pol, Borgo Agnese e Tovena Ceneda Alta Cappella
Soller
Borgo Colle. Un consiglio: il sagrato Ceneda Bassa
Maggiore
Mura Tarzo
dell’antica Pieve di San Pietro è un punto Valmareno Gai Cozzuolo
Cison di Valmarino Intrivigne
di sosta ideale per godere, nelle giornate Arfanta Prapian San Giacomo di Veglia
Formeniga
limpide, del magnifico panorama. Pecol
San Martino
Rolle Costa di La' Corbanese
Il successivo tratto di strada che porta Follina Carpesica
Colle Umberto
a Refrontolo è un continuum di scorci
Farro' Ponte Maset Scomigo
Milie
Milies
Milie Miane
panoramici, mentre la Pieve, che ormai Premaor Molinetto della Croda Manzana
Menare'
rimane alle spalle, si inserisce in mezzo Vergoman San Pietro di Feletto
S
Str
Sttramamarre
ma
Stramare Campea La Bella Ogliano
Combai
Co
Co Pedeguarda
a estesi vigneti color verde smeraldo
Refrontolo
disposti a tagliapoggio.
Rua
Refrontolo che è rinomata per essere Solighetto Bagnolo
Segusino
Segusi
S siino
no
stata scelta, grazie al suo clima salubre, Guia
Guiia
Gui
Soligo Guizza
Pieve di Soligo
come luogo di villeggiatura Barbozza
Barboz
Bara bozdei
zaa nobili
bozza Farra di Soligo
Castello
Posmon San Vendemiano
della Serenissima, è inoltre la patriaS. Ste Stefano
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Valdobbiadene ade
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Passito D.o.c. Fu celebrato
FFuner
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Saccol
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suo Don Giovanni. Una volta superato Piazza Rovere Conegliano
Giussin Barbisano S. Michele
Refrontolo, seguendo la strada che Crevada
Colbertaldo
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Col d Sernaglia della Battaglia Collalto
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Pederobbab a
scorgerete l’indicazione Saan G
San Giovanni
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Molinetto della Croda:Bigolino questa
Biigolin
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è senza Ramera
Virago
g Moriago della Battaglia Falze' di Piave
dubbioVitipan
Vituna
ipann delle tappe più suggestive
Vitipa
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azzi Carlot
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Riiivvvee Susegana 15
Onigo
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Covolo Santa Croce
SCUOLA ENOLOGICA
DI CONEGLIANO
Conegliano
15 gennaio 1877
”Signori! L’Italia è la terra del vino e
dovrebb’esser anche ‘la prima cantina
d’Europa’”.”...da Conegliano, come
raggi di una ruota si spanderanno nella
Veneta Regione e più in là, i benefici lumi
della scienza applicata alla più bella e più
lucrosa fra le produzioni del suolo”. Queste
alcune delle parole pronunciate da Antonio
Carpenè il giorno dell’inaugurazione.
La Scuola nasce nel 1876 dalla proficua
collaborazione fra il chimico A. Carpenè e
l’agronomo-enologo G.B.Cerletti.
Con una impostazione di tipo universitario
e con il contributo significativo di importanti
nomi dell’enologia, quali L. Manzoni e
G. Dalmasso, si è conquistata un posto corsi di laurea e dottorato per la formazione
di grande prestigio in Italia ed è tuttora universitaria degli operatori e dei ricercatori Orari:
all’avanguardia per lo studio e la ricerca in campo viticolo ed enologico. da lunedì a venerdì dalle 8.00 alle 14.00
viti-enologica. Prestigio che si rafforza oggi Non mancate la visita alla Cantina, dove un T: +39 0438 453617
anche grazie alla presenza della sede della esperto condurrà il visitatore attraverso le Email: cantina@scuolaenologica.it
16 facoltà di Agraria. Questa ospita infatti i varie sezioni della lavorazione del vino.

UNA CURIOSITA’: studenti degli ultimi anni dei corsi ad indirizzo IL REFRONTOLO PASSITO
enologico. Sono state prodotte 950 bottiglie
E’ NATO LO CHAPINE’ da 750 ml e 20 bottiglie da 1500 ml.
OVVERO IL MARZEMINO
CHAPINE’, il nuovo vino prodotto nella Caratteristiche tecniche Dolce, amabile, questo è un vino molto
Cantina sperimentale della Scuola Enologica Aspetto visivo: colore giallo carico con interessante che oggi ha acquisito la
di Conegliano, è un vino spumante riflessi dorati. Spuma abbondante e denominazione D.o.c. e viene venduto con
metodo classico. Chapiné è l’acronimo di persistente con perlage ricco e molto fine il nome di Colli di Conegliano Refrontolo
CHArdonnay, PInot NEro, infatti il prodotto Olfatto: profumo intenso, complesso e Passito. La vite è rustica e sembra sia
è stato ottenuto da Pinot Nero con un piccolo persistente ove dominano la crosta di pane autoctona. Le notizie risalgono al XVI secolo,
apporto di Chardonnay. e il lievito; ben evidenti sono la nota floreale ma pare che il dolce passito fosse arrivato nella
La produzione appartiene alla vendemmia 2001. di rosa e la frutta matura con sentori di frutta zona intorno all’anno Mille. In quest’area le
La cuvèe è stata costituita a maggio del 2002. secca e canditi; seguono piccole note di uve del Marzemino vengono lasciate appassire
La sboccatura, invece, è stata effettuata a tostato, caffé e cioccolato, che conferiscono su graticci in ambienti asciutti e ben areati.
dicembre 2004. al prodotto tono ed eleganza. Il Marzemino, il Torchiato di Fregona e il Colli
Durante tutto il periodo di lavorazione, Gusto: ricco e pieno al palato con sensazione di Conegliano, nelle tipologie bianco e rosso,
rispettando rigidamente il protocollo di cremosa della spuma; l’acidità è presente e fanno parte della più recente denominazione
produzione che prevede il metodo classico, ben armonizzata al salato; di buona struttura, riconosciuta al territorio trevigiano, la D.o.c.
si sono alternati al ripasso delle bottiglie gli piacevole, con finale asciutto e persistente. Colli di Conegliano. 17
ALCUNE CURIOSITA’
DEL FELETTO
I nobili veneziani e la vendemmia
Goldoni ci racconta, senza tralasciare
alcun particolare, come trascorressero il
tempo i signori di città che arrivavano per
villeggiare fra queste colline. Le commedie
narrano che facevano “sosta”, ma la sosta
poi si prolungava e diventava una “cura
dell’uva”, che finiva dopo l’estate, perché in
fondo era poi inutile tornare in Laguna con
quel caldo insopportabile... .
L’eremo di Rua saccheggiato da essere l’antico luogo di preghiera. attrezzi del lavoro quotidiano, monito a non
Napoleone La Pieve  svolgere alcun tipo di attività pratica nel
Nel 1670 il patrizio veneto Alvise Canal La Pieve di San Pietro è documentata giorno domenicale. Si tratta di una preziosa
donò ai monaci eremiti di San Romualdo fin dal 1124, ma sembra esistesse già testimonianza diretta della vita quotidiana
la Chiesa di Rua. I monaci vi costruirono nell’VIII secolo, con buone probabilità che e dei suoi strumenti della seconda metà
intorno 14 cellette, ognuna con il giardino, sorgesse addirittura sulle rovine di un altare del Trecento, periodo in cui è attivo questo
l’orto, i muretti divisori, l’oratorio, i servizi romano di rito pagano. Una bella scalinata anonimo frescante locale che ha in Tomaso
e le mura claustrali. Ma, ahimé, l’intero introduce il visitatore nell’arioso portico da Modena il suo riferimento più moderno.
complesso fu soppresso a causa delle dal quale si ammira il panorama circostante
disposizioni napoleoniche del 1806 e 1810. a 360 gradi. All’esterno, fra i numerosi
Oggi ci piace ricordare la pace dell’eremo. affreschi, una nota in più merita senz’altro
Le cellette si trovano ancora al loro posto, il Cristo della Domenica, un monumentale
18 anche se poco resta di quello che doveva Cristo a figura intera, circondato dagli
LA NATURA NELLA PITTURA: un’atmosfera dolce e sottile, una languida
nostalgia, sia che il paesaggio si trovi
CIMA DA CONEGLIANO al centro, sia che appaia nello sfondo.
A volte, ingenuamente, viene da chiedersi La composizione è determinata dal
se i pittori abbiano copiato il paesaggio paesaggio, che ne diventa la ragione e la
veneto o se qualcuno si sia preoccupato giustificazione. 
di adeguare il paesaggio a quelle Da vedere: Madonna col Bambino Santi
rappresentazioni. e Angeli pala d’altare del Duomo di San
Nelle opere di Giovan Battista Cima, la Leonardo a Conegliano.
fedeltà alla natura si mescola con il gusto
e il senso estetico.
IL MOLINETTO DELLA CRODA
UNA PASSEGGIATA NEL BOSCO
La verità si fonde con la bellezza. I dati
TRA GNOMI E FATE
naturali a disposizione dell’artista vengono
rielaborati grazie alla riconsiderazione Malgrado nella bella stagione sia piuttosto Il Molinetto macinò farina fino al 1953,
intellettuale. Nelle tele del Cima predomina affollato, il Molinetto della Croda è davvero rimase poi per anni disabitato e abbandonato.
un luogo magico. E’ stato recentemente sottoposto a scrupolosi
L’edificio, in parte scavato nella pietra e interventi di restauro e consolidamento e
in parte costruito in mattoni, rappresenta l’antica macina fedelmente ricostruita e resa
uno dei rari esempi di architettura rurale funzionante. Una passeggiata nei boschi è
del XVI secolo. La cascata del fiume Lierza consigliata. Dal Molinetto partono alcuni
ha un dislivello di 12 metri e, nel bacino sentieri che si inerpicano sopra la cascata,
sottostante, una corrente circolare non altri si addentrano nel bosco: le querce
permette agli oggetti galleggianti di uscire avvolgono il viandante e piccoli ciclamini
dallo specchio d’acqua. viola spuntano fra le foglie cadute.
Solo dopo una pioggia intensa il bacino Profumi e silenzi nutrono lo spirito.
riesce a svuotarsi. Piccoli momenti d’incanto. 19
Itinerario principale, tratto B
DA REFRONTOLO A COLBERTALDO

Lasciato il Molinetto della Croda ritornate


verso Refrontolo, senza però risalire fino al
paese. Prendete la direzione per Solighetto.
La strada corre ai piedi dei colli e volgendo
lo sguardo a destra si possono ammirare le
sagome dei Monti Cisa e Villa, le cui sommità
sono ricoperte da boschi mentre la parte
bassa è coltivata a vite. State entrando ora in
quello che è denominato il Quartier del Piave splendido susseguirsi di colline inghirlandate adagiata ai piedi del Colle di San Gallo
o a volte, più popolarmente, il Soligo. di filari di vite, che disegnano ricami sui e del Col de Fer. Assolutamente da non
Pieve di Soligo, Solighetto, Farra, Soligo. pendii soleggiati. Ecco Solighetto, luogo perdere il Romitaggio di San Gallo, le cui
Luoghi che hanno dato i natali a scrittori, d’elezione della cantante lirica trevigiana prime testimonianze risalgono al 1354.
poeti, cantanti d’opera e che rimandano Toti dal Monte, a cui è dedicato un museo. Proseguendo poi per Farra - il cui nome
a emozioni forti; luoghi di storia recente, Entrando a destra si trova Villa Brandolini tradisce l’origine longobarda - noterete che
ma anche antica, come il passaggio e d’Adda, sede del Consorzio di Tutela del la cittadina si sviluppa ai piedi delle colline
l’insediamento dei Longobardi e infine, oggi, Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. poste a occidente del fiume Soligo. Poco
luoghi di forte sviluppo urbano e industriale. Poi, quasi senza soluzione di continuità, lontano scorgerete le Torri di Credazzo, il cui
20 La strada corre lungo la costa d’oro, quello arriva Soligo chiamata un tempo Soligon, nome viene da creda e cioè creta o argilla.
Olarigo
S. Maria
Queste vestigia sono tutto ciò che Lago Nogarolo Borgo Villa
Caiada Colmaggiore
rimane della struttura fortificata dei da Vittorio Veneto
Sotto Croda
Camino. La fortificazione, documentata Tovena
Soller Ceneda Alta
dal 1233, passò ai Collalto, per poi Mura Tarzo
Valmareno Gai
essere distrutta nel 1413 al passaggio Cison di Valmarino
Cozzuolo

degli Ungari. Una volta giunti a Intrivigne Arfanta Prapian


Formeniga
Pecol
Col San Martino, vi suggeriamo di Costa di La' Corbanese
Follina Carpesica
abbandonare il tracciato stradale per
raggiungere a piedi l’Oratorio di San Farro' Ponte Maset
Milies
M
Mil
Mi
Milie
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e Miane Premaor
Vigilio, caratteristico per la sua torre dal Molinetto della Croda Manzana Ogliano
Vergoman San Pietro di Feletto
grande orologio bianco, Stramare
S
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St ramainre rustico stile
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Campea La Bella
Pedeguarda
Combai
romanico e con affreschi. La deviazione
Refrontolo
è ben segnalata e, malgrado la salita Rua
sia abbastanza ripida, vale la pena di Solighetto Bagnolo
Segusi
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Segusino ino
no Soligo
Guia Guizza
affrontarla: il premio, una volta in alto, Pieve di Soligo
Farra di Soligo
è assicurato. Il panorama che si gode Barbozza
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Posmon Boschet
Castello
S. Stefano S.Maria
abbraccia tutta la vallata del S.
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Valdobbiadene biade
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Castelletto
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e Collalbrigo
lasciando lo sguardo libero di spaziare Saccol
Col San Martino
Conegliano
Piazza Rovere
oltre le contrade. Giussin
Barbisano S. Michele
Da Col San Martino a Colbertaldo il Collalto
Crevada
Sernaglia della Battaglia
paesaggio è particolarmente Pederobba
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Costa
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insediamenti
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V o di nuovo con i filari Vidor Carlot
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della vite posti a gradoni. Piccole casere,
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usate un tempo per mettere al riparo
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Castelli nel verde. Parrocchia Colfosco 21
Guizzetta Mercatelli
IL CONSORZIO DI TUTELA
DEL PROSECCO
CONEGLIANO E VALDOBBIADENE

Viene fondato il 7 giugno 1962 e, dopo


sette anni, ottiene il riconoscimento dal
Ministero dell’Agricoltura come organo
di tutela del Prosecco di Conegliano-
Valdobbiadene a denominazione di
origine controllata. Nel corso degli anni
il Consorzio ha sviluppato varie attività,
puntando soprattutto sulla diffusione
della qualità del Prosecco. Tre sono i filoni
di sviluppo: quello tecnico-scientifico,
quello di tutela e quello che riguarda la
promozione. In quest’ottica vengono
organizzate numerose rassegne dedicate al
Prosecco in tutto il territorio del trevigiano.

22
FARRA DI SOLIGO
UN NOME CHE ARRIVA
DA LONTANO

L’origine di questo nome, come del resto


molti della zona, è longobarda.
Le fare erano i gruppi parentali che
vantavano una comune discendenza,
costituendo l’organizzazione sociale
del popolo.
La storia ci racconta che nel 569 il
condottiero Alboino, dopo la faticosa
traversata delle Alpi, prima di scendere in
pianura scelse uno di questi luoghi ameni
per trascorrere un periodo di riposo.
Costituita la fara continuò la sua marcia
verso Treviso. Gli insediamenti longobardi
si susseguirono per due secoli, fino
all’arrivo dei Franchi. Per anni, i longobardi
difesero strenuamente il territorio, poi si
convertirono al cristianesimo. Con l’aiuto
dei monaci cistercensi e benedettini dei
piccoli monasteri della zona, appresero
come si coltivava la terra e da guerrieri si
trasformarono in agricoltori.
23
Itinerario principale, tratto C
DA VALDOBBIADENE A CAMPEA

Una volta passato Colbertaldo, la strada da dare la possibilità agli acini di appassire
prosegue verso nord e, dopo pochi naturalmente sulla pianta.
chilometri, introduce all’area del Cartizze. Questo permette di ottenere un Prosecco
C’è chi dice che questo vino sia degno con una ancor più elevata concentrazione
di esser servito alla mensa degli dei e in di profumi. Questa parte di tragitto è
effetti è difficile smentire questo detto. veramente godibile, sia per quello che
Per il turista enologico questa è una tappa riguarda il paesaggio, sia per la particolarità
davvero pregnante. dei comuni e delle contrade che attraversa.
Qui si noterà che la coltivazione della Santo Stefano con l’antico borgo di Follo,
vite occupa declivi più scoscesi e arriva a che prende il nome dalla follatura dei tessuti
lambire la carreggiata. I tutori dei vigneti di lana in uso fin dal XV secolo; San Pietro di
sono in legno. Le viti, che sono vecchie Barbozza con le sue caratteristiche borgate a
di cent’anni, hanno un aspetto greve “corte chiusa”, tipico esempio di architettura
ma sono forti e tenaci. La morfologia di spontanea. E poi ancora Saccol, il centro più
questi colli è del tutto particolare: ripidi ma rinomato della produzione del Cartizze.
completamente vitati nelle zone soleggiate, Una sosta merita Valdobbiadene con una
sono invece coperti di boschi nei versanti a visita a Villa dei Cedri, edificio in stile liberty
24 nord. La vendemmia qui è più tardiva, così e sede dell’Associazione Altamarca, che
S. Maria

ospita ogni anno a fine settembre il Colmaggiore


Sotto Croda
Forum Spumanti d’Italia. Tovena Soller
Nella cittadina, posta sul pianoro alle Mura Tarzo
Valmareno Gai
pendici dei monti Barbaria e Cesen,
Cison di Valmarino Intrivigne Arfanta
si presuppone passasse la via romana Prapian
Augusta-Altinate. Pecol
Costa di La' Corbanese
Oggi meritano una visita la chiesa Follina

settecentesca, con le opere di Palma il


M iess
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Milies Miane Premaor Farro'
Giovane, F. Beccaruzzi e Paris Bordon, Molinetto della Croda San Pietro
Vergoman di Feletto
e quella quattrocentesca di San Stramare
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mare Campea
La Bella Pedeguarda
Combai
Gregorio, con la pala di D. Brusasorzi. Refrontolo
Una volta lasciata Valdobbiadene,
Rua
riprendete la strada verso Santo SSeg Segusino
e usiinono
Solighetto
Soligo
Stefano, dove poco dopo si Guia
Pieve di Soligo
incontrano Guia e Guietta con le belle Barbozza Farra di Soligo Castello
S. Stefano Posmon Boschet S.Maria
case in pietra. I loro nomi derivano Funer
Castelletto
S. Vit
S. Vitoo Rocchetta
dal gotico wid, che vuol dire “ampio, Valdobbiadene Col San Martino
Saccol Piazza Rovere
vasto”. Superate Guia e Guietta e Giussin
Barbisano
arrivati alla strada provinciale 123, Crevada
Colbertaldo Sernaglia della Battaglia Collalto
girate a sinistra in direzione Campea.Pe edder
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Pederobba obba
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Costa
E nuovamente vi ritroverete G immersi
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Moriago della Battaglia Falze' di Piave
un ambiente rurale del tuttoVirago integro:
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la valle si snoda sinuosaVettorazzi
fra due pendii.Cur Curogna
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Tutto è racchiuso ancora una volta
Levada
in un disegno perfetto: prati,Castel
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elllii Parrocchia Colfosco
Guizzetta Mercatelli 25
vigneti, casere.
S. Vettore S. Urbano Santa Mama Santi Angeli
IL CRU DEL CARTIZZE e friabile in superficie. E’ formato in
prevalenza da calcari, argille e arenarie, che
mantengono l’umidità necessaria perché
106 ettari di vigneto che sulla carta la pianta possa attingere regolarmente e
geografica hanno la forma di un piccolo costantemente il nutrimento, anche nei
cerchio irregolare, racchiusi e protetti periodi più assolati e di siccità. Inoltre questa
fra le colline di Santo Stefano, San Pietro zona gode di uno speciale dolce microclima;
di Barbozza e Saccol, nel comune di l’uva che matura lentamente sviluppa un
Valdobbiadene. corredo acido più ricco e completo.
Questo è quello che, rubando il nome ai
francesi, si chiama cru, cioè un vigneto di UN PERSONAGGIO FAMOSO:
tipo aristocratico. VENANZIO FORTUNATO
La conformazione geologica fa di quest’area
un habitat particolarmente adatto alla Nato verso il 530 in una imprecisata località qualche modo segnata. Con l’incontro
viticoltura. Il terreno è roccioso in profondità della regione del Piave, identificata poi come di Redegonda, moglie di Clotario I re dei
Valdobbiadene, Venanzio Fortunato viene Franchi, a Poitiers e soprattutto con la figlia
considerato l’ultimo poeta della latinità e il Agnese, badessa del convento di Sainte-
primo poeta medievale. Croix, la sua vita cambiò radicalmente.
Malgrado fosse molto vicino agli ambienti Entrò a far parte del clero e venne poi
vescovili di Aquileia, non volle intraprendere nominato vescovo di Poitiers. Il suo ruolo
la carriera monastica e fece i suoi studi fu importante quasi esclusivamente come
a Ravenna. Per sciogliere il voto fatto cantore di inni dedicati ai Santi (Vita Sancti
a San Martino che lo aveva guarito Martini, Ave Maris Stella…), mentre alcune
miracolosamente da una grave malattia agli composizioni profane trattano di gastronomia
occhi, decise di recarsi in pellegrinaggio ovvero del piacere della buona tavola che
26 a Tours. Ma la vocazione religiosa era in ancor oggi caratterizza la cultura trevigiana.
LA CONFRATERNITA DEL TRA MITI E DEI:
PROSECCO A SAN PIETRO LA STORIA
DI BARBOZZA DI ENDIMIONE
Nasce nel 1946 e ne fanno parte non solo Una leggenda racconta che Endimione, un
produttori ma anche studiosi, personalità semplice pastorello di queste colline, era un
e proprietari di locali. giovane di straordinaria bellezza.
E’ presieduta da un Gran Maestro e Selene, dea della Luna, persa di lui, ogni
si riunisce in una suggestiva cantina notte scendeva a cercarlo. Il loro amore
sotterranea di San Pietro di Barbozza. durò così a lungo che Selene diede a
Qui si fanno le investiture dei nuovi Endimione 500 figli. Per conservarne la
confratelli, discussioni enologiche, bellezza, Giove lo fece diventare immortale.
degustazioni e così via. Immortale sì, ma addormentato per
Ogni anno viene scelta “la bottiglia”, fra sempre! Selene, perdutamente innamorata,
tutte quelle prodotte dai confratelli titolari si dovette accontentare di guardarlo
di aziende vitivinicole; bottiglia che fa nelle notti di luna piena: ormai si trattava
parte di un numero limitato di 5000 pezzi, soltanto di un bel corpo che non poteva più
che rappresentano la migliore qualità risponderle…
d’annata e le caratteristiche di tipicità
della produzione del Prosecco di
Valdobbiadene - Conegliano.

27
Itinerario principale, tratto D
DA CAMPEA A CONEGLIANO

Il viaggio ormai volge al termine.


Dopo avere attraversato le aree di maggior
interesse, il Feletto, il Quartier del Piave,
la zona di Valdobbiadene, aver visitato le
numerose cantine, le aziende vitivinicole,
assaggiando le varie qualità di Prosecco,
la strada del ritorno vi riporta verso
Conegliano.
A Campea va messa in conto una
passeggiata per l’antico borgo. Questo
è da sempre un luogo di caccia dove cadde sotto i colpi dell’archibugio del rivale non è molto diversa da quella da poco
la natura selvaggia e incontaminata ha durante una battuta di caccia. lasciata, salta agli occhi che il paesaggio qui
favorito la presenza di molti animali; infatti Lasciata Campea, attraversate il fiume Soligo è nettamente diverso: i vigneti sono isole
fino a due secoli fa da qui si partiva per e, arrivati nella località di Pedeguarda, che emergono dal verde di fitte foreste di
la battuta all’orso. La contrada fu inoltre proseguite verso Farrò. castagni.
teatro di rivalità tra i nobili Brandolini (che Lo sguardo abbraccia i panorami delle Proseguendo giungerete ad Arfanta, quindi
in quelle zone spadroneggiavano) e la vallate sottostanti. a Tarzo e infine a Corbanese.
28 famiglia Savoini, tanto che Brandolino VI Anche se la conformazione geologica I rilievi degradano rapidamente verso le
S. Maria Borgo Villa Costa
Lago Nogarolo Anzano
Caiada Colmaggiore Vittorio Veneto
Sotto Croda
Tovena Ceneda Alta
Soller
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Valmareno Gai Cozzuolo
Cison di Valmarino San Giacomo
Intrivigne Arfanta Prapian
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La direzione è ora Cozzuolo, per poi Vergoman Menare'
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proseguire verso Carpesica e per Combai
ultima Ogliano, il cui nome rimanda Refrontolo

a quell’inverno del 1707, quando un Rua


Bagnolo
Solighetto
freddo polare
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o gran parte delle Soligo Guizza
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piante di questi luoghi tra cui gli olivi. Farra di Soligo
Pieve di Soligo
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L’intensità dei paesaggi, ormai dietro S. S
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della bassa distesa collinare dove, Sac S col
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Giussin S. Michele
accanto alla vite, trovano posto altri tipi Barbisano
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di colture. Colbertaldo Sernaglia della Battaglia Collalto
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BOSCHI DI CASTAGNI SULLE
PENDICI DEI MONTI
Nei tempi antichi i boschi, sia quelli di
castagni che quelli di altre specie arboree,
insieme ai pascoli facevano parte di un
grande patrimonio collettivo.
Fu la Repubblica di Venezia che decise, a
partire dal XVI sec., di consegnare questi
terreni alla comunità e ne disponevano i
regolieri, vale a dire i componenti delle
famiglie originarie dei villaggi.
Il 65% del territorio dell’intera superficie
boschiva era formato da alberi di castagno:
la legna serviva per ardere e per alimentare
fornaci, si usavano i rami più giovani per i
pali della vite, mentre le piante più mature Dal Settecento in poi, fino all’Ottocento, un rinato interesse e soprattutto, con la
venivano tagliate per farne travature, le tradizioni collettive vennero meno fino passione per i prodotti biologici, le tecniche
ma tutto questo era niente in confronto a scomparire del tutto quando i boschi di coltivazione, non prevedendo l’utilizzo
all’importanza che aveva il frutto. diventarono demanio dello Stato. di fitofarmaci, ne fanno un frutto molto
La castagna fu nei secoli un alimento di Durante il Novecento, l’esodo verso le ricercato.
grande importanza; la sua raccolta e poi zone più basse e verso le città mise fine a Da non perdere la Festa dei Marroni che si
la spartizione venivano regolamentate da questa tradizione. tiene a Combai nel mese di ottobre.
particolari norme. Oggi la coltura di questo frutto conosce

30
31
Primo itinerario di scoperta
IL FEUDO DI COLLALTO - MARCA STORICA

Il Feudo di Collalto comprende quelle


terre che, a est di Conegliano, fanno parte
del comune di Susegana e che furono
un tempo di proprietà della famiglia
longobarda dei Collalto, poi conti di
Treviso.
Ancora prima dell’anno Mille ai Collalto,
in qualità di funzionari imperiali, furono
donate molte terre. Dapprima sulla sinistra
Piave e in seguito verso il lato nord della
provincia di Treviso.
Abili nei rapporti politici e negli intrighi, Castello fortificato di San Salvatore, fatto Qui tra le dolci colline scorgerete di tanto
riuscivano sempre a ricoprire cariche erigere da Rambaldo VIII intorno al 1300. in tanto le antiche case dei mezzadri,
importanti e di conseguenza ad avere un L’itinerario indicato tocca appunto il tipicamente dipinte di giallo con le due
peso nella vita politica cittadina. Castello di San Salvatore, che è senza fasce orizzontali rosse. Alla volta di Collalto
Il centro del potere era concentrato al dubbio la più forte testimonianza potrete ammirare i ruderi del Castello che
Castello di Collalto, edificato intorno al iconografica di questa zona, e si addentra riservano sempre un grande fascino.
32 1110 da Ensedisio I e in seguito passato al poi nelle terre dell’antico feudo.
Cappella Maggiore
Tarzo Ceneda Bassa Villa di Villa
Mura
Valmareno Gai
Cozzuolo Silvella
Cison di Valmarino Arfanta B.Go Massimi
Prapian Formeniga San Giacomo di Veglia
Intrivigne Pinidello
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Colle Umberto
Parro' Ponte Maset Scomigo
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Vergoman della Croda
La Bella San Pietro di Feletto
Combai Campea Pedeguarda Ogliano
Refrontolo San Fior

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Soligo Guizza
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Farra di Soligo Pieve di Soligo
S. Stefano Posmon Boschet Castello
S.Maria Levada
Castelletto San Vendemiano Capo di Sotto
Col San Martino Rocchetta Cosniga
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Piazza Rovere Collalbrigo Conegliano
Giussin
Barbisano S. Michele
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di Collalto Crevada Cimavilla
Colbertaldo Sernaglia della Battaglia Collalto Pare'
Mosnigo
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Moriago della Battaglia Falze' di Piave
Vidor Bocca di Strada
CarlotBosco Susegana
Castello di
S.Salvatore
Barche Santa Lucia di Piave
Santa Croce Soffratta
Campagnola
Mareno di Piave Vazzola
Parrocchia Colfosco
Guizzetta Mercatelli

Santa Mama Santi Angeli


33
Borgo Bellussi
che per molti secoli regolarono le contee
ANDAR PER CASTELLI TRA
della famiglia, e Rambaldo XIII, sedicesimo
LEGGENDE E STORIE VERE conte di Collalto. A lui, comandante dei
lanzichenecchi, si imputano i saccheggi
Non è possibile soffermarci qui a di Mantova del 1629, che ben ci descrive
raccontare l’intera storia della casata Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi.
dei Collalto, lo fanno bene i libri di testo Il personaggio che desta maggiore
e alcune guide specializzate. Tuttavia, interesse è quello di Bianca, detta di
forse qualche “istruzione per l’uso” su Collalto benché fosse solo una dama di
come ci si comporta quando si incappa in corte, sulla cui triste storia è stata ricamata
un fantasma è bene darla… Fra le molte una leggenda. Si racconta che nel XII
personalità importanti ed eccentriche, secolo Tolberto di Collalto prese in moglie
come si conviene ad una nobile famiglia, la lunatica Aica da Camino che, resasi
spiccano Rambaldo VIII, uomo di grande conto dell’affetto che legava il marito alla
influenza politica nella prima metà del sua damigella, non perdeva occasione per
XIV secolo al quale si devono gli statuti riservarle crudeli trattamenti. Un giorno il
nobiluomo, alla vigilia di un viaggio, mentre
salutava la moglie che si faceva pettinare
i capelli da Bianca, incrociò lo sguardo di
quest’ultima nello specchio e Aica capì
in un instante il sentimento che univa i
due innamorati. Partito il marito, rinchiuse
Bianca in una torre e la poveretta morì di
stenti. Pare che il fantasma della sventurata
si sia spesso presentato ai Collalto e si
34 aggiri ancora per il castello.
35
Secondo itinerario di scoperta
ITINERARIO STORICO NATURALISTICO
MARCA STORICA
Una volta arrivati a Refrontolo è possibile verso Follina. Tale percorso, molto duecentesca, fu ampiamente rimaneggiato
proseguire verso Nord e raggiungere suggestivo dal punto di vista paesaggistico, tra il 1510 e il 1525 da Anton Maria
Rolle. Questa deviazione vi condurrà nella tocca zone di grande interesse storico, Brandolini, in stile rinascimentale veneto,
zona che interessa l’ultimo segmento architettonico e culturale, come l’Abbazia per essere poi ristrutturato e ampliato nel
dell’itinerario principale, che però verrà di Follina e, a Cison di Valmarino, il Castello XVIII secolo. Oggi è un rinomato albergo e
abbandonato quasi subito per dirigersi Brandolini. Quest’ultimo, di origine centro congressuale.

36
Proseguendo l’itinerario si
incontrano altri paesi che hanno Savassa Bassa
conservato il sapore di un tempo
come Tovena, Santa Maria, Revine; Longhere
Passo San Boldo
si raggiungono infine Serravalle Serravalle
e Ceneda. Praderadego
Revine Lago Olarigo
Tale percorso del vino rientra nel S. Maria
Borgo Villa Costa
Lago
più vasto itinerario di “Marca Storica” Caiada
Nogarolo
Colmaggiore Vittorio Veneto
Sotto Croda
(per maggiori approfondimenti si Soller
Tovena
veda la brochure relativa, intitolata Ceneda Alta
Mura Tarzo
“Marca Storica”). Valmareno Gai
Ceneda Bassa
Cozzuolo
Cison di Valmarino Arfanta
Prapian Formeniga
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Colbertaldo Sernaglia della Battaglia Crevada
Collalto Pare'
ORA ET LABORA
L’OPEROSITÀ DEI MONACI

Follina spunta in mezzo ai vigneti ai piedi delle


Prealpi bellunesi. Il torrente omonimo che
attraversa il paese nasce dal fondale lacustre di
una valle che probabilmente nell’antichità era
occupata da un lago. L’ABBAZIA DI FOLLINA prosperità economica e spirituale.
Così come quello di Follo (nell’area del Con l’annessione di Follina alla Repubblica
Cartizze), anche il nome Follina deriva da di Venezia (1388) la comunità dei
folli, gli opifici per la lavorazione della lana. Anche se importante luogo di preghiera e Cistercensi viene soppressa e nei primi
Questo mestiere fu, a quanto pare, introdotto sicuramente un po’ fuori dai percorsi più anni del XVI secolo l’Abbazia passa ai
dai monaci in epoca alto-medievale e, solo nel propriamente enologici, l’Abbazia di Follina Camaldolesi.
XVIII secolo, prese forma e diventò una risorsa resta una sosta obbligata. Nell’Ottocento l’ameno luogo di preghiera
economica. E’ infatti lungo il corso del fiume In quanto alle origini, un balletto di vive un brutto e triste periodo di decadenza
Soligo che sorsero all’epoca moltissimi opifici, date caratterizza il primo insediamento e solo dopo il 1915 con i nuovi lavori di
come l’ex lanificio Andretta che sfruttava la benedettino: alcuni testi lo fanno risalire al restauro ritrova il suo antico splendore.
forza motrice dell’acqua per la produzione 1170 circa, altri invece al 1145 o al 1155. Il Chiostro di forma quadrata è chiuso da
industriale che permane nei lanifici Busatti- Ovvio che tutte queste date vanno prese una serie di eleganti colonnine in pietra
Bonsenbiante e Paoletti; lungo il percorso si con le dovute cautele. locale e viene da domandarsi se l’architetto
vedono i lavatoi, il maglio Bottarel ed il mulino Quello che invece è certo è il periodo di che ha disegnato i Cloisters a New York
Fiorin. Nell’Ottocento la lavorazione e la tintura maggior splendore del monastero che (Museo di Arte Medievale del Metropolitan
della lana subirono una battuta d’arresto per copre un arco di tempo compreso fra il XII Museum) non avesse soprattutto in mente
riprendere poi a prosperare nel secolo scorso e il XIV secolo, quando l’opera dei monaci quello dell’Abbazia di Follina…
38 insieme alla lavorazione della seta. contribuì a dare alla zona una grande
delle merci. La grande importanza era
SERRAVALLE E CENEDA,
dovuta soprattutto alla lavorazione di
OGGI VITTORIO VENETO ferro, rame, piombo e metalli preziosi,
ma anche a quella della lana e del cotone.
Non tutti sanno che l’antica ed elegante E a proposito di metalli e di produzioni di
Serravalle fu nei secoli una grande armi pare che Serravalle fosse seconda
potenza economica. Grazie alla sua solo a Toledo.
posizione strategica, dal Medioevo alla Basti dire che nel Cinquecento la ditta
caduta di Venezia, l’antico borgo fu un Borsoi (in concorrenza serrata con quella
centro di commercio importantissimo. dei Marsoni) era in grado di produrre in
Pare che addirittura la grande piazza, dove un anno 12.000 spade e 12.000 archibugi
artigiani e imprenditori facevano i loro per la Repubblica di Venezia!
affari, fosse diventato luogo di quotazioni Tali erano il benessere e la ricchezza
che nel 1600, per frenare il lusso
smodato, furono imposte delle restrizioni
che vietavano alle donne di vestire
con pellicce e broccati e di portare
innumerevoli e preziosi gioielli (solo un
filo di perle era ammesso).
Neppure agli uomini erano permessi i
monili in oro e pietre preziose.
Bella e ricca, ma anche forte e generosa,
Serravalle è un lembo di Venezia in
terraferma.

39
39
Terzo itinerario di scoperta
IL TORCHIATO DI FREGONA

Anzano, Fregona, Osigo, Montaner, appassire in luoghi asciutti. ha un solo difetto: se ne produce così poco
Sarmede e Cappella Maggiore, questo A Pasqua c’è la selezione degli acini che che è impossibile soddisfare tutti i suoi
percorso ad anello comprende l’intera zona andranno nella follatrice e, torchiati almeno estimatori. Una sosta va messa in conto
di quel vino che porta il nome di Torchiato due volte, lasceranno colare un liquido nel borgo di Sarmede, caratterizzato dagli
di Fregona. I vigneti qui si alternano a fitti denso e zuccherino che sarà poi lasciato affreschi di Zavrel, ispiratore della mostra
boschi e tra le viti si scorgono alberi da frutto a fermentare in botti di rovere, acacia o internazionale di illustrazione per l’infanzia.
(fico, susino, ciliegio, melo, pero), mentre i castagno. Il vino viene immesso sul mercato La rassegna, che si tiene ogni anno tra
prati che una volta erano adibiti a pascoli si solo dopo il 1˚ dicembre dell’anno successivo gennaio e febbraio, espone opere di artisti
trovano verso le sommità delle alture. alla vendemmia. Il dolce e prezioso nettare provenienti da tutto il mondo.
Il Torchiato di Fregona è un delizioso vino
che resta ancora sconosciuto ai più, ma
che meriterebbe certamente maggior
fama. Nasce da uve di Verdiso, Prosecco e
Boschera e richiede durante la lavorazione
la pazienza necessaria per i vini passiti.
La vendemmia avviene a ottobre, le uve
vengono fatte riposare in ceste, poi appese
40 a travi e poste su graticci dove restano ad
Nove

Botteon

Savassa Bassa Sonego


Osigo
Luca

Breda Mezzavilla
Longhere Fregona
Serravalle Montaner
Revine Lago
Olarigo Fratte
S. Maria
Borgo Villa Costa Rugolo
Lago Nogarolo
Caiada Colmaggiore Anzano
Vittorio Veneto Sarmede
Ceneda Alta Palu' Villa
di Villa
Cappella Maggiore
Tarzo Ceneda Bassa
Cozzuolo Silvella
Arfanta B.Go Massimi
Prapian San Giacomo di Veglia
Formeniga Pinidello
San Martino
Cordignano
Corbanese Carpesica
Pine'
Colle Umberto Ponte della Muda
Ponte Maset Scomigo Orsago
Manzana
Menare' Godega di Sant'urbano
41
San Pietro di Feletto
Alcuni cenni storici sul paesaggio della collina trevigiana
e le sue trasformazioni

E’ soprattutto grazie alla toponomastica nelle fortificazioni o nei centri abitati. tipici della viticoltura in collina. Il territorio
che ci è consentito comprendere quale Tra il 1400 e il 1500, alcune immagini è però fortemente determinato da forme
fosse l’assetto del territorio attraverso i mostrano come, accanto a piccoli boschi e irrazionali di sfruttamento. Dalle incisioni
secoli. Eccone qualche esempio: di origine a notevoli estensioni di pascoli, ci fossero dell’epoca si evince una quasi totale
romana è Manzana da Mancius nome appezzamenti coltivati a vigneto e altro assenza di alberi, non solo nella bassa
proprio; longobardo è invece Sbraide, da tipo di semine. Questi erano contigui ad collina, ma anche sui versanti più montuosi.
braida o podere chiuso e ancora medievale alcune abitazioni sorte fuori dai centri Si tratta dunque di un quadro variegato ma
è Ronchel, da roncare, dissodare; urbani. Nelle parti superiori delle colline controverso: ridotte coltivazioni intensive
mentre Castagné deriva da castagno. dominavano incontrastati il bosco e il di vite e altro; estensioni a perdita d’occhio
Testimonianze antecedenti il 1500 pascolo; pochissime erano le porzioni di di pascoli e pochissimi alberi. L’iconografia
tramandano parole di origine rurale, Prade, coltura specializzata a vigneto, mentre la ottocentesca mostra ancora colline
da prato; Carpesica, forse da carpinus; coltivazione della vite si trovava in larga denudate e pochi alberi sparsi. La viticoltura
Maren da mara o palude; Vinera dal basso misura entro le mura difensive. specializzata a metà ‘800 coinvolge solo la
latino vinarius. Tra la fine del 1600 e il 1700, le case sono zona di Valdobbiadene.
Informazioni queste che ci permettono di ancora distribuite lungo le antiche strade Occorrerà tuttavia arrivare al XX secolo e
capire come la collina fosse utilizzata per romane, ma si incominciano a intravedere addirittura agli anni ’60 e ’70, per assistere in
il pascolo e per la produzione della legna, alcuni centri rurali. tutta la zona collinare del trevigiano al vero
42 mentre l’attività agricola si concentrasse Nel 1700 sono ormai presenti i paesaggi boom della viticoltura.
Tra prosa e poesia

mille citazioni. Si vorrebbe non solo citare UNA PAGINA DI


chi ha parlato del suo paese natale, ma POESIA
anche chi ha scritto di vino e vendemmie;
chi ha parlato dell’ebbrezza; chi si è Ormai
cimentato in elegie; chi ha cantato i miti;
chi ha composto versi raffinati. Ormai la primula e il calore
E ancora, chi ha descritto il paesaggio e chi ai piedi e il verde acume del mondo
ha cantato le gesta dei condottieri; chi ha I tappeti scoperti
raccontato storie d’amore e chi ha scritto le logge vibrate dal vento ed il sole
romanzi autobiografici. Nominare gli autori tranquillo baco di spinosi boschi;
classici, quelli del passato, quelli del secolo il mio male lontano, la sete distinta
scorso e i contemporanei. come un’altra vita nel petto
Ma non è possibile. Abbiamo così scelto Qui non resta che cingersi intorno il
una poesia di Andrea Zanzotto (Pieve di paesaggio
Non è facile fare una scelta letteraria, Soligo 1921) e una pagina di letteratura di qui volgere le spalle
decidere quale sia un autore che meglio Giovanni Comisso (Treviso 1895 - 1969).
esprima il sentimento per la sua terra. Ci è parso che il tutto fosse racchiuso in Andrea Zanzotto
Non è facile perché si vorrebbero portare queste due scelte. Da “Dietro il paesaggio” (1940-1948) 43
UNA PAGINA DI
LETTERATURA
(…) “Quando veniva l’autunno i prati
si facevano subito di un verde umido
e intenso. Improvviso si sentiva fermo
nell’aria lo sparo di qualche cacciatore che
andava lungo le siepi, dove si intanavano
le lepri fuggite ai primi freddi. Per i campi,
dove era stato raccolto il granone frullavano
i passeri a beccuzzare i chicchi caduti.
Dalle case veniva l’odore forte del mosto.
” (…) “Al primo sperdersi del calore estivo è fatto forte verso la sua forma d’uomo e à si inebriano all’odore che sale sempre più
si fa la vendemmia. Quel giorno i ragazzi ai mutato voce vuole assolutamente provare: forte sotto l’impeto delle loro gambe e
quali dai padri era stato sempre comandato la novità gli ravviva lo sguardo. Si scalzano, l’ebbrezza li doma in silenzio operoso, poi
di non stare presso le vigne a piluccare, si rimboccano i calzoni, si lavano le gambe di scatto irrompono in scherzi maneschi
possono assaggiare l’uva nei chicchi che alla fontana ed entrano a pigiare subito a tingere di rosso le guance di quelli che
cadono per terra e di sfuggita, dai tralci, attraendo con il dolciore le api. Il getto è passano vicino. Declina il rapido giorno
qualche ciocca. Anche le vecchie vengono denso, rossastro e spumoso. E come le autunnale e le viti sui campi rimangono
golose ad aiutare. E’ un lavoro lento, che api, le donne girano attorno ad annusare, diradate e lievi”. (…)
segue il placarsi del sole, parlottando tra a guardare e infine preso un bicchiere
un filare e l’altro, vi è sempre qualcuno vincono la timidezza e con la scusa che Giovanni Comisso, La mia casa di campagna,
venuto a opera che attrae le burle di tutti. fa bene, lo riempiono fino ad arrossarsi la Milano 1984, Longanesi & C.
La tinozza si colma al vuotare continuo delle mano e bevono avide. Anche quelli che
ceste e spinta sotto al portico si comincia pigiano vogliono assaggiare, infine tutti
44 a pigiare. Il giovinetto che in quell’anno si gli altri. Ma quelli che pigiano, lentamente
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Carmina Az. Agr. Bressan Daniele
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Tel.0438/23719 - Fax 0438/411974 Tel.0438/801515 - Fax 0423/801515
CANTINE www.carmina.it - info@carmina.it www.proseccobressan.it
danielebressan@libero.it
Carpene’ Malvolti
Via Antonio Carpene’, 1 - 31015 Conegliano (TV) Az. Agr. Marotta
Tel.0438/364611 - Fax 0438/364690 Via dei Pra’, 17 - 31010 Col San Martino (TV)
www.carpene-malvolti.com Tel. e Fax 0438/989267
info@carpene-malvolti.com m.merotto@libero.it
CISON DI VALMARINO (Rolle)
CORDIGNANO
Vigne Matte Perlage s.r.l.
Via Tea, 8 - 31030 Cison di Valmarino (Rolle) (TV) Az. Vinicola Salatin Via Cal del Muner, 16 - 31020 Farra di Soligo (Soligo) (TV)
Tel.0438/975798 - Fax 0438/977336 Via Doge Alvise IV Mocenico, 53 - 31016 Cordignano (TV) Tel.0438/900203 - Fax 0438/900195
www.vignematte.it - info@vignematte.it Tel.0438/995928 - Fax 0438/996727 www.perlagewines.com
www.salatinvini.com - info@salatinvini.com info@perlagewines.com
CONEGLIANO
CROCETTA DEL MONTELLO FOLLINA
Az. Vinicola San Giovanni La Gioiosa Az. Agr. Al Col
Via Manzana, 4 - 31015 Conegliano (TV) Via Erizzo, 113/a - 31035 Crocetta del Montello (TV) Loc. Col, 10 - 31051 Follina (TV)
Tel.0438/31598 - Fax 0438/35300 Tel.0423/8607 - Fax 0423/860924 Tel.0438/970658 - Fax 0438/970658
www.vinicolasangiovanni.it www.lagioiosa.com - info@lagioiosa.it www.alcol.tv - info@alcol.tv
vinisangiovanni@libero.it
FARRA DI SOLIGO (Col San Martino, Soligo) MIANE (Premaor, Combai)
Cantine Ghetti
Via Marsiglion, 85 - 31015 Conegliano (TV) Az. Agr. Andreola Orsola Az. Vin. Gregoletto Luigi
Tel.0438/451234 - Fax 0438/61028 Via Cal Longa, 52 - 31010 Col San Martino (TV) Via San Martino, 81 - 31050 Miane (Premaor) (TV)
www.cantineghetti.it Tel.0438/989379 - Fax 0438/898822 Tel.0438/970463 - Fax 0438/974308
46 info@cantineghetti.it www.andreolaorsola.it - info@andreolaorsola.it www.gregoletto.it - info@gregoletto.com
Spumanti Serre Cantina Bernardi SAN VENDEMIANO
Via Casale Vacca, 8 - 31030 Miane (Combai) (TV) Via Colvendrame, 25 - 31020 Refrontolo (TV)
Tel.+39 0438/893502 - Fax +39 0438/899649 Az. Agr. Furlan Pietro & Figli
Tel.+39 0438/894153 - Fax +39 0438/894542
www.proseccoserre.com Via Saccon, 48 - 31020 San Vendemiano (TV)
www.cantinabernardi.it
info@proseccoserre.com Tel.+39 0438/778267 - Fax +39 0438/478996
bernardi@cantinabernardi.it
www.furlanvini.com - info@furlanvini.com
PIEVE DI SOLIGO (Solighetto) SAN FIOR (Castello Roganzuolo)
SUSEGANA
Soc. Agr. Ballancin Lino Masottina - Conegliano
Via Drio Cisa, 11 - 31050 Pieve di Soligo Via Bradolini, 54 - 31010 (Castello Roganzuolo) (TV) Az. Agr. Conte Collalto
(Solighetto) (TV) Tel.+39 0438/400775 - Fax +39 0438/402034 Via XXIV Maggio, 1 - 31058 Susegana (TV)
Tel. +39 0438/842749 - Fax +39 0438/981648 www.masottina.it - info@masottina.it Tel.+39 0438/738241 - Fax +39 0438/73538
www.viniballancin.com www.cantine-collalto.it - cantina@cantine-collalto.it
SAN PIETRO DI FELETTO
viniballancin@viniballancin.com
Bepin de Eto Az. Agr. Malibran
Via Colle, 32/a - 31020 San Pietro di Feletto (TV) Via Barca II, 63 - 31058 Susegana (TV)
REFRONTOLO
Tel.+39 0438/486877 - Fax +39 0438/787854 Tel.+39 0438/781410 - Fax +39 0438/480978
Astoria Vini www.bepindeeto.it - info@bepindeeto.it www.malibranvini.it
Via Crevada - 31020 Refrontolo (TV) info@malibranvini.it
Il Colle
Tel.+39 0423/6699 - Fax +39 0423/665077
Via Colle, 15 - 31020 - San Pietro di Feletto (TV) VALDOBBIADENE
www.astoria.it
Tel.+39 0438/486926 - Fax +39 0438/787958 (Bigolino, Guia, Saccol, San Giovanni,
info@astoria.it
www.proseccoilcolle.it - info@proseccoilcolle.it San Pietro di Barbozza, Santo Stefano)
Az. Agr. Toffoli Vincenzo Sanfeletto Casa Vinicola Az.Agr. Bisol Desiderio & Figli
Via Liberazione, 26 - 31020 Refrontolo (TV) Via Borgo Antiga, 39 - 31020 S. Pietro di Feletto (TV) Via Fol, 33 - 31040 Valdobbiadene
Tel.+39 0438/978204 - Fax +39 0438/894556 Tel.+39 0438/486832 - Fax +39 0438/486030 (Santo Stefano) (TV)
www.proseccotoffoli.it www.sanfeletto.it - sanfeletto@sanfeletto.it Tel.+39 0423/900138 - Fax +39 0423/900577
info@proseccotoffoli.it www.bisol.it - bisol@bisol.it
47
Az. Agr. Canello Andrea Az. Agr. Le Colture Az. Agr. Spagnol Denis
Via Colmello del Col, 11 - 31040 Valdobbiadene Via Follo, 5 - 31040 Valdobbiadene P.zza Ugo A.Canello, 10 - 31049 Valdobbiadene (Guia) (TV)
(Guia) (TV) (Santo Stefano) (TV) Tel.+39 0423/900303 - Fax +39 0423/904852
Tel.+39 0423/900640 - Fax +39 0423/900640 Tel.+39 0423/900192 - Fax +39 0423/900511 www.spumantispagnol.com
www.canello.com - info@canello.com www.lecolture.it - info@lecolture.it info@spumantispagnol.com
Az. Agr. Ca’ Salina Az. Agr. Le Mesine Az. Agr. Vigneto Vecio
Via S. Stefano, 2 - 31040 Valdobbiadene Via Cal Filigal, 13 - 31049 Valdobbiadene (TV) Via Grave, 8 - 31040 Valdobbiadene (S. Stefano) (TV)
(Santo Stefano) (TV) Tel. e fax +39 0423/980379 Tel.+39 0423/900338 - Fax +39 0423/904768
Tel.+39 0423/975296 - Fax +39 0423/975818 www.lemesine.com www.vignetovecio.it - info@vigentovecio.it
www.casalinaprosecco.it - info@casalinaprosecco.it lemesine@libero.com
Az. Agr. Drusian Bortolin Angelo Spumanti
Loc. San Giacomo - 31030 Valdobbiadene Az. Agr. Riva de Milan Via Prade, 6 - 31040 Valdobbiadene (Guia) (TV)
(Bigolino) (TV) Via Erizzo, 148 - 31049 Valdobbiadene (TV) Tel.+39 0423/900125 - Fax +39 0423/901015
Tel.+39 0423/982151 - Fax +39 0423/980000 Tel.+39 0423/973030 - Fax +39 0423/973496 www.spumantibortolin.com
www.drusian.it - drusian@drusian.it www.agriturismorivademilan.it info@spumantibortolin.com
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Az. Agr. Il Follo Bortolin F.lli Spumanti
Via Follo, 36 - 31040 Valdobbiadene Az. Agr. Roccat Via Menegazzi, 5 - 31040 Valdobbiadene
(Santo Stefano) (TV) Via Roccat e Ferrari, 1 - 31049 Valdobbiadene (TV) (Santo Stefano) (TV)
Tel.+39 0423/901092 - Fax +39 0423/900000 Tel.+39 0423/972839 - Fax +39 0423/971772 Tel.+39 0423/900135 - Fax +39 0423/901042
www.ilfollo.it - info@ilfollo.it www.roccat.com - info@roccat.com www.bortolin.com - info@bortolin.com

Az. Agr. La Casa Vecchia Az. Agr. Santantoni Bortolomiol Spumanti


Via Callonga, 12 - 31040 Valdobbiadene Via Cimitero, 52 - 31040 Valdobbiadene Via Garibaldi, 142 - 31049 Valdobbiadene (TV)
(Santo Stefano) (TV) (Santo Stefano) (TV) Tel.+39 0423/974911 - Fax +39 0423/975066
Tel.+39 0423/900455 - Fax +39 0423/900160 Tel.+39 0423/900226 - Fax +39 0423/900226 www.bortolomiol.com
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Tel.+39 0423/975668 - Fax +39 0423/975526 Tel.+39 0423/973131 - Fax +39 0423/905301 Tel.+39 0423/9092 - Fax +39 0423/973304
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Tel.+39 0423/975940 - Fax +39 0423/975961 Tel.+39 0423/976241 - Fax +39 0423/976241 Tel.+39 0423/975450 - Fax +39 0423/976146
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Via Fasol & Menin, 20 - 31049 Valdobbiadene (TV) Tenuta Torre Zecchei
(Santo Stefano) (TV)
Tel.+39 0423/905533 - Fax +39 0423/905603 Via Capitello Ferrari, 3/A - 31049 Valdobbiadene (TV)
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49
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VITTORIO VENETO (Carpesica) Tel/fax +39 0423 974019
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Via Rovede, 27 - 31020 Vidor (Colbertaldo) (TV) (Carpesica) (TV)
Tel.+39 0423/982110 - Fax +39 0423/982130 Tel.+39 0438/920025 - Fax +39 0438/920015 BIBLIOGRAFIA
www.adamispumanti.it www.bellenda.it - info@bellenda.it AA.VV., Atlante del paesaggio trevigiano,
info@adamispumanti.it Ed. Provincia di Treviso, 2000
Az. Agr. Cenetae
Az. Agr. Scandolera Via Jacopo Stella, 34 - 31029 Vitorio Veneto (TV) AA.VV., I piaceri della Marca gioiosa,
Via Scandolera, 95 - 31020 Vidor (Colbertaldo) (TV) Tel.+39 0438/552043 - Fax +39 0438/949399 Acelum Ed., Asolo 1988
Tel.+39 0423/985107 - Fax +39 0423/985107 www.idsc-vv.it/CENETAE/CENETAE.htm AA.VV., L’Alta Marca Trevigiana, a cura di
www.scandolera.it - info@scandolera.it info@idsc-vv.it D.Gasparini, Cierre Ed., (VR) 2000
Spagnol Soc. Agricola Tonon Vini G. Rorato, Il Prosecco di Conegliano e
Via Scandolera, 51 - 31020 Vidor (Colbertaldo) (TV) Via Carpesica, 1 - 31010 Vittorio Veneto Valdobbiadene, Morganti Ed., Verona 2002
Tel.+39 0423/987177 - Fax +39 0423/987177 (Carpesica) (TV) G. Rorato, La pedemontana trevigiana,
www.spagnolaziendaagricola.it Tel.+39 0423/920004 - Fax +39 0438/920014 Dario De Bastiani Ed., Vittorio Veneto 2004
info@spagnolaziendaagricola.it www.vinitonon.com - info@vinitonon.com
L. Sanson, La vite in collina, Cierre Ed.,
La Tordera Canova Ed, Verona, Treviso 2002
Via Banfi, 44 - 31020 Vidor (TV)
M. Ulliana, La Scuola Enologica di
Tel.+39 0423/985362 - Fax +39 0423/871023
www.latordera.it - info@latordera.it Conegliano, Canova Ed., Treviso 1992,
50
51
STRADA DEI VINI DEL PIAVE

“…quando in inverno spillate il vino,


fate che nel vostro cuore vi sia una
canzone per ogni calice; e fate che
nella canzone vi sia un ricordo dei
giorni d’autunno, della vigna e del
torchio…”

Gibran Kahlil Gibran

La scoperta del vino, prodotto nella Marca cospicua è quella del Rosso. stradale, guida e voglia di degustare perché
Trevigiana, vi porta ora nei dintorni del Le antiche culture, il mondo contadino l’itinerario, che si dirama per circa 150 km,
fiume Piave, dopo aver esplorato zone che forte dei suoi valori, le peculiarità del ha in serbo molte sorprese e soprattutto
vanno da Conegliano a Valdobbiadene, paesaggio sono ancora una volta i cardini molte scoperte.
ovvero il tradizionale percorso del Bianco. di questo percorso. Il percorso attraversa luoghi carichi di
Benché i vigneti del Piave diano anch’essi Sgombrato il campo da ogni dubbio, significato e di forte valenza evocativa, molto
52 ottimi vini bianchi, la produzione più gli amanti del rosso si armino di mappa spesso poco conosciuti dal grande pubblico.
Live
Barbozza Guia Farra di Soligo Pieve di Soligo Capo di Sotto

n za
Posmon Boschet S.Maria San Vendemiano Levada
S. Stefano Castello Rocchetta
Col San Martino
VALDOBBIADENE
Piazza Rovere Collalbrigo Borghetto Cosniga
Roverbasso
Gaiarine Il percorso è
Saccol Giussin localmente
Barbisano S. Michele CONEGLIANO
Crevada M
on
Colbertaldo Collalto
Sernaglia della Battaglia Pare'
tic
an Cimavilla
Codogne' Borgo Chiesa Portobuffole' segnalato
San Giovanni o Campomolino
Bigolino
Mosnigo Ramera da cartelli
Moriago della Battaglia
Vidor Falze' di Piave Bocca di Strada Vallonto Fae' direzionali
Rive Carlot Bosco Susegana Campagnola Mon
tica
no Cornare Rigole
Covolo Santa Croce Mareno di Piave
Santa Lucia Soffratta Fontanelle
Levada Parrocchia Colfosco di Piave Visna'
Guizzetta Vazzola Basalghelle
Piave Santa Mama Mercatelli
S. Urbano Liv
Santi Angeli Borgo Bellussi Mansue' en
Cornuda Ponte della Priula Lutrano za Brische
Ciano Nervesa della Battaglia Tezze
Crocetta Navole' Mure
La Valle del Montello Sovilla S. Maria di Piave
Bidasio Pi Rai Meduna
av
Pra De Roda Bavaria e di Livenza
Santa Maria Gorgo della Chiesa
San Michele di Piave Tempio
Colfrancui Fratta
Cimadolmo San Polo di Piave Gorgo dei Molini San Giovanni di Motta
Pederiva Giavera del Montello
ODERZO Motta di Livenza
Cusignana Arcade Spresiano Grave Ormelle
Biadene
Caerano di San Marco Caonada Selva del Montello di Pap. Lorenzaga
Venegazzu' San Giorgio
Guarda Bassa Piavon Malintrada
Guizza Villanova
Lovadina Stabiuzzo
MONTEBELLUNA Salettuol Cavalier
Visnadello Roncadelle
Povegliano
Maserada Pi
San Gaetano Camalò Camalo' av Busco
sul Piave e Levada
Signoressa Fossalta Maggiore
Busta Santandra' Villorba Candelu'
Falze' Negrisia Chiarano
Varago
Trevignano Catena Ponte di Piave San Nicolo Velapiccola
Saletto
Vascon Breda di Piave Candole Cessalto S. Anastasio
Musano San Bartolomeo Vigonovo
Paderno Carita' Santa Maria
Barcon Postioma Lancenigo Fagare' Salgareda di Campagna
Merlengo Le Marche
Carita' Vacil Pero Bocca Callalta
Ponzano Cavrie' Campo Pietra
Fanzolo Porcellengo Veneto Pezzan San Giacomo Pi
av Campobernardo
Sala Fontane e
Biban Mignagola Zenson
Fossalunga San Martino San Biagio di Callalta di Piave
Pezzan Castagnole Santa Bona Carbonera Rovare'
Vedelago Borgo Verde
Padernello Castello
Istrana Paese Olmi
Carpenedo TREVISO Spercenigo
San Pietro Novello
Albaredo Villanova Lanzago
Cavasagra Silea Monastier
Casacorba Ospedaletto Nerbon Pralongo
Biancade
Morgano Casier Vallio
San Marco Sile Quinto di Treviso Frescada
Dosson Cendon Roncade
53
Castelminio Santa Cristina
Badoere
San Trovaso S. Elena S. Cipriano
Il territorio della DOC Piave si estende
entro una vasta pianura che è delimitata a
sud dal mare, a nord-ovest dalle colline di
Conegliano e del Montello ed è attraversata
in lunghezza dal fiume Piave, mentre a
nord-est confina con il Friuli.
Tre le aree su cui puntare, con lo scopo
di capire i vari momenti insediativi, le
tradizioni diverse e anche, perché no, per
potersi riposare.
La prima (A), vede protagonisti i vigneti
che furono della Serenissima Repubblica di
Venezia. Si snoda, sia a sinistra che a destra
del Piave ed è storicamente importante
per il passato romano, che ha il suo focus
nella città di Oderzo, punto di partenza del
nostro viaggio enologico. Questo primo
tracciato si ferma a Roncade. e quella centrale della provincia di Treviso,
La seconda zona (B), che da Roncade sulla destra Piave.
arriva a Cimadolmo, è ancora disseminata di Per finire la terza parte (C), che da
belle dimore patrizie veneziane, oggi sedi di Cimadolmo riporta a Oderzo e si estende
rinomate aziende vitivinicole. nel comprensorio del Raboso.
Definita come la zona dei “vigneti dei Anche qui non mancano le ville venete, ma
54 Dogi”, abbraccia a grandi linee la parte sud quello che più tocca il cuore del viaggiatore
è l’atmosfera della sinistra Piave, con Piave e due bretelle, una che conduce a
le sue tradizioni antiche, gli scorci che Conegliano e una che porta a Roncade.
lasciano intravedere il fiume, le chiesette Una descrizione iniziale, che fornisce
isolate che nascondono preziosi affreschi le informazioni sulla direzione da
e le cittadine-gioiello come Portobuffolé. prendere, verrà corredata da schede
Il percorso è unidirezionale a forma di particolareggiate sui luoghi di maggior
grande anello, con una variante che interesse, con dettagli, curiosità e
collega San Polo di Piave a Ponte di aneddoti. 55
IL CONSORZIO PIAVE DOC
ed il suo ruolo nella promozione dei vini
del territorio del Piave

Il Consorzio Piave DOC nasce nell’ agosto


1959, su felice intuizione di un gruppo di
viticoltori che si prefiggono l’arduo compito
di “Tutelare la viticoltura nella zona di
produzione ‘Vini del Piave’ incoraggiando
la diffusione di vitigni adatti e procurando
il miglioramento delle pratiche viticole ed
enologiche, per diffondere la conoscenza e la
valorizzazione commerciale di questi vini”.
Si trattava e si tratta ancora oggi di un gruppo
di produttori che hanno sempre creduto nella
qualità, si sono uniti sotto il marchio comune Frutto di questa politica è oggi una Oggi il Consorzio Piave cura tutte e tre le
all’interno dell’area DOC. presenza costante sul mercato e il profondo fasi del processo produttivo (produzione,
Si sono dotati di un organo d’autocontrollo radicamento nel tessuto socioeconomico trasformazione e commercializzazione) e
che garantisca il rispetto della produzione e che ha determinato un legame stretto e comprende i due terzi della superficie vitata
56 delle strutture di assistenza tecnica. sinergico tra vino e zona di origine. e del vino prodotto e commercializzato.
LA PIANURA

Diamo un’occhiata a questa zona, che


dalla laguna di Venezia si addentra nella
provincia di Treviso arrivando ai piedi
delle Prealpi. Questa pianura è il letto di
un fiume. Lui, o forse faremmo meglio a
dire lei, è il Piave. Sì, perché il genere dato
all’appellativo resta ancora incerto.
Da decenni è in uso il maschile, ma in
origine era il femminile. E ciò vale non solo
per il Piave, ma anche per il Sile, il Livenza e
molti altri corsi d’acqua.
Tornando al paesaggio, la pianura ha Malgrado il forte processo di conservato il sapore di un tempo e la
un suolo composto di sabbie, ghiaie e industrializzazione, avvenuto fra gli anni passione per la natura degli abitanti ha
argille particolarmente irrorato da vene Ottanta e Novanta, la pianura, a tratti trasformato le zone limitrofe in un grande
d’acqua profonde ed è da questa singolare ancora ubertosa, offre al visitatore scorci di giardino. Il letto del Piave è un ambiente
conformazione del terreno che le viti grande respiro. assai adatto all’agricoltura.
traggono le loro caratteristiche. I paesi disseminati lungo il fiume hanno Anticamente, in questa piana, l’uomo si 57
specializzò nell’allevamento del bestiame, assieme alla cucina con il foghér (focolare). grande valenza architettonica e culturale.
in quello del baco da seta e nella coltura E’ questa l’immagine rurale della E da qui nasce la liason “vino-villa”, dove
della vite. Infatti, si incontrano ancora Marca Gioiosa, che si coniuga “l’andar per ville” corrisponde “all’andar
gli antichi casali isolati in mezzo alle viti, splendidamente con le testimonianze per vino”: oggi infatti la maggior parte delle
con il bel portico ad archi e con la caneva della dominazione veneziana, dove le ville aristocratiche dimore ha creato il proprio
58 (cantina) che occupa il posto più importante venete sono ancor oggi un patrimonio di marchio di vini di buon livello.
I VINI DEL PIAVE
Dal Merlot al Raboso

Sotto la denominazione di origine


controllata “Vini del Piave” o più
semplicemente “Piave” si annoverano
i seguenti vitigni: Cabernet, Cabernet
Sauvignon, Chardonnay, Merlot, Pinot
(Nero, Bianco e Grigio), Raboso, Tocai,
Verduzzo. La zona di produzione
occupa gran parte della zona est della
provincia di Treviso.
Qui, come in altre zone del Veneto, era
diffusa la tradizione di impiantare vitigni
diversi alternati sullo stesso filare. Ma
in tempi più recenti, per ottimizzare e Negli ultimi 25 anni l’introduzione del Notoriamente questi vini hanno un sapore
razionalizzare le coltivazioni, i viticoltori vigneto in monocoltura ha avuto la meglio. secco e asciutto e si accompagnano bene
hanno modificato i loro vigneti cambiando Molte aree ad esempio sono state riservate a carni, arrosti, pollame, cacciagione,
profondamente il profilo produttivo di al Merlot, che costituisce di gran lunga la insomma ai tipici piatti della cucina veneta.
questa zona. produzione più significativa di tale zona. Eccellente in questo senso il Raboso del 59
Piave, autentica bandiera della viticoltura del XIX e la metà del XX secolo, in cui le
ed enologia di questa terra. La sua lunga epidemie raggiunsero il loro culmine con
storia sconfina spesso nella leggenda la fillossera che distrusse gran parte dei
cui è legata anche l’origine del nome. patrimoni vitivinicoli.
C’è chi ritiene invece che il suo nome In più ci si misero anche la guerra e la crisi
derivi dall’omonimo affluente del Piave. economica.
Un’ipotesi più suggestiva è quella che, Fortunatamente oggi si è in grado di
tenendo conto della forte astringenza garantire raccolti sicuri e misure protettive
e acidità delle uve, ne attribuisce efficaci, che dal 1945 hanno caratterizzato
l’origine all’aggettivo “rabioso”, usato questo tipo di coltura.
nel dialetto veneto per indicare un frutto Adesso siamo entrati in un’era
particolarmente acerbo. completamente diversa. Il vino fa cultura.
Ad ogni modo si tratta di un vitigno Fa cinema. Fa tendenza.
autoctono le cui prime tracce di Un prolificare di pubblicazioni aiuta
VINO: DUE PAROLE SU COME
coltivazione risalgono all’inizio del XVII CAMBIANO LE ABITUDINI il grande pubblico ad orientarsi in
secolo. In realtà la pianta è davvero forte, quell’universo che era considerato di
figuratevi che è riuscita a passare quasi Fino agli anni Cinquanta, il vino era esclusivo dominio degli esperti. Lo si è visto
indenne attraverso gli anni dell’epidemia di considerato, da un lato, un bene di lusso, anche alla rassegna del Vinitaly a Verona,
fillossera che ha flagellato i vigneti italiani dall’altro una bevanda semplice e, in dove ormai non è solo il vino l’indiscusso
durante la prima metà del XX secolo. quanto tale, di scarsa qualità, che aveva il protagonista, ma tutto il mondo che vi gira
Il suo sapore è robusto e, se giovane, compito di accompagnare l’alimentazione o intorno. Guide enologiche, concorsi, scuole
si accompagna splendidamente ai di portare all’ebbrezza. per sommelier e assaggiatori, sfide fra
tipici antipasti all’italiana, mentre una volta Si ricorda poi un “periodo nero” per i ristoranti a suon di carte di vini prestigiosi.
60 invecchiato è ottimo con la selvaggina. viticoltori, quello compreso tra la fine Insomma chi più ne ha più ne metta.
Per non parlare del packaging e del design. di 30 g per gli uomini e 20 g per le donne resveratrolo svolgerebbe addirittura anche
Cavatappi, decanter, taglia-capsule e di alcol al giorno, il che corrisponde a due un’attività antitumorale.
termometri, bicchieri e calici molto speciali. bicchieri di buon vino rosso. L’assunzione Si può quindi dire che il consumo costante
L’estimatore non si accontenta più, vuole giornaliera, in queste quantità, determina e contenuto di vino rosso è un vero
il meglio. Basta solo dire che una rassegna un aumento delle HDL, cioè del colesterolo toccasana: contribuisce ad avere arterie più
come “Cantine aperte”, nata in sordina cosiddetto buono, a scapito delle LDL, elastiche, coronarie dilatate e un sangue
negli anni ‘90, è oggi una manifestazione il colesterolo definito cattivo. con meno colesterolo.
attesissima che per una giornata intera, Inoltre, l’alcol limita l’aggregazione delle
l’ultima domenica di maggio, accomuna gli piastrine, mantenendo il sangue più fluido.
amanti del vino del mondo intero. L’azione protettiva del vino rosso, contro
l’insorgere delle malattie cardiovascolari,
VINO ROSSO FA SEMPRE
è legata alla presenza di composti
BUON SANGUE?
polifenolici. Il loro contenuto dipende
Un bicchiere di vino rosso al giorno leva il dalla varietà dell’uva, dalla posizione e
medico di torno e fa buon sangue! tipo di terreno della vigna e dai processi di
Le proprietà salutari di questo “nettare vinificazione.
degli dei”, decantate da poeti e scrittori Tra i composti polifenolici, vanno citati
fin dall’antichità, sono state al centro di alcuni acidi, ad esempio l’acido caffeico,
numerosi studi di istituti di ricerca, che le antocianine (che danno colore al vino),
hanno tentato di fare il punto sugli evidenti i flavonoidi, le catechine, le procianidine, i
benefici. tannini e il resveratrolo.
Quali sono dunque le caratteristiche del Questi composti hanno marcate proprietà
vino rosso di cui tener conto? antiossidanti, cioè contrastano i radicali
Prima regola, consumo limitato: non più liberi responsabili dell’invecchiamento e il 61
Tratto A
DA ODERZO A RONCADE.
LE VIGNE DEI DOGI
“…chi abita in golena sa bene che ogni
tanto il fiume presenta il conto: è quello
da pagare per il privilegio di vivere
tra gli argini e il corso d’acqua, su una
terra tanto infida quanto seducente,
subendone agguati e incantesimi.
La golena, ora sassosa ora sabbiosa, è
ricca di aree boschive alternate a campi
coltivati, a vigne rigogliose, a verdi
radure in declivio. In autunno i vigneti
si fanno rossicci, i faggi e i pioppi Ed ecco la bella Opitergium Oderzo mostra tutte le epoche senza che
ingialliscono a cominciare dalle fronde
(dal venetico terg e cioè Piazza) che, ai nulla stoni. Il complesso dell’area romana,
più alte, s’accartoccia il fogliame ramato
dei carpini e le siepi stinte mostrano, confini del Veneto Orientale, è da sempre con i meravigliosi mosaici, databili alla
qua e là, la rossura delle bacche…” il punto nevralgico di questo territorio fine del I sec a.C., è stato valorizzato dalla
fortemente agricolo. ristrutturazione operata dall’architetto Toni
(“L’ira del fiume” in La carrozza del nonno
Come a formare una serie di Follina. Tra antico e moderno Oderzo vive
di Tommaso Tommaseo Ponzetta)
62 stratificazioni, che sono però ben visibili, un particolare e stabile equilibrio.
Guia Farra di Soligo Pieve di Soligo
Capo di Sotto

Live
Barbozza Posmon Boschet Castello San Vendemiano
S. Stefano S.Maria Levada

zan
VALDOBBIADENE Col San Martino Rocchetta Cosniga Gaiarine
Collalbrigo Borghetto Roverbasso
Saccol Piazza Rovere
Giussin Barbisano S. Michele CONEGLIANO
Collalto Crevada M Codogne'
Colbertaldo on Borgo Chiesa Portobuffole'
Sernaglia della Battaglia Pare' tic Cimavilla
San Giovanni Mosnigo an Ramera Campomolino
o
Bigolino Moriago della Battaglia
Vidor Falze' di Piave Bocca di Strada Vallonto Fae'
Rive Carlot Bosco Susegana Campagnola Cornare Rigole
Covolo Santa Croce Mareno di Piave
Santa Lucia Soffratta
Levada Parrocchia Colfosco di Piave Visna'
Guizzetta Vazzola Basalghelle
Piave Santa Mama Mercatelli Fontanelle
S. Urbano Liv
Santi Angeli Borgo Bellussi Mansue' en
Cornuda Ponte della Priula Lutrano za Brische
Ciano Nervesa della Battaglia Tezze
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La Valle del Montello Sovilla S. Maria di Piave Rai tic
Bidasio Pia an Meduna
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Bavaria di Livenza
Santa Maria Tempio Gorgo della Chiesa
San Michele di Piave Fratta
San Polo di Piave Colfrancui Gorgo dei Molini
Giavera del Montello Cimadolmo San Giovanni di Motta
Pederiva ODERZO
Caerano di Cusignana Spresiano Motta di Livenza
Biadene Arcade Grave Ormelle
San Marco Caonada Selva del Montello di Pap. Lorenzaga
Venegazzu' San Giorgio
Guarda Bassa Stabiuzzo Piavon Malintrada Villanova
Lovadina Guizza
MONTEBELLUNA Salettuol Cavalier
Visnadello Roncadelle
Povegliano
San Gaetano Maserada Pia
Camalò Camalo' sul Piave ve Levada Busco
Signoressa Fossalta Maggiore
Busta Santandra' Villorba Candelu'
Falze' Negrisia Chiarano
Varago
Trevignano Catena Ponte di Piave San Nicolo Velapiccola
Saletto
Vascon Breda di Piave Candole Cessalto S. Anastasio
Musano San Bartolomeo Vigonovo
Paderno Carita' Santa Maria
Barcon Postioma Lancenigo Fagare' Salgareda di Campagna
Merlengo Le Marche
Carita' Vacil Pero Bocca Callalta
Fanzolo
Ponzano Cavrie' Campo Pietra
Porcellengo Veneto Pezzan San Giacomo Pia
ve Campobernardo
Sala Fontane
Biban Mignagola Zenson
Fossalunga San Martino San Biagio di Callalta di Piave
Pezzan Castagnole Santa Bona Carbonera Rovare'
Vedelago Borgo Verde
Padernello Castello
Istrana Paese Olmi
Carpenedo TREVISO Spercenigo
San Pietro Novello
Albaredo Villanova Lanzago
Cavasagra Silea Monastier
Casacorba Ospedaletto Nerbon Pralongo
Biancade
Morgano Casier Vallio
Castelminio Sile Quinto di Treviso Frescada
Dosson Cendon 63
Santa Cristina Roncade
Badoere
San Trovaso Lughignano S. Elena S. Cipriano
L’abitato originale fu fondato tra il VI riprende fiato, costruendo mura di difesa
e V secolo a.C. dai Veneti. In seguito e nuove abitazioni. Va sottolineato che la
alla costruzione della strada consolare città ha potuto risollevarsi ogni volta grazie
Postumia (148 a.C.), che collegava la allo spirito tenace delle sue popolazioni.
Liguria ad Aquileia, il territorio va a Dopo essere stata contesa per vari anni da
finire sotto l’influenza politico-militare Ezzelini, Caminesi e Carraresi, passa, nel
romana e viene coinvolto nella lotta fra 1389, sotto il dominio della Serenissima.
Pompeo e Cesare. Quest’ultimo concede E’ durante questi lunghi secoli che,
a Opitergium la cittadinanza romana (48 urbanisticamente, assume le attuali
a.C.) e la dichiara municipium. E’ poi sotto sembianze, con i bei palazzi costruiti
il regno di Augusto, durante il I secolo all’interno delle mura di cinta.
d.C., che la città vive il suo momento La piazza, dietro alla quale scorre il fiume
di massimo splendore sia economico Monticano, è stata di recente riconsegnata
che culturale. Oderzo viene varie volte alla città con la nuova pavimentazione in
saccheggiata e ricostruita: prima dai Quadi materiale d’uso veneto (trachite, pietra
e Marcomanni (167 d.C.), poi dagli Unni d’Istria e ciottoli). All’interno del vasto
di Attila (452 d.C.) e infine dai Longobardi spazio urbano, i tranquilli ritmi cittadini
di Teodorico (461 d.C.). sono scanditi dal famoso mercato del
In seguito alle rovinose devastazioni, gli mercoledì. Da un lato della piazza
abitanti si dirigono verso le coste, aiutati campeggia il Duomo con i suoi notevoli
dal vescovo Magno e fondano Eraclea, in dipinti di Pomponio Amalteo, Bellunello,
onore dell’Imperatore bizantino Eraclio Palma il Giovane ed altri; dall’altra la lunga
e subito dopo la città di Equilium (oggi facciata di palazzo Saccomani; dalla parte
64 Jesolo). E’ in epoca Medievale che Oderzo opposta, la schiera delle vecchie case.
Di sicuro interesse, una visita al Museo
Civico e a Palazzo Foscolo, dove si trova la
Pinacoteca Alberto Martini.
Il viaggio prosegue ora inoltrandosi nella
campagna a sud di Motta di Livenza.
A Borgo Cavalier si farà una sosta per
visitare la piccola e suggestiva chiesa
romanica, che al suo interno conserva
alcuni affreschi.
Un bosco spunta circondato dai vigneti,
mentre verso nord si incontrano ancora
due ville di interesse architettonico.
Villa Foscarini Cornaro, edificata intorno
alla metà del Cinquecento, è un pregevole
esempio di architettura rinascimentale con
il bel giardino all’italiana.
Villa Revedin, immersa in un suggestivo a significare un rilievo del terreno. Spiccano Villa Morosini e Villa Rietti Rota,
parco secolare, costruita dai nobili Di importanza strategica durante il che comprende vari fabbricati, annessi,
veneziani Morosini, testimonia lo Medioevo, il piccolo centro ebbe funzione rustici, barchesse e una piccola chiesa
splendore della gloriosa Serenissima e di cuscinetto fra il Patriarcato di Aquileia, il dedicata a Sant’Anna, la cui pala d’altare è
ha ospitato, verso la fine del XVIII secolo, Dogato veneziano, il Comune di Treviso e attribuita alla Scuola del Tiepolo.
personaggi provenienti da tutta Europa. la Contea vescovile di Ceneda. I vigneti sono sempre parte integrante
Ecco ora Motta di Livenza, il cui nome Ancora alcune importanti ville veneziane del paesaggio e, insieme ai boschi, si
deriva probabilmente da motta o muttera vengono incontro al viaggiatore. alternano con altre coltivazioni. 65
Una deviazione va prevista verso Cessalto,
per dare un’occhiata a Villa Zeno detta
“Donegal”, una delle tre ville progettate da
Palladio nella provincia di Treviso. Le altre
due sono Villa Barbaro a Maser e Villa Emo
a Fanzolo.
Da Cessalto si prosegue per Chiarano,
dove sorge un’altra Villa appartenuta
alla famiglia Zeno, quindi si continua
per Campo di Pietra e Salgareda,
attraversando un’area densamente
coltivata a vigneto.
A Salgareda, il cui nome deriva dai
salici (detti salghèri o salgàri in veneto),
è imperativo assaggiare i biscotti da
di Piave, teatro della grande battaglia per raggiungere l’Abbazia di Santa Maria
intingere (tociare) nel vino. Si chiamano
del Solstizio del giugno 1918, e quindi del Pero. Questo monastero Benedettino,
“ossi da morto” forse per la loro forma a
ossicino. proseguendo in direzione Monastier, il era sorto nel X secolo e venne poi
Una volta raggiunto Ponte di Piave, dove cui nome si deve ai resti di un’abbazia abbandonato in epoca napoleonica. Oggi è
si trova la villetta a lungo abitata dallo benedettina. Qui i frati, nel primo sede di una importante azienda agricola.
scrittore Goffredo Parise (1929-1986), Medioevo, diedero un valido contributo Sono sempre le ville venete a fare da
oggi appunto “Centro Cultura G. Parise”, alle bonifiche della zona. sfondo all’ultimo tratto di strada prima di
si prosegue sulla statale per Treviso, Arrivati a San Pietro di Novello, ancora una raggiungere Roncade.
66 deviando poco dopo verso Zenson volta va abbandonata la strada principale
IL SANTUARIO DELLA
MADONNA DEI MIRACOLI
A MOTTA DI LIVENZA
La Medjugore del Piave.
Era il 9 marzo 1510 quando, in mezzo
a un campo di grano, una bellissima
giovinetta vestita di bianco apparve a
Giovanni Cigana. Il vecchio si rese subito
conto che era la Madonna che gli parlava
per assegnargli un compito importante e
corse a comunicare ai suoi concittadini le
indicazioni ricevute. Bisognava costruire
una chiesa sul luogo dell’apparizione.
Toccò a un membro del clero di rara
intelligenza, nonché figura di alto spessore sua presenza durante la progettazione e
umanistico seguire tutta la faccenda. UN’IDEA DELLE
la costruzione della chiesa e del convento TRASFORMAZIONI DEL
Padre Francesco Zorzi, Superiore
Provinciale dei Frati Minori Osservanti del
si rivelò di capitale importanza. La chiesa, PAESAGGIO RURALE
Convento di San Francesco della Vigna terminata in tempi record nel 1513, Le prime trasformazioni dell’assetto
a Venezia era noto, oltre che per essere è giocata su linee sobrie di impianto paesaggistico risalgono all’epoca romana
consigliere particolare di Papa Clemente VII, tradizionale. Anche dopo cinque secoli, con la realizzazione di importanti vie
per il suo stretto rapporto con il Sansovino. rimane uno dei principali centri veneti della di comunicazione, prima fra tutte la via
E fu soprattutto per questo motivo che la religiosità popolare. Postumia che collegava Genova ad Aquileia. 67
Per garantire la sicurezza lungo le e sistemazioni del terreno. Stampe,
principali arterie furono predisposti disegni e incisioni dell’epoca testimoniano
numerosi insediamenti, con una radicale l’importanza attribuita all’irrigazione, come
penetrazione in tutto il territorio dovuta in un disegno di Cristoforo Sorte del 1556,
all’usanza romana di assegnare terre ai dove sono ben visibili le rogge derivate
veterani. dal Piave.
Alla caduta dell’Impero Romano, questi Lo sviluppo di una agricoltura più efficiente
terreni vengono man mano abbandonati e determina un assetto paesaggistico ben
il bosco, che era meno folto, inizia di nuovo preciso, come ad esempio la sistemazione
a crescere e non solo, alcune terre vengono di campi chiusi.
nuovamente coperte da paludi e acquitrini. É inoltre interessante osservare come tutta
In età Comunale e con l’aumento della la destra Piave fosse coltivata in modo
popolazione, si ripropone l’esigenza di più intensivo rispetto alla sinistra, dove
mettere a coltura vaste aree, che infatti zone paludose e incolte erano ancora
vengono di nuovo disboscate e bonificate. molto estese. Infatti, dalle testimonianze
Va da sé che i primi centri di rinascita cinquecentesche, nella destra, sono
agricola si trovano a ridosso dei Monasteri e presenti una serie di borghi rurali, mentre
delle principali Signorie Comunali. dall’altra parte del fiume, la diffusione degli
Cosicché il periodo antecedente alla insediamenti era minore.
dominazione veneziana può essere Dalla seconda metà del XV secolo, ci fu un
considerato come un momento di bonifiche notevole incremento dell’acquisto di fondi
e dissodamenti, nonché un’epoca dove da parte dei patrizi veneziani, tendenza
vengono realizzate importanti opere di che si manifestò a fasi alterne fino alla metà
68 smaltimento delle acque con deviazioni del XVIII secolo.
La realizzazione di splendide ville coinvolse
molti comuni lungo il Terraglio e nella
parte bassa della Marca.
Le ville, che non erano solo un luogo
di svago e villeggiatura (ma che lo
diventeranno durante il Settecento), ebbero
un ruolo sostanziale nel cambiamento
dell’assetto paesaggistico delle campagne.
Grandi estensioni vitate, allevate
ortogonalmente rispetto alla villa, si
dipanavano verso la campagna.
Malgrado il necessario disboscamento,
messo in atto per fare posto alle nuove
costruzioni e alle pianificazioni di zone
agricole, la Repubblica di Venezia si
adoperò con interventi legislativi per
impedire una continua e progressiva
erosione del patrimonio forestale.
Alla fine del Cinquecento, si arrivò all’
affermazione del sistema dei 3 campi:
frumento-mais-frumento, intercalati da
coltivazioni di gelsi; nei centri aziendali
erano coltivati invece alberi da frutto,
mentre lungo i fossati si piantavano alberi 69
COMPENETRAZIONE
FRA VILLE VENETE
E AZIENDE AGRICOLE

Alla fine del Medioevo gli antichi


castelli cedettero il passo a una nuova
tipologia di residenza.
Buttate giù le torri e i muri di cinta,
trasformati i fossati di protezione in
peschiere adorne di splendide sculture
e, soprattutto, erette nuove e ariose
da legna e un piccolo orto era sempre costruzioni, l’aristocratico sente il
presente. La pianura trevigiana, durante bisogno di riposarsi in un’oasi di pace e
l’Ottocento, vede un paesaggio così contemporaneamente di creare un attivo
dipinto: vaste paludi lungo tutto il Sile, centro economico basato sull’agricoltura,
molte aree coperte da prati, numerosi che comprenda anche granai, cantine,
boschi, una forte presenza di ville coi lunghi stalle e frantoi.
viali che si inoltrano nelle campagne. Le ville costituiscono, dal XV al XVIII
Per finire, dalla metà del Novecento, secolo, un patrimonio inesauribile che ha
proseguirà l’espansione dei seminativi a fatto della villeggiatura un’arte.
scapito dei boschi e degli incolti produttivi, L’architettura di villa è ancora oggi un
mentre la diffusione della viticoltura si fenomeno unico al mondo.
70 traduce pian piano in coltura specializzata.
territorio regionale, si trova esposta nella
RADIO E TRANSISTOR
PER TUTTI I GUSTI splendida cornice di Villa Navagero-Erizzo,
a Rovarè (San Biagio di Callalta).
Una collezione immensa, di oltre 800 Il museo, che per gli appassionati
apparecchi radio riceventi, cercati, scovati rappresenta una vera chicca, è aperto al
e collezionati con cura, in tanti anni, che pubblico il secondo e quarto sabato del
coprono un periodo che va dal 1925 al mese (escluso agosto).
1960, di produzione italiana, francese,
tedesca e dell’Est europeo, sono esposti al
Per informazioni:
museo “Bella Radio”. Tel. 0422/895107
L’insolita raccolta, unica nel suo genere nel

71
tecniche e le specificità dei vini prodotti,
LISON-PRAMAGGIORE
accompagnati da un enologo o dal
Nella zona di Motta di Livenza, la Strada proprietario.
dei vini del Piave tocca, seppur in minima
parte, l’area DOC Lison-Pramaggiore,
che comprende oltre alle province di
Venezia e Pordenone, anche quella di INDIRIZZI UTILI
Treviso.
Questa regione prende il nome dal borgo Strada dei Vini DOC
di Lison e dal paese di Pramaggiore, Lison-Pramaggiore
aree di origine (insieme a Belfiore) della Tel/Fax 0421-200731
produzione enologica locale. www.stradavinilisonpramaggiore.it
La Denominazione d’Origine Controllata info@stradavini.it
viene attribuita alle produzioni di
14 vitigni e ad altri 4 vini prodotti Consorzio Vini DOC
nell’area, che il Consorzio Vini DOC Lison-Pramaggiore
Lison-Pramaggiore promuove e tutela, Tel 0421-799256
garantendo il rispetto degli standard Fax 0421-200066
previsti. info@lison-pramaggiore.it
Nell’area si svolgono numerose www.lison-pramaggiore.it
manifestazioni enologiche, mostre dei
vini e si incontrano vigneti a perdita
d’occhio. In molti casi, durante la visita
72 alle cantine, è possibile approfondire le
a
Castelletto Rocchetta Levada
Gaiarine
Saccol Piazza Rovere Collalbrigo Borghetto Cosniga Roverbasso
Giussin S. Michele CONEGLIANO
Crevada M
Colbertaldo Sernaglia della Battaglia Collalto
o nti Cimavilla Codogne' Borgo Chiesa Portobuffole'
ca
no Campomolino
Vidor
Moriago della Battaglia
Falze' di Piave
Ramera
Bocca di Strada Vallonto Fae'
PROVINCIA DI
Carlot Bosco Susegana
Mareno di PiaveSoffratta Cornare Rigole PORDENONE
Santa Croce
Parrocchia Colfosco Santa Lucia Visna'
di Piave M Basalghelle
Guizzetta Vazzola on Fontanelle
Piave Santa Mama Mercatelli tic
an Liv
Santi Angeli Borgo Bellussi o Mansue' en
Lutrano za Brische
Crocetta Nervesa della Battaglia Mure
Navole'
del Montello S. Maria di Piave
Sovilla Bidasio Pi Rai Meduna
av
Bavaria e di Livenza
Santa Maria
Tempio
Giavera del Montello Cimadolmo San Polo di Piave ODERZO
Cusignana Arcade Ormelle Motta di Livenza
Caonada Spresiano Lorenzaga
Volpago del Montello San Giorgio
Stabiuzzo Guizza Malintrada Villanova
MONTEBELLUNA
Povegliano
Bel Giardino Maserada Pi
av Busco
Sul Piave e
Barrucchella Villorba Negrisia
Candelù Chiarano
Trevignano San Nicolo Velapiccola
Saletto Ponte di Piave Candole
Breda di Piave Vigonovo Cessalto S. Anastasio
Carita'
Carita' Fagare' Salgareda
Vacil Le Marche
Ponzano
Veneto Pezzan San Giacomo Cavrie' Pi
av Campobernardo
e
Fontane
Biban San Martino San Biagio di Callalta
Zenson PROVINCIA
Vedelago Santa Bona Carbonera Borgo Verde Rovare'
di Piave
DI VENEZIA
Castello
Istrana Paese Olmi
TREVISO Spercenigo
San Pietro Novello Zona Produzione Vini
Silea Monastier
Villanova Nerbon Pralongo Consorzio DOC
Sil

Lison-Pramaggiore
e

Morgano Casier Vallio


Sile
Quinto di Treviso Cendon
Roncade
73
Lughignano S. Elena S. Cipriano
Z
Tratto B
DA RONCADE A CIMADOLMO.
LE VILLE DEI VENEZIANI.
sul versante Nord, mentre alla destra
“...Varcata la soglia di un cancello scorre il Piave con i suoi greti sassosi; i
e percorso un vialetto muscoso fra paesi si susseguono e i campi coltivati
altissimi pini mi trovai al cospetto di limitano le zone urbanizzate, dietro una
una villa settecentesca immersa in una curva si staglia una villa di rara bellezza, i
angosciante segretezza.
vigneti si alternano alle altre coltivazioni.
Il complesso casa e antica barchessa,
E’ sicuramente la fine della primavera
mostrava vecchi e incongrui restauri
il momento più propizio da dedicare al
ma conservava intatto l’aspetto
aristocratico, reso più seducente dalla viaggio che si sta per compiere.
macchia intricata dei sempreverdi Il giardino del Piave si mostra allora in
che sembrava volerlo sottrarre a chi si tutta la sua esuberanza, i ritmi si fanno
trovava a passare da quelle parti….” più dolci e anche una passeggiata per i
Destra Piave. Il paesaggio nel quale il vigneti, costeggiando fresche rogge, dove
(“La Villa settecentesca” in La carrozza del viaggiatore si trova immerso è il prototipo sbocciano le calle, diventa un’esperienza
nonno di Tommaso Tommaseo Ponzetta) della vera campagna veneta. La dorsale particolare che soddisfa i sensi lievemente
74 delle Prealpi fa da sfondo al panorama sopiti durante l’inverno.
Borghetto Cosniga Gaiarine
VALDOBBIADENE Piazza Rovere Collalbrigo Roverbasso
Giussin S. Michele
Barbisano CONEGLIANO
Collalto Crevada M Codogne' Borgo Chiesa
Colbertaldo o nti Portobuffole'
Sernaglia della Battaglia Pare' ca Cimavilla
San Giovanni Mosnigo no Campomolino
Bigolino Ramera
Moriago della Battaglia Bocca di Strada
Vidor Falze' di Piave Vallonto Fae'
Rive Carlot Bosco Susegana Campagnola
Mareno di Piave Cornare Rigole
Onigo Covolo Santa Croce Santa Lucia Soffratta
Levada Parrocchia Colfosco di Piave Visna'
M Basalghelle
Guizzetta Vazzola on
Piave Santa Mama Mercatelli tic
S. Urbano an Fontanelle Liv
Santi Angeli Borgo Bellussi o Mansue' en
Cornuda Ponte della Priula Lutrano za Brische
Ciano Nervesa della Battaglia Tezze
Crocetta Navole' Mure
La Valle del Montello Sovilla S. Maria di Piave
Bidasio Pi Rai Meduna
av
Pra De Roda Bavaria e di Livenza
Santa Maria
San Michele di Piave Tempio Gorgo della Chiesa
Colfrancui Fratta
Cimadolmo San Polo di Piave Gorgo Dei Molini San Giovanni di Motta
Pederiva Giavera del Montello
ODERZO Motta di Livenza
Cusignana Arcade Spresiano Grave Ormelle
Biadene
Caerano di San Marco Caonada Selva del Montello di Pap. Lorenzaga
Venegazzu' San Giorgio
Guarda Bassa Piavon Malintrada Villanova
Lovadina Stabiuzzo Guizza
MONTEBELLUNA Salettuol Cavalier
Visnadello Roncadelle
Povegliano
Maserada Pi
San Gaetano Camalò Camalo' av Busco
Sul Piave e Levada
Signoressa Fossalta Maggiore
Busta Santandra' Villorba Candelu'
Falze' Negrisia Chiarano
Varago
Trevignano Catena Ponte di Piave San Nicolo Velapiccola
Edifizio Saletto
Vascon Breda di Piave Candole Cessalto S. Anastasio
Musano San Bartolomeo Vigonovo
Paderno Carita' Santa Maria
Barcon Postioma Lancenigo Fagare' Salgareda
Merlengo di Campagna
Vacil Pero
Le Marche
Ponzano Carita' Bocca Callalta Campo Pietra
Veneto Pezzan Cavrie' Pi
Fanzolo Porcellengo San Giacomo av Campobernardo
Sala Fontane e
Biban Mignagola Zenson
Fossalunga San Martino San Biagio di Callalta di Piave
Pezzan Castagnole Santa Bona Carbonera Rovare'
Vedelago Borgo Verde
Padernello Castello
Istrana Paese Olmi
Carpenedo TREVISO Spercenigo
San Pietro Novello
Albaredo Villanova Lanzago
Cavasagra Silea Monastier
Casacorba Ospedaletto Nerbon Pralongo
Biancade
Sil
e

San Marco Morgano Quinto di Treviso Casier Vallio


Sile Frescada
Dosson Cendon
Santa Cristina Roncade
Badoere
Ze
San Trovaso
Lughignano
S. Elena S. Cipriano 75
ro Le Grazie Franceniga
Conscio
Sil
e
che porta a Villa Tiepolo Passi. UNA VILLA O UN CASTELLO?
Dopo una sosta, il tragitto continua verso
nord, dove altre ville venete accolgono il Alterne vicissitudini avvolgono la storia del
visitatore: Villa Perocco, i cui vigneti sono Castello di Roncade. Regalato da Ottone II
ben visibili di fronte alla costruzione; Villa alla famiglia dei Collalto, fu poi distrutto da
Gitta Caccianiga; Villa Valier Loredan e
le barchesse di Villa Pastega Manera.
Continuando supererete Vascon per
raggiungere il paese di Maserada sul
Piave. Il visitatore avrà la netta sensazione
di essere entrato in un comprensorio
particolare.
E’ questa infatti la zona delle Grave di
Papadopoli dove, sopra i terreni ghiaiosi,
sono stati piantati numerosi vigneti.
Questo secondo tracciato parte da Villa Eccolo, il Piave. Qui dal Ponte di
Giustiniani a Roncade, quel piccolo centro Maserada, il fiume può essere ammirato
poco lontano da Treviso ai confini della in tutta la sua bellezza, qui si allarga in
provincia di Venezia. Proseguendo verso un ampio letto diramandosi in vari corsi
sud per pochi chilometri, dove saltano d’acqua che scorrono fra i ciottoli e la
agli occhi i meravigliosi roseti sui muri di ghiaia. Una sosta e una passeggiata sul
cinta delle ville, si incontra Silea adagiata greto sono indicati, prima di raggiungere
sulle rive del Sile. Nel borgo di Lanzago la Cimadolmo e iniziare la terza parte
76 strada, fattasi tortuosa, costeggia il viale dell’itinerario.
Cangrande della Scala per essere
infine ricostruito dalla famiglia Giustiniani.
La Villa fu edificata nel secondo decennio
del Cinquecento dal nobile veneziano
Gerolamo Giustiniani e viene così a
trovarsi al centro di un grande recinto
quadrato, chiuso da un’alta cortina
merlata e turrita, circondata da un fossato.
Il richiamo all’architettura feudale
non è casuale e sottolinea la potenza e
la grandiosità di uno dei primi e più
estesi possedimenti della nobiltà
veneziana in terraferma.
Varcata l’austera soglia di protezione
appare, nella sua bellezza, quello che
sarà definito uno dei più innovativi
edifici della campagna trevigiana:
il primo esempio di villa veneta in puro
stile templare classico.
Stile che verrà poi codificato da Andrea
Palladio in modo magistrale.
Ai lati, le due barchesse ospitano le cantine
dell’azienda vinicola. 77
I NOBILI VENEZIANI
SCOPRONO LA CAMPAGNA
Era una pianura ubertosa quella che si
stendeva sulle rive del Piave, i veneziani
la amavano per le battute di caccia.
Pian piano risalendo il Sile, scoprirono
che si poteva riprodurre un modo di
vivere elegante e fastoso tanto quanto
quello che era in uso nei Palazzi sul
Canal Grande. Anzi, la campagna
rasserenava le menti e le attività all’aria
aperta erano uno svago per i nobili,
che facevano a gara per invitare Carlo
Goldoni piuttosto che Antonio Vivaldi.
A differenza della “lottizzazione”, messa
in atto sulle rive del Brenta, le proprietà
della Marca Trevigiana, pur mantenendo
una grande eleganza, si dimostrarono
più vivibili e godibili e forse meno
pretenziose delle loro cugine brentane.
Esemplare in questo senso è Villa
Tiepolo Passi a Carbonera, edificata
78 all’inizio del Seicento; circondata da
un folto parco, ha di fronte un giardino le campagne in mezzo ai vigneti
all’italiana, separato dalla strada da uno e ai prati, dove una volta veniva stesa
specchio d’acqua, la classica peschiera. la biancheria ad asciugare.
Molto belle anche Villa Gitta Caccianiga, Era quella del lavandaio infatti la
costruita intorno al 1700 sulle rovine di principale attività degli abitanti
un monastero; Villa Valier Loredan che di Roncade, che trasportavano la
conserva nel salone centrale un ciclo di biancheria su barche verso i centri
affreschi attribuito a Niccolò Bambini più importanti.
(1657-1736). Il Sile, oggi parco naturale protetto,
Una curiosità: le Barchesse di Villa fu nella cultura trevigiana un corso
Pastega Manera dove, grazie al progetto fluviale di grande importanza.
dell’architetto Tadao Ando, è nata Navigabile fino al capoluogo, consentì
una scuola, Fabrica. Qui si producono gli scambi tra la laguna e l’entroterra
nuove idee di comunicazione e grafica e ancora visibili sono i segni
dell’intensa vita di un tempo.
UN TESORO CHE ANCORA
contemporanea, si tratta di un centro di
NON SI TROVA
ricerche con tanto di workshop e corsi Le “alzaie” o “restere” sono, ad
tenuti dai nomi più prestigiosi della esempio, quei percorsi dove gli Si dice che in un luogo poco distante da
grafica e dell’illustrazione internazionale. animali potevano trainare le barche Biancade (frazione di Roncade), sia sepolto
controcorrente; restano inoltre i il tesoro lasciato dagli Altinati, quando
IL SILE E IL MUSESTRE segni dei vecchi mulini e degli opifici si trovarono a dover fuggire davanti agli
(squeri e fornaci), così come le tracce Unni di Attila. Nel XIX secolo, un nobile
Le acque del Musestre, uno dei più lasciate da antiche cave di ghiaia demolì la sua villa sperando di trovarlo,
ragguardevoli affluenti del Sile, sono e sabbia tra i salici, gli ontani e le tuttavia l’operazione non diede l’esito
fresche, veloci e limpide e scorrono per querce secolari. desiderato!Ma questa è una leggenda…. 79
Tratto C
DA CIMADOLMO A ODERZO.
LA SINISTRA PIAVE, LE TERRE DEL RABOSO.

“…Quando sono lontano mi manca


la luce dell’alba sul prato, il rosso del
tramonto oltre le acacie, mi manca il
ciarlare roco delle gazze sui carpini e
quello garrulo delle ghiandaie sotto
le querce, mi manca il ticchettio del
picchio sul tronco del pioppo, mi manca
la civetta che all’imbrunire se ne sta
sulla punta del pino goffa e immobile…”

(“Amore per la casa di campagna” in La carrozza


del nonno di Tommaso Tommaseo Ponzetta) coltivazioni che, come ben fa supporre il con un trito di erbe odorose.
nome, sono quelle degli asparagi. Dopo la sosta a Cimadolmo e l’assaggio
Superata Maserada e passato il Piave, Rispetto a quelli di Bassano, gli asparagi dell’asparago, si prosegue per San Polo
è interessante sapere che si è entrati di Cimadolmo vengono proposti, di Piave. Prima di entrare nel paese, è
nella zona delle “sparesere”, dove gli seguendo la tradizione più classica, possibile, attraverso un tratto bidirezionale,
80 impianti di vigneti si intercalano a queste accompagnati dalle uova sode o conditi ritornare verso Ponte di Piave. La strada,
Solighetto Rua Bagnolo Pianzano
Soligo Baver Bibano di Sotto Francenigo
Guia Guizza

Live
Farra di Soligo Pieve di Soligo
Barbozza Capo di Sotto

nza
Posmon Boschet Castello S.Maria San Vendemiano Levada
S. Stefano
Col San Martino Rocchetta Cosniga Gaiarine
VALDOBBIADENE Piazza Rovere Collalbrigo Borghetto Roverbasso
Saccol Giussin S. Michele
Barbisano CONEGLIANO
Collalto Crevada M Codogne'
Colbertaldo o nti Borgo Chiesa Portobuffole'
Sernaglia della Battaglia Pare' ca Cimavilla
San Giovanni Mosnigo no Ramera Campomolino
Bigolino Moriago della Battaglia Bocca di Strada
Vidor Falze' di Piave Vallonto Fae'
Rive Carlot Bosco Susegana Campagnola
Mareno di Piave
Cornare Rigole
Onigo Covolo Santa Croce Santa Lucia Soffratta
Levada Parrocchia Colfosco di Piave Visna'
M Basalghelle
Guizzetta Vazzola on
Piave Santa Mama Mercatelli tic Fontanelle
S. Urbano an Liv
Santi Angeli Borgo Bellussi o Mansue' en
Cornuda Ponte della Priula Tezze za Brische
Ciano Nervesa della Battaglia Lutrano
Crocetta Navole' Mure
La Valle del Montello Sovilla Bidasio Pi S. Maria di Piave Rai Meduna
av
Pra De Roda Bavaria e di Livenza
Santa Maria Gorgo della Chiesa
San Michele di Piave Tempio
Colfrancui Fratta Gorgo Dei Molini
Cimadolmo San Polo di Piave San Giovanni di Motta
Pederiva Giavera del Montello
ODERZO Motta di Livenza
Cusignana Arcade Spresiano Grave Ormelle
Biadene
Caerano di San Marco di Pap.
Caonada Selva del Montello Lorenzaga
Venegazzu' San Giorgio
Guarda Bassa Piavon Malintrada Villanova
Lovadina Stabiuzzo Guizza
MONTEBELLUNA Salettuol Cavalier
Visnadello Roncadelle
Povegliano
Maserada Pi
San Gaetano Camalò Camalo' av Busco
Sul Piave e Levada
Signoressa Fossalta Maggiore
Busta Santandra' Villorba Candelu'
Falze' Negrisia Chiarano
Varago
Trevignano Catena Ponte di Piave San Nicolo Velapiccola
Saletto
Edifizio Vascon Breda di Piave Candole Cessalto S. Anastasio
Musano San Bartolomeo Vigonovo
Paderno Carita' Santa Maria
Barcon Postioma Lancenigo Fagare' Salgareda di Campagna
Merlengo Le Marche
Carita' Vacil Pero Bocca Callalta
Ponzano Cavrie' Campo Pietra
Porcellengo Veneto Pezzan San Giacomo Pi
av Campobernardo
Sala Fontane e
Biban Mignagola Zenson
Fossalunga San Martino San Biagio di Callalta di Piave
Pezzan Castagnole Santa Bona Carbonera Rovare'
Vedelago Borgo Verde
Padernello Castello
Istrana Paese Olmi
Carpenedo TREVISO Spercenigo
San Pietro Novello
Albaredo Villanova Lanzago
Cavasagra Silea Monastier
Casacorba Ospedaletto Nerbon Pralongo
Biancade 81
Sil
e

Morgano Quinto di Treviso Casier Vallio


Sile Frescada
Dosson Cendon
per un tratto, segue l’argine del fiume, dove Sono di questi luoghi i più rinomati vini del
magnifici scorci si aprono in mezzo alla Piave provenienti da vigne allevate con il
vegetazione. classico metodo Bellussi.
San Polo di Piave vanta il primato dei Si continua ora verso Mareno e volendo
gamberi di fiume. Pensate che sono stati da qui si può fare una deviazione verso
immortalati nell’affresco nella chiesa di Conegliano oppure proseguire verso
San Giorgio (risalente all’VIII secolo), Vazzola, attraversando un territorio
raffigurante l’ultima cena! che ha conservato intatto il sapore di
Prima di lasciare San Polo non si può un tempo, dove i paesaggi integri e le
prescindere da una visita a Villa borgate di campagna mantengono le loro
Papadopoli-Giol. caratteristiche originarie, come Visnà o
Nelle vicinanze, merita innanzitutto Fontanelle.
una visita la Torre del Castello di Rai e, Una delle più rinomate aziende vitivinicole
in seconda battuta, non dimenticate di con la sua cantina per la degustazione è Villa
sostare a Ormelle, da dove si raggiunge la Marcello, che si trova poco prima di Codognè,
Chiesa dei Templari, costruita dai Cavalieri Il binomio è esemplare delle due radici dove invece c’è la bellissima Villa Toderini con
dell’Ordine del Tempio di Gerusalemme alla culturali della Marca: quella patrizia e le sue suggestive e scenografiche peschiere.
fine del XII secolo. Ma soprattutto va preso quella popolare. Superata Gaiarine, tra le cui splendide ville
nota che questo è il cuore delle coltivazioni Qui nelle vecchie abitazioni e nei “cortivi” non va trascurata Villa Altan, felice luogo di
classiche del Raboso Piave. del borgo seicentesco, rivivono gli antichi villeggiatura dei conti che la acquistarono
Ritornate ora sul percorso principale, verso mestieri, grazie all’allestimento di mostre nel 1426, oggi sede della Biblioteca
nord, in direzione di Tezze, inevitabile sarà artigianali, agricole e di rievocazione Comunale, si incontrano i resti di un bosco
una sosta al Borgo Malanotte, suggestivo storica. La strada si snoda in mezzo ai planiziale e molti altri se ne troveranno
82 esempio di architettura rurale conclusa. vigneti che ne raggiungono spesso il ciglio. ancora più a sud.
Nelle vicinanze, a Francenigo, merita una castellir, una forma geologica circolare di Prati, boschi, siepi e alberi sparsi, ecco il Prà
visita il maglio, significativo esempio di origine artificiale alta circa 7 metri. dei Gai e il suggestivo borgo di Basalghelle,
archeologia industriale tutt’oggi funzionante. Simili strutture rilevano in genere la presenza con, nello sfondo, come in un dipinto di
Avete ora toccato il punto più a Nord della di sepolture paleovenete. Guglielmo Ciardi, un bosco di querce, tigli e
strada del vino, resta il tempo per visitare Ripartiti alla volta di Oderzo, vi ritroverete di aceri. Sempre accompagnati da estensioni
lo splendido gioiello che è la cittadina di nuovo immersi in un paesaggio di particolare di vite allevate col classico metodo Bellussi,
Portobuffolé sulle rive del fiume Livenza. bellezza. E’ l’estate che rende ancora si raggiunge Colfrancui, per poi approdare a
Lungo la strada, a Campomolino, potete una volta omaggio a quest’angolo della Oderzo, da dove il nostro itinerario ha avuto
scorgere la mutera, o motta, detta anche campagna veneta. inizio. 83
Il primo fu Omero. Egli cantò l’impeto partire dall’inizio dell’Ottocento e deriva
e il coraggio di quei destrieri dal manto da incroci con stalloni di sangue arabo.
bianco, che i Veneti di Paflagonia (regione Due erano le varietà, una più piccola
dell’Asia Minore) impiegarono nel vano adatta alla corsa, la seconda invece
tentativo di portare aiuto alla città di Troia impiegata per il traino.
assediata da anni. Si sa poi che l’appellativo “razza Piave”,
La fama di questa razza raggiunse in come blasone popolare, è passato dal
seguito Roma dove, durante i ludi circensi mondo animale a quello umano nel corso
imperiali, una delle squadre in gara era della Grande Guerra.
denominata la “veneta factio”. Per non Le traversie vissute in quegli anni dalle
parlare delle battaglie contro i Galli in cui genti nate sulle rive del Piave, non fecero
ancora si distinguevano per valore cavalli altro che rafforzare le loro tempre fiere
IL CAVALLO “RAZZA PIAVE”. e cavalieri. e orgogliose già indurite dalle alluvioni e
QUALCHE NOTIZIA Il cavallo poi figurava come merce dalle carestie.
E QUALCHE LEGGENDA pregiatissima insieme all’ambra e alla lana “Non c’era più se non un fiume in Italia, il
nelle liste d’esportazione a Porto Equilium Piave: la vena maestra della nostra vita”.
“Artemide, signora di Limna marittima nel lido altinate. E ancora Strabone ci Gabriele D’Annunzio
e degli stadi rimbombanti di cavalli, oh, tramanda una affascinante leggenda che
poter essere nelle tue pianure, poter vede l’amicizia fra uno splendido lupo I PAPADOPOLI: UNA FAMIGLIA
domare i puledri veneti!” bianco, scampato alla morte sicura per DI CANDIA FA FORTUNA A
(Euripide, Ippolito, 228-231). mano dei cacciatori di frodo, e un branco SAN POLO DI PIAVE
Il grande tragico ateniese non fu il solo di candidi cavalli. Quando si trasferiscono a Venezia nel
autore greco che abbia citato i cavalli Ma fuor da ogni leggenda la vera razza Settecento sono una agiata famiglia
84 veneti. Piave è documentata con sicurezza a cretese. Poi pian piano riescono ad
avere la cittadinanza veneziana e infine il
titolo nobiliare. Grazie alle sue iniziative
finanziarie andate a buon fine, Angelo
Papadopoli, il capofamiglia, riesce ad
acquistare molti possedimenti sulla
sinistra Piave. In particolare, organizza
una tenuta in maniera moderna e ne fa
una fiorente azienda agricola, con tanto
di cantine, scuderie e in seguito persino
una filanda. Spiridione poi, l’ultimo
dei Papadopoli, personaggio dai gusti
bizzarri, nelle sue proprietà, fa costruire
una villa di gusto romantico ottocentesco,
sul sito di un antico castello appartenuto
ai Da Tolentino.
La prima versione della villa-castello
viene in seguito notevolmente ampliata
seguendo i dettami dello stile “Tudor”
e tuttora spunta con i suoi pinnacoli,
contrafforti e bow windows dal folto
di un giardino ricco di specie arboree
rare e bellissime, che è una delle
migliori realizzazioni del paesaggismo
ottocentesco in Italia. 85
I CARIOTI DEL PIAVE spostato richiede braccia robuste, rientrano
I GAMBERI DI GESÙ
in gioco i “carioti”.
Quel carrettiere specializzato nel Questo personaggio diventa una presenza Vanno buttati nell’olio bollente insaporito
trasporto di sassi, ghiaia o sabbia, che abituale nel panorama di quelle contrade, da più spicchi d’aglio.
compare in questa zona nei primi decenni economicamente legate allo sviluppo Una spruzzata di vino bianco e un po’
dell’Ottocento prende il nome di “carioto”. edilizio del primo dopoguerra. Lo si vedeva di paprika e il gambero d’acqua dolce è
All’inizio del Novecento quando il Piave è infatti percorrere impavido con il sigaro servito. Non è detto che Giovanni di Francia
sottoposto a un massiccio sfruttamento per in bocca e coperto dal tabarro le strade sapesse di arte culinaria quando dipinse il
ricavarne materiale edile, che per essere polverose che conducevano al fiume. bell’affresco dell’Ultima cena, nella chiesa

IL RABOSO NEI TEMPI ANDATI


Il Raboso era il vino più diffuso della
sinistra Piave. Lì i vitigni di rabosa erano
generalmente maritati ad aceri, olmi e
talvolta anche al gelso.
Il grappolo era di maturazione tardiva e
la vendemmia poteva protrarsi fino a fine
novembre. Si racconta che i consumatori
di questo vino finissero, con l’andar del
tempo, per assumere un colorito violaceo
e marroncino, la famosa “siera da Raboso”
(carnagione da Raboso).
Il suo gusto era astringente, il colore così
86 forte che tingeva le labbra.
di San Giorgio a San Polo di Piave (1466), ed è protetta da una fitta vegetazione.
sta di fatto però che la lunga tavolata è E’ in realtà tutto ciò che rimane di un
disseminata di rossi crostacei d’acqua dolce imponente castello appartenuto dapprima
che saltano agli occhi con le loro lunghe al Patriarca di Aquileia, poi passato agli
chele. Non è solo l’affresco, seppur curioso, Ezzelini, per finire ai Conti di Collalto.
a catturare l’attenzione, anche la Chiesetta Se ne ricorda la caduta nel 1411 per
stessa di San Giorgio è un vero gioiello. mano degli Ungheresi capitanati da Pippo
Malgrado l’origine sia incerta, è certamente Spano.
molto antica, come testimoniano i A Ormelle invece, facendo anche
ritrovamenti archeologici rinvenuti nei questa volta una piccola deviazione ma
pressi: un piccolo sarcofago romano del sulla destra, c’è la Chiesa dei Templari,
II sec. d.C. che sorregge oggi l’altare che resta oggi una delle pochissime
maggiore. La costruzione sorge all’interno testimonianze di quest’ordine, soppresso
del suggestivo recinto del cimitero. Evidenti da Clemente V nel 1312. Il semplice
sono le trasformazioni apportate nei secoli, edificio romanico, databile tra la fine del
da quelle romaniche, a quelle dell’abside secolo XII e l’inizio del XIII, conserva
ricostruita nel Seicento. ancora le tracce delle caratteristiche croci
rosse dei cavalieri del Tempio, dipinte
LA TORRE DEL CASTELLO DI entro alcuni archetti che ne coronano la
RAI E LA CHIESA DEI TEMPLARI
fiancata.
Da San Polo andando in direzione Nord, A pochi metri dalle absidi, in mezzo ai
verso Vazzola, spunta la Torre di quello cipressi scorre il fiume Lia che conferisce
che fu il Castello di Rai. La torre di al luogo una serenità senza tempo.
mattoni sbrecciati sorge su una collinetta 87
Tra le prestigiose facciate, che si
CONEGLIANO
TRA ARTE E CULTURA incontrano passeggiando per il centro,
spicca quella interamente affrescata del
Spartiacque fra la pianura e le prime Duomo, noto soprattutto per la superba
montagne, contesa da trevigiani, “Sacra Conversazione” del Cima.
cenedesi e bellunesi, Conegliano si La Sala dei Battuti (XIV-XV sec.),
contraddistingue dalle altre cittadine soprastante il porticato del Duomo,
del Veneto per una varietà di elementi. ospita un ragguardevole ciclo di affreschi,
Primo fra tutti la sua posizione geografica raffiguranti, scene del Vecchio e Nuovo
che, non a torto, le ha fatto meritare Testamento; mentre lo splendido palazzo
l’appellativo di Perla del Veneto, insieme rinascimentale Sarcinelli, centro culturale
alla bellezza della sua struttura urbanistica ed espositivo, vanta oggi prestigiose
e alla dolcezza del paesaggio circostante. mostre d’arte di forte richiamo.
Centro di grande importanza per la Risalendo la suggestiva strada che
tradizionale produzione del vino e della costeggia i resti delle antiche mura, si
grappa, Conegliano affida soprattutto a raggiunge il castello medievale (X sec.).
questa attività la sua consolidata fama; Ancora oggi è visibile la parte dell’antica
oltre che naturalmente al Cima, il pittore rocca, mentre nel giardino interno
che ha tratto dall’incantevole paesaggio svettano le superbe torri Campana, oggi
di questa terra, il primo richiamo e la medievale, sono andati sorgendo, tra sede del Museo Civico e di una piccola
prima ispirazione della sua arte. ‘400 e ‘600, i bei palazzi dei nobili e dei ma stupenda pinacoteca, e Saracena, che
Nella Contrada Granda, oggi via XX ricchi mercanti, che hanno preso il posto ospita invece un caratteristico ristorante.
88 Settembre, centro vitale della città delle modeste case originarie.
UNA SOSTA A PORTOBUFFOLÉ
PER CAPIRE CHI ERA
GAIA DA CAMINO

Gaia, moglie di Tolberto dei Caminesi


di Sotto e figlia del “buon Gherardo”
signore di Treviso, immortalata da Dante
nel canto XVI del Purgatorio, visse in
una abitazione nel centro di Portobuffolè
dove pare sia morta nel 1311.
La fama di Gaia fu oggetto di una disputa
fra studiosi, divisi in opposte valutazioni
morali. Il più antico commentatore Adagiato sulle rive del fiume Livenza, Comunale ricavata, nel Cinquecento,
di Dante, Jacopo della Lana e tutto il questo piccolo gioiello dell’architettura dal fondaco, edificato due secoli prima.
suo seguito, la definì “donna di tale rinascimentale, vanta, come il nome Svetta al di sopra di tutti gli edifici la
reggimento circa le dilettazioni amorose, sottolinea, un passato di importante scalo romanica Torre Comunale, alta 28 metri,
ch’era notorio il suo nome per tutta fluviale, dove primeggiava il commercio ultima superstite delle sette torri che
l’Italia”. del sale. costituivano il sistema difensivo del
Altri la descrissero come una donna In Piazza Vittorio Emanuele II, si castello.
pia e non erano certo meno numerosi concentrano gli edifici pubblici costruiti Il Leone di San Marco spunta ad ogni
dei primi. sotto la dominazione veneziana: prima la angolo, a testimoniare che quel simbolo
Portobuffolé, ad ogni buon conto, merita Dogana, della fine del XIV secolo, poi il era caro agli abitanti anche dopo la
una sosta prolungata. Monte di Pietà, del XV secolo e la Loggia caduta della Serenissima nel 1797. 89
LA MARCA NELLA PITTURA
DELL’OTTOCENTO
La pittura veneta dell’Ottocento ha
immortalato i fiumi grazie alla maestria del
pennello di Guglielmo Ciardi.
All’ultimo piano di una villa veneta
immersa nella campagna vi era l’immenso
studio del pittore.
Qui nasceranno i capolavori di Guglielmo
e dei suoi figli Beppe ed Emma, più tardi.
Le visioni della campagna trevigiana,
angoli intatti di paesaggio in cui il Sile, di
volta in volta, si increspa sotto il soffio di
venti autunnali, o riflette la luce del cielo
primaverile, il lavoro dei contadini, gli
scorci con i mulini, l’animazione nei giorni
di mercato, fanno parte di un mondo, che
dal Ciardi viene rappresentato con grande
lirismo e con una luce naturale diffusa sulla
tela, che cela la sapienza costruttiva,
memore della più alta tradizione
90 vedutistica veneta.
IL PIAVE E GLI ZATÈRI
Le acque del Piave sono infide.
In superficie tutto pare idillico, ma la
corrente sotterranea non lascia scampo.
E la storia delle zattere è a volte anche
la storia di piccoli eroi che si trovavano a
lottare con i gorghi del fiume.
“L’Arte de la Zataria e de Mercantìa
di legnami” era una compagnia che
comprendeva dal 1492 tutti quelli che
si impegnavano in quel particolare
mestiere.
Dalle Alpi fino alla Laguna scendevano
con zattere che arrivavano anche alla
lunghezza di 25 metri e che a bordo
accoglievano prodotti di svariato genere
(dai sacchi di carbone, al rame allo zolfo
delle miniere, dai chiodi alle ferramenta)
e anche molti passeggeri.
Gli zattieri indossavano un cappello nero
a falde larghe, calzettoni di lana grezza data da quella fascia rossa allacciata Chi meglio di loro conosceva quel
al ginocchio e zoccoli chiodati per non in vita; durante il viaggio masticavano fiume? Nessuno oggi riuscirebbe più
scivolare, ma la loro nota distintiva era carne secca e bacche di ginepro. in un’impresa del genere. 91
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96 staff@tenutasangiorgio.com - www.tenutasangiorgio.com
BIBLIOGRAFIA E. Ciaccia, Ulderico Bernardi, Il Piave dal
AA.VV., Atlante del paesaggio Peralba all’Adriatico, Celio Libri, 1992
trevigiano, Ed. Provincia di Treviso, 2000
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2004 1999.

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2003-2004 1989

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di origine controllata, Espro Editore, nonno, Santi Quaranta, 2000
Verona, 1980 G. Bruno, Lungo il Piave,
sulla strada del vino rosso, Biblos
Edizioni, 1983
97
PREMESSA
STRADA DEL VINO DEL MONTELLO E COLLI ASOLANI

“Non piantare che un albero: la vite”


Alceo di Mitilene

Attraverso un paesaggio che definire idilliaco


è dire poco, si snoda il terzo percorso dei
vini prodotti nelle fertili terre della Marca
Trevigiana. Si tratta della “Strada del vino
del Montello e Colli Asolani”. Come per gli
altri itinerari di ambito enologico, si è voluto
privilegiare la storia del territorio con le
peculiarità che lo contraddistinguono, cercando
un metodo nel procedere che tenesse conto
sì della valorizzazione dei beni architettonici e
storici, ma anche dei cambiamenti avvenuti dal
punto di vista naturalistico, in seguito a recenti
98 insediamenti urbani.
Vergoman La Bella Molinetto delle Crode
Stramare
Combai Campea Pedeguarda San Pietro di Feletto O
Refrontolo

Rua Bagnolo
Segusino Soligo Solighetto
Guizza
Guia Farra di Soligo Pieve di Soligo
Barbozza S. Stefano Posmon Boschet Castello
PRROV
OVIN INCI
CIA
CI A DI
DI Castelletto S.Maria
S. Vito VALDOBBIADENE Rocchetta
BELLLLUN
BE UNO
UNO Saccol
Col San Martino Collalbrigo
Funer Piazza Rovere
Giussin Barbisano S. Michele C
Crevada
Pederobba
Colbertaldo Sernaglia della Battaglia Collalto
San Giovanni Mosnigo Pare'
Granigo
Cima Grappa Virago Bigolino Moriago della Battaglia Falze' di Piave
Cavaso del Tomba Vitipan Vidor
Vettorazzi Curogna Rive Carlot Bosco Susegana
Onigo Covolo
Santa Croce Santa Luci
Possagno Caniezza Castelcies Castelli Levada Parrocchia Colfosco di Piave
Guizzetta Pia
Fietta ve Santa Mama Mercatelli
S. Vettore S. Urbano Santi Angeli
Crespano
Monfumo Cornuda Ponte della Priul

L LO
del Grappa Castelcucco Crocetta Ciano
Cassanego
TE
Nervesa della Battaglia
La Valle S.

MON
del Montello Sovilla Bidasio
Paderno
Borso del del Grappa Pra de Roda
Grappa S. Eulalia Casonetto Santa Maria Bavaria
Maser
Fonte Alto Pagnano ASOLO
Semonzo Crespignaga Coste Pederiva Giavera del Montello
Cusignana
Biadene Caonada Selva del Montello Arcade
Liedolo Sopracastello Caerano di San Marco Spresiano
One' Casella d'Asolo Volpago del Montello
Fonte Madonna della Salute
Sant'Apollinare Guarda Bassa Venegazzu'
Bassano Lovadi
del Grappa San Zenone degli Ezzelini Villa d'Asolo MONTEBELLUNA
Villaraspa Visnadello
Povegliano
PROVINCIA DI Lauro
San Gaetano Bel Giardino
San Vito Camalo'
VICENZA Ca' Rainati di Altivole Altivole Signoressa Santandra'
Spineda Busta Barrucchella Villorba
Caselle Falze'
Trevignano Catena
Edifizio
Bessica Riese Pio X Musano
Loria Paderno 99
Muso

Barcon Lance
Postioma Merlengo Carita'
ne

Borgo Campagnola Poggiana Ponzano


L’area presa in analisi ha però conservato collinare che dalla ruga del Montello si dalla pianura trevigiana, non ha nulla da
quasi del tutto intatta quella magia che sviluppa verso occidente andando ad invidiare al comprensorio vitivinicolo di
100 in altri luoghi si va perdendo. La fascia
100 unirsi ai Colli Asolani, delimitata a sud Conegliano e Valdobbiadene.
Più raccolta forse, ma non meno che ha le caratteristiche della pianura che sta a significare la fierezza e la forza
interessante della precedente, si fluviale, altrettanto affascinante, forse più delle genti che vivono sulle rive del fiume.
differenzia invece dall’area DOC Piave, dura, nell’accezione positiva del termine, 101
101
L’itinerario

“Dalle Prealpi al mare la Marca Trevigiana non


ha mai distacchi assoluti, e le città nascondono
i loro parchi sontuosi non per modestia, ma
per signorilità. Perché il dato archetipico non
sovrasti la tenuità dei colori, la bellezza dei
castelli, delle rocche intonate a questa quieta
pianura di operosità, equilibrio, sapienza
campestre. E le ambiguità, le tenerezze,
il candore, certa millanteria, la dolcezza
femminile, le carezze degli argini dei fiumi così
teneri d’erba e punteggiati di marmi, hanno
lasciato in me quasi intatta, perché inesauribile
la miniera dei sentimenti”.
(da Marca Nobilissima. Presentazione di Giorgio Saviane)
102
La strada del vino del Montello e Colli soste alle cantine per la degustazione della La prima parte, che da Nervesa
Asolani segue un percorso semplice e produzione DOC si tradurranno, come della Battaglia, seguendo le pendici
lineare, che tocca luoghi di grande rilevanza vuole la tradizione del viaggio enologico, in del Montello, arriva a Cornuda (tratto
storica dove il visitatore troverà svariati quei magici istanti di profonda sintonia tra bidirezionale).
spunti di interesse, ma allo stesso tempo l’uomo e i frutti della natura. Si è scelto di La seconda da Cornuda forma un anello,
anche di svago e diletto, dove le classiche dividere l’itinerario in due tappe. che passando per Asolo ritorna a Cornuda

103
(tratto da percorrere in senso orario
uni-direzionalmente). Questo secondo
segmento ha come fulcro la città di Asolo e
tocca punti di forte impatto paesaggistico,
tanto da chiedersi se un pittore vi abbia
messo mano. Anzi, meglio sarebbe dire:
matita e pennello.
Molte sono le strade provinciali che
attraversano il comprensorio dei Colli
Asolani. Varrebbe la pena di inoltrarvisi
curiosando qua e là, ma sapendo che per
ragioni di tempo tutto non si può vedere,
abbiamo scelto due facili deviazioni che
permettono di godere del dolce paesaggio
collinare, includendo alcuni luoghi di
interesse storico. La prima proposta parte
da Asolo, in direzione di Casonetto e
raggiunge Monfumo, per terminare a
Castelli. La seconda invece indirizza il
visitatore, una volta arrivato a Fonte Alto,
verso San Zenone degli Ezzelini.
104 Entrambi i percorsi saranno segnalati con
indicazioni bi-direzioniali.
Desideriamo inoltre avvisare il viaggiatore
che da Paderno del Grappa a Crespignaga
e da Asolo a Fonte Alto troverà una doppia
tabellazione.
Infatti qui il percorso denominato
Marca Storica e quello Enologico si
sovrappongono. Consigliamo perciò a chi
volesse approfondire ulteriormente questa
visita di consultare anche la guida dedicata
a Marca Storica, in modo da avere un
quadro completo del comprensorio in
questione. La nostra guida, dunque non
vuole riproporre le notizie classiche che
già sono riportate in maniera esemplare
ed esaustiva nelle altre pubblicazioni, ma
ci è sembrato utile puntare su tematiche
differenti (letterarie, storiche, artistiche),
che comunque sottolineano i punti di
maggior interesse.
Ora non resta che partire.

105
Il territorio

COLLINE, COLLINE
E ANCORA COLLINE…
“Quando risalì il sentiero dapprima largo e poi
ostruito a tratti da siepi e arbusti, era davvero
stanco. Non vedeva l’ora di sedersi sul bordo
della pozza limpida da cui sorgeva il torrente
Giavera e bere un sorso d’acqua fresca.
Sapeva che gli abitanti fatati e gli animali del
bosco gli avevano già preparato qualche
leccornia: fragoline di bosco e ciliegie mature,
dolci fiori di ortica da succhiare avidamente e
mazzi di funghi chiodini impastati in croccanti
frittelle. Gli sembrava di sentirne il profumo
106
e aveva l’acquolina in bocca; non appena come un comparto autonomo. Non si
IL MONTELLO TRA NATURA,
oltrepassò il largo tronco che fungeva da CENNI STORICI E tratta solo di un susseguirsi di panorami,
ponte tra le due sponde del torrente si sentì PRELIBATEZZE vallette e radure, ma è uno dei capitoli più
significativi della civiltà veneta.
finalmente a casa”. Il Montello è una sorta di panettone La lezione di storia che ci impartisce il
(“Il ritorno la notte di San Lorenzo” in Fiabe e allungato che, all’interno della fascia
leggende del Montello di Laura Simeoni) Montello è molto più di quanto ci si possa
pedemontana, si stacca configurandosi aspettare e i luoghi, che sono stati teatro
di forti sofferenze durante la Prima Guerra
Mondiale, meritano senza dubbio una
visita approfondita.
Per gli amanti della natura, il Montello
è un’autentica palestra. Ma vediamo
di descriverlo un po’ più nel dettaglio.
Il nome deriva da monticellum, ma i
suoi abitanti preferiscono chiamarlo
semplicemente il Bosco. Fino a qualche
secolo fa, infatti, era costituito da un
manto verde scuro di roveri che copriva
interamente tutti i seimila ettari di questa
grande collina, lunga 20 chilometri la cui
altezza non supera i 368 metri sul livello
del mare. Abitato sin dal Paleolitico, il
Montello assume un’importanza rilevante
solo durante la Repubblica di Venezia; 107
è infatti noto come la Serenissima fosse
molto legata a quei boschi di querce, tanto
da catalogarli per distinguere le piante utili
alla costruzione delle sue galee, quelle
invece da impiegare per opere lagunari o
fluviali e, infine, quelle che avevano una
funzione semenziale. Un ruolo importante
hanno a quell’epoca gli “Spacazoc”, i famosi
taglialegna, che per conto della Repubblica
della Serenissima, tagliavano gli alberi. Il
loro mestiere viene ancora oggi evocato
nelle fiere di paese, in particolare nel mese
di ottobre durante la festa che si svolge a furono abbandonate e gli appezzamenti si Di quei meravigliosi seimila ettari ne
Selva del Montello. ricoprirono di robinie, fatta eccezione per rimasero soltanto 2.500. Oggi le robinie
E’ bene poi ricordare cosa accadde alla fine le aree pedecollinari, in cui storicamente hanno invaso il sottobosco, ma sulle
dell’Ottocento. In seguito all’approvazione, si coltivava la vite. Oggi un’operazione del strade del Montello è sempre piacevole
nel 1892, della Legge Bertolini da parte del genere sappiamo non sarebbe permessa. passeggiare. Tra gli ombrosi sentieri, il fitto
Parlamento del Regno Unito d’Italia, per Schiere di ambientalisti si incatenerebbero della vegetazione offre riparo a numerose
promuovere un progetto di ripopolamento agli alberi di quercia allo scopo di vincere specie di uccelli, a piccoli animali e
e per sfruttare i terreni, furono abbattuti una battaglia, ma l’Italia di allora aveva altri nell’umido crescono varie qualità di funghi,
1.700 roveri e costruiti 132 chilometri problemi e quelle selve, che la Serenissima usati nei piatti tipici della cucina veneta. I
di strade, chiamate “prese”. Il terreno aveva gelosamente conservato e censito per funghi vengono citati da scienziati-umanisti
dato per le colture era però talmente centinaia di anni, erano viste solo come un in svariate opere di prosa e poesia.
108 improduttivo che, poco dopo, le coltivazioni impedimento all’agricoltura. A partire dal 1591, con l’Istoria di Trivigi di
Nel Novecento con l’introduzione di nuove
varietà selezionate la patata del Montello
è divenuta via via più squisita, tant’è che
i veneziani stessi arrivano fin quassù per
gustare i piatti che la propongono.
E’ probabile che il successo di questa patata
derivi dalla natura del terreno, argilloso a tal
punto da trattenere a lungo l’umidità che
accompagna in modo ideale la maturazione
dei tuberi. Da non perdere, nella seconda
domenica di settembre, alla Presa 18 sul
Montello la Mostra-Mercato della Patata.
Giovanni Bonifaccio, che descrive le varie alle frittate con le erbe (fortajé co le erbe); Si può concludere la carrellata dei piatti
qualità di funghi, continuando con il poeta nella bella stagione infatti se ne utilizzano tipici con il coniglio in tegame e contorno di
Nicolò Zotti, che nel 1683 decanta le doti molte di selvatiche come il creson, le patate al forno.
di circa cinquanta specie, fino al 1824 dove galinéle, l’otiga, le rosoline, gli s-ciopeti, i L’area del bacino del Piave è infatti la culla
sempre un poeta, questa volta Camillo bruscandoi, le sparasine. Una regina della della moderna coniglicoltura, grazie ad
Nalin, scrive che i funghi venivano preparati tavola è, senza ombra di dubbio, la patata. allevamenti all’avanguardia. Un’altissima
in cento modi. Introdotta all’inizio dell’Ottocento dalle concentrazione di allevamenti di conigli
Oggi è il chiodino del Montello quello più truppe napoleoniche, nei cinque comuni si trova nei comuni di Volpago e di
usato per i piatti prelibati che si possono del Montello (Crocetta, Giavera, Nervesa, Trevignano.
gustare da queste parti. Molte altre le Volpago e Montebelluna), ha trovato ampia Il Montello ha anche una importante
prelibatezze che il Montello ha in serbo diffusione solamente a partire dall’ultimo tradizione casearia: va assaggiata la
per i buongustai: dalle minestre, ai risotti, decennio del XIX secolo. morbida casatella. 109
QUALCHE NOZIONE DI GEOLOGIA
La caratteristica principale del Montello
è la terra rossa che ricopre un insieme
di ciottoli calcarei, porfido e granito
impastati con argilla. Oltre alla terra rossa,
le doline, le caverne e il diffuso carsismo
rendono questo ambiente ideale per la
ricerca ambientalista. Varie sono le teorie
sulla formazione geologica del Montello.
Secondo Saccardo la vasta area del
Montello era un unico cono di deposito del
bacino del Piave a cui potevano unirsi anche
il fiume Brenta e il Soligo.
Questo conoide fu probabilmente iniziata l’opera di erosione delle acque unita il terreno e solo dopo è riuscita a penetrare
sommerso dalle acque del mare che, in a quella di scioglimento. nel sottosuolo.
quel periodo, arrivavano fino ai piedi delle A nord, però, la corrente del Piave ha
Alpi. L’azione dell’acqua, ricca di sali e di favorito, ancora prima delle glaciazioni,
I COLLI ASOLANI
anidride carbonica, provocò lo scioglimento un inizio del carsismo. Infatti su questo Carducci chiamò Asolo “la cittadina dai
dei detriti che in seguito si addensarono. versante i valloni sono molto limitati e corti. cento orizzonti”. La definizione andrebbe
Successivamente si ebbe il sollevamento Questo perchè l’acqua si insinua subito nel estesa a tutto il distretto, infatti da
della terra. sottosuolo per la presenza del terreno di qualunque parte ci si volti, l’orizzonte muta
L’abbondante presenza di rocce calcaree tipo carsico. costantemente.
110 ha favorito il formarsi di fessure in cui è A sud invece, l’acqua ha scavato fortemente Il motivo è presto detto.
piante da frutto e alla vite.
E’ strano come le sagome abbiano varie
forme. Colli piccoli e tondi, altri solitari,
altri ancora addossati l’un l’altro.
Un gruppo presenta scoscesi burroni e un
altro dolci pendii.
A due passi da un orrido o da un
precipizio c’è una conca dolcissima.
E poi ancora, alcuni sono sterili, altri
fertilissimi e anche le colture seguono
questo armonioso disordine, le viti sono
maritate alle piante da sostegno e tra filare
e filare si alternano gli alberi da frutto:
ciliegi, peschi, meli, susini, albicocchi,
L’area, ad esclusione del lembo volte foggiati ad anello chiuso e dove
fichi e noccioli, cotogni e giuggioli, una
pianeggiante, è un anfiteatro con zone con declivi più arditi si alternano a un
immensa varietà di ramificazioni e di
moltissimi colli, il che genera un frequente ondeggiare lento e sinuoso.
tonalità di verde si intreccia, si abbraccia.
e rapido cambiamento di prospettive. Sembra che i colli asolani conservino
Altre volte poi le colture singole sono
Il comprensorio collinare, di circa 88 intatta la fisionomia primitiva, del resto la
separate da colle a colle e così uno è
chilometri quadrati si estende dai piedi mano dell’uomo non è riuscita ad alterarne
vitato, l’altro pascolivo e un altro ancora
del Grappa e abbraccia un quarto di la figura e i contorni: i declivi non sono,
è boschivo. Tutto scorre in un’armonia
questo nodo montuoso, mentre il resto né arati e né piantati, ma messi a pascolo
del territorio è costituito da una serie di e fienili. I boschi che un tempo furono senza tempo.
colli talvolta spiegati a ventaglio, altre sradicati, hanno fatto posto a vigorose 111
Prima parte. u
DA NERVESA DELLA BATTAGLIA A CORNUDA
t

“EXPLICUIT VINO CONTRACTAE i resti dell’Abbazia di Sant’Eustachio,


SERIA FRONTIS” distrutta durante la Prima Guerra
(Orazio, Satire, II, 3)* Mondiale, luogo d’elezione di Monsignor
Ed è la cittadina di Nervesa della Battaglia Giovanni della Casa, autore del Galateo.
il punto di partenza della Strada del vino L’Abbazia riveste anche un interesse
del Montello e Colli Asolani. storico-enologico, perché viene citata
Superata la Piazza principale e presa la in un documento del 985, dove si
salita verso il Montello, si innalza davanti raccontano i metodi usati dai Monaci
agli occhi il Sacrario dei Caduti al Piave. Benedettini per la coltivazione della vite.
Bianco, con la sua mole squadrata, a La strada prosegue in un susseguirsi
ricordare al viaggiatore l’importanza di di scorci panoramici sui pendii del
una pace duratura. Il Sacrario è dedicato Montello, dove si alternano prati, vigneti e
a 9.325 caduti, dei quali soltanto 6.999 e seminativi. A partire da Giavera del
furono identificati. Montello la carreggiata è costeggiata
Poco dopo, inoltrandosi nella Via dei dal Canale Brentella. La macchia
112 Mercanti e dei frati, scorgerete fra il verde boschiva a destra e a sinistra, vede un
Bigolino Moriago della Battaglia Falze' di Piave
Vitipan Vidor
urogna Rive Carlot Bosco Susegana
Onigo Covolo
Santa Croce Sa
telli Levada Parrocchia Colfosco di
Guizzetta Pia
ve Santa Mama Mercatelli
S. Vettore S. Urbano Santi Angeli
Cornuda Ponte de
Crocetta Ciano
E LL O Nervesa della Battaglia
La Valle del Montello
O N T Sovilla Bidasio
Pra de Roda MSanta Maria Bavaria
Maser
Coste Giavera del Montello
Pederiva
Cusignana
Biadene Caonada Selva del Montello Arcade
Caerano di San Marco Spresia
Volpago del Montello
Madonna della Salute
e Guarda Bassa Venegazzu'
MONTEBELLUNA
Visnade
Povegliano
San Gaetano Bel Giardino 113
Camalo'
Altivole Signoressa Santandra'
si produce qui il Venegazzù, un vino
ottenuto da un sapiente uvaggio che
ricorda la tradizione dei vini francesi, in
particolare il Bordeaux. Uno dei vini è il
“Capo di Stato”, come lo definì De Gaulle.
Giunti a Biadene, nel centro del paese, si
può ammirare Villa Correr Pisani, costruita
nei primi decenni del Settecento su un
edificio seicentesco, ereditato dai Correr
dal Doge Alvise Pisani, al quale si deve
anche la costruzione di una chiesa che
conserva ancora un affresco del Tiepolo.
La zona è costellata da altre prestigiose
ininterrotto susseguirsi di vigne, nella al circolo illuministico dei Riccati di ville che vale la pena andare a vedere.
pace della campagna. Tra appezzamenti Castelfranco Veneto, il quale affidò il suo Villa Pola con la sua barchessa di epoca
di un’agricoltura ben curata e una serie disegno a Giovanni Miazzi (1699-1797), pre-palladiana. Si narra a proposito di
di piacevoli posti di ristoro, il paesaggio che lo portò a compimento nel 1770. questa dimora nobiliare che, nel luglio
offre spesso immagini e scorci incantati, La Villa riprende i modelli delle 1509 dopo la formazione della lega di
inducendo il visitatore a deviazioni a piedi architetture di Andrea Palladio che, Cambrai, le truppe francesi guidate da
verso sentieri all’ombra dei castagni. però, sono qui sapientemente rielaborati Monsieur de La Palisse, in marcia alla
A Venegazzù non dimenticate di visitare nel tentativo di perfezionare le regole conquista di Treviso e Venezia, restarono
Villa Spineda Gasparini Loredan. geometriche, tese a raggiungere un incantate davanti alla bellezza della
Il progetto è opera del celebre architetto rapporto armonico, matematico-musicale. costruzione.
114 Francesco Maria Preti, appartenente Dalla seconda metà del Novecento Poi c’è Villa Zuccareda-Binetti, oggi sede
del Museo dello Scarpone. Ci troviamo
infatti nella rinomata zona di produzione
delle calzature sportive.
Da vedere anche Villa Guillon Mangilli,
la cui pianta originale risale al XV secolo,
mentre le ultime modifiche sono state
apportate nel XIX.
In direzione Crocetta del Montello si
incontra Villa Sandi, del Pagnossin, la
cui peculiarità consiste nell’altezza del
pronao centrale che supera nettamente
quella della villa. La villa e il parco sono
impreziositi dalle statue dello scultore
Orazio Marinali. *(Questo motto è leggibile insieme ad di culto in una valle amena, più volte
Una curiosità: sotto l’edificio è stato altri nel fregio della trabeazione dell’Aula comparsa in sogno, sia stata di Giovanni,
scoperto un dedalo di gallerie, disposte in Magna all’Istituto Cerletti di Conegliano) un uomo nativo di Santa Giuliana di Fassa,
più piani, che risalgono alla Prima Guerra ma che per motivi di lavoro viveva a
Mondiale. Oggi vengono usate per il LA CERTOSA DI SANTA MARIA Venezia. Una notte Giovanni, che si era
rinomato spumante, prodotto col metodo E SAN GEROLAMO da poco coricato, sognò che la Vergine
champenois. La Villa è sede delle famose Della Certosa di Santa Maria e San lo esortava ad andare e rimanere in
cantine Sandi. Gerolamo possiamo solo tentare di “quella valle dove più volte nel sonno
Villa Bolzanello, costruita sulle rovine di ricostruire la storia, perché purtroppo già ti trovasti”. E’ proprio così che inizia
un antico castello, è l’ultima della prima ormai non ve ne resta più alcuna traccia. la cronaca della Certosa del Montello,
sezione del nostro itinerario. Sembra che l’dea di costruire un luogo redatta tra il 1398 e il 1419, da Antonio de 115
Macis da Chiarenza, monaco della Certosa
e futuro abate di Santa Maria di Parma.
Con un salto di parecchi anni, durante
i quali la Certosa conosce splendori e
cupe discese, dovute a carestie, guerre e
invasioni, arriviamo al 1556.
Alcuni documenti e planimetrie
confermano la vastità e l’importanza
dell’intero complesso, che appare esteso il
doppio, se non il triplo dell’area occupata
dalla vicina Abbazia di Nervesa.
Il tracollo della Certosa viene determinato
dall’ottusa politica anticlericale avviata
dal Governo Provvisorio Napoleonico nel
1796. Si noti, ancora una volta, la quantità
di monasteri e abbazie distrutti dalle
truppe dell’esercito napoleonico!
Poi la Prima Guerra Mondiale ha dato alla prete è riuscito a portare in salvo e a testimone di molte avversità. Su questo
Certosa il colpo finale. Le pietre, i marmi custodire nella sua parrocchia. tema ci piace raccontare un evento
e i preziosi mattoni antichi sono diventati importante agli occhi del visitatore.
materiale di cava per l’edificazione di PISNENTI E MASSARIOTTI Il 1817 viene ricordato come “l’anno della
nuove costruzioni nel bosco. Il bosco del Montello ha sempre dato fame”. Quell’inverno fu il peggiore di una
Di tanta magnificenza non sono rimaste molto alle genti che vivevano nei comuni serie di stagioni particolarmente ostili.
116 che poche reliquie, che qualche buon limitrofi e, allo stesso tempo, è stato Gli abitanti si trovarono a dover
solo fatto che non potevano accollarsi altre
bocche da sfamare.
Ai Pisnenti non rimaneva che ricorrere
al bosco, pur consapevoli delle gravi
sanzioni nelle quali sarebbero incorsi (era
meglio un mese di galera - almeno lì il
pasto era assicurato - che la fame nera di
quel periodo!). Il governo austriaco aveva
posizionato 19 punti di guardia al bosco
ed era perciò impossibile anche solamente
avvicinarvisi.
Fatto sta che in una relazione, spedita
dal Pretore di Montebelluna al Prefetto
di Treviso, si legge che i Pisnenti non
avevano che una strada da percorrere,
ovvero: “recidere le siepi e devastare le
vigne dei Massariotti”.
fronteggiare una difficile situazione a disposizione un po’ di terra e qualche Si cercarono varie vie di trattativa, ma
sull’approvvigionamento delle risorse animale, mentre i secondi erano boscaioli l’Austria non vedeva che i propri diritti.
alimentari che avrebbero garantito la loro e non possedevano nulla. Per far fronte I Pisnenti si convinsero sempre più che
sopravvivenza. al periodo di crisi, i Massariotti cercarono era il loro diritto ad essere stato usurpato
A quell’epoca, la popolazione del di ampliare la coltura agricola, senza però e presero così una decisione, che oggi ci
Montello si divideva in Massariotti e ricorrere al lavoro dei Pisnenti, come fa un po’ sorridere, ma che allora era seria:
Pisnenti. I primi erano affittuari e avevano invece facevano in tempi più floridi, per il dichiarare una guerra privata all’Austria! 117
Verso i primi del 1824 i Pisnenti di
Cornuda e Volpago creano una
confederazione di Boscaioli e iniziarono
a modo loro lo sfruttamento del bosco,
senza temere l’intervento delle guardie.
Anzi, successe addirittura che una guardia
andata per arrestare alcuni boscaioli, si
trovasse ad aiutarli a portare la legna a
valle! Era nata una specie di battaglia alla
Robin Hood. In una delle scorribande, non
si sa come, gli Austriaci vennero persino La Grande Guerra
sopraffatti. Infine L’Austria, dopo varie La notorietà del Montello si fonda anche periodo. Qui si svolse, nel giugno 1918,
incursioni fatte nelle case dei Pisnenti, e purtroppo sugli eventi bellici del la Battaglia del Solstizio. L’Austria,
riuscì a impadronirsi di un bottino che 1915-18. Dopo la sconfitta di Caporetto, sferrò una grande offensiva contro
consisteva in 110.000 “fascetti” e oltre 200 l’esercito Italiano si schierò sul Montello l’Italia, nella zona del Montello, per
fusti di quercia. Che utilità ne abbia potuto e sul fiume Piave come ultimo baluardo annientare l’esercito italiano. Sanguinosi
trarre non lo si comprende, sta di fatto che contro l’invasione dell’esercito Austriaco, combattimenti si protrassero dal 15 al
fu l’unico modo che seppe trovare per che mirava alla Pianura Padana. 23 giugno con gravissime perdite per
dimostrare la propria superiorità. Dal Montello e precisamente da Ciano entrambi gli schieramenti. L’offensiva
del Montello, partì la controffensiva austroungarica non ebbe gli esiti
che portò alla vittoria finale nel 1918. desiderati e si concluse senza risultati
Sul Montello, l’Ossario dei Caduti e apprezzabili.
il Monumento a Francesco Baracca La disgregazione dell’Impero
118 ricordano agli italiani quel glorioso Austroungarico era ormai alla porte!
SACCARDO CHIARE, FRESCHE
E IL SUO HERBARIUM E DOLCI ACQUE….
Il Museo Civico di Storia e Scienze La terra della pianura ai piedi del Grappa
Naturali “Bellona” è ospitato dalla era il fondo di un grande mare fossile che,
settecentesca Villa Mocenigo a dopo molti millenni di riposo silenzioso, ha
Montebelluna. Il Museo si sviluppa su due iniziato a muoversi.
settori, uno archeologico-preistorico e uno Dai movimenti sotterranei è sorta una
naturalistico con sezioni di astronomia, serie di rigonfiamenti e ne sono venute
mineralogia, zoologia. fuori forme coniche con le sommità
Alle raccolte originarie che appartenevano arrotondate, oggi coperte di prati e alberi.
al gruppo naturalistico Bellona, sono I colli di Maser, Asolo, Cornuda e tutte le
andate aggiungendosi una collezione colline che sorgono dalla pianura sono
ornitologica proveniente dal Delta del Po e nutriti dalle acque del Canale Brentella,
gli erbari Saccardo e Mugna. filtrate dal Piave e condotte fuori dal suo
Saccardo nacque nel 1845 e trascorse alveo per abbeverare un territorio fatto
la gran parte della sua vita a Selva del di ghiaia, dove altrimenti le acque si
Montello. Con una laurea in Filosofia e una incontrerebbero solo in profondità. Infatti,
in Scienze Naturali, si immerse subito nello i terreni del Montello sono interessanti per
studio della natura, in particolare della i fenomeni di carsismo.
botanica e dei funghi, lavorando all’Orto e scientifici necessari e le sue opere, così Qui l’acqua scorrendo su rocce calcaree
Botanico di Padova. come la sua micoteca, rappresentano provoca una serie di erosioni sia
Fu uno dei primi scienziati a costruire un ancora oggi un valido punto di riferimento superficiali che sotterranee, da cui la
erbario che avesse tutti i requisiti tecnici per gli studiosi di tutto il mondo. presenza di doline e fossilizzazioni. 119
La Brentella nutre quindi il ventre del
QUALCHE NOTIZIA SUL
Montello e tra le rive scorrono veloci
CANALE DELLA BRENTELLA
le fresche acque color verde smeraldo,
mentre gli argini sono rinforzati da bianchi Nel 1436 il Senato Veneto predispone
massi della tipica pietra del luogo (rocce la grande opera di irrigazione che verrà
granitiche, porfiriche e quarzifere). portata a compimento in 15 anni a spese
E’ una gioia per i sensi poter percorrere delle comunità e dei privati interessati.
un tragitto, magari in bicicletta, a piedi o Questo grande intervento artificiale ha
anche lentamente in automobile, ma con un vasto impatto con la natura arida di
i finestrini abbassati, annusando l’aria che quei luoghi. Infatti l’ambiente arido viene
sa di acqua. Sì perché l’acqua di un canale reso coltivabile, anche per la viticoltura.
di campagna ha un particolare odore di Si tratta di una mirabile ed equilibrata
fresco, un odore buono di fiori e di erba, opera di ingegneria idraulica e di bonifica,
fieno tagliato. E poi il suono, che non è il ritratta nel ‘700 dal Prati nel suo “Dissegno
rumore fragoroso di un fiume, ma il lento generale della Brentella”. A Pederobba
e continuo canto delle anguane, quelle viene aperta una presa del Piave ad
fanciulle dai capelli d’alga, lontane parenti alimentare un Canale che prende svariati
delle sirene di mare. nomi: Brentella, Piavesella, Piavesella
Le vigne e gli alberi da frutto costellano le Grande. Sotto Crocetta del Montello la via
rive del canale durante tutto il tragitto. d’acqua si divide in 2 rami: uno scende per
Caerano e Montebelluna, l’altro quello di
sinistra, che porta un quinto della portata
disponibile, è quello che si chiama Canal
120 del Bosco e corre ai piedi del Montello.
L’Abbazia di Sant’Eustachio e
Monsignor della Casa
CAVERNE E GROTTE
L’Abbazia di Sant’Eustachio fu fondata Dai toponimi presenti nella lingua veneta
verso la metà dell’XI secolo da Rambaldo ci si imbatte in una serie di denominazioni
III di Collalto e dalla madre Gisla, che la che si riferiscono a grotte, gallerie e cavità
donarono ai Benedettini. legate alla storia locale.
Divenne ben presto un raffinato centro Il Montello di questi nomi ne è ricco.
di cultura e ospitò, fra i molti personaggi Per esempio, durante la Grande Guerra si
illustri, Giovanni della Casa, che vi sentiva parlare di: Busa dei Todeschi, Bus
soggiornò tra il 1550 e il 1555. de le Bombe, Grotta dell’Alpino.
In una atmosfera dolce e rarefatta, A seguire alcuni esempi di nomi relativi
protetto nella quiete del monastero e alla località o al nome del proprietario del
incantato dalla gentilezza degli abitanti, fondo: Busa de Castelvior, Bus de Frare
trovò ispirazione per scrivere il suo dito Trache.
Galateo, prima di essere avvelenato Non vanno poi dimenticate le grotte che
dalla Curia romana. Il Galateo non è un sono indicate con il nome di animali:
semplice manuale di buone maniere, Bus del Volpe, Bus del Gat; mentre Bus
quanto un trattato umanistico sulla virtù a de la Pecora e Bus de l’Agneo richiamano
tavola e nella vita. Forse oggi, a maggior l’attività pastorizia e precisamente quando
ragione, andrebbe letto con la giusta questi anfratti servivano da rifugio,
interpretazione. durante i temporali, a ovini e a pastori.
Non va dimenticato, sempre nel quadro
dei toponimi, uno dettato dalla fantasia
popolare che riguarda il Bus de la Regina 121
”pieni”, servirono spesso da rifugio a
uomini e animali. Gli stessi armigeri nel
corso dei secoli le usarono per i loro scopi
bellici. Durante l’invasione degli Ungheri,
all’epoca degli Ezzelini, nel periodo della
Lega di Cambrai e per finire durante le
campagne napoleoniche.
E ancora due parole per gli amanti della
speleologia. La Busa del Castel Sotterra è
una bellissima grotta che ha uno sviluppo
planimetrico di 7 km, circa 125 m di
sviluppo verticale che le fa raggiungere
al fondo una quota altimetrica di 140
m.s.l.m. Alle conoscenze attuali viene
considerata la quarta grotta al mondo
in un sistema carsico come quello che
o Grotta della Regina. Si fa riferimento, contraddistingue il Montello.
ovviamente, a Caterina Cornaro che,
secondo la leggenda, amava attraversare
le contrade sottoterra. Entrava in un VOLPAGO DEL MONTELLO:
anfratto a Biadene, per poi riapparire IL PAESE DELLE VOLPI
come nulla fosse ad Asolo. Narra una leggenda come un tempo le
Le cavità del Montello, un ambiente che volpi dominassero su tutti gli abitanti del
122 potremmo definire fatto di “vuoti” e di Montello. Bestie sagge e buone sapevano
dirimere ogni controversia. La comunità,
guidata da una anziana volpe viveva
sulle pendici della collina nel paese che
prendeva da loro il nome: Volpago.
Non erano animali carnivori, si nutrivano
di foglie, vivevano in stretta simbiosi con
l’uomo aiutandolo in molti lavori.
Ad esempio, custodivano i bambini
mentre i genitori erano nei campi, o
riuscivano addirittura a portare stretti fra i
denti, secchi per innaffiare le piante.
La loro popolarità si era rafforzata da
quando, molti anni prima, una volpe
aveva salvato un vecchio e un bambino
dall’attacco di un lupo. Ma poi le cose
cambiarono. Con l’avvento dell’era
moderna, l’uomo decise che poteva reso loro merito e un giorno quando le
permettersi di maltrattarle e fu così che cose fossero cambiate, sarebbero potute
le volpi se ne andarono da Volpago, ritornare al luogo natio, la loro amata
trovando nella montagna un antro Volpago.
nascosto. Con la saggezza, le più anziane, Da “Fiabe e leggende del Montello” di
placando l’ira delle sorelle più giovani, Laura Simeoni
che si consideravano delle deportate,
le convinsero che la pazienza avrebbe 123
Sono sei le fasi necessarie per ottenere contenitori e dei tappi. Quindi bottiglie
Tutto quello che il miglior risultato in questa delicata e perfettamente pulite; quelle nuove di
avreste voluto sapere complessa operazione. Innanzitutto la vetreria si presentano già sterilizzate,
sul vino e che non preparazione e il controllo del vino, dove quelle usate vanno lavate accuratamente.
avete mai osato verranno valutate l’acidità, evitando Per quanto riguarda i tappi invece, in
approfondire… possibili ossidazioni; la fermentazione; commercio ne esistono molti. Il tappo
la limpidezza; la stabilità dei sali, corona che chiude benissimo e costa
L’imbottigliamento
controllando la temperatura in cantina; il molto poco. E’ sempre stato usato per il
Come qualsiasi operazione di travaso,
controllo analitico, che prevede l’analisi vino comune, non perché funzioni male,
anche l’imbottigliamento del vino dovrà dell’alcool, dell’acidità fissa e volatile, ma è poco poetico: una bottiglia col
avvenire nel migliore dei modi e dovrà dell’anidride solforosa libera e totale. tappo corona non è ben considerata dal
essere fatto con cura. Ogni errore è una Ultima, ma non meno importante è degustatore. Quello a vite viene usato
perdita di qualità. la degustazione meditata e attenta. per i vini dolci e liquorosi. Meno comune
Quindi, imbottigliare bene è la premessa L’esperto sa che il vino morbido dura il tappo a strappo, fatto da una lamina di
per salvaguardare la qualità del vino, per meno all’invecchiamento, mentre quello alluminio munita di linguetta da strappare.
mettere le basi migliori all’invecchiamento più acerbo, di corpo tanninico, non Il tappo in materiale plastico sta tentando,
e per esaltarne la fragranza. ossidato, è quello più adatto ai lunghi anni in questi ultimi anni, di sostituire quello
Preparare il vino per la bottiglia significa di riposo nelle cantine. classico in sughero, ma nulla riesce a
124 iniziare ad operare dalla vigna. Poi si passa alla preparazione dei scalzare la tradizione. Il tappo in sughero
è certamente il più bello e il più poetico. Alcune cantine dispongono di impianti
In effetti, da che esiste la bottiglia, di filtrazione dove si può eseguire
esiste il tappo in sughero. Il sughero l’imbottigliamento sterile, ma in altre, meno
viene prodotto da la Quercus suber (la attrezzate, bisognerà fare attenzione a
Quercia da sughero), coltivata in tutto il non imbottigliare durante la fase biologica
bacino del Mediterraneo ed è importante del vino, cioè in primavera con l’arrivo del
sapere che solo dopo trent’anni dal suo caldo.
impianto si potrà estrarre il sughero Il vino va imbottigliato in giornate limpide
per la fabbricazione dei tappi. La pianta con assenza di vento, mai quando piove o è
viene decorticata fino all’altezza dei umido e ventoso.
rami più grossi, poi le cortecce vengono Si passa poi al riempimento delle bottiglie,
accatastate per circa sei mesi, quindi Una curiosità: il difetto principale di un dove va tenuto conto delle importanti
sono bollite e nuovamente essiccate. tappo di sughero è quello di conferire al norme di pulizia. E non solo, il metodo del
L’operazione successiva consiste nel vino il famoso “gusto di tappo”, infatti, il riempimento delle bottiglie è un’arte, il vino
taglio a strisce, poi nella preparazione dei tappo dopo la preparazione può ancora deve scendere nella bottiglia lentamente,
cubetti che, una volta smerigliati negli contenere, al suo interno, muffe che, non deve gorgogliare, non deve fare
angoli, diventano dei cilindri. Saranno fuoriuscendo, contaminano il vino. schiuma. Il livello del vino deve essere più
ancora lavati, sbiancati e sterilizzati La terza fase importante è la scelta del alto possibile in modo da ridurre al massimo
prima di essere posti in commercio. momento più adatto all’imbottigliamento. la quantità d’aria tra questo e il tappo. 125
La penultima fase è ovviamente la Per finire, va sottolineato che c’è un rituale
tappatura. Va scelta una buona macchina, della stappatura: la bottiglia va aperta
e si consiglia di usare tappatrici il cui in presenza dell’ospite. Prima si taglia la
pistone che comprime il sughero scenda
capsula, poi usando un buon cavatappi
verticalmente, al posto di quelle a leva.
La sesta e ultima fase consiste nella si infila il “verme” per tre quarti della sua
conservazione delle bottiglie, che devono lunghezza, al fine di evitare spiacevoli
essere posizionate orizzontalmente e, sbriciolamenti di tappo nella bottiglia, poi
se il vino è ben preparato non formerà dopo aver pulito l’imboccatura si annusa il
depositi. La cantina deve essere fresca a
tappo e si versa una piccola quantità di vino
temperatura costante, la luce altera il vino arrivi a temperatura. Per i vini rossi di
nel bicchiere, per l’assaggio preliminare.
e per questa ragione non si usano mai gran corpo, invecchiati, è consigliabile
bottiglie bianche, ma solo verdi, marroni Si consiglia di versare dolcemente e
aprire la bottiglia qualche ora prima
o gialle. della degustazione, lasciando il tappo lentamente e in seguito di non riempire mai il

appoggiato sull’imboccatura. Un’altra bicchiere oltre la metà.


Come stappare il vino operazione corretta è stappare la bottiglia
Se si tratta di un vino da servire freddo, poco prima dell’assaggio e versarne il Le temperature
come la maggior parte dei bianchi, contenuto in una apposita caraffa. Ogni vino per esprimere il meglio di se stesso
basterà metterlo nell’apposito cestello Con questo travaso il vino libera deve avere una temperatura ideale. In realtà
del ghiaccio, o lasciarlo in frigorifero, lentamente la grande quantità di profumo la temperatura ideale per l’abbinamento
126 nella parte meno fredda, in modo che a lungo imprigionata nella bottiglia chiusa. vino/cibo è quasi del tutto soggettiva.
I bicchieri il profumo del vino due volte, lasciando
Si sa che il vino non è una bevanda qualsiasi, riposare l’olfatto tra una inspirazione
racchiude in sé storia, civiltà, fatica, amore, e l’altra. Verranno in mente i fiori, i
passione ed è per questo che il bicchiere frutti, le erbe, le foglie, il fieno tagliato,
deve essere all’altezza di tale nettare. il profumo del sottobosco e così via.
Il concetto del bicchiere è presto detto: non
Franchezza, finezza, intensità e armonia
deve mai per nessuna ragione nascondere
queste le qualità che verranno prese in
qualcosa del vino. Sia un calice lungo e
considerazione in sequenza.
stretto, sia invece panciuto e grande, sia
Per finire il gusto. Il momento magico,
ingentilito con una forma a corolla, o che
l’apoteosi dopo una lunga preparazione.
abbia uno stelo sottile, ogni bicchiere ha il la tonalità, la limpidezza. Questi i primi
suo fascino. Un piccolo sorso e il mondo delle
gesti che compiono gli amanti del vino.
Poi l’olfatto. È questo il grande laboratorio sensazioni ha campo libero. Non vale la

La degustazione dove vengono riconosciuti pregi e pena di aggiungere altro, bisogna solo
La degustazione si riassume infine in difetti. Si usa dire che l’analisi olfattiva provare.
un’analisi sensoriale, un momento poetico sia importante più di quella gustativa,
molto personale. Il primo senso ad essere non foss’altro per il contatto stretto che
coinvolto è la vista. Si osserva perciò il questo senso ha con la più profonda parte
vino mentre scorre, se ne ammira il colore, del nostro lato emozionale. Si inspirerà 127
Seconda parte.
DA CORNUDA SI PERCORRE UN ANELLO
PER POI RITORNARE A CORNUDA.

dagli dei, non ve ne sono mai abbastanza:


“Voglio che sia dato a Mad.a Marietta da
dalle variazioni di luce al dolce microclima,
Canal mia carissima sorella botte due di
per non parlare poi dell’intrinseca bellezza
vino all’anno fino che viverà, come si è
naturale. E che dire del fenomeno della neve
fatto sempre fino adesso…”
di primavera? Quell’improvviso imbiancare
[Dal testamento di Marcantonio Barbaro (1518-
di tutti i colli per la fioritura di mille ciliegi i cui
1595), committente del Palladio nella costruzione
petali, con un leggero colpo di vento, volano
della Villa Maser, a proposito dei vini della tenuta]
e si posano ovunque, un effetto di neve,
impalpabile e profumato.
Una volta arrivati a Cornuda e lasciato alle
Lungo il tragitto che conduce ad Asolo si
spalle il Montello il paesaggio, seppur di
poco, cambia la sua fisionomia. incontrano ancora numerose ville, fra le
Si sta entrando nel comparto dei colli quali spicca, per magnificenza e meritata
Asolani. Da questo momento in poi il fama, Villa di Maser, il capolavoro di Andrea
visitatore deve sapere che ha avuto accesso a Palladio. Oggi sede operativa del Consorzio
un piccolo Paradiso. Sì, perché di argomenti di Tutela dei Vini del Montello e Colli
128 per dire che questo luogo è stato toccato Asolani.
Pederobba
Granigo San Giovanni
Cima Grappa Virago Bigolino
Cavaso del Tomba Vitipan Vidor
Vettorazzi Curogna Rive Carlot
Onigo Covolo
Possagno Caniezza Castelcies Castelli Levada
Guizzetta Pia
Fietta ve
S. Vettore S. Urbano
Crespano
del Grappa Monfumo Cornuda
Cassanego Castelcucco Crocetta Ciano
La Valle del Montello
Paderno
Borso del
Grappa S. Eulalia del Grappa Casonetto
Pra de Roda
Maser
Fonte Alto Pagnano ASOLO
Semonzo Crespignaga Coste
Pederiva

Liedolo Biadene
Sopracastello One' Caerano di San Marco
Casella d'Asolo
PROVINCIA DI Fonte Sant'Apollinare
Madonna della Salute
VICENZA San Zenone degli Ezzelini Villa d'Asolo
Villaraspa
MONTEBELLUNA 129
Lauro
Continuando verso Asolo, costellano il
tragitto altre ville di enorme pregio storico
e stilistico, che nemmeno il paragone con la
Villa di Maser riesce a mettere in ombra.
Villa Rinaldi, una graziosa costruzione
seicentesca, al centro di una vasta tenuta
che si sviluppa tra colle e piano. Scalinate e
balaustre conducono a una bella terrazza.
Nel 1663 Francesco Rinaldi, attento cultore
dell’arte, si propone di farne una delle
più belle ville del Veneto e dispone un
ambizioso progetto di ampliamento, non
dimenticando di commissionare ai pittori di
Scuola veneta una serie di affreschi. Andrea
Celesti dipinge il salone e le stanze centrali
con scene mitologiche. conduce a Castelli. Qui merita una visita il bellissimo maglio
Lasciando la pianura si sale verso Asolo, E’ questa una deviazione che davvero del XV secolo, utilizzato fino al 1979 per la
girando al bivio di Casella, percorrendo un raccomandiamo. lavorazione del metallo.
“foresto” (così si chiamano le strade che si Il paesaggio dei colli retrostanti Asolo, pur La data di costruzione, 1468, è incisa sulla
inerpicano fino ad Asolo) orlato di cipressi trattandosi di un’area di limitata estensione, pietra. Il complesso architettonico è volto
e boschi, lungo il quale una serie di scorci e rappresenta la quintessenza di tutte quelle a sud e consiste in tre distinti corpi, così da
panorami lascia il visitatore senza parole. qualità e peculiarità che, da molte pagine, formare una corte fatta a “U”.
Dopo una visita alla città di Asolo, sarebbe andiamo decantando in questa guida. A ridosso del canale c’è l’officina, con due
130 consigliabile prendere la strada che Superata Asolo, si raggiunge Pagnano. ruote a pale e un raro esempio di tromba
ripercorre la strada a ritroso per immettersi
nuovamente nel percorso principale.
La direzione da prendere ora è Fonte Alto,
la parte più elevata dal territorio comunale.
Paesaggio di straordinaria suggestione:
il Massiccio del Grappa a Nord e le
colline a Sud. A Fonte Alto una sosta sarà
d’obbligo per visitare la chiesa e la “Casa
dei Mestieri”. Superata Fonte si entra nel
comprensorio di San Zenone degli Ezzelini.
Qui, dal Santuario della Madonna Rossa,
su una collina di 220 metri, luogo dove una
volta si ergeva il Castello degli Ezzelini, lo
sguardo è libero di spaziare verso il Grappa
e giù fino a Bassano.
eolica di concezione leonardesca. panorama. Lungo i pendii meglio esposti Il panorama a 360˚ ha sicuramente ispirato
Fra i luoghi da visitare consigliamo si trovano i vigneti coltivati su piccoli molti artisti veneti, quali Noé Bordignon e
Monfumo, che se ne sta abbarbicata ciglioni o a tagliapoggio, mentre i casali Wolf Ferrari.
intorno alla sua candida chiesa parrocchiale. rurali sulle sommità conservano le tipologie Continuando a vagare con lo sguardo
Qui, anticamente, c’era il Castello dei del passato. I punti panoramici intorno non si può non pensare alle tristi vicende
Maltraversi, di cui restano poche pietre. a Monfumo sono numerosissimi, verso medievali, quando infinite e truci lotte tra
I colli hanno profili dolci e sono in gran Castelli è frequente incontrare ancora oggi i feudatari, divenuti guerrieri senza pietà,
parte ricoperti da prati e boschi. Sono i pagliai a forma di cupola. facevano scorrere fiumi di sangue per
cipressi a rendere ancor più suggestivo il Dopo questa full immersion nella natura, si l’ottenimento di qualche pezzo di terra. 131
Impossibile non ricordare la storia di che la fortezza ezzeliniana di San Zenone
questa regione, disseminata di castelli, (metà del XIII secolo), rappresenta l’esempio
ruderi, rovine di torrioni, siti fortificati che più ardito di tale sistema architettonico. Le
arrivano fino alle rive del Piave! Infatti, dal X tecniche innovative, messe in atto grazie
secolo d.C. l’Europa cristiana vede sorgere ai contatti fra le maestranze venete di
innumerevoli castelli e fortificazioni, intorno Ezzelino III e gli architetti arrivati dall’Italia
ai quali si organizza un nuovo assetto del meridionale, inviati dall’Imperatore Federico
territorio. In tutta l’Italia settentrionale II, hanno fatto sì che la residenza degli
e in quello che oggi è il nostro Veneto Ezzelini si distinguesse al di sopra delle altre,
la fortuna di questo nuovo sistema di anche se oggi i pochi resti ci lasciano solo
popolamento è dovuto in sostanza a due intuire la magnificenza di questa costruzione.
motivi: primo il diffuso bisogno di sicurezza La strada si dirige ora verso Paderno del
causato, non solo dalle incursioni degli Grappa, tocca Possagno, da qui ridiscende
Ungheri, in seconda analisi, la situazione a destra verso Castelli, Onigo, San Vettore
di instabilità politica e quindi dal desiderio e rientra a Cornuda, dove meritano una
di attrarre i cittadini attorno al castello. visita il Santuario della Madonna della
Sulle colline trevigiane sono numerose le Rocca, edificio risalente al XVI-XVII secolo,
testimonianze, ora sotto forma di rovina, e l’Oratorio di San Rocco, lungo la strada
di questi insediamenti. Sicuramente i del vino, che porta a Maser. E’ la Val Cavasia
ruderi architettonici più significativi si quella al centro della quale si trova Possagno.
trovano a San Zenone, Fonte, Rovèr, Asolo, Una grande distesa di prati tra i contrafforti
Castelcucco, Castelciès, Cavaso, Onigo, meridionali del Monte Grappa a Nord e una
Maser, Monfumo, Cornuda, Pederobba, successione di colline che arrivano fino alla
132 Crespignaga e Castelli. Va ricordato inoltre riva occidentale del Piave, a sud.
Basta dire Possagno e a tutti viene in mente dimora di campagna, ma soprattutto il
Canova. La sua casa natale è lì, nel cuore luogo dove i fratelli, lontano dalla vita
della cittadina. Lì è dove il meraviglioso veneziana, potevano esercitare i loro
scultore fece ritorno per passare immensi interessi umanistici.
indisturbato gli ultimi anni della sua vita. Addossata ai Colli Asolani, la costruzione
Una visita è d’obbligo alla Gypsoteca, che è leggermente sopraelevata e spicca in
conserva bozzetti, calchi e modelli originali mezzo al verde del grande parco che la
in gesso, e al Tempio Canoviano che si trova circonda.
non lontano dalla casa natia dell’artista. Ritornando ai tre maestri che hanno
contribuito a renderla quello che è, ci
VILLA DI MASER. TRE NOMI piace rievocare le parole del grande storico
CHE DANNO VITA A UN dell’arte Federico Zeri, che spesso diceva
CAPOLAVORO. PALLADIO, “non c’è nulla secondo me, di più classico
VERONESE E VITTORIA che il connubio tra la scultura del Vittoria,
La sapienza architettonica di Andrea l’architettura del Palladio e la pittura di
Palladio, il virtuosismo illusionistico di Paolo Paolo Veronese”.
Veronese e l’arte scultorea di Alessandro Per quanto riguarda Palladio, certo si può
Vittoria hanno fatto della Villa di Maser uno dire che ha applicato in toto il suo noto
dei vertici assoluti dell’arte di tutti i tempi. principio secondo cui, “la bellezza risulterà
Costruita nel 1560 per i fratelli umanisti dalla corrispondenza del tutto con le parti,
Daniele, patriarca di Aquileia, e delle parti tra loro, e di quelle al tutto”.
Marcantonio Barbaro, ambasciatore della La composizione architettonica è imperniata
Repubblica di Venezia, doveva rievocare il attorno al corpo centrale, che ospita le
modello della villa classica. Non unicamente stanze del soggiorno, ispirato al fronte di 133
di cui una più grande, con la magnifica
ASOLO. ASOLANDO.
fontana di Nettuno. In questa specie di
UN POETA:
giardino segreto è racchiusa tutta l’arte ROBERT BROWNING
del Vittoria che vi ha dedicato una cura
particolare, forse anche per far contento “How many a year, my Asolo, Since
Marcantonio Barbaro, scultore dilettante. – one step just from sea to land –
E, per finire, la decorazione a fresco I found you, loved yet feared you so, for
del corpo centrale messa a punto dalla natural objects seemed to stand palpably
geniale intuizione di Paolo Veronese. fire-clothed! No”…
L’artista porta i modelli decorativi
cinquecenteschi ad un risultato sommo. (Quanti anni, Asolo mia, da quando -
Con la magistrale tecnica dell’affresco, il un passo appena dal mare alla terra – ti scoprii,
pittore crea continue illusioni prospettiche tanto ti amai e anche ti temetti, poiché gli elementi
un tempio greco; ai lati si snodano le due dando vita a scorci e panorami. naturali parvero presentarsi tangibilmente rivestiti
barchesse arretrate e più basse rispetto al Spalanca soffitti, apre finestre, crea di fuoco! No.) Robert Browning
corpo centrale, costituite da un porticato balconate.
a otto arcate. Infine alle estremità si alzano L’ambiente si popola di divinità olimpiche Volendo, Asolo la si gira in mezza giornata,
due ampie volute che nascondono le e figure allegoriche che si mescolano, ma si avrebbe voglia di passarci una vita,
colombare. grazie alla sapiente tecnica del trompe- soggiogati dalla stessa malia che colpì non
Le sculture, realizzate da Alessandro l’oeil, ai ritratti dei padroni di casa, degli pochi personaggi famosi. Uno fra questi, il
Vittoria, adornano il giardino, una volta animali e degli oggetti. Che aggiungere poeta inglese Robert Browning, il primo ad
assai ricco di aiuole, oggi semplice e ancora? Nulla. Meglio guardare in usare la parola asolando.
lineare. L’opera del Vittoria culmina oltre silenzio. In realtà questo è il titolo del sua ultimo
134 la strada con le due esedre semicircolari, volume in versi, che fu pubblicato a
Venezia nel 1889. Maestro del monologo con la poetessa Elisabeth Barret che divenne
drammatico e dell’introspezione psicologica, poi sua moglie.
egli ha anticipato alcuni motivi della poetica Asolando di qua e di là è consigliabile una
novecentesca. visita al Duomo che custodisce alcune
Asolo è una gemma preziosa incastonata fra splendide tele, in particolare l’Assunta
luoghi incantati. Sul colle c’è la Rocca, una di Lorenzo Lotto e una seconda Assunta
fortificazione a forma di poligono irregolare di Jacopo da Ponte detto il Bassano.
con una unica entrata, costruita con Una curiosità da non perdere, la Casa
muraglie di sassi alte quindici metri e spesse Longobarda, chiamata così dall’iscrizione
quattro, risalente all’XI secolo e edificata che attesta l’origine lombarda dell’autore
intorno a quello che doveva essere l’antico proprietario. La bizzarra residenza, opera
insediamento. Subito sotto la fortificazione dello scultore/artista Francesco Graziolo, è
si dispone, sul dorso e sui fianchi del rilievo, costruita in pietra tufacea ed è sovraccarica
quella che viene chiamata “la città dai di motivi simbolici, misteriosi e inquietanti. Giacomo Lusignano, re di Cipro, che aveva
cento orizzonti”. E’ banale dirlo, eppure usurpato il trono a Carlotta di Lusignano,
si continua a ripeterlo: la città è romantica legittima erede. Dopo il matrimonio
CATERINA CORNARO,
come poche al mondo, raffinata ed elegante, ELEONORA DUSE, celebrato per procura, viene accompagnata
è il luogo dove l’arte, la storia, la natura si FREYA STARK. LE TRE DAME al Lido con il Bucintoro da dove si imbarca
sono fuse in un disegno armonico. Sempre CHE AMARONO ASOLO sulle galee della Serenissima, alla volta di
il nostro Browning in una lettera scriveva”… Cipro. E qui si apre una delle pagine più
Questo luogo mi riempie d’ammirazione… Caterina Cornaro nasce a Venezia nel 1454 misteriose della Repubblica Veneta: la morte,
L’immenso incanto del paese circostante da Marco Corner, pronipote del Doge e da in circostanze mai chiarite, di Giacomo di
è indescrivibile, e non ne vidi mai altro Fiorenza Crispo, duchessa dell’Arcipelago. Lusignano, consente al Senato veneziano,
d’eguale”. Qui egli visse le più belle giornate A quattordici anni viene data in sposa a il 21 febbraio 1478, di annettere il regno di 135
Cipro. Sempre il Senato successivamente
provvederà a spedire in “dorato” esilio
Caterina ad Asolo ed ordinerà al fratello
Giorgio Corner di raggiungere il Capitano
Generale a Cipro e di esercitare tutta la
sua influenza per convincere la sorella ad
abdicare in favore della Serenissima.
Il 26 febbraio a Famagosta, dopo un
solenne “Te Deum”, la bandiera dei
Lusignano viene ammainata e sale il
gonfalone di San Marco. La cerimonia viene
ripetuta alla presenza della Regina in tutte
le città cipriote, compresa Nicosia.
Caterina consegna la corona di Cipro
al Doge ed esautorata del suo potere
viene rimpatriata a Venezia. Il 18 marzo
1489, vestita di nero, la Regina lascia per
sempre l’isola di Cipro. Venezia le prepara Si fa poi costruire una villa ad Altivole, il rimane ben poco.
un’accoglienza magnifica, ma il 20 giugno Barco in mezzo a un parco, dove l’arte Quando Eleonora Duse arrivò ad Asolo,
dello stesso anno parte per Asolo. gareggia con la natura. Pietro Bembo, ospite della sua amica Lucia Casale, si
Anche se la sovranità ad Asolo sarà molto umanista, scrittore e buon amico della innamorò subito del luogo e desiderò avere
limitata, ella stabilisce la sua corte a Palazzo Regina di Cipro, non esagera quando una casa per lei.
Pretorio, sontuoso castello di origine definisce questo luogo il Paradiso. Acquistò un bel palazzo in via Canova, che
136 medievale. Oggi purtroppo della splendida dimora a dire il vero abitò ben poco, preferendo
un turbinio di spostamenti, nuove lingue ed
evoluzioni familiari.
Instancabile viaggiatrice e assetata
di conoscenza, investì gran parte
delle sue energie e dei suoi denari
nell’apprendimento dell’Arabo e di altre
lingue, che diventarono strumenti di
lavoro. Viaggiò in Turchia, Medio Oriente,
Grecia. Fu Crocerossina in Carso durante
la Prima Guerra Mondiale e nel 1927 partì
per l’Oriente, dove fino al 1937 organizzò
spedizioni in Libano, Siria, Iraq, Persia e
Arabia. Allo scoppio della Seconda Guerra
Mondiale si impegnò nello Yemen e in
Egitto, dove fu la promotrice di una rete di
propaganda clandestina la “Fratellanza”.
Nel dopoguerra ricominciò a viaggiare, fino
sostare in albergo. Qui ricevette le visite volle essere sepolta ad Asolo, nel cimitero a compiere una spedizione in Nepal all’età
di Gabriele D’Annunzio e la loro storia di Sant’Anna, rivolta per suo preciso volere di 88 anni, ripercorrendo il cammino di
d’amore fece il giro del mondo. alla montagna che riteneva sacra, il Grappa. Alessandro il Grande. La sua vita si lega alle
Dopo 12 anni di riposo la Duse sentì di Freya Stark fu portata ad Asolo, bambina, personalità del suo tempo, da Churchill, alla
nuovo il richiamo delle scene. Il ritorno dai suoi genitori. La sua vita non conobbe Regina Madre, fino a Lawrence d’Arabia.
al suo amato pubblico durò però solo tre soste. Nata in Inghilterra nel 1883, crebbe Anche il Foreingn Office le affidò importanti
anni, infatti morì nel 1924 a Pittsburg, ma fra il paese d’origine, la Francia e l’Italia, in missioni. 137
Asolo fu sempre il suo “buen retiro”, il unito di Comuni e Signorie. Ben presto si
luogo dove amava ritornare e dove morì impadronisce di Treviso, Padova, Vicenza,
all’età di 100 anni. Riposa al cimitero di Verona, cinge d’assedio Mantova e occupa
Sant’Anna, a pochi passi dalla tomba della Brescia. Si prepara poi a sferrare il grande
Duse. attacco al Milanese. Si tratta del “grande
assalto” di cui parla Dante nel IX canto del
GLI EZZELINI A SAN ZENONE
Paradiso. Ad ogni buon conto viene fermato
Vicino a San Zenone, su di un colle, si e sconfitto dai Guelfi a Cassano d’Adda.
staglia, solitaria, una torre. A discapito della Fatto prigioniero è ferito e muore, secondo
bellezza paesaggistica, questo luogo fu quanto viene tramandato, per essersi
teatro di vicende tristi e cruente che vale la strappato le bende, che coprivano le ferite,
pena di ricordare. in un impeto d’ira.
La piccola torre è ciò che rimane di uno Nelle leggende che narrano la sua storia, di
dei castelli della potente famiglia degli appellativi gliene sono stati affibbiati molti:
Ezzelini. Ed è proprio qui che ebbero il Tizzon d’Inferno, il Diavolo Nero, il Crudele.
loro epilogo le vicende di Ezzelino III e di La via dell’odio è ormai segnata ed un altro
suo fratello Alberico.Gli Ezzelini erano di componente della famiglia subisce a sua
stirpe germanica e, al seguito di Corrado volta una sorte infausta. E’ Alberico, fratello
il Salico, erano arrivati in Italia nell’XI di Ezzelino III, che viene tradito e assediato
secolo. Il più famoso resta Ezzelino III, tanto nel Castello di San Zenone.
valoroso ed audace quanto spietato, con E dopo aver assistito allo strazio della morte
pretese di dominio assoluto, tant’è che di sua moglie e dei figli, è squartato, portato
verso la metà del Duecento decise di fare a Treviso e bruciato in Piazza Maggiore.
138 dell’Italia settentrionale un grande regno La sorella Cunizza, invece, si sposa tre volte
e colleziona vari amanti. Infatuata della una immensa valle del Nord Italia.
poesia, si innamora di Sordello da Goito L’edificio, che fonde i due archetipi
dal quale si fa rapire, ma lui le preferisce dell’architettura classica greco-romana,
un’altra dama. Cunizza ebbe però l’onore il pronao dorico del Partenone e il corpo
di essere messa nel terzo cielo del Paradiso circolare a cupola del Pantheon, era stato
tra gli spiriti amanti, forse anche per le ideato dallo stesso Antonio Canova come
numerose opere di penitenza che compì nuova chiesa del paese, nel 1819. Fu lui
alla fine della sua vita, riscattando la stesso a sostenerne tutte le spese, mentre
reputazione di tutta una famiglia che si era gli abitanti, secondo un’antica tradizione
macchiata di sangue. veneta, offrivano la loro manodopera
gratuitamente nei giorni festivi e
CANOVA E POSSAGNO procuravano i materiali.
Certamente una delle soste d’obbligo è Il Tempio fu terminato nel 1830, dopo la
Possagno, la patria dell’insigne scultore morte dello scultore e infatti egli ebbe
Antonio Canova, dove è possibile visitarne solo modo di iniziare la grande opera di
la casa natia, la Gypsoteca che, annessa decorazione scultorea interna, che si era
alla casa, raduna il materiale proveniente ripromesso di fare.
dallo studio romano dell’artista. Quello che
forse stupisce maggiormente il visitatore IL CLIMA PERFETTO PER I FIORI
è il Tempio, non foss’altro perché è Il clima dell’Asolano è mite e sanissimo;
davvero strano trovarsi al cospetto di una l’aria è di carattere alpino, ma senza quella
costruzione classica che, invece di essere in rigidezza propria delle montagne, qui è solo
Magna Grecia o comunque verso il Sud del fine e pulita. A febbraio l’inverno è già finito
Mediterraneo, si proietta nel vasto spazio di e i Mandorli iniziano a fiorire. 139
Le pendici del Grappa e il Montello sono da e così via. rocce e le erbe ancora secche occhieggiano
sempre celebrati dai botanici per la grande I colli Asolani rispecchiano la flora del fiorellini di varie tonalità. A marzo la fioritura
varietà e la rarità di alcune specie di fiori. Grappa: i pendii soleggiati e le umide è al culmine e nei punti più esposti iniziano
Sempre da Saccardo apprendiamo che vallette sono zone adatte alla vegetazione a fare capolino le Pratoline, i Narcisi sono in
nelle zona esistevano “oltre 150 piante di svariatissime specie di fiori. In primavera, boccio, Mandorli e Biancospini si ricoprono
quasi tutte alpine”. Nel suo trattato (Flora i primi a spuntare sono le Mammole della prime infiorescenze.
del Trivigiano – Flora del Montello), si profumate, gli Ellebori e le Genziane;
citano, fra le altre, la Peonia peregrina, la seguono dopo pochi giorni gli Anemoni e il
Myrris odorata, il Leonthopodium alpinum Leucoium vernum, una candida campanula
(Edelweiss), la Nigritella, il Rhododendrum dall’intensa fragranza amarognola. Fra le
140
AREA DOC “MONTELLO E COLLI La tradizione vitivinicola dell’area in
ASOLANI” analisi affonda le sue radici nei tempi
della Serenissima Repubblica di Venezia,
La zona di produzione DOC “Montello che conosceva bene e preferiva i vini
e Colli Asolani” si sviluppa a Nord della provenienti dalla Marca Trevigiana.
città di Treviso, nella prima fascia collinare A quell’epoca, nelle grandi proprietà
pedemontana. La parte che riguarda il terriere, sorgevano le famose ville venete e
Montello inizia a Nervesa della Battaglia il vigneto ricopriva un ruolo fondamentale
e va fino a San Zenone degli Ezzelini, a per l’attività dei proprietari terrieri. Già nel
Nord invece, nel comprensorio asolano, 1400 vi sono ambienti strutturati a cantina
comprende le fasce collinari e la pianura di all’interno delle barchesse.
connessione fra queste, dalle pendici del Anche in queste zone è presente la
Grappa alla città di Asolo. vocazione alla produzione di uve di
I terreni di queste colline, al limite Prosecco, che si differenzia, grazie
settentrionale della pianura padana, alla diversa conformazione geologica
tra Piave e Monte Grappa, sembrano dei terreni, da quello di Conegliano e
rincorrersi e accavallarsi nel sinuoso e Valdobbiadene, per un leggero, ma
lento movimento di un’onda verde. Il clima inconfondibile retrogusto mandorlato.
è mite e temperato, senza sbalzi eccessivi La denominazione “Montello e Colli
tra una stagione e l’altra e quindi, sotto Asolani” è riservata ai vini ottenuti da uve
l’aspetto climatologico, la zona rivela i cui vigneti corrispondono per l’85% a
condizioni favorevoli alla coltura della vite. vitigni di: Prosecco, Chardonnay, Pinot 141
Bianco, Pinot Grigio, Merlot, Cabernet Il Consorzio. Buone notizie e progetti
Franc e Cabernet Sauvignon. Dal 1994 il Consorzio si è prefissato il
Da alcuni anni si affiancano due varietà compito di aprirsi alla realtà produttiva
autoctone, la Bianchetta, il Carmenere. locale, diventando un interlocutore valido,
La zona produce vini rossi di stoffa come punto di riferimento per varie iniziative
il Cabernet, nobile vino reso ancora che mirano a valorizzare la tipicità dei vini
più importante dall’invecchiamento; di e tutelano la denominazione di origine
sapore intenso, è molto gradevole, se controllata e infine ne promuovono
giovane è invece lievemente erbaceo. Va l’immagine. Un consistente numero
servito a temperatura di 18˚ ed è adatto di nuove adesioni di produttori sta a
per accompagnare piatti di una certa sottolineare la crescente attenzione e la
importanza. sempre maggior consapevolezza verso
Il Merlot è un buon vino giovane, intenso i compiti di tutela, di promozione e di
e caratteristico, diventa un gran vino se valorizzazione della vitivinicoltura. Oggi le
invecchiato. aziende socie del Consorzio, di piccole e
Il Prosecco, che viene commercializzato grandi dimensioni, di produzione diretta
in 2 versioni, tranquillo e spumante, è ed industriali, rappresentano il 50%
caratterizzato dall’aroma fruttato ed è dell’intera produzione a denominazione.
adatto a qualsiasi occasione. Nell’area del Montello e dei Colli Asolani,
Ultimi arrivati sono il Pinot e lo assistiamo in questi ultimi anni a una
Chardonnay, vini di ottima qualità progressiva evoluzione della viticoltura
142 soprattutto se in versione tranquilla. che ora sta vivendo un momento felice
di crescita costante. Negli ultimi tre anni di mezzo secolo. Le uve di Cabernet
infatti, ha visto aumentare la superficie Sauvignon (65%), Cabernet Franc (20%),
inscritta dai 272 ha del 2000, ai 473 ha del Merlot (10%) e Malbech (5%) vengono
2003. fermentate per una ventina di giorni prima
di essere affinate per almeno 24 mesi in
Il rosso del Generale De Gaulle botti di rovere francese e poi in bottiglia
Nel 1967 il Generale De Gaulle si per un anno. Di questo vino colpiscono
trovava ad una cena dove i vini non lo il colore rosso rubino, i profumi erbacei e
soddisfacevano per nulla. Ad un certo speziati e l’equilibrio tra acidità e tannicità.
punto arrivò in tavola un nuovo rosso e Il gusto è morbido e possente allo stesso
si narra che il Generale se ne uscì con tempo.
questa battuta:”Questo si è uno dei
nostri”. In realtà il vino non era francese,
ma aveva solamente un taglio bordolese,
fatto con uve venete. Il vino prese il nome
di “Capo di Stato” e il produttore era il
Conte Loredan Gasparini, discendente
del Doge Leonardo Loredan, proprietario
di una Villa alle pendici del Montello.
Il “Colli Trevigiani Capo di Stato” nasce
dallo storico vigneto denominato “Le
100 piante”, dove crescono filari vecchi 143
Az. Agr. Basei s.n.c. Az. Agr. Case Paolin - Az. Agr. Pozzobon
LE via General Vaccari, 11 Emilio s.s.
Venegazzù, Volpago del Montello via Madonna Mercede, 53
CANTINE Tel. e fax +39 0423 22127 Volpago del Montello
info@agriturismobasei.it Tel. e fax +39 0423 871433
info@casepaolin.it - www.casepaolin.it
Az. Agr. Bele Casel - Ferraro Luca
via Moresca, 136/C - Caerano S. Marco Az. Agr. Ca’ Rossa - Saporiti Angelo
Tel. +39 0423 859795 - fax +39 0423 650909 via Bassanese, 290 - Crespignaga -Maser
Az. Agr. Agnoletti Ida info@belecasel.it - www.belecasel.it Tel. +39 0423 546041 - fax +39 0423 928106
via Saccardo, 55 savina.saporiti@carossadoc.it - www.carossadoc.it
Selva del Montello - Volpago del Montello Az. Agr. Biondo Jeo di De Lucchi Marini
Tel. e fax +39 0423 620947 Annalisa Soc. Agr. Colli Asolani di Bedin Enrico & C. s.s.
agnoletti.vini@gmail.com via Biss, 1 - Castelli - Monfumo via Pasubio, 22 - Cornuda
www.agnoletti.it Tel. e fax +39 0423 560204 Tel. +39 0423 83317 - fax +39 0423 639411
biondojeo@alice.it info@colliasolani.it - www.colliasolani.it
Az. Agr. Amistani Guarda Venegazzù s.r.l.
via Piave, 27 Az. Agr. Bolzonello Luigi Az. Agr. Costa Nerino
Crocetta del Montello via Franzoia, 22 - Cornuda via Cimitero, 24
Tel. 0423 9707 - fax 0423 869355 Tel. +39 0423 639362 - fax +39 0423 821063 Biadene - Montebelluna
mionetto@mionetto.it villabolzonello@libero.it - www.villabolzonello.com Tel. e fax +39 0423 600673
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Az. Agr. Barchessa Loredan Gasparini Az. Agr. Cant. Soc. Montelliana e dei Colli
Via Frà Giocondo, 57 Asolani Az. Agr. Di Serafini Francesco, Vidotto
Selva del Montello via Caonada, 2/A - Montebelluna Antonello e C. s.s.
Tel. e fax +39 0423 620244 Tel. +39 0423 22661 – fax +39 0423 22650 via Luigi Carrer, 8/12 - Nervesa della Battaglia
info@barchessaloredan.it info@montelliana.it - www.montelliana.it Tel. +39 0422 773281 - fax +39 0422 886707
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144
Az. Agr. Dal Bello Antonio Az. Agr. Pat del Colmel - Colmello di Forner Az. Agr. Vettorel Nicola
via Belli, 2 - Fonte Lino e Matteo s.s. via Solstizio, 20 - Giavera del Montello
Tel. +39 0423 949015 - fax +39 0423 949928 via Costeselle, 5 - Castelcucco Tel. +39 0422 776045 - fax +39 0422 883849
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colmello_ss@libero .it
Az. Agr. Furlan Albino Az. Agr. Villa di Maser
via VIII Armata, 30 c/o Ristorante “La Panoramica” Az. Agr. Pellizzon Antonio via Cornuda, 1 - Maser
Nervesa della Battaglia via Matteotti, 31 - Maser Tel. +39 0423 923003 - fax +39 0423 923002
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Az. Agr. Pozzobon Comm. Rosalio
Az. Agr. La Colombera di Corti Michele via Madonna della Mercede, 58 Az. Agr. Villa Sandi
via Bassanese, 338 - Maser Volpago del Montello via Erizzo, 112
Tel. +39 0341 660229 - fax +39 0341 660243 Tel. e fax +39 0423 871425 Crocetta del Montello
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www.cantinepozzobon.com info@villasandi.it - www.villasandi.it
Az. Agr. Loredan Gasparini Az. Agr. Rive della Chiesa
via Martignago Alto, 24 via Luigi Pastro, 166 Az. Vinicola Asolana Sas di Cirotto G e C.
Venegazzù - Volpago del Montello Selva del Montello - Volpago del Montello via Bassanese, 51 - Asolo
Tel. +39 0423 870024 - fax +39 0423 620898 Tel. +39 0423 870200 - fax +39 0423 879786 Tel. +39 0423 952396 - fax +39 0423 55602
info@venegazzu.com - www.venegazzu.com info@rivedellachiesa.com info@cirottovini.com - www.cirottovini.com
www.rivedellachiesa.com
Az. Agr. Montelvini s.p.a.
via Cal Trevigiana, 51 Az. Agr. Sartor Emilio di Sartor Carlo e Paolo
Venegazzù - Volpago del Montello via Montegrappa, 9
Tel. +39 0423 8777 - fax +39 0423 621303 Venegazzù - Volpago del Montello
montelvini@montelvini.it - www.montelvini.it Tel. +39 0423 620567 - fax +39 0423 879534
vinisartor@gmail.com - www.vinisartor.it
145
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Via Cornuda, 1- Maser AA.VV., Atlante del paesaggio trevigiano,
Tel +39 0423 923003 Ed. Provincia di Treviso, 2000 V. L. Paladini, Asolo ed il suo territorio dal
Fax +39 0423 923002
Grappa al Montello, Atesa Editrice, Bologna
www@stradamontellocolliasolani.it AA.VV., Marca Nobilissima, Ed. Grafiche
info@stradamontellocolliasolani.it 1978
Vianello Srl, Ponzano/Treviso, 2004
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Dipt T.E.S.A.F. Università di Padova
2003-2004

Z. Bocci, I vini veneti a denominazione di


origine controllata, Espro Editore, Verona,
1980
146
UFFICI I.A.T. MONTBELLUNA
DI INFORMAZIONE Piazza Aldo Moro, 1 Assessorato al Turismo
E ACCOGLIENZA Tel. 348.6093050
TURISTICA e-mail: iatmontebelluna@provincia.treviso.it Ideazione
PROVINCIA DI TREVISO Assessorato al Turismo
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sito web: www.marcatreviso.travel Si ringraziano tutti i Comuni, gli enti e le associazioni coinvolti.
e-mail: iatconegliano@provincia.treviso.it 147
Strada del Vino
Montello e Colli Asolani

Confraternita del Raboso Piave


STL N3 Sistema Turistico Locale Marca Trevigiana

03/09

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