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Vincenzo Di Guida
e-mail: studio.diguida@yahoo.it
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Indice degli argomenti
Pagina
Indice 2
Avvertenze legali e di cortesia 4
Dedicato a 5
Cenni storici 6
Introduzione ai regoli calcolatori 7
Vantaggi dei regoli sulle calcolatrici e sui pc 10
Le cifre signi cative 11
Tipologia principali di regoli calcolatori 14
La virgola nei calcoli 17
I regoli calcolatori di tipo lineare 18
Parti costituenti il regolo 19
Le scale del regolo Rietz 20
La precisione nei calcoli 22
Il principio di funzionamento 23
Reperire un regolo calcolatore oggi 24
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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Indice degli argomenti
Pagina
Moltiplicazione 25
Divisione 37
Moltiplicazioni e divisioni concatenate 50
La scala CI 55
Le scale dei quadrati e cubi 57
Le scale goniometriche 65
Le scale logaritmiche ed esponenaiali 76
La scala L 78
Le scale Log Log 84
La funzione esponenziale in qualunque base 86
La funzione radice di indice qualunque 89
La funzione logaritmo in qualunque base 101
Un cenno alle funzioni iperboliche 110
Note nali 111
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
3
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Avvertenze legali e di cortesia
Questa seconda versione del manuale sull’utilizzo dei regoli calcolatori,
sollecitata da alcuni tra quelli che avevano letto la prima release, comprende
nalmente l’uso delle scale dei quadrati e dei cubi, quelle delle funzioni
goniometriche, le scale per il calcolo delle funzioni logaritmiche ed
esponenziali, che non erano presenti nella prima stesura che illustrava le sole
funzionalità di base di questi strumenti.
Ovviamente comprende anche tutto quanto già contenuto nella sua prima
stesura di un anno e mezzo fa.
La sola limitazione posta è quella di non modi carlo in alcuna sua parte e in caso
d’utilizzo, anche solo di parti di esso, si chiede di citarne la fonte (in tal caso sarà
gradita una email di cortesia).
A tutti costoro in segno di gratitudine per quanto hanno fatto, ai miei professori della
facoltà di ingegneria che hanno provato a trasmettermi il loro sapere, alle nuove
generazioni di tecnici e scienziati per quanto faranno, è dedicato questo piccolo
manuale che non ha alcuna velleità di aggiungere nulla sull’argomento ma, se
possibile, solo contribuire a non far scomparire del tutto l’interesse e ogni
conoscenza sul funzionamento dei regoli calcolatori.
In questo senso i regoli calcolatori, un po’ come il latino per chi s’interessa di materie
umanistiche, non solo possono suscitare la curiosità storica nei cultori delle materie
tecnico scienti che, ma anche continuare ad avere una loro validità concettuale.
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
5
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Cenni storici
1594 JOHN NAPIER inventò i logaritmi.
1622 WILLIAM OUGHTRED inventò il regolo calcolatore accopiando due scale scorrevoli.
1650 EDMUND WINGATE and SETH PARTRIDGE perfezionarono il regolo realizzandolo nella sua attuale forma (una
parte scorrevole al centro della sezione ssa).
1850 AMEDEE MANNHEIM introdusse il cursore e posizionò le scale dei numeri e dei quadrati sullo stesso fronte
inoltre pose le scale goniometriche sul retro della parte scorrevole (lo scorrevole doveva essere estratto e capovolto
per usare queste scale).
1902 MAX RIETZ perfezionò il regolo Mannheim ponendo la scala dei cubi e delle mantisse sulla parte anteriore.
Inoltre pose degli indici sulla parte posteriore che consentivano di usare le scale goniometeichw senza estrarre e
capovolgere lo scorrevole. Nel 1925 introdusse sul fronte la scala dei reciproci e la scala seno-tangente per gli angoli
piccoli. I regoli basati sul sistema Rietz sono quelli maggiormente di usi.
1934 ALWIN WALTHER, professore all’Università di Darmstadt, perfezionò il sistema Rietz per le necessità degli
ingegneri introducendo sul fronte la scala pitagorica. Spostò la scala delle mantisse su una delle coste del regolo e la
scala del seno e delle tangenti sull’altra. Sul retro dello scorrevole, ora libero, allocò tre scale esponenziali.
1972 HP produsse la prima calcolatrice elettronica ( HP-35 ) di grande di usione tra i tecnici.
1978 ARISTO produsse il suo ultimo regolo per calcoli matematici generici.
I marchi più di usi, che risultano anche oggi più facilmente reperibili, furono:
Hemmi (Giappone)
Tuttavia sono esistiti numerosi altri marchi, più o meno famosi e prestigiosi, ma la
maggioranza delle ditte produttrici, e non a caso in quanto strumenti di
precisione, era tedesca.
Ponti come il Golden Gate a San Francisco o quello di Brooklyn a New York
Lo stesso Albert Einstein usava un regolo calcolatore per i suoi calcoli (che
portarono alla teoria della relatività e alla bomba atomica) e gli astronauti del
programma “Apollo” avevano in cabina un regolo calcolatore come loro calcolatore
portatile.
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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Introduzione ai regoli calcolatori
Ma i regoli non
sono del tutto
scomparsi
poiché tuttora
utilizzabili (e
talvolta
effettivamente
utilizzati) in
alcuni ambiti !
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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Vantaggi dei regoli sulle calcolatrici e sui pc
I regoli calcolatori, in relazione alle moderne calcolatrici (specie in rapporto ai computer)
possono apparire strumenti di calcolo superati.
Tuttavia, a fronte del palese svantaggio di una curva d’apprendimento lievemente più
lunga rispetto all’utilizzo della calcolatrice scienti ca basica, i regoli calcolatori possono
o rire alcuni vantaggi (che ne fanno anche uno strumento didattico d’eccezionale utilità):
- Limitano i risultati numerici alle sole cifre signi cative con una precisione su ciente per
una vasta gamma di problemi ingegneristici;
- Consentono il controllo puntuale, ossia in ogni fase del calcolo, della correttezza
dell’ordine di grandezza dei risultati;
Non avrebbe quindi senso dargli misure di spaziatura dei ferri costituenti una
armatura da cemento armato con una precisione maggiore.
Esistono delle regole che permettono di individuare le cifre signi cative di un numero:
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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Le cifre signi cative
1° REGOLA: Gli zeri posti avanti la prima cifra diversa da zero non sono signi cativi.
2° REGOLA: Gli zeri che compaiono dopo le cifre diverse da zero o compresi tra esse
sono signi cativi.
3° REGOLA: Se non si conosce lo strumento con cui è stata e ettuata la misura, non
si è in grado di stabilire il numero di cifre signi cative, in quanto esso non può
dipendere dall’unità di misura.
RT = 6,38 ⋅10^6 m = 6,38 ⋅10^3 Km ... in ogni caso 3 cifre signi cative.
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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ff
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fi
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Le cifre signi cative
4° REGOLA: Il risultato di una somma o di una di erenza tra misure omogenee ha un
numero di cifre signi cative tale che l’ultima cifra signi cativa si ottiene in
corrispondenza dell’ultima colonna completa di tutte cifre signi cative.
Si arrotondano i numeri in modo da ottenere tutte colonne con cifre signi cative
(17,45 s diventerà 17,5 s). Solo allora si e ettua la somma.
Dunque di primo acchito 6,04 e 604 o 0,604 sono considerati allo stesso modo.
Questo continuo controllo, è uno dei vantaggi dei regoli: non esistono errori per
digitazione errata della virgola e l’operatore ha sempre il polso della situazione per
ordini di grandezze.
Al termine del calcolo, il risultato viene considerato anche alla luce dell’apporto
delle potenze a base dieci (N.B.: esistono delle semplici regolette che aiutano a
tenere conto del giusto esponente del risultato).
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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ff
fi
fi
La virgola nei calcoli
Ad esempio:
324 x 4350 =
= 14,09 x 10^5 =
= 1,41 x 10^6
Si noti che se operiamo il calcolo con una calcolatrice otteniamo il seguente risultato:
Col regolo calcolatore l’operatore si occupa di fare solo il calcolo 3,24 x 4,350.
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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fi
fi
fi
fi
La virgola nei calcoli
324 / 4350 =
= 0,745 x 10^-1 =
= 0,0745
Si noti che se operiamo il calcolo con una calcolatrice otteniamo il seguente risultato:
Col regolo calcolatore l’operatore si occupa di fare solo il calcolo 3,24 / 4,350.
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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Tipologie principali di regolo calcolatore
I regoli calcolatori si possono principalmente suddividere per:
- dimensioni;
- marca.
Nel seguito si prescinderà dalla marca e dai materiali costruttivi e, per semplicità, ci
si riferirà ai soli regoli di tipo lineare (i più di usi).
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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ff
I regoli calcolatori di tipo lineare
Le dimensioni dei modelli lineari va dai 13 cm di quelli tascabili, ai 30 cm dei regoli da
borsa (che si consigliano, perché o rono il miglior compromesso tra maneggevolezza,
facilità di lettura e precisione), ai 50cm di quelli da tavolo, sino a raggiungere i 100 cm (o
più) per i regoli didattici o dimostrativi.
Tipo Mannheim
Tipo Rietz
Tipo Darmstadt
N.B.: Il tipo di regolo e/o la sistemazione delle scale è pressoché indi erente
per un utilizzo basico del calcolatore.
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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ff
ff
Parti costituenti il regolo
Di solito le scale si riconoscono da una lettera scritta sulla sinistra. Le principali sono:
CI: scala dell'inverso dei numeri sullo scorrevole (volte è sul sso);
di solito queste ultime tre scale sono poste sul retro dello scorrevole (a volte sono sul
sso).
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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fi
fi
fi
CI
Ciò vuol dire che i calcoli condotti nella metà di sinistra delle scale daranno risultati di maggiore
precisione che quelli condotti nella metà destra delle scale.
Si può stimare che per un regolo di 30 cm di lunghezza la precisione dei risultati sarà di 3,5 cifre se
il calcolo avviene nella parte sinistra delle scale mentre quelli condotti sulla parte destra delle scale
la precisione sarà solo di 2,5 cifre.
Tale precisone, come si vedrà, risulta suf ciente per numerosissime applicazioni.
I regoli da taschino, con la loro lunghezza di soli 13 cm, consentono precisioni inferiori (3 cifre sul
lato sinistro e 2 cifre sul lato destro) e con dif coltà di visione.
I regoli da tavolo, lunghi circa 50 cm, consentono precisioni di circa 4 cifre sul lato sinistro e di 3
cifre su quello destro ma, per le loro dimensioni, non sono agevolmente trasportabili.
Fra XIX e XX secolo sono stati costruiti anche regoli calcolatori di dimensioni imponenti: avevano
scale di due metri di lunghezza e un microscopio montato sul cursore. Con questi strumenti
monumentali si riuscivano ad apprezzare una precisione no a 6 cifre sia negli operandi che nei
risultati!
Ecco perché, in de nitiva, i regoli lunghi 30 cm sono stati quelli che maggiormente coniugavano le
esigenze di maneggevolezza, trasportabilità, precisione.
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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fi
fi
fi
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Il principio di funzionamento
Chi è glio o nipote di ingegnere non dovrebbe avere troppe di coltà a reperire in casa
un regolo calcolatore.
Sebbene siano strumenti di precisione, sono manufatti costruiti per durare e se non
appaiono davvero vissuti o rotti, nonostante possano avere oltre 50 anni (o più), quasi
certamente funzioneranno ancora in modo soddisfacente.
Si consiglia di reperire un modello di regolo calcolatore di tipo lineare basato sul sistema
Darmstadt o Rietz (se molte scale producono confusione, inizialmente può essere
opportuno prendere un regolo basato sul sistema Mannheim), delle dimensioni di circa 30
cm. Come primo regolo, inoltre, si evitino quelli da taschino e quelli da scrivania.
Si consiglia vivamente di procurarsi uno di questi strumenti perché le App vanno bene
per curiosità o per muovere i primi passi nel calcolo ma per spratichirsi davvero è
opportuno munirsi di un regolo reale (ossia non di tipo virtuale).
3×2
3,50 × 2,50
Tale ultimo segmento termina tra la tacca 8,7 e 8,8 sulla scala D per cui,
dato che a mente il prodotto dei decimi di moltiplicando e moltiplicatore da
25 (ossia nisce col numero 5), si conclude che il risultato è 8,75.
345 × 21300
2 4
3,45 × 10 × 2,1300 × 10
3,45 × 2,1300
Ossia:
6
7,35 × 10
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
29
fi
Moltiplicazione
Controlliamo il risultato con la calcolatrice. Si ha:
7348500
6
7,35 × 10
Calcoliamo:
2 3
3,5 × 10 × 53 × 10
in questo caso il prodotto delle mantisse da operare sul regolo 3,5x5,3 comporta
il superamento del numero 10 e non sapremmo su quale tacca della scala D si
posizionerebbe il cursore:
Il risultato del prodotto delle mantisse, letto come di consueto sulla scala D in
corrispondenza del valore 5,3 posto sulla scala C, sarà pari a 1,85.
Dato che il prodotto delle mantisse superava il numero 10, quando si considererà
il prodotto delle potenze di 10 si dovrà aumentare di 1 la somma degli esponenti:
6
1,85 × 10
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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Moltiplicazioni concatenate
Ora, ricordando che dobbiamo aumentare di due unità l’esponente di base dieci
del risultato, si ottiene il risultato de nitivo:
2
6,30 × 10
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
35
fi
fi
Moltiplicazioni - riepilogo
Fare una moltiplicazione con un regolo calcolatore signi ca sommare
gra camente due tratti di scale logaritmiche.
n
m × 10
Si porta l’inizio della scala C (indice 1) in corrispondenza della mantissa del
moltiplicando letto sulla della scala D.
In caso si nisca fuori scala (prodotto delle parti intere delle mantisse
superiore a 10) si utilizza come indice della scala C il valore 10 e si aumenta
di una unità l’esponente della potenza di 10 che accompagna il risultato.
3,0 ÷ 2,0
Inizialmente il regolo si presenta chiuso come in gura sottostante:
In questo caso sottrarremo il tratto dalla tacca 1 alla tacca 2 posto sulla
scala C al tratto che si estende dalla tacca 1 alla tacca 3 posto sulla scala D.
3,50 ÷ 2,50
portando a collimare il dividendo 3,5 (individuato sulla scala D) col divisore 2,5
(individuato sulla scala C):
In de nitiva, partendo dalla tacca 3,5 posta sulla scala D, torniamo indietro
(sottraiamo) il tratto 1-2,5 posto sulla scala C.
345 ÷ 21300
2 4
3,45 × 10 ÷ 2,1300 × 10
3,45 ÷ 2,1300
Si ha:
−
1,62 × 10 2
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
41
fi
Divisione
−
1.61971830986 × 10 2
Il risultato ottenuto col regolo calcolatore sembra impreciso rispetto a quello
ricavato dalla calcolateice ma se consideriamo che le cifre signi cative da
conservare per il risultato sono solo 3, arrotondando quelle eccedenti che la
calcolatrice o re (corrette dal punto di vista aritmetico ma non signi cative dal
punto di vista sico e tecnico), si ha :
−
1,62 × 10 2
Dunque, anche in questo caso, il regolo calcolatore è stato capace di o rire
l’unico risultato sicamente accettabile.
Calcoliamo:
2 5
3,25 × 10 ÷ 4,20 × 10
in questo caso la divisione delle mantisse da operare sul regolo 3,25 / 4,20
comporta il superamento a sinistra dell’indice 1 sulla scala D e non sapremmo
dove posizionare il cursore:
Il risultato della divisione delle mantisse, letto come di consueto sulla scala D,
sarà pari a 7,75.
−
7,7380952381 × 10 4
Se consideriamo che le cifre signi cative da conservare per il risultato sono solo
3, arrotondando quelle eccedenti che la calcolatrice o re, si ha :
−
7,74 × 10 4
In questo caso, il risultato ottenuto col regolo calcolatore è a etto
dall’imprecisione sull’ultima cifra signi cativa.
Del resto una minore precisione era da attendersi visto che il calcolo è stato
condotto nella parte destra delle scale.
Tuttavia, la cifra imprecisa ottenuta dal regolo riguarda proprio una cifra già di per
sé incerta (si ricordi la de nizione di cifre signi cative) e dunque il risultato o erto
dal regolo calcolatore resta del tutto accettabile per gli scopi sici e ingegneristici.
Avendo mosso lo scorrevole verso sinistra, ossia osservando che non si nisce
fuori scala, non si deve annotare alcuna variazione dell’esponente della potenza
di base 10 del risultato parziale.
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
46
fi
Divisioni concatenate
Partendo dalla posizione dello scorrevole e del sso determinata dalla prima
divisione operiamo il secondo rapporto:
Ora ricordando che dobbiamo diminuire di due unità l’esponente di base dieci del
risultato, si ottiene il risultato de nitivo:
−
6,25 × 10 2
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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fi
fi
Divisioni - riepilogo
Fare una divisione con un regolo calcolatore signi ca sottrarre gra camente
due tratti di scale logaritmiche.
n
m × 10
Si porta l’inizio della scala C (indice 1) in corrispondenza della mantissa del
dividendo letto sulla della scala D.
In caso si nisca fuori scala (rapporto delle parti intere delle mantisse
inferiore a 1) si utilizza come indice della scala C il valore 10 e si diminuisce
di una unità l’esponente della potenza di 10 che accompagna il risultato.
3 −
3,15 × 10 × 2,300 × 10 2
−
1,10 × 2,50 × 10 5
Innanzi tutto si osservi che le cifre signi cative che avrà il risultato, anche se c’è
un termine a 4 cifre signi cative, non potranno essere in numero maggiore di 3.
3 − 2 − (0 − 5) = 6
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
50
fi
fi
Moltiplicazioni e divisioni concatenate
3,15 × 2,300
1,10 × 2,50
Si noti che non si è operato l’arrotondamento dei singoli termini riducendoli tutti a
sole due cifre signi cative.
2,64
Ricordando ora anche che si deve aggiungere il termine esponenziale, il risultato
nale dell’operazione condotta col regolo calcolatore diventa:
6
2,64 × 10
Con una calcolatrice elettronica si sarebbe ottenuto il seguente risultato:
2634545,45455...
numero che, arrotondato a tre cifre signi cative e posto in notazione scienti ca
normalizzata, avrebbe comunque dato:
6
2,64 × 10
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
54
fi
fi
fi
fi
fi
La scala CI
Si è visto come con il regolo calcolatore si possano fare le operazioni di divisione e si è
sicuramente riscontrato che le operazioni di divisione prendono un attimo più tempo
che quelle di moltiplicazione.
Per ovviare a tale piccola problematica, l’ingegnere tedesco Max Rietz introdusse la
scala dell’inverso dei numeri (di solito è sullo scorrevole inframmezzata tra le scale B e
C. Dato che è una scala reciproca, usualmente è disegnata in rosso).
Nella buona sostanza tramite questa scala, si può calcolare un rapporto come prodotto
tra il dividendo, normalmente individuato sulla scala D, e il divisore individuato sulla
scala CI.
Si legge il risultato sulla scala D in corrispondenza del valore della mantissa del divisore,
che ora e diventato un moltiplicatore, letto sulla scala CI.
In caso si nisca fuori scala (prodotto delle parti intere delle mantisse superiore a 10) si
utilizza come indice della scala CI l’indice 10 e l’esponente della potenza di 10 che
accompagna il risultato, essendo CI una scala reciproca, viene diminuito di 1.
−
3,0 ÷ 4,0 = 7,5 × 10 1
In quasi tutti i regoli calcolatori sono presenti le scale dei quadrati e dei cubi.
Il quadrato di un numero dato letto sulla scala D si ottiene grazie al cursore che
individuerà, sulla scala A, il risultato richiesto.
Il risultato, letto sulla scala A, è pari a 39,0 (in realtà è pari a 39,1).
Se, invece, si vuole ricavare la radice quadrata di un numero, ad esempio 27, si opera al
contrario partendo dalla scala A e arrivando sulla scala D. Infatti si ha:
Il risultato, letto sulla scala D, è pari a 5,2 (valore pari a quello e ettivo).
Se, invece, si vuole ricavare la radice cubica di un numero, ad esempio 25,0, si opera al
contrario partendo dalla scala K e arrivando sulla scala D. Infatti si ha:
Il risultato, letto sulla scala D, è pari a 2,92 (valore pari a quello e ettivo).
ottenendosi 12,25
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
62
Le scale dei quadrati e dei cubi
Si noti che il primo metodo risulta più veloce ma il secondo, che costringe a un
riposizionamento del regolo, consente di utilizzare le scale C e D nella operazione di
moltiplicazione alla ricerca di una maggiore precisione. Il valore e ettivo del risultato è,
infatti, Area = 38,5cmq.
Molti regoli, appro ttando della circostanza che le funzioni seno e coseno variano nel
primo quadrante (nel caso della tangente nel primo ottante) tra 0 e 1, che è proprio
l’intervallo in cui si esprimono le scale C e D, portano a corredo le scale goniometriche
di seno e coseno. Nel caso di angoli molto piccoli (inferiori ai 6 gradi circa), per una
maggiore precisione, è riportata la scala ST ossia del seno e tangente assieme i cui
valori variano tra 0 e 0,1.
Risulta, infatti:
risulta lecito usare per angoli inferiori ai 6 gradi una stessa scala per seno e tangente.
In genere le scale goniometriche sono posizionate nella parte posteriore dello scorrevole
(consultabile a mezzo nestrelle o asole ricavate nella parte ssa) o sul lato anteriore del
regolo, spesso allocate al margine basso o alto della parte ssa.
ottenendosi sulla scala D l’indicazione che sin 30° = cos 60° = 0,5
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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Le scale goniometriche
ottenendosi sulla scala D l’indicazione che sin 12,1° = cos 77,9° = 0,21
Risulta del tutto evidente che col regolo si può ottenere il valore delle funzioni
goniometriche per angoli espressi, al più, al decimo di grado.
ottenendosi sulla scala D l’indicazione che tan 13,2° = cot 76,8° = 0,235
Bisogna però ricordarsi è possibile considerare solo le tangenti di angoli inferiori ai 45°
giacché le scale presenti sui regoli vanno da 0 a 1 per cui in caso fosse necessario
determinare il valore della tangente per angoli maggiori, si dovrà operare nel senso di
ridurre l’angolo al primo ottante tramite la relazione: tan (x) = 1 / tan (90-x), ossia
ricorrendo a considerare la tangente dell’angolo complementare e la scala reciproca DI,
ricordando che il valore che si otterrà sarà compreso tra 1 e 10.
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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Le scale goniometriche
Ad esempio, per determinare la tangente dell’angolo di 62° si dovrà considerare l’angolo
quindi, usando la scala DI, si otterrà l’indicazione che tan 62° = 1,88
ottenendosi sulla scala D l’indicazione che sin 1,72° = tan 1,72° = 0,03
Ad esempio, per calcolare tan 89° si dovrà innanzi tutto cercare la tan 1° che si ottiene
tramite la scala ST:
e quindi leggere il valore sulla scala DI. In de nitiva tan 89° = 57,25 (valore reale 57,29).
sin2 x + cos2 x = 1
y= 1 − x2
Da annotare che questa scala ritorna utile anche nella risoluzione dei triangoli rettangoli
poiché, come è evidente, è basata su un’espressione del noto Teorema di Pitagora
applicato a triangoli rettangoli aventi ipotenusa pari a 1. In caso di triangoli con
ipotenusa di erente, le misure dei cateti vanno normalizzate tramite il suo valore (ossia il
cateto noto va prima diviso per l’ipotenusa e, una volta ottenuta la y, il valore del cateto
incognito si determina moltiplicando il valore y determinato per il valore dell’ipotenusa).
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
72
ff
Le scale goniometriche
si ottiene sulla scala S che sin 15° = 0,259 e immediatamente, grazie alla scala P, che
cos 15° = 0,966
- ottenere il valore del cateto richiesto - che è pari a 3 - moltiplicando il valore di 0,6 or
ora determinato per il valore 5 (ipotenusa) in quanto valore normalizzante.
Nei regoli, quindi, si hanno scale per le funzioni goniometriche che non o rono una
precisione elevatissima e presenti per consentire calcoli speditivi, in mancanza di
apposite tavole numeriche. o per quelle applicazioni che non richiedono notevole
precisione angolare.
In questo senso i regoli quindi, pur essendo su cienti per un gran numero di
applicazioni pratiche, non consentono di lavorare con la nezza angolare dei minuti di
grado o, addirittura, di loro sottomultipli (decimi di minuti e secondi di grado) risultando
inidonei per alcune applicazioni (es. i calcoli per determinare il punto nave che,
notoriamente, abbisognano di conoscere il valore delle funzioni goniometriche almeno al
decimo di minuto di grado).
I regoli su cui è riportata la sola scala logaritmica L, com’è logico supporre, consentono
di determinare il logaritmo decimale (o di Briggs) di un dato valore e le potenze di base
10 (ossia i valori della funzione y = 10x).
Esiste però un’altra categoria di regoli, denominati Log Log, ossia quelli che riportano
più scale esponenziali (indicate con le lettere LL seguite da eventuali numeri), che
risultano idonei per calcolare non solo il logaritmo e l’esponenziale di un valore dato in
qualunque base, ma anche per determinare la potenza di qualunque numero in
qualsivoglia base e, all’inverso, la radice di qualunque indice per qualsivoglia numero
radicando.
Iniziamo subito dai più semplici regoli che riportano la sola scala L ricordando che i
logaritmi trattati sono, in realtà, solo quelli decimali (o di Briggs) poiché le scale dei
regoli si basano su tale sistema di numerazione.
Ad esempio si ha:
A questo punto è necessario ricordare che il logaritmo del prodotto tra più termini è pari
alla somma dei logaritmi dei singoli termini. Nei casi sopra esposti si ha:
Log 2,1 = Log (2,1 x 100) = Log 2,1 + Log 100 = Log 2,1 + 0
Log 2100 = Log (2,1 x 103) = Log 2,1 + Log 103 = Log 2,1 + 3
Log 0,021 = Log (2,1 x 10-2) = Log 2,1 + Log 10-2 = Log 2,1 - 2
Resta dunque evidente che il regolo servirà per trovare il logaritmo della sola mantissa.
così che la scala L indicherà il valore di 0,322 (che è il logaritmo decimale di 2,1).
Log 2,1 = Log (2,1 x 100) = Log 2,1 + Log 100 = Log 2,1 + 0 = 0,322 + 0 = 0,322
Log 2100 = Log (2,1 x 103) = Log 2,1 + Log 103 = Log 2,1 + 3 = 0,322 + 3 = 3,322
Log 0,021 = Log (2,1 x 10-2) = Log 2,1 + Log 10-2 = Log 2,1 - 2 = 0,322 - 2 = - 1,678
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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Le scale logaritmiche ed esponenziali
Chiaramente la scala L, usata all’inverso, può essere utilizzata per ricavare
l’esponenziale di base 10 ed esponente individuato sulla scala L. Il risultato sarà
individuato, grazie alla collimazione del cursore sulla scala D.
dove è evidente che il regolo interverrà solo nella determinazione del penultimo termine.
La limitazione che nei regoli riportanti la sola scala logaritmica L sia possibile calcolare i
soli logaritmi decimali e le sole potenze di base 10 è aggirabile.
b x = 10xLog(b)
e x = 10xLog(e) = 100,434x
I regoli di tipo Log Log, con le loro molteplici scale LL, risolvono tale problema.
In generale spesso i regoli Log Log hanno più scale LL così che è come se avessero
un’unica scala LL di lunghezza pari alla somma delle lunghezze delle scale possedute.
Ad esempio, se un regolo lungo 25cm ha tre scale LL, è come se avesse un’unica scala
LL della lunghezza di ben 75cm.
Quelle in colore nero sono relative a potenze di esponente pari a x, 0,1x, 0,01x, etc.
Quelle in colore rosso sono relative a potenze di esponente pari a -x, -0,1x, -0,01x, etc.
Da annotare che spesso le scale LL sono scale basate sui logaritmi naturali (al contrario
della scala L che, come detto, si basa sui logaritmi decimali).
Nelle prossime tavole si vedrà, tramite esempi concreti, come utilizzare le scale LL.
y = bx
- Si individua il risultato y, grazie al riscontro del cursore, sulla scala LL su cui era
stata individuata la base.
La base “3” della potenza è stata individuata sulla scala LL3 del regolo.
Il risultato, pari a 81, sarà individuato dal riferimento dato dalla nuova posizione
del cursore sulla scala LL3.
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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Le scale logaritmiche ed esponenziali
Vediamo ora il calcolo della radice di indice qualunque ossia della funzione:
b=x y
- Si collima l’indice “x” della radice individuato sulla scala C dello scorrevole;
- Si porta il cursore in corrispondenza del valore “1” preso sulla scala C dello
scorrevole;
- Si individua il risultato “b”, grazie al riscontro del cursore, sulla scala LL su cui era
stata individuata il radicando.
Si individua, su una delle scale LL (in questo caso è la LL3) il valore 625 del
radicando e, tramite la collimazione del cursore, si collima l’indice 4 della radice
sulla scala C:
Si avrebbe (si noti che la base - pari a 1,5 - si trova sulla scala LL2):
In tale caso, si prende come riferimento di inizio dello scorrevole l’indice “1” di
destra:
Dunque aver preso come riferimento l’indice di destra dello scorrevole anziché
quello di sinistra, ha causato il salto di una scala - da LL2 a LL3 - per la corretta
lettura del risultato.
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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Le scale logaritmiche ed esponenziali
Analogamente può capitare che il calcolo della radice porti il riferimento preso sulla
scala C dello scorrevole fuori dalle scale LL riportate sulla parte ssa del regolo.
Si avrebbe (si noti che il radicando - pari a 10,25 - si trova sulla scala LL3):
Si nota subito che l’indice sinistro “1” dello scorrevole è nito fuori scala.
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fi
Le scale logaritmiche ed esponenziali
In tale caso, si prende come riferimento di inizio dello scorrevole l’indice “1” di
destra:
Ottenendosi il risultato, individuato dal cursore e pari a 2,54, sulla scala LL2
piuttosto che sulla LL3 di partenza.
Dato che l’esponente è negativo, si dovrà ancora utilizzare la scala LL3 (quella di
colore nero) in partenza ma si userà la scala in rosso LL03 come scala di arrivo:
La base “3” della potenza è stata normalmente individuata sulla scala LL3 del
regolo.
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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Le scale logaritmiche ed esponenziali
A questo punto si fa scorrere il cursore di modo da collimare il numero “4”,
costituente l’esponente (a meno del segno), sulla scala C dello scorrevole:
Il risultato - pari a 0,0123 - sarà individuato dal riferimento dato dalla nuova
posizione del cursore sulla scala in rosso LL03 (giacché l’esponente era
negativo).
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Le scale logaritmiche ed esponenziali
Facciamo ora un esempio di radice con indice negativo.
Il radicando “3” della radice è stata normalmente individuata sulla scala LL3 del
regolo mentre l’indice della radice “-4”, a meno del segno, sulla scala C dello
scorrevole.
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Le scale logaritmiche ed esponenziali
Il risultato, atteso che l’indice della radice era negativo, si troverà sulle scale LL in
rosso e precisamente, considerato che si è dovuto utilizzare il riferimento “1” di
destra dello scorrevole invece che quello consuetò di sinistra, sarà sulla scala LL02
piuttosto che sulla scala LL03. Si deve considerare, cioè, un salto di scala.
Vediamo ora il calcolo del logaritmo in qualunque base ossia della funzione:
x = logb(y)
- Si individua il valore dell’argomento y del logaritmo sulla scala LL su cui era stata
individuata la base;
x = log3(81)
Il risultato è 4.
x = ln(1,5) = loge(1,5)
- Si individua la base del logaritmo su una delle scale LL (in questo caso LL3);
Il risultato è 0,405.
- Si individua la base del logaritmo su una delle scale LL (in questo caso LL3);
x = Log(0,5) = log10(0,5)
- Si individua la base del logaritmo su una delle scale LL (in questo caso LL3);
Le scale esponenziali Log Log risultano anche utili per determinare i valori delle
funzioni iperboliche:
sinh(x) = (e x − e −x) ÷ 2
cosh(x) = (e x + e −x) ÷ 2
Non sarà sfuggito che, una volta impostato il cursore per un determinato valore di ex
su una delle scale LL (quelle in colore nero), il corrispondente valore di e-x si trova
sulla scala LL0 (quelle in colore rosso) senz’altro movimento da fare.
Vincenzo Di Guida - I regoli calcolatori
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fi
Note nali
Come già chiesto in passato per la prima release, dato che anche questa
seconda versione può essere a itta da possibil errori e refusi, prego
cortesemente di segnalarli indicando la pagina e l’errore in sé alla mail:
studio.diguida@yahoo.it
La sola limitazione posta è quella di non modi carlo in alcuna sua parte e in caso
d’utilizzo, anche solo di parti di esso, si chiede di citarne la fonte (in tal caso sarà
gradita una email di cortesia).