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2 Gauss
2 Gauss
Esercizio 1
E’ dato un filamento rettilineo carico di lunghezza infinita. Calcolare il campo elettrostatico E e il
potenziale elettrostatico V in un punto P dello spazio che dista X dal filo. Si ipotizzi che la carica sia
distribuita con densità costante = dq/dl > 0. Risolvere l’esercizio secondo i due approcci possibili:
con il calcolo diretto di campo e potenziale oppure facendo ricorso alla legge di Gauss.
In generale:
1) Il problema è a simmetria cilindrica: qualunque rotazione attorno all’asse del filo dà luogo ad
una configurazione identica a quella di partenza.
2) Il filo è infinito: qualunque spostamento parallelo al filo dà luogo ad una situazione identica a
quella di partenza.
dl2
Per il calcolo del campo elettrostatico il filo può essere suddiviso in tante parti infinitesime
ciascuna delle quali possiede una carica dq = dl (dove è costante). Ciascuna di queste parti
infinitesime genererà in un punto P un campo elettrostatico infinitesimo dE.
Per esempio il tratto dl1 indicato nella figura sovrastante, che possiede una carica dq, genera nel
punto P il campo elettrostatico:
dq dl1
dE1 u u1
40r 2 1
40r 2
I campi elettrostatici infinitesimi generati dai vari tratti infinitesimi in cui è stato suddiviso il filo
hanno modulo, direzione e verso differente.
Se però vendono scelti due elementi dl1 e dl2 (con dl1=dl2=dl) posti in posizione simmetrica rispetto
all’asse x, i campi elettrostatici da essi prodotti in P hanno componenti uguali e concordi (dE1x =
dE2x) lungo l’asse x e componenti uguali e discordi – che si elidono - nella direzione perpendicolare
all’asse x e parallela a quella del filo.
Il campo elettrostatico risultante, generato dai due elementi dl 1 e dl2 posti in posizione simmetrica
rispetto all’asse x, vale quindi in modulo:
dl
dE dE1x dE2 x 2 cos
40r 2
dl cos
40 r 2
E2 ux [1]
A seconda del tratto infinitesimo considerato variano sia sia r. Per poter effettuare l’integrazione
riportata nell’eq. [1] è quindi necessario ricondurre tutte le variabili riportate sotto il segno di
integrale ad una sola. Si può quindi operare in questo modo:
H
dl
dr
r'
l r
d
P x
X
dE1
Innanzitutto congiungiamo gli estremi dell’elemento infinitesimo dl con il punto P. I due segmenti r
e r’ si possono considerare pressoché paralleli. Si può quindi staccare sul segmento r’ un tratto pari
ad r tracciando il segmento dr che parte dall’estremo di r ed è perpendicolare a r’ nel punto H. Il
segmento PH sarà uguale a r.
L’elemento infinitesimo dl può essere proiettato nella direzione di dr utilizzando la relazione
dl dr cos . Avendo r e il segmento PH uguale lunghezza essi possono essere considerati quali
raggi di una circonferenza centrata nel punto P. Il tratto dr è una corda di tale circonferenza.
Poiché la corda dr ha lunghezza infinitesima essa può essere ipotizzata di lunghezza pari all’arco di
circonferenza che sottende (tratteggiato in rosso in figura). Ma un arco di circonferenza può
r d
sempre essere espresso come il prodotto del raggio (r) per l’angolo sotteso (d) da cui: dl
cos
X
Essendo poi r esprimibile in funzione di X (distanza tra P e il filo) e di cos ( r ) si può
cos
r d X d
ancora scrivere: dl =
cos cos2
N.B. Nell’integrazione varia da 0 – angolo tra l’asse x e l’elemento infinitesimo del filo che si
trova in corrispondenza dell’asse x stesso – a /2 - angolo tra l’asse x e l’elemento infinitesimo del
filo che si trova a distanza infinita. L’integrazione è stata fatta solo su metà del filo perché
l’integrando era già espressione di dE1 + dE2.
da cui: V P ln X cost
20
Poiché nessuna informazione è data sulle condizioni al contorno del potenziale la costante di
integrazione non può essere determinata.
N.B.:
Per poter effettuare l’integrazione nella formula del campo elettrostatico X è stata sostituita
con la coordinata generica x.
La distribuzione di carica non è limitata ad una zona finita dello spazio e quindi non vale
l’ipotesi V 0 per x .
un1
P E
h
X ux x
un2
avendo espresso il flusso attraverso la superficie chiusa come somma dei flussi attraverso le basi e
la superficie laterale del cilindro.
Per la simmetria della distribuzione di carica il campo elettrostatico è diretto a raggiera attorno al
filo carico. Pertanto il flusso attraverso le basi del cilindro è sempre nullo (E un1, un2) mentre
l’integrale attraverso la superficie laterale diventa: E E d poiché in ogni punto della
laterale
superficie laterale del cilindro la direzione della normale coincide con quella del campo
elettrostatico.
Inoltre, sempre per la simmetria della distribuzione di carica, si può assumere che tutti i punti che
si trovano ad una ugual distanza dal filo sono tutti soggetti allo stesso valore di campo
elettrostatico. Di conseguenza nella formula del flusso il campo elettrostatico assumendo lo stesso
valore su tutti i punti della superficie laterale del cilindro può essere portato fuori dal segno di
integrazione. Il flusso diventa quindi:
E E d E d 2X h E
laterale laterale
Per la legge di Gauss tale flusso è pari alla carica racchiusa dalla superficie (Q = h) divisa per 0.
Per cui:
h
E 2X h E E
0 2 0 X
La direzione del campo E, già ipotizzata a priori per via della simmetria della distribuzione di carica,
nel punto P coincide con la direzione dell’asse x, da cui:
E ux
2 0 X
N.B.:
Tutti i punti P che si trovano a distanza X dal filo hanno, in modulo, lo stesso valore di campo
elettrico. Poiché la distribuzione di carica è infinita il campo elettrostatico rimane invariato (in
modulo, direzione e verso) per tutti gli spostamenti in direzione perpendicolare all’asse x.
Se la carica depositata sul filo fosse stata negativa il campo elettrostatico in P avrebbe
semplicemente mutato verso: anziché diretto verso l’esterno sarebbe stato diretto verso il filo.
Risulta che il campo elettrico diverge al tendere di X a zero (come anche avviene al tendere a
zero della distanza da una carica puntiforme). Si può tuttavia dimostrare – sempre facendo
ricorso alla legge di Gauss – che se si considera un filo di raggio finito (o una sfera di raggio
finito) questa divergenza viene rimossa perché all’interno della distribuzione di carica il campo
diminuisce al tendere a zero della distanza, fino all’annullamento del campo al centro della
distribuzione.
Esercizio 2
Determinare il campo elettrostatico e il potenziale elettrostatico, generati da una carica distribuita
uniformemente sulla superficie di un guscio sferico (di spessore trascurabile) con densità costante
, in funzione della distanza r dal centro della sfera. Sia R il raggio del guscio sferico. Risolvere
l’esercizio secondo i due approcci possibili: facendo ricorso alla legge di Gauss oppure con il
calcolo diretto di campo e potenziale.
1) r > R
q tot
(E) E(r ) ur un d E(r ) d E(r )4r 2
0
dove qtot è la carica totale racchiusa nel guscio sferico, da cui: r
q tot 1 R 2 R 2
E( r ) ( 4 R 2
) E(r ) ur R
4 0 r 2 4 0 r 2 0 r 2 0r 2
R 2 R 2
VE ( r R ) E( r )dr dr cE
0 r 2 0 r
2) r < R
q(r )
(E) E(r ) ur un d E(r ) d E(r )4r 2 =0
0
poiché q(r) è la carica racchiusa nella sfera di raggio r (non ci sono r
cariche racchiuse dentro il guscio sferico), da cui: R
E( r ) 0
VE ( r R ) E( r )dr 0 c' E =costante
dove c’E è la costante di integrazione.
Poiché il potenziale è una funzione continua e
derivabile allora VE ( r R ) VE ( r R ) per r = R,
R 2 R
da cui: 0 c ' E c' E
0 R 0
R
e quindi: VE ( r R ) E( r )dr 0 c' E
0
r’
O P C P’
C’ r
Su ogni segmento sferico si trova una carica dq d 2R sen R d ( 2R sen è il raggio del
segmento e R d la sua altezza). Nel punto P’ esterno al guscio sferico (e qui posizionato lungo il
diametro coincidente con l’asse del segmento circolare) il potenziale generato da questa carica
vale:
1 dq 1 2R 2 sen d
dV
4 0 r ' 4 0 r'
dove r’ rappresenta la distanza tra il punto P’ e il segmento sferico. (La costante a meno della
quale è noto il potenziale è già stata posta uguale a zero poiché la distribuzione di carica occupa
una zona finita dello spazio)
Considerando il triangolo AOP’, applicando il teorema di Carnot si ottiene:
sen d dr '
r'2 r 2 R 2 2rR cos 2r' dr' 2rR sen d
r' rR
1 2R 2 dr ' 1 2R dr '
dV
4 0 rR 4 0 r
dove r rappresenta la distanza tra il punto P’ e il centro del guscio sferico (punto O).
Il potenziale elettrostatico totale nel punto P’ si ottiene integrando dV:
Il potenziale in un qualsiasi punto P all’interno del guscio sferico si ottiene in modo analogo,
cambiano solamente gli estremi di integrazione:
(qui r rappresenta la distanza tra il punto P e il punto O, centro del guscio sferico).
Essendo la simmetria sferica il campo elettrico risulta essere radiale per cui conviene adottare,
come superficie attraverso la quale calcolarne il flusso, una sfera di raggio r concentrica alla
distribuzione sferica di carica. In questo modo E è sempre parallelo a un (che in questo caso
coincide con la direzione radiale ur). Applicando la legge di Gauss:
1
∮ 𝑬 ∙ 𝒖𝑛 𝑑Σ = ∫ 𝜌𝑑𝜏
𝜀0
Σ 𝜏Σ
1
𝐸4𝜋𝑟 2 = ∫ 𝜌𝑑𝜏
𝜀0
𝜏Σ
Per 0 ≤ 𝑟 ≤ 𝑅
𝑟 𝑟
𝑟4 𝑟5
∫ 𝜌𝑑𝜏 = ∫(𝐴𝑟 − 𝐵𝑟2 ) 4𝜋𝑟 2 𝑑𝑟 = 4𝜋 ∫(𝐴𝑟3 − 𝐵𝑟4 ) 𝑑𝑟 = 4𝜋 (𝐴 −𝐵 )
4 5
𝜏Σ 0 0
quindi
𝑟4 𝑟5
4𝜋 (𝐴 4 − 𝐵 )
5 1 𝑟2 𝑟3
𝐸= = (𝐴 − 𝐵 )
𝜀0 4𝜋𝑟 2 𝜀0 4 5
Per 𝑟 > 𝑅
𝑅 𝑅
𝑅4 𝑅5
∫ 𝜌𝑑𝜏 = ∫(𝐴𝑟 − 𝐵𝑟2 ) 4𝜋𝑟 2 𝑑𝑟 = 4𝜋 ∫(𝐴𝑟3 − 𝐵𝑟4 ) 𝑑𝑟 = 4𝜋 (𝐴 −𝐵 )
4 5
𝜏Σ 0 0
quindi
𝑅4 𝑅5
4𝜋 (𝐴 4 − 𝐵 )
5 1 𝑅4 𝑅5
𝐸= = (𝐴 − 𝐵 )
𝜀0 4𝜋𝑟 2 𝜀0 𝑟 2 4 5
per 0 ≤ 𝑟 ≤ 𝑅
1 𝑟2 𝑟3 1 𝑟2 𝑟3 1 𝑟3 𝑟4
𝑉 = −∫ (𝐴 −𝐵 ) 𝒖𝑟 ∙ 𝑑𝒔 = − ∫ (𝐴 −𝐵 ) 𝑑𝑟 = − (𝐴 −𝐵 ) + 𝑐𝑜𝑠𝑡
𝜀0 4 5 𝜀0 4 5 𝜀0 12 20
per 𝑟 > 𝑅
1 𝑅4 𝑅5 1 𝑅4 𝑅5 𝑑𝑟 1 𝑅4 𝑅5
𝑉 = −∫ 2
(𝐴 −𝐵 ) 𝒖𝑟 ∙ 𝑑𝒔 = − (𝐴 −𝐵 )∫ = (𝐴 −𝐵 ) + 𝑐𝑜𝑠𝑡′
𝜀0 𝑟 4 5 𝜀0 4 5 𝑟2 𝜀0 𝑟 4 5
Per determinare le costanti di integrazione si può imporre che V()=0, essendo la distribuzione di
cariche limitata al finito. Ciò comporta che cost’=0. Per determinate l’altra costante basta imporre
la condizione di continuità del potenziale nel punto r = R, eguagliano le due soluzioni:
1 𝑅3 𝑅4 1 𝑅4 𝑅5
− (𝐴 −𝐵 ) + 𝑐𝑜𝑠𝑡 = (𝐴 −𝐵 )
𝜀0 12 20 𝜀0 𝑅 4 5
1 𝑅3 𝑅4 1 𝑅3 𝑅4
− (𝐴 −𝐵 ) + 𝑐𝑜𝑠𝑡 = (𝐴 −𝐵 )
𝜀0 12 20 𝜀0 4 5
1 𝑅3 𝑅4 1 𝑅3 𝑅4 1 𝑅3 𝑅4
𝑐𝑜𝑠𝑡 = (𝐴 − 𝐵 ) + (𝐴 − 𝐵 ) = (𝐴 −𝐵 )
𝜀0 4 5 𝜀0 12 20 𝜀0 3 4
Esercizio 4
Si consideri una sfera di raggio R2 contenente cariche uniformemente distribuite con densità
volumica eccetto che in una cavità, priva di cariche, anch’essa sferica di raggio R1, ma non
concentrica alla sfera maggiore. I centri delle due sfere distano a <(R2 R1). Si determini il campo
elettrico ed il potenziale in un punto P dell’asse congiungente i centri delle due sfere, a distanza r >
R2 dal centro della sfera maggiore.
R2
a R1 P
r
Il problema si risolve ricorrendo al principio di sovrapposizione degli effetti: il sistema può essere
pensato come una sfera intera carica di raggio R2 cui sono state sottratte le cariche in
corrispondenza della cavità.
Di conseguenza anche il campo elettrostatico e il potenziale in ogni punto dello spazio possono
considerarsi come la differenza tra quelli generati dalla sfera di raggio R 2 (ipotizzata
uniformemente carica) e quelli generati dalla sfera di raggio R1 (ipotizzata anch’essa
uniformemente carica).
Campo elettrostatico generato nel punto P dalla sfera di raggio R2 (ipotizzata uniformemente
carica):
2 E E2 un d 4r 2 E 2
ch
4 R 32 R 32
4r 2 E 2 E2
E
dV 4 R
V
3
2 3 0 3 0 r 2
ur
0 3 0
Potenziale elettrostatico generato nel punto P dalla sfera di raggio R2 (ipotizzata uniformemente
carica):
R 32 1 R 32 dr R 32
V2 E2 dl
3 0 r 2 3 0 r 2 3 0 r
ur dl
(essendo distribuzione di carica limitata ad una zona finita dello spazio la costante di integrazione
può essere posta pari a zero)
Campo elettrostatico generato nel punto P dalla sfera di raggio R1 (ipotizzata uniformemente
carica):
2 E E1 un d 4r a E1
2
ch
4 R13 R 13
4r a E1 E1
2
E
dV 4 R
V
3
1 3 0 3 0 r a
2
ur
0 3 0
Potenziale elettrostatico generato nel punto P dalla sfera di raggio R1 (ipotizzata uniformemente
carica):
R13 1 R13 dr R13
V1 E1 dl
3 0 r a 2 3 0 r a 2 3 0 r a
ur dl
(essendo distribuzione di carica limitata ad una zona finita dello spazio la costante di integrazione
può essere posta pari a zero)
R 32 R13
E E2 E1 2 u
3 0 r r a 2 r
R 32 R13
V V2 V1
3 0 r r a
Esercizio 5
In una zona dello spazio è presente un campo elettrico il cui potenziale vale V = a x2 – b y, dove a
e b sono costanti. Calcolare:
𝜕𝑉
1) Poiché E = V, si ha: 𝐸𝑥 = − 𝜕𝑥 = −2𝑎𝑥
𝜕𝑉
𝐸𝑦 = − 𝜕𝑦 = 𝑏
𝜕𝑉
𝐸𝑧 = − 𝜕𝑧 = 0
2) Possiamo determinare la carica mediante la legge di Gauss, che in forma integrale si può
esprimere come z
𝑄 y
∮ 𝑬 ∙ 𝒖𝑛 𝑑Σ =
𝜀0
Σ
b) Facce parallele al piano yz: un = ux per la facce corrispondenti a x=L e x=0, rispettivamente. Si
ha quindi:
c) Facce parallele al piano xz: un = uy per la facce corrispondenti a y=L e y=0, rispettivamente. Si
ha quindi:
𝑄
−2𝑎𝐿3 = 𝜀 → 𝑄 = −2𝑎𝜀0 𝐿3
0
Allo stesso risultato si può arrivare utilizzando la forma differenziale della legge di Gauss:
∇ ∙ 𝑬 = 𝜌/𝜀0
e la carica totale all’interno del cubo sarà (𝜏Σ è il volume del cubo):
Poiché il campo elettrostatico è pari a E = V e il potenziale dipende dalla sola coordinata x, si
ottiene:
dV 5
E u x kx1 4 ux
dx 4
La densità di carica per unità di volume può essere determinata applicando la legge di Gauss in
forma differenziale: div E . Essendo anche il campo elettrico dipendente dalla sola
0
dE 5
componente x si ottiene: 0 x 0 k x 3 4 .
dx 16
Esercizio 7
Tra due piani infiniti, distanti d e carichi con densità uniforme (per unità di superficie) + e -, è
posta una carica distribuita in tutto lo spazio con densità per unità di volume = 0 x dove x
rappresenta la distanza dal piano carico positivamente e 0 è una costante. Determinare nella
regione compresa tra i due piani, il potenziale elettrostatico e il campo elettrostatico. Si assuma che
il sistema sia in vuoto e che il potenziale sia V = 0 per x = d.
+ -
+ -
+ -
+ -
+ - x
0 d
Data la simmetria del sistema le superfici equipotenziali sono piani paralleli ai due piani carichi per
cui il problema è unidimensionale. Applicando l’equazione di Poisson si ottiene:
d 2V dV x x2
0 dx 0 c1
dx 2
0 dx 0 2 0
0 x 2 0 x 3
V c1 dx c1x c 2
2 0 6 0
0 d 3 0 d 2 c 2
Vd 0 c 2 c1d c1
6 0 6 0 d
0 x 3 0 d 2 c 2
Di conseguenza: V x c 2
6 0 6 0 d
dV
Essendo il campo elettrostatico pari a: E gradV u x si ottiene:
dx
0 x 2 0 d 2 c 2
Ex u x
0
2 6 0 d
Il valore di c2 può essere determinato osservando che se non ci fosse la carica , il campo elettrico
d
nella zona tra i due piani varrebbe Ex 2 u x u x da cui c 2
c
.
d 0 0
Di conseguenza:
x3 d2 d
Vx 0 0 x
6 0 6 0 0 0
x 2 d2
Ex 0 0 u x
2 0 6 0 0
N.B.
La costante c2 poteva essere determinata a partire dal valore della differenza di potenziale tra i due
piani:
Vx 0 Vx d c2 [1]
d
Vx 0 Vx d E dx d [2]
0
0
essendo il campo elettrico nella zona tra i due piani Ex ux .
0
d d2
Di conseguenza, uguagliando la [1] e la [2] si trova c 2 , da cui c1 0 e
0 6 0 0
0 x 3 0 d 2 d
Vx x
6 0 6 0 0 0