TERZO REICH
PARTE SECONDA
“I generali da battaglia” della macchina
da guerra del Terzo Reich
Erich von Manstein lo stratega
Walter Model - il maestro della difesa
Erwin Rommel - la leggenda
PREMESSA
“I generali tedeschi della Seconda Guerra Mondiale furono in assoluto il miglior prodotto
della loro professione rispetto ad ogni altro Paese” (Basil H.Liddell Hart) Non è un
azzardo affermare che mai in nessun altro tempo un esercito poté contare su generali così
abili e preparati, capaci di inventare strategie anche nel corso stesso delle battaglie, di
travolgere intere Armate e Paesi nonché di protrarre fino all'estremo, grazie alle loro
stesse capacità, la guerra anche quando questa era ormai perduta.
Questo articolo di storia militare è il secondo capitolo iniziato con “Gli innovatori” che
permisero a quello che era un piccolo esercito parzialmente motorizzato di sconfiggere il
grande esercito francese, di ributtare a mare il Corpo di Spedizione britannico, di invadere
le immense distese sovietiche e di preoccupare seriamente l'Impero inglese in Africa. E'
diviso in diversi capitoli che riguardano il riarmo della Germania, le nuove dottrine, gli
armamenti, i profili di alcuni di questi tre generali. ” I generali battaglia ' è il seguito de
“Gli innovatori” e riguarda per motivi di spazio, pochi dei più interessanti generali che
vissero e condussero direttamente i campi di battaglia. La scelta dei profili è caduta su
questi tre generali completamente diversi tra loro:
- Walter Model l'arrivista solitario sopportato solo per le sue capacità di tattico eccellente,
migliore nella difesa che nell'attacco, le sue maniere erano sgradite e non sempre
accettate nell'ambiente più elevato dell'esercito tedesco
- Erwin Rommel rispettato da tutti sia come stratega sia come tattico, sempre attento al
benessere dei suoi soldati, aveva il dono dell' immediata percezione delle situazioni e
ignorava i privilegi spettanti al suo grado
- Erich von Manstein il geniale stratega, prodotto perfetto della casta di professionisti
prussiani.
Il “tiro alla fune” Di fatto Hitler non aveva alcuna cultura di arte militare, valutava erroneamente i
fattori tecnici e i suoi migliori esperti militari ne erano così profondamente irritati che, invece di
produrre una fattiva collaborazione, si stabilì una sorte di “continuo tiro alla fune” con l'inevitabile
urto di opinioni tra una parte e tra quell'altra: questo fu il più fatale errore della Germania nazista in
guerra sopratutto da quando “il profeta degli sproloqui” divenne completamente incontrollabile. Di
fatto Model, Rommel e von Manstein furono tra i pochi che ebbero molto spesso il coraggio di
contestare le decisioni di Hitler fino ad assottigliare o addirittura “rompere la fune” pagandone le
conseguenze, vennero licenziati e poi ancora richiamati dal dittatore che aveva bisogno di loro.
Walter Model riusciva a tenere testa a Hitler come quasi nessun altro osava di fare, al dittatore
andavano a genio le sue maniere e i metodi non sempre accettati nell'ambiente più elevato
dell'Esercito, per il quale il dittatore non aveva fiducia fino in fondo, preferendo le più fedeli
Divisioni delle SS di Himmler che divennero un Esercito nell'Esercito però meglio rifornite e
attrezzate specialmente dopo il 20 luglio 1944. In totale vi furono circa 42 tentativi di uccidere il
dittatore in tutti quegli anni ma tutti fallirono, fatalità che lo spinsero a indicare se stesso come
“invulnerabile per volontà divina”..
B.H.Liddell Hart chiese al generale Elfeldt nel dopo guerra cosa lui pensasse del soldato tedesco
di questa guerra in confronto con quello del conflitto precedente e la risposta fu la seguente:
“ll soldato tedesco della seconda guerra mondiale era diverso da quello del primo conflitto, il
nazionalsocialismo rese le truppe più fanatiche, i rapporti tra ufficiali e truppa erano migliori per la
diminuzione della distanza sociale, il soldato comune aveva maggiore iniziativa e usava il suo
cervello meglio di quanto avesse fatto nell'altra guerra nella quale il morale delle truppe aveva
subito gli effetti del diffondersi delle idee socialiste tendenzialmente pacifiste, sfatando l'opinione
popolare che i tedeschi abbiano scarsa iniziativa individuale e molto probabilmente il tutto era
dovuto al genere di addestramento che i giovanissimi soldati avevano avuto nelle organizzazioni
della Hitlerjugend. Di fatto in questa guerra il nazionalsocialismo rafforzò il morale delle truppe”.
PRIMO CAPITOLO
Il riarmo della Germania dopo i Trattati di
Versailles
Nel 1918 era già in uso una spaventosa schiera di armi
moderne, bombardieri, gas nervini e asfissianti, mitragliatrici,
carri armati, mezzi blindati. La Marina britannica riuscì a
bloccare le navi dirette nei porti tedeschi con la conseguenza che la Germania collassò
per denutrizione e per mancanza di materie prime, si calcola che ci furono circa 760.000
tedeschi morti per fame e anche per la pandemia “spagnola” e il rancore rimase nel
dopoguerra per decenni. Questa pandemia viene considerata la più letale nella storia
della nostra specie, ancora peggio della peste nera del XIV secolo: si calcola che vi
furono circa più di 50 milioni di morti e 500 milioni di contagiati quando la popolazione
mondiale contava soltanto 2 miliardi di persone.( foto di un ospedale da campo americano ). Poi
l'influenzavirus A sottotipo H1N1 sparì per mutazione spontanea in una forma meno
virulenta, di fatto il principio del biochimico Leslie Orgel che “l'Evoluzione è più astuta di
noi” è stato confermato...cioè le proteine instabili sono fonte di
variazione evolutiva che permette un adattamento molto più
rapido di quello che la Scienza possa affrontare. Essa colpì
prevalentemente persone giovani tra i 25 e i 40 anni, sopratutto i
reduci della guerra statica di trincea che la diffusero tornando alle
loro case.
La guerra di trincea La denutrizione nell'esercito e nella popolazione tedesca fece il
gioco dell'epidemia che finì per uccidere più persone nel mondo che la guerra stessa
anche a causa delle terribili condizioni igieniche esistenti nelle trincee.
La carenza di medicinali e di medici, il tifo e la tubercolosi si aggiunsero alla incapacità dei
comandanti di affrontare la guerra di posizione in cui migliaia di soldati venivano uccisi
dalle mitragliatrici a nastro Maxim Vickers (foto) solo per conquistare pochi metri di
terreno. Tutti i generali combatterono questa guerra con gli stessi principi usati nelle
guerre precedenti, un errore fatale per i milioni di fantaccini considerati come carne da
macello per le proprie ambizioni personali mandati all'assalto in Inferni bombardati e infetti.
(foto)
A Versailles Venne firmato il Trattato il 28 settembre 1919 nel
Salone degli Specchi dai quattro grandi: Wilson, Clemenceau,
Lloyd George e Orlando.(foto) La Germania era colma di ex-
soldati che non avevano voglia di tornare alla vita civile e
sicuramente di trovarsi disoccupati, le violenze rivoluzionarie
della sinistra, la paura dei bolscevichi, le fabbriche ferme,
l'inflazione galoppante spinsero la borghesia a cercare nuove
soluzioni politiche, con governi che si susseguivano formati da uomini di buona fede nella
Repubblica di Weimar, fino all'arrivo di Hitler al potere come Cancelliere nel gennaio 1933
supportato da imprenditori, latifondisti e banchieri. Tutti avevano ben visto quello che era
successo in Russia dove tutta l'aristocrazia, gli ufficiali zaristi e l'imprenditoria erano state
spazzate via dai soviet, e temevano che succedesse anche a Ovest. Le conseguenze dei
Trattati furono che 6 milioni di tedeschi, prussiani, 3 milioni di ungheresi e 7 milioni di
bielorussi, russi e ucraini, in più anche cecoslovacchi e cechi si trovarono cittadini di Stati
con cui non avevano alcuna affinità, con altre amministrazioni e monete, la Prussia
orientale fu divisa dalla Germania dal Corridoio di Danzica e Danzica stessa regalata ai
polacchi.
Il generale Hans von Seeckt
Il generale tedesco che esercitò la maggiore influenza sull'andamento della Seconda
Guerra Mondiale fu Hans von Seeckt, che gettò le fondamenta sulle quali sarebbe poi
sorto un esercito efficiente molto più grande dei soli 100.000 uomini dettati dalle clausole
di Versailles, era un esercito che non poteva possedere né carri armati né aviazione. von
Seeckt enne l'esercito fuori dalla politica e si dedicò a trasformare il piccolo nucleo di
4.000 ufficiali e 96.000 uomini di truppa in un corpo di comandanti e istruttori qualificati che
costituirono l'ossatura per la rapida espansione dell'esercito. Ridiede vitalità e inventiva
all'esercito tedesco che raggiunse quella superiorità qualitativa che l'indifferenza delle
potenze vincitrici gli permise di raggiungere. Nel manuale da lui scritto spiccano queste
note “ ogni azione si deve basare sulla sorpresa, le riserve devono essere
impegnate per lo sfruttamento del successo compiuto dalla rapidità di movimento
spostando anche il centro di gravità se necessario.. ...la guerra è la bancarotta della
politica...”.Considerazioni profetiche quando in effetti nel 1940 un pugno di divisioni
corazzate attaccando in stretta collaborazione con l'aviazione polverizzò la massa ben
superiore, male equipaggiata e ancora peggio diretta, dell'esercito francese e di quello
inglese che combattevano al rallentatore seguendo la strategia della guerra di posizione
del 1918. Von Seeckt morì tre anni prima di poter vedere attuato con strepitosi successi
il suo vangelo sulla guerra di movimento, proprio da alcuni generali protagonisti di questo
articolo.
Principi fondamentali della guerra di movimento
La formula della cosiddetta Blitzkrieg era semplice: una combinazione di mobilità
meccanizzata, velocità, sorpresa, potenza aerea più comunicazioni radio. Inoltre gli
ufficiali di stato maggiore erano tenuti a possedere una conoscenza approfondita di
strategia e tattica.
Il modello della Battaglia di Canne 216 a.C. La veloce vittoria sulla Polonia fu accolta
con grande stupore dall'opinione pubblica mondiale. Il 25 Settembre 1939 il settimanale
americano Times usò per la prima volta l'espressione 'Guerra Lampo' riferendosi alla
battaglia di accerchiamento svolta dai cartaginesi contro i romani a Canne e
all'accerchiamento con il quale le audaci e celeri operazioni sconfissero l'esercito romano
molto più grande attuando la manovra a tenaglia sui fianchi e grazie alla loro cavalleria più
veloce e mobile: fu l'ecatombe dei legionari romani legati a schemi fissi. Da quel momento
in poi le audaci e celeri operazioni stile Canne divennero l'idea fissa e il brevetto esclusivo
dei militari tedeschi: cioè il collasso operativo del nemico aggirato senza scampo da un
veloce e imprevedibile concentramento di divisioni blindate che divenne vincente in
Polonia e nelle campagne successive, funzionò con successo molto spesso grazie
all'addestramento delle truppe e ai comandanti esperti come von Manstein,
Rommel,Guderian e molti altri.
Il Blitzkrieg: “Sempre raggruppati e mai dispersi” (sosteneva Heinz Guderian) divenne il
fattore vincente delle divisioni corazzate tedesche, che non consideravano il carro armato
come una casamatta mobile - come fecero i francesi utilizzandoli in singoli esemplari e
mai in brigate tra loro coordinate, secondo loro i corazzati erano adatti solo a superare le
trincee e i fili spinati, senza radio e senza l'appoggio aereo come durante la prima guerra
mondiale – invece di utilizzarli come l'elemento fondamentale di operazioni massicce,
improvvise, coordinate, veloci e in profondità delle linee nemiche con il supporto
dell'aviazione
NOTA Paradossalmente la cosiddetta casamatta mobile, contrariamente alle tattiche
francesi,fu poi prodotta come semovente cacciacarri o di
appoggio di fuoco in grande numero in tutte le fabbriche
occupate in Europa in diverse versioni e utilizzata dai tedeschi
come semovente senza torretta in appoggio alla fanteria con
grande successo e soddisfazione della fanteria stessa e dei
granatieri: costava molto meno, era di facile
manutenzione in tutte le sue numerose versioni e
la sagoma bassa e sfuggente lo rendeva un obiettivo più difficile da
neutralizzare.(foto di uno JagdPanzer 38 Hetzer di costruzione Skoda derivante dal
carro medio P38 prodotto in totale in 2.000 esemplari nelle varie versioni) ) .
Adolf Hitler e la Germania nazista
Uno studio su tutti i generali di Hitler – cioè del III Reich – parte dal dittatore
stesso dal momento che senza di lui non ci sarebbe stata la guerra; dopo essere
diventato il 30 gennaio 1933 Cancelliere e Capo del Reich “il profeta degli sproloqui” in
campo militare rappresentò il dilettante privo della capacità di capire la strategia delle
operazioni belliche nonché di affrontare la realtà dei campi di battaglia.
Un uomo venuto dal nulla, respinto dalla Accademia di Belle Arti di Vienna, dormiva negli
ospizi, ma dotato comunque e purtroppo di un potere ipnotizzante che lo metteva in grado
di persuadere gli scettici generali e di intimidire anche i più coraggiosi militari e civili
oppositori, in un contesto in cui lo strapotere delle SS e della Gestapo avrebbe dissuaso
chiunque a ribellarsi pena le ritorsioni verso se stessi e le loro famiglie, un importante
particolare che non va mai dimenticato.
La casta di ufficiali prussiani di lunga tradizione militare (che si sentivano discendenti
dell'ordine monastico dei Cavalieri Teutonici) guardava con arrogante disprezzo i politici e
gli industriali che tentavano di metterli in disparte e ancora peggiore era il loro
atteggiamento verso quella “ambiziosa e spietata gentaglia” che aveva conquistato il
potere nel 1933 sostituendo la bandiera imperiale con la svastica, ma il
loro disprezzo era mitigato dal sollievo nel constatare che si stava
imponendo l'ordine nella situazione politica dopo il fallimento della
Repubblica di Weimar, che l'economia stava risollevando di nuovo la
Germania nella posizione di grande potenza internazionale e che le
consistenti spese per il riarmo stavano finalmente aprendo insperate opportunità di
carriera anche per loro.
Uomini rispettabili e professionisti onesti vennero sedotti dal falso patriottismo di Hitler,
costretti all'obbedienza dal giuramento di fedeltà al Fuhrer stesso e soltanto a lui e non
alla Patria, un giuramento che li vincolava al loro rigido codice d'onore di dovere militare
derivante da secoli al servizio delle monarchie.
Dopo anni di sofferenze,disoccupazione e inflazione il popolo tedesco stava meglio, le
fabbriche funzionavano a pieno regime (i sindacati erano stati spazzati via e sostituiti dai
Consigli d'Azienda dei padroni) il marco rivalutato, il bilancio tra importazioni ed
esportazioni era positivo, i disoccupati trovavano impiego grazie ai Grandi Lavori Pubblici,
insomma sembrava ci fosse più burro e meno cannoni.. Infatti alla fine degli anni '30 la
Germania sembrava avesse risalito la china della depressione, le impressionanti
scenografie delle adunate con centinaia di migliaia di persone entusiaste (con la regia di
Albert Speer) con il centro di attenzione dedicato a un solo uomo (mai viste nella Storia
nemmeno ai tempi di Napoleone o di Cesare), le perfette parate dell'esercito in cui si
faceva sfoggio della ricostruita potenza militare e industriale servirono sia per persuadere
il popolo tedesco di essere ridiventato una grande nazione, sia per intimorire i governi di
Mosca, Parigi e di Londra convincendoli a venire a patti con la Germania nazista, cioè con
il dittatore stesso.
La Germania nazista sembrava ormai una nazione stabile con un apparente benessere,
attirava i turisti e i visitatori stranieri che ne vedevano soltanto i lati positivi: le spiagge
affollate, poca disoccupazione, gente elegante e distinta, bei negozi di lusso, servizi
sociali e assistenza per tutti, le belle passeggiate nei grandi viali puliti e ammodernati,
accattivanti e moderni film di propaganda, giganteschi anfiteatri per le enormi adunate di
masse inneggianti al partito, le perfette Olimpiadi di Berlino, il consenso e la simpatia di
molte Cancellerie straniere nascondevano le feroci persecuzioni contro i dissidenti e delle
quali i visitatori non avevano alcuna percezione.
Comunque i cittadini tedeschi non si resero conto – grazie alla
propaganda di regime - che il partito nazista aveva spazzato via tutti i
loro risparmi..stavolta e per tutti quegli anni terribili seguenti ci furono “
“poco burro e molti cannoni”. Alla fine degli anni '30 il debito pubblico era fuori
controllo, nonostante i bassi e le ore di lavoro in aumento – e
si cominciò pertanto a prevedere il saccheggio con azioni
militari delle Nazioni vicine:Polonia, Austria, Repubblica Ceca.
Annesse militarmente queste Nazioni gli industriali,i banchieri,i
commercianti, i latifondisti espropriarono le proprietà originali e
fecero grandi affari personali , poi toccò alla Francia, ai Paesi Bassi
e alla Norvegia. Insomma tutto il continente europeo era divenuto
velocemente una colonia occupata dal regime nazista sotto la
nuova bandiera, la svastica, che svettava dappertutto.
Furono annessioni progettate e seguite anche dai due uomini più
pericolosi e spietati del regime: H.Goring e H. Himmler (foto insieme)
Goring a quel punto era l'uomo più ricco d'Europa perché divenne
procuratore di molte imprese straniere acquisite con la forza mentre Himmler non smentì il
suo carattere sobrio e morigerato, per lui l'importante era il suo immenso potere gestito
senza apparire. Progressivamente le sue SS e la Gestapo - volontari spesso fanatici
provenienti da ogni nazionalità - divennero un esercito sempre più numeroso e meglio
fornito con armamenti più moderni rispetto a quello tradizionale.
L'Anschluss Nel 1938 Hitler inviò l'esercito in Austria impiegando i nuovi carri armati e da
questa invasione senza resistenza ottenne ferro, legname e sei milioni di cittadini da far
lavorare e combattere.
Però durate l'invasione pacifica si rivelarono tutti i difetti d'improvvisazione della guerra di
movimento con continui guasti ai mezzi e Heinz Guderian se ne accorse ovviando subito :
le divisioni corazzate divennero veramente autonome con officine da campo, radio,obici,
semoventi e cannoni antiaerei, collegamenti con l'aviazione d' assalto, granatieri, medici,
uniformità dei mezzi e dei modelli, carburante, e riserve per giorni; lo scopo era di
sfondare il fronte e lasciare le sacche di resistenza alla fanteria al seguito; fu la strategia
che devastò tutti i fronti in Europa e in Africa. In fin dei conti tutto il progetto,i mezzi le
strategie e le tattiche furono la creazione di Heinz Gudrian.
Hitler era ben conscio di dover cogliere una serie di vittorie lampo per non dare tempo ai
nemici di produrre armamenti che li avrebbero sopraffatti numericamente.
Il fattore tempo giocava contro i suoi piani e stavolta aveva ragione, per i primi quattro anni
tutto il continente europeo fu sotto il suo dominio indiscusso.
I successi del “nuovo messia” Di fatto dal 1933 al 1939 il dittatore realizzò una
strategia globale per mezzo di bluff psicologicamente brillanti permettendogli di avere tutti
i vantaggi di conquiste senza pagare il pegno di una guerra dispendiosa in vite umane e
risorse. Astutamente e abilmente assunse alla sua politica estera tutte le vittime dei Trattati
e ne ebbe enormi consensi, vantaggi in risorse materiali e umane.
Il “giocatore d'azzardo” e il Patto di Monaco L' Accordo di Monaco tolse la terra sotto i
piedi agli oppositori, militari e civili: il “giocatore di azzardo” aveva ottenuto dalle
rassegnate Francia e Gran Bretagna i territori dei Sudeti pacificamente e successivamente
tutta la Cecoslovacchia con le sue risorse minerarie, le potenti fortificazioni e la grande
industria siderurgica Skoda che produceva carri armati, artiglieria, armi e veicoli di buon
livello (gli operai della Skoda continuarono solerti per tutta la guerra a produrre mezzi
militari, dei quali vedremo in seguito l'utilizzo....) proprio nelle regioni che fornivano grafite,
zinco, carbone, rame e il 50 % delle industrie chimiche.
La politica di “appeasement” di Francia e Gran Bretagna aveva apparentemente (ma solo
temporaneamente) tirato fuori d'impaccio le due nazioni e soddisfatto pacificamente le
pretese della Germania nazista.
Monaco segnò il trionfo di Hitler non solo su britannici e francesi ma anche sul
gruppo dirigente dell'esercito tedesco.
Ma Hitler non aveva un piano preciso di espansione e di conquista ma piuttosto
rispondeva opportunisticamente alle crisi provocate dal corso degli
eventi e aveva sempre trasgredito al principio fondamentale di
von Clausewitz “la guerra è sempre un atto politico”.
Nel 1939 la Germania aveva mobilitato 4 milioni di soldati, solo
cinque anni prima l'esercito ne contava soltanto 100.000 ma non
tutte le divisioni erano di prima linea anzi erano composte da
riservisti, ma restava il fatto che il dittatore ormai controllava
l'esercito che aveva sempre voluto e, sicuro di intimidire con questa forza la Francia e la
Gran Bretagna, ora progettava di invadere la prossima vittima, la Polonia.
Il Patto Molotov – Ribbentrop Il Patto di non aggressione, ribattezzato “trattato di
frontiera e amicizia” comprendente aiuti reciproci, da una parte forniture di tecnologia
dall'altra di enormi quantità di petrolio,ferro,metalli, grano tra L'Unione Sovietica e il Reich
fu firmato nell'agosto del 1939, spiazzò e stupì completamente tutta l'Europa, due regimi e
ideologie completamente antitetiche avevano ridisegnato le sorti delle Nazioni all'est
sopratutto quelle della Polonia - che di fatto fu invasa non soltanto dall'esercito tedesco
ma anche di quello sovietico - dell'Ucraina,della Finlandia e dei Paesi Baltici.
L'invasione della Polonia – in guerra La Polonia aveva solo venti anni come Nazione,
aveva frontiere disegnate dal Trattato di Riga del 1920 con una popolazione frammentata
composta da russi, ucraini, ebrei, un milione di tedeschi e diciannove milioni di polacchi
più il lungo Corridoio fino al mare che divideva la Prussia Orientale tedesca fino al porto di
Danzica abitato da tedeschi, era un'altra punitiva demarcazione risultata dai Trattati di
Versailles che divideva la Prussia Orientale tedesca dalla Germania. Hitler desiderava
riammettere Danzica, il suo porto e il Corridoio e le sue richieste sembravano ragionevoli,
ma i polacchi rifiutarono ostinatamente e continuamente ogni concessione sicuri che
Francia e Gran Bretagna avrebbero tenuto fede all'impegno di assistenza a quello che
definivano il loro protettorato.L'esercito polacco contava su 600.000 soldati di cui 60.000
cavalleggeri armati di sciabole e.. lance, come un secolo prima. I polacchi cercarono di
contrattaccare con la brigata di cavalleria Pomorska con i cavalli lanciati contro i carri
armati di Guderian, lance e sciabole contro mitragliatrici e cannoni, fu un atto di grande
coraggio ma il risultato fu una carneficina. Il 3 settembre la Gran Bretagna entrò in guerra
imitata poche ore dopo dalla Francia. Il dittatore credeva di aver intrappolato britannici e
francesi ma quando invase la Polonia, forte anche dell'accordo di spartizione e di mutua
assistenza firmato con il Patto Ribbentrop-Molotov, si vide recapitare al suo domicilio la
dichiarazione di guerra, letta da Neville Henderson.
“E adesso ?” e allora si rivolse inferocito al suo Ministro degli Esteri Ribbentrop, una
domanda rimasta famosa nella Storia, meno famosa la riflessione ad alta voce di
Hermann Goering che era presente alla sfuriata: “se perderemo questa guerra che Dio ci
aiuti !” Una profezia azzeccata, una volta tanto, dal grasso comandante della Luftwaffe e
Ministro degli armamenti.
In quei giorni Winston Churchill disse una frase profetica per sollevare il morale degli
inglesi “ Sono certo che non dobbiamo temere la tempesta, che infuri, che muggisca, ne
usciremo indenni”.
“Il giocatore d'azzardo” aveva creduto alle frequenti rassicurazioni del commerciante di
spumanti Ribbentrop che Londra e Parigi non avrebbero mai combattuto perché in fin
dei conti voleva credere solo a questo, ma sopratutto perché non
aveva l'abilità diplomatica di Otto von Bismarck che combatteva
un nemico per volta; sfortunatamente per tutti Hitler non era
Bismarck e fece un altro fatale errore quando invase anche
l'Unione Sovietica immemore di quanto era successo alla
Grande Armata di Napoleone. Ribbentrop in seguito fu rimosso
dall'incarico di Ministro, si unì alle SS di Himmler e fu giustiziato
a Norimberga per i crimini commessi.
In fin dei conti la Polonia fu tradita dalla guerra come la Cecoslovacchia fu tradita dalla
pace. (foto del confine polacco violato)
Ora siamo arrivati al Secondo Conflitto Mondiale e all'argomento principale di questo
articolo di storia militare, i “generali da battaglia”, ma prima di raccontare le loro vite e le
loro azioni, è opportuno dedicare un capitolo ai nuovi armamenti che permisero gli
strepitosi successi della macchina da guerra del Terzo Reich.
CAPITOLO SECONDO La strategia della guerra di movimento – il
“Blitzkrieg” - un capolavoro di arte militare La Wehrmacht ebbe il vantaggio
iniziale di progettare e produrre armamenti nuovi e adeguati ai tempi durante il suo veloce,
costoso e massiccio processo di riarmo durato pochi anni
rispetto ai Paesi nemici che avevano ancora negli arsenali
armi risalenti al Primo Conflitto Mondiale, inoltre molti
ufficiali, aviatori e soldati
avevano combattuto in Spagna
durante la guerra civile e
avevano acquisito preziose esperienze sul campo
sperimentando anche i nuovi armamenti.La parola “Blitzkrieg
– Guerra Lampo”non sembra di origine tedesca ma le idee
che la generarono furono certamente di origine prussiana e
divenne il termine universalmente usato per indicare sia le tattiche che la sua concezione
strategica molto più ampia. L' organizzazione di un esercito ben rifornito, dotato di veicoli,
carri armati, cannoni, servizi e capace di marciare molto più velocemente nacque dai
fallimenti del Primo Conflitto Mondiale, fu proposta nei testi di B. H.Liddell Hart, F. C
.Fuller e Charles de Gaulle negli anni trenta ma essi furono
bellamente ignorati. Erwin Rommel scrisse “Fanteria
all'attacco” che ebbe un certo successo ma il testo che
influenzò maggiormente la strategia tedesca rimane quello
scritto da Heinz Guderian “Achtung ! Panzer !” Il carro armato
Quando nel 1933 Hitler divenne Cancelliere i cambiamenti nelle Forze Armate si
susseguirono molto rapidamente, nel 1934 il prototipo del carro PzKw I funzionava e
quando lo vide sul campo di prova Hitler profferì la famosa frase “ecco quello che mi
serve, ecco che voglio !” successivamente vennero costruiti i carri PzKw II e III e poi il
modello IV – il migliore e il più adattabile - in pochi anni. Questi mezzi erano stati
progettati più o meno nella stessa epoca e molte parti erano intercambiabili, in previsione
di doverli adattare a future esigenze. Quando il cannone era troppo potente venne
inaugurata la stagione dei caccia-carri o Jagdpanzer senza torretta che potevano ospitare
nello scafo grossi calibri senza preoccupazioni per il rinculo, molto graditi dai granatieri e
in genere utilizzati anche come supporto alla fanteria, mezzi che avevano i vantaggi di
essere molto meno costosi e con la sagoma più bassa e sfuggente ai colpi.
Successivamente nel corso del conflitto (e dopo essersi scontrati con l'ottimo e inaspettato
T-34 sovietico..) vennero prodotti i più famosi, costosi e temuti PzKw V (Panther) e PzKw
VI (Tiger) carri di prima linea dotati di pesante corazzatura e di cannoni in grado di
distruggere qualsiasi carro nemico alla distanza di più di millecinquecento metri; le loro
versioni Jagdpanzer erano ancora più temibili e praticamente impenetrabili. ( foto)Da subito
i progettisti tedeschi collocarono l'equipaggio in modo che potesse collaborare in tutte le
emergenze e comunicare chiaramente con i compagni, contrariamente gli equipaggi
francesi che si sentivano isolati dentro i loro carri: l'errore fondamentale di progettazione fu
che la torretta ospitava un solo uomo che doveva caricare, puntare, sparare con il
cannone e fare anche da osservatore nello scenario, troppi compiti onerosi per un
capocarro.(disegno char D Renault) Per la cronaca, nel 1939 la Francia possedeva circa 2.200
carri armati, la Gran Bretagna 250 e la Germania circa 2.100 (dei quali circa 1.000 erano
il PzKw II con il piccolo cannone da 20 mm.) cui si aggiunsero 350 carri PzKw 38 Skoda
dopo l'occupazione delle fabbriche cecoslovacche, senza i quali non sarebbe stato
possibile la vittoria in Francia....Durante tutto il conflitto calcoli approssimativi contano circa
220.000 veicoli corazzati di prima linea prodotti nelle varie Nazioni di cui circa 50.000
dalla Germania, 140.000 dagli USA e dai sovietici ma è un calcolo in difetto, non tiene
conto di tutte le versioni improvvisate oppure prodotte nelle fabbriche occupate in tutta
Europa. I tedeschi – di loro natura costruttori di mezzi costosi e sofisticati - scoprirono che
i mugik cioè i tanto disprezzati soldati russi erano degli ottimi meccanici capaci di
arrangiarsi con poco rimettendo in uso i loro mezzi, del resto già progettati come rozzi e
semplici, spesso senza radio e ottiche di puntamento scadenti,( disegno di un T34) ma
affidabili per equipaggi addestrati frettolosamente.(furono più di 500.000 i carristi russi e
pochi sopravvissero)...Il T34 fu il miglior carro medio del conflitto, superava ghiaccio, neve
fango grazie ai cingoli larghi e le sospensioni Christie,aveva la sagoma sfuggente e
inclinata che deviava i colpi diretti. La produzione
superò gli 85.000 esemplari nelle diverse versioni più
i semoventi e il gigantesco carro pesante KV2
(foto)Inoltre i sovietici ricevettero dagli USA e dalla
Gran Bretagna circa 40.000 camion - molte migliaia
di radio (perché il paranoico regime russo non le usava
preferendo i giornali del regime e gli altoparlanti per informare la popolazion e) - ben più di1.000
aerei da combattimento – materiali strategici - 10.000 carri armati e milioni e milioni di
scatolette di carne SPAM “Apriamo il secondo fronte” scherzavano i russi quando le
mangiavano. Cannoni e semicingolati La verità è che non bisogna credere che tutte le
divisioni tedesche fossero meccanizzate, nonostante gli sforzi produttivi dell'industria i
trasporti cingolati furono sempre scarsi, la fanteria quando andava bene era trasportata
dai camion oppure ..andava a piedi come tutte le altre. Tutti gli altri servizi utilizzarono
durante la guerra ancora i cavalli che andavano continuamente nutriti, abbeverati,
strigliati, tenuti in esercizio e controllati continuamente. Inglesi e francesi erano messi
molto peggio poiché non avevano previsto vere divisioni corazzate e tanto meno i loro
veicoli di appoggio. La vera devastante scoperta fu che il cannone antiaereo Flack da 88
mm. poteva distruggere qualsiasi mezzo corazzato a distanze di tre quattro volte la
capacità di ingaggio degli altri cannoni montati sui carri, e questo fu il trionfo di Erwin
Rommel: proteggeva le brigate di carri piazzando poche batterie di 88mm nei punti
nevralgici, lo fece in Francia e in Africa con risultati devastanti. Il Flack '88 fu il miglior
cannone di tutto il conflitto, con ottiche di puntamento di ottima qualità e serventi ben
addestrati Poi montato in versione alleggerita sui Panzer Tigre (foto di semovente) e Panther
e semoventi derivati devastò le brigate corazzate Alleate e sovietiche. Fortunatamente
questi carri pesanti più di 50 t. – impenetrabili salvo il vano motore - furono prodotti in
pochissime migliaia di esemplari: i costi e produzione erano troppo elevati, erano mezzi
complessi che richiedevano continua manutenzione,le acciaierie e le fabbriche venivano
continuamente bombardate, essi furono la costosa risposta ai T34 e ai carri pesanti
Stalin e KV2. (il Tigre fu un progetto curato dall' ing. Ferdinand Porsche).NOTA Nonostante
quanto si veda nei film bellici, le divisioni tedesche erano dotate di una preoccupante
varietà di mezzi cingolati, ruotati e di armamenti di diverse provenienze e nazionalità; le
vittorie iniziali misero sotto stretto controllo le industrie europee che continuarono a
produrre i loro modelli per la Wehrmacht; furono anche requisiti tutti gli automezzi civili e
tutti i cavalli necessari per la macchina da guerra del Reich, oltre al fatto che la resa della
Francia e il reimbarco inglese a Dunkerque aveva prodotto il più ricco bottino di guerra di
tutti i tempi. Fu un vero incubo di logistica dotare milioni di soldati di automezzi,
armamenti, cavalli e sostituire quelli che venivano inghiottiti dai combattimenti su tutti i
fronti. Soltanto le poche divisioni di élite mantennero uno standard elevato usufruendo dei
migliori carri armati, semicingolati , camion e cannoni anche se nel corso degli eventi i loro
organici furono sempre più ridotti.
La Luftwaffe concepita come appoggio alle truppe di terra
L'aereo tedesco da bombardamento più famoso e letale fu lo
Junkers Ju 87 Stuka, il bombardiere a tuffo – come del resto lo Ju
88 bimotore che lo seguì - che era il massimo dell'efficienza nel
bombardamento di precisione
picchiando con angoli di 70° e anche
80° e uscendo dalla picchiata grazie ai
freni aerodinamici; fu collaudato dal
Flugcapitan Hanna Reitsch dopo alcuni incidenti mortali Questi
grossi e goffi monomotori avevano un finestrino sotto la carlinga
per permettere al pilota l'identificazione dei bersagli e delle
sirene sotto le ali che emettevano un terrificante urlo acuto “le
trombe di Gerico” che venivano usate per spaventare il nemico anche quando erano finite
le bombe.
I paracadutisti e le truppe aviotrasportate
Rivoluzionario fu il trasporto via aereo dei soldati con gli affidabili trimotori da trasporto
Junkers Ju 52: le truppe furono addestrate a salire e scendere velocemente dai trasporti
portando con sé le armi di squadra e tutti gli approvvigionamenti.
Grazie al processo di riarmo e all'assistenza dell'Unione Sovietica negli anni '30 le scuole
di addestramento per piloti di aereo e per paracadutisti riuscirono a sfornare una forza
aerea sempre più forte, i robusti trimotori Ju 52 ( foto) furono impiegati per il traino, il
trasporto e il lancio delle truppe. Dopo aver assistito al lancio contemporaneo di 1.500
paracadutisti russi il generale Kurt Student iniziò ad elaborare i suoi innovativi concetti e i
principi di operazioni di assalti improvvisi dall'aria, di fatto il primo lancio in massa
effettuato del 1° reggimento avvenne a Niedesachesen nel 1939. Fu definito anche il
programma per l'acquisizione di alianti d'assalto (sfruttando il fatto che il volo a vela era
uno sport molto praticato) e venne messo a punto il DFS 230 che poteva trasportare dieci
uomini scomodi perché acquattati in fila su una panca di legno in mezzo alla carlinga -
completamente equipaggiati. Come tutti gli alianti d'assalto era usa e getta, sganciava il
carrello a ruote in decollo e atterrava sui pattini. Venne usato per la presa del gigantesco
forte belga di Eben el Mael (che aprì alle divisioni corazzate tedesche tutto il fronte della
Battaglia di Francia) e per la liberazione di Mussolini sul Gran Sasso a Campo Imperatore.
(Creta fu molto vicina a un disastro, troppi feriti e morti, alianti e aerei schiantati (271 trimotori
Ju52 distrutti) a causa della durissima reazione britannica non prevista...da quel momento le
truppe paracadutiste non furono più utilizzate per assalti di massa ma come truppe di terra, ..se
ne accorsero amaramente gli Alleati durante l'assedio di Montecassino combattendo contro i
cosiddetti “diavoli verdi” che si erano arroccati nelle rovine del monastero)
TERZO CAPITOLO
I GENERALI DA BATTAGLIA
ERWIN ROMMEL (la leggenda)
Dopo più di 70 anni dalla fine del conflitto la reputazione di Rommel
si è accresciuta, molto ammirato da tutte le parti fu il modello del cavaliere medioevale per
il suo carisma e per essere stato un maestro nella moderna arte della guerra. Di origine
sveva non apparteneva alla casta di aristocratici Junker ufficiali prussiani, era figlio di un
professore di matematica. Nato nel 1891 e suicida nel ottobre 1944 (4 mesi dopo
l'attentato de 20 luglio) per salvare la famiglia dalle ritorsioni del dittatore.. Durante le
torture dei cospiratori un congiurato in delirio fece anche il suo nome e questo bastò allo
spietato entourage nazista di accusarlo di aver partecipato alla congiura e costringerlo al
suicidio. Fu la gigantesca farsa di un funerale di stato, una mistificazione che commosse
milioni di cittadini ingannati per la perdita del loro eroe a causa delle ferite. Onestamente
ritengo superfluo parlare a lungo in questa sede di Erwin Rommel,l'ultimo vero condottiero
del XX secolo, egli ha incarnato la più genuina attitudine al comando militare, era dotato di
fulminea genialità tattica e di lungimirante intelligenza strategica, era capace di rovesciare
a proprio favore le situazioni di disperate e fu un combattente leale e rispettoso sia verso
il nemico che verso i propri uomini disposti a seguirlo dappertutto fino allo sfinimento, con i
quali ebbe un rapporto profondo e seppe prendersi sempre cura di loro.. Imparò molto
velocemente il comando delle divisioni corazzate cogliendo inaspettati successi sia
durante a Campagna di Francia (la sua “7a Divisione fantasma” che spariva e riappariva
facendo migliaia di prigionieri e danni incalcolabili, era soprannominato “il cavaliere
dell'Apocalisse” sia con la sua Afrikakorps (in battaglie simili a quelle navali combattute dei
secoli prima ma stavolta in mezzo alle tempeste di sabbia, mosche e insetti pericolosi, nel fango e
percorrendo migliaia di chilometri sopra un arido deserto pieno di fossili di conchiglie là dov e c'era stato
il mare millenni prima; sempre con l'assillo dei rifornimenti indispensabili che scarseggiavano:
cibo, acqua potabile, carburante, munizioni e ricambi) Il suo principale contributo alla tattica dei
carri fu rappresentato dall'abile impiego di una cortina di pezzi anticarro da 88mm Flack,
dietro questa cortina i suoi Panzer avanzavano, si ritiravano, facevano rifornimento mentre
venivano colpiti da una distanza ben superiore i carri di testa nemici.
Nel deserto l'Asse dipendeva dai rifornimenti trasportati dalle navi mercantili, tedeschi e
italiani dovevano affrontare, subendo gravi perdite di naviglio e
rifornimenti, il dominio in Mediterraneo della Marina e
dell'Aviazione inglesi. Ogni mezzo nemico catturato o
danneggiato veniva riparato e integrato nei ranghi e pertanto
spesso erano indistinguibili anche a distanze brevi chi fossero i
nemici: camion inglesi in mano all'Asse o viceversa? Rommel
si servì largamente degli autocarri catturati al nemico, non solo
perché servivano come rimpiazzi ma anche per creare confusione. Li distinguevano solo
le bandiere nazionali e i simboli dei reggimenti dipinti sui fianchi impolverati da mesi che
troppo spesso cambiavano ancora di proprietà..... In battaglia si serviva generalmente del
Mammut, (foto)un carro blindato britannico trasformato in sede del suo comando, e spesso
partiva in ispezione guidando una Volkswagen. Fin dai primi giorni di permanenza in Africa
riuscì ad orizzontarsi perfettamente nel deserto e nessun avamposto era troppo lontano
perché egli rinunciasse a visitarlo; assoluto padrone di tutti i più piccoli segreti della tattica
e dotato di occhio clinico nella valutazione del terreno non si lasciava sfuggire nulla, tutto
attirava la sua attenzione dalla mitragliatrice mal postata al campo minato troppo visibile
Il suo interesse per i piccoli problemi dei soldati, la sua prontezza nell'escogitare soluzioni
tattiche facevano impressione sui giovani ufficiali e sui giovani soldati. Era uno di loro, un
“tipo da prima linea” La mattina Rommel era già in piedi dalle sei, in Africa lasciava che i
suoi uomini si vestissero come meglio erano comodi: scarpe, calzoncini e berretto
seguendo la moda australiana, Rommel era sempre ben rasato e in ordine con l'uniforme,
pantaloni, stivali, una sciarpa a scacchi e la croce di ferro. Un solo episodio divertente: un
giorno Rommel a bordo del Mammut si recò a trovare i suoi soldati feriti in un ospedale da
campo nel deserto, come faceva spesso, poi si accorse che l'ospedale era in mano agli
inglesi che vi avevano ricoverato anche i loro feriti.. e Rommel uscì veloce dall'ospedale
rispondendo divertito al perfetto saluto delle sentinelle inglesi, nessuno si era accorto della
sua presenza. Inviato in Africa con l'Africakorps riuscì a
trasformare una azione difensiva a favore degli italiani che erano
in crisi in una campagna che ossessionò Winston Churchill e
impegnò per due anni troppe risorse dell'impero britannico. In
battaglia Rommel si sentiva a casa sua, era un comandante nato
e attribuiva la più grande importanza all'azione di comando
personale. Fu il primo a identificare la guerra nel deserto con la
guerra navale, sosteneva giustamente “che nessun ammiraglio ha
mai vinto una battaglia navale standosene in un comando
costiero”. I terribili scontri delle forze corazzate nel Nord Africa
misero in evidenza le diverse impostazioni dei due condottieri, Sir
Bernard Montgomery e Erwin Rommel: Rommel disponeva di un comando mobile e
seguiva da vicino l'azione delle truppe mentre Montgomery seguiva invece l'evolversi della
battaglia dal suo comando arretrato. B. H. Liddell Hart ammette che Rommel aveva “il
dono meraviglioso di arrivare nei punti vitali della lotta e di imprimere un impulso decisivo
all'azione nel momento cruciale” Rommel era senza pretese, modesto,dormiva
pochissime ore e mangiava il cibo della truppa senza privilegi del suo grado. ( foto con
scatoletta come pranzo) Sempre in prima linea in completo sprezzo del pericolo aveva
l'immediata percezione dello scenario anche nei piccoli dettagli e un perfetto senso
dell'orientamento. Un dono unico che altri non avevano, tanto meno i nemici. Fu un gran
peccato quando due caccia inglesi mitragliarono la sua auto scoperta ferendolo
gravemente ma era un uomo molto robusto, sopravvisse e pertanto forzatamente non
partecipò al complotto del 20 luglio..In seguito forse farneticava per colpa dei traumi al
cranio: la sua ipotesi era di estromettere il dittatore e di proporsi come unico
interlocutore per una tregua con gli Alleati onde rivolgere tutte le forze contro gli odiati
bolscevichi, conscio che la guerra era ormai perduta. Una convinzione che si accentuò
quando gli consegnarono una torta ben confezionata e ancora fresca inviata una
settimana prima da una madre americana al proprio figlio combattente al fronte in Africa
“se sono capaci di fare anche questo la guerra per noi è perduta” borbottò tra sé e sé.
Comunque quando sbarcò una divisione corazzata americana con i nuovi carri Sherman
ma equipaggi poco addestrati riuscì a distruggerla a Kasserine pur essendo in netta
inferiorità numerica....fu un brutto colpo per l'orgoglio dei carristi statunitensi: gli equipaggi
non si conoscevano tra loro e anche i mezzi erano arrivati da porti lontani; gli americani
persero 150 nuovi carri armati nel febbraio 1943 appena arrivati dalle fabbriche. La verità
è che il carro armato è come una casa di cui occorre conoscere ogni particolare e
l'equipaggio deve averne completa dimestichezza ed essere sempre in perfetta sintonia.
Fu l'unico generale della Storia il cui ritratto era appeso nei centri comando del nemico
fino a quando il generale Claude Auchinleck ne ordinò la rimozione con un editto in cui
rimproverava i soldati per l'ammirazione di questo mitico nemico. Sono stati scritti molti –
troppi - trattati sulla sua vita da illustri storici e questa sarebbe nient'altro che la noiosa
ripetizione redatta da un principiante... Era così stimato che Churchill inviò un commando
in Africa per eliminarlo ma quei pochi coraggiosi sbucati dal mare non ebbero
fortuna: Rommel non abitava più in quel presidio. Hitler ordinò di fucilare i pochi
sopravvissuti ma lui si rifiutò. Era uno dei pochi generali che saltava su un aereo (sapeva
anche pilotare) e che osava discutere direttamente con il dittatore per ore, discussioni che
spesso degeneravano in liti furibonde e che osava disobbedire agli ordini. Osò ancora
disobbedire quando la Panzerarmee perse 50.000 uomini, 400 carri e 1.000 cannoni, il
carburante scarseggiava e anche le munizioni e un messaggio di Hitler gli ordinò di
“tenere duro” : sconvolto dalla incomprensione del dittatore invece ordinò la ritirata
generale, infatti il giorno dopo gli inglesi irruppero nelle postazioni abbandonate. Pagò con
la vita i suoi dissensi sulla condotta della guerra, espressi troppo spesso pubblicamente e
ingenuamente. Se il dittatore gli avesse fornito almeno una brigata di carri e benzina –
invece di mandare il tutto per tutto nel tritacarne in Russia, l'Africakorps sarebbe arrivato
ad Alessandria d'Egitto e poi al Cairo e forse fino allo Stretto di Suez dove lo aspettavano i
tenenti Sadat e Nasser pronti ad una rivolta contro gli occupanti inglesi. Persino i
negozianti egiziani avevano già cambiato i prezzi dei prodotti esponendoli in marchi
tedeschi. Anche quando gli erano rimasti pochi corazzati e la benzina agli sgoccioli
durante la corsa verso Alessandria gli inglesi ne erano così spaventati che bruciarono con
fumate nere altissime tutti i documenti riservati nei cortili dei loro comandi (il 31 luglio 1942
fu il famoso “mercoledì delle ceneri”..)E ancora nessuno lo ascoltò quando propose di
schierare le brigate corazzate vicino alle spiagge degli sbarchi lungo il Vallo Atlantico
per ricacciare subito in mare gli Alleati prima che si attestassero in forze sul terreno.