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L'era della disinformazione e la

triste fine della privacy


(e forse dell'empatia ?)
Word Economic Forum mostra uno dei temi attuali
pi interessanti e pericolosi, la viralit legata a informazioni false o infondate.
Il web ha cambiato il modo in cui le persone si informano, interagiscono e filtrano (forse...)
informazioni e formano le proprie opinioni. Uno scenario che unito all'analfabetismo
funzionale, cio l'incapacit di comprendere efficacemente un testo (che riguarda in modo
preoccupante il 50 % della popolazione italiana tra i 15 e i 65 anni) che guidata dal
pregiudizio di conferma a determinati contenuti crea fenomeni di massa attorno a
informazioni false o fasulle (misinformation).
La diffusione massiva di informazioni fasulle tramite il web provocata dalla produzione e
consumo di contenuti disintermediati: tutti possono pubblicare la loro versione e opinione
su qualunque tematica senza la effettiva verifica sulla fondatezza di quello che viene
pubblicato.
In un contesto informativo non filtrato n accreditato i fruitori del web prendono come
credibile tutto ci che loro aggrada conforme alle loro opinioni (raffica di conferme)
alimentando la formazione di opinioni e fatti strampalati (es.: leggende metropolitane,
complotti alieni, negazionismo storico e scientifico, complotti delle multinazionali e delle
Banche, etc.etc.) che vengono assimilate da utenti in cerca di conferme coerenti al loro
personale sistema di credenze.
Rimane famosa la bufala di una donna che sembra avere in mano un cellulare (?) ripresa
nel film Circus di Charlie Chaplin del 1928 che secondo il regista George Clarke era una
viaggiatrice temporale, un episodio che ha prodotto ben 5 milioni di visualizzazioni sul
breve video pubblicato dallo stesso Clarke.
E' uno scenario non filtrato in cui il fruitore del web prende e crede in tutto ci che gli
aggrada generando fenomeni su vasta scala che influiscono sull'opinione pubblica e sulla
percezione delle importanti questioni pi dibattute: la salute, la politica e l'economia.
Uno scenario preoccupante che, in abili mani di manipolatori, diventa uno strumento che
riesce ad influenzare anche le persone in ambito politico, basandosi sul pregiudizio di
conferma e sulla sindrome del complotto applicando il cosiddetto effetto gregge (unisciti
a noi, o sei completamente con noi oppure sei contro di noi) tanto caro al ventennio..ne
abbiamo ancora oggi un esempio in casa. Nulla cambiato, solo gli strumenti.
Tra le varie forme di espressione sul web spiccano gli utenti in cerca di rissa con commenti
spesso irriverenti e oppositivi, che calcano la mano e diventano degli estremisti che
ferocemente cliccano MI PIACE (like) tutto il giorno facendosi cos manipolare e
coinvolgere da informazioni fasulle, oltre che esprimere pubblicamente le proprie scelte e
abitudini esponendosi cos a conseguenti e massicce promozioni pubblicitarie....
In Facebook il numero di utenti che seguono e adottano fonti di informazione complottiste
ben tre volte il numero che segue informazioni accreditate e verificate.
Con il nascere di MI PIACE aumentata linearmente la probabilit di entrare in una rete
sociale virtuale (e comunque composta da perfetti sconosciuti) aggregata da utenti con il
medesimo profilo; questi gruppi omogenei tendono ad escludere tutto quello che non
coerente con la propria visione del mondo cui la smentita accreditata produce invece il
rinforzo delle proprie credenze e una maggiore interazione con fonti di
informazione erronee (echo camber : cassa di risonanza chiusa all'esterno).
Nel Facebook nostrano, poich siamo agli ultimi posti in Europa nel consumo di carta
stampata (..e si vede nel pessimo italiano sia scritto che orale) emerge in modo chiaro la
continua fruizione di fatti e fenomeni potenzialmente erronei.
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Sono stati esaminati pi di un milione di utenti italiani di Facebook durante una finestra
temporale di cinque anni tra il 2010 e il 2014 con il risultato che, oltre al fatto evidente
che gli italiani leggono molto poco e sono restii alle smentite, essi sono fruitori efferati del
web, tendono ad essere plagiati dalla propaganda e dalla pubblicit, scelgono discussioni
che degenerano in litigi tra estremisti delle proprie visioni vivacizzate da un elevato
egocentrismo e autostima.
Di questo non c' da stupirsi in un Paese (che non pi una Nazione) dove il patrimonio
genetico il pi frammentato d'Europa, con troppe culture, dialetti, abitudini, storie, etnie e
provenienze tutte diverse comportando la propensione alla rissa verbale....
La propensione alla rissa verbale sostenuta anche dalla sindrome di Dunning-Kruger
cio lasovrastima delle proprie capacit. Le persone non sono quasi mai in grado di
giudicare correttamente le proprie capacit e competenze con l'effetto collaterale che gli
incompetenti sono quelli pi sicuri di se stessi (la forza dello stupido) pertanto pi si
fa loro notare che non sanno (abilit reale) pi diventano decisi e ostinati fino a
diventare aggressivi e boriosi presi dal loro auto-inganno (abilit percepita) esibendosi in
discussioni continue. Al contrario una persona veramente esperta tende a giudicarsi molto
pi severamente e saggiamente di un incapace, per capirlo sufficiente ascoltare le
interviste a famosi ricercatori.
Mentre, si ripete, il consumo di carta stampata in Italia ai minimi storici, i social
media sono molto attivi: l'accesso ad Internet da desktop nella media mondiale mentre la
navigazione da dispositivi mobili superiore con un aumento significativo negli ultimi
tempi. Gli italiani trascorrono 6,7 ore al giorno su Internet delle quali 2,5 ore dedicate ai
canali sociali (in Francia la media di 2 ore e in Spagna di 1,9 ore).
In questa rilevazione gli utenti che si collegano a notizie alternative sono i pi attivi
(648.183 commenti) di quelli che si collegano a notizie accreditate (140.057 commenti).
Nel mondo questa mania del cellulare si diffusa a sorprendente velocit, gli smartphone
sono passati a una penetrazione di mercato del 50% pi rapidamente di qualsiasi altri
prodotti di consumo, ci significa che le persone camminano per strada non pi
guardandosi attorno ma guardando un dispositivo; forse tutto ci fa sentire pi sicuri e
meno annoiati ma allo stesso tempo un sondaggio rivela che questo strumento fa sentire
l'utilizzatore distratto o frustrato percependolo come un guinzaglio...Molti intervistati
affermano di usare il telefono per evitare gli altri.
Di fatto una nuova rivoluzione nella comunicazione sembra stia deteriorando i rapporti
umani, l'empatia che ci ha permesso di divenire negli ultimi 120.000 anni la specie
dominante su questo pianeta sembra stia segnando il passo, molte persone ora stanno
declinando la capacit di impegno emotivo nel reale rapporto umano, sono distratte, non
guardano negli occhi, hanno problemi ad ascoltare, non hanno reali rapporti di amicizia
riducendo la propria capacit di impegno emotivo. Anche nei rapporti famigliari e a scuola.
E' deprimente osservare, ad esempio, una coppia seduta al
ristorante che non si parla ma digita continuamente lo smart.
Lasciarsi tra fidanzati adesso passa tramite i messaggini e non
per comunicazione diretta... un uso dannoso delle chat come
cuscinetto nelle relazioni sentimentali. Saper controllare le proprie
emozioni per ascoltare un'altra persona sempre stato il
requisito fondamentale per l'empatia che stata vincente per la nostra specie sapiens:
cio scambiare notizie ed esperienze per sopravvivere e conquistare il mondo con il
linguaggio pi complesso di questa biosfera. Curare il proprio profilo su Facebook altera in
modo premeditato la presentazione di s nel tentativo di sembrare migliori e diversi, la
cosiddetta amicizia non pi la diretta frequentazione e conoscenza delle persone, che
invece diventa un fatto fastidioso o scomodo.
Questo flusso ininterrotto di comunicazioni digitali provoca inoltre l' ansia da
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scollegamento: tutto al contrario di quanto accaduto nei millenni della nostra storia,
stato il saper stare da soli che ci ha permesso di aprirci agli altri e di vederli come individui
nonch a percepire correttamente tutto quello che ci sta intorno imparando ad adattarci.
E' un fatto innegabile ormai la terzializzazione della cultura e la delocalizzazione della
creativit con la perdita della capacit di confrontare obiettivamente
notizie, opinioni e idee.
Molti ricercatori ritengono preoccupante la perdita del gusto della
ricerca e del confronto, di fatto soltanto la lettura di testi attendibili
pu assicurare una corretta informazione stimolando il pensiero e il
senso critico nella persona, sar pi faticoso ma stimola le giuste
aree del cervello e la memoria. Inoltre certo che troppe ore passate sugli schermi a led
provocano disturbi del sonno e della vista.
Internet la gioia dei providers che impazzano con accanimento con le loro offerte
economiche e questo sembra l'unico business che garantisca dei profitti certi e
continuativi. Del resto basta osservare il continuo ricorso alla telefonia mobile in strada,
sulle strisce pedonali, in auto, nei locali pubblici, distratti e ipnotizzati gli utilizzatori si
aggirano ovunque con il loro fedele oracolo elettronico.
Vittime di un cervello che cerca di dare senso a tutto quello che ci circonda, siamo
predisposti a inserire informazioni scorrette ma apparentemente comode e giuste
riempiendo i buchi con nozioni raccogliticce e disintermediate.
Tutto ci sembra molto preoccupante come descritto in uno studio dell'Universit di
Stanford i computer possono cambiare in modo prevedibile i pensieri e i comportamenti
delle persone un concetto sostenuto da Sherry Turkle nel suo saggio Riprendiamoci la
conversazione dove la psicologa clinica del MIT afferma che la rete ci insegna ad aver
bisogno di lei.
Preoccupante come la fine della Privacy, a causa di un narcisismo imperante le persone
condividono tutto online, spesso anche i dati e le scelte pi intime. La visibilit su
Facebook e sugli altri social network in realt una trappola che trasforma gli utenti in
esibizionisti inchiodati su un palcoscenico in una sorta di patologia autopromozionale,
diventando essi stessi dei prodotti venduti ad una lite che conosce in tempo reale dove
sono, cosa stanno facendo, cosa comprano, che opinioni hanno, comportando cos
enormi profitti per pochi. Una app di successo crea una routine persistente e pertanto il
suo valore economico dipende da quanto tempo gli utenti passano ad usarla partendo
dalla considerazione che la frequenza di utilizzo si traduce in ricavi pubblicitari. Per
analogia sembra una nuova guerra dell'oppio nella quale il marketing ha fatto della
dipendenza ( un termine forte ma inevitabile ormai) una efficace strategia commerciale. I
rimedi sembra non ci siano, se non spendere bene il nostro tempo, occuparci di una cosa
alla volta imponendoci dei limiti all'uso della telefonia mobile, leggere qualche buon libro e
ascoltare gli altri. Concludendo una specie di harakiri collettivo sulla propria sovranit: ne
siamo s consapevoli ma in fin dei conti non ci interessa, e in tutto ci c' ben poco di
onorevole, contrariamente al suicidio con la spada dei soldati giapponesi.
Ma allora forse non il caso di modificare la dicitura di era dell'informazione in quella di
era della credulit e della fine della vita privata ?
Sembra l'incubo-conferma di George Orwell, ma almeno nel suo romanzo 1984 -
decisamente antibolscevico c'era una guerra totale che giustificava una feroce
dittatura mediatica mentre invece oggi nessuno costringe le persone ad essere
costantemente monitorate. Rendiamoci conto che,di fatto,una quantit impensabile
di informazioni sulla nostra vita privata viene analizzata e archiviata ancora prima
che ne esista una reale utilit.
Valter Barretta aprile 2016
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