Premessa Il giorno 21 marzo 1933, poco dopo l' ascesa al potere di Adolf Hitler, gli ufficiali e i soldati sfilarono al passo dell'oca davanti al nuovo Cancelliere del Reich al cui fianco era l'anziano e malato Presidente Paul von Hindenburg che godeva del rispetto e della stima delle forze armate. Erano i due uomini che il 30 gennaio 1933 avevano fatalmente predeterminato il futuro della Germania,di fatto in quella data Hindenburg aveva nominato Hitler nuovo Cancelliere del Reich. Al centro di questo articolo vi sono i complotti e le vite di ufficiali, spesso appartenenti all'aristocrazia, che si trovarono riuniti in una sacca di dissenso che poi divenne resistenza al regime nazista trasformando la loro iniziale fedeltà al partito nazista e al dittatore fino ad arrivare agli attentati per liberare la Germania dalle presenze criminali che la stavano trascinando verso la catastrofe. La Wehrmact – il giuramento di fedeltà Il giorno prima della morte di Hinderburg, avvenuta il 2 agosto 1934, Hitler emanò una legge che univa le funzioni di Cancelliere (Capo del Governo) a quella del Presidente (Capo dello Stato). Il giorno 20 agosto 1934 il Governo emise la ”Legge sulla fedeltà dei militari e dei pubblici dipendenti” che furono costretti a prestare giuramento a Hitler invece che al Popolo e alla Patria come invece formulato nel precedente giuramento valido fino alla morte di Hinderburg Il giuramento prestato dai militari della Reichswehr, introdotto da un entusiasta Werner von Blomberg il 20 agosto 1934, fu così modificato : “Assumo davanti a Dio il sacro impegno di prestare ubbidienza incondizionata al Fuhrer del Reich e del popolo germanico, Adolf Hitler, comandante in capo della Wehrmacht, e di comportarmi da valoroso soldato in ogni momento, pronto a sacrificare la mia vita per mantenere questo giuramento” Fu una formula di giuramento che non consentiva alcuna riserva nonché alcuna via di uscita e che condannò milioni di militari tedeschi di qualsiasi grado e ceto. L'impegno di fedeltà reso personalmente a Hitler 1 fu una scelta fatale per tutti, concepita astutamente dal dittatore per garantirsi un seguito incondizionato. Un soldato semplice commentò : “ho dovuto barattare la mia coscienza in cambio dell'impegno ad obbedire..oggi direi a obbedire proprio ciecamente”. Dopo il 1935 molti tedeschi optarono per la carriera nell'esercito o nelle industrie belliche che il regime ricopriva di commesse e di incarichi trasformando la Wehrmacht in una macchina bellica efficiente e devastante, solo nel 1933 disponeva di soli 100.000 uomini senza carri armati né aerei a causa dei Trattati di Versailles; la diffusa voglia di rivincita dopo la sconfitta del 1918 agevolò nel Capo dello Stato il compito di vincolare a sé con il giuramento tutti i militari; la Prima Guerra Mondiale fu una sconfitta che aveva comportato per i militari un declassamento sociale avendo perso la loro posizione di preminenza mantenuta fino ad allora dall'élite conservatrice dell'Impero del Kaiser, ma nonostante le pesanti restrizioni nel 1928 venne approvato un piano di riarmo, inizialmente seguito dal generale Hans von Seecky poi da Werner von Blomberg che divenne Ministro all'avvento del potere di Hitler il 30 gennaio 1933. Il veloce ampliamento delle risorse e degli effettivi delle forze armate ebbe una conseguenza ulteriore: l'aumento del prestigio e del consenso verso il regime nazista tra gli ufficiali che avevano passato lunghi anni in attesa di un riconoscimento sociale ed economico. L'intreccio tra la Wehrmacht, Hitler e il regime nazista venne definitivamente cementato nel giugno 1934, quando le SS assassinarono circa 200 dirigenti delle SA, il loro capo Ernst Rohm – fidato compagno di percorso di Hitler – e numerosi dissidenti politici durante “la notte dei lunghi coltelli” cancellando il potere delle camicie brune che erano percepite dall'Esercito come una pericolosa e troppo numerosa concorrenza, confermando così la Wehrmacht come l'unica forza armata della Germania. Von Blomberg venne poi allontano nel 1938 per uno scandalo sul suo matrimonio e il suo successore generale Werner von Fritsch subì la stessa sorte a causa di torbidi scandali sessuali (o perlomeno queste furono le motivazioni ufficiali...). Gli scandali ebbero il risultato cui Hitler mirava da tempo: il Fuhrer assunse di persona il comando supremo della Wehrmacht (OKW) vincolando a se stesso strettamente le competenze e le decisioni militari, politiche ed economiche. Un incarico assoluto che negli anni 2 successivi produsse errori criminali sia tattici che strategici condannando i militari a disastri che si potevano evitare se i generali (ben più abili del dittatore..) avessero avuto più autonomia e libertà di azione. Gli individui incerti all'interno dei Comandi della Wehrmacht furono emarginati e alcuni progetti di colpo di Stato concepiti da Ludwig Beck e Franz Halder si rivelarono, per difetto di determinazione e di coesione, inattuabili. Quando, durante la Campagna di Polonia, alle spalle della Wehrmacht che avanzava vittoriosa, le unità delle SS e le Einsatzgruppen ridussero le popolazioni locali in miseria e massacrarono i civili, pochi militari posero obiezioni come il generale Johannes Blaskowitz che poi fu costretto da Hitler a fare le valigie e a levarsi di torno. La clamorosa sconfitta della Francia e della Gran Bretagna durante la Campagna di Francia nel 1940 conferì pubblicamente in tutto il mondo l'aura di invincibilità a Hitler che si vantò di essere il più brillante condottiero - al pari di Napoleone - nonostante il suo primo fatale errore a Dunkerque in cui permise il reimbarco delle truppe britanniche.... . Il dissenso e la resistenza in uniforme Dopo il 1939 la Wehrmacht fu l'unico centro di potere che sarebbe stato in grado di tenere testa al regime nazista, ma allora soli pochi uomini della resistenza avevano la consapevolezza che lo Stato nazista costituisse un attentato alla coscienza del mondo e che se Hitler non fosse stato eliminato (e certamente non soltanto lui..) la Germania sarebbe andata incontro al disastro. Validi comandanti di truppe come Erich Hoepner, Karl Heinrich von Stulpnagel, Henning von Treskow, Philipp von Boeselager e Klaus von Stauffenberg presero l'iniziativa, delusi dalla indifferenza dei feldmarescialli e dei generali davanti alle atrocità che si stavano commettendo anche da parte della Wehrmacht medesima. E' meglio precisare che gli uomini che si proposero di uccidere il folle psicopatico e di far finire la guerra furono in fine dei conti dei congiurati solitari, sorretti dal loro dovere morale di dimostrare al mondo che non tutti si erano schierati con i crimini commessi in tutta l'Europa occupata. Comunque, la resistenza in uniforme non si limitò al solo corpo degli ufficiali, molti soldati si rifiutarono di compiere atti criminali oppure li ignorarono piuttosto che li travisarono, specialmente durante la Campagna di Russia. Nel 1938 Hitler espose la Germania a un imminente pericolo di guerra 3 pretendendo che la Cecoslovacchia cedesse alla Germania il territorio dei Sudeti (Boemia,Moravia e Slesia) abitato da migliaia di tedeschi che volevano ritornare sotto la bandiera nazionale. In realtà questi territori interessavano la Germania nazista per le loro ricche risorse minerarie e per la presenza della più grande industria siderurgica, la Skoda, che produceva carri armati moderni ed altri armamenti (che furono immediatamente acquisiti a centinaia già operativi e senza i quali la Francia non sarebbe stata sconfitta..)Negli anni successivi gli operai della Skoda lavorarono duramente senza dissensi agli ordini dei direttori tedeschi producendo blindati, carri armati e molti utili veicoli . Per la prima volta all'interno della Wehrmacht si manifestò una sacca di dissenso o meglio una concreta resistenza contro il Fuhrer: alcuni ufficiali e generali riuniti attorno ad Halder e altri ufficiali del controspionaggio (l'Abwehr, diretto dall'ammiraglio Wilhelm Canaris) presero in considerazione di effettuare un colpo di Stato per rimuovere il dittatore con la forza, ma l'Accordo di Monaco del 29 settembre 1938 dovuto alla conciliante rassegnazione (appeasement) di Gran Bretagna e Francia (cui erano ministri Edmond Daladier e Neville Chamberlain) li spiazzò completamente: il “giocatore d'azzardo” aveva fatto ancora una volta la mossa giusta, salvo in seguito stracciare disinvoltamente ogni accordo. (foto di Hitler con Daladier e Chamberlain). L'ordine di giustiziare immediatamente i commissari politici sovietici (“decreto commissari” del 6 giugno 1941) aveva provocato indignazione nella sensibilità giuridica di molti ufficiali tra i quali il tenente colonnello Henning von Tresckow che aveva commentato “se non riusciremo a revocare questo ordine la Germania perderà definitivamente il suo onore”; von Tresckow intervenne presso il feldmaresciallo Fedor von Bock (suo zio) con la mossa calcolata di un ufficiale prussiano aristocratico di famiglia molto stimata e ben conosciuta che aveva nelle sue radici prussiane ben radicati i principi di libertà e di giudizio autonomo. Alcuni alti ufficiali, tra i quali naturalmente anche Tresckow, rimasero indignati anche dal “decreto sulla giurisdizione” che copriva i delitti compiuti dai soldati della Wehrmacht contro le popolazioni occupate, un decreto anch'esso emesso contemporaneamente al “decreto commissari” ben prima dell'attacco all'Unione Sovietica, l'Operazione Barbarossa. Von Bock inviò a Berlino un suo emissario che non venne minimamente 4 ascoltato, i numerosi feldmarescialli non avevano il fegato di contrastare Hitler e temevano i suoi frequenti scoppi d'ira. In fin dei conti l'élite degli ufficiali tedesco-prussiani era divisa e incerta tra la percezione personale della responsabilità morale del singolo e quella della loro tradizione di disciplina e di obbedienza. Inoltre dopo i clamorosi successi iniziali (successi che erano stati sopratutto dei militari) Hitler rovesciò sui generali un'abbondanza di prebende, assegnazioni e regalie che ne corruppero la morale e la condotta; non solo, ma l'aggressione all'Unione Sovietica coincise con il profilo ideologico di tutta la classe conservatrice, fossero militari, industriali, possidenti terrieri e finanzieri, contro il nemico bolscevico da sempre percepito con avversione e timore, nemico che essi avevano visto cancellare brutalmente e velocemente tutta la proprietà privata in nome del collettivismo durante gli anni della Rivoluzione Bolscevica. Tresckow (foto) divenne dissidente e avversario di Hitler dopo la “notte dei cristalli” del 9 novembre 1938, il pogrom antiebraico, che gli fece capire che la Germania era governata da criminali che andavano fermati e si vergognò doppiamente quando vide che nessuno aveva protestato sia per l'accaduto che per la morte di almeno 400 ebrei solo in quei pochi giorni. Era soltanto l'inizio delle persecuzioni, come sappiamo. I complotti e i tentativi di eliminare il dittatore e il suo entourage. Il successo della “guerra lampo” contro la Francia rese la Wehrmacht euforica, un entusiasmo al quale neppure gli ufficiali “resistenti” come Tresckov, Stauffenberg e von Boeselager non riuscirono a sottrarsi e da soldati svolsero i propri compiti nel modo migliore coerentemente con il loro senso del dovere. Questi ed altri ufficiali presero conoscenza e mutarono atteggiamento quando nell'autunno del 1941 le SS iniziarono ad eliminare i maschi adulti e poi le donne e poi i bambini durante l'invasione dell'Unione Sovietica, si resero conto che non erano singoli episodi ma parte della concezione ideologica che Hitler aveva pianificato per l'espansione dei territori occupati. Nella cerchia che si stava formando intorno a Tresckov crebbe la convinzione che si dovessero intraprendere delle azioni contro il dittatore e il suo criminale entourage, vennero agganciate amicizie e legami personali all'interno della Wehrmacht muovendosi precariamente in una specie di “triplice gabbia” sia con i limiti delle incombenze dovute agli eventi bellici, sia 5 cautamente al fine di evitare sospetti nella grande massa dei commilitoni chiaramente legati al regime nazista. Per fare un esempio, come del resto era già prevedibile, il feldmaresciallo Erich von Manstein, uno dei ”grandi innovatori” della guerra di movimento, cautamente interpellato respinse seccamente solo l'idea di prendere iniziative; rispose di essere legato al dittatore dal giuramento, di considerare se stesso solamente un esperto di questioni militari e che un colpo di Stato era solo un alto tradimento: “i feldmarescialli prussiani non si ammutinano !” Al fine di evitare che la morte di Hitler potesse suscitare il caos più completo – proprio in tempo di guerra – il piccolo gruppo di resistenti comprese che occorreva accordarsi con il mondo dei civili cioè i politici, come l'ex borgomastro di Lipsia, Carl Goerdeler, che si era ritirato dalla sua lunga e brillante carriera politica per gravi dissensi con il regime. Molti ufficiali furono presenti di persona o vennero informati dei crimini commessi dagli sgherri delle SS nei territori occupati, per esempio in Crimea le Einsatzgruppen massacrarono quarantamila ebrei, uccisioni di massa che non poterono essere mantenute segrete. Fonti di archivio testimoniano che lo Stato Maggiore venne sempre informato sulle esecuzioni provocando spesso scosse nel morale di alcuni ufficiali, tra i quali Rudolf von Gersdorff che scrisse nel suo diario “...le fucilazioni sono considerate violazioni dell'onore dell'esercito tedesco e in particolare del corpo ufficiali..i fatti in questione sono ormai divenuti noti in tutti i loro aspetti e se ne parla al fronte molto più di quanto si supponesse..” Von Gersdorff, von Tresckov, von Kluge e molti altri ufficiali di stato maggiore si erano a quel punto schierati con la resistenza anche perché a quel punto era ormai evidente la portata dell'annientamento degli ebrei e delle popolazioni civili nei territori occupati. Dalla primavera del 1943 con la spirale della violenza che si accentuava con il protrarsi della guerra e per le azioni dei partigiani – sempre meglio organizzati – la Wehrmacht adottò sempre di più il criterio di creare delle “zone morte” evacuando l'intera popolazione civile e di uccidere chiunque vi fosse poi sorpreso in quanto ritenuto presunto partigiano, fossero uomini, donne e bambini senza dimenticare le deportazioni in massa di migliaia di lavoratori forzati russi nei territori del Reich, lavoratori che furono poi trattati come schiavi nelle fabbriche ove vi era fabbisogno di manodopera a costo zero. E' interessante e poco noto chiarire la portata di tali azioni: 6 - furono fatti prigionieri 5,7 milioni di soldati russi, dei quali circa 3 milioni furono lasciati morire al gelo e di inedia nei campi di concentramento (sotto lo sguardo soddisfatto di Himmler) - 2,8 milioni di persone compresi i civili furono deportati nel Reich per lavorare e di essi un numero incalcolabile morì di stenti, fatica e malattie nelle fabbriche, anche in quelle sotterranee - la fucilazione di partigiani e di civili sospetti fu un fenomeno generalizzato in ogni settore del fronte orientale, si calcola che circa mezzo milione di persone siano cadute vittime delle rappresaglie delle truppe tedesche occupanti. La condotta del regime di occupazione fu fin dall'inizio connotata da alterigia razziale, pulizia etnica programmata e da una feroce fiducia nella violenza repressiva. La decisione che la Wehrmacht dovesse alimentarsi attingendo alle risorse locali, nonostante la convenzione dell'Aja, ebbe conseguenze fatali per le popolazioni spogliate (meglio saccheggiate) di ogni risorsa per provvedere al vettovagliamento dei circa 3 milioni di soldati del Reich, con qualche eccezione per i contadini Sovietici, mentre nelle città i divieti di libertà di movimento ostacolarono drammaticamente la ricerca del cibo. Dopo la rimozione del feldmaresciallo von Bock a causa dell'insuccesso davanti a Mosca, il nuovo comandante Gunther von Kluge divenne l'obiettivo delle accorte manovre persuasive di Treskow. Si sapeva che von Kluge aveva spesso scontri assai aspri con Hitler e che non nascondeva la sua opinione sulle scelte del dittatore che a suo parere stavano portando alla rovina la Germania; pur non schierandosi apertamente consentì a Tresckow di preparare l' azione impensabile e inaudita di eliminare Hitler. Gli attentati Smolensk 13 marzo 1943 – primo tentativo (uno, due, fuoco !) Quando Hitler annunciò la sua visita al gruppo di armate, il barone Philipp von Boeselager, giovane ufficiale di stato maggiore, avviò i preparativi affinché il dittatore non lasciasse vivo la sede dello stato maggiore. Von Kluge si limitò ad annuire una volta informato. I congiurati erano nove in tutto, quattro appartenenti allo stato maggiore e cinque all'unità di cavalleria, tra i quali i due fratelli Philipp e Georg von Boeselager e il capitano Schmidt-Salzmann Fu concordato con precisione dove Hitler si sarebbe seduto, Kluge al centro e Himmler alla sua sinistra. Gli ufficiali che avrebbero eseguito l'attentato si sarebbero disposti a semicerchio in modo da poter sparare 7 concentricamente sia a Hitler che a Himmler. Comunque era noto che Hitler portava un sottile giubbotto antiproiettile e che il suo berretto era foderato di metallo, pertanto era necessario sparargli in pieno viso. Il copione prevedeva che appena Hitler si fosse seduto alla mensa ufficiali Georg von Boeselager si sarebbe alzato in piedi per scandire ad alta voce “uno, due..” e al tre ! tutti insieme avrebbero sparato a Hitler. Quando Hitler arrivò all'aeroporto di Smolensk a bordo del suo quadrimotore Focke Wulf 200 Condor (foto), Himmler non l'aveva accompagnato e von Kluge, temendo una guerra civile tra l'esercito e le SS, fece marcia indietro dimostrando comunque una irresolutezza lacerante tra il suo senso di disciplina e la sua coscienza. Anche quando l'Operazione Valchiria venne attuata il 20 luglio von Kluge, sapendo che Hitler non era morto, non appoggiò i cospiratori. Non va dimenticato che le Schutzstaffel avevano consolidato costantemente la propria sfera di influenza in ogni ramo della vita pubblica compresi banchieri e industriali, e che nel 1943 le Waffen SS e le loro legioni composte da volontari stranieri contavano ben più di 400.000 soldati ben armati, disciplinati e motivati. Quel giorno Hitler era di buonumore, contento di trovarsi in mezzo a veri soldati, aveva fatto venire il suo cuoco personale e il suo medico, il dott. Theo Morell, incaricato di assaggiare le sue portate; chino sul piatto con i gomiti appoggiati al tavolo sgrufolava sul cibo offrendo uno spettacolo indegno agli ufficiali prussiani abituati da sempre ad essere molto compiti a tavola. Ma Tresckow e gli altri cospiratori avevano un piano alternativo a quello di giustiziare Hitler direttamente con le pistole, un piano che non avrebbe coinvolto direttamente la Wehrmacht agli occhi di tutta la Germania, scatenando inevitabilmente un prevedibile inferno dai risultati imprevedibili. Stesso giorno – secondo tentativo Quando Hitler si avviò con il suo seguito verso l'aereo, Tresckow e gli altri cospiratori chiesero al colonnello Brandt di portare a bordo una cassetta chiusa destinata a un amico in patria. Il contenuto ? Due bottiglie di Cointreau. L'ufficiale si prestò volentieri per la consegna, ma il pacchetto conteneva dell'esplosivo e un detonare a innesco chimico preparato da Schlabrendorff che avrebbe dovuto far saltare l'aereo in volo nei pressi di Minsk. La differenza fondamentale tra l'attentato a colpi di pistola e quello con la bomba sull'aereo era che non sarebbe risultato un complotto dell'esercito ma solo un caso, un incidente di 8 volo. Purtroppo alcune ore dopo venne da Rastenburg - “la tana del lupo”- la notizia che l'aereo era atterrato senza incidenti, evidentemente l'innesco chimico non aveva funzionato a causa del freddo nella stiva di carico. Preoccupatissimo, come tutti gli altri cospiratori, Schlabrendorff si imbarcò il giorno dopo su un postale per Rastenburg e con grande sangue freddo incontrò Brandt recuperando l'esplosivo e scambiando il contenuto con due bottiglie vere. 20 marzo 1943 – terzo tentativo Dopo appena una settimana il dittatore ebbe ancora una fortuna sfacciata, uno dei collaboratori di vonTresckow, Rudolf von Gersdorff, aveva organizzato a Berlino nell'ambito della cerimonia in onore dei caduti – il Giorno degli Eroi - la presentazione nella sede dell'Arsenale delle armi sottratte ai russi. Gersdorff (foto) aspirante attentatore suicida, si era imbottito di esplosivo per far saltare in aria Hitler e se stesso; poco prima dell'ingresso del Fuehrer aveva azionato il detonatore che portava alla cintura, senonché quel giorno Hitler aveva molta fretta e attraversò a passo di carica l'esposizione non permettendo a Gersdorff, che lo accompagnava, di attivare l'esplosivo. Fece appena in tempo a disinnescare l'ordigno, correre in un bagno e buttare il tutto in un water. Il gruppo infine si rese conto che i piani della loro congiura non erano ancora abbastanza maturi, occorreva un progetto accurato di colpo di Stato,di fatto la sola eliminazione di Hitler non avrebbe avuto altro risultato che preparare il posto ad un altro despota molto probabilmente più sanguinario e vendicativo senza avere minimamente intaccato il potere delle ormai potentissime SS e della Gestapo. Novembre 1943 – quarto tentativo Un giovane capitano Axel von dem Busche, divenuto avversario dei nazisti e di Hitler da quando aveva assistito alla fucilazione di cinquemila ebrei a Dubno, si presentò a Tresckow e a Stauffenberg dicendosi disposto a farsi saltare per aria insieme ad Hitler durante la presentazione di nuove uniformi presso il quartier generale, ma le uniformi finirono in cenere durante un bombardamento di Berlino e la “sfilata di moda militare..”non ebbe seguito. Marzo 1944 – quinto tentativo Il capitano Eberhard von Breitenbuch sarebbe stato presente con il suo 9 superiore ad un incontro sull'Obersalzberg (foto) con Hitler. Breitenbuch si presentò volontariamente da Tresckow e concordò che avrebbe sparato al dittatore in quella occasione: si sarebbe nascosto addosso una piccola pistola Browning, visto che le armi di ordinanza dovevano essere depositate all'ingresso; però un'attenta sentinella lo fermò, infatti quel giorno gli aiutanti di campo non erano ammessi alle consultazioni. Breitenbuch fece pazientemente anticamera per ore con la Browning carica in tasca aspettando l'occasione giusta e, per sua fortuna, nessuno lo fermo' né lo perquisì. E tutto finì tristemente così. Anche stavolta Hitler era scampato alla morte per un caso assolutamente imprevedibile. La situazione bellica della Germania nel 1944 La Germania nel luglio del 1944 era arrivata alla svolta in cui tutte le speranze di conseguire la vittoria finale erano scemate. Gli Alleati erano sbarcati in forze nel nord della Francia, all'est l'Armata Rossa era in netta offensiva con il fronte orientale in procinto di crollare, il nord Africa era andato perduto da tempo e gli Alleati avanzavano in Italia. I bombardamenti strategici si concentravano sulle fabbriche, sulle città e sulla rete ferroviaria provocando devastazioni inimmaginabili, gli jabos (Jagdbomber-cacciabombardieri) mitragliavano tutto quello che si muoveva di giorno, i singoli treni, il traffico su strada e sui fiumi, e la benzina sintetica prodotta per idrogenerazione del carbone prodotta nella Ruhr cominciava a scarseggiare. Le 22.000 tonnellate di bombe piovute sull'industria petrolifera tedesca ridussero la produzione a meno di 300.000 tonnellate provenienti da tutte le fonti, appena il 20 per cento di sei mesi prima. Le importanti raffinerie di Ploesti in Romania erano già state distrutte dai bombardieri americani B-24 Liberator e i sovietici le occuparono a settembre. Negli Stati Uniti (che non sono mai stati bombardati in tutta la loro storia) la produzione complessiva di navi, aerei, carri armati, armamenti superava di almeno dieci volte quanto la Germania potesse mai produrre anche sotto l'attenta regia dell'architetto Albert Speer. Lo stesso accadeva in Unione Sovietica anche se gli operai e le operaie russe lavoravano nelle fabbriche spostate oltre gli Urali in condizioni molto peggiori di quelli americani. Una curiosa icona delle donne operaie americane che sostituirono gli uomini in guerra rimane Rosie the Riveter (Rosa la Rivettatrice) comunemente usata 10 come simbolo dell'impegno lavorativo delle donne e del loro potere economico (poster di propaganda). Per fare una comparazione esaustiva, nel 1944 grazie alle fabbriche decentrate e sotterranee e all'impegno di Erhard Milch la Germania produsse ben 40.000 aerei sopratutto da caccia, gli Stati Uniti ne sfornarono 96.300, la Gran Bretagna 27.000 e i sovietici 40.300. Una sproporzione che diede agli Alleati il fondamentale dominio dell'aria nonostante la professionalità e l'esperienza dei piloti tedeschi. Dopo la fine della guerra fu chiesto al feldmaresciallo Milch quale fosse la cosa che si rimproverava maggiormente e la risposta fu:” i 140.000 caccia mai costruiti...!” ma il suo era un sogno, una cifra irraggiungibile a causa dei bombardamenti strategici. Hitler e i capi nazisti si preoccupavano puntualmente del fronte interno, cioè dell'opinione pubblica: effettivamente nei primi quattro anni di guerra i cittadini tedeschi mangiavano meglio di quelli inglesi (e non ci vuole molto..). Sei milioni di lavoratori, più che altro stranieri, erano impiegati nelle industrie, i ricchi proprietari impiegavano ancora 1.400.000 collaboratori domestici stranieri cui si aggiunsero decine di migliaia di ragazze arrivate dall'Ucraina. Aggiungendo i prigionieri e i lavoratori coatti, la presenza di stranieri da sorvegliare in Germania aveva raggiunto numeri così impressionanti che una loro ribellione di massa, con tutti i soldati impegnati nei tre fronti, avrebbe compromesso gli eventi bellici e la stabilità della Nazione. Da qui la creazione dell'esercito territoriale - cioè quello di riserva - e l' “Operazione Valchiria”. 20 luglio 1944 - “Operazione Valchiria” - sesto tentativo In origine l'”Operazione Valchiria” era un piano per reprimere con l'esercito territoriale una possibile sommossa delle migliaia di lavoratori coatti stranieri in Germania; l'idea che venne ai cospiratori fu di elaborare un piano sovrapposto a “Valchiria” che, sfruttando il potere e l' autorità dell'esercito territoriale nel fronte interno, avrebbe coperto il loro vero tentativo di colpo di stato accusando i vertici nazisti di avere complottato per l'eliminazione di Hitler. L'epicentro del progetto era comunque la morte del dittatore e di alcuni importanti gerarchi. L'obiettivo dei congiurati era di stipulare la cosiddetta “soluzione occidentale” con l'America e la Gran Bretagna, vale a dire la fine delle operazioni belliche ad ovest e il ritiro dalla Francia delle truppe tedesche 11 entro i confini del Reich. Tutti comunque erano a conoscenza che la prospettiva di un nuovo Governo tedesco disposto a porre fine alla guerra non era gradita agli Alleati; la richiesta di “resa incondizionata” era già stata comunicata durante la Conferenza di Casablanca nel gennaio 1943 (foto) impedendo ogni altra soluzione possibile; obiettivamente questo progetto dei congiurati era un mera illusione, ma almeno avrebbero dimostrato al mondo intero la volontà di deporre un regime criminale. Il conte Claus Schenk von Stauffenberg ricoprì dal settembre 1943 la funzione di capo di stato maggiore dell'esercito territoriale, era un ufficiale competente e capace, invalido di guerra mitragliato da un Jabo in Tunisia nel luglio 1943; discendente di una antica famiglia aristocratica era indignato per la brutalità della politica di occupazione all'est e non nascose a Tresckow la sua disposizione al tirannicidio. Von Stauffenberg si mise instancabile al lavoro per rielaborare “Valchiria” onde adattarlo alla congiura, inoltre il suo importante incarico gli dava la possibilità di presenziare alle riunioni nella “tana del lupo” a Rastenburg, il quartier generale di Hitler a oriente. Il progetto era di far detonare l'esplosivo in quel bunker, poi sarebbe tornato in aereo a Berlino per coordinare gli interventi previsti dall' “Operazione Valchiria” mobilitando l'esercito territoriale in Germania e coinvolgendo le truppe tedesche nella Francia occupata. Qui il comandante delle truppe, il generale Karl Heinrich von Stulpnagel, avrebbe mosso le pedine per garantire la riuscita del complotto. Contemporaneamente il comandante della piazza Hans von Boinenburg-Lengsfeld avrebbe fermato ed arrestato le SS e la Gestapo nelle loro caserme e nei loro alloggi privati. Eseguite con successo queste azioni il feldmaresciallo von Kluge, comandante in capo del fronte occidentale, avrebbe negoziato l'armistizio con gli americani e i britannici, cioè la cosiddetta “soluzione occidentale”. Naturalmente tutto il piano era concentrato sull'ipotesi della morte di Adolf Hitler dentro la sua “tana del lupo”, una imponente fortificazione dotata di aeroporto, di stazione ferroviaria e di bunker in cemento armato. La valigia contenente i panetti di esplosiv fu conservata inizialmente da Philipp von Boeselager che era l'artificiere del gruppo, poi segretamente dal generale Helmut Stieff, poi consegnata al luogotenente Hertwarth von Bitterfeld e infine nell'estate del 1944 fu recapitata a Claus von 12 Stauffenberg che era stato addestrato sul loro utilizzo. I cospiratori ritenevano necessario eliminare sia Himmler che Goering i fedelissimi del dittatore, soggetti spietati estremamente pericolosi per il loro potere nello stato nazista, cogliendo se possibile l'occasione per eliminarne almeno tre. Il giorno 11 luglio alla riunione mancava Himmler e Stauffenberg rinunciò all'attentato, lo stesso accadde il 15 luglio quando erano presenti Goering e Himmler ma il Fuhrer venne chiamato fuori dalle stanze. Quel giorno fatale il 20 luglio 1944 von Stauffenberg per l'ansia e la fretta e una mano mutilata infilò nella borsa soltanto una carica esplosiva che detonò regolarmente e uccise tre ufficiali e lo stenografo ma non Adolf Hitler protetto dal pesante tavolone in legno, per giunta la riunione era stata spostata per il caldo in una costruzione in legno che dissipò l'effetto dell'esplosione.(foto di Hitler e Mussolini nel locale distrutto). Convinti che Hitler fosse morto i congiurati attivarono Valchiria, a Parigi 1.200 tra SS e Gestapo furono arrestati per ordine di von Stulpnagel ma poi si seppe che il dittatore era ancora vivo, le SS vennero rilasciate adducendo che si era trattato di una esercitazione. La stessa sera a Berlino un fanatico ufficiale nazista fece fallire definitivamente il colpo di stato, il maggiore Remer ebbe dei dubbi sullo stato reale dell'emergenza e recatosi da Goebbels ebbe la conferma che Hitler era vivo, pertanto ordinò alle sue truppe di circondare il gruppo di congiurati e li fece arrestare. Dopo poche ore nel cortile interno degli edifici della Bendlerstrasse furono immediatamente fucilati von Stauffenberg, Albrecht Merz, Bernd von Heften e il generale Friedrich Olbricht. Il generale Henning von Tresckow, che era in servizio nei dintorni di Varsavia si fece accompagnare in un bosco e si suicidò con una granata. Von Stulpnagel si sparò una rivoltellata in testa ma purtroppo sopravvisse, fu torturato e poi impiccato nel carcere di Plotzensee. Il feldmaresciallo Gunther von Kluge si suicidò il 17 agosto con una capsula di cianuro. Hitler stesso diede l'ordine affinché i congiurati venissero “impiccati e appesi come bestiame”. Le settimane dopo il 20 luglio furono caratterizzate da interrogatori, arresti, torture e processi, complessivamente 21 generali e 33 ufficiali furono giustiziati. La Gestapo arrestò 600 13 persone compresi i figli, le mogli e altri parenti in base al “principio della corresponsabilità dei famigliari” che vennero internati nei campi di concentramento ove molti trovarono la morte. Un tributo di vite elevato se si riflette che, in fin dei conti, meno di 200 militari erano coinvolti nella congiura e che non tutti – come il giovane tenente Philipp von Boeselager – furono identificati e arrestati. Il compito di von Boeselager, ufficiale di cavalleria, era quello di coordinare le truppe di cavalleria e con esse raggiungere Berlino per arrestare i membri della Gestapo. Von Boeselager scampò alle vendette della Gestapo e visse in Francia riconosciuto come un eroe e insignito delle più alte onorificenze francesi e tedesche.(foto) In sintesi, infine, il colpo di Stato si sarebbe messo in moto dall'alto attraverso ordini ufficiali anche se modificati, l'esercito territoriale avrebbe assunto il potere esecutivo, le truppe avrebbero occupato i punti chiave, i comandi delle SS e della Gestapo e infine tutto il Paese. Questo era il piano completo e capillare che precedentemente mancava ai congiurati; oltre che da von Stauffenberg gli ordini esecutivi furono riscritti a macchina anche dalla moglie di von Tresckow e da una loro amica. Queste persone non erano dei temerari superficiali ma degli attenti pianificatori che erano riusciti ad allargare la loro rete della congiura sia nella resistenza civile che in nuovi alleati militari. Gli uomini che agirono il 20 luglio superarono il loro conflitto di lealtà, il giuramento verso la persona di Adolfo Hitler, fu la “rivolta delle coscienze” di una giovane generazione di ufficiali di stato maggiore che trovavano immorali le personalità che li guidavano, specialmente il dittatore, i cui criminali errori di strategia stavano provocando un disastro sia nelle forze armate che nei civili portando la Germania verso la distruzione finale. La storia di questo attentato è stata descritta in molti libri e film, l'ultimo kolossal è fondamentalmente corretto e interessante, salvo aver affidato la figura di von Stauffenberg a un attore americano che proprio non somiglia a quell'ufficiale aristocratico di bell'aspetto e molto più distinto, a parere dello scrivente una discutibile scelta della produzione....solo di cassetta. Il feldmaresciallo Erwin Rommel Il 17 luglio 1944 il feldmaresciallo Erwin Rommel fu vittima del mitragliamento di due Jabos mentre viaggiava sulla sua auto scoperta riportando ferite che avrebbero ucciso un uomo meno robusto e determinato. Rommel aveva 14 esposto coraggiosamente in un rapporto diretto a Hitler l'inutilità di continuare a combattere e le ragioni per cui riteneva indispensabile e urgente la “soluzione occidentale”; nel suo scritto rimasto inascoltato si nota la lucida espressione del suo senso di responsabilità di comandante militare stimato anche dai nemici. Rommel non partecipò alla “Operazione Valchiria” ma in seguito non nascose a nessuno la sua idea di esautorare Hitler e di porsi lui stesso come unico interlocutore credibile per stipulare la fine delle belligeranze ad ovest nel tentativo di salvare la Germania. Durante uno dei tanti screzi con Hitler gli aveva chiesto “credete veramente che potremo ottenere la vittoria finale cui miriamo ?” Hitler rispose “no!” e allora Rommel insisté “ Vi rendete conto delle conseguenze di una sconfitta?” e il dittatore rispose “so che è necessario fare la pace con una parte o quell'altra, ma nessuno farà la pace con me”. Parole dure che accesero la decisione di togliere la sua presenza dal palcoscenico.....Accusato da Hitler e da Keitel di aver partecipato alla cospirazione, il 14 ottobre 1944 Rommel scelse il suicidio piuttosto che un processo che avrebbe coinvolto anche la sua famiglia (foto). Il funerale di stato fu impeccabile e il feldmaresciallo von Rundstedt pronunciò un lungo e ampolloso discorso commemorativo. La moglie Lucie e il figlio Manfred rimasero disgustati da questa finzione ma dovettero fare per forza la faccia di circostanza. Rommel fu l'ultimo vero condottiero nel senso classico del termine sorretto da una rettitudine di soldato che aveva meritato il rispetto di tutti, non ultimi i suoi soldati e i nemici; Rommel ha indubbiamente incarnato nel XX secolo la più genuina attitudine al comando, la fulminea genialità tattica e una lungimirante visione strategica. Il figlio Manfred fece una brillante carriera politica nella CDU, fu eletto due volte sindaco di Stoccarda, ebbe numerose onorificenze, pubblicò numerosi libri ed è morto nel 1996. Un altro congiurato, l'ammiraglio Wilhem Franz Canaris Come coronamento della sua brillante carriera in Marina nel 1935 diventò capo dell'Abwehr (servizio segreto militare) con il grado di ammiraglio pur non facendo mai parte del partito nazista. Nella marina tedesca non si usava il saluto nazista e gli appartenenti al partito non facevano un grande carriera per diretta volontà del grandammiraglio Erich Raeder. Tramite la sua fitta rete di informatori Canaris si rese conto della brutalità degli omicidi di massa commessi dalle SS, riunì intorno a sé ufficiali fidati e funzionari pubblici allo scopo di 15 eliminare Hitler e trattare la resa con gli Alleati a ovest. L'ammiraglio non sfuggì alla caccia spietata dei cospiratori, venne arrestato dalla Gestapo, incatenato, torturato e infine strangolato il 9 aprile 1945 con una corda di pianoforte, come bestiame... Verso la fine – la lotta ad oltranza – le diserzioni Dopo il fallito attentato e la conseguente ondata repressiva nessuno dei comandanti militari osò più suggerire la resa, diversamente dagli anni del Kaiser il potere della politica si era imposto sui vertici militari, Hitler era riuscito a ridurre l'élite dei militari ad una funzione non decisionale ma solo operativa. La “guerra totale” fino al tracollo fu il principio basilare dell'ideologia nazista cioè la disfatta come obiettivo della lotta, di fatto negli ultimi quattro mesi di guerra 1,3 milioni di soldati tedeschi morirono, pari a un quarto delle perdite totali dell'intero conflitto. Nel suo Mein Kampf Hitler aveva scritto “ ..al fronte si può morire ma il disertore deve morire ! “ I dati relativi al numero di disertori della Wehrmacht sono controversi a causa del caos sui vari fronti e dell'ampiezza degli stessi; il valore globale stimato alla fine del 1944 è di 300.000 casi di diserzione anche se gli studi effettuati successivamente stimano circa 100.000 casi, inoltre non è possibile distinguere effettivamente tra i dispersi, quanti deposero le armi e si consegnarono al nemico oppure si diedero alla clandestinità. Se consideriamo che nella Seconda Guerra Mondiale i soldati della Wehrmacht erano 17,3 milioni la scelta di disertare coinvolse apparentemente una minoranza, essa comunque fu la forma più significativa di rifiuto del sistema all'interno della Wehrmacht e del nazismo stesso. Le corti marziali trattarono 35.000 casi di diserzione, furono inflitte 22.750 condanne a morte delle quali circa ben 15.000 furono eseguite. Una ben diversa dimensione emerge dal confronto con il numero di soldati nell'esercito del Kaiser che contava 13,5 milioni, dei quali 130.000 furono condannati per diserzione e solo 18 alla fine dei processi furono giustiziati. Una giustizia militare ben più benevola rispetto a quella nazista, che fu veramente feroce e criminale al finire della guerra; inoltre è opportuno aggiungere che la Prima Guerra Mondiale fu un conflitto terribile ma statico, di trincea, e i soldati avevano ben poche occasioni di disertare senza essere notati dai loro comandanti oppure uccisi dal nemico ignaro delle loro intenzioni. Nella Seconda Guerra Mondiale la Germania occupò territori molto più vasti, praticamente tutta l'Europa occidentale e buona parte dell' Unione 16 Sovietica, agevolando così la fuga dai reparti di uomini che si nascosero presso le popolazioni locali o si consegnarono alla Resistenza specialmente quella francese, erano per lo più socialdemocratici e comunisti scampati alle persecuzioni del regime, spesso inseriti nei reparti di punizione. Quando gli Alleati attraversarono il Reno a Remagen “il padre Reno” entrando in Germania - come le armate di Napoleone di un secolo prima - Hitler istituì un nuovo organismo per perseguitare i propri soldati, la “corte marziale volante” che aveva il potere di accusare qualunque soldato tedesco ed eseguire immediatamente la sentenza. Dal 1943 il condizionamento ideologico aumentò in misura direttamente proporzionale alle sconfitte militari, nella Wehrmacht furono creati i “commissari politici” (NSFO) con funzioni di guida nonché, inevitabilmente, di intimidazione e di vigilanza politica in quella gigantesca organizzazione di massa militare tenuta fino ad allora abbastanza lontano dalla politica nazionalsocialista, in curiosa analogia con i commissari politici sovietici. Diversamente da quanto era avvenuto durante gli anni del Kaiser, la politica era riuscita ad imporsi decisamente sui vertici militari. Le direttive di Hitler “tenere ad ogni costo le posizioni” provocarono su tutti i fronti perdite terribili, ogni giorno perdevano la vita 5.700 soldati della Wehrmacht, sopratutto all'est dove i militari opposero una strenua resistenza tenendo le posizioni ad oltranza per il timore delle vendette dei sovietici e di non riuscire a sopravvivere alla prigionia.(la stessa sorte che loro avevano provocato nei soldati sovietici lasciati morire di fame e di freddo nei campi di concentramento....) La propaganda nazionalsocialista enfatizzò la necessità di difendere la popolazione civile ma questa direttiva si rivelò una illusione o meglio un inganno, in realtà la Wehrmacht nell'ultimo anno di guerra subordinò le esigenze della popolazione civile a quelle belliche e troppo spesso i civili furono abbandonati a se stessi. Le attrezzature militari avevano la priorità sui profughi specialmente nelle sacche sul Baltico, dove solo grazie all'impegno della Kriegsmarine più di un milione di civili in fuga furono evacuati sulle navi durante l'inverno del 1944/45 con temperature polari, in mezzo alle tempeste di neve e sul mare ghiacciato. Nel quinto anno di guerra proprio i soldati più giovani continuarono ad essere legati al regime nazista, specialmente la 17 generazione di adolescenti nati nel 1928 che erano vissuti nel pieno dell'indottrinamento nazionalsocialista senza potersi confrontare con altre realtà e che furono arruolati nella milizia nazionale, la Volkssturm insieme a uomini anziani, invalidi e uomini fino ad allora necessari per sostenere la produzione bellica. Questi ragazzini si batterono ciecamente e molti furono abbattuti, erano così indottrinati fino al fanatismo da denunciare gli stessi parenti e amici per tradimento o disfattismo (foto di un Hitler malato che stringe le mani di quindicenni nelle loro divise troppo larghe..e immagine di un anziano in addestramento con un Panzerfaust anticarro). Queste persone si sacrificarono per assecondare la follia del dittatore e del suo entourage (“che il popolo si sollevi e che scoppi la tempesta !”) che vaneggiavano ancora sulla “vittoria finale”, vennero coscritti un milione di cittadini, uomini con i capelli bianchi e ragazzini ancora con le loro ultime scarpe da passeggio. Fu Martin Bormann – la figura più oscura e potente del regime - a organizzare la milizia nazionale che aveva il compito di integrare la Wehrmacht nella difesa del Reich, questi cittadini, improvvisati combattenti, avevano in dotazioni armi superate e spesso andarono a combattere indossando gli abiti civili perché anche le divise ormai scarseggiavano. Fu il partito nazista ad assumersi il compito di vestire, armare e nutrire questa gente che la Wehrmacht accolse con scarsissimo entusiasmo anche perché questi improvvisati soldati con il bracciale giallo erano sotto l'autorità di Himmler e dei Gauleiter che li consideravano il loro esercito privato. Il Volkssturm non ebbe alcun impatto sulla “guerra totale” che non fu prolungata nemmeno di qualche settimana, di fatto non era possibile contrastare la schiacciante supremazia della massa di milioni di soldati, di aerei e di carri armati alleati, le armate più grandi di tutta la la Storia. Rimane significativa la testimonianza dell'adolescente Lothar Ester “..dovevamo scavare dei fossati e aspettare che i carri Sherman americani ci passassero sopra per colpirli da dietro con il Panzerfaust, avevamo un colpo solo ma un nostro commilitone fu preso dal nervosismo e sparò la testata perforante prima del previsto. La torretta del carro volò via e gli equipaggi degli altri Sherman ruotarono i carri sopra le nostre postazioni girandoci sopra finché le buche furono schiacciate con dentro i giovanissimi soldati, poi arrostirono gli altri nei fossati con i lanciafiamme..... io rimasi vivo perché la mia buca non fu 18 scoperta..” Fu il tragico capitolo finale di un esercito che pochi anni prima aveva conquistato baldanzoso tutto il Vecchio Continente e il Nord Africa. Nota finale Fu una durissima lezione per quella che si riteneva la “razza superiore” appartenente all'immaginario ceppo teutonico destinato a dominare l'Europa, principio di cui Joseph de Gabineau fu il fondatore poi ripreso da Alfred Rosenberg e che la propaganda nazista sfruttò ampiamente manipolando e indottrinando un popolo intero che attuò con poche esitazioni il progetto di pulizia etnica nella ricerca dello spazio vitale (lebensraum) trattando le popolazioni dei territori occupati come sub umani (untermenschen); questo fu un errore madornale. Se si fossero comportati in modo diverso questi popoli si sarebbero alleati con la Germania, specialmente quelli che volevano liberarsi dal giogo dei bolscevichi. Con ostinata fedeltà nell'esecuzione degli ordini la Wehrmacht, servitore in uniforme del nazismo, combatté una guerra di annientamento e alla fine di autodistruzione che non ha precedenti come dimensione in tutti i conflitti della Storia. Nonostante i 41 attentati (il calcolo è incerto..) alla sua persona Hitler sopravvisse contro ogni previsione fino al momento in cui le truppe sovietiche furono alla sua porta, come se un demone lo avesse protetto in tutti quegli anni. In questa nota finale non si può omettere il presidente del Tribunale del Popolo Roland Freiser, il grande inquisitore di Hitler, l'uomo che condannò a morte i congiurati del 20 luglio e altre migliaia di persone per “reprimere i fenomeni di disgregazione della popolazione”, un brutale e sanguinario magistrato, un giurista capace come pochissimi di praticare l'ingiustizia e che si eresse a carnefice con acritica sottomissione alle leggi del nazismo. Chiunque fosse stato colto da dubbi dinnanzi al massacro della guerra sul fronte interno, “disfattisti” e “disgregatori della morale” fu condannato a morte, anche per semplici violazioni delle norme sull'oscuramento. Applicò senza sentenze o processi il “decreto del chiasso” in base al quale chiunque poteva essere giustiziato “senza chiasso” soltanto perché sospettato di avere commesso un atto di sabotaggio oppure giudizi negativi sul Fuhrer o sullo sviluppo degli eventi bellici. Non soltanto i congiurati del 20 luglio furono messi alla gogna, torturati e esposti a insulti brutali, gli studenti della “Rosa Bianca” ma anche migliaia di civili furono mandati a morte. Freiser fu giustiziato dal Caso il 3 febbraio 1945 vicino al luogo dei suoi delitti, il palazzo di giustizia di Berlino, la scheggia di una bomba lo uccise durante un bombardamento che fece 20.000 vittime inermi. Morì dissanguato sotto gli occhi del fratello medico di una sua vittima, un casuale e bizzarro incontro. Nessuno presenziò al suo funerale. In seguito la vedova e i figli assunsero un altro cognome. Finito il conflitto i vincitori iniziarono il processo di de-nazificazione della Germania, furono censite e interrogate ben otto milioni di persone che credevano ancora nel nazionalsocialismo e che avevano collaborato ciecamente con esso, la prova della abilità della propaganda così pervasiva che aveva indottrinato un popolo intero.