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GUIDA DI STILE PER LE

TRASCRIZIONI …
PER LE PERSONE CHE LAVORANO PER
TRANSCRIBEME!

Maggio 2014
Contenuto

Introduzione 1
Trascrizione letterale o corretta? 1
Perché i clienti preferiscono la trascrizione corretta?1
Interiezioni, pause piene e balbuzie 2
I commenti 2
Come costruire le frasi 3
Le proposizioni 3
Le congiunzioni 4
La punteggiatura 5
La virgola 5
Il punto e virgola
I due punti 6
L'elisione 7
Il troncamento 9
Le parentesi e le virgolette 9
La guida di stile per le trascrizioni10
Falsi inizi e interruzioni 11
Etichettare dei suoni non verbali e il discorso inudibile 12
I numeri 14
Le maiuscole
Gli errori più comuni 14
Raccomandazioni generali 15
Link utili 15
Introduzione

Questa guida di stile è un tentativo di riassumere le linee generali da seguire per i/le
trascrittori/trascrittrici e per i QA, affinché possano produrre delle trascrizioni professionali, che
rispondano alle esigenze dei clienti di TranscribeMe. I punti presentati non si dovranno
considerare come assoluti; spesso il gusto personale deciderà quali regole seguire e quali no.

Questa guida non si deve considerare come esaustiva della grammatica e della sintassi della lingua
italiana, poiché le regole rispondono solo alle esigenze dei clienti e delle trascrizioni. Alcune
sezioni sono state aggiunte per rispondere alle necessità delle persone che lavorano per
TranscribeMe. Può capitare che alcuni clienti abbiano delle richieste particolari, che a volte
potranno contraddire questa guida: controllate sempre la guida nel workhub per verificare le
eventuali esigenze proprie dei clienti.

Se avete dei dubbi sulla guida di stile, per favore mandate un'e-mail a Tiffany :
tiffany@transcribeme.com .

Trascrizioni letterali o corrette?


Il metodo di trascrizione e di revisione dei documenti predefinito per TranscribeMe è quello
corretto. Questo significa che si richiede ai/alle trascrittori/trascrittrici e ai QA di usare il buon
senso nel decidere se alcune parole o frasi debbano essere omesse. Ciò non significa che debba
essere un compito spaventoso! Questa sezione vi spiegherà perché si sceglie la trascrizione
corretta, con degli esempi chiari.

Perché i clienti preferiscono le registrazioni trascritte con il metodo corretto?

La trascrizione corretta garantisce una trascrizione chiara, succinta e facile da leggere, sempre
però mantenendo le informazioni essenziali ed il significato originale. Ciò significa che il discorso
erroneo, come le interiezioni o le pause piene, saranno omesse dal documento finale.
Se delle parole sono abbreviate, si dovranno scrivere per intero: ad esempio, to' si dovrà
trascrivere tieni.
Tutte le eccezioni a queste regole saranno specificate eventualmente in questo manuale.

Interiezioni, pause piene o balbuzie.

Le caratteristiche più comuni in un discorso modificato correttamente sono le interiezioni, le


parole superflue e le balbuzie. Le interiezioni e le pause piene sono delle addizioni erronee ad una
frase, a cui non aggiungono né significato né coerenza. Sono usate, generalmente, quando la
persona che parla cerca un'idea o sta decidendo come esprimere correttamente ciò che vuole dire.
Possono anche essere usate per ottenere un riscontro da parte del pubblico o da un'altra persona.
Degli esempi di interiezioni o di parole superflue sono: eh!, ah!,oh!, e, boh!, come ecco, sai, cioè,
allora, mamma mia. Bisogna, però, identificarli correttamente, riconoscendo quando hanno questa
funzione e quando, invece, sono usati nel testo con un significato preciso, e che quindi non si
potranno omettere. Generalmente, il contesto vi aiuterà a identificare il loro uso.
Per esempio:
Incorretto:

E, mamma mia, io volevo solo ripensare a, boh, diverse opzioni...

Corretto:

E io volevo solo ripensare a diverse opzioni…

Le balbuzie e balbettamenti sono più facili da identificare. Un balbettamento è una ripetizione non
necessaria di una parola o di un suono e si devono sempre omettere. Bisogna fare attenzione alle
parole che sono ripetute deliberatamente per una maggiore enfasi. Per esempio :

“La pizza era veramente molto, molto buona.”

In questo caso la ripetizione di molto va mantenuta, in quanto serve a enfatizzare l'idea.

Se si prende la frase:

“La p-p-p-pizza era molto, molto buona.”, la ripetizione della p, in quanto balbettamento, sarà da
omettere e da correggere e diventerà quindi “La pizza era molto, molto buona.”

I commenti o le parole di rimando

Quando lavorerete per TranscribeMe, vi verrà spesso richiesto di trascrivere interviste, riunioni ed
altri file audio che coinvolgono due o più persone. In questi file, ascolterete delle persone che
rispondono a chi parla usando parole di rimando o commenti come: sì,okay, certo, ecc. Dovrete
omettere queste parole, così come le altre parole di rimando se NON rispondono a una domanda
specifica. Per esempio (vi ricordiamo che NON DOVETE indicare i diversi interlocutori come
«S1» e «S2» nelle vostre trascrizioni, qui servono a rendere più chiaro l'esempio):
Incorretto:

S1: Quindi ho pensato che volevo diventare vegetariano.

S2: Sì.

S1: Però dopo mi sono ricordato che il prosciutto è carne e avrei dovuto smettere di mangiarlo.

Corretto:

S1: Quindi ho pensato che volevo diventare vegetariano. Però dopo mi sono ricordato che il
prosciutto è carne e avrei dovuto smettere di mangiarlo.

Come costruire le frasi


Quando dovete trascrivere un discorso, si presenta il problema di quando si termina una frase e ne
inizia un'altra. La lingua parlata si differenzia molto dalla lingua formale, e spesso non si segue la
struttura formale della frase. Nelle trascrizioni, è essenziale assicurare che il documento sia
facilmente leggibile. Frasi troppo lunghe dovranno essere evitate; a volte vi sarà richiesto di
aggiungere dei punti ed iniziare una nuova frase, anche se la persona che parla non ha fatto
nessuna pausa.
Le proposizioni

Ci sono moltissime regole sulla struttura della frase, anche se poche sono le definitive. Le regole
sono flessibili, però è utile ricordarne alcune che renderanno le trascrizioni semplici e di facile
lettura.
Un errore comune è separare la proposizione principale da quella secondaria con un punto.
Una proposizione principale sta a fondamento di tutto un periodo, senza essere dipendente da
nessun'altra. Da essa dipendono le proposizioni subordinate. Le proposizioni principali possono
essere di diverso tipo, distinte secondo il diverso valore del loro contenuto: enunciative, volitive,
interrogative, esclamative.
• Le proposizioni enunciative enunciano un giudizio (verificando, descrivendo o riferendo un
fatto in forma affermativa o negativa).
Ad esempio, Non è facile rimediare al pasticcio che hai combinato.
• Le proposizioni volitive (imperative, esortative, desiderative) esprimono volere, comando,
invito, esortazione, preghiera, desiderio, augurio, ecc.
Secondo le varie sfumature le volitive si dividono in:

- imperative: ad esempio, Vieni subito!


- proibitive: ad esempio, Non farlo.
- esortative: ad esempio, Dica la verità.
- desiderative: ad esempio, Se potessi averti vicino!
- concessive: ad esempio, Fai ciò che vuoi.
• Le proposizioni interrogative sono quelle che esprimono una domanda immediatamente
diretta a chi ascolta e sono sempre seguite dal punto interrogativo. Possono essere introdotte
direttamente, oppure con aggettivi, pronomi, avverbi. Hanno il verbo al modo indicativo: ad
esempio, Hai visto Renzo?
• Le proposizioni esclamative esprimono una esclamazione; sono sempre seguite dal punto
esclamativo ed hanno il verbo solitamente al modo indicativo: ad esempio, Quanto sei
gentile!

Le proposizioni subordinate (dette anche secondarie) sono frasi dipendenti logicamente e


grammaticalmente da un’altra. Esse servono a svolgere tutte le funzioni che nella proposizione
vengono svolte dal soggetto, dal complemento predicativo, dall'attributo, dall'apposizione, dal
complemento oggetto e dagli altri complementi. Vi sono pertanto, secondo la funzione che
svolgono nel periodo, varie specie di proposizioni subordinate, e propriamente: soggettive,
oggettive, attributive, complementari e relative.

Se pioverà sarò molto contento per l’orto.


Dove vivo io, l’estate è sempre mite.

Le congiunzioni

Un altro problema frequente che si presenta alle persone che trascrivono sono le congiunzioni.
La congiunzione è quella parte invariabile del discorso che serve ad unire due o più elementi
simili di una proposizione o più proposizioni in un periodo.
Le congiunzioni più comuni sono:
a) semplici, quando sono costituite da una sola parola semplice: e, o, ma, né, anzi, ecc. se, come,
che, quando;
b) composte, se sono formate da una parola composta: oppure, perché, poiché, purché, affinché,
ecc.
c) locuzioni congiuntive, quando sono espresse con più parole: dopo che, per il fatto che, ecc.

Attenzione a non confondere il che congiunzione con il pronome relativo. Per distinguerli, basta
sostituire la parola che con il quale, la quale, i quali, le quali. Se la sostituzione non è possibile,
vuol dire che si tratta di una congiunzione: ad esempio, Stai attento che non ti faccia male; qui si
tratta della congiunzione, poiché non avrebbe senso la frase stai attento il quale non ti faccia male.

Non bisognerebbe iniziare una frase con una congiunzione, perché generalmente si usano per
concludere un'idea o un pensiero.

La persona che parla, spesso, però, inizia la frase con una congiunzione, intendendola come una
parola di rimando o superflua. Si dovrà trascrivere solo se la sua omissione pregiudica la chiarezza
della frase.

La punteggiatura

La punteggiatura serve ad indicare le varie pause del discorso ed a renderlo più chiaro .

Si include: la virgola, il punto e virgola, i due punti, il punto , il punto interrogativo, il punto
esclamativo, i puntini sospensivi, le virgolette, la lineetta, la parentesi, il tratto d'unione.
In questa guida vedremo solo alcuni segni di punteggiatura.

La virgola (,) indica la pausa più breve fra due parole o fra due proposizioni.
Bisogna usarla:
• per separare un vocativo: ragazzi, ascoltate!;
• nelle enumerazioni quando non c'è una congiunzione, oppure quando le congiunzioni sono
ripetute a ogni termine: ad esempio, il vestito era bello, nuovo, costoso ed alla moda; Ieri in
centro ho visto te, tuo padre, tua madre e tua sorella;
• nelle apposizioni, negli incisi, nelle interiezioni: ad esempio, Parigi, capitale della Francia,
è conosciuta come città dell'amore; Oh, verrei se potessi!;
• dopo alcuni avverbi: Sì; No;
• nelle proposizioni in cui non si ripeta il verbo già espresso in una frase precedente: le case
sono state costruite, dipinte e recintate;
• davanti a sebbene, affinché, che consecutivo, se condizionale, ma, però, anzi e nelle
proposizioni correlative: è bravo, ma troppo timido;
• per distinguere le varie proposizioni che compongono il periodo: ho visto, mentre uscivo,
che arrivava il dottore, ma non l'ho fermato, perché era ancora troppo lontano.
Il punto e virgola (;) indica una pausa più lunga della virgola e serve a separare due parti di uno
stesso periodo o per segnare che tra due ordini di circostanze c'è una differenza o addirittura
un'opposizione: ad esempio, quando vidi che era arrivato, smisi di parlare; tuttavia dopo essere
uscito un paio di minuti, decisi di rispondere alle sue domande.

I due punti (:) si adoperano:


a) per introdurre una frase esplicativa: la legge italiana a riguardo prevede: un anno di reclusione
o sei mesi di lavori di pubblica utilità;
b) quando si riportano parole o discorsi altrui. In questo caso, i due punti sono seguiti da una
lineetta o da virgolette e dall'iniziale maiuscola: ad esempio, Mario disse: “Esci di qua!”
c) quando segue un elenco: ad esempio, compra: dei pomodori, delle arance, delle prugne.

L' elisione è la caduta della vocale finale di una parola dinanzi alla vocale iniziale di un'altra con un
apostrofo: quell'albero.
Per l'elisione è necessario:
1) che la parola da elidere non termini con vocale accentata
2) che l'elisione non determini confusione: ad esempio, le età e non l'età che si potrebbe confondere
con il singolare.

L'elisione è obbligatoria con gli articoli lo, la, una (l'orologio, l'aquila, un'amica) e con le
preposizioni articolate composte da lo, la (dell'antichità, all'ennesima, nell'isola, dall'Europa,
sull'edera).
Si ha inoltre l'elisione nei seguenti casi:
• con questo-a, quello-a, bello-a, grande, buona davanti a nomi inizianti con vocale: un'oca,
quest'uomo, quell'ora;
• questo, quello davanti a sostantivo che comincia per vocale fanno elisione: quest'ospite,
quell'idea;

Il troncamento consiste nell’ eliminazione di una vocale o di una sillaba finale di una parola
dinanzi ad altra parola che cominci per vocale o per consonante.
Il troncamento è possibile:
a) con parole di più sillabe;
b) quando la parola da troncare è di numero singolare;
c) quando dinanzi alla vocale finale ci sia una delle seguenti consonanti: l, n, r e raramente m. Ad
esempio, bel bambino, buon mattino, signor presidente;
d) quando la parola che segue non comincia con s impura, z, x, gn, ps.

Il troncamento è obbligatorio:
• con uno e composti (alcuno, nessuno, ciascuno, ecc.) davanti a parole maschili inizianti per
vocale o consonante (eccetto s impura, z, gn, ps). Ad esempio, un uomo, nessun dubbio.
• con buono davanti a vocale o consonante: ad esempio, un buon amico, un buon calciatore;
• con bello e quello solo davanti a consonante (eccetto s impura, z, gn, ps): bel giovane, quel
signore (ma bello spettacolo va scritto in questa forma).

Quando trascrivete ricordate che lo spazio deve seguire la punteggiatura

Il punto finale deve seguire immediatamente l'ultima parola e bisogna farlo seguire da uno spazio
bianco.
La stessa regola vale per la virgola, il punto e virgola, i due punti, il punto esclamativo,
interrogativo ed i puntini di sospensione.

Ci sono, però, delle eccezioni a questa regola che sono: le parentesi e le virgolette.

• Le parentesi: servono a racchiudere parole o proposizioni che non hanno una relazione necessaria
con il resto del discorso. La parentesi è duplice: una di apertura e una di chiusura: ad esempio,
Luigi (chi lo direbbe?) è stato promosso senza dare l' esame.

Gli spazi bianchi devono essere posti all'esterno delle parentesi e MAI al loro interno.

• Le virgolette:
Le virgolette, di qualsiasi tipi siano ("-", «-»), si comportano esattamente come le parentesi (-),
quindi lo spazio bianco che deve stare all'esterno:
Mi chiese: «Come stai?».
Guida di stile delle trascrizioni
Il lavoro di trascrizione ha delle problematiche proprie al mettere per iscritto delle parole orali. I
file audio possono essere di cattiva qualità, le persone che parlano sono spesso inudibili e spesso si
dovranno trascrivere dei suoni non verbali. TranscribeMe segue una serie di regole che verranno
spiegate nella sezione che segue.

Falsi inizi e interruzioni

Le persone che parlano faranno spesso degli errori che li porteranno a ricominciare la frase. Questo
si definisce a TranscribeMe come un falso inizio. Inoltre, se il file che bisogna trascrivere è
un'intervista, le persone si possono interrompere a vicenda. Questi sono due esempi di situazioni
che rendono più difficile la trascrizione.

A TranscribeMe, sia i falsi inizi che le interruzioni si dovranno segnare con una doppia lineetta;
per ottenere il simbolo bisogna semplicemente premere due volte il tasto lineetta e apparirà così [--
]. La doppia lineetta si deve mettere immediatamente (senza spazi) dopo la parola che la persona
spezza per rincominciare o dopo la parola in cui la persona è stata interrotta dall'altro interlocutore.

È da notare che non tutti i falsi inizi e le interruzioni sono da segnare così: infatti, se la persona si
corregge rapidamente dopo il falso inizio, non bisognerà trascrivere l'errore. È necessario
trascriverlo se, e solo se, la persona continua a parlare a lungo prima di correggersi o se l'omissione
del falso inizio renderà la trascrizione più confusa.
Ad esempio,

Una volta, quando ero giovane, sono andato al negozio a vendere-- stavo andando al negozio
per comprare un regalo per i miei genitori.

Mio papà diceva sempre che pensava-- che cucinava spesso in casa per non farlo fare sempre
a mia mamma.
In entrambi gli esempi, la persona ha iniziato un pensiero per poi cambiarlo. Nel primo, ha fatto un
errore; nel secondo, ha cambiato il filo del discorso. Sono entrambi degli esempi di falsi inizi e non
si possono omettere gli errori, perché, ad esempio, nel secondo, l'inizio della frase presenta il
soggetto (il padre). Se, però, il falso inizio è sufficientemente breve da poter essere tolto senza
pregiudicare la coerenza del discorso, allora si potrà omettere. Ad esempio,

Sono andato al bar-- negozio per comprare del caffè.

Si dovrà leggere,
Sono andato al negozio per comprare del caffè..

In questo caso, la persona che parla ha semplicemente pronunciato la parola sbagliata (bar invece
di negozio) però si è corretta immediatamente. Un file trascritto con la trascrizione corretta dovrà
omettere degli errori così insignificanti.

Le regole per segnare le interruzioni sono più semplici. Nel momento in cui la persona è stata
interrotta, bisogna inserire la doppia lineetta. (NON DOVRETE INDICARE le diverse persone
che parlano con «S1» o «S2» ecc. quando fate una trascrizione, qui servono solo a rendere più
chiaro l'esempio).

S1 Quando lavoravo nell'ultima azienda, dovevo--

S2 In che azienda lavoravi?

Se la persona che parla è interrotta mentre pone una domanda, dovrete inserire un punto
interrogativo dopo la doppia lineetta.
S1 Da quanto lavori nell'attuale--?

S2 Da circa due anni.

Etichettare i suoni non verbali e il discorso inudibile

Durante una trascrizione, sentirete spesso dei suoni non verbali, come le risate o gli applausi.
Spesso, i suoni non verbali non hanno nessun effetto nel discorso o nel senso della conversazione e
si dovranno quindi ignorare nella trascrizione. Le risate e gli applausi possono, però, essere una
parte importante della trascrizione; gli applausi si dovranno etichettare perché segnalano la
presenza di un pubblico ricettivo, mentre la risata o il ridere sommessamente dovranno essere
etichettati perché segnalano al lettore che qualcosa è stato detto per scherzo.

Anche il discorso inudibile, come i suoni non verbali, rappresenta un problema per la persona che
trascrive. Ci sono svariate ragioni per considerare un discorso inudibile: la persona che parla può
avere un accento troppo marcato, può farfugliare, la registrazione può essere di pessima qualità o
due o più persone possono parlarsi sopra. Ogni caso si dovrà etichettare correttamente.

• Etichettare gli applausi come [applausi]

• Etichettare la risata come [risata]

• Etichettare la musica come [musica]. Bisogna etichettare la musica quando è


fatta per la registrazione. Per esempio, se è una pubblicità o se è una conferenza e la musica
serve a presentare un partecipante. Se è musica di sottofondo, non bisognerà etichettarla. Se
la musica di sottofondo rende impossibile l'ascolto della persona che parla, si dovrà usare
l'etichetta [inudibile]

• Se la persona che parla ride sommessamente dopo aver detto qualcosa,


bisogna etichettarlo come [risata sommessa]
• Se la qualità della registrazione è troppo bassa da non poter sentire una parola
o una frase, o se il rumore di sottofondo copre la persona che parla, bisogna etichettare
quella parte del discorso come [inudibile]
• Se le persone si parlano sopra e non si riesce a distinguere ciò che è detto,
bisogna etichettarlo come [scambio di battute]

• Se una parola o una frase è detta con un accento indecifrabile, o se non si


capisce per qualsiasi ragione che non sia la cattiva qualità della registrazione, bisogna
etichettare la parola o la frase come [?]

• Se non si dice nulla per più di 10 secondi, bisogna etichettare il silenzio come
[silenzio]. L'etichetta dovrà essere in una linea a parte. (NON DOVRETE INDICARE le
diverse persone che parlano con «S1» o «S2» ecc. quando fate una trascrizione, qui servono
solo a rendere più chiaro l'esempio).

S1 Dovrò pensarci su.

[silenzio]

S2 Hai bisogno di più tempo per pensarci?

Se ci sono delle difficoltà nel decifrare una parola o una frase, però volete tirare a indovinare, si
dovrà mettere la parola o la frase tra parentesi quadrate con un punto interrogativo.
S1 L'anno scorso mentre studiavo a [Harvard?], ho fatto un viaggio a [New York?] .

Tutte le etichette si dovranno scrivere in minuscolo. Quando si inseriscono le etichette di [risata ] o


di [risata sommessa], mantenetele sempre all'interno della punteggiatura, non al suo esterno. Ad
esempio, se qualcuno ride sommessamente a qualcosa che lui o lei dice, l'etichetta va posta dopo la
parola o frase che ha suscitato la risata sommessa.

S1 Ero giovano all'epoca; Da giovani si fanno molte sciocchezze [risata sommessa].

S2 Lo so. Io sono scappato di casa a 14 anni per andare al mare con la mia fidanzatina.
[risata].

Importante: Alcuni file audio posso contenere linguaggio tecnico, o fare riferimento a prodotti,
oggetti o posti che vi sono sconosciuti. Ci si aspetta che i trascrittori, le trascrittrici e i QA facciano
uno sforzo per capire queste parole sconosciute, anche cercandole su internet. Se continuate a non
essere sicuri/e della parola o frase corretta dopo averla cercata su internet, o tirate ad indovinare la
parola e la mettete fra parentesi quadrate, o inserite l'etichetta [?], come spiegato sopra.

Prima di etichettare qualcosa come inudibile o indecifrabile, sforzatevi di ascoltare con cura la
registrazione. Prendete sempre in considerazione ciò che è stato detto nel file, considerando anche
il contesto.

I numeri

Si ricorda che l’uso delle cifre anziché delle lettere va riservato ad ogni occasione in cui si fa un
discorso matematico o scientifico o statistico; ad ogni volta, insomma, in cui il numero deve avere
un suo rilievo di esattezza. È anche preferibile usare le cifre nelle date: “il 25 luglio scorso”, “il 12
ottobre 1492”. E così pure useremo le cifre per indicare una numerazione stradale: “Abito in corso
Garibaldi 5”. Le percentuali saranno anch'esse scritte in numeri: "Hanno votato 1345 elettori pari al
20,6%".
Negli altri casi, soprattutto se si tratta di cifre basse, è preferibile usare le lettere. Es. "Una classe di
venti alunni", "A cena eravamo in otto".
Si usano sempre le lettere nelle espressioni figurate. Es. "Grazie mille", "Eravamo in quattro gatti".
I numeri dei re e dei papi vanno sempre scritti con i numeri romani. Es. Francesco I, Enrico IV,
Luigi IV, Giovanni XXIII.
Per indicare il secolo in cui si è svolto un determinato avvenimento, bisogna attenersi a delle regole
precise.
Un errore comune è quello di trascrivere, ad esempio, 1600 per alludere all'intero secolo. In realtà
1600 indica esclusivamente il singolo anno compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre.
Se ci si vuole riferire all'intero secolo, bisogna sopprimere la cifra delle migliaia, sostituendola con
un apostrofo, in questo modo: il '600.
In alternativa, il secolo può essere indicato con i numeri romani: il XV secolo.
Per i secoli dal XII in poi, si possono usare anche i numeri cardinali sostantivati scritti con la lettera
maiuscola. Es. il Seicento. Oppure, in alternativa, si possono usare i numeri ordinali. Es. Il
diciassettesimo secolo.
Per indicare l'orario per iscritto, è preferibile usare le lettere e non le cifre. Es. "Ci vediamo domani
alle cinque" e non "Ci vediamo domani alle 5".

Le maiuscole
Si scrivono con l’iniziale maiuscola tutti i nomi propri di persona, animale o cosa; si scrivono con
l’iniziale minuscola tutti i nomi comuni.
All'inizio di un testo, dopo un punto e all'inizio di una battuta in un discorso diretto la maiuscola è
obbligatoria.
Ugualmente, i nomi delle festività religiose o laiche, i titoli di un libro o di un'opera d'arte, i nomi
dei secoli o dei decenni avranno la prima lettera maiuscola.

Gli errori più comuni


1)Da o dà? Dipende dai casi: se preposizione semplice si usa "da", se voce del verbo dare si usa
"dà". Esiste un ulteriore caso: se si utilizza come imperativo alla seconda persona singolare
vuole l'apostrofo.
2) Un po, un pò o un po'? La forma corretta è con l'apostrofo: un po'.
3) E o ed? A o ad? La d nell'italiano contemporaneo si usa nel caso in cui la parola che segue cominci con la stessa
vocale: vado ad Ancona. Se la parola successiva inizia per vocale diversa, la d eufonica è facoltativa e non
viene considerata errore: vado a Empoli, vado ad Empoli.
4) Qual'è o qual è? La forma corretta è senza apostrofo: "qual è".
5) Si o sì? In caso di particella affermativa va accentato, in tutti gli altri casi no.
6) Fa o fà? La forma corretta è senza accento: "fa". Se seconda persona singolare al tempo imperativo del verbo
fare diventa fa' perché apostrofata per elisione dell'ultima lettera.
7) Ne o né? L'accento si utilizza quando viene utilizzato come negazione: non si può né toccare né rompere. In tutti
gli altri casi si utilizza senza accento: ne.
8) Se stesso o sé stesso? Quando il se è accompagnato da stesso l'accento non è necessario. Quando troviamo il se
come forma ipotetica l'accento non ci vuole, ad esempio "se fosse andato". Quando troviamo il se come forma
non ipotetica bisogna mettere l'accento, ad esempio "corre da sé".
9) A me mi piace o a me piace? La forma corretta nella maggior parte dei casi è "a me piace". Da qualche tempo
l'accademia della crusca ha affermato che la forma "a me mi" è passabile purché rafforzativa anziché
pleonastica.
10) Nè o né? Perchè o perché? Poichè o poiché? L'accento corretto è quello acuto: né, perché, poiché.
Raccomandazioni generali
È richiesto che i trascrittori, le trascrittrici e i QA debbano fare delle trascrizioni d'alto livello.
Siamo consapevoli che è molto difficile fare delle trascrizioni perfette, soprattutto se la qualità
dell'audio è scarsa, però vi ricordiamo alcuni punti che potranno farvi evitare degli errori ovvi.

• Controllate l'ortografia del vostro testo.

• Ascoltate l'audio con attenzione e sempre prendete in considerazione il


contesto.

• Usate la punteggiatura e le maiuscole correttamente.

• Fate attenzione a scrivere correttamente i nomi, e ricordate che se avete dei


dubbi potete aiutarvi con internet.

• Assicuratevi che la vostra trascrizione sia precisa. Non abbiate fretta e usate
correttamente le etichette previste.
Link utili

Per ulteriori chiarimenti o per domande specifiche scrivete un e-mail a: tiffany@transcribeme.com.


Ricordate che se questa guida contraddice alcune regole grammaticali, dovrete sempre attenervi a
questa guida.
Ecco una lista di alcuni siti che potete consultare:

www.accademiadellacrusca.it
Dizionario d’italiano, domande frequenti e articoli su neologismi e anglicismi.
http://www.treccani.it/

Enciclopedia, dizionario e dizionario dei sinonimi.


http://grammatica-italiana.dossier.net/

Regole base di grammatica e sintassi.

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