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Neuropsichiatria lezione 4

Disturbi del linguaggio

Il professore ha fatto ascoltare diverse modalità di lettura di alcuni bambini con DSA
sottolineando la lentezza e il modo scorretto nel quale eseguono questo compito in 3
elementare e 2 elementare.
1) Il primo bambino ascoltato invece che ‘appuntite’ legge ‘a punta’, fa un errore di
anticipazione, lui legge le prime lettere dell lemma e si immagina che in quel
contesto può esserci quella parola, perché fa un’assonanza, è un’inferenza da
un'informazione che ha già avuto, quest’errore è molto frequente.
Si può notare che su parole a bassa frequenza d’uso rallenta molto, ad esempio
sulla parola ‘chiamarlo’, o su gruppi consonantici rallenta molto di più, ‘invece’
viene sostituito da ‘ivvece’.
Sulle non parole poi fa molta fatica, utilizza quindi una via lessicale, fatica a fare
analisi fonema per fonema, cioè ad utilizzare la via sublessicale, legge molto
lentamente, una velocità di 1 sillaba e mezza al secondo.

Il professore anticipa poi quando deve essere fatta la diagnosi, ovvero alla fine della 2
elementare, meglio ancora dalla 2 metà della 2 elementare, da febbraio in poi della 2
elementare.

2) L'altro bambino decodifica alcune lettere ma si capisce che non riesce a leggere
parole intere; ci aspettiamo che un un bambino verso la fine della prima elementare
riesca a leggere parole intere invece che spezzettando in sillabe.
Un altro elemento che poi impatta sicuramente sulla qualità della lettura è il fatto che
non siamo più abituati a leggere noi giovani.
La velocità è il fattore che impatta di più sulla capacità di comprensione, il
significato viene colto anche se vengono effettuati errori durante la lettura mentre se
viene utilizzata una modalità molto lenta non riusciremo sicuramente a comprendere.
La comprensione del brano è l’elemento centrale della lettura; ognuno di noi legge
per capire quello che legge, perché poi per ricordare quello che ho letto devo capirlo.
Ovviamente quindi la capacità mnemonica viene compromessa.

Importante anche capire come vengono somministrati questi test dalla psicologa, i comandi
adatti per poterlo sottoporre nel modo più conforme.
‘Samuele ora io ti farò leggere questo brano che si intitola…
non c’è bisogno che leggi il titolo
parti da qui e leggi come sei abituato tu a leggere’

3) Ascoltiamo poi un altro bambino con richiesta di intervento immediato, vediamo


realizzati 15 errori e una velocità di 1,5 sillaba al secondo.
Si inceppa sulla non parola e sillaba moltissimo, possiamo notare che non rispetta
la punteggiatura, non si ferma al punto, è facile intuire che un bambino di 4
elementare che inizi la lettura con ‘ehmmm’ abbia difficoltà a studiare una pagina di
storia a causa della lettura. è facile immaginare che sia un bambino penalizzato da
questo tipo di lettura.
Quale è la prima cosa che vi verrebbe in mente di fare con un bambino così?
➔ Potreste ingrandire, allargare gli spazi, mettere più spazio tra una riga e l’altra.

➔ ll consiglio fondamentale è poi non leggere a voce alta!


Quando si legge a mente si legge molto velocemente, la correttezza è importante
fino ad un certo punto perché se leggo velocemente mediamente capisco, mentre se
leggo lentamente mediamente non capisco.
Se leggo con errori, il nocciolo, il contenuto centrale del brano resta.

Invece parole e non parole è uno dei test che si utilizzano di più per la diagnosi.
In generale un bambino utilizza tutte le vie; la distinzione tra lessicale e sublessicale, la
dissociazione, la trovate in un adulto vittima ad es. di ictus dove magari rimane residua una
via ma l’altra viene persa.
Un bambino che funziona in modo disorganizzato magari si porta indietro entrambe le vie,
magari una più funzionale dell’altra mentre un bambino magari predilige la via lessicale
perché magari già si è gia fatto un'idea di un lessico base da utilizzare.
Se un bambino legge da 3 o 4 anni un lessico di base ce l’ha, se l’è già fatto, per questo fa
errori di anticipazione.
Quindi quando lo metti alla prova con le ‘non parole’ stressate molto la loro capacità di
lettura perché quando devi leggere per la prima volta ritorni un po’ alle abilità di base. E
quando non puoi appoggiarti sul lessico che si è fatto negli anni come te la cavi?

Il professore continua a far sentire un altro audio di lettura di parole a bassa frequenza
d’uso, questo è un esempio di test che ha fatto vedere durante la spiegazione (trovato da
me su internet per far capire come fosse quindi non prendetelo come un assoluto)

Le parole a bassa frequenza d’uso sono per gli affetti da dislessia molto complesse
perché non le hanno tutte nel loro lessico ortografico, ad esempio la parola ‘margine’ che è
una complessa dal punto di vista dell’accentazione.
➔ Il bambino deglutisce molto spesso, diventa molto irregolare la lettura delle
numerose file di parole. Tende molto a rallentare.

Le indicazioni per la somministrazione sono:


‘Leggi più velocemente che puoi, mettici meno tempo che puoi’

➔ Lui parte sparato e piano piano decresce, ci mette molto impegno.


Se si hanno tante difficoltà ad eseguire una determinata cosa e vi chiamano a farla,
inizialmente sarete molto concentrati ma poi la perderete perchè viene sostituita dalla
fatica; dopo un po reggete meno la sollecitazione e diventa più evidente la
difficoltà.

La prima colonna sono immagini ad alta frequenza per non scoraggiare il bambino poi
scorrendo da colonna a colonna diventano parole a più bassa frequenza.
La frequenza d’uso è un elemento critico, fategli leggere per prime parole più facili, a più alta
frequenza d’uso, e in mezzo o dopo mettete parole a bassa frequenza d'uso.

Domanda posta al professore: Se la prima colonna fosse stata la colonna delle parole a
bassa frequenza d’uso si sarebbe esaurito allo stesso modo?
Sì, la fatica la trovi già nella prima colonna, se tu partissi con la quarta penserebbe che
sarebbe un'impresa impossibile invece così all’inizio ce la fa, poi man mano che la velocità
aumenta diventa difficile. Motivo per cui si chiede all'insegnante di non frustrare il bambino.

➔ Mano a mano crolla sulla velocità. Quando un bambino legge un brano e capisce che
state parlando del gatto e della volpe, legge la sillaba ‘al’ e già pensa alla parola
'albero’ , il contesto lo aiuta nella lettura.

Nella lettura di non parole non vi aiuta nessuno, non c’è neanche l’aiuto del lemma, del
lessico già costruito, tant’è che gli errori sono errori di lessicalizzazione.
Se non hai le conoscenze tecniche della conversione grafema-fonema, devi essere molto
attento a inibire la parola che ti viene subito. L’intrusione è proprio forte, la devi inibire quindi
devi avere le funzioni esecutive molto allertate in quel momento altrimenti l’errore di
intrusione è molto probabile.
Il DSM V ha cambiato alcune cose,
➔ ha introdotto il termine di ‘Disturbo Specifico dell’Apprendimento’ che prima nei
sistemi di classificazione non c’era.

➔ Sono poi difficoltà persistenti nel tempo.

➔ Abbiamo delle prove che sono normalizzate per la classe e che considero
patologiche o disfunzionali quando si è sotto di 2 deviazioni standard quindi
quando tengo conto della variabilità delle abilità normali della distribuzione.
La deviazione standard cos’è? Voi dovete pensare a una prova misurabile su migliaia di
persone: immaginate l’altezza di tutti gli italiani, donne e uomini, le singole altezze non
coincidono tutte in un unico punto ma si distribuiscono tra un minimo e un massimo dando
quindi una media, un valore centrale.
Ora come faccio a misurare questa dispersione, cioè questa variabilità? Con un artificio
matematico che è la deviazione standard, ovvero una misura di quanto gli estremi sono
lontani dalla media.
Quindi immaginiamo che l’altezza per le donne mediamente è solitamente 1,62 m,
che questa distribuzione poi ha un 5% soltanto al di sotto di 1,40 m.
Quel 5% mi rappresenta la coda di altezza al di sotto dei 1,40 m che posso considerare
quindi il limite del nanismo, del patologico, sennò come faccio quindi a dire che uno è nano?

Prendiamo un altro esempio, la temperatura. 37° è febbre? No. 37,5? Si. 36,5°? No.
Come faccio quindi a dirlo? perché ho raccolto su milioni di persone la temperatura media e
ho visto quando è che i valori più bassi scendono sotto il 5%, quindi la probabilità di essere
sotto quel 5%.
Quelle 2 DS in meno vi dicono che chi sta sotto di 2 deviazioni standard vuol dire che ha una
probabilità inferiore del 5% di rientrare in quel gruppo di distribuzione della popolazione.
é tutto un concetto di probabilità; quindi non puoi dire che sia patologico ma puoi dire che
chi sta sotto quelle 2 DS è molto probabile che sia così lontano dal valore medio da
poterlo considerare di fatto patologico.
Magari ci sono persone che hanno valori di temperatura pari a 37,1 ma non per questo
abbiamo febbre; la variabile individuale va sempre incontro a modificazione, raro sì ma
comunque da considerare.
Quindi la DS è una misura numerica rispetto alla media e tiene conto della distribuzione dei
valori, 1 DS vi porta più o meno al border ovvero quello che dice che gran parte della
popolazione è comunque tra le 1 DS dalla media.
Chi sta sotto fra 1 e 2 DS è ai limiti della norma. Chi sta sotto alle 2 DS ha un’alta probabilità
di avere un espressione patologica.

➔ Nel criterio B si esplicita il fatto che non basta il fatto che tu abbia difficoltà ma che
sia molto importante il fatto che abbia delle difficoltà che vanno a intaccare il
rendimento scolastico o lavorativo.
Vicari avrebbe inserito che da prendere in considerazione è anche l’aspetto psicologico.
Ci sono bambini che magari hanno DSA ma che magari hanno un buon rendimento
scolastico ma sono particolarmente ansiosi quando li misuro con una prova scolastica o che
hanno una stima verso se stessi molto bassa perché non riescono in compiti come leggere o
scrivere perché vengono considerati da tutti molto semplici.
(Ha letto la slide, aggiungendo che:)
➔ Il DSM V mette un po’ tutti i disturbi insieme, si tende a non utilizzare più il termine
specifico dislessia, discalculia, disortografia, rientra in un'unica grande categoria.
Si tende a specificare magari subito dopo di che disturbo si sta parlando.

➔ Quando si parla di disortografia non si parla del tratto grafico ma si intende proprio
l’aspetto delle regole ortografiche che in italiano sono essenzialmente:
-accento
-apostrofi
-doppie
-‘h’ del verbo avere
Queste sono le regole ortografiche principali della nostra lingua, nelle lingue con
un'ortografia meno trasparente le regole di ortografia possono essere altre.

➔ Mentre il disturbo specifico dice in sé che le difficoltà date da DSA non sono
apparentemente riconducibili a condizioni note.
è chiaro che se io sono cieco leggo male, anzi non leggo per niente; è chiaro che se
ho difficoltà nel processo di lettura se il mio il canale sensoriale vista è alterato, è
esattamente questo il responsabile della difficoltà.
Se ho una disabilità mentale leggo male probabilmente perché ho meno risorse
cognitive, se ho un problema di attenzione idem, questo in realtà è un problema un
po più complicato.
Devo sempre fare un esame della vista, dell’udito, un QI, è chiaro che parliamo di
deficit importanti che minano la funzionalità un po’ di tutto.

➔ Il DSM V considera anche i deficit di comprensione che invece in passato veniva


considerato un disturbo diverso.
Però capite che è molto difficile cogliere in bambini come quelli visti prima che
leggono a 0,8 sillabe al secondo che non capiscono a causa di un problema di
comprensione o a causa di lentezza.
Oppure uno che legge anche molto velocemente ma non comprende, non
comprende perché ha un disturbo specifico della comprensione o ha un
problema di attenzione o di working memory?
Capite che diventa difficile poter essere sicuri di fare queste distinzioni e quando la
letteratura non ci aiuta meglio non specificare.

Domanda fatta al professore: La comprensione in questo caso viene intesa sempre per
quanto riguarda la lettura diretta? O anche facendo ascoltare il brano?
Si, parliamo di lettura diretta.
Si deve distinguere se il problema di comprensione è legato a problematiche di bassa
prestazione di decodifica del testo oppure no.
è vero anche che i bambini definiti prima ‘da attenzionare’ se avessero problemi di
comprensione sarebbero dovuti essere seguiti in modo più diretto, come caratterizzati da un
disturbo specifico dell’apprendimento.
La disgra a non è più un DSA ma rientra nei DISTURBI DELLA COORDINAZIONE MOTORIA =>
riabilitare un bambino che scrive male come tratto gra co è molto dif cile riabilitarlo. Però è anche
vero che nei bambini prescolari, se c’è un tratto gra co molto povero, ha senso almeno allenarlo
(oggi i bambini sono meno esposti al disegno rispetto alle generazioni precedenti, oggi sono molto
abili nella digitalizzazione e molto meno nel tratto gra co) => quindi tutte le attività di pregra smo
possono avere un loro senso. Ma noi la troviamo spesso associata ad altri problemi di
coordinazione motoria (bicicletta, saltare, salire le scale alternando i piedi…

Questi sono i CRITERI che vengono utilizzati per i DSA secondo il DSM5
CRITERIO A: presenza di pregresse e persistenti dif coltà nella carriera accademica (almeno per
6 mesi)

- lettura scorretta o lent

- dif coltà di comprensione del test

- abilità ortogra che ridott

- espressione scritta povera: vuol dire dei contenuti espressi con dif coltà dal punto di
vista del contenuto

- dif coltà nei fatti aritmetici (calcoli matematici a mente entro i 2 secondi): 7x8, le somme
nelle decine o entro la ventina (8+3, 14-6). Queste devono essere automatiche e se non lo
sono possono essere la spia di una possibile dif coltà con i fatti aritmetici. Aggiungiamo il
senso del numero: cosa è più grande e cosa è più piccolo, stima della grandezza dei
numer

- dif coltà nel ragionamento matematico: è il nuovo parametro che si aggiunge da DSM5,
quindi è anche la risoluzione di un problema, quali sono le operazioni che devo utilizzare
=> si amplia il concetto di disturbo. Fino a 10 anni fa queste non rientravano nella diagnosi
di DSA, ma quando si parlava di discalculia, si parlava di disturbi dei fatti aritmetic

- calcoli aritmetici scorretti (mette in colonna male, fa i riporti sbagliati…

Il prof dice che quando arriva in ambulatorio un bambino con disturbo della dislessia dopo aver
giocato un po’ e aver stabilito un rapporto in empatico

- gli chiede di leggere un brano. Parte generalmente da un brano di almeno una classe sotto
(questa non è la valutazione standardizzata, ma è l’esame clinico). Dandogli un brano già
dalle prime parole che legge si capisce se il bambino è uido o no, se è lessicale o sub-
lessicale

- guarda la comprensione del testo

- poi gli chiede un’enumerazione (5-10-15), poi facciamo quella più dif cile: 7,14,21… e poi
continua tu. Lì bisogna guardare se è automatico

- poi segue un DETTATO incalzante, che vuol dire che dettiamo la parola successiva a
quella che il bambino sta scrivendo mentre la sta scrivendo. La velocità fa venire fuori le
dif coltà perché questo è un disturbo della AUTOMATIZZAZIONE, il tempo è un criterio
fondamentale

FUNZIONAMENTO DEL BABINO: autonomia nello studio, rendimento, impatto emotivo delle
dif coltà. Se arriva un bambino che legge male ma non gliene frega niente, ha un ottimo
rendimento scolastico, è contento e felice, bisogna lasciarlo in pace. Se invece viene un bambino
che ha una richiesta di attenzione, quindi non ha un punteggio francamente patologico, ma se la
vive molto male: ogni volta che deve andare a scuola ho mal di pancia, mal di testa, piange
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quando deve fare i compiti, allora forse è bene dargli comunque un aiuto perché è vero che il suo
rendimento scolastico no non ne risente tanto, ma questo condiziona un forte impatto emotivo
sulla sua quotidianità

Quando NON si può parlare di DSA: (un bambino epilettico non può essere diagnosticato con
DSA, nemmeno un bambino sordo, né un bambino con Qi al di sotto della norma…

- Se c’è disabilità intellettiv

- Se c’è danno neurologic

- Se c’è danno sensoriale

Quando è possibile fare la diagnosi


• Fine 2° anno della scuola elementare per lettura e scrittura (dislessia, disortogra a,
disgra a

“ ne secondo anno” vuol dire seconda metà della 2° elementare, da marzo


• Fine 3° elementare per la discalculi

Quindi in teoria prendiamo in trattamento un bambino a ne 2° elementare. Ma se un bambino ne


prima elementare legge ancora in maniera sublessicale o addirittura decodi ca le singole lettere (f-
i-n-e) => allora avanziamo un aiuto. Addirittura se arriva un bambino così in genere il prof
suggerisce di ripetere la prima, se non ci sono altre situazioni concomitanti, perché il ritardo è tale
che il bambino in 2° dif cilmente lo recupererà.

CRITERI DI SEVERITA’: come per l’autismo abbiamo il livello lieve, medio e grave, a seconda
dell'impatto funzionale che il disturbo ha sulla vita del bambin

• Lieve: Alcune dif coltà di apprendimento in uno o due ambiti scolastici; il b. può
compensare o funzionare bene con facilitazioni e sostegno appropriat
• Medio: Marcate dif coltà di apprendimento in uno o due ambiti scolastici; necessari
momenti di insegnamento intensivo e specializzato; utile un aiuto scolastico e training
pomeridian
• Grave: quando il disturbo compromette in
modo molto severo le capacità di
apprendiment

Dobbiamo abituarci a considerare questo aspetto


per descrivere non solo in modo categoriale ma
anche dimensionale quanto disturbo c'è.

SOVRADIAGNOSI DI DSA ➔ Qual è la


prevalenza? In Italia circa il 3,5% dei bambini ha
un DSA. Secondo i dati raccolti dal MIUR =>
abbiamo alcune diagnosi fatte nella scuola
dell’infanzia che sono evidentemente un errore.
Però sebbene la media sia 2,9% , quindi un po'
sotto sul dato atteso, abbiamo dei dati un po'
oscillanti: alle elementari abbiamo un po' meno
delle diagnosi attese, mentre alle medie e al liceo
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di più => c’è in effetti ancora un po' di incongruenza nelle diagnosi che facciamo. Da una parte
facciamo diagnosi sbagliate alla scuola dell'infanzia, dall'altra ne facciamo poche in primaria:
questo vuol dire che li riconosciamo tardi, invece dovremmo trovarli a ne della 2° perché prima
interveniamo, meglio è

NON SOLO APPRENDIMENTO: il disturbo dell’apprendimento, come tutti i disturbi del


neurosviluppo, raramente si presenta da solo. La comorbidità più frequente è il disturbo
dell'apprendimento di lettura, ma in generale come reading disabilities si intende il disturbo
speci co dell'apprendimento. Possiamo averli in associazione con ADHD, depressione, ansia,
disturbo della condotta, disturbo oppositivo-provocatorio, autismo (ad alto funzionamento). Quando
abbiamo un ADHD grave dobbiamo chiederci se le dif coltà di apprendimento sono legate ai
disturbi dell'attenzione. Invece è più dif cile farlo nell’ADHD lieve. Possono presentarsi in
comorbidità, ma può essere anche che l’ADHD pesi negativamente aggravando lo stato. Molti
bambini che vengono diagnosticati come DSA in realtà hanno gravi disturbi dell'attenzione, che
non vengono diagnosticati dai clinici => viene interpretato come una conseguenza del disturbo
della lettura, mentre invece sotto c'è il disturbo dell'attenzione. È grave perché il disturbo
dell'attenzione lo posso trattare e migliorare le prestazioni scolastiche. Quindi è importante
lavorare in equipe perché è importante che af anco a noi ci sia qualcuno che valuti ad esempio le
competenze attentive o la storia clinica del bambino. Oppure può essere un autismo ad alto
funzionamento non riconosciuto: ci sono delle forme di autismo ad alto funzionamento, che sono
verbali, che però hanno una storia di chiusura, di interessi ristretti, e se noi non li andiamo a
cercare, non li vediamo e questo in qualche modo può condizionare la partecipazione alla terapia
e il risultato della terapia.

Depressione e ansia sono molto frequenti soprattutto negli adolescenti che hanno una storia
disturbo dell'apprendimento. Tra il 20% e il 50% dei ragazzi che hanno un DSA, non ce l’avevano
prima, ma nascono dei dislessici a 7/8 anni e quando li vediamo a 14 hanno in associazione una
diagnosi di disturbo d'ansia o di natura depressiva. Quindi bisogna trattarli e intercettarli
precocemente perché poi l'evoluzione spesso si porta dietro altri disturbi e in termini di invalidità
diventano ancora maggiori rispetto ai disturbi dell'apprendimento.
In realtà l’ansia paradossalmente a volte è un vantaggio. Gli ADHD che hanno in comorbidità un
disturbo d’ansia, funzionano meglio dal punto di vista delle prestazioni cognitive rispetto agli ADHD
che non hanno associato un disturbo d'ansia => perché gli ADHD ansiosi sono ipercontrollati sulla
performance, focalizzano molto il residuo di attenzione sulle prove perché hanno il tema
dell’insuccesso. La domanda è: se i bambini che hanno una dislessia diventano adolescenti
ansiosi perché alimentato anni e anni di insuccesso o perché in qualche modo hanno di base un
maggior rischio per disturbi d'ansia. Questa è una domanda a cui è dif cile rispondere perché
dovremmo disporre di dati longitudinali: cioè dovremmo seguire bambini da 7-8 anni no
all'adolescenza, e vedere chi diventa ansioso, che caratteristiche aveva già in precedenza. Ansia e
depressione, secondo una vecchia terminologia, sono considerati DISTURBI PSICHIATRCICI
INTERNALIZZANT

Poi c’è una comorbidità tra DSA e COMPORTAMENTI ESTERNALIZZANTI: quelli che portano ad
un agit

- Disturbo Oppositivo-Provocatori

- Disturbo della Condott

- ADH

Anche qui la comorbidità è abbastanza alta, almeno 1/5 dei DSA ha in associazione questo
disturbo. Uno rinforza l'altro? a volte sembrerebbe questo: bambini dislessici che hanno una storia
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di insuccesso negli apprendimenti e cominciano a manifestare una crescente oppositività verso i
compiti. In genere questi sono bambini che d’estate funzionano meglio. Gli atteggiamenti
oppositivo-provocatori si riducono quando non c'è la sollecitazione della scuola. Altri invece hanno
una oppositività di base: è importante che lo veda uno psicologo o un neuropsichiatra che magari
gli può dare una mano a trattare questi aspetti, non necessariamente farmacologicamente, ma
magari gli danno delle indicazioni su come gestirli

L’insuccesso pesa sui bambini con disturbo di apprendimenti in termini:

- di abbandono scolastico => dobbiamo ricordarci che dietro un bambino dislessico ci


potrebbe essere un Einstein o un Beethoven, tutte persone famose che probabilmente
sono state dislessiche o discalculiche. L’abbandono scolastico è un insuccesso e una
perdita non solo per il bambino, ma anche in termini di ricchezza per la societ

- di pensieri e atti suicidal

- di disturbi dell’umor

- di disturbo d’ansi

è una condizione che da una parte si accompagna ad altre manifestazioni, ma può essere anche
l'ampli cazione di alcune condizioni. Questi sono bambini che no a poco tempo fa venivano
vessati da genitori o insegnanti, è ancora oggi in alcune realtà è così.
Iniziare precocemente una diagnosi, un trattamento riabilitativo, riduce il rischio che questi disturbi
psicopatologici si manifestino.

I DSA, come tutti i disturbi del neurosviluppo sono disturbi neurobiologici, cioè hanno una forte
componente organica => questo è documentato da una serie in nita di studi. C’è una familiarità
molto ricorrente. Quando vediamo un bambino dislessico, dobbiamo chiedere se in famiglia c'è
qualcun altro con dif coltà scolastiche, (più probabile che rispondano che c’è qualcuno è stato
bocciato alle elementari, piuttosto che c’è qualche altro dislessico). Ci sono studi sui gemelli che
documentano questa forte familiarità e genetica del disturbo. Inoltre, come tutti gli altri disturbi del
neurosviluppo, è molto più frequente nei maschi che nelle femmine (nelle femmine predomina una
dif coltà nella comprensione del testo)

In chi ha un DSA è il cervello che funziona in modo diverso ➔ da sottolineare: funziona in modo
DIVERSO (NON in modo sbagliato). Il cervello maschile è diverso dal cervello femminile: il fattore
di genere modula molto l'espressione biologica delle strutture cerebrali. Anche per quanto riguarda
la manifestazione delle malattie mentali: nel genere femminile dominano le malattie internalizzanti
(ansia e depressione), mentre nel genere maschile domina non ti aspetti esternalizzanti (disturbo
della condotta, disturbo oppositivo provocatorio). Il cervello delle persone con dislessia funziona
diversamente rispetto ai normo-lettori: le aree che sono chiamate a svolgere i compiti di lettura
sono rappresentate in maniera diversa. È il cervello delle persone dislessiche che le porta a
leggere diversamente. Anche su questo c’è una
grande polemica: la dislessia è una malattia o una condizione? Le associazioni di familiari di
bambini con dislessia si battono molto perché la dislessia non venga considerata una malattia, ma
venga considerata una condizione, una caratteristica (proprio perché il cervello malato non è
sbagliato, ma semplicemente è espressione della variabilità della specie. Il professore considera la
dislessia una condizione n quando non impatta sulla qualità di vita. Invece quando crea una
disabilità, cioè la dif coltà è talmente marcata da diventare un disturbo, allora secondo lui è
corretto considerarla una malattia che richiede anche attenzione e un trattamento
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COME AVVIENE LA DIAGNOSI:

- Colloquio con i genitor

- Visita neurologica: vanno escluse le condizioni che possono in ciare la speci cità del
disturb

- Scala di intelligenz

- Test standardizzati (sono una conquista degli ultimi 20 anni), guidano l’osservazione e ci
danno misure comparabili con una popolazione generale. “standard” vuol dire che ho dei
dati di normalizzazione

noi utilizziamo le prove per arrivare ad una diagnosi strutturata, sia delle competenze
cognitive (QI), sia delle prove legate alla lettura, scrittura e calcolo.

- La raccomandazione è quella di valutare anche gli aspetti PSICOPATOLOGICI, spesso


sottovalutati e possono modulare molto la qualità del disturbo, facendolo esprimere in
modo più o meno marcato Noi utilizziamo anche degli auto somministrati (CDCL che
riguarda in generale sia aspetti esternalizzanti che internalizzanti, MASC per l'ansia e CDI
per la depressione), che sono questionari che si danno o al bambino o al genitore per
valutare il funzionamento psicopatologico. Ovviamente bisogna in questo
caso collaborare con gli psicologi perché questi non sono strumenti di facile lettura per il
logopedista

ANAMNESI ➔Quando facciamo un’anamnesi è importante chiedere sempre ai genitori

- se c’è familiarità: se ci sono familiari (genitori, nonni, fratelli) con dif coltà di linguaggio o di
apprendiment

- indagare lo sviluppo di linguaggio: il 50% dei dislessici ha nella propria storia la presenza di
un disturbo di linguaggio

- poi dobbiamo indagare riguardo la comorbidità con i disturbi dell’attenzione e iperattività


(alta probabilità) nel bambino e nei familiari. Chiediamo se in famiglia qualcuno che ha
condotte di abuso, condotte ai limiti, se c’è qualcuno che è stato in galera, se ci sono
giocatori d'azzardo

INTERVENTO: come si cura e come si tratta la dislessia ➔ negli ultimi anni sono emerse diverse
tecniche. C’è una linea guida sulla gestione dei DSA che fa cagare, nel senso che dice tutto il
contrario di tutto. Il problema è che i dati di evidenza sull’ef cacia dei trattamenti sono pochi, per
cui troveremo che sono quasi tutti trattamenti raccomandati sulla base delle esperienze di chi ha
scritto le linee guida, quindi stiamo da capo a dodici. La differenza tra
• Linea guida: una linea guida si basa sui dati di evidenza scienti ca. Vuol dire che mi
prendo tutti i lavori che hanno veri cato l’ef cacia ad esempio di un farmaco (aspirina per il
trattamento della cefalea). Prendo 3000 persone con la cefalea, li estraggo a sorte e non
so chi va nel gruppo A e chi va nel B (cieco). Al gruppo A do un farmaco che mi dà la
farmacia e che non ha scritto niente (può essere aspirina o placebo), al gruppo B do l'altro
composto. Il paziente non sa se sta prendendo il placebo o l’aspirina (doppio cieco: non lo
so io e non lo sa il paziente). A tot mesi veri co se la cefalea è diminuita, aumentata o
rimasta uguale. Quando ho nito lo studio vado a vedere se il gruppo A era quello che
prendeva il placebo o se prendeva l’aspirina, e poi vedo se il gruppo A ha avuto una
diminuzione di casi di cefalea oppure no. studi di questo tipo non ci sono sui trattamenti,
per cui è dif cile fare delle linee guida. (cominciano però ad esserci degli studi che almeno
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fanno il gruppo di controllo: ad un gruppo faccio il trattamento logopedico mentre un altro


gruppo lo mando a giocare a pallone, e poi vedo chi sta meglio)
• Conferenza di consenso: quando non ho i dati di evidenza, faccio la conferenza di
consenso: chiamo 10 esperti, li metto intorno ad un tavolo e gli chiedo come dobbiamo
trattare la dislessia => ha un valore un po' più basso,
perché per quanto sei esperto magari sei
condizionato da quello che hai sempre fatto, o
magari si può essere anche sospettati di con itto di
interesse

Quindi queste linee guida sono prevalentemente


una conferenza di consenso

Il trattamento che sembra funzionare un po' di più è il


METODO FONOLOGICO: lavorare sulla lettura (inferenze
fonologiche, completa la parola scritta con la lettera che
manca ed esercizio di lettura)

- Non esiste un trattamento di prima scelta: alcuni


si basano sul modello neurocognitivo di riferimento e sui meccanismi cognitivi alterati
(attenzione, processi fonologici, analisi visiva, etc); altri dall’analisi qualitativa degli errori

- Durante la scuola primaria, si interviene primariamente sulla transcodi ca sublessicale

- Bisogna Lavorare molto sulla comprensione del brano e non tanto sulla correttezza della
transcodi ca

- Importante un intervento «multicomponenziale»: non solo transcodi ca ma anche


strategie per comprensione del brano

- Lettura silent

- Favorire una lettura lessicale piuttosto che sub-lessicale => favorire l'accesso lessicale
alla parol

- Per essere ef caci, questi trattamenti devono avere una certa intensità, almeno 5-6 ore a
settiman

- È possibile ottenere cambiamenti in 3-5 mes

- Con due cicli di trattamenti all’anno, si potrebbe ottenere, in media, un cambiamento di


0,6 sillabe/sec, il doppio dell’evoluzione naturale attesa senza trattamenti speci ci ed
intens

- Possono essere svolti anche a domicili

Il lavoro che funziona di più è quello fonologico: quali sono le lettere che mancano => questo aiuto
ad arrivare ad un accesso lessicale della parola stessa

Tachistoscopio => presentazione più o meno rapida della comparsa della parola per intero.
Addirittura frazioni di secondo, in modo che il bambino può leggere soltanto in modo lessicale e gli
impediamo l'analisi fonema per fonema. Così la lettura diventa sempre più globale. L’obiettivo è
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a

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e

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che il bambino legga e capisca quello che legge, se perde qualche non parola non succede nulla.
Quando faremo riabilitazione non insegneremo mai la normalità: è chiaro che è molto meglio
leggere come legge un normo lettore, ma visto che il bambino ha una dif coltà, lo mettiamo in
condizione di poter far fronte ai problemi principali che ha

INTERVENTO BASATO SUL MODELLO NEUROCOGNITIVO ➔ ci sono dei trattamenti che sono
sorprendenti perché allenano l’attenzione visiva con dei videogiochi d’azione. sì è pensato che il
de cit di lettura sia legato ad una dif coltà a focalizzare l’attenzione. La cosa interessante è che
nei bambini prescolari, se allenano l’attenzione spaziale hanno minore rischio d'avere dei disturbi
dell'apprendimento. Anche i bambini dislessici giocando a videogames d’azione allenavano
l’attenzione spaziale, e la velocità di lettura aumentava => se io alleno l'attenzione spaziale
migliora anche la lettura. Questo è sorprendente perché potrebbe rendere inutili i trattamenti
logopedici. Cosa che non abbiamo se alleniamo altre funzioni esecutive (ad esempio allenando la
working memory non migliora la capacità di lettura). Si può allenare
l’ANALISI VISIVA: aumentare gli spazi del brano. In alcuni bambini funziona utilizzare degli schemi
colorati che si mettono sulla pagina da leggere, perché aumenta il contrasto => mettere una
pagina di plastica gialla o rossa aumenta il contrasto, e alcuni bambini migliorano nella lettura.
Quindi è importante veri care sempre gli aspetti neuropsicologici alla base della lettura (attenzione
spaziale, analisi visiva).

L’ultima cosa importante è che quando facciamo un trattamento riabilitativo, si modi cano le aree
cerebrali, il cervello si rimodula, nascono nuove connessioni sinaptiche. Ma se noi invece
modi chiamo dall’esterno le sinapsi nelle aree cerebrali che servono a leggere, la lettura migliora?
Facciamo il procedimento inverso: ti do corrente (2 milliampere) che modi ca i circuiti neuronali.
Se mentre ti do questa corrente ti faccio fare dei compiti di lettura, le aree cerebrali che si attivano
sono proprio quelle che io voglio stimolare. Utilizzando il TDCS (stimolazione concorrente continua
a basso amperaggio), con alcune sedute di lettura, la velocità di lettura aumenta notevolmente e
questo guadagno rimane stabile nel tempo. Come riabilitatori, la cosa più sbagliata che possiamo
fare è continuare a fare sempre le stesse cose. Bisogna informarsi se c’è un modo diverso per
ottenere risultati e soprattutto bisogna capire se quello che stiamo facendo produce risultati oppure
no, perché molti bambini continuano a fare logopedia per anni senza avere un grande vantaggio
=> quindi la veri ca dell'ef cacia del trattamento è un tema che ci dobbiamo porre
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