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LA PERSONA, IL SÈ E IL CERVELLO:

LE NEUROSCIENZE E I DUBBI SU
LIBERTÀ, VOLONTÀ E SENTIMENTI.
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20-02-20

ZZZZZZ DE SUA DISCIPLINA

Neuroetica
 Il termine neuroetica è stato usato per la prima volta nella conferenza “Neuroethics:
Mapping the Field” del 2002 imponendosi subito nel panorama scientifico contemporaneo.
o Che cosa rivela dello umano al livello del sistema nervoso centrale?
 Attualmente con il termine neuroetica ci si riferisce a due campi di studio diversi ma
connessi dall’attuale panorama di ricerca neuroscientifico: le neuroscienze dell’etica e
l’etica della neuroscienza.
o Il soggetto è un insieme de attivazione neuronale?
o La scelta è libera o è condizionata alla attivazione neuronale?

Neuroscienza dell’etica
 La neuroscienza dell’etica si occupa di investigare dalla prospettiva del cervello (attraverso
studi scientifici e neuroscientifici) alcune e alcuni problemi tradizionali dell’etica e della
psicologia morale.

Etica della neuroscienza:


 L’etica della neuroscienza si occupa….

Quali temi:
 I fondamenti biologici e scientifici delle neuroscienze
 Neuroscienza ed etica.
 Etica delle neurotecnologia.

 Introduzione: dall’anima al cervello…


 Neuroanatomia: fondamenti di neurozcienze
 The Big Data: un intermezzo epistemologico
 Anima-Mente-Cervello: un dibattito
 L’uomo è un essere morale?
 Teorie della mente morale.

 Le neurotecnologie
 Il secolo del cervello
 Paradigmi etici per le valutazioni delle neurotecnologie
 Una proposta dalla Dottrina Sociale della Chiesa: la governance
 Il problema biopolitico e la neurosocietà
 Neurolegge: un panorama.

Con quali modalità?


 Di questo si tratta: di vivere tutto. Vivi ora le domande… (R.M. Rilke, Lettere ad un
giovane poeta)
 Modalità dialogica
 Uso forum online
 Stimolo ricerca e approfondimento personale.

Modalità di esame
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 Approfondimento di un tema di interesse
 Alcune domande

Bibliografia
 Neuroethics Mapping the Field: approccio a un nuovo campo disciplinare.
 The Oxford Handbook of Neuroethics: piattaforma per il dialogo in neuroscienza.
 Handbook of Neuroethics – Springer: grande spetro tematico sulla neuroetica.
 Scientific e Philosofical Pespective:
 Neurotecnology: James Giordano (edd.)
 Neuroethics Journal: Neil Levy.
 Neuroetica: le basi neurologiche del senso morale. Neil Levy.
 Neuroetica: Andrea Lavazza e Giuseppe Sartori.
 Neuromania: Paolo Legrenzi e Carlo Umiltà

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27-02-20

ALCUNE PREMESSE: INTORNO ALLA NEUROETICA

Neuroetica
 La neuroetica può essere considerata l’erede della psicologia morale, una disciplina che
studia l’evoluzione della morale e la morale stessa nella sua dimensione psicologica. Lo
scopo nella sua dimensione psicologica. Lo scopo della psicologia morale è di individuare e
analizzare i meccanismi, i motivi e le emozioni dietro il nostro agire morale. la psicologia
morale include, nell’alveo delle sue competenze, anche studi dell’ontogenesi della morale e
della psicologia dei giudizi morali.
 In estrema sintesi, la neuroetica può esser considerata come un campo di studio particolare
all’interno della psicologia morale: la parte della psicologia morale che si occupa di
studiare la morale con le nuove tecnologie di studio neuroscientifico.
 Diversi autori riferiscono i loro studi neuroetica a una tradizione di psicologia morale
recente, che ha le sue origini negli anni ’60.
 Tuttavia, per rintracciare le origini dei problemi propri della neuroetica, dobbiamo andare
indietro fino alle radici del pensiero occidentale.
 La neuroetica infatti si propone di comprendere il ruolo relativo di ragione e emozione nel
processo della decisione morale. tutto il pensiero filosofico ha discusso sul ruolo relativo
di ragion e emozione nella decisione morale.
o Dagli anni 60’s se ha fatto lo spostamento della domanda: chi è il paziente verso a
come funziona il paziente?
o Questo è il filtro epistemologico quando parliamo di neuroscienza.
 La neuroscienza vuole comprendere il ruolo della ragione e l’affettività nella
decisiona morale.
 Solo all’inizio del Novecento, quando Freud e la psicologia comportamentista
suggerirono che il giudizio morale fosse prodotto da fattori emotivi non-razionali, le cose
cambiarono radicalmente. Con la rivoluzione cognitiva e i lavori di Lawrence Kohlberg, il
giudizio morale torna ad essere prodotto del ragionamento e della cognizione superiore.
 Negli anni ‘80, a seguito della cosiddetta rivoluzione emotiva si assiste al ritorno della
considerazione del ruolo dell’emozione nel processo di presa di decisione morale. Proprio in
ottica si inseriscono lo sviluppo degli studi neuroetici.

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LO SVILUPPO MORALE DI KOHLBERG: UN INTERMEZZO

Kohlberg…
 Secondo Kohlberg lo sviluppo morale è studiabile come uno sviluppo per stadi. Vi sono dei
“livelli”, in parte geneticamente fondati, che ogni persona deve necessariamente passare per
progredire moralmente. Il soggetto non ha dunque uno sviluppo lineare, piuttosto delle
“riconfigurazioni” che rivoluzionano il suo modo di giudicare e, di conseguenza, di agire.

LE NEUROSCIENZE: UN NUOVO SGUARDO SULL’UOMO

Neuroscienze…
 Le neuroscienze sono l’insieme degli studi scientificamente condotti sul sistema nervoso.
 Tradizionalmente, le neuroscienze sono state viste come un ramo della biologia, tuttavia
queste attualmente si configurano come una scienza interdisciplinare che collabora con
altri campi come ad esempio chimica, informativa, ingegneria, linguistica, matematica,
medicina e disciplina collegate, filosofia, fisica e psicologia.
 L’ambito delle neuroscienze si è ampliato per includere diversi approcci utilizzati per
studiare gli aspetti molecolari, cellulari, dello sviluppo, strutturali, funzionali,
evoluzionistici, computazionali e medici del sistema nervoso.
 Le neuroscienze sono avanzate e progrediscono tuttora anche grazie allo studio delle reti
neurali.
 La neurobiologia –in sinergia spesso con altre discipline che fanno parte delle scienze
cognitive– si occupa ormai stabilmente anche di stati emotivi, processi decisionali,
scelte economiche, percezione estetica, dilemmi morali e concezioni del diritto penale.

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 Dobbiamo ricordare che conoscenze sul legame mente e cervello sono patrimonio del
pensiero umano praticamente da sempre.
 La sistematizzazione offerta da Cartesio () del rapporto tra spirito-mente e corpo-cervello
non faceva che riprendere un filone già presente con Platone dall’alba della riflessione
sistematica.
 La res cogitans è una sostanza immatriale in interazione (problemativa) con la res extensa.
In questa visione classica il mentale –in opposizione al fisico–….
 Sulla base delle rudimentali conoscenze di fisiologia dell’epoca, furono per primi i filosofi a
scuotere quella concezione, intrecciata strettamente con l’antropologia cattolica e l’idea di
un’anima immortale e immateriale.
 Nel 1861, il fisiologo francese Pierre Broca riferì di un caso clinico in cui il paziente, pur in
grado di comprendere il linguaggio, non era più capace di articolare parole di senso
compiuto. Con l’autopsia si evidenziò una lesione nella parte posteriore del lobo frontale
sinistro che, dopo la comparazione in altri casi simili, nel 1864 Broca poté etichettare
come area della parola.
 Nel 1876, il tedesco Carl Wernicke individuò, sempre grazie allo studio di un deficit
funzionale, l’area temporo-parietale sinistra responsabile della mancata comprensione del
linguagggio, …
 Phineas Gage, operaio delle ferrovie statunitensi, nel 1848, in seguito a un incidente, una
sbarra di ferro trapassò la testa, provocandogli ferite dalle quali fisicamente si riprese presto
e bene. Il suo carattere invece mutò sensibilmente…
 Singoli episodi che hanno fatto compiere notevoli avanzamenti nella comprensione delle
basi neurobiologiche della cognizione e del comportamento. Lo studio dei deficit
funzionali e delle corrispondenti lesioni corticali è stato il primo e fondamentale
metodo per arrivare a un’associazione tra capacità della mente e meccanismi del
cervello.
 Ma è stato soltanto con l’avvento delle nuove tecniche di indagine, segnatamente quelle che
permettono una visualizzazione in vivo sia strutturale sia funzionale del sistema nervoso,
che…
 Gran parte di ciò che sappiamo sul ervello deriva oggi da una crescente capacità di tracciare
delle mappe, vere e proprie carte topografiche, della corteccia cerebrale e delle strutture
situate nella profonidtà dell’encefalo.
 Queste mappe si permettono di aconoscere dove ha inizio un’azione, dove proviamo un
dolore, quali nuclei sono allabase del liguaggio, quali sono le reti e gli…
 Secondo Kanwisher, sono ormai identificate le specificità funzionali di varie regioni
corticali. Non solo le aree dedicate ai provessi sensoriali e mortori di base, ma anche quelle
che svolgono l’analisi percettiva d’alto livello di volti, luoghi, corpi, parole presentate
visivamente e persino quelle che compiono la funzione cognitiva astratta di pensare ai
pensieri di un’altra…
 Molto domende restano peró ancora senza risposta:
o Quali sono esattamente i circuiti neuronali che permettono a ciascuna singola area
di eseguire la propria funzione (mentale) particolare?
o Quali sono i meccanismi e i vincoli genetici, citoarchitettonici, di connettività e di
vicinanza, che permettono lo sviluppo di tali regioni corticali?
o Come “collaborano” queste aree con le altre e con quelle deputate a scopi più
generali per realizzare la cognizione complessa che ha luogo nella vita di tutti i
giorni?
o Può una regione essere coinvolta nello svolgimento di una nuova funzione, ad
esempio il meccanismo neuronale della cognizione social nella valutazione
dell’”umore” di un mercato finanziario?
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 Quesiti che sottintendono le difficoltà esplicative tuttora presenti nel ricondurre il “mentale”
ad attivazioni di determinate zone cerebrali.
 Ad arricchire il quadro di conoscenze, l’accertamento che le caratteristiche neurobiologiche
sono in parte…
 Volendo provare a dare un quadro d’insieme: cosa è successo alla coscienza?

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