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2. Nel Vangelo di oggi possiamo vedere Gesù che come vero giudeo
aveva imparato questo della sua cultura. Il popolo cananèo era un popolo
straniero e, per quello, un popolo che era lontano della salvezza. È così
che noi possiamo capire la sua reazione dinanzi alla donna cananèa (“Non
è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”). Non ostante, il
Vangelo ci insegna due cose straordinarie che tutti noi dobbiamo
imparare.
Primo, è quello che sembra ovvio: la salvezza è per tutti; e dire, tutte
le persone, popoli e culture possono ricevere la salvezza. Attenti, tutti…
questo vuole dire che, mentre noi giudicammo agli altri se sono degni
oppure non, Dio fa il movimento opposto, è dire: Egli apre le porte della
salvezza a tutti, perché il suo amore è senza limiti. Egli ci regala la salvezza
gratuitamente, perché nulla può comprarla o meritarla. Cari fratelli c’è
una verità di fede che non possiamo dimenticare: “la salvezza di Cristo è
universale oppure non è la salvezza di Cristo”.
Seconda cosa che dobbiamo capire: l’umiltà per imparare di chi e
diverso a noi. Gesù aveva chiara la sua missione di annunciare il Regno
alle “pecore perdute della casa d’Israele”. Ma, la donna cananèa dice una
frase semplice che apre Gesù a riconoscere che la salvezza di suo Padre
non ha limiti culturali. Io mi arrischio a dire che la donna cananèa ha
insegnato a Gesù questa roba importante, e Gesù a potuto accoglierla
soltanto perché aveva l’umiltà e l’apertura per potere farlo.
Fratelli, tante volte noi andiamo per la vita con le risposte chiare,
credendoci padroni della ragione. Invece, quando guardiamo Gesù, così
umile, così aperto alla novità, disposto a imparare sempre e di tutti,
capiamo che il nostro atteggiamento –qualche volta superbo– è sbagliato.
Tutti noi possiamo imparare di tutte le persone, persino se non pensano,
credono oppure vivono come noi. Questa “umiltà intellettuale”
veramente è un atteggiamento cristiano. Già la cultura greca lo diceva per
bocca di Socrate: “So di non sapere”.
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