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associazioneAlessandroBartola

studi e ricerche di economia e politica agraria

agriregionieuropa
Anno 5, Numero 18 Settembre 2009
Sommario

Editoriale 1
Il “tema” di questo numero di Agriregionieuropa è la crisi economico-finanziaria in
Il tema corso e le sue relazioni con l’agricoltura e l’agro-alimentare. Rinviando alla lettura
La crisi vista dall’agricoltura: cosa dicono i 1 degli articoli, in questa nota due aspetti meritano di essere sottolineati.
numeri Il primo, la crisi sarà lunga. Le espressioni di prudente soddisfazione alla lettura di
Roberto Esposti alcuni dati congiunturali meno negativi, non debbono trarre in inganno. Anche perché,
Crisi economica e agricoltura: 2009 e 1929 a 8 mentre rallenta il crollo del Pil e riprende la borsa, la crisi impatta, con alcuni trimestri
confronto di ritardo e per tempi più protratti, sull’occupazione e da qui sul reddito, sulla
Angelo Frascarelli domanda, sugli investimenti. D’altra parte, i bilanci dei governi che hanno fin qui
Una lettura della attuale crisi finanziaria e i 12
sostenuto la domanda, sono ora in sofferenza. Essi sono già in difficoltà ad iniettare
suoi riflessi sulla economia reale nuova spesa nell’economia; sarebbe ancor peggio se i tassi di interesse salissero. Le
Ottone Ferro previsioni degli economisti divergono sulla forma che avrà la ripresa. Alcuni
immaginano una forma ad U con un tratto inferiore allungato che potrebbe durare fino
Bolla o non bolla: il ruolo della speculazione 14
nella dinamica dei prezzi delle materie prime
al 2012 o oltre. Altri pensano che potrebbe essere a W, interpretando i segnali di
agricole ripresa come effimeri rimbalzi seguiti da un lungo periodo di turbolenza. Pochi
Donato Romano economisti intravvedono un più ottimistico andamento a V che vorrebbe dire che il
peggio è passato.
Crisi finanziaria e crisi alimentare: nuove 18
sfide per i paesi in via di sviluppo
Il secondo aspetto riguarda l’economia dopo la crisi. Come sarà cambiata? Non è
Maria Sassi facile rispondere anche se alcuni indicatori aiutano a capire che sarà diversa da oggi.
Non solo perché, mentre gli Usa, l’Europa e il Giappone presentano andamenti
Prezzi agricoli, recessione e insicurezza 21
congiunturali pesantemente negativi, la Cina e altri paesi crescono nonostante tutto a
alimentare
Piero Conforti ritmi fino al 7%. Questo significa che vivremo in un mondo diverso sia dal punto di
vista economico, che delle relazioni politiche. La crisi inoltre, attraverso quella che
Le tentazioni neo-protezionistiche 22 Schumpeter chiama la “distruzione creatrice”, soffoca selettivamente i più inadatti e
Luca Salvatici
crea nuovi spazi competitivi per chi sappia innovare nelle giuste direzioni. E’ questo il
Grande distribuzione e crisi dei consumi 24 maggiore problema per l’agricoltura (e per tutto l’agro-alimentare) in Italia. La crisi
Francesca Negri generale, prima o poi passerà. A paragone degli altri settori, come sembrerebbero
Forum mostrare alcune analisi, l’agricoltura italiana non se la starebbe passando peggio. Ma
poi, come ci ricordano gli eventi del ’29, gli effetti della recessione si manifestano
Forum sull’Health Check e la PAC dopo il 26
pesantemente sui prezzi agricoli e, quando la crisi finisce, la ripresa non sarà per tutti,
2013 (parte 3)
Geremia Gios, Ermanno Comegna, Roberto ma solo per chi saprà adeguarsi ai nuovi scenari competitivi.
Pretolani, Francesco Musotti, Giacomo Zanni, Erik L’agricoltura italiana, questo è il punto, sul piano della competitività era già in seria
Fahlbeck difficoltà prima che la crisi scoppiasse per difficoltà strutturali e organizzative che non
Approfondimenti si risolvono né con il pagamento unico, né con una politica di sviluppo rurale
distribuita a pioggia. Questi interventi nell’occhio del ciclone recessivo possono avere
Il futuro della politica agricola comunitaria: 33 funzioni stabilizzatrici, ma esauriscono le risorse che servono per mirare a obiettivi
una nuova filosofia?
Jean-Marc Boussard
strategici. Per affrontare il problema della competitività occorre una visione di lungo
periodo, una politica conseguente, coerente e selettiva. In queste direzioni bisogna
Vincitori e vinti. L’incremento dei prezzi 37 orientare la spesa. Altrimenti, quando per gli altri la crisi sarà finita, l’agricoltura
alimentari e gli effetti sulle famiglie nei paesi italiana rischierà di non uscirne.
in via di sviluppo
Alberto Zezza, Benjamin Davis, Carlo Azzarri, Katia
Covarrubias, Luca Tasciotti, Gustavo Anriquez

Crescita dell’impresa, mobilità fondiaria e 41 La crisi vista dall’agricoltura: cosa dicono i numeri
prezzo della terra
Andrea Povellato Roberto Esposti
L’associazionismo come strumento 45
strategico di governo del mercato
agroalimentare
Gaetana Petriccione
Introduzione e obiettivo del lavoro
Lo sviluppo rurale in Cina 48 Metà settembre 2009: siamo ormai ad un anno esatto dal momento in cui, con il
Markus Berger, Sabrina Lucatelli fallimento di Lehman Brothers, quella che è stata definita la più grave e profonda crisi
Lo stato di attuazione dei Psr 51 economica del secondo dopoguerra è divenuta conclamata e la sua portata chiara a
Beatrice Camaioni tutti. Proprio in questi giorni, la pubblicazione dei dati del II trimestre del 2009 ha
certificato i cinque trimestri consecutivi di Pil italiano in calo in termini reali1.
Con i concetti di urbano e rurale non si 54
riscopre il senso del luogo
Un anno rende anche possibile interrogarsi a ragion veduta (cioè, dati alla mano) su
Alfonso Pascale quale sia davvero il profilo di questa crisi, considerato da un punto di vista particolare,
quello del settore agricolo. Rispetto a ciò, infatti, sembrano emergere due diverse
La progettazione integrata territoriale nella 57 interpretazioni. Una che tende a ritenerlo un settore relativamente al riparo dagli effetti
Regione Lazio
Daniele Franco più pesanti della crisi in quanto tipicamente anticiclico. Un’altra, invece, sottolinea
come la sua debolezza strutturale, continuamente aggravata da processi di lungo
[segue] ► periodo che sembrano inarrestabili (per esempio l’invecchiamento) e la predominanza
assoluta di piccole e piccolissime imprese, rendano il settore particolarmente esposto
agriregionieuropa
Sommario [continua]

Governare la valutazione dello sviluppo 60 alla stretta creditizia che si è repentinamente palesata, spesso combinandosi con un
rurale contemporaneo crollo dei prezzi. Facendo soprattutto leva sulle difficoltà acute di
Martina Bolli, Patrizia Fagiani, Alessandro
Monteleone
particolari comparti e territori, peraltro non necessariamente causate dalla crisi
economico-finanziaria o da essa solo esasperate, indubbiamente una parte del
Sostenibilità ambientale e ruralità dei sistemi 63 mondo agricolo sottolinea con forza quanto l’attuale congiuntura venga a colpire
locali pesantemente un settore già prostrato da difficoltà e limiti che si porta dietro ormai
Emanuele Blasi, Silvio Franco, Nicolò Passeri da troppo tempo (Regione Lombardia, 2009). Il considerare l’agricoltura come un
Le emissioni dei gas serra dovute 65 settore che non soffre la crisi, secondo questo punto di vista, farebbe piuttosto il
all’agricoltura italiana ed europea dal 1990 al gioco di chi la vorrebbe escludere dagli interventi a carattere straordinario che i vari
2007 livelli di governo hanno messo a punto per fronteggiarla.
Rocìo Danica Còndor, Silvia Coderoni
Che cosa ci dicono i numeri circa la natura e la dimensione della crisi vista
Il commercio equo e solidale nelle economie 67 dall’agricoltura? Per rispondere a questa domanda è bene subito chiarire che i
avanzate numeri non dicono tutto. Soprattutto nei momenti di cambiamento e in settori quali
Ornella Wanda Maietta l’agricoltura, l’informale e il sommerso (il “grigio” e il “nero”) costituiscono quella
I farmers’ markets: aspetti normativi e 70 parte cospicua di realtà che rimane costantemente in ombra nei dati quantitativi.
caratterizzazione dei consumatori Non tutti i dati statistici, peraltro, sono in grado di cogliere correttamente e
Tommaso Galisai, Giovanni Olmeo, Giampaolo puntualmente la congiuntura sia per inadeguata frequenza (servono dati mensili o
Usai
trimestrali) che per intempestività del fenomeno rappresentato (per esempio i dati
L’occidente dell’Est: agricoltura e sviluppo 73 occupazionali e, ancor più, quelli demografici rispondono con un certo ritardo al
rurale in Albania guardando all’Ue mutamento del quadro congiunturale). In agricoltura, peraltro, la raccolta del dato
Fatos Fico statistico ha sempre privilegiato l’elemento strutturale nella tacita convinzione che
Esperienze del settore fosse più importante cogliere i mutamenti di lungo periodo piuttosto che
la congiuntura. Non così, per esempio, l’industria (si pensi ai dati sugli ordinativi) e il
Trasformazione aziendale e filiera corta della 74
commercio (per esempio, i dati sulle vendite al dettaglio). Ne consegue che per il
carne bovina
Francesco Ansaloni settore agricolo vi è una certa carenza di dati di natura congiunturale, se si
escludono quelli concernenti i mercati agricoli e il commercio internazionale che,
Agricoltura e legalità in due contesti 77 però, restituiscono un quadro che solo indirettamente rimanda alla realtà produttiva
calabresi a forte emergenza mafiosa
Giuliana Paciola
primaria.
Va anche ricordato che, soprattutto negli ultimi anni, si sono registrati vari e
Schede interessanti tentativi di produrre sistematiche analisi sulla congiuntura
Rapporto sullo stato dell’agricoltura 2009 80 dell’agroalimentare nazionale. E’ il caso, in particolare, di “Tendenze” dell’ISMEA
INEA (ISMEA, 2009) e di “Coldiretti Trends” (Coldiretti, 2009). In entrambi i casi, però,
registriamo la carenza di informazioni statistiche di breve periodo che concernono il
Il sistema agroalimentare in Italia. 80
Roberto Fanfani settore primario laddove, invece, numerose e dettagliate sono le informazioni
relative all’andamento dei mercati (prezzi e flussi di import-export) nonché alle
Politiche forestali e sviluppo rurale. 80 perfomance dell’industria e della distribuzione alimentare. Della congiuntura agricola
Luca Cesaro, Raoul Romano
strictu sensu, però, sono sempre quelle minime informazioni ad essere riprodotte; in
Redditività, qualità e sicurezza nel comparto 81 fin dei conti, le stesse usate in questo lavoro (andamento del VA settoriale,
delle carni bovine in Italia dell’occupazione, ecc.).
Roberto Henke, Maria Carmela Macrì
E’ pur vero, però, che al di là del freddo, grossolano e talora persino fuorviante dato
Finestre statistico, non rimarrebbe che affidarsi ai punti di vista, alle percezioni e alle
Finestra sulla PAC 81
congetture, nonché ad occasionali indagini a campione: si tratta di importanti
Maria Rosaria Pupo D’Andrea elementi di riflessione e valutazione che possono dare il “polso” del settore molto
meglio e molto prima del dato statistico, ma anche inevitabilmente e
Finestra sul WTO 82 sistematicamente limitati a determinati comparti e contesti territoriali ed, infatti, non
Giulia Listorti
di rado in chiara contraddizione tra loro (Regione Lombardia, 2009; Unionfidi, 2009).
Prima della pubblicazione, tutti gli articoli di In questo lavoro si cerca perciò di utilizzare le limitate informazioni statistiche di
AGRIREGIONIEUROPA
sono sottoposti natura congiunturale con riferimento al settore agricolo senza cadere nella
ad una doppia revisione anonima presunzione che queste possano dire tutto e lo possano fare in modo preciso. Il dato
statistico, però, rimane il termine di confronto sul quale la crisi viene misurata,
Realizzazione e distribuzione: “pesata” e comparata: è bene continuare ad adottare questo termine anche parlando
Associazione “Alessandro Bartola”
Studi e ricerche di economia e di politica agraria di agricoltura. Lo scopo è verificare se gli andamenti di questi ultimi cinque trimestri
siano o meno diversi da quelli degli altri settori e dell’economia nazionale nel suo
In collaborazione con complesso. L’analisi è limitata alla realtà italiana per ragioni di spazio e di
INEA - Istituto Nazionale di Economia Agraria
disponibilità di dati, ma anche perché, tutto sommato, i caratteri di questa fase di
SPERA - Centro Studi Interuniversitario sulle
Politiche Economiche, Rurali ed Ambientali crisi si dimostrano ampiamente omogenei tra paesi in qualche modo assimilabili (i
principali paesi della Ue, per esempio) e tale dovrebbe risultare anche per il
Periodico registrato presso versante agricolo della crisi stessa, pur riconoscendo le specificità dell’agricoltura
il Tribunale di Ancona n. 22 del 30 giugno 2005 italiana.
ISSN: 1828 - 5880

Direttore responsabile
Franco Sotte Crescita del Pil e agricoltura
Comitato di redazione: Il dato congiunturale per eccellenza, rispetto a cui la stessa recessione viene
Alessandro Corsi, Angelo Frascarelli
Francesco Pecci, Maria Rosaria Pupo D’Andrea, tecnicamente individuata, è la variazione trimestrale del Pil nonché della sua
Cristina Salvioni composizione settoriale. La figura 1 riporta, con il massimo aggiornamento possibile
(il secondo trimestre 2009) il tasso di variazione congiunturale, cioè rispetto al
Segreteria di redazione: trimestre precedente2.
Andrea Bonfiglio, Giulia Listorti,
Valentina C. Materia E’ interessare rappresentare il dato congiunturale in un periodo medio-lungo,
praticamente un decennio, proprio per cogliere la specificità dell’attuale congiuntura.
Editing: Balza agli occhi, in primo luogo, come la recessione consista nel ripetersi, a partire
Lucia Scocco, Eleonora Tramannoni
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 3

dal II trimestre 2008, di trimestri di crescita negativa del Pil e in quello complessivo (cioè correlando la crescita complessiva con
costante aggravamento, sebbene sembri rallentare in quella agricola ritardata di un trimestre). Che l’agricoltura possa
corrispondenza dell’ultimo trimestre. Nel decennio si tratta di un “entrare” in crisi con ritardo sembrerebbe, tra l’altro, confermato
evento del tutto peculiare: mai si erano avuti tassi di crescita dal fatto che il II trimestre 2009, che segna un rallentamento
così negativi e mai si erano ripetuti in questo modo. E’ della crisi e forse ne anticipa la fine, in realtà rappresenta un
interessante notare come la recessione giunga dopo oltre un trimestre di ulteriore peggioramento (cioè maggior declino) nel
biennio (da metà 2005 a tutto il 2007) di buone perfomance in caso dell’agricoltura.
un contesto complessivo, però, di crescita molto debole Il secondo aspetto da considerare riguarda il particolare ruolo
osservata in tutto il decennio. Se si considera il dato tendenziale dei prezzi, ovvero delle ragioni di scambio (il rapporto tra indice
(cioè la variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno dei prezzi agricoli ed indice dei prezzi complessivo). La figura 2
precedente) la recessione mostra la sua intensità nel fatto che il riporta la differenza tra tassi di di crescita del PIL e VA agricolo
calo del PIL oscilla tra il –5,5% e il –6% (secondo che si misurati in termini nominali (a prezzi correnti) e reali (a prezzi
consideri il I od il II trimestre del 2009)3. Per avere un Pil del II costanti). Questa differenza, in altre parole, misura il contributo
trimestre sullo stesso livello (in valori reali) di quello del 2009 della variazione dei prezzi alla crescita del PIL nominale. Si noti
bisogna tornare al 2003. che nel caso dell’agricoltura la differenza è più spesso in
Ma qui interessa di più commentare il dato macrosettoriale. E’ in territorio negativo di quanto non lo sia il dato complessivo. Nel
primo luogo evidente come industria e servizi siano chiaramente periodo I trimestre 2005-II trimestre 2009 il contributo medio per
settori pro-ciclici giacché le loro dinamiche di crescita seguono trimestre alla crescita nominale da parte della crescita dei prezzi
molto da vicino il dato aggregato. In parte ciò è ovvio, essendo è stata di 0,6% nel complesso e del -0,3% nel caso
questo aggregato composto per lo più proprio da industria e dell’agricoltura. Questa semplice evidenza sottolinea come la
servizi. Rimane il fatto, però, che l’industria è il settore che più dinamica dei prezzi agricoli, in termini assoluti e ancora più
amplifica (ed in parte anticipa) la congiuntura, arrivando a tassi relativi (agli altri settori), penalizza il settore: la dinamica di
negativi drammatici che il comparto del servizi invece non crescita in termini reali viene ridimensionata dal peggioramento
conosce. Ciò è in parte da attribuire all’inclusione nell’aggregato costante e strutturale della regione di scambio.
dell’industria di settori molto sensibili alla congiuntura, quale Se è vero che questo aspetto certamente penalizza la crescita
quello delle costruzioni. In ogni caso, il comportamento del della redditività agricola, non sembra però potersi dire che nella
settore agricolo (che include anche silvicoltura e pesca) è affatto attuale congiuntura si evidenzino segni di aggravamento in tal
diverso. senso. La componente di prezzo raggiunge valori estremi
Da quando la crisi comincia a dare i primi segni, almeno in Italia, (massimo e minimo, rispettivamente) proprio in concomitanza
cioè il IV trimestre 2007, l’agricoltura italiana entra in un con gli ultimi due trimestri (I e II trimestre 2009). Non sembra di
“ottovolante” con 4 trimestri di forte crescita e 3 di forte poter concludere che la crisi aggravi lo strutturale
diminuzione del Valore Aggiunto in termini reali. Ma ciò non deterioramento della ragioni di scambio. Piuttosto, si conferma
deve sorprendere: emerge con evidenza dalla figura come che essa giunge in una fase di grande volatilità dei prezzi
l’agricoltura abbia strutturalmente oscillazioni del valore aggiunto agricoli, con corsi che sono cresciuti fino alla metà del 2008 per
molto più ampie di quanto osservato negli altri settori: una poi repentinamente scendere di nuovo.
variazione congiunturale in termini reali superiore del ±3%, Più in generale, non risulta per il momento avere conferma la
inusuale per industria e servizi, si è verificata in agricoltura in percezione fortemente avvertita, almeno in certi comparti,
ben dodici trimestri durante il decennio. Ci sono stati anche secondo la quale la crisi investa oggi il comparto agricolo proprio
periodi di forte crisi nel settore, come per esempio il biennio nella forma di un drammatico calo dei prezzi e peggioramento
2005-2006 con un crollo nel primo trimestre del 20054 e quattro delle ragioni di scambio. L’indagine congiunturale dell’ISMEA
trimestri consecutivi negativi tra fine 2005 e metà 2006. Periodi (2009), in effetti, supporterebbe in parte questa interpretazione
in cui, invece, l’economia nel suo complesso mostrava segnali giacché segnala che ragioni di scambio e margini di filiera
positivi. In breve, l’agricoltura sembra non risentire dell’attuale sembrano penalizzare il prodotto agricolo in modo crescente
recessione in modo particolare: il settore ha le sue crisi, non negli ultimi due trimestri. E’ anche vero, però, che erano molto
necessariamente correlate a quelle macro. migliorati nei primi trimestri del 2008. In effetti, almeno su scala
Questa interpretazione dell’agricoltura come comparto anticiclico internazionale, i prezzi sono effettivamente e repentinamente
non è certo nuova: è già stata avanzata nel corso di questa crisi rientrati dalla “bolla” del 2007-2008, ma questa non
(Unionfidi, 2009) e, secondo alcuni autori, sembra essere valida sembrerebbe ancora del tutto riassorbita (benché le differenze
anche con riferimento a crisi passate (Headey, 2009). In figura 1 tra i vari mercati sono spesso sensibili), almeno rispetto agli
vengono riportati i coefficienti di correlazione tra i tassi di andamenti tendenziali di lungo periodo. Questi ultimi, peraltro,
crescita settoriali e quello aggregato. Non sorprende che servizi sono oggi rivisti al rialzo in gran parte delle proiezioni (Headey et
e industria abbiano valori positivi e piuttosto vicini all’unità, e ciò al., 2009).
è tanto più vero per l’industria, come già sottolineato. Colpisce, Perché, dunque, l’agricoltura risentirebbe meno del ciclo
però, il fatto che la crescita agricola non si correli per nulla con economico rispetto agli altri comparti? Tre le spiegazioni
la crescita aggregata: l’agricoltura tende a muoversi in modo prevalenti. In primo luogo, le interpretazioni di questa specificità
praticamente indipendente. Le implicazioni di questa si ricollegano, al fatto che la produzione agricola soffre di
interpretazione sono evidentemente notevoli. Qui, però, non si oscillazioni stagionali della produzione, in larga parte
vuole entrare nel merito di quali siano le conseguenze, anche di imprevedibili e imponderabili, spesso assai sensibili e che
policy, della natura anticiclica del settore agricolo, quanto sistematicamente “scollegano” l’agricoltura dalla congiuntura. In
piuttosto cercare di analizzarla criticamente ed elaborarne secondo luogo, l’agricoltura produce in prevalenza beni di prima
possibili spiegazioni. necessità, e ciò metterebbe i prodotti agricolo-alimentari al
Circa una visione più critica, si considerino una precisazione e riparo da grandi diminuzioni di domanda allorché il reddito
due aspetti. La precisazione è che i dati, piuttosto che suggerire diminuisce (la cosiddetta legge di Engel). A conferma di ciò
un’agricoltura antciclica, sembrerebbero indicare una viene addotto il fatto che, in un quadro di notevole sofferenza dei
sostanziale indipendenza della congiuntura agricola rispetto al comparti manifatturieri, fa eccezione proprio l’industria
ciclo economico; a ben vedere, si tratta di una conclusione ben alimentare che non sembra riscontrare particolari cali di
diversa, soprattutto in termini di policy, dal sostenere che il produzione e fatturato negli ultimi trimestri (ISMEA, 2009,
settore primario costituisce un elemento di contrasto al ciclo Unioncamere Marche, 2009). In realtà, però, l’agroalimentare
economico. Il primo aspetto, poi, è che la correlazione tra italiano si caratterizza nell’arena internazionale per la
crescita agricola e crescita complessiva torna ad essere positiva produzione di beni di qualità, il “lusso” dell’agroalimentare,
(0,2), sebbene ben inferiore a quella degli altri settori, quando si caratteristica più in generale estendibile all’agricoltura dell’Ue
consideri il ciclo agricolo ritardato di un trimestre rispetto a (European Commission, 2009). E, d’altro canto, i dati relativi ai
Pagina 4 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

consumi in questi tempi di crisi sottolineano come le famiglie Figura 1 - Tasso di variazione congiunturale (sul trimestre precedente) del Pil e del
valore aggiunto settoriale (valori costanti) dal I trimestre 2000 al II trimestre 2009*
tendano ad operare risparmi anche negli acquisiti di generi
alimentari. Perciò, tale chiave interpretativa, in questo frangente
e per un paese come l’Italia, sembra meno efficace che in 6,0

passato. In terzo luogo, viene anche sottolineato che una crisi


così acuta tenda a liberare fattori della produzione (lavoro, in 3,0

primis, e capitale con più lentezza) dai settori più colpiti


(industria) e che questi si muovano verso i settori meno colpiti,
come appunto l’agricoltura, che ne trarrebbero ulteriore 0,0

IV

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vantaggio. Un ritorno di forza lavoro, quindi, verso le campagne
che, in realtà, sembra poco plausibile (se non in misura del tutto -3,0
marginale) per una realtà come quella italiana e di tutte le altre
economie sviluppate.
A queste tre spiegazioni, poi, va aggiunta un’ulteriore -6,0

considerazione relativa all’andamento del ciclo agricolo. Si tratta


del particolare ruolo che riveste il notevole flusso di contributi
-9,0
pubblici verso il comparto (ed in particolare la Politica Agricola Agricolt. silv. e pesca Industria Totale
Comunitaria, Pac). Da un lato, il volume di aiuti interferisce con il Servizi Totale PIL ai p.m.

calcolo dello stesso Valore Aggiunto settoriale, soprattutto -12,0

quando la forma con cui questi vengono erogati cambia


sostanzialmente nel tempo: da aiuti indiretti attraverso il * Dati destagionalizzati e corretti per il diverso numero di giornate lavorative
sostengo dei prezzi, ad aiuti accoppiati e, poi, a contributi Fonte: Istat - Conti Nazionali
disaccoppiati come nella fase attuale5. D’altro canto, è evidente
che, soprattutto nella forma corrente, il contributo erogato dalla
Figura 2 - Differenza tra tasso di variazione reale e nominale (o contributo di
Pac stabilizza i redditi agricoli rendendoli meno suscettibili al prezzo) di PIL (Totale) e VA agricolo dal I trimestre 2005 al II trimestre 2009*
ciclo. Tuttavia, va notato che la riforma più recente (sia del primo
che del secondo pilastro) ha indotto cambiamenti significativi nei 2

comportamenti delle imprese agricole in termini di scelte di


investimento e di orientamenti produttivi che già ora si riflettono
nelle perfomance aggregate nel settore, ma ancora più lo 1

faranno in futuro, quando i numerosi elementi di incertezza ed i


ritardi (si pensi alle misure della Politica di Sviluppo Rurale)
saranno riassorbiti. Il ruolo della Pac nel ciclo agricolo, quindi, 0

09 II
IV

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IV

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05 I

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non va certo trascurato ma in questa fase appare di non facile
interpretazione. Se è vero che tendenzialmente lo stabilizza, è
altresì vero che proprio in questi anni e trimestri l’agricoltura -1

nazionale sta sperimentando cambiamenti strutturali che si


intersecano con la congiuntura in modo difficilmente intellegibile.
Rimane comunque interessante notare come le considerazioni -2

sopra proposte relativamente al ciclo della produzione possano


Agricoltura Totale
essere confermate su un altro versante che tipicamente riflette
con grande prontezza la fase congiunturale. E’ il caso dei dati -3

del commercio internazionale che, peraltro, sono resi disponibili * Dati destagionalizzati e corretti per il diverso numero di giornate lavorative
con cadenza mensile consentendo una più accurata lettura della Fonte: Istat – Conti Nazionali
congiuntura stessa (Figura 3). Si noti che i flussi complessivi di
export e import risultano in graduale ma costante crescita
(sebbene con un lieve peggioramento del saldo) nel decennio Figura 3 - Flussi e saldo di import ed export complessivo e agricolo, milioni di euro
6
ma tale tendenza si arresta e inverte improvvisamente proprio a (dati mensili dal gennaio 2000 al giugno 2009)
partire dall’ottobre 2008, coinvolgendo in ugual misura sia i flussi 40000
in entrata
Agricoltura che in uscita. Il declino sembra essersi arrestato negli
- importazioni
Totale - importazioni
ultimissimi
Agricoltura - saldo mesi. Non così l’agricoltura: i flussi di import ed Totale - esportazioni
export continuano una crescita molto lenta ma regolare (fatta
Agricoltura - esportazioni
Totale - saldo

salva la stagionalità) che mostra una sostanziale correlazione 30000

con il dato aggregato, e il saldo rimane costante, sebbene


strutturalmente negativo. Però, nel caso del commercio agricolo
non vi è alcuna evidenza di una netta diminuzione dei flussi;
20000
questi sembrano non avvertire alcun contraccolpo a partire da
ottobre 2008, sebbene, anche in questo caso, un peggioramento
si sia registrato nell’ultimo periodo (ultimi due mesi). Al contrario,
nel marzo 2009 si registra il valore più elevato delle esportazioni 10000

dopo il picco dell’ottobre 2007: il secondo valore più alto


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dell’intero decennio.
Peraltro, al di là della natura anticiclica del settore primario, qui
0
preme ribadire che apparentemente, in agricoltura, se segnali di
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crisi ci sono (e negli ultimi mesi, in effetti, sono emersi con


chiarezza),Coefficiente questidi correlazione
non sembrano
- Importazioni = 0,75
diversi o superiori a quelli che
tra agricoltura e totale:

già da anni si sono evidenziati in più circostanze e passaggi


- Esportazioni = 0,58 -10000
- Saldo = 0,27
congiunturali. Si tratta di vedere, però, se dietro questo dato non
si celino difficoltà reali che anche il mondo agricolo sta vivendo
nell’attraversare questo annus horribilis. Cominciamo dal lavoro.
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 5

1200 è 40000
assisto ad una diminuzione di occupati in agricoltura, ma il
Agricoltura - importazioni
Agricoltura - saldo
tasso è comunque in miglioramento nei trimestri della crisi, e il
Totale - importazioni

Agricoltura - esportazioni dato negativoTotale


è del
Totale - saldo
tutto in linea con la tendenza prevalente:
- esportazioni

nell’intero
30000
decennio, solo 14 trimestri su 37 mostrano una
800
crescita occupazionale. Anche in questo caso, cioè, la
congiuntura sembra intaccare solo marginalmente,
peggiorandoli un po’, gli andamenti strutturali di lungo periodo. A
400 conferma
20000 di ciò si noti che la correlazione tra perfomance
occupazionale agricola e complessiva, che pure qui è positiva,
sembra abbastanza blanda, mentre è molto forte nel caso del
0
terziario.
10000
La stessa correlazione tra variazione del valore
aggiunto agricolo e della relativa occupazione è limitata8 a
2000/1
2000/5
2000/9
2001/1
2001/5
2001/9
2002/1
2002/5
2002/9
2003/1
2003/5
2003/9
2004/1
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2004/9
2005/1
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2008/1

2008/5
2008/9
2009/1
2009/5
testimonianza del fatto che l’elemento congiunturale nei
mutamenti dell’occupazione nel comparto assume un ruolo
-400 secondario.
0

2000/1
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2001/1
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Ciò che forse più sorprende nella figura 4 è che la prevalenza di
Coefficiente di correlazione tra agricoltura e totale:
- Importazioni = 0,75
un dato strutturale rispetto a quello congiunturale caratterizza
-800
- Esportazioni = 0,58 anche,
-10000 e soprattutto, l’industria. Anche per questo settore i
- Saldo = 0,27
movimenti occupazionali sembrano ben poco correlati sia al
Fonte: Istat - ConIstat dato complessivo che alla dinamica della produzione (valore
aggiunto settoriale). Evidentemente, come per l’agricoltura,
sussistono elementi strutturali che guidano l’evoluzione
L’occupazione dell’occupazione industriale rispetto ai quali l’avvento della
congiuntura introduce solo alterazioni secondarie.
La figura 4 riporta il tasso di variazione tendenziale (sebbene
Business as usual, quindi? Certamente il dato occupazionale
l’aggiornamento si fermi al I trimestre 2009) degli occupati in
preoccupa, ma altrettanto certamente si tratta, nel caso
totale e per macrosettore7. Rappresenta, cioè, il versante
dell’agricoltura, di una preoccupazione tutt’altro che nuova o
occupazionale della congiuntura. Prima di addentrarci nel
legata alla crisi. Tuttavia, una recessione di così ampia portata
commento dei dati è bene sottolineare che ogni rilevazione
e, presumibilmente, durata può alterare redditività e vitalità delle
statistica del lavoro in agricoltura soffre di inevitabili imprecisioni
imprese in modo più profondo e sostanziale di quanto lo stesso
e ambiguità. Si tratta di un settore, infatti, caratterizzato da
dato occupazionale possa cogliere. Laddove, infatti, vi sono
lavoro prevalentemente autonomo, da micro-imprese familiari,
imprese di piccole e piccolissime dimensioni, individuali e a
da part-time, da lavoro stagionale, da rapporti informali, e
prevalente conduzione familiare (e questo è il caso certamente
innegabilmente anche da lavoro nero se non addirittura
dell’agricoltura ma anche di molta manifattura nazionale),
clandestino. Lungi dall’essere sistematici, questi fenomeni che
l’erosione occupazionale può anche non evidenziarsi e
per lo più sfuggono o comunque “sporcano” la rilevazione
comunque non subito. Piuttosto, lo stato di difficoltà viene
statistica, tendono a rafforzarsi proprio in periodi di crisi. I dati
rivelato dal fatto che queste imprese, a causa della situazione di
occupazionali agricoli, quindi, vanno sempre presi con
generalizzata difficoltà, divengono gradualmente marginali, per
prudenza. Rimane vero, però, che l’Indagine sulle forze di lavoro
venire poi “espulse” dal mercato e cessare l’attività. Si tratta di
dell’Istat rimane l’unica rilevazione statistica a carattere
processi non istantanei e che si accompagnano di solito a un
congiunturale che colga anche il settore agricolo.
crescente ricorso al debito e poi al progressivo deterioramento
Nel complesso, vista dal fronte occupazionale, la crisi sembra
delle condizioni di solvibilità. I successivi due paragrafi tentano
assumere contorni meno drammatici e con un profilo temporale
di far luce su tali aspetti.
leggermente differente. In primo luogo, non si assiste ad un dato
negativo (se non nell’ultimo trimestre) ma piuttosto ad una Figura 4 - Tasso di variazione tendenziale (sul trimestre corrispondente dell’anno
diminuzione dei tassi di crescita positivi che strutturalmente precedente) del numero di occupati dal I trimestre 2000 al I trimestre 2009
hanno riguardato l’economia nazionale nell’intero decennio. In 6,0

secondo luogo, questa diminuzione dei tassi di crescita è Agricolt. s ilv. e pesca Indus tria Totale Servizi Totale Totale

emersa prima di quanto non sia deflagrata la crisi, cioè a partire 4,0

dal III trimestre 2007.


Sul primo aspetto è bene ricordare che, nella congiuntura, il dato 2,0

occupazionale si muove tipicamente con un certo ritardo


0,0
(nell’ordine di due trimestri) rispetto ai dati della produzione (Pil),
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00 I

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08 I

09 I

per via del funzionamento stesso del mercato del lavoro e della -2,0
presenza degli ammortizzatori sociali (si pensi alla cassa
integrazione guadagni) che inizialmente nascondono -4,0

disoccupazione latente. Quindi, per farla semplice, sul fronte


occupazionale il peggio potrebbe ancora arrivare. Sul secondo -6,0

aspetto si potrebbe sostenere che la recessione iniziata


nell’ultima parte del 2008 sia stata preceduta, almeno in Italia, -8,0
Coefficiente di correlazione con crescita occupazione Coefficiente di correlazione tra crescita dell' occupazione e del VA:

da almeno un anno di deterioramento di alcuni indicatori di totale:


- Agricoltura = 0,27
- Agricoltura = 0,30
- Indus tria = 0,11
- Industria = 0,18
performance dell’economia nazionale al punto da averne, -10,0
- Servizi = 0,89
- Servizi = 0,51

almeno in termini occupazionali, forse scontato gli effetti in


anticipo. Fonte: Istat – Indagine sulle Forze di Lavoro
Passando al dettaglio settoriale, però, si nota un altro elemento
interessante. Anche qui si conferma una variabilità molto Le imprese
maggiore del comparto agricolo rispetto agli altri, in questo caso
acuita dall’evidente stagionalità del lavoro nel primario (con un E’ noto che in agricoltura l’uso del termine “impresa” risulta
picco, di norma, nel II trimestre), sebbene, proprio per talora ambiguo anche nelle stesse rilevazioni statistiche (Sotte,
ridimensionare questo effetto, la figura riporti il tasso 2006). Numerose unità produttive, infatti, sebbene regolarmente
tendenziale. E si conferma pure il fatto che in agricoltura la crisi censite, non hanno affatto i requisiti dell’attività di impresa in
sembra essere meno palese. E’ vero che negli ultimi trimestri si quanto non risultano svolgere nessuna attività di vendita, oppure
Pagina 6 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

collocano una porzione molto limitata della produzione sul caso, un cambiamento di tendenza sembra intervenire nel III
mercato. E’ altresì noto che, al di là della collocazione trimestre del 2006 quando, dopo un periodo di stabilità, il
commerciale, altrettanto numerose sono quelle unità le cui numero delle imprese registrate comincia a declinare lievemente
dimensioni economiche sono tali da non soddisfare i requisiti ma regolarmente. Anche il dato aggregato mostra una diversa
minimi di un attività imprenditoriale. Su questa base non è tendenza dopo il 2006 allorché il numero delle imprese
sempre agevole comparare le dinamiche imprenditoriali tra registrate, costantemente in crescita in precedenza, sembra
agricoltura e altri settori. Un riferimento comunemente stabilizzarsi fino ad oggi.
considerato valido è dunque quello dei registri camerali giacché Si noti che non vi sono segnali di peggioramento negli ultimi
la registrazione costituisce una condizione minima irrinunciabile trimestri. La crisi non sembra palesarsi; piuttosto, come già
per poter svolgere una vera attività di impresa. accennato, la situazione sembra abbia cominciato a deteriorarsi
La figura 5 riporta l’andamento delle imprese registrate presso le diversi trimestri prima che la recessione avesse inizio. D’altro
Camere di commercio italiane. Va peraltro notato che canto, si può notare come la correlazione tra le imprese
l’inserimento nel registro camerale non garantisce che l’impresa registrate nella manifattura e totali risulta addirittura negativo, al
sia davvero attiva, dal momento che risultano ancora registrate pari dell’agricoltura per la quale la relazione è quasi
imprese che in realtà sono almeno formalmente inattive, perfettamente inversa. Se però prendiamo in considerazione
sospese, in liquidazione o fallite. La figura riporta, perciò, anche solo il periodo successivo al III trimestre 2006 gli andamenti
il dato delle imprese attive giacché, comparato con quelle delle tornano concordi.
imprese registrate, risulta di un certo interesse in questa sede. E’ poi interessante notare che qualche significativa differenza
emerge considerando le imprese attive invece che quelle
registrate. Non con riferimento all’agricoltura, in effetti, giacché
Figura 5 - Andamento delle imprese registrate (a) ed attive (b) secondo i registri l’andamento è pressoché lo stesso. Invece nel caso del
camerali (I trimestre 2000 = 100) dal I trimestre 2000 al II trimestre 2009
manifatturiero e del complesso dell’economia, va notato che il
a) suddetto cambiamento di tendenza risulta sostanzialmente
120
assente. Negli ultimi trimestri, persino, il numero delle imprese
Agricoltura manifatturiere attive è tornato a salire “riaccoppiando”
Attivita' manifatturiere
TOTALE
l’andamento di questo comparto con quello complessivo.
Nessun segnale di congiuntura o di progressivo deterioramento.
110
Al contrario, il peggioramento nella tendenza delle imprese
registrate sembrerebbe essere il risultato della cancellazione di
imprese che erano comunque non attive e, quindi, per certi versi
100 effetto di cambiamenti anche precedenti al III trimestre 2006.

90 Le sofferenze bancarie
Coefficiente di correlazione con totale:
2000 I-2009 II 2006 III-2009 II
- Agricoltura = -0,93
- Manifattura = -0,44
- Agricoltura = 0,76
- Manifattura = 0,75
La ricostruzione della situazione di esposizione al debito da
80
- Agricoltura = -0,93 parte delle imprese non è facilmente rappresentabile con pochi
dati aggregati. L’indebitamento, peraltro, non è affatto indice di
IV

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08 I

09 I
09 II

congiuntura negativa. Le imprese, anzi, tendono ad indebitarsi


b)
anche e soprattutto nelle fasi di rilancio della congiuntura
120
economica, allorché hanno bisogno di finanziare investimenti e
Agricoltura
assumono rischi maggiori a fronte di aspettative più rosee.
Attivita' manifatturiere
TOTALE
Ciò che esprime una fase congiunturale particolarmente critica
come la attuale, quindi, è piuttosto lo stato di insolvenza delle
110
imprese stesse, l’incapacità cioè di sviluppare un volume di
affari sufficiente a coprire gli oneri del debito contratto. La figura
6 riporta l’andamento delle sofferenze bancarie complessive e
100 quelle che riguardano la sola attività agricola9. Si tratta, cioè, del
numero di debitori (affidatari) che risultano “in stato d’insolvenza
o in situazioni sostanzialmente equiparabili, a prescindere dalle
90
garanzie che li assistono”, nonché dell’entità complessiva delle
Coefficiente di correlazione con totale:
sofferenze intense come ammontare monetario dei rapporti in
2000 I-2009 II
- Agricoltura = -0,97
2006 III-2009 II
- Agricoltura = -0,89
sofferenza.
- Manifattura = -0,29
- Agricoltura = -0,93
- Manifattura = 0,75 Si noti, in primo luogo, che anche in questo caso la crisi si
80
affaccia abbastanza timidamente. Le sofferenze (in numero e
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09 II

valore) non crescono con riferimento all’intero decennio, ma


Fonte: InfoCamere - Movimprese
neanche ai trimestri più recenti. Solo nel I trimestre del 2009 si
registra un sensibile aumento; poiché non è al momento
disponibile l’aggiornamento al II trimestre 200910, è pensabile
Il dato conferma alcune delle evidenze già emerse. In agricoltura che il dato andrà peggiorando allorché la recessione consoliderà
l’evoluzione strutturale di lungo periodo prevale su qualsivoglia i suoi effetti erodendo i volumi di affari e le disponibilità
dinamica congiunturale. Si noti che il numero delle imprese patrimoniali pregresse delle imprese. Ma rimane il fatto che il
registrate e attive è in costante calo per tutto il decennio: fatta dato non sembra raggiungere picchi anomali: il dato più recente
salva la stagionalità che tipicamente caratterizza questo dato (la è ampiamente inferiore al picco registrato nel decennio (III
diminuzione accelera a cavallo del passaggio di anno solare), il trimestre 2005) sia per affidamenti che, soprattutto, per volumi
declino è molto regolare (nell’ordine del -2% all’anno) e non monetari. Sembra piuttosto emergere anche in questa
sembra vi sia alcuna particolare accelerazione in circostanza che la vera crisi, in Italia, mostra i suoi primi segni
corrispondenza degli ultimi trimestri, sebbene anche in questo ben prima della seconda metà del 2008.
caso si possa ipotizzare, come per l’occupazione, un effetto La novità, semmai, è che in questo caso l’agricoltura non mostra
ritardato di cui però, al momento, non vi è traccia. Diverso è alcuna specificità. Gli andamenti del settore sono perfettamente
l’andamento della manifattura e dell’intero aggregato. Nel primo in linea con quelli complessivi e ciò è spiegabile con il fatto che
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 7

in questo caso non vi è alcun processo strutturale di lungo Alcune considerazioni conclusive
periodo specifico dell’agricoltura che si sovrapponga alla
congiuntura. A conferma di ciò, si noti che il valore medio (cioè il La conclusione provocatoria di questa breve indagine potrebbe
volume monetario delle sofferenze diviso per il numero degli essere la seguente: trovandoci all’interno di un’impresa agricola,
affidatari) in agricoltura e negli altri settori si è progressivamente se nel corso dell’ultimo anno avessimo spento la televisione,
riallineato (partendo da valori superiori in agricoltura) fino a livelli sconnesso Internet ed evitato di leggere i giornali, della crisi non
sostanzialmente corrispondenti. ci saremmo neanche accorti. Non perché non vi siano difficoltà
Va semmai notato che, dividendo le sofferenze (come numero di oggettive o segnali di deterioramento delle perfomance
affidamenti) per il totale delle imprese registrate alle Camere di economiche del settore, quanto piuttosto per il fatto che esse
Commercio, emergono due dati interessanti: in primo luogo, la emergono da processi strutturali pre-esistenti alla crisi, oppure
percentuale di imprese con insolvenza rimane molto stabile nel che hanno cominciato a palesarsi già diverso tempo prima che
tempo senza alcun segno di aumento nei trimestri recenti; in la fase recessiva si aprisse, oppure ancora perché in agricoltura
secondo luogo, l’agricoltura risulta più “virtuosa” dal momento preoccupazioni ben maggiori sono state piuttosto generate da
che l’incidenza è nel comparto primario di circa l’1,5% contro il una fase di fortissima instabilità dei prezzi il cui legame con la
complessivo 3,5%. congiuntura è tutt’altro che chiaro.
Anche l’indagine congiunturale di Coldiretti (2009), elaborando Sembrerebbe una conclusione che pecca di eccessivo
ulteriori dati di Banca d’Italia sulla concessione di credito, ottimismo e che, peraltro, non sembra trovare concordi porzioni
conferma nella sostanza queste conclusioni. La crescita dei importanti del mondo agroalimentare nazionale. Infatti, non con
prestiti bancari (stabilmente dell’ordine del +10% annuo negli un invito all’ottimismo si chiude questa nota. Piuttosto, la
ultimi anni prima della crisi) è sì rallentata a partire dall’agosto conclusione provocatoria vuole indurre alla riflessione su alcuni
2008, sia nel il comparto agricolo che negli agli settori. Ma ciò aspetti.
esprime la stretta creditizia operata dal sistema bancario e non In primo luogo, bisogna evitare di farsi “accecare” dalle
necessariamente corrisponde a un forte deterioramento delle statistiche. E’ evidente che, sia per l’inadeguato aggiornamento
condizioni di rientro dal debito. Infatti, l’utilizzo delle linee di dei dati che per i ritardi con cui la congiuntura si riflette su
credito non sembra variata in modo sensibile negli ultimi alcune realtà imprenditoriali, talune ripercussioni della crisi
trimestri (stabilmente tra l’80% e l’85%, in media, sia in potrebbero ancora arrivare: un ulteriore calo dell’occupazione,
agricoltura che in altri comparti) così come gli sconfinamenti un ulteriore peggioramento delle perfomance di export,
(aggiornati però al IV trimestre 2008), che sono solo l’aumento di imprese insolventi e poi cessate; effetti prevedibili
leggermente aumentati dallo 0,5% allo 1% nel caso almeno fino al I trimestre del 2010. E l’agricoltura, come
dell’agricoltura, valori percentuali comunque inferiori al dato accennato, sembra “entrare” nella fase congiunturale con ritardo
complessivo che vede un leggero superamento della soglia rispetto ad altri comparti. Inoltre, in un paese e in settore in cui
dell’1,5% su cui si era stabilmente collocato in precedenza. l’informale, il nero e anche l’illegale (si pensi all’usura e a lavoro
A completare il quadro, però, non va taciuto il fatto che il dato clandestino) non sono affatto marginali, i riflessi economici e
delle sofferenze qui presentato è limitato al settore bancario e ancora più sociali della recessione rischiano in parte di sfuggire,
non riguarda invece quello delle società finanziarie. Proprio nella stessa misura in cui questi fenomeni da sempre sfuggono
quest’ultimo comparto, però, è molto cresciuto nell’ultimo alla rilevazione statistica. Queste considerazioni, però, inducono
decennio al punto che la quota di sofferenze presso le società a considerare la nostra attuale incapacità di cogliere con
finanziare è passata da largamente minoritaria all’inizio del tempestività, precisione e dettaglio la congiuntura agricola a
decennio a prevalente (56% del volume monetario) nel II causa dell’inadeguatezza della rilevazione statistica sul dato di
trimestre 2009. E’ plausibile che l’apparente declino o stabilità breve periodo (con l’esclusione dell’andamento dei prezzi), da
delle insolvenze, in realtà, celi il fatto che le situazioni di un lato, e della congenita sfuggevolezza del settore ad una
maggiori difficoltà si siano progressivamente spostate dagli corretta e completa rilevazione, dall’altro. La presente crisi
istituti bancari verso le società finanziarie (o persino l’usura) cioè dovrebbe forse indurci ad uno sforzo supplementare in questo
verso le forme in cui l’accesso al credito risulta più informale e senso.
rapido ma anche maggiormente oneroso. Anche dietro la In secondo luogo, parlando di agricoltura (o agroalimentare) si
situazione apparentemente rosea dell’agricoltura, quindi, può corre sempre il rischio del “pollo di Trilussa”. Comparti con
nascondersi un progressivo scivolamento dei rapporti di debito congiuntura assai diversificata, alcuni in grave difficoltà (per
verso forme meno consuete e trasparenti. esempio il comparto del latte) altri quasi indifferenti alla crisi (per
esempio i prodotti biologici)11, possono infine generare un
Figura 6 - Sofferenze bancarie (in volume monetario e numero di affidamenti; I
trimestre 2000 = 100) dal I trimestre 2000 al I trimestre 2009 quadro mediano del tutto insoddisfacente e chiaramente
dissonante rispetto alle grida di dolore degli uni e ai cori di
Coefficiente di correlazione tra agricoltura e totale:
110
- Affidamenti = 0,88
0,25
giubilo degli altri. Anche qui, certamente, una maggiore cura
- Sofferenze = 0,69 nella raccolta del dato statistico, nel senso della
100
disaggregazione settoriale in questo caso, può essere di aiuto.
0,2 Ma, forse, il punto di fondo è mettere in discussione il fatto
stesso di ragionare di “agricoltura” come comparto omogeneo.
90 Infine, concludere che la crisi nel settore agricolo non è poi così
0,15 acuta, e comunque non come in altri comparti di attività
economica, non deve sembrare esercizio di eccessivo ottimismo
80
allorché si rende evidente, come si è cercato di fare in queste
0,1 pagine, che il problema del settore primario nazionale è il “fuori”
70
della crisi, il “prima” e il “dopo”. E’ l’inesorabile azione di fattori
Agricoltura Affidati (sx) Agricoltura Sofferenze (sx)
Totale Affidati (sx) Totale Sofferenze (sx) strutturali (l’invecchiamento, la scarsa organizzazione delle
Soff. Media - Agricoltura (dx)
Imp. Soff./ Imp. Totale - Agricoltura (dx)
Soff. Media - Totale (dx)
Imp. Soff./ Imp. Totale - Totale (dx) 0,05
filiere, l’insufficiente sforzo di innovazione tecnologica, il
60 nanismo delle imprese, ecc.) che da decenni, ormai, erodono la
competitività del settore sia internamente, rispetto agli comparti
dell’economia nazionale, sia esternamente nella competizione
50 0
internazionale. Queste forze agiscono quasi indipendentemente
II
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dalla congiuntura attuale; questa, anzi, rischia solo di oscurarli


momentaneamente e di distrarre l’attenzione rispetto ai problemi
Fonte: Banca d’Italia – Bollettino statistico di fondo e all’urgenza di una seria politica che provi a darne
soluzione.
Pagina 8 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

Note Crisi economica e agricoltura:


1
Procedendo ancora a ritroso si noti, però, come a partire dal IV trimestre 2007, 6
trimestri su 7 (l’unica eccezione è il I trimestre 2008) hanno registrato un PIL in
2009 e 1929 a confronto
diminuzione in termini reali.
2
Il tasso tendenziale è invece quello calcolato rispetto allo stesso trimestre Angelo Frascarelli
dell’anno precedente.
3
Il dato finale del 2009, in effetti, si prevede si aggirerà intorno al -5% rispetto al
2008.
4
Ma questo dato è da imputare, almeno in parte, alla nuova metodologia di calcolo La gravità dell’attuale crisi economica riconduce spesso alla
del VA agricolo, con particolare riferimento all’esclusione degli aiuti Pac da allora memoria degli operatori e degli economisti la storica crisi del
disaccoppiati, e di cui si farà ulteriore cenno successivamente.
5
In particolare, l’introduzione del pagamento unico disaccoppiato ha modificato la 1929. Non è questa la sede per un confronto fra le due crisi
rilevazione del dato rispetto al regime precedente in cui gli aiuti erano riconducibili economiche, confronto che – seppure affascinante –
a singole produzioni (per maggiori dettagli in tal senso si veda Istat, 2009). richiederebbe un’analisi di tutt’altra portata.
6
Più precisamente si intende qui con agricoltura il comparto individuato come
“Prodotti di agricoltura, silvicoltura, pesca”.
Questo articolo è più modestamente dedicato ad illustrare le
7
Si riporta il tasso di variazione tendenziale perché, nel caso dell’occupazione, il condizioni socio-economiche dell’agricoltura durante le fasi di
dato congiunturale risente fortemente della stagionalità. La correlazione con la recessione economica, al fine di individuare le possibili
crescita del VA, perciò, è calcolata sui rispettivi tassi tendenziali. conseguenze dell’attuale crisi economica per il settore agricolo.
8
Ciò rimane vero anche considerando la variazione ritardata dell’occupazione per
tenere conto della non tempestiva risposta del dato occupazionale rispetto alla In premessa all’articolo, si vuole subito contestare un’opinione
congiuntura: in tutti i settori, anche considerando la serie ritardata, la correlazione dominante tra gli operatori economici – e purtroppo anche tra
tra variazione dell’occupazione e del valore aggiunto rimane della stessa entità e molti economisti – secondo la quale il settore agricolo sopporti
segno.
9
“Prodotti di agricoltura, silvicoltura, pesca”.
meglio le conseguenze della recessione economica rispetto agli
10
Verrà pubblicato il 21 ottobre 2009. altri settori dell’economia.
11
Per approfondimenti si vedano le analisi congiunturali per settore dell’ISMEA e Come vedremo più avanti, la teoria economica e l’insegnamento
disponibili al sito www.ismea.it. del “grande crollo”1 del 1929 dimostrano esattamente il
contrario.

Riferimenti bibliografici
2009 e 1929: alcune analogie tra le due crisi
• Coldiretti, 2009, Analisi congiunturale trimestrale per il
settore agricolo dell’Area Economica di Coldiretti – Febbraio L’opinione diffusa tra gli economisti è che non si possa operare
2009. Coldiretti Trends, 4(1). un confronto tra la crisi del 1929 e quella attuale, in quanto
• European Commission, 2009, EU Agri-Trade: Moving l’attuale scenario socio-economico mondiale è totalmente
through Turbulent Times. Directorate-General for Agriculture diverso da quello di ottanta anni fa, tale da impedire qualsiasi
and Rural Development, Monitoring Agri-trade Policy (MAP), paragone. In particolare una differenza rilevante viene attribuita
No. 02/09. al ruolo oggi esercitato dalle economie emergenti (Cina, India,
• Headey, D., Malaiyandi, S., Fan, S., 2009, Navigating the alcuni Paesi dell’America Latina e dell’Africa) che non ha
Perfect Storm: Reflections on the Food, Energy, and riscontro nella situazione del 1929.
Financial Crises. Invited Paper, IAAE Conference, Pechino, Non si intende discutere e contestare questo approccio –
16-22 Agosto. seppure lasci molte perplessità – mentre si vuole porre
• ISMEA, 2009, Agroalimentare. La congiuntura in sintesi - II l’attenzione su alcune analogie tra la recessione economica
trimestre 2009. Tendenze, 3/09. attuale e quella del 1929. L’esame di tali analogie non vuole
essere esaustivo, ma aiutare a comprendere alcuni fenomeni
• ISTAT, 2009, La revisione dei conti nazionali in generale e
odierni e a trarne le debite considerazioni. Le sorprese non
nella branca agricoltura – Nota Metodologica. ISTAT, Roma,.
mancano.
• Sotte, F., 2006, Quante sono le imprese agricole in Italia?. La prima analogia tra la crisi del 1929 e quella attuale è la sua
AgriRegioniEuropa (ARE), 2(5), pp. 12-16. origine nel mercato finanziario, derivante dal boom speculativo
• Unioncamere Marche, 2009, Giuria della congiuntura – degli anni precedenti2, che si è innestato su una situazione
Sintesi 2008. Unione Regionale CCIAA delle Marche, economica in squilibrio.
Ancona. Sia nel 1929 che nel 2008-2009, fino al tracollo della borsa, il
• Unionfidi, 2009, L’agricoltura in controtendenza, IV (2), p. 4. declino dell’attività economica non era evidente; non c’era
motivo per aspettarsi un disastro. Nessuno è in grado di
spiegare perché una grande orgia speculativa si sia verificata
nel 1928 e 1929. Un dato però è certo: il credito era facile e la
gente era indotta a chiedere prestiti per acquistare azioni
ordinarie. Una situazione non dissimile da quella che si è
verificata negli Usa dal 1997, con il governo Clinton, che ha
Pubblicazioni Agriregionieuropa facilitato l’accesso al credito attraverso il rilassamento dei criteri
finanziari per l’erogazione dei mutui per l’acquisto della casa di
Collana Tesi on-line proprietà (Makin, 2009) ed il governo Bush che ha mantenuto
tale orientamento. Ne è scaturita – com’è noto – la bolla
Alessia Tombesi: “La recente crisi dei mercati alimentari e le immobiliare, con la successiva diffusione dei relativi prodotti
politiche adottate per affrontarla” finanziari, lo sgonfiamento della bolla e i problemi legati ai
Numero 23 - Settembre 2009 cosiddetti titoli tossici.
Ancora, nel 1929, seppure lo squilibrio dell’economia non fosse
http://associazionebartola.univpm.it/pubblicazioni/raccolta_tesi/
evidente, vi era negli Usa, ormai da qualche anno, un’accelerata
tombesi.pdf
industrializzazione e terziarizzazione dell’economia che aveva
Le norme per l’accettazione delle tesi di dottorato e di depresso l’agricoltura; vi era il declino dopo il boom edilizio; tra il
laurea e la successiva pubblicazione sono disponibili on-line 1919 e il 1929, la produttività industriale era salita del 43% e la
produttività del lavoro del 40%, a fronte di una prolungata
PhD Studies: www.agriregionieuropa.univpm.it/phd.php
insufficienza della domanda (Villari, 1980). In altre parole, la
Tesi on-line: www.agriregionieuropa.univpm.it/tesi.php produzione industriale aveva superato i consumi e gli
investimenti (Galbraith, 1966). Anche le difficoltà dell’agricoltura
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 9

debbono ricondursi ad un aumento della capacità produttiva abbia la pretesa di esserlo –, le analogie tra le due crisi del 1929
dovuto al progresso tecnico, aumento che si è scontrato con una e del 2009 sono, purtroppo, rilevanti. Una tale considerazione
domanda anelastica (Robbins, 1935). Questi segnali oggi sono non ha lo scopo di dimostrare che l’attuale congiuntura è per
chiari da leggere, ma nessun poteva prevederli allora. gravità analoga a quella del 19296, ma di prendere atto di alcuni
Anche l’attuale crisi economica annovera tra le sue cause una comportamenti comuni alle due crisi economiche.
serie di squilibri dell’economia mondiale: forte disuguaglianza di
crescita tra Paesi occidentali e paesi asiatici, impennata del
prezzo del petrolio, forte aumento degli investimenti nei paesi L’agricoltura durante la recessione economica
del sud-est asiatico, aumento delle importazioni statunitensi e
delle esportazioni dei paesi emergenti (Liefert e Shane, 2009). La teoria economica dimostra che, durante la recessione
La seconda analogia – che si ricollega alla prima – è economica, i prezzi agricoli tendono a diminuire in misura
nell’assenza di segnali che facessero presagire una crisi così maggiore di quelli industriali (Hallet, 1983). Questa tendenza
grave. Diceva Galbraith, riferendosi al 1929: “Nessuno era in può essere spiegata dalla diversa inclinazione delle curve di
grado di prevedere che la produzione, i prezzi, i redditi e tutti gli domanda e di offerta. Nel settore agricolo, una caduta della
altri indicatori avrebbero continuato a contrarsi per tre lunghi domanda anche lieve, cioè una traslazione a sinistra della curva
lugubri anni”. di domanda, si confronta con una curva di offerta agricola
Nel 1929, come oggi, il tracollo non si verificò perché la borsa si anelastica, che genera una lieve contrazione dell’offerta e una
rese conto improvvisamente che era in vista una grave forte diminuzione dei prezzi. Nel settore industriale, un identico
recessione. Non era possibile prevedere una depressione spostamento causa una forte caduta delle quantità prodotte e
quando il mercato crollò (Galbraith, 1966). L’unica cosa certa è una contenuta diminuzione dei prezzi (Figura 1).
che, ad un certo punto, il boom speculativo si è sgonfiato. La rigidità dell’offerta in agricoltura è una condizione nota,
La terza analogia è l’entità della recessione seguita al crollo derivante dai caratteri strutturali della produzione agricola:
finanziario, che nessuno poteva neanche minimamente lunghezza dei cicli produttivi, carattere biologico della
immaginare nella sua gravità. produzione, rigidità dell’offerta di molti fattori della produzione
Dopo la crisi del mercato azionario del 1929, l’attività economica (come la terra), deperibilità dei prodotti o alti costi di
declinò sempre più e rimase ad un livello bassissimo per un conservazione, offerta puntuale legata alla stagionalità dei flussi
intero decennio. Nel 1933 il prodotto nazionale lordo degli Usa di produzione.
fu inferiore di circa un terzo a quello del 1929. Solo nel 1937 il
volume reale della produzione degli Usa ritornò ai livelli del
1929. L’occupazione scese a livelli drammatici e la situazione Figura 1 - Effetti della caduta della domanda
perdurò fino al 19403.
La situazione odierna è altrettanto drammatica. Secondo gli
ultimi dati di settembre 2009, il Pil dell’economia dell’Eurozona è
stimato in contrazione del 3,9%. Lo prevede l’Ocse, che stima
anche una contrazione dell’economia Usa del 2,8% e del Pil per
l’Italia del 5,2%.
La quarta analogia riguarda le reazioni dei rappresentanti delle
istituzioni. Poche settimane dopo il fatidico 29 ottobre 1929,
l’allora Presidente degli Stati Uniti Hoover indisse una serie di
riunioni sulla situazione economica. I maggiori industriali, i
principali dirigenti delle ferrovie, i capi delle grandi aziende di
servizi pubblici, i capi delle più importanti società edilizie e i
presidenti delle organizzazioni degli agricoltori tenevano
conferenze stampa, insieme al Presidente, esprimendo il loro
giudizio positivo sulle prospettive economiche4.
Nel marzo del 1930, il Presidente Hoover affermò di essere
convinto che gli effetti sulla disoccupazione sarebbero finiti in Inoltre è possibile che la curva di offerta si sposti verso destra.
una sessantina di giorni. Ciò potrebbe derivare dalla variazione dell’offerta di lavoro in
Il tracollo continuò nei mesi successivi, con effetti molto gravi agricoltura. Infatti, nei periodi di recessione economica, quando
sulla disoccupazione. insorge la disoccupazione industriale, l’esodo dall’agricoltura
Si potrebbe replicare che i politici e i rappresentanti delle diminuisce o addirittura si inverte come è successo negli anni
organizzazioni economiche erano tenuti per il ruolo che Trenta negli Stati Uniti (Hallet, 1983).
ricoprivano ad assumere questo atteggiamento rassicurante – Questa situazione si sta verificando oggi in Italia7, dove – più
come lo sono oggi –, mentre si sarebbero dovute ascoltare le che in altri Paesi – l’agricoltura è una valvola di sfogo per chi è
previsioni imparziali degli economisti. Eppure anche la Harvard in cerca di occupazione, seppure precaria (Sportelli, 2009).
Economic Society, nel gennaio 1930, dichiarò “Ci sono segni di La bassa mobilità delle risorse in agricoltura impedisce che il
un superamento della fase più dura della recessione”. E così, settore si adegui rapidamente alle mutate condizioni di mercato.
anche nei mesi successivi, si moltiplicarono le dichiarazioni degli Ma la situazione si aggrava nei periodi di recessione.
economisti: “le prospettive sono favorevoli” (Galbraith, 1966). L’agricoltura reagisce con maggiore prontezza alle variazioni di
Non troppo diversa è la situazione di oggi: il Presidente degli prezzo nei periodi di prosperità rispetto ai periodi di recessione
Stati Uniti Barack Obama ha già più volte dichiarato che è (De Stefano, 1985; Hallet, 1983).
iniziata la ripresa economica, analogamente alla totalità dei Nei periodi di prosperità l’applicazione delle innovazioni sembra
leader mondiali. L’Ocse, come le società mondiali di rating, ha procedere più rapidamente, quindi l’effetto dell’aumentato esodo
recentemente presentato stime di crescita a breve termine. agricolo è più che compensato dall’accresciuto progresso
Si potrebbe obiettare che negli ultimi mesi (aprile-settembre tecnico.
2009) c’è stata un’effettiva ripresa del mercato azionario. A tal Nei periodi di recessione, il trasferimento di risorse o addirittura
proposito, ricordiamo che nel gennaio, febbraio e marzo 1930, il l’uscita dal settore agricolo, come risposta alle mutate condizioni
mercato azionario mostrò una sostanziale ripresa. Dopodiché, di mercato, non è agevole. Ciò costituisce un fattore di
salvo qualche eccezione, il mercato scese una settimana dopo differenziazione del settore agricolo da quello industriale e
l’altra, un mese dopo l’altro, un anno dopo l’altro fino a tutto il rappresenta una delle ragioni più importanti della debolezza del
giugno del 1932. Un tracollo continuo della durata di tre anni5. primo rispetto al secondo.
Pur nella convinzione che questa analisi non sia esaustiva – né Infatti le ragioni di scambio sono peggiorate per l’agricoltura
Pagina 10 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

durante la depressione degli anni Trenta a livelli devastanti pagamento dei debiti e delle tasse. Centinaia di migliaia di
(Eichengreen, 1994; Hallet, 1983) (figura 2). Le analisi svolte nel farmers parteciparono alle marce della fame e in varie località si
tentativo di spiegare questa relazione hanno rilevato che il verificarono scontri armati con la polizia, che fece uso di bombe
peggioramento delle ragioni di scambio dei prodotti agricoli e lacrimogene. Con l’aiuto dei disoccupati e degli operai agricoli, i
alimentari, verificatosi nel periodo 1929-1932, è stato la farmers erigevano barricate sulle strade, fermavano gli autocarri
conseguenza della diminuzione di reddito reale (Hallet, 1983). delle grosse aziende agricole che si rifiutavano di associarsi al
loro movimento, sequestravano senza pagarli i loro prodotti e li
Figura 2 - Ragioni di scambio (generi alimentari/manufatti), 1870-1960 distribuivano gratuitamente ai bisognosi (Wecter, 1948).
(Fonte: Hallet, 1983)
Il Federal Farm Board ebbe l’incarico di sostenere il livello dei
prezzi della produzione agricola, sotto il Governo Hoover. Nella
seconda metà del 1931, il Board incominciò la vendita delle
scorte accumulate, causando uno stato di completo squilibrio del
mercato, un ulteriore danneggiamento dei farmers e un
aggravamento della crisi nell’agricoltura.
Nella speranza di migliorare le condizioni di smercio dei prodotti
sul mercato interno, il Governo statunitense varò nel giugno del
1930 una legge che stabiliva barriere doganali per le
importazioni. Gli altri paesi capitalisti in risposta elevarono a loro
volta le tariffe sull’importazione e lo smercio dei prodotti
americani sui mercati stranieri divenne ancora più difficile.
Tutti i tentativi del Governo Hoover di superare la crisi si
chiusero così con un completo fallimento (Wecter, 1948).
Il successivo governo del Presidente Roosevelt con l’Agricultural
Adjustment Act del 1933 mise in atto un programma di riduzione
della produzione, anche con la distruzione dei prodotti (Fossati,
1937). La riduzione della produzione era sostenuta dal
Una ultima, ma non secondaria, considerazione: nei periodi di
pagamento di un’indennità. Dopo aver ricevuto dalle casse
crisi economica peggiora il rapporto tra prezzi alimentari al
statali 500 milioni di dollari, il Board, nel corso di un anno e
consumo e prezzi agricoli alla produzione.
mezzo, accumulò oltre 250 milioni di staia di grano e circa 1,3
Nonostante la crisi economica, gli effetti sulla domanda dei
milioni di balle di cotone, senza però riuscire nel suo scopo
prodotti alimentari sarà di piccola entità. La maggior parte dei
fondamentale.
consumatori ha uno standard di vita sufficientemente elevato,
Le grandi linee della moderna politica agraria statunitense ed
tale che la domanda di cibo non è particolarmente sensibile al
europea nacquero proprio dopo la Grande Depressione del
cambiamento di reddito (Liefert e Shane, 2009).
1929 (Saccomandi, 1991).
Tuttavia, il calo dei consumi – seppure limitato – induce la
distribuzione ad operare una diminuzione dei prezzi al dettaglio.
Ne sono un esempio le varie iniziative della grande distribuzione
che propongono offerte di prodotti alimentari quale contributo ai I limiti della politica agraria
consumatori colpiti dalla crisi8. Orbene, quando i prezzi al
Secondo un’opinione dominante, il ruolo della politica è decisivo
dettaglio diminuiscono, i margini9 tendono a restare costanti,
per contrastare la crisi economica e i suoi effetti negativi.
quindi la riduzione tende ad essere trasferita quasi
Questa convinzione nasce dall’ipotesi che le cause della crisi
completamente sui prezzi alla produzione.
siano note, chiare e facilmente prevedibili. Alcuni ipotizzano
Quando i prezzi al dettaglio calano, dunque, quelli alla
addirittura un deus ex machina che manovra le leve della
produzione tendono ad una diminuzione proporzionalmente
prosperità o della crisi. Ad esempio c’è chi attribuisce le cause
maggiore. Pertanto le conseguenze sul settore agricolo saranno
dell’attuale crisi economica ai comportamenti di alcuni Governi o
più vistose di quanto possa apparire dall’esame del calo dei
di alcuni importanti gruppi di interesse economico.
consumi e dei prezzi al dettaglio (De Stefano, 1985). Questa
Anche nel mondo agricolo, esiste questo convincimento. Alcuni
conclusione è dimostrata empiricamente dal fatto che, a fronte di
ipotizzano che la crisi dei prezzi agricoli dipenda dalle scelte di
una piccola diminuzione dei consumi alimentari, si osserva
un Paese o di un gruppo di interesse (es. della grande
normalmente una rilevante diminuzione dei prezzi agricoli.
distribuzione organizzata o delle multinazionali
dell’agroalimentare) o dalle conseguenze di una determinata
politica economica, ad esempio dell’Ue, degli Usa o del Wto.
La crisi del 1929 e l’agricoltura In altre parole, si cerca l’artefice del disastro. Questo
ragionamento porta molti a concludere che la politica economica
Negli Usa, i prezzi dei prodotti agricoli scesero del 54% negli – e nel nostro settore la politica agraria – possa rimuovere in
anni successivi alla crisi del 1929 (Wecter, 1948). Nel 1930 tempi brevi le cause e le conseguenze della crisi.
arrivarono ad un terzo del prezzo rilevato nel 1910 (Hallet, Questa ipotesi illude molta parte del mondo agricolo, anche
1983). I consumi alimentari diminuirono, gli stock aumentarono alimentata dalle vane promesse della maggior parte dei politici
notevolmente, le esportazioni statunitensi crollarono che confidano in soluzioni miracolose conseguenti alle scelte di
(Timoshenko, 1933). politica agraria.
La rovina dei farmers fu quasi generale. Circa il 40% del loro L’esercizio di molti politici di dichiarare l’esistenza di semplici vie
reddito totale nel 1932 era divorato dagli interessi per i debiti, d’uscita dalla crisi è pane quotidiano. Qualora le ricette messe in
dalle tasse e dagli affitti del capitale fondiario. I produttori di campo non funzionino, si attribuisce il loro insuccesso
mezzi tecnici, per lo più monopolisti, rovinarono i farmers all’inettitudine dei livelli politici sovraordinati (ad esempio
sostenendo artificiosamente i prezzi dei fattori della produzione. all’Unione europea o al Wto).
Dal 1929 al 1933 circa un milione di fattorie cambiarono padrone In realtà, queste convinzioni e questi atteggiamenti sono
per vendita forzosa. I farmers rovinati diventavano salariati sbagliati per almeno tre ragioni.
agricoli o andavano nelle città a ingrossare le file dei In primo luogo, non esiste un deus ex machina della crisi.
disoccupati, come documenta il romanzo Furore di Steinbeck10 Galbraith sosteneva che nessuno fu responsabile del grande
(Steinbeck, 2006). crollo di Wall Street del 1929, come nessuno manovrò la
Negli anni della crisi assunsero notevoli dimensioni le azioni dei speculazione che lo precedette. Entrambi furono il prodotto della
farmers contro la vendita forzosa delle fattorie per mancato libera scelta e della libera decisione di migliaia di individui. Molti
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 11

furono i protagonisti della crisi del 1929, molti contribuirono ad Il proposito di questo articolo non è quello di predire se la
incoraggiare gli errori che precedettero quella crisi, ma nessuno sventura dell’agricoltura post-1929 si possa ripetere nell’attuale
la provocò (Galbraith, 1966). crisi economica. Ma solamente quello di ricordare il contributo –
Questo insegnamento è valido anche per la crisi attuale. Le ormai consolidato – della teoria economica sulla situazione
analisi sulla bolla immobiliare negli Usa, sui titoli tossici o sui dell’agricoltura durante le fasi di recessione economica e di
comportamenti dei manager delle banche conducono alla raccontare cosa avvenne dopo il 1929. Entrambi, la teoria
conclusione dell’esistenza di una concomitanza di fattori e di economica e le lezioni del 1929, sono dati oggettivi, a fronte di
attori, in cui tanti operatori economici e politici, ma anche i molte supposizioni11 e molte speranze (il ruolo trainante delle
singoli individui hanno contribuito al determinarsi dei presupposti economie emergenti) non suffragate da elementi reali.
della crisi. Ma nessun individuo singolarmente, seppure potente, Tre sono i dati certi che emergono dalla nostra analisi:
ha provocato la crisi. Nessuna politica, neppure di una • l’agricoltura è il settore che subisce maggiormente le
istituzione importante come il Governo degli Usa o il Wto, è stata conseguenze negative della recessione economica: crollo
la causa, seppure molti hanno contribuito a determinare la crisi. dei prezzi agricoli, peggioramento della ragione di scambio,
In secondo luogo, non si riesce mai a sapere quando inizia o aumento del rapporto tra prezzi alimentari al consumo e
termina una crisi. Lo diceva bene Galbraith: “Nessuno, saggio o prezzi agricoli alla produzione;
meno, ha mai saputo o sa ora quando si avvicina o scade il • nessuno può prevedere la durata della crisi, visto che
momento della depressione” (Galbraith, 1966). l’insegnamento dell’analogo evento del 1929 non può far
Di conseguenza, l’utilità delle politiche preventive per escludere che essa duri più di cinque anni;
contrastare la crisi si può conoscere solamente quando la crisi è
già in atto. E l’efficacia delle politiche curative è minata
• la politica agraria – seppure importante nel limitare gli effetti
negativi della crisi – non è in grado di fornire risposte
dall’incertezza della durata della crisi. Il fallimento della politica
adeguate di breve periodo rispetto alla gravità delle
agraria del 1930 del Governo Hoover – sopra citata – ne è un
conseguenze della crisi economica. Nel passato, alcune
classico esempio.
scelte di politica, operate durante la recessione economica,
In terzo luogo, non esiste una politica risolutiva in tempo di
hanno addirittura aggravato la crisi del settore agricolo.
grave crisi economica. L’entità delle dinamiche e del valore
A questo punto, non rimane che affinare la capacità
economico della crisi è al di fuori della portata delle manovre di
imprenditoriale delle imprese per affrontare questa situazione.
politica economica. A titolo di esempio, si cita il caso della crisi
La crisi obbliga a riprogettare le strategie imprenditoriali, a
del settore lattiero-caseario. La riduzione del prezzo del latte
trovare nuove forme di impegno, a puntare sulle esperienze
nell’Unione europea dal marzo 2008 al marzo 2009 ha generato
positive e a rigettare quelle negative.
una riduzione di ricavi per gli allevatori di circa 17 miliardi di
Nel medio periodo, la crisi diventa occasione di discernimento e
euro, pari a quasi il 50% del bilancio agricolo dell’Unione
di nuova progettualità, quanto di più auspicabile nel settore
europea.
agricolo italiano. In questa chiave, fiduciosa piuttosto che
A seguito delle proteste dei produttori di latte europei,
rassegnata, conviene affrontare le difficoltà del momento
soprattutto tedeschi, la Commissione europea ha attivato tutti i
presente (Benedetto XVI, 2009), tralasciando le illusioni di una
possibili strumenti di intervento sul mercato, senza produrre un
facile ripresa economica o degli interventi risolutivi della politica
effetto significativo.
agricola.
La crisi del settore lattiero-caseario è talmente grave che, anche
in Italia, la politica ha voluto fornire un rilevante contributo
nell’ambito degli strumenti a disposizione. Infatti, ben 40 milioni Note
di euro annui dell’articolo 68 del Reg. Ce 73/2009 sono stati
destinati al latte (27% del plafond totale delle misure 1
“Grande crollo” è il titolo utilizzato da Galbraith per il suo mirabile libro sulla crisi
accoppiate). Eppure, se tutti gli allevatori rientrassero nei economica del 1929 (Galbraith, 1966).
2
“In realtà, ogni spiegazione soddisfacente degli avvenimenti dell’autunno 1929 e
requisiti per l’articolo 68, l’incidenza di tale impegno finanziario del periodo successivo deve accordare un parte dignitosa al boom speculativo e al
sarebbe di 0,35 centesimi di euro al chilo di latte: un impatto tracollo successivo” (Galbraith, 1966).
3
economico insignificante e inutile, perfino dannoso, se Nel 1933, negli Usa, circa 13 milioni di persone si trovarono senza lavoro,
consideriamo gli impegni burocratici che graveranno sugli all’incirca un lavoratore su quattro. Nel 1938 una persona su cinque si trovava
ancora disoccupata (Galbraith, 1966).
operatori e sulle amministrazioni per la gestione dell’articolo 68. 4
“Persino i capi delle organizzazioni degli agricoltori furono per l’occasione meno
La politica economica ha le armi spuntate in periodi di forte crisi misantropi del solito. Dichiararono, dopo, di aver assicurato il Presidente che il
economica. Lo diceva bene Mariann Fischer Boel – commissario morale del loro settore era più alto di quel che era stato per anni” (Galbraith, 1966).
5
Il 3 settembre 1929, in pieno boom speculativo, l’indice New York Times chiuse a
europeo all’agricoltura e allo sviluppo rurale – rispondendo alle quota 542; il 13 novembre 1929 a 224; l’8 luglio 1932 esso segnò 58 (Galbraith,
proteste degli allevatori: “Credo che sia pericoloso e anche 1966).
6
irresponsabile aumentare le aspettative dei produttori di latte su Le differenze tra le due crisi sono numerose, in particolare nella crisi attuale si
quello che possiamo fare. Potremmo essere tentati di trovare segnala la maggiore interconnessione mondiale dell’economia e la forte azione dei
Governi a sostegno all’economia.
una soluzione immediata ma che sul lungo termine sarebbe 7
“La richiesta di lavoro proviene in primo luogo da ragazzi, maggiorenni e con
impraticabile”. In altre parole, non pensate che la politica possa basso titolo di studio, che sono in cerca di prima occupazione e non riescono
risolvere i vostri problemi (Sellaroli, 2009). Un pronunciamento trovare lavoro altrove, soprattutto adesso che l’industria e l’edilizia sono in crisi e
non chiedono manodopera generica; si tratta quindi di forza lavoro non
di sano realismo, a fronte di tante vane promesse di molti professionale, che può lavorare alle raccolte o nei magazzini ortofrutticoli”,
politici. intervista a Vito Vinci di Flai-Cgil Puglia (Sportelli, 2009).
8
Questa conclusione non intende dimostrare l’inutilità della Un esempio è l’iniziativa con la quale – dal 14 aprile 2009 e per 12 settimane –
politica agraria; tutt’altro, essa è fondamentale per la Coop Adriatica e Coop Consumatori Nordest hanno offerto sostegno a coloro sui
quali si è abbattuta la crisi occupazionale: lavoratori licenziati per crisi, in cassa
salvaguardia dei redditi e per la stabilità del settore agricolo. In integrazione o con un contratto di solidarietà. Con lo slogan “Il 10% di sconto sulla
questa sede, si intende evidenziare i limiti della politica spesa a chi, oggi, sta pagando di più”, il consumatore usufruisce di uno sconto del
d’intervento pubblico sui mercati agricoli, soprattutto nelle fasi di 10% su una spesa settimanale fino a 60 euro, che consente ai beneficiari un
risparmio massimo di 72 euro nell’intero periodo.
forte crisi dei prezzi. Per la salvaguardia dei redditi agricoli e 9
Il margine è la differenza tra il prezzo al consumo e il prezzo alla produzione.
delle economie rurali, risulta molto più efficace il ruolo 10
John Steinbeck è premio Nobel per la letteratura del 1962. Furore è considerato
stabilizzatore dell’attuale Pac. Il pagamento unico disaccoppiato il suo capolavoro, pubblicato nel 1939 a New York, simbolo della grande
(annuo e garantito) costituisce un sostegno di prim’ordine per le depressione americana degli Anni Trenta. La vicenda narra la storia di una famiglia
di agricoltori che, costretta dalla crisi, dalla siccità e dalla miseria, deve
imprese, soprattutto in un contesto come quello attuale di scarsa abbandonare l’Oklahoma per tentare la fortuna in California alla ricerca di un
liquidità e di restrizione del credito (Parlamento europeo, 2009). lavoro.
11
In conclusione del suo libro Galbraith diceva: “Una della importanti lezioni di
Conclusioni quell’anno [1929, ndr) deve essere ormai chiara: la sventura attende
Pagina 12 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

particolarmente e personalmente coloro che presumono di conoscere per praticamente raddoppiati con maggiore accentuazione nel
rivelazione il futuro” (Galbraith, 1966).
decennio a cavallo dell'anno 2000. Questo avvenne in un
periodo di forte crescita economica, con moderata inflazione e
modesti tassi d'interesse, che aveva incoraggiato l'acquisto di
Riferimenti bibliografici case sia negli Stati Uniti che in altri Paesi sviluppati. Il continuo
incremento di valore faceva intravvedere la possibilità di
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“grande depressione” al “crollo” del ‘29 , Einaudi, Torino. fisso e loro derivati, nel cui consiglio di amministrazione
sedevano i due premi Nobel. Tale banca d’affari fallì proprio
• Wecter D. (1948), The age of the great depression, The
l'anno successivo al conferimento del premio.
Macmillan company, New York. A Scholes è attribuita la formula che porta il suo nome, formula
elaborata nel 1973 assieme ad un altro economista (Black) e
pubblicata nel Journal of Political Economy di quell'anno. Il
problema che avevano cercato di risolvere era quello di
Una lettura della attuale crisi determinare il valore dei diritti di opzione, ossia degli accordi che
davano il diritto sia di comperare che di vendere un dato cespite
finanziaria e i suoi riflessi sulla in futuro a una data concordata. Sebbene chi investiva era solito
calcolare un premio di rischio a copertura delle maggiori perdite
economia reale finanziarie, mancava il modo di valutarne l'entità. Gli economisti
sopra ricordati idearono una formula basata su una serie di
Ottone Ferro variabili: il prezzo corrente dell'azione, il futuro prezzo base, il
tempo di maturità, il tempo di scadenza e il tasso di interesse
spettante in alternativa per investimenti liberi da rischio. La
Anche una sola farfalla che sta volando a Pechino potrebbe, con formula aiutava a ridurre l'elevato rischio connesso con il
il semplice sbattere delle ali, determinare modifiche nella mercato di tali titoli, col dimostrare che i premi al rischio non
pressione atmosferica tali da provocare, unitamente ad altri erano necessari nel caso di investimenti in diritti di opzione
eventi, un tornado nel Texas. Questa battuta, che ricordo di aver perché questi erano già calcolati nel prezzo.
sentita mezzo secolo fa in un viaggio negli Stati Uniti, mi sembra Ne conseguiva che le opzioni avrebbero potuto essere
la più adatta a spiegare l'origine e le dimensioni della crisi che il considerate come un tipo di assicurazione o un dispositivo di
mondo intero sta attraversando e che è la più grave di questo copertura, così da apparire una alternativa a investimenti senza
secondo dopoguerra. rischio come i Buoni del Tesoro. Questa scoperta rese più
In un primo momento si era ritenuto che l’origine dell’attuale crisi attraente per gli investitori il mercato dei contratti di opzione per
fosse di natura esclusivamente economica, legata all'esplosione cui la cosiddetta formula Black-Scholes fu adottata nei mercati
negli Stati Uniti del settore delle costruzioni, specie in case di internazionali come il metodo principale per il calcolo dei diritti
abitazione, risultata eccessiva rispetto alla domanda da parte d'opzione e venne usata ad esempio nel Chicago Board Options
della popolazione. A partire dal 1900 si registrava negli Stati Exchange già dal 1975.
Uniti un leggero ma graduale aumento dei prezzi delle case di Robert Merton che condivise con Scholes il premio Nobel per
abitazione, eccettuata ovviamente la caduta successiva alla crisi l’economia del 1997, essendo morto Black, osservò come certe
del 1929. Invece, tra il 1960 e il 2000 tali prezzi sono restrizioni, quale quella che uno stock non paga dividendi,
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 13

potrebbero essere trascurate e, modificando la formula, dollaro di capitale era sufficiente per 30-40 dollari di
dimostrò come essa poteva essere applicata ad altri problemi investimento.
finanziari, includendo i mutui ipotecari sulle case, i prestiti Le banche di investimento si trovarono pesantemente esposte
monetari agli studenti universitari e i rischi della gestione avendo prestato denaro indiscriminatamente a banche
amministrativa. commerciali e la loro crisi minacciava la stabilità dell'intero
Non molto tempo dopo la Sec (Security And Exchange sistema finanziario, per cui le autorità dei Paesi interessati
Commission), cui spetta il controllo sulla Borsa Valori degli Stati hanno dovuto, a partire dal 2008, intervenire per evitare la sicura
Uniti, approvava l'applicazione delle teorie dei citati premi Nobel. bancarotta. Il fallimento a catena di banche commerciali avrebbe
Va anche ricordato che quanto sopra trovava migliore infatti determinato una forte contrazione dell'offerta di moneta,
applicazione nei mutui immobiliari e in particolare per le case di con il pericolo di passare da una recessione circoscritta ad una
abitazione. Infatti nel decennio tra 1995 e il 2005 la crescita era depressione di incalcolabile portata. Finisce così un periodo di
stata favorita dalla proliferazione di prestatori di capitali a basso “spensieratezza finanziaria” come è stato definito da Stefano
costo sicuri che, qualora l'ipotecato non avesse fatto fronte ai Zamagni, periodo che ha determinato l’attuale crisi coinvolgendo
suoi impegni, avrebbero potuto ritornare in possesso del bene l’economia dell’intero pianeta. Oggigiorno, infatti, i rapporti
ipotecato e rivenderlo a prezzi maggiori. commerciali e le transazioni finanziarie hanno raggiunto un
Si è quindi arrivati all'assurdo che un ristretto numero di livello di internazionalità che interessa, sia pure in misura
operatori del settore finanziario, mossi da inconsulto desiderio di diversa, l’economia di tutti i paesi.
onnipotenza e da tornaconto individuale, ha determinato una Si tenga conto che in Europa molti Paesi come Inghilterra,
crisi di eccezionali proporzioni dapprima nel sistema finanziario Spagna, Irlanda e Francia hanno almeno una banca le cui
del mercato dei prestiti interbancari e successivamente attività superano il Pil dell'intero Paese.
nell'intero sistema economico. Per molti anni il settore finanziario non potrà contribuire al fisco
La finanza aveva dato una forte spinta ai profitti degli investitori: ed è necessario che il settore pubblico intervenga per non
negli Stati Uniti negli anni 1946-1950 essa procurava il 9,5% bloccare l'economia dell'intero Paese.
degli utili, nel 2000 era arrivata al 45% per scendere al 33% nel Inoltre è molto importante vedere la costituzione di questo debito
2006. Quando i tassi di interesse sono decrescenti e in certi se a breve o a lungo termine, a quanto ammontano i debiti al
periodi addirittura negativi, se depurati dall'inflazione e dai consumo delle famiglie e a quanto i debiti del settore finanziario
risparmi fiscali, il debito costa molto meno del capitale al quale e se lo Stato si fa carico di spese che in altri Paesi gravano sulle
potrebbe essere riconosciuto soltanto il rendimento dei Titoli di famiglie.
Stato maggiorato da un premio al rischio, per cui conviene Più che il totale del debito e la sua incidenza sul Pil, si devono
ricorrere il più possibile al denaro degli altri. tenere presenti i pericoli di una caduta delle entrate fiscali, la
Dopo la grande crisi del 1929-34 la Corte Suprema degli Stati possibilità di crolli della domanda interna e di una forte
Uniti aveva preso atto che i debiti hanno un certo costo, mentre contrazione delle esportazioni.
al capitale può essere anche negato il dividendo, e che i debiti Le banche centrali hanno risposto ai problemi di liquidità con
assunti per il consumo hanno qualità inferiore rispetto a quelli una serie di misure intese a facilitare l'accesso alle loro
accesi per produrre reddito e lavoro. operazioni monetarie.
Forse una ulteriore spiegazione è necessaria. In tal modo si è finora cercato di andare incontro alla domanda
Di norma le banche sono tenute a registrare in bilancio come di liquidità ma non al ripristino dei prestiti interbancari. Così le
attività i prestiti concessi alla clientela. Ma operando in questo banche centrali hanno assunto il ruolo di restaurare
modo, corretto, le banche hanno scoperto che arrivano presto gradualmente il mercato, dal momento che oggi le banche
alla soglia del capitale minimo che l'autorità di vigilanza impone commerciali preferiscono prendere in prestito e depositare
di tenere disponibile per assicurare la copertura dei prelievi. Per direttamente il denaro alla banca centrale piuttosto che trattare
aumentare il volume di affari e quindi dei profitti, ai debiti dei con le altre banche.
clienti viene invece conferita la qualità di titoli di credito che in La recessione economica in atto ha già determinato nella
quanto tali é possibile rivendere sul mercato finanziario. Viene maggior parte dei Paesi la perdita di molti posti di lavoro, la
così inventata nel 1987 la cartolarizzazione, ossia l'emissione di diminuzione dei redditi e dei risparmi di buona parte della
derivati Cdo (Collateralized Debt Obligations), titoli a breve popolazione per cui l'aumento del deficit delle pubbliche
termine garantiti dalle attività bancarie. Questi sono aumentati amministrazioni preoccupa tutti i cittadini che temono le maggiori
da circa centomila miliardi di dollari nel 2001 a oltre seicentomila imposte che saranno necessarie per finanziare l'incremento
miliardi alla fine del 2007. della spesa pubblica. Per quanto riguarda la perdita di posti di
Con la cartolarizzazione i finanziamenti vengono spalmati su lavoro si rinvia alla tabella 1, da cui si può constatare che il
una ampia platea di operatori favorendo l'accesso al credito da tasso di disoccupazione espresso in percentuale della forza di
parte delle fasce più povere della popolazione. lavoro passa negli Stati Uniti dal 5,8 nel 2008 al 10,1 nel 2010,
Le autorità americane non intervennero, anzi nel 2001 la Sec in Italia dal 6,8 al 10,2 e addirittura dovrebbe raggiungere in
lasciò alle agenzie private di rating il compito di decidere il grado Spagna il 19,6% nel 2010. Pure motivo di preoccupazione è la
di sicurezza dei nuovi strumenti finanziari. Il controllore viene contrazione sensibilissima delle importazioni e delle esportazioni
quindi scelto e remunerato dai controllati, per cui succede che di beni e servizi che si constata in tutti i paesi (Oecd, 2009a;
alla vigilia del suo fallimento la Lehman Brothers aveva ottenuto 2009b).
il punteggio A, nonostante i rischi elevati dei prestiti concessi.
Il Roe (return on equity), ossia il tasso di redditività del capitale Tabella 1 - Tasso di disoccupazione percentuale della forza lavoro in alcuni Paesi
dell’OCSE
proprio, fu preferito al Roi (return on investement) ossia al tasso
di redditività del capitale investito. Questo influì ad alimentare la 2006 2007 2008 2009 2010
fallace credenza della illimitata sostenibilità del debito, tanto che Stati Uniti 4,6 4,6 5,8 9,3 10,1
nel 1999 il Congresso e il Senato degli Stati Uniti, permettendo Giappone 4,1 3,9 4,0 5,2 5,7
l'autoregulation, avevano abolito una norma sancita negli anni Germania 9,8 8,3 7,3 8,7 11,6
Trenta (Glass Steagall Act) che vietava la commistione fra Francia 8,8 8,0 7,4 9,7 11,2
banche commerciali e banche di investimento o d’affari. Italia 6,8 6,2 6,8 8,4 10,2
Da allora, il ricorso al debito si è fatto sempre maggiore e si è Gran Bretagna 5,4 5,4 5,7 8,2 9,7
Spagna 8,5 8,3 11,3 18,1 19,6
visto che esso poteva essere usato come leva con il doppio
vantaggio di aumentare a dismisura il rendimento del capitale Fonte: Oecd (2009a; 2009b)
proprio impiegato e di moltiplicarne la redditività. Pertanto,
mentre prima occorreva un dollaro di capitale proprio per far Inoltre, le prospettive di una rapida ripresa sono ancora
fronte a 6-7 dollari di investimento, dopo tale normativa un estremamente limitate, come si osserva dalla tabella 2 che
Pagina 14 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

riporta per i principali paesi le variazioni percentuali del Pil miliardi di euro pari all'87% del suo Pil che si aggira sui 2.450
rispetto all’anno precedente dal 2006 al 2010. miliardi.
Si pensi che, quando nel dicembre 1991 fu approvato il trattato
Tabella 2 - Variazione percentuale del P.I.L. rispetto all’anno precedente di Maastricht indispensabile per far partire l'euro, si era
Paesi OCSE 2006 2007 2008 2009 2010 assegnato un tetto del 3% al rapporto deficit/Pil e uno del 60% al
Stati Uniti 2,8 2,0 1,1 -2,8 0,9 rapporto debito/Pil.
Giappone 2,0 2,3 -0,7 -6,8 0,7 L’assurdità delle origini della attuale crisi finanziaria che, in
Germania 3,2 2,6 1,0 -6,1 0,2 maniera più o meno grave, ha colpito e continua a colpire la
Italia 2,1 1,5 -1,0 -5,5 0,4 maggior parte dei paesi del mondo è stata la cieca fiducia nella
Francia 2,4 2,3 0,3 -3,0 0,2
illimitata sostenibilità del debito e la conseguente attesa di ritorni
Gran Bretagna 2,8 3,0 0,7 -4,3 0,0
Spagna 3,9 3,7 1,2 -4,2 0,9
sempre maggiori del capitale investito. Questo ha portato molte
Turchia 6,9 4,7 1,1 -5,9 2,6 società americane a distribuire, sottoforma di dividendi o di
Paesi non aderenti OCSE 2006 2007 2008 2009 2010 acquisto di azioni proprie, somme anche superiori al loro utile
Cina 11,6 13,0 9,0 7,7 9,3 con evidente indebitamento. Ma il fatto più grave è che,
India 9,7 9,0 6,5 5,9 7,2 procedendo in tal modo, si è sottratto all’economia reale il
Federazione Russa 7,7 8,1 5,6 -6,8 3,7 capitale richiesto per lo sviluppo delle imprese sane e della
Indonesia 5,5 6,3 6,1 3,5 4,8
Sud Africa 5,4 9,1 3,1 -2,0 2,6
attività di ricerca. In altre parole abbiamo assistito al trionfo
certamente temporaneo di una economia impazzita a scapito di
Fonte: Oecd (2009a; 2009b)
una economia seria e concreta.
Da tale tabella risulta che in tutti i paesi del mondo la L'attuale crisi che stiamo attraversando ha dimostrato ancora
contrazione più forte del Pil si è verificata nell’anno 2009, mentre una volta che lo sviluppo economico avviene come già nel
nel 2010 ci sarebbero gli indizi di una sia pure modesta passato, for trials and errors e che a tali errori ha contribuito la
variazione positiva. presunzione di certi economisti e la cecità di quanti li hanno
La recessione si è trasmessa dalle economie avanzate a quelle seguiti. Rimane tuttavia il dubbio se maggiori controlli pubblici
emergenti attraverso una forte frenata del commercio sul funzionamento dell'economia di mercato e sugli scambi
internazionale e degli investimenti privati. Peraltro, nonostante la internazionali potranno evitare altre e forse peggiori crisi.
forte caduta, anche per le economie emergenti si attende una
ripresa sia pure modesta nel 2010.
Secondo le più recenti analisi dell’Ocse, aggiornate al giugno Note
2009, il momento più acuto della crisi si sarebbe avuto 1
Le banche di investimento o di affari non vanno confuse con le banche
nell'autunno del 2008 con il caos dei mercati finanziari, commerciali la cui finalità è il deposito e lo sconto.
l'incertezza sulla capacità di copertura dei bilanci bancari e la
caduta verticale di fiducia da parte di tutti i partecipanti al
mercato. Riferimenti bibliografici
Un colossale supporto di liquidità da parte delle banche centrali
e programmi di soccorso messi in atto dalle autorità nazionali • OECD, (2009a): Economic Outlook n. 85, Giugno.
hanno evitato il crollo del sistema che rimane peraltro ancora • OECD, (2009b): FOCUS, Parigi, 23-24 Giugno.
molto vulnerabile. Il tasso d'interesse a breve termine è sceso
dal 4,6% del 2007 allo 0,8% previsto per il 2010, mentre il tasso
• FMI, (2009): World Economic Outlook, Crisis and Recovery,
Aprile.
di interesse a lungo termine non ha subito contraccolpi e si
aggira sul 4,0-4,5%. Le banche debbono cercare alternative per
il reperimento di fondi e in particolare dei loro depositi. Si
prevede che la restrizione degli accessi delle banche al mercato
Bolla o non bolla: il ruolo della
del denaro persisterà anche oltre il corrente anno 2009. speculazione nella dinamica dei
Comunque non sembra azzardato pensare che, alla fine del
2010, potrebbe iniziare la ripresa economica. prezzi delle materie prime
Gli interventi governativi hanno finora calmato
temporaneamente i mercati, pur non avendo risolto i problemi di agricole
insolvenza. La soluzione sta nel convertire il debito bancario in
azioni e soprattutto nel trovare acquirenti per tali azioni che Donato Romano
richiederanno certamente una garanzia statale.
Il pericolo da evitare sarebbe invece quello che si voglia
ricorrere alla nazionalizzazione della insolvenza o, come Introduzione
richiesto da taluno, alla nazionalizzazione delle banche.
I più qualificati centri di studio internazionali quali quelli della Nouriel Roubini, l’economista della New York University che è
Commissione Europea e del Fondo Monetario Internazionale stato uno dei pochi a prevedere lo scoppio dell’attuale crisi
hanno cercato di valutare le perdite connesse a questa crisi finanziaria ed economica mondiale, ha definito questa crisi come
globale. una “tempesta perfetta” sull’economia (Roubini, 2008). Tale
Le più recenti stime del Fmi (Fmi, 2009) giudicano che le giudizio deriva dal fatto che l’attuale crisi non è una semplice
potenziali svalutazioni necessarie a spezzare la spirale negativa crisi finanziaria, ma lo scoppio contemporaneo di diverse bolle
tra i mercati finanziari e l'economia reale ammonterebbero (immobiliare, dei mutui, dei mercati azionari, del credito, delle
complessivamente a 4.100 miliardi di dollari, dei quali 2.712 materie prime, dei fondi di investimento, ecc.) che si influenzano
riguarderebbero gli Stati Uniti, 1.193 l'Europa e 149 il Giappone. a vicenda determinando un circolo vizioso tra economia
Si tratta quindi di valori elevatissimi, anche se lo stesso Fmi monetaria ed economia reale1.
ammette che il grado di incertezza di queste stime è assai In questo quadro, un ruolo di primaria importanza è stato giocato
elevato. Secondo tale rapporto, il debito pubblico in Italia dalle materie prime, ivi comprese le materie prime agricole, i cui
salirebbe tra il 2008 e il 2010 dal 106 al 121% del Prodotto corsi nell’ultimo anno e mezzo hanno subito variazioni di portata
interno lordo. Per cui, praticamente, il debito pubblico italiano storica, almeno in termini nominali. L’indice dei prezzi dei beni
salirebbe a 1,930 miliardi di euro mentre il nostro Pil si alimentari della FAO è infatti aumentato del 55% tra giugno
aggirerebbe sui 1.600 miliardi. 2007 e giugno 2008 per poi diminuire del 41% nei dodici mesi
La Germania vedrebbe il suo debito pubblico salire a 2.130 successivi (FAO, annate varie). Se la diminuzione dell’ultimo
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 15

anno è dovuto alla formidabile risposta dell’offerta (soprattutto valore delle attività che si manifesta nella fase ascendente si
nei paesi sviluppati), alla diminuzione del prezzo del petrolio e al trasmette all’economia reale tramite maggiori consumi privati
rallentamento del ciclo economico dovuto alla crisi economica e (effetto ricchezza) e maggiori investimenti (meccanismo
finanziaria, molti autori hanno notato come “i cambiamenti nei dell’acceleratore), che determinano una crescita reale
fondamentali della domanda e dell’offerta non possono spiegare dell’economia. D’altra parte, nella fase di sgonfiamento della
completamente il recente drastico aumento dei prezzi alimentari. bolla, l’effetto ricchezza e l’acceleratore funzionano in senso
Aspettative al rialzo, speculazione, accaparramenti e isteria inverso, con l’aggravante che, essendo l’informazione circa la
hanno anch’essi giocato un ruolo nella crescita di livello e della composizione dei portafogli imperfetta, ciò determina una stretta
volatilità dei prezzi alimentari” (Robles et al., 2009: 2). In creditizia con ulteriore contrazione dell’economia reale.
particolare, è stata notata la correlazione esistente tra l’afflusso Insomma, la crisi che deriva dalle bolle viene trasmessa
di un’enorme massa di capitali speculativi sui mercati delle attraverso meccanismi sia finanziari che reali, con effetti tanto
commodities agricole2, l’incremento del numero di contratti più diffusi quanto più l’economia è globalizzata.
futures sulle materie prime agricole3 e l’aumento del livello dei
prezzi delle merci agricole. Da cui, la conclusione circa il ruolo
giocato dalla speculazione nella creazione della bolla dei prezzi C’è stata una bolla dei prezzi delle materie
delle commodities agricole. prime agricole?
Questo articolo vuole cercare di comprendere se tale
affermazione è vera. Per far questo, si cercherà di spiegare
Il punto di partenza per la verifica dell’esistenza di una bolla dei
anzitutto cosa si intende per bolla dei prezzi (paragrafo 1), per
prezzi delle commodities agricole è rappresentato dall’analisi del
poi passare a verificare se le evidenze disponibili corroborino o
ruolo giocato dalla speculazione nell’aumento dei prezzi di tali
meno l’ipotesi della bolla dei prezzi agricoli (paragrafo 2) e
materie prime nel corso degli ultimi anni e, in particolare, tra il
concludere con qualche osservazione su cosa si possa fare per
2007 e il 20087. In effetti, diversi analisti hanno messo in
prevenire tali fenomeni (paragrafo 3).
evidenza come i rendimenti derivanti dalla gestione di portafogli
di futures di materie prime negli ultimi anni siano diventati
comparabili a quelli azionari (cfr. Gorton e Rouwenhorst, 2006).
Cos’è una bolla dei prezzi? Pertanto, il settore degli investimenti finanziari ha sviluppato una
serie di prodotti che hanno permesso sia ad individui che ad
Per bolla dei prezzi si intende lo scambio di quantità notevoli di istituzioni di “investire” in materie prime attraverso l’acquisto di
una data attività (asset) ad un prezzo considerevolmente diverso fondi indicizzati ai futures delle commodities e prodotti derivati
rispetto al suo valore fondamentale4. Sia nella fase di crescita, scambiati over-the-counter (swaps e structured notes) collegati
che in quella di sgonfiamento della bolla, il normale meccanismo ai più comuni indici delle materie prime, come lo Standard &
di regolazione automatica del mercato, determinato Poor’s – Goldman Sachs Commodity Index (S&P-GSCI), il Dow
dall’interazione della domanda e dell’offerta, risulta essere Jones – American International Group (DJ-AIG), ecc. Ciò ha
assente o scarsamente funzionante: quindi, non esiste un condotto ad una rapida “finanziarizzazione” dei mercati delle
prezzo di equilibrio di mercato. commodities, intendendo con questo che tali mercati sono
Per quanto le diverse bolle possano assumere fisionomie divenuti più simili a quelli finanziari in termini di motivazioni e
differenti, le analisi delle crisi che ciclicamente si sono strategie degli operatori, anche se le caratteristiche fisiche dei
susseguite dal 1929 in poi hanno consentito di evidenziare una beni scambiati continuano ad avere un ruolo rilevante
sostanziale uniformità del meccanismo di azione delle bolle (cfr. (Domanski e Heath, 2007).
ad esempio, Galbraith, 2002), che può essere scomposto in tre La comparsa e il rapido sviluppo di una nuova categoria di
fasi: speculatori, almeno a partire dal 2004, sono stati visti da alcuni
• inizio della crescita dei prezzi: vengono identificati nuovi come il fattore determinante che ha guidato al rialzo i prezzi di
settori i cui fondamentali indicano che esistono possibilità di mercato delle merci agricole8. Ad esempio, è questo il caso di
un alto rendimento delle attività (azioni, obbligazioni, beni long-only commodity index funds, che sono fondi collegati ad
immobiliari, commodities, ecc.); una politica monetaria indici di materie prime che mantengono permanentemente una
espansiva (bassi tassi di interesse e liquidità crescente) e la posizione “long”, cioè regolarmente rinegoziano il contratto
deregolamentazione finanziaria5 rendono gli scambi più spostando in avanti la sua scadenza (rolling over). In figura 1 ciò
facili; di conseguenza, i prezzi delle attività cominciano a è rappresentato sulla scala di destra, dove sono riportati gli
salire; investimenti in questo tipo di fondi (disaggregati per i principali
• crescita dei prezzi sostenuta da aspettative che si auto- indici: DJ-AIG, SP-GSCI ed altri), mentre sulla scala di sinistra si
realizzano: i settori in cui la bolla ha iniziato a svilupparsi può leggere l’andamento dell’indice SP-GSCI dei prezzi per
continuano ad attrarre sempre nuovi capitali, grazie al fatto consegna immediata delle merci (spot).
che le aspettative di guadagno si sono realizzate, e a
incoraggiare comportamenti “di gregge” (herd behaviour); Figura 1 - Andamento dello S&P GSCI Spot Price Index e degli investimenti in
fondi collegati agli indici delle materie prime
ciò determina un ulteriore aumento del valore delle attività
che si auto-alimenta grazie alle aspettative di futuri aumenti
(self-fulfilling expectations); nel caso della crisi attuale, ciò
viene favorito anche dall’enorme aumento di liquidità
conseguente al modello bancario “originate and distribuite”,
all’afflusso di capitali dall’estero, alla politica fiscale
espansiva e all’aumento della leva da parte delle banche6;
• sgonfiamento della bolla: gli acquisti cominciano ad
interessare anche soggetti sempre più fragili (come nel caso
dei mutui sub-prime) e contratti sempre più rischiosi che
determinano un aumento della vulnerabilità del sistema agli
shock; il panico e comportamenti di gregge si diffondono,
determinando vendite diffuse (distress sales) e conseguente
caduta del valore delle attività.
Il problema con il meccanismo delle bolle è che esse non
rappresentano solo fenomeni monetari, ma i loro effetti si
trasmettono anche all’economia reale. Infatti, la crescita di
Fonte: Irwin et al. (2009a)
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Tuttavia, diversi autori (cfr. ad esempio, Irwin et al., 2009b) indicatori dell’attività speculativa15: valori positivi sull’asse
hanno evidenziato come questa conclusione sia tutta da verticale indicano che c’è una relazione causale, tanto maggiore
verificare. In particolare, secondo questi autori ci sono alcuni quanto più grande è la differenza tra la statistica F stimata ed il
errori concettuali da parte dei sostenitori dell’ipotesi della bolla relativo valore critico.
che riflettono una scarsa comprensione di come funzionino i
mercati dei futures, segnatamente: Figura 2 - Influenza delle attività speculative sui prezzi delle commodities agricole
• molti hanno erroneamente interpretato come “domanda” il
flusso di capitali verso posizioni long9 da parte di investitori
non commerciali (ad esempio, fondi indicizzati), alla stessa
stregua della domanda che si manifesta nei mercati
tradizionali (quelli, cioè, dove avviene uno scambio “fisico”
di merce). Se così fosse, l’aumento della domanda
spiegherebbe l’aumento di prezzo dei futures. Viceversa, il
prezzo futuro di una merce cambia solo se emergono nuove
informazioni che inducono i partecipanti a rivedere le proprie
stime circa la domanda o l’offerta effettiva (cioè, fisica) della
merce stessa. La semplice osservazione che una massa
notevole di capitali si sia riversata nella posizione long dei
mercati futures mentre i prezzi delle merci agricole sono
aumentati non prova che i primi abbiano determinato i
secondi10. Dal punto di vista statistico questa è una
semplice correlazione, non una relazione causale: affinché
sia provata una relazione causa-effetto bisogna eseguire
test statistici specifici (vedi oltre);
• è difficile immaginare che gli investitori non commerciali
siano responsabili dei cambiamenti tanto dei prezzi futures
quanto dei prezzi cash nel caso in cui l’azione di questi
operatori si sia concentrata esclusivamente sui mercati
futures e sui mercati derivati ad essi collegati. I contratti Fonte: Robles et al. (2009)
futures sono transazioni finanziarie che raramente si
concludono con la consegna effettiva della merce. Affinché In conclusione, ulteriori analisi sembrano essere necessarie
ci sia un impatto sul prezzo di equilibrio nei mercati cash gli prima di giungere ad una conclusione definitiva. Una serie di
speculatori dovrebbero accettare la consegna “fisica” della argomenti, sia teorici che empirici, consentono di dire che il
merce. Parafrasando il ragionamento svolto da Krugman rialzo dei prezzi registrati nel corso del 2007-2008 potrebbero
(2008) con riferimento al petrolio11, se esistesse una bolla essere riconducibili tanto al modificarsi di valori fondamentali,
dei prezzi delle commodities agricole si dovrebbe avere un quanto a fattori speculativi alimentati da aspettative sulle
accumulo di scorte da qualche parte. Invece, gli stock negli condizioni attese della domanda e dell’offerta (De Filippis e
ultimi tre anni sono leggermente diminuiti per le principali Salvatici, 2008). Peraltro, queste due spiegazioni non sono
merci agricole (grano, mais e soia); alternative, ma possono essere complementari e una eventuale
• la visione corrente secondo cui gli hedgers sono operatori bolla speculativa “può verificarsi sia in situazioni in cui il valore
avversi al rischio che benignamente cercano di coprirsi fondamentale è immutato, sia quando esso sta a sua volta
rispetto al rischio di prezzo, mentre gli speculatori sono aumentando” (Vaciago, 2008: 18).
agenti amanti del rischio che, ricercando il proprio profitto,
provocano effetti negativi è piuttosto artificiosa: le due
categorie di agenti si posizionano piuttosto lungo un Che fare per prevenire la volatilità dei prezzi
continuum e, considerando il vantaggio informativo di cui
solitamente godono gli investitori commerciali, non è detto agricoli?
che l’arrivo di investitori non commerciali necessariamente
danneggi i primi. Inoltre, portando maggiore liquidità sul Quali che siano le motivazioni dell’aumento dei prezzi del 2007-
mercato dei futures, gli investitori non commerciali 2008, è un fatto che esso ha avuto una dimensione eccezionale
potrebbero aver addirittura contribuito a migliorare la e il suo impatto sul benessere di molta parte della popolazione,
competitività di tali mercati12. soprattutto dei più poveri, è stato notevole16. Da qui la necessità
Tuttavia, tutte queste considerazioni rappresentano evidenze di mettere in pratica iniziative che consentano di prevenire
episodiche dell’esistenza o meno di una bolla speculativa. fluttuazioni dei prezzi tanto ampie. In particolare, al fine di ridurre
Per poter testare la robustezza dell’ipotesi di una relazione gli incentivi per gli speculatori potenziali, solitamente vengono
causa-effetto tra afflusso di capitali speculativi sul mercato dei proposti i seguenti interventi:
futures e aumento dei prezzi futuri delle merci agricole bisogna • limitare il volume della speculazione rispetto alle attività di
utilizzare un test statistico ad hoc: il test di causalità di copertura (hedging), cambiando il quadro regolamentativo;
Granger13. In effetti, questo test è stato utilizzato da numerosi • rendere obbligatoria la consegna fisica di una parte della
autori. Molti di essi hanno concluso che non c’è evidenza che merce nel caso di contratti futures;
cambiamenti nelle posizioni nel mercato futures di una data • imporre depositi cauzionali sui contratti futures.
merce abbia determinato una variazione nei prezzi future della Riguardo alla prima proposta, probabilmente non si tratta di una
stessa (Gorton et al., 2007; Sanders et al., 2009; Aulerich et al., buona idea, visto che potrebbe limitare sensibilmente la capacità
2009)14. Altri invece hanno concluso che “le attività speculative del mercato di trasferire il rischio da agenti che non sono
potrebbero aver avuto un’influenza, anche se l’evidenza non è disposti a sostenerlo verso soggetti che sono maggiormente
definitiva” (Robles et al., 2009: 5). In particolare, sembra esserci adatti e disponibili a farlo. La seconda e la terza proposta, che si
stata un’influenza dell’attività speculativa sui prezzi, soprattutto muovono stesso senso di ipotesi regolamentative simili proposte
nel periodo 2007-2008. Ad esempio, la figura 2 mostra sintetizza per il settore bancario, potrebbero invece essere implementate,
i risultati del test di causalità di Granger – effettuato calcolando anche se l’applicazione di tali misure a livello globale potrebbe
un test statistico (test F), dove l’ipotesi nulla è che i movimenti essere problematica17. Per questo, è stata proposta dall’IFPRI
speculativi non causino variazioni nei prezzi – per alcuni (von Braun e Torero, 2008) una nuova architettura istituzionale a
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 17

livello globale, costituita da: quadro, l’azione degli speculatori sarebbe stata positiva nel “sostenere” (carry) lo
sbilancio delle posizioni short.
• una piccola riserva fisica di merci agricole al fine di 13
Il test di Granger si basa sulla semplice ipotesi che se un evento X causa
rispondere immediatamente alle emergenze alimentari; l’evento Y, allora il primo deve precedere temporalmente il secondo.
14
Sanders et al. (2009) riportano che una relazione statisticamente significativa tra
• una riserva virtuale con l’obiettivo di prevenire la fluttuazione cambiamenti nella posizione sui mercati futures e movimenti dei prezzi futuri delle
eccessiva dei prezzi e il loro mantenimento a livelli prossimi merci è stata trovata solo in 5 casi su 30 (pari al 16%). Inoltre, Aulerich et al.
a quelli suggeriti dall’interazione dai fondamentali di mercato (2009) evidenziano che nei pochi casi in cui tale relazione è statisticamente
di lungo periodo (domanda e offerta)18. significativa, l’impatto sui prezzi è risultato piuttosto basso.
15
Gli indicatori utilizzati da Robles et al. (2009) per ciascuna delle quattro merci
L’aspetto innovativo della riserva virtuale è il segnale che essa considerate (mais, grano, soia e riso) sono: (i) il volume di contratti futures, (ii) gli
sarebbe capace di fornire al mercato (inclusi gli eventuali open interest nei contratti futures (dove per open interest si intende il numero totale
speculatori). Essa non interferirebbe con la libera azione dei di contratti futures che non sono stati controbilanciati da una posizione contraria
sul mercato future (long vs. short) o per i quali non è stata effettuata la consegna
fondamentali del mercato e consentirebbe di prevenire una serie effettiva della merce), (iii) il rapporto del volume di contratti sugli open interest, (iv)
di risposte di politica commerciale ad hoc (come bandi e tariffe la percentuale di posizioni non commerciali sulle posizioni totali nei contratti futures
sulle esportazioni, sussidi alle importazioni, ecc.) che sono stati (long o short) e (v) la posizione netta (long meno short) degli investitori di fondi
contemporaneamente causa ed effetto della recente crisi dei indicizzati. Gli indici riportati in figura 2 sono solo quelli risultati statisticamente
significativi al test di causalità di Granger.
prezzi. 16
Secondo la Fao (2009) la crescita dei prezzi del 2007-2008 ha determinato un
Una soluzione globale di questo tipo potrebbe essere costosa, aumento dei sottonutriti a livello globale di circa 100 milioni di individui,
ma, considerando gli elevati costi in termini di benessere causati allontanando drammaticamente il raggiungimento del primo obiettivo del millennio.
17
Alcuni paesi potrebbero mancare della necessaria capacità istituzionale per
dalla crisi dei prezzi del 2007-2008, essa potrebbe comunque implementare le misure regolamentative, alcuni gruppi potrebbero prendere il
superare il test del rapporto benefici-costi. controllo delle agenzie regolamentative, ecc.
18
Per una descrizione dettagliata delle modalità di implementazione di questa
riserva virtuale, cfr. von Braun e Torero, 2009.

Note
1
Una profonda recessione aggrava le perdite finanziarie, a seguito delle quali si ha Riferimenti bibliografici
un tracollo del settore finanziario che rende la recessione ancora più grave, e così
via, determinando una “crisi sistemica”.
2
Ci si riferisce in questo caso all’azione di investitori finanziari “non-commerciali”,
• Aulerich, N.M., Irwin, S.H., e Garcia, P., 2009. “Direct
cioè di agenti che operano sui mercati dei futures e dei titoli derivati delle materie Evidence on the Relationship between Daily Positions of
prime agricole al solo scopo di ottenerne un profitto (si tratta, quindi, di veri e propri Index Traders and Price Changes in Commodity Futures
speculatori), che in linea di principio dovrebbero essere distinti dagli investitori Markets”. Paper presented at the NCCC-134 Conference on
“commerciali” (i cosiddetti hedgers), cioè agenti che commerciano commodities
agricole e operano sui futures per “coprirsi” rispetto a variazioni di prezzo. In effetti, “Applied Commodity Price Analysis, Forecasting, and Market
tale distinzione nella pratica non è così netta ed esiste piuttosto un continuum tra Risk Management”. St. Louis, Missouri. April 20-21, 2009.
speculatori ed hedgers (cfr. paragrafo 2).
3
I contratti futures sono dei contratti in cui ci si impegna a compare o vendere lo
• Brunnermeier, M.K., 2008. “Bubbles”. In Durlauf, S., e
strumento sottostante a una certa data futura a un dato prezzo. Gli strumenti Blume, L. (eds.). The New Palgrave Dictionary of Economics
sottostanti possono essere sia di tipo finanziario (un’azione, un’obbligazione, un (2nd ed.). Palgrave-McMillan. New York.
tasso d’interesse per un prestito), sia reali (come commodities agricole, petrolio,
metalli). • De Filippis, F., e Salvatici, L., 2008. “La “bolla” agricola:
4
Questa definizione di bolla è sufficientemente generale da consentire di reazioni eccessive o interessate?”. Agriregionieuropa 4 (13).
considerare tutte le diverse tipologie di bolle, da quelle razionali, a quelle Scaricabile al sito http://agriregionieuropa.unipv.it/
irrazionali, alle bolle dovute a credenze eterogenee (cfr. Brunnermeier, 2008).
5
Nel caso dell’attuale crisi, passaggi fondamentali sono stati l’approvazione negli
dettart.php?id_articolo=345.
Usa del Depository Institution Deregulation and Monetary Control Act nel 1980 e • Domanski, D., e Heath, A., 2007. Financial Investors and
soprattutto del Gramm-Leach-Bliley Act nel 1999. Quest’ultimo ha abrogato il Commodity Markets. Bank for International Settlements
Glass-Steagall Act del 1933 che, facendo tesoro della lezione del 1929,
riconosceva al sistema bancario il ruolo di fulcro del sistema economico e lo
Quarterly Review 2007 (March): 53-67.
regolamentava per impedirne il fallimento (imponendo, ad esempio, la separazione • FAO, annate varie. FAO Food Outlook. June 2008,
tra banche commerciali e banche di investimento, limiti tra depositi ad impieghi, November 2008, June 2009. FAO. Roma.
ecc.). Queste innovazioni hanno determinato il passaggio dal vecchio modello
bancario “originate and hold” al nuovo sistema “originate and distribuite”, grazie al • FAO, 2009. “1.02 billion people hungry - One sixth of
quale i prestiti bancari possono essere strutturati e cartolarizzati (securitization) per humanity undernourished - more than ever before”. FAO
poi essere venduti alle banche di investimento, ai gestori di portafogli, ai fondi
pensione, ecc. L’idea che in questo modo si potesse “eliminare” il rischio
Newsroom, 19 June 2009. Scaricabile al sito http://
trasferendolo a soggetti terzi ha determinato nei fatti una minore attenzione da www.fao.org/news/story/en/item/20568/icode/.
parte della banca all’affidabilità di chi richiede il prestito. • Galbraith, J.K., 2002. Il grande crollo. BUR. Milano.
6
Nel contesto dell’attuale crisi, ci sono almeno un paio di altre condizioni che
hanno favorito il gonfiarsi della bolla: gli incentivi ai gestori dei fondi, che sono • Gorton, G.B., Hayashi, F., e Rouwenhorst, K.G., 2007. “The
retribuiti in base delle performance, e il (mal)funzionamento delle agenzie di rating, Fundamentals of Commodity Futures Returns”. National
che tendono a sottostimare il rischio delle attività sopravvalutate. Bureau of Economic Research (NBER) Working Paper No.
7
Si fa qui riferimento al mercato nord-americano che può ritenersi indicativo degli
andamenti del mercato mondiale, anche grazie alla presenza in esso della 13249. Cambridge, Massachussets. July 2007.
maggiore borsa merci mondiale, il Chicago Board of Trade.
8
• Gorton, G.B., e Rouwenhorst, K.G., 2006. “Facts and
E avrebbe causato delle distorsioni che hanno condotto alla rottura del classico
processo di convergenza tra prezzi futures e prezzi cash.
Fantasies about Commodity Futures”. Financial Analysts
9
Sul mercato dei futures una posizione long è l’acquisto di una merce con Journal 62 (1): 47-68.
l’aspettativa che il valore di tale attività aumenterà, mentre una posizione short • Irwin, S.H., Sanders, D.R, e Merrin, R.P., 2009a. “Devil or
indica la vendita di una merce attendendosi che il suo valore in futuro diminuirà.
Nei mercati futures, per ogni posizione long deve esistere una corrispondente
Angel? The Role of Speculation in the Recent Commodity
posizione short (si tratta, perciò, di un gioco a somma zero) e, quindi, non ha alcun Price boom (and Bust)”. Powerpoint Presentation for the
senso interpretare posizioni long come domanda e posizioni short come offerta dei IATRC Symposium on “Confronting Food price Inflation:
futures. Implications for Agricultural Trade and Policies”. Seattle, 22-
10
Se così fosse, bisognerebbe spiegare come mai non tutte le merci su cui hanno
operato gli investitori non commerciali hanno manifestato un aumento dei prezzi e 23 June 2009.
perché l’aumento si sia manifestato anche per alcune merci su cui invece gli • Irwin, S.H., Sanders, D.R, e Merrin, R.P., 2009b. “Devil or
investitori non commerciali non hanno investito.
11
Dopo aver ricordato che con un prezzo superiore a quello di equilibrio (come nel
Angel? The Role of Speculation in the Recent Commodity
caso di una bolla) la domanda eccede l’offerta, Krugman conclude: “Quindi, la mia Price Boom (and Bust)”. Journal of Agricultural and Applied
sfida a coloro che dicono che c’è una bolla petrolifera è questa: cerchiamo di Economics 41 (in corso di stampa).
essere concreti e ditemi dove pensate che sia andato a finire l’eccesso di offerta di
petrolio”.
• Krugman, P., 2008. “More on Oil and Speculation.” New York
12
Ad esempio, Sanders et al. (2008) mostrano che la crescita di posizioni Times, May 13, 2008. Scaricabile al sito: http://
speculative sul lato long del mercato dei futures è stato pari o addirittura inferiore krugman.blogs.nytimes.com/2008/05/13/more-on-oil-and-
alla crescita di posizioni short da parte degli hedgers in molti mercati. In questo
speculation/.
Pagina 18 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

• Robles, M., Torero, M., e von Braun, J., 2009. “When problema della fame peggiori ulteriormente.
Speculation Matters”. IFPRI Issue Brief 57. Washington, DC. La crisi finanziaria globale non deve pertanto far dimenticare la
February 2009. crisi alimentare e che una delle sfide prioritarie sottolineate dalla
• Roubini, N., 2008. “The Perfect Storm of a Global comunità internazionale è il bisogno di soddisfare la crescente
Recession”. The Project Syndicate, 25 August 2008. domanda alimentare a livello mondiale (Vo et al., 2008). In tale
Scaricabile al sito: www.project-syndicate.org/print- senso, negli ultimi vertici internazionali, a partire dalla “High-
commentary/roubini7/English. level conference on World Food Security” promossa dalla Fao
nel 2008 sino al recente G8 de L’Aquila di quest’anno, si è
• Sanders, D.R., Irwin, S.H., e Merrin, R.P., 2008. “The
delineata una risposta articolata attorno a due pilastri:
Adequacy of Speculation in Agricultural Futures Markets:
l’investimento in assistenza alimentare e nelle reti di sicurezza
Too Much of a Good Thing?” Marketing and Outlook
alimentare a beneficio di coloro che sono maggiormente
Research Report 2008-02, Department of Agricultural and
bisognosi e l’aumento dell’investimento in agricoltura. Il settore
Consumer Economics, University of Illinois at Urbana-
primario, in particolare, sta ritornando ad essere elemento
Champaign. Scaricabile al sito: http://www.farmdoc.uiuc.edu/
centrale dell’agenda politica e ad essere inteso come essenziale
marketing/morr/morr_08-02/morr_08-02.pdf.
per il raggiungimento degli obiettivi posti dalla comunità
• Sanders, D.R., Irwin, S.H., e Merrin, R.P., 2009. “Smart internazionale per il millennio.
Money? The Forecasting Ability of CFTC Large Traders”. I due ambiti di intervento attorno ai quali si sta concentrando
Journal of Agricultural and Resource Economics 34 (in corso l’attenzione dei policy maker sono di estrema importanza per
di stampa). affrontare la problematica della povertà e della fame. Essi,
• Vaciago, G., 2008. “Alimentari ed energia: ancora una tuttavia, riguardano solo alcuni degli aspetti della sicurezza
bolla?” Working Paper n. 7. Gruppo 2013. Roma. Scaricabile alimentare sui quali la crisi finanziaria sta agendo. Uno dei
al sito: www.gruppo2013.it/working-paper/Pagine/ caratteri assunti dall’attuale crisi è quello di aver interessato le
default.aspx. diverse sfaccettature della disponibilità di alimenti,
• Torero, M., e von Braun, J., 2008. “Physical and Virtual dell’accessibilità al cibo e del suo utilizzo non solo a livello
Global Food Reserves to Protect the Poor and Prevent individuale ma anche nazionale richiedendo un ben più
Market Failure”. IFPRI Policy Brief 4. Washington, DC. July articolato e coordinato insieme di interventi.
2008. Alla luce di tali osservazioni, con il presente lavoro, dopo aver
• Torero, M., e von Braun, J., 2009. “Implementing Physical richiamato il concetto di sicurezza alimentare, si pongono in luce
and Virtual Global Food Reserves to Protect the Poor and le principali implicazioni della crisi finanziaria sulle sue
Prevent Market Failure”. IFPRI Policy Brief 10. Washington, dimensioni per evidenziare, nelle conclusioni, le più importanti
DC. February 2009. direzioni dell’intervento.

Crisi finanziaria e crisi Sicurezza alimentare


alimentare: nuove sfide per i In letteratura si annoverano diverse definizioni di sicurezza
alimentare. Quella maggiormente condivisa è stata delineata
paesi in via di sviluppo durante il World Food Summit promosso dalla Fao nel 1996 e
descrive la sicurezza alimentare come una situazione in cui tutte
Maria Sassi le persone possono disporre in ogni momento, dal punto di vista
economico e fisico, degli alimenti sufficienti, appropriati e sicuri
dal punto di vista nutrizionale per condurre una vita attiva e sana
Introduzione (Fao, 1996). Questa definizione introduce, in particolare, le tre
caratteristiche di base e distintive del concetto, vale a dire la
L’aumento dei prezzi delle materie prime agricole, manifestatosi disponibilità, l’accessibilità e l’utilizzo degli alimenti, e il livello
tra il 2007 e la prima metà del 2008, ha causato una severa crisi individuale di riferimento oltre a quello nazionale (per un
alimentare a livello globale le cui politiche di gestione sembrano approfondimento, si veda Sassi, 2006).
nel complesso aver fallito nel tentativo di contenerne l’impatto Quanto ai tre pilastri su cui si basa la sicurezza alimentare, per
negativo sui paesi e sulle fasce di popolazione più povere e disponibilità si intende che sufficienti quantitativi di cibo di buona
vulnerabili. A testimonianza di ciò, è il significativo aumento del qualità e di origine sicura devono essere prodotti o importati a
numero dei sottonutriti che, nei paesi in via di sviluppo, è livello locale, con questi ultimi che includono sia i flussi
passato da 923 milioni di persone nel 2007 a 963 milioni nel commerciali sia l’aiuto alimentare. La disponibilità di cibo viene
2008 (Fao, 2008a). Ad inasprire questa situazione, di per sé pertanto a dipendere principalmente dal settore agricolo e dei
complessa in quanto a cause e possibili soluzioni, è intervenuta sistemi di distribuzione interni e internazionali.
la crisi finanziaria globale manifestatasi nella seconda metà del L’accessibilità implica, invece, che gli alimenti debbano essere
2008, immediatamente a ridosso dello shock dei prezzi. Il distribuiti e disponibili localmente e possano essere
conseguente rallentamento economico ha fatto sì che, economicamente raggiungibili. L’accesso è una dimensione sia
nonostante il prezzo delle materie prime agricole cominciasse a economica sia fisica. La prima dipende dalla capacità delle
ridursi, il numero di sottonutriti abbia continuato ad aumentare nazioni di generare la valuta estera necessaria per pagare le
superando attualmente il miliardo di persone e assumendo importazioni e delle famiglie di generare il reddito necessario per
caratteri particolarmente severi nell’Africa Sub-Sahariana dove acquistare cibo o le risorse necessarie per barattarlo. L’accesso
una persona su tre è da considerare cronicamente sottonutrita fisico è principalmente connesso allo stato delle infrastrutture,
(Fao, 2009). alle strutture di stoccaggio e commercializzazione, alla stabilità
Sebbene derivanti da cause diverse, le due crisi sono politica e alle modalità di distribuzione del reddito in ambito
fortemente interdipendenti attraverso le loro implicazioni sulla familiare.
stabilità e sicurezza finanziaria, economica e socio-politica (von Affinché gli individui siano sani e ben nutriti, infine, gli alimenti
Brown, 2008) e richiedono un’azione immediata e coordinata al devono essere utilizzati nel migliore modo possibile, vale a dire
fine di garantire la sicurezza alimentare globale di lungo termine; devono essere sufficienti in quantità, qualità e varietà secondo i
mentre vi è un generale consenso circa il fatto che le bisogni individuali. Ciò implica, ad esempio, la conoscenza da
conseguenze dell’attuale crisi economica globale non siano del parte delle famiglie delle tecniche di trasformazione e
tutto note, per i paesi a più basso reddito ci si attende che il conservazione dei cibi, dei principi nutritivi di base, della cura di
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 19

malattie e della tutela della salute dei bambini. termine anche dopo una eventuale risoluzione della crisi
Il concetto di sicurezza alimentare così delineato, quando riferito finanziaria.
a livello nazionale, presuppone un soddisfacente equilibrio tra Da segnalare, inoltre, la reazione dei consumatori che a fronte
domanda e offerta alimentare ad un prezzo ragionevole; un dei crescenti costi degli alimenti e della vita, hanno dato luogo a
paese deve essere capace di produrre o importare il cibo disordini politici e sociali con manifestazioni spesso
necessario ed essere in grado di conservarlo, distribuirlo e caratterizzate da un elevato grado di violenza. Questi fenomeni
assicurarne equamente l’accesso alla popolazione. hanno posto in evidenza la chiara natura della sicurezza
Per raggiungere la sicurezza alimentare, le famiglie devono, alimentare come fondamento della sicurezza sociale (Shapouri
invece, disporre dei mezzi e avere la sicurezza e la garanzia di et al., 2009; von Brown, 2008).
poter produrre o acquistare gli alimenti di cui hanno bisogno e Accesso al cibo significa anche la capacità dei paesi di generare
devono avere il tempo e le conoscenze necessarie ad valuta estera necessaria a sostenere le importazioni alimentari.
assicurare a tutti i membri della famiglia che i loro bisogni In tal senso, la volatilità dei mercati internazionali sta
nutrizionali siano soddisfatti in ogni momento. compromettendo la capacità del commercio internazionale di
L’obiettivo della sicurezza alimentare non può essere, perciò, adempiere a tale funzione. I paesi in via di sviluppo più esposti
realizzato soltanto con l’aumento della produzione di alimenti, alla crisi economica, 50 secondo le più recenti stime della FAO,
ma tutte le dimensioni devono essere soddisfatte in maniera sono quelli con un elevato deficit della bilancia dei pagamenti e
stabile. con una significativa dipendenza dalle importazioni alimentari
(The Secretary General’s High-level Task Force on the Global
Food Security Crisis, 2009). Per molti di essi la riduzione dei
Crisi finanziaria, accesso al cibo e suo utilizzo rapporti di scambio, vale a dire della capacità di finanziare le
importazioni con i guadagni derivanti dalle esportazioni, insieme
Reddito ed occupazione rappresentano un primo canale al deterioramento delle condizioni finanziarie globali, ha
attraverso il quale la crisi finanziaria ha agito sul livello di indebolito in maniera significativa la sicurezza alimentare. Di
sicurezza alimentare nei paesi in via di sviluppo. Gli effetti della fronte alla bassa produzione agricola interna, all’aumento del
crisi, combinandosi con quelli derivanti dallo shock dei prezzi reddito e alle politiche di liberalizzazione commerciale, essi
delle materie prime agricole, stanno progressivamente hanno fatto sempre più ricorso alle importazioni agricole con un
riducendo l’accesso al cibo per molte famiglie a seguito aumento significativo della loro dipendenza dai mercati
dell’aumento del costo degli alimenti che ha impresso una internazionali per soddisfare il fabbisogno alimentare interno
significativa spinta inflazionistica in un contesto di potere di (Shapouri et al., 2009). In particolare, secondo un recente
acquisto stagnante e un aumento della disoccupazione legati al rapporto presentato dalle Nazioni Unite, la liberalizzazione si è
rallentamento economico (Sassi, 2008). trasformata in uno strumento che ha aumentato le
Le conseguenze più intense stanno ricadendo sulle fasce di disuguaglianze in un contesto in cui la minoranza dei beneficiari
popolazione in condizione di povertà che, rispetto al passato, si di tale processo non sono stati in grado di farsi carico dell’ampio
trovano a dipendere in misura maggiore dai salari e che sono numero di soggetti che ne hanno risentito negativamente (Wto,
più strettamente connesse al resto dell’economia non solo locale 2009).
ma anche globale (UN System High Level Task Force on the
Global Food Security Crisis, 2009). Ciò vale per coloro che
vivono nelle aree rurali, ma soprattutto per la popolazione che Crisi finanziaria e disponibilità di cibo
risiede nei centri urbani. Nei paesi in via di sviluppo i flussi
migratori verso le città hanno assunto ritmi crescenti e importanti Come precedentemente osservato, la disponibilità di cibo può
determinando un significativo aumento dell’offerta di lavoro a cui essere garantita dalla produzione interna, dalle importazioni
non ha corrisposto un aumento della domanda, in particolare, di commerciali e dall’aiuto alimentare.
quella rivolta alla popolazione più povera. L’esodo dalle Riguardo alle importazioni commerciali, oltre a quanto osservato
campagne alle città non è stato, inoltre, accompagnato nel precedente paragrafo, si sottolinea che nei prossimi anni
dall’incremento della produttività agricola e dalla riduzione della l’attuale crisi economica richiederà ad alcuni paesi in via di
domanda di lavoro nel settore primario e come conseguenza i sviluppo, in particolare dell’Africa Sub-Sahariana, oltre 20
livelli della produzione agricola e alimentare si sono contratti, in miliardi di dollari per le importazioni alimentari. Si tratta delle
alcuni casi, anche in maniera rilevante (Shapouri et al., 2009). economie caratterizzate da un elevato livello di sottonutrizione e
La minor accessibilità al cibo ha risentito anche dell’impatto di dipendenza dalle importazioni di petrolio e di cereali per il
negativo della crisi finanziaria sulla disponibilità di fondi da consumo interno. Tale situazione implica un aumento dell’aiuto
destinare alle reti di sicurezza sociale (peraltro implementate in alimentare di oltre il 20 percento in una situazione in cui i paesi
maniera efficace solo da pochi paesi), all’aiuto alimentare e alle donatori non stanno rispettando gli accordi internazionali di
rimesse. La carenza di tali risorse ha contribuito ad aumentare incremento dell’aiuto allo sviluppo (Sassi, 2008). Va osservato,
per i più vulnerabili il rischio di cadere nella spirale di povertà, inoltre, che l’aiuto alimentare se, da un lato, è stata la principale
malnutrizione e fame, quest’ultima anche nella sua forma rete di sicurezza alimentare internazionale, dall’altro, non è
cronica (Hossain, 2009). Secondo l’Ifad (2009), i consumatori attualmente in grado di soddisfare di per sé i bisogni stimati a
stanno rispondendo alla crisi consumando meno alimenti e livello globale.
spostandosi verso cibi a più basso prezzo e meno nutrienti, vale In questo contesto si inserisce l’insufficiente produzione agricola
a dire allontanandosi dai livelli di uso appropriato del cibo. Se interna che è il risultato di molteplici cause.
poi si tiene conto del fatto che la popolazione più povera spende Occorre, anzitutto, osservare che, prima del recente shock, i
tra il 50 e il 70 per cento del proprio reddito per l’acquisto di prezzi di molti prodotti agricoli si erano ridotti in maniera
alimenti, è facile intuire come la crisi finanziaria abbia sostenuto costante per un ventennio, tendenza che ha agito come
la progressiva riduzione delle spese delle famiglie anche in altri deterrente sugli incentivi degli agricoltori a realizzare gli
beni e servizi essenziali per la loro salute e benessere, quali investimenti necessari a garantire un adeguato livello di offerta e
l’istruzione, le cure sanitarie e l’acqua potabile (Fao, 2008b). A quindi la sicurezza alimentare nel medio e lungo termine. Nei
risentire maggiormente di tale tendenza sono i bambini che paesi in via di sviluppo sono state, inoltre, introdotte ampie
vedono il loro sviluppo cognitivo e fisico compromesso insieme riforme di mercato nell’ambito delle quali sono stati attuati
alla loro produttività e guadagni futuri, da adulti (Wfp, 2006). significativi tagli del sostegno pubblico all’agricoltura a cui si è
Questi effetti sono destinati ad incidere sulla durata aggiunto lo scarso interesse dei governi per l’investimento in
dell’insicurezza alimentare che, per le caratteristiche che sta beni pubblici quali le infrastrutture fisiche e sociali nelle aree
assumendo, sembra essere destinata a proseguire nel lungo rurali e la ricerca e sviluppo nel settore primario (Von Brown,
2008; Vo et al., 2008).
Pagina 20 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

In altri termini, si è assistito al contenimento dell’intervento delle politiche alimentari. Nel corso del tempo è stato
pubblico direttamente rivolto all’agricoltura, il quale ha ampiamente dimostrato come l’accesso e l’utilizzo di cibo
tradizionalmente avuto un ruolo preminente nel garantire la rappresentino dimensioni essenziali del fenomeno che devono
sicurezza alimentare, e di quello indirettamente destinato al affiancare ed integrare l’approccio del lato dell’offerta alla
primario perché a beneficio di altri settori essenziali per attivare sicurezza alimentare.
investimenti privati nella stessa agricoltura. Affrontare la fame significa, pertanto, riportare al centro
Il risultato più evidente di tale situazione è la bassa produttività dell’agenda politica non tanto lo sviluppo agricolo, quanto il
agricola che caratterizza molti paesi in via di sviluppo e la diritto al cibo. Ciò implica la predisposizione e attuazione da
difficoltà per il settore di soddisfare la crescente domanda parte dei singoli paesi di specifici interventi definiti nell’ambito di
alimentare. obiettivi di sicurezza alimentare da realizzare nel contesto dei
Anche i paesi donatori hanno trascurato l’agricoltura con un programmi di sviluppo nazionale. Si tratta di un insieme di azioni
contenimento significativo della quota di aiuti (Official riferite a politiche per aumentare la disponibilità di cibo,
Development Assistance) ad essa direttamente indirizzata: si è migliorarne l’accesso e l’utilizzo e per assicurare la stabilità
passati dal 13% agli inizi degli anni Ottanta al 2,9% nel 2005-06 dell’offerta, che devono essere opportunamente coordinate
(The Secretary General’s High-level Task Force on the Global attorno a priorità identificate a livello locale. Senza la definizione
Food Security Crisis, 2009). Analogamente, si è assistito al di tale strategia, anche l’aiuto alimentare internazionale perde di
taglio dell’aiuto allo sviluppo destinato ad attività economiche efficacia.
con esternalità positive per il primario (Vo et al., 2008). La crisi finanziaria ha, inoltre, rafforzato la dimensione globale
In tale situazione di trascuratezza del settore agricolo come del fenomeno della fame sottolineando la necessità di
elemento di sviluppo e di sicurezza alimentare si sono coinvolgere nella implementazione delle politiche di sicurezza
manifestati, prima, lo shock dei prezzi e, successivamente, la alimentare un’ampia categoria di attori, dai ministeri, alle
crisi finanziaria globale. istituzioni locali, alle organizzazioni non governative e alle
L’aumento dei prezzi degli alimenti ha fornito inizialmente alcuni agenzie delle Nazioni Unite e dei paesi donatori. Ciò pone
stimoli all’aumento produttivo, ma la successiva volatilità dei l’urgenza di ridefinire i meccanismi e gli strumenti della
mercati delle materie prime agricole e la crisi del sistema governance economica globale.
finanziario globale sono state di ostacolo alla pianificazione di In tale contesto, si inserisce pure la questione della definizione
lungo termine costituendo un disincentivo per l’investimento e delle regole di commercio internazionale. Le implicazioni della
rendendo difficile la restituzione dei debiti contratti con il sistema volatilità dei mercati internazionali sulla sottonutrizione
bancario dagli agricoltori che, volendo sfruttare i vantaggi legati chiamano in causa la necessità di considerare la liberalizzazione
all’impennata dei prezzi, hanno fatto ricorso a prestiti per non come un fine di per sé, ma come parte di un insieme di
effettuare gli investimenti necessari ad aumentare la produttività strumenti per realizzare gli obiettivi di sviluppo e benessere
delle loro aziende. A ciò si aggiunge la condizione dei piccoli economico e sociale che le Nazioni Unite e quindi la comunità
agricoltori, 500 milioni a livello globale, costituiti principalmente internazionale si sono date, tra le quali vi è la riduzione della
da donne, dai quali dipende la sussistenza di due miliardi di insicurezza alimentare.
persone. Essi stanno incontrando le difficoltà maggiori ad
accedere al credito per il taglio alla disponibilità di capitale
attuato dal sistema bancario a cui ha fatto seguito anche la Riferimenti bibliografici
rivalutazione del valore dei fattori di produzione rendendone
sempre più difficile l’accesso. • Fao (1996), Implications of economic policy for food security-
Senza investimenti in agricoltura i prezzi degli alimenti con molta A training manual, Fao, Rome.
probabilità continueranno ad aumentare. • Fao (2008a), The State of Food Insecurity in the World, Fao,
A ciò si aggiunge il fatto che nei paesi esportatori di alimenti la Rome.
riduzione dei prezzi delle materie prime agricole può significare • Fao (2008b), Soaring Food Prices: Facts, Perspectives,
un taglio nelle semine e quindi nei raccolti. Poiché il livello delle Impacts and Actions Required, http://www.reliefweb.int/rw/
scorte di cereali resterà basso, questo scenario potrebbe lib.nsf/db900sid/PANA-F5HYU/$file/FAO_apr2008.pdf?
condurre nei prossimi anni ad un’ulteriore spinta all’aumento dei openelement.
prezzi degli alimenti con conseguenze catastrofiche per milioni
• Fao (2008c), FAO Outlook 2008: Agricultural Commodity
di persone che si troveranno senza reddito e possibilità di
Markets and the Financial Crisis, Fao, Rome.
accedere al credito (Fao, 2008c).
• Fao (2009), Secretariat contribution to defining the objectives
and possible decisions of the World Summit on Food
Security on 16, 17 and 18 November 2009 human rights,
Conclusioni http://www.fao.org/fileadmin/user_upload/newsroom/docs/
Secretariat_Contribution_for_Summit%20.pdf.
La crisi finanziaria globale sta rafforzando l’attenzione delle
• Hossain N. (2009), Voices of the Poor in the Current Crises,
istituzioni, ad ogni livello, alla questione della fame e
IDS In Focus Policy Briefing, 7, March.
dell’insicurezza alimentare e, in tale contesto, all’importante
ruolo che l’agricoltura può avere come stabilizzatore nell’attuale • Ifad (2009), Statement by the IFAD President to the joint AU
periodo di rallentamento dell’economia. and ECA conference: Implications of the global financial and
Sebbene indispensabile, il solo investimento nel settore primario economic crisis for Africa’s long-term development, http://
non basta per risolvere la problematica e nemmeno per limitare www.ifad.org/events/op/2009/cairo.htm.
l’impatto esercitato dalle recenti crisi. L’analisi sviluppata ha • Shapouri S., Rosen S., Gale F. (2009), Food Security
posto in evidenza come quest’ultima abbia agito su tutte le Assessment, 2008-09, USDA, Washington D.C..
dimensioni del concetto di sicurezza alimentare e sottolineato • Sassi M. (2006), An Introduction to Food Security Issues and
come essa debba essere riferita non solo al livello individuale, Short-Term Responses, Aracne, Roma.
ma anche nazionale e globale. Va anche ribadito che • Sassi M. (2008), Prezzi agricoli ed emergenza alimentare,
l’attenzione sulla sola dimensione dell’offerta riporterebbe il De Filippis, F. (a cura di), Prezzi agricoli ed emergenza
dibattito sulla sicurezza alimentare e il relativo intervento al alimentare. Cause, effetti, implicazioni per le politiche,
trentennio successivo alla seconda guerra mondiale, quando la Edizioni Tellus, Roma.
problematica era percepita come legata esclusivamente alla
• The Secretary General’s High-level Task Force on the Global
disponibilità fisica di alimenti e, di conseguenza, sviluppo
Food Security Crisis (2009), Global economic turmoil
agricolo e aiuto alimentare rappresentavano gli elementi centrali
intensifies the food crisis. Immediate action required to
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 21

secure adequate long-term global food supply, http:// dal lato del consumo di quelle che avrebbero potuto
www.un.org/issues/food/taskforce/pdf/Global_Economic.pdf. approfittarne in termini di maggior guadagno. Inoltre, l’aumento
• UN System High Level Task Force on the Global Food dei prezzi dell’energia ha influito direttamente sui costi di
Security Crisis (2009), The Global Economic Situation and produzione dell’agricoltura, e sul costo di alcuni input chiave
Food Security, 19th April, http://www.un.org/issues/food/ come i fertilizzanti, gli antiparassitari e l’uso dei mezzi
taskforce/Documentation/HLTF_statement_Treviso.pdf meccanici. E l’inflazione, dal lato dei costi di produzione, sembra
• Vos R., Kozul-Wright R., Inoue K. (2008), Don’t forget the essersi trasmessa rapidamente nei paesi LIFDC (FAO, 2009b).
food crisis: New policy directions needed, UN-DSA Policy Gli alti prezzi internazionali dei prodotti agricoli di questo
Brief, 8. periodo, e la fiammata del 2008, non hanno costituito
un’opportunità per i paesi più deboli, e soprattutto per i produttori
• Von Brown J. (2008), Food and financial crises: Implications
più deboli. Basta guardare l’evoluzione della produzione negli
for agriculture and the poor, IFPRI, Food Policy Report, 20,
ultimi mesi. Fra il 2007 e il 2008 è aumentata molto
http://www.ifpri.org/pubs/fpr/pr20.asp.
rapidamente, e di un’entità percentuale che raramente si
• Wfp (2006), World Hunger Series 2006: Hunger and osserva su scala globale. Per i cereali, il Food Outlook della Fao
Learning, http://wfp.org/policies/introduction/other/ stima una crescita della quantità fisica su base annua di circa il
documents/pdf/World_Hunger_Series_2006_En.pdf 7,5% fra il 2007 e il 2008; è questa la reazione dell’offerta alla
• Wto (2009), UN repporteur and WTO delegates debite the crescita rapida dei prezzi che si verificava in quel periodo.
right to food, www.wto.org/dnglish/news_e/news09_e/ Tuttavia, dove è concentrata questa crescita? Nei paesi LIFDC,
ag_02ju/09_e.htm. che contano per poco più del 40% su scala mondiale, la
produzione è cresciuta in quello stesso anno del 3.7%, mentre
nel complesso dei paesi sviluppati la crescita è stata del 13%.
La scarsa capacità produttiva, le infrastrutture deboli, la scarsa
Prezzi agricoli, recessione e organizzazione delle filiere e dei mercati non hanno consentito -
o hanno consentito in misura assai minore ‑ ai produttori dei
insicurezza alimentare LIFDC di reagire ai prezzi favorevoli aumentando rapidamente la
produzione, come è avvenuto altrove.
Piero Conforti Cosa è successo successivamente? Nella seconda metà del
2008, com’è noto, i prezzi internazionali dei prodotti agricoli e
dell’energia sono rientrati precipitosamente dal picco raggiunto
Le ultime stime pubblicate dalla FAO (2009a) mostrano una intorno all’estate, soprattutto a causa dei segnali di recessione
crescita preoccupante della sottonutrizione: circa un sesto che hanno investito tutta l’economia mondiale. La crisi
dell’umanità, corrispondente a oltre un miliardo di persone, vive alimentare ha smesso di fare notizia, lasciando il posto al
in tali condizioni. La cifra è più che doppia rispetto a quella collasso dei mercati finanziari.
menzionata negli obbiettivi del primo World Food Summit, che Nei paesi poveri e dipendenti come i LIFDC la frenata dei prezzi
nel 1996 proponeva ai paesi raccoltisi a Roma di impegnarsi per agricoli non è stata altrettanto brusca, e molti sono ancora oggi
ridurre entro il 2015 il numero globale entro i 420 milioni; un a livelli problematici. Il database sui prezzi locali dei beni
obiettivo che allora fu considerato poco ambizioso, e che oggi alimentari del Global Information and Early Warning System
sembra ben difficile da raggiungere. della Fao mostra, a luglio 2009, che di 780 quotazioni di prodotti
Quali sono le cause di questo regresso? Al momento, esse alimentari, il 94% è ancora superiore al livello di due anni prima,
vanno individuate soprattutto nella rapida sequenza con cui si ed il 71% è superiore di oltre il 25% rispetto al livello del luglio
sono susseguiti, in parte sovrapponendosi, la fiammata dei 2007. Le stesse percentuali risultano anche più elevate se si
prezzi internazionali dei prodotti agricoli e dell’energia e la crisi considera il caso dei cereali nell’Africa Sub-Sahariana. Questo
economica innescata dalle vicende dei mercati finanziari vuol dire che i prezzi dei prodotti alimentari sono ancora alti,
internazionali. mentre la crisi economica ha cominciato a far sentire i suoi
Com’è noto, l’inflazione è di per sé fenomeno regressivo, che effetti, riducendo le opportunità di occupazione e i redditi. Le
colpisce proporzionalmente di più i redditi più bassi. Quella famiglie più vulnerabili dunque sono schiacciate da due lati.
importata fra il 2006 e il 2008 da molti paesi poveri, sebbene I canali attraverso cui la recessione globale sta facendo sentire i
temperata spesso dalla imperfetta trasmissione dei segnali ai suoi effetti nei paesi più poveri sono molti, e spesso sinergici. Un
mercati interni, si è tradotta in una difficoltà di accesso al cibo effetto evidente in molti paesi è la riduzione delle rimesse dei
per molte famiglie vulnerabili, senza riuscire a costituire una lavoratori emigrati, che costituisce una fonte di capitale
reale opportunità di guadagno per i produttori agricoli, e specie importante per molte famiglie, sia nelle zone urbane che in
per quelli che operano su piccola scala e in condizioni di quelle rurali, in grado di supplire a mercati del credito
sussistenza. largamente incompleti. Le rimesse aumentavano rapidamente
Questo è capitato soprattutto nelle economie deboli e dipendenti negli anni scorsi, e costituivano una voce significativa nel
per il cibo e l’energia ‑ che la Fao classifica come Low-Income- prodotto lordo di molti piccoli paesi. Il contrarsi di questa fonte di
Food Deficit Countries (LIFDC), una lista che si sovrappone per finanziamento - si stima una riduzione del 5% nel 2008 e dell’8%
larga parte con quella dei Paesi meno avanzati (Pma), ultimi nel 2009 - ha effetto soprattutto sui piccoli investimenti. Attività
nella scala del reddito procapite – e che faticano a identificare e spesso legate all’agricoltura ed alla trasformazione dei prodotti
promuovere a breve termine attività produttive che siano agricoli, come una piccola serra, o un impianto di trasformazione
competitive (http://www.unohrlls.org/en/ldc/related/62/). a dimensione familiare, sono oggi più difficili da realizzare; e
Il problema, in questi paesi, si pone anzitutto per i consumatori questo pregiudica le opportunità di guadagno a medio termine.
urbani, più direttamente esposti alla crescita dei prezzi Ma anche le altre fonti di finanziamento si stanno riducendo. A
internazionali, e privi di quella temporanea valvola di sicurezza livello macro, il Fondo Monetario si attende una riduzione del
costituita dall’autoconsumo. Ma non solo: uno studio condotto di 25% circa delle risorse finanziarie destinate al sostegno dei
recente dalla Banca Mondiale e dalla Fao sulle Rural Income paesi più poveri attraverso l’Official Development Assistance.
Generating Activities ha mostrato come, in un campione di Senza contare che i canali formali del credito che operano nei
dodici Pma - Bangldesh, Pakistan, Vietnam, Guatemala, Ghana, paesi in via di sviluppo risentono, come tutti, della stretta
Malawi, Madagascar, Etiopia, Zambia, Cambogia, Bolivia, Perù internazionale. E anche gli investimenti diretti esteri si stima si
‑ siano venditrici nette in media il 23% delle famiglie totali, il siano contratti nel 2009 del 32% su base annua (FAO, 2009a).
31% di quelle residenti nelle aree rurali, ed il 25% delle famiglie Nel mercato dei prodotti ci si attende anche una contrazione
che vivono con meno di un dollaro al giorno (FAO, 2008). delle esportazioni, stimata fra il 5% e il 9% per il 2009, e
Dunque sono molte di più le famiglie che subiscono l’inflazione soprattutto una caduta del valore unitario delle esportazioni dei
Pagina 22 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

paesi in via di sviluppo. Questo peggioramento congiunturale si


colloca in un quadro in cui, soprattutto per i prodotti a maggior Le tentazioni neo-protezionistiche
valore aggiunto cui molti paesi guardano, la competizione nei L’impatto della crisi sul commercio
mercati promettenti come quelli europei e nordamericani era già internazionale e sui negoziati Wto
in crescita, e richiedeva di conseguenza investimenti cospicui: si
pensi, ad esempio, ai sistemi di controllo della qualità e della
Luca Salvatici
salubrità degli alimenti, sempre più importanti per i consumatori,
e che sempre più contribuiscono a definire i flussi commerciali. Il
rallentamento congiunturale del commercio e l’accresciuta
competizione hanno costi valutabili direttamente in opportunità
Il commercio internazionale e la crisi
occupazionali nei paesi come i LIFDC, i cui effetti
Gli effetti negativi sull'andamento dell'economia reale generati
probabilmente, devono ancora manifestarsi.
dalla crisi finanziaria iniziata nel 2007, già evidenti nel 2008, si
Cosa ci possiamo aspettare per gli anni a venire? L’ultimo
sono fortemente accentuati nel 2009. Nonostante i timori nutriti
esercizio di proiezione condotto congiuntamente da Ocse e Fao
da molti, anche all'interno del Governo italiano, nei confronti del
(2009) sui mercati agricoli, pubblicato a luglio del 2009, sostiene
libero scambio, il commercio internazionale non è stato
che i prezzi internazionali dei prodotti agricoli dovrebbero
certamente una delle cause di questa crisi. D’altra parte, i
permanere nel prossimo decennio a un livello relativamente alto,
processi di integrazione che hanno fatto crescere gli scambi in
fra il 10% e il 20% più alto di quello del decennio scorso per i
misura più che proporzionale durante la fase ascendente del
maggiori prodotti vegetali, e circa al livello del decennio scorso
ciclo economico, amplificano adesso gli effetti negativi. Secondo
per i prodotti degli allevamenti. Un elemento chiave
The Economist quest’anno il volume degli scambi commerciali
dell’esercizio è l’ipotesi sul livello del prezzo del petrolio. Sulle
dovrebbe registrare una riduzione del 10%: un decremento di
base delle indicazioni correnti di chi conosce quel mercato,
tale entità non si era mai registrata nel corso degli ultimi 80 anni.
l’Outlook di Ocse e Fao utilizza 100 dollari al barile come valore
Il commercio internazionale, quindi, ha rappresentato un canale
di riferimento tendenziale per il prossimo decennio. Dunque, i
attraverso cui la crisi si è trasmessa attraverso i mercati. La
costi relativamente sostenuti, combinati con la pressione di
speranza è che possa giocare un ruolo analogo nel momento in
domanda che la popolazione mondiale – ancora in crescita
cui si registrerà una ripresa, ma ciò potrà avvenire soltanto se i
sebbene a tasso decrescente – dovrebbero continuare a
governi eviteranno di cadere preda delle tentazioni
mantenere prezzi vivaci. Questo sempre dopo che la crisi
protezionistiche particolarmente potenti nei periodi di
economica generalizzata avrà finito di esercitare i suoi effetti
recessione.
diretti.
Gli scambi agricoli non sono stati certamente i più colpiti dalla
Quale può essere la via di uscita da questo quadro sfavorevole?
crisi. Dopo un anno per molti versi eccezionale come il 2008,
La prospettiva che si ripropone, e che sembra tutt’altro che facile
tutti i più importanti paesi stanno registrando una riduzione del
da realizzare, è ancora quella di investire nell’agricoltura, nella
commercio. Le esportazioni agroalimentari dell’UE si sono
crescita della produttività, delle infrastrutture e dei servizi
ridotte del 12% nel primo quadrimestre del 2009, con
necessari agli agricoltori soprattutto nei paesi come i LIFDC.
diminuzioni particolarmente accentuate nel caso dei prodotti
L’agricoltura può essere un motore di affrancamento dalla
trasformati. La dimensione e la velocità della caduta delle
povertà, e di accumulazione di quel surplus che consente di
esportazioni, dopo molti anni di continua crescita, dimostrano
diversificare le economie e spingerle verso produzioni
che la recessione ha amplificato la caduta dei prezzi, ridotto le
competitive e scambiabili nei mercati, interni ed internazionali.
risorse finanziarie disponibili per finanziare gli scambi e
Le risorse necessarie a realizzare un piano globale di
penalizzato i consumi dei prodotti a maggior valore aggiunto
investimenti sono valutate dalla Fao in circa 30 miliardi di dollari
come vini, liquori e prodotti lattiero-caseari (European
per anno (FAO, 2009a): una cifra certamente cospicua e non
Commission, 2009).
facile da reperire in tempi di recessione, ma che può apparire
In questo difficile scenario, va sottolineato che la performance
ragionevole se confrontata ad altre spese, come per esempio
del settore primario italiano risulta tutto sommato soddisfacente.
quelle per il sostegno all’agricoltura nei paesi dell’Ocse o quello
Sono infatti diminuite le esportazioni di prodotti importanti come
che si è speso nei mesi scorsi per il salvataggio di istituzioni
vino e latticini, ma si sono registrati degli aumenti in molti altri
finanziarie. Da questo punto di vista, il Joint Statement on Global
comparti quali ortaggi, carni, prodotti da forno, oli e grassi
Food Security rilasciato all’ultima riunione del G8, e l’impegno a
(Coldiretti, 2009).
mobilizzare 20 miliardi di dollari in tre anni per sostenere lo
sviluppo sostenibile dell’agricoltura e la lotta all’insicurezza
alimentare potrebbe indurre ad un qualche ottimismo.
Quei 30 miliardi di dollari all’anno potrebbero essere fondi ben
Le reazioni dei governi
spesi soprattutto se venissero utilizzati per rendere i paesi come
Come documentato dal Segretariato del WTO (2009), negli
i LIFDC più forti da un punto di vista strutturale, poiché questo
ultimi mesi molti paesi hanno adottato misure che, sebbene non
consentirebbe loro di fronteggiare meglio qualunque tempesta
rientrino fra i tradizionali strumenti di politica commerciale,
dovesse tornare a investire l’economia mondiale, il mercato dei
possono influenzare in misura notevole gli scambi. Si tratta, ad
prodotti agricoli, o entrambi, come è avvenuto in questi anni. Al
esempio, degli aiuti diretti a settori specifici spesso concessi a
tempo stesso, è chiaro anche che la condizione attuale di
condizione che non vengano licenziati i lavoratori nazionali o
emergenza dettata dalla crescita della sottonutrizione richiede
dietro l’impegno ad utilizzare i fondi ricevuti unicamente per
investimenti anche in reti di sicurezza e di aiuto diretto a breve
l’acquisto dei prodotti domestici. La tendenza a privilegiare i
termine, che andrebbero affiancate e poste in connessione con
prodotti nazionali ha avuto epigoni anche nel nostro paese, dove
le azioni rivolte al miglioramento strutturale.
si ricordano ancora gli inviti, più o meno pittoreschi, a sostituire
la frutta esotica con quella nostrale.
Riferimenti Bibliografici: Sebbene l’impatto protezionistico di queste misure sia
difficilmente valutabile, e non vada in ogni caso sottovalutato, va
• FAO The State of Food Insecurity in the World, FAO, Roma, riconosciuto che non si è registrata l’escalation protezionistica
da molti temuta sulla base delle analogie con la crisi del ’29.
• FAO (2009a)“More People than ever are victims of hunger” Parecchi paesi hanno utilizzato i margini consentiti dagli accordi
FAO Press Release, 20 giugno internazionali per aumentare la protezione o concedere sussidi,
• FAO (2009b) The State of Agricultural Commodity Markets ma sono stati assai pochi i casi di mancato rispetto degli
2009, FAO, Roma, impegni sottoscritti. I paesi membri della World Trade
• OECD e FAO (2009) “Agricultural Outlook 2009-18”, Paris Organization (WTO) hanno certamente fatto largo e crescente
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 23

uso dei dazi antidumping e delle varie clausole di salvaguardia pubblica è tutta rivolta alle conseguenze “interne” della crisi e
previste dagli accordi. Ciò dimostra, se non l’utilità, almeno la alla riforma sanitaria.
necessità politica di misure che consentano ai governi alcuni In queste ultime settimane, la novità più rilevante è
“gradi di libertà” di fronte di situazioni eccezionali. Sebbene le rappresentata dalla richiesta di USA e Canada di affiancare al
misure protezionistiche rimangano criticabili nella loro efficacia e negoziato sulle regole da applicare per ridurre la protezione (le
nei loro effetti, va riconosciuto che risultano assai meno cosiddette modalities) l’avvio di una discussione direttamente
dannose qualora vengano adottate in forme limitate, rivolta alle “schedules” ovvero gli elenchi che contengono gli
temporanee e sulla base di regole precise: in questo senso la impegni sottoscritti da ciascun paese. Si tratta di un vero proprio
differenza di comportamento da parte dei paesi ancora non capovolgimento dell’approccio tradizionale che potrebbe
membri della WTO, come Algeria e Russia, è apparsa evidente consentire di superare l’impasse provocata dal grande numero
(Hufbauer e Stephenson, 2009). di eccezioni attualmente in discussione sia in termini di prodotti
Anche nel caso di settori tradizionalmente protetti come (speciali, sensibili, ecc.), sia in termini di paesi (in via di sviluppo,
l’agricoltura, la struttura degli accordi sottoscritti al termine membri recenti del WTO, ecc.). Tutte queste forme di flessibilità
dell’Uruguay Round ha retto bene l’impatto della crisi. È vero nell’applicazione degli impegni rendono assai incerta l’entità
che la decisione di USA e UE di fare nuovamente ricorso ai della liberalizzazione effettivamente conseguibile: la
sussidi all’esportazione nel settore lattiero-caseario è in predisposizione immediata delle schedules, invece, renderebbe
flagrante contraddizione con l’accordo manifestato nella più facile la quantificazione dell’accesso ai mercati e ciò
Conferenza ministeriale di Hong Kong del 2005 per l’abolizione potrebbe risvegliare l’interesse delle industrie esportatrici
di questo strumento di politica commerciale. D’altra parte, va potenzialmente interessate alla conclusione di un accordo.
riconosciuto che l’entità dei sussidi risulta comunque affatto Si tratta però di un approccio assai difficile da perseguire, in
compatibile con le regole del WTO attualmente in vigore. In quanto ogni schedule comprende migliaia di linee tariffarie e
conclusione, se da una parte la crisi economica ha molti paesi, innanzi tutto quelli in via di sviluppo, temono di non
indubbiamente coinciso con una fase di stallo dei negoziati del avere la capacità di seguire il negoziato. D’altra parte, si rischia
Doha Round, dall’altra ha anche dimostrato la robustezza e di passare da un negoziato sulle “formule” (di riduzione tariffaria)
l’utilità di un sistema multilaterale di regolamentazione degli ad una discussione su singoli prodotti, e su questi ultimi si
scambi. potrebbero facilmente concentrare le resistenze dei produttori
nazionali potenzialmente colpiti dalla concorrenza straniera.
La prossima Conferenza Ministeriale del WTO è prevista a
La posta in gioco Ginevra dal 30 novembre al 2 dicembre 2009 e dovrebbe
occuparsi dell'andamento generale dell'Organizzazione, visto
Il quadro tutto sommato confortante che abbiamo tracciato non che dall'ultima Conferenza tenutasi a Hong Kong nel 2005 sono
costituisce però una garanzia contro i possibili rischi futuri. In trascorsi ben più dei due anni previsti dalle regole costitutive del
presenza di un ciclo economico internazionale pesantemente WTO. Sebbene non si preveda che il Doha Round sia
recessivo anche i paesi membri della WTO potrebbero (necessariamente) all'ordine del giorno, è evidente che la
incontrare sempre maggiori difficoltà a resistere alle richieste riunione dei ministri rappresenterà sicuramente un’occasione
delle imprese e dei settori in difficoltà, tanto più che esistono cruciale per verificare la possibilità di arrivare ad un accordo
ancora sostanziali margini per aumentare la protezione pur nel entro il 2010. La conclusione del Doha Round rappresenterebbe
rispetto degli impegni pregressi. una buona notizia e ciò sarebbe vero a prescindere dai
Un recente studio dell’IFPRI (Bouët e Laborde, 2008) ha contenuti dell’eventuale accordo. La crisi economica, infatti, ci
simulato, con un modello di equilibrio generale, due tipi di ha ricordato quanto sia difficile rimanere immobili sulla
scenari. Nel primo i dazi applicati crescono al livello massimo “bicicletta” della politica commerciale: se non si va (pur
compatibile con gli impegni esistenti in ambito WTO (i dazi lentamente) avanti con la liberalizzazione, si finisce per cadere
massimi possibili sono detti “consolidati”); nel secondo scenario, (più o meno rovinosamente) nel protezionismo.
i dazi salgono ai livelli più elevati registrati nel corso degli ultimi
13 anni. Nel primo caso il commercio mondiale si ridurrebbe del
7,7%, colpendo in particolare i paesi in via di sviluppo le cui Riferimenti bibliografici
esportazioni cadrebbero dell’11,5%; nel secondo scenario gli
effetti sarebbero più limitati con una riduzione del commercio • Bouët A., Laborde D. (2008), “The cost of a non-Doha”,
mondiale pari al 3,2%. Complessivamente le riduzioni di Briefing Note, IFPRI, Washington D.C., USA.
benessere dovute all’aumento della protezione oscillerebbero tra • Coldiretti (2009), Trends, Anno 4, numero 2
i 350 e i 130 miliardi di dollari: valori largamente superiori, si noti • European Commission (2009), Monitoring Agri-trade Policy,
bene, alle stime disponibili per quanto riguarda i benefici di un
No. 02-09, Directorate-General for Agriculture and Rural
eventuale accordo nell’ambito del Doha Round. Ciò dimostra
Development, Brussels.
che la conclusione dell’attuale ciclo negoziale, anche nel caso
limite in cui non implicasse alcuna modifica delle politiche • Hufbauer G., Stephenson S. (2009), “Trade policy in a time
esistenti (i dazi applicati) e si limitasse a ridurre l’entità della of crisis: Suggestions for developing countries”, CEPR Policy
protezione possibile (i dazi consolidati), avrebbe comunque una Insight, 33, Brussels.
notevole importanza nell’aiutare i governi a resistere alla • Salvatici L. (2009), “Doha Development Round: la vera posta
tentazione di far ricorso alle politiche protezionistiche nei in gioco”, nelmerito, 9 gennaio (http://www.nelmerito.com/).
momenti di crisi (Salvatici, 2009). • World Trade Organization (2009), Report on the financial
and economic crisis and trade-related developments, WT/
TPR/OV/W/2, Ginevra.
Un futuro incerto
Le probabilità di arrivare ad una conclusione positiva del Doha associazioneAlessandroBartola
studi e ricerche di economia e di politica agraria
Round rimangono però quanto mai incerte. Nonostante le
promesse e gli impegni che vengono costantemente ripetuti da
tutti leader politici in occasione dei vertici internazionali, la
distanza fra queste dichiarazioni in un certo senso rituali e il Le procedure e la modulistica per diventare socio
concreto svolgersi dei negoziati rimane grande. In particolare, dell’Associazione “Alessandro Bartola”
permangono molti dubbi sulla priorità politica attribuita al sono disponibili sul sito
negoziato da parte di un attore cruciale come gli Stati Uniti, in www.associazionebartola.it
una fase in cui l’attenzione dell’amministrazione e dell’opinione
Pagina 24 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

Tabella 3 - L’inflazione percepita nei canali di vendita


Grande distribuzione e crisi dei variazioni % prezzo medio nell’ultimo anno; valutazione dei consumatori
variazione % media
consumi Canali 2005 2006 2007 2008
annua 2005-2008
Ipermercato + 15,9 + 10,9 + 7,6 + 11,1 + 11,2
Francesca Negri Supermercato + 17,3 + 13,1 + 8,6 + 12,1 + 12,7
Superette + 12,8 + 13,3 + 10,3 + 13,7 + 12,5
Discount + 8,6 + 9,1 + 11,1 + 10,5 + 9,8
Media + 15,3 + 13,1 + 9,2 + 11,8 + 12,3
Introduzione Fonte: Fornari (2009)

La situazione congiunturale, i livelli di fiducia, le aspettative e le


Valori così alti di inflazione percepita si discostano dall’inflazione
percezioni dei consumatori hanno un riflesso diretto sulle
reale, mostrando tuttavia come nelle percezioni dei clienti i
imprese distributive del settore grocery nonché sui rapporti
diversi canali abbiano un preciso orientamento di convenienza.
Industria-Distribuzione. Il BCG Consumer Sentiment Barometer
Per la prima volta, le previsioni di crescita 2009 nei budget
(marzo 2009) mostra come solo il 52% degli italiani non abbia
aziendali delle imprese commerciali registrano anche valori
tagliato, né lo farà, le spese alimentari, evidenziando come il
negativi. Sebbene questi budget siano aggiornati ogni quindici
cluster più preoccupato per la crisi sia quello delle donne single,
giorni, di fronte ad una previsione media di crescita di + 2,4%
mentre tra i più confident appaiono le coppie anziane e le
dei budget, si rilevano oscillazioni tra il -6% e il +9%. Da parte
famiglie con bambini.
degli attori dell’industria ci si aspettano previsioni di crescita nei
L’analisi dei cambiamenti dei comportamenti d’acquisto dei
budget aziendali 2009 nell’ordine del +1,9%, con oscillazioni tra
consumatori (Tabella 1) evidenzia alcune conferme, e qualche
il -3% e il +8% (fonte: CERMES – Università Bocconi).
sorpresa:
La risposta della Distribuzione a questa crisi tocca
profondamente tre aree di management:
Tabella 1 - Variazioni dei comportamenti di acquisto nei consumatori (%)
• I rapporti di trade marketing: i retailer “pessimisti”
2009 accentrano la struttura organizzativa, potenziano la funzione
Cambiamenti 2007 2008
(marzo) acquisti, cercano di inserire in fattura gli sconti fuori fattura
Ho accresciuto la mia propensione al risparmio 60,2 78,0 83,1 (perché in questa maniera possono accedervi prima) e
Frequento di meno i ristoranti/pizzerie 44,9 62,5 71,5 reagiscono duramente agli aumenti di listino industriali
Sono più attento ai prezzi di tutti i prodotti 80,1 88,9 91,5 considerati ingiustificati. Si pensi, ad esempio, alle dure
Cambio più frequentemente i negozi dove reazioni che la Distribuzione ha (e comunica ai clienti) di
31,9 39,9 35,2
acquistare fronte all’aumento dei listini da parte dell’Industria, dure
Ho ridotto le quantità acquistate abitualmente 23,6 35,3 48,4 reazioni che si concretizzano nelle temporanea de-
Sono più attento alla qualità dei prodotti ali-
68,5 68,0 78,9
referenziazione (con effetto soprattutto dimostrativo) delle
mentari marche al rialzo (si vedano le recenti decisioni di delisting di
Frequento più spesso i punti vendita discount 29,6 32,1 30,2 E. Leclerc in Francia) o nel rifiuto di referenziare prodotti
“nuovi” frutto di marginali modifiche, soprattutto estetiche,
Fonte: CERMES – Università Bocconi
con annessi aumenti di listino perché “nuovi”. Si presume
inoltre di assistere, a seguito del fallimento delle Insegne
Di fronte all’attualità e alla contingenza del tema della crisi, ci si meno performanti, ad un aumento della concentrazione
prefigge, nei prossimi paragrafi, di condurre una riflessione sul della Distribuzione, che affronterà, a sua volta, ulteriori
grado e la qualità dell’impatto che essa ha sulle imprese della operazioni di M&A competitive da parte dei produttori,
distribuzione in termini di volumi di vendita, formati di vendita e appartenenti anche a settori differenti.
declinazione del retail mix.
• Le scelte inerenti lo sviluppo quali-quantitativo della rete:
dall’apertura di nuovi punti vendita alla scelta dei formati
distributivi, attraverso la dismissione dei punti vendita meno
I retailer e la crisi performanti;
• La declinazione delle leve di retail mix, in termini soprattutto
Sebbene, come per le crisi precedenti, il largo consumo sia un
di assortimento, private label, pricing e promozione,
capitolo di spesa meno ciclico rispetto ad altri, la tabella 2
comunicazione.
evidenzia segnali di contrazione nel settore della Grande
Distribuzione Organizzata (Gdo):

Tabella 2 - Tasso di sviluppo della Gdo in Italia (variazione % giro d’affari)


L’impatto sulla rete e sul retail mix
Anni A rete complessiva A parità di rete I consumi delle famiglie, determinati da reddito ricchezza e
Media 2000 – 2005 + 5,6 % + 1,5 % aspettative, impattano sugli scenari futuri della distribuzione
2006 + 3,4 % - 0,9 % commerciale anche per quanto riguarda la scelta dei formati
distributivi. Così come non tutte le categorie merceologiche
2007 + 2,5 % - 1,1 %
stanno conoscendo una contrazione nei volumi, sarebbe
2008 + 2,9 % - 0,4 % limitativo sostenere che la crisi ha colpito alla stessa maniera i
Fonte: CERMES – Università Bocconi, elaborazioni su dati Iri - Information molteplici formati distributivi.
Resources e su dati aziendali
Tabella 4 - Crisi, consumatori e formati distributivi (in %, con possibilità di risposta
multipla)
All’interno del dato precedente, Iri-Infoscan rileva un andamento Hard Negozi
Italia Iper Super Mercati
meno positivo per le piccole superfici, mentre i formati di discount tradizionali
prossimità (convenience store), i supermercati e i discount Dove prevedi di fare la spesa meno
23 23 23 42 21
spesso?
tengono quota. Si intravede inoltre una ripresa degli ipermercati. Dove prevedi di fare la spesa più
Spesso, ai retailer è mossa l’accusa di essere concausa 36 33 35 16 22
spesso?
dell’inflazione (Tabella 3):
Fonte: The Boston Consulting Group Italian consumer survey, tratto da Food,
gennaio 2009
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 25

La tabella 4 mostra come i canali che si affermeranno l’assortimento, sfrondando le referenze meno performanti, a
maggiormente saranno l’iper, il super ed il discount: nel rapporto bassa rotazione (così hanno già pianificato, fra gli altri,
BCG si prevede inoltre una crescita della frequenza di visita, ma Mercadona, Wal-Mart stores e Kroger). La razionalizzazione
con una diminuzione del valore dello scontrino medio. premierà marche premium, marche leader, private label e primi
La congiuntura economica negativa determinerà una prezzi, assecondando la polarizzazione dei consumi prima
diminuzione delle aperture di nuovi punti vendita, ma anche un descritta.
differente posizionamento dei canali di vendita, con prospettive Oltre a ciò, molti retailer stanno inserendo in assortimento
di sviluppo molto differenti. È possibile aspettarsi un ulteriore prodotti e servizi non core: per Coop Italia gli Over the counter (i
affermarsi dei formati di prossimità, ma anche una ripresa del cosiddetti “OTC”, farmaci da banco o di automedicazione) ,
formato dell’ipermercato, il quale potrebbe ricercare maggiore Esselunga i servizi finanziari, Lidl i pacchetti vacanze, ecc. Il fine
competitività nel non food. Il discount, a parità di rete, segna un è principalmente quello di rendere non direttamente
incremento a valore del +7,5% e a volume del +0,5%, una sovrapponibile, e quindi non confrontabile, l’assortimento sul
crescita comunque inferiore alle aspettative (Tabella 1). La piano del prezzo tra diverse insegne, offrendo inoltre al cliente
crescita a valore si spiega con il trading up che molti discount un livello di servizio maggiore.
stanno intraprendendo (Lidl ne è un esempio), attraverso innesti
assortimentali (freschi, marche industriali, servizi non core), Private label
l’abbandono della periferia urbana e la fidelizzazione della
clientela. Che dunque il prezzo non sia la soluzione alla crisi Sebbene le marche industriali leader “tengano” (acquistate più in
trova dimostrazione nel mancato record di vendite del discount promo che a scaffale), si assiste a un ulteriore incremento di
rispetto gli altri canali. La crisi metterà in difficoltà soprattutto le quota della private label (Pl), che raggiunge il 13%, pur
medie imprese distributive, che non possono competere né con registrando una diminuzione di redditività. La Pl conquista nuovi
il prezzo delle grandi né con il servizio e la flessibilità delle settori merceologici e sempre più spesso è presente anche nei
piccole. panieri promozionali. Da semplice “marca insegna” raggiunge
Per quanto riguarda la declinazione del retail mix è utile quote interessanti sia nei primi prezzi che nel segmento
soffermare l’attenzione sui seguenti punti: premium. Molti retailer iniziano a sviluppare anche una Pl di
primo prezzo non riconoscibile, con un posizionamento inferiore
Assortimento alla Marca Insegna. A parità di incidenza della spesa alimentare,
diminuisce il valore del carrello medio, a causa dei maggiori
Lo scaffale è la linea produttiva del retailer: le scelte acquisti in promo e del mutato peso delle marche scelte.
assortimentali devono assecondare il comportamento d’acquisto
e di consumo dei clienti (Tabella 5): Pricing e promozione
Tabella 5 - Andamento delle vendite a volume nella Gdo in variazione %, LCC +
GM, 1° trimestre 2009 L’aumento della sensibilità al prezzo e lo scarto tra inflazione
reale e percepita induce molte insegne a sviluppare un
Reparti 2008 2009
Cura persona + 1,4 - 0,3
orientamento al pricing definito “pricing inflattivo” (Lugli, 2009).
Bevande + 3,3 - 2,6 Si tratta, per quanto attiene al pricing in particolare,
Freddo + 3,2 + 1,8 dell’attribuzione all’Industria della responsabilità dell’aumento
Fresco + 4,2 + 2,1 dei prezzi, della comparazione dell’inflazione interna con la
Ortofrutta + 4,8 + 7,2 media di mercato, del perseguimento di un’immagine di
Drogheria alimentare + 3,7 + 3,0 convenienza nella variazione oltre che nel livello dei prezzi, dello
Cura casa + 0,7 - 0,9
Pet care + 3,0 + 3,8
sviluppo di una politica di Every Day Low Price accanto/piuttosto
Non food - 0,2 - 4,1 che una di High-Low price. Rispetto agli anni precedenti, il
TOT. + 3,2 + 0,9 consumatore valuta più attentamente il prezzo dei prodotti, ma
questo non significa che preferisca in assoluto i prodotti meno
Fonte: CERMES – Università Bocconi cari o in promozione. Lo shopper di oggi è alla ricerca del value
for money: non il risparmio assoluto, ma il giusto prezzo. Non
I valori positivi finali sono determinati anche dal fatto che parte rinuncia all’acquisto di prodotti ad alto prezzo se essi sono di
dei volumi dei consumi extradomestici rientra nel canale della qualità, mentre è disposto a rinunciare alla marca per prodotti
Gdo (si veda ancora tabella 1): in termini esemplificativi, il basic, dal basso valore aggiunto: “il grado di importanza che i
consumatore preoccupato per il proprio potere d’acquisto consumatori tendono ad attribuire al livello di prezzo dei prodotti
rinuncia a un’uscita in pizzeria e si premia al supermercato e dei punti di vendita è in funzione delle contropartite di valore
concedendosi acquisti prima ritenuti superflui o rimandabili percepite dagli stessi consumatori” (Fornari, 2009). D’altro
(come il pet food o le linee premium). I consumi di prodotti a canto, lo strumento della promozione di breve periodo, oltre ad
base di cereali e latte non conoscono, al momento, forti flessioni impattare pesantemente sui conti economici di Industria e
nonostante l’elevato livello di inflazione, perché sono beni Distribuzione, sembra avere sempre meno presa nel tentativo di
primari, difficilmente comprimibili nel breve termine. Bene vanno fidelizzare i clienti. Ciò nonostante, in questo contesto, si
anche gli ingredienti di base, che confermano il nuovo registra un aumento della pressione promozionale, resa ancora
“prosumerismo” del cliente orientato al risparmio, tipico di chi meno efficace dall’inflazione.
torna a fare il pane in casa. Stabili e in crescita i volumi dei
prodotti anticiclici, come snack e patatine, che offrono una Comunicazione
gratificazione low cost. Ci sono categorie merceologiche per le
quali il consumatore non è disposto a rinunciare alla qualità per Le famiglie esprimono un diffuso bisogno di rassicurazione: la
risparmiare, quali le carni fresche, i formaggi e i latticini, frutta e comunicazione aziendale deve tenerne conto, considerando il
verdura, salumi, yogurt. La contrazione dei volumi nel fresco rischio delle aspettative auto-realizzanti. La comunicazione delle
evidenzia come nelle famiglie italiane si razionalizza il ciclo dei imprese distributive si distingue dalla comunicazione
consumi. E poiché un minor stoccaggio produce minori sprechi, dell’industria di marca a partire dal contenuto: l’Industria
all’interno dei punti vendita cresce la presenza dei “prodotti comunica il prodotto mentre la Distribuzione, vendendo un
sfusi”. Diminuiscono gli acquisti rimandabili (non food), ma assortimento, comunica le sue politiche e, in particolare, la
anche i comparti percepiti come a minor valore aggiunto (cura convenienza (Lugli, 2009). Soprattutto, considerando che nel
casa). settore grocery, dove i beni sono venduti attraverso punti
In termini quantitativi, i retailer cercheranno di razionalizzare vendita despecializzati con assortimenti non facilmente
Pagina 26 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

differenziabili, la scelta del punto vendita e la fedeltà all’insegna


sono determinate largamente dalle politiche di prezzo. Per Forum sull’Health check e la Pac
aumentare il livello di fiducia delle famiglie, le imprese della
Grande Distribuzione dovrebbero agire su due fronti: investire
dopo il 2013 (parte 3)
nel controllo competitivo dei prezzi (convenienza reale) e nella
Ermanno Comegna, Geremia Gios, Francesco Musotti, Roberto
comunicazione dell’immagine di convenienza dell’insegna
Pretolani, Giacomo Zanni, Erik Fahlbeck
stessa (convenienza percepita). È vero d’altronde che il
consumatore tende a scegliere il punto vendita per la
Questo articolo collettivo raccoglie una terza serie di contributi
convenienza percepita, la quale deriva dalla percezione del
alla riflessione sulle conclusioni dell’Health check e sulle
posizionamento di prezzo del canale, dalle promozioni
prospettive della Pac per il dopo-2013, introdotta da un articolo
(frequenza, profondità, tipologia) e dalle scelte assortimentali
di Franco Sotte pubblicato nel numero 15 di Agriregionieuropa
(scale prezzo, private label, primi prezzi, sfuso). In questo
(Sotte, 2008). Nei numeri scorsi abbiamo già pubblicato le
frangente, la comunicazione della convenienza ha un ruolo
reazioni di altri autorevoli esperti (Cioffi, Corsi, De Filippis,
fondamentale ma complementare nel sostegno ai volumi di
Frascarelli, Salvatici, Scoppola, Agriregionieuropa, n.16, 2009;
vendita. Come comunica il retailer nel periodo di crisi? Out store
Boatto, Brunori, Henke, Mantino, Pupo D’Andrea, Sckokai,
la comunicazione di convenienza viaggia attraverso lo strumento
Agriregionieuropa, n.17, 2009). In questo numero della rivista
del volantino, che attualmente ingloba circa il 50-60% degli
pubblichiamo le opinioni di altri autorevoli economisti agrari. Tra
investimenti comunicazionali della GD. La comunicazione in
di essi, anche quella di Erik Fahlbeck dell’Università di Uppsala,
store si basa invece sulle isole promozionali e la comunicazione
che ha inviato un suo commento su di una versione aggiornata
a scaffale, attraverso cartelli, colori, avvisi. La comunicazione
in inglese dell’articolo di apertura del forum, scritta
pone l’enfasi su pay off razionali, facendo riferimento a oggettivi
congiuntamente da Franco Sotte e Emilio Chiodo.
benefit (percentuali di sconto e valori di prodotto), agganciandosi
spesso a prodotti di marca ad alto valore segnaletico o prodotti
freschi. È una comunicazione informativa, concentrata, ben
definita (nulla è generico), che spinge all’acquisto da non Ermanno Comegna (Consulente di politica
rimandare. In termini di comunicazione istituzionale, cresce la agraria, Roma)
comunicazione che assegna al retailer un ruolo deflattivo con il
confronto dei prezzi nel tempo (Sigma comunica il blocco di 250 La mia convinzione è che ci stiamo avvicinando lentamente ma
referenze, a prezzi inferiori rispetto gennaio 2007), e che inesorabilmente al momento della definitiva chiusura dei conti
evidenzia politiche di Every Day Low Price (del lungo periodo) con la Pac: all’archiviazione di questo fondamentale capitolo
rispetto a promozioni Hi-Lo (di breve periodo). La della costruzione dell’unità europea. A metà degli anni settanta,
comunicazione di prezzo diventa anche competizione di è maturata la convinzione che l’impostazione originaria non
insegna, soprattutto all’estero, dove vengono raffrontati poteva reggere ed è iniziato un ciclo di successive riforme che
attraverso la pubblicità comparativa i costi di singoli prodotti e hanno prima corretto e adattato l’arsenale degli strumenti
panieri del carrello base (per esempio, il “Carrello contro il utilizzati e poi, dalla fatidica operazione della mid term review
carovita” di Esselunga, a 20 euro). In Italia manca una normativa del 2003, è iniziato il lavoro di consapevole demolizione, il cui
puntuale su questo genere di promozione, e questo fa sì che i definitivo compimento può essere indicato in una ancora poco
retailer scelgano liberamente i prodotti da inserire nel paniere precisata data successiva all’anno 2020.
per ottenere il risultato desiderato, omettendone altri. Sono persuaso che dopo l’archiviazione della esperienza della
Pac, ci sarà ancora una politica agraria, ma molto leggera e
decisa a livello nazionale. L’Unione europea si limiterà ad
Alcune riflessioni conclusive approntare il sistema della legislazione alimentare che, già in
questi anni, sta aumentando in modo esponenziale la sua
Quale sarà lo sviluppo futuro delle imprese della distribuzione? importanza: basti pensare al sistema delle disposizioni sulla
La Distribuzione conosce i primi momenti di crisi già dal 2004, food safety, sulla informazione ai consumatori e sulla
ma saranno la flessibilità strategica, la qualità dei sistemi etichettatura, sulle regole relative alle produzioni di qualità,
informativi e le capacità del management di affrontare gli scenari commercializzate con marchi collettivi, così come alle norme per
futuri a determinare i retailer che ne usciranno meglio e prima l’immissione dei nuovi prodotti sul mercato. Spetterà, inoltre,
dei competitor. Eludendo la semplicistica dicotomia pessimismo/ all’Unione europea definire ed attuare le regole per la tutela del
ottimismo, risulta essere più interessante individuare e imparare mercato unico e della concorrenza, ad evitare che i Paesi
a gestire il comportamento d’acquisto e di consumo del cliente membri attuino, in modo indiscriminato sul loro territorio, un
alla luce delle nuove tendenze emerse. Tra queste, una surrogato nazionalizzato della vecchia Pac; nonché
crescente infedeltà al formato, all’insegna e alla marca. Un soprassedere al delicato ambito degli accordi internazionali, di
atteggiamento sempre più polarizzato, a clessidra: forse per la natura multi e unilaterale.
prima volta, cresce la domanda di convenienza, senza che Gli interventi di politica agraria veri e propri saranno
diminuisca quella di valore. In sostanza, nel settore grocery, il programmati e gestiti a livello nazionale, con il contributo
cliente sta cambiando il mix del paniere di spesa, per prodotti e essenziale delle istituzioni che hanno il fondamentale vantaggio
per formati distributivi, più che diminuirne il valore. di essere più vicine al destinatario finale. Non ci saranno più gli
strumenti che consociamo oggi, come le misure di mercato ed i
pagamenti diretti non finalizzati. Avremo una politica agraria
Riferimenti bibliografici incentrata sui cosiddetti interventi selettivi, con particolare
riferimento a quelli che compensano l’attività di produzione dei
beni pubblici da parte dell’agricoltore, non altrimenti remunerati
• Boston Consulting Group (2009), BCG Consumer Sentiment
via mercato.
Barometer, March 2009.
In pratica, nel lungo termine, si realizzerà quello che diversi
• Castaldo S. (2008), a cura di, Retail&channel management, economisti agrari europei, tra i quali si deve senz’altro
Egea, Milano. annoverare anche Franco Sotte che ha provocato il dibattito sul
• Fornari D. (2009), Trade marketing. Relazioni di filiera e futuro della Pac su Agriregionieuropa, da molto tempo
strategie commerciali, Egea, Milano. auspicano: ovvero una quasi completa liberalizzazione del
• Lugli G. (2009), Marketing distributivo. La creazione di valore settore agricolo e, speranzoso aggiungo, un definitivo
nella distribuzione specializzata, UTET, Torino. affrancamento dal micidiale controllo della burocrazia, nelle sue
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molteplici, variegate e subdole forme. dal processo di demolizione dei classici strumenti di sostegno
Arrivare a questo traguardo non sarà agevole. C’è bisogno di del mercato; produce un ulteriore incremento del grado di
una lunga fase intermedia e forse la prossima riforma della Pac, autonomia degli Stati membri ed infine rafforza il regime del
ormai nella rampa di lancio, con la quale si stabilirà la pagamento unico aziendale che, come accennato, è il “piede di
configurazione dell’intervento pubblico in agricoltura per il dopo porco” necessario per la definitiva destrutturazione della Pac.
2013 non sarà sufficiente e necessiterà qualche ulteriore A tale specifico riguardo, mi sembra assai convincente
passaggio. l’interpretazione fornita da Buckwell che, come ci ricorda Sotte
In realtà, le imprese agricole europee ad oggi non possono nel suo saggio introduttivo, considera il pagamento unico
prescindere dal sostegno della Pac. I soli pagamenti diretti, aziendale come “assistenza transitoria al cambiamento”. Nella
senza contare il non trascurabile impatto per alcuni delicati fase riformatrice intermedia, gli aiuti disaccoppiati sono
settori, come quelli zootecnici, delle barriere tariffarie alle presentati come il risarcimento per la riduzione del sostegno. Poi
importazioni, hanno una incidenza sul ricavo complessivo che nella fase finale che precede il tramonto della Pac, si passa alla
varia da poco meno del 10% ad oltre il 50%, in funzione del loro eliminazione, anche per via della palese scarsa difendibilità.
prodotto considerato. E veniamo alla riforma della Pac per il dopo 2013. Sarà un
E’ evidente dunque che non è possibile una veloce transizione passaggio cruciale, il cui esito dipenderà dagli orientamenti
nella direzione della soppressione della Pac. Sarebbe troppo politici e in particolare dalla figura del prossimo Commissario
traumatica ed è difficile immaginare che esista una maggioranza all’agricoltura, dalle sensibilità e dalla incisività del ruolo del
politica disposta a favorire una tale impopolare evoluzione. Parlamento europeo e dalle priorità dei governi nazionali. Le
C’è bisogno di una lenta transizione. Alcune recenti decisioni condizioni economiche generali a livello globale avranno pure
politiche su comparti produttivi di primaria importanza, se non una importante influenza, così come l’esito del negoziato del
per l’intera Unione europea, almeno per alcuni Paesi membri e Doha round e la pressione esercitata dai vari gruppi di interesse
regioni, devono ancora essere completamente attuate e (ambientalisti, opinione pubblica, media, consumatori, lobby
dispiegare per intero il loro prevedibile effetto di agricole).
ridimensionamento, se non addirittura di completa Sebbene sia difficile immaginare quali scelte prevarranno, è
cancellazione, del potenziale produttivo. Mi riferisco in possibile formulare qualche attendibile ipotesi. Non sono ancora
particolare alle produzioni del tabacco, delle bietole, del latte e maturi i tempi per la rinazionalizzazione della Pac e per
del vino, le ultime ad essere sottoposte al programma di abbandonare la classica impostazione basata sui due pilastri. Ci
revisione della politica di sostegno ed al ridimensionamento e, sarà un ulteriore rafforzamento della politica di sviluppo rurale,
nei casi più drastici, alla soppressione delle misure di mercato, almeno in termini relativi. Oggi, per ogni tre euro spesi
con il trasferimento dello sforzo finanziario equivalente nell’ambito del primo pilastro, c’è ne uno disponibile per la
sostenuto dall’Unione europea dentro quel contenitore a perdere politica di sviluppo rurale, contro un rapporto di dieci ad uno
che è il regime del pagamento unico aziendale. degli inizi degli anni Duemila. Intravedo degli spazi di
Quando ciò che resterà di questi settori sarà entrato pienamente sopravvivenza per determinate misure di mercato, ma solo per
nel regime degli aiuti disaccoppiati, quando le altre forme di assicurare un livello accettabile di safety net in alcuni settori
sostegno diretto e di intervento sul mercato saranno sensibili. Infine, ci si deve aspettare il mantenimento del regime
completamente eliminate e, infine, quando, per effetto dei del pagamento unico aziendale, ma con importanti cambiamenti,
progressi della tecnologia e dell’innovazione e, magari, in termini di metodo di calcolo degli aiuti, del loro livello assoluto
dell’innalzamento generale del livello dei prezzi dei prodotti e delle condizioni di concessione a favore dei beneficiari.
agricoli, conseguente ad una favorevole interazione tra la La manovra sui tale cruciale capitolo sarà nel segno della
domanda e l’offerta, miglioreranno le ragioni di scambio per il semplificazione e della maggiore equità e difendibilità degli aiuti
settore agricolo, si potrà procedere all’atto finale dell’abbandono disaccoppiati. Si dovrà trovare il modo per eliminare le
della Pac. differenze tra Paesi della sponda orientale ed occidentale
Non vedo soluzioni alternative, come la riedizione di un nuovo dell’Unione europea. Ha poco senso mantenere in vita i diversi
modello di politica agricola incentrata sugli strumenti di sistemi di applicazione oggi disponibili a discrezione degli Stati
stabilizzazione del reddito e di copertura dei rischi di varia membri. Ritengo che l’introduzione di un unico modello di
natura ai quali l’attività agricola inevitabilmente va incontro. Non disaccoppiamento valido per l’intera Unione europea sia una
mi pare che l’Europa intenda seguire l’esempio degli Stati Uniti soluzione alla quale ben difficilmente si possa prescindere.
che negli ultimi due Farm bill hanno puntato molto sugli aiuti Probabilmente, la Commissione europea si eserciterà in uno
anticiclici e su altre forme di intervento per contrastare la sforzo di erogare in maniera più selettiva e finalizzata gli aiuti
variabilità dei redditi agricoli. Allo stesso modo, non mi pare disaccoppiati, facendoli apparire più come remunerazione per la
verosimile l’ipotesi che, nel lungo periodo, in luogo dei due produzione di beni pubblici che come generica forma di
tradizionali pilastri di oggi, ne avremo uno solo, ovvero la politica sostegno del reddito degli agricoltori.
di sviluppo rurale. Tutto quello che di buono si può fare in questo Non mi aspetto dal prossimo ciclo di riforma una svolta radicale
ambito potrà essere realizzato a livello di Paesi membri, con nella tipologia di strumenti utilizzati nell’ambito della Pac, come
fondi nazionali, rispettando regole comuni stabilite dall’Unione quella che c’è stata agli inizi degli anni novanta, con i pagamenti
europea per prevenire possibili distorsioni della concorrenza e diretti ed il set aside e, in occasione della mid term review, con il
limitando la tipologia e la varietà di strumenti utilizzati allo stretto disaccoppiamento. Le complicazioni potrebbero intervenire in
indispensabile. funzione delle decisioni che saranno prese nell’ambito della
Interpreto le ultime riforme della Pac e, ne sono certo, anche definizione del bilancio pluriennale e, quindi, dell’entità
quella che sta per iniziare, come fasi preparatorie al definitivo complessiva delle risorse disponibili per il settore agricolo e della
disimpegno, a tempo debito, dell’Europa nei confronti del settore loro ripartizione tra le due fondamentali voci di spesa della
agricolo. politica di sviluppo rurale e del regime del pagamento unico.
L’Health check, ad esempio, nonostante qualche concessione
alle variegate ed inesauribili esigenze nazionali va in tale
direzione, giacché aumenta la spinta verso l’orientamento al Geremia Gios (Università degli Studi di Trento)
mercato degli agricoltori; produce un ulteriore spostamento,
seppur parziale, delle risorse finanziarie dagli strumenti non Vi sono almeno due elementi che fanno sì che la montagna
selettivi (misure di mercato e pagamenti diretti), verso quelli rappresenti un laboratorio naturale nel quale analizzare le
selettivi, come gli interventi per lo sviluppo rurale e, in questo conseguenze delle politiche economiche ed in particolare delle
ambito, le cosiddette nuove sfide; introduce un programma di politiche agricole. In primo luogo, dopo secoli di evoluzione
liberalizzazione irreversibile per un settore sensibile come quello relativamente uniforme la montagna italiana si caratterizza, negli
lattiero-caseario, l’unico a non essere stato ancora interessato
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ultimi decenni, per una crescente diversificazione (Batzing, rispetto a quelle di pianura. Tale affermazione conserva validità
2005). In effetti, all’interno delle aree montane vi sono territori considerando il sostegno sia per giornata di lavoro, sia per unità
che presentano una velocità diversa nello sviluppo generale e in di superficie agricola utilizzabile.
quello del settore agricolo. Tale velocità non sempre è Non risulta, pertanto, vera l’ opinione comune1 per cui all’interno
strettamente correlata con l’altitudine. In secondo luogo, la del totale dei trasferimenti che vanno al settore agricolo la
montagna appare come lo spazio territoriale dove più evidente montagna sia avvantaggiata. In realtà, come già osservato, non
appare il limite. Sotto un certo profilo, la traduzione in linguaggio è così. Secondo la citata indagine di Tarditi et al. (2007) i
moderno della necessità di fare i conti con il limite o i limiti si trasferimenti complessivi per zona altimetrica sono ripartiti in
ritrova nell’idea di sostenibilità. Nonostante vi sia un accordo modo opposto a quanto ci si aspetterebbe di trovare: quelli per
pressoché unanime sull’importanza dell’attività agricola e le aree di montagna sono molto più ridotti rispetto a quelli
forestale nelle aree di montagna, se consideriamo l’evoluzione destinati alla pianura come mostra la tabella 1 seguente.
della stessa negli ultimi anni è facile osservare come la
medesima risulti in contrazione. Contrazione che è rilevabile sia Tabella 1 - Sostegno tra montagna, collina e pianura - Anno 2002
in valori assoluti (numero di addetti, superfici coltivate) sia in Italia Montagna Collina Pianura
relazione al peso che l’agricoltura di montagna presenta nei Valori totali
confronti di quella di pianura (Batzing, 2005). Totale Sostegno 18235 2072 6675 9488
Le cause di questa perdita d’importanza relativa vengono Valore produzione (mln €) 40208 4606 15251 20350
generalmente fatte risalire ai maggiori costi che produrre in SAU (ha) 13212652 3103703 5889725 4219225
Aziende (n) 2590674 499683 1360039 730952
montagna comporta. Maggiori costi che sono da ricollegare, alle
Valore produzione per azienda
difficoltà di ordine naturale e di natura strutturale che (€)
15520 9218 11214 27840
caratterizzano le aree di montagna. Giornate di lavoro aziendali
333280 65186 156355 111738
Tuttavia, al di là degli aspetti relativi alla competitività delle (000)
Ula (Unità lavorative annue) 1110933 217287 521184 372462
produzioni è opinione comune che l’attività agricola che è stata
Valori unitari
alla base, in molti casi, del popolamento della montagna stessa, Sostegno/Aziende (€) 7039 4148 4908 12980
rappresenti una componente fondamentale per lo sviluppo di tali Sostegno per Ha di SAU (€) 1380 668 1133 2249
aree sia dal punto di vista produttivo sia sotto il profilo Sostegno/Giornata lav. Azien-
55 32 43 85
ambientale sia in relazione agli aspetti sociali. Proprio tale dale (€)
Sostegno per ULA (€) 16414 9538 12808 25473
molteplicità di funzioni ha spinto a parlare, in relazione
all’agricoltura di montagna di agricoltura multifunzionale. In
Fonte: Tarditi et al (2007)
effetti a partire dalla seconda metà degli anni Novanta il
riferimento alle funzioni multiple dell’agricoltura
Risulta, allora, necessario ripensare agli interventi di politica
(multifunzionalità) è diventato sempre più ricorrente nei
agricola per la montagna. Tale ripensamento deve tener conto
documenti dell’Unione Europea e si sono altresì moltiplicate le
delle specificità della montagna stessa e deve basarsi su
iniziative scientifiche volte ad approfondire analiticamente
almeno cinque pressuposti: (a) aumento della partecipazione
aspetti teorici e operativi di questo concetto (Raffaelli, 2005).
delle popolazioni locali nel definire gli obiettivi dello sviluppo; (b)
La consapevolezza dell’emergere di fattori strutturali quanto mai
applicazione di regole flessibili; (c) controllo delle risorse naturali
determinanti nel frenare lo sviluppo dell’ agricoltura di montagna
da parte delle popolazioni locali; (d) adeguato progresso tecnico;
ha portato ad ipotizzare interventi specifici per rivitalizzare tali
(e) marketing territoriale. In relazione al primo aspetto potrebbe
aree ed in particolare quelle più deboli. Com’è noto, tali
essere utile far passare tutti gli interventi di politica agricola nelle
interventi sono stati attuati a vari livelli: comunitario, nazionale,
zone di montagna attraverso progetti Leader o strumenti similari.
provinciale. I risultati si possono definire interessanti, ma in una
In relazione al secondo aspetto una serie di normative
certa misura contraddittori e non risolutivi. Infatti, da un lato
comunitarie dovrebbero prevedere deroghe specifiche per le
taluni provvedimenti hanno ottenuto risultati significativi,
zone di montagna. In relazione al terzo aspetto dovrebbero
dall’altro la distanza, all’interno della stessa montagna tra aree
essere trovate forme di compensazione monetaria per le
deboli e aree forti non è sicuramente diminuita. Quello che
esternalità positive prodotte dall’agricoltura di montagna. In
emerge con sufficiente chiarezza è che vengono ad avere
relazione al quarto aspetto è necessario favorire le innovazioni
scarsa incidenza nella riduzione delle disparità territoriali i
in grado di esaltare il ruolo delle risorse locali. Infine l’ultima
provvedimenti di carattere generale che prevedono, per le aree
condizione parte dalla constatazione che le condizioni di
montane, condizioni di relativo maggior favore. Presupposto di
debolezza delle aree montane derivano, fra il resto, dalle
tali provvedimenti è, in generale, l’idea che la differenza tra
difficoltà che tali aree incontrano nel definire o mantenere una
montagna ed altre aree sia da ricondurre semplicemente al
specifica identità nei confronti dell’esterno (Salsa, 2007). Al fine
maggior costo conseguente le più difficili condizioni
di porre rimedio a tale debolezza possono essere utilizzati una
geomorfologiche. Ma in un contesto dinamico non è più così.
serie di concetti e di azioni messe a punto nell’ambito del
Proprio la circostanza che la montagna sia differenziata e che, di
marketing territoriale. In questa logica la creazione di un marchio
volta in volta, i vincoli che entrano in funzione siano diversi,
relativo ai prodotti di montagna può consentire un significativo
comporta la necessità di una notevole flessibilità
passo in avanti.
nell’individuazione degli interventi più opportuni.
Un secondo aspetto che va sottolineato è che, a differenza di
quanto si è portati a pensare, i provvedimenti di politica agricola
in essere non favoriscono, in generale, le aree di montagna Francesco Musotti (Università degli Studi di
rispetto alle altre aree. Una diversa convinzione è favorita Perugia)
dall’enfasi che viene posta in relazione ai provvedimenti relativi
alla montagna e da una sottovalutazione delle differenze Riflettere sulle prospettive di più lungo periodo della politica Ue
esistenti tra sostegno visibile e sostegno effettivo. In effetti, se si di sviluppo rurale comporta almeno un paio di giri ricognitivi. Il
pone attenzione agli effetti complessivi dal punto di vista della primo, di natura strettamente definitoria, sulla nozione stessa di
redistribuzione territoriale – in questo caso per area altimetrica – politica di sviluppo rurale e il secondo sul percorso strategico
dell’intervento pubblico si arriva a conclusioni opposte a quelle che, all’interno dell’Unione europea, si è snodato a partire dalla
che intuitivamente si sarebbe portati a sostenere. Così, secondo riforma dei Fondi strutturali degli anni Ottanta. Due giri, dunque,
i risultati di una recente indagine (Tarditi et al, 2007), l’insieme ben distinti sul piano concettuale, ma intimamente connessi,
dei trasferimenti pubblici per il settore agricolo (trasferimenti perché la messa a fuoco del primo è necessaria allo
visibili più trasferimenti invisibili, questi ultimi collegati con la svolgimento del secondo.
protezione dei mercati) risulta inferiore nelle aree di montagna
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La nozione di politica di sviluppo rurale costituisce giocoforza un di pratiche ispirate alla filosofia dello sviluppo locale. La riforma
artefatto problematico, difficile e diciamo pure ambiguo, perché Mac Sharry, attraverso le misure cosiddette di
si colloca all’intersezione di almeno tre diversi orizzonti della accompagnamento dei regolamenti 2078/92 (programmi agro-
scienza economica: quelli dell’economia regionale mainstream, ambientali) e 2080/92 (programmi di forestazione), che
dello sviluppo locale e dell’economia agraria. cercavano di imprimere una curvatura in senso ambientale
Se per sviluppo rurale, empiricamente, non si può non intendere all’attività agricola (meglio, al presidio agricolo dei territori),
il cambiamento socio-economico dei luoghi rurali, e in incastravano altri tasselli dentro il “mosaico” dello sviluppo
particolare, un cambiamento che sui caratteri della ruralità faccia rurale, perché le risorse fondiarie beneficiate o da incrementare
in una certa misura e in un certo modo leva (trasformandola- (pascoli, foreste, terreni a vocazione produttiva biologica,
conservandola), è del tutto scontato che esso formi oggetto di superfici abbandonate) erano relativamente più presenti nei
studio tanto per l’economia regionale mainstream, chiamata così luoghi a minore pressione antropica e, quindi, tendenzialmente
a esplorare un terreno complementare a quello della urban più rurali.
economics, quanto per l’ambito teorico molto più recente dello Nella seconda parte degli anni Novanta, con tutte le “frizioni” e
sviluppo locale, derivante da una robusta generalizzazione della “ruvidezze” istituzionali dovute alla sua novità, questo insieme di
distrettualistica, ovverosia della conoscenza dei distretti politiche poteva vantare un bilancio non effimero e la
industriali, italiani in primo luogo (Becattini, Bellandi, Dei Ottati, Commissione organizzò a Cork (1996) una Conferenza che
Sforzi, 2001), ma non soltanto italiani. definisse per il futuro la sua estensione a tutte le regioni
Per quanto è vero che nei luoghi rurali il peso dell’agricoltura sia dell’Unione (Saraceno, 1999).
relativamente grande, è non di meno scontato un approccio allo La storia, viceversa, è andata molto diversamente. Cork, in
sviluppo rurale che si fondi sul punto di vista (settoriale) effetti, ha segnato la chiusura di una vera stagione di riforme e
dell’economia agraria. In specie, dell’economia agraria quale si l’innesco della controriforma (Musotti, 2006). Paradossalmente,
delinea attraverso la crescente contaminazione con l’apparato il programma in dieci punti che ne uscì funzionò da catalizzatore
teorico dell’economia pubblica, per spiegare un’agricoltura degli interessi costituiti che le riforme avevano già eroso o
sempre più orientata verso l’offerta di beni pubblici e la cura dei potevano erodere (Saraceno, 1999). Da un lato, le
commons e quindi a conservare i saperi contestuali (incorporati organizzazioni professionali agricole (e le correlate “entrature”
soprattutto nei prodotti ad elevata tipicità), a salvaguardare gli nella DG-agricoltura), che temevano il ridimensionamento della
equilibri idrogeologici, a presidiare la varietà biologica, a gestire- Pac a sezione di una politica regionale (intrinsecamente
produrre-rendere fruibili le amenities paesaggistiche, a multisettoriale). Dall’altro, le amministrazioni centrali (nazionali e
contribuire tanto alla salubrità delle risorse naturali quanto alla regionali), per le quali il metodo di governance decentrato e
salute dei consumatori. In altri termini: se gli ambienti rurali si cooperativo dell’iniziativa Leader era come il fumo negli occhi.
distinguono per il dominio dello spazio verde, il loro sviluppo Di più, dalla Conferenza prendeva forma l’ipotesi, assai infelice,
(sostenibile) non può non avere, come vero e proprio fulcro, di riunire tutto ciò che si definiva sviluppo rurale in un unico
l’agricoltura, la cui vitalità economica e tenuta demografica di strumento di programma (su scala regionale), finanziato da un
quello spazio rappresentano l’ovvia matrice. unico Fondo. Così la Direzione delle politiche regionali,
Ma quali prescrizioni di policy derivano circa il mondo rurale da intravedendo il nascere di una politica territoriale fuori del suo
questi tre possibili approcci? controllo, si aggiunse a tutti gli altri sostenitori della
La politica regionale mainstream, attenta ai dislivelli con cui lo controriforma.
sviluppo si presenta e quindi interessata alla ruralità per quanto L’iniziativa anti-Cork delle organizzazioni agricole, consapevoli
essa costituisca sinonimo di arretratezza, da un lato propone comunque che la vecchia Pac fosse sempre meno legittimata ad
pratiche redistributive del reddito sic et simpliciter (breve assorbire una grande quota del budget dell’Unione e che una
periodo) e dall’altro legittima le agevolazioni agli investimenti politica agricola per lo sviluppo rurale staccata dalle altre
laddove gli stessi sarebbero scoraggiati dal mercato sarebbe stata dominata dalla loro influenza, si materializzò
(espansione della base produttiva - lungo periodo). prima in sede di elaborazione di Agenda 2000 e poi con gli
La scuola dello sviluppo locale, invece, parte proprio dal rifiuto accordi di Berlino per i regolamenti del nuovo periodo di
della sinonimìa fra ruralità e arretratezza ed esplora i requisiti programmazione.
dei modelli di sviluppo delle aree rurali più avanzate per Poiché lo sviluppo rurale si basa, per definizione, su un delicato
stimolare la formazione di analoghi requisiti nelle altre e, rapporto fra substrati ambientali e attività dei gruppi umani in
dunque, l’implementazione di investimenti concepiti in un essi insediati e organizzati, l’idea-forza fu quella di rilanciare col
disegno coerente e mirato di cambiamento delle realtà, piuttosto massimo vigore il processo di transizione, avviato dalla riforma
che al servizio di meccanismi agevolativi sostanzialmente Mc Sharry, da un’agricoltura produttivistica ad un’altra che si
automatici. facesse carico di presidiare la sostenibilità dello “spazio verde”.
La politica agraria che, stante la sua natura distributiva e E di puntare ad una rottura in due segmenti di quella che era
redistributiva (natura profondamente keynesiana come ci stata sino allora la politica rurale: uno, agrario, che avrebbe
insegna la scuola francese della regulation), sostiene le aziende assorbito tutta in sé la definizione di rurale, e un secondo, extra-
a prescindere dal loro radicamento territoriale, dovrebbe invece agrario, da consegnare alle altre politiche strutturali, finanziate
ampliare il focus (sia di breve che di lungo periodo) sui luoghi da Fse e Fesr.
rurali e a svantaggio di quelli più urbani, dove, tendenzialmente, Fuori delle regioni Obiettivo 1, questo nuovo assetto doveva
con tutte le eccezioni del caso, si colloca l’agricoltura cosiddetta sostituire tutti gli interventi che negli Obiettivi 5a e 5b avevano
omologata, ovverosia conformata ai modelli organizzativi e ai riguardato l’agricoltura, fondendoli in una riorganizzata politica
saggi di rendimento delle attività industriali (Basile, Cecchi, strutturale a robusto indirizzo multifunzionale, le cui numerose
2001, pp. 87-111). misure confluivano dentro un nuovo strumento di
Nel caso dell’Ue, la riforma dei Fondi strutturali introdotta dal programmazione regionale: il Piano di Sviluppo Rurale (Psr),
primo “pacchetto” Delors” nel 1988 e sviluppata dal secondo nel finanziato esclusivamente dal Feoga, addirittura tramite la
1993, e la riforma Mac Sharry del 1992 avevano messo in piedi sezione Garanzia, dotata ovviamente di meccanismi burocratici
una complessa “macchina” che, in qualche modo, adoperava più snelli, e che copriva in modo indistinto la regione
tutte e tre le opzioni. proponente, ossia senza specificazioni territoriali. Così tutta la
Il complesso di misure riguardanti le aree abbracciate politica extra-garanzia del settore agricolo, sotto, appunto,
dall’Obiettivo 5b, che si potevano avvalere di tutti e tre i Fondi l’etichetta di sviluppo rurale avrebbe reso più presentabile, agli
disponibili (Fesr, Fse e Feoga) componevano una linea diretta di occhi del contribuente, la stessa Pac, offrendole un secondo
politica regionale convenzionale per i territori rurali a più basso pilastro.
reddito. E l’iniziativa Leader, sostenuta ugualmente da tutti tre i Gli interventi che all’interno dell’Obiettivo 5b avevano interessato
Fondi, rendeva addirittura possibile una prima sperimentazione la popolazione non agricola delle aree rurali erano spostati in un
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nuovo Obiettivo 2, a “concorrere” con quelli per altre aree, non delle resistenze da parte delle lobby dei beneficiari, come hanno
meglio definite che “in riconversione socio-economica”, di sottolineato alcuni colleghi, e credo che il risultato cui si è giunti
declino industriale, o di disagio urbano. Anche se le Regioni non corrisponda alle necessità odierne. L’impressione è che
fossero riuscite, nei loro programmi, a riservare per le aree rurali oggi la Pac manchi di un disegno strategico (la continua ricerca
una porzione equa di risorse, non c’erano nitide premesse delle giustificazioni della spesa ne è il sintomo più evidente) e
perché il loro impiego avvenisse secondo logiche coordinate con che le decisioni vengano spesso prese in ritardo. Cito due
l’uso dei mezzi finanziari allocati nei Psr. esempi a tale proposito: il primo è l’abolizione delle quote latte,
L’iniziativa Leader veniva a sua volta resa coerente con il nuovo misura che condivido totalmente ma che è stata presa più
regime: riproposta in versione Leader+, avrebbe continuato a sull’onda di una favorevole congiuntura di mercato che sulla
sperimentare il principio di integrazione in una logica base di affidabili valutazioni di scenario; il secondo esempio è
intersettoriale ma, per le sempre invocate esigenze di quella della abolizione del set-aside, il riposo obbligatorio dei
semplificazione tecnico-burocratica, si sarebbe avvalsa di una terreni, è stata a mio avviso una delle misure più assurde di tutta
fonte di finanziamento unica: il Feoga-orientamento. la storia della Pac, invisa ai produttori agricoli e a quanti
Il ciclo di Programmazione 2007-2013 ha consolidato e portato conoscono i problemi della sottonutrizione di vaste aree del
avanti tale controriforma. Con l’assorbimento del vecchio pianeta, tanto che si è tentato giustificarla anche con motivazioni
Obiettivo 2 nel nuovo obiettivo “Competitività regionale e ambientaliste; anche in questo caso la decisione prima di
occupazione” è stato cancellato ogni residuo di indirizzo sospendere e poi di abolire il set-aside è stata assunta sulla
territoriale ex-ante. E riguardo allo sviluppo rurale-secondo base di un segnale di mercato, durato pochi mesi, e non sulla
pilastro della Pac, si è semplificato il vecchio doppio regime base di considerazioni di respiro ben maggiore.
(regioni Obiettivo1 e altre regioni) in un regime unico, fondato Considerare l’Health check come capolinea di un percorso
sulla generalizzazione del Programma (ex Piano) di sviluppo iniziato circa venti anni orsono comporta da parte mia una
rurale (Prosr) e sul suo finanziamento tramite un Fondo risposta negativa alla seconda domanda posta da Sotte (se
costituito ad hoc, il Feasr, subentrante al Feoga-orientamento. l’Health check abbia indicato una soluzione per il futuro della
Cioè a dire: lo “sganciamento”, dal resto delle politiche Pac). Premetto che la considerazione negativa non è riferita al
strutturali, già sperimentato altrove, è stato esteso alle regioni fatto che l’Health check possa essere una risposta, forse anche
che nel ciclo 2000-2006 appartenevano all’Obiettivo 1 e a pieno sostenibile in termini di risorse di bilancio post 2013, ma che a
titolo piuttosto che di politica di sviluppo rurale, sarebbe molto mio parere non può essere la risposta adeguata ad una
più appropriato parlare e ragionare, come si accennava prima, di situazione sociale, economica, culturale che a livello europeo e
una sua drastica riduzione e dunque di politica agricola per lo mondiale è fortemente mutata nell’ultimo ventennio e che
sviluppo rurale. richiede un grande ripensamento degli obiettivi, delle finalità
Le prospettive, oltre il 2013, su cui Sotte ci invita a riflettere dell’Ue e della Pac e, di conseguenza, degli strumenti da
sono, a mio avviso, ancora peggiori. Se è vero che la crisi in cui utilizzare per conseguirli.
l’economia mondiale si è avvitata avrà, verosimilmente, una Molto opportunamente Frascarelli nel suo intervento in questo
ricaduta non favorevole sulle risorse disponibili, in sede Ue, per forum ha ricordato le motivazioni economiche e tecniche per le
le politiche strutturali (a vantaggio di quelle congiunturali) e se è quali è necessario il controllo pubblico sul mercato dei prodotti
vero che l’Health check ha prospettato per il secondo pilastro un agroalimentari (rigidità sia dell’offerta sia della domanda,
ampliamento di funzioni (in tema di cambiamenti climatici, frammentazione dell’offerta, stagionalità produttiva e continuità
energie rinnovabili, gestione delle risorse idriche, declino della dei fabbisogni, legame tra produzioni e caratteristiche
biodiversità) che potrebbe sensibilmente deviarlo dalla sua pedoclimatiche); queste motivazioni sono aspetti particolari di
configurazione attuale (Mantino, 2008). una motivazione più generale, non espressamente citata ma
A Cork lo sviluppo rurale è diventato (politicamente) un sottointesa, vale a dire che la disponibilità di cibo è risorsa
fantasma (Saraceno, 1999). Adesso mala tempora currunt indispensabile per l’umanità, al pari dell’acqua e dell’aria, di
anche per il fantasma! importanza certamente superiore alle risorse energetiche. Il
motivo per il quale i padri fondatori della Comunità economica
europea svilupparono per prime una politica energetica comune
Roberto Pretolani (Università degli Studi di ed una politica agricola comune era proprio quello di garantire
all’Europa una sovranità energetica ed una sovranità alimentare,
Milano) cioè cibo e lavoro, risorse senza le quali la libertà e la
democrazia non avrebbero potuto crescere e consolidarsi.
Le domande poste dall’articolo di Sotte (Agriregionieuropa, n.15) Oggi si discute molto, specie nei paesi europei più poveri di
e le risposte fornite da Sotte stesso e nei contributi dei colleghi risorse naturali, di sovranità energetica mentre è ben più raro
intervenuti nel Forum hanno acceso un dibattito molto discutere di sovranità alimentare, almeno riferita ai paesi
interessante sulla situazione attuale e sulle prospettive future sviluppati. Prima di affrontare i motivi di tale assenza, è utile
della Pac. A questo dibattito vorrei aggiungere alcuni temi, ricordare che il termine sovranità non è, non può e non deve
sinora trascurati, che a mio avviso costituiscono, invece, essere, sinonimo di autarchia ma indica la capacità da parte di
elementi chiave per il futuro. un paese o di un’entità sovranazionale, quale l’Ue, di controllare
Prima di parlare del dopo 2013, vorrei però brevemente e gestire efficacemente un settore strategico per i propri cittadini
rispondere alla prima domanda di Sotte (l’Health check ha e, contemporaneamente, di poter giocare un ruolo politico
completato la riforma Fischler?). La risposta non può essere che internazionale senza sottostare a ricatti su una risorsa
positiva, tenendo anche conto che alcune decisioni adottate a essenziale.
fine 2008 derivano da proposte di Fischler non approvate nel Se ripercorriamo gli obiettivi assegnati alla Pac nel trattato di
2003. Si può, con buona probabilità, ritenere anche che l’Health Roma, nell’art.39, che ancora oggi è in vigore come art.33 del
check non solo abbia completato le decisioni prese dal 2003 in trattato di Amsterdam, possiamo vedere come essi
avanti ma costituisca il capolinea del processo di completa rispondessero effettivamente alla necessità di garantire la
riforma dei meccanismi di sostegno iniziato da MacSharry nel sovranità alimentare ai sei paesi fondatori e a quelli che si sono
1992. Semplificando, forse in misura eccessiva, si potrebbe dire aggiunti successivamente. La sovranità alimentare, indicata con
che l’Health check ha completato il processo di il termine “garanzia degli approvvigionamenti”, doveva
disaccoppiamento del sostegno che prima del 1992 era contribuire a “stabilizzare i mercati”, a “garantire prezzi
totalmente accoppiato e che dal 1993 in poi è passato attraverso ragionevoli ai consumatori” e “redditi equi ai produttori agricoli”.
fasi di progressivo disaccoppiamento. Il cammino per cambiare Per raggiungere tutti questi obiettivi i costituenti europei hanno
completamente il volto della Pac, sia del primo che del secondo indicato come mezzo “incrementare la produttività
pilastro, è stato però sin troppo lungo e faticoso, anche a causa dell’agricoltura”. Oggi appare necessario chiedersi se
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l’incremento della produttività debba essere ancora alla base agenzie internazionali o dai singoli paesi, ma debbono essere
della Pac, oppure si debba ritenere superato, come sostenuto oggetto di scelte condivise a livello globale, come sottolineato
anche da alcuni colleghi intervenuti nel forum. anche nel recente G20 a L’Aquila e verranno affrontati anche
Alla base del ragionamento di chi lo ritiene superato vi è, con la ripresa dei negoziati Wto.
probabilmente, un equivoco terminologico che confonde La globalizzazione dei mercati è ormai tale da richiedere un
“produttività” con “produzione” e che, di conseguenza, addebita governo mondiale concertato delle risorse agricole. La folle
al primo punto dell’art.39 tanti mali della Pac (in realtà altalena dei prezzi dell’ultimo biennio ha evidenziato l’estrema
conseguenti al sostegno illimitato alla produzione europea vulnerabilità di equilibri sempre più precari. Le risposte
attraverso l’intervento). Personalmente ritengo indispensabile protezionistiche di molti paesi nel periodo di prezzi elevati
proseguire nell’incremento della produttività dell’agricoltura, così (rapidamente rientrate con il tonfo delle quotazioni, dato più che
come dell’efficienza dei processi di trasformazione e di dagli incrementi di offerta che dalla crisi della domanda legata
conservazione degli alimenti, ricordando che il miglioramento alla crisi economica generale) potrebbero tornare in auge
della produttività del lavoro resta obiettivo fondamentale in una quando il Pil mondiale ricomincerà a salire e, probabilmente,
società come la nostra dove l’occupazione in agricoltura è saliranno anche i prezzi degli alimenti.
estremamente ridotta e il ricambio generazionale costituirà Nella recente enciclica Caritas in veritate, Benedetto XVI
sempre più un problema nei prossimi lustri. Ma anche afferma che, oltre ad un imperativo etico, “eliminare la fame nel
l’incremento della produttività della terra -non tanto in termini di mondo è divenuto, nell’era della globalizzazione, anche un
rese, quanto di qualità dei prodotti- e, ancor di più, dei capitali traguardo da perseguire per salvaguardare la pace e la stabilità
impiegati (sementi, fertilizzanti, fitofarmaci, ecc.) appaiono del pianeta”; sempre secondo il Papa: “è necessario che maturi
inevitabili per poter contenere i costi di produzione e rendere più una coscienza solidale che consideri l’alimentazione e l’accesso
competitive le produzioni europee. Come esempio emblematico all’acqua come diritti universali di tutti gli esseri umani”. Credo
di tale tendenza, stiamo assistendo nell’ultimo decennio ad una che le due affermazioni sopra riportate siano condivisibili da tutti,
grande diffusione delle imprese agro-meccaniche che, indipendentemente dalla posizione religiosa, ma non è per nulla
dominando migliaia di ettari con poche macchine, ridotta scontato che possano effettivamente guidare l’azione politica dei
manodopera e impiego standardizzato di tecniche produttive, singoli paesi e a livello internazionale.
portano ai massimi livelli la produttività. Nel settore zootecnico Tuttavia questo mi pare sia il livello della sfida post-2013:
assistiamo alla crescita della soccida e, più in generale, alla affermare come finalità della Pac il mantenimento della sovranità
separazione dell’allevamento dalla gestione dei terreni. Tutti alimentare europea, in un contesto internazionale che favorisca
questi fenomeni di “industrializzazione” o “terziarizzazione” il raggiungimento di tale sovranità nelle diverse aree
dell’agricoltura hanno in comune la separazione dell’attività di geopolitiche, renderà necessario trovare strumenti nuovi, sia
impresa da quella di conservazione del patrimonio fondiario e all’interno dell’Ue sia nei rapporti con i paesi terzi. Non è facile
costituiscono un mutamento sul quale riflettere. La rendita individuare quali possano essere questi strumenti, ma essi
fondiaria data dal pagamento unico aziendale (Pua), con tutte le dovranno anzitutto favorire la conoscenza e l’innovazione per
sperequazioni tra aree geografiche e zone altimetriche legate ad promuovere un efficace trasferimento tecnologico: in altre parole
un riferimento storico ormai lontano nel tempo, contribuisce alla occorrono strumenti che valorizzino sempre più il capitale
separazione sopra evidenziata, anche se non ne è certamente umano, l’uomo come soggetto e non come oggetto delle
causa. La sostenibilità dopo il 2013 del Pua, sia pure politiche. In tale direzione vanno alcune attuali misure dello
regionalizzato e ravvicinato per eliminare le distorsioni più sviluppo rurale, ma certamente lo sforzo, e la fantasia, per
palesi, appare da questo punto di vista problematica: il Pua costruire la nuova Pac dovrà essere ben maggiore.
rischierebbe con il tempo di divenire una pura rendita per i
proprietari fondiari, sempre meno anche agricoltori, e di fallire
quindi lo scopo di sostenere i redditi agricoli. Giacomo Zanni (Università degli Studi di
Contemporaneamente, gran parte delle produzioni agricole
europee diverrebbe standardizzata e più esposta alla Ferrara)
concorrenza internazionale.
Il mantenimento della sovranità alimentare comporta quindi la Partecipo volentieri al Forum sulla Pac dopo l’Health check,
necessità di mantenere la sovranità da parte dei produttori sul organizzato da Agriregionieuropa, nella consapevolezza che chi
capitale fondiario. Ritengo che tale obiettivo sia ineludibile in un interviene in una discussione già avviata ha l’obbligo di evitare di
contesto mondiale che mostra segni di forte mutamento proprio ripetere concetti già affrontati e di privilegiare gli aspetti non
su questo aspetto: gli esempi, sempre più numerosi, di ancora esauriti dai contributi precedenti (Aa.Vv, 2009). D’altra
acquisizioni di terre nell’Africa sub-sahariana da parte della Cina parte, non intendo eludere una questione centrale, tra quelle
(ma anche del Sudafrica) o di realizzazione in paesi emergenti emerse dal dibattito, ossia se le prospettive della Pac oltre il
di insediamenti zootecnici intensivi basati sulle importazioni di 2013 meritino oggi di essere radicalmente ridisegnate o se
cereali, sono emblematici dei cambiamenti che la produzione richiedano più semplicemente un adeguamento dello schema
alimentare attraverserà nei prossimi decenni. tracciato dalla riforma Fischler. Come è apparso chiaramente
Ma occorre considerare anche un altro aspetto: secondo i dal dibattito, la complessità delle tematiche coinvolte è talmente
demografi nel 2012, con un anno di anticipo sulle previsioni profonda da rendere piuttosto superficiale la sua mera riduzione
precedenti, la popolazione mondiale raggiungerà i 7 miliardi di alla dicotomia tra l’opzione del miglioramento in continuità
persone e prima del 2050 potrebbe superare i 9 miliardi. Dei versus quella della rottura con il passato. Insomma, non mi
nuovi 2,5 miliardi di persone rispetto ad oggi, 1,5 abiterà in paesi sembra il caso, rispetto a questo problema, di dividersi tra
in via di sviluppo e uno nei paesi meno avanzati, con un “apocalittici” e “integrati”. Pur tuttavia, mi trovo d’accordo con chi
potenziale tragico accrescimento della sottonutrizione. Altro reputa che le ragioni del contributo pubblico all’agricoltura
elemento demografico di grande importanza è costituito dal vadano oggi riformulate con chiarezza e individuate
recente (2006) superamento della popolazione che vive in aree prioritariamente nella produzione di economie esterne positive di
urbane rispetto a quella che vive in aree rurali, che comporta natura sociale e, soprattutto, ambientale. Secondo tale
maggiori problemi di approvvigionamento alimentare. Questi impostazione, il pagamento unico generalizzato (Pua) sarebbe
fattori demografici, unitamente agli effetti dei cambiamenti uno strumento piuttosto inadatto, nel lungo periodo, ad
climatici, rendono necessario incrementare nei prossimi decenni assolvere a questo compito specifico.
la produzione globale di cibo almeno del 50%, migliorando nel È stato avanzato anche un altro argomento “forte” a favore del
contempo la conservabilità degli alimenti e razionalizzando la mantenimento del sostegno pubblico dell’agricoltura, cioè quello
loro distribuzione per ridurre le cospicue perdite odierne. Questi motivato dagli squilibri, in termini di struttura, che tante
sono compiti che non possono essere affrontati dalle sole agricolture europee presentano ancor oggi, rispetto agli altri
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settori economici. Mi sembra che anche questo tema, pur tra i campi coltivati e i corsi d’acqua. Un secondo requisito
meritando una grande attenzione dalla futura Pac, non legittimi introdotto è la necessità di dimostrare di essere in regola con le
automaticamente la necessità della persistenza del Pua, pur autorizzazioni all’irrigazione.
nella sua versione regionalizzata. Per contrastare le debolezze Purtroppo si tratta di norme la cui incisività è tutta da dimostrare
strutturali, infatti, appaiono più promettenti strumenti diretti, quali e che per di più saranno a regime solo nel 2012. La Direttiva
gli interventi a favore del credito, dell’assicurazione, della quadro sulle acque, come è noto, è ben più ambiziosa.
concentrazione dell’offerta agricola e, soprattutto, Coerentemente con la volontà politica dimostrata inserendo, nel
dell’innovazione. A quest’ultimo proposito, recenti indagini (per novero delle sfide della Pac, l’obiettivo finalizzato della
esempio, quelle in corso del progetto comunitario Cap-Ire) protezione delle risorse idriche, occorre che in futuro siano
evidenziano la crescente necessità di potenziare l’agricoltura incorporate in essa molte altre regole di buona gestione idrica.
produttiva, anche rispetto a quella multifunzionale, con Un grave ostacolo in questa direzione è l’attuale grado di
particolare attenzione alle misure tendenti a creare nuova recepimento della Direttiva, che risulta ancora molto basso. Vi
imprenditorialità e a diffondere l’innovazione tecnologica e sono oggettive difficoltà a condizionare i pagamenti degli
gestionale presso le aziende agricole (Viaggi, 2009). In agricoltori al rispetto di regole non completamente rodate e di
quest’ottica, il miglioramento del capitale umano, quale motore programmi ancora incompleti.
di crescita endogena, dovrebbe essere posto al centro Non è certo il caso di rallegrarsi per i ritardi di recepimento, nei
dell’attenzione del decisore pubblico (De Devitiis e Maietta, quali il nostro Paese peraltro vanta un malinconico primato. Non
2009). può sfuggire, infatti, che in futuro la soluzione del problema
Condivido l’idea che serve gradualità nella sperimentazione e idrico sarà probabilmente una delle chiavi principali anche per
nell’avviamento di strade nuove. Appaiono però un po’ deboli le salvaguardare il reddito degli agricoltori.
argomentazioni a favore di politiche agricole di lungo periodo Se questo è vero, è urgente la messa a punto e la
improntate al “realismo”, cioè ancorate all’impostazione sperimentazione di misure in grado di dare corso a questi
dominante nel passato. Esse mi sembrano poggiare più su un obiettivi, al fine di concretizzare le future modulazioni a favore
obiettivo di minimizzazione delle rimostranze dei gruppi di del secondo pilastro, specificamente orientate ai problemi delle
pressione beneficiari, che non sul razionale perseguimento di risorse idriche.
obiettivi politici trasparenti e sull’implementazione di misure È sempre più produttivo affrontare i problemi con tempestività,
economiche coerenti. Infine, il fatto che anche le misure del rigore e spirito innovativo piuttosto che indulgere a compromessi
secondo pilastro siano state spesso applicate con scarsi risultati di retroguardia. Perciò, un ri-orientamento della Pac in questo
rispetto agli obiettivi deliberati, rappresenta una prova per senso potrà essere fronteggiato solo con istituzioni nazionali
convincere il decisore politico a riprogettarne il disegno e le adeguatamente preparate. Solo per fare un esempio, occorre
modalità di applicazione, ma non mi pare contribuisca molto a avviare al più presto il riordino dei Consorzi di Bonifica,
corroborare la tesi di chi vede di buon occhio una reiterazione adeguandone la governance e il management al fine di operare
del Pua. secondo i criteri di sussidiarietà ed economicità dettati dalla
Limitandomi a queste poche osservazioni sulla questione Direttiva quadro sulle acque. In particolare, occorre adeguare la
generale, colgo l’occasione per sollevare un aspetto specifico perimetrazione territoriale, l’organizzazione e le tecnologie di
finora poco trattato, che giudico piuttosto rilevante per la nuova distribuzione e di controllo.
riformulazione della Pac. Credo che in prospettiva futura sarà Le leggi, gli incentivi e la buona volontà non sono sufficienti, se
sempre più necessaria una forte integrazione delle politiche manca la possibilità di verificare l’ottemperanza delle regole. È
delle risorse idriche nel disegno delle politiche agricole. Il mondo certamente da condividere l’opinione, espressa di Mariann
agricolo deve infatti essere responsabilizzato rispetto all’idea Fischer Boel, che nella gestione dell’acqua la carota deve avere
che l’acqua è un bene strategico scarso e che lo sarà sempre di la priorità sul bastone. Ma è altrettanto vero che il rispetto della
più, visti gli andamenti delle temperature. Il fatto importante è condizionalità, come elemento a giustificazione del sostegno
che l’agricoltura gioca una parte fondamentale in questo pubblico, non può pretendere di assumere alcun peso, se
processo. Il 60% delle acque derivate dai bacini idrici europei è privato della ragionevole certezza che le norme di buona
destinato alle aziende agricole e, per ogni metro cubo distribuito, gestione idrica siano rispettate.
l’80% è assorbito dalle colture o evaporato dal suolo. Oltre a
questo aspetto quantitativo, è indubbio che l’agricoltura influisce
in misura non irrilevante sulla qualità delle acque, mediante la Erik Fahlbeck (Sveriges lantbruksuniversitet,
gestione dei trattamenti antiparassitari e fertilizzanti.
Per tutti questi motivi, uniti alle crescenti necessità irrigue legate Uppsala, Svezia)*
al cambiamento climatico (in Emilia-Romagna, per esempio, si
stima un aumento del 20-30% negli ultimi 10 anni), emerge un Raccolgo in questa nota alcune riflessioni sul testo di Sotte e
bisogno di coordinamento tra le politiche di gestione dell’acqua Chiodo, con i quali concordo per la maggior parte delle idee
con le politiche agricole, in misura molto maggiore rispetto a espresse. Questa condivisione della loro analisi origina
quanto realizzato nel passato. Già in occasione della riforma probabilmente dal fatto che, come economisti agrari,
della Pac del 2003 le Direttiva sui nitrati e sulle acque condividiamo gli stessi punti di vista, poiché impostiamo le
sotterranee sono state incorporate nei meccanismi di nostre analisi e interpretazioni, anche riguardo alla Pac, sulla
condizionalità. Questa inclusione è stata il riflesso di una teoria economica.
crescente aspettativa dei cittadini europei nei confronti degli In altre parole, credo che l’analisi che essi presentano
agricoltori: ricevere denaro pubblico derivante dai contribuenti costituisca sia una buona descrizione delle problematiche attuali
significa accettare responsabilità pubbliche e una di queste della Pac, sia del modo in cui, con il cosiddetto Health check,
responsabilità contempla lo sforzo di gestire in modo più esse sono state affrontate. Sono completamente d’accordo sul
appropriato le risorse idriche. loro giudizio sulla riforma Fischler. Partita soltanto come riforma
È pur vero che già l’attuale Pac sostiene i produttori agricoli in di medio termine, essa ha prodotto dei risultati anche più
tale direzione, mediante talune misure di sviluppo rurale. Le interessanti di quelli che ci si sarebbe potuti aspettare (tuttavia
aziende agricole sono incentivate ad andare oltre i minimi di bisogna essere consapevoli del fatto che, all’interno della
legge attraverso i pagamenti agroambientali e sono previsti aiuti Commissione, si stava lavorando da tempo per cambiare la Pac
per conformarsi a nuovi standard, come quelli derivanti dalla verso il disaccoppiamento). Quantomeno è dal tempo della
Direttiva quadro sulle acque. Alcuni di questi orientamenti sono riforma McSharry che da più parti si esprimeva l’intenzione di
stati recentemente incorporati all’interno dell’Health check, di cui eliminare la complessa regolamentazione di mercato e i
la condizionalità è esplicitamente un elemento significativo. Una sostegni alla produzione, e credo che Sotte avrebbe potuto
novità in questo senso è l’obbligo di mantenere “fasce tampone” sottolineare meglio questo legame con la riforma del 1992.
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 33

Personalmente ho trovato particolarmente equilibrata l’analisi • Becattini G., Bellandi M., Dei Ottati G., Sforzi F. (a cura)
nella parte che fa riferimento allo sviluppo rurale ed in (2001), Il caleidoscopio dello sviluppo locale –
particolare alla politica agro-ambientale e credo che Sotte sollevi Trasformazioni economiche nell’Italia contemporanea,
una questione importante quando sostiene che la differenza più Rosenberg & Sellier, Torino
rilevante fra i diversi stati membri stia nella capacità di adattarsi • De Devitiis B., Maietta O.W. (2009), Capitale umano e
e riorganizzarsi rapidamente per attivare nuove iniziative e usare produttività del lavoro agricolo nelle regioni dell’unione
bene i relativi fondi. Inoltre credo che il testo di Sotte offra degli Europea., Agriregionieuropa, n. 16.
spunti per la discussione e per degli ulteriori approfondimenti in
• Mantino F. (2008): Lo sviluppo rurale in Europa – Politiche,
merito alla politica di sviluppo rurale, specie quando richiama la
istituzioni e attori locali dagli anni ’70 ad oggi, Edagricole,
necessità di valutare le politiche in base alla loro efficienza ed
Milano
efficacia e sugli effetti concreti che producono e non in base ad
assunzioni ideali e sulla semplice indicazione degli effetti che si • Musotti F. (2006), “La politica rurale: stabilizzazione della
desidererebbero. Si dovrebbe adottare anche in questo caso controriforma?”, in: Cavazzoni G., Calzoni G., Grasselli P. (a
quella metodologia che nella scienza medica si definisce cura), L’economia umbra e le sfide del mercato – Problemi e
“medicina basata sulle prove di efficacia”. prospettive all’inizio del XXI secolo, Giappichelli Editore,
Quanto alle decisioni assunte con l’Health check, mi lascia Torino
perplesso soprattutto la scelta di ridurre i pagamenti ai • Raffaelli R (a cura) (2005), Sostenibilità e multifunzionalità
beneficiari che ricevono maggior sostegno (oltre i 300 mila euro, dell’agricoltura di montagna. Bologna, Bonomia University
ndt), poiché le motivazioni e gli scopi del sostegno non sono Press
correlati alla capacità finanziaria delle imprese agricole. D’altra • Salsa A. (2007), Il tramonto delle identità tradizionali. Priuli &
parte, è possibile che le imprese reagiscano a questa misura Verlucca, Scarmagno (To)
modificando le proprie dimensioni, frammentandosi o • Saraceno E. (1999), “Il fantasma di Cork”, in: Esposti R.,
riorganizzandosi. Si tratterebbe, in tal caso di modifiche Sotte F. (a cura), Sviluppo rurale e occupazione, Franco
conseguenti più a stimoli politici, che economici e per questo Angeli, Milano
motivo probabilmente non positive né per la società, né per la
• Sotte F. (2008), Chiuso l’Health Check, apriamo una
competitività.
riflessione sulla Pac per dopo il 2013, Agriregionieuropa,
Inoltre credo che Sotte abbia una valutazione sul futuro dell’Ue
n.15.
più pessimistica della mia, quando discute della reazione alla
crisi finanziaria. Nella discussione in Svezia su questi temi, mi • Tarditi D., Donzelli F., Sarri D. (2007), Politiche di sviluppo
sembra che il pericolo che nell’Ue la Pac si dissolva, non sia del territorio montano. dattiloscritto CIPAS Università di
emerso. Condivido invece il concetto espresso da Sotte sul Siena
rischio di isolamento dell’agricoltura. Invece di difendere alcuni • Viaggi D. (2009), Assessing the multiple impacts of the
privilegi che l’attuale politica assicura loro come residuo delle Common Agricultural Policies on Rural Economies: First
scelte del passato, è particolarmente importante e di sicuro un Policy Brief, WP1, www.cap-ire.eu.
vantaggio per l’agricoltura che gli stakeholders agricoli aprano il
dibattito su quale ruolo avrà il settore agricolo nella società
futura, nel quadro dello sviluppo complessivo dell’Unione. Il futuro della politica agricola
Sono completamente d’accordo infine quando si critica il
pagamento unico aziendale e si sostiene che esso dovrebbe
comunitaria: una nuova filosofia?
essere abolito, dal momento che si capitalizza nei prezzi della
terra, che attualmente manca di legittimazione e che il settore Jean-Marc Boussard
agricolo, nel lungo periodo, non trarrà beneficio da un suo
mantenimento. Le lobby agricole potrebbero invece trarre
vantaggio dal fatto di concentrarsi più chiaramente nel formulare Introduzione*
una visione dell’agricoltura europea senza pagamento unico
aziendale. Altrimenti il rischio è, esattamente come viene Nel caso dei prodotti agricoli di base, il prezzo raramente
preconizzato, che il budget riservato alla Pac sia tagliato in eguaglia il costo marginale di lungo periodo, circostanza che
modo sostanziale in sede di definizione del bilancio, senza che inficia l’ottimo di mercato. La politica agricola dovrebbe così
si sia pensato ad azioni e misure alternative per aiutare focalizzarsi sui fallimenti del mercato, come si è verificato con la
l’agricoltura ad adeguarsi ad essere più pronta ad affrontare le politica agricola comune europea (Pac) del 1960. Tuttavia,
sfide del futuro. garantire in maniera permanente i prezzi per quantitativi di
produzione illimitati, una caratteristica della politica citata, non è
una scelta sostenibile, dal momento che conduce
Note automaticamente alla sovrapproduzione. In un simile contesto
diviene pertanto necessario un sistema concreto di gestione
* Traduzione di Silvia Coderoni. La versione originale è disponibile on-line
1
dell’offerta agricola. Peraltro, le esternalità e i beni agricoli di
Così Franz Fischler, Commissario per l’agricoltura dell’Unione Europea base sono prodotti strettamente collegati tra loro, tali cioè da
rispondeva ad un’interrogazione parlamentare nel 1996: “Da oltre 20 anni ormai la
Comunità conduce, con il sostegno di tutti gli Stati membri, una politica attiva a non poter essere gestiti in modo indipendente le une dagli altri,
favore dell’agricoltura di montagna e delle zone svantaggiate. Nella Comunità a poiché ciò creerebbe incongruenze tra il primo e il secondo
quindici sono considerate zone agricole svantaggiate 78 milioni di ettari di terreni pilastro della moderna Pac. Sotto determinate condizioni, un
agricoli, di cui poco più di 27 milioni sono situate in zone montane”.
generalizzato sistema “a quote” dovrebbe fornire strumenti più
sicuri per la politica ambientale.
Riferimenti bibliografici Una delle principali fratture nella Pac è avvenuta nel 1992.
Prima di tale data, vi era una tendenza ad isolare l’agricoltura
europea dal mercato, per lo meno per i principali prodotti
• Aa.Vv (2009), Forum: Health Check e la Pac dopo il 2013,
agricoli. A partire da quel momento, invece, è stato fatto di tutto
Agriregionieuropa, n.16.
per lasciare decidere ai mercati cosa produrre e dove. Il
• Aa.Vv (2009), Forum: Health Check e la Pac dopo il 2013 cosiddetto “primo pilastro” della Pac si riduce sempre più ogni
(parte 2), Agriregionieuropa, n.17. anno.
• Bätzing W. (2005), Le Alpi. Bollati Boringhieri, Torino Questo non significa che lo Stato si ritiri completamente dalla
• Basile E., Cecchi C. (2001): La trasformazione post- gestione del settore agricolo. Sotto la copertura del “secondo
industriale della campagna – Dall’agricoltura ai sistemi locali pilastro”, una quota crescente del bilancio agricolo è spesa
rurali; Rosenberg & Sellier, Torino
Pagina 34 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

come pagamenti “disaccoppiati”, vale a dire sovvenzioni che non prezzo sui mercati agricoli reali che non eguaglia i costi
dovrebbero modificare il costo marginale di produzione e, marginali, come illustrato in figura 1: sembra quasi impensabile
pertanto, non dovrebbero interferire con i mercati, pur che il costo marginale del grano sia stato di 513 dollari per
consentendo al contempo di gestire le “esternalità” prodotte. bushel nel 1910, raggiungendo i 764 nel 1911, e tornando a 508
Difatti, seppur giustificate da interessi di parte, dal momento che in 1912... Questo è chiaramente solo un esempio: simili sbalzi
gli agricoltori, attraverso il sostegno dei prezzi, conseguirebbero nell’andamento dei prezzi si possono osservare per quasi tutti i
indubbiamente redditi ben maggiori e che non potrebbero prezzi di libero mercato dei beni agricoli disponibili nel mondo.
essere riassorbiti nell’immediato, queste sovvenzioni sono In assenza di una relazione tra i costi e i prezzi, i mercati non
essenzialmente legate al fatto che non è possibile definire un raggiungono l’equilibrio ottimale. Al contrario, specifici interventi
prezzo per il paesaggio o per altri servizi agricoli, come non è di mercato potrebbero portare il mercato a raggiungere un
semplice infliggere sanzioni ai mercati per via dell’inquinamento ottimo come second best, con il prezzo più vicino al “reale” costo
da fertilizzanti o pesticidi. marginale di lungo periodo, consentendo così di massimizzare
Dal momento che esistono molte ragioni per creare servizi o per la somma dei surplus di produttori e consumatori. La teoria
evitare l’inquinamento, lo Stato può creare una sorta di mercati economica avanzata, che incorpora considerazioni di avversione
artificiali per questi prodotti, generando così incentivi per le al rischio, rafforza questa tesi1.
“buone pratiche”. In tal modo si garantirebbero agli agricoltori In effetti, nella maggior parte dei casi, gli agricoltori sono avversi
contributi significativi soggetti alle sole restrizioni di “eco- al rischio. Un produttore avverso al rischio2 non eguaglia il costo
condizionalità”. marginale con il prezzo medio, bensì con “l’equivalente di
Il passaggio della spesa dal “primo pilastro” (legato al mercato) certezza”. L’equivalente di certezza è generalmente ben al di
al “secondo pilastro” (sviluppo rurale) riflette questo sotto del prezzo medio, tanto più quanto la volatilità dei prezzi è
cambiamento di filosofia. Ciò nonostante, l’idea principale qui maggiore e l’agricoltore è più povero (Figura 2). Ciò significa che
sviluppata è che il primo pilastro sia ancora la parte più con prezzi volatili, la produzione è costantemente al di sotto del
importante della Pac. Il presente articolo si prefigge, pertanto, livello di ottimo paretiano.
l’obiettivo di esaminare dapprima le ragioni teoriche che
conducono a questa affermazione. In seguito, si sviluppano Figura 1 - Serie dei prezzi del grano (1860-1998) Dollari Usa a prezzi costanti per
cento bushel
alcune considerazioni di policy.
Price
Prezzo
Perché è necessario che le autorità politiche si 16
US$/bu Constant $, year 2000
occupino dei mercati agricoli? 14
12
Il punto chiave della discussione qui condotta è che i mercati
agricoli non stanno operando correttamente. Questa 10
rappresenta l’unica ragione sufficiente perché lo Stato 8
intervenga nelle decisioni di produzione. Il fallimento di mercato 6
più evidente è proprio quello che il secondo pilastro della Pac si
4
pensava dovesse risolvere. Come abbiamo visto,
originariamente quest’ultima è stata istituita al fine di ricreare i 2
mercati, per quanto possibile ove fossero inefficienti. In tal 0
modo, ogni prodotto sarebbe stato orientato dal mercato, anche 1841 1851 1861 1871 1881 1891 1901 1911 1921 1931 1941 1951 1961 1971 1981 1991 2001

quelli non negoziabili.


A questo proposito occorre fare due osservazioni: in primo
luogo, il “mercato delle esternalità” deve essere considerato Figura 2 - Equilibrio non ottimale con rischio
nella sua particolarità, poiché il problema fondamentale non è
quello di assegnare diritti di inquinamento o quote di produzione P
di servizi tra i produttori, piuttosto quello di decidere quale livello
di inquinamento sia ammissibile, o quale servizio sia richiesto e CURVA DI DOMANDA
in quale quantità. Per questo problema, difatti, mancano
indicazioni del mercato. In secondo luogo, è del tutto impossibile PREZZO
non tener conto in questo ragionamento del primo pilastro: DI RISCHIO
l’inquinamento, i servizi agricoli e i prodotti agricoli di base sono
ovviamente tutti prodotti tra loro strettamente collegati, e questo DOMANDA CERTAMENTE EQUIVALENTE

legame costituisce notoriamente una difficoltà nell’economia di PREZZO COSTO MARGINALE


OTTIMALE COSTANTE
produzione.
Ulteriori ricerche dovrebbero essere (e sono) intraprese al fine di
cogliere tutti gli aspetti del problema. Ad ogni modo, non si
entrerà in questa sede in una simile discussione, piuttosto si Q
concentrerà l’attenzione sulle tematiche connesse al primo QUANTITA’ QUANTITA’
DI RICHIO OTTIMALE
pilastro, ovvero sui fallimenti del mercato dei prodotti agricoli di
base.
Dunque, la realtà e la teoria suggeriscono entrambe che la
Mercati mal funzionanti: alcune testimonianze stabilità dei prezzi potrebbe portare ad un sistema agricolo più
efficiente. Questa è stata la motivazione alla base
Se i mercati operassero come si insegna nei corsi di economia
dell’implementazione della Pac del 1960, a seguito di precedenti
(ovvero, uguagliando il prezzo al costo marginale,
politiche simili (in particolare, degli Stati Uniti) istituite verso la
massimizzando così il surplus del produttore e del
fine degli anni ‘30.
consumatore), non si renderebbe necessaria alcuna politica
Sul finire degli anni ‘80, queste stesse politiche (sia la politica
agricola del tipo “primo pilastro”. Se tali politiche sono state
dell’Agricultural Adjustment Act (AAA) del 1933 per gli Stati Uniti
progressivamente istituite durante il corso della storia, è stato
sia la Pac) sono state ritenute dei fallimenti, tanto che la riforma
perché si sono verificate, ancorché raramente, situazioni che ne
della Pac del 1992 è stata una semplice conseguenza di questa
hanno giustificata l’introduzione.
analisi. Dove era il problema?
Molti sono gli episodi nel corso del tempo in cui si è rilevato un
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 35

Cosa c’era di sbagliato nella PAC del 1960? Considerazioni di politica economica
L’assicurazione rappresenta un’àncora naturale quando si ha a Perché i politici sono così riluttanti di fronte alla
che fare con eventi incerti (apparentemente) casuali, come le regolamentazione del mercato?
fluttuazioni dei prezzi agricoli. Tuttavia, è difficile assicurare i
prezzi, perché questi sono alti o bassi per tutti nello stesso Diversi motivi possono spiegare la riluttanza verso la gestione
tempo. Pertanto, anche assumendo prezzi casuali, indipendenti dell’offerta.
e identicamente distribuiti (iid), la ripartizione del rischio deve • La cattiva reputazione delle remunerazioni associate alle
essere fatta nel corso del tempo, posto dal momento che annate “quote”. Dal momento che, affinché la produzione all’interno
“cattive” sono compensate da annate “positive”. Ciò solleva delle quote sia assicurata, i rispettivi prezzi devono essere
enormi problemi finanziari che, mentre difficilmente possano maggiori del costo (in caso contrario, il quantitativo
essere risolti dalle imprese di assicurazione private, possono all’interno delle quote non sarebbe prodotto), gli agricoltori
invece essere compito dei governi (Arrow e Lin, 1970). ottengono un profitto dal possedere quote. La maggior parte
Questa è stata la logica alla base della Pac del 1960. degli economisti neoclassici è a buon diritto contraria a simili
Assumendo un prezzo garantito fissato al livello di equilibrio di rendite. Resta da verificare se le rendite dovrebbero essere
lungo periodo e collegato ad un sistema di imposte variabili e di necessariamente sempre evitate. Esse sono raccomandate
sussidi alla frontiera, si riteneva che il costo medio sarebbe stato in taluni casi: per esempio, nessuno, a quanto pare, si
pari a zero, perché il costo delle esportazioni nel corso degli lamenta delle rendite derivanti dai brevetti. Questo perché
“anni buoni” (ovvero, con una produzione superiore al consumo (a torto o a ragione) il beneficio di tali rendite da brevetti è
interno) sarebbe stato compensato dalle entrate ricevute ritenuto necessario per incoraggiare la ricerca e
attraverso i dazi all’importazione nel corso degli “anni l’innovazione che, altrimenti, sarebbero prive di qualsiasi
cattivi” (quando l’approvvigionamento interno di breve periodo stimolo di mercato. Nel caso specifico delle rendite
deve essere compensato dalle importazioni). Il sistema di associate a quote di produzione in agricoltura, esse
produzione e di consumo si sarebbe dovuto comportare potrebbero essere giustificate dal fatto che la differenza tra
esattamente come se vi fosse stato un mercato libero efficiente. prezzo e costo medio, in un simile caso, costituirebbe
Il prezzo fissato dal governo rappresenta il perfetto sistema di effettivamente un prezzo pagato dai consumatori per la
assicurazione dei prezzi. Eppure, c’è stato un errore di sicurezza alimentare e il progresso tecnico, in quanto, in
valutazione. Nel caso del settore agricolo, l’offerta di lungo assenza di un tale dispositivo, gli agricoltori sarebbero
periodo è abbastanza elastica, perché la funzione di produzione riluttanti a investire e innovare. Allora, perché ci si lamenta
è omogenea di primo grado: se una tecnica è redditizia su un delle rendite derivanti dalle quote?4 Inoltre, se si ammette la
ettaro, essa può essere riprodotta su milioni di ettari. possibilità che le autorità siano in grado di rivedere le quote
La semplice teoria economica mostra che, in questo caso, il di prezzo ad intervalli regolari, tenendo conto del progresso
costo marginale è costante e la curva di offerta è piatta, parallela tecnico e dei cambiamenti nei costi di produzione, la rendita
all’asse delle ascisse. Naturalmente, questo non è derivante dalle quote potrebbe senza meno essere portata
completamente vero, perché i fattori fissi, come la terra, non ad un valore non elevato.
possono essere riprodotti e utilizzati senza limiti. Tuttavia, nei
• La maggior parte dei policy maker è convinta che la ragione
costi di produzione agricoli, la quota dovuta all’uso del fattore
di una politica agricola sia quella di garantire un reddito
terra è troppo piccola perché la pendenza della curva di offerta
minimo agli agricoltori. Questo è il motivo per cui si limitano i
sia grande, in modo che, in pratica, la curva di offerta è quasi
pagamenti disaccoppiati oltre un certo limite: i “grandi”
piatta. Ora, con un prezzo fisso, anche la curva di domanda è
agricoltori non necessitano di sostegno al reddito. Eppure,
piatta, parallela all’asse delle ascisse ... e due linee parallele
confondere considerazioni di equità e di efficienza è
non si incontrano mai. Ecco la spiegazione del fallimento della
rischioso. I pagamenti disaccoppiati hanno il fine di
Pac del 1960 (e di tutte le politiche simili nel mondo). Con un
compensare gli agricoltori delle spese sostenute in
prezzo fisso per quantitativi illimitati di produzione, quest’ultima
conseguenza della mancanza di mercati per alcune delle
tende sempre a superare la domanda. E, naturalmente, in un
loro produzioni. A meno che tali costi non siano più bassi
simile contesto, il costo della politica diventa rapidamente
per i grandi che per i piccoli agricoltori, cosa tutta da
esorbitante3.
dimostrare, non si vede la ragione per privare i grandi
agricoltori del sostegno. Se è necessaria una maggiore
Che cosa si sarebbe potuto fare? equità nella distribuzione della ricchezza, esistono altri
strumenti per realizzarla, come ad esempio l’imposta sul
In questo contesto, le autorità, per liberarsi delle eccedenze, reddito.
prendono in considerazione l’ipotesi di tornare al libero mercato. • Le fluttuazioni dei prezzi hanno un’origine che non è nota
Questo è chiaramente assurdo, dato che un ritorno al libero (come non sono note le strategie per porvi rimedio).
mercato potrà solo portare le stesse difficoltà che sono state Naturalmente, tutti sono d’accordo che le grandi fluttuazioni
all’origine del suo abbandono. Eppure, un rimedio molto naturale dei prezzi agricoli sono causate da piccole variazioni
per superare le difficoltà di sovrapproduzione è quello di mettere nell’offerta che vengono ingigantite dalla bassa elasticità
un limite alla garanzia dei prezzi: un prezzo relativamente alto della domanda dei prodotti alimentari. Ma sono pochi gli
viene concesso fino a un certo quantitativo, mentre ogni quantità analisti che riconoscono i fallimenti del mercato dietro le
prodotta in eccesso rispetto a tale quota può essere venduta al variazioni dell’offerta. È generalmente riconosciuto che tali
prezzo di mercato. cambiamenti sono “esogeni”. Sarebbero generati dal clima o
Tale soluzione, sostenuta da alcuni economisti come Hazell e dai parassiti, tutte cause al di fuori di ogni controllo umano.
Scandizzo (1977), può essere interpretata come una sorta di Ma se le circostanze climatiche o di altro genere possono
mercato del futuro, con il governo a giocare (praticamente senza senza dubbio mettere in pericolo i raccolti locali, resta
costi) il ruolo di uno speculatore che si assume il rischio. Non si aperta la questione delle conseguenze di questo tipo di
tratta di una distorsione: a condizione che la somma delle quote eventi per i mercati globali: un periodo di siccità può
assegnate sia inferiore al consumo interno, i quantitativi venduti verificarsi simultaneamente in Australia, Nord America e in
sul mercato internazionale verrebbero prodotti al costo Europa ? Questo non è molto probabile. Al contrario, a
marginale. Che tale semplice idea sia sempre stata considerata partire da Ezekiel (1938), l’autore del modello della
con una certa riluttanza da parte di politici ed economisti è “ragnatela”, l’instabilità locale e le proprietà respingenti dei
davvero molto strano. punti di equilibrio dei mercati agricoli divengono note. Con
un punto di equilibrio respingente, si apre la strada a
Pagina 36 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

comportamenti caotici5 nell’offerta dei prodotti agricoli e guardare le mucche in montagna. La logica dei due pilastri
nella dinamica della domanda (Alligood et al., 1997). Le consisterebbe nel lasciare il mercato libero di decidere dove
proprietà globali di un sistema caotico sono completamente produrre latte al minor costo (il che è sicuramente in pianura!),
diverse da quelle di un equilibrio perturbato dall’esterno. In pagando al contempo gli agricoltori per produrre alcuni beni in
particolare, mentre tutti gli strumenti di politica più liberali montagna.
sono in grado di stabilizzare il secondo, diventano invece Lo stesso risultato è stato effettivamente realizzato dalle quote
controproducenti con il primo (Boussard, 2005). Dal latte in Francia, perché le quote sono state mobili (potendo
momento che gran parte degli economisti (e, probabilmente, essere trasferite da un agricoltore a un altro) ma solo all’interno
tutti i più influenti di loro) è convinta che le fluttuazioni di determinate zone geografiche, garantendo così una certa
provengano da fonti esogene mentre in realtà sono quantità di produzione di latte in montagna, senza dover
endogene, non è sorprendente che le politiche adottate calcolare la differenza di costo tra la produzione di latte in
siano errate. pianura e quella in montagna. Un ragionamento simile potrebbe
• In particolare, è stato sostenuto che l’imposizione di quote essere fatto per molte altre situazioni. Il punto è che non è in
nazionali sia sleale sul piano internazionale, perché teoria possibile dissociare completamente materie prime e
destabilizza il mercato mondiale. Ciò sarebbe vero se le decisioni ambientali. Allora, perché non prendere atto di tutto
fluttuazioni dei mercati internazionali fossero di origine ciò, e agire di conseguenza?
esogena, come si può vedere nella figura 3:

Figura 3 - Shock esogeni: prezzo del mercato residuo, con e senza quote
6 Osservazioni conclusive
Nonostante gli sforzi per portare la politica agricola comune - in
PREZZO particolare il primo pilastro - a soddisfare i requisiti di razionalità
economica, essa si sta dirigendo nella direzione opposta. Non
70
c’è meno razionalità nei pagamenti disaccoppiati. Abbandonare
60
ogni idea di gestione del mercato è insieme strano e pericoloso,
50 mentre il malfunzionamento dei mercati è esattamente la
40 ragione per l’imposizione di qualsiasi politica agricola.
La recente evoluzione dei mercati mondiali, con l’impennata dei
30
—- CON ; - - - SENZA prezzi agricoli accompagnata dalla riduzione degli stock di
20 sicurezza, rende questo giudizio ovviamente rilevante.
10
Contrariamente a un credo comune, la carenza di cereali per
TEMPO l’estate 2007 non si è verificata a causa della siccità in Australia,
0
e probabilmente non (o non ancora!) a causa della produzione di
1 11 21 31 41 51 61 71 81 91 101 bio-carburanti. È piuttosto la conseguenza di molti segnali di
mercato che, per diversi anni, hanno indicato che la produzione
agricola era in eccesso. Gli agricoltori del mondo hanno recepito
I risultati visualizzati nel caso “con le fluttuazioni questi segnali e hanno agito di conseguenza riducendo l’offerta,
endogene” (Figura 4) sono molto diversi. Qui, anche se la anche se probabilmente troppo tardi, e in misura eccessiva...
domanda e l’offerta sui due mercati sono simili (la scala è Allo stesso modo, nel 2008, il segnale della carenza di
diversa), le fluttuazioni sono generate da una ragnatela caotica produzione è stato trasmesso, dando luogo ad ingenti
guidata dal rischio (Boussard, 1996). In questo caso, la serie investimenti (vi è stata una penuria di fertilizzanti nel 2008!)
“senza quote” fluttua molto di più che la serie “con le quote”. In nell’offerta, un abbassamento dei prezzi, il fallimento degli
questo contesto, l’imposizione di una quota, lungi agricoltori, e la richiesta di sostegno ai redditi agricoli nel 2009.
dall’accrescere la volatilità dei prezzi, li stabilizza perché Nel contempo, nel terzo mondo molte persone sono state vittime
garantisce almeno una produzione minima, evitando situazioni della fame.
di bassa offerta e alto prezzo7. Una possibile via d’uscita a tale assurdità è una attenta gestione
L’esempio presentato è solo indicativo. La fonte di fluttuazione dei mercati dei prodotti agricoli (così come per i bio-
dei prezzi agricoli è sempre sia endogena che esogena, cosa combustibili), attraverso il controllo dei prezzi e dell’offerta.
che non semplifica il problema di stabilizzazione. Eppure, la Questo potrebbe essere il futuro del primo pilastro della Pac se
discussione di cui sopra dimostra almeno l’importanza di una la Commissione europea volesse mantenere il controllo degli
distinzione tra i due effetti, e di progettare politiche adeguate. eventi. In caso contrario, specialmente se l’Unione europea
continua la sua ritirata ideologica lontana dalla realtà, è da
8
Figura 4 - Ragnatela caotica: prezzo del mercato residuo, con e senza quote aspettarsi che altre istituzioni - forse gli organismi nazionali,
forse quelli internazionali – corrano ai ripari.
In particolare oggi, contrariamente alla situazione esistente
12 prima della seconda guerra mondiale, l’aumento
dell’urbanizzazione rende molto difficili i contatti diretti tra
10
agricoltori e consumatori finali. L’industria alimentare si pone
8 dunque come un intermediario necessario. Attraverso contratti di
6 integrazione verticale, questa potrebbe benissimo svolgere il
4 ruolo di regolatore del mercato, sostituendo in tal modo tutte le
forme di intervento dello Stato. Naturalmente, una tale nuova
2 with
con impostazione istituzionale sarebbe praticabile solo se l’industria
0 without
senza alimentare beneficiasse di rendite di monopolio di grandi
1 11 21 31 41 51 61 71 81 91
dimensioni. Non è comunque sicuro che il consumatore (così
come il contribuente) beneficerebbe davvero di una situazione
del genere.
Può il primo pilastro essere indipendente dal secondo?
Note
Esistono anche grandi contraddizioni tra il primo e il secondo
pilastro. Ad esempio, la difficoltà di produrre latte nelle regioni di * Traduzione di Valentina Cristiana Materia. La versione originale è disponibile on-
line
montagna è ben nota. Allo stesso tempo, ai turisti piace
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 37

1
Una parte consistente della letteratura economica si è occupata di questa
tematica negli anni ’50 e ’60. Tuttavia, forse a motivo del fatto che oggi non risulta
semplice trovare in Internet simili riferimenti, tale letteratura sembra essere stata
Vincitori e vinti. L’incremento dei
recentemente dimenticata del tutto. Si vedano Waught (1944) e molti altri.
2
Questa ipotesi è stata sottoposta a verifica (Binswanger, 1980). In pratica, ogni
prezzi alimentari e gli effetti sulle
cosa funziona “come se” fossero in realtà avversi al rischio.
3
Questo esito della Pac del 1960 è stato predetto da Colin Clark (1962). famiglie nei paesi in via di
Sfortunatamente, all’epoca, questo caveat non è stato recepito.
4
Difatti, assumendo di poter raggiungere la stabilità attraverso la definizione di sviluppo
nuovi mercati, il premio al rischio pagato dagli speculatori eccederebbe di molto le
rendite pagate ai possessori delle quote.
5
Qui si fa riferimento alla teoria matematica del caos, un particolare caso di Alberto Zezza, Benjamin Davis, Carlo Azzarri, Katia
soluzione delle equazioni dinamiche differenziali, senza periodicità e senza limite Covarrubias, Luca Tasciotti, Gustavo Anriquez
ultimo fissato quando il tempo tende all’infinito.
6
Qui, un governo impone una quota sulla produzione in un mercato domestico. Il
prezzo di produzione è garantito per il livello medio di consumo interno, Q*, che
corrisponde ad una quantità di equilibrio tra domanda e offerta, dunque pianificato Introduzione
annualmente. Tuttavia la quantità prefissata è soggetta a degli shock casuali, tanto
che la produzione effettiva si distribuisce in modo non uniforme tra Q*-10% e
Q*+10%. Ogni anno, il deficit (l’eccesso di offerta) è acquistato (venduto) su un Nel corso dell’anno 2008, i prezzi reali dei beni alimentari hanno
mercato estero residuo definito dalla sua curva di domanda, e dalla sua autonoma raggiunto livelli incredibilmente alti. Per la prima volta dal 1981,
curva di offerta uniformemente distribuita tra q*-10% e q*+10%, dove q* è la l’indice dei prezzi reali di beni alimentari calcolato dalla Fao ha
quantità di equilibrio sul mercato residuo, e Q*/q*= 100. Il prezzo del mercato
residuo è fortemente volatile, come evidente dalla linea continua. Se la quota fosse raggiunto e oltrepassato il livello di 150 punti-base (dal valore di
rimossa, il prezzo determinato dall’incontro tra domanda e offerta dei due mercati 100 del 1998-2000) a testimoniare un aumento costante e
si stabilizzerebbe, come mostrato nella linea tratteggiata, dove si vede il beneficio monotòno avvenuto durante il periodo 2006-2008. L’aumento
derivante dalla liberalizzazione nel caso in cui le fluttuazioni siano esogene.
7
Come conseguenza, nella misura in cui il mercato mondiale dello zucchero è
dei prezzi reali dei beni alimentari ha causato problemi di
guidato da un simile tipo di fluttuazioni, esso sarà ancora più volatile nei prossimi carattere sociale e politico, oltre che di natura strettamente
pochi anni, quando le quote europee per lo zucchero saranno state completamente nutrizionale, in un numero non indifferente di paesi in via di
rimosse. sviluppo. Ad oggi, i prezzi degli alimenti rimangono
8
Qui, la serie “senza le quote” è generata da un insieme di quattro equazioni
ricorsive: sostanzialmente più alti che prima della crisi, nonostante la
(Domanda)
riduzione intervenuta dopo il picco del 2008 (Fao, 2009).
pt= α qt + β
p̂ t - 2 Α σ^ t2qt2 = a qt + b (Offerta) L’aggravarsi della insicurezza alimentare mondiale è stato il
p̂ t = ~
p (aspettativa, valore medio) tema all’ordine del giorno della conferenza mondiale di Roma
^2 2 (aspettativa, varianza) del giugno 2008 che ha portato i rappresentanti di 180 paesi a
σ t = (pt - p̂ )t
decidere importanti politiche economiche volte a fronteggiare
^2
pt e qt sono il prezzo e la quantità reale al tempo t, p̂ te σ t sono l’aspettativa media
l’aumento dei prezzi alimentari. La comunità di esperti é arrivata
~ alla conclusione che sarebbe stato necessario “prendere urgenti
e la varianza al tempo t. α , β , a, b sono i coefficient “tecnici”. p è una costante. A
è il coefficiente di avversione al rischio. Così, il produttore considera il prezzo iniziative per combattere le conseguenze che l’aumento dei
medio come una costante. Solo la varianza attesa del prezzo è soggetta ad un prezzi dei beni alimentari sta causando nei paesi
cambiamento da un periodo all’altro (modificando questo schema di aspettative, e
sostituendo ~ p, non cambiano significativamente i risultati). economicamente più vulnerabili.”
I produttori massimizzano l’equivalente di certezza dei loro redditi, che, dopo la I motivi per cui si sta assistendo ad un aumento dei prezzi dei
trasformazione, produce l’equazione dell’offerta. Nel caso con le quote, lo schema beni alimentari sono molti e complessi e sono da imputare a
è lo stesso, ad eccezione del fatto che la quantità “sotto” la quota è prodotta per
ogni p̂ t
fattori legati sia al lato della domanda che al lato dell’offerta dei
prodotti. Tra i fattori scatenanti hanno sicuramente svolto un
ruolo primario la crescita sensibile della domanda di alcuni beni
Riferimenti bibliografici alimentari e la contemporanea riduzione dell’offerta, i livelli delle
scorte di cereali più basse rispetto al passato, una gran parte di
• Alligood, K., T.D. Sauer, and J.A. Yorke (1997) Chaos : An raccolti andati perduti per via delle condizioni climatiche
introduction to dynamical systems. Springer, New York. avverse. Tra i fattori che riguardano la domanda di beni
alimentari, particolare importanza riveste l’espansione del
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mercato dei bio-combustibili ed i cambiamenti nelle abitudini
evaluation of public investment decision”. In Arrow, K.J.
nutrizionali dei paesi in forte crescita economica, come ad
(editor) : Essays in the theory of risk bearing, North Holland,
esempio India e Cina.
Amsterdam, 1971.
Mentre una parte degli studi recenti riguardanti l’aumento dei
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of Economic Behavior and Organization, 29 (96/05), 433- presenti e futuri dei prezzi internazionali e sul loro meccanismo
446. di trasmissione ai mercati domestici, altri hanno cercato di
• Boussard, J.M. (2005) “Price risk management instruments studiare l’impatto che questa crisi ha avuto a livello
in agricultural and other unstable markets” ICFAI journal of microeconomico (Ivanic and Martin, 2008; Aksoy and Isik-
risk and insurance 3(2) : 6-19 Dikmelik, 2008; Dessus et al., 2008; and Rios et al., 2008a).
• Clark, C. (1962) “Agricultural Economics - The Further Il presente articolo, inserendosi nel filone degli studi
Horizon”, Journal of Agricultural Economics, December. microeconomici, cerca di quantificare l’impatto dell’incremento
• Ezekiel, M. (1938) “The Cobweb Theorem”, Quarterly dei prezzi dei beni alimentari sul reddito delle famiglie in alcuni
Journal of Economics 53 : 225-280. paesi in via di sviluppo, analizzando in particolare l’impatto sulle
• Hazell, P.R., and P. Scandizzo (1977) “ Farmers’ diverse fasce sociali, su famiglie con differenti caratteristiche
expectation, risk aversion and market equilibrium under risk”, demografiche, di accesso al mercato e di diversificazione
American Journal of Agricultural Economics, 59 : 204-209. dell’attività lavorativa.
L’articolo si avvale dei micro dati provenienti da indagini
• Waught F.V. (1944) : “Does the consumer benefits from price
campionarie che sono tra loro omogenee per struttura, metodo
instability ?” Quaterly J. of economics 58 (3) : 602-614. di campionamento e informazione raccolta. Il paragrafo 2
descrive brevemente i dati e la metodologia adottata; il
paragrafo 3 presenta e discute i risultati descrittivi; il 4 illustra il
modello empirico adottato ed i risultati ottenuti, e l’ultimo
paragrafo presenta le conclusioni.
Pagina 38 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

Figura 1 - Percentuali di spesa per l’acquisto del bene alimentare più consumato
Dati e metodologia (ogni campione è stato diviso in quintili di spesa)

L’incremento del prezzo del bene alimentare più largamente Area Urbana

% di spesa per l'acquisto del bene piú


consumato (specifico per paese) genera un aumento (o
diminuzione) del reddito a seconda che la famiglia venda (o
acquisti) quel particolare prodotto. La metodologia utilizzata in 50
quest’articolo è una variante della metodologia proposta da
Deaton (1989) ed adottata in altri articoli empirici: Budd (1993), 40

consumato
Barrett e Dorosh (1996), Minot e Goletti (2000) e, più 30
recentemente, da Ivanic e Martin (2008) e Rios e al. (2008a). In
termini formali, l’effetto dell’incremento del prezzo del bene sul 20
reddito può essere riassunto dalla seguente equazione:
10
∆wi = 0.1( PRi − CRi ) (1) 0

Pakistan

Tajikistan

Guatemala

Panama
Nepal

Nicaragua

Ghana
Vietnam
Bangladesh

Malawi

Albania
dove ∆wi rappresenta la variazione del livello del reddito per la
famiglia i-esima, PRi il valore della produzione del bene per la
famiglia i-esima e CRi il valore del consumo dello stesso bene
per la famiglia i-esima. Per comparabilità dei risultati tra paesi
diversi, si ipotizza che, per tutti i paesi e per consumatori e
produttori del bene, l’incremento del prezzo dei beni alimentari Area Rurale
sia uguale al 10 per cento (0.1). L’equazione (1) misura come
varia il reddito della famiglia in seguito alla variazione del prezzo % di spesa per l'acquisto del bene 50
del bene. Se la famiglia produce (consuma) il più di quanto non
consumi (produca) del bene preso in considerazione, la 40
variazione del reddito sará positiva (negativa).
piú consumato

30
Benché questa analisi, possa essere in linea di principio estesa
a tutti i tipi di beni (alimentari e non), nel nostro caso riguarderà 20
solo i beni alimentari commerciabili. La tabella 1 fornisce per
ogni paese oggetto d’analisi, l’anno al quale i dati si riferiscono, 10
il numero di famiglie campionate e i prodotti alimentari di largo 0
consumo.
Tajikistan
Pakistan

Guatemala

Panama
Nepal

Nicaragua

Ghana
Vietnam
Bangladesh

Malawi

Albania
Tabella 1 - Paesi oggetto d’analisi

Paese e anno Numero di


Beni alimentari commerciabili
indagine osservazioni
Africa Famiglie piú po vere
Expenditure2quintiles
3 4 Famiglie piú ricche
Ghana, 1998 5,998 mais, riso
Malawi, 2004-05 11,280 mais, riso, legumi Fonte: Elaborazioni dal database RIGA
Asia del Sud e dell’Est
Bangladesh, 2000 7,440 riso, frumento, legumi Il primo passo dell’analisi consiste quindi nell’individuare quali
Nepal, 2003-04 3,912 mais, riso, frumento famiglie risultino essere venditrici o acquirenti nette del bene
Pakistan, 2001-02 15,776 frumento, riso, fagioli, mais
alimentare di più largo consumo, e le loro caratteristiche. Una
prima suddivisione è presentata nella tabella 2 in cui appare
Vietnam, 1997-98 5,999 riso, mais, fagioli
evidente come la percentuale di famiglie venditrici nette vari tra il
Europa dell’Est e Asia Centrale
4 e il 10 per cento in aree urbane, e tra il 7 ed il 68 per cento in
Albania, 2005 3,640 mais, riso, frumento aeree rurali. Tale dato dimostra chiaramente come, in prima
Tajikistan, 2003 4,160 riso, fagioli, frumento analisi, la grande maggioranza delle famiglie sono acquirenti
America del Sud e Centrale nette di beni alimentari.
Guatemala, 2000 7,276 mais, fagioli, frumento
Nicaragua, 2001 4,191 mais, riso, fagioli Tabella 2 - Percentuali di famiglie venditrici nette
Panama, 2003 6,363 frumento, mais, riso Paese ed anno %
Aree urbane Aree rurali Totale
Bangladesh, 2000 4.1 28.0 23.2
Fonte: FAO, elaborazioni dal Rural Income Generating Activities (RIGA) database
Pakistan, 2001 2.1 21.5 15.9
Nepal, 2003 10.7 35.5 31.5
Risultati principali Tajikistan, 2003 0.4 11 7.4
Vietnam, 1998 8.9 67.9 53.7
Guatemala, 2000 2.5 13.6 8.8
Nel breve periodo, il segno dell’impatto sul reddito di una
Nicaragua, 2001 2.1 21.5 9.6
famiglia a seguito di un incremento del prezzo dei beni Panama, 2003 0.2 10.3 3.8
alimentari di più largo consumo dipende dalla caratteristica della Ghana, 1998 8.0 28.0 20.7
famiglia di essere acquirente o venditrice netta dei beni in Malawi, 2004 3.4 7.2 6.7
questione. Albania, 2005 0.9 32.4 17.1
Un principio di carattere generale, proveniente dalla letteratura - Max 10.7 67.9 53.7
legge di Engel- e da un’analisi descrittiva dei nostri dati, è che le Min. 0.2 7.2 3.8
Media non pesata 3.9 25.2 18.0
famiglie con redditi più bassi, in aree rurali e urbane, sono quelle
la cui percentuale di spesa alimentare per il bene più largamente Fonte - Elaborazioni dal database RIGA
consumato è più alta (Figura 1).
Il fatto che le famiglie più povere siano maggiormente colpite in
termini di riduzione del reddito in seguito all’aumento dei prezzi
si ricava dalla figura 2. Le famiglie sono divise a seconda
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 39

dell’area di residenza e del quintile di spesa totale. L’altro dato delle famiglie panamensi, le perdite sono sempre più alte per i
evidente è che per le famiglie in aeree urbane il reddito si riduce “senza terra”.
in tutti i paesi sotto analisi. Il solo paese dove il guadagno è
diffuso e generale è il Vietnam rurale, a motivo della
distribuzione egalitaria delle risorse fondiarie e della elevata Figura 3 - Variazione percentuale del reddito per le famiglie rurali a seconda della
proprietà di terra
produttività, che lo porta ad essere uno dei principali paesi
esportatori di riso. Bangladesh Vietnam

% del

Cambiamento % del
3 3
Figura 2 - Variazione percentuale del reddito a seguito di un incremento del 10%
nel prezzo dei beni alimentari di maggior consumo 1 1

Cambiamento
-1 -1
2 Aree Urbane
Cambiamento percentuale nel

-3 -3

reddito

reddito
1 -5 -5
0 2 4 6 0 2 4 6
0
Quintili di spesa Quintili di spesa
-1 Pakistan Malawi
reddito

-2 3 3

Cambiamento % del
Cambiamento % del
1 1
-3
-1 -1
-4
-3 -3
Pakistan

Tagikistan

Guatemala

Panama
Nepal

Nicaragua

Ghana
Bangladesh

Vietnam

Malawi

Albania

reddito

reddito
-5 -5
0 2 4 6 0 2 4 6
Quintili di spesa Quintili di spesa

Panama Nepal
3 3

Cambiamento % del
Cambiamento % del
1 1
Aree Rurali
2 -1 -1
-3 -3
1
Cambiamento percentuale nel

reddito
-5 -5
reddito

0 2 4 6 0 2 4 6
0 Quintili di spesa Quintili di spesa

-1 Note: Le sfere più scure si riferiscono alle famiglie proprietarie di terra. La


grandezza delle sfere riflette la numerosità relativa nel paese. I quintili di spesa
reddito

sono crescenti all’aumentare della ricchezza.


-2 Fonte: Elaborazioni dal database RIGA.

-3
Se da una parte il fatto di possedere terra agricola riduce la
perdita di reddito, dall’altra le famiglie impiegate in attività
-4
agricole sembrano appartenere al gruppo al quale è associata
Pakistan

Tagikistan

Guatemala

Panama
Nepal

Nicaragua

Ghana
Vietnam
Bangladesh

Malawi

Albania

una riduzione maggiore del reddito. La possibilità di utilizzare


fertilizzanti e pesticidi, invece, insieme all’accesso a terre di
proprietà, può limitare l’effetto negativo dell’aumento dei prezzi
Quintili di spesa
sul reddito. Le famiglie con perdite più alte, infatti, oltre ad
Famiglie piú po vere 2 3 4 Famiglie piú ricche
appartenere allo strato più povero della popolazione, sono
quelle impiegate a salario nel settore agricolo e non dispongono
Fonte: Elaborazioni dal database RIGA di proprietà terriere, né fanno ricorso a fertilizzanti o pesticidi.
Al contrario, le famiglie specializzate in attività agricole (il cui
In alcuni paesi la riduzione del reddito delle famiglie più povere, reddito deriva per almeno il 75% da attività di coltivazione e
quindi appartenenti ai quintili di spesa più bassi, appare molto allevamento) traggono beneficio dall’incremento dei prezzi.
accentuata rispetto al trend medio delle altre famiglie Questo risultato si riscontra in Bangladesh, Pakistan, Nepal e
relativamente più abbienti (è il caso di Bangladesh, Malawi, Vietnam. Vale la pena precisare come, tra le famiglie
Pakistan, Tagikistan, Guatemala e Nicaragua). specializzate in attività agricole, quelle relativamente più abbienti
E’ da precisare che la composizione della dieta può avere non sempre guadagnino di più di quelle più povere. Ciò accade
implicazioni potenzialmente molto rilevanti sui risultati perché le prime producono beni i cui prezzi non sono aumentati
dell’analisi. Nei paesi dove la dieta è più differenziata e (Figura 4).
composta anche (o principalmente) da beni non commerciabili, L’analisi della variazione del reddito a seguito all’aumento dei
le famiglie sembrano risentire in maniera minore dell’aumento prezzi fornisce risultati diversi a seconda del genere del capo
dei prezzi sul mercato internazionale. E’ il caso del Ghana, dove famiglia. Tra le famiglie urbane, acquirenti nette di beni
la dieta, oltre ad essere molto varia, si basa su beni come alimentari, quelle con capofamiglia donna sembrano soffrire di
manioca e miglio difficilmente commerciabili al di fuori del una diminuzione del reddito maggiore rispetto a quelle con
mercato nazionale. capofamiglia uomo. Lo stesso accade tra le famiglie rurali. Il
Il fatto che le famiglie più povere sopportino un peso maggiore in motivo risiede nella più elevata propensione al consumo,
seguito all’incremento dei prezzi di beni alimentari dovrebbe far rispetto alla produzione, di beni alimentari. Inoltre, le famiglie del
scattare un campanello di allarme. La diminuzione di reddito primo tipo sono solite riscontrare una gamma di ostacoli che
reale mina la capacità di acquistare beni di più alta qualità limitano la loro capacità di produrre beni alimentari (mancanza di
nutrizionale, fondamentali per la sussistenza, compromettendo terra di proprietà, mancanza di macchinari agricoli, reddito
la possibilità di sfuggire al circolo vizioso di povertà e medio più basso, etc…Quisumbing e Pandolfelli, 2008), e quindi
denutrizione. di poter trarre un eventuale guadagno dalla vendita di beni i cui
L’analisi del campione di famiglie rurali suddivise a seconda prezzi sono aumentati. L’unica eccezione significativa è
della proprietà o meno di terra agricola evidenzia come le rappresentata dal Pakistan, dove le famiglie con a capo donne
famiglie povere senza alcuna proprietà terriera soffrano di una presentano un’incidenza più alta tra i quintili di reddito maggiori.
riduzione di reddito maggiore (Figura 3). Con la sola eccezione
Pagina 40 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

Figura 4 - Variazione percentuale del reddito delle famiglie rurali secondo la infrastrutture pubbliche (scuole, ospedali, città).
specializzazione in attività agricole
Il modello è stimato per ogni paese, distinguendo tra aree rurali
Bangladesh Vietnam e urbane. Nella Tabella 3 vengono riportati i risultati in forma
3 sintetica, non essendo possibile presentare tutti i modelli per
3
motivi di spazio (dato l’elevato numero di paesi e di variabili
Cambiamento % del

Cambiamento % del
1
1
incluse). Il segno delle variabili di maggiore importanza viene di
-1
-1 seguito commentato.
-3 -3

-5
Tabella 3 - Segno dei parametri del modello di regressione lineare per gli 11 paesi.
-5
La variabile dipendente è la variazione percentuale del reddito
reddito

reddito
0 2 4 6 0 2 4 6
Variabili Area rurale Area urbana # totale di
Quintili di spesa Quintili di spesa
Positivo / Negativo Positivo / Negativo casi
Pakistan Malawi Grandezza
3 0 / 10 0 / 9 11
3
familiare
Cambiamento % del

Cambiamento % del

1 % di membri non 3 / 0 0 / 0 11
1
-1 % di donne in etá
-1
0 / 3 0 / 3 11
-3 lavorativa labor
-3
-5 Capo famiglia 0 / 5 1 / 3 11
-5
reddito

reddito

0 2 4 6
0 2 4 6
Capo famiglia 1 / 1 2 / 0 11
Quintili di spesa Quintili di spesa
Etá del capo
Panama Nepal 1 / 2 0 / 4 11
famiglia
3 3 Etá del capo
1 / 1 2 / 0 11
Cambiamento % del

Cambiamento % del

1 famiglia alla 2nda


1
Capo famiglia
-1 0 / 7 1 / 4 10
-1 lavoratore dip.
-3 -3 Istruzione del capo 4 / 1 7 / 0 11
reddito

reddito

-5 -5
Istruzione del capo 2 / 2 0 / 4 11
0 2 4 6 0 2 4 6
Quintili di spesa Quintili di spesa
Religione 2 / 0 0 / 0 9
Indice sulle 4 / 0 8 / 1 11
Note: Le sfere più scure si riferiscono a famiglie specializzate in attività agricole. La
grandezza delle sfere riflette la numerosità relativa nel paese. I quintili di spesa Indice di benessere 4 / 1 11 / 0 11
sono crescenti all’aumentare della ricchezza. Terra posseduta 10 / 0 3 / 0 11
Fonte: Elaborazioni dal database RIGA.
Terra posseduta 0 / 9 0 / 3 11
% di terra irrigata 1 / 1 1 / 0 10
Analisi multivariata Animali 5 / 3 4 / 0 10
Indice di benessere 5 / 1 11
Per valutare l’affidabilità dei risultati fin qui presentati, testiamo
le nostre ipotesi utilizzando un modello di regressione lineare. Fertilizzanti 9 / 0 7 / 0 11
La variabile dipendente è rappresentata dalla variazione Pesticidi 9 / 0 7 / 0 11
Accesso al credito 3 / 0 3 / 0 4
percentuale del reddito, mentre le variabili indipendenti tengono
in considerazione la struttura e le condizioni socio-economiche Note: i segni dei coefficienti sono conteggiati solo se statisticamente significativi
almeno al 90%. Le variabili evidenziate in neretto sono discusse nel testo.
della famiglia. Il modello ricalca quello utilizzato da Chen e Fonte: Elaborazioni dal database RIGA.
Ravallion (2004) per studiare gli effetti sulla variazione di reddito
in Cina in seguito all’ingresso nel Wto. Le famiglie che dispongono di terre proprie e che usano
Per garantire la comparabilità dei risultati, lo stesso modello fertilizzanti e pesticidi traggono benefici dall’aumento del livello
lineare è applicato a tutti i paesi. In tutto sono state stimate dei prezzi (a titolo chiarificatore, nelle aree rurali, in 10 paesi su
undici regressioni, una per paese, attraverso questa relazione: 11 il fatto di possedere terra aumenta in maniera statisticamente
diversa da zero la probabilità di osservare un aumento del
wi=a+bxi+ei (2) reddito in seguito ad un aumento dei prezzi di beni alimentari.
Nelle aree urbane lo stesso meccanismo si verifica in 3 paesi su
dove wi rappresenta la variazione stimata nel reddito, espressa 11). L’accesso al credito è positivamente correlato al reddito in 3
come percentuale della spesa totale pro-capite della famiglia i- dei 4 paesi per cui questa informazione è disponibile. Per
esima, xi un vettore di variabili inerenti le caratteristiche della quanto riguarda la variabile associata agli animali da
famiglia ed e il termine d’errore, distribuito secondo una curva allevamento, i risultati non sono univoci in tutti i paesi.
normale gaussiana. Le famiglie più numerose evidenziano una perdita di reddito,
Il primo set di variabili utilizzate nell’analisi è costituito da livello così come le famiglie con a capo una donna. A livello
d’istruzione, età, tipo di attività lavorativa, stato civile e genere geografico, le aree urbane e relativamente più prospere
del capo famiglia, numerosità della famiglia, percentuale di risentono di meno di un incremento dei prezzi di beni alimentari
membri del nucleo familiare in età non lavorativa, percentuale di di largo consumo; ciò perché tali beni rappresentano una voce
donne in età lavorativa sul totale degli adulti e una variabile meno consistente delle spese alimentari delle famiglie in queste
dummy che indica se la famiglia segue la religione più praticata aree.
nel paese.
Il secondo set di variabili, atto a misurare il reddito della famiglia,
è costituito dall’estensione delle proprietà terriere (nonché la loro
qualità, approssimata dalla percentuale di terra regolarmente Conclusioni
irrigata) e da due indici che rappresentano il possesso di beni
durevoli agricoli e non (trattori, trebbiatrici, televisione, video I risultati della nostra analisi sottolineano che le famiglie più
registratore, frigorifero, e così via). Il modello inoltre considera il povere e con meno mezzi di sostentamento risultano essere
numero d’animali allevati e due dummy che esprimono l’utilizzo maggiormente colpite dall’aumento dei prezzi dei beni
di fertilizzanti e di pesticidi. alimentari. L’evidenza, descrittiva ed empirica, sembra
L’ultimo set di variabili indica l’accesso a canali di credito, a beni confermare questa indicazione per la maggior parte dei paesi e
pubblici (come telefono, elettricità) e la distanza della famiglia da in tutte le macro aree geografiche. Le uniche eccezioni che
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 41

meritano di essere menzionate sono limitate a situazioni in cui le 13, Washington, DC.
famiglie beneficiano di risorse, di beni durevoli (terra e/o • Rios, A. R., W.A. Masters e G.E. Shively. 2008a. Agricultural
macchinari), e di un utilizzo di fertilizzanti e pesticidi per una Prices and income Distribution among Framers: A whole-
attività agricola redditizia, con relativamente alti livelli di Household, Multi-Country, Multi-Year Analysis. Purdue
produttività. Dal punto di vista delle politiche da adottare, University, Mimeo, May 25.
sembra doveroso porre l’accento su come i governi dei paesi • Rios, A. R., W.A. Masters e G.E. Shively. 2008b. Linkages
maggiormente colpiti dall’incremento dei prezzi di beni alimentari between Market Participation and Productivity: Results from
debbano implementare dei programmi d’aiuto per le famiglie più a Multi-Country Farm Household Sample. Purdue University,
disagiate, volti ad eliminare conseguenze pesanti tanto nel Mimeo.
breve quanto nel lungo periodo.
In secondo luogo, appare importare ribadire l’importanza di
• Taylor J.E., A, Yúnez e N. Jesurum-Clemets. 2006. Los
posibles efectos de la liberalización comercial en los hogares
flussi d’investimento costanti nel settore agricolo, incentrati
rurales centroamericanos a partir de un modelo
all’aumento dell’accesso a risorse chiave ed a input
desagregado para la economía rural. Caso de Honduras.
fondamentali per praticare un agricoltura efficiente e
Banco Interamericano de Desarrollo, Serie de Estudios
remunerativa.
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evidenziato come la dimensione economica delle aziende
world food security: the challenges of climate change and
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bioenergy”, June 5, Rome.
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• FAO, 2009. Crop Prospects and Food Situation, No. 3, July. che si misuri la loro numerosità o la loro rilevanza economica
Rome. (Sotte, 2006; Fanfani, 2008). In Italia, soprattutto, la
• Filmer, D., e L. Pritchett. 2001. Estimating Wealth Effects specializzazione in ordinamenti produttivi molto intensivi
without Expenditure Data or Tears: An Application to (ortoflorovivaismo, coltivazioni arboree e allevamento senza
Educational Enrollments in States of India. Demography 38, collegamento alle superfici foraggere) consente in qualche modo
no. 1: 115-32. di superare il vincolo fisico della superficie e di produrre redditi
• Dessus, S., S. Herrera, e R. de Hoyos. 2008; The impact of adeguati per imprenditori professionali.
food inflation on urban poverty and its monetary cost: some Nella tabella 1 si osserva la lenta evoluzione che ha subito la
back-of-the-envelope calculations. World Bank Policy superficie media delle aziende agricole italiane, soprattutto se
Research Working Paper No. 4666. confrontata con quanto è avvenuto nello stesso periodo negli
• Ivanic, M. e W. Martin. 2008. Implications of higher global altri paesi europei. In sostanza all'inizio degli anni Novanta la
food prices for poverty in low-income countries. World Bank superficie media delle aziende italiane era all'incirca la metà di
Policy Research Working Paper No 4594. quella riscontrabile a livello europeo (Ue-12). Nel 2007 la
• Minot, N., e F. Goletti. 2000. Rice market liberalization and dimensione relativa si riduce quasi ad un terzo, evidenziando un
poverty in Viet Nam. Research Report 114, International processo di adeguamento strutturale molto più rilevante in altri
paesi europei. Il confronto in termini di Reddito lordo standard
Food Policy Research Institute (IFPRI).
(Rls) - che rappresenta il parametro in base al quale si
• Mitchell, D. 2008. A note on rising food prices. World Bank definiscono le classi di dimensione economica, Ude - è meno
Policy Research Working Paper No. 4682. drastico e conferma la scelta di molte aziende italiane di
• Quisumbing, A. e L. Pandolfelli. 2008. Promising Approaches aumentare l'intensità produttiva per raggiungere maggiori
to Address the Needs of Poor Female Farmers, IFPRI Note
Pagina 42 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

economie di scala. La dimensione economica delle aziende un anno difficilmente raggiunge il 2% della superficie totale.
italiane era "soltanto" la metà della media europea nel 2000 e Purtroppo non esistono fonti ufficiali che forniscano dati
nell'ultimo periodo sta crescendo relativamente di più rispetto completi. Dall’esame di rilevazioni riguardanti le compravendite
agli altri paesi europei. effettuate da coltivatori diretti compiute negli anni novanta in
Lombardia e Veneto, si registrano valori poco superiori all’1%
Tabella 1 - Aziende e Sau in Italia e confronto con l'Unione Europea (Universo CE) della superficie agricola.
Italia UE-15 UE-15/Italia Secondo le elaborazioni effettuate sulla base dell'indagine
annuale sul mercato fondiario curata dalle sedi regionali
Aziende Sau (ha) Sau media Sau media Sau media Rls medio
dell'Inea (2008), il valore medio della terra in Italia nel 2008 è
1990 2.657.670 14.946.593 5,6 11,7 2,1 n.d.
superiore ai 17 mila euro ad ettaro. Questo valore medio,
2000 2.150.250 13.062.256 6,1 16,4 2,7 2,1 ponderato con il diverso peso dei terreni a seconda della loro
2003 1.962.540 13.115.811 6,7 20,5 3,1 2,1 qualità, nasconde una fortissima variabilità tanto che la forbice
2005 1.725.600 12.707.846 7,4 21,6 2,9 1,8 tra prezzi minimi e massimi a volte rende particolarmente
2007 1.677.765 12.744.196 7,6 22,0 2,9 1,6 difficoltosa l'estrapolazione di andamenti congiunturali
generalizzati (Povellato, 1997). Infatti il mercato fondiario,
Fonte: Eurostat
diversamente da altri mercati, possiede caratteristiche peculiari
che ne diminuiscono la trasparenza e portano ad una diffusa
L'evidenza empirica sembra, quindi, confermare un certo ritardo
segmentazione dei valori fondiari. È soprattutto la domanda dei
strutturale dell'agricoltura italiana che non può essere colmato
beni fondiari che genera una continua differenziazione del
soltanto con una intensificazione produttiva, tenuto conto, tra
mercato sulla base di due tendenze di fondo. Da un lato, la
l'altro, degli effetti negativi in termini ambientali che sono
domanda di beni fondiari ad esclusiva destinazione agricola, che
generati dalle produzioni intensive.
risulta fortemente selettiva in funzione della fertilità e di alcune
Malgrado tutto, la terra rimane un fattore insostituibile per
caratteristiche accessorie (irrigazione, tipo di sistemazione,
accrescere le dimensioni dell'azienda agricola e, quindi, per
ecc.). Dall’altro lato, quando la destinazione del fondo implica un
poter usufruire delle economie di scala necessarie per
uso, anche solo potenzialmente, alternativo a quello agricolo
mantenere adeguati livelli di produttività dei fattori. La possibilità
(residenziale, estrattivo, ecc.) le caratteristiche della domanda
di allocare il fattore terra laddove maggiore è la sua produttività -
sono più frammentate e i valori della terra non risultano più
al pari degli altri fattori della produzione - assume un ruolo
definiti in base a parametri di redditività agricola. In molte zone
cruciale nei processi di crescita economica. La tabella 2
dell’Italia i due mercati tendono a confondersi per cui si rilevano
consente di esaminare quanto è avvenuto in Italia negli ultimi
prezzi della terra non sempre correlati con l’andamento
vent'anni in base ad una classificazione delle aziende per classi
dell’attività agricola. A questo fatto va aggiunta la
di superficie.
considerazione del bene fondiario come “bene rifugio”, che in
Tabella 2 - SAU per classi di Sau (Universo CE)
particolari momenti della congiuntura economica può costituire il
fattore determinante nella valutazione del valore della terra.
1990 2007 Variazione 2007/1990 L'andamento delle quotazioni evidenzia una continua crescita
ha ha ha % dei valori in termini nominali. Negli ultimi dieci anni il prezzo
della terra è aumentato all'incirca del 30% come media
da 1 a 2 1.246.160 773.124 -473.036 -38%
da 2 a 5 1.893.410 1.247.528 -645.882 -34% nazionale con i vigneti che segnano, pur con variazioni
da 5 a 10 1.967.540 1.407.878 -559.662 -28% abbastanza differenziate, la crescita maggiore (+50%), seguiti
da 10 a 20 2.129.790 1.701.083 -428.707 -20% dai seminativi (+40%), mentre in coda si trovano i terreni investiti
da 20 a 50 2.637.390 2.598.736 -38.654 -1% a frutteto, oliveto e prato-pascolo che incrementano i loro valori
da 50 a 100 1.686.010 1.839.116 153.106 9% intorno al 10%. È significativo notare che questo aumento si
100 ed oltre 3.386.430 3.176.730 -209.700 -6% traduce, almeno in parte, in una effettiva crescita del patrimonio
Totale 14.946.730 12.744.196 -2.202.534 -15%
finanziario, dato che nel medesimo periodo l'inflazione ha
Fonte: ISTAT segnato una variazione del 26% circa.
I valori medi dei terreni presentano differenze molto significative
Nella riallocazione del fattore terra il dato più conosciuto è anche nelle diverse circoscrizioni geografiche e zone
rappresentato dalla drastica riduzione della superficie altimetriche (Tabella 3). Nel Mezzogiorno nessun valore medio
intervenuta in questi ultimi due decenni (Tabella 2). I 2,2 milioni supera i 16 mila euro per ettaro, mentre valori medi intorno ai 20
di ettari sono stati sottratti in parte a causa della loro scarsa mila euro per ettaro si riscontrano nelle aree di pianura del
produttività (terreni marginali) e in parte in conseguenza dello Centro Italia. Nelle regioni settentrionali la maggior parte dei
sviluppo urbanistico e infrastrutturale. All'interno delle aziende prezzi medi è superiore ai 20 mila euro, con un massimo di 39
agricole la mobilità fondiaria sembra aver avvantaggiato soltanto mila euro per ettaro di terreno di pianura nel Nord Est, in
le aziende con dimensione compresa tra i 50 e i 100 ettari (+153 sostanza valori più che doppi rispetto a quelli che si riscontrano
mila ha), ma a ben guardare la diminuzione di superficie in nelle regioni meridionali.
termini relativi ha riguardato soprattutto le aziende con meno di
20 ettari. Anche la riduzione del numero di aziende è drastica al Tabella 3 - Valori fondiari medi nel 2008 (migliaia di euro, Sau)
di sotto dei 20 ettari, mentre nelle classi superiori il numero di Circoscrizione Zona Altimetrica Tot
aziende si mantiene quasi inalterato (123 mila). Montagna Montagna Collina Collina Pianura
Le due classiche leve per aumentare la mobilità fondiaria sono interna litoranea interna litoranea
l'affitto (acquisizione temporanea) e l'acquisto di terra Nord-ovest 5,4 24,0 20,1 74,5 34,0 24,1
(acquisizione definitiva). Altre forme più "forzose" sono Nord-est 18,3 - 29,9 22,2 39,2 32,0
generalmente diffuse in paesi in via di sviluppo, dove riforme
Centro 7,8 10,0 11,5 15,9 20,0 12,2
agrarie (o fondiarie) sono utilizzate per mobilizzare le risorse
Meridione 6,8 9,5 10,7 16,5 14,7 11,5
economiche di una determinata area o anche di un intero paese.
Isole 6,1 8,8 7,8 10,3 14,6 9,2

Totale 9,1 9,7 12,9 15,3 29,3 17,5


L'acquisto di terreni
Il mercato fondiario è caratterizzato da un'attività di Fonte: INEA, Banca dati dei valori fondiari.
compravendita alquanto limitata. L’entità delle compravendite in
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 43

L'evoluzione in atto sembra comportare una lenta ma Tabella 4 - Aziende e SAU per titolo di possesso dei terreni
progressiva divaricazione dei valori fondiari tra le aree più 1990 2000 2007
marginali dove il mercato è stagnante e il prezzo delle terra si Numero di aziende
mantiene su valori molto contenuti, e le aree più fertili e Solo in proprietà 2.313.662 1.829.966 1.408.028
Solo in affitto 93.814 93.062 80.726
dinamiche dove le quotazioni sono trascinate verso l'alto anche
Proprietà e affitto 250.192 227.220 189.012
in assenza di fattori prettamente agricoli che ne motivino la Totale 2.657.668 2.150.248 1.677.766
crescita. I buoni andamenti mercantili di alcuni comparti Superficie in ettari
produttivi (soprattutto vitivinicolo e lattiero caseario) e gli aiuti Solo in proprietà 10.352.652 8.214.505 7.535.876
diretti per i seminativi hanno determinato significativi aumenti di Solo in affitto 887.113 1.081.681 1.384.171
reddito, incentivando anche la richiesta di terreni adatti alle Proprietà e affitto 3.706.828 3.766.071 3.824.149
produzioni più redditizie, come la viticoltura e la produzione - di cui in proprietà 1.920.735 1.793.630 1.638.069
cerealicolo-foraggera. Questo aumento della domanda, in un - di cui in affitto 1.786.093 1.972.441 2.186.080
mercato da sempre caratterizzato da scarsa offerta, ha spinto Totale 14.946.593 13.062.256 12.744.196
verso l'alto il prezzo della terra proprio dove si concentrano Sup. media aziendale
queste produzioni ovvero nelle aree agricole delle regioni Solo in proprietà 4,5 4,5 5,4
settentrionali. Nel Centro-Sud i riflessi positivi di questo Solo in affitto 9,5 11,6 17,1
Proprietà e affitto 14,8 16,6 20,2
incremento della domanda stentano a farsi sentire. Questo non
Totale 5,6 6,1 7,6
significa che anche in queste aree non si registrino forti SAU in affitto 2.673.206 3.054.121 3.570.251
incrementi delle quotazioni - i valori per le aree vitate sono in % su SAU totale 17,9 23,4 28,0
lievitati un po' ovunque -, ma il mercato nel suo complesso non
denota la stessa dinamicità riscontrata nel Nord Italia. Fonte: ISTAT, Censimento dell'agricoltura, 1990 e 2000. Struttura e produzione
Per quanto riguarda gli effetti delle politiche di settore, negli delle aziende agricole, 2005 e 2007. Universo CE.
ultimi anni ha prevalso l'influenza sui valori fondiari degli
interventi di aiuto diretto al reddito accordati alle produzioni Secondo i dati dell'Indagine sulle strutture agricole del 2007 le
continentali (cereali, piante industriali, carne e latte), dato che aziende miste, con terreni parte in proprietà e parte in affitto,
parte di questo sostegno rimane incorporato nel valore della hanno raggiunto quasi 190 mila unità rispetto alle 80 mila con
terra. Le quotazioni dei terreni possono essere influenzate soli terreni in affitto. Le aziende miste presentano le dimensioni
anche da altri tipi di politiche: ad esempio i vincoli produttivi - medie più elevate rispetto alle altre tipologie di possesso: in
come i diritti di reimpianto nel settore viticolo - per limitare il queste aziende la Sau media raggiunge i 20 ettari, in quelle con
fenomeno delle eccedenze, gli interventi a carattere strutturale o soli terreni in affitto è di 17 ettari, mentre nelle aziende con soli
ambientale che rendono nuovamente conveniente la terreni in proprietà la dimensione aziendale supera di poco i 5
coltivazione di terreni marginali, le politiche volte a creare marchi ettari. La tipologia di aziende con affitto ha saputo
di origine che rendono relativamente più appetibili i fondi situati avvantaggiarsi della mobilità fondiaria; purtroppo i riflessi
in queste zone particolari (Swinnen e Ciaian, 2008). sull’evoluzione della dimensione media delle aziende agricole
In un mercato dominato, prevalentemente, da una logica sono relativamente modesti a causa del peso ancora secondario
patrimoniale è forse la maggioranza degli agricoltori delle tipologie con affitto (Tabella 4).
professionali a subire le conseguenze degli elevati livelli A livello regionale la diffusione dell’affitto evidenzia una
raggiunti dai valori fondiari. Per chi intende restare in agricoltura situazione disomogenea: l’incidenza sulla superficie totale risulta
l'acquisto della terra è essenziale per garantire piani di superiore alla media nazionale in quasi tutte le regioni
investimento e di sviluppo di lungo periodo, ma questa strada settentrionali dove il ricorso a questa forma di possesso dei
risulta difficilmente percorribile se il prezzo della terra si terreni ha una maggiore tradizione, rispetto alla diffusione
mantiene a simili livelli, soprattutto nelle aree più vocate. Infatti modesta che si riscontra nel Mezzogiorno.
l'attività di compravendita risulta relativamente dinamica soltanto Di fatto, in Italia l'istituto dell'affitto è stato utilizzato soltanto
nelle aree più fertili e a maggiore redditività. Al contrario, parzialmente per superare i vincoli all'ampliamento della
laddove non vi sono attese di incrementi significativi dei valori superficie aziendale. Le cause della contenuta diffusione
fondiari e l'attività agricola non offre opportunità di reddito, cala dell’affitto vanno ricercate, da un lato, nella legislazione sui patti
drasticamente l'interesse dei potenziali investitori e l'offerta di agrari e, dall’altro, nella riorganizzazione interna al settore
terreni può arrivare a superare la domanda. agricolo che ha visto una forte crescita del contoterzismo. È
ormai opinione comune che il regime di proroga degli affitti e la
normativa contrattuale piuttosto rigida siano state una concausa
importante della drastica riduzione dell’affitto in agricoltura
L'affitto osservato negli anni Ottanta (Povellato, 1993). Soltanto negli
anni Novanta i contratti soggetti a proroga si sono avviati verso
Nel 2007 la superficie in affitto in Italia ha raggiunto i 3,6 milioni
una definitiva risoluzione, nella maggior parte dei casi attraverso
di ettari - comprensivi dei 384 mila ettari concessi in uso gratuito
una conversione dei vecchi contratti in patti in deroga1. Le
- con una crescita del 17% rispetto al 2000 (Tabella 4). Durante
imprese agricole, a fronte di questa rigidità istituzionale, hanno
gli anni Novanta la diffusione dell’affitto era stata più contenuta
adattato le proprie strutture in parte offrendo servizi ad altre
(+11%) e vincolata dalle difficoltà di consolidamento dei patti in
imprese agricole e in parte utilizzando i servizi offerti da altre
deroga. Soltanto la cospicua riduzione della superficie agricola
imprese. Sebbene lo sviluppo del contoterzismo abbia anche
tra il 1990 e il 2000 aveva portato ad un aumento dell'incidenza
altre radici, legate soprattutto alla particolare conformazione
della superficie in affitto. Nel periodo 2000-07 l’affitto ha invece
dello sviluppo economico su base territoriale, risulta evidente
rafforzato la propria posizione a scapito della forma di possesso
che si tratta di una puntuale risposta alla scarsa mobilità
in proprietà, evidenziando pertanto una maggiore propensione
fondiaria (Fanfani, 1990). Infatti sono numerosi i casi in cui la
degli agricoltori ad aumentare le dimensioni aziendali attraverso
figura del contoterzista si trasforma gradualmente in quella di
l’istituto dell’affitto. Il peso dell’affitto sulla superficie agricola
affittuario quando riceve l’affidamento completo delle operazioni
utilizzata totale è passato dal 18% del 1990 a circa il 28% del
colturali e si occupa della vendita del prodotto, assumendosi
2007, riducendo le differenze tra la situazione italiana e quella
totalmente il rischio d’impresa (Macrì, 2006). Si tratta, però, di
media europea che, peraltro, rimangono ancora piuttosto
una nuova tipologia di concessionario caratterizzato da una
elevate (44% nell’Ue-15).
notevole mobilità fondiaria, rispetto all’affittuario tradizionale
maggiormente orientato a negoziare contratti di medio-lunga
durata. Nel futuro le analisi dei processi di aggiustamento
strutturale dovranno tenere conto, accanto all'evoluzione
dell'affitto, anche di queste forme di gestione miste in cui il
Pagina 44 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

proprietario delega almeno parzialmente la conduzione del possibilità di assegnare solo ad alcuni discendenti la propria
fondo a soggetti non sempre configurabili come veri e propri azienda - anche in forma societaria - riguarda anche il settore
affittuari. agricolo. Formule simili erano già presenti in Italia con l'istituto
del maso chiuso previsto in provincia di Bolzano e nel caso di
aziende condotte in affitto come previsto dalla legge n. 203/1982
Politiche per la mobilità fondiaria (soltanto per i 15 anni di durata del contratto), ma ora l'istituto
viene esteso a tutte le imprese agricole e l'attribuzione del diritto
Gli interventi legislativi a favore della ricomposizione e della di proprietà e impresa avviene a titolo definitivo. A fronte di
mobilità fondiaria si concentrano da sempre sul campo delle questo privilegio vi è l'obbligo da parte dell'assegnatario di
agevolazioni tributarie e creditizie per i trasferimenti dei terreni provvedere ad una compensazione mediante pagamento di una
agricoli. Più recentemente sono state introdotte norme a favore somma o assegnazione di beni in natura per gli eredi legittimi
del ricambio generazionale e della integrità nella conduzione esclusi dall'assegnazione dell'impresa. I patti di famiglia
dell'azienda agricola. Permane, quindi, un certo interesse da potrebbero aprire un nuovo capitolo per il regime successorio in
parte del legislatore nel favorire lo scambio dei beni fondiari e agricoltura e offrire l'occasione per garantire una maggiore
l'accorpamento delle aziende agricole. Le nuove norme integrità fondiaria, tanto necessaria a fronte dell'elevato grado di
affiancano altri interventi legislativi, soprattutto in ambito di diritto frammentazione e polverizzazione esistente in Italia. Tale
societario, intesi a promuovere forme più moderne di gestione opportunità richiede una attiva e consapevole partecipazione
dell'impresa e ad agevolare la mobilità fondiaria (Montresor, nell'ambito familiare al fine di ricercare accordi che tutelino tutti i
2007). potenziali eredi e una attenta consulenza da parte dei notai che
Il regime delle agevolazioni tributarie - in vigore ormai da più di sono chiamati a redigere tali accordi.
cinquant’anni e prorogato quasi annualmente - prevede che le Infine in tema di contratti agrari si è ormai consolidata la pratica
imposte di registro, ipotecaria e catastale siano ridotte a poche dei patti in deroga (introdotti con l’art. 45 della legge n.
centinaia di euro per tutte le categorie di imprenditori agricoli, 203/1982) che hanno rappresentato senza dubbio la principale
comprese le società agricole in regola con i requisiti fissati dai novità nel mercato degli affitti negli ultimi due decenni. A seguito
dd.lgs. 99/2004 e 102/2005. Nel caso in cui l'azienda si della mancanza di fiducia da parte soprattutto dei proprietari
costituisca in "compendio unico", ovvero "l'estensione di terreno fondiari la diffusione di questi nuovi contratti è stata piuttosto
necessaria al raggiungimento del livello minimo di redditività lenta. Malgrado non si siano instaurati in tutto il territorio gli
determinato dai piani regionali di sviluppo rurale" come previsto accordi collettivi, sottoscritti dalle organizzazioni professionali e
dal d.lgs 99/2004, è possibile avvalersi di ulteriori agevolazioni indicati dalla legge 203/1982 come uno strumento di tutela e
fiscali che, peraltro, comportano l’assunzione di un vincolo composizione nel processo negoziale, gli operatori ritengono
decennale al mantenimento dell’integrità fondiaria. Tali che l'attuale sistema contrattuale sia in grado di consentire un
agevolazioni costituiscono, attualmente, il più importante nuovo sviluppo dell'istituto dell'affitto.
intervento a favore della mobilità fondiaria, che sarebbe
fortemente compromessa se rimanessero in vigore le
anacronistiche norme tributarie di legge in base alle quali un Note
acquirente di terreno agricolo sarebbe tenuto al versamento del 1
18% del valore della compravendita a titolo di imposta. Rispetto La legge n. 203/1982 all’art. 45 consente di stipulare dei contratti in deroga alle
disposizioni di legge in materia di durata e canone, lasciando liberi i contraenti di
al passato, l'abolizione delle valutazioni automatiche per la negoziare l'accordo sotto la tutela delle rispettive organizzazioni di categoria.
determinazione su base catastale del valore di compravendita e
le sempre maggiori sanzioni nel caso di occultamento del
corrispettivo tra i due contraenti renderebbero molto Riferimenti bibliografici
penalizzante il normale regime impositivo. Per questo motivo si
sta pensando per il futuro di "stabilizzare" l'attuale regime di
deroga, da un lato, favorendo alcune categorie di acquirenti con • Corsi A., Carbone A., Sotte F. (2005) "Quali fattori
caratteristiche professionali agricole e, dall'altro, aggiornando il influenzano il ricambio generazionale?", Agriregionieuropa,
catasto per quanto riguarda gli estimi e il riconoscimento della n. 2.
ruralità dei fabbricati. • Fanfani R. a cura di (1990) Il contoterzismo nell’agricoltura
Il credito agevolato è basato sull’attività della Cassa per la italiana, INEA, Quaderni della Rivista di Economia Agraria, Il
formazione della proprietà contadina (accorpata all'Ismea nel Mulino, Bologna.
2000) e su provvedimenti legislativi regionali. Dal 1948, anno di • Fanfani R. (2008) "Il processo di ammodernamento delle
fondazione della Cassa, sono state eseguite operazioni a favore aziende agricole italiane (1990-2005)", Agriregionieuropa, n.
di oltre 20 mila imprese per un totale di superficie acquistata di 12.
circa 400 mila ettari. Con Agenda 2000 tra le misure di politica • INEA (2008) "Il mercato fondiario" in Annuario
strutturale sono stati inclusi anche gli interventi di dell’Agricoltura Italiana, ESI, Napoli.
ricomposizione fondiaria previsti dal Reg. (CE) 1257/1999. • Macrì A. (2006) " Contratti agrari ed impresa in agricoltura:
Purtroppo l'applicazione di questa misura si è dimostrata più dinamiche e nuove opportunità", Agriregionieuropa, n. 4.
difficoltosa del previsto: delle 13 Regioni e province autonome
• Montresor E. (2007) "L’impresa aggregata: una risposta ai
che avevano programmato questo tipo di intervento (Piemonte,
problemi dell’agricoltura italiana", Agriregionieuropa, n. 8.
Bolzano, Trento, Liguria, Toscana, Umbria, Marche e tutte le
Regioni Ob. 1, escluso il Molise), soltanto due (Sicilia e • Povellato A. a cura di (1993) L'affitto in agricoltura, Cetid,
Sardegna) sembra siano riuscite ad applicare la misura in modo Venezia.
rilevante. • Povellato A. (1997) Il mercato fondiario in Italia, INEA,
Sul fronte del ricambio generazionale e dell'integrità aziendale Roma.
potrebbe acquistare una certa importanza la nuova norma • Sotte F. (2006) "Imprese e non-imprese nell’agricoltura
contenuta nella legge n. 55/2006 che modifica l’articolo 458 del italiana”, Politica Agricola Internazionale, n. 1.
codice civile, nel quale si proibivano convenzioni per disporre • Swinnen J. e Ciaian P. (2008) Study on the Functioning of
della propria successione, i cosiddetti patti successori. D’ora in Land Markets in the EU Member States under the Influence
poi, attraverso il "patto di famiglia", ogni imprenditore potrà of Measures Applied under the Common Agricultural Policy,
stabilire liberamente chi debba succedergli nella guida CEPS - Centre for European Policy Studies.
dell’azienda in presenza di una pluralità di eredi, prevedendo
forme di compensazione per gli eredi esclusi dalla scelta. La
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 45

cenno, per cui gli agricoltori si trovano sempre più spesso nella
L’associazionismo come condizione di dover operare delle scelte che, con la riforma Pac
strumento strategico di governo del 2003, tendono ad assumere un’importanza fondamentale:
“cosa produrre”, in primo luogo, ma anche “quanto” e “come
del mercato agroalimentare produrre” (Canali, 2006). Tali decisioni riguardanti la sfera della
produzione coinvolgono in maniera strettamente connessa
Gaetana Petriccione anche il mercato negli aspetti che sempre più tendono a
caratterizzarlo, ossia le strategie di marketing e le relazioni
Istituto Nazionale Economia Agraria contrattuali. In un ambiente economico in forte evoluzione, dove
la concorrenza è in costante aumento, tali decisioni possono
rivelarsi tanto più complesse quanto più ampio è il ventaglio di
scelte che è possibile effettuare e quanto più intense sono le
Il contesto economico relazioni con gli altri soggetti economici. Nell’operare le scelte
tra opzioni strategiche alternative – produzione omogenea o
Il mercato dei prodotti agroalimentari è in forte evoluzione e differenziata – e in considerazione del fatto che le strategie di
importanti sono i cambiamenti che, soprattutto negli ultimi anni, differenziazione sono finalizzate ad accrescere il valore
lo hanno interessato. A cominciare dalla politica agricola economico dei prodotti - la qualità ne costituisce un parametro
comunitaria (Pac) che ha mutato i propri obiettivi, non più rivolti, essenziale – l’imprenditore agricolo deve tener conto del
come in passato, a sostenere il reddito in agricoltura, ma comportamento degli altri agenti economici. La scelta di adottare
indirizzati a favorire, piuttosto, azioni di natura diversa, legate una strategia di differenziazione dei prodotti implica, infatti,
agli aspetti ambientali, alla produzione alimentare e all’offerta di l’individuazione di un modello di organizzazione2 che sostenga
servizi in agricoltura. Un percorso, questo, intrapreso dalla Pac tale strategia e, al tempo stesso, consenta di superare quei
già con la riforma del 1999 (Agenda 2000) e che si è sviluppato problemi di coordinamento (costi di transazione) che sussistono
pervenendo, con l’ultima riforma approvata nel 2008 a tra i vari attori della filiera agroalimentare, influenzando in senso
conclusione dell’Health check, al completamento del processo di negativo il valore reputazionale dei prodotti (Raynaud,
disaccoppiamento del sostegno. Il nuovo indirizzo espresso Valceschini, 2007).
dalla politica agricola comunitaria è volto, com’è noto, a favorire Il superamento di tali problemi può avvenire attraverso modalità
un riorientamento al mercato dell’attività agricola; in ciò è di coordinamento, soprattutto quando l’elemento qualitativo di un
implicita la richiesta agli agricoltori di porre una maggiore prodotto debba essere reso riconoscibile al consumatore
attenzione ai segnali provenienti dal mercato e di modificare, in attraverso un segno distintivo o un marchio, che possono
virtù di tali segnali, le proprie strategie competitive. D’altro canto, evolvere verso forme di integrazione contrattuale molto spinte. È
in conseguenza del progressivo venir meno del sostegno il caso dell’integrazione verticale totale che “permette
comunitario, il reddito derivante dall’attività agricola è sempre l’introduzione di mezzi di controllo e di incentivi più appropriati di
più legato alla capacità degli agricoltori di “saper vendere” nel quelli previsti dal governo di mercato” (ibidem, 2007).
modo più conveniente i propri prodotti. È questa una condizione In ogni modo, le relazioni economiche che scaturiscono dalle
tanto più importante oggi proprio perché le imprese agricole si strategie competitive che poggiano su elementi di
trovano a dover operare in un mercato globalizzato dove: (a) è differenziazione si configurano attraverso forme di
aumentata sensibilmente la concorrenza fra Paesi esportatori di organizzazione e quindi di governo che vanno a delineare, sino
materie prime agricole; (b) sono più frequenti e amplificate, a modificarla, la struttura di mercato, nonché a identificare le
rispetto al passato, le oscillazioni dei prezzi dei principali prodotti modalità di distribuzione del valore che si è generato lungo la
agricoli, come testimoniano gli andamenti evidenziati soprattutto filiera. Anche nel caso di strategie fondate sul prezzo è ormai
negli ultimi due anni; (c) è mutata ed è divenuta più complessa indispensabile, per una maggiore efficienza della filiera, adottare
la domanda di prodotti agricoli da parte dei consumatori, forme di coordinamento orizzontale e/o verticale (Canali, 2006).
maggiormente orientati a richiedere un elevato contenuto Per il raggiungimento di una qualche forma di coordinamento,
qualitativo/salutistico e/o di servizio; (d) è aumentato un problema chiave è costituito dall’informazione, necessaria
considerevolmente il livello di concentrazione della domanda di per determinare il miglior uso delle risorse: per effettuare delle
prodotti agricoli espressa dall’industria di trasformazione e, scelte che siano efficienti è essenziale avere informazioni sulla
soprattutto, dalla grande distribuzione. disponibilità delle risorse, sulle opportunità tecnologiche e sui
gusti dei consumatori (Milgrom, Roberts, 2005). Nel caso del
mercato agroalimentare è noto come siano soprattutto le
I termini della competizione imprese fornitrici di input e la grande distribuzione i soggetti che
tradizionalmente detengono l’informazione, mentre l’agricoltura
Il confronto con un mercato profondamente mutato e in cui è si trova in una posizione di forte debolezza.
cambiata la natura stessa della competizione porta le imprese L’informazione può essere considerata, dunque, l’elemento
agricole a doversi adattare al nuovo ambiente economico, chiave nel processo di sviluppo di un sistema agroalimentare,
individuando nuove strategie competitive. Tali strategie non non essendo più il prezzo in grado di riassumere quegli elementi
sono più fondate soltanto sulla capacità di produrre beni a prezzi che sono necessari per la conoscenza dei prodotti (Nicolas,
più bassi ma soprattutto su elementi di differenziazione dei Valceschini, 1995; Galizzi, Pieri, 1998), e proprio per questo può
prodotti e sulla capacità di rispondere in maniera più adeguata a conferire un vantaggio competitivo a colui che la detiene.
una domanda sempre più complessa e articolata, mutevole e, al Nell’attuale configurazione dei rapporti di mercato, il prezzo
tempo stesso, contraddittoria, espressa dai consumatori, tende infatti a rappresentare sempre meno “uno strumento
dall’industria alimentare e dalla distribuzione. Si tratta di opzioni adeguato di coordinamento tra domanda e offerta” (Boccaletti,
strategiche che racchiudono quegli aspetti connessi alla Canali, 1998). Il suo ruolo all’interno del mercato si è fortemente
relazione che s’instaura fra un’impresa e il mercato - riguardanti ridotto, essendo stato sostituito, invece, da un coordinamento
il posizionamento dei prodotti sul mercato, le risorse e le fondato soprattutto su un sistema di regole, come quello
competenze, le caratteristiche organizzative, le preferenze e i configurato da un contratto (Raynaud, Valceschini, 2007).
bisogni dei consumatori - attraverso i quali va ricercato il
vantaggio competitivo.
Proprio nella scelta dell’approccio strategico da adottare per I rapporti di forza sul mercato
acquisire quei caratteri competitivi che consentono di
raggiungere una posizione di vantaggio sui mercati1 risiede la Questo tipo di relazioni si è andato affermando negli ultimi
capacità di “saper vendere”, cui si faceva precedentemente decenni in conseguenza del processo di concentrazione che ha
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accompagnato la forte crescita della grande distribuzione, l’associazionismo produttivo è possibile “restaurare una
determinandone un rafforzamento del potere contrattuale nei simmetria nell’organizzazione della transazione, tra una
confronti dei fornitori, soprattutto quando questi operano in molteplicità di produttori dispersi e una distribuzione fortemente
settori produttivi ove scarso è il grado di concentrazione. Tale concentrata” (Ménard, 2003).
evoluzione ha comportato un disequilibrio nei rapporti di forza È questo un importante strumento di governo della produzione
all’interno del mercato dei prodotti agroalimentari, modificando in agricola che, attraverso funzioni quali l’aggregazione e la
maniera significativa le relazioni della grande distribuzione con i concentrazione produttiva nonché la programmazione e la
produttori agricoli nonché il processo di formazione del valore valorizzazione dell’offerta, consente ai produttori di riappropriarsi
aggiunto lungo la filiera agroalimentare a scapito del settore di quelle leve strategiche (differenziazione e riconoscibilità dei
agricolo. prodotti, informazione, ecc.) che consentono loro di porsi sul
Questa situazione pone due questioni, strettamente interrelate mercato in maniera più competitiva e quindi di acquisire una
fra loro, che assumono una particolare rilevanza per la filiera maggiore quota del valore aggiunto che si genera lungo la
agroalimentare: la prima concerne l’aumento del potere filiera. L’importanza di queste funzioni è evidente, non soltanto
d’acquisto della grande distribuzione; la seconda le relazioni perché rispondono all’esigenza di controbilanciare la forza
contrattuali che la grande distribuzione intrattiene con i soggetti contrattuale della Gdo (concentrazione dell’offerta), ma
a monte, ossia produttori agricoli e industria alimentare. consentono anche di governare il mercato contribuendo a
D’altro canto, “un aumento del potere d’acquisto della grande svolgere, attraverso la programmazione della produzione,
distribuzione si traduce necessariamente anche in un forte un’efficace azione di prevenzione nei confronti delle crisi di
potere di negoziazione delle clausole contrattuali con i soggetti mercato. La programmazione dell’offerta costituisce un “potente
fornitori” (Marette, Raynaud, 2003) nonché in un aumento della strumento di mercato” (Saccomandi, 1991) poiché risponde
quota del profitto totale della struttura verticale che la all’obiettivo di maggiore stabilizzazione dei prezzi e quindi dei
distribuzione stessa può esigere (Allain, Chambolle, 2003). redditi dei produttori; obiettivo, questo, importante soprattutto
In questo processo i marchi commerciali (private label) e gli altri nell’attuale contesto di crescente instabilità dei mercati, cui sono
segni distintivi della qualità giocano un ruolo importante, sottoposte le aziende agricole in conseguenza della caduta del
essendo la base della strategia concorrenziale delle imprese e sostegno al reddito decretata dalla nuova politica agricola
un elemento centrale del processo di riorganizzazione dei comunitaria.
sistemi produttivi. Questo perché il possesso di marchi, specie Allo stesso modo, nella strategia di differenziazione della qualità,
se forti e valorizzati, è anche un mezzo per modificare i rapporti l’associazionismo produttivo può assumere un ruolo centrale
di forza tra gli attori di una filiera (Marette, Raynaud, 2003). In giacché possono essere gli stessi produttori associati a guidare,
particolare, con l’introduzione dei marchi commerciali la grande invece di subire, il processo decisionale.
distribuzione ha consolidato ulteriormente il proprio potere L’azione collettiva che scaturisce dall’associazionismo produttivo
contrattuale nei confronti dei fornitori, pervenendo a forme di è ovviamente fonte di vantaggi economici che consentono alle
“controllo verticale di filiera”. Queste, da un lato, consentono di imprese agricole di acquisire, benché indirettamente, un potere
migliorare l’efficienza complessiva degli scambi all’interno della di mercato non altrimenti possibile con l’azione individuale. Basti
filiera (attraverso la riduzione dell’asimmetria informativa e dei pensare: (a) all’acquisizione di massa critica del prodotto che
relativi costi di transazione) e di ottenere il massimo “profitto consente di ottenere importanti economie di scala nonché di
aggregato”, dall’altro mettono in condizione la grande gestire il marketing mix della produzione aggregata al fine di
distribuzione di definire la politica dei prezzi e le caratteristiche qualificare e commercializzare i prodotti nei tempi e nei modi
del prodotto e di esercitare un controllo sulle stesse operazioni richiesti dalla domanda; (b) all’opportunità di programmare
di produzione (Giacomini, Mancini, 2006). l’offerta per adeguarla alle esigenze della domanda; (c) alla
Tali forme di integrazione contrattuale configurano situazioni possibilità di utilizzare meglio e a minor costo l’informazione di
oligopsonistiche all’interno delle quali i produttori agricoli si mercato, essenziale per la stessa programmazione dell’offerta e
pongono in una condizione di forte subordinazione (Aiello, per ridurre comportamenti opportunistici; (d) al vantaggio di
1998), accentuata proprio dalle profonde modificazioni che poter ricorrere, a migliori condizioni, all’accesso al credito e
hanno subito i rapporti di filiera, e nell’ambito di relazioni di all’acquisto collettivo di input; (e) alla possibilità, infine, di
offerta strettamente vincolanti e di maggiore dipendenza, effettuare investimenti collettivi, soprattutto nel campo della
rispetto al passato, da un unico acquirente preferenziale (Oecd, ricerca grazie alla quale sarebbe possibile internalizzare le
2005). innovazioni di prodotto e di processo (Saccomandi, 1991).
Rispetto a soggetti come la grande distribuzione che, per la Ciò nondimeno, nell’evidenza empirica della realtà agricola
posizione di forza assunta sul mercato, sono in grado di italiana il percorso intrapreso per favorire l’associazionismo
sviluppare strategie di marca, il settore agricolo si trova in una produttivo - e con esso il raggiungimento degli obiettivi di
posizione di relativa debolezza, accentuata dallo scarso grado di aggregazione e di concentrazione dell’offerta - si è rivelato
concentrazione con cui gli agricoltori si affacciano sul mercato e tutt’altro che semplice e scontato. I pochi e parziali dati
che è alla base del debole potere negoziale con il quale disponibili – l’albo delle Organizzazioni dei produttori istituito
l’agricoltura si relaziona sul mercato con i soggetti a monte e a presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali
valle3. È questa una fragilità che può essere superata soltanto (Mipaaf) – non consentono un’analisi significativa della
ricorrendo all’associazionismo produttivo. componente organizzata della produzione agricola nel nostro
Paese, ma fotografano comunque una situazione ben lontana
da quella auspicata dalla normativa nazionale sulla regolazione
La leva strategica dell’associazionismo dei mercati. Dopo circa otto anni dall’entrata in vigore del
decreto legislativo n. 228 del 20014, si contano, infatti, al 30
Nell’attuale situazione in cui, come si è appena descritto, giugno 2009, soltanto 142 Organizzazioni riconosciute, di cui 7
aumentano le difficoltà e gli squilibri nel funzionamento del oggetto di revoca, operanti in diversi settori produttivi, con
mercato, il sistema contrattuale che si è andato affermando con l’unica eccezione rappresentata dall’ortofrutticolo le cui
forme di integrazione verticale non solo non è in grado di Organizzazioni dei produttori sono, com’è noto, sottoposte alla
attenuarne gli effetti distorsivi ma ne accentua l’instabilità, per disciplina comunitaria dell’Organizzazione comune di mercato
cui è necessario mutare le “regole del gioco”, ricorrendo a (Petriccione, 2008).
formule organizzative che consentano di ricostituire rapporti di In generale, l’associazionismo produttivo in Italia riveste un peso
scambio più equilibrati e, a un livello più generale, affidarsi a tuttora poco significativo e debolmente incisivo rispetto agli
quelle forme d’intervento che possono essere attuate attraverso aspetti che lo caratterizzano e che richiamano i vantaggi
un dispositivo di carattere istituzionale, regolatore del mercato, economici appena illustrati. La mancanza di incentivi finanziari a
come l’interprofessione. Detto in altri termini, con fronte di onerosi adempimenti finanziari, da un lato, e una
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 47

perdurante confusione di ruoli nella gestione delle filiere


agroalimentari, dall’altro, cui si aggiunge una non sempre di organizzazione che, nell’attuale configurazione dei mercati
sollecita attuazione da parte del Mipaaf degli strumenti previsti agroalimentari, tende ad evolvere verso forme di integrazione
dalla normativa, rendendoli effettivamente operativi (Giacomini, sempre più stringenti alla base delle quali vi è il forte potere
2009), hanno contribuito a rendere difficoltoso il processo di contrattuale esercitato dalla grande distribuzione. Ne consegue
organizzazione dell’offerta. una modifica dei rapporti di forza sul mercato con l’agricoltura in
Esistono, ovviamente, dei casi di eccellenza, ampiamente posizione di evidente debolezza, determinata dal fatto che alla
illustrati in letteratura, che confermano la validità del modello crescente concentrazione operata dalla distribuzione si
associativo ma che hanno come matrice comune, nella gran contrappone la persistente frammentazione della produzione
parte, l’appartenenza a un territorio, l’Italia nord-orientale, che agricola. Il che pone al centro delle questioni organizzative il
vanta, pur con innegabili contraddizioni, una lunga e consolidata grande problema del coordinamento delle relazioni all’interno
esperienza sul fronte cooperativo. Un esempio per tutti può della filiera.
essere costituito dal comparto del pomodoro da industria dove Rispetto a questa situazione l’associazionismo dei produttori
un’importante esperienza imprenditoriale (il consorzio CIO di agricoli può costituire un valido e opportuno contrappeso
Parma) rappresenta la più rilevante realtà associativa a livello assumendo un ruolo strategico di riequilibrio dei rapporti sul
europeo. Grazie a una forte azione di coordinamento realizzata mercato sotto il profilo del potere contrattuale e della ripartizione
attraverso la centralizzazione di una serie di servizi per i propri del valore aggiunto, contribuendo a trasformare forme di
associati (approvvigionamento collettivo dei mezzi tecnici, dominio economico in modelli di comportamento cooperativo.
assistenza tecnica, commercializzazione del prodotto, ecc.), il L’evidenza empirica mostra, tuttavia, come solo in alcune realtà
CIO è divenuto un punto di riferimento riconosciuto in ambito territoriali o produttive l’associazionismo agricolo sia riuscito, pur
nazionale e internazionale, soprattutto sul piano contrattuale con molte difficoltà, ad assumere quel ruolo richiesto dal
dove riveste un ruolo determinante per la fissazione del prezzo mercato. Se pensiamo all’agricoltura italiana, la situazione si
del pomodoro, contribuendo, in tal modo, a conferire una presenta assai complessa e contraddittoria, frutto di un percorso
maggiore stabilità al sistema produttivo e industriale di questo di crescita molto differenziato, alla base del quale vi è la
prodotto. sollecitazione della politica agricola comunitaria che con i suoi
Quello del coordinamento è, d’altro canto, uno dei principali interventi si è sempre dimostrata attenta in materia di
problemi che può nascondere un’azione svolta a livello organizzazione e concentrazione dell’offerta agricola5. Basti
collettivo: i produttori agricoli associati possono esprimere, pensare all’ultima riforma dell’organizzazione comune di
com’è ovvio, interessi e obiettivi diversi, con il risultato di mercato dei prodotti ortofrutticoli, dove la concentrazione della
rendere più complesse le negoziazioni e di rallentare la produzione viene definita come una “necessità economica” per
comprensione dei cambiamenti in atto nel mercato. Il successo consolidare la posizione degli agricoltori sul mercato e aiutarli ad
dell’azione collettiva dipende essenzialmente dalla struttura affrontare le sfide future sulle quali la stessa politica agricola
organizzativa e dalla sua capacità di gestire con competenza ed comunitaria ha scommesso.
efficienza l’eterogeneità dei soggetti che vi sono coinvolti
(Raynaud, Valceschini, 2007). Ciò significa, come dimostra
l’esperienza imprenditoriale cui si è fatto riferimento, realizzare Note
un associazionismo produttivo efficace e in grado di “proporsi
1
come partner credibile e attivo” nelle relazioni contrattuali Nell’approccio porteriano il vantaggio competitivo può essere ricercato attraverso
tre strategie di base: leadership di costi; differenziazione dei prodotti;
(Mariani, 1999). È questa una condizione tanto più importante focalizzazione, ossia, alternativamente, una delle due strategie precedenti,
oggi per le prospettive future del settore agricolo che si trova a sviluppate però in riferimento a uno specifico segmento del mercato (Porter, 2004).
2
dover operare, con evidenti difficoltà e in posizione di forte Alle diverse strategie di differenziazione possono corrispondere differenti modelli
debolezza, nel contesto di un processo di riorganizzazione dei di organizzazione, che raggiungono il coordinamento in modi diversi e con risultati
diversi (Raynaud, Valceschini, 2007).
mercati che, come si è visto, è fondato sulla concentrazione 3
La riorganizzazione delle filiere in termini sia di evoluzione delle strutture di
delle strutture e su forme di coordinamento verticale, nonché di mercato sia di relazioni contrattuali tra le parti coinvolte è da tempo oggetto di
una politica agraria comunitaria orientata alla qualità dei prodotti, studio per i suoi effetti sulla concorrenza. Per un approfondimento sul tema della
regolazione della concorrenza si rimanda a un’interessante raccolta di contributi
alla tracciabilità e alla eco-condizionalità. Queste azioni pubblicata di recente (AA.VV., 2003).
richiedono un forte coordinamento e una collaborazione fra i 4
Si tratta della cosiddetta “legge di orientamento” che ha avviato il processo di
soggetti che operano lungo la filiera e che, attraverso un riordino dell’associazionismo agricolo, portato a termine dal decreto legislativo n.
rafforzamento del processo di organizzazione e di 102 del 2005. Per un approfondimento si rimanda a Pampanini, Martino (2005).
5
La politica comunitaria ha da sempre mostrato una grande attenzione nei
concentrazione dell’offerta, possono acquisire il potere confronti dell’associazionismo produttivo, tant’è che a partire dagli anni Sessanta
contrattuale necessario per sfruttare al meglio le opportunità ha disciplinato, sulla scorta delle esperienze positive maturate in alcuni Paesi
offerte dal coordinamento verticale e intervenire nella definizione europei (i Groupements de producteurs in Francia e i Veilingen in Olanda), i primi
interventi di carattere settoriale volti a favorire la creazione di forme associative di
di rapporti alla base dei quali vi sia un’equa distribuzione dei produttori agricoli.
rischi ma anche dei vantaggi che scaturiscono dall’azione di
coordinamento (Sodano, 1994).
Un ulteriore potenziamento dell’azione di coordinamento e di
collaborazione tra le diverse fasi della filiera può avvenire con lo
Riferimenti bibliografici
strumento dell’interprofessione (organizzazione e accordi),
grazie al quale è possibile contrastare e ridurre i comportamenti • AA.VV. (2003), “La politique de la concurrence dans l’agro-
opportunistici per favorire invece quelli cooperativi. alimentaire”, Économie Rurale, 277-278, septembre –
L’interprofessione, definita dall’Oecd (1997) un “importante dècembre
vettore istituzionale del coordinamento verticale”, può svolgere • Aiello C. (1998), “Problemi vecchi e nuovi dell’economia
un’azione fondamentale affinché l’associazionismo produttivo contrattuale nell’evoluzione del sistema agroalimentare in
possa acquisire realmente un ruolo attivo sul mercato e affinché, Italia”, Rivista di Economia Agraria, nn. 1-2.
attraverso lo strumento dell’erga omnes, possa raggiungere un • Allain M.-L., Chambolle C. (2003), « Approches théoriques
effettivo livello di concentrazione e di controllo dell’offerta. des rapports de force entre producteurs et distributeurs », in
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Considerazioni conclusive décembre.
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Come è stato brevemente illustrato in questo contributo, le delle informazioni sulla qualità nella filiera degli ortofrutticoli
nuove strategie competitive richiedono l’adozione di un modello
Pagina 48 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

freschi”, Rivista di Politica Agraria, n. 4.


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Agro-Alimentare, n. 1. funzionari, esponenti politici ed esperti dei trenta Paesi membri
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Milano, 9-11 settembre. partecipato con il ruolo di Peer reviewer assieme al Regno
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Mariani A. C., Sodano V. (a cura di), Sistema agroalimentare persone che vivono al di sotto del livello di povertà, misurato
e mercati agricoli, Il Mulino, Bologna. secondo un plafond stabilito a livello nazionale, è passato da
250 milioni nel 1978 a 21 milioni nel 2006 (Ufficio Nazionale di
Statistica della Cina, Nbsc). All’origine di tale processo vi sono le
riforme del settore agricolo, basate su un sistema di produzione
meno centralizzato, importanti riforme sociali, tra cui un
Invito a contribuire ad allentamento del sistema hukou (il sistema di registrazione della
popolazione cui è collegata la possibilità di usufruire di una serie
agriregionieuropa di diritti)4, l’emergere di imprese ed attività alternative nelle aree
rurali, alcune riforme fiscali e il graduale aprirsi dell’economia
cinese alla competizione globale.
Chi lo desideri può contribuire con un proprio articolo o commento ad Nonostante questi progressi, le campagne cinesi continuano a
articoli già pubblicati. Il relativo file va inviato all’indirizzo e-mail: registrare livelli notevoli di arretratezza e la presente situazione
redazione@agriregionieuropa.it, scrivendo nell’oggetto del
di crisi globale impone nuove sfide. Le disparità tra aree rurali e
messaggio “agriregionieuropa”. I contributi valutati positivamente dai
revisori anonimi e dal comitato di redazione saranno pubblicati nei aree urbane, e tra diverse tipologie di aree rurali, sono andate
numeri successivi della rivista. I lavori vanno redatti rispettando le aumentando nel tempo. Il rapporto tra il livello di reddito
norme editoriali pubblicate sul sito www.agriregionieuropa.it. nominale pro-capite percepito nelle aree urbane rispetto a quello
delle aree rurali è passato dal minimo di 1,8 nel 1985 al livello
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 49

record di 3,3 nel 2007 (Nbsc, 2006). La povertà è diffusa con Figura 2 - Evoluzione della composizione settoriale dell’occupazione rurale in Cina
- 1985 - 2005
differente intensità nelle diverse aree rurali della Cina. La aree
rurali nelle quali l’agricoltura è la principale fonte di reddito sono
anche le più vulnerabili e quelle che sperimentano i più alti livelli
di incidenza della povertà (Figura 1).

Figura 1 - Incidenza della povertà rurale nelle Province cinesi e peso


dell’agricoltura sull’occupazione, 2005
Incidenza della Povertà Rurale %

Fonte: Nbsc (2006), China Statistical Yearbook 2006, China Statistics Press,
Pechino

Diversificazione economica e organizzazione


dei servizi
Una strategia per lo sviluppo dei territori rurali, integrata e dotata
di adeguati fondi, che includa gli aspetti della sicurezza
Quota dell’agricoltura sull’occupazione rurale % alimentare ma anche obiettivi di più ampio respiro potrebbe
agevolare i processi, in parte già in corso, di diversificazione
Fonte: Nbsc (2006), China Statistical Yearbook 2006, China Statistics Press, economica. Il programma del governo Cinese “Building a New
Pechino. Socialist Countryside” (strategia Nsc) ed una serie di riforme ad
esso collegate (in relazione al miglioramento della produttività
Benché il fenomeno dei lavoratori “migranti”, quelli che lasciano dell’agricoltura, l’integrazione dei redditi e la possibilità di
la campagna per cercare lavoro nelle aree urbane, sia usufruire di diritti di utilizzo della terra) sono dei passi importanti
aumentato in maniera consistente (fino ad un livello stimato di in questa direzione. Precedentemente, nel periodo tra il 1978 e il
circa 132,1 milione di persone) ed abbia provocato un crollo 2006, la rapida crescita di nuove imprese nelle aree rurali ha
della popolazione rurale totale, la Cina resta comunque un contribuito ad una notevole trasformazione strutturale di queste
Paese prevalentemente rurale (Ufficio Nazionale di Statistica, economie (contribuendo, tra l’altro, alla creazione di 119 milioni
2007). Secondo i dati censuari del 2006 e secondo la di nuovi posti di lavoro). L’emergere di nuove imprese private nel
metodologia nazionale di territorializzazione (basata settore manifatturiero, ma anche in quello terziario, ha
prevalentemente sul peso della popolazione in aggregati contribuito alla crescita dell’occupazione e delle esportazioni.
amministrativi e densità della popolazione), 737 milioni di Nel 2006 il 40% delle esportazioni totali della Cina è stato
persone, ovvero il 56% della popolazione del Paese vive nelle prodotto da imprese localizzate in aree rurali. A ciò si aggiunga
aree rurali. In futuro, il fenomeno dell’emigrazione dalle la ricchezza di fonti di energia rinnovabile presente in queste
campagne potrà solo parzialmente continuare a supportare i aree, e l’intenzione del governo di supportare la produzione di
processi di rafforzamento dell’economia nazionale. Infatti, se energia pulita. La Cina dispone di un paesaggio particolarmente
questo fenomeno ha in parte contribuito ad alleviare il dramma ricco dal punto di vista ambientale e storico-culturale. Tuttavia,
della povertà rurale, esso sta anche fortemente distorcendo gli processi di crescita particolarmente rapidi hanno provocato una
equilibri demografici di queste aree (il 70% della popolazione notevole pressione sull’ambiente, con situazioni particolarmente
anziana della Cina vive nelle campagne (Xiang, 2005). Dal critiche in termini di scarsità e di inquinamento della risorsa
momento che non esiste una politica che agevoli il idrica, problemi di erosione del suolo e fenomeni di
ricongiungimento familiare e molti migranti non riescono a desertificazione che non permettono uno sviluppo sostenibile di
portare le loro famiglie nelle aree urbane, nelle aree rurali resta queste aree.
un’alta percentuale di cosiddetti “bambini abbandonati”. Nonostante il consistente miglioramento registrato negli ultimi
La crisi economica inizia ad avere impatti importanti sulla Cina anni, esiste una situazione di forte disuguaglianza territoriale in
rurale. Si stanno verificando fenomeni di ritorno temporaneo e termini di disponibilità e qualità dei servizi di base. I livelli di
definitivo dei migranti che provocano una riduzione delle istruzione sono più alti nelle regioni costiere, che sono anche le
rimesse che, a sua volta, mette a rischio i livelli di reddito di più ricche, mentre si attestano su livelli più critici nelle regioni
queste aree, con conseguenze anche sui livelli di consumo e di centrali e ancor più in quelle occidentali. In province e regioni
investimento. Benché sia difficile ricostruire l’esatta dimensione quali il Tibet, il Gansu e lo Yunnan, ma anche in Sichuan e nella
di questo fenomeno, la crisi internazionale ha aumentato municipalità di Chongqing, la quota della popolazione analfabeta
l’urgenza di diversificare e rafforzare l’economia della Cina o che detiene livelli di istruzione di primo livello supera il 60%. In
rurale. Questo è particolarmente vero se si considera che il peso altre province occidentali e centrali (Xinjiang, Shanxi), tuttavia, i
del settore agricolo continua a diminuire rapidamente sia in livelli di istruzione sono vicini e talora anche al di sopra dei valori
termini di quota sull’occupazione totale che per quanto riguarda medi. L’aspettativa di vita alla nascita è aumentata nella Cina
la sua capacità di produrre reddito. Nel periodo compreso tra il rurale, ma meno che nelle aree urbane, con un differenziale di
2000 e il 2005, la quota dell’agricoltura sull’occupazione rurale è 5,7 anni al 2000 (Undp, 2005). Sia le imprese agricole che
passata dal 68% al 60% (Figura 2). quelle presenti nelle aree rurali ma che operano in altri settori
hanno problemi di accesso al credito. Questo problema diventa
particolarmente serio nel caso dei piccoli imprenditori agricoli
Pagina 50 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

che non possono neanche ricorrere all’ipoteca sulle loro terre. Si investimento più flessibili e più attente alle esigenze dei diversi
aggiunga inoltre la debolezza degli istituti locali di credito. territori. In particolare andrebbe valorizzato il ruolo di possibili
La strategia del governo cinese riconosce la diversificazione fornitori di servizi non governativi, quali le cooperative rurali e le
economica e il miglioramento dell’offerta dei servizi quali istituzioni finanziarie.
elementi importanti per lo stimolo della domanda e il
perseguimento di processi di coesione. Tale strategia allarga gli La diversificazione economica
obiettivi di sviluppo rurale e mira ad affrontare tre questioni
chiave in relazione all’agricoltura, le comunità rurali e gli C’è un potenziale enorme in termini di diversificazione
agricoltori Pur mantenendo l’obiettivo di migliorare la produttività economica in attività connesse all’agricoltura o in nuovi settori
dell’agricoltura, le nuove riforme hanno riguardato anche il diversi da quello primario. Questo potenziale dovrebbe
miglioramento del livello del reddito dei residenti nelle aree assumere un ruolo più importante nell’ambito delle scelte di
rurali, i diritti all’utilizzo della terra, il funzionamento dei sistemi di politica economica. Il business dell’energia pulita, le iniziative nel
governance locale e l’offerta di servizi pubblici (quali l’accesso campo del turismo, le certificazioni di prodotti agro-alimentari di
all’acqua potabile, una maggiore copertura di servizi sanitari e qualità e la tipizzazione delle produzioni del legno sono tutte
l’innalzamento dell’istruzione obbligatoria). attività che andrebbero maggiormente sviluppate. Perché questo
Stime elaborate dall’Ocse mostrano che la maggiore attenzione possa avvenire, è necessario un maggior investimento nel
agli squilibri territoriali ha provocato una crescita degli capitale umano, ovvero nell’istruzione degli agricoltori e più in
investimenti nelle aree rurali. La spesa pubblica in favore delle generale della popolazione rurale.
aree rurali è quasi raddoppiata in valori nominali tra il 2004 e il
2007 (Cheng, 2008). Per la maggior parte si tratta di misure di
politica agricola (55% del totale nel 2007), seguite da
La protezione dell’ambiente
investimenti in infrastrutture (23%) e misure di sviluppo sociale
(prevalentemente servizi pubblici, 20%). Resta però il problema Il perseguimento di processi di sviluppo rurale sostenibile non
del sistema fiscale, caratterizzato da una scarsa autonomia a può prescindere da una decisa politica per l’ambiente. A questo
livello di enti locali e da forti disparità tra le diverse aree del proposito, è assolutamente prioritario che la Cina faccia fronte
Paese e tra le città. Negli ultimi anni, un’importante riforma alle proprie sfide ambientali. Principi quali “chi inquina paga” o
fiscale ha semplificato e razionalizzato le imposte e i tributi “chi usa paga” potrebbero essere introdotti, assieme a pratiche
sull’agricoltura. Sebbene questa riforma abbia diminuito la innovative di irrigazione (capaci di ridurre il consumo d’acqua) e
pressione fiscale sugli agricoltori (Lin et al., 2007), ha anche il miglioramento delle infrastrutture per l’adduzione dell’acqua
ridotto le capacità dei governi locali di generare entrate, (così da ridurre le perdite).
aumentando la loro dipendenza dai trasferimenti dai livelli di Infine una serie di raccomandazioni riguardano i meccanismi
governo più alti e compromettendone la capacità di assicurare istituzionali e di governance, che sono prerequisiti essenziali per
servizi adeguati per la popolazione. poter intervenire sulle priorità sopra elencate. Risultano
importanti riforme che attengono ai seguenti tre livelli: il
coordinamento orizzontale a livello di governo centrale; il
sistema fiscale e i rapporti tra i diversi livelli di governo; i
Priorità di politica economica meccanismi istituzionali e di governo a livello locale.
A livello centrale, forme di coordinamento più forti e formalizzate
Lo studio Ocse sulla Cina rurale individua quattro principali aree potrebbero aiutare a superare la frammentazione tra interventi di
per migliorare l’intervento di politica economica in favore delle politica economica settoriale. Esperienze già registrate in alcuni
aree rurali: Paesi Ocse, che si sono concretizzate nella costituzione di
meccanismi di cosiddetto rural proofing per la valutazione e il
La riforma agraria controllo degli impatti delle diverse politiche sui territori rurali,
potrebbero rivelarsi funzionali anche per il caso cinese. La
È necessario migliorare i diritti degli agricoltori sulla terra da loro riforma del sistema fiscale dovrebbe includere la revisione dei
coltivata. Soltanto il 13,5% della superficie totale della Cina è meccanismi di allocazione ai diversi livelli di governo, per
coltivata e la mancanza di un chiaro sistema di riconoscimento correggere gli effetti non intenzionali della riforma del sistema
dei diritti di proprietà della terra rende gli agricoltori fiscale rurale sui governi locali. Al tempo stesso, dovrebbe
particolarmente esposti a fenomeni di esproprio. Questo tipo di esistere un esplicito legame tra il trasferimento di una parte delle
riforma risulterebbe funzionale all’innesco di processi di crescita risorse e il perseguimento di espliciti obiettivi di sviluppo dei
economica in molte di queste aree. I diritti sulla terra dei territori rurali. Si potrebbe considerare anche l’inserimento di un
residenti dovrebbero essere riconosciuti e sottoposti alle regole “bilancio rurale” a livello centrale, che includa gli stanziamenti
del mercato (per permettere agli agricoltori l’accesso al credito per i territori rurali (quelli gestiti a livello centrale e regionale)
tramite ipoteca). I miglioramenti ottenuti dalle più recenti riforme come anche un sistema di tasse a livello locale più trasparente e
nel campo dell’espropriazione della terra dovrebbero essere sottoposto a meccanismi di scrutinio da parte dei cittadini5.
integrati nelle leggi così da permettere agli agricoltori di poter Alcune esperienze sperimentate in diverse località mostrano che
negoziare sulle possibili forme di risarcimento e definire in la partecipazione dei cittadini ai processi di selezione dei
maniera chiara i confini del cosiddetto “interesse pubblico”. progetti può migliorare l’efficienza della spesa dando luogo a un
miglioramento dell’azione di politica economica (e a forme di
I servizi pubblici risparmio). In generale, a livello locale andrebbero introdotti
meccanismi di trasparenza e di partecipazione, migliorando
Una strategia dotata di adeguati fondi per il miglioramento l’accesso dei cittadini all’informazione e garantendo un ruolo più
dell’offerta dei servizi nelle aree rurali dovrebbe affrontare i importante a forme di autogoverno a livello di piccoli Comuni,
divari esistenti tra aree rurali e urbane e tra diverse tipologie di come anche una rappresentanza più equilibrata tra cittadini
aree rurali (in particolare per quanto riguarda i servizi di base rurali e cittadini urbani nell’ambito del Congresso nazionale del
quali l’istruzione, la sanità e le infrastrutture pubbliche). Oltre alle popolo6. Esperienze registrate in altri paesi Ocse hanno
necessità connesse alla riforma fiscale, in particolare per quanto mostrato come affrontare questioni che attengono
riguarda la difficoltà degli enti locali di accedere alle risorse all’organizzazione istituzionale della politica economica possa
necessarie per finanziare l’offerta di un sistema adeguato di avere impatti importanti nel trasformare le aree rurali in fonti di
servizi di base (che finanziano spesso attraverso il sistema crescita e di coesione.
dell’esproprio della terra e della vendita della stessa con notevoli
margini di guadagno) andrebbero individuate soluzioni di
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 51

Note Lo stato di attuazione dei Psr


1
La gran parte delle informazioni e dei dati sui quali si basa questo articolo
provengono dallo Studio OCSE sulla Cina Rurale pubblicato a Parigi nel 2009 Beatrice Camaioni
(OCSE, 2009).
2
Ogni studio elaborato da questo Gruppo di lavoro, infatti, viene accompagnato
dalle attività di lettura e di analisi garantite dai rappresentanti (esperti in materia) di
almeno altri due Paesi membri dell’Ocse.
3
Di particolare interesse è risultato il tema del monitoraggio e della valutazione I numeri della programmazione
dell’offerta dei servizi nelle aree più interne e il modello sanitario (in particolare la
distrettualizzazione territoriale) del nostro Paese. A due e anni e mezzo dall’inizio della programmazione della
4
Il sistema hukou, istituito negli anni Cinquanta, registra lo stato di famiglia di un
individuo quale “rurale” o “non rurale”. Il secondo beneficia di un più ampio
politica di sviluppo rurale 2007-2013 si tenta fare un bilancio
ventaglio di diritti, che vanno da un più facile accesso alle opportunità di lavoro, dello stato di attuazione al fine di trarne una fotografia, seppur
forme di agevolazione per la casa di abitazione e una serie di altri servizi pubblici parziale, delle scelte e, per quanto possibile, anche delle
collettivi, mentre essere registrati come rurali permette di ottenere appezzamenti di performance delle amministrazioni.
terreni, con i relativi diritti di utilizzo. Negli ultimi anni è stata introdotta la possibilità
di cambiare in maniera permanente il proprio status e la forte discriminazione in La politica di sviluppo rurale 2007-2013 si caratterizza per la
termini di accesso ai servizi pubblici collettivi e al diritto al lavoro è diminuita in complessa articolazione che assume in particolare in Italia: 1
molte località. Tuttavia, i cambiamenti di status restano sottoposti a strette Psn, 21 Psr, 41 misure attivabili per ciascun Psr, un migliaio di
condizioni che risultano particolarmente onerose per alcuni segmenti della
popolazione, come i lavoratori meno specializzati e le persone più povere. Di fatto,
bandi e centinaia di migliaia di domande. L’organizzazione delle
il 20% degli abitanti delle città più importanti della Cina ha ancora uno status di misure in tre assi principali, ai quali va aggiunto un quarto asse
hukou rurali.
5
(Leader), trasversale ai precedenti, costituisce l’aggregazione di
Esperienze di partecipazione dei cittadini ai processi di selezione dei progetti di partenza per quel che concerne una prima analisi degli obiettivi
investimento hanno avuto luogo attraverso i cosiddetti “yishi yiyi participatory
budgeting arrangement” (accordi di partecipazione al bilancio). Tali accordi erano e delle strategie regionali (Sotte Ripanti, 2008; Fugaro, 2008;
stati introdotti per limitare i livelli eccessivi dell’imposizione fiscale locale ma, a Mantino, 2008). Maggiormente complessa risulta l’attività di
causa di una forte resistenza da parte dei funzionari locali, questa pratica non si è analisi qualora si voglia andare ad indagare l’attuazione della
ancora sufficientemente affermata.
6
Il Congresso nazionale del popolo è l’istituzione che detiene il potere legislativo in
politica: occorrerebbe scendere a livello di singola misura,
Cina. Anche se, de facto, ha meno poteri di altri organi governativi e del Partito considerare l’ulteriore articolazione in sub-misure o azioni, e per
comunista, questa istituzione è sempre più attiva nel dibattito sulle materie ciascuna di queste analizzare i criteri ammissibilità delle
legislative, prima che si giunga al voto vero e proprio. domande, i bandi e i criteri di selezione delle domande. In
questa direzione un tentativo di analisi si trova nella recente
pubblicazione del Gruppo 2013 (Sotte, 2009) dove, ai fini
Riferimenti bibliografici dell’analisi, la politica di sviluppo rurale è studiata aggregando le
misure in sette politiche: (a) Politica della formazione e
• Cheng, G. (2008), Financing of Rural Areas in China, dell’assistenza tecnica: raccoglie le misure dell’aggregato 1.1
Working Paper, Studio Rurale OCSE, Pechino. dell’asse 1 “intese a promuovere la conoscenza e sviluppare il
• Lin, Justin Yifu et al. (2007), “Rural Taxation and Local capitale umano” (ad esclusione di quelle per insediamento
Governance Reform in China’s Economic Transition: Origins, giovani e prepensionamento) e la spesa per “assistenza
Policy Responses and Remaining Challenges”, Working tecnica”; (b) Politica del ricambio generazionale: è costituita
Paper No. 317, March. dalle due misure 1.1.2 “insediamento di giovani agricoltori” e
• NBSC (2006) China Statistical Yearbook, China Statistics 1.1.3 “prepensionamento degli imprenditori e dei lavoratori
agricoli”; (c) Politica strutturale: è costituita dall’insieme delle
Press, Pechino.
misure dell’aggregato 1.2 dell’asse 1 “intese a ristrutturare e
• NBSC (2007), China Rural Household Survey Yearbook sviluppare il capitale fisico e promuovere l'innovazione” ad
2007, China Statistics Press, Pechino. esclusione della 1.2.2 esplicitamente orientata al settore
• OECD (2009), OECD Rural Policy Reviews: China, OECD, forestale; (d) Politica della qualità alimentare: questo aggregato
Paris. raccoglie le tre misure 1.3 dell’asse 1 “intese a migliorare la
• UNDP (2005), Rapporto sullo Sviluppo Umano in Cina, qualità della produzione e dei prodotti agricoli”; (e) Politica agro-
China Development Research Foundation, Pechino. ambientale: è compresa esclusivamente nell’asse 2 e raccoglie
• World Bank (2007), China. Improving Rural Public Finance tutte le sei misure dell’aggregato 2.1 “intese a promuovere
for the Harmonious Society, study led by Achim Fock and l'utilizzo sostenibile dei terreni agricoli”; (f) Politica forestale:
Christine P. Wong, Washington, DC. comprende tutte le misure dell’aggregato 2.2 dell’asse 2 “intese
• Xiang, B. (2005), “How Far are the Left-behind Left Behind?”, a promuovere l'utilizzo sostenibile delle superfici forestali” più la
Centre on Migration, Policy and Society, Working Paper No. misura 1.2.2. “accrescimento del valore economico delle
12, University of Oxford. foreste”; (g) Politica per la diversificazione, la qualità vita e
l’approccio Leader: si tratta della politica dalle connotazioni più
territoriali che settoriali che comprende i due assi 3 e 4 e il
maggior numero di misure (12)1.
L’approccio per “politiche” consente di delineare meglio le
caratteristiche della politica di sviluppo rurale nazionale e, nello
stesso tempo, di cogliere con maggiore dettaglio le specificità
Pubblicazioni Agriregionieuropa delle scelte operate dalle Regioni in merito alle misure attivate e
Collana Tesi on-line alla distribuzione tra di esse delle risorse. Di conseguenza, è
possibile fornire un bilancio maggiormente dettagliato sullo stato
Erika Di Ruscio: “La Rete Rurale Nazionale” di attuazione.
Numero 22 - Aprile 2009 Seguendo la classificazione “per politiche”, nella figura 1 si può
osservare la distribuzione delle risorse riferita all’aggregato
http://associazionebartola.univpm.it/pubblicazioni/raccolta_tesi/ nazionale con evidenza alla misura che maggiormente
diruscio.pdf rappresenta la politica in termini di risorse programmate.
La figura evidenzia come la politica agro-ambientale e la politica
Le norme per l’accettazione delle tesi di dottorato e di delle strutture, assorbano insieme più del 50% della spesa
laurea e la successiva pubblicazione sono disponibili on-line complessiva (rispettivamente 5.342 milioni di euro, pari al 32,2%
PhD Studies: www.agriregionieuropa.univpm.it/phd.php del totale; e 4.468 milioni di euro, il 26,9% del totale). Si tratta
Tesi on-line: www.agriregionieuropa.univpm.it/tesi.php peraltro dei due aggregati con il più forte legame con la
Pagina 52 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

programmazione del periodo 2000-2006 in termini sia finanziari, sviluppo rurale sia pressoché completamente avviata nella
che di gestione amministrativa. Emerge, inoltre la notevole generalità delle Regioni del Centro-Nord, mentre i ritardi
importanza che per queste due politiche riveste la misura alla nell’attivazione si concentrino nelle Regioni del Mezzogiorno e in
quale sono devoluti più fondi: la misura 2.1.4 “pagamenti agro- quelle Convergenza, a parte le eccezioni di Campania e
ambientali” rappresenta circa il 70% delle risorse della politica Calabria. I ritardi registrati nell’area convergenza possono
agro-ambientale, mentre la misura 1.2.1 “ammodernamento suggerire come il maggiore impegno finanziario previsto a
delle aziende agricole” assorbe da sola più della metà delle preventivo per le Regioni dell’aggregato viene neutralizzato dalla
spesa destinata alla politica strutturale. difficoltà di queste ad attivare le rispettive politiche.
La terza politica è quella per diversificazione, qualità della vita e
approccio Leader. Ad essa è dedicato il 16,6% dell’intera Tabella 1 - Stato di attivazione delle misure dei Psr per Regioni
dotazione di risorse (2.760 milioni di euro). A conferma dello Misure Misure Attivate/
REGIONI
stretto collegamento tra asse 3 e 4 si noti come la misura 4.1.3 Attivate* previste Previste (%)
riguardante “l’attuazione di strategie associative di sviluppo Piemonte 25 30 83
Valle d'Aosta 12 15 80
locale poste in essere da gruppi di azione locale” con riferimento
Lombardia 27 29 93
all’asse 3 rappresenti circa un terzo dell’intero aggregato. P.A. Bolzano 22 22 100
La quarta politica in termini di spesa è la politica forestale (1.861 P.A. Trento 17 18 94
milioni di euro, 11,2% del totale). Infine, le tre politiche del Veneto 24 32 75
ricambio generazionale (858 milioni di euro, 5,2% del totale), per Friuli V. Giulia 19 27 70
formazione e assistenza tecnica (914 milioni di euro, 5,5% del Liguria 25 33 76
totale) e per la qualità alimentare (402 milioni di euro, 2,4% del Emilia-Romagna 24 29 83
Toscana 22 26 85
totale) sono quelle alle quali è destinato un volume inferiore di
Umbria 23 34 68
spesa. Marche 23 30 77
Lazio 27 35 77
Figura 1 - Distribuzione delle spesa pubblica programmata per politiche (migliaia Abruzzo 14 28 50
di euro) Molise 10 29 34
0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 Campania 26 34 76
Puglia 10 28 36
Formazione e assist. 5.1.1 Assistenza 47%
Basilicata 14 29 48
tecnica Calabria 29 35 83
Altre Sicilia 13 33 39
Altre Misure
misure
Ricambio generazionale 1.1.2 Insedimanto Sardegna 14 27 52
giovani agr. 93% Misura Misura Italia 420 603 70
Prevalente prevalente
1.2.1 Nord 195 235 83
Politiche strutturali Ammodernamtento
az. Agr. 53%
Centro 95 125 76
Sud 130 243 53
Qualità alimentare 1.3.3 Associazioni Competitività 328 444 74
Prod. 46% Convergenza 92 159 58

Politica agro- 2.1.4 Pag.


Agroambientali
ambientale *Vengono considerati i bandi emessi integrati con i dati relativi pagamenti effettuati
69%
Fonte: nostre elaborazioni
2.2.1 Imboscchimento
Politiche forestali terreni agr.
40% A livello di singola Regione, sono le due Provincie autonome
Diversificazione, qualità 4.1.3 Diversf./Qualità insieme alla Lombardia ad avere attivato il maggior numero di
vita, Leader 32%
misure. Di contro, nel Sud sono in notevole ritardo soprattutto
Molise, Puglia e Sicilia con ancora due terzi delle misure da
attivare.
Fonte: Sotte, 2009, p.36 Analizzando, con l’ausilio della figura 2, come l’attivazione delle
misure sia stata avviata per politiche4, si può notare come lo
sforzo di attivazione maggiore si sia concentrato sulla politica
L’attuazione dei Psr agro-ambientale, per la quale la dotazione di spesa delle misure
messe a bando supera il 95% dei fondi stanziati. Questo
In tabella 1 sono presentati i dati relativi allo stato di attuazione significa che tutte le Regioni hanno attivato pressoché tutte le
considerando il numero delle misure attivate sia tramite misure programmate nell’ambito delle politiche agro-ambientali,
l’emissione di un bando sia considerando i dati relativi ai tra queste, le misure con maggiore dotazione finanziaria (2.1.4
pagamenti effettuati. I dati sono tratti dalla banca dati del Mipaaf “pagamenti agro-ambientali” e 2.1.1 “indennità a favore degli
e dalla Rete rurale nazionale per quel che riguarda i bandi agricoltori delle zone montane”) sono state messe a bando
emessi entro il mese di agosto del corrente anno2. Nei limiti del prioritariamente da tutte le Regioni.
possibile, si è cercato di integrare i dati disponibili del Mipaaf e Seguono, ma già con un certo distacco, la politica per il ricambio
della Rete rurale con quelli raccolti direttamente consultando i generazionale (attivata all’ 80%), mentre per le restanti politiche
siti regionali e con i dati relativi ai pagamenti effettuati entro ancora almeno il 25% della spesa disponibile è ancora senza
giugno 20093. Questa procedura ha consentito di integrare bando. Tendenzialmente, si può aggiungere, sono più avanti le
l’informazione sullo stato di attivazione delle misure anche con politiche che contengono misure a premio e per le quali sono
riguardo ai casi in cui le Regioni non avessero ancora stanziate maggiori risorse. Le politiche in cui le Regioni sono più
comunicato al centro ministeriale l’emissione dei bandi e di indietro sono quelle per la qualità alimentare e la politica
reperire le informazioni relative a quelle misure per le quali è strutturale. Il ritardo di quest’ultima può parzialmente giustificarsi
stata prevista una modalità di attivazione e gestione diversa dal con il maggior impegno amministrativo per la predisposizione
bando (es. gestione dei trascinamenti). dei criteri e delle modalità di selezione dei beneficiari nonché per
Considerando il rapporto tra misure programmate e misure l’organizzazione delle istruttorie (in molte Regioni l’accesso al
attivate attraverso l’emissione di almeno un bando e le richieste sostegno agli investimenti è condizionato alla presentazione di
di pagamento effettuate dalle Regioni alla Commissione un business plan).
europea, in tabella 1 si può osservare come, in media nazionale, Come già osservato, in generale si può comunque concludere
il 70% delle misure risulti attivato. Nell’ultima colonna della che le scelte delle amministrazioni in merito alle misure da
tabella, dove sono evidenziate in grassetto le Regioni sopra la attivare ha riproporzionato, almeno in questa fase iniziale, il
media nazionale ed in corsivo le altre, emerge che la politica di
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 53

peso delle singole politiche, aumentando il peso delle politiche di tempistiche (istruttoria o certificazione della spesa)
trasferimento e più tradizionali a scapito di quelle più strategiche relativamente più lunghe rispetto alle altre Regioni. Oppure
e innovative. potrebbe essere sintomo di un problema a livello di organismi
pagatori (es. eccessiva lentezza nell’espletare i controlli). Di
Figura 2 - Stato di attivazione della spesa per politiche (valori percentuali)* fatto il problema in tutto il Mezzogiorno si ripercuote sui territori
rurali e sui beneficiari sia effettivi che potenziali.
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
La situazione per alcune Regioni risulta particolarmente a rischio
Formazione e nella prospettiva del disimpegno automatico. La cosiddetta
Formazione e assist. tecnica
assist. tecnica regola dell’ n+2 (art. 29 reg. 1290/2005) prevede infatti che i
Ricambio
fondi attribuiti dal bilancio dell’Ue ad uno Stato membro per un
Ricambio generazionale
generazionale esercizio, vadano in economia se non impegnati entro i due
esercizi successivi. In nove Regioni e province autonome: Valle
Politiche
Politiche strutturali
Strutturali
d’Aosta, Trento, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata,
Puglia e Sicilia, che hanno completato l’iter formale di
Qualità
Qualità alimentare
approvazione del proprio Psr nei primi mesi del 2008, la regola
alimentare
del disimpegno automatico scatterà per la prima volta al termine
Politica
Politica agro-ambientale
del 2010 ove non si fosse spesa una somma pari ai fondi
Agro-ambientale programmati per gli anni 2007 e 2008. Per le altre dodici
Politiche
Regioni, il cui Psr è stato formalmente approvato nel 2007, la
Politiche forestali
Forestali prima deadline per il disimpegno automatico scade il 31
dicembre 2009 per i fondi programmati nell’anno 2007. Mentre
Diversificazione,
Diversificazione, qualità vita, Leader
Qualità di vita, Leader non sembrano esserci rischi per il programmato Feasr del 2007
(Rete Rurale, 2009), la situazione sembra essere più delicata
Italia
Italia (anche se ancora mancano più di quindici mesi) rispetto alla
scadenza del 2010 soprattutto per le Regioni del Sud che
mostrano un maggiore ritardo (Tabella 2).
* Vengono considerati i bandi emessi, integrati con i dati relativi pagamenti
effettuati ponderando le misure con la spesa rispettivamente stanziata.
Tabella 2 - Pagamenti intermedi al 30 giugno 2009 e programmato Feasr 2007-
Fonte: nostre elaborazioni
2008

Avanzamento della spesa Pagamenti Programmato Avanzamento


Intermedi Feasr2007+2008 spesa
Un ulteriore possibile approfondimento, può essere effettuato in € € (%)
base alla spesa effettivamente erogata dalle Regioni (Rete Piemonte 41.917.687 115.334.000 36,3
rurale nazionale, 2009)5. I dati disponibili sono aggiornati al 30 Val d'Aosta 6.236.010 15.267.000 40,8
giugno 2009 e consentono di rilevare lo stato di avanzamento Lombardia 62.716.763 115.757.000 54,2
dei pagamenti effettuati dalle Regioni e quindi rimborsati dalla Bolzano 40.705.654 40.221.000 101,2
Ue. Nella tabella 2 vengono considerati solo i pagamenti Trento 19.905.766 29.427.000 67,6
intermedi ossia le domande di pagamento effettuate Veneto 23.574.655 93.377.000 25,2
trimestralmente alla Commissione europea, esclusi gli acconti, Fruili V. G. 21.593.868 31.801.000 67,9
ovvero gli anticipi versati all'Organismo pagatore subito dopo Liguria 15.901.533 31.004.000 51,3
l’adozione dei Psr. Questi pagamenti sono rapportati alla spesa Emilia Romagna 44.458.515 120.231.000 37,0
Toscana 32.525.255 101.529.000 32,0
programmata dalle singole Regioni per i primi due esercizi. Un
Umbria 39.794.423 59.489.000 66,9
valore dell’indice pari a 100 rappresenta la circostanza in cui la
Marche 45.092.538 59.150.000 76,2
Regione alla data del 30 giugno 2009 abbia erogato, e quindi
Lazio 19.368.814 79.268.000 24,4
richiesto il rimborso a Bruxelles, una cifra pari alle disponibilità
Abruzzo 10.176.541 45.319.000 22,5
2007 e 2008, cioè equivalente alla dotazione potenzialmente già
Molise 9.589.759 25.082.000 38,2
spendibile entro il 31 dicembre 2008.
Campania 39.613.837 253.508.000 15,6
A livello nazionale sono stati effettuati pagamenti per un totale di
Puglia 41.309.140 243.278.000 17,0
733 milioni di euro, non considerando il programma delle Rete
Basilicata 25.080.375 108.946.000 23,0
rurale nazionale. Ciò corrisponde a poco più del 32% del Calabria 37.926.961 182.236.000 20,8
programmato 2007-2008. In altre parole, a metà del terzo anno Sicilia 96.066.590 354.088.000 27,1
di programmazione è stato speso appena un terzo dei fondi Sardegna 59.567.561 161.160.000 37,0
Feasr disponibili per i primi due anni. Italia 733.122.247 2.265.472.000 32,4
Nell’ultima colonna della tabella, dove sono evidenziate in Nord 277.010.453 592.419.000 46,8
grassetto le Regioni sopra la media nazionale ed in corsivo le Centro 136.781.030 299.436.000 45,7
altre, osservando gli aggregati, si conferma la maggiore attività Sud 319.330.765 1.373.617.000 23,2
delle Regioni del Centro-Nord rispetto quelle del Sud; così come Comp.tà 493.125.343 1.123.416.000 43,9
delle regioni Competitività rispetto a quelle Convergenza. Conv.za 239.996.904 1.142.056.000 21,0
Analizzando i dati per singola Regione si possono notare
interessanti differenziazioni. Rispetto all’aggregato geografico di
appartenenza si evidenziano in controtendenza Veneto, Lazio, Fonte: nostre elaborazioni
Toscana, Abruzzo e Sardegna. Solo Bolzano risulta aver speso
oltre il programmato 2007 e 2008, seguita in termini di efficienza
di spesa dalle Marche e da Trento. Particolarmente in arretrato Se si osserva la situazione in termini di politiche rispetto al
sono le Regioni del Sud e Convergenza, dove nessuna supera programmato Fears 2007-2013, emerge chiaramente che l’unica
la soglia del 50%. In questo contesto, anche le Regioni Calabria politica “in linea” con le tempistiche è quella agro-ambientale
e Campania che erano apparse virtuose nell’analisi precedente mentre si registra un grave ritardo riguardo a tutte le altre
relativa ai bandi, palesano consistenti difficoltà assimilandosi politiche. Tra queste, spicca il caso della politica per la qualità
alla circoscrizione di appartenenza.. Una spiegazione potrebbe alimentare per la quale fino a giugno del 2009, non risultava
essere di natura amministrativa, ovvero, molte delle misure ancora nessuna richiesta di pagamento.
attivate dai bandi dalle due Regioni potrebbero avere delle
Pagina 54 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

Figura 3 - Pagamenti intermedi relativi alle politiche in rapporto al programmato riferiscono alle dichiarazioni di spesa (Feasr) presentate dai vari Organismi
Feasr 2007-20013 (quote percentuali) pagatori (Op).

Formazione e assist.
Formazione e assist.tecnica
tecnica Riferimenti bibliografici
Ricambio
Ricambio generazionale
generazionale • Fugaro A., La nuova politica di sviluppo rurale 2007-2013.
Politiche Una politica per l’agricoltura, una politica per il territorio,. Il
Politiche strutturali
Strutturali
Qualità
Sole 24 Ore – Edagricole, 2008.
Qualità alimentare
alimentare • Mantino F., Lo sviluppo rurale in Europa. Politiche, istituzioni
Politica Agro-
Politica agro-ambientale e attori locali dagli anni ’70 ad oggi, Il Sole 24 Ore –
ambientale
Edagricole, 2008.
Politiche
Politiche forestali
Forestali • Sotte F. (a cura di), La politica di sviluppo rurale 2007-2013.
Diversificazione, qualità vita,
Diversificazione, Un primo bilancio per l’Italia, Quaderni del Gruppo 2013,
Leader
Qualità di vita Leader Edizioni Tellus, Roma, giugno 2009. www.gruppo2013.it
Italia
Italia
• Sotte F., Ripanti R., I Psr 2007-2013 delle Regioni italiane.
0 3 6 9 12 15 18 21 Una lettura quali-quantitativa, Gruppo 2013,Working paper
n.6, aprile 2008. www.gruppo2013.it
Fonte: nostre elaborazioni • Rete Rurale Nazionale, “Feasr - Report di avanzamento
finanziario aggiornato al 30 giugno 2009”. www.reterurale.it.
Considerazioni conclusive
La lettura quantitativa dello stato di attuazione non può essere
sufficiente a formulare un giudizio sull’efficienza e l’efficacia
Con i concetti di urbano e rurale
della politica di sviluppo rurale e delle amministrazioni regionali non si riscopre il senso del luogo
se non accompagnata da un’analisi qualitativa. Sicuramente la
sintesi che emerge fornisce precise indicazioni sugli Alfonso Pascale
approfondimenti e sugli aspetti da indagare che possano
spiegare i risultati esposti. Il continuo monitoraggio e
approfondimento sullo stato di attuazione dei Psr, l’analisi dei
criteri di selezione e dei beneficiari, l’esame attento delle
Introduzione
tipologie di operazioni finanziate è fondamentale in quanto da
Tra i frutti della globalizzazione due fenomeni sono stati
tutto ciò dipende il giudizio sulla politica di sviluppo rurale.
sottovalutati: il processo di smaterializzazione che, annullando
Seppure un sistema di monitoraggio e valutazione è previsto
l’importanza della presenza fisica, fa sì che i luoghi e i paesaggi
dall’attuale regolamento, i dati relativi alla spesa sostenuta e la
tendano ad equivalersi e a stemperarsi l’uno nell’altro e la “a-
quantificazione degli indicatori di prodotto che ogni Regione
territorialità” dei grandi capitali che agiscono in modo
deve fornire nei rispettivi rapporti annuali, di fatto, non
irresponsabile verso la realtà comunitaria (Ferrarotti, 2009).
permettono un agevole confronto tra regioni. In altri termini,
Considerate esiti inevitabili del progresso, la smaterializzazione
manca un meccanismo di feed forward che consenta di
e la “a-territorialità” hanno contribuito alla perdita del senso del
utilizzare le informazioni prodotte dal monitoraggio e valutazione
luogo. Ma ora che la crisi economica ci induce a riscoprire la
come strumento di esame in itinere delle scelte compiute al fine
comunità territoriale, notiamo con stupore che il mondo è
di indirizzare la risorse pubbliche in maniera più efficace ed
completamente cambiato sotto i nostri occhi e non sappiamo più
efficiente.
leggerlo perché abbiamo trascurato l’antefatto. Dobbiamo,
In questo ambito la ricerca potrebbe intervenire fornendo quegli
dunque, inventarci una nuova sintassi per descrivere i luoghi e
approfondimenti e le analisi comparative che consentano il feed
tornare a progettare il futuro.
forward ai policy maker. In realtà il compito non si presenta
I fenomeni spontanei di controesodo, di disurbanamento e di
facile: la difficoltà nel reperire dati aggiornati circa le modifiche
“rurbanizzazione”, che recentemente si stanno verificando in
dei programmi, dei criteri di selezione adottati dai Comitati di
modo sempre più intenso, forse dovrebbero indurci a ritenere
sorveglianza, i dati relativi ai rapporti annuali, potrebbe essere
superata la vecchia distinzione tra città e campagna, tra aree
sintomo di una non consapevolezza da parte dei policy maker
urbane e aree rurali. “La città è ovunque; quindi non vi è più
della necessità di approfondire, esaminare e confrontare il
città” (Cacciari, 2004). Dovremmo usare espressioni ibride come
proprio operato allo scopo di indirizzare le risorse pubbliche con
“campagne urbane” o “montagne dotate/deprivate di comunità” o
maggiore efficacia ed efficienza. È dai risultati e gli impatti
ancora “sistemi locali rurali post-industriali” per descrivere quello
prodotti che dipende il futuro della politica di sviluppo rurale, in
che una volta era genericamente rurale o urbanizzato.
un contesto politico particolarmente delicato, tra revisione di
Dovremmo parlare di “un continuum urbano-rurale”, che vede “il
bilancio, valutazione di medio termine e inizio della discussione
centro portarsi nella periferia” e “tessuti sociali dinamici
sulla programmazione futura e di fronte ad una evidente scarsità
diventare molteplicità dialettica di sistemi, reattiva e
di risorse nazionali e regionali indirizzate a tali politiche.
policentrica” (Ferrarotti, 2008). Graecia capta ferum victorem
cepit et artes intulit agresti Latio “La Grecia, conquistata dai
Note Romani, conquistò a sua volta il feroce vincitore e le arti portò
1 nel Lazio agreste” scriveva Orazio a proposito dei rapporti tra
L’aggregazione delle misure dell’asse 3 e 4 in un'unica politica è supportata
anche dall’evidenza delle scelte delle amministrazioni regionali circa l’asse 4: Roma e la civiltà greca. Si potrebbe dire che qualcosa di simile
l’approccio Leader che avrebbe dovuto informare tutta la politica di sviluppo rurale sia avvenuto anche nelle recenti interazioni tra città e campagna
di fatto si è materializzato in modo assolutamente prevalente nell’asse 3.
2
solo che, in questo caso, l’agreste Lazio è la città e la Grecia
http://www.politicheagricole.it/SviluppoRurale/Programmi_2007_2013/
Bandipsr.htm oppure http://www.reterurale.it/flex/FixedPages/IT/BandiPSR.php/L/
con le sue arti è il mondo rurale; e dunque non sembrano
IT Le banche dati offrono la possibilità di consultare e scaricare ogni bando, del esserci più sconfitte o rivincite da suggellare, bensì nuovi e
quale sono anche indicate le date di apertura e chiusura. diversificati insediamenti umani e contraddittorie realtà da
3 http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1874 riconoscere nello scenario globale.
4
In questo caso, la percentuale di attivazione è stata calcolata ponderando le
misure contenute in ciascuna politica con la spesa rispettivamente stanziata.
5
Il Report fornisce un'istantanea dello stato di esecuzione del bilancio comunitario
e delle spese effettivamente sostenute a carico dei Psr. Le informazioni, si
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 55

Le ricerche dell’Insor dell’economia del turismo e dell’ambiente.


A ben vedere, siffatta lettura della realtà si basa sul presupposto
Una recente pubblicazione dell’Insor (Barberis, 2009) mette in che la città e la campagna siano due mondi ancora separati e
rilievo i cambiamenti avvenuti nelle campagne italiane a partire distinti. Dal primo si dipanerebbero i grandi poteri del nostro
dalla loro evoluzione demografica, esaminata sulla scorta della tempo – la scienza, la tecnica, la finanza, il mercato – emersi
classificazione dei Comuni proposta dal medesimo Istituto negli con forza con la terza rivoluzione tecnologica, dopo quella
anni Novanta in base alla quota di superficie agricola esistente agricola e quella industriale, e da cui si intendono prendere le
nel territorio comunale e alla densità demografica. Gli oltre otto distanze; dal secondo un nucleo vivace di agricolture non
mila Comuni italiani sono stati così ripartiti in rurali e urbani, omologate ai processi industriali irradierebbe modelli di vita, di
individuando tra i primi quelli con almeno il 75 % di superficie a produzione e di consumo alternativi a quelli imperanti. Se questa
verde e una densità di popolazione non superiore a 300 abitanti fosse davvero la realtà, la crisi economica e le emergenze
per chilometro quadrato. energetiche e climatiche non farebbero altro che porre in risalto
Con una classificazione siffatta si è potuta cogliere in tutta la sua le contraddizioni dell’attuale modello di sviluppo e i paesi ricchi
portata la svolta demografica degli anni Ottanta. Il censimento non dovrebbero fare altro che “ritornare” sui loro passi,
del 1981 aveva, infatti, contato 2 milioni 420 mila italiani in più recuperando un rapporto coi propri mondi rurali che, ormai
rispetto al 1971, con un apporto dei Comuni urbani superiore a emancipati dalle condizioni di arretratezza del passato,
quello dei Comuni rurali. Ma già dieci anni dopo l’Italia appariva potrebbero alimentare economie locali, come tasselli di un
investita dai fenomeni della crescita zero e del declino grande mosaico alternativo al modello finora imperante (Shiva,
demografico urbano. I Comuni rurali vedevano aumentare la loro 2009).
popolazione di 503 mila abitanti. Le nuove tendenze
demografiche sono proseguite durante il decennio Novanta, con
una perdita di abitanti nelle aree urbane del 2,1 %, fino a punte Ritornare all’inchiesta militante
del 4,6 % nei grandi centri, e con una crescita del 2,1 %
dell’insieme dei Comuni rurali. Il fatto è che le continue e rapide trasformazioni che stanno
Tra le cause del controesodo l’Insor distingue quelle psico- avvenendo nella società italiana difficilmente si possono
sociologiche da quelle di tipo economico. Vediamo le prime. Se osservare utilizzando solo i freddi numeri delle statistiche, senza
per coloro che fuggirono dalle campagne negli anni Cinquanta- prendere in considerazione anche il vissuto degli uomini e delle
Sessanta, la città costituiva una sorta di liberazione dalla comunità. Dovremmo, invero, “ritornare” all’inchiesta militante -
promiscuità in cui si viveva nelle vecchie abitazioni rurali, per i quella dei De Martino, degli Olivetti o dei Dolci per intenderci - e
loro figli e nipoti essa è diventata una gabbia. Andare ad abitare dare voce a persone non idealizzate ma a quelle in carne ed
nelle aree periurbane è ora un modo per sfuggire all’anonimato ossa, che abitano territori determinati, per leggere la realtà così
delle città e godere di più saldi legami sociali. Indubbiamente com’è percepita da chi vive in un determinato luogo, senza
hanno il loro peso in tale scelta anche le motivazioni generalizzazioni prive di senso. Troveremmo così comunità e
economiche: l’alto costo degli affitti urbani e una relativa territori fragili, che rischiano di perdere ogni possibilità di
abbondanza di impieghi rurali che permette a chi si sposta in sopravvivenza economica e culturale, perché non c’è più
campagna redditi aggiuntivi a quelli prodotti in città. protezione sociale e produzione di beni pubblici per loro: non ci
Già questa propensione a vivere in campagna – emersa negli sono più scuole, presidi sanitari, uffici postali, mezzi di trasporto
ultimi decenni - sta ad indicare la caduta di una serie di pubblico. Troveremmo aree ad agricoltura intensiva in Puglia
pregiudizi culturali nei confronti delle aree rurali ma soprattutto il che hanno perduto ogni rapporto con le comunità locali e dove
venir meno, in tali territori, di condizioni socio-economiche che un caporalato totalmente in mano ad organizzazioni malavitose
rendevano in passato più attraente la città. internazionali ha assunto le forme agghiaccianti dello
La ricerca dell’Insor va, tuttavia, oltre questo dato di fatto e schiavismo ai danni di immigrati non africani ma polacchi
mette in luce altri aspetti, dai consumi ai redditi, (Leogrande, 2008). Troveremmo aree periurbane dove non si
dall’occupazione alle tipologie abitative, deducendo dalle addensano più soltanto le “villettopoli” dei ricchi e i tuguri degli
statistiche ufficiali la conferma che tra i due mondi, presi nel loro immigrati e dei nomadi, ma anche le abitazioni delle persone
insieme, si sarebbe determinata ormai una sostanziale parità di che rifuggono l’impazzimento delle città e ricercano in attività
condizioni. Vi avrebbero contribuito la crescita del turismo agricole di prossimità una seconda chance per dare un senso
gastronomico e l’evoluzione dell’agricoltura - il cui peso non va alla propria esistenza. Ad esse si aggiungono le abitazioni a
oltre il 5 % del Pil all’interno delle stesse campagne – da mero basso costo dei nuovi arrivati dalle zone più interne e dei nuovi
settore economico a comparto produttivo e insieme mito, poveri, che pur lavorando saltuariamente hanno perduto
binomio su cui soprattutto un’imprenditoria giovane e al tempo l’indipendenza economica e sociale (Di Mario, Pascale, 2009).
stesso al femminile avrebbe investito con fantasia e Troveremmo percorsi innovativi e strategie imprenditoriali in
lungimiranza. Da qui il lodevole e instancabile impegno aree collinari e montane volti a rendere compatibile un’economia
ultratrentennale dell’Insor volto a scoprire i prodotti tipici nelle agricola competitiva con un modello che rispetta la centralità
diverse Province italiane, come supporto culturale e scientifico della persona e il rapporto interattivo uomo-natura (Caggiano,
allo sviluppo di nuove economie in espansione nelle aree rurali. Giarè, Vignali, 2009; Milone, 2009). Occorrerebbero, dunque,
Conseguire tale parità non sarebbe stata una passeggiata corposi programmi di ricerca sul campo volti a dare visibilità al
dovendo combattere – osserva Barberis - una cultura bello, alla cultura del gusto e alla qualità della vita dei diversi
plurisecolare intrisa di ostilità nei confronti degli agricoltori e territori ed a svelare – attraverso l’arte, la natura e la storia ma
delle campagne, condensata nei versi danteschi: “Non altrimenti anche mediante il racconto delle condizioni di vita, dei disagi e
stupido si turba / lo montanaro, e rimirando ammuta, / quando delle aspirazioni delle persone – la trama di paesaggi in
rozzo e selvatico si inurba”. Sarebbe stato in fondo proprio il trasformazione (Venturi Ferriolo, 2009). Forse in tal modo – e
desiderio di affrancarsi da questo atavico stereotipo italico a non solo compulsando generici dati numerici - si potrebbe
spingere il mondo rurale, non più prevalentemente agricolo, a racchiudere, in un progetto scientifico e narrativo che
progredire e a riscattarsi. raccogliesse storie di vita, il senso di culture agricole e rurali che
Lo studio dell’Insor pone, dunque, in risalto l’emergere nei paesi si integrano con culture urbane, partendo dal vissuto delle
industrializzati di una ruralità nuova, le cui performance persone con l’occhio rivolto al futuro. Un progetto che leghi tra
economiche e i connotati socio-culturali non avrebbero nulla da loro l’inchiesta, volta a conoscere meglio la realtà e a prendere
invidiare a quelli delle aree urbane. Una ruralità che sarebbe posizione quando questa si dovesse presentare in modo
espressione delle capacità innovative di una leva imprenditoriale contraddittorio, con l’individuazione dei modi migliori per
delle campagne, postasi in linea con le tendenze positive intervenire e cambiare concretamente le cose (Laffi, 2009).
Pagina 56 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

Ritornare a progettare il futuro tra uomo e ambiente, il ruolo propulsivo della ricerca scientifica
nella formazione della cultura alimentare italiana che avendo
La percezione del rurale come ambito in cui la dimensione un’origine urbana è stata da sempre una scienza.
umana può esprimersi meglio deriva dall’atteggiamento La lingua tedesca chiama con la medesima voce l’arte di
contraddittorio che abbiamo nei confronti della civiltà urbana. E’ edificare e l’arte di coltivare. “Agricoltura” e “costruzione” hanno
già accaduto in altre fasi storiche. Da una parte ci rivolgiamo alla lo stesso termine: Ackerbau; “contadino” ed “edificatore” hanno
città come a un luogo di otium nel quale ritrovarci, riconoscerci un comune modo di dire, Bauer, e l’antica radice Buan
come comunità, un luogo accogliente, di scambio umano, una significava “abitare”. Per governare un territorio, non più urbano
casa; dall’altra, sempre più la consideriamo una macchina, una né rurale, e abitarlo in modo consapevole, dobbiamo “ri-tornare”
funzione, uno strumento che ci permetta col minimo ad unificare tutti questi significati e riconoscerci come costruttori
d’impedimento di fare i nostri negotia (nec otia), i nostri affari. e manutentori dei paesaggi che abitiamo. Si tratta, in sostanza,
Quando la città delude troppo e diventa solo negozio, allora di “ri-progettare” i territori come processo di autoapprendimento
cominciano le fughe dalla città, così ben testimoniate dalla collettivo e di edificazione di un nuovo Welfare, di sviluppare più
nostra letteratura: le arcadie, le nostalgie per una più o meno conoscenza scientifica, integrandola con saperi locali da “ri-
mitica età non-urbana; d’altra parte quando invece la città scoprire” e “ri-vitalizzare”, di rinunciare alla concezione
assume davvero i connotati dell’agorà, allora immediatamente ci antropocentrica oggi dominante in tutto l’Occidente,
affrettiamo a distruggere questo tipo di luogo, perché contrasta riconoscendo la finitudine umana, e di dotare la politica e le
con la funzionalità della città come mezzo, come macchina. istituzioni di un ruolo europeo e planetario per introdurre più
Voler superare tale contraddittorietà è cattiva utopia. Occorre regole nell’economia reale e non in fantomatiche “altre”
invece valorizzarla in quanto tale, farla esplodere, darle forma economie, contribuendo a razionalizzare i problemi globali.
perché “la nostra domanda così violentemente contraddittoria Occorre riscoprire il senso del Genius Loci, inteso come il “terzo
può darsi che sia foriera di soluzioni creative, non in continuità termine” che sta tra me e il paesaggio che contemplo e che mi
con la storia che ci sta alle spalle” (Cacciari, 2008). contempla, una sorta di “terzo paesaggio”, una costruzione
Nell’attuale configurazione di poteri, funzioni e relazioni è mentale e culturale che definisce la mia identità. Ma senza
illusorio pensare di “ritornare” ad una mitica età rurale, anzi ci feticizzare le radici e blindare la comunità contro lo straniero
sarà un’accelerazione del salto tecnologico verso traguardi che perché l’identità si riconosce nell’alterità e l’ospitalità è più antica
noi nemmeno immaginiamo. L’interazione tra tecnologia e di ogni frontiera. “Il Genius Loci è un memento essenziale:
mercato è, infatti, un motore potente che assicura una sorta di ricorda a un mondo frenetico e smemorato come quello odierno
rivoluzione permanente (Schiavone, 2009). L’irreversibilità del che l’uomo è un albero che si sprigiona, al modo di una fiamma,
processo non deve, tuttavia, spaventarci perché non è la sua in due sensi. Ha bisogno di cielo, di aria, di orizzonti e di
inarrestabilità l’origine delle crisi odierne: economica, energetica paesaggi e nello stesso tempo deve mettere le radici nel
e climatica. L’errore è stato di aver pensato che non fosse profondo della terra, succhiarne i liquidi vitali, garantirsi così la
possibile introdurre elementi di razionalità nel processo. E sopravvivenza e la creatività” (Ferrarotti, 2009).
dunque ci siamo estraniati da esso rinchiudendoci nei localismi
incorruttibili e nei saperi nostalgici o erigendo facili quanto
illusorie trincee nel tentativo di combattere tale processo. Riferimenti bibliografici
Abbiamo reagito ai fenomeni della smaterializzazione e della “a-
territorialità” e alla conseguente “perdita del senso del luogo” • Barberis C. (a cura di) (2009), Ruritalia. La rivincita delle
con due atteggiamenti sbagliati ma speculari: o l’opposizione campagne, Donzelli Editore
pregiudiziale o l’adesione acritica (Ferrarotti, 2009). C’ è stato, • Cacciari M. (2004), Nomadi in prigione in Bonomi A.,
infatti, anche chi ha pensato che in fondo non fosse necessario Abruzzese A. (a cura di), La città infinita, Bruno Mondadori
razionalizzare il processo perché tanto ci avrebbe pensato il Editore
libero mercato. Insomma un misto di conservatorismo, ingenuità
• Cacciari M. (2008), La città, Pazzini Editore
e rassegnata impotenza.
Ora tocchiamo tutti con mano la necessità di progettare il futuro • Caggiano M., Giarè F., Vignali F. (2009), Vite contadine.
e, dunque, di ri-prenderci la nostra funzione di costruire lo Storie dal mondo agricolo e rurale, INEA
spazio del nostro abitare. Se un ritorno a qualcosa va • Di Mario M., Pascale A. (2009), Le campagne urbane e le
perseguito, questo non può essere altro che il recupero dell’idea nuove forme dell’abitare in INEA, Mondi agricoli e rurali.
di doverci dotare di una rinnovata visione riformista in grado di Proposte di riflessione sui cambiamenti sociali e culturali
produrre più conoscenza scientifica e politiche di medio-lungo • Ferrarotti F. (2008), Considerazioni intorno alla periferia
periodo. Lo dobbiamo fare però non combattendo romana in Borgna G. (a cura di), Capitale di cultura. Quindici
donchisciottescamente contro la “città” e i suoi potentati per anni di politiche a Roma, Donzelli Editore
crearci uno spazio “altro”, ma assumendo la nuova dimensione • Ferrarotti F. (2009), Il senso del luogo, Armando Editore
“urbano-rurale”, che è il nuovo mondo e l’insieme delle sue
• Laffi S. (a cura di) (2009), Le pratiche dell’inchiesta sociale,
risorse, dei saperi scientifici e di quelli contestuali, come terreno
Edizioni dell’Asino
del nostro agire. Non si tratta di abbracciare il vecchio e
inservibile cosmopolitismo da “siamo tutti cittadini del mondo” • Leogrande A. (2008), Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi
ma di fare i conti con le nuove paure, le insicurezze e i disagi schiavi nelle campagne del Sud, Mondadori
della modernità, diffusi in modo impressionante nelle odierne • Milone P. (2009), Agricoltura in transizione. Un’analisi delle
società, perseguendo un benessere non meramente innovazioni contadine, Donzelli
consumistico ma inteso come ricerca di un senso da dare alle • Schiavone A. (2009), L’Italia contesa. Sfide politiche ed
nostre vite e alle nostre capacità e come esito di più egemonia culturale, Editori Laterza
conoscenza, più mobilità, più cura dei giovani, più inclusività. E’ • Shiva V. (2009), Ritorno alla terra. La fine
qui che le antiche culture rurali e cittadine potrebbero esprimere dell’ecoimperialismo, Fazi Editore
davvero le loro potenzialità e fare in modo che ad alimentare i • Venturi Ferriolo M. (2009), Percepire paesaggi. La potenza
saperi del gusto e dell’ospitalità non siano l’egoistica dello sguardo, Bollati Boringhieri
propensione al “chilometro zero” o il rifiuto romantico e retrivo
delle contaminazioni culturali ed etniche sulle nostre tavole,
bensì i valori di reciprocità e mutuo aiuto propri di un mondo
contadino che non ha mai separato l’economia dalle relazioni
sociali, la concezione della natura come prodotto dell’interazione
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 57

vecchia integrazione con il primo pilastro della Pac. Il rischio,


La progettazione integrata come si scrisse (Franco, 2007), era di fiaccare l'obiettivo
territoriale nella Regione Lazio primario dello sviluppo sostenibile delle aree rurali mediante
l'uso integrato e concertato delle risorse, mantenendo i Psr
strumenti di sostegno al settore agricolo e agroalimentare.
Daniele Franco
Questo andamento si correlava al rischio di non massimizzare
l’effetto delle sinergie tra investimenti e processi locali per
mancanza di governance, necessaria per mettere in moto
Premessa modelli di decentramento basati sulla reale implementazione di
quei processi partecipativi tanto raccomandati.
Un paio d’anni fa si analizzava in letteratura la distanza tra le Pertanto, appoggiandomi alle “parole chiave” del Gruppo 2013
strategie Ue di sviluppo rurale (Sr) e i risultati di queste sulla (Sotte, Ripanti, 2008), per ridurre i rischi sopra ricordati era
stesura dei Psr. Le analisi ponevano in risalto una serie di rischi, necessario dare forma ai seguenti obiettivi: (1) garantire l’avvio
in termini di perdita di opportunità, mancando il traghettamento di strategie di sviluppo locale basate su una gestione territoriale
da una politica (parzialmente) agricola ad una di sviluppo locale delle risorse naturali da parte di tutte le componenti delle
(Fugaro, Giuliodori, 2006; Benelli, 2008). comunità rurali (“sviluppo locale integrato, beni collettivi,
Infatti, le innovazioni strategiche della programmazione Sr 2007- gestione, valutazione”); (2) eliminare la confusione e il
2013 riguardavano: (a) il passaggio definitivo da una politica conseguente indebolimento degli strumenti previsti dai Psr per le
settoriale ad una politica di sviluppo non settoriale indirizzata a strategie di sviluppo locale (Pit – Psl) (gestione); (3) garantire
tutti gli operatori rurali; (b) il perseguimento di obiettivi coerenti una reale integrazione delle singole operazioni nel
tra Ue, Stati membri, Regioni attraverso la stesura dei perseguimento di una strategie di sviluppo locale, dando un
documenti strategici (Qsn - Psn) per delineare con chiarezza gli significato cogente agli obiettivi enunciati dalla politica di Sr,
ambiti di azione e i gradi di libertà degli strumenti operativi (Por - (“integrazione, selettività e approccio strategico, partenariato e
Psr); (c) il monitoraggio e la verifica dell’efficienza ed efficacia concertazione progettuale, gestione”); (4) garantire la
dei programmi per consentire un loro costante adattamento alle costruzione di un modello di sviluppo locale a partire dalla
strategie; (d) la “territorializzazione” degli interventi per rendere capacità e dalle istanze territoriali, mediante una governance
efficaci gli investimenti; (e) la integrazione, la coerenza e la adeguata dell’allineamento dei processi locali agli obiettivi
complementarità degli investimenti. perseguiti dallo Sr, evitando un approccio command and control
Quest'ultimo punto si sarebbe dovuto perseguire all’interno dei (“sviluppo locale integrato, selettività e approccio strategico,
Psr mediante integrazione tra assi e misure, tra Psr e Politica di partenariato e concertazione progettuale, gestione”).
coesione unitaria e nazionale (Fondi strutturali e Fas), tra tutto In questo lavoro cercherò di descrivere i meccanismi adottati per
ciò e le strategie trasversali dell’Ue (cambiamenti climatici, perseguire questi obiettivi nella predisposizione di una
energia, biodiversità). progettazione integrata di una regione Europea.
Nessuna tra queste innovazioni è stata intaccata dalle Nuove
sfide derivate dall’Health Check, che peraltro non costituiscono La progettazione integrata territoriale della
priorità sostanzialmente diverse da quelle che si sarebbero
dovute già considerare nei Psr, ma piuttosto in una loro messa a Regione Lazio
fuoco (Mantino, 2008).
Queste innovazioni strategiche vedevano un punto di forza nella Sviluppo locale, ruralità e patto di coesione per un
creazione di strumenti di integrazione, due dei quali (i pacchetti modello di sviluppo equilibrato e duraturo (obiettivi 1, 4)
aziendali e di settore) più tradizionalmente legati ad un
approccio di politica agricola. Escludendo il caso particolare dei Nella sua definizione3 il Progetto integrato Territoriale (Pit) deve
Progetti tematici strategici1, il terzo ambito, più nettamente garantire l’individuazione di quell’insieme organico di operazioni
innovativo, riguardava l’integrazione su base territoriale delle in grado di “creare opportunità di lavoro e di condizioni per lo
misure di sostegno allo sviluppo locale2, già tradizionalmente sviluppo”, posto come obiettivo cardine di ogni ulteriore
coperte dal programma Leader. obiettivo.
La ruralità delle Pit è stata assicurata concentrando lo sforzo
I rischi nelle zone D e C, e per garantire un utilizzo armonico delle
risorse disponibili si è adottato un meccanismo di regolazione
Da regolamento, l’accesso a forme diverse di partenariato per favorire i proponenti a mantenere una visone complessiva
rispetto a quelle Leader si sarebbe dovuto consentire solo per le delle operazioni attivate, sostenendo l’utilizzo di misure di
misure dell’asse 3: diamo per scontato che questo limite non sia impatto a medio-lungo termine (Tabella 1).
stato immaginato per fiaccare l’integrazione dei diversi strumenti
Tabella 1 - Meccanismo di armonizzazione dell’uso delle risorse nella
di programmazione; ma piuttosto per ridurre le difficoltà predisposizione dei PIT
dell’attivazione simultanea di strumenti diversi dai più tradizionali
spesa pubblica
Psl. obiettivo misure (peso % su totale
Ma a prescindere dalle potenziali sovrapposizioni tra Psl e “altri Pit)
strumenti”, il rischio maggiore poteva consistere nel non 311 diversificazione verso
≤ 25% T
individuare quel nuovo equilibrio, ricercato dalla politica di attività non agricole
312 Sostegno alla creazione
sviluppo locale, tra territorio, filiera e “operatore rurale” (anche diversificazione
e allo sviluppo di
economia rurale singolarmente o
non agricolo). Ciò non solo per una scarsa propensione a microimprese ≥ 10%
congiuntamente
percepire le politiche di sviluppo rurale come non meramente 313 Incentivazione di attività
turistiche
settoriali da parte dei territori, ma anche per altre ragioni: le
321 Servizi essenziali per
viscosità degli apparati burocratici a modificare prassi, l’economia e la popolazione ≥ 15%
procedure ed abitudini; il peso relativo, in una struttura rurali
economica di riferimento sostanzialmente agricola, di operatori qualità della vita 322 Sviluppo e rinnovamento
non direttamente agricoli; il ruolo ancor limitato delle istanze dei villaggi
≤ 50%
323 Tutela e riqualificazione
delle popolazioni rurali nelle dinamiche di sviluppo locale. del patrimonio rurale
Lo scenario che si andava delineando a conclusione della 331 Formazione ed
≤ 8%
stesura dei Psr sembrava in effetti ancora in buona misura informazione informazione
settoriale, con sconfinamenti nella politica agraria privi della formazione 341 Acquisizione di
≤ 5%
competenze e animazione
Pagina 58 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

Per la strutturazione del partenariato ci si è basati su un dell’incontro tra aspettative del territorio e impulso innovativo
meccanismo più agile del tradizionale Gal, individuando un legato alle politiche di sviluppo; (b) strutturando un formato che
percorso endogeno a garanzia della solidità nel tempo. La privilegiasse la verifica e minimizzasse la ridondanza delle
coesione si basa su un accordo che definisce vincoli e penali informazioni; (c) individuando un sistema di valutazione il più
che ciascun aderente sottoscrive per rispettare reciprocamente possibile obiettivo e intrinsecamente collegato alla struttura di
gli impegni, i ruoli e le responsabilità relative. L’accordo è una progetto.
scrittura privata autenticata, sottoscritta successivamente
all’avvenuta approvazione del progetto preliminare e Meccanismi di governance
precedentemente alla presentazione del progetto definitivo; e la
sua durata è funzionale al completamento degli obiettivi del Pit. Si è cercato di approntare un processo per fasi volto a rendere
La gestione risulta meno onerosa del tradizionale GAL, affidata espliciti i miglioramenti nei diversi stadi di progettazione , e
ad un singolo proponente responsabile delle operazioni di palese l’assunzione responsabilità reciproca dei diversi attori, in
coordinamento, fatta salva la responsabilità dei singoli particolare degli enti locali e della Autorità di gestione: in altre
beneficiari per quanto previsto dai singoli bandi di misura. parole di garantire il buon governo del processo a diversi livelli
(Benelli, 2008), che chiameremo governance per convenienza
Più competizione e meno confusione (obiettivo 2) (Figura 1).

La ricerca di soluzioni a garanzia della coerenza della Pit ha Figura 1 - Fasi di costruzione della PIT e di articolazione della governance di
processo
consentito sia di tracciare una demarcazione tra diversi
strumenti di sviluppo locale, sia di predisporre quei congegni utili
Fase 1: presentazione delle manifestazioni di interesse
all’innesco di una virtuosa competizione, per risvegliare le pubblicazione delle “manifestazioni di interesse”
capacità dei territori in base alla scelta tra percorsi alternativi Mese 1° (25 giorni)

(ma utili al perseguimento di obiettivi simili, Tabella 2). Infatti,


ponendo il territorio comunale come unità minima di riferimento Inoltro telemati-
co delle mani-
(spaziale e/o amministrativa), si stabilito il principio di univocità Pubblicazione del
20gg festazioni di
5gg
Pubblicazione
bando sul sito
della strategia di sviluppo adottata, che si può collegare, senza interesse

possibilità di sovrapposizione, o ad un Gal o ad una Pit. Il


principio è reso concreto dalla sincronia dei bandi relativi, che
aveva lo scopo di indurre a scelte legate ad esigenze specifiche
Fase 2: presentazione PIT preliminare
e sulla base di un processo genuinamente bottom up. valutazione PIT preliminari
Altra innovazione introdotta riguarda i congegni utilizzati per Mese 1° - 4° (105 giorni)

arrivare a definire la coerenza territoriale della Pit e in particolare


Entro 20 gg adesione dai
quello di responsabilità partecipativa, che presenta due risvolti. potenziali beneficiari
Da un lato l’amministrazione comunale deve scegliere entro i
primi mesi se adottare, con la propria adesione ad un
60gg Inoltro PIT Elenco
partenariato, una strategia di sviluppo locale Pit oppure Gal. preliminari 30gg Prima valutazione 15gg PIT donee
Dall’altro, in mancanza di capacità o volontà di adesione di una
amministrazione comunale sia ad un Gal sia ad un Pit, si Fase di
governance del
assicura la possibilità dei cittadini di quel territorio di aderire
comunque ad una Pit, e di rappresentare con la loro azione le
caratteristiche di tutto il territorio nella Pit (superficie e
Fase 3: ottimizzazione PIT preliminari
popolazione). rispetto le politiche di Sviluppo Rurale
Quindi la stesura dei bandi ha cercato di fornire le chiavi per Mese 5° - 6° ( 45 giorni)

individuare la scelta più congeniale di strategia locale


Tabella 2). 45gg
Implementazione progettuale
governance dell’evoluzione delle PIT

Tabella 2 - Confronto sintetico tra opportunità offerte dai Pit e dai Psl.
Sincronia con bando
PIT Psl LEADER
Presentazione dei PSL
attiva solo l’asse 3 del Psr può attivare più assi del Psr
la Pit non necessita di una struttura il Psl necessità del Gal, che gestisce il
intermedia e il rapporto tra beneficiario e
rapporto tra beneficiario e Autorità di
Autorità di gestione è diretto gestione Fase 4: presentazione PIT definitiva –
l’erogazione del beneficio non inizia alla valutazione/selezione definitiva
l’erogazione del beneficio scatta al Mese 7° - 9° (85 giorni)
approvazione del Psl, ma alle selezioni
momento di approvazione della Pit
dei bandi emessi dai Gal
i cittadini potrebbero partecipare ad una Inoltro Valutazione PIT
i cittadini possono partecipare ad un Psl
Pit a prescindere dalla partecipazione telematico definitive Istruttoria
solo se partecipa il loro Comune PIT definitivi Pubblicazion
del loro Comune ammissibilità delle 5gg
30gg e singole 40gg singole domande di e graduatorie
domande di aiuto

La solidità della struttura: il progetto, la valutazione, la


governance

Il PIT è costituito da un insieme di operazioni dell’Asse 3 del Psr, La prima fase, la manifestazione di interesse (Mi), ha lo scopo
collegate tra loro per realizzare un risultato il cui vantaggio per innescare il processo di formazione del partenariato a partire
l’intera comunità sia superiore a quello derivato dalla semplice dalle iniziative delle singole reti di attori locali. Le Mi consistono
attivazione delle stesse operazioni, se non coordinate in un nella indicazione pubblica delle intenzioni di “chi per fare cosa”,
progetto. senza che questo pregiudichi la successiva aggregazione degli
Per riuscire ad ottenere tale risultato, semplice da intuire ma interessi di chiunque qualificato a farlo.
difficile da realizzare/verificare, si è puntato ad una costruzione Segue la seconda fase di costruzione dei partenariati e della
per fasi a partire da una articolazione strettamente confrontabile: progettazione preliminare, al termine della si giunge alla
(a) mettendo a punto meccanismi di governance dell’evoluzione definizione di una Pit che contiene tutti gli elementi utili per una
delle strategie di sviluppo locale, per massimizzare i risultati prima valutazione. La fase di valutazione si basa su un sistema
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di criteri riproducibile e strutturalmente collegato alle diverse condurre a risultati fruttuosi, sin dalla definizione progettuale si
componenti di progetto, che consente di fornire indicazioni rendono esplicite e misurabili da un lato la forza e l’efficacia
puntuali e strutturate sui punti deboli del Pit, e di poter degli accordi sottoscritti tra partecipanti e beneficiari, dall’altro la
intervenire, da parte dei proponenti, nella sua implementazione. complementarità del PIT con le Politiche di coesione unitaria
Solo al termine di questo processo di interscambio tra i diversi (criterio premiante).
livelli amministrativi e di aggregazione partenariale, si giunge al
momento valutativo/selettivo. È evidente l’intenzione di giungere Il sistema di valutazione
ad un insieme finale di PIT territorialmente completo e
progettualmente evoluto rispetto agli obiettivi comuni perseguiti. Al di là degli inevitabili criteri minimi di ammissibilità, il sistema di
valutazione5 si basa su un metodo di ordinamento di alternative
Come assicurare il massimo vantaggio alle comunità? inquadrabile nelle tecniche di somma ponderata. Stabiliti dei
criteri di valutazione e/o selezione dei singoli progetti (come
Il formato progettuale4 è stato predisposto per consentire tanto qualità del programma di lavoro, coerenza tra obiettivi-azioni-
ai progettisti che ai valutatori un solido chassis per impatti, ecc.) definiti dalla mediazione aritmetica semplice di
massimizzare il confronto, la valutazione e le verifiche nei PIT e giudizi espressi per descrittori finali, si costruisce giudizio
tra i PIT presentati; minimizzare l’utilizzo di informazioni sintetico complessivo sulla base della somma ponderata dei
ridondanti; ottimizzare la quantità e qualità delle informazioni singoli criteri
fornite. Il numero di descrittori finali per la composizione dei singoli
Le componenti dello chassis indicano i criteri che saranno criteri è stato compreso tra 2 e 5 per bilanciare da un lato la
utilizzati per la loro valutazione /selezione. In questo modo si degradazione dell’informazione generata da un numero
sono forniti ai progettisti i medesimi strumenti utilizzati dai eccessivo di descrittori, dall’altra di ridurre il peso della
valutatori, stimolando la costruzione di percorsi solidi e credibili. soggettività dei singoli utilizzatori con un numero sufficiente di
Inoltre, molte delle informazioni richieste in alcune parti di descrittori.
progetto devono essere utilizzate per comporre altre parti Il giudizio sintetizzato da ogni criterio viene ponderato da un
(incrocio informazioni) e molti dei criteri di valutazione sono fattore che corrisponde al ruolo di maggiore o minore rilievo che
utilizzati per valutare parti diverse del progetto (incrocio si è stabilito per la componente progettuale corrispondente: si è
valutazioni). dato un ruolo centrale alla robustezza e qualità del progetto nel
D’altronde, la verosimiglianza e la credibilità rispetto alle analisi dimostrare gi effetti di sviluppo locale a medio termine, seguita
di partenza dei rapporti tra obiettivi, impatti e risultati viene dal tasso di rilevanza del progetto nel perseguimento delle
rafforzata dalla necessità di descriverne le relazioni secondo politiche, e hanno invece un ruolo minore gli aspetti legati ai
uno schema logico che permette di collegare che cosa con chi criteri di accesso.
(attori chiave e gruppi obiettivo) beneficerà, all’interno della Il set di criteri si utilizza nella sua completezza nella fase di
comunità, dei risultati più che dei finanziamenti. valutazione del progetto preliminare, e solo in parte nella fase di
selezione definitiva: il set più limitato corrisponde agli indicatori
Figura 2 - Schema logico dei rapporti tra obiettivi, azioni, risultati e impatti del Pit stabilito in sede di Comitato di sorveglianza in una fase
precedente il lavoro di elaborazione del bando e delle sue
caratteristiche. Dopo una fase di serrato confronto interno si è
Periodo di progetto Oltre al periodo di progetto scelto di non modificare il set iniziale mantenendolo come
previsto per la fase selettiva, ma di integrarlo di una serie di
INDICAZTORI DI PERFORMANCE criteri più significativi per rafforzare la fase valutativa nel
Indicatori di risultato Indicatori di impatto
passaggio tra progetti preliminari a definitivi.

La genesi delle scelte


Risultato Impatto

La predisposizione del bando Pit è stata il frutto di una lunga


Servizi e materiali del progetto riflessione dell’apparato amministrativo riguardo sia alla migliore
formulazione, sia sulla natura della Pit. Questa consapevolezza,
Obiettivi specifici Obiettivi strategici condivisa con i tavoli partenariali, è maturata approfondendo
PROGETTO progressivamente tutti gli aspetti innovativi, inquadrabili nel
rapporto tra Psl e Pit; nel ruolo centrale del processo
partecipativo e della governance del processo; nel ruolo centrale
In questo modo la distinzione temporale tra i risultati ottenuti
del progetto e della sua affidabilità per garantire risultati a
entro l’esecuzione delle operazioni o nel biennio/quinquennio
medio/lungo termine.
successivo, permette di delimitare con chiarezza i tempi per la
La maturazione è costata intesi dibattiti volti a superare forti
valutazione delle ipotesi di risultato e impatto proposti.
resistenze, né il processo è stato scevro da compromessi:
Altrettanto stringente, per distillare le intenzioni e capacità
particolarmente complessa è stata l’adozione convinta del
progettuali e saggiarne la robustezza, è la definizione degli
formato di progetto e del meccanismo di valutazione
indicatori di performance (impatto e risultato) e la misura di
intimamente connesso, nonché la struttura per fasi della
successo (che stima quantitativamente il successo previsto, per
procedura di costruzione ed approvazione, per la particolare
verificarne l’efficacia nel tempo), come cartine al tornasole della
esposizione delle strutture amministrative in termini tecnico/
solidità delle proposte formulate.
valutativi e di esplicitazione di responsabilità.
In coerenza con le innovazioni strategiche delle politiche di Sr, si
Altri compromessi necessari alla finalizzazione del bando hanno
è previsto di descrivere gli effetti della progettazione non
riguardato la limitazione della selezione ai progetti definitivi, o la
semplicemente verso i beneficiari e partecipanti, ma verso
strutturazione del sistema di valutazione, che nelle intenzioni
descrittori più articolati della comunità locale: gli “attori chiave”
iniziali avrebbe dovuto vedere l’utilizzo di un singolo set di
beneficiari o partecipanti attivamente coinvolti nel progetto di
indicatori (e la sostituzione/eliminazione di alcuni indicatori
sviluppo locale, e i “gruppi obiettivo” destinatari delle attività
precedentemente approvati) nonché un diverso sistema di
progettuali nella comunità, ovvero gruppi rappresentativi della
ordinamento gerarchico delle alternative (di tipo Analitic
società locale le cui criticità vengono affrontate con la PIT.
hierarchy process semplificato) con aggregazione moltiplicativa
Per dare corpo al principio che quanto più il progetto è
dei descrittori per implicare un pregiudizio del criterio generale
saldamente condiviso e si costruiscono sinergie finanziarie,
dato dal basso valore di uno qualsiasi dei descrittori.
tanto più la strategia di sviluppo locale ha la probabilità di
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Conclusioni Governare la valutazione dello


Le scelte adottate per la predisposizione del bando Pit della sviluppo rurale
Regione Lazio, mediate da una lunga maturazione condivisa
con le parti sociali, hanno cercato di privilegiare l’esplicitazione Martina Bolli, Patrizia Fagiani, Alessandro Monteleone
dei fattori di rischio individuati in premessa. In questo modo si è
cercato, in maniera altrettanto esplicita, di condividere i rimedi, Rete Rurale Nazionale
favorendo l’assunzione di responsabilità tanto delle
amministrazioni che dei singoli beneficiari nel perseguimento
degli obiettivi di sviluppo dell’intera comunità.
La valutazione come strumento per migliorare
Dopo qualche mese dall’inizio del processo, tanto i meccanismi l’azione amministrativa
di del partenariato che di governance hanno sofferto per due
ordini di motivi: la resistenza socio culturale di alcuni territori a L’attuazione di politiche di intervento pubblico richiede che le
gestire autonomamente un percorso di sviluppo svincolato da Istituzioni assumano importanti responsabilità amministrative
antiche logiche di controllo, e una certa viscosità degli apparati con riferimento alle comuni regole del gioco, come le procedure
burocratico-amministrativi ad assumersi ruoli diversi dal pubbliche di selezione, i controlli, i regimi sanzionatori. Esistono
tradizionale command-controll. tuttavia responsabilità più generali che una amministrazione che
Nel primo caso esiste una antica riluttanza a convincersi che sia implementa una politica deve assolvere, come:
la qualità delle proprie proposte e non le relazioni di potere • rispondere attraverso gli strumenti di intervento ai reali e
locale a garantire l’accesso a finanziamenti. Nel secondo caso diversi fabbisogni della società;
sono le difficoltà a modificare in senso proattivo un ruolo • essere efficiente ed efficace nel raggiungimento degli
socialmente e culturalmente consolidato di controllo. Non a caso obiettivi fissati;
l’animazione preventiva prevista ha stentato ad avere luogo, e • essere trasparente, sia rispetto alle procedure che mette in
una serie di variazioni operative hanno di fatto indebolito il
essere, sia rispetto ai risultati che si conseguono.
momento di costruzione del progetto preliminare a favore della
Proprio in questa direzione la valutazione può dare un contributo
gestione informatica di informazioni relative alle singole pratiche.
rilevante, favorendo lo sviluppo di una “buona politica”. La
I meccanismi messi in atto però, hanno contribuito a incrinare
valutazione è, infatti, un importante strumento di supporto alla
queste resistenze, producendo reazioni (anche se a volte
gestione delle politiche pubbliche a livello comunitario, nazionale
tardive) e relative retroazioni di quegli stessi meccanismi che
e regionale. La sua funzione è essenzialmente di assicurare la
stentavano ad innescarsi.
produzione di un flusso informativo continuo sullo stato di
avanzamento degli interventi, in modo da garantire la
trasparenza della spesa pubblica e consentire l’individuazione e
Note la soluzione di eventuali difficoltà nell’attuazione; tutto ciò al fine
1
di supportare il processo decisionale e la programmazione
I Pts sembrano ricalcare le intenzioni della progettazione integrata Fesr della
programmazione precedente.
attraverso l’analisi dei risultati e degli impatti ottenuti,
2
Piar: Piani integrati per le aree rurali , Pia: Pacchetti integrati di agevolazione, Pit: individuandone i principali fattori di criticità e fornendo gli
3
4
Progetti integrati territoriali strumenti per ripensare all’intero processo in chiave critica
http://www.agricoltura.regione.lazio.it/binary/agriweb/agriweb_bandi/Bando.pdf (Monteleone, 2005; Sotte, 2009).
5
http://www.agricoltura.regione.lazio.it/binary/agriweb/agriweb_bandi/
Allegato_3.pdf Da questo punto di vista, la politica di sviluppo rurale
ht t p: / / w ww. a gri c ol t ura. regi one. l a zi o. i t / bi nar y/ ag ri web/ a gri we b_ba ndi / rappresenta il luogo ideale per innovare e sperimentare l’utilizzo
Allegato_1.pdf; http://www.agricoltura.regione.lazio.it/binary/agriweb/ della valutazione. Qualità, efficacia e trasparenza dell’azione
agriweb_bandi/Allegato_1.pdf.
pubblica sono principi fondamentali che trovano sempre più
spazio all’interno delle amministrazioni responsabili
Riferimenti bibliografici dell’attuazione della politica di sviluppo rurale, anche alla luce
della progressiva crescita del complesso sistema di relazioni che
• Benelli M. (2008). L’approvazione dei programmi di sviluppo si instaurano tra Amministrazioni comunitarie e nazionali, tra
rurale italiani: considerazioni su un esempio di governance queste e quelle regionali, con i beneficiari degli interventi e con
multilivello. Agriregionieuropa n. 13 pp. 61-62. http:// la società civile.
agriregionieuropa.univpm.it/dettart.php?id_articolo=352 E’ stata, in primo luogo, la stessa Commissione europea a
• Franco D., 2007. Gli obiettivi di sostenibilità nelle politiche di stimolare un approccio nuovo, non più esclusivamente
sviluppo rurale: attese e risultati. Estimo e Territorio. Il sole indirizzato all’accountability, ma più orientato alla valutazione
24 ore - Edagricole, Bologna. n. 11, pp. 2-9. come strumento per favorire percorsi di apprendimento sul
• Fugaro A., Giuliodori A. (2006). Una visione integrata e funzionamento e sugli effetti delle politiche. Tale approccio è
strategica dei piani di sviluppo rurale 2007-2013; individuabile già nel Reg. 1698/2005 sulla politica di sviluppo
A g rir egi oni eu rop a. n. 6, pp . 22 -2 5 ht tp: / / rurale che propone alcune interessanti novità, poi riprese dal
agriregionieuropa.univpm.it/dettart.php?id_articolo=142 Quadro comune di monitoraggio e valutazione (Qcmv). Il Qcmv
è finalizzato non solo a individuare una metodologia comune di
• Mantino F. (2008). Lo sviluppo rurale in Europa.
riferimento, ma anche a suggerire le principali modalità
Agriregionieuropa. n. 15, pp. 60. http://
organizzative, un set minimo di indicatori e domande valutative
agriregionieuropa.univpm.it/dettart.php?id_articolo=289
applicabili a ciascun programma. A conferma di questo
• Sotte F., Ripanti R. (2008). I Psr 2007-2013 delle regioni approccio “positivo” vi è poi l’istituzione di una rete europea sulla
italiane. Una lettura quali-quantitativa. Gruppo 2013, Working valutazione dello sviluppo rurale (la European Evaluation
paper n. 6, aprile 2008. Network for Rural Development), finalizzata in primo luogo allo
scambio di esperienze tra esperti dei diversi Stati membri.
A livello nazionale, il Mipaaf ha a sua volta contribuito
prevedendo nel Piano strategico nazionale e nella Rete rurale
nazionale (Rrn) la costituzione di un “Sistema nazionale di
monitoraggio e valutazione” per le politiche di sviluppo rurale,
con l’obiettivo di migliorare i risultati della valutazione e favorire il
loro utilizzo sia dalle strutture responsabili della
programmazione e gestione dei Psr, sia da parte del
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 61

partenariato e della società civile. Il Mipaaf propone, in valutazioni ad esprimere richieste su una serie di aspetti di
sostanza, di accrescere la qualità delle valutazioni attraverso un processo e di prodotto della valutazione, in maniera più
approccio più consapevole e responsabile delle Autorità di puntuale, già attraverso il bando di selezione del valutatore
gestione (Adg) e supporta il sistema con azioni finalizzate alla (Mipaaf, 2008).
crescita della capacità valutativa. Un ingrediente chiave del successo della valutazione è pertanto
Uno dei primo passi delle attività del Sistema nazionale è stato l’organizzazione del rapporto tecnico-amministrativo tra
quello di elaborare un documento di “linee guida” committente, responsabili della valutazione e valutatore, tale da
sull’organizzazione della valutazione in itinere dei Programmi di permettere un confronto lungo tutto il processo.
sviluppo rurale (Mipaaf, 2008), che orientasse le fasi di avvio Speculare è la necessità che il committente metta il valutatore
della valutazione da parte delle Adg regionali. nelle condizioni di condurre al meglio le proprie attività,
assicurandogli domande valutative chiare, assistenza sul piano
metodologico, ma soprattutto condivisione dell’informazione
L’approccio nazionale alla valutazione delle (contatti, documentazione amministrativa anche di natura
politiche di sviluppo rurale finanziaria, dati di monitoraggio, dati amministrativi) e risorse
adeguate, sia umane che finanziarie. Anche se non è garanzia
assoluta di qualità, il finanziamento disponibile è uno dei punti
L’approccio nazionale alla valutazione delle politiche di sviluppo
critici riguardo alle risorse rispetto a cui pianificare la
rurale è stato costruito intorno ad alcuni principi generali:
valutazione.
responsabilità, trasparenza, partecipazione, coordinamento della
valutazione degli interventi sul territorio, che spetterà tuttavia
alle singole Regioni finalizzare nei propri modelli organizzativi,
La trasparenza
funzionalmente alle loro esigenze organizzative e conoscitive.
Un aspetto cruciale nella valutazione è la diffusione e
l’utilizzazione dei suoi risultati. Un processo di valutazione è
La responsabilità completato solo se prevede un adeguato spazio alla
disseminazione dei risultati all’interno dell’amministrazione e
L’obiettivo della valutazione è ottenere un valore aggiunto in
anche all’esterno. La rendicontazione agli attori ed alle istituzioni
termini conoscitivi, in particolare con riferimento agli effetti
nel territorio dei risultati parziali e finali degli interventi in modo
generati dagli interventi finanziati. Solo così è possibile che i
ampio, articolato e con linguaggio non tecnico, accresce il senso
processi di gestione delle politiche si arricchiscano di
di appartenenza delle politiche alla comunità, migliora i rapporti
informazioni utili per migliorare efficienza ed efficacia della loro
tra l’amministrazione e i cittadini e contribuisce a creare un
azione. E’ fondamentale, quindi, che le Adg dei programmi,
dialogo che arricchisce sia il territorio che l’amministrazione.
responsabili per la conduzione della valutazione, abbiano un
Per questo, nel predisporre le attività valutative è necessario che
approccio più consapevole, superando l’idea che la valutazione
chi gestisce le valutazioni rifletta sulle modalità più appropriate
sia solo un obbligo formale e imparando sostanzialmente a
per favorire la comunicazione più ampia dei risultati delle
governarla.
valutazioni. Oltre alla produzione di rapporti sintetici e chiari
Governare la valutazione significa assumere una serie di scelte
dove dare conto dei principali risultati della valutazione e delle
in termini di:
metodologie adottate, il piano di comunicazione potrebbe essere
• organizzazione, individuando le strutture interne ed esterne arricchito prevedendo la produzione di depliant e di bollettini, la
necessarie allo svolgimento dell’attività e creando le pubblicazione di newsletter, la creazione di spazi dedicati nei siti
condizioni per assicurare la qualità del processo e dei web delle Regioni e l’organizzazione di meeting e seminari.
prodotti della valutazione; Anche per questo tipo di attività, l’amministrazione può
• domanda di valutazione, che deve esprimere il fabbisogno coinvolgere il valutatore.
conoscitivo del committente;
• rapporto con il valutatore. La partecipazione
Riguardo all’organizzazione, un compito assai delicato e al
tempo stesso fondamentale per le Adg è il processo di L’approccio promosso dalla Rrn incoraggia la partecipazione dei
strutturazione del proprio sistema di valutazione, che portatori d’interesse nel disegno e nella gestione delle attività
rappresenta il presupposto per garantire la qualità di tale attività. valutative dei Psr sin dal momento della definizione delle
Funzionale a un buon governo della valutazione è la domande di valutazione. I vari attori coinvolti hanno infatti
costituzione di strutture responsabili per la gestione tecnico- specifiche e originali esigenze conoscitive riguardo all’attuazione
amministrativa e per la gestione dei rapporti con il valutatore. In delle politiche, che dovrebbero essere adeguatamente raccolte
questo senso sarebbe auspicabile prevedere la creazione di una dall’Adg e concorrere a formarne la domanda di valutazione,
Unità di monitoraggio e valutazione del Psr (Umv) composta da anche in modo tale da riflettere la complessità dello sviluppo dei
funzionari dell’Adg e di un Gruppo direttivo della valutazione territori, e ove possibile superando la compartimentazione
(Gdv) del Psr, la cui composizione (responsabili di programma, imposta dalla divisione per Fondi.
parti sociali, esperti di valutazione) può variare a seconda del Il coinvolgimento degli attori è essenziale nella fase di
ruolo che la struttura assume, più legato alla gestione tecnica e svolgimento della valutazione ed è la stessa Adg che deve
all’interlocuzione metodologica con i valutatori o più al individuarli nel proprio Piano di valutazione, dando anche una
coinvolgimento e alla cooperazione delle parti interessate alla indicazione per il valutatore del loro grado di coinvolgimento nei
programmazione. processi di valutazione e, possibilmente, con quali modalità.
La definizione di una domanda di valutazione chiara e autonoma Infine, gli altri decisori politici interessati alla programmazione ai
è responsabilità dell’Adg. L’ideale è che sia aggiuntiva rispetto a livelli locale, regionale e nazionale e le parti sociali presenti sul
quella richiesta dal Qcmv, rispondendo alla necessità di territorio coinvolte nell’attuazione delle politiche e/o toccate dai
approfondire e acquisire risposte conoscitive aggiuntive su temi loro impatti sono i destinatari privilegiati delle attività di
di particolare rilevanza strategica per la Regione, peculiari al comunicazione e diffusione dei risultati della valutazione. Questa
territorio su cui si interviene e aspetti meno noti fase, spesso sottovalutata, è invece pre-requisito fondamentale
all’amministrazione. E’ altrettanto importante che le autorità perché la valutazione produca un feedback nei processi
responsabili per la valutazione siano consapevoli che il decisionali e contribuisca pertanto concretamente al
soddisfacimento delle proprie esigenze conoscitive passa miglioramento della politica. Restringendo il campo alla
attraverso la richiesta al valutatore di risposte robuste dal punto comunità scientifica a vario titolo coinvolta nella valutazione
di vista metodologico, comprensibili e utilizzabili. delle politiche di sviluppo rurale, c’è una grande ricchezza e
Le “linee guida” nazionali incoraggiano i committenti delle diversità di esperienze che potrebbe utilmente aggiungersi a
Pagina 62 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

quella della ristretta cerchia di valutatori. La committenza, da si ricorda la composizione e il ruolo del Gdv, della conformità al
questo punto di vista, può favorire processi di apertura e Piano di valutazione, e in un caso anche dei metodi e delle fonti.
partecipazione importanti, ad esempio specificando nei bandi di Il fattore tempo può aver giocato un ruolo importante nel
affidamento dei servizi di valutazione una composizione ampia determinare la scarsa presenza di riferimenti a meccanismi di
ed articolata per specifiche competenze settoriali del gruppo di presidio della qualità nei bandi quale l’istituzione di un Gdv.
lavoro e anche coinvolgendo ricercatori, esperti, università nei Alcune Regioni stanno infatti procedendo con maggiore lentezza
Gdv. nella predisposizione delle strutture per la valutazione di quanto
abbiano fatto per la stesura dei bandi, e stanno avviandosi alla
Il coordinamento della valutazione degli interventi sul costituzione dei Gdv a bando concluso. Riguardo al requisito
territorio della trasparenza, le Adg hanno ampiamente recepito
l’importanza del contributo che può fornire il valutatore per
Per quanto la Commissione richieda che la valutazione di un Psr agevolare la fruibilità dei risultati della valutazione. Quasi tutti i
sia finalizzata a verificare il valore aggiunto comunitario dello bandi specificano che tra i prodotti attesi della valutazione ci
specifico strumento è importante, tuttavia, impostare tale attività sono non solo i rapporti relativi alle incombenze regolamentari,
con uno sguardo più ampio agli altri interventi che si muovono ma anche sintesi non tecniche, presentazioni e altro materiale a
sul territorio. In particolare, rispetto alla politica regionale unitaria carattere divulgativo. In alcuni bandi la chiarezza espositiva e la
esistono comuni esigenze conoscitive che possono essere di comprensibilità sono criterio di giudizio della qualità dei rapporti
supporto alla necessità di avere una visione complessiva degli di valutazione. Inoltre, il valutatore è sollecitato a partecipare a
effetti delle diverse politiche sul territorio. Per questo motivo, la incontri scientifici e/o divulgativi su iniziativa dall’Adg. Anche nel
Rrn partecipa alle attività del Snv. Il Snv, istituito dal Qsn 2007- caso del contributo alle attività di divulgazione, tre bandi fanno
2013, è un impegnativo quanto stimolante tavolo di dialogo, richieste più stringenti chiedendo al valutatore di proporre
collaborazione e integrazione tra tutte le strutture pubbliche modalità di comunicazione che saranno oggetto di valutazione in
impegnate nella valutazione della politica regionale nazionale e sede di gara.
comunitaria, nel rispetto delle specificità del quadro normativo e In ultimo, pochi bandi tra quelli attualmente disponibili (9 su 17)
istituzionale dei vari Fondi coinvolti (Feasr, Fesr, Fse). contengono delle richieste precise al valutatore rispetto al
In questo quadro, i percorsi di accompagnamento metodologico coordinamento delle sue attività con quelle della valutazione
e organizzativo delle Adg dei vari Fondi nel processo della della politica regionale afferente ad altri fondi (Fesr, Fse, Fep,
valutazione sono costruiti dalle rispettive strutture di supporto in Fas), con riferimenti a volte vaghi alla opportunità di integrare il
modo coordinato, così da far crescere anche nelle percorso valutativo con quello delineato nei Piani regionali della
amministrazioni centrali e regionali coinvolte la consapevolezza valutazione unitaria. Occorre sottolineare però che l’analisi dei
dell’integrazione delle politiche che insistono su uno stesso bandi non permette un giudizio esaustivo riguardo il recepimento
territorio e allo stesso tempo favorire, attraverso il dialogo fra le delle indicazioni su tale coordinamento che richiederebbe
diverse amministrazioni, la coerenza dell’intero quadro l’analisi dei Piani regionali della valutazione unitaria.
programmatico e la nascita di sinergie fra le politiche.
Tabella 1 - Importi stanziati per l’affidamento dei servizi di valutazione

Importo messo a bando Risorse Psr


Una prima analisi dei bandi per l’assegnazione Regione/Provincia
(000 €) (000 €,) (1)
%

dei servizi di valutazione Valle d'Aosta


Lombardia
450,0
1.250,0
118.684,1
899.756,6
0,38%
0,14%
P.A. Trento 170,0 256.153,4 0,07%
Le Regioni hanno avviato il percorso di affidamento dei servizi P.A. Bolzano 230,0 312.670,5 0,01%
della valutazione in itinere, predisponendo e pubblicando i Veneto 1.700,0 914.674,0 0,19%
relativi bandi di avviso pubblico. Ad oggi, quindici Regioni e le Friuli Venezia Giulia 150,0 (3) 247.211,4 0,06%
due Province autonome hanno pubblicato il bando e dieci di Liguria 350,0 276.561,8 0,13%
esse hanno completato le procedure di affidamento, tra queste Emilia Romagna 1.800,00 934.661,2 0,19%
Toscana 1.200,00 839.113,6 0,14%
anche la Regione Piemonte che, con un approccio innovativo,ha
Marche 820,0 459.818,2 0,18%
optato per l’affidamento in house del servizio, incaricando il suo Umbria 900,0 760.068,2 0,12%
Nucleo regionale di valutazione degli investimenti pubblici. Lazio 1.500,0 (4) 655.418,2 0,23%
L’analisi dei contenuti dei bandi pubblicati permette una prima Basilicata 700,0 648.086,0 0,11%
panoramica per analizzare come siano state recepite dalle Adg Campania 3.000,0 (2) 1.882.346,1 0,17%
le indicazioni operative fornite dalla Rrn e contenute nelle linee Calabria 1.300,0 1.096.071,3 0,12%
guida. Un primo sguardo alle risorse messe a bando evidenzia Sardegna 1.500,0 1.252.840,9 0,12%
Sicilia 3.620,0 2.106.311,6 0,17%
un accresciuto interesse delle Adg a investire nella valutazione
rispetto alla programmazione 2000-2006, con un tendenziale Fonte: bandi pubblici di affidamento dei servizi di valutazione dei PSR
aumento delle risorse a disposizione del valutatore (Tabella 1). Note alla tabella:
La lettura dei contenuti dei bandi rivela inoltre la tendenza a fare (1) Spesa pubblica totale
proprio il concetto di “governo” della valutazione da parte (2) Valore massimo stimato, comprese le opzioni per ripetizione di servizi
analoghi EUR 3.200.000 IVA esclusa.
dell’Adg sia in termini della formulazione di una domanda di (3) Il bando del Friuli Venezia Giulia affida il servizio di valutazione per la durata
valutazione autonoma che della gestione dei rapporti con il di 3 anni a partire dalla data di registrazione del decreto di impegno relativo al
valutatore. Riguardo al primo aspetto, quasi tutti i bandi finora contratto.
(4) Valore massimo stimato, comprese le opzioni per ripetizione servizi analoghi:
usciti contengono riferimenti espliciti sia alla domanda di Euro 1.850.000,00 IVA esclusa.
valutazione contenuta nel Qcmv che ad una domanda espressa
dalla Regione in relazione alle proprie esigenze conoscitive, che
sia stata definita in precedenza nei Piani di valutazione unitari o Conclusioni
che sia in via di definizione (in taluni casi anche coinvolgendo il
valutatore). La gestione dei rapporti con il valutatore lungo tutto L’obiettivo della valutazione è il miglioramento dei processi di
il processo sembra egualmente essere percepita dalle Adg programmazione a qualsiasi livello. Il suo utilizzo è però
come una componente importante ed è quasi sempre oggetto di strettamente connesso alla consapevolezza di ciò da parte degli
richiesta esplicita al valutatore, sebbene con diversi gradi di amministratori delle politiche e del loro sentire come propria tale
approfondimento. Le linee guida suggerivano alle Regioni di attività.
inserire nei bandi dei riferimenti alla necessità di interagire con il Le linee guida nazionali, che includono concetti e soluzioni
Gdv e alle modalità auspicate. Questo aspetto compare con operative per migliorare il governo della valutazione
meno frequenza nei bandi pubblicati sinora (6 su 17). In questi, rappresentano, quindi, solo il punto di partenza di un percorso di
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 63

sostegno alle attività di valutazione regionali attraverso: la superficie ecologicamente produttiva necessaria per sostenere
realizzazione di attività formative e informative, la partecipazione la sua vita e le sue attività (Wackernagel e Rees, 2008).
a gruppi direttivi regionali, il coordinamento con le attività di Per definizione l’Ie di un individuo è la quantità di territorio
valutazione realizzate nell’ambito della politica di coesione, lo ecologicamente produttivo necessaria per fornire tutte le risorse
sviluppo di nuove metodologie di valutazione e la di energia e materia che consuma e per assorbire tutti gli scarti
sperimentazione di valutazioni tematiche, lo scambio di buone che produce. L’Ie è espressa in “ettari globali” (gha), un’unità di
prassi nel campo della valutazione, lo stimolo al dialogo tra Adg, misura che consente di rendere omogenei in termini di bio-
valutatori, portatori di interessi, mondo della ricerca e alla produttività terreni di tipo diverso. Il fatto di arrivare a un risultato
comunicazione dei risultati della valutazione. semplice e fruibile, espresso in termini di spazio fisico, facilita la
comprensione del concetto di sostenibilità come “rimanere
dentro i limiti” e di insostenibilità come “superare i limiti”.
Riferimenti bibliografici Semplicità concettuale e forte comunicabilità hanno contribuito
alla diffusione dell’Ie per la verifica della sostenibilità ambientale
• Commissione Europea 2003, Guida alla valutazione dei e la divulgazione delle questioni ecologiche ad essa connesse.
programmi di sviluppo socioeconomico, http:// Il calcolo dell’Ie è basato sull’assunzione che sia possibile
www.retenuvv.it/utilita/guide/evalsed.php (in inglese stimare le risorse di materia e energia consumate da una
www.evalsed.com). popolazione e che sia possibile convertirle nelle corrispondenti
• Commissione Europea (2006), Manuale del quadro comune superfici biologicamente produttive e capaci di assorbire gli
per il monitoraggio e la valutazione, http://ec.europa.eu/ scarti che derivano dal loro utilizzo. Ad ogni tipologia di bene di
agriculture/rurdev/eval/index_en.htm, Direzione generale consumo viene associata una specifica categoria di territorio:
dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale, settembre 2006. terreno agricolo, terreno a pascolo, foresta (per la produzione
• Lucatelli S., Monteleone A. (2006), “Valutazione e sviluppo legno), area edificata, superficie acquatica, terreno per l’energia
delle aree rurali”: un approccio integrato nella valutazione (superficie necessaria per assorbire la CO2 prodotta dal
delle politiche di sviluppo, Materiali UVAL, numero 7, consumo dei combustibili fossili e di energia elettrica). La
Ministero Economia e Finanze, 2006. metodologia di calcolo permette di valutare sia i consumi di
• Mipaaf (2008), Organizzazione della valutazione on going, risorse dei diversi processi produttivi, sia l’impatto energetico dei
documento di lavoro, Rete Rurale Nazionale, Azione 1.1.2 beni provenienti dall’esterno del territorio attraverso una stima
Supporto alla realizzazione del sistema nazionale di delle emissioni di CO2 determinate dal trasporto dei prodotti
monitoraggio e di valutazione, http://www.reterurale.it/flex/ importati. Sommando i contributi delle diverse tipologie di
cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/397, Roma, aprile territorio e operando una normalizzazione che tiene conto della
2008. differente produttività delle varie tipologie di terreni, si ottiene l’Ie
della popolazione considerata. Dividendo tale valore per la
• Monteleone A., Storti D., Romano R. (2004), La valutazione
popolazione residente si ottiene il valore dell’Ie a livello
dello sviluppo rurale. Diversi modelli a confronto, presentato individuale.
al VII Congresso dell’Associazione Italiana di Valutazione. Va precisato che rientrano nel computo solo i beni, i servizi e le
• Monteleone A. (a cura di) (2005), La Riforma dello sviluppo attività per le quali è possibile risalire a una stima affidabile della
rurale: novità e opportunità, Strumenti per la superficie consumata, per il calcolo della quale, comunque,
programmazione 2007-2013, Quaderno n.1, INEA. viene sempre adottato un approccio cautelativo. Ne deriva che,
• Sotte F. (a cura di) (2009), La politica di sviluppo rurale nella maggior parte dei casi, l’Ie calcolata rappresenta una stima
2007-2013. Un primo bilancio per l’Italia, Quaderni del per difetto dell’effettivo impatto ambientale delle attività umane.
Gruppo 2013, Edizioni Tellus. Per valutare la sostenibilità dell’impatto di una comunità rispetto
al territorio in cui vive è necessario comparare la Ie di un suo
individuo “medio” con la capacità ecologica pro-capite
Sostenibilità ambientale e ruralità determinata dalla disponibilità e dalla effettiva produttività delle
risorse naturali locali, la quale viene definita biocapacità (Bc).
dei sistemi locali La Bc misura l’offerta di bioproduttività, ossia la produzione
biologica fornita da terre arabili, pascoli, foreste, aree marine
Emanuele Blasi, Silvio Franco, Nicolò Passeri produttive e, in parte, aree edificate o in degrado. Anche questo
indicatore viene espresso in ettari globali, valutati tenendo conto
dalla bioproduttività delle diverse categorie di terreno in
Introduzione relazione a “fattori di equivalenza” e “fattori di rendimento”
Questa nota si pone l’obiettivo di discutere i risultati di una aggiornati annualmente da parte dei ricercatori del Global
verifica empirica delle relazioni esistenti a livello locale fra la Footprint Network (Pulselli, 2007). Il fattore di equivalenza di una
sostenibilità ambientale di un sistema economico e la presenza tipologia di terreno è identico in tutto il mondo e varia ogni anno
di caratteri di ruralità. A questo scopo, dopo aver descritto il in relazione al modello di gestione, alla produttività e alle
metodo per il calcolo del grado di sostenibilità ambientale e aver tecnologie prevalenti. Il fattore di rendimento indica di quanto la
presentato una definizione operativa di ruralità che consenta di produttività locale di una tipologia di terreno differisca dalla
quantificarne la presenza in un territorio, viene valutato il legame corrispondente produttività media mondiale.
esistente fra grado di ruralità e livello di sostenibilità ambientale La differenza fra Bc e Ie definisce il bilancio ambientale: a un
attraverso un’analisi di correlazione. valore negativo (positivo) corrisponde una situazione di deficit
I risultati scaturiti dall’analisi, valutati alla luce dei limiti oggettivi (surplus) ecologico, ovvero una situazione di insostenibilità
della capacità descrittiva degli indicatori e delle modalità (sostenibilità) in cui i consumi di risorse naturali risultano
adottate per il loro calcolo, forniscono lo spunto per individuare superiori (inferiori) ai livelli di rigenerazione da parte degli
alcuni elementi oggetto di riflessione e di approfondimento ecosistemi locali. L’entità del surplus/deficit ecologico
riguardo le effettive possibilità di mantenere o ripristinare rappresenta una stima del livello di sostenibilità/ insostenibilità
condizioni di sostenibilità ambientale nei sistemi rurali. dello stile di vita di una collettività rispetto alle risorse del
territorio preso come riferimento spaziale (Bagliani et al., 2008).
Per eseguire una valutazione delle condizioni di sostenibilità
Misura della sostenibilità ambientale ambientale è stata condotta un’indagine per reperire dei valori di
Ie e Bc a livello provinciale; questi sono risultati disponibili per
L’impronta ecologica (Ie) è un indicatore, riconosciuto e 12 province (prime tre colonne della tabella 1). Il dato che
utilizzato al livello internazionale, che consente di valutare emerge è una generalizzata insostenibilità che in alcuni casi
l’impatto che l’uomo esercita sull’ambiente in termini di appare di lieve entità (Siena, Viterbo) mentre in altri raggiunge
Pagina 64 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

livelli estremamente elevati (Rimini, Forlì-Cesena). Questo fra centri urbani e insediamenti di dimensioni più contenute. E’
risultato non è sorprendente se si considera che il dato questa una lettura della ruralità che, proprio in quanto tiene
nazionale evidenzia una Ie pari a 4,8 gha e una Bc pari a 1,8 conto del frazionamento residenziale e, in modo indiretto, della
gha, il che comporta per un cittadino italiano “medio” un deficit localizzazione delle attività economiche, può essere
ecologico pari a 3,0 gha (Wwf, 2008). efficacemente posta in relazione con le risorse disponibili e
utilizzate all’interno del sistema territoriale.

Misura della ruralità


Confronto tra sostenibilità ambientale e ruralità
La necessità di definire il concetto di ruralità e di individuare dei
caratteri riconoscibili all’interno di un territorio per poterlo definire Al fine di confrontare la condizione di ruralità con l’entità del
“rurale” ha impegnato per molto tempo numerosi ricercatori. Un deficit ecologico è stata condotta un’analisi di correlazione sulle
approccio molto frequente in letteratura è stato quello di 12 province esaminate.
considerare la ruralità come una caratteristica costitutiva di un Il risultato evidenzia un valore di r = -0,801, statisticamente
territorio; secondo questa lettura una regione viene definita molto significativo (p<0,01). Tale intenso legame inverso
“rurale” se una o più variabili rientrano all’interno di intervalli consente di concludere che quanto maggiore è la ruralità di un
predefiniti. Il limite concettuale di questo approccio è territorio, tanto più elevato è il livello di sostenibilità (o, meglio,
determinato dalla mancata considerazione dell’evidenza che la tanto più ridotta è l’insostenibilità) delle attività umane che vi
ruralità è un attributo che muta continuamente di intensità nello hanno luogo. E’ questo un risultato che poteva essere
spazio e nel tempo e, in quanto tale, è questione di misura facilmente previsto considerando la dipendenza inversa che
(Angeli et al., 2001). In realtà, l’individuazione della ruralità è grado di ruralità e Bc pro-capite presentano rispetto alla densità
riconducibile a due momenti fondamentali. Il primo è della popolazione residente. Una verifica in questo senso
rappresentato dall’adozione di una definizione chiara e produce un coefficiente di correlazione elevato (r = 0,763) e
pragmatica, con tutti i limiti che questo comporta, dalla quale sia altamente significativo (p<0,01). Non giustificata da alcuna
possibile desumere senza ambiguità i caratteri (ovvero le dipendenza nella modalità di calcolo è, invece, la relazione che
variabili) che la identificano. Il secondo è quello della si osserva tra Ie e grado di ruralità. Il legame fra le variabili, pur
misurazione, vale a dire della quantificazione del livello di contenuto (r = -0,231), segnala una tendenza degna di
presenza dei caratteri che la definiscono nelle unità territoriali approfondimento.
oggetto di studio. L’associazione inversa fra le dimensioni della ruralità e
Una definizione che possiede le caratteristiche appena citate è dell’impatto ambientale potrebbe far ipotizzare che lo stile di vita
quella proposta dall’Ocse sulla classificazione delle aree rurali delle popolazioni residenti in contesti rurali sia meno
dei Paesi membri nella quale, pur evidenziando le difficoltà dispendioso in termini di utilizzo di risorse. Tale ipotesi, tuttavia,
legate alla distinzione delle unità territoriali rispetto alla potrebbe essere rigettata per almeno due ordini di motivi. Il
connotazione rurale, si afferma che “la ruralità di un territorio è primo è determinato dal risultato quantitativo dell’analisi di
espressa dalla quota di residenti in comuni con bassa densità di correlazione che, proprio per la sua scarsa significatività
popolazione” (Oecd, 1994). statistica, potrebbe essere attribuito a elementi casuali legati alle
Partendo da tale definizione è stata eseguita la misurazione specificità delle province prese in considerazione. Il secondo è
della ruralità provinciale adottando una metodologia già legato alle modalità di calcolo dell’Ie nelle diverse province che,
proposta in precedenti lavori (Franco e Senni, 2001). Questa oltre a essere riferito a periodi temporali differenti, potrebbe
prevede inizialmente una trasposizione nel continuo della risentire di differenze, anche rilevanti, nei dati utilizzati e nelle
ruralità comunale attraverso l’adozione di una funzione che procedure adottate.
riporta fra 0 e 1 la relativa densità di popolazione. Viene quindi Dato che entrambe le obiezioni possiedono una loro fondatezza,
valutata la popolazione rurale di ciascun comune moltiplicando è sembrato interessante verificare la tendenza osservata
la popolazione residente per il relativo livello di ruralità. attraverso un’ulteriore analisi nella quale si è verificato il
Sommando le popolazioni rurali comunali si perviene alla rapporto nelle province considerate tra grado di ruralità e valore
popolazione rurale della provincia, la quale, rapportata alla dei consumi interni pro-capite per il medesimo paniere di beni
popolazione totale, determina il grado di ruralità della provincia. (Istituto Tagliacarne, 2009). Il risultato offre una conferma del
Adottando questa metodologia è stato calcolato il livello di dato emerso dall’analisi precedente: la correlazione fra consumi
ruralità delle 12 province per le quali erano disponibili i dati pro capite e livello di ruralità è pari a r = -0,545, un valore
necessari alla valutazione della sostenibilità ambientale (ultima sufficientemente elevato e statisticamente significativo.
colonna di tabella 1).

Tabella 1 - Bilancio ecologico* e livello di ruralità di alcune province


Considerazioni conclusive
Impronta Biocapacità Deficit Livello di
Provincia
Ecologica (gha) (gha) Ecologico (gha) Ruralità Nei sistemi locali a più elevata connotazione rurale, la bassa
Ancona1 6,11 2,07 4,04 0,178 densità abitativa e la dispersione della popolazione,
Ascoli Piceno1 6,54 2,42 4,12 0,197
consentendo ai residenti di disporre di una maggiore dotazione
Bologna2 4,34 1,70 2,64 0,200
Cagliari1 5,43 4,03 1,40 0,277
di risorse pro-capite, creano un contesto più favorevole
Forlì Cesena1 7,43 2,56 4,87 0,175 all’instaurarsi di condizioni di sostenibilità ambientale.
Milano3 4,17 0,14 4,03 0,003 Inoltre, ed è questo l’aspetto più interessante emerso dallo
Pesaro Urbino1 6,32 3,43 2,89 0,333 studio, sembra di poter affermare che nelle aree rurali gli stili di
Rimini4 7,78 0,83 6,95 0,048 vita siano tendenzialmente più sobri, se osservati rispetto
Siena1 5,80 5,74 0,06 0,502 all’utilizzo di risorse e, soprattutto, sotto il profilo dei consumi, sia
Torino5 3,38 0,43 2,95 0,092
dal punto di vista della loro dimensione complessiva che rispetto
Venezia1 5,71 2,33 3,38 0,098
Viterbo6 3,31 3,03 0,28 0,632
alla provenienza locale dei beni e dei servizi. Questo risultato,
che trova parziale spiegazione nella minore presenza all’interno
* I dati di Ie e Bc riportati in tabella sono tratti da: 1 Bagliani et al., 2008; 2 territori rurali di alcune attività maggiormente sviluppate nelle
Provincia di Bologna, 2007 (www.provincia.bologna.it); 3 Provincia di Milano, 2008 aree urbane, va comunque interpretato considerando la capacità
(www.provincia.milano.it); 4 Arpa Emilia Romagna, 2003 (www.arpa.emr.it); 5 delle comunità rurali di far fronte a una parte dei propri bisogni
Provincia di Torino, 2005 (www.provincia.torino.it); 6 Blasi e Passeri, 2009
senza necessariamente fare ricorso a beni e servizi provenienti
dall’esterno. Una tale situazione, che si traduce in una maggiore
Da notare come tale livello di ruralità non dipenda soltanto dalla
auto-sostenibilità dei sistemi rurali, trova fondamento sia in una
densità abitativa ma anche dalla distribuzione della popolazione
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 65

più stretta integrazione dei sistemi locali di produzione e


consumo, in particolare per quanto riguarda i beni alimentari, sia Le emissioni dei gas serra dovute
nella diffusa e radicata rete di beni relazionali che ancora oggi
continua a qualificare la struttura sociale dei territori rurali. Ne
all’agricoltura italiana ed europea
deriva una migliore capacità di resilienza dei sistemi rurali che, dal 1990 al 2007
molto più delle aree fortemente antropizzate, riescono a
mantenere i loro equilibri interni con l’ecosistema e, proprio Rocìo Danica Cóndor, Silvia Coderoni
grazie a tali equilibri, a sopportare gli effetti di shock esogeni di
tipo economico.
In conclusione è necessario sottolineare che le considerazioni
sviluppate si basano su dei risultati che presentano ampi margini L’inventario nazionale delle emissioni
di variabilità. Ciò è dovuto, oltre che al limitato numero di
osservazioni prese in considerazione nell’analisi statistica, agli Nel 1992 è stata istituita la Convenzione Quadro delle Nazioni
indicatori utilizzati. Questi, infatti, risentono, per quanto riguarda Unite sui Cambiamenti Climatici (Unfccc - United Nations
il grado di ruralità, di un’eccessiva semplificazione rispetto al Framework Convention on Climate Change), che ha come
fenomeno quantificato e, per l’impronta ecologica, di una obiettivo la stabilizzazione delle concentrazioni di gas serra in
modalità di calcolo oggetto di costante affinamento. Per questa atmosfera. L’Italia ha ratificato nel 1994 questa convenzione e
ragione le indicazioni tratte dallo studio vanno lette con molta come stato membro si é impegnata a sviluppare e pubblicare
prudenza in attesa di una loro conferma che può arrivare solo da l’inventario nazionale dei gas a effetto serra (di seguito gas
ulteriori approfondimenti metodologici ed empirici. serra), che comprende i settori emissivi, come definiti dall’IPCC
(Intergovernmental Panel on Climate Change): energia, processi
industriali, solventi, agricoltura, rifiuti e uso del suolo, variazione
Riferimenti bibliografici di uso del suolo e selvicoltura (Lulucf1).
Inoltre, nel 2002, l’Italia ha ratificato il Protocollo di Kyoto,
entrato in vigore successivamente nel 2005, con il quale il nostro
• Angeli L., Franco S., Senni S. (2003), Riflessioni su
paese s’impegna a ridurre del 6,5%, entro il 2012, le emissioni di
definizione, misurazione e classificazione del rurale, in La
gas serra rispetto al 1990.
competitività dei sistemi agricoli italiani, Franco Angeli,
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale -
Milano.
Ispra (già APAT) è responsabile della realizzazione, della
• Bagliani M., Galli A., Niccolucci V., Marchettini N. (2008), gestione e dell’archiviazione dei dati dell’Inventario Nazionale
Ecological Footprint analysis applied to a sub-national area. dei gas serra, della raccolta dei dati di base e della realizzazione
The case of the province of Siena (Italy), Journal of di un programma di controllo e di garanzia della qualità.
Environmental Management, n.86, pp. 354-364. Annualmente viene compilato l’inventario delle emissioni dei gas
• Blasi E., Passeri N. (2009), La sostenibilità ambientale del serra, secondo i formati richiesti dall’Unfccc, e viene effettuato il
sistema economico: il caso della Provincia di Viterbo, Tuscia reporting della serie storica delle emissioni sul National
Economica, n.1 (in corso di stampa). Inventory Report (NIR) e nel Common Reporting Format (CRF)2.
• Franco S., Senni S. (2001), The regional modulation of rural Sulla base di quanto richiesto dalle linee guida dall’IPCC,
development policies: a methodological proposal in 73rd l’inventario delle emissioni dei gas serra dovute all’agricoltura
EAAE seminar Policy experiences with rural development in stima i due gas serra rilevanti, il metano (CH4) e il protossido di
a diversified Europe, Ancona, 28-30 Giugno 2001. azoto (N2O). Le fonte emissive che si stimano sono la
• Istituto Tagliacarne (2008), Atlante della competitività delle fermentazione enterica (che comporta emissioni di CH4), la
Province (www.tagliacarne.it). gestione delle deiezioni animali (CH4 e N2O), i suoli agricoli
• OECD (1994), Creating rural indicators for shaping territorial (N2O), la coltivazione delle risaie (CH4) e la combustione dei
policy, OECD Publications, Paris. residui agricoli (N2O e CH4). Le metodologie di stima
dell’inventario nazionale delle emissioni sono descritte in Cóndor
• Pulselli F.M., Bastianoni S., Marchettini N., Tiezzi E. (2007), et al. (2008).
La soglia della sostenibilità, Donzelli Editore, Roma.
• Wackernagel M., Rees W. (2008), L’impronta ecologica,
come ridurre l’impatto dell’uomo sulla terra, Edizioni
Ambiente, Roma.
Le emissioni del settore agricolo in Italia
• WWF (2008), Living Planet Report, WWF publications. Nel 2009 è stato realizzato e comunicato al segretariato
dell’Unfccc l’inventario che riporta la serie storica delle emissioni
di gas serra a livello nazionale dal 1990 al 2007 (Ispra, 2009).
Aiuta AGRIREGIONIEUROPA
Nel 2007, l’agricoltura è stata responsabile del 6,7% delle
con un tuo contributo a crescere e ad offrire nuovi servizi
emissioni totali di gas serra, espressi in CO2 equivalente3 ed è
Carta di credito pertanto la seconda fonte di emissioni di gas serra dopo il
(http://www.agriregionieuropa.it/contributo.html) settore emissivo energia (83%). A livello di singoli gas serra, tale
settore è responsabile del 41% delle emissioni nazionali di
Bonifico bancario metano e del 68% delle emissioni nazionali di protossido di
Beneficiario: Associazione "Alessandro Bartola" - Studi e Ricerche di azoto.(Figura 1).
Economia e di Politica Agraria
Istituto di credito: Banca di Ancona - Credito Cooperativo - Agenzia n. 2
Per il settore emissivo agricoltura, dal 1990 al 2007, si è
c/c 000030183841 verificata una riduzione delle emissioni pari all’8,3%. Il totale
Codice ABI: 08916 complessivo delle emissioni, nel 2007, è pari a 37.210
Codice CAB: 02602 Gigagrammi (Gg) di CO2 equivalente, dove il 42% (15.619 Gg di
CIN Y CO2 eq.) è rappresentato dal CH4 e il 58% (21.591 Gg CO2 eq.)
IBAN IT35Y0891602602000030183841 dal N2O. Nel 2007 le fonti che contribuiscono al totale nazionale
delle emissioni dei gas serra derivanti dall’agricoltura sono, in
Bollettino postale
Beneficiario: Associazione "Alessandro Bartola" - Studi e Ricerche di
ordine d’importanza, i suoli agricoli (48%), la fermentazione
Economia e di Politica Agraria c/c 10602605 enterica (30%), la gestione delle deiezioni (18%), le risaie (4%)
e la combustione delle stoppie (0,05%).
Si prega di scrivere nella causale del pagamento: "Contributo
Agriregionieuropa"
Pagina 66 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

Figura 1 - Emissioni nazionali di metano e protossido di azoto e settori


responsabili nel 2007 Le emissioni di gas serra derivanti
dall’agricoltura nell’Ue
Emissioni nazionali di metano (CH4)
L’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA-European
Environmental Agency) ha pubblicato di recente l’inventario
Energia
annuale dei gas serra della Comunità Europea, con serie
17% storiche aggiornate dal 1990 al 2007, raccogliendo i dati
presentati dai singoli stati membri (EEA, 2009). Nel 2007 il
Processi
industriali principale settore emissivo dell’Ue-27 è quello energetico che
0% comporta il 79% delle emissioni totali dei gas serra; mentre il
Rifiuti
41%
secondo contributo è dato dal settore emissivo agricoltura
(9,2%), seguito dai processi industrial (8,5%). Nella Figura 3
viene evidenziato come, nella maggior parte dei paesi europei,
si sia registrata una diminuzione delle emissioni di gas serra
derivanti dal settore agricolo dal 1990 al 2007.
Figura 3 - Variazioni percentuali delle emissioni di gas serra derivanti
Agricoltura dall’agricoltura dal 1990 al 2007 per i paesi dell’Ue-27
41%
Lulucf
1%
EU 27

Emissioni nazionali di protossido di azoto (N2O) EU 15

Ungheria
Altro Svezia
Rifiuti
7% Energia
0%
17% Spagna

Slovenia

Slovacchia
Processi
industriali Romania
6%
ti
Uso solventi Repubblica ceca
2%
Regno Unito

Portogallo

Polonia

Paesi Bassi

Malta
Agricoltura
68% Lussemburgo

Lituania
Fonte: Ispra (2009)
Lettonia

Nella Figura 2 viene rappresentata la serie storica per fonte Italia

emissiva. Rispetto al 1990 tutte le fonti emissive hanno subito Irlanda


delle riduzioni. Queste sono state pari al 9,5% per la Grecia
fermentazione enterica, 8,5% per i suoli agricoli, 7,2% per la
Germania
gestione delle deiezioni, del 2,5% per le risaie e dell’1,2% per la
combustione delle stoppie. Tali riduzioni sono attribuite Francia
fondamentalmente alla diminuzione nel numero di capi per Finlandia
alcune specie zootecniche e alla variazione negli anni delle
Estonia
superfici e produzioni agricole.
Danimarca
Figura 2. - Emissioni nazionali di gas serra dovute all’agricoltura dal 1990 al 2007 Cipro

Bulgaria
45,000
Belgio
40,000
Austria
35,000
-80 -60 -40 -20 0 20 40
30,000
Gg di CO2 eq.

25,000 Fonte: Ns elaborazione su dati EEA


20,000
Un ruolo rilevante, nel determinare l’andamento delle emissioni
15,000
dei gas serra dovute all’agricoltura in Europa, lo ha avuto la
10,000 Politica Agricola Comune (Pac) con le misure previste sia nel I
che nel II Pilastro. Assieme alla Pac altre politiche con target
5,000
ambientali hanno sicuramente contribuito alla riduzione delle
0 emissioni (NEC, IPPC, ecc.), anche se fino ad oggi non è stato
1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

quantificato tale impatto sull’andamento delle emissioni (EEA,


Suoli agricoli Fermentazione enterica Gestione delle deizioni
2009).
Risaie Combustione delle stoppie Per quanto riguarda l’andamento per singole fonti emissive, le
diminuzioni, riguardano soprattutto i suoli agricoli e la
Fonte: Ispra (2009).
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 67

fermentazione enterica, mentre la bruciatura dei residui agricoli, Anche a livello comunitario (Ue-27) si evidenzia una riduzione
anche se registra una forte diminuzione, non è una fonte delle emissioni di gas serra derivanti dall’agricoltura, le cui
emissiva rilevante a livello assoluto (Tabella 1) determinanti, non sempre chiaramente identificate, vanno
ricercate non solo nelle politiche ambientali, ma anche in
Tabella 1 - Valori assoluti delle emissione del settore agricoltura, peso relativo politiche economiche che nascono con altri scopi, come quello
della fonte emissiva e variazione percentuale per fonte emissiva e Stato Membro
nel periodo 1990-2007
di contenimento della produzione.
Totale Fermentazione Gestione Bruciatura dei
Risaie Suoli agricoli
agricoltura enterica deieizioni residui
Gg %
1990-
%
1990-
%
1990-
%
1990-
%
1990- Note
2007 2007 2007 2007 2007
Austria 7949 40 -15 22 -15 37 -11 0,02 -14 1
Lulucf: land use, land use change and forestry.
Belgio 9621 37 -14 25 -12 38 -19 0,00 2
E’ possibile reperire i dati sulle emissioni, dai paesi con obbligo di riportare
Bulgaria 5030 27 -64 16 -67 1 -39 55 -61 0,40 -66 l’inventario nazionale, sul sito: http://unfccc.int/national_reports/
Cipro 761 25 9 43 36 32 6 0,38 -58 annex_i_ghg_inventories/national_inventories_submissions/items/4771.php
3
Danimarca 10072 28 -14 16 14 56 -32 0,00 Per adempire agli standard del reporting internazionale, le emissioni ufficiali di
Estonia 1333 33 -60 13 -60 54 -52 0,40 -19 gas serra vengono riportate utilizzando il potenziale globale di riscaldamento
Finlandia 5530 28 -19 14 -13 58 -26 0,01 -66 (Global Potential Warming-GWP). Le emissioni vengono espresse
complessivamente in CO2 equivalenti; per trasformare le emissioni di N2O si
Francia 95728 30 -8 21 -3 0,09 -10 49 -15 0,00
moltiplica il valore per 310, invece, le emissioni di CH4 veng
Germania 51479 33 -22 15 -13 52 -13 0,00
Grecia 11193 26 2 7 -2 1 52 67 -23 0,33 1
Irlanda 17748 50 -7 14 -7 36 -9 0,00
Italia 37210 30 -9 18 -7 4 -3 48 -8 0,05 -1 Riferimenti bibliografici
Lettonia 2059 29 -71 12 -70 59 -60 0,00
Lituania 4251 29 -60 11 -65 60 -49 0,00 • Cóndor, R.D. Di Cristofaro, E., De Lauretis, R (2008),
Lussemb. 711 35 -9 17 -2 48 -10 0,00
Malta 70 51 7 45 9 3 -4 0,00
Agricoltura: inventario nazionale delle emissioni e
Paesi Bassi 18423 34 -16 19 -8 47 -23 0,00 disaggregazione provinciale. ISPRA Rapporto tecnico
Polonia 35040 27 -40 28 -22 46 -27 0,11 -28 85/2008. Roma. (http://www.apat.gov.it/site/it-IT/APAT/
Portogallo 7638 39 14 23 0 5 73 33 -28 0,48 -31 Pubblicazioni/Rapporti/Documento/rapporto_85_2008.html)
Regno
Unito
43216 36 -15 11 -21 54 -23 0,00 -100 • EEA (2009), Annual European Community greenhouse gas
Repubblica
7838 30 -51 11 -50 59 -48 0,00
inventory 1990–2007 and inventory report 2009. (http://
Ceca www.eea.europa.eu/publications/european-community-
Romania 19550 30 -43 19 -43 0,06 -75 50 -51 0,00 -100
greenhouse-gas-inventory-2009/).
Slovacchia 3245 29 -52 17 -62 54 -51 0,00
Slovenia 2082 33 -6 30 -17 37 3 0,00 • ISPRA (2009), Italian Greenhouse Gas Inventory 1990-2007.
Spagna 46426 29 15 27 43 1 18 43 3 0,91 -21 National Inventory Report 2009, Roma. ISPRA Rapporto
Svezia 8431 32 -11 11 -12 56 -10 0,00 tecnico 98/2009. Roma. (http://www.apat.gov.it/site/it-IT/
Ungheria 9477 16 -50 23 -51 0,12 -78 60 -31 0,00 APAT/Pubblicazioni/Rapporti/Documento/
Ue 15 371482 32 -10 18 -2 1 9 49 -15 0,14 -48
rapporto_98_2009.html)
Ue 27 462217 31 -20 19 -14 1 3 49 -23 0,13 -53

Fonte: EEA (2009). Il commercio equo e solidale


La bruciatura in campo di residui agricoli è proibita in molti paesi nelle economie avanzate
dal 1990. Perciò il trend è fortemente negativo per tutta l’Ue-27; Motivazioni all’acquisto e disponibilità a pagare
solo Grecia e Italia mostrano livelli stabili, anche se molto bassi,
di emissioni dal settore. Per le emissioni da fermentazione per l’attributo etico
enterica (e conseguentemente da gestione delle deiezioni) il
trend è determinato dalla diminuzione del numero di capi Ornella Wanda Maietta
(soprattutto bovini) dovuta sia alle conseguenze della Pac, con
l’introduzione di misure quali il regime delle quote latte, il premio
per vacche nutrici e la condizionalità, ma anche all’epidemie che Introduzione1
hanno colpito il bestiame negli anni in oggetto (influenza aviaria
e BSE). Tale diminuzione viene però parzialmente compensata, La domanda nei paesi avanzati di prodotti, in particolare di
a livello di emissioni, dall’aumento della produttività dei capi. alimenti, con attributi etici, è assimilabile al consumo non tanto
Il calo nell’uso di fertilizzanti, invece, è la causa che di beni primari ma di cultura: il consumatore, che chiede al
maggiormente influenza la diminuzione delle emissioni da suoli produttore e al distributore garanzie di sostenibilità sociale e
agricoli; tale calo è dovuto sia a miglioramenti dell’efficienza ambientale del processo produttivo attuato, pratica tale forma di
della fertilizzazione, sia agli effetti della riforma Pac del 1992 consumo quale critica, diretta o indiretta, al libero mercato che
(EEA, 2009). origina stratificazione sociale. La domanda cresce a ritmi molto
sostenuti, considerando che i prodotti maggiormente coinvolti
riguardano mercati stagnanti, come quello del caffè o del cacao,
Considerazioni conclusive e che i pionieri di tali consumi sono stati disposti a pagare un
sovrapprezzo anche per prodotti percepiti, inizialmente, come di
L’inventario nazionale delle emissioni dei gas serra è uno qualità inferiore (Wright e McCrea, 2007). Il profilo medio del
strumento cruciale che serve a quantificare i livelli di emissione, consumatore etico è ben definito in letteratura, così come è
identificare le fonti principali, sviluppare strategie di accertato che si tratta di beni di lusso, essendo la domanda
abbattimento, verificare gli effetti delle politiche e delle misure positivamente correlata al reddito dei consumatori. Le
intraprese per ridurre gli impatti in atmosfera, verificare motivazioni che spingono all’acquisto sono varie, anche nel
l'interazione tra le politiche settoriali, i conti economici e gli mercato di nicchia, quale quello dei frequentatori dei punti di
impatti ambientali e, infine, fornire un'informazione confrontabile vendita specializzati. Così come il mercato diventa di massa e i
e accessibile al pubblico attraverso opportuni indicatori. consumi si espandono, sfruttando la rete della Grande
In generale per l’Italia, il settore emissivo agricoltura, ha riportato distribuzione organizzata (Gdo), aumenta l’eterogeneità dei
una riduzione delle emissioni complessive di gas serra che sono consumatori e diverse sono le segmentazioni proposte in
attribuite principalmente all’andamento, fra gli anni 1990 e 2007, letteratura. Essendo assimilabile ad un consumo di cultura, il
del numero di capi e delle superficie e produzioni agricole. ventaglio delle motivazioni all’acquisto, anche nel segmento di
Pagina 68 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

nicchia dei frequentatori dei punti di vendita specializzati, risente milioni di euro nel 2005 (Pernazza, 2009) tanto da poter
della cultura prevalente nella popolazione di appartenenza, affermare che il consumo di tali prodotti è diventato parte del
ossia quanto più è diffuso il senso civico nel territorio patrimonio culturale europeo. La più ridotta estensione del
circostante, tanto maggiore sarà la percentuale di coloro che mercato statunitense è spiegata in Wright e McCrea (2007)
comprano per una motivazione prevalentemente etica. Tuttavia proprio con motivazioni culturali, ossia dal prevalere di una
la presenza di punti di vendita specializzati, che attirano con le cultura individualistica, associata ad una fiducia generalizzata
loro vetrine curiosi o consumatori semplicemente interessati alla nell’economia di mercato e nella possibilità che essa offre al
qualità dei prodotti, influenza la cultura del posto, diffondendo singolo di raggiungere benessere materiale, con conseguente
principi e pratiche di responsabilità sociale tra i consumatori. minore diffusione di una sensibilità terzomondista.
Tra le nazioni europee, il Regno Unito presenta il livello più
elevato di vendite in termini assoluti e in termini di percentuale di
Motivazioni etiche: presupposti teorici famiglie (40% nel 2005) che comprano prodotti CE&S (Wright e
McCrea, 2007). Tale risultato è stato raggiunto attraverso
In letteratura è ampiamente riconosciuto che le convinzioni differenti iniziative, tra cui è da annoverare il contributo di catene
etiche, espressione della cultura nazionale e regionale, possano distributive, come Marks&Spencer, che dal 2006 offre solo caffè
influenzare le scelte economiche individuali. A livello e tè CE&S (Wright e McCrea, 2007).
microeconomico, l’inquadramento teorico di tale evidenza Il mercato italiano di prodotti CE&S copre un sesto del fatturato
empirica può essere ricercato nei modelli che introducono mondiale e un terzo di quello europeo. In Italia, le Botteghe del
elementi di avversione alla disuguaglianza nella funzione di Mondo, aperte soprattutto negli ultimi anni (2000-2004) e diffuse
preferenze individualistiche, oppure assumendo che gli individui su tutto il territorio nazionale, sono più numerose al Nord: il
apprendano quali beni soddisfino le proprie preferenze numero di punti vendita varia da 40 per un milione di abitanti di
attraverso l’imitazione o la trasmissione culturale di Sondrio a 0 di Agrigento, Enna, Isernia, Medio Campidano,
comportamenti di consumo altrui. Ogliastra e Oristano. Complessivamente, sono coinvolti: 638
Importanti agenti di trasmissione culturale e di innovazione nei punti vendita2 (censiti al 2007), 10 importatori, almeno altre 20-
consumi sono le imprese non profit con un forte connotato di 30 Botteghe del Mondo che svolgono marginalmente attività di
attivismo politico, come il movimento ambientalista e il importazione diretta e una Organizzazione di marchio di
movimento per il consumo socialmente responsabile, una forma garanzia. In tutti i casi, si tratta di organizzazioni senza scopo di
di partecipazione civile sviluppatasi di recente (Bovone e Mora, lucro: associazioni, cooperative, cooperative sociali, consorzi,
2008), che vede protagoniste le donne, quali responsabili ecc.. I prodotti CE&S sono, inoltre, distribuiti in circa 4 mila punti
familiari degli acquisti. Nel modello di duopolio orizzontalmente vendita tradizionali (inclusa la Gdo). Il fatturato complessivo è di
differenziato di Becchetti et al. (2005), la competizione tra oltre 110 milioni di euro di cui più della metà realizzato
impresa for profit e quella non profit si gioca sia sul prezzo che attraverso il circuito delle Botteghe del Mondo, coinvolgendo
sulla responsabilità sociale: la presenza sul mercato di un circa 7 mila volontari e quasi mille dipendenti/collaboratori
produttore equo e solidale induce l’imitazione nei comportamenti (Pernazza, 2009). Confrontando con le dimensioni europee e
di responsabilità sociale da parte del produttore che massimizza considerando che il CE&S è nato in Italia con oltre venti anni di
il profitto. I risultati di tale modello teorico sono che, se ritardo, è lecito affermare che il movimento italiano sia stato
l’attenzione alla responsabilità sociale nei consumatori supera particolarmente attivo e dinamico, sviluppando una propria
una certa soglia, il produttore che massimizza il profitto adotta identità e recuperando il ritardo rispetto ai paesi nord-europei.
una strategia di responsabilità sociale; l’imitazione è maggiore in Le quote di mercato dei prodotti CE&S non superano
un contesto dinamico per la persistenza e l’autorafforzamento generalmente il 5% del valore, ma in alcune nazioni europee
nel tempo delle abitudini dei consumatori socialmente tale consumo non rappresenta più un fenomeno di nicchia: ad
responsabili. esempio, nel 2005, il livello della quota di mercato in Svizzera
Il contenuto etico può derivare, agli occhi dei consumatori, da era pari al 47% per le banane, al 28% per le rose, al 15% per gli
diversi attributi del prodotto, in particolare nel caso degli ananas e in Gran Bretagna al 20% per il caffè, al 5.5% per le
alimenti. Ad esempio, nell’acquisto di prodotti tipici, le ragioni banane e al 5% per il tè; solo di recente, in Italia, il CE&S ha
etiche possono essere: i) salvaguardare tecniche di produzione raggiunto una quota del 50% del mercato delle banane
tradizionali che impiegano competenze professionali tramandate (Licciardo, 2009). I beni maggiormente venduti sono prodotti
di generazione in generazione, a rischio di estinzione per tropicali (oltre a caffè, banane e tè, anche cacao, spezie, ecc.) di
l’assenza di ricambio generazionale; ii) salvaguardare tecniche settori generalmente stagnanti e per i quali non esiste una
di produzione sostenibili da un punto di vista ambientale; iii) diretta concorrenza con le produzioni dell’agricoltura locale.
salvaguardare interessi di produttori regionali; iv) salvaguardare
interessi di produttori di piccole dimensioni rispetto a quelli di
imprese multinazionali; v) salvaguardare una cultura Il consumatore etico: profilo, disponibilità a
gastronomica a rischio d’estinzione, per l’omologazione dei gusti
alimentari conseguente alla globalizzazione; vi) contribuire
pagare e motivazioni
all’inserimento lavorativo di fasce sociali svantaggiate; vii)
Il profilo medio del consumatore etico o socialmente
contribuire al ripristino di una cultura della legalità. Queste
responsabile, secondo quanto rilevato in letteratura, appare ben
motivazioni potrebbero spiegare la scelta dei prodotti di
definito: si tratta di donne, relativamente giovani, con reddito
cooperative (Nilsson et al., 2007).
medio-alto, elevata scolarizzazione ed elevato livello di
interazioni sociali, che cercano di costruire e comunicare,
attraverso i consumi, un diverso stile di vita, coerente con i
Il commercio equo e solidale propri valori. In Italia, i consumatori socialmente responsabili
rappresentano il 24% della popolazione, risiedono
I prodotti del Commercio equo e solidale (CE&S) sono tra i più
prevalentemente nel Nord-Est, hanno opinioni politiche
noti beni acquistati per motivazioni etiche. Obiettivo di tale
progressiste, in qualche caso, simpatizzano per il movimento
movimento, nato alla fine degli anni Sessanta nel Nord Europa,
new global, vicinanza coerente con una concezione di
è ridurre le disuguaglianze tra paesi utilizzando gli scambi di
cittadinanza planetaria, praticano riciclaggio dei rifiuti e
mercato, in particolare facilitando l’accesso al mercato di
acquistano più frequentemente prodotti/servizi abbinati a cause
organizzazioni di piccoli produttori dei paesi meno avanzati. A tal
sociali (Bovone e Mora, 2008). Sono maggiormente inclini a
fine è stata predisposta una rete di punti di vendita, chiamati
praticare consumi di maggiore spessore culturale, come
Botteghe del Mondo (BdM). L’Europa, rappresenta il più esteso
leggere, assistere a spettacoli teatrali, musicali e
mercato mondiale di prodotti CE&S, con un fatturato di 660
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 69

cinematografici, visitare musei/mostre e ascoltare programmi nell’accezione di senso civico alla Putnam (1993). Tuttavia, la
televisivi di informazione o di divulgazione scientifica. Anche le presenza di botteghe sul territorio influenza la cultura del posto,
scelte turistiche sono orientate alla ricerca della novità, piuttosto diffondendo principi e pratiche di responsabilità sociale sia nelle
che della comodità o del divertimento, i più convinti praticano istituzioni private che in quelle pubbliche: il CE&S crea capitale
turismo responsabile (Bovone e Mora, 2008). sociale perché le relazioni tra i diversi agenti si basano sulla
Il genere è una variabile importante nella spiegazione della fiducia e sulla condivisione di valori trasmessi ai consumatori
propensione ad acquistare per un attributo etico: potrebbe che adeguano i loro stili di vita.
essere il risultato di un effetto spurio, dovuto al fatto che le Il valore mediamente basso delle quote di mercato, nonostante
donne sono responsabili familiari degli acquisti, oppure la una diffusa cultura della responsabilità sociale, è stato
manifestazione di valori diversi tra i generi: quelli maschili più denominato la sindrome del 30:3: il 30% dei consumatori si
individualisti, centrati sulla competizione e sull’affermazione dichiara socialmente responsabile ma le quote di mercato sono
personale, e quelli femminili d’inclusione, fondati sul senso di raramente superiori al 3% (Wright e McCrea, 2007). La
appartenenza ad una collettività, variamente definita (famiglia, spiegazione di tale sindrome risiede nell’ignoranza dell’intera
comunità locale e mondiale) e sul contatto con la natura gamma di prodotti CE&S reperibili, nell’assenza di
(Latouche, colloquio personale). D’altro canto, in letteratura è un’informazione adeguata, soprattutto da un punto di vista
stata evidenziata una più spiccata preferenza delle donne per la qualitativo, nella proliferazione di etichette che denotano
spesa pubblica in sanità, istruzione e welfare rispetto a una più pratiche eco-compatibili, nella resistenza dei consumatori a
pronunciata preferenza maschile per la spesa pubblica in cambiare le proprie abitudini alimentari e nell’eterogeneità del
sicurezza, insieme ad una maggiore curiosità e propensione segmento dei consumatori socialmente responsabili, diversi in
femminili nei confronti di pratiche di consumo non convenzionali quanto a motivazioni e a frequenza d’acquisto. Nel caso dei
e condivise con network vari culturalmente e trasversali rispetto consumatori inglesi, sono stati identificati cinque segmenti di
ai tradizionali confini di classe (Bovone e Mora, 2008). Secondo mercato, i più convinti e coerenti nelle loro scelte d’acquisto
Bovone e Mora, le donne conferiscono valore politico e pubblico sarebbero solo il 5% del totale (Wright e McCrea, 2007). In
alle loro scelte di consumo, rivendicando il superamento di una Italia, la consistenza di tale strato non è rinvenibile nelle
separazione troppo netta tra pubblico e privato; inoltre, nel segmentazioni proposte in letteratura.
tentavo di dare visibilità, attraverso i consumi, alle molteplici reti
di cui fanno parte, sperimentano nuove forme di legami sociali,
coniugando individualismo e responsabilità sociale. Una Conclusioni
maggior presenza femminile è stata riscontrata anche tra i
volontari delle botteghe, nello studio di alcuni casi (Merino, Questo lavoro ha proposto una breve rassegna sul tema dei
2007), e tra i dipendenti retribuiti (Pernazza, 2009) così come ad consumi di prodotti del commercio equo e solidale nelle
iniziative di donne o rivolte a donne si attribuisce il successo del economie avanzate. In particolare, dopo aver contestualizzato il
movimento CE&S inglese (Wright e McCrea, 2007), fenomeno da un punto di vista teorico, è stato descritto il profilo
probabilmente per una sorta di solidarietà femminile nei medio del consumatore socialmente responsabile. Sono state,
confronti di madri meno fortunate. inoltre, illustrate motivazioni all’acquisto e disponibilità a pagare
Ovviamente, i consumatori socialmente responsabili sono meno per l’attributo etico, rinvenute in letteratura. Infine, così come i
reattivi al prezzo del prodotto equo e solidale e, in particolare consumi si estendono, al profilo della consumatrice borghese,
l’elasticità al prezzo della domanda del prodotto CE&S risulta impegnata e colta, si aggiungono e sovrappongono nuove
inferiore rispetto a quella relativa al prodotto convenzionale tipologie di consumatori.
(Arnot et al., 2006); inoltre, il reddito dei consumatori influenza la
disponibilità a pagare per l’attributo etico nei consumi alimentari.
Il prezzo implicito pagato dai consumatori italiani della grande
distribuzione per l'attributo etico nel consumo di caffè, è
Note
funzione del reddito personale oscillando da una media di 2.14 1
Questo lavoro ha usufruito del finanziamento dell’Istituto Banco di Napoli
euro/kg pagata dai consumatori meridionali ad una media di Fondazione al progetto di ricerca “Capitale sociale e preferenze dei consumatori
2.52 euro/kg pagata dai consumatori del Nord-Ovest (Maietta, italiani nei riguardi degli attributi etici”, svolto presso il Centro per la Formazione in
2005). Besnard et al. (2006) osservano che la probabilità di Economia e Politica dello Sviluppo Rurale di Portici (Napoli).
2
www.lamiaspesaperlapace.it/censimequo
acquistare prodotti artigianali presso le BdM per una
motivazione etica è correlata a redditi medi.
Le motivazioni, alla base delle pratiche di consumo socialmente
responsabile, possono variare a livello territoriale in relazione al Riferimenti bibliografici
grado di conoscenza del fenomeno, analogamente a quanto
osservato in letteratura per gli acquisti dei prodotti di agricoltura • Arnot C., Boxall P.C., Cash S.B. (2006), Do Ethical
biologica presso punti di vendita specializzati: i consumatori Consumers Care About Price? Revealed Preference
occasionali sono motivati da ragioni edonistiche mentre i clienti Analysis of Fair Trade Coffee Purchases, Canadian Journal
abituali sono spinti anche da considerazioni di ordine etico. of Agricultural Economics 54, 555–565.
Infatti, i consumatori di prodotti CE&S dei punti vendita • Becchetti L., Solferino N., Tessitore M. E. (2005), The
specializzati sono motivati non solo dall’etica o responsabilità dynamics of socially responsible product differentiation and
sociale, ma anche da altre motivazioni, quali la curiosità e the habit formation of socially responsible consumers, lavoro
l’attenzione alla salute o alle informazioni sui prodotti: D’Alessio presentato alla 46a Riunione Annuale della Società Italiana
et al. (2009) analizzano le motivazioni all’acquisto dei degli Economisti, Napoli, 22-23/10.
consumatori delle Botteghe del Mondo in tre regioni italiane: • Besnard F., D’Alessio M., Maietta O. W. (2006), Un’analisi
Emilia-Romagna, Puglia e Campania. Le motivazioni principali delle motivazioni all’acquisto dei prodotti artigianali del
all’acquisto sono: etica o responsabilità sociale, curiosità, Commercio Equo e Solidale presso le Botteghe del Mondo
attenzione alla salute o alle informazioni sui prodotti. La condotta in Emilia Romagna e in Campania, Non profit, 12,
responsabilità sociale motiva il 76% dei consumatori in Emilia- 3, 567-590.
Romagna, il 56% in Puglia e il 43% in Campania; la percentuale • Bovone L., Mora E. (2008): (a cura di), La spesa
di consumatori che comprano per una motivazione etica in responsabile, Donzelli Editore, Roma.
Campania e in Puglia è correlata positivamente all’età delle
• D ’ A l e s s i o M . , D e D e v i t i i s B . , M a i e t t a O .W .
bottega. La diffusione delle motivazioni di sostenibilità o
responsabilità sociale nelle scelte di acquisto risulterebbe, ( 2 0 0 9 ) , Il commercio equo e solidale nell’analisi
quindi, correlata alla dotazione di capitale sociale territoriale, economica: le motivazioni all’acquisto dei prodotti, in
Pagina 70 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

Pernazza F., op. cit. • offrire opportunità educative agli agricoltori in materia di
• Licciardo F. (2009), Il mercato delle banane e l’alternativa del marketing;
commercio equo e solidale, Agriregionieuropa, 5, 17, 82-86. • migliorare la qualità della vita, vivacizzando i centri e le
• Maietta O. W. (2005), The hedonic price of fair trade coffee periferie delle città, inserendo anche attività ricreative nel
for the Italian consumer, Cahiers Options Méditerranéennes, mercato;
64, 45-55. • preservare il patrimonio agricolo e il ruolo storico degli
• Merino R. (2007), Spanish case studies, Journal for agricoltori.
Perspectives of Economic Political and Social Integration, In alcuni paesi, ad esempio gli USA, un ulteriore motivo è legato
13, 1, 337-358. alla questione della sicurezza alimentare. Infatti, secondo alcuni
• Nilsson J., Ruffio P., Gouin S. (2007), Do consumers care sondaggi, i consumatori in questi anni, hanno mostrato un
about cooperatives?, in Karantininis K. e Nilsson J. (a cura maggiore interesse verso i prodotti coltivati e realizzati in loco,
di), Vertical Markets and Cooperative Hierarchies, Springer, rispetto a quelli importati, considerato l’aumento del rischio di
Dordrecht. terrorismo (Hamilton, 2002). Infine, ma non per questo meno
• P e r n a z z a F . ( 2 0 0 9 ) : ( a c u r a d i ) , Il commercio equo e importante, la possibilità di offrire alimenti a prezzi più accessibili
solidale: principi, regole, modelli organizzativi, ESI, Napoli. è una delle ragioni più frequentemente citate nel motivare lo
sviluppo dei mercati degli agricoltori. Come abbiamo prima visto,
• Putnam R. (con R. Leonardi e R. Nanetti) (1993), Making
il termine farmers’ markets è solitamente inteso come “vendita di
democracy work, Princeton NJ: Princeton University Press.
prodotti agricoli da parte degli agricoltori”. Tuttavia, osservando
• Wright S., McCrea D. (2007): ( a c u r a d i ) , The Handbook le precedenti motivazioni, questa semplice definizione non basta
of Organic and Fair Trade Food marketing, Backwell a caratterizzare tali mercati. In un’accezione più ampia, li si
Publishing, Oxford. potrebbe definire come: “un luogo in cui si radunano gli
agricoltori-venditori locali per vendere direttamente i prodotti
agricoli coltivati in loco”. Questo articolo, si propone di
I farmers’ markets: aspetti esaminare gli aspetti principali dei mercati agricoli, sottolineando
quelli che ne caratterizzano l’organizzazione. A tal fine è stata
normativi e caratterizzazione dei analizzata l’esperienza statunitense, dove i farmers’ markets
consumatori hanno avuto uno straordinario sviluppo nell’ultimo decennio, e
l’esperienza di alcune regioni italiane: Toscana, Piemonte e
Sardegna.
Tommaso Galisai, Giovanni Olmeo, Giampaolo Usai

Introduzione I farmers’ markets: l’esperienza statunitense


I mercati agricoli negli Stati Uniti hanno registrato uno
In Italia, in linea con il clima di profonda recessione che
straordinario sviluppo nell’ultimo decennio. Secondo i dati
caratterizza la maggior parte delle economie mondiali, si assiste
prodotti dall’USDA, nel 1994 operavano negli USA 1774 mercati
ad una cospicua riduzione del consumo dei generi alimentari, in
e, nel 2006, ultimo dato disponibile, questi raggiungono il livello
termini reali del -2.5% nel 2008, (Istat, Contabilità Nazionale).
di 4385, con un incremento medio annuale superiore al 12%.
Nonostante tale riduzione, si nota un aumento del prezzo al
Non esiste una sola forma organizzativa di farmers’ markets, ma
consumo dei prodotti alimentari, +3% nel marzo 2009 rispetto al
si notano notevoli differenze. La differenziazione è
marzo 2008, mentre i prezzi alla produzione dei prodotti
principalmente da attribuire alla legislazione. Infatti, i mercati
alimentari si riducono nello stesso periodo di tempo del -2.6%.
agricoli, oltre a essere normati da leggi federali, seguono anche
Una più cospicua flessione è registrabile per i prezzi dei prodotti
leggi statali, provinciali e regolamenti comunali, che cambiano,
agricoli, la cui riduzione sempre nel marzo 2009 rispetto allo
anche notevolmente, da Stato a Stato. Ad esempio, nel Sud
stesso mese dell’anno precedente è del -4.7% (dato ISMEA). Si
degli USA molti mercati agricoli sono gestiti non da
allarga, quindi, la forbice tra i prezzi dei prodotti agricoli, prezzi
organizzazioni no-profit, ma direttamente dal singolo Stato. Qui
alla produzione dei prodotti alimentari e prezzi al consumo, con
gli agricoltori vendono direttamente ai clienti, ma possono anche
la conseguente ricerca di nuove modalità di vendita che
operare come grossisti di prodotti agricoli. In questo caso i
consentano la riduzione del divario tra il prezzo del prodotto
mercati sono pubblici e gestiti da dipendenti statali. Nel nord-est
nelle prime fasi della filiera e il prezzo al consumo.
degli Stati Uniti, invece, molti negozi alimentari riportano la
I farmers’ markets, o mercati degli agricoltori, sono esempi di
dicitura “mercati agricoli” (farmers’ market). In alcune grandi città
vendita diretta dal produttore al consumatore che rispecchiano i
come Seattle, i mercati agricoli, oltre a vendere i classici prodotti
principi della “filiera corta”. Essi nascono e si sviluppano per
agricoli, vendono anche prodotti dell’artigianato (Pike’s Place
contrapporsi alla cosiddetta “filiera lunga”, nella quale, in termini
Markets).
generali, il prodotto agricolo è intermediato da uno o più
Tre sono le figure che caratterizzano i farmers’ markets: il
operatori prima di poter esser acquistato dal consumatore (Sini,
venditore, il manager del mercato e il consumatore.
2009). La filiera corta si sta oggi riscoprendo per l’importanza
Gli agricoltori che desiderano partecipare a un mercato agricolo
del rapporto diretto tra chi produce e chi acquista. I mercati degli
devono possedere determinati requisiti. L’azienda deve essere
agricoltori, nati per motivi non solo di ordine economico ma
ubicata all’interno della contea in cui si realizza il mercato
anche di ordine sociale, si prefiggono principalmente di:
agricolo, al fine di assicurare ai consumatori un prodotto di
• incrementare la produzione agricola a livello locale, facendo origine locale e favorire le aziende del loco e non altre. Inoltre,
nascere nuove aziende e promuovendo i prodotti locali; almeno il 75% dei prodotti deve essere prodotto dall’agricoltore/
• dare agli agricoltori una via alternativa di venditore, o sotto la sua diretta supervisione. L’agricoltore può
commercializzazione; essere direttamente venditore o delegare uno o più dei suoi
• permettere agli agricoltori e ai consumatori di trattare gli uni familiari per la vendita. Per diventare venditore, l’agricoltore
con gli altri, consolidando il rapporto di fiducia ed evitando deve compilare un modulo e pagare una tassa per la vendita
intermediari; diretta, oltre naturalmente a subire i controlli sanitari di rito da
• fornire un forum di istruzione ai consumatori, insegnando parte delle strutture competenti. La sua domanda di
loro, ad esempio, cosa è la certificazione del prodotto e partecipazione al mercato agricolo verrà valutata ed
come si ottengono i prodotti; eventualmente accettata dal manager del mercato. Infine, la
violazione dei regolamenti comunali ed interni al mercato
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 71

comporta sanzioni di tipo pecuniario (la sanzione è solitamente agricoli italiani con l’obiettivo di evidenziare le possibili differenze
compresa tra i 100 e i 200 dollari), (Hamilton, 2002). tra di esse, e rispetto al caso statunitense. A tal fine ci si
Una seconda figura importante del mercato agricolo è il focalizzerà sulle regolamentazioni delle regioni Toscana e
manager. Questo operatore rappresenta il pilastro portante del Piemonte.
mercato, infatti su di lui gravano diverse responsabilità tra cui: Anche in Italia, così come in altri paesi europei e non, sono state
• la selezione e registrazione (giornaliera e stagionale) dei prese in considerazione le opportunità offerte dalla cosiddetta
venditori, filiera corta o “circuito breve” (molto simili ai tradizionali mercati
• l’assegnazione degli spazi, locali del passato). La normativa che promuove l’attuazione
della filiera corta risale al D.M. 20 novembre 2007 attuativo
• la raccolta e il pagamento di tasse e contributi, dell’articolo 1, comma 1065, della legge 27 dicembre 2006, n°
• l’amministrazione delle finanze del mercato, 296, in vigore dall’1 luglio 2007, che stabilisce i requisiti uniformi
• la somministrazione di ammende per chi non rispetta norme e gli standard per la realizzazione dei mercati riservati alla
e regole, vendita diretta dei prodotti agricoli.
• rispondere alle domande e ai reclami sia dei venditori che La regione Toscana ha approvato nel maggio del 2007 il
dei consumatori, progetto “Filiera corta – Rete regionale per la valorizzazione dei
• lavorare con i media locali per pubblicizzare il mercato, prodotti agricoli toscani” con l’intento di “promuovere e
sostenere quell’insieme di attività che prevedono un rapporto più
• rendere sicuro e conforme il mercato secondo le
diretto tra produttori agricoli ed utilizzatori finali dei prodotti”
disposizioni (locali, regionali, statali e federali) vigenti,
facendo sì che “il valore aggiunto creato sia equamente diviso
• trattare con i funzionari degli altri mercati. fra tutti i soggetti interessati” e che “il consumatore si avvicini in
Alcuni degli incarichi del manager, come l’assegnazione degli modo più consapevole ai prodotti del suo areale geografico”1.
stalli e la riscossione delle tasse, possono essere svolti prima Anche la Regione Piemonte è recentemente intervenuta in tale
che inizi la stagione in cui si terrà il mercato, ma altre materia tramite la pubblicazione di un “Bando per l’allestimento
incombenze devono essere eseguite durante lo svolgimento del di aree mercatali destinate alla vendita diretta di prodotti
mercato stesso. Il lavoro del manager varia notevolmente a agricoli”2, operativo da gennaio 2009 con l’intento di promuovere
seconda delle dimensioni e della natura del mercato agricolo. la costituzione di mercati contadini applicando l’art. 11 della
Infatti, se il mercato è relativamente piccolo (come nel caso in legge regionale 23 maggio 2008 n°12 sull’accesso ai
cui sia costituito da una ventina di agricoltori nel piazzale della finanziamenti pubblici. In entrambi i casi, lo scopo è quello di
chiesa per un solo giorno a settimana), il lavoro del manager promuovere un rapporto più diretto e trasparente fra produttori e
non è complesso. D’altro canto, la gestione di un mercato con consumatori, fondato sulla convenienza reciproca, sul
centinaia di venditori e migliaia di clienti, risulta essere una commercio dei prodotti locali e sulla qualità dei prodotti. A ciò si
responsabilità a tempo pieno che richiede tempo e può aggiungere una motivazione a carattere ambientale, indotta
organizzazione, nonché costanza. Infatti oltre alle mansioni dalla riduzione dei trasporti dei prodotti venduti nei mercati degli
suddette, il gestore deve vigilare durante tutta la stagione in cui agricoltori, e dalla conseguente minore incidenza di emissioni
si svolge il mercato, affinché regole interne ed esterne siano inquinanti3.
rispettate. In Piemonte, i produttori ammessi al mercato devono vendere
prodotti provenienti dalla propria azienda agricola o dalle
I risultati di un’indagine sulla caratterizzazione dei aziende agricole dei soci; si deve garantire la stagionalità e la
consumatori. freschezza dei prodotti posti in vendita; l’attività di vendita deve
essere esercitata dal titolare dell’impresa o dai soci (in caso di
L’ultima figura, non meno importante, è quella del consumatore imprese associate), dai familiari coadiuvanti, nonché dal
che frequenta i farmers’ markets. Tramite un’indagine eseguita personale dipendente dell’impresa. All’interno del mercato è
nel New Jersey nel 1998 (Govindasamy et al., 1998), è possibile prevista un’area destinata a servizi complementari all’attività di
documentare gli atteggiamenti, le preferenze e le caratteristiche vendita ritenuti utili o necessari per una migliore fruibilità. Tale
dei consumatori che frequentano i mercati agricoli. In sintesi, area, complessivamente non superiore al 20% della superficie
dall’analisi si può rilevare che il consumatore medio del farmers’ totale del mercato, può essere destinata anche a operatori
market presenta le seguenti caratteristiche: è di sesso femminile dell’artigianato agroalimentare di qualità, con merceologie non
e ha un’età superiore a 51 anni; è laureato, o ha comunque un presenti sui banchi dei produttori, a condizione che siano
buon livello di istruzione; possiede un reddito annuo uguale o garantiti i requisiti della territorialità, tipicità e utilizzo delle
superiore ai 60.000 dollari; la famiglia è composta da 1-2 adulti e materie prime locali.
abita in quartieri sub-urbani. Da quando acquista presso i
farmers’ market, la maggior parte degli intervistati dichiara di Il caso della regione Sardegna: I risultati di un’indagine
aver aumentato e diversificato il consumo di frutta e verdura, sulla caratterizzazione dei consumatori.
soprattutto di tipo biologico. La frequenza di partecipazione ai
mercati risulta mediamente di una volta alla settimana. Le A differenza delle precedenti regioni, in Sardegna è
principali aspettative del consumatore tipico sono quelle di poter praticamente assente una rete di farmers’ markets. La Regione
acquistare un prodotto qualitativamente migliore rispetto agli altri non ha ancora provveduto ad emanare una regolamentazione di
punti vendita e a prezzi relativamente più bassi. In genere, gli tali mercati, mentre sono nate iniziative da parte di alcune
acquirenti utilizzano il farmers’ market soprattutto per associazioni di imprenditori e amministrazioni comunali che
consumare prodotti freschi, ma anche per usi alternativi quali hanno come obiettivo quello di promuovere le produzioni locali.
congelamento e confezionamento. Infine, sono a conoscenza di Anche in assenza di una regolamentazione regionale è tuttavia
questi mercati principalmente grazie a segnali stradali, giornali, importante indagare le motivazioni che spingono il consumatore
passaparola e volantini. ad acquistare il prodotto nel mercato degli agricoltori e, infine,
evidenziare i punti di forza e di debolezza di tale canale di
vendita.
I farmers’ markets: l’esperienza italiana A tal fine, nel maggio del 2009 un questionario di indagine è
stato sottoposto ad un campione di consumatori del mercato
Sin qui si sono presentati, in estrema sintesi, alcuni punti chiave degli agricoltori di Nuoro che, ormai da due anni, offre prodotti
che caratterizzano la regolamentazione e l’organizzazione dei locali, prevalentemente di tipo biologico. L’iniziativa relativa
farmers’ markets statunitensi. Di seguito si focalizzerà all’organizzazione del mercato è di una associazione non profit
l’attenzione sulle recenti regolamentazioni regionali dei mercati di agricoltori biologici, Biosardinia, che opera nella regione dal
1998.
Pagina 72 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

In particolare, durante una delle giornate di svolgimento del partecipazione degli agricoltori, sia per quanto riguarda
mercato sono stati raccolti 40 questionari mediante intervista l’organizzazione e la gestione dei mercati stessi. In merito alla
diretta ad alcuni consumatori. Dall’analisi sono emersi diversi e figura del consumatore, i risultati presentati in Govindasamy et
importanti aspetti. Innanzitutto, circa la metà degli intervistati al. (1998), relativi ad un’inchiesta sui consumatori dei farmers’
appartiene alla fascia di età compresa tra i 45 e i 60 anni, market del New Jersey e quelli presentati in questo lavoro
prevalentemente donne. Il consumatore tipo ha un livello di mostrano, pur nelle evidenti differenze che caratterizzano i due
istruzione medio - alto: licenza di scuola superiore o laurea. mercati, profili simili, indice questo che i consumatori statunitensi
Circa il 70% degli intervistati, chiede informazioni su ciò che e italiani prediligono ad esempio nella vendita diretta un rapporto
intende acquistare e, inoltre, preferisce che sia il venditore stretto e di fiducia con gli agricoltori. In estrema sintesi, oltre a
stesso a presentare il prodotto, piuttosto che ritrovare tali costituire un possibile integrazione di reddito per l’agricoltore, la
informazioni riassunte in brochure. Ciò implica che, come nel funzione di tali mercati sembra risiedere nella possibilità di una
caso statunitense prima presentato, il consumatore indica come migliore integrazione del mondo rurale con quello urbano, sia
importante l’instaurazione di un rapporto di fiducia con il favorendo una migliore informazione e trasparenza sui prodotti
venditore-produttore, rapporto di fiducia che può consentire una agricoli sia esercitando un’esternalità positiva legata allo
riduzione dell’asimmetria d’informazione la quale, com’è noto, sviluppo di un‘area ricreativa e di svago all’interno delle città.
costituisce uno dei maggiori problemi che gravano
sull’allocazione ottimale dei prodotti agro-alimentari. Dal
questionario emerge inoltre che la stragrande maggioranza delle Note
persone intervistate non visita le aziende dei venditori presenti
nel mercato, e non ha mai acquistato direttamente prodotti in 1
Progetto Regionale filiera corta regione – Rete regionale per la valorizzazione dei
azienda, forse perché preferisce consolidare il rapporto di fiducia prodotti agricoli toscani, 2007 (http://filieracorta.arsia.toscana.it/)
2
http://www.regione.piemonte.it/repository/agri/leggi/allegato_519.pdf
prima di recarsi nelle aziende. Riguardo alla periodicità del 3
AA.VV. - The Validity of Food Miles as an Indicator of Sustainable Development,
mercato, più del 90% degli intervistati ha risposto che vorrebbe Final Report produced for DEFRA, AEA Technology – 2005
4
una frequenza settimanale, anziché quindicinale come è Come è noto, i beni agricolo/alimentari rientrano in gran parte nella categoria di
attualmente. Riguardo la promozione, il 50% dei consumatori è beni che l’analisi economica descrive come beni esperienza.
venuto a conoscenza del mercato grazie al passaparola. Questo
risultato potrebbe significare sia che è necessaria una maggiore
organizzazione e una migliore logistica per lo sviluppo di tale Riferimenti bibliografici
canale di vendita sia che il consumatore, ancora una volta,
tende ad attuare le proprie scelte sfruttando “l’esperienza” di altri • AA.VV. - The Validity of Food Miles as an Indicator of
consumatori che hanno già effettuato e sperimentato il consumo Sustainable Development, Final Report produced for
dei prodotti alimentari offerti nel mercato4. Relativamente alle DEFRA, AEA Technology – 2005
domande più specifiche all’acquisto di prodotti biologici, il 65% • Hamilton, N.D. (2002), Farmers’ Markets Rules, Regulations
dei consumatori ha incrementato il consumo dei prodotti bio and Opportunities, National AgLaw Center Publications,
nell’ultimo anno, e l’85% delle persone intervistate, indica da un University of Arkansas, June 2002.
lato che le motivazioni di acquisto sono legate alla minore • Govindasamy R., Zurbriggen M., Italia J., Adelaja A.,
presenza di residui chimici nel prodotto e dall’altro che il
Nitzsche P., VanVranken R. (1998) Farmers Markets:
prodotto locale è ritenuto più salubre rispetto al prodotto non
Consumer Trends, Preferences, and Charateristics, Working
locale. Ciò può indicare un buon livello di conoscenza sulle
paper New Jersey Agricultural Experiment Station, June
pratiche agricole eseguite nell’agricoltura convenzionale e sui
1998.
possibili rischi per il consumatore legati all’uso di prodotti
chimici. Relativamente ai prezzi dei prodotti rispetto ad altri • Regione Toscana (2007) Progetto Regionale Filiera Corta
canali di vendita, poco più del 40% dei consumatori evidenzia Regione – Rete regionale per la valorizzazione dei prodotti
come non si notino importanti differenze rispetto ad altre agricoli toscani.
tipologie distributive, mentre il 35% li trovi maggiori. Dato che gli • Sini M.P. (2009), Aspetti del dibattito sulla “filiera corta”,
intervistati sono assidui frequentatori del mercato, è possibile Agriregionieuropa, marzo 2009.
che il consumatore tipo, anziché cercare nel mercato un • Boschetti M. (2007), Mercati contadini, un modo per vendere
prodotto con un minor livello di prezzo, sia molto più interessato meglio, L’Informatore Agrario, maggio 2007.
alle caratteristiche organolettiche dei prodotti, che ritiene migliori • http://filieracorta.arsia.toscana.it/
rispetto ad altri canali di vendita, e alla possibilità di usufruire di • http://www.regione.piemonte.it/repository/agri/leggi/
maggiori informazioni sul prodotto tramite il contatto diretto con il allegato_519.pdf
produttore-venditore. In sintesi, il motivo più volte evidenziato sia
nell’esperienza statunitense sia nelle regolamentazioni italiane
sulla possibilità, tramite la filiera corta e i mercati degli agricoltori
di poter disporre di prodotti ad un minor prezzo rispetto ad altre
tipologie di vendita, da una parte non sembrano ancora Pubblicazioni Agriregionieuropa
soddisfatte, almeno per quanto riguarda le percezioni da parte
dei consumatori, dall’altra non sembrano costituire un vincolo al PhD Studies
funzionamento del mercato.
Andrea Borlizzi “Affidabilità e significato dei risultati di base
dei censimenti dell'agricoltura ai fini delle analisi
economiche. Un'indagine di campo”
Conclusioni Numero 4 - anno 2009
L’attuale normativa nazionale in vigore non sembra aver http://associazionebartola.univpm.it/pubblicazioni/phdstudies/
introdotto importanti vincoli relativamente allo sviluppo dei phdstudies4.pdf
mercati degli agricoltori. Le normative regionali analizzate
risultano piuttosto simili, con piccole differenziazioni per lo più Le norme per l’accettazione delle tesi di dottorato e di
legate a specifiche condizioni locali. E’ inoltre possibile laurea e la successiva pubblicazione sono disponibili on-line
apprezzare la presenza di notevoli similitudini tra i mercati PhD Studies: www.agriregionieuropa.univpm.it/
presenti nelle nostre regioni e quelli relativi all’esperienza Tesi on-line: www.agriregionieuropa.univpm.it/tesi.php
statunitense, sia per quanto riguarda le modalità di
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 73

questo si aggiunge il consistente sbandamento dell’istruzione


L’occidente dell’Est: agricoltura e pubblica che quasi ha perso del tutto in questi anni la sua
sviluppo rurale in Albania componente professionale. È previsto, tuttavia, che il budget per
la istruzione pubblica raddoppi l’anno prossimo e che molta più
guardando all’Ue attenzione sia rivolta alle scuole professionali.
Sempre di più, con il passare degli anni, le politiche agricole si
Fatos Fico stano avvicinando a quelle europee e anche lo sviluppo rurale
sta entrando come priorità nell’agenda del governo. Quest’anno
e stata creata la nuova agenzia dei pagamenti, una struttura che
L’ Albania ha una popolazione di 4.2 milioni di abitanti dei quali permetterà di erogare contributi diretti agli agricoltori per un
circa un milione è emigrato in Europa e in America. Dal mese di ammontare pari a circa 10 milioni di euro. Il governo ha
aprile del 2009 il paese è membro della Nato e nel mese di individuato come settore prioritario l’olivicoltura ponendosi a
giugno 2009 ha presentato la propria candidatura come nuovo riguardo obiettivi di sviluppo molto ambiziosi. Altre linee di
membro dell’Unione europea. intervento prioritarie riguardano la trasformazione dei prodotti
Secondo le statistiche, l’agricoltura albanese conta circa 360 agricoli, lo stoccaggio dei prodotti, la catena del freddo, la
mila aziende agricole con una dimensione media di 1.2 ettari. frutticoltura e la viticoltura, l’ampliamento delle stalle, le
Metà della popolazione vive ancora in campagna o in zone coltivazioni in serra. Inoltre si stanno cercando fonti di
rurali, seppure si registra una forte e rapida urbanizzazione. Il finanziamento esterne (oltre che usare meglio quelle interne) per
contributo dell’agricoltura al prodotto nazionale lordo è pari al la ristrutturazione delle strade rurali, che in maggior parte sono
20%. La produzione agricola del paese cresce ogni anno ad un ancora non asfaltate e costituiscono di fatto una barriera fisica
ritmo tra il 2.5-3%, ma questa dinamica è pari a meno della meta che impedisce ai residenti rurali ed ai prodotti agricoli di
del tasso di crescita economica complessiva del paese. raggiungere il mercato e i servizi in generale.
Negli ultimi anni nel paese si è registrata una crescita molto Le problematiche dell’agricoltura albanese oggi sono comunque
sostenuta degli investimenti nelle infrastrutture e in altri settori anche altre. Esse riguardano: (a) la certificazione legale (il titolo)
economici. Più di un miliardo di euro di fondi pubblici è stato della proprietà terriera; (b) la frammentazione fondiaria; (c) la
investito nella viabilità e mentre diversi miliardi di euro estesa conflittualità che origina dall’incerta e non certificata
(soprattutto di origine privata) sono stati investiti nella attribuzione della proprietà dei fondi; (d) la mancanza di
produzione di energia. Una nuova importante autostrada collega coordinamento tra i produttori, che genera repentine oscillazioni
adesso il porto principale di Durazzo con il Kosovo e collegherà dei prezzi e il succedersi di fenomeni di sovrapproduzione e di
in futuro l’Albania alla Serbia e all’Europa centrale. Un’altra penuria di prodotti; (e) l’inefficienza del sistema della
nuova strada collegherà Durazzo con la Macedonia per trasformazione che si ripercuote sui produttori agricoli in termini
raggiungere la Bulgaria e la Turchia, riducendo moltissimo le di margini troppo alti e prezzi di vendita troppo bassi; (f)
distanze e i tempi di percorrenza. Gli accordi di libero scambio l’assenza di una legislazione per la cooperazione tra gli
tra i vari paesi dell’area produrranno positivi effetti moltiplicativi agricoltori sia nella produzione che nella trasformazione e nella
tra un paese e l’altro. vendita (a questo riguardo ci si aspetta un consistente aiuto
Lo sviluppo sociale, infrastrutturale ed economico non mancherà dall’Italia per la sua radicata esperienza cooperativa).
di riflettersi sull’Italia (l’Albania è ad una distanza dalle coste Gli agricoltori albanesi hanno anche notevoli difficoltà ad
italiane simile a quella della Sardegna) attraendo nuovi ottenere credito da parte delle istituzioni bancarie, mentre i costi
investimenti. Non è per caso che l’Italia, attraverso il ministro del credito sono per essi generalmente più alti che per le altre
degli esteri Frattini, non perda occasione di pronunciarsi a categorie economiche, per l’alto coefficiente di rischio che viene
favore dell’integrazione europea dell’Albania. generalmente assegnato dalle banche alle attività agricole.
L’Albania è anche un paese membro del Wto e, in quanto tale, D’altra parte, è pressoché inesistente il sostegno assicurativo
non applica in generale nessun prelievo fiscale sulle contro i rischi di mercato o le calamita naturali. In queste due
importazioni; ciò vale anche per i prodotti agricoli e alimentari. direzioni deve essere sviluppato al più presto un rinnovato
L’Albania attualmente riceve solo del sostegno istituzionale intervento pubblico.
alquanto modesto dall’Unione europea per la sua agricoltura e A fronte di tutte le complesse e rilevanti difficoltà, l‘agricoltura
per lo sviluppo rurale. Ma la programmazione dello strumento di albanese si presenta all’Europa come un settore con
preadesione IPA (Instrument for Pre-accession Assistance) si grandissime potenzialità: la sua geografia permette una varietà
sta attivando, rendendo disponibili nuovi e più consistenti molto ampia di prodotti; le risorse idriche non mancano e i canali
finanziamenti per lo sviluppo delle strutture e della economia. principali di irrigazione e di drenaggio sono funzionali ed
La produzione agricola albanese è basata ancora sull’economia efficienti (nuovi fondi pubblici sono stati recentemente stanziati
familiare e la maggior parte degli agricoltori produce soltanto per per il loro mantenimento e la creazione di nuovi canali
la propria sussistenza, anche se raramente una famiglia coltiva secondari); l’età degli agricoltori e ancora mediamente
e alleva su piccola scala quanto necessario al proprio abbastanza giovane; una notevole parte degli emigranti albanesi
autoconsumo, come agli inizi degli anni Novanta . E’ in atto una in Europa lavora in agricoltura e spesso ritorna nel proprio
tendenza, da parte delle famiglie contadine, a semplificare gli paese con l’obiettivo di investire nella ristrutturazione delle
ordinamenti produttivi, mirando ad economie di scala e proprie aziende; il potenziale turistico del paese è ancora
specializzazione, e a stabilire relazioni sempre più intense con il notevole e particolarmente intatto e la sua integrazione con
mercato. l’agricoltura potrebbe aggiungere valore aggiunto, favorendo la
L’ intervento diretto del governo in agricoltura e stato minimo e diffusione dei prodotti locali e regionali.
rivolto soltanto a fornire sostegni congiunturali e per molti anni si Su tutte queste tematiche, la Aftd (Albanian Foundation for
è caratterizzato per la mancanza di una strategia e per Training&Development) in collaborazione con il think tank
l’inconsistenza delle politiche per lo sviluppo. Anche il sistema europeo Groupe de Bruges ha assunto l’iniziativa di organizzare
dei servizi di assistenza tecnica versa in condizioni a metà del mese di ottobre una conferenza internazionale a
particolarmente disagiate ed è ridotto ad una struttura Tirana sul tema: “The future of agriculture and rural areas in an
scheletrica e inefficace. I consigli degli esperti internazionali si enlarging Europe: dealing with diversity”. Questa Conferenza è
sono concentrati soprattutto sulle modalità di gestione (tra una delle attività all’inizio del lungo percorso di integrazione
pubblico e privato), ma sono alla fine risultati poco consistenti; dell’agricoltura albanese in quella europea. Dal punto di vista
d’altra parte, il governo ha mostrato poco interesse in materia, istituzionale, il tempo in cui si svolgerà è particolarmente
preferendo assecondare le richieste di aiuto a pioggia degli interessante, in quanto coincide con l’inizio di un nuovo mandato
agricoltori, che porre mano alla riorganizzazione del settore. A del governo albanese (dopo le recenti elezioni legislative) e con
la sua determinazione, più volte ribadita, di mirare ad una rapida
Pagina 74 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

integrazione europea. stagionato e consumato crudo assimilabile alla bresaola) ed


Tutti gli interessati sono invitati a partecipare a possono extra aziendali: salame cotto e “bovella” (cioè mortadella di
rivolgersi alla Associazione “Alessandro Bartola” e ad carne bovina).
Agriregionieuropa, che colgo l’occasione di ringraziare per il Il problema maggiormente riscontrato consiste nella scarsa
contributo nella organizzazione dell’evento e per lo sviluppo capacità di contrattazione degli allevatori per la vendita del
agricolo e rurale in Albania. bestiame. Nel periodo 18 marzo - 22 aprile 2009, ad esempio, il
prezzo “medio” peso vivo delle vacche marchigiane di differenti
categorie a fine carriera ammontava ad 1,52 euro/kg (Figura 1).
Trasformazione aziendale e filiera In realtà, soprattutto a causa dello scarso apprezzamento
qualitativo dell’ingrassamento del capo, il prezzo più diffuso è
corta della carne bovina quello della categoria meno apprezzata (III). Spesso l’allevatore,
stimando un peso vivo per vacca di 600 kg e le spese di
Francesco Ansaloni trasporto e di macellazione, ricava poco più di 500 euro per
capo.

Introduzione Figura 1 - Prezzi medi alla produzione per bestiame bovino a peso vivo, capi da
macello

Larga parte delle indagini dedicate alla filiera corta tratta della 5

domanda dei consumatori declinata negli aspetti della qualità (in


particolare dei prodotti biologici), del rapporto qualità-prezzo e 4

della produzione locale (food miles) (Cagliero et al. 2005;


Gallerani 2008; Gardini et al. 2007; Giacomini, 2008; Guthrie et 3

al. 2006; Sini 2009). Dal punto di vista dei produttori agricoli,
invece, sono manifeste le insoddisfazioni per i ricavi realizzati in 2
relazione ai prezzi particolarmente insoddisfacenti delle materie
prime agricole. Questo studio tratta della convenienza 1
economica a trasformare in azienda capi vivi di bestiame e dei
fattori di sviluppo della filiera corta della carne. 0
Tra i fattori diffusamente considerati, atti a migliorare la Vacche I Vacche II Vacche III Vitel loni e Vitell oni e Vi tel li e Vitel li e Manze Vitell oni Vi tell oni

competitività della filiera della carne bovina, troviamo i contratti categor ia manzi I manzi II vi tel le I vi tell e II incr oci var i r azze
pr egi ate
di integrazione verticale, le associazioni di produttori e le ester e

cooperative. Oggi la trasformazione aziendale e la filiera corta Anno 2009, Mercato di Macerata
possono rappresentare una strategia interessante per Periodo dal 18/03 al 22/04 del 2009. Escluse: Iva e provvigioni. Tutte le categorie
aumentare il reddito degli allevatori. Tra gli esempi più si riferiscono a bovini di razza marchigiana, escluse le ultime due categorie non
interessanti dei prodotti di origine animale trasformati in azienda specificate.
Fonte: L’Informatore Agrario, 2009, numeri vari.
si ricorda la vendita del latte crudo che ha raggiunto i 1.241
distributori in 78 province (www.milkmaps.com/index.php). Sulla
base dei risultati di una recente indagine (Fantuzzi 2009, p.83),
si stima che in Italia siano venduti ogni anno con questo sistema I dati e la metodologia di analisi
di vendita oltre 40 milioni litri di latte. Anche considerando che
una parte dei distributori non sia attiva e che la vendita sia Le difficoltà di individuazione di aziende idonee e disponibili a
inferiore a quella stimata, il volume di latte venduto per anno è collaborare al progetto di ricerca e la mole di lavoro per la
comunque rilevante. Un altro caso interessante è quello della raccolta dei dati sono rilevanti. I dati qui utilizzati si riferiscono a
vendita diretta di latte fresco intero “Alta Qualità” pastorizzato ed due aziende: gli allevatori-trasformatori hanno sperimentato
imbottigliato in azienda e distribuito con “marchio commerciale nuovi prodotti ed hanno fornito i dati relativi all’anno 2007
dell’azienda agricola” (www.lemucchediguglielmo.it). attraverso ripetute interviste semi-strutturate in azienda basate
L’allevatore, in questo caso, produce 600 mila chilogrammi di su un questionario1. L’analisi economica ha riguardato solo
latte per anno e lo distribuisce presso 74 rivendite di Bologna e l’attività di trasformazione dal capo vivo al prodotto trasformato,
delle zone circostanti. Numerosi in tutta Italia, sono i casi della escludendo l’attività di allevamento.
vendita via Internet di carne fresca, tra i quali, ricordiamo Prober La prima azienda è localizzata in alta collina dell'Appennino
di Bologna che vende on line e provvede alla consegna a maceratese (Visso) e la clientela è locale (“rurale”). L’altra
domicilio (www.mangiotuttobio.it). Nelle Marche, si ricorda azienda è situata in collina (Fermo) e la clientela risiede nei
l’azienda Arca Felice (www.arcafelice.it). Tra i principali fattori centri urbani della costa adriatica (“urbana”). La superficie
che spiegano la diffusione della filiera corta troviamo il livello di foraggera dell’azienda “rurale” e di quella “urbana” è pari,
prezzo e l’incasso immediato del corrispettivo per le quantità rispettivamente, a 54,9 e 40,4 ha. I bovini allevati sono
vendute. Nel 2007 il 12,7 % dei 75 allevatori bovini da carne prevalentemente di razza marchigiana e sono presenti anche
biologici delle Marche che disponeva di oltre cinque ettari, capi di bestiame di altra specie. Il numero dei vitelloni trasformati
vendeva carne fresca ad un prezzo maggiore del 10-15 % circa per anno rispettivamente nell’azienda “rurale” ed “urbana”, sono
di quello della carne convenzionale venduta nelle macellerie pari a 24 e 30. Altri capi di bestiame macellati per anno nelle
locali al dettaglio (Ansaloni et al. 2008 a). Agli occhi due aziende ammontano a 6 vacche a fine carriera, 9 suini
dell’allevatore-trasformatore, questo livello di prezzo è leggeri,19 suini pesanti e 65 agnelli. Dai risultati ottenuti, il
estremamente interessante perché è in grado di coprire i costi vantaggio economico che deriva dalla trasformazione in azienda
totali aziendali di trasformazione. di un capo vivo in "carne fresca" e in altri "prodotti trasformati" è
Questo studio nasce da un progetto di ricerca svolto al fine di significativo.
valorizzare la carne bovina delle vacche marchigiane a fine In breve, il processo di trasformazione aziendale consiste nelle
carriera. L’obiettivo tecnologico consiste nel proporre dei seguenti attività: l’allevatore porta il capo vivo al mattatoio per la
miglioramenti delle tradizionali tecniche di trasformazione in macellazione e, successivamente, ritira le parti di carne in cui
azienda per la produzione di salami di carne bovina con i tagli viene tagliata la carcassa del capo macellato (mezzene).
del quarto anteriore, caratterizzati da una scarsa valorizzazione Successivamente, nel laboratorio aziendale, si provvede alla
commerciale. Le innovazioni di prodotto consistono invece nella trasformazione delle mezzene in carne fresca e in altri prodotti
formulazione di prodotti aziendali: salami, salsicce, (salsicce, salami, hamburger, macinato di carne, “magrella”).
“magrella” (che consiste in un pezzo anatomico intero, salato, L’allevatore, infine, vende la carne presso il punto vendita
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aziendale o la consegna a domicilio e può anche vendere dei Tabella 2 - Analisi della convenienza alla trasformazione aziendale di capi vivi in
carne ed altri prodotti trasformati, 2007
quarti di carne a famiglie, Gas (Gruppi di acquisto solidale),
mense scolastiche, ristoranti, aziende agrituristiche e macellerie Caso “rurale” Caso “urbano”
locali. prezzo, euro/kg prezzo, euro/kg
L’analisi si basa sul calcolo del costo di trasformazione di Capo di Capo
Var.% Var.%
aziendale (Cianferoni 1978; De Benedictis-Cosentino, 1979; trasform vivo (a-b)/b trasform vivo (c-d)/d
Giacinti, 1993; Zucchi, 2006; Ansaloni e Pyszny, 2008). Per a b* c d*
illustrare in sintesi la metodologia di analisi, esaminiamo i Carne fresca di
principali passaggi per il caso di una mandria di 30 vitelloni da vitellone 6,20 6,33 -2 9,43 7,43 27
trasformare in tagli di carne fresca. I prezzi considerati per Carne fresca di
vacca fine - - - 5,53 3,81 45
l’impiego dei mezzi tecnici per la trasformazione aziendale sono carriera
quelli di mercato. Sono stati considerati i costi fissi dei fabbricati, Salami di carne
impianti e macchine: quote di reintegrazione, manutenzione e vacca fine 7,22 5,36 35 9,83 6,89 43
carriera
assicurazione e gli interessi sul capitale. Per il lavoro,
indipendentemente dalla sua natura, familiare o esterna alla Magrella di
carne di vacca 14,20 5,36 165 8,47 6,89 23
famiglia, sono state conteggiate le ore effettivamente lavorate fine carriera
per un costo di 90 euro per addetto per 9 ore al giorno. I costi Carne fresca
2,77 2,10 32 6,07 5,36 13
suina
variabili sono quelli effettivamente osservati nelle aziende. Salami di carne
Per applicare il metodo di calcolo è indispensabile conoscere le suina 8,26 3,94 110 11,69 8,33 40
rese dei prodotti iniziali (capi vivi), secondari (mezzene) e Carne fresca di
6,28 4,96 27 8,10 7,23 12
agnello
terziari (quantità di carne per la trasformazione). Le maggiori
difficoltà consistono nella raccolta delle rese dei prodotti Carne fresca di
pollo - - - 4,19 2,22 89
intermedi e dei costi fissi per ognuno dei prodotti trasformati Carne fresca di
coniglio - - - 4,90 5,71 -14
delle diverse specie di animali allevate nelle aziende.
Per valutare se sia più conveniente vendere il capo vivo o *) Prezzo del capo vivo espresso in euro/kg di prodotto trasformato pronto per il
trasformarlo in carne fresca si confrontano due prezzi. Il primo è consumo
quello di vendita di mercato del capo vivo: esso ammonta a 7,43
euro/kg espresso in termini quantità di carne pronta per il Per quanto riguarda la copertura dei costi, i prezzi considerati
consumo. Considerando la media di 319,20 kg totali per capo, il per il calcolo del costo di trasformazione aziendale sono quelli di
ricavo medio per capo è pari a 2.371 euro. Il secondo prezzo, mercato. Nelle imprese familiari, invece, spesso il produttore è
detto “prezzo di trasformazione” è quello incassato per la disponibile ad accettare una remunerazione inferiore a quella di
vendita della carne fresca trasformata in azienda e pronta per il mercato per alcuni fattori di produzione, tra cui, il proprio lavoro
consumo. Esso ammonta a 9,43 euro/kg (Tabella 1). e quello dei familiari ed i costi fissi (lavoro direttivo, quote, su
valorizzazione del capitale, uso del laboratorio, ecc.).
Tabella 1 - Vendita e trasformazione aziendale di capi adulti bovini di 760 kg di Per quanto riguarda i prodotti analizzati, risulta rilevante la
peso vivo in carne fresca, 2007 (euro) convenienza economica alla trasformazione aziendale per la
Per kg di carne per il “magrella” di carne di vacca a fine carriera e per i salami di
Mandria Per capo
consumo carne suina e di carne di vacca a fine carriera. In particolare, nel
Vendita caso del mercato c.d. “rurale”, la differenza tra prezzo di
Importo 71.130 2.371 7,43 trasformazione e di vendita del capo vivo per la “magrella”
Trasformazione ammonta a 8,83 euro/kg. Solo nel caso di un prodotto per ogni
a b = a / 30 c = a / 9.576 *
azienda presenta una differenza negativa. Nel caso dell’impresa
operante nel mercato rurale, tale prodotto è la carne fresca di
Vendita 124.488 4.150 13,00
Costi fissi 15.302 - 510 1,59 vitellone, per cui la differenza è recuperabile con un modesto
Costi variabili 18.898 - 630 1,97 incremento del prezzo di vendita (che risulta inferiore del 30 % a
Valore di
90.288 = 3010 9,43
quello fissato dal caso dell’impresa operante in un contesto
trasformazione urbano). Nel caso del mercato urbano tale prodotto è la carne di
coniglio, che mostra una piccolissima incidenza sul fatturato
*) Il valore 9.576 rappresenta il peso in kg del prodotto finale trasformato (carne totale.
fresca) pronto per il consumo: peso inferiore a quello delle mezzene poiché sono
eliminate le parti non edibili. Il peso delle mezzene ammonta infatti a kg 13.680, Se i risultati economici sono interessanti, occorre però dedicare
pari al 60% circa del peso vivo dei capi della mandria portati alla macellazione (kg. attenzione ai fattori che possono favorire lo sviluppo delle attività
22.800). di trasformazione e vendita diretta (Ansaloni et al. 2008 b):
(a) Domanda dei consumatori. Il livello di fedeltà dei clienti,
Se il “prezzo di trasformazione” è maggiore del “prezzo di grazie soprattutto al rapporto diretto di vendita ed al “passa
mercato” del capo vivo (espresso in carne fresca) conviene parola”, è fondamentale. Spesso il prezzo di vendita è maggiore,
procedere alla trasformazione. Nel nostro caso, la differenza o uguale, a quello del prodotto convenzionale di qualità venduto
ammonta a più di 2 euro/kg quindi conviene trasformare in presso i negozi locali al dettaglio;
azienda il capo vivo in carne fresca. (b) Bisogno dell’allevatore di aumentare il reddito. Questo
obiettivo può essere raggiunto riducendo il costo di produzione o
con la diversificazione. La scelta di ridurre il costo riflette una
Risultati: limiti e opportunità del mercato forte specializzazione produttiva, tipica dell'impresa con salariati
marchigiano interessata alla riduzione dei costi fissi per unità di prodotto. La
diversificazione, invece, consiste nell’aumento delle risorse
impegnate nella produzione e/o nella differenziazione delle
La metodologia adottata per l'analisi della trasformazione dei
attività produttive aziendali. Questa scelta si osserva soprattutto
capi bovini vivi in carne fresca è stata applicata anche per altri
nelle piccole aziende che si distinguono per la limitata
prodotti bovini e per altre specie animali allevate nelle due
dimensione economica, soprattutto a causa della scarsa
aziende: salami, salsicce, hamburger, macinato di carne e
dotazione fondiaria, che non consente di ampliare la mandria, e
"magrella". I risultati economici dei due casi di studio per
per la presenza talvolta di lavoro familiare in eccesso rispetto al
numerosi differenti tipi di prodotti trasformati sono positivi
normale fabbisogno aziendale. In generale, alla piccola impresa
(Tabella 2).
familiare interessa soprattutto aumentare il reddito netto
complessivo ed impiegare tutto il lavoro familiare disponibile: in
Pagina 76 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

altre parole, si tratta di evitare di lasciare inutilizzato del lavoro carne bovina marchigiana è interessante perché è realizzata con
familiare e, per questo, l’allevatore è disposto ad accettare una un metodo di allevamento in larga parte in equilibrio con
sottoremunerazione del lavoro; l’ambiente e soddisfa il requisito della prossimità, coniugando la
(c) Tecnica di produzione. Impossibilità, o scarsa convenienza, sostenibilità ambientale tanto nella produzione (azienda
ad adottare metodi di produzione intensivi per le aziende agricola) che nella trasformazione e nella distribuzione agro-
localizzate nei territori collinari e montani; alimentare. I dati statistici del comparto bovino marchigiano
(d) Disponibilità di risorse a costo zero. Riconversione di confermano questa impressione del consumatore. Escludendo
fabbricati rurali e impiego di materie prime a costi praticamente le classi di aziende sotto 5 ha di Sau, si registra una intensità di
nulli in quanto altrimenti non utilizzabili (tra queste, ad esempio, allevamento media pari a 0,78 capi per ettaro di Sau, indice di
il grasso suino per la produzione di salami); una tecnica di allevamento non intensiva e in equilibrio con
(e) Attrattiva del paesaggio. Agli occhi del consumatore la l’ambiente.
bellezza del paesaggio nel quale è inserita l’azienda
contribuisce a rafforzare l’immagine di qualità dei prodotti
venduti. Considerazioni conclusive
I principali limiti allo sviluppo di tali attività sono invece i
seguenti: Questo studio basato, sui dati di due aziende con allevamento,
• Complessità dell’organizzazione. L’attività di trasformazione certamente non è rappresentativo dell’intera realtà marchigiana,
non è una semplice integrazione di quella dell’allevamento, ma offre risultati interessanti che testimoniano che la
ma è l’aggiunta di una nuova attività d’impresa rispetto a trasformazione aziendale dei capi vivi in carne fresca ed altri
quella agricola tradizionale: una nuova attività autonoma e prodotti, e la vendita diretta, rappresentano una strategia
indipendente il cui rischio tecnico ed economico è sostenibile di miglioramento del reddito, e stimola alla
consistente. In particolare, ciò è confermato dalla rilevante prosecuzione dell’analisi.
quantità di lavoro necessaria; Un quesito cui appare interessante cercare di rispondere è il
• Gestione dell’offerta. L’allevatore che intendesse avviare in seguente: in prospettiva, su quali strategie si può investire per
proprio questa attività, per prima cosa dovrebbe essere in aumentare il reddito degli allevatori di bovini da carne, in
grado di garantire al consumatore la reperibilità costante di particolare per i capi a fine carriera scarsamente valorizzati dal
carne. Per questo, l’azienda dovrebbe al minimo essere in punto di vista commerciale, ed offrire ai consumatori dei prodotti
grado di vendere una mezzena per settimana, pari circa a di qualità? Le riflessioni nate da questo studio, circa le strategie
26 capi macellati per anno, considerando i maschi, le possibili per raggiungere il risultato, vanno lette in funzione della
femmine ingrassate e le vacche a fine carriera. La dimensione delle aziende. La trasformazione aziendale e la
dimensione minima della mandria bovina totale per azienda, vendita diretta sono soluzioni che, per le difficoltà tecniche ed
pertanto, dovrebbe ammontare almeno a 40 capi. Le organizzative che implicano, come la promozione del servizio di
aziende marchigiane con allevamento bovino ammontano a vendita presso i consumatori urbani, non possono essere
2.941 e possiedono complessivamente 74.139 capi (Istat consigliate a qualsiasi allevatore.
2007). Le vacche da latte ammontano solo a 4.627 capi. Le Il progetto di ricerca di carattere micro economico da cui è nato
aziende collocate nella classe da 50 capi bovini ed oltre questo studio ha indicato alcune soluzioni tecnologiche e
sono 272, pari al 9,2 % del totale e possiedono 37.402 capi, commerciali per valorizzare la carne dei capi a fine carriera ma,
il 50,4 % del totale. Per i piccoli allevatori, un’alternativa che soprattutto - in un contesto produttivo agricolo sempre più
viene spesso suggerita è quella della costituzione di globalizzato, intensivo e tecnologico - ha mostrato,
associazioni di allevatori o, in alternativa, la creazione di indirettamente, che “il vero problema” per la nostra società è
una rete di allevatori-venditori che potrebbe delegare ad un quello, di sfruttare l’opportunità offerta dalla risorsa “agricoltura
laboratorio locale di trasformazione extra-aziendale, la locale” che si distingue per il sistema di produzione in equilibrio
lavorazione delle mezzene e la preparazione dei prodotti con l’ambiente. Questa testimonianza del valore dell’agricoltura
trasformati. Spesso, infatti, il piccolo numero di capi allevati locale è manifestata dall'elevata fedeltà dei consumatori che
è insufficiente a coprire i costi fissi di un impianto di acquistano direttamente presso queste aziende. L’agricoltura
trasformazione aziendale. I prodotti trasformati che locale soddisfa la domanda di partecipazione del consumatore
necessitano di stagionatura, tra i quali la “magrella” e gli (nello stesso tempo beneficiario e attore), in quanto,
insaccati, potrebbero tornare nelle aziende per la privilegiando la scelta del prodotto a chilometro zero,
maturazione e per la vendita diretta. La carne fresca, contribuisce alla sostenibilità ambientale (Franco, 2007).
invece, potrebbe essere stoccata e congelata presso le
celle frigorifere del laboratorio extra-aziendale in attesa di
raggiungere il volume minimo necessario per la vendita e/o Note
la trasformazione, per esempio in “bovella” e salami cotti. 1
Si ringraziano gli allevatori-trasformatori per la fornitura dei dati aziendali e la
Dal punto di vista del consumatore, in particolare quello di Regione Marche per il sostegno finanziario al progetto di ricerca "Recupero dei
tipo salutista, i prodotti cotti (“bovella” e salami cotti) sono bovini a fine carriera", BRS LR 37/99 2007-2009.
apprezzati perché più magri di quelli corrispondenti di carne
suina, realizzati con tecniche di allevamento e di
trasformazione non industriali e di origine perfettamente Riferimenti bibliografici
riconoscibile;
• Promozione al consumo. Le istituzioni pubbliche potrebbero • Ansaloni F., Pyszny F., Testa, U. (2008 a) "Market
stimolare la domanda di carne locale organizzando corsi di Relationship Organic Beef Cattle Breeders in the Region of
educazione alimentare per gli studenti e promuovendo The Marches (Italy)", 16th IFOAM Organic World Congress,
campagne pubblicitarie per informare i consumatori della Modena, Italy.
qualità dei metodi di allevamento in equilibrio con l’ambiente • Ansaloni F., M. Chiorri, F. Galioto, G. Guccione, A. Menghi,
e dei vantaggi dell’origine locale dei prodotti. I Comuni, F. Pyszny, G. Schifani (2008 b) "Strategie imprenditoriali
infine, potrebbero semplificare le procedure amministrative delle aziende zootecniche biologiche", Atti del 3° Workshop
per il rifornimento delle mense i cui capitolati di acquisto a GRAB-IT, Sostenibilità e qualità delle produzioni agricole
volte privilegiano il minor prezzo e gli acquisti cumulativi di biologiche, Roma, pagg.113-117.
merce varia a svantaggio del prodotto specifico carne • Ansaloni F., Pyszny F. (2008) "Il reddito delle aziende da
fresca, della qualità e della provenienza. carne aumenta con la filiera corta", L'Informatore Agrario,
In generale, agli occhi dei consumatori, la filiera corta della n.33: 25-28.
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 77

• Boatto V., Rossetto L., Trestini S. (2008) "Il futuro della filiera pieno titolo in quella che viene chiamata l’agricoltura sociale,
della carne bovina italiana tra disaccoppiamento e politiche tematica dibattuta, ma non abbastanza, anche in Calabria.
di interazione", AgriRegioniEuropa, Anno 4, n.13. Il lavoro analizza le strategie messe in campo per innescare
• Cagliero R., Trione S. (2005) "La filiera corta: una risposta comportamenti virtuosi, orientati a cooperare, a costruire
alle criticità e alle potenzialità dell'allevamento bovino imprese, mercato e lavoro per contrastare e sconfiggere
biologico da carne", in La zootecnia biologica bovina e suina comportamenti mafiosi. L’idea che sta alla base di questa
in Italia, a cura di Povellato A., INEA, Ed.ESI, pagg.205-234. analisi, ancora in corso, è che il lavoro e l’impresa possano
rappresentare il rimedio al sottosviluppo e al malessere sociale
• Cianferoni R. (1978) Guida allo studio dell'Economia e
della Calabria.
politica agraria, Cedam, Padova.
• De Benedictis, M., Cosentino V. (1979) "I metodi di
pianificazione parziale" in Economia dell'azienda agraria, Il contesto
pagg. 601-605, Il Mulino.
• Fantuzzi S. (2009) "La diffusione della filiera corta agro- Il lavoro presenta le prime riflessioni sull’analisi di due casi
alimentare e le prospettive di sviluppo nel territorio", studio in Calabria effettuata attraverso una serie di interviste
Dottorato di Ricerca in Zooeconomia, Università di Bologna. qualitative e lo studio di documenti e testi ufficiali.
• Franco S. (2007) "Agricoltura biologica e “food miles”: la crisi Senza ripercorrere la storia delle trasformazioni sociali ed
di un matrimonio di interesse", AgrRegioniEuropa, Anno 3, economiche in Calabria, basti qui ricordare che nei contesti in
n.10. cui operano le due cooperative convivono problematiche comuni
• Gallerani V. (2008) Agricoltori nuovi protagonisti del mercato, (isolamento, elevati tassi di disoccupazione, lavoro nero, tessuto
L'Informatore Agrario, 34: 7. economico debole, presenza della ‘ndrangheta, ecc.) e sistemi
economici, assetti dei rapporti sociali, infrastrutturazione del
• Gardini C., Lazzarin C. (2007) "La vendita diretta in Italia",
territorio per certi versi opposti. Le ragioni di queste differenze
AgriRegioniEuropa, Anno 3, n.8. vanno ricercate, tra le altre cose, nella particolare fisionomia
• Giacomini C. (2008) Lotta al caro-prezzi e filiera corta, della struttura economica della Piana di Gioia Tauro, che
L'Informatore Agrario, 33: 14. rappresentava, nei secoli passati, una delle zone più ricche della
• Giacinti R. (1993) L'amministrazione economica dell'azienda Calabria e maggiormente integrate nel mercato nazionale e
agraria, pagg. 155-156, F.Angeli. internazionale (presenza di una relativa diversificazione delle
• Guthrie J., Guthrie A. & Lawson R., Cameron A. (2006) attività produttive e di un’agricoltura intensiva di esportazione),
"Farmers’ markets: the small business counter-revolution in contrapposta all’agricoltura estensiva del latifondo tipica delle
food production and retailing", British Food Journal, Vol. 108 colline joniche e dell’agricoltura contadina di autoconsumo delle
n.7, pp. 560-573. aree più interne, come quella della Locride.
• ISTAT (2007) http://www.istat.it/dati/dataset/20090120_01/ Si tratta oggi di aree in ritardo di sviluppo, la Locride, e in
indexep.html declino, la Piana di Gioia Tauro, dove storicamente la logica
dell’impresa è stata fortemente condizionata dai trasferimenti
• Sini M.P. (2009) "Aspetti del dibattito sulla “filiera corta”",
pubblici e dalla presenza della mafia, e dove la cooperazione ha
AgriRegioniEuropa, Anno 5, n.16.
trovato un’espressione molto limitata.
• Zucchi G. (2006) Zooeconomia, Economia del sistema delle Negli anni Settanta, con la crisi economica internazionale, in
produzioni animali, pagg.258-259, Ed. Avenue Media. Calabria, e in particolare nelle due aree prese in considerazione,
pur in assenza di progetti di industrializzazione e di
programmazione, è venuto meno definitivamente il mezzogiorno
Agricoltura e legalità in due rurale e contadino in assenza di politiche di sviluppo, e si è
assistito ad una espansione del terziario, ad una tendenza
contesti calabresi a forte all’acutizzarsi della sottoccupazione e della disoccupazione cui
emergenza mafiosa si è risposto con l’assistenzialismo diffuso (Bevilacqua e
Placanica, 1985). Ha preso forma il complicato combinarsi di un
Giuliana Paciola apparato politico e burocratico solo esteriormente moderno con
una pervicace personalizzazione e privatizzazione delle
Istituto Nazionale Economia Agraria istituzioni pubbliche. Il controllo delle risorse da parte del potere
politico ha prodotto uno scarso orientamento delle produzioni al
mercato, redditi e occupazioni non autonome dai sussidi statali,
un eccesso di strutture di redistribuzione e un deficit di strutture
Introduzione1 di produzione, con una dipendenza asfissiante da reti di
relazioni verticali e con una povertà di reti orizzontali tra imprese
L’obiettivo principale di questa testimonianza è quello di e istituzioni regionali.
sollecitare una riflessione sulle prospettive e sulle sfide che In tale contesto, si è rafforzato il potere mafioso che si è
stanno di fronte alle strategie di impresa e alle politiche riorganizzato partecipando direttamente all’attività politica e
pubbliche per l’agricoltura destinate alle aree rurali in contesti connettendola sempre più al circuito degli affari (Arlacchi, 1980).
territoriali con una forte presenza della mafia. La ricerca, in La rappresentazione che oggi prevale è che, indipendentemente
questi contesti, è fondamentale perché può fornire un supporto da quali siano le modalità adottate per intervenire in queste aree
al processo di cambiamento, ripensando obiettivi, strumenti, – dall’alto o dal basso –, nulla possa cambiare. Né dall’alto né
modelli interpretativi, fabbisogni informativi e assetti istituzionali. dal basso, in definitiva, si è capaci di smuovere, di rivitalizzare,
Le esperienze di cooperazione prese in esame sono entrambe forse addirittura, al punto in cui siamo, di rifondare una società
localizzate nella provincia di Reggio Calabria: la Cooperativa che sembra inamovibile nei suoi caratteri di arretratezza sociale
“Valle del Marro” è una cooperativa sociale di tipo B formata da ed economica.
giovani provenienti dal territorio, che ha sviluppato piani di La grande vera sfida che la Calabria e le due aree in particolare
impresa nel settore agrobiologico, rendendo produttivi terreni hanno di fronte è dunque quella di contribuire a costruire
agricoli confiscati alla mafia; la Cooperativa “Valle del strutture istituzionali pubbliche efficienti ed efficaci, norme e
Buonamico” nasce invece come vera e propria azienda agricola valori condivisi ed economie di mercato. Ma lavorare sulla
per la coltura in serra di piccoli frutti. Nel panorama regionale trasformazione della società e delle istituzioni non è per niente
rappresentano due esempi di sviluppo economico e, soprattutto, facile e scontato. Per questo motivo, azioni che incoraggiano la
sociale delle aree in cui intervengono. Esse inoltre, rientrano a modifica dei comportamenti e delle relazioni tra soggetti in
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direzione dello sviluppo assumono un ruolo decisivo per le aree politica assistenziale.
a forte presenza mafiosa. L’analisi dei due casi di studio fa Con l’ausilio ed il supporto tecnico di agronomi, messi a
emergere una forte azione innovativa e di rottura grazie disposizione dell’Associazione Libera infatti, la cooperativa ha
all’esperienza cooperativistica che entrambe hanno scelto. delineato il proprio piano colturale:
Come sostenuto da Axelrod nella sua Teoria dei giochi (Axelrod, • nei terreni di Oppido Mamertina (circa 12ha) è stata ripresa
1984), l’analisi ha cercato di dimostrare che persino in un la coltura olivicola per la produzione di olio di qualità,
ambiente ostico (così può essere considerato quello in cui mediante operazioni di potatura e di reimpianto della cultivar
operano entrambe le cooperative) l’‹‹evoluzione della autoctona “ottobratico”, da cui estrarre un olio extravergine
cooperazione è possibile […] un piccolo gruppo di neofiti che in regime di agricoltura biologica di alta qualità;
usano il concetto di reciprocità può invadere una popolazione di • sui terreni di Gioia Tauro (circa 14 ha.) vengono coltivati
prepotenti››. ortaggi, melanzane e peperoncino con il metodo
dell’agricoltura biologica che vengono commercializzati sia
come prodotti freschi che trasformati sott’olio. I prodotti sono
I casi studio commercializzati con il marchio Libera Terra, un marchio
che sottolinea il valore aggiunto di simili prodotti, in quanto
La Cooperativa Valle del Marro rappresentano al consumatore il successo dell’azione
antimafia dato dal riutilizzo dei beni confiscati.
La cooperativa Valle del Marro è la prima cooperativa calabrese La Valle del Marro attua una politica della distribuzione rivolta
che coltiva terreni confiscati alle organizzazioni criminali nei essenzialmente alla catena delle botteghe del biologico
comuni di Gioia Tauro, Rosarno e Oppido Mamertina. Si è specializzato, le botteghe del commercio equo e solidale in cui
costituita il 13 Dicembre del 2004 grazie al supporto meglio si rappresentano le esigenze di questo tipo di
dell’Associazione Libera fondata da Don Ciotti che è da anni consumatori. Rilevante è tuttavia anche l’interesse manifestato
impegnata nell’attuazione della legge n. 109/96 relativa da alcuni comparti della GDO nei confronti dei prodotti di qualità
all’utilizzo a fini sociali dei terreni confiscati alla mafia. e biologici che hanno un ulteriore valore aggiunto che è quello
La Valle del Marro è per questi territori la prima esperienza di del riscatto sociale dal condizionamento delle organizzazioni
giovani disoccupati che investono risorse e competenze su criminali. Inoltre sempre più diffusa è la nascita dei GAS (Gruppi
terreni confiscati, puntando ad ottenere prodotti nel rispetto della di Acquisto Solidale) che rivolgono la loro attenzione verso
legalità, dell’ambiente e della salute dell’uomo. Prodotti capaci di questo tipo di prodotti a forte contenuto etico. Oggi l’azienda,
stare sul mercato per l’alta qualità, la genuinità e il forte che occupa 11 persone, oltre a svolgere attività agricola si
contenuto etico. propone di coniugare la salvaguardia e il rilancio delle antiche
La maggiore problematica che i giovani soci hanno dovuto culture contadine di questi luoghi con la promozione dei valori
affrontare ha riguardato soprattutto le ingenti spese che la della legalità gettando solide basi di giustizia sociale attraverso
cooperativa ha dovuto sostenere per rendere coltivabili terreni la stipula di convenzioni con le scuole e la promozione di
che versavano in uno stato di abbandono da diversi anni, in percorsi di conoscenza del territorio.
mancanza di finanziamenti pubblici specifici necessari per i primi
investimenti strutturali. I terreni assegnati dai Comuni, infatti, si La Cooperativa Valle del Bonamico
trovavano in condizioni di totale improduttività a causa del lungo
periodo di abbandono intercorso tra la data del sequestro (27
La Cooperativa Valle del Bonamico opera in un’area compresa
marzo 1984), la data di confisca definitiva (7 aprile 1994), la
tra i Comuni di San Luca, Platì, Africo e Bovalino. Si costituisce
data di assegnazione (26 aprile 1999) e di consegna al Comune
il 21 ottobre del 1995 per volontà di S.E. Monsignor Giancarlo
(27 luglio 1999) ed infine la data di assegnazione dei terreni alla
Maria Bregantini, vescovo di Locri-Gerace, oggi Presidente
cooperativa (febbraio 2005). Questo stato di cose ha imposto
Onorario, con lo scopo di creare opportunità occupazionali per i
interventi radicali di carattere straordinario con continui
giovani disoccupati provenienti dai centri dove il rischio di
investimenti per l’attivazione del ciclo economico, causando una
marginalità e di devianza mafiosa è molto elevato coinvolgendo
situazione iniziale di mancato reddito. I capitali richiesti non
soggetti a forte rischio mafioso (soprattutto giovani ex detenuti e
erano nella disponibilità dei soci che avevano già affrontato
appartenenti a famiglie locali ritenute affiliate alla mafia).
l’enorme sforzo dell’autofinanziamento. In tale situazione è di
Fin dal 1997 la cooperativa ha intrapreso un percorso di
fondamentale importanza lo strumento dell’accesso al credito.
collaborazione con la Cooperativa Sant’Orsola di Pergine
Ma anche in questo ambito notevoli sono state le difficoltà legate
Valsugana (TN), la quale ha inviato i propri tecnici in Calabria,
all’impossibilità di utilizzare i terreni agricoli in questione per
trasferendo tutto il know-how necessario per iniziare la
offrire delle garanzie reali agli istituti di credito che danno scarsa
coltivazione dei piccoli frutti in serra.
affidabilità alla forma contrattuale del comodato d’uso gratuito.
Utilizzando gli strumenti finanziari messi a disposizione con il
Superate le iniziali difficoltà i soci della cooperativa, oltre
POM 1994-1999 relativi all’ammodernamento delle aziende
all’attenzione per la vendita sul mercato dei loro prodotti, hanno
agricole, la cooperativa ha iniziato la fase sperimentale di
oggi anche altri obiettivi, altre motivazioni. La cooperativa
produrre piccoli frutti in serre, di creare imprenditorialità e posti
condivide con Libera lo scopo di perseguire attività di
di lavoro. In seguito, la cooperativa, venuta a conoscenza delle
promozione sociale e culturale finalizzate alla crescita della
opportunità offerte dal POR Calabria 2000-2006, ha elaborato e
cultura della legalità. La promozione di un protocollo di legalità
realizzato il Progetto Integrato di Filiera (PIF) “frutticoltura in
con altre imprese, all’interno di accordi economico-produttivi
coltura protetta”, che ha permesso alla cooperativa di
richiama ad un impegno reciproco per l’affermazione della
consolidare il proprio operato. Il PIF è stato calato, quindi, in una
legalità sul fronte del diritto al lavoro, della tutela ambientale e
situazione già organizzata. Pur tuttavia, questa modalità di
della trasparenza a tutti i livelli. Aprirsi dunque al territorio,
attuazione è risultata un’occasione per dare logicità al percorso
condividere con il territorio l’esperienza imprenditoriale e il
intrapreso. Avviata l’attività con meno di 5 mila mq. di serre,
bagaglio di valori ed idealità. E soprattutto rompere con l’idea
grazie al PIF le serre hanno raggiunto una superficie di 400 mila
che lo sviluppo possa venire dall’esterno e per le vie
mq. e occupato 19 giovani del luogo.
dell’assistenzialismo. I giovani sono pienamente consapevoli
Come abbiamo accennato, l’attività iniziale della cooperativa
che la chiave dello sviluppo autentico della Piana resta nel
riguardava la coltivazione di piccoli frutti in serra; in seguito sono
territorio e che quindi hanno futuro solo proposte ancorate alla
nate per filiazione altre esperienze di cooperazione e da tre anni
dimensione locale, centrate sulla valorizzazione delle risorse
le cooperative della diocesi di Locri hanno dato vita al consorzio
dell’area.
Goel. Il nome “Goel” ha radici bibliche e sta a significare la
La cooperativa svolge attività agricola effettiva, reale, alternativa
funzione di liberazione e riscatto che intende rivestire il
alle imprese dalle produzioni fittizie, inserite in un contesto di
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 79

consorzio nei confronti delle fasce sociali escluse ed emarginate L’indagine ha dimostrato che, utilizzando i beni confiscati o
del territorio. coinvolgendo i giovani del luogo in attività produttive, è possibile
Il Consorzio ha elaborato una carta dei valori della cooperazione raggiungere un obiettivo che tenda a creare impresa e
sociale che funge da riferimento e guida. Ha inoltre presentato ai occupazione e nel contempo provochi una rottura culturale
Comuni della Locride una Carta dei Principi per i Piani di Zona indispensabile per combattere la mafia.
dove vengono sintetizzati criteri e principi di politiche sociali di Le cooperative, formate da giovani del territorio che con la loro
cui il Consorzio stesso si fa promotore. scelta netta e inequivocabile decidono da quale parte stare,
In pratica, le cooperative del Consorzio Goel hanno creato una rompono una forte collocazione culturale dell’onnipotenza
grande rete di iniziative solidali che scuotono le coscienze mafiosa, della logica del compromesso e dell’apatia del quieto
offrendo opportunità di lavoro. vivere.
Le attività del consorzio hanno creato circa 200 posti di lavoro in Le due cooperative però scelgono due strategie differenti: agire
una zona ad altissimo tasso di disoccupazione e dove la in totale contrapposizione (Valle del Marro) oppure contaminarsi
disoccupazione giovanile crea terreno fertile di cultura per la ed entrare in contatto con quella parte di società che adotta
manovalanza mafiosa. La composizione sociale attualmente è comportamenti e regole illegali (Valle del Buonamico).
composta da 19 soci di cui 12 sono aziende con superficie da 1 Questo modo di operare ha scatenato dinamiche varie e
a 5,8 ettari. Sono coinvolte circa 500 famiglie della zona, molte complesse. L’agire di questo tipo di imprese rivela percorsi
delle quali hanno congiunti in carcere o sono ex detenuti per originali e pratiche innovative che, con riferimento al
reati di mafia. Inoltre, tante donne sono impiegate nella raccolta coinvolgimento di soggetti svantaggiati nelle attività agricole,
dei piccoli frutti potrebbero suggerire di definire queste imprese come
Ormai è evidente che il Consorzio e tutti i suoi soci sono divenuti “diversamente agricole”.
una grande e scomoda anomalia nel territorio. La gente L’analisi di queste realtà imprenditoriali stimola anche
apprezza e le forze sane della Calabria cominciano a pensare approfondimenti di taglio più teorico in merito a categorie
che forse è veramente possibile cambiare, che ci sia un modo analitiche rimaste ai margini del dibattito sulle “moderne” forme
etico di fare imprenditoria che rimette in discussione le ormai di agricoltura quali la produzione congiunta, le economie di
consolidate regole del gioco. scopo, la responsabilità sociale d’impresa, le reti locali, o la
Le cooperative sociali della Locride – facendo impresa e dando revisione della definizione di competitività e innovazione o degli
lavoro in modo etico, rapportandosi con la politica in modo assetti istituzionali e della governance.
trasparente, facendosi carico dell’emarginazione sociale dei
territori, costruendo nuove vie di sviluppo locale – non fanno
antimafia, sono l’antimafia. Note
1
Per ulteriori approfondimenti del lavoro, si rimanda a: Gaudio G. e Paciola G.
(2009), “Sviluppo rurale, agricoltura e legalità. Nelle terre dove la mafia è spesso
I processi di cambiamento presente e lo Stato latitante”, relazione presentata al Convegno di Studi rurali su
“Ripensare il rurale: nuovi bisogni, innovazioni e opportunità per lo sviluppo
Il ruolo che svolgono le cooperative allo studio è molto sostenibile del territorio”, 25-27 giugno 2009, Altomonte (CS): http://
www.sociologia.unical.it/convegno%20studi%20rurali/papers/papers.htm
importante e va al di là degli aspetti strettamente economici,
poiché entrambe hanno anche obiettivi di carattere etico,
solidale e di sviluppo sociale del territorio. Riferimenti bibliografici
La scelta è ricaduta su queste due cooperative, innanzitutto,
perché entrambe operano con un’attività innovativa e complessa
• Bevilacqua P. e Placanica A. (1985), a cura di, Storia d’Italia.
in una zona ad elevata emergenza socio-economica e ad
Le regioni dall’unità ad oggi. La Calabria, Einaudi, Torino.
elevata presenza della criminalità organizzata. In secondo
luogo, perché si prefiggono di raggiungere, accanto ad obiettivi • Arlacchi P. (1980), Mafia contadini e latifondo, Il
di carattere economico, quello più ambizioso di risanamento Mulino,Bologna.
sociale. In terzo luogo, perché pur partendo da obiettivi comuni • Axelrod R. (1984), The Evolution of Cooperation, Basic
(l’impegno sociale e culturale come forma di resistenza al potere Books, New York.
mafioso, introduzione di elementi di rottura e di trasformazione • Paciola G. e Giannotta P., (2009) a cura di, L’altra
del contesto socio-economico), utilizzano strategie diverse e per agricoltura…verso un’economia rurale sostenibile e solidale,
certi versi contrapposte per il raggiungimento dei medesimi INEA, Roma.
obiettivi.

Agricoltura e Alimentazione
Principi e regole della qualità
Disciplina internazionale, comunitaria, nazionale
Convegno internazionale organizzato da
IDAIC - Università di Macerata - AIDA
Macerata, 9 - 10 ottobre 2009
Facoltà di Scienze Politiche
Pagina 80 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

Rapporto sullo stato dell’agricoltura 2009


Istituto Nazionale Economia Agraria

Il Rapporto offre una sintesi dei principali andamenti del sistema


agroalimentare nazionale, non solo in relazione ai risultati economici
ma anche in riferimento alle sue connessioni con il territorio e
l’ambiente. In particolare, mette in evidenza come la crisi economica del
settore agroalimentare sia cronologicamente iniziata prima di quella
generale. I prezzi dei prodotti agricoli mondiali, infatti, avevano già nel
2005 dimostrato una certa volatilità delle quotazioni.
Le difficoltà hanno investito sia il mercato interno che quello esterno,
mettendo a nudo le debolezze strutturali e organizzative più significative
del nostro tessuto produttivo.
Il quadro che emerge dal Rapporto offre spunti di riflessione
particolarmente rilevanti anche alla luce del dibattito che nei prossimi
mesi investirà il futuro della politica agricola comunitaria. Un dibattito
che vede in campo posizioni tra loro variegate e che non esclude la
possibilità di lasciare maggiore autonomia agli Stati membri nella
definizione di strumenti e misure di intervento.

Il sistema agroalimentare in Italia


I grandi cambiamenti e le tendenze recenti
A cura di Roberto Fanfani

Un profilo del sistema agroalimentare italiano che affronta i grandi


cambiamenti e le tendenze recenti. Una analisi puntuale sulle
prospettive di sviluppo che possono rappresentare un punto di
riferimento importante per il settore agroalimentare e fornire un
contributo per la buona riuscita dell’Expo 2015 che ha scelto
l’agroalimentare e l’alimentazione come punto centrale dell’esposizione
internazionale.
Il passaggio da un’agricoltura tradizionale all’affermazione di una
industria alimentare sempre più importante ha portato alla ribalta un
mosaico di situazioni caratterizzate da produzioni alimentari tipiche e di
qualità. La saturazione dei livelli alimentari e i cambiamenti dei modelli
di consumo e delle abitudini alimentari degli italiani, assieme
all’affermarsi della grande distribuzione a scapito dei negozi tradizionali,
hanno cambiato i rapporti fra gli attori e componenti della catena
alimentare. La progressiva apertura verso i mercati esteri ed in
particolare quelli dell’Unione Europea ha determinato il pieno
inserimento del sistema agroalimentare italiano nel contesto
internazionale con una crescita rilevante delle esportazioni anche se
resta un cronico deficit nella bilancia agroalimentare del paese.

Politiche forestali e sviluppo rurale


Situazione, prospettive e buone prassi
A cura di Luca Cesaro e Raoul Romano

Istituto Nazionale Economia Agraria

Negli ultimi decenni le politiche per il settore forestale, sia a livello


nazionale sia al più ampio livello comunitario e internazionale, sono
state oggetto di una importante revisione che ha comportato una
modifica del contesto giuridico e normativo, ed una riconsiderazione del
tradizionale ruolo produttivo svolto dalle foreste. Questo ha condotto ad
una progressiva crescita di importanza delle funzioni sociali ed
ambientali del bosco. Le produzioni di beni e servizi senza prezzo
(ambiente, paesaggio, biodiversità, protezione del suolo) che in passato
venivano in molti contesti considerate secondarie rispetto alla
produzione di legname hanno assunto una nuova importanza sia nelle
scelte decisionali a livello micro, sia nella formulazione delle politiche
settoriali e di sviluppo regionale.
Il Quaderno rappresenta il primo lavoro di approfondimento tematico
nell’ambito delle attività di ricerca svolte dall’Osservatorio Foreste
dell’INEA, e ha lo scopo di fornire una prima analisi degli interventi
forestali previsti per il nuovo periodo di programmazione 2007-2013 dal
regolamento comunitario per lo Sviluppo Rurale 1698 del 2005. La
pubblicazione rientra nell’ambito del Progetto “Osservatorio politiche
strutturali” (D.M. 6827 del 17 luglio 2008).
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 81

Redditività, qualità e sicurezza nel comparto


delle carni bovine in Italia
a cura di Roberto Henke e Maria Carmela Macrì

Istituto Nazionale Economia Agraria

Il volume raccoglie l’attività svolta dall’INEA nell’ambito di un più ampio


progetto di ricerca finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole e
coordinato dall’Istituto Sperimentale per la Zootecnia. Obiettivo del
progetto era trarre indicazioni generalizzabili al comparto partendo
dall’analisi delle diverse fasi produttive di uno specifico caso aziendale.
Nell’ambito del progetto, l’INEA ha avuto il compito di svolgere
un’analisi di contesto finalizzata a ricostruire le caratteristiche e le
dinamiche del comparto e individuarne i punti di forza e di debolezza
alla luce dei cambiamenti intervenuti nella normativa di sostegno e di
regolamentazione di interesse specifico. La dimensione e la
complessità della realtà imprenditoriale presa in esame consentono di
considerare molte delle sue problematiche generalizzabili al comparto
della carne bovina in Italia e, soprattutto, ne permettono una lettura in
un approccio di filiera.
L’opportunità di osservare questa realtà produttiva e di confrontarsi con
i suoi vertici aziendali ha, pertanto, arricchito la comprensione delle
problematiche concrete del comparto produttivo della carne bovina, che
rappresenta più del 7% della produzione agricola italiana e circa un
quarto del valore del prodotto totale degli allevamenti.

10% sulla parte del massimale nazionale attinente ai settori del


Finestra sulla PAC tabacco e della barbabietola, che servirà a finanziare i premi
previsti per questi stessi settori, e una trattenuta non superiore
Maria Rosaria Pupo D’Andrea al 3,8% del valore dei diritti all’aiuto assegnati agli altri settori,
che daranno complessivamente luogo ad un plafond di circa 172
Istituto Nazionale Economia Agraria milioni di euro. A tale importo si sommano altri 145 milioni di
euro relativi ai titoli per i quali gli agricoltori non hanno
La Finestra sulla Pac è una rubrica di aggiornamento e presentato richiesta di attribuzione, i cosiddetti “fondi dormienti”,
documentazione, rivolta a fare il punto sulle novità e a segnalare che portano il plafond per l’art. 68 a 316,5 milioni di euro. Si
gli approfondimenti disponibili in materia di politica agricola tratta di un importo inferiore ai 430 milioni di euro teoricamente
comune. Si tratta di un servizio fruibile direttamente dal sito disponibili (10% del plafond nazionale), ma superiore di oltre il
www.agriregionieuropa.it. In questa versione, stampabile della 60% alla dotazione dell’art. 69 del regolamento 1782/2003,
rivista, pubblichiamo il solo capitolo “Aggiornamenti” dell’ultima incremento dovuto quasi interamente al recupero dei fondi avuti
versione della rubrica. Gli altri capitoli: “Notizie Flash”, “Attività in dotazione dalla Commissione e mai spesi.
MIPAAF e AGEA” e “Documentazione”, con i relativi link, Le misure finanziabili si distinguono in premi accoppiati e premi
saranno disponibili a novembre soltanto on-line. disaccoppiati. Ai primi sono stati assegnati 147 milioni di euro da
suddividere tra 7 settori produttivi. Si va dai 51 milioni di euro
per i bovini, ai 40 milioni di euro per misure di sostegno al latte,
Dopo una lunga trattativa, che ha raggiunto in alcuni momenti fino a 1,5 milioni di euro per misure di sostegno alla danae
toni molto accesi, Regioni e Mipaaf hanno raggiunto un accordo racemosa (floricoltura), passando per i settori ovicaprino,
sull’applicazione dell’Health check nel primo pilastro della Pac, dell’olio d’oliva, del tabacco e dello zucchero. Gli aiuti accoppiati
in particolare sull’art. 68 del nuovo regolamento 73/2009, su sono nella maggior parte dei casi concessi come sostegno alla
regionalizzazione e ravvicinamento, sulle soglie minime, e sulla produzione di qualità. Unica eccezione è rappresentata dal
possibile anticipazione del disaccoppiamento totale per taluni premio per gli ovicaprini allevati in sistemi a bassa densità, ai
aiuti diretti, tutte questioni sulle quali gli Stati membri sono stati quali è destinata parte dei 10 milioni di euro previsti per questo
invitati ad operare una scelta da comunicare alla Commissione settore. Ai premi disaccoppiati sono destinati i restanti 169
europea entro il 1° agosto. milioni di euro, suddivisi tra aiuto alla sottoscrizione di premi
Nel secondo pilastro, invece, l’aumento del tasso di assicurativi e aiuto ai produttori che praticano l’avvicendamento.
modulazione per rispondere alle “nuove sfide” (cambiamenti Quest’ultima misura è limitata alle regioni del centro-sud per
climatici, energie rinnovabili, gestione delle risorse idriche, migliorare la fertilità del terreno e prevenire fenomeni erosivi. La
salvaguardia della biodiversità, misure di accompagnamento prima misura, invece, servirà a finanziare parte dei premi pagati
della ristrutturazione del settore lattiero-caseario, innovazione) e dagli agricoltori per le assicurazioni sul raccolto a copertura dei
i fondi messi a disposizione dal Piano europeo di rilancio rischi di calamità naturali. Questa misura è stata molto dibattuta
economico (European Economic Recovery Plan – Eerp) per la perché è stata vista da alcuni come un espediente per sostituire
diffusione della banda larga nelle aree rurali ha comportato la i finanziamenti nazionali con finanziamenti comunitari, con il
necessità di inviare alla Commissione il Piano strategico conseguente rischio che in futuro (dopo il 2013), venendo a
nazionale (Psn) rivisto e i Psr regionali modificati. mancare i fondi comunitari, cessino anche gli stanziamenti
Partendo dal primo pilastro, occorre dire che, così come ci si pubblici sulle assicurazioni.
aspettava, le trattative si sono concentrate prioritariamente Toccherà ora al Mipaaf definire i criteri di ammissibilità per ogni
sull’applicazione dell’art. 68 e in particolare sulla trattenuta da misura dell’art. 68 e l’importo massimo degli aiuti, nel rispetto
applicare agli aiuti diretti ma, soprattutto, sulla assegnazione delle condizioni fissate dalla Commissione. In ogni caso, il
delle risorse tra le misure previste dal regolamento e tra le regolamento 73/2009 prevede che, a partire dal 2011 con effetto
singole produzioni. Le trattative hanno condotto ad una scarsa dal 2012, l’impianto stesso dell’art. 68 possa essere rivisto. C’è
concentrazione dei fondi che risultano diffusi su 7 settori e 14 tutto il tempo, dunque, per valutare l’efficacia delle misure e, se
tipologie di premio. L’accordo politico prevede una trattenuta del del caso, modificarle.
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 82

Contrariamente a quanto era stato ipotizzato, l’Italia ha deciso di


non correggere le decisioni prese nel 2008 sul fronte degli aiuti Finestra sul WTO
parzialmente disaccoppiati ai prodotti ortofrutticoli destinati alla
trasformazione. Restano così in vigore fino alle scadenze Giulia Listorti*
previste gli aiuti ad ettaro per pomodori, pere, pesche (fino al
2010) e prugne (2012). Nessun cambiamento anche sul fronte La Finestra sul WTO* è una rubrica di aggiornamento e
delle soglie minime, che rimangono ancorate a 100 euro, così documentazione, rivolta a fare il punto sulle novità e a segnalare
come rimane inapplicata qualsiasi forma di regionalizzazione e/o gli approfondimenti disponibili in materia di attività
di ravvicinamento. dell’Organizzazione Mondiale per il Commercio. Si tratta di un
Nell’ambito del secondo pilastro, l’Italia ha dovuto provvedere a servizio fruibile direttamente dal sito www.agriregionieuropa.it. In
ripartire tra le Regioni i fondi derivanti dalla modulazione questa versione, stampabile della rivista, pubblichiamo il solo
aggiuntiva, dagli stanziamenti per la banda larga, oltre che dai capitolo “Aggiornamenti” dell’ultima versione della rubrica. Gli
trasferimenti al secondo pilastro dalle Ocm vino e tabacco. altri capitoli: “Notizie Flash”, “Schede e approfondimenti” e
Inoltre, ha dovuto inviare alla Commissione il Psn rivisto e i Psr “Documentazione”, con i relativi link, saranno disponibili a
modificati per tenere conto delle “nuove sfide” lanciate novembre soltanto on-line.
dall’Health check. La revisione del Psn e dei Psr ha riguardato la
ricalibratura delle misure già presenti per dare enfasi a quelle In questi giorni, dopo la pausa estiva, sono riprese a Ginevra le
che rispondono alle “nuove sfide”. Quanto alle sfide da trattative del Wto. Il Doha Round è stato però oggetto di
privilegiare, la strategia è stata quella di “non scegliere”, discussione già il 3 e 4 Settembre a New Dehli (India), durante
lasciando le Regioni libere di programmare i fondi secondo le un incontro informale di una trentina di ministri del commercio
proprie necessità. dei paesi membri del Wto, in attesa del prossimo incontro del G-
Più difficoltosa è stata la definizione delle risorse aggiuntive 20, che si terrà il 24 e 25 settembre a Pittsburgh.
sulle quali ciascuna Regione ha potuto contare e sulla cui base In India erano presenti sia Catherine Ashton, commissario
rivedere i piani di sviluppo rurale. Nelle trattative si sono dell’Ue al commercio estero, che Mariann Fischer Boel,
fronteggiati due possibili criteri di distribuzione delle risorse commissario per l’agricoltura; entrambe hanno ribadito la loro
finanziarie. Il primo, caldeggiato dalle Regioni del centro-sud, è posizione a sostegno di una rapida conclusione del Doha Round
quello tradizionale utilizzato per ripartire i fondi della per il superamento della crisi economica mondiale.
modulazione di base (superficie agricola, occupati agricoli e Pil L’appuntamento di New Dehli ha rappresentato l’occasione di un
pro-capite come fattore di correzione) che ricalca la chiave di confronto politico, più che tecnico, il cui esito è stato l’ormai
attribuzione dei fondi ai Psr; il secondo, sostenuto dalle Regioni consueto impegno per una rapida conclusione del Round entro il
del nord, si basa sulla provenienza geografica delle risorse e 2010. Del resto, già nel “Green Room meeting”, presieduto da
ricalca il criterio utilizzato a livello comunitario, dove si è deciso Pascal Lamy nei giorni immediatamente precedenti, alcuni
che i fondi derivanti dalla modulazione aggiuntiva restino nei membri avevano sottolineato le divergenze esistenti tra i forti
paesi nei quali sono stati generati. Ed è questo il criterio che ha segnali politici per la ripresa del Doha Round e il reale progresso
prevalso in Italia, con un correttivo in favore delle Regioni che nelle trattative; anche qui sono emerse numerose differenze.
dalla ripartizione hanno avuto una quota di risorse inferiore al Un primo punto di disaccordo è proprio la base negoziale, al
2% del totale. In complesso, tenuto conto dei fondi della momento costituita dalla bozza delle modalities del dicembre
modulazione (vecchia e nuova), delle risorse per la diffusione 2008. Mentre Ron Kirk, rappresentante statunitense al
della banda larga e dei trasferimenti dalle Ocm vino e tabacco, i commercio estero, sottolinea come sia necessario ulteriormente
Psr regionali vedranno la loro dotazione aumentare per l’intero chiarificarla e migliorarla, per Mariann Fischer Boel riaprire i testi
periodo di programmazione di 694 milioni di euro (pari ad un sarebbe “molto rischioso”. Una considerazione generale è che,
incremento dell’8,4% della dotazione comunitaria iniziale del con il passare del tempo, si faranno certamente più probabili le
Feasr), ai quali si aggiungeranno 463 milioni di cofinanziamento richieste di rimettere in discussione quanto già deciso. Inoltre,
nazionale (fissato al 40% indipendentemente dalle misure e per quanto riguarda la scadenza per giungere ad un accordo
dalle Regioni). completo sulle modalities in agricoltura e per l’accesso al
Nonostante la grande enfasi sui risultati raggiunti e, soprattutto, mercato dei beni non agricoli, l’Ue e l’Australia hanno chiesto di
sulle maggiori risorse a disposizione nell’ambito del primo, fissare per la fine del 2009, mentre ad esempio il Canada
quanto del secondo, pilastro, non sembra sia mutata la filosofia preferirebbe spostarla al 2010. Reiterando una richiesta accolta
che sta alla base delle scelte effettuate. La logica prevalente perlopiù negativamente dagli altri paesi membri, gli Stati Uniti
rimane quella distributiva, con la naturale conseguenza che la continuano a sostenere la necessità di procedere, soprattutto
discussione si è concentrata sul saldo netto tra esborsi ed nell’area dell’accesso al mercato, con un approccio bilaterale, il
entrate per ciascuna Regione, più che sul merito delle misure solo che consentirebbe in modo efficace di chiudere i punti che
che si intendevano finanziare e tanto meno sull’esistenza di una restano ancora aperti. Infine, contrariamente a quanto deciso in
strategia complessiva che raccogliesse a fattor comune i vari un primo momento, si inizia a discutere della possibilità di
interventi in funzione di un fine ultimo di lungo periodo. Ciascun inserire le trattative del Doha Round nella riunione Ministeriale
intervento, tra quelli previsti dall’art. 68, ha una propria finalità “regolare” che si terrà a Ginevra a fine novembre.
condivisibile. Il problema è capire se assieme disegnano una Per l’India, l’incontro di New Dehli è stato probabilmente anche
strategia di rilancio di lungo termine dell’agricoltura italiana l’occasione di mostrare la propria intenzione di adottare un ruolo
(stante l’attuale crisi finanziaria che trascinerà i suoi effetti nei attivo nei negoziati, dopo che, nel luglio 2008, lo scontro con gli
prossimi anni e i vincoli di bilancio a cui la Pac dovrà Stati Uniti aveva causato il blocco delle trattative. E infatti i toni
assoggettarsi in futuro) e se le risorse finanziarie messe a più ottimisti sull’esito di questa riunione informale sono stati
disposizione di così tante misure non si risolvano in altrettanti proprio quelli di Anand Sharma, ministro indiano per l’industria e
rivoli finanziari incapaci di incidere efficacemente sui problemi il commercio. Al contrario, e nonostante quanto da essi
che intendono affrontare. Discorso analogo vale per il secondo dichiarato, secondo molti è lo scarso impegno da parte degli
pilastro dove anziché ragionare sulle sfide da affrontare a livello Stati Uniti ad impedire un vero progresso negoziale. Tra l’altro,
nazionale e a quale dare priorità si è preferito, o forse, vista la dopo una lunga attesa, è stato finalmente nominato un sostituto
tempistica, si è stati costretti a, demandare alle Regioni il per Joseph Glauber, il precedente capo negoziatore
compito di scegliere come spendere i soldi e accordarsi, invece, statunitense per l’agricoltura. Si tratta di Islam A. Siddiqui,
su come suddividere le risorse tra le stesse, anche in questo attualmente vice presidente e responsabile per le questioni
caso a scapito di una visione strategica e coerente dell’azione. legate al commercio internazionale in CropLife America,
associazione del settore dei prodotti per la protezione delle
colture. Un team negoziale incompleto aveva a lungo fatto
Pagina 83 agriregionieuropa Anno 5, Numero 18

dubitare della reale volontà d’impegno statunitense nelle nell’immediato futuro.


trattative. La crisi economica, i cui effetti si ripercuotono anche sugli
I negoziati sono già ripresi a Ginevra, in queste settimane, su scambi commerciali (sono destinati a ridursi del 9% il prossimo
questioni di carattere tecnico, mentre prosegue anche il lavoro anno), potrebbe risultare una vera e propria cartina al tornasole
per l’elaborazione dei “templates” per le schedules. Da un punto per quanto riguarda lo stesso ruolo del Wto. Il quale rischia di
di vista politico, è chiaramente molto difficile per i negoziatori diventare addirittura secondario, secondo alcuni osservatori, se
muoversi verso ulteriori concessioni, con la crisi economica che non si faranno reali progressi nelle trattative o non si
ha colpito nel frattempo: come detto in modo semplice ed adotteranno anche in ambito Wto misure efficaci per far fronte
efficace da Celso Amorim, ministro degli esteri brasiliano, alla difficile situazione economica mondiale.
“abbiamo tutti le tasche vuote”. Inoltre, questioni di politica
interna (come le recentissime elezioni in Giappone e in *Quanto scritto è esclusivamente di responsabilità dell’autrice e non
Norvegia) rendono improbabili grandi passi avanti riflette in alcun modo la posizione dell’UFAG

associazioneAlessandroBartola
studi e ricerche di economia e di politica agraria

Ultime iniziative dell’Associazione “Alessandro Bartola”

Convegni AGRIREGIONIEUROPA

Giornata di studio “Competitività e diversificazione in agricoltura”, 19 maggio 2009, Campobasso

Lezione “Alessandro Bartola” Prof. Angelo Frascarelli “Quale PAC? Crisi economica, mercati turbolenti e nuove sfide”,
27 aprile 2009, Ancona

Giornata di studio “Qualità in agricoltura. Politica agricola comune e valorizzazioni delle produzioni mediterranee”,
12 febbraio 2009, Verona

Giornata di studio “La politica di sviluppo rurale. A che punto siamo?”, 21 novembre 2008, Ancona

Giornata di studio “L’Health Check e la riforma della Pac”, 14 luglio 2008, Torino

Seminario di diffusione del Corso e-Learning PAC, 15 maggio 2008, Roma

Lezione “Alessandro Bartola” Prof. Francesco Adornato “Oltre l’agricoltura. Riflessioni di un Giurista”, 29 aprile 2008,
Ancona

Convegno “La PAC che verrà”, 17 gennaio 2008, Verona

Presentazione "Corso E-Learning per imprenditori agricoli" anno 2008, 13 dicembre 2007, Bologna

International Seminar “General equilibrium, approaches to development”, 22 ottobre 2007, Facoltà di Economia, Pavia

Giornata studio “Cambiamenti climatici e bio-energie in agricoltura”, 10 luglio 2007, Facoltà di Economia, Pescara

Convegno “Crescita e competitività delle imprese zootecniche”, 6 giugno 2007, Facoltà di Medicina Veterinaria, Teramo

Convegno “Gli impatti della PAC sull’agricoltura italiana. La ricerca quantitativa tra dati, modelli e metodi”, 29 marzo 2007,
Parlamentino del MIPAAF, Roma

Presentazione "Corso E-Learning per imprenditori agricoli di Legacoop Agroalimentare", 19 dicembre 2006, Roma

Convegno "Profili economico-istituzionali nella nuova politica di sviluppo rurale", 12 dicembre 2006, Abbadia di Fiastra,
Tolentino (MC)

Nella rubrica eventi del sito www.agriregionieuropa.it sono disponibili le presentazioni power point, le registrazioni audio e gli
altri materiali distribuiti.
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 84

Il corso E-Learning sulla PAC di AGRIREGIONIEUROPA

Programma del corso

INTRODUZIONE
Questa parte ha lo scopo di presentare i contenuti formativi, fornire alcune informazioni utili per conoscere l'unione europea e suggerire
alcune fonti bibliografiche e statistiche disponibili on line.

MODULO 1 - Obiettivi e strumenti delle politiche agricole. Dal vecchio al nuovo patto sociale
L'origine della Politica Agricola Europea (PAC), negli anni Cinquanta, si spiega con il patto sociale implicitamente stipulato, all'epoca, tra
l'agricoltura e la società intera. Dopo cinquanta anni quel patto sociale va rinnovato su nuove basi.

MODULO 2 - Protezionismo, sovrapproduzione e sottoalimentazione in un mondo turbolento


Nel mondo si assiste nello stesso tempo a sovrapproduzione alimentare e sottoalimentazione. 850 milioni di persone non hanno da mangiare
a sufficienza per garantire una vita normale. Quali le ragioni di questa contraddizione?

MODULO 3 - La teoria e le politiche della regolazione del mercato


In questa parte del programma si studiano le motivazioni teoriche alla base delle politiche di regolazione del mercato con particolare
riferimento all'agricoltura. Si analizzano in altre parole le politiche protezionistiche.

MODULO 4 - Le origini e lo sviluppo della Politica Agricola Comune fino alla riforma Mac Sharry
In questa sezione del corso si presentano l'origine e lo sviluppo della PAC e si analizza il suo rapporto con le politiche europee per lo sviluppo
strutturale e per la coesione economica e si analizza il primo tentativo di riforma della politica dei mercati: la riforma Mac Sharry.

MODULO 5 - Il dibattito degli anni Novanta fino ad Agenda 2000


Al passaggio del cambio di millennio il dibattito sulla riforma della PAC si intensifica. Si svolge a Cork nel 1996 la prima conferenza sullo
sviluppo rurale. Ma, con Agenda 2000, per ragioni politiche e veti incrociati, prevale un compromesso al ribasso.

MODULO 6 - Dalla riforma Fischler del 2003 e la successiva riforma delle ultime OCM
Agenda 2000 aveva previsto che nel 2003 si effettuasse una "Revisione di mezzo termine". La Riforma Fischler rende effettivo il
disaccoppiamento e obbligatoria l'eco-condizionalità. Con la modulazione mette i presupposti per una riforma anche della politica di sviluppo
rurale.

MODULO 7 - La politica di sviluppo rurale


Lo sviluppo dell'agricoltura non si stimola soltanto con le politiche settoriali agricole, ma anche con politiche territoriali mirate alla
valorizzazione delle complementarità e delle peculiarità dei sistemi rurali.

MODULO 8 - Le risorse di spesa della PAC


La PAC ha rappresentato storicamente la parte preponderante della spesa dell’Unione Europea. Il suo peso si sta da tempo ridimensionando.
Ma il problema centrale, in rapporto agli obiettivi dell’Unione, è quello della sua efficienza, della sua efficacia e della sua equità.

MODULO 9 - La PAC, i mercati internazionali e gli accordi commerciali nel WTO


La PAC ha rappresentato storicamente la parte preponderante della spesa dell’Unione Europea. Il suo peso si sta da tempo ridimensionando.
Ma il problema centrale, in rapporto agli obiettivi dell’Unione, è quello della sua efficienza, della sua efficacia e della sua equità.

MODULO 10 - Il futuro della PAC


Due scadenze si approssimano: l’Health Check della PAC nel 2008 e il budget review tra il 2008 ed il 2009. Si parlerà di semplificazione e di
messa a regime della riforma Fischler. Ma è evidente che il tema è quello di quale politica agricola ci sarà nell’UE dopo il 2013.

MODULO 11 - Scenari futuri per la politica agricola e di sviluppo rurale nell’UE


Dove stanno andando l'agricoltura e l'agroalimentare nel lungo periodo? E' questa una domanda con molte sfaccettature. In relazione
all’evoluzione dell’agricoltura e dell’agroalimentare, verso quali direzioni evolve la politica agricola e di sviluppo rurale?

MODULO 12 - Divertiamoci con la PAC


In questo modulo si possono trovare giochi e strumenti di apprendimento originali con i quali si possono realizzare degli approfondimenti sulla
PAC e sulle sue implicazioni per l’agricoltura e lo sviluppo rurale in Europa

MODULO 13 - Modulo di chiusura del corso


Questo modulo serve alla valutazione finale degli allievi e, allo stesso tempo, a raccogliere le loro valutazioni sul corso

Docenti: Franco Sotte (coordinatore scientifico), Roberto Esposti, Angelo Frascarelli, Giulia Listorti, Maria Rosaria Pupo D’Andrea
Tutor: Lucia Scocco, Silvia Coderoni, Eleonora Tramannoni
Supporto tecnico-scientifico: Antonello Lobianco

Il corso è completamente gratuito e le iscrizioni sono aperte.


Per maggiori informazioni ed iscrizione www.agriregionieuropa.it sezione “E-Learning PAC”
Anno 5, Numero 18 agriregionieuropa Pagina 85

Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero:

Gustavo Anriquez, FAO


Francesco Ansaloni, Dipartimento di Scienze Veterinarie, Università di Camerino
Carlo Azzarri, FAO;
Markus Berger, OCSE
Emanuele Blasi, Dipartimento di economia agroforestale e dell’ambiente rurale, Università della Tuscia
Martina Bolli, Istituto Nazionale di Economia Agraria, INEA - Rete Rurale Nazionale
Jean-Marc Boussard, Acadèmie d’Agriculture de France
Beatrice Camaioni, Dipartimento di economia agroforestale e dell’ambiente rurale, Università della Tuscia
Luca Cesaro, Istituto Nazionale di Economia Agraria, INEA
Silvia Coderoni, Dipartimento di Economia, Università Politecnica delle Marche
Ermanno Comegna, Consulente di politica agraria
Rocìo Danica Cóndor, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ISPRA
Piero Conforti, FAO
Katia Covarrubias, FAO
Benjamin Davis, UNICEF
Roberto Esposti, Dipartimento di Economia, Università Politecnica delle Marche
Patrizia Fagiani, Istituto Nazionale di Economia Agraria, INEA - MIPAAF, Rete Rurale Nazionale
Erik Fahlbeck, Sveriges lantbruksuniversitet, Uppsala, Svezia
Roberto Fanfani, Dipartimento di Scienze Statistische, Università di Bologna
Ottone Ferro, Università degli Studi di Padova
Fatos Fico, Albanian Foundation for Training&Development - AFTD, Tirana
Daniele Franco, Assessorato Agricoltura Regione Lazio - Consulente Assessorile per le Politiche di Sviluppo Rurale
Silvio Franco, Dipartimento di Economia Agroforestale e dell'Ambiente Rurale, Università della Tuscia
Tommaso Galisai, Università degli Studi di Sassari
Angelo Frascarelli,Dipartimento di Scienze Economico-estimative e degli Alimenti, Università degli Studi di Perugia
Geremia Gios, Dipartimento di Economia, Università di Trento
Roberto Henke, Istituto Nazionale di Economia Agraria, INEA
Giulia Listorti, UFAG - Ufficio Federale dell’Agricoltura, Confederazione Svizzera
Sabrina Lucatelli, Unità di Valutazione degli investimenti pubblici, Ministero dello Sviluppo Economico
Maria Carmela Macrì, Istituto Nazionale di Economia Agraria, INEA
Ornella Wanda Maietta, Università di Napoli Federico II e CFEPSR
Valentina Cristiana Materia, Dipartimento di Economia, Università Politecnica delle Marche
Alessandro Monteleone, Istituto Nazionale di Economia Agraria, INEA - MIPAAF, Rete Rurale Nazionale
Francesco Musotti, Dipartimento di Scienze Economico-estimative e degli Alimenti, Università di Perugia
Francesca Negri, Dipartimento di Economia, Università degli Studi di Parma
Giovanni Olmeo, Università degli Studi di Sassari
Giuliana Paciola, Istituto Nazionale di Economia Agraria, INEA
Alfonso Pascale, Associazione “Rete Fattorie Sociali
Nicolò Passeri, Dipartimento di Economia Agroforestale e dell'Ambiente Rurale, Università della Tuscia
Gaetana Petriccione, Istituto Nazionale di Economia Agraria, INEA
Andrea Povellato, Istituto Nazionale di Economia Agraria, INEA
Roberto Pretolani, Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale, Università degli Studi di Milano
Maria Rosaria Pupo D'Andrea, Istituto Nazionale di Economia Agraria, INEA
Donato Romano, Dipartimento di Economia Agraria e delle Risorse Territoriali, Università degli Studi di Firenze
Raoul Romano, Istituto Nazionale di Economia Agraria, INEA
Luca Salvatici, Dipartimento di Scienze Economiche Gestionali e Sociali, Università degli Studi del Molise
Maria Sassi, Dipartimento di Ricerche Aziendali, Università di Pavia
Franco Sotte, Dipartimento di Economia, Università Politecnica delle Marche
Luca Tasciotti, FAO
Giampaolo Usai, Università degli Studi di Sassari
Giacomo Zanni, Dipartimento ENDIF Università degli Studi di Ferrara
Alberto Zezza, FAO
associazioneAlessandroBartola L’Associazione “Alessandro Bartola” è una organizzazione non profit costituita ad Ancona nel
studi e ricerche di economia e politica agraria
1995, che ha sede presso il Dipartimento di Economia dell’Università Politecnica delle Marche.
Ha lo scopo di promuovere e realizzare studi, ricerche, attività scientifiche e culturali nel campo
delle materie che interessano l’agricoltura e le sue interrelazioni con il sistema agroalimentare, il
territorio, l’ambiente e lo sviluppo delle comunità locali. L’Associazione, nell’ambito di queste
c/o Dipartimento di Economia finalità, dedica specifica attenzione al ruolo delle Regioni nel processo di integrazione europea.
Università Politecnica delle Marche La denominazione per esteso, Associazione "Alessandro Bartola" - Studi e ricerche di economia
Piazzale Martelli, 8
60121 Ancona
e di politica agraria, richiama la vocazione dell’Associazione alla ricerca. Essa si pone il compito
Segreteria: Anna Piermattei di promuovere la realizzazione e diffusione dei risultati scientifici nelle sedi (universitarie e non)
Telefono e Fax: 071 220 7118 con le quali si rapporta sul terreno della ricerca e nel cui ambito offre il proprio contributo.
email: aab@univpm.it L’Associazione si pone anche il compito di rappresentare essa stessa una sede di ricerca
innanzitutto per rispondere alle necessità di approfondimento scientifico dei propri associati e poi
anche per divenire un referente scientifico per le istituzioni pubbliche e per le organizzazioni
sociali.
Sono socie importanti istituzioni nazionali e regionali sia del mondo della ricerca che di quello
dell’impresa, le principali organizzazioni agricole e delle cooperative delle Marche, l’ordine degli
Le procedure e la modulistica per agronomi, docenti e ricercatori provenienti da diciassette sedi universitarie, imprese del sistema
diventare socio dell’Associazione agroalimentare. Con gli associati vi è una stretta collaborazione per organizzare iniziative comuni
“Alessandro Bartola” sono disponibili a carattere scientifico. Oltre ai convegni e alle attività seminariali, realizzate anche in
sul sito www.associazionebartola.it collaborazione con istituzioni europee, l’Associazione “Alessandro Bartola” investe notevoli
risorse umane e materiali nella diffusione di lavori scientifici attraverso un articolato piano
editoriale strutturato su più livelli. La collana “Ricerche” edita da Franco Angeli raccoglie i
contributi scientifici di rilevanza nazionale ed internazionale; la collana “Quaderni” pubblica opere
di carattere più divulgativo e con valenza prevalentemente regionale, la collana “Appunti”
contiene working papers e brevi note e articoli utili come documenti di riferimento. A queste tre
linee editoriali tradizionali, se ne affiancano altre tre diffuse via Internet: la collana “Seminari”
contiene i materiali distribuiti (testi e presentazioni) nel corso degli eventi seminariali di interesse
nazionale organizzati dall’Associazione, la collana “PhD Studies” pubblica tesi di dottorato di
www.associazionebartola.it rilevante valore scientifico destinate ai lettori più impegnati nella ricerca; e infine la collana “Tesi
www.agriregionieuropa.it on-line” rende disponibili sul sito dell’Associazione i migliori lavori di tesi di laurea sintetizzati e
www.agrimarcheuropa.it riorganizzati per una più ampia diffusione.

SPERA - Centro Studi Interuniversitario sulle Politiche Economiche, Rurali ed Ambientali

Gli obiettivi del centro sono:


⋅ promuovere, sostenere e coordinare studi e ricerche, teorici ed applicati anche a carattere
multidisciplinare, che abbiano per oggetto la valutazione dell’impatto delle politiche
economiche, rurali ed ambientali, anche in relazione alle problematiche della salute pubblica e
della garanzia degli alimenti, con particolare riguardo al ruolo delle istituzioni pubbliche e Membri:
private, internazionali e nazionali, regionali e locali; Dipartimento di Economia
(Università Politecnica delle Marche - Ancona)
⋅ simulare ex ante, valutare in itinere ed analizzare ex post l’impatto delle politiche economiche Dipartimento di Economia e Statistica
agricole, rurali e ambientali a livello micro e macro, aziendale, settoriale e territoriale, (Università della Calabria - Arcavacata di Rende)
considerando congiuntamente gli aspetti economici, sociali ed ambientali, sia nell’ambito delle Dipartimento di Metodi Quantitativi
economie sviluppate sia in quelle in via di sviluppo; e Teoria Economica
(Università di Chieti e Pescara)
⋅ favorire la raccolta di documentazione sugli argomenti prima indicati, anche attraverso Dipartimento di Scienze Economiche
l’integrazione delle biblioteche e la messa in comune di banche-dati; (Università di Verona)
⋅ diffondere i risultati dell’attività di ricerca e documentazione, anche attraverso la pubblicazione Dipartimento di Ricerche Aziendali
(Università di Pavia)
di working papers e la costruzione di un sito in Internet, al fine di favorire la massima Dipartimento di Economia
diffusione dei risultati; (Università di Parma)
⋅ promuovere e organizzare, anche in collaborazione con altri enti pubblici e privati, convegni, Dipartimento di Scienze Economiche Gestionali e
seminari scientifici, tavole rotonde ed altre iniziative di studi e divulgazione sui temi di ricerca; Sociali
(Università del Molise)
⋅ costruire una struttura di relazione con altri centri studi sulla valutazione delle politiche
economiche agricole, rurali ed ambientali, nazionali ed internazionali;
⋅ redigere, coordinare e gestire progetti di ricerca nazionali ed internazionali; Sede:
Dipartimento di Scienze Economiche
⋅ collaborare con le Facoltà delle Università aderenti a SPERA per la realizzazione di corsi di Università degli Studi di Verona
formazione, di aggiornamento e di specializzazione sulle tematiche oggetto di ricerca. Viale dell'Università, 4 - 37129 Verona

www.centro-spera.it

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