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LA

REGOLAZIONE
GENICA
• Gli studi sui genomi dei Procarioti chiarirono che l'espressione dei geni, cioè la loro
traduzione in proteine, è soggetta a meccanismi di regolazione genica che consentono alle
cellule di produrre le proteine solo nel momento opportuno e nella quantità necessaria
attraverso l'attivazione e la disattivazione dei geni.
Lo sai? • Negli Eucarioti, il cui genoma è più complesso, tali meccanismi permettono alle cellule
non solo di rispondere ai cambiamenti delle condizioni ambientali, ma anche di
specializzarsi in tipologie diverse

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La regolazione dell'espressione genica può avvenire a diversi stadi della sintesi proteica:
durante la trascrizione, durante la traduzione e dopo la traduzione. La regolazione a livello
della trascrizione è un meccanismo particolarmente importante perché consente alla cellula il
massimo risparmio di energia e di risorse.
Nei Procarioti questo meccanismo avviene secondo il modello dell'operone che fu proposto
nel 1961 in seguito a studi sul metabolismo di Escherichia coli, un batterio che vive nel nostro
intestino.
Un operone è costituito dai geni che codificano per uno o più enzimi e da alcune sequenze di
DNA, dette sequenze di controllo, che ne attivano o inattivano la trascrizione

La
regolazione
genica nei
Procarioti

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La regolazione genica nei Procarioti:
l’operone del lattosio (lac)
L'operone lac presente in E. coli viene «acceso»
oppure «spento» in base alla presenza o meno
del lattosio. Quando il lattosio è disponibile
nell’ambiente E. coli deve produrre tre enzimi
per poterlo utilizzare. Questi enzimi sono
codificati da altrettanti geni che devono essere
attivati, cioè tradotti in mRNA
contemporaneamente. A monte dei tre geni, nel
cromosoma batterico, si trovano le sequenze di
controllo dell' operone: il gene regolatore, il
promotore e l'operatore.
• Il gene regolatore contiene l'informazione per
produrre una proteina con funzione di
repressore
• il promotore è il sito di legame per la RNA
polimerasi
• l'operatore e il sito di legame per il repressore

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La regolazione genica nei Procarioti:
l’operone del lattosio (lac)
Quando manca il lattosio l'operone lac è
«spento»: il repressore, infatti, legandosi
all'operatore, impedisce la trascrizione dei tre
geni e quindi la produzione dei tre enzimi.
Quando invece il lattosio è presente, si lega esso
stesso al repressore, rendendolo inattivo e
consentendo all’RNA polimerasi di avviare la
trascrizione dei tre enzimi.
L'operone lac è un esempio di operone
inducibile perché il suo funzionamento è indotto
dalla presenza del lattosio, la sostanza da
demolire.
Alcuni operoni, chiamati reprimibili, sono invece
sempre attivi e vengono «spenti» solo quando la
sostanza che producono è presente in quantità
sufficiente alle necessità cellulari (ad es. operone
del triptofano, trp).
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• Negli Eucarioti il genoma è più complesso. Il numero di cromosomi, quindi di geni, è
maggiore rispetto ai Procarioti.
• Inoltre, negli Eucarioti pluricellulari, tutte le cellule di un organismo possiedono gli stessi
geni, ma in risposta ai segnali provenienti dalle altre cellule, possono esprimere i geni in modo
differenziale (attivare cioè determinati geni e spegnerne altri) specializzandosi così in cellule
muscolari, epiteliali, nervose, ecc.
• Il fatto che negli Eucarioti le cellule si specializzino comporta una regolazione genica più
La complessa e sofisticata che può avvenire a diversi stadi della sintesi proteica.

regolazione
genica negli
Eucarioti

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Il rimodellamento della cromatina
e i cambiamenti epigenetici

Negli Eucarioti il DNA è strettamente impacchettato con


gli istoni e altre proteine a formare una struttura detta
cromatina. A un primo livello il DNA avvolto attorno agli
istoni forma dei granuli chiamati nucleosomi.
I nucleosomi rappresentano un impedimento alla
trascrizione perché rendono il DNA non accessibile alla
RNA polimerasi.
Per poter trascrivere un tratto di DNA occorre che in quel
tratto la cromatina si rimodelli a livello di nucleosomi che
vengono allontanati o rimossi. Queste modifiche
avvengono prima della trascrizione in un processo
chiamato «rimodellamento della cromatina» e
consentono alla doppia elica del DNA di srotolarsi e ai
due filamenti di separarsi, rendendoli accessibili alla RNA
polimerasi.

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Le caratteristiche di rimodellamento della cromatina sono ereditabili per
questo sono oggetto di studio della EPIGENETICA, la branca della
genetica moderna che si occupa di tutte le modificazioni ereditabili che
modulano l'espressione genica senza alterare la sequenza del DNA.

L’inattivazione del cromosoma X è un esempio di modifica epigenetica che


avviene prima della trascrizione. A differenza degli altri meccanismi che
coinvolgono la cromatina, essa agisce su un intero cromosoma invece che su
specifici geni.
Durante lo sviluppo embrionale di un individuo di sesso femminile con
cromosomi sessuali XX, uno dei due cromosomi X viene inattivato, cioè non è
trascritto e si condensa in eterocromatina compatta: questo meccanismo
permette di spiegare l'esistenza nelle femmine dei mammiferi di una particolare
struttura chiamata corpo di Barr, visibile al microscopio ottico come una
masserella di cromatina addensata; questa struttura si evidenzia solo nelle
femmine perché è possibile inattivare un cromosoma X, mentre è assente nei
maschi dotati di cromosomi sessuali XY.
L’inattivazione casuale di uno dei due cromosomi X comporta che le cellule delle
femmine dei mammiferi possano essere di due tipi: alcune esprimono i geni del
cromosoma X di origine materna, altri di quello di origine paterna. Si spiega così
il caso, ad es., dei gatti con pelo a squama di tartaruga (ovviamente solo le
femmine possono avere questo tipo di pelo perché i maschi possiedono un
unico cromosoma X).

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Le sequenze regolatrici e i fattori di
trascrizione

Negli eucarioti l’RNA polimerasi si lega al DNA dopo


l'intervento di particolari proteine chiamate fattori di
trascrizione.
Queste proteine interagiscono con specifiche
sequenze regolatrici di DNA che si possono trovare o
in prossimità del promotore ho anche lontane da
esso.
Queste ultime sono definite intensificatori
(enhancer) o silenziatori (silencer) a seconda della
funzione svolta: le sequenze enhancer fungono da
attivatori facilitando il legame tra l’RNA polimerasi e
il promotore e favorendo così l'inizio della
trascrizione; le sequenze silencer, invece, inibiscono
l'inizio della trascrizione.

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Lo splicing alternativo

Una volta completata la trascrizione il meccanismo


di splicing alternativo consente agli Eucarioti di
ottenere diversi tipi di mRNA maturo da uno stesso
trascritto primario; in questo modo, a partire dalla
stessa sequenza genica, si possono ottenere
proteine differenti nei diversi tipi cellulari.
I trascritti primari eucariotici contengono
particolari sequenze dette introni che vengono
rimosse, mentre le restanti sequenze, dette esoni,
si assemblano per formare l’mRNA maturo.

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L’interferenza da RNA

Solo il 1,5% del genoma umano contiene


informazioni per produrre proteine, il resto del
genoma è chiamato DNA non codificante. Tra gli RNA
prodotti dal DNA non codificante vi sono i micro RNA
(piccole molecole formate da una ventina di
nucleotidi). I micro RNA sono in grado di silenziare
alcuni geni in un processo chiamato interferenza da
RNA.
L’interferenza da RNA fa parte dei meccanismi di
regolazione genica che avvengono dopo la
trascrizione; oggi sappiamo che può essere mediata
non solo dai micro RNA, ma anche da altri piccoli
frammenti di RNA di origine diversa.
Si pensa che alcune patologie umane come il diabete
di tipo 2 o la schizofrenia possano avere a che fare
con alterazioni di questo processo.

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La regolazione dopo la traduzione

Una volta che la traduzione si è conclusa, le proteine


devono essere attivate per diventare funzionali.
Spesso questo avviene eliminando una parte della
catena proteica (clivaggio). Ad esempio la proinsulina
è convertita nell’ormone attivo insulina dopo il taglio
di 33 amminoacidi.
Dopo la traduzione, inoltre, le proteine prodotte
possono essere demolite avviandole verso il
proteasoma, un complesso proteico citoplasmatico
che ha il ruolo di degradarle. L'eliminazione avviene
per mezzo dell'ubiquitina, un enzima che, legandosi
alle proteine da demolire, le segnala al proteasoma.
Questo meccanismo di degradazione consente alla
cellula di regolare la concentrazione delle proteine in
funzione delle condizioni ambientali e di demolire le
molecole danneggiate.
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La regolazione durante lo sviluppo
embrionale

I meccanismi di regolazione genica sono particolarmente


importanti nel corso dello sviluppo embrionale per indurre
l’opportuno differenziamento cellulare e determinare le
caratteristiche dell’individuo in base alla specie di
appartenenza. Tali meccanismi sono stati studiati sulla
Drosofila, il comune moscerino della frutta, e hanno
evidenziato la presenza di tre gruppi di geni:
• geni a effetto materno, che definiscono nell’embrione la
posizione della parte anteriore, posteriore, dorsale e
ventrale;
• geni per la segmentazione, i cui prodotti proteici
definiscono i segmenti corporei (nella Drosofila i segmenti
sono quelli che formano il capo, il torace e l’addome;
• GENI OMEOTICI, che controllano «che cosa» deve essere
inserito nei vari segmenti corporei (le antenne sul capo, le
ali nel torace e le zampe nell’addome e così via).
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Lo sai?

• In tutti i geni omeotici esiste una sequenza di


DNA uguale (homeobox) che indicherebbe la
presenza di un antenato comune molto antico
per tutti gli organismi.

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Questa foto di Autore sconosciuto è concesso in licenza da CC BY-NC-ND
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La regolazione
dell’espressione
genica

https://youtu.be/bOaAtvGUvhw
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Prove d’interrogazione: i nucleotidi
Comincia con il disegno schematico della struttura di un operone lac.
Descrivi che differenza c’è tra operone lac e operone trp. Perché
l’operone lac è «spento» in assenza di lattosio?
Spiega perché la regolazione genica negli Eucarioti è più complessa e a
quali livelli del processo di sintesi proteica può avvenire.
Collega il colore del pelo a squama di tartaruga delle gatte con la
condizione genetica.
Concludi spiegando la differenza tra sequenze enhancer e silencer, tra
geni a effetto materno e geni omeotici.

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Fonti principali: Colonna-Varaldo – “Chimica organica, Biochimica, Biotecnologie, Scienze della Terra”- Linx Pearson
Diapositive Zanichelli

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