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Numero: 10
Data: Gennaio 2011
Sede: Gruppo Alternativa
Liguria
Di: Asta Paolo, Martini
Claudio, Scuderi Massimo
Alternativa news
In collaborazione con: Megachip
...La Banca scatena insomma una guerra tra poveri. Immaginiamo già il cliente, in coda allo sportello, che apostrofa il povero
cassiere che lo sta servendo, reo di essere la causa della variazione “in peius” delle condizioni del suo conto corrente.
Tutto questo è lesivo della dignità dei lavoratori. Ricordiamo che esiste la facoltà di modificare unilateralmente le
condizioni per giustificato motivo ma occorre darne comunicazione con preavviso minimo di trenta giorni.
Quando ciò non avviene, le variazioni sono inefficaci se sfavorevoli per il cliente.
2011. UNA NUOVA DISTOPIA DI: CHRIS HEDGES - truthdig.com
Due grandi rappresentazioni di un futuro scenario distopico furono “1984” di George Orwell e “Il mondo nuovo” di Aldous
Huxley. Il dibattito, tra coloro che supponevano si stesse andando incontro al totalitarismo corporativo, si incentrava su chi
dei due avesse ragione. Saremmo stati, come scriveva Orwell, dominati da repressivi apparati di stato per la sorveglianza e la
sicurezza che ricorrevano a forme di controllo dure e violente? Oppure, come immaginava Huxley, ipnotizzati da
divertimenti e spettacoli, ammaliati dalla tecnologia e sedotti da consumi sregolati per raggiungere la nostra stessa
oppressione? Alla fine sia Orwell, sia Huxley avevano ragione. Huxley aveva previsto il primo stadio della nostra riduzione in
schiavitù, Orwell il secondo.
Siamo stati gradualmente espropriati dei nostri diritti da uno stato corporativo che, come previsto da Huxley, ci ha sedotti e
manipolati attraverso gratificazione dei sensi, prodotti di massa a buon prezzo, credito sconfinato, teatro della politica e
divertimento. Mentre ci distraevamo con intrattenimenti, le regole che prima tenevano sotto controllo il potere predatorio
delle corporazioni sono state annientate, le leggi che prima ci tutelavano sono state riscritte e ci siamo ritrovati impoveriti.
Ora che il credito si sta prosciugando, i buoni posti di lavoro per la classe operaia sono finiti per sempre e non ci possiamo
più permettere i prodotti di massa, ci ritroviamo trasportati da “Il mondo nuovo” a “1984”. Lo stato, menomato da forti
deficit, da una guerra senza fine e dagli atti illeciti delle corporazioni, sta scivolando verso la bancarotta. E’ tempo che il
Grande Fratello sorpassi l’universo di Huxley. Stiamo passando da una società in cui veniamo astutamente manipolati da
legami ed illusioni ad una in cui siamo apertamente controllati.
Orwell ci metteva in guardia rispetto ad un mondo in cui i libri vengono banditi, mentre Huxley uno in cui nessuno legge libri.
Orwell descriveva uno stato di guerra e paura permanenti, Huxley una cultura deviata dal piacere insulso. Orwell dipingeva
uno stato in cui conversazioni e pensieri vengono monitorati e il dissenso viene brutalmente punito; Huxley uno stato in cui
la popolazione concentrata su banalità e gossip, non si preoccupa più di informarsi e di conoscere la verità. Orwell ci vedeva
terrorizzati fino alla sottomissione, Huxley sedotti fino alla sottomissione. Ma la visione di Huxley, stiamo scoprendo, non era
che il preludio a quella di Orwell. Huxley aveva capito il processo attraverso il quale noi stessi saremmo stati complici della
nostra riduzione in schiavitù. Orwell aveva compreso la schiavitù. Ora che il colpo delle corporazioni è fatto, restiamo nudi
ed indifesi. Stiamo iniziando a capire, come aveva intuito Karl Marx, che il capitalismo selvaggio e senza regole è una forza
brutale e rivoluzionaria che sfrutta gli esseri umani e le risorse naturali fino all’esaurimento o al collasso.
“Il partito ha solo sete di potere,” scriveva Orwell in “1984.” “Non siamo interessati al bene degli altri; siamo interessati
esclusivamente al potere. Non ricchezza, lusso, lunga vita o felicità: solo il puro potere. Cosa significa puro potere, lo
comprenderete ora. Siamo diversi rispetto a tutte le oligarchie del passato, perché sappiamo quello che stiamo facendo.
Tutti gli altri, persino quelli che ci assomigliavano, erano ipocriti e codardi. I nazisti tedeschi e i comunisti russi si
avvicinavano molto a noi nei metodi, ma non ebbero mai il coraggio di riconoscere i veri motivi che li spingevano ad agire.
Essi pretendevano, forse persino credevano, di essersi impadroniti del potere di mala voglia e per un tempo limitato, e che
appena dietro l’angolo ci fosse un paradiso in cui gli esseri umani sarebbero stati liberi ed uguali. Noi non siamo così. Noi
sappiamo che nessuno ottiene il potere con l’intenzione di abbandonarlo. Il potere non è un mezzo; è il fine. Nessuno
instaura una dittatura per salvaguardare una rivoluzione; si fa la rivoluzione per stabilire la dittatura. L’oggetto della
persecuzione è la persecuzione. L’oggetto della tortura è la tortura. L’oggetto del potere è il potere.”
Il filosofo politico Sheldon Wolin usa il termine “totalitarismo invertito” nel suo libro “Democrazia incorporata” per
descrivere il nostro sistema politico. E’ un termine che avrebbe senso per Huxley. Nel totalitarismo invertito, le sofisticate
tecnologie del controllo corporativo, l’intimidazione e la manipolazione di massa, che superano di gran lunga quelli impiegati
dai precedenti totalitarismi, sono effettivamente mascherati dallo scintillio, il rumore e l’abbondanza della società
consumistica. La partecipazione politica e le libertà civili decadono gradualmente. Lo stato corporativo, nascondendosi
dietro la cortina fumogena dell’industria delle public relations, dell’intrattenimento e dell’appariscente materialismo di una
società consumistica, ci divora dall’interno. Non deve fedeltà né a noi, né alla nazione. Banchetta con la nostra carcassa.
Lo stato corporativo non trova la propria espressione in un demagogo o in un leader carismatico. Si definisce per
l’anonimato delle sue corporazioni senza volto. Corporazioni, che assoldano rappresentanti attraenti come Barack
Obama, controllano la scienza, la tecnologia, l’educazione e la comunicazione di massa. Controllano i messaggi nei film e
nella televisione e, così come in “Il mondo nuovo”, usano strumenti di comunicazione per sostenere la tirannia. I nostri
sistemi di comunicazione di massa, come scrive Wolin, “bloccano, eliminano tutto ciò che può introdurre qualificazione,
ambiguità o dialogo, tutto ciò che rischia di indebolire o mettere in crisi la forza olistica della loro creazione nella sua
espressione totale”.
Il risultato è un sistema di informazione monocromatico. Celebrità allineate, mascherandosi da giornalisti, esperti e
specialisti, identificano i nostri problemi e illustrano pazientemente i parametri. Tutti quelli che esprimono opinioni diverse
rispetto ai parametri imposti vengono messi da parte in quanto irrilevanti spostati, estremisti o esponenti della sinistra
radicale. Sociologi prescienti, come Ralph Nader e Noam Chomsky, vengono messi a tacere. Le opinioni accettabili vanno da
A a B. La cultura, sotto il controllo di questi personaggi allineati, diventa, come Huxley aveva evidenziato, un mondo di
allegro conformismo e di sconfinato, e infine fatale, ottimismo. Ci impegniamo ad acquistare prodotti che promettono di
trasformare le nostre vite, renderci più attraenti, sicuri di noi stessi o capaci di collezionare successi, mentre invece veniamo
continuamente privati dei nostri diritti, del nostro denaro e della nostra influenza…..
…..Tutti i messaggi che ci arrivano, sia dalle news della notte o dai talk show come “Oprah” (condotto dall’opinion leader
Oprah Winfrey, che ha largo seguito negli USA n.d.r.), promettono un futuro felice e meraviglioso. E questo, come sottolinea
Wolin, è “la stessa ideologia che induce i funzionari delle corporazioni a esagerare i profitti e celare le perdite, ma sempre
con un’espressione solare.” Siamo stati ipnotizzati, come scrive Wolin “da continui progressi tecnologici” che “ci
incoraggiano ad elaborare fantasie di valore individuale, eterna giovinezza, bellezza ottenuta tramite chirurgia, azioni
misurate in nanosecondi: una cultura illusoria del controllo e delle sempre crescenti possibilità, i cui esponenti lavorano di
fantasia, poiché la vasta maggioranza ha una fervida immaginazione, ma ben scarse conoscenze scientifiche”.
La nostra base produttiva è stata distrutta. Speculatori e imbroglioni hanno saccheggiato le finanze statunitensi e rubato
miliardi ai piccoli risparmiatori che avevano accantonato denaro per la pensione o il college. Le libertà civili, compreso
l’habeas corpus (Norma giudiziaria del diritto inglese e nord-americano, per la quale l'arrestato deve immediatamente
comparire davanti al giudice perché questi decida sulla validità dell'arresto e sulla possibilità della sua scarcerazione dietro
cauzione n.d.r.) e la protezione dalle intercettazioni telefoniche non autorizzate, sono spariti. I servizi basilari, compresa
l’educazione pubblica e la sanità, sono stati trasferiti alle corporazioni affinché ne traggano profitto. I pochi che dissentono,
che rifiutano di lasciarsi coinvolgere nell’allegro discorso corporativo, vengono additati dall’establishment corporativo come
stravaganti.
Opinioni e caratteri sono stati astutamente costruiti dallo stato corporativo, come per gli influenzabili personaggi di Huxley
in “Il nuovo mondo”. Il protagonista del libro, Bernard Marx, si rivolge frustrato alla fidanzata Lenina, chiedendole:
“Non vorresti essere libera, Lenina?”
“Non capisco cosa intendi. Sono libera, libera di spassarmela. Tutti sono felici al giorno d’oggi.”
Rise, “Si, ‘Tutti sono felici al giorno d’oggi’ Questo lasciamo ai figli. Ma non vorresti essere libera di essere felice in
qualche altro modo, Lenina? Alla tua maniera, per esempio; non come tutti gli altri.”
“Non capisco cosa intendi,” ripeté.
La facciata si sta sgretolando. Sempre più persone si rendono conto di essere state usate e derubate, stiamo scivolando da
“Il mondo nuovo” di Huxley al “1984” di Orwell. L’opinione pubblica, ad un certo punto, si troverà a fronteggiare realtà
molto spiacevoli. I lavori ben pagati non torneranno. I grandi deficit nella storia dell’uomo significano che siamo intrappolati
in un sistema di lavoro forzato a risarcimento di un debito che lo stato corporativo utilizzerà per sradicare le vestigia della
tutela sociale per i cittadini, compresa l’assistenza sociale. Lo stato è passato dalla democrazia capitalistica al
neofeudalesimo. E quando queste verità diventeranno palesi, la rabbia sostituirà l’allegro conformismo imposto dallo stato
corporativo. La desolazione dei nostri portafogli postindustriali, con 40 milioni di americani che vivono in povertà e altri 10
milioni in uno stato di “semipovertà”, abbinata all’assenza di credito per salvare le famiglie dalle ipoteche, dal
reimpossessamento delle banche e dalla bancarotta dovuta ai costi del sistema sanitario, significano che il totalitarismo
invertito non potrà funzionare per molto.
Viviamo sempre più nell’Oceania di Orwell piuttosto che nello Stato Mondiale di Huxley. Osama Bin Laden ricopre il ruolo di
Emmanuel Goldstein in “1984”. Goldstein, nel romanzo, è la faccia pubblica del terrore. Le sue macchinazioni diaboliche e le
azioni clandestine di violenza dominano i tg della sera. L’immagine di Goldstein appare quotidianamente sugli schermi
televisivi di Oceania in quanto parte del quotidiano rituale nazionale “due minuti di odio”. E senza l’intervento dello stato,
Goldstein, così come Bin Laden, vi ucciderà. Tutti gli eccessi sono giustificati nella lotta titanica contro il male personificato.
La tortura psicologica del soldato Bradley Manning (22enne americano sospettato di essere il responsabile della fuga di
notizie dietro le rivelazioni di Wikileaks n.d.r.) – che è imprigionato da sette mesi pur non essendo accusato di alcun crimine
– rispecchia la situazione del dissidente Winston Smith alla fine di “1984”. Manning è detenuto in regime di massima
sicurezza presso la base dei Marines di Quantico, in Virginia. Trascorre 23 ore al giorno da solo. Non può fare esercizi fisici.
Non può avere né cuscino, né lenzuola per il letto. I medici dell’esercito lo imbottiscono di antidepressivi. Le rudi forme di
tortura della Gestapo sono state rimpiazzate dalle più fini tecniche orwelliane, sviluppate da psicologi assoldati dai governi
per ridurre in vegetali i dissidenti come Manning. Distruggiamo le anime, così come i corpi. E’ più efficace. Ora possiamo
essere tutti rinchiusi nella temibile stanza 101 di Orwell per diventare innocui e condiscendenti. Queste “particolari misure
amministrative” vengono regolarmente imposte ai nostri dissidenti, compreso Syed Fahad Hashmi, imprigionato in
condizioni simili per tre anni prima di essere processato. Queste tecniche hanno menomato la psiche di migliaia di
prigionieri nei nostri “black sites” in tutto il mondo. Sono la nostra principale forma di controllo nei carceri di massima
sicurezza dove lo stato corporativo combatte il nostro sottoproletariato politicamente più scaltro – gli Afroamericani. Tutto
è presagio del passaggio da Huxley a Orwell.
“Non sarai mai più in grado di provare sentimenti umani,” dice il suo aguzzino a Winston Smith in “1984”. “E’ tutto morto
dentro di te. Non sarai più capace di amare, di provare amicizia, gioia di vivere, allegria, curiosità, coraggio o integrità
morale. Sarai svuotato. Potremmo strizzarti e riempirti di noi stessi”
Il nodo scorsoio si sta stringendo. L’era del divertimento sta per essere sostituita da quella della repressione. Decine di
milioni di cittadini hanno avuto mail e telefoni controllati dal governo. Siamo i cittadini più monitorati e spiati della storia.
Molti di noi vengono ripresi nella loro routine quotidiana da dozzine di telecamere di sicurezza. Le nostre inclinazioni e
abitudini vengono registrate su Internet. I nostri profili vengono generati in modalità elettronica. I nostri corpi vengono
perquisiti in aeroporto e filmati da scanner. Annunci nei locali pubblici, carte di circolazione, cartelli alle fermate dei mezzi
pubblici ci invitano continuamente a denunciare attività sospette. Il nemico è ovunque.
Chi non si conforma con i dettami della guerra al terrore, una guerra che, come notava Orwell, è infinita, viene brutalmente
messo a tacere. Le misure di sicurezza draconiane impiegate per sedare le proteste durante il G20 a Pittsburgh e Toronto
erano completamente sproporzionate rispetto al livello delle attività in strada. Ma hanno lanciato un messaggio chiaro –
NON PROVATECI. Le azioni dell’FBI mirate nei confronti di attivisti palestinesi contrari alla guerra, nelle cui case di
Minneapolis e Chicago hanno fatto irruzione gli agenti a fine settembre, sono un presagio di ciò che accadrà a chiunque
oserà sfidare la Neolingua ufficiale dello stato. Gli agenti – la nostra Psicopolizia – hanno sequestrato telefoni, computer e
altri effetti personali. Sono stati emessi mandati di comparizione per 26 persone che dovranno presentarsi davanti al Grand
Jury. Questi mandati di comparizione si rifanno a una legge federale che vieta di “fornire materiale o risorse di supporto a
quelle definite come organizzazioni terroristiche straniere”. Il terrore, anche per coloro che non ne sono minimamente
coinvolti, diventa il corpo contundente con cui il Grande Fratello ci protegge da noi stessi.
“Inizi a vedere, ora, quale mondo stiamo realizzando?” scriveva Orwell. “E’ esattamente l’opposto della stupida
edonistica Utopia che immaginavano i vecchi riformatori. Un mondo di paura, slealtà e tortura, in cui si calpesta e si viene
calpestati, un mondo che, nel ridefinirsi, non diminuisce, bensì accresce la propria spietatezza.”
Mickey Z. è probabilmente l'unica persona sul pianeta che è apparsa sia in un colpo di karate con Billy "Tae Bo"
Blanks che in un libro politico con Howard Zinn. Egli è l'autore di 9 libri- i più recenti Autodifesa per Radicali e il
suo secondo romanzo, Caro Vito - e può essere trovato sul Web.
Fortini, 1994: quando i poeti non tacevano di fronte Ci sono manuali per l’uso della calunnia nel management della
comunicazione, lupare bianche, colpi alla nuca; o, nel più soave e
alla «oscura voglia di servitù» di Vito Biolchini.
incruento dei casi, la damnatio memoriae, il nome omesso o
Non sempre è valida la domanda di Brecht “perché i poeti hanno deformato, la associazione indiretta con qualche notorio cialtrone.
taciuto?”. In Italia i poeti hanno parlato, e anche molto Ma ci sono momenti in cui il solo modo serio di dire “noi” è dire
chiaramente. Franco Fortini, poeta e intellettuale, il 5 novembre “io”. La prima persona, quel qualcosa che viene dopo la firma.
del 1994 (pochi giorni prima di morire), inviò questa lettera ai Questo è uno di quei momenti.
suoi più cari amici. La lettera parla di Berlusconi e di quello che Bisogna spingere la coscienza agli estremi. Dove, se c’è, c’è
già allora si vedeva (per chi voleva farlo, ovviamente). ancora per poco. Quando non si spinge la coscienza agli estremi,
Ma Fortini in queste righe indicava anche una via d’uscita al gli estremismi inutili si mangiano lucidità e coscienza.
disastro che si approssimava. Da leggere e rileggere. Chi finge di non vedere il ben coltivato degrado di qualità
Cari amici, non sempre chiari compagni; cari avversari, non informativa, di grammatica e persino di tecnica giornalistica nella
invisibili agenti e spie; non chiari ma visibili nemici. Sapete chi stampa e sui video, è complice di quelli che lo sanno, gemono e vi
sono. Non sono mai stato né volteriano né liberista di fresca si lasciano dirigere. Come lo fu nel 1922 e nel 1925.
convinzione. Spero di non dover mai stringere la mano né a Non fascismo. Ma oscura voglia, e disperata, di dimissione e
Sgarbi né a Ferrara né ai loro equivalenti oggi esistenti anche servitù; che è cosa diversa. Sono vecchio abbastanza per ricordare
nelle file dei “progressisti”. Non l’ ho fatto per mezzo secolo. come tanti padri scendevano a patti, allora, in attesa che fossero
Perché dovrei farlo ora? Nessuna “unità” anni Trenta. Meglio la tutti i padri a ingannare tutti i figli. Cerchiamo almeno di
destra della Pivetti. diminuire la quota degli ingannati. Ripuliamo la sintassi e le
Ognuno preghi i propri santi e dibatta con gli altrui. Tommaso meningi. Non scriviamo un articolo al giorno ma impariamo a
d’Aquino, Marx, Pareto, Weber, Croce e Gramsci mi hanno ripeterci, contro la audience e i contratti pubblicitari. Diamo
insegnato che la libertà di espressione del pensiero, sempre esempi di “cattiveria” anche a quei lavoratori che dai loro capi
politica, è sempre stata all’interno della cultura dominante anche vengono illusi di battersi attraverso le strade con antichi striscioni
quando la combatteva. Tutt’intorno ai suoi confini, però, c’erano, e poi, nel buio della Tv, ridono alle battute dei pagliaccetti di
lungo i secoli, miliardi di analfabeti, inquisizioni mistiche o, a Berlusconi. Lungo canali di storica vigliaccheria mascherata di
scelta, grassi doberman accademici, reparti speciali di provocatori bello spirito i colleghi della comunicazione stanno giorno dopo
incaricati di picchiare i tipografi e distruggere i manoscritti….. giorno cambiando o lasciando cambiare i connotati dei quotidiani.
….in attesa che se ne vadano quei pochissimi direttori che non hanno già concordato o “conciliato”.
Quanto a me, solo l’ età mi scampa dal dovermi dimettere. Mai come oggi, credo, il massimo della flessibilità tattica del politico vero
dovrebbe andar d’accordo con la rigidità delle scelte di fondo. Un modesto zapping basta a capire che è inutile declamare
estremisticamente, come ora sto purtroppo facendo.
Bisogna dire di no; ma c’è qualcosa di più difficile e sto cercando di farlo: dire di sì in modo da non nascondere il “no” di fondo; se si
crede di averlo e saperlo.
Pagare di persona, secondo le regole del finto mercato che fingiamo di accettare: ossia dimettersi o costringere altrui alle dimissioni,
ritirare o apporre le firme e le qualifiche e il proprio passato, affrontare sulla soglia di casa o di redazione le bastonature fisiche o morali
già in scadenza.
Anni fa scrissi, enfaticamente, che il luogo del prossimo scontro sarebbero state le redazioni. Quel momento è venuto, il luogo è questo.
Chi tiene famiglia, esca. Chi ha figli sappia che un giorno essi guarderanno con rispetto o con odio alle sue scelte di oggi.
Scade il primo semestre di chi ha preso il potere, come tanti altri, legalmente, coi voti di un terzo degli elettori, ossia giocando con la
manovra della informazione e la debilita’ culturale ed economica di tanti nostri connazionali e, perche’ no, con la nostra medesima.
Cari amici, non sempre chiari compagni; cari avversari, non sempre invisibili agenti e spie; non chiari ma visibilissimi nemici, vi saluta
un intellettuale, un letterato, dunque un niente. Dimenticatelo se potete.
(ANSA) - ROMA, 23 GEN - Gli oceani assorbono attualmente circa un terzo delle emissioni di
Co2 del Pianeta. Questa capacita' li sta rendendo sempre piu' acidi con ripercussioni su
ecosistemi e biologia marina, tema sul quale hanno discusso ad Okinawa, in Giappone, gli
scienziati del gruppo intergovernativo dell'Onu, Ipcc. Il gruppo, di cui fa parte l'italiano Riccardo
Valentini, dovra' produrre il Quinto rapporto Ipcc sul cambiamento del clima, per il quale
l'acidificazione degli oceani e' 'una componente fondamentale'.