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Le cellule eccitabili sono cellule che sono in grado di rispondere alle perturbazioni con un’alterazione del
loro potenziale di membrana e quindi con un segnale elettrico. I segnali elettrici che si ritrovano a livello
delle cellule possono essere divisi in due categorie:
Risposta elettrica passiva o potenziale elettrotonico è una risposta elettrica che si verifica a livello di
tutte le membrane di tutte le cellule (anche quelle non eccitabili). È una risposta che si osserva tutte le
volte che attraverso la membrana passa una corrente. La risposta consiste in una variazione del
potenziale di membrana che dipende dall’intensità della corrente e che è spiegata dalle proprietà
elettriche passive della membrana stessa (capacità dovuta alla presenza del doppio strato fosfolipidico e
resistenza dovuta alla presenza di canali ionici). La risposta elettrica passiva è tipicamente una risposta
locale, si osserva nel punto in cui si ha passaggio di corrente e si propaga a breve distanza dal punto in
cui la corrente viene iniettata.
Risposta attiva o potenziale d’azione o spike è tipica delle cellule eccitabili. Quando si ha passaggio
di corrente attraverso la membrana, la cellula risponde cambiando le proprie caratteristiche con un
segnale, il potenziale d’azione, che è rappresentato da un’inversione del potenziale di membrana. Il
potenziale di membrana passa da un valore negativo, tipico della condizione di riposo (tra -60mV e -90
mV), ad un valore positivo. L’inversione del potenziale è un’inversione transitoria: in una cellula come il
neurone ha durata dell’ordine di qualche millisecondo. L’ampiezza del potenziale d’azione a livello di
una stessa cellula eccitabile è sempre la stessa, indipendentemente dall’intensità della corrente: questo
significa che il potenziale d’azione non è un fenomeno graduale, ma è un fenomeno tutto o nulla. Tutto
o nulla significa che il potenziale d’azione o c’è o non c’è. Per avere un potenziale d’azione la corrente
che attraversa la membrana deve avere una certa intensità, ma se questa intensità viene superata, il
potenziale d’azione ha sempre la stessa ampiezza. Il potenziale d’azione non rimane localizzato nel
punto in cui avviene l’iniezione di corrente, ma si auto propaga per tutta la lunghezza della cellula
nervosa.
Si ha una vaschetta con all’interno la cellula. Nella cellula vengono inseriti due microelettrodi: uno viene
utilizzato per iniettare corrente, l’altro serve per registrare le variazioni di potenziale. L’elettrodo che inietta
corrente è collegato ad un generatore di corrente e quello che registra è collegato ad un dispositivo per
registrare. Il flusso di cariche positive derivato dalla corrente può fluire dal citosol verso la micro pipetta o
dalla micro pipetta verso il citosol,
a seconda della polarità della
corrente che viene applicata. Il
circuito si chiude attraverso il
bagno, in particolare attraverso
l’elettrodo inserito nel bagno.
Nelle due condizioni la corrente
attraversa la membrana in due
modi diversi: se si ha la situazione
in cui la corrente entra dal citosol
nel microelettrodo (figura a
sinistra), quando il circuito si
chiude, la corrente attraversa la
membrana dall’esterno verso
l’interno.
Questa risposta è dovuta alla presenza di un circuito RC nella membrana (elemento capacitivo in parallelo
con elemento resistivo).
Cosa accade a livello di un circuito RC quando ci si fa passare una corrente? La risposta a questa domanda
riflette esattamente quello che accade a livello della membrana. Nel circuito si considera di partire da una
situazione in cui non esiste alcuna differenza di potenziale ai due capi del circuito e quindi nessun accumulo
di cariche sul condensatore.
La corrente che attraversa il condensatore dipende dalla differenza di potenziale che esiste sulle due
armature secondo una costante che è la capacità di membrana. La corrente che attraversa il condensatore
è 0 quando la differenza di potenziale rimane costante e in questa condizione tutta la corrente passa
attraverso la resistenza.
La corrente di membrana è una costante in quanto viene stabilita dallo sperimentatore sul generatore.
dove ovvero una costante di tempo che esprime il tempo necessario affinché la variazione del
potenziale di membrana, che si ottiene facendo passare la corrente, abbia raggiunto il 63% del suo valore
finale.
I neuroni sono le unità strutturali e funzionali del sistema nervoso e hanno la funzione principale di
permettere il passaggio dell’informazione dal cervello alla periferia e viceversa. In questo modo possono
ricevere informazioni dall’ambiente esterno e formulare risposte per eventuali variazioni dell’ambiente.
L’informazione che i neuroni trasportano viene trasportata sia sottoforma di segnali elettrici passivi, sia
come potenziali d’azione. Questi segnali elettrici si realizzano in porzioni diverse del neurone: esso infatti è
una cellula che presenta un’elevata specializzazione funzionale.
Il neurone in figura ha la forma tipica di un motoneurone, ma può
essere comunque utilizzato per vedere la specializzazione funzionale
delle cellule nervose. Nel neurone si distingue la parte del soma in cui
sono contenuti il nucleo e gli organuli e che ha la funzione di ricevere
gli imput da altre cellule nervose e dagli organi di senso. Il soma
presenta numerose ramificazioni: una molto allungata che è l’assone e
altre con lunghezze minori che sono i dendriti. I dendriti, come il soma,
hanno la funzione di ricevere gli imput da altre cellule nervose per cui,
nell’insieme, le membrane che avvolgono i dendriti e la membrana che
avvolge il soma svolgono una funzione di integrazione delle
informazioni che provengono dalle altre cellule nervose.
L’assone ha la funzione di conduzione dell’impulso cioè di propagare
in maniera estremamente rapida l’informazione dal soma e dai dendriti
verso un’altra cellula nervosa. La propagazione dell’informazione lungo
l’assone avviene attraverso potenziali d’azione che si autopropagano.
Stimolazione nervosa
Fino ad ora abbiamo visto la via fisiologica attraverso cui si generano potenziali d’azione, ma per studiarne
le caratteristiche si isola un assone e si osserva cosa accade in esso quando ci si fa passare una corrente.
Sperimentalmente si genera all’interno della cellula un segnale graduale che possa poi determinare
l’insorgenza di un potenziale d’azione. Si parla di stimolazione nervosa proprio perché si agisce su una
cellula eccitabile, stimolandola a dare una risposta attiva.
Il sistema per stimolare una cellula eccitabile è quello visto in precedenza ovvero si fa passare una corrente
attraverso la membrana che crea una perturbazione elettrica, un segnale locale e si registrano le variazioni
del potenziale di membrana. Quando si stimola una cellula, l’elettrodo di stimolazione può essere reso più
o meno positivo rispetto al citosol e quindi si può far passare una corrente iperpolarizzante che determina
un aumento della differenza di potenziale o una corrente depolarizzante che determina una diminuzione
della differenza di potenziale.
Una corrente in ingresso è iperpolarizzante perché vengono aggiunte cariche positive all’esterno della
membrana e quindi si aumenta la separazione di cariche a livello del condensatore. Quando la corrente che
passa attraverso il condensatore diventa 0, la corrente continua a fluire attraverso i canali e mantiene il
potenziale al nuovo valore. Se la corrente fluisse in direzione opposta, cariche positive verrebbero aggiunte
al condensatore dall’interno e la differenza di potenziale diminuirebbe perché la carica del condensatore
diminuirebbe e la corrente fluirebbe attraverso la resistenza e continuerebbe a mantenere la membrana
depolarizzata.
Corrente in ingresso iperpolarizzante
Corrente in uscitadepolarizzante
Il potenziale di membrana oltre al quale si ha la nascita del potenziale d’azione viene detto potenziale
soglia e la corrente necessaria a raggiungere il potenziale soglia è detta corrente soglia.
Il potenziale d’azione è una risposta tutto o nulla e infatti correnti al di sopra della soglia danno origine a
potenziali d’azione tutti uguali mentre correnti al di sotto della soglia non danno origine a potenziali
d’azione.
Di norma ci vuole una depolarizzazione compresa tra 15mV e 25mV per poter superare la soglia.
Ogni cellula eccitabile ha la sua soglia di potenziale.
Caratteristiche dell’eccitabilità
1)Relazione intensità-durata.
Mette in relazione l’intensità della corrente soglia con la durata dello stimolo. La corrente soglia cambia a
seconda della seguente relazione iperbolica:
Per avere il potenziale d’azione se la durata dello stimolo è più corta, l’intensità deve essere più grande.
C’è un livello minimo di intensità che si deve necessariamente fornire per superare la soglia e questo valore
è chiamato reobase.
Viene definita cronassia la durata di uno stimolo soglia che abbia intensità pari al doppio della reobase.
La relazione intensità-durata è una conseguenza diretta della presenza di un circuito RC a livello della
membrana.
Le onde quadre di corrente evocano una risposta passiva e in questa risposta si può identificare una
costante di tempo che indica il tempo al quale viene raggiunto il 63% del cambiamento di potenziale. La
costante è una proprietà della membrana perciò se si fornisse uno stimolo di uguale durata ma di
intensità maggiore si avrebbe una depolarizzazione più grande, ma sempre con la stessa costante di tempo.
Se l’intensità è molto alta, si può ridurre la durata dello stimolo perché si raggiunge prima il valore soglia.
Nella figura viene riportata l’intensità come rapporto dell’intensità dello stimolo sulla reobase (intensità 1,2
o 3 volte più grande della reobase) e quindi l’intensità vera e propria è rappresentata dai punti sperimentali
e dalla curva. Sull’asse delle ascisse c’è il tempo che è espresso come multiplo della costante di tempo .
Viene riportato il valore della corrente soglia che è la linea tratteggiata spessa.
Le curve continue rappresentano come varia il potenziale di membrana quando si fanno passare attraverso
la membrana impulsi di corrente che sono rappresentati dalle linee tratteggiate sottili.
Ad esempio se se si ha un’intensità pari a 3 volte l’intensità soglia, lo stimolo che bisogna fornire è pari a
quello del primo rettangolino.
Da questo grafico si vede bene quanto affermato prima ovvero che se l’intensità è molto alta, il valore
soglia viene raggiunto prima e perciò si può ridurre la durata dello stimolo.
2)Accomodazione.
Il valore del potenziale soglia dipende anche dalla storia della membrana precedente al momento in cui
viene dato lo stimolo. Se viene applicato uno stimolo ad un assone che è stato mantenuto quiescente per
un certo periodo di tempo, si troverà sempre lo stesso valore soglia. Se invece la stimolazione che supera la
soglia è preceduta da una fase di depolarizzazione o iperpolarizzazione della membrana, la soglia cambia.
Nella figura la linea tratteggiata rappresenta la soglia per la nascita del
potenziale d’azione e la linea continua rappresenta il valore del potenziale
di membrana.
Nel primo alla membrana è stato applicato uno stimolo depolarizzante
sotto soglia perciò il valore del potenziale è cambiato e con esso il valore
della soglia. L’intensità necessaria per avere la nascita di un potenziale
d’azione aumenta.
Nel secondo caso alla membrana è stato applicato uno stimolo
iperpolarizzante e questo porta ad un abbassamento della soglia.
Nel terzo caso si vede che, se si iperpolarizza molto, la soglia di eccitabilità
si abbassa moltissimo. In questa situazione la traccia che rappresenta la
soglia e la traccia che rappresenta il potenziale si incrociano: se si
mantiene la membrana iperpolarizzata per un tempo lungo, quando si riporta la membrana ad un valore di
riposo, si supera la soglia per la nascita del potenziale d’azione.
Il fenomeno dell’accomodazione è quello per cui, quando si vuole stimolare una cellula eccitabile, si deve
usare un’onda quadra di corrente. Questo perché nell’onda quadra la depolarizzazione avviene in maniera
così rapida che non evoca alcun fenomeno di accomodazione. Se venissero, ad esempio, fornite onde a
dente di sega bisognerebbe stare particolarmente attenti a usare una pendenza sufficientemente rapida.
La linea blu rappresenta come cambia il livello di soglia con depolarizzazioni mantenute nel tempo. Se si fa
una depolarizzazione sufficientemente rapida (come quella in a, b e c) si riesce a raggiungere la soglia.
Ovviamente tra a e b lo stimolo che devo applicare è diverso perché la depolarizzazione in b è stata più
lenta e perciò è necessario applicare uno stimolo più intenso per raggiungere la soglia. Lo stesso vale per c.
Se la depolarizzazione è eccessivamente lenta, come in d, la soglia aumenta più rapidamente di quanto il
potenziale di membrana cresca e perciò la soglia non viene raggiunta.
3)Refrattarietà.
Gli stimoli possono essere dati con una certa frequenza. La frequenza a cui si può dare una stimolazione è
limitata dal periodo refrattario. Se uno stimolo è troppo vicino ad un altro, quindi la frequenza degli stimoli
è maggiore, si vede che ad un certo punto l’ampiezza del potenziale inizia a ridursi fino a scomparire
completamente. Per lo stesso motivo non si può dare uno
stimolo al picco del potenziale d’azione perché non
provocherebbe nessuna variazione in quanto non esiste un
effetto sommatorio degli stimoli.
Se però, nel periodo in cui non si possono evocare stimoli, viene
fornito uno stimolo più grande di quelli precedenti, si può
evocare un potenziale d’azione di ampiezza inferiore al primo
stimolo.
L’esistenza del periodo refrattario ci dice che durate il potanziale d’azione si ha un cambiamento delle
proprietà della membrana. Le proprietà della membrana vengono recuperate dopo che il potenziale
d’azione è finito, ma ci vuole del tempo affinché vengano recuperate completamente.
La maggior parte degli esperimenti che hanno portato a capire le basi ioniche del potenziale d’azione sono
stati fatti sugli assoni giganti del calamaro.
Inizialmente si pensava che durante il potenziale d’azione ci fosse un aumento generalizzato della
permeabilità della membrana a tutti gli ioni perché si notava che la resistenza della membrana cadeva
moltissimo. Però se ci fosse stato un aumento generalizzato della permeabilità, il potenziale di membrana
avrebbe raggiunto soltanto valori pari a 0 perché non sarebbe esistita più differenza di potenziale. In realtà
durante il potenziale d’azione si registra un potenziale di membrana positivo (+40mV). Perciò si
considerarono tutti gli ioni positivi che potevano attraversare la membrana e i loro relativi potenziali di
equilibrio e si osservò che l’unico ione che poteva essere implicato nella crescita del potenziale d’azione è il
Na. Il Na ha infatti potenziale di equilibrio di +60mV. Perciò si ipotizzò che durante il potenziale d’azione ci
fosse un aumento repentino della condutanza della membrana al Na. Se la conduttanza al Na aumenta il
potenziale di membrana si sposta verso il potenziale di equilibrio del Na secondo la seguente relazione:
Esperimento. Per validare l’ipotesi che fosse proprio il Na il responsabile dell’aumento del potenziale, si
fecero esperimenti in cui si cambiava il potenziale di equilibrio del Na. Se si cambia il potenziale di equilibrio
del Na, ed è vero che durante il potenziale d’azione cambia, allora si vede che il picco del potenziale
d’azione cambia in funzione del nuovo potenziale di equilibrio del Na.
Questo esperimento ha quindi portato alla formulazione della teoria del Na secondo la quale il Na è il
responsabile della fase di salita del potenziale d’azione.
La teoria del Na portò Hodgkin a ipotizzare quello che presumibilmente accade durante il potenziale
d’azione. Questa ipotesi è nota come ciclo di Hodgkin.
Il ciclo di Hodgkin prevede che in seguito alla depolarizzazione si abbia un aumento della conduttanza della
membrana al Na e questo aumento della permeabilità fa sì che si abbia un ingresso di Na nella cellula (si ha
ingresso perché il Na segue il suo gradiente elettrochimico) che promuove un’ulteriore depolarizzazione
della membrana e quindi un ulteriore aumento della conduttanza al Na.
Hodgkin in pratica ipotizzò l’esistenza di un feedback positivo che è in grado di spiegare quello che accade
durante la fase di salita del potenziale d’azione.
Hodgkin ipotizzò che la depolarizzazione della membrana non solo aumenta la conduttanza al Na, ma
aumenta anche la conduttanza al K. Solo che se si ha un aumento della conduttanza al K, questo tende ad
uscire dalla cellula. L’uscita del K determina una ripolarizzazione della membrana. Quindi Hodgkin ipotizzò
anche l’esistenza di un feedback negativo per la conduttanza al K.
L’aumento della conduttanza del K avviene con una cinetica più lenta rispetto all’aumento della
conduttanza al Na.
Questa ipotesi fu convalidata inizialmente da misure dei flussi radioattivi di Na e di K durante il potenziale
d’azione. È stato messo in evidenza che effettivamente durante il potenziale d’azione si ha ingresso di Na e
uscita di K e i due flussi si eguagliano.
La misura dei flussi radioattivi non permette di capire qual è la cinetica con cui questi flussi avvengono
perciò sono stati necessari esperimenti mirati per capire questi fenomeni.
L’ipotesi di Hodgkin implica una modifica del circuito equivalente della membrana perché durante il
potenziale d’azione la conduttanza al K e la conduttanza al Na cambiano perciò gli elementi passivi
responsabili del potenziale di riposo vengono racchiusi tutti dal generatore EL. Questa parte di circuito è
caratterizzata da conduttanze costanti, indipendenti dal voltaggio. Vengono inoltre aggiunti due rami, uno
per la batteria del Na e uno per la batteria del K, che sono connessi con conduttanze variabili in funzione
del potenziale di membrana.
In un circuito di questo tipo si può stabilire qual è la corrente che attraversa la membrana che è una
corrente che è data dalla somma delle correnti che attraversa i due rami con la corrente che attraversa il
condensatore.
La corrente IL dovuta agli elementi passivi viene detta corrente di leakage e dipende esclusivamente dal
valore del potenziale di membrana in quanto ha una conduttanza costante.
Aver considerato la membrana come questo circuito ha permesso di fare degli esperimenti grazie ai quali si
può stabilire come variano le conduttanze della membrana agli ioni K e agli ioni Na a vari potenziali di
membrana e a vari tempi. In questo modo si può risalire a cosa accade durante il potenziale d’azione.
Durante la fase di salita del potenziale d’azione si ha un’inversione del potenziale di membrana e quindi la
conduttanza del Na e la conduttanza del K cambiano. Per capire come cambiano si può sezonare il
fenomeno ed andare a vedere come varia la conduttanza ai due ioni a vari potenziali di membrana. Questo
si può fare solo se si blocca il potenziale di membrana al valore di potenziale che interessa e si va a studiare
soltanto le correnti ioniche, senza avere le influenze dovute alla corrente capacitiva. Se si misura una
corrente ad un determinato valore di potenziale, si può stabilire il valore della conduttanza
Per poter misurare solo le correnti ioniche, bisogna mettersi nelle condizioni di eliminare le componenti
capacitive del circuito e perciò bisogna essere nella condizione in cui
In figura si ha un assone gigante di calamaro immerso in una soluzione salina. Nell’assone viene inserito un
elettrodo di registrazione, mentre nella soluzione salina è immerso un elettrodo di riferimento: così è
possibile registrare la differenza di potenziale ai due lati della membrana. Il potenziale registrato viene
confrontato con un potenziale di comando prescelto dallo sperimentatore per vedere quant’è la corrente
che attraversa la membrana a quel determinato potenziale. Il segnale viene utilizzato per alimentare un
sistema che permette di iniettare nella cellula una corrente che permette di mantenere il potenziale di
membrana uguale al potenziale di comando. Tutto questo deve essere fatto in maniera estremanente
rapida.
Esempio 2
Quando si mette come potenziale di comando un potenziale maggiore del potenziale di riposo, ma minore
del potenziale soglia. Si ha una depolarizzazione molto piccola che, se non ci fosse il blocco del voltaggio,
porterebbe ad una depolarizzazione sotto soglia della membrana e una corrente inferiore alla corrente
soglia.
Il potenziale di membrana viene portato da -60mV a -50mV e si osserva una corrente capacitiva in uscita
che cambia istantaneamente le cariche sul condensatore. Continua a passare corrente perché per
mantenere la separazione delle cariche ci deve essere una corrente che passa attraverso la resistenza (non
si ha più passaggio di cariche attraverso il condensatore perché una volta arrivati a -50mV non si ha più
differenza di potenziale). Tutte le correnti che si vedono quando non esiste differenza di potenziale sono
correnti ioniche, che attraversano i canali di membrana. Questa è una risposta puramente passiva. La
corrente dovuta ai canali passivi, che quindi attraversa principalmente i canali del K (perché sono i maggior
numero), è detta corrente di fondo o corrente di leakage perché non dipende né dal voltaggio né dal
tempo.
Quando il potenziale di membrana viene riportato al valore di riposo, sul condensatore la carica passa da
-50mV a -60mV e perciò si ha una corrente capacitiva in entrata. A questo punto, essendo ad un potenziale
di riposo, non è più necessaria una corrente per mantenere questo potenziale.
Esempio 3
Quando si blocca il potenziale di membrana ad un valore sopra la soglia, ad esempio si fa passare da -65mV
a 0mV, si osserva una risposta completamente diversa da quella che ci si aspetterebbe se la conduttanza
della membrana fosse costante.
La corrente iniziale prende il nome di corrente transitoria in ingresso, mentre la corrente finale viene detta
corrente ritardata in uscita.
Si può analizzare a questo punto l’esperimento svolto da Hodgkin e Huxley. Loro applicarono un gradino di
potenziale di 56mV a partire da un potenziale di membrana di -65mV e quindi la membrana veniva portata
a -9mV. Si registrano sempre una corrente capacitiva, una corrente transitoria in ingresso e una corrente
ritardata in uscita.
La corrente capacitiva ha durata di 20-50µs che è il tempo
necessario per cambiare la distribuzione delle cariche sul
condensatore. Rimane un piccolo dislivello rispetto alla
corrente capacitativa che è la corrente di leakage.
Poi si ha la corrente transitoria in ingresso che è una
corrente trasportata dagli ioni Na. È caratterizzata da una
prima fase in cui aumenta molto rapidamente (il picco viene
raggiunto in circa 50µs) e poi da una fase in cui decade e
torna a 0. Questa corrente torna a 0 anche se la membrana è
ancora depolarizzata a -9mV. Quindi la corrente precoce è
caratterizzata da una fase in cui la corrente si attiva, seguita
da una fase in cui la corrente si inattiva.
Infine si ha una corrente tardiva che durante la
depolarizzazione sale sempre, fino a raggiungere un valore
di plateau. Questa corrente è una corrente in uscita
trasportata dagli ioni K.
L’attivazione della corrente del Na è estremamente più
rapida dell’attivazione della corrente del K.
Il potenziale di equilibrio del Na viene detto anche potenziale di inversione del canale del Na o potenziale
di inversione della conduttanza del Na. Questo perché per valori al di sopra del potenziale di inversione e
per valori subito al di sotto del potenziale di inversione, la corrente passa la membrana con direzione
opposta.
Il potenziale di inversione è quindi quel potenziale in corrispondenza del quale la corrente è 0, ma al di
sopra del quale la corrente è in uscita e al di sotto del quale la corrente è in ingresso.
però in questo caso non si può fare lo stesso esperimento fatto per il Na perché bisogna tener conto del
fatto che il potenziale di equilibrio del K ha un valore più negativo del potenziale di membrana (circa -95
mV). Questo significherebbe che il potenziale di membrana andrebbe bloccato a -95mV, ma la
iperpolarizzazione non attiva i canali voltaggio-dipendenti e perciò si vedrebbe soltanto una risposta
passiva. Per questo motivo non si può applicare la stessa procedura del Na per il K. Quindi per il K si può
solo dire che se la corrente in ingresso è dovuta al Na e durante gli esperimenti però era stato dimostrato
anche un aumento della conduttività al K, allora la corrente tardiva deve essere attribuita al K.
Con questi esperimenti quindi si sono verificati quali sono gli ioni responsabili del trasporto delle correnti
precoce e tardiva e perciò è adesso necessario vedere per ogni potenziale di blocco qual è la corrente del
Na e qual è la corrente del K. Avendo queste informazioni ci si può ricavare come variano a seconda del
potenziale la conduttanza al Na e la conduttanza al K e come variano le conduttanze in funzione del tempo.
Il problema a questo punto era quello di separare le due correnti.
Si ha sempre il potenziale di membrana che viene portato da -65mV a -9mV: la risposta che si registra è
quella indicata con la lettera a.
Sempre tenendo conto che , Hodgkin e Huxley fanno in modo che
cambiando la concentrazione extracellulare del Na. Questo perché il potenziale di equilubrio del Na è dato
dall’equazione di Nernst:
Con l’equazione di Nernst ci si può quindi calcolare la quantità di Na extracellulare che serve affinchè
Se la corrente di Na è 0, quello che si registra applicando lo stesso gradino di depolarizzazione è la corrente
del K.
A questo punto si sottrae la traccia b dalla traccia a e quello che si ottiene è la corrente di Na che è
rappresentata dalla traccia c.
Questa procedura può essere ripetuta per qualsiasi potenziale di blocco, cambiando opportunamente il
valore della concentrazione extracellulare di Na.
Nella figura sottostante sono riportate le forze che agiscono sugli ioni Na e K e che determinano il loro
passaggio attraverso la membrana e la direzione con cui gli ioni attraversano la membrana.
La freccia blu rappresenta la forza motrice chimica ed è una costante perché la forza chimica è la differenza
di concentrazione tra i due lati della membrana e questo valore si mantiene costante. È diversa per i due
ioni perché essi sono distribuiti in maniera diversa ai due lati della membrana (K tende ad uscire, Na tende
ad entrare)
La freccia rossa è la forza motrice elettrica che dipende dal valore del potenziale di membrana. È la stessa
per i due ioni perché entrambi sono ioni carichi positivamente e quindi risentono della differenza di
potenziale ai due lati della membrana nello stesso modo.
La freccia viola è la forza motrice netta che determina il passaggio degli ioni attraverso la membrana è la
somma algebrica tra la forza motrice elettrica e la forza motrice chimica. La forza motrice netta per il K, per
i valori di potenziale presi in considerazione, è sempre diretta verso l’esterno e aumenta via via che la
membrana viene depolarizzata. La forza motrice netta per il Na è una forza che tende a spostare lo ione
verso l’interno. È una forza che è maggiore a valori negativi del potenziale e si riduce via via che il
potenziale aumenta e, quando si supera il potenziale di equilibrio del Na, si inverte e lo ione tende ad
uscire. La forza motrice netta è quindi il gradiente elettrochimico.
Dipendenza delle conduttanze del Na e del K dal tempo e dal potenziale di membrana
Hodgkin e Huxley, sulla base di registrazioni sulla corrente del Na e sulla corrente del K durante i gradini di
potenziale, costruirono le curve che rappresentano la conduttanza del Na e la conduttanza del K in funzione
del potenziale di membrana. Per la legge di Ohm:
Le due curve nella figura a sinistra rappresentano come varia la conduttanza dei due ioni ai vari potenziali di
membrana nel tempo. Per ogni potenziale di membrana si ha un andamento della conduttanza e questo
significa che la conduttanza varia non solo a seconda del potenziale, ma anche nel tempo. Le conduttanze
sono sempre positive.
La conduttanza del Na compare per potenziali di membrana al di sopra di -40mV e aumenta con
l’aumentare della depolarizzazione fino a raggiungere il plateau. Essa ha un andamento particolare perché
aumenta fino ad un valore di picco e poi diminuisce, tornando a 0. Questo significa che c’è un’attivazione
dei canali del Na e poi una loro inattivazione. La cinetica di attivazione/inattivazione è tanto più rapida
tanto più la membrana è depolarizzata.
La conduttanza del K aumenta con l’aumentare della depolarizzazione della membrana, raggiunge un valore
massimo ma, a differenza della conduttanza del Na, ha un andamento monotonico. La conduttanza a
questo ione si attiva con la depolarizzazione e, finchè la membrana è depolarizzata, essa rimane elevata.
Anche per il K la cinetica è tanto più rapida tanto più la membrana è depolarizzata. Questa cinetica è però
più lenta di quella del Na: il tempo necessario per il picco della conduttanza del Na è molto minore del
tempo necessario per raggiungere il valore massimo per la conduttanza del K.
Nel grafico a destra viene riportato il valore di picco della conduttanza al Na e il valore massimo della
conduttanza al K in funzione del potenziale di blocco di membrana. Si vede che i valori massimi delle due
conduttanze hanno la stessa dipendenza dal potenziale di membrana: le due curve sono pressochè
sovrapposte.
Cinetica di inattivazione
L’inattivazione è un processo che avviene al livello dei canali del Na. Non è l’inverso dell’attivazione infatti
attivazione e inattivazione sono due processi diversi che avvengono per modifiche della proteina del canale
del Na. L’inattivazione è la diminuzione della conduttanza fino al valore di riposo durante la
depolarizzazione.
L’inverso dell’attivazione viene detto deattivazione. La deattivazione è il ritorno al valore di riposo della
conduttanza, osservato in risposta alla ripolarizzazione della membrana. Questo processo si vede bene nel
canale del K: esso non presenta il fenomeno di inattivazione però, poiché si attiva, avrà anche un processo
di deattivazione.
Nel grafico sottostante si ha un gradino depolarizzante di 56mV che ha una duratadi circa 10ms. Dal tempo
0 al tempo 10ms quindi la membrana viene mantenuta depolarizzata a -9mV. Nel grafico è riportata la
conduttanza del K che aumenta, raggiunge il valore di plateau e si mantiene elevata per tutta la durata della
depolarizzazione. Se a 6ms dall’inizio della
depolarizzazione si ripolarizza la membrana si
osserva che la conduttanza del K ritorna a 0: i
canali del K che si erano aperti in seguito alla
depolarizzazione si chiudono quando la
membrana viene ripolarizzata. L’andamento
temporale della caduta della conduttanza è
simile all’andamento temporale della salita e
questo permette di capire che i due processi
sono l’uno l’inverso dell’altro.
Nel caso del Na con la depolarizzazione si
raggiunge un picco di conduttanza in un tempo inferiore ad 1ms, dopodichè la conduttanza diminuisce e
torna a 0. L’andamento della diminuzione della conduttanza è molto più lento dell’andamento
dell’attivazione. Ci deve essere un processo che permette la chiusura dei canali che è diverso da quello che
ne ha causato l’apertura: è il processo di inattivazione.
Anche i canali del Na possono essere deattivati: se si ripolarizza la membrana il canale torna nella
conformazione che ha quando la membrana è al potenziale di riposo. La deattivazione si vede nei canali del
Na se si applica ripolarizzazione in un tempo in cui il processo di inattivazione, che è più lento, ancora non
c’è.
Il fenomeno di inattivazione del Na è stato studiato in dettaglio da esperimenti, fatti da Hodgkin e Huxley,
in cui veniva utilizzata una tecnica che consiste nel bloccare il potenziale di membrana ad un valore
costante (-16 mV) al quale si sa che la conduttanza del Na è attiva. Questo potenziale di -16mV veniva fatto
precedere da un altro gradino a cui il potenziale veniva mantenuto a valori diversi. Questo perché in tuti gli
esperimenti precedenti non si era mai tenuto conto dell’influenza del potenziale di membrana di partenza.
Gli sperimentatori volevano capire quanto il grado di depolarizzazione della membrana prima di attivare i
canali del Na può influenzare la conduttanza del Na. Poiché il potenziale di blocco è a -16mV, se non ci fosse
alcuna dipendenza dal potenziale precedente, si dovrebbe vedere sempre la stessa conduttanza.
Se da -60mV si passasse direttamente a -16mV, si
registrerebbe il bacchettino verticale. Se invece i -16
mV vengono fatti precedere da potenziali diversi per
un tempo lungo rispetto ai tempi di attivazione e
inattivazione dei canali del Na, si vedono risposte
diverse. Quando la membrana è iperpolarizzata la
corrente iniziale di Na è molto più grande della
corrente che si registrerebbe passando direttamente
da -60mV a -16mV: l’ampiezza della corrente di Na
non dipende solo dai -16mV, ma anche dal
potenziale che precede la depolarizzazione.
Quando la membrana è depolarizzata l’ampiezza
della corrente di Na si riduce e addirittura, quando si
depolarizza a -31mV, la risposta è 0 (non si ha più
corrente di Na).
Iperpolarizzando la membrana si rimuove
un’inattivazione dei canali che comunque è presente
anche al potenziale di riposo: quando da -60mV si passa a -16mV, non vengono aperti tutti i canali del Na
possibili perché una parte non può aprirsi in quanto si trova in uno stato inattivato che non è rimosso dalla
depolarizzazione.
L’inattivazione dei canali del Na è alla base dei fenomeni di accomodazione e refrattarietà. Nel caso
dell’accomodazione la soglia aumenta perché, mantenendo la membrana depolarizzata, si inattiva una
parte dei canali del Na e quindi, per determinare il superamento della soglia è necessaria una corrente più
grande. La soglia si abbassa con l’iperpolarizzazione perché ci sono più canali del Na attivabili.
Nel caso della refrattarietà si ha che dopo la depolarizzazione i canali del Na sono inattivati e quindi non si
può evocare un secondo potenziale d’azione perché, anche se si avessero i canali deattivati e quindi
l’attivazione potrebbe avvenire, si ha l’inattivazione che chiude il canale. Mantenendo il potenziale di
membrana al potenziale di riposo, il fenomeno dell’inattivazione scompare e si ha il ripristino della normale
soglia.
Hodgkin e Huxley, conoscendo la dipendenza della conduttanza dal tempo e dal potenziale di membrana,
furono in grado di scrivere le seguenti relazioni:
Queste due relazioni sono equazioni empiriche, ricavate direttamente dai dati sperimentali.
GK e GNa rappresentano i valori massimi che la conduttanza del K e del Na possono assumere.
n, m e h sono delle variabili tempo e voltaggio dipendenti e esprimono la probabilità che delle particelle si
trovino all’interno del canale nella posizione opportuna per determinarne l’apertura.
Nel caso del K, n4 significa che 4 particelle, indicate con la lettera n, devono essere contemporaneamente
nella posizione corretta per far aprire il canale.
Nel caso del Na ci so o due tipi di particelle, m e h, perché si ha un processo di attivazione ed un processo di
inattivazione separati. Occorre quindi che 3 particelle m e 1 particella h siano contemporaneamente nella
posizione corretta per determinare l’apertura del canale.
n, m e h rappresentano inoltre la frazione dei canali che si trovano nello stato aperto. Conseguentemente
1-n, 1-m e 1-h rappresentano la frazione dei canali nello stato chiuso. Lo stato chiuso e lo stato aperto sono
in equilibrio e questo equilibrio dipende dal potenziale e dal tempo.
Sia per il K che per il Na si ha una situazione di equilibrio dei canali tra stato aperto e stato chiuso, che
dipende da una transizione governata dalle costanti di velocità α e β. Le costanti di velocità dipendono dal
voltaggio.
αn e αm aumentano il loro valore con l’aumentare della depolarizzazione.
βn e βm diminuiscono il loro valore con l’aumentare della depolarizzazione.
αh diminuisce il proprio valore con l’aumentare della depolarizzazione.
βh aumenta il proprio valore con l’aumentare della depolarizzazione.
Per ogni valore di potenziale si può stabilire il numero dei canali aperti e il numero dei canali chiusi in
condizione di equilibrio(calcolo nella seconda e nella terza riga).
è il valore della velocità con cui i canali si aprono. Il reciproco di r è la costante di tempo . La
misura di questi valori ha messo in evidenza che il processo di attivazione del Na è 10 volte più veloce del
processo di attivazione del K e di quello di inattivazione del Na.
Dai dati ottenuti tramite i vari esperimenti di blocco del voltaggio, Huxley è stato in grado di ricorstruire
come variano le conduttanze durante il potenziale d’azione.
Mentre per il Na la curva che si ottiene è molto simile a quella che era stata vista durante gli esperimenti di
blocco del voltaggio, per il K si ottiene una curva totalmente diversa. Questo perché il grafico è frutto della
cinetica di apertura dei canali e della
dipendenza della conduttanza del canale
dal voltaggio.
Quando si è in corrispondenza del
potenziale di riposo (-60mV) i canali
voltaggio-dipendenti sono chiusi.
Quando la membrana subisce una
depolarizzazione cominciano ad attivarsi i
canali del Na, aumenta la conduttanza del
Na: l’aumento della conduttanza
determina una corrente di Na e la salita
rigenerativa della conduttanza al Na, che molto rapidamente raggiunge il valore di picco. Il valore del
potenziale di membrana si sposta verso il valore del potenziale di equilibrio del Na. Il processo di aumento
della conduttanza del Na è un processo che si arresta perché ai valori positivi del potenziale di membrana si
ha l’inattivazione del Na. Infatti il picco di conduttanza del Na non viene raggiunto in corrispondenza del
picco del potenziale d’azione, ma viene raggiunto prima e si arresta in corrispondenza dei valori positivi.
La conduttanza al K si attiva con la depolarizzazione, ma ha una cinetica più lenta perciò all’inizio la
conduttanza al K rimane indietro rispetto a quella al Na. Col progredire della depolarizzazione anche la
conduttanza al K aumenta e l’aumentare di questa conduttanza, associata con la riduzione della
conduttanza del Na, provoca la ripolarizzazione della membrana.
La conduttanza massima del K è molto minore della conduttanza massima del Na: questo non è in
contraddizione con quello che si è visto durante gli esperimenti di blocco del voltaggio (in cui si diceva che
la conduttanza al Na è uguale a quella al K) perché gli esperimenti di blocco del voltaggio hanno permesso
di capire che la cinetica del K è più lenta di quella del Na e quindi il valore che la conduttanza al K assume in
ogni istante dipende non solo dalla conduttanza del K, ma anche dal tempo in cui il valore di conduttanza è
presente.
Quando la membrana viene ripolarizzata si ha la riduzione del valore masismo di conduttanza e quindi si ha
una caduta della conduttanza. La caduta della conduttanza al K avviene più lentamente della caduta della
conduttanza al Na perché la conduttanza al K si mantiene elevata anche quando il potenziale di membrana
ha raggiunto il potenziale di riposo e questo determina lo spostamento del potenziale di membrana verso il
potenziale di equilibrio del K. Questo perché vale sempre la relazione:
Alla fine del potenziale d’azione si ha un’iperpolarizzazione postuma, in cui il potenziale di membrana è più
negativo del potenziale di riposo, perché la conduttanza del K è superiore a quella di riposo in quanto oltre
ai canali passivi sono presenti i canali voltaggio-dipendenti che si stanno chiudendo.
Se si applicassero alla cellula eccitabile piccola una serie di potenziali ripetuti ad alta frequenza, si potrebbe
avere un cambiamento significativo delle concentrazioni di K e Na intracellulari, ma senza mai raggiungere
un equilibrio con l’esterno.
I canali responsabili del potenziale d’azione sono stati messi in evidenza con la tecnica del patch clamp
che è stata messa a punto negli anni ’70 da Neher e Sakmann. Questa tecnica permette di registrare
l’attività elettrica da uno o pochi canali presenti sulla membrana e perciò ha permesso di verificare l’ipotesi
di Hodgkin e Huxley riguardo all’esistenza di canali voltaggio-dipendenti.
La tecnica consiste nell’applicare il blocco del voltaggio ad una microarea della membrana che contiene un
numero limitato di canali.
La procedura è ben illustrata nella figura sovrastante in cui si vede che in una micropipetta che ha diametro
di 0,5-1µm, viene poggiata sulla superficie della membrana. La micropipetta deve avere i bordi smussati in
modo che quando si poggia sulla membrana non la danneggia. La micropipetta viene sottoposta ad una
suzione dall’interno perché in questo modo si ha la possibilità di formare il Gigaseal ovvero un sigillo che ha
una resistenza dell’ordine dei gigaohm (contro la resistenza dell’ordine dei megaohm che si hanno quando
la micropipetta viene semplicemente appoggiata sulla membrana). Una resistenza così grande fa sì che se
dentro la membrana si ha un cambiamento di corrente, tutta la corrente che passa attraverso la membrana
entra nella micropipetta ma non esce. La situazione appena descritta è nota come configurazione cell-
attached.
Ci sono altre configurazioni che permettono di registrare in altre situazioni:
Configurazione whole-cell. Viene applicata una suzione molto forte, tale da rompere la membrana
oppure la membrana viene resa permeabile. Questo significa che nella micropipetta ci deve essere una
soluzione che riproduce l’ambiente intracellulare in quanto il citosol è in comunicazione con il liquido
dentro la micropipetta. In questo caso si possono fare esperimenti di patch clamp in cui si cambia la
composizione del liquido dentro la micropipetta, cambiando quindi anche la composizione del citosol.
Questa configurazione permette di registrare l’attività elettrica da tutta la membrana.
Configurazione outside-out patch. Se la membrana è stata rotta si tira la micropipetta, allontanandola
dalla superficie della membrana: la micropipetta va tirata fino a che la superficie della membrana si
rompe. Se la membrana si rompe succede che i lembi di membrana tendono a risaldarsi e formano un
pezzetto di membrana che chiude la micropipetta. Si osserva che all’interno della micropipetta è rivolto
il lato intracellulare della membrana, mentre all’esterno della pipetta (nel suo bagno di perfusione) c’è la
superficie extracellulare della membrana.
Configurazione inside-out patch. Si ottiene con la trazione che rompe la membrana. Si espone la
micropipetta all’aria e in questo modo si rompe la porzione della membrana rivolta verso l’esterno. In
questo modo la superficie extracellulare della membrana è rivolta verso l’esterno della micropipetta e la
superficie intracellulare della pipetta è rivolta verso l’esterno. La micropipetta deve quindi essere
immersa in una soluzione che riproduce l’ambiente intracellulare. In questo modo si può vedere cosa
succede se l’ambiente intracellulare cambia.
Questa configurazione può essere ottenuta anche facendo una trazione i un ambiente in cui il contenuto
di calcio è ridotto: in questo caso i due lembi citoplasmatici non si riformano.
In un esperimento di patch clamp si registrano risposte di correnti che sono onde quadre. Quandi il canale
si apre, attraverso esso passa tutta la corrente che può passare a quel determinato potenziale.
Per registrare l’attività solo dei canali del K o solo dei canali
del Na, si mette nella micropipetta un bloccante per il canale
che non si vuole registrare.
Nel caso di correnti che attraversano i canali del Na,viene
applicato un gradino di potenziale che blocca la membrana
ad un determinato valore (-40mV). Si registrano le correnti
che attraversano il patch. Nela figura si vedono 10 tracce di
registrazione in quanto l’esperimento è stato ripetuto più
volte (in figura sono solo 10, ma in realtà viene ripetuto 352
volte). Si verifica la comparsa di correnti che hanno quasi
sempre la stessa ampiezza e durata diversa. Le aperture dei
canali si possono osservare ad un tempo molto prossimo a
quello in cui viene applicata la depolarizzazione. Se si
sommano tutte le 352 ripetizioni dell’esperimento e poi se ne
fa la media, si ottiene una corrente che non ha più la forma
di un onda quadra, ma che ha un andamento che riproduce
quello che si registra in esperimenti di blocco del voltaggio.
Questo perché sommano 352 registrazioni è come se si registrasse l’apertura di 352 canali
contemporaneamente.
Le correnti che si registrano prima della nascita del potenziale d’azione, vengano registrate solo quando si
ha depolarizzazione e non quando si ha iperpolarizzazione. Per questo motivo le correnti vengono chiamate
correnti di asimmetria (gating currents).