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CAMPIONAMENTO E DIGITALIZZAZIONE DI UN SEGNALE

ANALOGICO
I SISTEMI MATEMATICI
Per “Base di un Sistema Matematico” s’intende il numero di simboli che esso ci mette a
disposizione per rappresentare delle quantità.
Per esempio, il nostro Sistema Decimale si dice “in Base10” perché sono utilizzati i
seguenti 10 simboli:
1-2-3-4-5-6-7-8-9–0

La matematica binaria
Immaginiamo ora di avere a disposizione un sistema matematico che ci concede solo due
simboli (Base=2). I simboli a disposizione saranno inevitabilmente: 0 (perché indica
l’assenza di quantità) e 1 (perché indica la minima quantità esprimibile).

La minima informazione è la scelta fra due sole possibilità e assume il nome di BIT, che
è una sintesi delle due parole inglesi BINARY DIGIT che vogliono dire cifra binaria.

Si definisce BIT l'unità di informazione intesa come la scelta effettuata fra due soli
eventi, simboleggiati di norma, dalle cifre binarie 0 e 1.

Nasce il problema, una volta determinata l'unità di informazione, di misurare la quantità


di informazione racchiusa nella scelta fra un numero di possibilità maggiori. La quantità
di informazione racchiusa nella scelta di uno fra tanti simboli, è data dal numero di BIT
necessari per rappresentare, con le loro varie combinazioni, tutti i simboli dati.

N. 1°bit 2°bit 3°bit


0 0 0 0
Supponiamo che si debba scegliere fra 8 1 0 0 1
simboli: i numeri da 0 a 7.
2 0 1 0
Ebbene, quanti BIT sono necessari per 3 0 1 1
rappresentare 8 numeri diversi?
4 1 0 0
5 1 0 1
6 1 1 0
7 1 1 1

Dalla tabella seguente, si deduce che la risposta è 3.

1
Per avere 16 possibilità occorrono 4 bit, per averne 32 occorrono 5 bit, per averne 64
occorrono 6 bit, per avere 128 occorrono 7 bit, per avere 256 possibilità occorrono 8 bit,
per avere 512 possibilità occorrono 9 bit e cosi via.

Più possibilità abbiamo di esprimere una variazione (maggior numero di bit) più la nostra
campionatura sarà simile a quella reale.

Infatti, se dobbiamo descrivere una variazione elettrica che rappresenta la quantità di


luminanza con solo 1 bit potremo esprimere solo la presenza di luce (1) o l’assenza della
stessa (0).Con un numero di bit appropriato potremo rappresentare gran parte della
scala dei grigi che vanno dal bianco al nero.

Il segnale digitale

Il segnale analogico è quello in cui è continua la variazione nel tempo.


Il segnale digitale è quello in cui la variazione nel tempo avviene invece in modo discreto.

Il campionamento

Campionare un segnale vuol dire trovare una rappresentazione discreta per qualcosa che in
origine ha una variazione continua.
Lo scopo è evidente: laddove, ad esempio, per modificare la registrazione analogica di una
voce, dobbiamo prima convertire l'energia sonora in energia elettrica (tramite un microfono), poi
trasformare l'energia elettrica in proprietà magnetica di un nastro (tramite un registratore a
nastro) e infine intervenire con modifiche meccaniche sul nastro stesso (operazioni di edit con
taglia e incolla manuali del nastro). Con una registrazione digitale, nella quale l'energia elettrica
fornita dal microfono è direttamente convertita in campioni digitali, ossia in dati numerici discreti,
sarà possibile modificare la registrazione tramite un calcolatore elettronico in grado di analizzare
i dati e modificarli.
Il primo problema pratico che si pone di fronte alla realizzazione di un campionamento, è di
stabilire quante volte in un certo lasso di tempo vada presa la misurazione del segnale perché il
campionamento sia accurato, e il segnale digitale risultante possa essere riconvertito in segnale
analogico senza aver perso o mutato determinate caratteristiche del segnale originale.

Teorema di Shannon-Nyquist",

Il teorema afferma che:


ogni segnale a banda limitata può essere campionato e perfettamente ricostruito a
patto che la frequenza di campionamento sia almeno il doppio della frequenza
massima contenuta nella banda del segnale.
Innanzi tutto vediamo che la banda del segnale deve essere limitata: ossia deve esserci
una frequenza massima all'interno del segnale, che non sia mai superata.
Poi, misurata questa frequenza massima, il teorema afferma che la frequenza del
campionamento deve essere almeno doppia di questa frequenza massima perchè il
campionamento possa essere realizzato con successo.

Quindi, di un segnale, per essere accuratamente riprodotto, devono essere presi almeno

2
due campioni di ciascun ciclo di forma d'onda.
Prendiamo come esempio la classica sinusoide elementare, come quella in figura.

Poniamo di possedere un dispositivo che prenda, in un certo lasso di tempo, un certo


numero di campioni del segnale: ad esempio, 14 campioni per periodo della sinusoide.
Otterremo una serie di campioni come quella in figura:

Vediamo che la sinusoide originaria è ancora intuibile, perciò è possibile ricostruirla e


invertire il procedimento.
Ma immaginiamo di dimezzare la frequenza del campionamento, ossia di raddoppiare il
tempo tra una misurazione e l'altra.
Otterremo una diversa serie di campioni, meno fitta della precedente:

La sinusoide è ancora intuibile, ma è evidente che abbiamo perso parte dell'informazione


originale.
Dimezzando ancora, la situazione diventa quasi critica:

3
Qui è già molto difficile risalire al segnale originale.
Dimezzando ulteriormente, si perde ogni traccia della sinusoide:

Dunque che c'è un punto critico, al di sotto del quale la frequenza di campionamento non
può scendere, pena la perdita totale dell'informazione.

Ad esempio: se vogliamo campionare il segnale di un basso elettrico, nel quale la


frequenza massima sia, per ipotesi, 300Hz (ovvero l'onda sonora più "veloce" compie 300
cicli al secondo), la frequenza di campionamento dovrà essere come minimo di 600Hz,
ossia dovranno essere presi almeno 600 campioni in un secondo.
Se però dobbiamo campionare il segnale di un violino, che arrivi, ad esempio, fino a
15.000 Hz, sarà necessaria una frequenza di campionamento di almeno 30.000Hz, ossia
si dovranno prendere almeno 30.000 misurazioni al secondo.

Nella pratica, in ragione del fatto che lo spettro dell'udibile per l'orecchio umano è
compreso tra i 20 e i 20.000Hz, una frequenza di 40.000Hz dovrebbe essere sufficiente a
campionare ogni possibile suono udibile dall'uomo.
In quest’affermazione il condizionale è d'obbligo, perché nella pratica intervengono
problematiche connaturate alla costruzione e al funzionamento dei dispositivi, per cui una
frequenza "standard" è oggi individuata attorno ai 44.100Hz, anche se sono largamente
utilizzate anche frequenze più alte (48.000Hz, 96.000Hz) o, nelle vecchie apparecchiature,
più basse (15.000Hz, 30.000Hz).

Campionamento e ampiezza (dinamica, bit e quantizzazione)

Abbiamo analizzato la questione nel dominio del tempo - ossia sull'asse orizzontale del
grafico del nostro segnale, analizziamo in generale la questione dal punto di vista dell'asse
verticale: ossia dal punto di vista dell'ampiezza.
Abbiamo visto che, nel campionamento, andiamo a trasformare in valori numerici discreti
quello che in origine è un segnale continuo.
Ciò è dovuto al fatto che dobbiamo operare con macchine che possono gestire solo
numeri finiti.
In realtà, chi sa anche solo un po' di informatica, sa che ogni valore numerico è
conservato in un calcolatore sotto forma di una sequenza di bit - dove un bit può assumere
un valore tra 0 e 1.
Un valore numerico memorizzato nel nostro campionatore dovrà quindi avere una forma
del tipo 0010, o 1011, o 10110101, o qualcosa di analogo.
E' evidente che i valori che descrivono l'ampiezza del segnale nell'istante in cui avviene il
campionamento, dovranno essere scelti in un insieme ristretto e finito, determinato dal

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numero di bit che il calcolatore metterà a disposizione per i valori dell'ampiezza del
segnale.
I numeri dovranno cioè essere approssimati ad uno dei valori possibili.
E' per questo che, oltre alla frequenza di campionamento, di un campionatore si dichiara
anche la capacità di quantizzazione. Quali sono i valori possibili per la quantizzazione?
Prendiamo il caso che il campionatore metta a disposizione 4 bit per il campionameto. Ciò
significa che avremo a disposizione valori binari da 0000 a 1111, ossia solo 16 "step" di
valori possibili. Questo ci costringerà ad un grafico digitale piuttosto rozzo, con pochi valori
possibili per un segnale audio che, invece, possiede moltissime possibilità di variazione
dinamica (pensate a quanti possibili valori di ampiezza può produrre un'orchestra, dal
pianissimo al fortissimo: un direttore d'orchestra inorridirebbe al pensiero di soli 16
possibili volumi differenti!).
Già con 8 bit a disposizione la situazione è migliore: il massimo numero possibile è
11111111, ossia, passando dalla numerazione binaria a quella in base dieci, 256.
Questo significa che avremo 256 possibili "step" di volume.

Vediamo ad esempio come cambia la rappresentazione di una sinusoide, passando da


una quantizzazione a 3 bit ad una a 4 bit.

E' facile osservare, da sinistra a destra, che un solo bit di quantizzazione in più
aumenta di molto la precisione del campionamento.

Il numero di cifre necessario per esprimere i campioni dipende dalla natura del segnale
trattato ed in particolare dalla distorsione che si accetta. Ad esempio i campioni di un
segnale audio debbono essere espressi con un numero di cifre ben superiore a quelli
relativi ad un segnale video poiché l'orecchio e più sensibile dell'occhio al rumore di
quantizzazione. Un segnale numerico è quindi composto da una serie di campioni
espressi ciascuno da un certo numero di bit. Nel caso del segnale audio occorrono almeno
10 bit per esprimere con la precisione richiesta i campioni e questi debbono essere

5
prelevati con cadenza superiore a 40 kHz (posto che la massima frequenza del segnale
audio considerata sia 20 kHz). Nel caso del segnale video occorre prelevare i campioni
con frequenza superiore a 10 MHz (5 MHz è la massima frequenza contenuta nel segnale
video nel nostro standard televisivo) ma è richiesta una precisione di soli otto bit.

BYTE
È l'unità di misura di spazio in informatica.
Il byte è composto da 8 bit (il più piccolo elemento numerico in un sistema digitale) ed è
usato per indicare lo spazio occupato da un file, la capacità di memorizzazione di un Hard
Disk, la quantità di memoria di un computer, ecc...

Bit-rate
Numero di bit nell'unità di tempo. Usato nel contesto della comunicazione digitale indica la
velocità di connessione o la velocità dei dati in lettura/scrittura fra due dispositivi, p. es. fra
un hard-disk e un lettore DVD. Il bit-rate in questo caso indica la durata del trasferimento
dei dati da una macchina all'altra.
Il bit-rate minimo per esprimere un segnale audio risultra pertanto pari a 400 kbit/s mentre
per il segnale video occorre un bit-rate superiore a 80 Mbit/s

Una volta ottenuta l'immagine digitale (digitalizzazione), tutte le operazioni successive


risultano semplificate. E', infatti, possibile effettuare copie della stessa immagine senza
alcun degrado di qualità poiché si tratta di riscrivere una sequenza di numeri.
L'elaborazione stessa dell'immagine risulta semplificata, potendo utilizzare
apparecchiature, come un PC, che ragionano secondo la logica digitale. In definitiva, i
vantaggi del video digitale rispetto all'analogico sono la salvaguardia della qualità e la
maggiore possibilità di elaborazione.

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