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Questi sono i primi titoli della collana nata nel 2014 ed edita
dalla casa editrice Apeiron.
I quaderni, scritti dall’etologo Roberto Marchesini, Direttore
di Siua, Scuola di Interazione Uomo-Animale, sono dedicati
a chi vuole approfondire uno dei legami più affascinanti che
hanno caratterizzato la nostra specie, quello con il cane.
Nella nostra società vivere con il cane richiede la messa a punto di una cultura
cinofila capace da un lato di dare risposte ai bisogni del quattrozampe, nelle
sue diverse espressioni individuali o di razza, dall’altro di trovare delle soluzioni
riferite agli spazi e agli stili della società nel suo complesso.
Tutto comincia dal desiderio di avere un cane. Un cane... ma quale? E poi siamo
veramente sicuri che in quella particolare situazione sia la cosa giusta?
Mi rendo conto che non è possibile imprescindibili esigenze per il suo be-
fare il terzo grado a quanti desidera- nessere. Spesso, tuttavia, anche que-
no adottare un cane - utilizzo il termi- sti tentativi cadono nel vuoto, perché
ne “adottare” perché sempre, anche quando una persona decide di adotta-
quando lo si paga, un cane lo si adotta re un certo cane scatta come una sor-
non essendo un oggetto - anche se i ta d’innamoramento ed è assai difficile
responsabili di tanti canili e molti al- spiegargli che non fa per lui.
levatori sono estremamente scrupo- Quindi in gran parte delle circostanze,
losi prima di assecondare il desiderio anche se ovviamente non in tutte, è
delle persone. Si prodigano a spiegare necessario intervenire a posteriori per
le caratteristiche di quel cane, qua- trovare delle soluzioni di compromes-
li siano i suoi bisogni, come ci dovrà so o comunque per cercare di trovare
comportare con lui e come mettergli a le giuste convergenze che consentano
disposizione contesti, situazioni, pos- di dare benessere al cane e soddisfa-
sibilità espressive che rappresentano zione alla persona.
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Educare le persone vuol dire renderle persona anche le informazioni più
maggiormente consapevoli che il be- semplici non trovano traduzione.
nessere psicologico del loro cane è la Chi si occupa di educazione cinofila
migliore garanzia per poter poi vivere deve essere un buon consulente di
in pienezza la relazione e per metter- relazione e la sua preparazione deve
si al riparo da difficoltà di gestione e prevedere anche nozioni di base di
dai problemi comportamentali che po- comunicazione interpersonale e di ge-
trebbero comparire in futuro. stione delle situazioni critiche.
Non è un compito facile perché richie- La parte consulenziale è basata sul
de grandi doti di comunicazione, una saper fornire informazioni corrette e
notevole discrezione nell’interazione, quanto più esaustive circa i bisogni di
per evitare di essere vissuti come in- base del cane1 e le migliori prassi di ge-
vadenti la privacy, una spiccata atti- stione quotidiana, anche in relazione
tudine a coinvolgere e a farsi seguire alle caratteristiche del contesto am-
perché senza la piena alleanza della bientale e familiare.
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Per chi volesse approfondire l’argomento del benessere del cane, rimandiamo al primo quaderno
di cinologia: R. Marchesini, “Well-being. Nuovi orizzonti di benessere per il cane” (Apeiron 2014).
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Far emergere il cane
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Educare significa far germogliare
L’educazione cinofila ha pertanto l’obiet- colare cucciolo – tenendo conto dei suoi
tivo di creare le migliori condizioni per- talenti e delle sue carenze - in grado di
ché l’espressione etologica del cane pos- indirizzare le sue propensioni, canaliz-
sa realizzarsi in modo quanto più com- zandole all’interno di comportamenti
pleto e coerente possibile, vale a dire sostenibili. In questo senso, l’educazio-
possa emergere - “educere” in senso ne cinofila è un investimento finalizzato
evolutivo quindi con il significato di ger- al futuro del cane e alla valorizzazione
mogliare, crescere - in pienezza in quel della relazione. Il tutto in una logica in-
particolare soggetto. terna di corretto inserimento del cane
Tale obiettivo si ottiene da una parte in- all’interno del nucleo familiare ma pari-
tervenendo sul proprietario, per sensibi- menti di capacità di questa relazione di
lizzarlo circa i bisogni e le caratteristiche portarsi all’esterno, ovvero di rapportar-
di quel cane, dall’altra predisponendo un si con altre persone e altri cani, in modo
percorso evolutivo ad hoc per quel parti- compatibile con le norme di convivenza.
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La concezione pedagogica si basa su 2) Educare significa favorire e indiriz-
tre principi: zare il processo di crescita psicolo-
1) il cane come punto di partenza, ov- gica di un cucciolo, basandosi sui
vero considerare le sue caratteri- periodi di sensibilità dell’età evolu-
stiche come germogli evolutivi; tiva e sulle caratteristiche intrinse-
2) il cane come itinerario, vale a dire che di quel cane, sia in termini di
adeguare le diverse esperienze lacune da colmare che di talenti da
all’età evolutiva del cucciolo; sviluppare.
3) il cane come meta, che significa 3) La pedagogia cinofila pone il cane
considerare l’intero progetto edu- al centro, che non significa lascia-
cativo come un investimento per il re il cucciolo alla libera espressio-
suo futuro. ne ma fortificare il suo carattere in
1) Occorre partire dalle caratteristi- una logica di buona convivenza con
che etologiche - la natura del cane l’uomo.
dev’essere il principio guida chiama- L’educazione in questa accezione
to a informare ogni nostra azione - non è la costruzione di una sorta
per poi tenere in considerazione i ta- di galateo espressivo a beneficio
lenti di razza e infine valutare le ca- dell’essere umano ma, in linea con
ratteristiche individuali: l’educazio- quanto avviene in natura, diventa
ne è il processo che dà un indirizzo la fortificazione del carattere indi-
a queste peculiarità, valorizzandole viduale attraverso la predisposizio-
e rendendole adeguate e compatibili ne di esperienze utili per quel par-
rispetto al contesto di vita del cane. ticolare soggetto.
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Individuare obiettivi comuni
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Un progetto ritagliato sulla situazione specifica
Una volta stabiliti gli obiettivi strategi- zionargli un vestito adeguato. I primi
ci del percorso educativo, occorre poi momenti sono fondamentali perché
procedere alla costruzione specifica del nell’età giovanile il cucciolo è una
progetto che si basa: spugna e ogni esperienza influenza il
1) sulle caratteristiche specifiche del suo sviluppo. L’educazione si concen-
cucciolo, poiché gli obiettivi fanno tra soprattutto nel periodo che va dal
riferimento a tendenze e vocazioni momento dell’adozione - a circa 9 set-
o carenze e bisogni che sono pecu- timane - ai primi 15 mesi di vita, mo-
liari per ogni soggetto; menti fondamentali per impostare il
2) sulle peculiarità della situazione in carattere del cane.
termini ambientali, familiari, conte- Non bisogna lasciar passare troppo
stuali, poiché l’educazione è altre- tempo e sarebbe auspicabile che la
sì un percorso d’integrazione e di persona che adotta un cucciolo come
adattamento al mondo. va dal veterinario a fare profilassi sa-
L’educatore è pertanto come un sarto nitaria allo stesso modo si rivolgesse
che deve come prima cosa prendere le a un educatore per affrontare nel mi-
misure del proprio cliente per confe- gliore dei modi i primi passi.
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L’educatore cinofilo deve pertanto ave- sovrapposizioni e in piena collabora-
re una preparazione molto articolata, zione, evitando di occuparsi di attività,
anche se specifica nel riguardare l’età come la preparazione performativa o
evolutiva del cane. il lavoro sulle problematiche compor-
Di certo uno degli aspetti più impor- tamentali dei cani adulti, che richie-
tanti nella preparazione dell’educato- dono altre competenze e che quindi
re cinofilo riguarda la capacità di fare vanno delegate ad altri professionisti.
una corretta valutazione delle caratte- D’altro canto il lavoro dell’educatore è
ristiche del cane, avendo nel suo baga- di primaria importanza e lo sarà sem-
glio professionale tanta esperienza e pre di più con l’avvento di una crescen-
non solo l’aver partecipato a un corso te sensibilizzazione rispetto alla con-
di formazione. vivenza con il cane nella quotidianità
L’umiltà è una qualità fondamentale, sociale.
perché deve sempre sentire il deside- Non va dimenticato peraltro che l’edu-
rio di approfondire e migliorare la pro- catore agisce su un’area di intervento
pria preparazione. Anche la flessibilità molto delicata perché sono proprio
è un presupposto centrale in questo questi primi mesi che vanno a struttu-
lavoro perché l’educazione cinofila rare il carattere di base del cane, quel-
non è un’attività standardizzata e ri- le fondamenta sopra le quali verranno
petitiva ma un servizio che va sempre inserite tutte le esperienze successive.
riferito alla situazione specifica. Inoltre i primi momenti sono essenzia-
Le capacità relazionali sono inoltre li per dare un’impostazione anche alla
qualità imprescindibili e non solo nel relazione perché non si sono ancora
rapporto con il proprietario. L’educa- prese cattive abitudini, non facili poi
tore deve saper lavorare in rapporto da correggere, e soprattutto si può
con altre figure professionali, senza usufruire dell’entusiasmo iniziale.
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L’approccio cognitivo zooantropologico
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Un approccio interpretativo
Non si tratta di una scelta metodolo- mente verso un fine di migliore gestio-
gica, nel senso opzionale del termine, ne della realtà. Il processo di apprendi-
non più che scegliere l’universo coper- mento perfeziona una dotazione solu-
nicano rispetto a quello tolemaico. tiva, capace di risolvere la lacuna tra lo
Avere un approccio cognitivo significa stato del soggetto e l’obiettivo: pertan-
spiegare lo stesso universo, il compor- to non è aperto da uno stimolo e non
tamento animale, ma attraverso un mo- è chiuso da un rinforzo, bensì è aperto
dello differente. In un’interpretazione da un desiderio e chiuso dal raggiungi-
cognitiva si apprende per costruire un mento del fine.
nuovo strumento adattativo; il moven- La dotazione solutiva o conoscenza è
te è sempre un obiettivo non raggiun- sempre il frutto di un lavoro comples-
gibile, potremmo chiamarlo desiderio o sivo della mente che prova, attraverso
fine, che può emergere da un’infinità di una molteplicità di operazioni, a co-
motivazioni, non ultima quella sociale. struire la soluzione partendo sempre
L’apprendimento è perciò il moto della dalle dotazioni che possiede.
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L’interpretazione zooantropologica con- go che costruisce con lei fin dal periodo
sidera la relazione come punto di par- della gestazione, rappresenta il modello
tenza, per cui qualunque espressione di base di ogni rapporto con la realtà
del cane - collaborativa, performativa, esterna che quindi viene ripresentato
ubbiditiva - viene considerata come ogni volta che il soggetto deve intera-
frutto della relazione e non come esito gire con il mondo. Potremmo pertanto
di una strumentalizzazione. Pertanto dire che l’interpretazione dei processi
anche la didattica viene impostata su di apprendimento seguono una matrice
base relazionale. cognitivo-relazionale, dove l’altro è sem-
In un’interpretazione zooantropologi- pre presente (altro-con-sé) e non può
ca si apprende sempre immergendosi essere ridotto al ruolo di controparte.
all’interno di un milieu relazionale, vale Proprio come la madre che rappresenta
a dire l’apprendimento è sempre un un obiettivo verso cui tendere, un filtro
essere-in-relazione anche quando ap- attraverso il quale interpretare il mon-
parentemente il soggetto è solo con se do, una base sicura ovvero il volano
stesso o davanti a un problema che gli di centrifugazione, l’altro è sottinteso
pone la realtà inanimata. nel processo di apprendimento anche
Il motivo è molto semplice: per un mam- quando non è esplicitato nella figura di
mifero la relazione con la madre, il dialo- un maestro.
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Non propriamente un metodo
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Il cane come soggetto
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L’approccio cognitivo
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Apprendere come differenziale evolutivo
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Apprendere come risolvere un problema
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Apprendere come comporre
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L’approccio zooantropologico
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Seguire il modello materno
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PETICO: rispetta il tuo animale. Sempre.
Chi ama gli animali non permetterebbe mai di riservargli un trattamento inumano.
Un rispetto che deve esistere dal momento che il nostro animale entra a far parte
della nostra famiglia, al triste momento in cui ci lascerà per sempre. Questa è la mo-
tivazione che ha spinto Petico ad individuare e perseguire negli anni una soluzione
valida che promuovesse una cultura etica del distacco. Un’alternativa al semplice
“smaltimento” che nel rispetto della legge preservi la dignità e il rispetto dell’anima-
le. La normativa vigente in Italia infatti, prevede che le spoglie debbano essere smal-
tite come “sottoprodotto” tramite incenerimento o in impianti che le trasformano in
farine e, successivamente, termodistrutte.
Ma molto spesso i padroni di animali, giunti al doloroso momento della separazione,
non sono a conoscenza del terribile trattamento a cui la spoglia sarà destinata.
Da qui nasce il valore del progetto Petico (“Pet + Etico = Petico”), che persegue la ge-
stione del distacco dal proprio animale domestico, rifiutando di considerare i nostri
compagni di vita come un rifiuto da smaltire, riconoscendo i nostri animali domestici
come soggetti di cui preservare la dignità e il ricordo.
COME FUNZIONA
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Il servizio di cremazione etica personalizzata è contraddistinto dalla restituzione
delle ceneri. La cremazione avviene all’interno di un forno che può contenere un
massimo di tre spoglie, ognuna delle quali contraddistinta da un gettone metallico
che consente e garantisce con certezza l’individuazione delle ceneri che vengono
restituite in un’urna personalizzata.
Petico Srl è una realtà unica in Italia per servizi offerti che, grazie ad una capillare
struttura logistica, alle proprie sedi e agli impianti di proprietà, garantisce la coper-
tura in gran parte del territorio nazionale.
Da sempre attenti al raggiungimento e mantenimento di elevati standard di sicurez-
za e qualità, abbiamo anche intrapreso l’iter per la certificazione di tutto il processo
dal ritiro della spoglia alla consegna delle ceneri, garantendo personale qualificato,
rispetto delle norme e del nostro codice etico.
Petico Srl, azienda leader in Italia nella cremazione animale assistita e personalizzata,
nasce nel 2007 ad Arenzano (GE) dalla ventennale esperienza di
con la finalità di rendere possibile una separazione etica dal proprio animale domestico.
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