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Un Pediatra Per Amico - ISSN 2038 - 5986 Bimestrale. Poste italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale D.L.

353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46), art. 1, comma 1, LO /MI

Bimestrale per i genitori SPECIALE COSA C’È DI VERO SPECIALE


scritto dagli specialisti
dell’infanzia Vaccini e società Ciuccio Famiglie di oggi
Mettere da parte Calmante magico Generazioni a confronto,
ANNO XIX
NUMERO 100 polemiche e paure o meglio evitarlo? tra ieri, oggi e domani
7,00 € e trovare le risposte utili
Ambienti e attività
Montessori per favorire
l’autonomia in casa,
ogni giorno

Com’è possibile favorire l’autonomia in casa? Bisogna privilegiare le regole


o la libertà? Annalisa Perino, forte dell’esperienza come formatrice montessoriana,
risponde a queste e ad altre domande con soluzioni pratiche per organizzare
spazi e materiali che rispettino i bisogni di tutti, adulti e bambini.

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EDITORIALE

100 volte UPPA


La nostra rivista, nata nel 2000, festeggia il numero 100
con delle novità per i suoi lettori e l’impegno di continuare a sostenere,
con sempre maggiore forza, una crescita sana di tutti i bambini
DI SERGIO CONTI NIBALI, PEDIATRA E DIRETTORE DI UPPA MAGAZINE

N
el settembre del 2000, i pediatri Vincen- fisiche, psichiche e relazionali, è probabile che da
zo Calia e Franco Panizon, fondatori di adulto sarà più empatico e accogliente; tutte qua-
Un Pediatra Per Amico, lanciarono una lità di cui, in questo momento storico, sentiamo di
sfida: raggiungere il maggior numero possibile di avere bisogno.
genitori per offrirgli, con un linguaggio sempli- Il numero 100 contiene anche un’altra novità, il
ce, informazioni scientifiche riguardanti la salute cambio del nome della rivista in copertina: UPPA
e l’educazione dei bambini, così da supportare al magazine e non più Un Pediatra Per Amico. Si è
meglio la loro crescita. A distanza di più di 18 anni, trattato di una decisione collettiva che ha coinvol-
considerato il numero sempre crescente di genito- to tutta la redazione, ed è nata da due motivazio-
ri e operatori che ci seguono, possiamo certamen- ni entrambe forti. La prima è che ormai, nell’uso
te dire che la rivista sta vincendo quella sfida. Sono corrente, i più chiamano la rivista “UPPA”; dal-
molti, infatti, i professionisti del mondo dell’in- le lettere ai riferimenti sui social e sui media in
fanzia che ci hanno aiutato nel corso degli anni e generale, capita raramente di leggere per inte-
che hanno condiviso questo progetto, e sono tan- ro Un Pediatra Per amico, forse per lo stesso
tissimi anche i genitori che spontaneamente han- motivo per cui a Massimo Troisi, nel memorabi-
no deciso di sostenerci. Un progetto che abbiamo le Ricomincio da tre, veniva più facile chiamare il
sempre protetto dai tentativi di “inquinamento”, figlio Ugo piuttosto che Massimiliano. Insomma,
perché riteniamo che l’informazione scientifica (e un dato di fatto di cui ci è sembrato importan-
non solo) debba essere esente da qualsiasi conflit- te tenere conto. La seconda motivazione riguarda
to d’interesse. i contenuti. UPPA magazine offre ai suoi lettori il
Per festeggiare questo numero speciale, abbiamo supporto, oltre che dei pediatri, anche di altri spe-
pensato di farvi un regalo, segno tangibile del- cialisti del mondo dell’infanzia – psicologi, peda-
la gioia di condividere con voi questo traguardo: gogisti, neurobiologi, nutrizionisti –, e questa
un poster che contiene 100 idee (tante quanti sono caratteristica è cresciuta e si è rafforzata nel corso
i numeri della rivista) proposte dai nostri autori, del tempo, superando un approccio solo pediatrico
che potranno aiutarvi a riflettere sui bisogni dei al mondo dell’infanzia.
bambini e offrirvi spunti per una crescita sana. Nel Ma anche se, d’ora in avanti, leggerete “UPPA”
formularle abbiamo pensato ai vostri figli, perché in copertina, il nostro auspicio rimane quello di
sappiamo bene che nella nostra società i più pic- sempre: offrire a voi genitori un utile strumen-
coli spesso vengono privati di importanti opportu- to per la crescita dei vostri figli. Ci impegniamo a
nità e si imbattono in abitudini e comportamenti farlo mantenendo saldi i principi che hanno ispi-
che possono limitarne o danneggiarne la crescita. rato i fondatori della rivista.
Se, al contrario, un bambino cresce in un ambien- Non mi resta che augurarvi una buona lettura di
te che lo aiuta a sviluppare le sue potenzialità questo numero 100. ■

1
La rivista SOMMARIO
per i genitori, ANNO XIX • NUMERO 100

indipendente editoriale
1 | 100 volte UPPA
e senza pubblicità di Sergio Conti Nibali,
pediatra e direttore di UPPA magazine

UPPA fornisce ai genitori medicina


gli strumenti necessari nascere
per prendere decisioni consapevoli. 4 | L’istinto del neonato: dal parto alla prima ora di vita
Lo fa raccontandovi lo stato dell’arte di Rita Breschi, ostetrica
della ricerca scientifica attraverso articoli chiari
e comprensibili. Tutti i contenuti sono sottoposti questioni di latte
a un processo di revisione condiviso 6 | Cosa è “normale” quando si parla di allattamento?
e trasparente in modo da garantire di Natalia Camarda, pediatra e consulente IBCLC
la massima accuratezza possibile.
cosa c’è di vero
UPPA è indipendente da qualsiasi 8 | Il ciuccio, calmante magico o meglio evitarlo?
di Paolo Moretti, pediatra
condizionamento esterno.
Gli autori sono tenuti a rilasciare una mela al giorno
una dichiarazione di assenza di conflitto 10 | Denti storti, malocclusioni e carie:
di interessi; questo garantisce che i contenuti quando intervenire?
pubblicati abbiano come unico scopo di Elena Uga, pediatra
un’informazione corretta.
tutti a tavola!
UPPA non contiene pubblicità, 12 | Educazione a tavola: da dove cominciare?
in nessuna forma. di Federica Buglioni, autrice esperta
in educazione alimentare
I riferimenti a prodotti e servizi (libri, mostre,
spettacoli teatrali, ecc.) sono pubblicati
su iniziativa della redazione e sempre a titolo speciale vaccini e società
gratuito, nella convinzione che cultura
e informazione siano presupposti fondamentali 14 | Mettere da parte polemiche e paure
per la salute e il benessere delle persone. e trovare le risposte utili
di Sergio Conti Nibali, pediatra
Questo giornale non riceve finanziamenti statali, 16 | Fake news: come riconoscerle ed evitarle
si sostiene solo grazie agli introiti derivanti di Luca De Fiore, direttore del Pensiero Scientifico Editore
dagli abbonamenti. 18 | Sistema immunitario e vaccini: una storia di lunga data
di Giuseppe Primavera, pediatra
20 | Perché devo vaccinare mio figlio?
di Roberta Villa, medico e giornalista
22 | Proteggersi dalle cattive influenze
di Roberta Villa, medico e giornalista
24 | Come si comporta la nostra mente quando
dobbiamo prendere una decisione?
di Paolo Roccato, psicoanalista,
e Maria Merlo, pediatra

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mente educazione

passo dopo passo crescere insieme


26 | Che l’esplorazione del mondo abbia inizio 48 | Il potere del racconto
di Gherardo Rapisardi, pediatra, di Anna Oliverio Ferraris, psicologa e psicoterapeuta
Fabia Eleonora Banella e Luca Migliaccio, psicologi
quando sarò piccolo
lo spazio della mente 50 | I rituali magici dei bambini
28 | «A mamma e papà puoi dire tutto» di Chiara Borgia, pedagogista
di Silvana Quadrino, psicologa e psicoterapeuta
faccio io!
viaggio nel cervello
52 | Esercitarsi all’autonomia
36 | Quando il disturbo è psicosomatico di Annalisa Perino, pedagogista montessoriana
di Alberto Oliverio, neurobiologo

chi ben comincia...


speciale famiglie di oggi
54 | La scoperta dell’errore
38 | Generazioni a confronto, tra ieri, oggi e domani di Elena Ravazzolo, pedagogista
di Silvana Quadrino, psicologa e psicoterapeuta
40 | Alla ricerca della famiglia perfetta? rubriche
di Silvana Quadrino, psicologa e psicoterapeuta fuori dal coro
42 | Vivere in una famiglia interculturale 56 | Neomamma e neonato: insieme si impara
di Ana Cristina Vargas, antropologa di Giorgia Cozza, giornalista e scrittrice
44 | I bambini con genitori omosessuali crescono
allo stesso modo degli altri laboriosa | mente
di Costantino Panza, pediatra 58 | Con le tasche piene di sassi
di Tiziana Cherubin, grafica e atelierista
46 | La famiglia nello studio dello psicologo:
come sta cambiando la società?
di Silvana Quadrino e Massimo Giuliani, 60 | lo scaffale
psicologi e psicoterapeuti
62 | posta & risposta

64 | sul prossimo numero

pagina utile

Come posizionare il bebè dalla nascita


fino ai 3 mesi di vita
a cura del Gruppo di Interesse Specialistico (GIS)
“Fisioterapia Pediatrica” / Associazione Italiana
Fisioterapisti (AIFI)
NASCERE

L’istinto del neonato:


dal parto alla prima ora di vita
Durante il parto, il feto partecipa attivamente muovendo la testa e gli arti e mostrando
una capacità di adattamento che lo accompagnerà anche durante la prima ora
di vita, quando inizierà la sua “scalata” verso il seno materno
DI RITA BRESCHI, OSTETRICA

I
l passaggio del bambino attraverso la parte posteriore della sua testa ruota stretta del canale del parto; ma per
il canale del parto è un meccani- fino a posizionarsi all’altezza dell’osso uscire dovrà anche fare il movimento
smo complesso, molto studiato fin pubico della mamma. opposto: in questo modo l’osso pubico
dall’antichità, e dipende da diversi fat- materno slitta dietro la nuca del bam-
tori: contrazioni e spinte espulsive ma- LA VIA PIÙ FAVOREVOLE bino e fa scivolare fuori la testa
terne, nonché forma e posizionamento PER NASCERE (che in genere guarderà verso
della testa e degli arti del feto. Oggi, salvo rare eccezioni, il basso). A volte la testa sarà
In particolare, la definizione di “cor- non si ricorre più alla dia- un po’ deformata, ma questo
po mobile” che si trova nei vecchi testi gnosi preventiva di “baci- effetto passerà in poche ore.
di ostetricia indica un feto che assu- no ristretto”, causa, in pas- Oltre alla testa (la parte più
me passivamente una forma per esse- sato, di molti tagli cesarei non voluminosa del feto), anche
re spinto attraverso un canale obbliga- necessari anche prima del ter- le spalle possono costare alla
to. Ma oggi sappiamo molte più cose a mine della gravidanza. La procedura mamma un po’ di spinte e fatica. Fat-
riguardo, in parte anche diverse. corretta è invece la cosiddetta “prova ta eccezione per alcuni casi, è meglio
del parto”: si prende in esame la pro- attendere l’espulsione spontanea, sem-
porzionalità fra bacino materno e capo pre annunciata e preceduta da un visto-
del nascituro e si testa la capacità del so movimento di rotazione della testa
Al contrario di quanto si pensa, feto di progredire verso l’esterno. Inol- del bambino verso un lato.
il capo del nascituro è piuttosto tre, se la mamma viene incoraggiata a Esistono delle tecniche di assistenza al
elastico e dovrà flettersi al
muoversi per mantenere libera la par- parto che prevedono la manipolazio-
massimo per passare attraverso
te finale della colonna vertebrale – cosa ne della testa e delle spalle per facilitare
l’ultima parte, la più stretta
del canale del parto. che non avviene quando è sdraiata questi movimenti spontanei e accelera-
a pancia in su – e per trovare re il parto, ma le ricerche mostrano che
una posizione meno doloro- non sempre queste misure apportano
sa, il suo canale diventerà più benefici. In ogni caso, se tutto va bene,
IL FETO NON È PASSIVO elastico e il feto troverà la via è importante rispettare la fisiologia del-
Il feto ha grandi capacità di più favorevole per nascere. la nascita ed evitare di forzare i tempi.
adattarsi allo spazio disponi-
bile: man mano che viene spin- UNA TESTA ELASTICA
to nel canale, si curva e chiude le spalle, Non è la passività, dunque, a caratte-
mette gli arti davanti al torace e all’ad- rizzare il parto, ma il suo contrario: il Il feto (e poi il neonato) non si
muove inconsapevolmente,
dome, incrocia le mani e i piedi, e pie- feto si impegna molto, aggiustando il
ma con molta determinazione
ga in avanti la testa fino ad appoggiare corpo e spingendo con le gambe; anche
verso un fine che lo protegge.
il mento allo sterno. Questo “aggiu- se nessuno glielo ha insegnato, sa esat-
stamento”, soprattutto delle spalle e tamente cosa fare!
del capo, continua per tutto il travaglio Una certa capacità di “adattarsi” ri-
fino al parto. In particolare, il bambi- guarda anche la testa del feto. Al con- LA PRIMA “SCALATA” DEL BAMBINO
no scende nel canale con un movimen- trario di quanto si pensa, il capo del Una volta nato, il bambino viene posto
to “a vite”: la maggior parte delle vol- nascituro è piuttosto elastico (le sue sull’addome materno. Qui raccoglie le
te il suo dorso, inizialmente posizionato ossa non sono ancora saldate fra loro) energie e, durante il contatto pelle a
sul lato sinistro dell’ombelico materno, e dovrà flettersi al massimo per pas- pelle, mostra subito dei comportamenti
si sposta al centro dell’addome, mentre sare attraverso l’ultima parte, la più tipici della specie umana: il suo scopo è

4 UPPA magazine n. 100


L’ISTINTO DEL NEONATO

localizzare il capezzolo, che viene rag- movimenti molto energici delle gam- diversi ricercatori hanno rilevato nove MW47 / iStock
giunto a tappe attraverso una fatico- be e delle braccia, del tronco e del capo. fasi comportamentali: dei veri e pro-
sa “arrampicata”, anche grazie Questo adattamento progressivo pri schemi motori via via più complessi
all’olfatto (tra i cinque sensi, alla vita extra-uterina avvie- che conducono la maggioranza dei neo-
forse quello più sviluppato al ne anche grazie all’attivazio- nati sani a concludere l’esperienza del-
momento della nascita). ne di una serie di movimen- la nascita succhiando al seno materno.
Dopo una prima fase di ripo- ti complessi, come aprire e L’energia che spinge il gattino cieco
so, il piccolo inizierà a fare chiudere le mani, portare la alla mammella della gatta, o l’uccelli-
piccoli movimenti con la testa, mano alla bocca, massaggiare no a rompere l’uovo col becco, oppure
le spalle e gli arti superiori. Succes- il seno materno, rivolgere lo sguar- la tartaruga appena uscita dal suo mor-
sivamente inizierà a strisciare muo- do verso il volto e la voce della madre. bido involucro a correre verso il mare,
vendo la testa da un lato all’altro, è la stessa che spinge il neonato ad
fase questa che comporta un gran- L’ORA MAGICA arrampicarsi sulla propria madre. Il feto
de dispendio di energia: il bambino Il piccolo procede quindi con movimenti (e poi il neonato), quindi, non si muo-
avrà di nuovo bisogno di riposo, dopo tutt’altro che casuali. Quanto descritto ve inconsapevolmente, ma con mol-
di che inizierà la vera e propria sca- succede nella prima ora dopo la nasci- ta determinazione verso un fine che lo
lata verso il capezzolo, che prevede ta, nota come “ora magica”, nella quale protegge. ■

5
QUESTIONI DI LATTE

Cosa è “normale” quando


si parla di allattamento?
Gli studi parlano chiaro: in tema di allattamento la parola d’ordine è “variabilità”,
ovvero, non ci sono regole universalmente valide in tema di quantità e frequenza
delle poppate e ogni bambino si comporta diversamente dall’altro
DI NATALIA CAMARDA, PEDIATRA E CONSULENTE IBCLC
jgaunion / iStock

N
el mio lavoro mi capita spes- è abbastanza nutriente, forse non gli mammella o entrambe?»; «E le poppa-
so di incontrare mamme e basta». Sarebbe invece più utile inizia- te notturne?»…
papà che – specie se alla pri- re a interrogarsi circa le proprie aspet-
ma esperienza – hanno delle aspettati- tative: sono queste, la maggior parte TROPPO O TROPPO POCO?
ve riguardanti l’allattamento che sono delle volte, a essere poco realistiche e a Gli studi di cui disponiamo allo stato
dettate non tanto da norme biologiche creare confusione, perché generate da attuale riguardano lattanti tra 1 e 6 mesi
e scientifiche quanto piuttosto da cre- una conoscenza sommaria e dalla di- di vita e hanno evidenziato l’enorme
denze e opinioni diffuse e radicate. Ci sinformazione. È ciò che accade quando variabilità di comportamento che esiste
si aspetta infatti che il neonato prenda i genitori iniziano a informarsi sull’ar- nei bambini. In particolare, parlando di
il latte ogni tre ore durante il giorno e gomento e a chiedersi come funziona numeri, scopriamo alcuni aspetti molto
che dorma tutta la notte senza interru- l’allattamento e cosa può essere ritenu- interessanti. Andiamo con ordine:
zioni. E quando questo non si verifica, to normale: «Quante volte si deve at- • Le poppate non sono mai uguali: la
ecco che a essere messo in discussione taccare al seno un neonato?»; «Quanto quantità media di latte assunta dal
è proprio l’allattamento: «Forse non ho dura una poppata?»; «Quanto tempo bambino a ogni poppata varia conside-
latte a sufficienza, forse il mio latte non passa tra una poppata e l’altra?»; «Una revolmente (da 54 a 234 ml).

6 UPPA magazine n. 100


COSA È “NORMALE” QUANDO SI PARLA DI ALLATTAMENTO?

• La frequenza e la durata delle poppate disponibile all’interno della mammella, giornaliera delle poppate né al volume
sono estremamente variabili. In media in accordo con il principio che il bam- totale di latte ingerito nelle 24 ore, ma
un bimbo fa 11 poppate con un’ampia bino non termina la poppata perché il sembrano dipendere esclusivamente dal
variabilità (da 6 a 18). La durata di una latte è finito, ma segue il suo senso di temperamento del bambino.
poppata varia da 12 a 67 minuti, con un fame e sazietà.
intervallo tra una poppata e l’altra da • La quantità di grassi assunta giornal- OGNI BAMBINO È DIVERSO
un minimo di 4 minuti a un massimo di mente va da 15 a 50 g ed è indipendente E HA IL SUO STILE
11 ore. Esistono quindi bambini che pre- dal numero delle poppate. Se il nostro bambino ha un aspetto sano,
feriscono fare pochi pasti ma più lun- • Man mano che il bambino cresce, e è tonico, sporca e bagna i pannolini con
ghi e abbondanti, e altri che amano fare con lui anche il volume del suo stoma- una pipì trasparente e cresce adeguata-
spuntini frequenti. co e l’efficienza della suzione, le pop- mente, significa che sta assumendo tut-
• La produzione giornaliera di latte pate tendono a diventare più brevi e to il latte di cui ha bisogno. In questo
è in media di 750-800 ml, ma ci sono meno frequenti, ma la quantità di latte caso è necessario che i genitori faccia-
bambini a cui bastano circa 500 ml per assunta nelle 24 ore non si modifica per no un atto di fiducia, lasciando che sia
essere sazi e crescere regolarmente, almeno i primi sei mesi. Infatti, dopo i 3 lui a “guidare”; inoltre è essenziale che
mentre altri necessitano di un quanti- mesi di età i bambini hanno un metabo- i genitori acquisiscano il prima possi-
tativo triplo. lismo più lento e una velocità di cresci- bile le informazioni essenziali sul fun-
ta più ridotta, per cui soddisfano i loro zionamento dell’allattamento, in modo
bisogni con la stessa quantità di latte. da non trovarsi impreparati e rischia-
Se il nostro bambino ha re così di tradurre ogni comportamen-
un aspetto sano, è tonico, E DI NOTTE? to del bambino in un possibile segno di
sporca e bagna i pannolini con Secondo la nostra cultura, il bambi- insufficiente produzione di latte. ■
una pipì trasparente e cresce no “bravo” è quello che dorme tutta la
adeguatamente, significa notte e da solo. Sfortunatamente questa
che sta assumendo tutto il latte visione non fa i conti col fatto che i lat-
di cui ha bisogno. tanti non funzionano così…
Le poppate notturne non solo sono la
norma, ma contribuiscono in maniera
• Un seno è solitamente “più produtti- significativa all’apporto calorico tota-
vo” dell’altro, e coincide quasi sempre le quotidiano (circa il 20-30%); pen-
Dopo il primo mese,
con quello preferito dal bambino. sate che per molti quella notturna rap- è normale che…
• Circa un terzo dei bambini preferi- presenta la poppata più consistente 1 Le poppate siano
sce poppare sempre da un solo seno a dal seno più produttivo. I bambini che più o meno frequenti
ogni poppata, una piccola percentuale “dormono tutta la notte” sono l’ecce- 2 Una poppata duri da pochi
(13%) poppa sempre da entrambi i seni, zione (circa il 2%), e in media il bam- minuti a circa un’ora
mentre più della metà non si rifà a una bino può svegliarsi da una a quattro 3 Un seno sia più produttivo dell’altro
regola precisa: a volte preferisce solo un volte per notte (nello studio scientifi- 4 Il bambino scelga in maniera del
seno, altre volte entrambi. co che sto citando la notte viene defi- tutto imprevedibile se nutrirsi da un solo
• Il seno non viene mai svuotato del nita come il periodo tra le 22 e le 4 del seno o da entrambi a ogni poppata
tutto. Anzi, le ricerche hanno mostra- mattino). I risvegli per poppare, al con- 5 Il bambino si addormenti al seno
to che solitamente i bambini assumo- trario di quanto si pensa comunemen- e si risvegli più volte durante la notte
no in media circa due terzi del latte te, non sono correlati né alla frequenza per poppare

7
COSA C’È DI VERO

Il ciuccio, calmante
magico o meglio evitarlo?
È un rimedio per placare il pianto e per indurre il sonno nel bambino, ma può incidere
sull’allattamento e se utilizzato a lungo può avere effetti sulla salute del piccolo.
Ecco alcuni accorgimenti e consigli pratici per farne un uso corretto
DI PAOLO MORETTI, PEDIATRA

un ciuccio in osso circondato da aghi di


vetro; un’opera che esprime piacere e
dolore allo stesso tempo.

I PRO DEL CIUCCIO


Ma quali sono i vantaggi di questo stru-
mento? Oltre alle proprietà “calmanti”
già accennate, il ciuccio può essere utile
anche in volo, dal momento che riduce il
dolore all’orecchio causato dalle varia-
zioni di pressione nella cabina dell’ae-
reo durante il decollo e l’atterraggio.

Gli esperti raccomandano


di non proporre il ciuccio
ai bambini allattati per le prime
4-6 settimane e di sospenderne
l’uso nei reparti di maternità.

Ricerche fatte alcuni anni fa, inoltre,


sembravano dimostrare che l’uso del
ciuccio garantisse un più basso rischio
di SIDS (sindrome della morte improv-
visa del lattante), rendendo il picco-
LeManna / iStock

lo più facilmente “risvegliabile” in pre-


senza di situazioni pericolose come una
ridotta concentrazione di ossigeno e un
aumento di anidride carbonica nel san-
gue. In seguito, però, si è fatta strada la

I
l ciuccio, chiamato anche succhiotto, sbrigativa e artificiale, al timore per le convinzione che il vero fattore protet-
è spesso visto come uno strumento possibili conseguenze legate al suo uso, tivo fosse l’allattamento, anche perché,
magico, capace di riportare la cal- fino all’incertezza sul come e quando eli- dopo essersi addormentato, il bambi-
ma, e di ricondurre al sonno e al silen- minarlo, soprattutto se il piccolo manife- no tende a espellere il ciuccio dalla boc-
zio il bambino agitato (non a caso, gli sta una “dipendenza” nei suoi confronti ca. A tal proposito, è importante ricor-
americani lo chiamano pacifier). I suoi anche quando è diventato grandicello. dare che la misura fondamentale e di
effetti, però, possono suscitare nei ge- Tutto ciò ha spinto l’artista belga Jan gran lunga più efficace per abbattere il
nitori sentimenti contrastanti: dal senso Fabre a esporre alla Biennale di Venezia rischio di SIDS è far dormire il bambino
di colpa per aver cercato una soluzione del 2017 un’opera intitolata The pacifier: a pancia in su, in posizione supina.

8 UPPA magazine n. 100


IL CIUCCIO, CALMANTE MAGICO O MEGLIO EVITARLO?

CIUCCIO E ALLATTAMENTO l’effetto non è tanto dovuto ai ger- Per un corretto


Il fatto che un neonato succhi in modo mi che lo ricoprono, quanto all’aspira- uso del ciuccio
non nutritivo tra un pasto e l’altro zione nell’orecchio di batteri contenu-
 Non proponiamolo prima delle 4-6
potrebbe creargli quella che è stata defi- ti nelle secrezioni del naso e della gola.
settimane di vita, ovvero non prima
nita “confusione del capezzolo” o nipple Uno studio finlandese, tuttavia, sug-
che l’allattamento sia ben avviato e
confusion, ovvero una difficoltà nel rico- gerisce che limitare l’uso del ciuccio al consolidato.
noscere il seno materno (dal momen- momento dell’addormentamento ridu-
 Non adoperiamolo come primo
to che la tettarella è di consistenza più ca il numero degli episodi di otite media rimedio per calmare il bambino,
dura), e di conseguenza l’attaccamen- acuta del 30%. piuttosto facciamogli sentire il suono
to al seno del bambino avverrebbe in Il succhiotto può inoltre veicolare della nostra voce, guardiamolo negli
maniera meno efficace. Affinché si veri- microrganismi, aumentando il rischio occhi e culliamolo tra le nostre braccia.
fichi un buon attacco, infatti, la lingua di infezioni, specialmente gastrointe-  Se il bimbo perde il ciuccio,
del neonato deve contribuire a porta- stinali, nonché di candidosi orale (anche non rimettiamoglielo in bocca
re il capezzolo ben dentro la bocca fino conosciuta come mughetto). A tal pro- e non forziamolo ad accettarlo.
ad arrivare al palato molle (la parte più posito, bisogna ricordare che nei primi  Non ricopriamolo mai
interna del palato), in modo che, con i mesi di vita il bambino è protetto dagli di sostanze dolci.
movimenti di suzione, fuoriesca il latte. anticorpi passati dalla mamma attra-  Se è caduto a terra, non puliamolo
Quando la parte posteriore della bocca verso il cordone ombelicale, così come mettendocelo in bocca.
si riempie di latte, il piccolo può deglu- da quelli contenuti nel latte mater-  Dopo i 6 mesi, usiamolo solo se
tire e respirare. Se invece il bambino no, e successivamente, quando comin- il bambino non riesce ad addormentarsi
succhia il biberon o il ciuccio, non c’è cerà a mettere in bocca ogni cosa, il in altro modo. In ogni caso, cerchiamo
bisogno che spalanchi troppo la bocca e di farne a meno entro i 10 mesi, perché
suo sistema di difesa si strutturerà in
le otiti diventano più frequenti dopo
che la lingua superi il bordo della gen- maniera autonoma.
l’anno di vita.
giva: si tratta di due modalità assai dif- Un altro aspetto riguarda la possibi-
 Scegliamo il periodo e il modo più
ferenti. In base a queste considerazioni, lità che il ciuccio provochi malocclu-
opportuni per sospendere l’uso del
gli esperti raccomandano di non pro- sione dentaria (succede quando i denti ciuccio: gradualmente ma con coerenza,
porre il ciuccio ai bambini allattati per dell’arcata superiore non sono alline- sostenendo e premiando il bambino in
le prime 4-6 settimane e di sospender- ati con quelli dell’arcata inferiore). In questo percorso d’indipendenza.
ne l’uso nei reparti di maternità. effetti, usando il ciuccio giorno e notte,  Non ci sono certezze sul momento
Alcuni sostengono che un’altra con- l’allineamento dei denti da latte potreb- migliore per interrompere l’uso del
seguenza dell’uso del ciuccio sia l’in- be risultare alterato, ma spesso si trat- ciuccio al fine di scongiurare una
terruzione dell’allattamento prima del ta di una condizione transitoria che si malocclusione: cerchiamo pertanto di
tempo previsto, ma nessuna ricerca lo risolve smettendo di usarlo. Per quanto interromperne l’uso il prima possibile.
ha mai dimostrato: del resto, è impro- riguarda i denti permanenti, ancora non  Non demonizziamolo: non causa
babile che mamme fortemente motivate possiamo dire con precisione quando alcun danno irreversibile, ma non usarlo
nell’allattare a lungo si facciano condi- è meglio.
sarebbe meglio abbandonare l’uso del
zionare a tal punto. ciuccio (o del dito) per evitare un’even-
tuale deformazione delle ossa mascellari
I CONTRO PER LA SALUTE e una conseguente malocclusione den-
DEL BAMBINO tale. Alcuni recenti studi indicano che
L’impiego del ciuccio sembra aumen- il limite andrebbe fissato entro i 3 anni
tare anche il rischio di otiti ripetute: di età, altri addirittura entro i 2 anni. ■

9
UNA MELA AL GIORNO

Denti storti, malocclusioni


e carie: quando intervenire?
Trattare al meglio la bocca dei nostri bambini, fin dai primi mesi di vita,
è fondamentale per prevenire carie e denti storti: un’attenzione particolare
va riservata all’alimentazione e all’igiene quotidiana
DI ELENA UGA, PEDIATRA

Q
uanto è importante la cura di
denti e bocca per la crescita
dei nostri figli? La letteratura
scientifica ci insegna che le condizioni
di salute del cavo orale possono avere
conseguenze su tutto l’organismo, non
solo in termini estetici. Carie e denti
storti comportano dolore, difficoltà di
masticazione e respirazione, e talvolta
anche mal di testa e difetti di postura.
Vediamo allora quali sono gli effetti di
una cattiva igiene orale e soprattutto i
metodi per una corretta prevenzione.

LA CARIE
Negli ultimi cinquant’anni la frequen-
za di carie è diminuita notevolmen-
te nella popolazione dei paesi svilup-
pati, soprattutto grazie alla diffusione
dei dentifrici al fluoro e a una crescen-
te attenzione verso la pulizia dei den-
ti (abbiamo imparato a spazzolarli
meglio e più volte al giorno). La carie è
una malattia infettiva e in quanto tale si
manifesta quando nella bocca sono pre-
senti alcuni batteri (il più famigerato si
chiama Streptococcus mutans), i quali, in
presenza di residui di cibo – ad esem-
pio di carboidrati – producono sostanze
acide che hanno un’azione erosiva sul delicatamente, fin dalla nascita, una di fluoro inferiori dai 6 mesi ai 6 anni e
dente. Gli studi scientifici hanno appu- garza sulle gengive del neonato dopo superiori per le età successive. La dose e
rato che i genitori (soprattutto le mam- ogni pasto o almeno un paio di volte al la frequenza giuste corrispondono a un
me) predisposti ad avere carie rischia- giorno. Una volta comparsi i denti, pos- seme di pisello due volte al giorno.
no di “trasmettere” questa malattia ai siamo invece utilizzare uno spazzolino E per quanto riguarda l’alimentazio-
loro bambini. morbido adatto all’età del bambino. ne? Va bene spazzolare i denti dopo i
Il fluoro è un altro fattore fondamen- pasti principali (o ancora meglio dopo
CONSIGLI PER LA PREVENZIONE tale per la prevenzione delle carie: è ogni pasto), ma è anche fondamen-
Bisogna prestare molta attenzione bene farne uso attraverso un dentifricio, tale ridurre al minimo l’assunzio-
all’alimentazione e all’igiene orale già mentre l’assunzione di pastiglie e gocce ne di cibi ricchi di zuccheri semplici,
dalla gravidanza e pensare fin da subi- va riservata ai soggetti particolarmen- come caramelle, snack e bevande zuc-
to alla salute della bocca del piccolo. te a rischio. Esistono dentifrici speci- cherate, ed evitare abitudini malsane
Una buona abitudine è quella di passare fici per ogni fascia di età, con quantità come quella di intingere il ciuccio nel

10 UPPA magazine n. 100


DENTI STORTI, MALOCCLUSIONI E CARIE

uno specialista, perché oltre a causa- di alimentazione artificiale è dunque


Yuri_Arcurs / iStock

re dolore, il dente cariato non permet- molto importante cercare di sospende-


te una corretta eruzione dei denti defi- re presto l’uso del biberon, tra il primo
nitivi e aumenta il rischio di diffusione e il secondo anno, ricordandoci che a
dell’infezione. quell’età i bambini sono già capacissimi
di bere da un bicchiere. Anche la respi-
razione orale (cioè con la bocca aperta)
è un fattore da correggere: se un bim-
Carie e denti storti bo respira a bocca aperta, perché maga-
comportano dolore, difficoltà
ri ha il nasino chiuso, deglutirà cibi e
di masticazione e respirazione,
saliva in modo non corretto e questo
e talvolta anche mal di testa
e difetti di postura. andrà a influire sullo sviluppo del suo
cavo orale. ■

L’unico limite alla cura di questa malat-


tia è l’età del paziente e la sua capaci-
tà di collaborazione: sappiamo bene che
non è sempre facile mettere un bambi-
no molto piccolo sulla poltrona del den-
tista e far sì che collabori.

DENTI STORTI Deve mettere


Come evitare invece i famigerati “den- l’apparecchio?
ti storti” che gli specialisti chiama-
Le malocclusioni sono influenzate anche
no “malocclusioni”? Per questi pro- da fattori genetici, e a tal proposito
blemi, una buona prevenzione parte da una diagnosi e un trattamento precoce
una corretta educazione alimentare, che possono ridurre i danni. Il Ministero
comincia con l’allattamento. della Salute indica i 4 anni, nei casi
miele o di utilizzare i dolci come premio. L’azione muscolare effettuata dal pic- più gravi, come possibile inizio del
trattamento ortodontico (il famoso
L’allattamento al seno e la masticazione colo durante la suzione al seno materno
‘‘apparecchioʼʼ). Tuttavia ogni bambino
di cibi solidi sono ulteriori fattori pro- facilita lo sviluppo delle ossa del viso.
è diverso e sarà dunque compito
tettivi, come vedremo tra poco parlando Dopo i 6 mesi, oltre all’allattamento, del pediatra valutare la presenza
di malocclusioni. l’introduzione di cibi solidi (non solo di eventuali carie o malocclusioni
pappe molli), permetterà alle struttu- e le strategie di intervento.
TRATTAMENTI E RIMEDI EFFICACI re muscolo-scheletriche della bocca di In ogni caso, se ben programmato
Ma se comunque spunta una carie? In esercitarsi e rafforzarsi, facilitando così ed eseguito, l’intervento ortodontico
precoce in presenza di una
questo caso diventa fondamentale agi- una crescita armonica del cavo orale.
malocclusione porta sicuramente
re subito su più fronti, soprattutto igie- D’altra parte, l’uso di succhiotti e bibe-
a un minor ‘‘pesoʼʼ economico
ne e alimentazione, in modo da ridur- ron abitua a una suzione che non facili- complessivo per le famiglie e aumenta
re o fermare il progredire della malattia, ta la crescita delle ossa del viso e quindi le probabilità di avere una bocca sana
ma è anche necessario rivolgersi a predispone alle malocclusioni. Nei casi in età adulta.

11
TUTTI A TAVOLA!

Educazione a tavola:
da dove cominciare?
Il modo di stare a tavola è cambiato molto negli anni. Adattare le regole di ieri
al presente può aiutarci a trasformare il momento in cui si mangia insieme
in un’occasione di condivisione sociale e di sperimentazioni di buone abitudini
DI FEDERICA BUGLIONI, AUTRICE ESPERTA IN EDUCAZIONE ALIMENTARE

Q
uando l’adulto si siede a ta- poteva generare un semplice richiamo o
vola con il bambino, nella sua un rimprovero severo ma, in ogni caso,
mente affiora spesso il ricordo non passava mai inosservato. Questo
delle regole che accompagnavano i suoi perché se i bambini si fossero compor-
pasti durante l’infanzia: «Stai dritto… tati allo stesso modo fuori casa oppure
Stai composto… Non parlare mentre hai in presenza di ospiti, la famiglia avreb-
la bocca piena… Chiedi il permesso pri- be fatto la tanto temuta “brutta figura”.
ma di alzarti… Finisci quello che hai nel
piatto… Leva i gomiti dal tavolo e impu- RIPENSARE LE REGOLE
gna bene la forchetta, non hai mica in I tempi sono cambiati e i nuovi genito-
mano una zappa!». Ma come è cambia- ri sentono il bisogno di ripensare le vec-
to nel corso degli anni il “galateo” del- chie regole della tavola per adattarle al
la tavola per i più piccoli e quali sono, presente, alla vita quotidiana, ai valori
oggi, le regole giuste da seguire? attuali e alla crescente comprensione dei
bisogni naturali dell’infanzia.
Tuttavia, sono ancora molte le doman-
de che animano educatori e genitori su
Trasformare le cosiddette questo tema. Di seguito, elenchiamo le
buone maniere in abitudini più comuni:
consolidate è un processo • È ancora giusto chiedere ai bambini di
lento e paziente che dura restare seduti a tavola finché i grandi
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tutta l’infanzia. non finiscono di mangiare?


• A quale età si può pretendere che la for-
chetta venga impugnata correttamente?
• È sbagliato costringere chi non ha più
CHE FIGURACCIA! fame a finire tutto quello che ha nel
Nel Novecento, la possibilità di man- piatto?
giare con i grandi, più che un dirit- • L’avanzo va eliminato, consumato dal
to, era per i bambini un privilegio, pri- papà o ripresentato in tavola al pasto da questo processo scaturiscono solu-
ma da conquistare e poi da difendere. successivo? zioni efficaci ma personali, che non
Le norme riguardavano ambiti diversi: sono mai univoche: ciò che funziona in
la postura del corpo, l’uso corretto del- LA ROTTA EDUCATIVA una casa, non funziona nell’altra, quel-
le posate, le cose da dire e da non dire, Dubbi come questi non sono segno di lo che vale a scuola, non vale in fami-
il rispetto dei tempi del pasto. Control- insicurezza ma piuttosto di un atteg- glia. Ogni coppia di genitori traccia da
lare la schiena, non accavallare le gam- giamento aperto e critico. Il buon geni- sola la propria rotta educativa.
be, oppure ricordarsi che era il bicchiere tore si interroga spesso su come rela-
che doveva andare verso la bocca e non zionarsi con il bambino, si confronta col STARE INSIEME A TAVOLA
viceversa, poteva essere molto faticoso. mondo esterno, innesca dentro di sé un Le regole della tavola cambiano e si rin-
Un attimo di distrazione ed ecco che ci dialogo con il proprio passato e con la novano nel tempo, ma non tramonta-
si dimenticava di usare il tovagliolo pri- propria infanzia, mettendo in contat- no mai perché hanno un’utilità concre-
ma di bere o si addentava la fetta di pane to il suo “chi ero” con il “chi sono” e il ta: trasformano il momento di mangiare
invece di spezzarla con le mani. L’errore “chi vorrei diventare”. Inevitabilmente, insieme in un’occasione di nutrimento

12 UPPA magazine n. 100


EDUCAZIONE A TAVOLA: DA DOVE COMINCIARE?

che nei primi anni di vita il bambino


incurva la schiena senza accorgersene.

APPUNTAMENTO A TAVOLA
Trasformare le cosiddette buone ma-
niere in abitudini consolidate è un pro-
cesso lento e paziente che dura tutta
l’infanzia e che non necessita di parti-
colare severità, solo di costanza. Basta
prendere l’abitudine di introdurre ora-
ri un po’ più regolari, di apparecchiare
in modo semplice e curato, di usare un
linguaggio gentile, facendo leva sull’a-
more per il bello e per i piccoli riti. Cer-
to, questo non basta ad allentare la ten-
sione degli inevitabili momenti difficili,
ma pone dei limiti e conferma che la
tavola è un appuntamento che conta. ■

Quante cose
fanno le mani
La mano, a tavola, è chiamata a svolgere
molti compiti: versare l’acqua senza
rovesciarla, spezzare il pane prima di
portarlo alla bocca, utilizzare le posate
dosando forza e precisione... I gesti, prima
un po’ grossolani, con la pratica diventano
precisi, valorizzando questa curiosa
sereno, igienicamente adeguato, dun- pasti, lo stile dell’apparecchiatura, la parte del corpo che è al tempo stesso uno
que sicuro. È possibile dividerle in tre scelta di riproporre i piatti della tradi- strumento tattile e un utensile.
macro-tipologie: zione in occasione delle feste e tutto ciò
Insistere sulla necessità del gesto
corretto non è importante ‘‘perché
1. I divieti su tutto ciò che fa passare che richiama la civile convivenza, come
la buona educazione lo impone’’, ma
l’appetito: non si parla con la bocca pie- la regola di dialogare e ascoltare gli altri semplicemente perché quella particolare
na perché il cibo masticato non è bel- e quella di non disturbare il pasto con posizione di palmo e dita è di per sé
lo da vedere; non si dicono parolacce o TV, cellulari e giochi. possibile e dunque sarebbe un peccato
volgarità perché sono sgradevoli da sen- 3. Le regole del corpo, che allenano a non acquisirla.
tire; ci si pulisce la bocca prima di bere prendere coscienza della propria postu- Un domani la sfida si ripresenterà a
perché tutto ciò che è sporco, è brut- ra: la corretta posizione della schiena,
scuola, quando la corretta posizione
delle dita nell’impugnare la matita
to e antigienico. delle braccia e delle gambe; il modo in
e la penna si rivelerà una capacità
2. Le regole che favoriscono la sociali- cui tenere le dita per impugnare le posa- vincente per poi apprendere a scrivere
tà, il senso di appartenenza e l’identi- te o per afferrare gli alimenti da man- bene in stampatello e in corsivo senza
tà di gruppo: il rispetto per gli orari dei giare. A questo proposito, ricordiamoci affaticare la mano, il braccio e la spalla.

13
SPECIALE
VACCINI
E SOCIETÀ
METTERE
DA PARTE
POLEMICHE E
PAURE E TROVARE
LE RISPOSTE UTILI
Nonostante quella della vaccinazione
sia una pratica consolidata,
in molti nutrono dubbi circa
la sua efficacia e sicurezza.

O
La diffidenza si supera cercando ggi ho accolto una coppia di

informazioni scientificamente genitori diretta al centro vac-


cinale con la loro bambina. Mi
corrette e senza conflitti d’interesse, hanno chiesto: «Dottore, cosa dice,
così da garantire una maggiore dobbiamo farli per forza questi vaccini?
Abbiamo paura che le facciano male».
protezione per i nostri bambini Ieri, invece, ero in farmacia e un signo-
re ha acquistato un antibiotico, un an-
tinfiammatorio e un probiotico per sua
DI SERGIO CONTI NIBALI, figlia. È assai probabile che, in questo
PEDIATRA E DIRETTORE DI UPPA MAGAZINE
caso, i genitori non abbiano avuto mol-
ILLUSTRAZIONI
ti dubbi sull’utilità di quei medicinali e
DI FRANCESCA D’OTTAVI non abbiano fatto troppe domande circa
i loro possibili effetti collaterali al me-
dico che li aveva prescritti.
Mi rendo conto che l’assunzione dei
vaccini avviene quando si è in condizio-
ne di pieno benessere, mentre gli altri
medicinali si somministrano quando
siamo di fronte a una malattia tangibile,

14 UPPA magazine n. 100


ma, numeri alla mano, la prima stra- condizioni di vita, la mancanza di acqua la fiducia dei cittadini: un obiettivo che
da comporta rischi molto minori per i potabile e la scarsa disponibilità di cibo. si raggiunge ascoltando le istanze e le
nostri bambini rispetto alle altre alter- Eppure le polemiche e i contrasti intor- preoccupazioni delle famiglie, rispon-
native farmacologiche. Inoltre, la gran no al tema continuano e non han- dendo alle loro domande in modo da
parte dei vaccini offre un miglior rap- no eguali nella storia della medicina. offrire informazioni scientificamen-
porto costo/beneficio, laddove per costo E forse è anche per questo che i geni- te corrette ed esenti da conflitti d’in-
va inteso anche quello relativo alle con- tori, quando si recano dal pediatra per teresse, chiedendo alle agenzie sanita-
seguenze di effetti indesiderati. affrontare la questione, spesso mani- rie pubbliche e ai medici trasparenza e
Se dovessimo stilare una classifica del- festano preoccupazione, dubbi e ansie indipendenza dagli interessi delle indu-
le soluzioni terapeutiche che hanno rispetto a una pratica che in realtà è strie del farmaco.
contribuito maggiormente alla ridu- ormai ben consolidata, sicura e di pro- In questo speciale abbiamo cercato di
zione della mortalità infantile nel cor- vata efficacia. rispondere alle vostre paure e ai vostri
so dell’ultimo secolo, collocheremmo i Uno dei motivi che può giustificare la dubbi, evidenziando anche i possibili
vaccini sul podio insieme agli antibio- diffidenza di alcuni è il possibile lega- effetti collaterali conseguenti alla som-
tici e alle soluzioni reidratanti. Le vac- me di interesse tra le aziende che pro- ministrazione dei vaccini che, occorre
cinazioni hanno contribuito non solo ad ducono i vaccini e gli enti preposti alla ricordarlo ancora una volta, sono farma-
abbattere in maniera drastica le mor- loro diffusione. Ed è questa la ragio- ci e, in quanto tali, non privi di poten-
ti per malattie infettive nei paesi ricchi, ne per la quale, a nostro avviso, le isti- ziali effetti negativi. Buona lettura! ■
ma anche a salvare milioni di bambini tuzioni sanitarie dovrebbero recupera-
nei paesi poveri, nonostante le difficili re la loro autorevolezza e riconquistare

15
SPECIALE VACCINI E SOCIETÀ

Fake news: come


riconoscerle ed evitarle
La valutazione critica delle informazioni e il confronto delle fonti da cui apprendiamo
notizie sono gli strumenti migliori per prendere decisioni consapevoli
DI LUCA DE FIORE, DIRETTORE DEL PENSIERO SCIENTIFICO EDITORE

L
a vita di Giulia si svolge nel fosse stata condotta nel prestigioso l’Organizzazione Mondiale della Sani-
“caos” regolare che caratteriz- Royal Free Hospital di Londra e poco tà si pronunciò negando ogni relazio-
za le giornate di molte mamme importava che i piccoli pazienti stu- ne tra le due cose, e nel 2004 uscirono
e di molti papà: veste in fretta Federi- diati fossero solo dodici. L’articolo uscì sul «Sunday Times» alcuni articoli di
co e Matilde, colazione al volo, di corsa su «The Lancet», una delle riviste di un famoso giornalista d’inchiesta, Brian
a scuola e poi al lavoro. A metà pome- medicina più autorevoli al mondo (solo Deer, che toglievano il velo che oscura-
riggio il film si riavvolge al contrario. cinque articoli su cento proposti supe- va la truffa di Andrew Wakefield. Wake-
Pochi dubbi o esitazioni, in una vita rano il filtro della revisione fino a esse- field aveva falsificato i dati dello stu-
che difficilmente può permettersi delle re pubblicati), e uno dei simboli della dio: non tutti i bambini coinvolti nella
pause… ma, a proposito di dubbi, qual- comunicazione scientifica, anche per la ricerca avevano ricevuto una diagnosi di
cuno Giulia lo ha avuto. gente comune. Una conferenza stampa autismo e molti di loro avevano svilup-
organizzata dal dottor Wakefield subi- pato i primi segni del disturbo ben pri-
«LA PRUDENZA NON È MAI TROPPA» to dopo la pubblicazione amplificò ulte- ma della somministrazione del vacci-
Qualche anno fa, durante una visita di riormente le conclusioni dello studio e no. Wakefield aveva inoltre brevettato
controllo, l’anziano pediatra di Federico la stampa britannica rilanciò la notizia vaccini “di sostituzione” e kit diagno-
– allora Matilde non era ancora arrivata consigliando ai genitori di sospendere stici che, se introdotti in commercio,
– disse a Giulia una frase strana: «Con la trivalente: i genitori avrebbero sem- gli avrebbero garantito un guadagno di
le vaccinazioni, signora, ci andrei piano: pre potuto affidarsi a vaccinazioni sin- oltre trenta milioni di euro l’anno.
da piccoli abbiamo avuto tutti le malat- gole, peraltro difficilmente reperibili o
tie infettive e siamo ancora qui. Sui vac- addirittura non in commercio. Il risul-
cini non si sa tutto e la prudenza non è tato fu un disastroso crollo delle vacci- «È più vera una cosa inesatta
mai troppa». nazioni: in Gran Bretagna il calo fu qua- ma capace di circolare
A cena, Carlo – il compagno di Giulia si del 20% (dal 93% al 75%); a Londra velocemente nel sistema
– si era sforzato di dirle che no, dove- del 50%. Il movimento anti-vaccinista sanguigno del mondo,
va aver capito male, che un medico non si diffuse in molti paesi, in misura mag- di una cosa esatta che però
avrebbe mai dato consigli simili. Una giore o minore a seconda dell’intensità si muove con lentezza»
rapida ricerca in Internet aveva raffor- della campagna mediatica che rilancia- The Game, Alessandro Baricco
zato i dubbi di Giulia: davvero l’insor- va le tesi di Wakefield.
gere di una malattia come l’autismo
poteva essere legato alla vaccinazione? UNA TRUFFA DA TRENTA LA TENTAZIONE DI UNO SCOOP
MILIONI DI EURO L’ANNO Né il Royal Free Hospital né «The Lan-
VACCINO TRIVALENTE E AUTISMO Dal momento della pubblicazio- cet» fecero una gran figura, nonostante
Parliamo di una storia iniziata vent’anni ne, diversi altri ricercatori iniziaro- la decisione della rivista di ritirare l’ar-
fa. Nel 1998, un medico inglese, Andrew no a mettere alla prova i risultati del- ticolo: come istituzioni avrebbero dovu-
Wakefield, pubblicò i risultati di uno lo studio pubblicato su «The Lancet», to esercitare un controllo più stringen-
studio che metteva in relazione la vac- provando a replicare la ricerca. In nes- te sul lavoro di Wakefield. Purtroppo,
cinazione trivalente (MPR, ovvero per sun caso i riscontri furono positivi, e però, le esigenze dei grandi centri ospe-
morbillo, parotite e rosolia) con malat- così i dubbi sull’attendibilità dell’as- dalieri e delle più famose riviste scien-
tie infiammatorie intestinali e autismo. sociazione tra vaccinazioni e auti- tifiche qualche volta non coincidono
Gli autori sostenevano che la ricerca smo iniziarono a crescere. Nel 2003 con gli obiettivi della salute pubblica.

16 UPPA magazine n. 100


FAKE NEWS: COME RICONOSCERLE ED EVITARLE

«È un bel proble- lunga le più


ma», sostiene Tom Jef- numerose e, met-
ferson, ricercatore che tendo a confronto fon-
da anni concentra la sua ti diverse e tenendo conto
attenzione sulle dinamiche dei contesti in cui le notizie sono
che orientano la produzione di let- pubblicate, il rischio di prendere can-
teratura scientifica. «Le riviste scienti- tonate si riduce di molto. Non è stato
fiche più famose al mondo hanno visto difficile per Giulia e il marito cambia-
crescere non solo la propria importanza re il pediatra dei loro bambini, affidan-
ma anche il giro d’affari: costi sempre doli alla cura di un medico più consape-
più elevati per mantenere uno staff in vole, informato e aggiornato. Del resto,
costante aumento, grandi investimen- i medici che hanno ancora dubbi sull’u-
ti in tecnologia e conseguente costante un elemento centrale, perché, come ha tilità e la sicurezza delle vaccinazio-
ricerca di contenuti in grado di attrarre affermato Alessandro Baricco nel libro ni sono davvero poco numerosi e forse
l’attenzione non solo dei professioni- The Game, di un’informazione capace solo per questo fanno notizia. ■
sti sanitari, ma anche dei giornalisti […] di diffondersi in fretta dobbiamo ave-
Dovrebbero stare bene attenti alle bufa- re timore: «È più vera una cosa inesat-
le, ma certe volte cedono alla tentazio- ta ma capace di circolare velocemen- Come difendersi?
ne di fare uno scoop, dimenticandosi te nel sistema sanguigno del mondo, di La chiave sta nel maneggiare con cura
dei principi etici che dovrebbero guida- una cosa esatta che però si muove con le informazioni che corrono veloci
re il loro lavoro». lentezza». col passaparola. La rete non è l’unica
responsabile, perché televisione e
media tradizionali non sono da meno
LE BUFALE CORRONO VELOCI CONFRONTARE LE FONTI
nel diffondere informazioni false
Il caso di Andrew Wakefield è un tipico Avevamo lasciato Giulia alla ricerca di
o preconfezionate. Inoltre, è bene
esempio di fake news, bugie intenzio- informazioni sul web: la lettura del- prendersi il tempo per riflettere: la
nali. Gli ingredienti per il successo della la scheda di Wikipedia sul vaccino tri- valutazione critica di un’informazione
truffa c’erano tutti: la fonte credibile e valente la tranquillizza. In rete, le pagi- non è riservata agli addetti ai lavori, ma
la rapidità di diffusione. Quest’ultima è ne equilibrate e ben fatte sono di gran è alla portata di tutti i genitori.

17
SPECIALE VACCINI E SOCIETÀ

Sistema immunitario e vaccini:


una storia di lunga data
Dal momento in cui nasciamo, il nostro organismo combatte quotidianamente
una lotta silenziosa contro virus, batteri, funghi e parassiti. Scopriamo in che modo
si difende il nostro corpo quando si ammala e come sono nati i vaccini
DI GIUSEPPE PRIMAVERA, PEDIATRA

I
n un tempo molto lontano da noi, queste cellule sapranno riconoscerlo e furono decimati dalla malattia; gli
sopravvivevano alle malattie e agli aggredirlo in modo mirato. europei invece, già sottoposti nei
agenti patogeni solo gli individui secoli alla selezione naturale del-
con le caratteristiche più vantaggiose (è COME FUNZIONANO I VACCINI le precedenti epidemie, erano più
il meccanismo della selezione naturale), I vaccini si basano su un semplice prin- resistenti e in pochi anni riuscirono
gli altri non riuscivano a difendersi e cipio: vengono introdotti microrganismi a conquistare il paese, pur avendo eser-
morivano anzitempo. Nell’arco di milio- inattivati (ottenuti a partire da micror- citi numericamente molto inferiori.
ni di anni, però, si è evoluto in noi uno ganismi uccisi, che non possono tornare
strumento di riconoscimento e difesa da alla loro forma patogena) o loro com- ANNO MILLE: IL VAIOLO
questi microrganismi: il nostro sistema ponenti nel nostro corpo, per stimola- Per secoli, stregoni e guaritori han-
immunitario. Vediamo come funziona e re la risposta immunitaria; ciò porterà no cercato di contrastare con vari
cosa ha portato alla nascita dei vaccini. alla produzione di anticorpi e cellule di metodi malattie spesso mortali.
memoria pronte a rispondere in caso di Intorno all’anno mille, alcuni medi-
LA “MEMORIA” IMMUNITARIA nuovo attacco. È come avere “in picco- ci di corte cinesi intuirono che pote-
Quando veniamo attaccati da un agente lo” la malattia e diventare immuni nei vano prevenire il vaiolo infettando i
patogeno, il nostro organismo reagisce suoi confronti senza gli effetti gravi che soggetti sani con materiale biolo-
utilizzando una prima linea di difesa, questa può comportare. gico prelevato dai malati contagia-
l’immunità innata, che comprende bar- ti da forme lievi. La polvere ricava-
riere fisiche come la cute e barriere chi- I VACCINI NELLA STORIA ta dalle croste delle pustole veniva
miche come il lisozima (un enzima pre- Circa 10.000 anni fa, le prime tribù ini- inalata dai pazienti, che diventa-
sente in alcuni tessuti e liquidi animali ziarono a vivere in comunità stanziali vano resistenti e non si ammalava-
e dotato di attività battericida), oltre a sempre più numerose e ad avere contat- no. Seguendo le vie della seta, tali
cellule in grado di intervenire rapida- ti sempre più stretti con gli animali da metodi arrivarono in Turchia, dove
mente sull’infezione. Questa tipologia allevamento. Questi cambiamenti por- i medici ottomani iniettavano nel-
di immunità è però poco specifica e non tarono alla diffusione di agenti infetti- la pelle delle persone sane picco-
conserva memoria dell’agente patogeno vi prima dall’animale all’essere umano le quantità di pus prelevato dai malati,
che incontra. Subito dopo, si attiva l’im- e poi all’interno della nostra stessa spe- e successivamente in Inghilterra.
munità adattiva, più lenta ma più speci- cie, come nel caso dell’influenza (che
fica e dotata di memoria a medio-lungo proviene da virus dei suini e del pol- L’ESPERIMENTO
termine. In questa seconda linea agi- lame) e del morbillo (derivante dal- “IMMORALE” DI JENNER
scono due gruppi di cellule: i linfociti T, la peste bovina). La nostra storia è sta- Sul finire del XVIII secolo, il medi-
capaci di riconoscere milioni di moleco- ta quindi segnata da terribili epidemie, co britannico Edward Jenner osser-
le estranee – gli antigeni – presenti sui soprattutto quando i microrganismi si vò che le donne addette alla mun-
microrganismi, e i linfociti B, che produ- sono diffusi in popolazioni non ancora gitura delle vacche contraevano
cono anticorpi specifici per gli antige- “toccate” da un dato agente patogeno. spesso il vaiolo bovino ma non
ni. Dopo la prima infezione, una piccola È ciò che accadde alle popolazioni indi- quello umano, ben più grave.
parte di queste cellule continua a ripro- gene del Messico quando, nel XVI seco- Così, nel 1796 infettò un bambi-
dursi, creando la memoria immunita- lo, il paese fu invaso dai conquistadores no col pus proveniente dalle pusto-
ria: quando avverrà il secondo attacco da spagnoli: gli Aztechi, che non avevano le di una mungitrice. Come previ-
parte di quello specifico microrganismo, mai avuto a che fare col virus del vaiolo, sto, il piccolo non solo guarì ma

18 UPPA magazine n. 100


SISTEMA IMMUNITARIO E VACCINI

divenne immune anche al vaiolo umano. orale. Nel giro di pochi anni questi
Da questo esperimento, oggi etica- rimedi riuscirono a far diminuire enor-
mente inammissibile, nacque il termi- memente le infezioni causate da que-
ne “vaccinazione”: Jenner aveva dimo- sto terribile virus, che nel 1953 provo-
strato che l’infezione da vaiolo bovino cò in Italia oltre 8.000 casi; dopo la loro
(detto anche “vaiolo vaccino”), meno introduzione, l’ultimo caso di poliomie-
aggressivo, riusciva a proteggere dal lite nel nostro paese venne notificato nel
ben più grave vaiolo umano. 1982. Il resto è storia dei nostri giorni. ■

Quanti vaccini esistono?


I vaccini si basano su un Attualmente disponiamo di vaccini
semplice principio: vengono per circa venticinque malattie
introdotti microrganismi infettive e possiamo distinguerli
inattivati o loro componenti in cinque categorie:
nel nostro corpo, per stimolare 1 Vaccini vivi attenuati (per
la risposta immunitaria. morbillo, rosolia, parotite, varicella),
prodotti a partire da microbi vivi,
sottoposti a trattamenti che li hanno
resi innocui per l’organismo;
DAL XIX SECOLO A OGGI
2 Vaccini inattivati (per epatite A,
Solo molti anni più tardi il chimico e
poliomielite e antinfluenzale ‘‘split’’,
microbiologo francese Louis Pasteur
così chiamato perché costituito da
dimostrò che le infezioni sono provoca- virus frammentati), contengono virus
te da microbi capaci di moltiplicarsi nel o batteri uccisi con varie metodiche;
corpo umano e propagarsi da un indivi-
3 Vaccini a subunità (per pertosse
duo all’altro attraverso la saliva, il san-
acellulare, antimeningococco,
gue e le feci. Pasteur riuscì ad attenuare antinfluenzale a subunità),
artificialmente alcuni microrganismi, contengono particelle purificate
producendo vaccini contro il carbon- di batteri o virus capaci di stimolare
chio (1881), malattia che provocava ter- la risposta immunitaria;
ribili epidemie di bestiame, e la rabbia 4 Vaccini ad anatossine
(1885). Seguirono, nel primo dopoguer- (per tetano e difterite), prodotti
ra, i vaccini contro il tetano e la difteri- utilizzando tossine rese innocue
te. Altro successo fu la produzione dei e quindi non in grado di provocare
vaccini contro la poliomielite grazie agli la malattia;
studi di Jonas Salk, che nel 1953 creò 5 Vaccini a DNA ricombinante
un vaccino inattivato, e di Albert Bru- (per epatite B e meningococco B),
ce Sabin, che nel 1955 ne ottenne uno prodotti clonando e riproducendo
attenuato (vedi box), sommi- in grande quantità gli antigeni capaci
nistrabile per via di stimolare la risposta immunitaria.

19
SPECIALE VACCINI E SOCIETÀ

Perché devo
vaccinare mio figlio?
Grazie ai vaccini alcune malattie mortali sono state debellate dal nostro pianeta
mentre altre sono solo sparite ai nostri occhi, ma rimangono potenzialmente
pericolose. Per questo è necessario tutelarsi seguendo il Piano nazionale
di prevenzione vaccinale
DI ROBERTA VILLA, MEDICO E GIORNALISTA

I
l numero di vite salvate in tutto il e dolorosa dove ha ricevuto l’iniezio- medici chiamano “petecchie”. È impor-
mondo dai vaccini (2-3 milioni ogni ne non fa piacere a nessuno. Se poi alla tante allora rivolgersi al proprio pedia-
anno) ci dice poco, se non diamo a febbre seguono le convulsioni, come tra o al pronto soccorso, così come se il
ciascuno di questi bambini e adulti un raramente può capitare, soprattutto piccolo presenta forti mal di pancia o
nome e un volto, come ha fatto Philip dopo alcune vaccinazioni, è normale vomito dopo il vaccino contro rotavi-
Roth nel suo romanzo Nemesi. Un libro spaventarsi e pensare che i vaccini fac- rus (causa principale di gastroenteri-
che ci porta a un passato recente, anco- ciano più male che bene. La realtà è te virale infantile nel mondo). Si trat-
ra vivo nella memoria dei nostri genito- che con un po’ di paracetamolo que- ta comunque di situazioni rarissime
ri o nonni, quando la gioia per l’arrivo sti disturbi passano, e ciò che resta è la su cui, appunto, si può intervenire in
dell’estate era oscurata dalla paura per protezione da conseguenze più gravi, a maniera efficace.
la minaccia della poliomielite. «Erano volte mortali.
gli spaventosi numeri che certificavano QUESTIONI DI LEGGE
l’avanzata di un’orribile malattia e che, Era diverso quando, per poter elimina-
nelle sedici circoscrizioni di Newark, re la poliomielite, si utilizzava il vacci-
Non c’è prova di conseguenze
equivalevano ai numeri dei morti, fe- no Sabin (che prese il nome dal medi-
irreversibili che dipendano
riti e dispersi della vera guerra. Perché co e virologo polacco che lo scoprì). Le
dalle vaccinazioni oggi
anche quella era una vera guerra, una gocce sullo zuccherino, obbligatorie dal
raccomandate per i bambini.
guerra di annientamento, distruzio- 1964, hanno salvato decine di miglia-
ne, massacro e dannazione, una guerra ia di bambini da paralisi o morte ed eli-
con tutti i mali della guerra: una guerra minato la malattia dal nostro paese,
contro i bambini di Newark». I dati di sorveglianza raccolti dall’A- ma a costo di provocarla in un caso su
genzia Italiana del Farmaco ci confer- un milione.
POLIOMIELITE IN ITALIA mano che eventuali effetti collaterali Per questo esiste una legge che preve-
Solo nel nostro paese, tra il 1959 e il legati all’assunzione di farmaci possono de un indennizzo per i danni da vac-
1960, si arrivò a 8.000 casi dichiara- essere curati. Non c’è prova di conse- cino, anche se oggi, grazie al vacci-
ti. Oggi non ci pensiamo più, e in questo guenze irreversibili che dipendano dal- no antipolio a virus inattivato inserito
senso è senz’altro vero che “i vaccini le vaccinazioni oggi raccomandate per i nella vaccinazione esavalente, questa
sono vittima del loro successo”, come bambini; le poche registrate sono lega- evenienza non è più possibile. Nep-
si ripete spesso: avendo fatto scom- te a una casuale, sfortunata, coinciden- pure una sentenza che riconosce l’in-
parire o quasi le malattie che ci han- za temporale. Anche le reazioni avverse dennizzo perché «non si può esclude-
no spaventato per secoli, non sono più più rare e gravi, come lo shock anafi- re» un legame della vaccinazione con
considerati così importanti rispetto al lattico (per cui ci si trattiene per cau- un’encefalite può smentire i dati scien-
possibile rischio di effetti collaterali di tela nel centro vaccinale dopo la vac- tifici: encefalite e PESS (panencefali-
cui sono sospettati. cinazione), si possono curare. In casi te sclerosante subacuta, una condizio-
davvero eccezionali, il vaccino contro ne disabilitante, progressiva e letale
“DISTURBARE” UN BAMBINO SANO morbillo, parotite e rosolia può pro- nel giro di pochi mesi) sono complica-
Portare al centro vaccinale un bambino vocare un calo delle piastrine nel san- zioni del morbillo, mentre per quanto
che sta bene e riportarlo a casa magari gue, da cui possono dipendere sangui- riguarda la vaccinazione, seppure non
con la febbre o con una reazione locale namenti o macchioline sulla pelle che i si possa escludere in linea teorica, non

20 UPPA magazine n. 100


PERCHÉ DEVO VACCINARE MIO FIGLIO?

è mai stata dimostrata una correlazione


con queste gravi encefalopatie.
La vaccinazione contro morbillo, paro-
tite, rosolia e varicella è stata resa
obbligatoria per l’accesso a scuola
da 0 a 16 anni dal 2017, con la cosid-
detta legge Lorenzin: l’accento messo
sul dovere di proteggere la comunità e
soprattutto i più fragili attraverso que-
sto rimedio ha distolto l’attenzione dai
suoi benefici per i nostri figli e dal dirit-
to di riceverla gratuitamente nel nostro
paese, nell’ambito dei Livelli Essen-
ziali di Assistenza (LEA) che ogni
regione è tenuta a garantire.

PROTEGGERSI DA COSA?
Se oggi le malattie infettive fanno
meno paura, è senz’altro anche
merito del miglioramento genera-
le delle condizioni di vita e delle cure.
Ad esempio, la mortalità per la difterite,
che provocava in gola membrane capaci
di portare i più piccoli al soffocamento,
aveva già cominciato a calare con l’in-
troduzione degli antibiotici e dell’an-
titossina, che riuscivano a salva-
re qualche bambino in più, ma solo
la diffusione della vaccinazione ha
permesso di azzerarla, almeno in Italia.
Contro queste malattie scomparse ai vaccinazione obbligatoria per i neona- responsabile di gravi malattie – come
nostri occhi, ma non ancora debella- ti nel corso del terzo mese: oltre alle quelle localizzate alla laringe che bloc-
te dal pianeta (cosa che invece è acca- componenti contro difterite e polio- cano il respiro (ad esempio l’epiglottite)
duta con il vaiolo), occorre tenere alta mielite, mette al riparo i nostri bambini – e di setticemie e meningiti. E pensare
la guardia e seguire quanto previsto dal dall’epatite B, dal tetano, dalla pertos- che, come il vaccino contro il morbillo,
Piano nazionale di prevenzione vacci- se (che può dare difficoltà respirato- anche l’esavalente non è stata obbliga-
nale, perché rappresentano ancora una rie potenzialmente mortali, soprattutto toria fino alla legge Lorenzin. ■
minaccia concreta e attuale. Pensia- nei primi mesi di vita) e dalle infezioni
mo ad esempio all’esavalente, la prima da emofilo B, un batterio che può essere

21
SPECIALE VACCINI E SOCIETÀ

Proteggersi
dalle cattive influenze
In Italia i genitori totalmente contrari ai vaccini sono solo lo 0,7%, mentre una fetta
più grande riguarda gli incerti, la cui diffidenza nasce dai recenti scandali legati
al mondo della sanità e da una cattiva informazione su Internet e social network
DI ROBERTA VILLA, MEDICO E GIORNALISTA

F
anatici ideologicamente contra- coloro che, al contrario, fanno fare tut- il bambino e per limitare al massimo
ri ai vaccini, creduloni convinti te le vaccinazioni ai propri figli in tota- il rischio di effetti collaterali. Questi
che la terra sia piatta e che con le tranquillità o si mettono in lista d’at- risultati si ottengono proprio unendo in
le scie chimiche si voglia avvelena- tesa per ottenerli anche oltre l’età in un unico prodotto differenti vaccini (in
re la popolazione, disinformati e privi cui sono raccomandati, c’è una par- questo modo si riduce la quantità totale
di buonsenso. Così vengono descritti i te di popolazione dubbiosa, che tende di conservanti e adiuvanti) e limitando
“no-vax”, che secondo una certa nar- ad aumentare quando qualcuno si lascia il numero di iniezioni (dunque il disa-
razione corrente sarebbero spuntati in influenzare da un articolo trovato sui gio al bimbo) e il numero degli appun-
Italia dal nulla, originati da una sorta social network, da un servizio televisi- tamenti, alleggerendo pertanto anche il
di epidemia che nel giro di pochi anni vo, da una figura amica o da un opera- carico di impegni dei genitori.
sembra aver convertito al complottismo tore sanitario (un’ostetrica, un pedia-
milioni di persone. In realtà, un’ostilità tra, un parente medico…) che gli mette IL RAPPORTO CON LE AUTORITÀ
ai vaccini, anche molto violenta, esiste la pulce nell’orecchio. In questa ampia fascia di “esitanti” (è
fin dai tempi in cui Edward Jenner mise proprio con il termine hesitancy, ovvero
a punto il primo vaccino contro il va- COSA DICONO GLI STUDI “esitazione”, e non “antivaccinismo”,
iolo (ovvero sul finire del XVIII secolo). A volte si tratta di timori nei confronti che il fenomeno viene descritto negli
Allora la protesta era in parte politico- di un determinato vaccino (tipicamente studi a riguardo) ci sono anche persone
filosofica (di principio, contro l’obbli- quello contro il Papilloma virus o il mor- che negli ultimi anni hanno sviluppato
go di sottoporsi a una procedura a quei billo), altre volte sui tempi previsti dal una diffidenza indistinta verso tutto ciò
tempi davvero pericolosa) e in parte calendario vaccinale, che qualcuno con- che proviene da fonti ufficiali e, più in
radicata in falsi miti, legati per esem- sidera troppo precoci, o ancora sul pra- generale, nei confronti delle istituzioni,
pio all’origine bovina dei primi vaccini, ticare diverse vaccinazioni in un’unica comprese quelle sanitarie. Alcuni scan-
prodotti proprio dalle pustole vaiolose iniezione: non sarebbe meglio aspetta- dali di corruzione che hanno coinvolto
delle mucche. re che il bimbo cresca un po’ e che il suo grandi aziende farmaceutiche, ministri
Non è vero nemmeno che sia una pecu- sistema immunitario sia più maturo, della salute e alti funzionari hanno cer-
liarità italiana: l’antivaccinismo è pre- prima di sottoporlo a tutti questi sti- tamente fatto la loro parte nell’alimen-
sente praticamente in tutti i paesi del moli? E non sarebbe meglio effettuare tare questo clima.
mondo e nella vicina Francia è più dif- le diverse vaccinazioni singolarmente, Molti studi dimostrano che anche le
fuso che da noi. invece che tutte assieme? Gli studi dico- modalità di comunicazione utilizzate
no di no. Le cosiddette schedule vacci- per la pandemia influenzale (la cosiddet-
UN’AMPIA E CRESCENTE nali, cioè le tempistiche e le modalità di ta “suina”) del 2009 hanno fatto cre-
FASCIA DI INCERTEZZA vaccinazione, sono state pensa- scere la sfiducia di alcune fasce della
Il fenomeno, però, riguarda te per proteggere al meglio società nei confronti delle
ristrette minoranze. In Italia, la
più recente indagine condotta da esper-
ti dell’Istituto Superiore di Sanità stima
che i genitori che rifiutano in manie-
ra netta e convinta i vaccini siano lo
0,7%. Tra i due estremi, rap-
presentati dai no-vax e da

22 UPPA magazine
PROTEGGERSI DALLE CATTIVE INFLUENZE

autorità sanitarie, accusate di allarmi- oggi tutti possono accedere all’inte- di aiutare le famiglie a ottenere inden-
smo finalizzato a compiacere le azien- ra letteratura scientifica mondiale con nizzi e risarcimenti.
de farmaceutiche e far vendere i vaccini un click. Il rischio di restare disorien- Se questo fenomeno ha riguarda-
contro il virus A (H1N1). Questa reazione tati e “perdersi”, anche per l’incapa- to tutto il mondo occidentale, l’Italia
si sarebbe poi estesa anche ad altri vac- cità di distinguere uno studio valido da paga poi anche il prezzo di una drasti-
cini per l’infanzia, che con la pandemia uno che non lo è, è alto. Le false idee sui ca spending review (in sintesi, la ridu-
non avevano nulla a che fare. vaccini si diffondono così, all’interno di zione della spesa pubblica) e un bloc-
quelle casse di risonanza (le cosiddet- co delle assunzioni in ambito sanitario
te “bolle”) che si creano sui social net- che ha coinciso, dal punto di vista tem-
work tra persone che hanno le stesse porale, con la flessione delle copertu-
L’antivaccinismo è presente
idee o lo stesso bagaglio culturale. re vaccinali degli ultimi anni: sempre
praticamente in tutti i paesi
più vaccini da proporre anche a ragaz-
del mondo e nella vicina
IL FATTORE BUSINESS zi più grandi (per esempio quello con-
Francia è più diffuso
che da noi. C’è anche chi approfitta delle paure dei tro il Papilloma virus), genitori sempre
genitori: medici che scrivono libri con- più sospettosi e che fanno più doman-
tro i vaccini e fanno pagare bigliet- de (a volte molto specifiche), personale
ti salati per partecipare alle loro con- sempre meno numeroso e che difficil-
INTERNET E LA RIVOLUZIONE ferenze, o che attraverso alcune cure mente riesce a tenersi adeguatamen-
DELL’INFORMAZIONE “purificano” i bambini dai metal- te aggiornato. Tutti fattori che, insie-
Da decenni si lavora per cambiare il li pesanti che, sempre attraverso i vac- me ai movimenti no-vax, hanno fatto
rapporto tra medici e pazienti, per ren- cini, sarebbero all’origine dei loro la loro parte per ridurre le
dere i cittadini più informati, consape- disturbi; laboratori che propon- adesioni e la puntuali-
voli e protagonisti delle proprie scelte gono improbabili trattamen- tà delle vaccinazioni. ■
sulla salute. Nel frattempo però Internet ti per diagnosticare la predi-
e i social media hanno rivoluzionato il sposizione a effetti collaterali (i
mondo dell’informazione: se un tempo, cosiddetti “test prevaccinali”);
per avere notizie su salute e malattie avvocati che si offrono
chiunque doveva rivolgersi a un medico,

23
SPECIALE VACCINI E SOCIETÀ

Come si comporta la nostra


mente quando dobbiamo
prendere una decisione?
L’essere umano non compie scelte in modo pienamente razionale, si lascia sempre
influenzare da aspetti profondi e inconsapevoli quali l’istinto, le convinzioni radicate
sulla base di esperienze precedenti, preconcetti, emozioni e sensazioni
DI PAOLO ROCCATO, PSICOANALISTA, E MARIA MERLO, PEDIATRA

Q
uando vogliamo fare una scelta ai quali siamo tutti esposti, momen- tendiamo a rinforzare le nostre idee
ben ponderata, valutando i pro to per momento, nell’arco della nostra preconcette, magari alzando la voce.
e i contro, in realtà ci illudiamo vita, anche quando abbiamo l’impres-
di essere pienamente liberi, raziona- sione di fare un’ottima scelta. QUANDO LA “PANCIA” NON CI AIUTA
li, rigorosi, lucidi: di fatto, ci facciamo Ecco tre frequenti bias che possono La nostra mente non è particolarmen-
influenzare da quello che ci suggerisce giocare brutti scherzi in molte situa- te adatta a valutare rischi e benefici
la “pancia”, per dirla col linguaggio co- zioni (ad esempio, quando affrontiamo quando affronta incertezze e previsio-
mune; anzi, secondo alcuni studi è sem- dubbi e paure sui vaccini): ni a lungo termine (come le scelte che
pre lei a decidere, la ragione interviene Effetto Dunning-Kruger. Quando sia- riguardano, ad esempio, salute, finan-
solo in un secondo momento, per tro- mo poco esperti, tendiamo a soprav- za, politica). Qui la “pancia” non ci aiu-
vare giustificazioni alla scelta già fatta. valutare le nostre conoscenze. Quando ta perché non ha esperienza diretta di
Queste conclusioni derivano da molte- invece siamo molto esperti, tendiamo migliaia di possibili casi, ignora la stati-
plici studi scientifici basati su esperi- a credere che gli altri siano competen- stica, ed è incapace di valutare le proba-
menti, osservazioni del comportamento ti come noi. Quello dell’incompetente bilità. In questo tipo di decisioni ricor-
naturale e registrazioni dell’attività ce- è un giudizio errato su di sé. Quello del riamo a un misto di razionalità e di
rebrale durante i processi decisionali. competente è errato sugli altri. Questo
bias può rendere difficile il dialogo fra
ESSERE E DIVENIRE esperti e non esperti.
Funzioniamo tutti così: uomini e don- Pregiudizio di conferma. Crediamo
ne, bambini e anziani, scienziati e anal- di più a chi conferma le nostre idee
fabeti. Ma cos’è questa “pancia” che rispetto a chi le critica. Se qualcuno
interviene sempre, così potente ma ci smentisce, cerchiamo automatica-
spesso così mascherata? È costituita dai mente prove a nostro sostegno (può
nostri aspetti profondi e inconsapevoli: bastarne anche una sola per consoli-
istinti; convinzioni che si sono radica- dare i nostri pregiudizi). Non si tratta
te in noi sulla base di nostre esperien- di malafede, la nostra mente funziona
ze passate magari ormai dimenticate; il così, e questo fenomeno è aumentato
nostro orientamento verso la vita; pre- con la diffusione di Internet: sui social
concetti; emozioni e sensazioni. Ciò ci network si formano spesso gruppi dove
permette di fare scelte in sintonia con le conferme su una certa idea si susse-
tutto il nostro essere e il nostro “ten- guono, post dopo post e commento dopo
dere al divenire”, ma presenta anche commento, senza alcun parere contra-
alcuni svantaggi, perché è soggetto a rio, dando spesso origine a fanatismi
errori di valutazione su noi stessi e sul- non basati su conoscenze specifiche.
la realtà. Ritorno di fiamma. Messi di fronte a
dati e prove che dimostrano la falsi-
I NOSTRI “ERRORI CONOSCITIVI” tà delle nostre credenze, invece di
Chiamiamo distorsioni cognitive o bias studiare meglio la questione per
(pronuncia “baias”) gli errori conoscitivi cambiare eventualmente parere,

24 UPPA magazine n. 100


COME SI COMPORTA LA NOSTRA MENTE QUANDO DOBBIAMO PRENDERE UNA DECISIONE?

scorciatoie piene di bias. Ecco di seguito ha il 90% di probabilità di riuscita piut- organizzare una vacanza, scegliere un
alcuni errori che possiamo commettere: tosto che quando viene riferito che ha film. Invece, per fare buone scelte sui
• Siamo portati a farci delle opinioni il 10% di probabilità di insuccesso. temi che implicano conoscenze scien-
che sentiamo valide anche quando non • Siamo condizionati molto più da ciò tifiche, bisogna affidarsi agli esperti, i
abbiamo dati sufficienti a supporto: ci che vediamo rispetto a ciò che imma- soli che possono superare i limiti del-
basiamo su impressioni, spesso lega- giniamo. Sottovalutiamo l’importanza le capacità umane individuali grazie
te a eventi recenti o emotivamente forti attuale dei vaccini proprio perché non all’utilizzo del metodo scientifico e al
(ad esempio, la maggior parte degli ita- vediamo più in giro i terribili effetti del- confronto sistematico con la comunità
liani è convinta che gli omicidi siano in la poliomielite (come accadeva fino agli scientifica internazionale. ■
aumento, mentre sono in diminuzione). anni ’50) o le stragi del vaiolo (debel-
• Prendiamo decisioni differenti a secon- lato dal nostro pianeta). L’immagine di
da di come vengono presentate le alter- una madre no-vax che esibisce il figlio
native: la scelta di farsi operare risulta affetto da un grave handicap, erronea-
molto più frequente quando ai pazienti mente convinta che sia colpa dei vac-
viene detto che l’intervento chirurgico cini, ha su di noi un impatto maggio-
re rispetto alle rassicurazioni basate su
riscontri scientifici. Dati o opinioni?
• Tendiamo a dare maggiore rilie- Nel corso dell’evoluzione abbiamo
vo alle informazioni sui rischi lega- affinato la capacità di capire di
ti alle malattie piuttosto che a quelle chi possiamo fidarci e di chi no
riguardanti i possibili vantaggi per osservando negli altri alcuni aspetti:
la salute. il viso, la postura, la mimica e così
• Temiamo più i possibili danni via. Quando navighiamo in Internet è
provocati dall’intervento dell’uo- necessario utilizzare altri strumenti
per orientarci. Dobbiamo ad esempio
mo (è ancora il caso dei vaccini) che
dubitare di chi fa uso massiccio e
non quelli provocati dalla natura (le
strumentale delle emozioni e di chi
malattie). non fornisce dati o numeri ma solo
opinioni, generalizzazioni ed esperienze
L’ILLUSIONE DI ESSERE RAZIONALI personali. Frasi come «I bambini non
La nostra mente tende a illudersi di vaccinati appaiono indubbiamente
essere razionale quando in realtà non più sani»; «Oggi gli anticorpi dei
sempre adotta pensieri verificabili, cioè bambini sono più deboli di quelli dei
scientificamente fondati. loro coetanei di anni fa»; «Questo è
un dato che emerge dall’esperienza
Ci sono però scelte di vita in cui è
quotidiana»; «Queste sono evidenze
opportuno seguire la “pancia”, basan-
che qualunque medico attento può
dosi anche su istinti, emozioni, espe- osservare» sono tutte affermazioni
rienze passate, convinzioni profonde: proposte come verità, mentre si tratta
scegliere partner amorosi, fare o non solo di pareri personali non convalidati
fare un figlio, accettare un lavoro, da prove e da evidenze scientifiche.

25
PASSO DOPO PASSO

Che l’esplorazione
del mondo abbia inizio
A 12 mesi, le nuove competenze motorie e relazionali del bambino gli consentono
di essere più autonomo e indipendente, un vero e proprio esploratore del mondo!
I genitori, dal canto loro, devono occuparsi della sua sicurezza cercando di non ostacolare
la ricerca di autonomia, senza venire meno al ruolo di supporto e rassicurazione
DI GHERARDO RAPISARDI, PEDIATRA, FABIA ELEONORA BANELLA E LUCA MIGLIACCIO, PSICOLOGI

Q
uello dei 12 mesi è un traguar- contempo della sicurezza, offrendo dei “gioco del far finta” le azioni quotidia-
do caratterizzato da una mag- limiti, talvolta anche fisici, al piccolo. ne che avvengono in casa, come bere da
giore indipendenza, a livello Nel tempo avverrà un processo di inte- un bicchiere e iniziare a usare le posate,
fisico, mentale e relazionale: intorno a riorizzazione che lo aiuterà a ricono- e vuole dimostrare a sé stesso e agli altri
questa età, infatti, il bambino fa nuove scere i pericoli, nonché i limiti necessa- che può farcela da solo! Per aiutarlo in
esperienze e scoperte e, sebbene ci sia ri per agire nell’ambiente e in relazione questa sperimentazione è utile offrirgli
una grande variabilità, muove i primi alle altre persone. pochi giocattoli alla volta (degli oggetti
passi da solo, migliora il suo equilibrio In questa fase può essere importante di casa, come un mestolo o uno spazzo-
e diventa più sicuro negli spostamenti o aspettare e non spingerlo a fare movi- lino), farlo partecipare ai momenti della
nei cambi di posizione. menti che non fa ancora spontanea- vita familiare come i pasti (ben assicu-
mente (metterlo in piedi, fargli fare i rato sul seggiolone) e dargli la possibi-
primi passi…), senza impedirgli di spe- lità di provare a mangiare da solo con le
rimentare (meglio evitare girelli, box e mani e con il cucchiaio.
Il picco di ansia verso l’estraneo
altri attrezzi che ne limitano le espe-
e la separazione avviene a circa
rienze). Inoltre, un limite o un divieto PERSONE E AMBIENTI SCONOSCIUTI
15 mesi, che è quindi una fase
andrà dato in modo delicato ma chiaro Avrete sicuramente notato che vostro
di accentuata “dipendenza”.
e inequivocabile; i rimproveri non ser- figlio si comporta in modo sempre più
vono, quindi, piuttosto che «Sei catti- diversificato nei confronti delle persone
vo!», meglio dire «Ti prego, smettila, che non conosce (le guarda con sospet-
ESPLORAZIONE E SICUREZZA mi fai male», oppure «Non mi piace!». to, può anche spaventarsi e piange-
Le nuove capacità di movimento sono re) e degli ambienti nuovi (ha bisogno
accompagnate dal maggiore interesse LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE di tempo per studiare l’ambiente e sen-
verso il mondo esterno, da cui è incurio- In questa fase il bambino in gene- tirsi a suo agio). Questi comportamen-
sito e affascinato. Si lancia con corag- re capisce il senso delle parole più usa- ti sono tipici e normali a questa età,
gio alla scoperta in modo autonomo ed te (anche il “no”), soprattutto quando poiché nasce nei bambini la cosiddetta
è capace di conquistare qualsiasi posto indicano oggetti o persone a lui familia- “ansia per l’estraneo e per la separazio-
a lui accessibile. La forte spinta all’e- ri. Comprende frasi semplici e può uti- ne”: possono esserci sentimenti con-
splorazione dell’ambiente è però bilan- lizzare le prime paroline e la gestua- trastanti tra la voglia di allontanarsi e
ciata dalla necessità di sentirsi sicuro e lità per comunicare i propri desideri scoprire da solo e il bisogno di sicurez-
protetto, soprattutto grazie all’incorag- (ad esempio, indicando un oggetto per za e rifugio vicino al genitore. Per tale
giamento che riceve dall’adulto, il quale richiederlo, oppure per farlo vedere). ragione, separarsi da voi (quando arri-
rappresenta per il bambino la base sicu- Inoltre, riconosce bene gli oggetti che gli va la baby-sitter, all’addormentamen-
ra da cui partire per esplorare e verso la vengono dati più spesso e non li esplo- to…) può essere difficile. L’intensità dei
quale tornare in caso di bisogno o desi- ra più solo con la bocca, ma vuole sco- timori legati alla separazione e all’ab-
derio di condivisione e rassicurazione. prire come funzionano (secondo il prin- bandono dipende da tanti fattori che
Voi genitori, che nell’ultimo anno avete cipio di causa-effetto). Inizia a giocarci riguardano sia il bambino, con il suo
accolto il bambino nella vostra vita, ora e a usarli per imitazione, ovvero come temperamento e caratteristiche uniche,
scoprite che lui inizia a crearsi uno spa- vede fare agli altri (“legge” il librici- sia i genitori, con i loro stili di accudi-
zio proprio; la sfida sta nell’incoraggia- no, porta il telefono all’orecchio e “par- mento e le aspettative nei confronti dei
re queste nuove capacità occupandosi al la”…). In questo modo sperimenta col figli. Il picco di ansia verso l’estraneo e

26 UPPA magazine n. 100


CHE L’ESPLORAZIONE DEL MONDO ABBIA INIZIO

AUTONOMIA E PARTECIPAZIONE e divertirvi nel vederlo utilizzare gli


Adesso vostro figlio vuole cercare di oggetti nei modi più creativi.
fare le cose come le fanno i grandi, sco- Infine, ricercate le occasioni per farlo
prendo in modo sempre più autonomo. partecipare ad attività e conversazioni
Anche se le sue abilità sono in evoluzio- familiari, dandogli il tempo di esprime-
ne e la sua capacità di giudizio è limita- re i suoi desideri e poter fare delle scel-
ta, è essenziale lasciarlo tentare, crean- te, facendogli sentire che viene ascolta-
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la separazione avviene a circa 15 mesi, do le giuste condizioni di sicurezza. Se to, che capite ciò che prova e che per voi
che è quindi una fase di accentuata lo aiutassimo nella risoluzione di tut- è importante quello che fa. Certamen-
“dipendenza”. Sarà comunque una fase ti i compiti, lo priveremmo di ciò che è te, per poterlo fare occorre fidarsi del-
transitoria e può essere gestita con pic- fondamentale per il suo sviluppo cogni- le capacità del proprio bambino, sen-
cole strategie volte a rassicurare il bam- tivo e per la costruzione della fiducia in tire che è in grado di fare molto con le
bino e a dargli il giusto tempo per gesti- sé stesso e del senso di auto-efficacia. sue abilità, e bilanciare tutto ciò con
re queste emozioni. Ad esempio, si può Infatti, come affermava Emmi Pikler, la capacità di offrire supporto se non
far precedere le separazioni da attività un bambino che raggiunge qualcosa dovesse riuscirci o avesse bisogno di
sempre uguali in cui il bambino ha via attraverso esperimenti personali acqui- aiuto e consolazione. ■
via la possibilità di partecipare attiva- sta un sapere del tutto diverso da quello
mente. La routine lo aiuta molto a sen- di un bambino cui viene data una pron-
Illustrazione di Beatrice Alemagna, Buon viaggio,
tire di avere il controllo sulla situazione, ta risoluzione. piccolino!, N.E., Topipittori, 2018
poterla prevedere e sapere cosa aspet- Per favorire lo sviluppo dell’autono-
tarsi, a sentirsi compreso e aiutato nel- mia potreste proporre attività motorie
la difficoltà. Inoltre, può aiutarlo anche libere, rispettando i tempi e le iniziati- GHERARDO RAPISARDI ha diretto il reparto
di Pediatria e neonatologia dell’ospedale
avere un tempo “speciale” a sua dispo- ve del bambino, favorendo anche atti- S. M. Annunziata di Firenze. Esperto dello
sizione in un certo momento della gior- vità ludiche con oggetti che consento- sviluppo psicomotorio e del percorso nascita,
nata (al vostro rientro dal lavoro, prima no di esercitare le abilità quotidiane. è co-fondatore del Centro Brazelton di Firenze
e del Centro Touchpoints di Roma e formatore
della nanna…), in cui leggere insieme un Potrete osservare il vostro piccolo men- per il sostegno allo sviluppo del bambino
libricino, giocare, cantare, fare musica. tre gioca e sperimenta in tranquillità, e alla genitorialità.

27
LO SPAZIO DELLA MENTE

«A mamma e papà
puoi dire tutto»
Per un bambino può essere difficile confrontarsi con i giudizi dei genitori sulle
sue scelte o i suoi comportamenti: una relazione di fiducia con i figli si costruisce
ascoltando ed evitando di intervenire con troppe domande ed esortazioni, lasciando
spazio, soprattutto fino ai 5-6 anni, alla fantasia
DI SILVANA QUADRINO, PSICOLOGA E PSICOTERAPEUTA

T
utti i genitori desiderano avere collegarsi con la realtà delle cose e del-
un rapporto di fiducia stabile e le persone. «Guarda, papà, un cagno-
sereno con i propri bambini, ma lino!» è solo apparentemente una fra-
su cosa si basa un rapporto di fiducia? se di poco conto: contiene la capacità di
“Fiducia” è una parola impegnativa, osservare, di dare un nome alle cose, di
che si tira dietro altre parole altrettanto condividere con un adulto quell’espe-
impegnative: verità, bugie, segreti, col- rienza e le emozioni che suscita.
pa, vergogna, paura…
Quando i genitori dicono al loro bambi-
no «a mamma e papà puoi dire tutto»,
in genere sta succedendo qualcosa che
Entrare nel mondo fantastico
di un bambino con domande
ha a che fare con una di quelle parole:
di precisazione, con richieste
il sospetto di una bugia, il timore che il
di maggiori particolari,
bimbo nasconda qualcosa, o il desiderio può essere rischioso.
di proteggerlo da qualcosa che forse lo
preoccupa e di cui non ha il coraggio di
parlare. Non sempre però gli adulti tro-
vano i toni giusti per aiutare un bambi- Quando il bambino racconta a un adul-
no ad aprirsi. to un’esperienza che non ha condivi-
Quello che può rendere troppo diffici- so con lui – qualcosa che è successo a
le “dire tutto” è in primo luogo il tipo casa dei nonni, per strada con la tata –
di relazione che esiste fra adulto e bam- quello che racconta non ha nulla a che
bino: una relazione non paritaria, in cui fare con la verità come la può inten-
l’adulto ha il potere di giudicare, di rim- dere un adulto: fino ai 5-6 anni quel-
proverare, di punire… «Ma noi abbiamo lo che il bambino racconta è un insie-
sempre cercato di non avere una rela- me di ricordo e costruzione fantastica,
zione di questo tipo con il nostro bam- che non segue una sequenza temporale
bino», potrebbero obiettare molti geni- riconoscibile. Per intenderci: avete pre-
tori. Anche se è così, bisogna ricordare sente l’intercalare «e poi» caratteri-
che per il bambino il rapporto di fidu- stico dei racconti dei bambini? Quel «e da un cartone animato. Ma a volte il sor-
cia nei confronti dei “grandi” è in fase poi» non significa «dopo»; significa riso può trasformarsi in preoccupazione.
di costruzione e in alcuni casi può non «è successo anche questo, e anche que- Alessia, 5 anni, al momento della fiaba
essere ancora sufficientemente solido sto e anche questo»: «prima e poi», della buonanotte dice alla mamma che
da permettergli di correre il rischio di «ieri, oggi, domani» non fanno anco- stavolta vuole raccontare lei una fiaba.
essere rimproverato, punito, o di perde- ra parte del quadro di riferimento di un Ecco la fiaba di Alessia: «C’erano una
re l’amore di mamma e papà. bambino piccolo. volta tanti bambini bravi e tante mae-
stre brave. Qualcuna però non era tanto
COSA RACCONTANO I BAMBINI? UN ASCOLTO ATTIVO brava, e qualche volta era cattiva. Allora
Spontaneamente, i bambini racconta- I racconti dei bambini fanno sorridere i bambini più grandi decisero che dove-
no. Fin da molto piccoli. Descrivere il gli adulti: sono fantasiosi, pieni di per- vano punire quella più cattiva e tagliar-
mondo permette al bambino piccolo di sonaggi inventati, presi da una fiaba, o le la testa. Ma le bambine dicevano che

28 UPPA magazine n. 100


«A MAMMA E PAPÀ PUOI DIRE TUTTO»

è importante ricordarlo, ha un estremo


bisogno di compiacere gli adulti, e que-
sto significa che:
• Cercherà di rispondere a qualsia-
si domanda gli venga fatta: la capacità
di rispondere «non so» compare abba-
stanza tardi, all’incirca nell’età del-
la scuola, ma è comunque un’opzione
“difficile”.
• Il bambino cercherà di dare rispo-
ste che possano “piacere” ai grandi, e
le adatterà man mano che gli verranno
fatte altre domande, per compiacerli il
più possibile.
• Il contenuto delle domande si confon-
derà facilmente con il ricordo dei fatti
accaduti. Una domanda come: «Anche
nella tua scuola c’è una maestra catti-
va?» potrebbe trasformarsi nell’ele-
mento di un racconto successivo: «Sic-
come nella mia scuola c’è una maestra
cattiva…».
Inoltre le domande segnalano un’at-
tenzione inabituale per ciò che il bam-
bino ha raccontato, e possono crea-
re preoccupazione, o il timore di aver
detto qualcosa che era meglio non dire:
insomma, l’opposto di quel clima sere-
no e accogliente che vorremmo ottenere.
così si sarebbe sporcata tutta la scuo- la mamma si chiede: «Ci sarà qualcosa
la con il sangue. Allora i bambini gran- che Alessia non ci racconta? Cosa avrà TRA FANTASIA E REALTÀ
di decisero che la testa gliela avrebbe- voluto dire parlando di maestre catti- Ma non basta ricordare al bimbo che
ro tagliata nei lavandini dove ci laviamo ve? Avrei dovuto chiederle di più, dirle può fidarsi, che può confidarsi con
le mani, così il sangue finiva tutto lì e che può parlarmi di qualsiasi cosa sen- mamma e papà? Ricordate il classico
non si sporcava niente. Finita», conclu- za paura?». paradosso «sii spontaneo»? Anche l’e-
de Alessia con un bel sorriso. La mam- sortazione a non avere timore di aprirsi
ma di Alessia è molto brava a non fare DOMANDE, INDAGINI, ESORTAZIONI con mamma e papà è in qualche modo
domande inquisitorie e a commentare Entrare nel mondo fantastico di un paradossale: se il bambino appare reti-
soltanto con «Uh, che fiaba sanguino- bambino con domande di precisazio- cente nel raccontare qualcosa, signifi-
lenta!», provocando l’ilarità di Alessia ne, con richieste di maggiori partico- ca che in quel momento per lui è anco-
per quella parola nuova e lunga. Eppure lari, può essere rischioso. Un bambino, ra troppo difficile parlarne. Invitarlo a

29
LO SPAZIO DELLA MENTE

confidarsi senza timore equivale a chie- altri, i genitori in particolare, potrebbe- vorrebbero: vessazioni da parte dei
dergli di non avere quella difficoltà, o di ro pensare se sapessero che… Se sapes- compagni, insuccessi nelle attività
fare come se non l’avesse. sero che cosa? sportive o artistiche in cui fino a quel
Nel caso di Alessia, se la mamma aves- momento eccelleva. Nuove amicizie.
se fatto domande su ciò che le accade Se si chiede: «Cosa succederebbe
nella scuola “reale”, avrebbe rischia- secondo te se papà e mamma lo sapes-
to di sconcertare la bambina: introdur- Per un bambino è molto sero?», le risposte sono talvolta impro-
re bruscamente, in quella che per Ales-
difficile confrontarsi babili – «Mi ammazzano!»; «Mi chiu-
con quello che sembra già
sia doveva essere una fiaba, il mondo dono in casa per sempre!» –, talvolta
in partenza un giudizio
reale, in cui si parla della sua vera scuo- molto indicative: «Non si fiderebbe-
negativo rispetto alle sue scelte
la e non di quella del “c’era una volta”, o ai suoi comportamenti. ro più di me»; «Penserebbero che non
può essere preoccupante e incompren- sono come loro credono»; «Mi vergo-
sibile. Se si vuole mantenere un appi- gnerei troppo».
glio e permettere alla bimba di aggiun- Come è possibile? Cosa può aver dato
gere qualcos’altro, è meglio restare nel Chi lavora con i bambini e i ragazzi nei a un bambino la convinzione che i suoi
mondo della fiaba con domande nar- punti di ascolto delle scuole – luoghi genitori non sono in grado di accettare le
rative come: «Se tu fossi stata una di che garantiscono al ragazzo la riserva- sue manchevolezze, i suoi errori, la sua
quelle bambine, cosa avresti detto ai tezza, previo consenso dei genitori – difficoltà a essere come loro vogliono?
bambini grandi?»; «Come ti piacereb- riferisce che alla frase «guai se mam-
be che andasse a finire questa storia?». ma o papà sapessero che…» non segue RACCONTARE O CONFESSARE?
Sono domande che permettono al bam- quasi mai la rivelazione di un segre- Cosa accade quando un bambino o un
bino di proiettarsi nella storia senza to tremendo e inconfessabile. Spesso si ragazzo racconta a mamma o papà
esporsi troppo. Se la bambina stava cer- tratta di scelte e desideri che secondo il qualcosa che gli è successo, che ha fat-
cando di dire qualcosa attraverso il suo ragazzo mamma e papà non condivide- to, che desidera ma non osa chiedere?
racconto, questa modalità le segnalerà rebbero: guai se sapessero che non sono Giulia, aspirante calciatrice, immagina
che lo spazio è aperto, che potrà con- più sicuro di continuare il liceo classico; così la reazione di mamma e papà: «Ma
tinuare a raccontare con i suoi modi e che invece di andare all’allenamento di perché proprio il calcio? Non c’è qual-
i suoi tempi. La qualità della relazio- calcio studio chitarra con gli amici; o, al che altro sport che ti potrebbe piace-
ne, il senso di sicurezza che mamma e contrario, guai se sapessero che mi sono re? Il pattinaggio, per esempio, secondo
papà consolideranno giorno per giorno iscritta alla squadra di calcio della scuo- me è più femminile. Guarda che il cal-
aiuteranno Alessia a dire se qualcosa la la (questa è Giulia, ragazzina tredicenne cio femminile non è un bell’ambiente.
preoccupa, e a rassicurare i genitori in dall’aria fragile e angelica che, in cam- Ho letto che… Ti verranno i polpacci da
caso di preoccupazioni non motivate. po, si trasforma in una piccola tigre). maschio. Aspetta fino alla fine dell’anno
scolastico, se è davvero una passione ci
SOSPETTI… … E SEGRETI pensiamo dopo le superiori».
La difficoltà che un bambino o un Altre volte sono piccoli peccati di cui Thomas Gordon, autore di Genitori effi-
ragazzo può incontrare nel “dire tut- il ragazzo si vergogna: «Ho rubato al caci, parla in questi casi di “modali-
to” ai genitori è spesso legata alle emo- supermercato… ho fumato una siga- tà barriera”, modi di intervenire che
zioni di cui abbiamo parlato all’inizio: retta… ho falsificato la firma di papà tutti utilizziamo ma che funzionano
colpa, vergogna e il cosiddetto “timo- sul diario». O situazioni che il ragaz- poco e male: giudizi negativi implici-
re sociale”, cioè il timore di ciò che gli zo teme di non affrontare come i suoi ti, consigli e considerazioni unilaterali,

30 UPPA magazine n. 100


stacca
questa
pagina,
potrebbe
esserti
utile!
COME POSIZIONARE IL BEBÈ DALLA NASCITA FINO AI 3 MESI DI VITA
VARIARE LA POSIZIONE DELLA TESTA PREVIENE LA FORMAZIONE
DI ASIMMETRIE CRANICHE E POSTURALI E FAVORISCE
UNO SVILUPPO ARMONICO
Il bambino appena nato ha scarse capacità di cambiare la posizione della testa e del corpo, ed è normale che mantenga
il capo ruotato di lato, specialmente nel primo mese di vita. Tuttavia, poiché le ossa del cranio sono ancora mobili,
la posizione prevalente da un lato può creare asimmetrie nella conformazione della testa e nella postura.

DURANTE IL SONNO, SOLTANTO A PANCIA IN SU


• Per la prevenzione della SIDS (la “morte in culla”) è importante, nei primi mesi di vita,
non posizionare il bambino sui fianchi o a pancia in giù mentre dorme.
• Osserva che alterni la posizione del capo quando riposa.
• Cambia periodicamente l’orientamento del bambino nella culla o nel lettino.
In questo modo sarà facilitato a ruotare il capo sia verso destra sia verso sinistra
per orientarsi in direzione degli stimoli ambientali più significativi: i genitori, le luci, i rumori.
DURANTE QUANDO cambi QUANDO
L’ALLATTAMENTO il pannolino È IN BRACCIO
• L’alternanza della rotazione • Proponigli di guardarti: Per favorire l’alternanza
del capo è naturale durante è un’ottima occasione di rotazione del capo, tienilo
l’allattamento. per farlo. in braccio su entrambi i lati
• Se alimenti il tuo bambino • Giocando e chiacchierando e ricorda di farlo anche
con il biberon, varia la sua con lui, invitalo alle quando lo porti nella fascia
posizione in braccio, in rotazioni del capo per o nel marsupio.
modo da favorire il diverso seguire il tuo volto che
orientamento del capo si sposta.
(come quando il bambino
si nutre al seno).

NELLA SDRAIETTA E NEL SEGGIOLINO DELL’AUTO


• Proponi al bambino la postura semiseduta, per brevi periodi, solo da sveglio.
• Fai in modo che il tuo bambino sia ben allineato e contenuto; puoi aiutarlo con dei rullini
fatti con asciugamani arrotolati, posti ai lati del tronco e del bacino.
• Il capo deve essere appoggiato ma libero di muoversi.
• Controlla che il capo vari la posizione verso destra e verso sinistra.

A PANCIA IN GIÙ SOLO DA SVEGLIO


! Promuovi fin dalle prime settimane di vita l’abitudine a stare per qualche
momento della giornata in posizione prona, “a pancia in giù”.
COME POSIZIONARE IL BEBÈ
DALLA NASCITA FINO AI 3 mesi
DI VITA: come VARIARE
LA POSIZIONE DELLA TESTA
e FAVORIrE UNO SVILUPPO
ARMONICO

Alla nascita, le ossa del cranio sono molto malleabili, per cui
se vengono sottoposte a pressioni ripetute e costanti possono
deformarsi, determinando la cosiddetta plagiocefalia.
Da quando la letteratura scientifica ha dimostrato con certezza che
uno dei fattori protettivi nei confronti della SIDS (la “morte in culla”)
è la posizione a pancia in su durante il sonno, sono aumentate molto
le asimmetrie craniche, soprattutto quelle che riguardano la parte
posteriore della testa (la zona occipitale).
Ci sono molti modi per contribuire a uno sviluppo armonico delle
ossa del cranio: in questa pagina abbiamo raccolto una serie di
raccomandazioni che possono rivelarsi utili come prevenzione della
plagiocefalia. Nelle prime settimane di vita i bambini trascorrono tante
ore del giorno e della notte stesi a dormire: in questi casi è importante
ruotare la testa, cercando di farla appoggiare in punti sempre diversi;
ma ci sono altri accorgimenti da mettere in pratica quando il bambino
è sveglio, viene tenuto in braccio o trasportato a piedi o in macchina.
Per tutti questi motivi la pagina utile può rappresentare un valido
strumento da tenere sott’occhio e da appendere dove si desidera.

a cura del gruppo di interesse specialistico (gis) “fisioterapia pediatrica” /


associazione italiana fisioterapisti (aifi)
«A MAMMA E PAPÀ PUOI DIRE TUTTO»

svalutazione degli obiettivi o delle capa- segreto, con una serie di conseguen- il discorso “quando ne avrai voglia
cità del ragazzo. Nelle frasi (ipoteti- ze relazionali, prima fra tutte il timo- tu”. La fretta è nemica della fiducia. È
che ma realistiche) dei genitori di Giu- re che alle reazioni per ciò che è stato importante segnalare al bambino che
lia è facile intuire lo scarso entusiasmo nascosto si aggiungano le reazioni per confidarsi con mamma e papà non è
e la scarsa condivisione rispetto alla non averne parlato. Dire tutto a mamma un obbligo, che anche “non dire” è un
decisione della figlia. Per un bambino è e papà, insomma, non è affatto facile diritto, che lo scambio di confidenze,
molto difficile confrontarsi con quello come sembra. Per aiutare i loro figli ad preoccupazioni, segreti con i genitori
che sembra già in partenza un giudizio aprirsi e a parlare di ciò che li preoccu- deve nascere da un genuino bisogno di
negativo rispetto alle sue scelte o ai suoi pa, i genitori possono attenersi ad alcu- confronto e di conforto. ■
comportamenti. Anche solo immaginare ne regole che stanno alla base di tutte le
di doverlo fare, di dover trovare risposte relazioni di fiducia:
convincenti a domande come «ma per- • Evitare di dar vita a uno scambio basa-
ché…?», «ma non potresti invece…?», to sulle domande: le domande crea-
o ad argomentazioni sagge e sensa- no un clima di indagine, di inquisizio-
te come «abbiamo letto che…», «per il ne, che preoccupa i bambini più piccoli
tuo bene è sicuramente meglio…», può e rischia di portarli a “inventare” delle
portare il bambino a lasciar perdere, a risposte pur di non dire «non so»; per i Uno spazio tutto per sé
non dire, o peggio a rimandare pensan- più grandi, le domande dirette, anche se Nel suo percorso di crescita, il
do: «Prima o poi lo dico, devo solo tro- accompagnate dall’esortazione a fidarsi bambino deve sperimentare che
vare il momento giusto». di mamma e papà, possono avere l’ef- esiste uno spazio di pensieri,
fantasie, rielaborazione di esperienze,
fetto opposto e aumentare difficoltà
progetti più o meno realistici che
e reticenza.
appartiene solo a lui. In quello spazio
• Evitare di chiedere «perché»: in si svilupperà la sua consapevolezza di
Le domande creano un clima di moltissimi casi rispondere a que- sé: sentirsi obbligati a esporlo sempre
indagine, di inquisizione, che sta domanda è realmente impossibile, e comunque, pena il rimprovero o
preoccupa i bambini più piccoli dal momento che il bambino dovreb- l’accusa («non ci vuoi bene, non ti
e rischia di portarli a “inventare” be saper spiegare in modo ragionevole e fidi di noi»), lo priva di un terreno
delle risposte pur di non dire di sperimentazione da cui nascerà
accettabile perché ha fatto una cosa che
«non so». il pensiero etico, la capacità di
non andava bene, di cui si vergogna o
distinguere le fantasie dai progetti,
che sa che i genitori disapprovano; tut-
la coscienza sociale. È questo che
te cose che presumibilmente non sono
renderà inutile dire «a mamma e papà
PERCHÉ NON CE LO HAI DETTO? scaturite da un ragionamento ma da un puoi dire tutto»: perché il bambino
Non essere riusciti a confidarsi subito impulso o da una situazione contingen- lo avrà imparato dall’esperienza
può aumentare le difficoltà. Per i bam- te, e che quindi non sono spiegabili. quotidiana di relazione con i suoi
bini più piccoli non aver detto qualcosa, • Creare una situazione di dialogo e di genitori, e «puoi dire tutto» non avrà
non importa se per dimenticanza o per ascolto, in cui ciò che il ragazzo rie- acquistato il significato preoccupante
timore delle conseguenze, è “bugia”, e sce a dire viene accolto e valorizzato, del «devi dire tutto».
quindi qualcosa di brutto, esattamen- in cui gli adulti evitano di dare giudizi
te come dire volutamente una cosa non o fare prediche, in cui la reticenza viene
Illustrazione di Eline Van Lindenhuizen, tratta
vera. Per i più grandi, una cosa non detta accettata e rispettata. dal libro Al mio papà piace la tua mamma, di Ilona
finisce per entrare nella dimensione del • Mantenere la possibilità di riprendere Lammertink, Clavis, 2016

35
VIAGGIO NEL CERVELLO

Quando il disturbo
è psicosomatico
Numerose malattie psicosomatiche dipendono dal fatto che il nostro organismo
non è suddiviso in compartimenti stagni; al contrario, i diversi sistemi che lo compongono
interagiscono e comunicano tra loro: un disturbo della psiche può così manifestarsi
con un sintomo del corpo
DI ALBERTO OLIVERIO, NEUROBIOLOGO

O
gni volta che i suoi genitori nei suoi dettagli: l’organismo, però, è
bisticciano in sua presenza, un tutto unico e i diversi sistemi fun-
Marco, un bambino di 7 anni, zionano – o dovrebbero funzionare –
percepisce uno strano formicolio alla in sincronia, in modo da produrre un
pelle: dopo qualche ora compare una risultato significativo e utile per l’eco-
vera e propria reazione allergica carat- nomia del nostro corpo, sia pure attra-
terizzata da macchie rossastre e gonfie verso strategie diverse. Nello studiare
che danno prurito. Il pediatra, dopo aver le funzioni dei diversi sistemi ci si può
ascoltato i genitori e il bambino, ritiene quindi porre una domanda di tipo evo-
che questa reazione, accompagnata da luzionistico: a che cosa servono in ter-
un forte stato ansioso, possa avere una mini di sopravvivenza dell’organismo e
causa psicosomatica: al di fuori dei bi- della specie? Quali sono ad esempio le
sticci dei genitori, infatti, Marco non funzioni del sistema nervoso, di quello
presenta i sintomi descritti. È possibile, immunitario o di quello endocrino?
verrebbe da chiedersi, che la mente (o
se preferite il cervello) abbia una tale AGGRESSORI INTERNI ED ESTERNI
influenza sul corpo? Proviamo a dare Se ci poniamo queste domande, se cioè
una risposta a questa domanda. ragioniamo in termini di adattamen-
to degli organismi all’ambiente, sco-
SISTEMI COMPLESSI priamo numerose convergenze, tra
Spesso, per semplificare le cose, consi- cui quelle tra sistema nervoso, siste-
deriamo separatamente i diversi ambi- ma immunitario e sistema endocrino: i
ti della fisiologia umana, in particola- primi due sistemi sono stati addirittura
re i diversi “sistemi” che controllano le accorpati sotto un’unica denominazio-
funzioni del nostro organismo. Il siste- ne, quella di “sistemi di segnalazione”.
ma circolatorio provvede a irrorare
col sangue – e quindi a ossigenare – i
diversi organi; quello nervoso controlla i origine evolutiva del sistema nervoso
I due sistemi, quello nervoso
nostri rapporti con l’ambiente al fine di è legata alla sua capacità di segnalare
e quello immunitario, entrambi
sottrarci ai pericoli e ricercare situazio- dei pericoli all’organismo e organizzare
provvisti di una loro forma di
ni utili e positive per il nostro benesse- memoria, servono a tutelare delle risposte appropriate, come la fuga
re; quello immunitario reagisce ad altri l’organismo e a consentirgli di da un predatore oppure l’attacco. Un
tipi di minacce, a tutto ciò che “inva- organizzare le sue difese. meccanismo simile caratterizza il siste-
de” il nostro corpo, come una scheggia, ma immunitario: mentre quello ner-
un batterio, un virus, una trasfusione voso è nato per coordinare le risposte
di sangue da parte di un soggetto mol- dell’organismo nei confronti di aggres-
to diverso da noi. Ogni sistema, ovvia- Generalmente noi pensiamo al siste- sori “esterni”, quello immunitario si è
mente, ha una sua funzione che è sta- ma nervoso in termini di intelligen- evoluto per identificare ciò che è diver-
ta identificata, studiata e caratterizzata za, memoria, coscienza, ma la lontana so dall’organismo e che, penetrando al

36 UPPA magazine n. 100


QUANDO IL DISTURBO È PSICOSOMATICO

loro forma di memoria, servono quin- (depressione, ansia, ecc.), ma anche di


di a tutelare l’organismo e a consen- possibile “immunodepressione” (mag-
tirgli di organizzare le sue difese: a ciò gior facilità a sviluppare delle malattie
contribuisce anche il sistema endocri- infettive o scarsa capacità di distrug-
no (deputato alla produzione di ormo- gere le cellule tumorali in fase inizia-
ni), com’è evidente nelle situazioni di le), o di turbe del sistema endocrino, ad
stress. Quando infatti il sistema ner- esempio alterazioni del ciclo mestruale,
voso viene sollecitato da una situazio- della fertilità, della libido. La PNEI è una
ne stressante, esso tenta di farvi fronte disciplina a metà strada tra la biologia e
mobilitando le energie dell’organismo, la psicologia: oggi sappiamo che nume-
da un lato attraverso reazioni di tipo rose malattie psicosomatiche, dalla co-
nervoso, dall’altro attraverso risposte di lite a disfunzioni cardiache, da alcune
tipo ormonale. Il primo tipo di reazio- malattie della pelle all’ipertensione, di-
ni è legato alla produzione di un eccesso pendono dal fatto che il nostro cor-
di mediatori nervosi (sostanze che con- po non è suddiviso in compartimen-
sentono la trasmissione degli impulsi ti stagni, al contrario, i diversi sistemi
nervosi nel corpo), come la noradrena- comunicano tra loro. Questa concezio-
lina o la dopamina, che attivano il cer- ne non vuole certamente aprire la stra-
vello rendendolo più vigile e pronto a da a forme di terapia bizzarre o pri-
rispondere. Il secondo tipo di reazioni, ve di fondamenti scientifici, ma mira
di tipo neuro-ormonale, passa attra- a dare la giusta considerazione al fat-
verso l’ipotalamo, una parte del cervel- to che spesso i traumi psichici, gli
lo che regola diverse attività del nostro stress di lunga durata o i conflitti irri-
organismo tramite la stimolazione di solti inviano dei segnali attraverso il
una ghiandola situata alla base del cer- corpo. Il pediatra, perciò, non si limi-
vello (l’ipofisi) che, a sua volta, stimo- ta a curare un sintomo o un distur-
la altre ghiandole (i surreni) a produrre bo “locale”, ma sa guardare al piccolo
suo interno, ne minaccia la sopravvi- una notevole quantità di cortisolo, utile paziente nella sua totalità: è ciò che è
venza. Ad esempio, un batterio o un per fronteggiare le situazioni di emer- accaduto, appunto, nel caso di Marco. ■
virus, con le loro caratteristiche geneti- genza o bloccare batteri.
Illustrazione tratta da 79 baci + 1,
che, vengono riconosciuti dalla memo-
di Maria José de Telleria, Kite Edizioni, 2017
ria immunitaria e combattuti attraverso TRA BIOLOGIA E PSICOLOGIA
la produzione di sostanze, gli anticor- La psico-neuro-endocrino-immunolo-
pi, che tendono a respingere un attac- gia, un nome abbreviato in PNEI, è una ALBERTO OLIVERIO è professore emerito
di Psicobiologia presso l’Università Sapienza
co infettivo. disciplina che rivaluta una concezio- di Roma. Ha lavorato come neuroscienziato
ne olistica (cioè complessiva) dell’or- in numerosi istituti di ricerca internazionali
COME REAGISCE IL CORPO? ganismo: così, un trauma psichico non ed è autore di oltre 400 pubblicazioni.
Nel 2017 ha ricevuto il premio Antonio Feltrinelli
I due sistemi, quello nervoso e quello viene considerato soltanto in termi- dell’Accademia Nazionale dei Lincei
immunitario, entrambi provvisti di una ni di alterazioni del comportamento per la Letteratura e Scienze.

37
SPECIALE
FAMIGLIE DI OGGI
GENERAZIONI
A CONFRONTO,
TRA IERI, OGGI
E DOMANI
È vero che non ci sono più le famiglie
di una volta? E quali sono i modelli
“giusti” a cui fare riferimento?
Bisogna tenere presente che
il ruolo fondamentale della famiglia è
quello di coltivare e accrescere
nei suoi membri la naturale capacità
di adattarsi ai cambiamenti: si cresce

«L
a famiglia è la cosa più im-
solo attraverso prove, errori e nuovi
portante»; «Bisogna con-
tentativi, accogliendo anche servare i valori della fami-
le emozioni e le esperienze difficili glia»; «I momenti importanti si pas-
sano in famiglia»: frasi del parlare
quotidiano, che diciamo e ascoltiamo
senza riflettere troppo sul fatto che
DI SILVANA QUADRINO, PSICOLOGA E PSICOTERAPEUTA
“famiglia” significa cose diverse, “è”
cose diverse.
ILLUSTRAZIONI DI MAR FERRERO, È sufficiente pensare a ciò che osservia-
TRATTE DA L’ABBICCÌ DELLA FAMIGLIA, DI FELICITY BROOKS, mo frequentando le case degli amici, dei
PUBBLICATE CON IL PERMESSO DELLA USBORNE PUBLISHING LTD.
compagni di scuola dei nostri figli, e che
COPYRIGHT © 2018, USBORNE PUBLISHING LTD.
a volte ci fa scuotere la testa. Osservia-
mo regole diverse, modalità diverse di
educare i bambini, di scambiarsi richie-
ste, di dividersi i compiti. Non è neces-
sario che si tratti di famiglie “diverse”:
famiglie straniere, famiglie “mosaico”,
famiglie con due mamme o due papà. La
caratteristica di ogni famiglia, infatti, è
di essere diversa da tutte le altre.
La comparsa di “nuove” famiglie ha

38 UPPA magazine n. 100


fatto nascere interrogativi che, in real- adattarsi all’ambiente familiare e socia- compagna nelle vite di mamma e papà,
tà, di nuovo non hanno nulla: quali le. È questa capacità che garantisce l’e- la condivisione degli spazi di vita con
caratteristiche deve avere una famiglia quilibrio, la qualità della vita e del- altri bambini che non sono i fratelli.
per garantire ai figli serenità ed equili- le relazioni, la competenza sociale per Non è sempre facile essere figli di una
brio? Qual è il modello “giusto”? integrarsi nel mondo. coppia omosessuale; essere figli di stra-
La cosa preoccupante è che si sono fat- La realtà in cui i bambini di oggi crescono nieri, di immigrati, di famiglie con un
te strada certezze che di solido hanno cambia con velocità vertiginosa, propone credo diverso. Cercare ad ogni costo di
ben poco: per l’equilibrio dei bambini è modelli di vita e di comportamento che risparmiare ai propri figli esperien-
indispensabile che mamma e papà stia- possono rendere incomprensibile per i ze difficili non solo non è possibile, non
no insieme. I figli dei genitori separa- genitori il mondo di un ragazzino o di un è neppure la scelta educativa miglio-
ti soffrono. I figli delle famiglie ricosti- adolescente. Richiede ai giovani di saper re. Nella palestra della vita la scel-
tuite soffrono. I figli di famiglie mono- vivere, studiare, lavorare in paesi diversi, ta migliore non è l’evitamento, ma il
genitoriali soffrono. Soffrono, e diven- di entrare in contatto con culture diverse. sostegno, la comprensione delle diffi-
tano insicuri e confusi, i bambini che Ciò che una famiglia può e deve fare, coltà, l’accoglienza delle emozioni, sof-
crescono in famiglie con differen- per dare ai propri figli le maggiori pos- ferenza compresa.
ze di lingua, religione, valori. Cosa c’è sibilità di un futuro sereno, è coltivare La ricetta per una “buona” famiglia non
di vero? e accrescere la loro naturale capacità di esiste, come non esistono esperienze che
I sociologi definiscono la famiglia «un adattamento, il che significa non negare sicuramente avranno effetti catastro-
sistema vivente, che muta e si adatta i cambiamenti, quando si presentano, e fici, o prodigiosi. Le “buone” famiglie
all’ambiente». non negare che fronteggiarli può esse- sono famiglie in cui si impara ad attra-
Anche le persone che compongono una re difficile: la separazione dei genito- versare i cambiamenti, con prove, erro-
famiglia hanno la capacità di mutare e ri, la comparsa di un nuovo compagno o ri, nuovi tentativi. Si chiama crescita. ■

39
SPECIALE FAMIGLIE DI OGGI

Alla ricerca della famiglia


perfetta?
In una realtà sempre più complessa e diversificata, la famiglia ha il compito di sostenere i
bambini nello sviluppo di una capacità indispensabile: quella di far fronte ai cambiamenti,
cercando nuovi equilibri in cui sviluppare la propria individualità e la propria autonomia
DI SILVANA QUADRINO, PSICOLOGA E PSICOTERAPEUTA

N
el mio lavoro ho incontrato
due tipi di coppie di genitori:
quelle che dicono con sicurez-
za «Saremo degli ottimi genitori, sare-
mo una famiglia felice!» e quelle che si
chiedono smarrite: «Saremo capaci di
essere una buona famiglia per i nostri
figli?».
Negli ultimi anni le situazioni del se-
condo tipo sembrano in aumento. La
cosa non è negativa: un po’ di sana pre-
occupazione mantiene vigile l’attenzio-
ne su ciò che accade nello sviluppo della
vita familiare. Perché è ciò che succe-
de, momento dopo momento, a deter-
minare il modellarsi di ogni famiglia,
la costruzione di un modo di vivere e
affrontare i cambiamenti che sarà unico
e irripetibile, e insegnerà ai figli a muo-
versi nella complessità del mondo. maggiore possibilità, e anche necessità, domande c’è quasi sempre la convin-
di spostamenti e trasferimenti; maggio- zione che cose simili non debbano suc-
DI QUALE FAMIGLIA PARLIAMO? re instabilità e mobilità lavorativa; mag- cedere, che non siano giuste, che non
Non si può parlare di famiglia in astrat- giore possibilità di incontro fra cultu- siano normali: bisogna riuscire a evi-
to: la famiglia è una struttura sociale re diverse; maggiore parità tra i generi. tarle, e ciò basterà a garantire serenità
collocata in una realtà sociale. Entram- Questo cambia qualcosa nel modo di ed equilibrio ai figli. Sappiamo che non
be hanno una caratteristica inelimina- essere famiglia, di essere genitori? è così. Ma allora, cosa può garantire ai
bile: si modificano. bambini una crescita sana ed equilibrata
CRESCERE IN UNA REALTÀ in una realtà che muta profondamente?
CHE CAMBIA
La famiglia ha una funzione Le differenze tra le famiglie “di una vol- A COSA SERVE LA FAMIGLIA
essenziale nel processo ta” e le famiglie di oggi preoccupano chi La famiglia ha una funzione essen-
di crescita: permette lo sviluppo vede nelle strutture familiari tradizio- ziale nel processo di crescita: per-
del senso di appartenenza, nali l’unica garanzia di serenità e svi- mette lo sviluppo del senso di appar-
elemento centrale nella luppo equilibrato per i bambini. Spes- tenenza, elemento centrale nella
costruzione dell’identità. so sono i nonni a rivolgermi domande costruzione dell’identità. Essere indi-
di questo tipo: «Come cresceranno i viduato come “il figlio di”, “il nipo-
nostri nipoti con due genitori sepa- tino di” costituisce per ogni bambino
Le strutture familiari si sono diversifi- rati che vivono in due città diverse?»; la prima esperienza di identità basa-
cate più negli ultimi cinquant’anni che «Come reagiranno alla nuova relazione ta sull’appartenenza. Le feste, i riti,
in tutti i secoli precedenti. Ma anche della mamma o del papà, alla presenza la condivisione delle storie di fami-
la realtà sociale è cambiata profon- di un’altra persona in casa… alla convi- glia sono tutti elementi fondamenta-
damente, e le due cose sono collegate: venza con i suoi figli?». Dietro queste li per consolidare il senso di “essere

40 UPPA magazine n. 100


ALLA RICERCA DELLA FAMIGLIA PERFETTA?

parte” di qualcosa in cui riconoscersi. così, andrà sicuramente bene per i vo- Stabilità familiare: la famiglia esi-
Ma in famiglia si apprende anche la dif- stri figli». ste anche quando i genitori non stan-
ferenziazione: un’appartenenza troppo Roberto, 35 anni, racconta in un incon- no più insieme. È una raccomandazio-
stretta e vincolante limiterebbe la spinta tro di gruppo fra genitori la sua espe- ne che faccio spesso ai nonni, perché
all’espansione, allo sviluppo della pro- rienza di figlio: «Una cosa non riesco a non si lascino trascinare nel conflit-
pria individualità e specificità. La diffe- perdonare ai miei: di non essersi sepa- to della coppia schierandosi con il pro-
renziazione ha a che fare con la capaci- rati. Di aver preteso che io e mia sorel- prio figlio o figlia; nelle fasi più diffi-
tà di ricercare la propria autonomia e la la credessimo all’esistenza di una cop- cili di una separazione i nonni possono
propria identità, senza dover rinuncia- pia che non c’era, che facessimo finta di diventare un riferimento fondamentale
re alla sicurezza emotiva garantita dal non vedere e di non sentire. Non farei per i nipoti, e permettere loro di sentir-
senso di appartenenza. mai una cosa del genere ai miei figli». si parte delle due famiglie senza essere
Il prevalere del bisogno di appartenenza Annalisa, 27 anni, racconta in psico- costretti a loro volta a schierarsi.
corrisponde al bisogno di invariabilità, terapia: «La cosa più brutta della mia Stabilità morale: nel mondo di oggi
al desiderio che niente cambi. Nei bam- vita è stata la separazione dei miei; significa saper accogliere le diversità,
bini piccoli questa esigenza di stabilità/ sono passati anni, ma soffro ancora, evitare i giudizi assoluti, non temere ciò
invariabilità è fortissima: tutti i genito- non credo che la supererò mai. Sono che è nuovo.
ri conoscono il bisogno di rituali, di for- stati egoisti, avrebbero dovuto pensare Il mondo in cui i bambini di oggi cre-
mule verbali ripetitive; anche cambia- a me, evitare di farmi stare così male». sceranno continuerà a cambiare; il
re una parola nel raccontare una fiaba Se usassimo la storia di Roberto come meglio che i genitori possono fare è
suscita a volte reazioni indignate: «Non esempio, dovremmo dire: se non si vuo- allenarli ad attraversare i cambiamen-
dice così!». le far soffrire i figli, meglio separarsi. Se ti, cominciando a farlo insieme a loro,
La realtà però cambia; la famiglia cam- usassimo quella di Annalisa, dovrem- quando i cambiamenti si presentano.
bia. I cicli della vita mettono i bambini mo dire: per il bene dei figli è meglio Senza paura. ■
di fronte a regole e richieste che mutano non separarsi mai, a nessun costo.
con la crescita, a eventi come le malat- Sono due esempi per arrivare a una
tie e la morte. Le storie personali dei conclusione: non c’è nulla, nessun
genitori producono cambiamenti nel- avvenimento, nessun comportamen-
la struttura familiare: nelle condizioni to, nessuna caratteristica dei genitori o
economiche, nella situazione abitativa, della famiglia che produca con sicurez-
allontanamenti, separazioni. È compito za benessere o sofferenza, felicità o
della famiglia affiancare i bambini nel- infelicità nei figli. La grande sfida che
lo sviluppo di una capacità che sarà indi- i genitori, e i genitori di oggi in par-
spensabile nella loro vita futura: quella ticolare, devono affrontare è quella di
di far fronte ai cambiamenti, di cercare offrire ai figli stabilità negli inevitabili
nuovi equilibri in cui sviluppare la pro- cambiamenti che la vita comporta.
pria individualità e la propria autonomia.
QUALE STABILITÀ?
PREVEDERE IL FUTURO Stabilità affettiva: i bambini non do-
«Facciamo bene o facciamo male a…?». vrebbero mai dubitare dell’amo-
Di fronte a possibili cambiamenti, i ge- re di mamma e papà, qualunque cosa
nitori pongono questa domanda, nella stia avvenendo nella coppia o nella
speranza che qualcuno dica loro: «Fate vita familiare.

41
SPECIALE FAMIGLIE DI OGGI

Vivere in una famiglia


interculturale
Imparare a stare “sotto lo stesso tetto”, pur essendo diversi, vuol dire riconoscere,
accettare e apprezzare le particolarità e i retroterra culturali di ognuno,
per costruire insieme un ambiente più ricco e stimolante
DI ANA CRISTINA VARGAS, ANTROPOLOGA

O
ggi, in Italia, più di un bambino apprezzare una tavola in cui si avvicen- desideri personali ed esigenze delle
su cinque cresce in una “fami- dano le lasagne, il cous-cous, i platani famiglie allargate.
glia interculturale”. Si tratta (le banane verdi, tipiche dei paesi tro- Xiuying, in attesa del primo figlio, rac-
di famiglie molto eterogenee: alcune picali) e il sarmale (gli involtini di verza, conta che in Cina scegliere un nome è
sono formate da migranti che hanno carne e riso della tradizione rumena). una questione molto seria: i nomi sono
deciso di lasciare i paesi di origine per A partire dai 6 mesi di età, con i dovu- la combinazione di due ideogrammi che
cercare un futuro migliore; altre sono ti accorgimenti nella preparazione del- non solo devono essere belli, ma han-
composte da profughi costretti ad ab- le pietanze – e tenendo anche conto no anche il compito di trasmettere un
bandonare la propria terra e a cercare dell’apporto nutrizionale –, è possibi- significato profondo, che segna il desti-
accoglienza altrove; poi ci sono fami- le proporre ai bambini gli stessi cibi che no della persona. Inoltre, si ritiene di
glie sempre in viaggio nel mondo glo- consumano i genitori, permettendo loro cattivo auspicio dare al figlio il nome di
balizzato per lavoro o affari e, ancora, di sperimentare odori, sapori e gusti. battesimo di un parente, come spesso
famiglie transnazionali, che preservano L’autosvezzamento rappresenta un’ec- si fa in Italia. Che fare, allora, per non
legami e affetti nonostante la scontentare nessuno? La solu-
distanza geografica. zione, nel suo caso, è stata di
Infine, un caso particolare è dare due nomi: uno italiano
quello delle “famiglie miste”, scelto dal papà e uno cinese,
in cui ciascuno dei partner ha scelto dalla mamma, che evo-
una provenienza differen- ca l’innalzarsi verso le stelle.
te ed è portatore di un diver-
so bagaglio culturale. Queste APPROCCI
famiglie hanno il compito di AL CREDO RELIGIOSO
trasmettere ai figli il valore – La flessibilità e la creatività,
e il piacere – della diversità e ingredienti importanti nella
affrontano la stimolante sfida vita di tutte le famiglie, sono
di creare dei “ponti” fra pun- essenziali quando si tratta di
ti di vista che possono appa- affrontare l’interculturalità.
rire anche molto distanti fra Non tutti gli ambiti, tutta-
loro, riconoscendo, nel con- via, sono altrettanto sem-
tempo, l’unicità di ciascuno. plici da gestire. La religione,
per esempio, è un tema par-
LA MEDIAZIONE QUOTIDIANA cellente risorsa, perché rispetta i tem- ticolarmente delicato, poiché mobili-
Educare i bambini in una famiglia mista pi e la capacità di autoregolazione del ta convinzioni profonde e spesso molto
vuol dire confrontarsi quotidianamen- bambino e permette l’introduzione gra- radicate. Alcune coppie scelgono di tra-
te con un delicato lavoro di mediazio- duale di alimenti che appartengono alle smettere ai bambini il credo del part-
ne, necessario per mantenere un buon diverse tradizioni culinarie dei genito- ner più praticante, mentre altre optano
equilibrio fra i due membri della coppia ri (a tal proposito, UPPA edizioni ha da per un approccio più laico, in cui cia-
di genitori. poco pubblicato il libro Io mi svezzo da scuno preserva le proprie convinzio-
Il cibo è un buon esempio di come mon- solo!, di Lucio Piermarini). ni, in attesa che, a tempo debito, siano
di diversi possano incontrarsi e arric- Anche la scelta dei nomi dei figli è un i figli a decidere. In tutti i casi, la con-
chirsi reciprocamente: per i bambini buon esempio di come si gioca la me- vivenza fra persone che professano fedi
è perfettamente possibile imparare ad diazione fra tradizioni culturali diverse, diverse richiede una notevole apertura

42 UPPA magazine n. 100


VIVERE IN UNA FAMIGLIA INTERCULTURALE

mentale. È importante che ci sia un aiutino a imparare in modo piacevole.


dialogo onesto fra i genitori, che ren- Nonostante il valore del bilinguismo,
da possibile condividere anche i dubbi e nella pratica possono esserci degli
le incertezze. ostacoli da superare. Può capitare che
parenti o amici si preoccupino per pre-
sunti ritardi nel parlare, oppure che,
sentendo delle frasi “mescolate”, si
chiedano se il bambino non si stia con-
Gli esperti sono oggi concordi
fondendo. A questo proposito è bene
nel ritenere che crescere
fugare un equivoco comune: i bambini
in un ambiente bilingue
o plurilingue sia per i bambini sono in grado di gestire ambienti pluri-
un vero e proprio patrimonio linguistici senza confusione. I “mesco-
cognitivo e culturale. lamenti”, spesso molto divertenti, sono
del tutto normali e transitori: l’abilità
di distinguere fra le varie lingue si svi-
lupperà gradualmente. Può anche suc-
Occorre anche un pizzico di pazien- cedere, soprattutto nell’età scolare, che
za e una buona dose di diplomazia per eventuali difficoltà nella lettura e scrit-
governare eventuali pressioni delle tura siano erroneamente attribuite al
famiglie allargate. Il rispetto reciproco è bilinguismo. Si tratta, anche in questo
la parola d’ordine, ma anche la condivi- caso, di un timore infondato: un’educa-
sione è essenziale: un partner non cri- zione bilingue non penalizza i bambini,
stiano può benissimo apprezzare molti al contrario, migliora le loro competen-
aspetti delle celebrazioni natalizie, così ze e prepara il terreno per l’acquisizione
come un cattolico, pur non condividen- successiva di altre lingue.
Il pluralismo:
do i contenuti religiosi, può partecipare
alla convivialità e alla gioia della festa
una risorsa per tutti
della fine del Ramadan. Gli esempi che abbiamo citato finora mostrano
alcune delle strategie che le famiglie miste
possono usare per costruire territori comuni in
BILINGUISMO E PLURILINGUISMO
cui, pur rispettando le differenze di ciascuno,
Uno dei nodi più importanti per le sia possibile condividere sogni, valori, affetti
famiglie miste riguarda la lingua. Gli e pensieri. Queste famiglie, che incarnano
esperti sono oggi concordi nel ritene- il pluralismo del mondo contemporaneo,
re che crescere in un ambiente bilingue dimostrano che usanze, lingue, religioni,
o plurilingue sia per i bambini un vero tradizioni e visioni del mondo differenti non
sono un ostacolo per una convivenza serena.
e proprio patrimonio cognitivo e cultu-
Imparare a stare “sotto lo stesso tetto”,
rale che avrà ripercussioni positive nel-
pur essendo diversi, vuol dire riconoscere,
la sua vita futura. È quindi importan- accettare e apprezzare le particolarità
te che ciascuno dei genitori si rivolga della storia di ognuno dei membri del
al figlio usando la propria madrelin- gruppo familiare, per costruire insieme un
gua e favorisca l’ascolto di filastroc- ambiente più ricco e stimolante, che renda la
che, fiabe, canzoni e altri stimoli che quotidianità una straordinaria avventura.

43
SPECIALE FAMIGLIE DI OGGI

I bambini con genitori


omosessuali crescono
allo stesso modo degli altri
Con la nascita di un figlio, i genitori si trovano a dover riorganizzare i propri ritmi
quotidiani in funzione del bambino e delle proprie esigenze lavorative: come gestire
in modo efficace il tempo, tenendo conto dei bisogni di tutti?
DI COSTANTINO PANZA, PEDIATRA

C
osa significa, per un bambino, alle famiglie “tradizionali”. Inizialmen- NON CI SONO DIFFERENZE
vivere all’interno di una famiglia te questi studi sono stati condotti su Come vivono i bambini in queste fami-
“non tradizionale”, ad esem- famiglie con madri omosessuali e figli glie “non tradizionali”? Un dato che si
pio se i genitori sono omosessuali? E nati da un precedente matrimonio ete- ritrova con una certa costanza in que-
come vengono influenzati il suo be- rosessuale; poi, con il progredire del- sti studi è che i bambini si sviluppano
nessere e le sue scelte future dalla pre- le tecniche di riproduzione assistita, le con un buon adattamento, paragonabile
senza di un genitore omosessuale? Per ricerche hanno coinvolto anche le fami- a quello che avrebbero crescendo in una
rispondere a queste domande, è neces- glie con madri omosessuali e figli nati famiglia eterosessuale: nessun maggior
sario dare un’occhiata ai risultati delle da inseminazione artificiale e, succes- rischio di incorrere in problemi emoti-
ricerche scientifiche degli ultimi anni. sivamente, le famiglie con genitori vi, comportamentali o psicologici. Inol-
Sono infatti oltre cinquanta gli studi omosessuali e figli nati da gestazione tre, il rendimento scolastico di questi
scientifici che, dall’inizio degli anni ’80 di sostegno (detta anche surrogazione bambini è paragonabile a quello del-
del secolo scorso, hanno messo al cen- di maternità o, nel linguaggio comune, la popolazione scolastica generale. Tra
tro delle loro ricerche le capacità geni- “utero in affitto”), nella quale una don- i genitori, in questi casi, non è presen-
toriali e il benessere dei bambini all’in- na accetta di portare avanti una gravi- te una rigida divisione dei ruoli e quindi
terno di famiglie di questo tipo, rispetto danza per conto di altri. il coparenting (la co-genitorialità) viene
gestito senza stereotipi, condividendo il
lavoro domestico e le scelte educative in
egual misura.

NESSUNA CONFUSIONE
SULLA PROPRIA IDENTITÀ
Un altro aspetto ritenuto cruciale per
questi bambini è lo sviluppo di gene-
re, ossia il modo in cui il bambino inizia
a identificarsi come maschio o femmi-
na. Oltre alla costruzione della propria
identità, i ricercatori hanno valutato il
comportamento di genere – un bam-
bino che si comporta come un maschio
o una bambina come una femmina – e,
infine, l’orientamento sessuale, cioè la
preferenza per lo stesso sesso o il ses-
so opposto. Fino alla seconda metà del
Novecento si riteneva che avere geni-
tori eterosessuali ed essere educa-
ti da maschi o femmine permettesse ai
bambini di crescere come maschi e alle
bambine come femmine, ma gli studi
sulle famiglie con genitori omosessuali

44 UPPA magazine n. 100


I BAMBINI CON GENITORI OMOSESSUALI CRESCONO ALLO STESSO MODO DEGLI ALTRI

hanno superato tale visione: in queste è stata la prima (nel 2001) a adottare nel figlio: l’essere genitore o la volontà
famiglie, i bambini non vivono con con- una legge che istituisse il matrimonio di allevare un figlio sono legati, piutto-
fusione la loro identità e il loro com- tra persone dello stesso sesso, segui- sto, a un processo intimo, al desiderio e
portamento sessuale, e la maggior parte ta poi da altre nazioni europee, men- alla capacità di prendersi cura di un’altra
di loro, da grande, si dichiara etero- tre una sentenza del febbraio 2013 del- persona, e possono essere indipenden-
sessuale (anche se le ragazze cresciute la Corte europea dei diritti dell’uomo ti dai legami biologici, poiché riguar-
con madri omosessuali hanno più spes- ha equiparato le coppie omosessuali dano la sfera delle relazioni affettive.
so relazioni omosessuali, forse a cau- a quelle eterosessuali riguardo all’ado- La ricerca scientifica ha ancora molta
sa di una maggiore tolleranza e minore zione (in particolare, ha riconosciuto al strada da fare per comprendere come
disapprovazione da parte del genitore). partner il diritto di adottare i figli del misurare al meglio le competenze geni-
proprio compagno/a). toriali, e come sostenere nel modo mi-
RIFIUTO E ACCETTAZIONE SOCIALE gliore la crescita e il benessere del bam-
Negli Stati Uniti si stima che dall’1 al OMOSESSUALITÀ bino, ma oggi possiamo dire che l’o-
5% dei bambini viva in una famiglia con E COMPETENZE GENITORIALI rientamento sessuale di un genitore non
un genitore omosessuale: da 600.000 La scienza si è accorta poco più di influisce sullo sviluppo dei figli e non ne
a 4 milioni di bambini, un numero quarant’anni fa dei grossolani erro- condiziona né il benessere né una cre-
importante. In Italia la stima è di cir- ri teorici che imponevano l’etichetta di scita sana. ■
ca 100.000 genitori omosessuali, anche malattia all’omosessualità: le classi-
se la rilevazione di questi dati è ostaco- ficazioni internazionali hanno quindi
lata dalla presenza di pregiudizi socia- derubricato l’omosessualità dall’elen-
li verso l’omosessualità (o di veri e pro- co delle malattie (anche quelle menta-
pri atti di bullismo e omofobia), cosa li), considerandola come una normale
che può incidere negativamente sulla espressione del proprio orientamen-
libertà personale di dichiarare il proprio to sessuale. Oggi, la ricerca riconosce ai
orientamento sessuale. Resta il fat- genitori omosessuali una competenza Crescere in una famiglia
to che, nonostante un ambiente sociale nelle funzioni genitoriali uguale, se non non tradizionale:
ostile, ai bambini è comun- migliore, rispetto ai geni-
que garantito un buon tori “tradizionali”. 1 Un sano sviluppo dei figli non è
condizionato dall’orientamento sessuale
sistema di protezione Infine, la definizione
dei genitori
da parte dei genitori. di genitore non impli-
2 Le competenze nell’educazione
In Europa, la legisla- ca una misura della
dei figli sono identiche, nel caso dei genitori
zione nazionale rispet- mascolinità del padre
omosessuali, rispetto ai genitori “tradizionali”
to al riconoscimento o della femminili-
3 I bambini che crescono con genitori
dei diritti al matri- tà della madre,
omosessuali non hanno nessun maggior
monio omosessua- e nemmeno la rischio di incorrere in problemi emotivi,
le o all’adozione quantità di comportamentali o psicologici e hanno
da parte di genitori cromosomi un rendimento scolastico paragonabile a
dello stesso sesso o geni che quello degli altri bambini
è molto varia- sono stati 4 L’orientamento sessuale del genitore
bile. L’Olanda espressi non genera confusione nell’identità del figlio

45
SPECIALE FAMIGLIE DI OGGI

La famiglia nello studio


dello psicologo: come sta
cambiando la società?
Abbiamo intervistato lo psicologo e psicoterapeuta Massimo Giuliani sui cambiamenti
che, dal punto di vista della sua professione, hanno investito famiglie e società
negli ultimi anni
DI SILVANA QUADRINO E MASSIMO GIULIANI, PSICOLOGI E PSICOTERAPEUTI

era per niente facile: innanzitutto c’era Dunque, forse potrei dire che i genito-
Quali sono le principali richieste il padre che non poteva mai venire (sono ri di questi ultimi anni sono… cresciuti.
che arrivano al terapeuta cose da mamme, no? I padri lavorano!).
della famiglia? Oggi tutto questo è entrato un po’ di più
nella cultura delle persone. Le famiglie Che ruolo hanno le famiglie
A parte la terapia di coppia, che è sem- ci consultano più spesso formulando di origine, e i nonni in particolare,
nella vita delle famiglie attuali?
pre l’attività che occupa più spazio in una richiesta di aiuto dell’intero nucleo
agenda, spesso ci consultano genito- familiare, con le idee chiare sul fatto
ri sensibilizzati dalla scuola, che magari che, ad esempio, il problema di un figlio In generale direi che i nonni hanno un
ha colto un disagio relazionale dietro a può e deve essere affrontato insieme, se ruolo meno decisivo di prima: a volte
uno scarso profitto scolastico. Se si trat- non persino con un impegno prevalen- non sono nella stessa città, altre volte
ta di famiglie meno giovani, possono te dei genitori. nemmeno nello stesso paese! Certe vol-
consultarci per fatiche di emancipazio- te sono abbastanza giovani ed energici
ne dei figli: fatiche che possono mani- da supportare fattivamente la famiglia
festarsi in vari modi, in fallimenti negli Il modo di essere genitori si è e la cura dei nipoti; altre volte, proprio
studi e nel lavoro e in certi casi persino modificato in questi anni? perché abbastanza “gagliardi”, hanno
in escalation di violenza verso i genitori. E in che direzione? una vita ancora molto attiva fuori casa.
E poi ci sono tanti altri casi differen-
Mi ricollego a quello che dicevo poco ti. Mi vengono in mente alcune sto-
Le famiglie che incontri prima: credo innanzitutto che ci sia più rie in cui i nonni c’erano ed erano
nel tuo lavoro o nel privato sono spazio per le emozioni e la tenerez- presenti, ma attraverso la loro fun-
diverse da quelle di vent’anni fa? za. Mentre in molti parlano di un ruo- zione continuavano di fatto a eserci-
Cosa è cambiato? lo paterno che sfuma ed è sempre più tare una specie di egemonia sui pro-
“femminilizzato” (e lo dicono in termi- pri figli e anche sulla nuova coppia. Non
Osservo un cambiamento interessan- ni negativi, ovviamente), io osservo una
te nel mio lavoro, che secondo me indica maggiore disponibilità dei padri a farsi
nuovi “modi di sentire” delle famiglie. In carico di un ruolo affettivo. Ne hanno il
terapia della famiglia lavoriamo per aiu- desiderio, anche. Definirlo “femminile”
tare le persone nei loro problemi rela- o connotare questo cambiamento come
zionali, o in problemi apparentemen- una specie di abdicazione chiarisce
te individuali che però hanno una forte solo che ci sono dei pregiudizi, ma
matrice relazionale. Vent’anni fa o più non aiuta molto la comprensione.
era piuttosto frequente che una perso- Credo che cresca la consapevo-
na ci consultasse per un problema suo e lezza che i figli hanno bisogno
noi le dicessimo: «Bene, torni qui con la dei genitori. Vent’anni fa era meno
sua famiglia». O che dei genitori venis- facile di oggi che due genitori sepa-
sero da noi per un problema comporta- rati accettassero di andare
mentale e scolastico del bambino e noi insieme dal terapeuta della
dicessimo: «Venite tutti insieme». Poi famiglia per una difficoltà
si riusciva a vedere la famiglia, ma non dei bambini.

46 UPPA magazine n. 100


LA FAMIGLIA NELLO STUDIO DELLO PSICOLOGO: COME STA CAMBIANDO LA SOCIETÀ?

dimentichiamo che la generazione Poi fra le novità di questi anni c’è anche paziente omosessuale, era più facile che
che oggi ha trent’anni ha fatto più fa- la maggiore facilità degli spostamen- ci fosse implicitamente una richiesta di
tica della precedente a emanciparsi ti: spesso i figli grandi vivono lontano, e “cambiamento” da parte della famiglia
dai genitori. Sono quelli che qualcuno, anche i genitori separati vivono a gran- (diventare etero).
con una formula decisamente rozza de distanza gli uni dagli altri. Maga-
e con una lettura piuttosto distratta dei ri coppie che vivono all’estero e voglio-
fattori culturali e sociali, ha bollato no iniziare una terapia, o parlare di una
come “bamboccioni”. difficoltà dei figli, desiderano farlo nel- Sarà importante avere lo sguardo
la lingua madre. Stiamo lavorando mol- contemporaneamente sulla
to nella direzione delle terapie online. famiglia e sul contesto culturale:
per riconoscere quante e quali
Che impatto hanno i cambiamenti Se ne parla da un po’, ma il punto è che
difficoltà, facilmente attribuibili
sociali sugli equilibri familiari? questi nuovi approcci non nascono solo
alla coppia, sono invece difficoltà
dal fatto che oggi è possibile (perché ci
del contesto.
sono Internet e Skype), ma anche dal
Il grande argomento che emerge in fatto che è sempre più necessario!
terapia della famiglia da qualche anno
a questa parte è il lavoro. L’angoscia sul Via via ho incontrato persone omoses-
lavoro è trasversale: c’è l’impiegato o Hai esperienze con coppie suali che mi parlavano liberamente delle
l’operaio che vive l’insicurezza dell’im- di genitori dello stesso sesso? loro relazioni e dei loro desideri. E pen-
piego o le vessazioni di un ambien- so che in un tempo breve anche la nostra
te disumano, e c’è il manager che è prospettiva sulle famiglie omogenitoriali
costretto a fare il “tagliatore di teste” Personalmente non ho esperienze di- si allargherà: bisogna abituarsi a pensa-
e ne soffre, o che deve passare al lavo- rette. Credo che di pari passo con i re a queste “nuove” realtà non come una
ro più tempo di quanto desidererebbe. cambiamenti culturali, tan- categoria a parte (non più di quanto cia-
Spesso le coppie che si spaccano non te realtà si manifesteran- scuna storia che incontriamo è una sto-
possono separarsi perché sareb- no più liberamente anche ria “a parte”). Sarà importante piuttosto
be troppo costoso. Immaginiamo nei nostri studi. Ricordo avere lo sguardo contemporaneamen-
quanto possa essere difficile per dei ad esempio che all’ini- te sulla famiglia e sul contesto culturale:
figli orientarsi in una realtà in zio della carriera, se per riconoscere quante e quali difficoltà,
cui i genitori incontravo un facilmente attribuibili alla coppia, sono
non stanno invece difficoltà del contesto. ■
più insieme
ma alla sera
tornano
sotto lo
stesso
tetto.

47
CRESCERE INSIEME

Il potere del racconto

A
Ascoltare storie, soprattutto nche nell’epoca delle tecnologie sintonia con la propria sensibilità e
metafore, dalla viva voce digitali i bambini continuano ad con la voce di chi racconta, di collegar-
avere bisogno di ascoltare delle si con memorie ed esperienze presenti
di un adulto offre al bambino
storie dalla viva voce di un adulto, sia e passate.
un’esperienza unica esso un genitore, un nonno, un fratello Anche un buon film può fornire degli
per immergersi in un clima maggiore, l’insegnante o la tata. Il mo- stimoli importanti, ma nella lettu-
empatico, di complicità tivo è semplice: ascoltare una persona ra e nell’ascolto la mente deve, in più,
e di confronto, che lo farà “vera”, in carne e ossa, è un’esperienza costruirsi delle immagini dei personag-
sentire protetto e sicuro molto diversa dal vedere la stessa storia gi, dei paesaggi, delle situazioni: c’è un
raccontata su uno schermo; il clima che “lavoro” ulteriore, che stimola l’im-
e stimolerà la sua curiosità
si crea nel primo caso è molto più em- maginazione e favorisce la costruzio-
patico e gradevole. Il bambino apprezza ne di uno scenario interiore. Prendia-
il fatto che ci sia qualcuno desideroso di mo questa frase: «Man mano, la zucca
condividere il piacere di entrare in un in mezzo al campo si trasformò in una
mondo fantastico assieme a lui, e nel bellissima carrozza dorata e i topi in
rapporto con una persona reale potrà cocchieri e lacchè». Ogni bambino avrà
porre delle domande, esprimere dei una sua particolare esperienza di que-
pareri, ricevere delle risposte. Inoltre ci ste parole e rappresenterà a modo suo
sono le pause, i commenti, la rilettura la zucca, il campo, la carrozza, i topi che
di parole nuove, di passaggi significa- si trasformano.
tivi, il tono della voce di chi racconta o
legge, i paragoni con altre storie e con i QUESTIONE DI SGUARDI E DI GESTI
fatti del mondo reale, il ritmo non è im- Quando si parla o si ascolta, a circolare
posto dai tempi televisivi e non ci sono non sono soltanto le parole, ma anche
spot che interrompono la narrazione. gli sguardi e la mimica. Anche se il nar-
ratore è intento a leggere, ogni tanto
IL FILM INTERIORE solleva lo sguardo, si ferma, si guarda
Chi guarda un film segue una narrazio- intorno, lascia spazi all’ascoltatore per
ne messa in scena da qualcun altro. Le un intervento o una richiesta di chiari-
scelte sono state fatte dal regista, dallo mento, può tornare indietro e rileggere
sceneggiatore, dall’operatore e così via. una frase. E se gli ascoltatori sono due o
più, ognuno può intervenire e godere di
quel clima di intimità che si crea quan-
do si forma un gruppo di bambini impe-
Quando un adulto
gnati tutti nella stessa attività.
ANNA OLIVERIO FERRARIS
racconta o legge una storia,
PSICOLOGA E PSICOTERAPEUTA immediatamente si crea
SIAMO TUTTI COMPLICI
Ha ricoperto la cattedra di Psicologia
un’atmosfera di complicità.
Quando un adulto racconta o leg-
dello sviluppo all’Università Sapienza
di Roma dal 1980 al 2012. Già membro ge una storia, immediatamente si crea
della Consulta Qualità della Rai un’atmosfera di complicità. Il bambi-
e del Comitato Nazionale per la Bioetica,
Inquadrature, colori, dimensioni, suoni, no percepisce lo stare insieme, si sen-
per nove anni ha diretto la rivista
«Psicologia Contemporanea». È autrice movimenti, voci: tutto viene impres- te protetto e sicuro, c’è attesa, diverti-
di numerose pubblicazioni scientifiche, so sulla pellicola. Chi ascolta dalla viva mento, comunicazione, si crea un clima
testi scolastici, articoli e libri a carattere
voce, o legge da un libro, ha invece più vitale e di maggiore condivisione
scientifico-divulgativo e di narrativa.
l’opportunità di costruirsi il proprio rispetto a quello che troviamo davanti
film interiore, di produrre immagini in allo schermo. Il narratore può prestare

48 UPPA magazine n. 100


IL POTERE DEL RACCONTO

al testo emozioni, mistero, enfasi, iro- violenza sessuale (il letto della non- Ragione e sentimento
nia e può anche, entrando in sintonia na-lupo). Parlare di questo argomen-
Il pregio nel raccontare storie sta nel
con il suo ascoltatore, modificare alcu- to a bambini di 3-6 anni non è facile, fatto che, tramite esse, si possono inviare
ni passaggi, chiedendo ad esempio a lui si rischia di renderli diffidenti nei con- messaggi espliciti e impliciti, e raggiungere
come potrebbe andare a finire il rac- fronti di tutti gli adulti, ma allo stesso così sia l’intelligenza sia il cuore.
conto. Può anche inventare una storia tempo è importante metterli in guar- Alcuni messaggi parlano alla ragione,
ad hoc se si accorge che il suo piccolo dia dagli “uomini-lupo”. La favola ci altri ai sentimenti. Alcuni fanno appello
ascoltatore ha un problema da risolve- riesce trasportando l’ascoltatore in una alla consapevolezza, altri all’inconscio.
Ogni bambino recepirà in modo diverso
re, una paura da superare, una curiosi- dimensione fantastica, agganciata alla
le storie che gli vengono raccontate
tà oppure un passaggio esistenziale da realtà attraverso riferimenti puntua- e assorbirà ciò che gli serve in quel
affrontare. Il racconto può essere, allo- li e riconoscibili: le raccomandazio- determinato momento del suo sviluppo.
ra, educativo e terapeutico, rispondere ni della mamma, la bambina, il bosco,
cioè ai bisogni dello sviluppo e adattarsi la nonna con i denti aguzzi… Quan-
alle esigenze individuali. do si racconta questa favola, la mag-
gior parte dei bambini di età prescolare
RACCONTARE TRAMITE METAFORE comprende che dietro alla maschera del
Un elemento forte del racconto è sicu- lupo può nascondersi un essere umano
ramente la metafora, che esprime una e che è bene evitare di dare confidenza
realtà sotto l’apparenza immaginata di agli sconosciuti. Comprende anche che
un’altra. Prendiamo ad esempio Cap- bisogna prestare attenzione a ciò che di
puccetto rosso: a un primo livello rac- insolito possiamo notare nelle persone,
conta la storia di un lupo che fa del male come, in questo caso, il tono della voce
Illustrazione tratta da Castelli di libri,
ai bambini incauti, mentre, a un livel- della nonna, le orecchie pelose, la bocca di Alessandro Sanna,
lo successivo, più nascosto, allude a una da cui sporgono denti da lupo. ■ © Franco Cosimo Panini, 2014

49
QUANDO SARÒ PICCOLO

I rituali magici dei bambini

«S
Spesso i bambini ripetono upercalifragilistichespirali- due giri attorno all’albero, cammina-
in modo schematico azioni doso, anche se ti sembra che re in equilibrio calpestando solo le mat-
abbia un suono spaventoso, tonelle gialle e poi correre fino in cima
e parole senza un significato
se lo dici forte avrai un successo strepi- lungo la stradina in salita che costeg-
apparente. È importante toso, supercalifragilistichespiralidoso!» gia l’edificio della scuola. Ogni giorno
rispettare questo loro … per accedere al mondo dei bambini e lo stesso percorso, guai a interromper-
comportamento, strumento conoscerli da vicino bisogna intendersi lo! «Cosa fai lassù?», chiede il nonno.
fondamentale per “scoprire un po’ di magia. Lo sanno bene i creato- «Salgo sulla montagna e uccido il dra-
il mondo”, sentirsi capaci di ri dei cartoni animati o delle fiabe, che go», risponde con naturalezza Gabriele.
da sempre utilizzano personaggi magici • Matteo ha 5 anni ed è un appassiona-
controllare gli eventi
e situazioni fantastiche per rapire e ap- to di calcio. Al parco porta sempre un
e intervenire sulla realtà passionare la mente dei più piccoli. La pallone per giocare “ai gol” con gli altri
magia di cui parlo riguarda il cosiddetto bambini. Prima di tirare in porta sus-
“pensiero magico”, ovvero il modo in surra sempre una strana parola avvici-
cui il bambino pensa, vive, conosce, in- nando il pallone al viso, sembra quasi
terpreta e si relaziona con il mondo. che gli parli.
Conoscere questa modalità di pensie-
ro, presente soprattutto nei primi sette
anni di vita, può aiutare l’adulto a rela- Il rituale consente al bambino
zionarsi con il bambino. Infatti, saper di entrare in contatto in maniera
leggere i comportamenti infantili rico- profonda e creativa con le
noscendone il significato profondo e proprie risorse personali.
senza sminuirli (ad esempio pensando
che «sono cose da bambini») favorisce
una relazione educativa ricca e impron- I genitori di Gabriele e Matteo mi chie-
tata al rispetto reciproco. dono spiegazioni su quanto osservato:
niente di cui preoccuparsi, anzi, siamo
ESPRIMERE di fronte a un’espressione del “fun-
IL PROPRIO MONDO INTERIORE zionamento” del mondo interiore dei
Una delle manifestazioni del pensiero bambini. A questo proposito, è impor-
magico è il rituale, ovvero azioni e parole tante distinguere questi rituali magi-
che vengono ripetute schematicamen- ci da altri comportamenti ripetitivi che
te dal bambino in determinate circo- invece diventano invasivi, bloccano lo
stanze e senza un significato apparen- svolgimento delle attività quotidiane e
te, ad esempio spegnere e accendere gli condizionano ossessivamente il bambi-
interruttori prima di uscire di casa, non no, perché potrebbero essere segnali di
calpestare le righe, ripetere una certa un problema e necessitano di una con-
CHIARA BORGIA parola inventata, e così via. sulenza specialistica.
PEDAGOGISTA
Ecco due situazioni reali che mi hanno
Ha lavorato nei servizi educativi
scolastici per l’infanzia e attualmente
raccontato due coppie di genitori: PENSARE “MAGICAMENTE”
si occupa di consulenza pedagogica • Gabriele ha 3 anni e frequenta da poco In modo diverso, con i loro comporta-
familiare, adozione ed educazione la scuola dell’infanzia. L’ambientamen- menti sia Gabriele sia Matteo cerca-
all’esperienza della perdita.
Ama ascoltare i pensieri dei bambini,
to non è stato facile e ci sono anco- no di controllare la realtà e intervenire
il mare dello Stretto di Messina ra giorni in cui, nel momento in cui si su di essa. Nel farlo, pensano “in modo
e va matta per gli albi illustrati. separa dai genitori, piange molto. magico”, percepiscono cioè una rela-
Dal 2018 è vicedirettrice di UPPA.
Quando il nonno va a prenderlo all’u- zione tra fenomeni che in realtà non
scita, sa già che vedrà il nipotino fare esiste. Il gol di Matteo, ad esempio, non

50 UPPA magazine n. 100


I RITUALI MAGICI DEI BAMBINI

“domarla”. Quanto questa funzione sia


importante ce lo dimostra il fatto che
anche da adulti a volte continuiamo
a ricorrere a diversi riti per abbassa-
re il nostro livello di ansia rispetto a un
evento (ad esempio indossando sem-
pre la stessa maglietta per andare a fare
un esame) o per cercare di far accade-
re “magicamente” qualcosa che in real-
tà non dipende da noi (ne sanno qual-
cosa i tifosi di calcio!).

UNA MAGIA DA VIVERE INSIEME


«Bidibibodibibù, la ferita non brucia
più!», dice serio papà Guido, agitan-
do le dita sul ginocchio sbucciato della
piccola Sara, che ora sorride di nuovo,
si asciuga il naso con la manica e tor-
na a giocare.
Questi piccoli “riti di guarigione”, che
è causato dalla parola magica che lui Tornando a Gabriele, il piccolo si trova accompagnano la crescita con un sorri-
sussurra al pallone, ma il bambino ne in un momento delicato della sua cre- so, creano momenti privilegiati di comu-
è assolutamente convinto; il suo è un scita: sta affrontando il distacco dai nicazione tra genitori e figli. Gli adulti,
rituale propiziatorio: desidero che avven- genitori e la paura legata a nuove espe- infatti, possono utilizzare il linguaggio
ga una cosa e tramite la mia azione rienze; non si sente ancora “al sicuro” della magia per avvicinarsi emotiva-
magica provo a farla accadere. Questo nel nuovo ambiente. Il suo rituale all’u- mente ai bambini. Nel caso del ginocchio
avviene perché i bambini interpretano scita da scuola lo rassicura, gli trasmet- sbucciato di Sara, spiegare scientifica-
la realtà attraverso specifiche categorie te la possibilità di poter dominare la mente il processo di cicatrizzazione di
di pensiero: anche un pallone può “ani- realtà, lo fa sentire capace di controlla- una ferita non avrebbe risposto al biso-
marsi”; ogni cosa può succedere anche re gli eventi. gno della piccola, che chiedeva piutto-
in base a volontà sconosciute; lo spazio sto conforto e vicinanza emotiva. Ciò
e il tempo sono categorie molto fluide e SCOPRIRE IL MONDO non toglie che il papà, in un’altra occa-
poco vincolanti. Pensiamo per un attimo a quanto può sione, potrà invece utilizzare con la pic-
essere complesso il mondo per un bam- cola il pensiero “logico”, quando la
UNA DIFESA CONTRO LA PAURA bino: la realtà è sconosciuta, a vol- vedrà pronta e desiderosa di ottenere
Un’altra funzione molto importan- te paurosa, e le cose accadono spes- informazioni e conoscenze riguardo a
te del rituale magico è quella difensi- so a prescindere dalla propria volontà. un evento come quello appena accaduto.
va e rassicurante, fondamentale in età Quanto potere decisionale e di azio- Inventare e condividere con i bambini
evolutiva, specialmente per affron- ne hanno i bambini rispetto agli even- un rituale magico particolare, tra fin-
tare situazioni che provocano ango- ti? Durante l’infanzia, il pensiero zione e realtà, è un gioco da non perde-
scia o insicurezza. Il rituale può servi- magico è uno strumento interpretati- re, che può essere particolarmente uti-
re a controllare una paura, ad esempio: vo fondamentale per “scoprire il mon- le quando il piccolo deve affrontare un
«Prima di andare a dormire sistemo do”. In questa fase, il rituale consen- compito difficile e ha bisogno di ricono-
alcuni dei miei giocattoli uno accan- te al bambino di entrare in contatto in scere nel genitore un sostegno emotivo
to all’altro, a formare una linea per- maniera profonda e creativa con le pro- e motivazionale. ■
fetta, e non voglio che qualcuno li toc- prie risorse personali e gli dà la sen-
Illustrazione di Simona Mulazzani, tratta da
chi. Così il mostro non verrà stanotte». sazione di poter agire sulla realtà, di La mia magia, di Gaia Guasti, Camelozampa, 2018

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FACCIO IO!

Esercitarsi all’autonomia

L
Le uniche azioni da proibire a parola “autonomia” deriva dal rispondere delle loro scelte e delle loro
a un bambino sono quelle greco ed è composta da due par- azioni vivendo le conseguenze di ciò che
che possono arrecare ti: au tos, “egli stesso”, e nòmos, fanno. Naturalmente il genitore dovreb-
“legge”; insieme ad “autodisciplina” è be consentire al bambino di vivere un
un danno a lui stesso,
una delle parole fondamentali del me- livello di responsabilità consono alla sua
agli altri e all’ambiente, todo Montessori. Un bambino che ub- età e al suo grado di sviluppo: non pos-
ed è all’interno di questo bidisce alle regole che gli vengono date, sono essere affidate a un bambino delle
confine che il piccolo infatti, non risponde solo a un volere responsabilità “da adulto” che spettano
impara a regolare il proprio esterno in modo acritico, ma si sa adat- invece al genitore.
comportamento, e a tare agli altri perché è consapevole del
proprio volere e delle proprie inclina- CONSEGUENZE E RICATTI
diventare progressivamente
zioni, ed è esperto nell’autocontrollo. A volte succede che i genitori confonda-
sempre più autonomo Come si fa a educare in tale direzione? no le conseguenze con le punizioni: «Se
e responsabile Maria Montessori insegnava ai bambi- lanci il cibo non vai ai giardini»; «Se
ni l’attesa mettendo a loro disposizione lanci il cibo ti alzi da tavola». La pri-
un solo paio di forbici (non un paio per ma affermazione è un ricatto (il bam-
ciascun bambino), educava alla respon- bino non lancerà il cibo perché desidera
sabilità concedendo il materiale a un andare ai giardini); la seconda affer-
bambino che lo prendeva in carico, lo mazione si riferisce invece a una con-
usava e ne gestiva il riordino e la pulizia seguenza: «Se scegli di lanciare il cibo,
(nel lavoro di gruppo, invece, i bambi- scegli di non rispettare un’importante
ni gestiscono insieme anche la divisione regola del pasto è quindi ti dovrai allon-
della responsabilità). tanare dalla tavola».
Un bambino diventa responsabile con Naturalmente è una frase che risul-
gradualità, se abbiamo fiducia in lui e ta comprensibile solo a un bambino che
rispettiamo la sua intelligenza; occorre ha più di 30 mesi, difficilmente prima,
però stabilire con chiarezza cosa è “sì” quando il gesto di lanciare può essere
e cosa è “no”. inibito solo attraverso un gentile e fer-
mo «no».
REGOLE E RESPONSABILITÀ Vivere le conseguenze delle proprie
Cosa è lecito e cosa no? Su che basi si azioni – e non il ricatto e la punizio-
costruisce l’autodisciplina e, ancor pri- ne – permette al bambino di riflette-
ma, l’autonomia e la responsabilità? re sul proprio agire, ragionare sul com-
Maria Montessori lo dice in modo sem- portamento adottato e sulla scelta fatta.
plice e chiaro: vanno inibite tutte le L’impulsività lascia così gradualmente
azioni in grado di arrecare un danno al spazio alla riflessività e di conseguen-
ANNALISA PERINO
bambino stesso, agli altri e all’ambien- za alla competenza, all’autocontrollo e
PEDAGOGISTA MONTESSORIANA
te, e queste sono le sole regole entro cui alla disciplina.
Specializzata in gestione di servizi
educativi e formativi, è mamma, il bambino dovrebbe imparare a muo-
pedagogista, scrittrice, attrice versi. In questi confini saranno la sua DIVERSI LIVELLI
e blogger. Studiosa e divulgatrice
personalità, i suoi bisogni, i suoi gusti – DI AUTONOMIA E RESPONSABILITÀ
del pensiero di Maria Montessori,
viene ispirata quotidianamente e quindi le sue esperienze – a guidarlo. All’inizio della vita la responsabilità è in
dalle sue figlie. Lavora come formatrice L’ordine delle regole favorisce l’auto- mano al genitore, poi passa lentamente
e coordinatrice di progetti educativi
nomia e, di conseguenza, la responsa- e gradualmente nelle mani del bambino,
rivolti a famiglie e operatori sociali.
bilità. In latino questa parola, respònsus, a piccoli passi. Così, in una famiglia con
significa rispondere; i bambini possono più figli di età differente, si potranno

52 UPPA magazine n. 100


ESERCITARSI ALL'AUTONOMIA

avere regole differenti, livelli di auto- stabilito sia l’itinerario sia le buone pras- Un bambino può…
nomia e di responsabilità individua- si da mettere in pratica. Rita conosce tut-
 A 2 anni asciugare il pavimento
li a seconda delle competenze acquisite. ti i commercianti del quartiere e spesso fa se lo bagna
Facciamo degli esempi legati a situa- la strada insieme a Luca, un compagno di
 A 3 anni apparecchiare la tavola
zioni concrete del vivere quotidiano: classe che abita poco distante.
(le stoviglie sono già contate e in un
1. Paolo, 17 mesi, non può prendere la posto raggiungibile)
scatola delle perline e viene aiutato GESTIRE LA FRUSTRAZIONE
 A 4 anni riordinare nei cassetti le
nel riordino dei materiali da un adulto. Continuiamo con gli esempi. Il giove-
calze e le mutande di tutta la famiglia
Entra al nido accompagnato da un geni- dì è il giorno in cui i bambini portano
 A 5 anni ricordarsi gli appuntamenti
tore che lo assiste durante il cambio: a scuola un proprio libro per poterne
della settimana e organizzare le cose da
mamma gli slaccia la giacca, Paolo la prendere in prestito un altro da tenere a
prendere (per la piscina, la biblioteca,
sfila e la appende, entra in classe quan- casa per una settimana. Un bambino di l’attività fisica...)
do scarpe e giacca sono al loro posto. 4 anni può essere autonomo e respon-
2. Francesca, 5 anni, può lavorare con le sabile di un’attività di questo livello di L'adulto può…
perline da sola su un tavolo alto e ogni complessità; se un giovedì non doves-
 Costruire un ambiente facilitante:
volta che cade una perlina la raccoglie se ricordarsi, vivrà la conseguenza di promemoria, calendari, occasioni di
immediatamente. Un adulto, senza far- tale mancanza: non tornerà a casa con partecipazione alla vita familiare e di
si notare troppo, monitora la situazio- un nuovo libro. È una conseguenza tol- esercizio della manualità
ne. Al termine dell’attività, France- lerabile per un bambino di 4 anni, che  Aiutare il bambino a leggere il suo
sca riordina in autonomia. A scuola, un forse si arrabbierà e piangerà ma, ade- comportamento per comprenderlo
genitore l’accompagna fino al cancello; guatamente supportato, potrà gestire meglio, elaborando vissuti, successi
Francesca, da sola, si sveste, indossa il la frustrazione e farne tesoro. Il geni- e sbagli
grembiule ed entra in aula. tore potrà allora proporgli la realizza-  Essere un modello chiedendo scusa
3. Rita, 8 anni, può lavorare a terra con zione di un calendario o un promemo- quando sbaglia, riprovando se non
le perline anche in presenza di Pao- ria per potersi ricordare più facilmente riesce, e incoraggiando sé stesso
lo, facendo attenzione che il fratello dell’appuntamento. ■ a far meglio
non si avvicini al barattolo ed estraendo Illustrazione tratta da L’altro Paolo,
solo le perline che le servono e che può di Mandana Sadat, Orecchio Acerbo
gestire. Offre a Paolo un materia- Editore, 2006

le adatto alla sua età affinché


non sia tentato dal “materiale
proibito”. Al mattino esce di
casa e va a scuola a piedi,
conosce i pericoli della
strada: più volte è stata
accompagnata a piedi
e con i genitori ha

53
CHI BEN COMINCIA...

La scoperta dell’errore

G
Educare un bambino iovanni sta provando a scen- DAL CONCRETO ALL’ASTRATTO
significa anche lasciargli dere i gradini da solo, il geni- Quali sono i passaggi che permettono a
tore se ne accorge e col cuore un bambino di imparare a fare le cose?
il tempo di scoprire
in gola, facendo un balzo in avanti, si Il neurobiologo e autore di UPPA Alber-
che l’errore è fondamentale avvicina e gli dice: «Vuoi scendere? È to Oliverio scrive: «La struttura dei cir-
per imparare: pericoloso, ti ci porto io», quindi lo cuiti cerebrali dipende […] anche dalle
per raggiungere questo prende in braccio e lo porta al piano esperienze che facciamo a partire dalla
obiettivo è necessario inferiore. Poco dopo, Giovanni tenta di prima infanzia: una stimolazione accor-
mettere da parte la paura salire su un ostacolo che ha trovato lun- ta può indurre modifiche della funzio-
go il suo cammino, ma prontamente ne e della stessa struttura nervosa».
che si faccia male ed evitare
l’adulto lo prende per mano e allontana Quindi lasciar fare le cose aiuta lo svi-
di correggerlo ancor prima la difficoltà… e con essa la strada verso luppo delle capacità mentre impedire o
che si renda conto di ciò l’autonomia. Quando il bambino si av- anticipare lo preclude. Lo stesso autore
che sta facendo vicina alla scala, infatti, il compito del aggiunge: «È attraverso l’osservazione
genitore dovrebbe essere quello di aiu- e l’azione motoria che un bambino rea-
tarlo a scendere, facendogli vedere co- lizza una serie di apprendimenti concre-
me fare per non farsi male (e la stessa ti che, gradualmente, si trasformeranno
cosa vale in situazioni simili): si può in concetti astratti». Per scoprire, cono-
scendere da seduti o all’indietro, con il scere e imparare, un bambino ha biso-
genitore al proprio fianco che riveste il gno di toccare, di esplorare, di fare. E
ruolo di “adulto di sicurezza”. tutte queste attività passano necessaria-
mente attraverso il movimento, che sarà
AIUTAMI A FARE DA SOLO di volta in volta più sicuro se il bambino
«Un’azione pedagogica efficace sui avrà la possibilità di fare errori e impa-
teneri bambini deve essere quella di rare, scoprendo sé stesso e il mondo.
aiutarli ad avanzare sulle vie dell’in- Facciamo un altro esempio: Giovanni
dipendenza così intesa, che consiste prova a versarsi un bicchiere d’acqua,
nell’iniziare le prime forme di attività l’ha visto fare tantissime volte dai geni-
bastando a sé stessi, e a non pesare sugli tori e ora ci vuole provare. Per un adul-
altri per la propria incapacità», scrive to è semplice vedere l’epilogo di que-
Maria Montessori. «Aiutarli a impara- sta azione ed ecco che immediatamente
re a camminare senza aiuto, a correre, è pronto a correggerla, impedendo al
a saltare e a scendere le scale, a rialza- bambino di sperimentare da solo.
re oggetti caduti, a parlare per esprime-
re chiaramente i loro bisogni, a cercare SBAGLIARE E RITENTARE
con tentativi di giungere al soddisfaci- Innanzitutto il bimbo, che ancora non ha
ELENA RAVAZZOLO mento dei loro desideri, ecco l’educa- finito di compiere il suo tentativo, non
PEDAGOGISTA
zione dell’indipendenza». Il concetto di capisce dove stia il problema: le paro-
Svolge attività privata di consulenza
autonomia, così caro alla Montessori, è le che accompagnano la correzione non
pedagogica nell’ambito del sostegno
alla genitorialità e all’educazione esplicitato nell’espressione «Aiutami a servono a nulla perché il bambino non
allo studio di bambini e adolescenti, fare da solo», nella quale «Aiutami» ha completato la sua azione e non sa di
ed è membro del consiglio direttivo
non significa «Sostituisciti a me» ma, cosa si stia parlando. Inoltre, l’atteg-
nazionale dell’Associazione professioni
pedagogiche. Coordina progetti di piuttosto, «Ho bisogno di sapere che giamento dell’adulto (che nella maggior
educazione ambientale ed extrascolastica sei accanto a me, perché da solo non mi parte dei casi è di rimprovero) lo mette
e lavora come formatrice per genitori
posso educare; l’educazione è un dia- in condizione di pensare che ciò che sta-
nella provincia di Padova.
logo, ma aiutami a fare da solo, perché va facendo non vada rifatto né, soprat-
nessuno può apprendere al mio posto». tutto, ritentato. Quindi abbiamo tolto

54 UPPA magazine n. 100


LA SCOPERTA DELL’ERRORE

dalla mente del bambino uno stimolo


che avrebbe potuto essere importante. Se
questo agire educativo si ripete per ogni
cosa, il messaggio che arriva al bambino
è che è meglio non provare a fare nul-
la: ecco compromessa l’esplorazione del
mondo e di conseguenza l’autonomia.

COME INTERVENIRE
Mentre Giovanni tentava di versare
l’acqua, il genitore avrebbe dovuto avvi-
cinarsi e mostrargli l’azione dicendo:
«Prendi la bottiglia con due mani, alza-
la piano, avvicinala al bicchiere e prova
a versare. Guarda il bicchiere in modo da
alzare la bottiglia prima che sia pieno».
In questo modo avrebbe dato a Giovan-
ni la possibilità di fare da solo, sapen-
do di poter essere aiutato nel momento
del bisogno. Se Giovanni avesse versa-
to l’acqua sul tavolo, l'adulto avrebbe
potuto rendersi utile porgendogli una
spugnetta e facendogli asciugare il suo
piccolo errore, senza dare l’idea di un
guaio irrimediabile ma solo di una cosa
a cui stare più attenti la prossima volta.
La pedagogista montessoriana e autrice
di UPPA Annalisa Perino, nel suo libro
Qui abita un bambino, scrive: «Purtrop-
po i bambini a volte sbagliano modali-
tà, posto, momento, e quella che voleva
essere una buona azione si trasforma,
agli occhi dell’adulto, in un disastro».
Un adulto che sta educando dovreb-
be predisporsi a insegnare anche, e
soprattutto, a correggere gli eventuali
errori senza cadere nel vortice dei rim-
proveri che, a loro volta, innescano la
catena dell’irritabilità e di quello che IMPARARE DA SOLI Se invece il genitore aspettasse la fine
viene definito impropriamente capric- Proviamo a pensare a Giovanni all’i- dell’esercizio e suggerisse a Giovanni di
cio. In realtà il capriccio è un modo con nizio della scuola elementare, mentre controllare il risultato, Giovanni scopri-
cui il bambino comunica di non capire o svolge le sue prime addizioni. La mati- rebbe da solo il suo errore e lo corregge-
di non essere compreso. ta comincia a scrivere e il genitore si rebbe: il compito del genitore che educa
Se il genitore di Giovanni, invece di por- accorge, ancor prima che il numero sia è di esserci, mostrare le cose, far vedere
gere la spugna per asciugare l’acqua, si completato, che il risultato è sbaglia- come si fanno ed, eventualmente, come
fosse spazientito e avesse detto «ecco, hai to. La mano del genitore cancella con la si correggono. Nessuno nasce sapendo
combinato un disastro, ora devo pulire!», gomma il mezzo numero scritto, Gio- fare bene ogni cosa e solo consenten-
il bambino si sarebbe con ogni probabili- vanni alza la testa con un’espressione do al bambino di provare – e riprovare
tà messo a piangere, sarebbe stato deluso che dice: «Cos’ho fatto? Non ho ancora ancora una volta – vedremo i suoi occhi
e arrabbiato, invece di provare soddisfa- finito di scrivere, cosa cancelli?», e così soddisfatti di aver imparato da solo. ■
zione per aver fatto una cosa nuova e aver si innesca una catena di parole e gesti Illustrazione di
saputo apportare anche una correzione. che genera una spiacevole situazione. ©Beatrice Alemagna, hélium, Paris, 2013

55
FUORI DAL CORO

Neomamma e neonato:
insieme si impara
I
Quando nasce n passato, ogni donna prendeva chiunque dispensi consigli non richiesti
un bambino, la mamma confidenza con l’accudimento di un o critiche. Ogni opinione merita rispetto,
bebè sin da piccola, osservando e ma è importante non lasciarsi mettere in
vive un periodo
aiutando la propria mamma, che si oc- crisi dai giudizi altrui: quando si parla di
di formazione in cui tutto
cupava dei fratellini, oppure altre donne un bambino, infatti, non c’è nessuno più
è nuovo e da imparare. che facevano altrettanto con i propri esperto della sua mamma.
Per superare le difficoltà figli (ad esempio le zie con i cuginetti).
bisogna darsi tempo, Oggi, invece, la maggior parte dei neo- SE IL PARERE NON È RICHIESTO
entrare in sintonia genitori non ha modo di “fare pratica”, Tra le “fatiche” del post parto, molte
se non con il proprio bambino. Quello madri segnalano proprio il fatto di dover
col proprio piccolo
successivo alla nascita, dunque, è un fronteggiare pareri non richiesti e criti-
e ricevere supporto
periodo di formazione, in cui il piccolo che altrui. Anche le donne con un carat-
e comprensione prende confidenza con la sua nuova vita tere più determinato, che in altri perio-
dalle persone care fuori dal pancione e la mamma con le di della vita non si lascerebbero toccare
esigenze e i ritmi di un bimbo appena da eventuali giudizi, nei primi mesi suc-
nato. Sono settimane dense di emozio- cessivi alla nascita si scoprono partico-
ni: gioia, tenerezza, stupore, ma anche larmente vulnerabili. Ed è normale che
fatica e molti dubbi, oltre alla scoperta sia così, perché la fase post parto è un
di una responsabilità così grande che periodo di grande emotività e apertura,
può spaventare. in cui la donna diventa molto sensibi-
le agli input esterni. Questa condizione è
UN PERIODO DI “RODAGGIO” utile per entrare in sintonia con i segnali
Le domande dei primi tempi sono tan- del neonato, ma diventa un problema se
te… «Perché piange?»; «Avrà fame?»; chi circonda la madre si lascia sfuggire
«Avrò abbastanza latte?»; «Come mai commenti inopportuni, negativi o giu-
vuole stare sempre in braccio?»; «È dicanti. Una frase “sbagliata”, anche se
normale che si svegli spesso di notte?». pronunciata con leggerezza e con buo-
ne intenzioni, può ferire profondamente
una neomamma e indurla a dubitare di sé
stessa e delle proprie capacità nell’accu-
Quando si accudisce
dimento del piccolo. Quando ciò accade,
un neonato è assolutamente
è una “perdita” per tutti: per la mamma,
normale che si rimanga indietro
che si trova ad affrontare nuove inuti-
nelle faccende domestiche.
li preoccupazioni, e per chi l’ha criticata,
GIORGIA COZZA che ha perso un’occasione per render-
GIORNALISTA E SCRITTRICE si utile con parole gentili e incoraggianti.
È una giornalista specializzata Le risposte arriveranno, ma è fonda-
nel settore materno-infantile.
mentale darsi tempo. Tutto è più facile se GIUDIZI E PREGIUDIZI
È una mamma che ama leggere
i libri, ma anche scriverli, e ad oggi la mamma si mette in ascolto del bambi- Prevenire queste situazioni non è sempre
ha pubblicato più di trenta titoli. no e di sé stessa, se impara a fidarsi delle facile, soprattutto se le critiche arriva-
Tra i principali spiccano le fiabe
proprie sensazioni. Un neonato è impe- no da un parente stretto o da una perso-
per bambini e alcuni saggi
per neogenitori, che sono diventati gnativo, richiede cure e attenzioni gior- na molto vicina alla famiglia. Che fare in
un punto di riferimento per tante no e notte, ma la mamma impara… e questi casi? A volte è risolutivo parlare “a
famiglie, in Italia e all’estero.
velocemente! Ben presto diventa molto cuore aperto”, spiegando che si sta cer-
esperta, più di parenti, vicini di casa o di cando la propria strada e che il sostegno

56 UPPA magazine n. 100


NEOMAMMA E NEONATO: INSIEME SI IMPARA

e la fiducia delle persone care sarebbe- in base alla convinzione che tenere in manchi il tempo per la cura personale o
ro di grande aiuto. Se dopo questo pri- braccio un bambino voglia dire viziar- per preparare la cena. Accudire un bim-
mo tentativo l’atteggiamento di chi cri- lo, mentre oggi sappiamo benissimo che bo molto piccolo è un impegno a tem-
tica non cambia, non resta che limitare il contatto e la rassicurazione sono esi- po pieno, a cui ci si dedica giorno e not-
(laddove possibile) le occasioni di incon- genze fondamentali di ogni neonato. te. Ciononostante, spesso chi viene a far
tro e poi fare orecchie da mercante. La visita non manca di notare, in modo cri-
maggior parte delle critiche è basa- “MA COSA FAI TUTTO IL GIORNO?!” tico, i piatti sporchi nel lavello o i panni
ta su vecchi pregiudizi di cui la scien- Quando si accudisce un neonato è as- da piegare lasciati sul divano. Le mam-
za ha ormai dimostrato l’infondatez- solutamente normale che si rimanga me dovrebbero chiedere una mano a chi
za. Pensiamo, ad esempio, a chi giudica indietro nelle faccende domestiche, che rivolge osservazioni di questo genere,
perché è proprio di questo che si ha biso-
gno: di qualcuno che, nel vedere la casa
in disordine, sia d’aiuto per sistemare,
o che sia di supporto per le commissio-
ni fuori casa. Chi non si sente abbastan-
za in confidenza per dare una mano, non
dovrebbe sentirsi in confidenza neppure
per esprimere giudizi.

UN AIUTO È SEMPRE BEN ACCETTO


A volte sono proprio le neomamme a
sentirsi in imbarazzo a chiedere o accet-
tare l’aiuto degli altri. A tal proposi-
to, è utile ricordare che fino a qualche
decennio fa, nelle prime settimane dopo
il parto, la mamma si dedicava esclusi-
vamente al suo neonato e a recupera-
re le energie, mentre le altre donne della
famiglia si occupavano delle faccende di
casa e dei pasti.
Se non c’è proprio nessuno che può offri-
re un po’ di supporto pratico, non resta
che chiudere un occhio di fronte al disor-
dine. D’altronde, un pavimento sporco
può attendere, un neonato che ha biso-
gno della sua mamma no. Perché è a que-
sto che si dedica una mamma: far cre-
scere e far stare bene il suo bambino! ■

Illustrazione tratta da 100 massaggi e attività di


rilassamento con il mio bebè, di Gilles Diederichs
e Isabelle Gambet-Drago, Il Castello, 2012

57
LABORIOSA | MENTE

Con le tasche piene di sassi


D
Dal piccolo sasso irettamente dalle profondità del alcuni progetti; ben venga quindi ogni
che possiamo stringere nostro pianeta, un’opera d’arte occasione di stare all’aperto.
naturale che può stare nel pal- In questa attività di ricerca i bambini
nel palmo della mano
mo della mano: nella storia umana, da saranno naturalmente portati alla con-
all’immensamente grande sempre, le pietre hanno avuto un ruolo centrazione, scrutando e setacciando per
e lontano. I sassi hanno importante, sono state armi, utensili, poi raccogliere. La mano passa in rasse-
tante cose da raccontarci, ripari, costruzioni, strade… Ancora oggi, gna, soppesa, accoglie la forma, esami-
tra scienza, arte e storia in molti contesti, i sassi rappresentano na la superficie: liscia, ruvida, rugosa,
“casa”: l’Italia è ricca di antichi borghi levigata, porosa, vellutata. Toccare è un
DI TIZIANA CHERUBIN, modo fondamentale per conoscere, assie-
caratteristici costruiti con quel che il
GRAFICA E ATELIERISTA
territorio metteva a disposizione. Ma me allo sguardo che osserva: linee, co-
non solo. Risale a 73.000 anni fa il di- lori, contrasti, lucentezza, trasparenza.
segno astratto più antico, fatto di linee
ocra su una scaglia di pietra. L’uomo OSSERVARE E CATALOGARE
non ha mai smesso di utilizzare i sassi Cosa fare di questo bel bottino? Sem-
anche per la sua espressione artistica plicemente contemplarlo, oppure cre-
e spirituale: grotte dipinte, sculture, are delle composizioni sul posto, opere
monumenti megalitici e pietre sacre. estemporanee da lasciare lì, a incuriosi-
re chi arriverà dopo di noi. I giovani col-
ANDAR PER SASSI lezionisti potranno portare a casa i sassi
Prima cosa fondamentale: procurarsi i (sempre che ciò sia permesso nel luogo
sassi. Possono capitare per caso sotto i in cui ci troviamo) da catalogare: basta-
nostri occhi, ma sarà ancora più inte- no dei contenitori divisi in scomparti
ressante passeggiare con i bambini per (anche una semplice scatola di cartone a
un viottolo di campagna, sulla sponda cui aggiungere dei divisori andrà benis-
di un fiume, in riva al mare o al lago; simo) e biglietti su cui scrivere luogo e
tutti luoghi stimolanti per un’esperien- data della raccolta. A seconda dell’età,
za che coinvolge i sensi, favorisce la i bambini potranno raggruppare i sas-
raccolta di informazioni e l’osservazio- si per forma e colore o (per i più gran-
INGREDIENTI
ne, anche nei bambini più piccoli. di) dividerli per tipologia: rocce mag-
• Un luogo dove poter matiche, sedimentarie, metamorfiche.
raccogliere sassi in libertà La catalogazione è un’attività apparen-
temente banale ma coltiva molte com-
• Una scatola, carta e penna In questa attività di ricerca petenze e offre lo spunto per appro-
i bambini saranno naturalmente
fondire, mantenendo viva la curiosità,
• Immaginazione portati alla concentrazione,
l’interesse e la voglia di conoscere.
scrutando e setacciando
• Matita, pennarello a china per poi raccogliere.
DISEGNARE SUI SASSI
o acrilico o multisuperficie
Questa osservazione accurata ben si
ad acqua
accorda allo spirito creativo e gio-
Già da qualche anno la letteratu- coso dei bambini; basterà chiedere
• Carta da disegno,
matite varie e pastelli ra scientifica internazionale sottolinea loro «Cosa sembra?» e in quel sasso
l’urgenza di far ritrovare ai bambini un vedranno un personaggio o un’ambien-
• Cartoncino blu contatto diretto con la natura (per con- tazione, lasciandosi ispirare da forma,
trastare il cosiddetto “deficit di natu- linee e crepe, come suggerito da Bru-
• Bollini adesivi bianchi ra”, che può causare diversi disturbi no Munari, eclettico artista e designer.
psicofisici). Anche le istituzioni italia- L’idea che nasce può anche essere fis-
ne se ne stanno occupando attraverso sata disegnando sui sassi con pennarelli

58 UPPA magazine n. 100


CON LE TASCHE PIENE DI SASSI

ECCO COME
Ritrarre alcuni sassi
su carta da disegno

Ritagliare con cura

Comporre la
costellazione su
un cartoncino blu e
incollare gli “astri”

Collegare gli elementi


con un pastello bianco

Aggiungere i bollini
adesivi

Dare un nome alla


propria costellazione
a china o coprenti, acrilici o ad acqua, i bambini hanno l’esigenza di trovare
o anche con una semplice matita, senza connessioni tra sé e il mondo in cui vivo-
snaturarli con interventi troppo invasi- no, ed è per questo che intorno ai 6 anni
vi. Pochi tocchi trasformeranno un sas- iniziano a esplorare per conoscere, ri-
so in qualcos’altro, lasciando campo comporre, creare. I “silenziosi” sassi pos-
libero all’immaginazione. sono raccontare molto, e allo stesso tem-
La gran parte dei giocattoli che arriva- po accogliere desideri e domande, proprio
no fra le mani dei nostri bambini è ben come quando si osserva il cielo stellato.
rifinita in ogni dettaglio, e questo ruba Mostrate ai bambini una mappa con le
spazio alla loro capacità di immaginare. costellazioni e proponete loro di inven-
Giocare con cose semplici come i sassi tarne una nuova, con dei sassi disegna-
aiuta la formazione di un pensiero crea- ti al posto degli astri. Fate selezionare i
tivo e allena la capacità di trovare solu- sassi che preferiscono ritrarre: disegna-
zioni ed essere versatili, doti preziose re dal vero è un ottimo modo per osser-
BIBLIOGRAFIA
per gli adulti del futuro. vare nel dettaglio e conoscere le cose.
Ecco perché anche a pochi mesi di età Una volta ritagliati i disegni dei sassi, • Bruno Munari, Da lontano era un’isola,
è fondamentale che i bambini abbiano a i bambini comporranno la propria co- Corraini Edizioni
che fare con materiali naturali – poveri stellazione su un cartoncino blu: non • Leo Lionni, Sulla spiaggia ci sono molti
ma dal grande potenziale – che faccia- resta che incollare e collegare gli ele- sassi, Emme Edizioni
no vivere loro un’esperienza sensoriale menti con delle linee bianche, aggiun-
ricca e articolata. gere dei bollini adesivi come elemen- GLOSSARIO

ti astrali secondari e dare un nome alla Parole da scoprire e cercare insieme


SASSI COME STELLE propria costellazione. ai vostri bambini:
Allo stesso modo dei nostri antenati, Ecco l’opera: nel cielo stellato un pez- • contemplare
che guardavano le stelle interrogandosi, zetto della propria storia. ■ • estemporaneo

59
lo scaffale

L
a realtà raccontata con i fatti,
nessuna bugia, nessuna “bufala”,
né tantomeno notizie false,
fatte girare solo a beneficio di alcuni:
questo in sintesi il filo conduttore
degli speciali contenuti nell’ultimo
numero di UPPA magazine.
Informazioni scientifiche trasparenti
nell’ambito medico, senza conflitti 5+ 4+
di interesse, e, parallelamente,
comunicazione lineare e sincera in
famiglia, anche quando il quadro
degli affetti cambia o saltano i punti di TANTI INTRECCI, STESSO AMORE UOMINI CHE METTONO SU FAMIGLIA
riferimento abituali. Ecco una selezione Ogni famiglia è diversa dall’altra, non Fiammetta è una bambina “bullizza-
di libri e albi illustrati per bambini esiste un modello unico, riproducibile, ta”, si direbbe di questi tempi: viene
di questo tempo e alcuni spunti per con le stesse misure e numeri. Ci pos- presa in giro perché alle recite, fuori
i genitori che vogliono capire meglio sono essere sei nonni, due mamme, da scuola o alle feste di compleanno si
la scienza e la ricerca. presenta con due papà. Per lei è natu-
genitori affidatari o adottivi, fratelli e
A CURA DI ANNA RITA MARCHETTI, LIBRAIA fratellastri (chissà perché, nonostan- rale, è da sempre con loro e respin-
te il moltiplicarsi dei casi, si manten- ge con fermezza e decisione gli insul-
ga ancora nelle parole “sorellastra” ti. C’è persino chi dubita che sia una
e “fratellastro” il suffisso peggiora- vera femmina, visto che non ha una
tivo). Un albo tradotto dal tedesco, madre. A volte, però, Fiammetta crol-
premiato nel settore della letteratura la e chiede sostegno alla sua famiglia,
giovanile in Germania, il cui obiettivo che naturalmente la aiuta con affet-
è lanciare un messaggio semplice: le to e suggerisce dei piccoli accorgi-
eccezioni ormai confermano le rego- menti per evitare l’imbarazzo. Il libro
le. Le nuove realtà familiari costitui- è pubblicato in una nuova collana,
LA SCIENZA A PORTATA DI TUTTI scono un paesaggio del nostro mondo, “L’orango rosa”, che vuole affrontare
«Quattordici vaccini per i bambini a cui non ci si può sottrarre. i temi più attuali del sociale.
(di cui dieci obbligatori) non sono In famiglia! Tutto sul figlio della nuova
troppi?». Parte da questa semplice compagna del fratello della ex moglie del I due papà di Fiammetta, di Emilie Chazerand,
domanda il libro curato dal presidente padre... e altri parenti, di Alexandra Maxeiner illustrato da Gaelle Souppart, La Margherita,
e Anke Kuhl, Settenove, 2017, 36 pagine 2019, 32 pagine
dell’Istituto Mario Negri di Milano,
Silvio Garattini. Una domanda fra le
tante di genitori e cittadini, che spesso I VIAGGI DEL WEEKEND A CASA DI MAMMA E PAPÀ
non riescono a raccogliere tutte le Nelle aule scolastiche ci sono sempre più alunni che il fine settimana vanno a sta-
informazioni e le raccomandazioni re da uno dei genitori. Le storie di questi bambini si assomigliano quasi tutte e dai
necessarie a riguardo. Un libro scritto racconti del lunedì di questo viavai possono nascere nuove complicità e amicizie.
a più mani, che cerca di fare chiarezza In questo albo quadrato di una casa editrice sempre molto attenta ai temi sociali
sulle vaccinazioni nei diversi momenti contemporanei, le avventure di Andrea e Giulia emergono attraverso le voci delle
della vita. In appendice al volume ci valigie, che si riempiono di oggetti carichi di sentimenti e di rabbia. Il disappunto
sono delle pratiche schede di riepilogo non viene fuori dalle parole del racconto ma dalle illustrazio-
sulla somministrazione dei vaccini del ni, che sottolineano chiaramente la difficile gestione di que-
Piano nazionale di prevenzione vaccinale sti spostamenti da parte degli adulti. Il libro esce a sette anni
2017-2019, con l’indicazione aggiuntiva dal dirompente albo, sempre di Carthusia, Io non mi separo
del costo o della gratuità. di Beatrice Masini, che affrontava, già allora, lo stesso tema.
Le vaccinazioni spiegate bene, a cura di Silvio
Garattini, in collaborazione con Antonio Clavenna, 5+ Due piccoli trolley,
Edizioni LSWR, 2018, 156 pagine di Conc, Carthusia Edizioni, 2018, 36 pagine

60 UPPA magazine n. 100


3+ 10+

LA FAMIGLIA È SPECIALE CHE VORRÀ MAI NON SEMPRE È QUESTIONE DI SANGUE


PERCHÉ DIVERSA QUESTO NUOVO FIDANZATO? Da una parte c’è Keita, il figlio unico di una
«Ciao! Sono Alessia e vivo con mia La prima edizione di questo libro uscì famiglia benestante di Tokyo, con un padre
madre e mio nonno. Abbiamo un cane negli anni ’90 e già allora suscitò cla- architetto affermato e una madre obbediente
che si chiama Bella. Sono Andrea e vivo more, perché il tema è il rapporto e remissiva. Il bambino frequenta una scuola
con la mia mamma, il mio patrigno, conflittuale tra una madre che inizia prestigiosa, abita in una casa grande, dorme
mio fratello e la mia sorellina acquisita una nuova vita con un altro partner in un letto enorme ma ride e parla poco, vede
Monica». Tante tipologie di famiglie, e un’adolescente che non riesce pro- il papà alcuni minuti al giorno e trascorre
mondi, usi e costumi diversi: il punto prio a digerire la cosa. La crisi esplo- sempre il fine settimana con la mamma,
non è la latitudine o la longitudine, ma de quando arriva la notizia della nuo- perché l’altro genitore è impegnato con
come si vive questa multiculturalità… va gravidanza della madre, all’età di le riunioni di lavoro.
esistono genitori conviventi, sposati, 44 anni. Scenari che all’epoca sem- Poi ci spostiamo in una ferramenta sgarrupata
affidatari, adottivi, famiglie monopa- bravano lontani e che oggi si ritrova- alla periferia della città, dove ci sono un
rentali, e si cambia nel tempo perché no in molte famiglie, tra gelosie, con- papà aggiustatutto, una mamma che cucina
interviene una separazione, un lutto, flitti, drammi e accettazioni difficili. benissimo e tre figli dai 6 anni in giù: sono
un trasferimento o un trasloco. In cal- Un libro di narrativa perfetto per gli chiassosi, fanno il bagno tutti insieme in una
ce anche un piccolo glossario sui ter- anni delle scuole medie. vasca minuscola, giocano con le pistole e si
mini legati al mondo familiare. divertono un mondo con le costruzioni.
Il giorno del sesto compleanno di Keita arriva
L’abbiccì della famiglia, di Felicity Brooks,
una notizia sconvolgente dall’ospedale in cui
illustrato da Mar Ferrero, Usborne Edizioni, Principessa Laurentina, di Bianca Pitzorno, è nato: c’è stato uno scambio di neonati in
2018, 32 pagine Mondadori, 2017, 228 pagine culla (il figlio biologico che dovrebbe essere al
suo posto è proprio il ragazzino della periferia
di Tokyo) e ora bisogna decidere se rimediare,
VACCHE, VACCINI E BAMBINI: STORIA E STORIE DI UN PEDIATRA
ma entro sei mesi, prima dell’inizio del nuovo
Edward Jenner era un medico, viveva nella campagna londinese negli anni a
anno scolastico. Saranno mesi lunghissimi
cavallo tra ’700 e ’800, e il suo intuito lo portò a fare una grande scoperta. In
di confronto tra due famiglie e due mondi
quel periodo imperversava il vaiolo in gran parte dell’Europa, ma notò che gli
contrapposti, due universi che sembrano non
allevatori che si trovavano a contatto con le mucche solitamente non contrae-
incontrarsi mai, neppure quando, dopo tanto
vano la terribile malattia virale. Perché? Cosa c’entrano
tentennare, si arriva all’atteso scambio.
le vacche? Come riuscì Jenner a creare il primo vacci-
Un lungometraggio dalla fotografia
no a partire da questa evidenza? Questa e altre inte-
ricercatissima, che affronta il tema dei legami
ressanti storie di medicina e pediatria sono raccontate
familiari in un’ottica legata non tanto ai geni e
attraverso i ricordi del dottor Pincherle, medico triesti-
al DNA, quanto piuttosto alla qualità e quantità
no amante del disegno e dei libri antichi.
del tempo che si trascorre con i propri figli.
Un dottore tutto matto, sulla testa un gatto.
Per genitori Bruno Pincherle: storia e storie di un pediatra,
e per ragazzi di Federica Scrimin, Editoriale Scienza,
2018, 112 pagine Father and Son, regia di Hirokazu Kore’eda,
Bim Distribuzione, 2013, 120 minuti

61
posta & risposta
A COSA SERVE UPPA? Confesso che le sue parole hanno suscitato in me sentimenti molto
contrastanti. Da una parte sono molto contento nel percepire quanto
sostegno e, mi lasci dire, quante competenze UPPA è riuscita a dar-
Vi prendo alla lettera e vi scrivo come se mi rivolgessi a un amico. le in questi anni in cui abbiamo accompagnato il vostro percorso di
Sono la mamma di una bimba di quasi 3 anni e dallo stesso tempo crescita. Dall’altra mi colpiscono le difficoltà che avete incontrato a
leggo la vostra rivista. Anche grazie ai vostri consigli, i primi tre mettere in pratica quanto appreso dalla lettura della rivista.
anni sono stati, col senno di poi, quasi “una passeggiata”. Tan- In un editoriale dello scorso anno (UPPA 2/2018) avevo sottolinea-
to latte, tanto contatto, pochissimi acquisti superflui, autosvez- to che anche i pediatri, specialmente i più giovani e in formazione,
zamento andato alla grande, spannolinamento a 18 mesi e inse- spesso utilizzano UPPA come strumento di studio per migliorare le
rimento all’asilo, senza un pianto. Poi cominciano quelle che voi loro abilità e metterle poi a disposizione delle famiglie. Il mio augu-
chiamate “asiliti”, nonostante l’allattamento prolungato e la die- rio è che, finalmente, si riesca a parlare tutti la stessa lingua.
ta varia e bilanciata. Una tosse, un raffreddore… nulla di grave, La sua lettera è anche molto gradita perché ci dà altri spunti di rifles-
per precauzione la tengo a casa. Poi arriva l’infezione alle vie uri- sione, in particolare sulla paura di affrontare le malattie, anche quelle
narie, e via di antibiotico. «È molto autonoma, va in bagno da più banali, dei figli. Cercheremo al più presto di offrire ai nostri let-
sola», dicono all’asilo. Scopro così che l’autonomia può diventa- tori una chiave di lettura e un aiuto su questo aspetto tanto rilevante.
re un limite, sempre che l’infezione l’abbia presa lì. Finita la cura,
passate le feste, si torna all’asilo, ma solo per qualche giorno. E Sergio Conti Nibali, pediatra e direttore di UPPA magazine
poi ancora tosse, febbre, raffreddore. Per una settimana nessun
problema, poi comincia il mal di orecchie. La pediatra il giorno
dopo dice: «Serve l’antibiotico». «Non è il caso di aspettare?». AUTOSTIMA GIÀ NELL’INFANZIA?
«Aspettare cosa?». Su UPPA avevo letto della vigile attesa, del-
la possibile inutilità dell’antibiotico nel mal d’orecchio. Ma per la
pediatra serve, e chi sono io per contraddirla? Siamo i genitori di un bambino di 4 anni e vi scriviamo per chiede-
Mi ritorna in mente un vostro articolo sull’importanza di non re suggerimenti su come rinforzare l’autostima del nostro bambi-
lavare la vernice caseosa dei neonati. In ospedale mi dissero inve- no. Fin da piccolo, ha sempre mostrato di cercare l’approvazione
ce che c’era una prassi da seguire. E allora mi chiedo: se tanto non degli altri (al di fuori della famiglia, ambiente in cui, al contrario,
posso prendere iniziative in campo medico, a cosa mi serve ave- cerchiamo di essere sì fermi nel rispetto delle regole, ma sempre
re tutte le preziose informazioni che ci date? Forse UPPA dovreb- dando molto valore ai progressi e all’impegno dimostrato).
be essere letta dai pediatri e non dai genitori. Io ora mi sento in Nostro figlio non ha un carattere forte e tende a vedere l’al-
colpa per aver somministrato un antibiotico che probabilmente tro come migliore di lui (anche quando non lo è). Io e mio mari-
si poteva evitare, per la bimba, per l’ambiente e per la collettivi- to prestiamo molta attenzione alla scelta dei giochi, preferiamo
tà. E c’è un sentimento, di cui non ho letto spesso nemmeno su acquistarne pochi ma buoni e accuratamente selezionati, eppure
UPPA: la paura. Paura a ogni malanno, a ogni febbre, a ogni scelta il monopattino di bassa qualità dell’amichetto gli sembra migliore
che potrebbe non essere quella giusta. Forse ora che non posso più del suo, che invece è di qualità eccellente.
proteggerla come prima il distacco è più duro sia per me che per Quando usciamo di casa con un gioco nuovo, oppure quando ha
lei. So che la vita è questa, malattie comprese, ma mi trovo impre- appena imparato a fare qualcosa, cerca sempre l’approvazio-
parata. E impaurita. E un genitore non dovrebbe aver paura. For- ne dei genitori degli amichetti, mettendosi in mostra e chiedendo
se, dice mio marito, mi serve uno psicologo. Forse devo cambiare esplicitamente di essere guardato. Perché? Può essere un segna-
pediatra. Per ora quel che ho fatto è stato rinnovare l’abbonamen- le del fatto che nostro figlio ha un carattere debole, che ha così
to a UPPA. Poi si vedrà. poca sicurezza in sé stesso da sentire il bisogno che persone al di
Arianna fuori della famiglia gli dicano quanto sia bravo? E come possiamo,

62 UPPA magazine n. 100


noi genitori, rinforzare la sua autostima, fargli capire che è bravo, gemelli (femmina e maschio) di 5 anni. Sono bimbi magnifici per
intelligente e simpatico al di là del giudizio degli altri? bellezza, intelligenza, salute e affettività: mi trattengo dal definir-
Grazie per i vostri consigli sempre illuminanti. li straordinari perché vedo che oggi di bimbi così se ne incontra-
Alessia no tanti.
Io li porto a scuola, vado a prenderli all’uscita, e li intrattengo, a
Cara mamma, casa loro o a casa mia, fin quando i genitori ritornano dal lavo-
solitamente a 3-4 anni i bambini desiderano i giochi o gli oggetti ro. Non sono un educatore di professione e anzi ho fatto tutt’al-
degli altri semplicemente perché non li possiedono. In termini tec- tro, ma mi sento portato istintivamente a capire i bambini e in
nici si chiama “mimesi” (dalla teoria mimetica di Girard applica- pratica riesco a “gestirli” senza sentire mai il bisogno di alzare la
ta all’età evolutiva). È una caratteristica dell’età evolutiva, i bambi- voce: in effetti non hanno mai sentito un urlo del nonno, se non
ni e le bambine entrano in conflitto perché vorrebbero possedere ciò per bloccarli nell’imminenza di un pericolo. Ci sono però momen-
che non hanno. Capite bene che i giocattoli degli altri bimbi, anche ti, per fortuna non frequenti e solitamente verso sera, in cui stan-
se di scarsa qualità, fanno “gola” al vostro semplicemente perché do insieme sono presi come da un’allegria frenetica: si eccitano a
non li possiede. vicenda, si arrampicano e saltano dappertutto, esponendosi anche
Direi che l’atteggiamento più corretto in questo caso è quello della al rischio di farsi male in modo serio. In quei momenti il mio
comprensione serena. Si dice al bambino «quel gioco è del tuo ami- metodo “montessoriano” improvvisamente non funziona più, e io
chetto, tu hai il tuo» e tutto finisce lì. È importante non fare consi- mi sento del tutto disarmato. Ma sono anche convinto che Maria
derazioni adulte a fronte di un ragionamento infantile. Montessori avrebbe saputo cosa fare.
Per quanto concerne la percezione di sé, è ancora presto per dire che Potete darmi un consiglio?
il bimbo abbia una bassa autostima. Una cosa che potete fare come Fausto
genitori (e adulti che si occupano del bimbo) è rinforzare e lodare il
piccolo q.b. Per “q.b” intendo, come nelle ricette di cucina, quan- Caro nonno, averne di educatori umili e sensibili come lei!
to basta. Mai esagerare nelle lodi: un bambino si aspetta lo stesso Porsi l’interrogativo su come aiutare e sostenere è un ottimo ini-
atteggiamento da chiunque; c’è una “normalità” di comportamen- zio. Come prima cosa, l’orario pre-serale è spesso un momento dif-
to e c’è un particolare apprezzamento quando il bambino acquisisce ficile per tutti i bambini (e non solo): lo stress accumulato durante
una competenza o fa qualcosa di nuovo e speciale. la giornata si fa sentire, le energie e le risorse si spengono. Suggeri-
Mi chiedete come supportarlo e rinforzare la sua autostima: cerca- sco qualcosa che può essere d’aiuto a creare un ambiente che favo-
te di non stargli troppo addosso, fategli i complimenti quando rag- risca la calma: abbassare un po’ le luci, ridurre gli stimoli (telefoni,
giunge un obiettivo e richiamatelo se è necessario. Anche il “no” e TV, radio) che creano disordine sonoro. L’ordine esterno, ci inse-
una piccola frustrazione sono passi evolutivi importanti. gna Maria Montessori, favorisce l’ordine interno. Anche una ricari-
Direi di essere un po’ meno preoccupati, un po’ meno ansiosi. Non ca energetica può essere d’aiuto, ad esempio uno spuntino di frutta:
vedo segnali per cui pensare che vostro figlio abbia un carattere spesso i bambini agitati hanno fame, sete o gli scappa la pipì!
debole. Lasciate che faccia la sua parte di bambino e soprattutto non Un altro suggerimento che mi sento di darle riguarda la difficoltà di
sovrapponete un pensiero adulto a uno infantile. condividere: fare insieme agli altri richiede un importante investi-
Tanti cari auguri di buon proseguimento nella vostra avventura mento energetico, e quando le riserve vengono meno, diventa più
genitoriale. complesso. Suggerirei quindi attività individuali, che i bambini pos-
sano condurre secondo il loro interesse e il loro ritmo d’esecuzione.
Paola Cosolo Marangon, pedagogista
Annalisa Perino, pedagogista montessoriana

NONNI A TEMPO PIENO

I lettori possono scrivere a UPPA magazine all’indirizzo posta@uppa.it


La redazione valuterà se il quesito è di interesse generale e può
Sono un nonno ottantenne che si occupa a tempo pieno per cin- essere sottoposto ai nostri collaboratori per una risposta. In caso
que giorni alla settimana di tre nipotini: una bimba di 8 anni e due di pubblicazione verrà chiesta preventivamente l’autorizzazione.

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SUL PROSSIMO NUMERO Direttore Responsabile
Sergio Conti Nibali | direttore@uppa.it
CEO
ANNO XIX • NUMERO 101 Lorenzo Calia
Comitato Scientifico
Chiara Borgia (vicedirettrice), Laura Reali (responsabile
speciali scientifico), Rita Breschi, Natalia Camarda, Rosario Cavallo,
Paola Cosolo Marangon, Nicola D’Andrea, Antonio Di Pietro,
Anna Maria Falasconi, Stefania Manetti, Federico Marolla,
bilanci di salute Paolo Moretti, Alberto Oliverio, Costantino Panza,
«Devo farlo visitare anche se sta bene?» Annalisa Perino, Lucio Piermarini, Silvana Quadrino,
Gherardo Rapisardi, Nina Santisi, Antonino Tedeschi,
premi, minacce e punizioni Giacomo Toffol, Valentina Tomaselli, Elena Uga,
Caterina Vignuda, Alessandro Volta
Quali metodi educativi sono davvero efficaci?
Redazione
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medicina Anna Rita Marchetti (redattrice), Pierpaolo De Mejo (redattore)

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La gravidanza come finestra sulla salute futura della donna
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«Il mio bambino cresce poco!»
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viaggio nel cervello operative destinate ai bambini all'interno del supplemento
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I pregi dei giochi spontanei vincolanti. Tali contenuti e informazioni non possono sostituire
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Paura degli sconosciuti Questo numero è distribuito insieme all'allegato gratuito


“100 idee per crescere”.
faccio io!
Bambini alla conquista del sonno
Questo numero è stato chiuso in redazione
chi ben comincia… il 25 Gennaio 2019
Perché l’impugnatura della penna Imbustato con pellicola oxodegradabile
trattata con d2w
è così importante?
La vita è complessa; fare i genitori, o i nonni,
pagina utile o gli insegnanti, o i pediatri è anche complesso.
Però, è la cosa più bella del mondo: siamo
alle radici della vita.
Come insegnare a ingoiare capsule e compresse Franco Panizon

64 UPPA magazine n. 100


C’è sempre da
imparare sul mondo
dei bambini

Meglio trascorrere le nottate senza dubbi e timori. Per educare


i propri figli, tutti hanno bisogno di approfondire e informarsi.

L’unica rivista per i genitori scritta dagli specialisti dell’infanzia.


È arrivato Zerocinque,
il manuale sulla salute
e l’educazione del bambino
da 0 a 5 anni

La nascita di un bambino porta con sé una molteplicità di domande e dubbi


a cui non è sempre facile dare risposta. Zerocinque affronta i principali aspetti
che riguardano la salute e l’educazione nei primi anni di vita, con l’obiettivo
di fornire una corretta informazione e aiutare i genitori a fare scelte consapevoli.

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