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Di Andrea Carlino - 08/02/2019

lezioni private tassate I docenti italiani guadagnano poco. Ormai è un


dato assodato. Rispetto ai loro colleghi europei
il divario è netto, quasi imbarazzante. Più volte La Tecnica della Scuola ha messo in
evidenza le storture del sistema.

L’ultimo rapporto OCSE 2018, così come scritto dalla nostra testata la scorsa
settimana, fotografa una situazione chiara: gli insegnanti italiani sono quelli pagati
di meno a tutti i livelli, nell’infanzia e nella primaria (24.807 euro), nelle medie
inferiori e superiori (26.743). Pertanto non è difficile imbattersi in famiglie che a
malapena riescono ad arrivare a fine mese tra mutui, bollette e figli da mantenere a
scuola o all’università.

I tedeschi i più pagati


La situazione cambia negli altri paesi. I docenti tedeschi sono i più pagati, in base
alle stime OCSE. Attenzione, però.

Il costo della vita in Germania è ben diverso rispetto a quello dell’Italia, ma salta
all’occhio la differenza: un docente di scuola primaria guadagna quasi 50mila euro
all’anno ad inizio carriera e più di 65mila alla fine. Da segnalare, inoltre, forti
differenze tra i vari stati federati visto che il salario e l’orario di lavoro cambia su basi
regionali.
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Gli stipendi a inizio carriera in Italia


In base alla rilevazione della Cisl Scuola, sugli ultimi dati disponibili, spicca il divario
stipendiale dei docenti della primaria, inferiore alla media Ue di ben 2.770,95 euro
all’anno (213,15 euro al mese per tredici mensilità).

Gli stipendi a fine carriera


Il distacco si fa ben più pesante se si prendono in esame gli stipendi di fine carriera.
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I dati con gli stipendi in Europa

A febbraio una novità


Nel cedolino delle competenze di febbraio 2019 saranno presenti le somme relative
alla proroga dell’elemento perequativo una tantum prevista dalla Legge di Bilancio
2019 (Legge 30 dicembre 2018, n. 145), comprensive degli arretrati non erogati nel
mese di gennaio.

L’elaborazione ha riguardato circa 982.000 dipendenti per un importo complessivo


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scuola. Si tratta di una misura per sostenere i redditi più bassi.

Nel CCNL 2016-2018, per far salire gli aumenti lordi mensili sopra gli 85 euro medi,
negoziati a novembre 2016 con i sindacati, sono stati previsti due voci aggiuntive,
rispetto al “tabellare”.

Una voce è appunto un “elemento perequativo”, che per i docenti della scuola oscilla
tra i 3 e i 19 euro, appannaggio essenzialmente delle qualifiche iniziali.

Viene così correttamente ripristinato un elemento retributivo previsto dal CCNL


2016-2018 e che la Legge di Bilancio 2019 ne ha garantito la prosecuzione.

Elemento perequativo. La nota dell’Inps


L’Inps, con la nota n.3224 del 30 agosto, ha diffuso dei chiarimenti
sull’assoggettabilità contributiva ai fini pensionistici e dei trattamenti di fine
servizio di questo elemento stipendiale.

L’Inps ha precisato precisa che, stante la sua natura temporanea, l’elemento


perequativo non potrà formare oggetto di valutazione ai fini della quota A di
pensione, né della base maggiorabile 18% cui hanno diritto gli iscritti alla Cassa-
Stato. Né può essere considerato utile neppure ai fini della buonuscita, ossia né del
trattamento di fine rapporto (Tfr) né del trattamento di fine servizio (Tfs).

Emissione ed esigibilità dello stipendio


L’emissione e l’esigibilità rappresentano rispettivamente l’inizio e la fine della
procedura relativa al pagamento dello stipendio

Più precisamente l’emissione corrisponde alla fase in cui NoiPa raccoglie ed elabora


tutte le informazioni utili al pagamento.

Esistono 3 differenti tipi di emissione:


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pagamento presso il proprio istituto di credito.

Si tratta quindi della fase in cui l’importo spettante si rende disponibile al


beneficiario.

Le date di esigibilità sono le seguenti.

23 di ogni mese: rata ordinaria;


27 di ogni mese: rata ordinaria comparto Sanità;
entro 10 giorni lavorativi dal termine Emissione Urgente e Speciale.

Per visualizzare l’importo dello stipendio, bisogna andare su area riservata NoiPa,
cliccare su consultazione pagamenti e poi inserire anno e mese di riferimento.
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