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Lo scorso 24 agosto è ricorso i cento anni della nascita di RENATO BALLARIN, dapprima
giovane partigiano antifascista, poi assessore e sindaco del Comune di Chioggia, nonché
deputato al Parlamento con il Partito Comunista Italiano.
Nato a Chioggia, figlio di Antonio e di Olga Penzo, Renato Ballarin si è diplomato maestro
elementare, esercitando la professione negli anni della ricostruzione.
Dopo l’8 settembre 1943 Ballarin sceglie la Resistenza e si adopera nelle file del Comitato di
Liberazione Nazionale di Chioggia, spinto anche dall’esempio di Antonio Felice Ravagnan che
sarà sindaco della città liberata. A Ballarin il CLN locale affida compiti strategici nel Servizio
Informazioni e Propaganda all’interno del Corpo Volontari della Libertà, fino all’organizzazione
del rientro in laguna dei partigiani rifugiati attorno al 25 aprile 1945, sotto le insegne della
Brigata Clodia.
Divenuto a 27 anni assessore alla pubblica istruzione nella giunta Ravagnan (1946-1951), tra
i più giovani amministratori d’Italia, Renato Ballarin è rimasto in consiglio comunale
ininterrottamente per 45 anni, servendo la città come sindaco fra il 1976 e il 1978 e assessore
ai lavori pubblici tra il 1983 e il 1988.
Eletto deputato nel 1968 e nel 1972, dopo aver sfiorato l’elezione già nel 1963, la sua azione
in Parlamento è stata improntata a migliorare le condizioni di lavoro, economiche e di vita dei
pescatori chioggiotti e italiani con 43 progetti di legge presentati e approvati in materia
sanitaria, contrattuale e previdenziale per il settore, oltre che a co-firmare la prima Legge per
Venezia e Chioggia del 1973, assieme a personalità quali Enrico Berlinguer, Giorgio
Napolitano e Gianni Pellicani. Ballarin fu anche responsabili nazionale del PCI per la pesca.
Nella società clodiense Renato Ballarin si è distinto anche quale sindacalista alla Camera del
Lavoro-CGIL e fondatore della cooperativa edilizia “Primavera”, che ha consentito a oltre
duemila famiglie del territorio di possedere una casa di proprietà a prezzi calmierati.
Fratello dei due calciatori Aldo e Dino, periti con il Grande Torino nella tragedia di Superga,
Ballarin è stato amministratore straordinario dell’Union Clodia Sottomarina negli anni Settanta,
traendola fuori dalle cause giudiziarie e dal tracollo sportivo fino al suo rinascimento assieme
a Franco de Paolis.
Renato Ballarin scompare a Ferrara il 15 agosto 2002, all’età di 83 anni.
“Il nostro eroe” mostra orgoglioso il cartello che annunciava la prossima apertura di un
casino casareccio a Sottomarina; cartello subito tolto, grazie alla presa di posizione contraria
di ANPI e di alcune associazioni femministe.
La calda stagione è poi continuato con il caso dello stabilimento balneare “Cayo Blanco”,
fatto chiudere per alcuni giorno dal Questore di Venezia a causa di alcuni “buttafuori”
maneschi che avevano mandato all’ospedale alcuni clienti e, soprattutto, per aver vietato
l’ingresso a un cittadino italiano di colore. Anche per questa vicenda la spiaggia di
Sottomarina è andata negativamente su tutti i mezzi d’informazione e, addirittura, presa da
esempio anche nel corso del dibattito parlamentare sulle dichiarazioni del Presidente Conte.
Sull’episodio è intervenuto prontamente il nostro Vicepresidente Enrico Veronese:
<Siccome non può essere smentita la ricostruzione della Questura, è allucinante che i
commenti di alcune parti dimentichino completamente i due episodi di grave violenza e
quello di discriminazione avvenuti nel locale o alle sue soglie. Pare quasi che contino più i
soldi che l’impresa andrà a perdere che non la salute di due persone uscite con le ossa rotte
per causa di buttafuori sempre esaltati e maneschi, oltre a un giovane che non è stato fatto
arbitrariamente entrare solo per il colore della sua pelle. A scanso di equivoci, io sono
solidale a queste tre persone e a tutti coloro che, anche altrove, dovessero subire angherie
dalle security “ideologicamente orientate” >
UN FERRAGOSTO FASCISTA
Ma l’episodio più eclatante, sempre con protagonista il solito ben noto personaggio è
successo giovedì 15 agosto e sempre sulla spiaggia “Punta Canna”, dove, esagitati dai fumi
dell’alcool e dal caldo soffocante, si è inneggiato al fascismo, a Mussolini e quant’altro, tanto
da fare infastidire alcune bagnanti che hanno formulato denuncia ai Carabinieri. Sul caso ci
sono alcuni video molto esaustivi dell’episodio e la denuncia delle due donne è precisa e
circostanziata.
L’ANPI è subito intervenuta con un suo comunicato, seguito anche da un comunicato del
Tavolo Cittadino della Costituzione sottoscritto da associazioni e partiti politici, ritenendo
che episodi del genere oltre a prefigurare il reato di “apologia di fascismo”, danneggiano
non solo la buona immagine della nostra città, ma anche la grandissima parte degli
imprenditori turistici locali svolgono attività serie e di primissima qualità.
Comunque di questi sgradevoli episodi e intemperanze fascistoidi, si sta occupando
l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia anche a livello provinciale e nazionale.