Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Il Teorema del Dini discende dal seguente, che ha ipotesi più deboli.
Notiamo che, se avessimo desiderato, fissato δ > 0 avremmo potuto scegliere a < δ .
Poniamo V =]x0 − a, x0 + a[ e osserviamo che per ogni fissato x̄ ∈ V la funzione f (y) =
g(x̄, y) è negativa per y = y0 − b , positiva per y = y0 + b , continua (quindi assume anche
il valore zero), con derivata mai nulla (quindi iniettiva), pertanto esiste uno e un solo valore
y ∈ W tale che f (y) = 0 . Dunque per ogni x ∈ V esiste uno e un solo y ∈ W tale che
g(x, y) = 0 . Quella che abbiamo dato è la definizione (sebbene per nulla esplicita) di una
funzione della variabile x : per ogni x ∈ V , il valore h(x) è definito come l’unico punto
y ∈ W tale che g(x, y) = 0 .
Fino a questo punto abbiamo mostrato che
b1 < ε , a1 < δ ,
V1 =]x1 − a1 , x1 + a1 [ , W1 =]y1 − b1 , y1 + b1 [
(notiamo che V1 × W1 ⊂ V × W ) si ha
ma allora per ogni x ∈ V1 è h1 (x) = h(x) . Usiamo questo solo per dire che fissato ε > 0
abbiamo determinato a1 > 0 tale che
ma y1 = h(x1 ) cioè
|x − x1 | < a1 ⇒ |h(x) − h(x1 )| < ε
ed h è continua.
Resta da dimostrare la parte relativa alla derivabilità: calcoliamo il limite di [h(x0 +
t) − h(x0 )]/t . Per semplificare la notazione supponiamo x0 = y0 = 0 , quindi dobbiamo
calcolare il limite di h(t)/t ; abbiamo 0 = g(0, 0) = g t, h(t) , quindi applicando il
Teorema di Lagrange a due funzioni di una variabile
0 = g t, h(t) − g(0, 0) = [g t, h(t) − g(t, 0)] + [g(t, 0) − g(0, 0)]
= ∇y g(t, θt)h(t) + ∇x g(ηt , 0)t
per qualche valore θt compreso fra 0 e h(t) e qualche valore ηt compreso fra 0 e t .
Dalla uguaglianza precedente ricaviamo
h(t) ∇x g(ηt , 0)
=− .
t ∇y g(t, θt)
Notiamo che per t → 0 si ha anche h(t) → 0 , dato che abbiamo già provato che h è
continua, quindi per il Teorema dei carabinieri abbiamo
e quindi anche h(t)/t → −∇x g(ηt , 0)/∇y g(t, θt) e la dimostrazione è conclusa.
Vediamo ora una dimostrazione lievemente diversa nella parte “esistenza”: sappiamo
(per via del Teorema di Rolle) che la funzione f (y) = g(x0 , y) è iniettiva in W . In
particolare, essendo nulla in y = y0 , non è nulla nei (due) punti del bordo di W , pertanto
la funzione continua
g 2 (x, y)
In particolare per y = y0 si ha
mentre per y ∈ ∂W si ha
|x − x0 | < a ⇒ g 2 (x, y) > g 2 (x0 , y) − |g 2 (x, y) − g 2 (x0 , y)| > c − c/3 = 2c/3 .
f (y) = g 2 (x, y)
è continua su W e dunque ha minimo, ma il punto di minimo non può essere sul bordo di
W dove f vale più che nel punto y0 , quindi il punto di minimo deve essere all’ interno
e allora nel punto di minimo
g1 (Y ′ ) = g1 (Y ′′ ) ⇒ 0 = g1 (Y ′′ ) − g1 (Y ′ ) = ∇g1 (Y 1 ) · (Y ′′ − Y ′ )
g2 (Y ′ ) = g2 (Y ′′ ) ⇒ 0 = g2 (Y ′′ ) − g2 (Y ′ ) = ∇g2 (Y 2 ) · (Y ′′ − Y ′ )
Del teorema precedente servirà una versione che contiene anche un parametro X
rispetto al quale le derivate di g in y sono continue.
Teorema del Dini in più variabili 0.5 : sia Ω ⊂ Rkx ×Rn−k y un aperto e sia g(X, Y ) :
n−k 1
Ω → R di classe C . Indichiamo con S il luogo di zeri {g(X, Y ) = 0} e sia
(X 0 , Y 0 ) ∈ S . Se det ∇y g(X 0 , Y 0 ) 6= 0 allora localmente intorno a (X 0 , Y 0 ) l’ insieme
S è grafico cartesiano {Y = h(X)} di una funzione h di classe C 1 . Inoltre
−1
∇h(X) = − ∇y g X, h(X) ∇x g X, h(X) .
Anche questo teorema può essere scritto in forma leggermente più debole.
Dimostrazione : (solo una traccia) supponiamo X 0 = 0 e Y 0 = 0 , e ricalchiamo la
seconda dimostrazione del teorema del Dini: in un opportuno intorno V × W di (0, 0) ,
con V e W palle e con V × W ⊂ Ω , la funzione Y 7→ g(0, Y ) è iniettiva quindi la
funzione kgk2 ha minimo positivo sul compatto {0} × ∂W ed è nulla al centro. Allora
per X in un intorno V ′ di 0 abbiamo che
Y 7→ kg(X, Y )k2
e abbiamo trovato uno zero. Questo è unico per l’ iniettività di g rispetto a Y . Il resto
della dimostrazione è come nel caso k = n − k = 1
Una fondamentale, anche se facile, conseguenza del Teorema del Dini è il prossimo
risultato.
g(X, Y ) ⇐⇒ X = f (Y ) ;
abbiamo
g(X 0 , Y 0 ) = 0 , det ∇y g = det ∇f
e pertanto possiamo applicare il Teorema del Dini. Ne deduciamo che esistono un aperto
V , intorno di X 0 , un aperto W ′ , intorno di Y 0 e una funzione h : V → W ′ tali che
(X, Y ) ∈ V × W =⇒ [X = f (Y ) ⇐⇒ Y = h(X)] .
W = W ′ ∩ f −1 (V ) ,