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Crocevia di tre regioni: Lombardia, Vento, Emilia-Romagna, Mantova si trova nella Lombardia
sud-orientale, non lontano dal lago di Garda
Nominata nel 2008 insieme a Sabbioneta Patrimonio dell’Umanità tutelato dall’Unesco
Ha saputo conservare lo splendore urbano del Rinascimento, periodo nel quale fu una delle
capitali europee, modello di stile e raffinatezza, grazie a personalità come Isabella d’Este ed
alla prima vera grande collezione d’arte del mondo
Nel 2016, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha insignito Mantova del
titolo di capitale italiana della cultura
Dagli inizi del Trecento alla fine del Seicento, la famiglia Gonzaga, grazie ad una corte dove si
confrontavano i più importanti intellettuali, al contributo di artisti ed architetti come Leon
Battista Alberti, Andrea Mantegna e Giulio Romano, costruisce una capitale politica e culturale
di pari importanza ad altri celebrati centri, come Venezia, Firenze o Roma
Centro di diffusione dell’arte e del gusto rinascimentali durante il lungo periodo gonzaghesco,
ma anche luogo votato alla letteratura e alla musica
Qui nacque Virgilio: uno scrittore nato 70 anni prima di Gesù Cristo. Diventato famoso, in
quanto molto abile a scrivere storie per l’imperatore di Roma Augusto; la storia più bella è
l’Eneide (storia del guerriero troiano Enea che scappa dalla città di Troia incendiata dai Greci
Sede di Festivaletteratura che ogni anno a settembre ospita autori e scrittori da tutto il mondo
Mantova vide nascere e crescere il melodramma, da Claudio Monteverdi a Giuseppe Verdi
che la scelse come ambientazione del Rigoletto
L’incantevole Teatro Scientifico del Bibiena fu degna cornice al talento del giovane Mozart
che qui si esibì nel 1770
Città dello sport:
▫ Qui nacque il ciclista Learco Guerra che, grazie al suo modo di correre e alla
grande potenza fisica, si guadagnò l’appellativo di “Locomotiva Umana”. Learco
Guerra fu il primo corridore a indossare nel 1931 la Maglia Rosa al Giro d’Italia,
vincendo la tappa inaugurale Milano-Mantova
▫ Il pilota automobilistico Tazio Nuvolari, leggenda dell’automobilismo italiano e
internazionale; soprannominato il “Mantovano volante” o “Nivola”; gli è dedicato
un museo
Città esoterica:
▫ Sacro Graal. O meglio, uno dei tanti sparsi in giro per l’Italia
Nella Basilica di Sant’Andrea, in Piazza Mantegna, si conserva una sacra
reliquia: presunto sangue di Cristo, raccolto da San Longino e conservato in
due vasi d’oro, nella cripta.
Longino è il centurione romano, di origini abruzzesi, che con la sua lancia si
accertò della morte di Gesù crocifisso, facendogli sanguinare il costato
La storia racconta che Longino si pentì subito di aver partecipato alla
crocifissione e raccolse dalla terra un po’ del sangue di Gesù, riconosciuto
come divino, conservandolo in un ampolla. Si unì agli Apostoli in un
percorso di evangelizzazione fino a tornare in Italia e, dopo un viaggio
estenuante, approdò a Mantova. Qui nascose la preziosa reliquia,
sotterrandola. Longino fu in seguito martirizzato nella sua città d’ origine. La
leggenda vuole che l’ampolla sia stata ritrovata dove ora sorge la basilica di
Sant’ Andrea.
▫ Simbologia del labirinto:
Palazzo Te, costruzione rinascimentale e simbolo della città, è un vero e
proprio concentrato di simbologia e numerologia esoterica
Uno dei simboli che si ripete più degli altri è il labirinto. Ce ne sono ben
dodici, tutti ottagonali, a gruppi di tre, sul pavimento della Sala di Amore e
Psiche. Un altro labirinto era formato dalle siepi del giardino, ormai
inesistenti
Città circondata dai laghi:
▫ Circondata dalle acque dei laghi formati dall’allargamento del fiume Mincio poco
prima di sfociare nel Po
▫ Un tempo peculiarità strategica, oggi è peculiarità paesaggistica, anche grazie
all’istituzione del Parco del Mincio che tutela l’integrità di coste e acque
▫ Laghi Superiore, di Mezzo e Inferiore compongono un ambiente unico nel
panorama italiano, che offre al visitatore:
Lo spettacolo delle fioriture dei fiori di loto in estate: magnifico fiore
acquatico tipico dell’ Asia e dell’ Australia. Grazie a Maria Pellegreffi,
studentessa di Scienze Naturali a Parma, non c’è bisogno di fare viaggi
intercontinentali per ammirare questa bella pianta. Nel 1921 infatti, la
signorina Pellegreffi partecipò ad un progetto di coltivazione del Nelumbus a
scopo alimentare: in Oriente infatti si otteneva dai rizomi una farina molto
utilizzata in cucina. La farina a Mantova non ebbe successo; In compenso i
fori di loto, che si riproducono molto velocemente, infestarono il lago
Superiore. L’esperimento non è andato bene, ma i fiori che popolano tuttora
il lago sono spettacolari!
La crescita delle castagne d’acqua (a forma di corna di bue) in autunno,
quando la pianta diventa anche una specialità per i risotti
▫ Fortissimo legame della popolazione mantovana con i laghi non è dato solo dall’arte
culinaria, ma si fonda anche sul passato di terre d’acqua e di campi fertili che la città
vanta
PERCORSO MATTINA
Chiesa di S.Andrea:
▫ Chiesa più famosa della città, progettata da Leon Battista Alberti
▫ Cattedrale della città assieme alla chiesa di San Pietro
▫ All’interno una sola grandissima ala, senza colonne intermedie a sorreggere il
soffitto: come sta su?
▫ Storia speciale: S.Andrea aveva detto in sogno a un povero uomo cieco dove trovare
a Mantova il sangue di Gesù Cristo, nascosto da molto tempo, e che ora si trova nella
cripta
▫ Qui è sepolto un pittore molto famoso che ha lavorato per la famiglia Gonzaga:
Andrea Mantegna
Piazza delle Erbe:
▫ Si chiama così in quanto un tempo i contadini qui vi vendevano le verdure
▫ Intorno alla piazza ci sono le antiche botteghe dei mercanti dove si vendevano: piatti,
tazze, coltelli, cucchiai, scarpe, berrette, e tante altre cose
▫ Si trovano:
Palazzo della Ragione:
Tutto in mattoni
Si amministrava la giustizia: gli uomini più ricchi della città dicevano
alle persone che avevano litigato chi aveva ragione
Torre dell’orologio:
L’orologio segna le ore, i segni dello zodiaco e come cambia la luna
nel cielo
Rotonda di San Lorenzo:
Chiesa più antica della città
A 1,5 m sotto il livello della piazza
Costruita per volere della contessa Matilde di Canossa
Forma circolare: ricorda Santo Sepolcro di Gerusalemme
Casa del Mercante:
Tipo arabeggiante
Muro tutto dipinto d’oro
Piazza del Broletto:
▫ Broletto: nome antico che vuol dire orto o giardino
▫ Qui i Mantovani avevano costruito il Palazzo del Podestà
Si giunge in piazza Sordello, la piazza più grande; dal nome di un cantante, suonatore e poeta
antico:
▫ Duomo di S. Pietro:
Sovrapposizione di 3 stili:
Facciata tardo barocca
Fiancata sinistra gotica
Campanile romanico
▫ Palazzo Ducale:
Divenuto residenza ufficiale dei Signori di Mantova, i Gonzaga, nella
seconda metà del XIV secolo
Complesso museale che ospita capolavori del 400-500 come la Sala del
Pisanello, lo Studiolo di Isabella d’Este, l’Appartamento di Troia realizzato
da Giulio Romano, il ciclo completo degli arazzi fiamminghi tessuti su
cartoni di Raffaello e altri straordinari tesori
Rappresentazione del labirinto sul soffitto di una delle numerose stanze che
compongono il complesso
All’interno dello stesso troviamo ripetuta la misteriosa frase “Forse che sì,
forse che no”; questa frase e il labirinto esprimerebbero le numerose
incertezze legate alla fragile condizione dell'Uomo
Appartamento dei Nani di Corte, dove ogni particolare è stato studiato in
misura ridotta. In realtà tale ambiente non era abitato dai nani: si tratta di una
ricostruzione simbolica ed ermetica; qui i Gonzaga predisposero un percorso
iniziatico, ispirato al biblico sogno della scala di Giacobbe
Camera degli Sposi: i mirabili affreschi del Mantegna, che aveva una casa
proprio di fronte alla Chiesa di San Sebastiano
Nel complesso di Palazzo Ducale è inserita anche la Basilica di Santa
Barbara e il castello di S. Giorgio
Dal Palazzo Ducale comincia una strada che arriva fino a Palazzo Te: la strada del principe
Palazzo Te:
▫ Termine appropriato: Villa: stava fuori le mura su un’isola chiamata Te
▫ Te non è il Tè da bere, ma il nome antico delle canne di lago, che sono piante
acquatiche che crescono ancora nei laghi di Mantova
▫ Costruito nel 1525 per le vacanze e le feste del marchese Federico Gonzaga, dove
poteva sottrarsi ai doveri istituzionali assieme alla sua amante Isabella Boschetti
▫ Il disegno del palazzo è dell’architetto Giulio Romano, allievo di Raffaello
▫ Riflette un preciso e on facile momento della storia dell’arte, quello del passaggio
dagli splendori rinascimentali alle esuberanze del manierismo
▫ La forma del palazzo è quadrata, al centro del quadrato c’è un grande cortile
▫ Ci sono porte vere e porte finte, il giardino e due grandi vasche con l’acqua con
dentro i pesci
▫ Le stanze più importanti sono:
La sala dei cavalli:
Sono dipinti i cavalli più belli, così grandi tanto da sembrare veri
La sala di Amore e Psiche:
Mito greco: storia di un dio e una bellissima ragazza che si amano
Si vedono gli dei greci che fanno festa, ballano, ascoltano musica tra
una serie di animali, molti dei quali esotici
La sala dei giganti:
Stanza più strana
Dipinta la favola dei giganti, grandissimi e fortissimi uomini che
vogliono salire sulla montagna chiamata “Olimpo” dove abitava
giove, il re di tutti gli dei Greci; Giove si arrabbia tantissimo (come
Federico Gonzaga) e con i fulmini colpisce le montagne e fa cadere
grosse pietre sulle teste dei giganti e li uccide
▫ Luogo più alchemico della città: rappresentazione di ben 12 labirinti, tutti ottagonali,
a gruppi di tre, sul pavimento della Sala di Amore e Psiche; un altro labirinto era
formato dalle siepi del giardino, ormai inesistenti
ENOGASTRONOMIA
▫ Cucina per tutti i palati e per tutte le tasche perché spazia dai ristoranti stellati alle
locande popolari e nostrane
▫ Nel 1662 approda alla corte dei Gonzaga l’ allora celeberrimo e conteso Bartolomeo
Stefani, che aveva lavorato presso i più raffinati nobili di Emilia e Lombardia.
Proprio nella nostra città scrive il suo famoso libro L’Arte di bencucinare, manuale
di “galateo a tavola” con indicazioni su come apparecchiare e descrizione di alcuni
banchetti tenuti alla corte dei Gonzaga. Il suo Cappone alla Stefani è sopravvissuto
fino ai giorni nostri e viene servito in diversi ristoranti di città e provincia
La cucina mantovana si connota anche per la sua stretta aderenza ai prodotti tipici del territorio:
zucca, melone, pera, cipolla, tartufo, pesce d’acqua dolce, formaggi (tra cui troneggia il grana,
che qui si presenta nella doppia variante di Grana Padano e Parmiggiano Reggiano)
▫ Da gustare sia in ristoranti di lusso che nelle cucine improvvisate nelle sagre popolari
▫ Gras pistà: lardo battuto con aglio e prezzemolo da servire sulla polenta fumante
▫ Cotechino
▫ Cappone alla Stefani: dalla antica ricetta del cuoco di corte dei Gonzaga, servito su
un letto di insalata fresca, uvetta e pinoli
▫ Sbrisolona: torta secca e friabile fatta con farina gialla, mandorle e strutto
▫ Sugolo: una specie di budino che si prepara nel periodo della vendemmia usando il
mosto d’uva e la farina bianca