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IL GIOCO DELLAPPARIRE:

AGGIORNAMENTI NOVECENTESCHI DEL MITO DELLA SIRENA


Silvia Zangrandi
In unepoca come la nostra in cui la notoriet viene anteposta alla privatezza, in cui i confini tra lecito
e illecito, buono e cattivo, trasgressione e rispetto sono sempre pi labili e infrangere le regole del comune
vivere civile non rappresenta pi un problema ma al contrario considerato una risorsa, il sentimento del
pudore si palesa per la sua inattualit: oggi pare che gli ostacoli che bloccano laffermazione dei desideri
personali debbano essere rimossi poich i freni inibitori sono retaggio di unepoca da relegare nei libri di
storia. Insomma, sembra che oggi tutto possa essere esibito, dai segreti pi inconfessabili alla propria fisicit.
In questo studio si tenter unanalisi del tema del pudore utilizzando le fonti letterarie del Novecento che
hanno posto la figura della sirena, essere fantastico e spudorato per antonomasia, al centro delle loro
narrazioni e tra le tante sfaccettature del pudore verr considerata in particolare quella legata alla nudit.
Il Novecento letterario affronta il tema della sirena con modalit diverse: vi chi resta nel solco della
tradizione senza discostarsi sostanzialmente dalla rappresentazione che ce ne davano gli antichi; c chi
rovescia il topos, che da bello e fantastico si trasforma in brutto e reale; c chi, infine, lo annulla,
vanificando tra laltro la possibilit della sopravvivenza del fantastico. Ma in tutti permane un elemento
comune: la maniera precipua della sirena di presentarsi, di muoversi, di avvicinarsi e approcciare luomo.
Lontana dalle comuni leggi del pudore, inteso come disposizione dellanimo che tiene conto delle virt
etiche della convivenza civile, la sirena si mostra nella sua nudit e si caratterizza per la sfrontatezza dei suoi
atteggiamenti. Il pudore un elemento che distingue luomo dagli animali, il pudore come virt etica e
politica aveva posto il suo tratto fondante sulla barra che separa [] luomo dalla bestia, ovvero lumanit
dallanimalit.1 Infatti, negli esseri viventi diversi dalluomo vergogna, pudore e castit sono assenti.
Proprio attorno alla distinzione uomo-animale ruota il discorso relativo alla sirena: come si vedr con
frequenza essa viene descritta nella sua animalit e, in certo qual modo, luomo che si innamora di lei tende a
giustificare la sua spudoratezza proprio in virt di questa caratteristica: il suo stato di natura, per dirla con
Rousseau, la renderebbe priva del pudore annullando la coscienza dellesistenza di una sfera pubblica e di
una privata. Infatti, il pudore legato allinterazione sociale dellindividuo: pi lindividuo inserito nella
societ, pi alto sar il suo senso del pudore. Il pudore sarebbe una sorta di discrezione, di ritegno che
impedisce di dire, di ascoltare o di fare certe cose che possono ferire la delicatezza, ha dimensione sociale,
per dirla con Andrea Tagliapietra, sarebbe una sorta di regolatore sociale che mantiene lordine interno
della comunit.2
1. Nel solco della tradizione
Le sirene, i cui avvistamenti furono testimoniati da Plinio il Vecchio, da Cristoforo Colombo e
addirittura dalla stampa moderna,3 continua a offrirsi come terreno fecondo per la cultura novecentesca e il
suo fascino sembra non avere fine: Claude Debussy ha musicato il mito delle sirene nel terzo dei suoi
Nocturnes per orchestra e coro femminile intitolato Sirnes dove le voci femminili non pronunciano parole
ma emettono solo suoni; Pablo Picasso nel 1947 dipinge Ulysse et les sirnes, che ancora oggi si pu
ammirare nel palazzo Grimaldi di Antibes; nel 2004 uscita una pubblicit il cui slogan diceva: Difficile
non farsi incantare dalla nuova Renault Laguna e una sirena si aggirava stupefatta allinterno dellauto; i

A. TAGLIAPIETRA, La forza del pudore. Per una filosofia dellinconfessabile, Rizzoli, Milano 2006, p. 117.
Ivi, p. 112.
3
Il 14 ottobre 1973 un articolo apparso sul Philadelphia Inquires riport lavvistamento di un essere met donna e
met pesce; a riprova che lantico mito della sirena pi che mai vivo anche ai tempi nostri ricordiamo che nella
Biennale di Valencia del 2005 gli spettatori hanno potuto ammirare una splendida sirena, capelli biondi, un corpo
sinuoso e una pinna posticcia []; la performance della trentaduenne Julie Atlas Muz, che romanticamente nuota tra
quarantamila pesci di cinquecento specie del Mar Rosso, che vivono in una gigantesca trasparente vasca del museo
oceanografico (P. VAGHEGGI, La bionda sirena di Valencia in La Repubblica, 26 settembre 2005, p. 32). Perci
molti potranno dire di aver visto una sirena! In Venezuela nel 2009 dopo un uragano stato trovato sulla spiaggia un
corpo dalla sembianze di sirena; infine, nel 2012 lagenzia governativa statunitense National Ocean Service ha dovuto
smentire ufficialmente lesistenza delle sirene!
2

film e i siti Internet dedicati alle sirene non si contano...4 Nel Novecento il fascino della sirena non ridotto a
semplice stravaganza, a storia dai soli fini di intrattenimento, ma la sua raffigurazione consente di
rappresentare sentimenti o comportamenti umani.
Calvino sostiene che levocazione moderna dei miti classici, tra ironica e affascinata [] affrontata
dagli scrittori italiani con la familiarit e lagio di chi si trova a casa sua.5 Anche uno dei nostri maggiori
critici letterari, Maria Corti, si cimenta con questo mito e nel suo Il canto delle sirene (1989) lo recupera in
termini classici, descrivendole, per dirla con Cesare Segre,
in varie fasi della loro storia iconografica: le vediamo cos tramutarsi da uccelli sinistramente artigliati e con
testa femminile in seducenti donne dalle braccia morbide e dalla coda di pesce []. Le vediamo prima
appostarsi su rocce [], poi muoversi libere tra le onde, compiacendosi del proprio corpo flessuoso.6

La riemersione del mito della sirena nel Novecento viene a rafforzare la rappresentazione che ce ne
davano gli antichi: una rappresentazione, se vogliamo, di maniera, ovvero esseri marini dal corpo per met
femminile e per met di pesce. La sirena di Filippo Tommaso Marinetti in Fabbricazione di una sirena, da
lui creata a colpi di temeraria fantasia7 in piena sintonia con lorientamento futurista, bella e seducente: il
narratore ci convince che si pu far scaturire da una flessuosit verdazzurra di mare la sirena sorgiva
dacqua.8 Egli infatti, dopo essersi tuffato nel mare sotto un letto tattile dalghe e erbe dure, accarezza
una sirena. La creatura viene descritta nella sua femminilit: la mia destra accarezza una fuga gelata di
anche femminili []. Intensit di brillii su quella spirale dacqua quasi coscia. []. Due listine di alga rossa:
labbra [], scintill sottacqua una lunga coda di pesce a belle squame dargento cesellato []. Poi emerse
grondante di amorosi sudori il pallido e ardente ovale perfetto.9 Marinetti si abbandona alle parolibere
futuriste: acqua cristallo carne oro perle burle sorrisi carezze fughe ritorni avorio alabastro nickelio coralli
barbagli ventagli di schiuma che fuma []. Sussurra la risacca al suo risucchio: se vuoi ti baciucchio in
fretta in fretta e poi ammucchio fresco fresco a chi tocca tocca.10
La rappresentazione novecentesca della sirena non trascura di mostrare la sua spudoratezza: il pudore,
considerato nellantichit come virt femminile, come ornamento dellessere femminile, prevede la
discrezione nel mostrarsi o, meglio, nel non mostrarsi. Si potrebbe dire che il pudore presidia il limite tra
apparire e non apparire, tra vizio e virt: il ritrarsi e il coprirsi sono caratteristiche fondamentali del pudore.
Notoriamente, le sirene si mostrano nella loro nudit: la parte superiore del corpo non coperta da alcunch, la
coscienza di essere attraenti, i richiami espliciti agli uomini che hanno la ventura di passare loro accanto in
questo brevissimo lacerto estrapolato da un resoconto giornalistico di Dino Buzzati al Giro dItalia del 1949,
ci sono tutte le coordinate che caratterizzano le sirene: dal mare della Calabria una sirena giovanetta sporse
dallacqua con lintero busto, rivolta ai corridori, e rideva, sfrontata. Benso, lanima allegra della squadra di
Bartali, le rispose con un gesto sin troppo allusivo. Quella disparve, sbatacchiando la gentile coda.11 Agli
apprezzamenti triviali del giovane, la sirena buzzatiana preferisce la fuga; diversamente, la sirena di
Giuseppe Tomasi di Lampedusa si offre deliberatamente al giovane Rosario La Ciura e gli promette un
futuro felice e spensierato. Si osservi con quale spudoratezza la sirena avvicina il ragazzo e gli parla: mi
piaci, prendimi. Sono Lighea, son figlia di Calliope. Non credere alle favole inventate su di noi: non
uccidiamo nessuno, amiamo soltanto12. Ogni freno inibitore cancellato e Lighea si concede senza indugi o
imbarazzo. Lincontro avviene nellestate del 1887: il giovane, allora ventiquattrenne, per sfuggire alla
4

Tra i testi dedicati alle sirene, cfr. S. CONSOLI, La candeur dun monstre. Essai psychoanalitique sur le mythe de la
sirne, Le Centurion, Paris 1980; A. BARINA, La sirena nella mitologia. La negazione del sesso femminile,
Mastrogiacomo, Padova 1980; L. MANCINI, Il rovinoso incanto, Il Mulino, Bologna 2005 e M. BETTINI, L. SPINA, Il
mito delle Sirene. Immagini e racconti dalla Grecia a oggi, Einaudi, Torino 2007.
5
I. CALVINO, Mondo scritto e mondo non scritto, a c. di M. Barenghi, Mondadori, Milano 2002, p. 238.
6
M CORTI, Il canto delle sirene, prefazione di C. Segre, Bompiani, Milano 1989, pp. VII-XIV: XI.
7
F. T. MARINETTI, Novelle colle labbra tinte, Mondadori, Milano 1930, p. 146.
8
Ivi, p. 149.
9
Ivi, p. 148, 150-151.
10
Ivi, p. 149.
11
Dino Buzzati al Giro dItalia, Mondadori, Milano 1981;1997, p. 57.
12
Il racconto, scritto tra il 1956-57, fu pubblicato postumo con il titolo Lighea, titolo scelto dalla moglie dello scrittore
(in G. TOMASI DI LAMPEDUSA, Racconti, Feltrinelli, Milano 1961). Nelledizione Mondadori 1995 a c. di G. Lanza
Tomasi, il racconto torn a essere intitolato La sirena. Si cita da G. TOMASI DI LAMPEDUSA, Opere, Feltrinelli, Milano
1965, p. 387.

calura di Catania e potersi dedicare allo studio in tranquillit, si trasferisce durante i mesi estivi nella casa di
un amico che si trova vicina al mare di Augusta. In quello splendido luogo in riva al mare luomo incontra la
sirena:
il volto liscio di una sedicenne emergeva dal mare []. Quelladolescente sorrideva, una leggera piega
scostava le labbra pallide e lasciava intravedere dentini aguzzi e bianchi, come quelli dei cani []; sotto
linguine, sotto i glutei il suo corpo era quello di un pesce rivestito di minutissime squame madreperlacee e
azzurre, e terminava in una coda biforcuta []. Era una Sirena.13

Tomasi accosta alla sensualit della sirena il suo aspetto animalesco: essa non mangiava che roba
viva [], straziava coi denti un pesce argentato che fremeva ancora, il sangue le rigava il mento []
,succhiava il mollusco palpitante [], era una bestia ma nel medesimo istante era anche una Immortale.14
Tomasi, pur segnalando la ferinit della sirena, la attenua accostando alla definizione bestia quella di
Immortale, giustificando quindi in un certo qual modo la sua mancanza di pudore. Infatti, in quanto per
met animale, non pu essere considerata senza pudore, semplicemente regolata dallimmediatezza della
natura. Come scrisse Hegel nelle sue Lezioni di estetica, luomo, cosciente della sua superiorit di spirito
rispetto agli animali, trova necessario nascondere tutto ci che pura animalit, ovvero quelle parti del corpo
che richiamano il mondo biologico, ovvero la sessualit.15 Il tema del pudore si rivelerebbe allora come
differenza antropologica tra uomo e animale. Non cos, ovviamente, per la sirena di Tomasi. Tornando al
racconto di Tomasi, di per s sconcertante, esso termina in modo ancor pi perturbante: durante una
traversata da Genova a Napoli il professore, in et ormai avanzata, scompare in mare. Il giovane amante
della sirena ha evidentemente ceduto al vecchio invito della sirena a seguirlo nel mare e scamperesti ai
dolori, alla vecchiaia; verresti nella mia dimora, sotto gli altissimi monti di acque immote e oscure, dove
tutto silenziosa quiete.16
Questo racconto pu essere accostato al romanzo di Mario Soldati La verit sul caso Motta17; i due
testi condividono la descrizione di maniera, volutamente stereotipata delle sirene, a partire dalle descrizioni
fisiche: le sirene di entrambi gli scritti sono avvenenti, procaci e riflettono liconografia classica. Quella di
Soldati ha una mostruosa coda [], larghe squame argentee, bluastre; la sirena di Tomasi una sedicenne
il cui corpo, sotto i glutei, quello di un pesce, rivestito di minutissime squame madreperlacee e azzurre, e
terminava in una coda biforcuta. Per entrambi la sirena rappresenta lespediente per fuggire dalla realt
asfittica del tempo (siamo in pieno fascismo), per scappare dalla routine e dal perbenismo e immergersi in un
mondo fantastico grazie al quale si pu essere finalmente liberi. Tuttavia qualcosa distingue la vicenda
narrata da Soldati da quella di Tomasi. Per Motta la sirena mezzo di seduzione, che si realizza nella sfera
delleros e della sessualit con tutte le passioni e i turbamenti che ne conseguono; per La Ciura si tratta di
fascinazione che si esercita invece nel registro estetico, pi della mente e della fantasia che del corpo.18 Si
tratta in sostanza di due diverse facce della stessa medaglia, due caratteristiche che contraddistinguono le
sirene che da sempre occupano limmaginario delluomo.
Mario Soldati nel suo La verit sul caso Motta, pur conservando alcuni aspetti del mito delle sirene (la
sirena sdraiata su uno scoglio; la seduzione musicale), lo interpreta in modo personale; a differenza delle
antiche narrazioni che consideravano le sirene mangiatrici di uomini, la sirena Juha dar a Gino Motta quello
che lui ha sempre cercato: lamore di una donna che lo far sentire forte e orgoglioso. Gino Motta un
avvocato trentenne triste, insicuro, inibito specialmente di fronte alle donne, che desidera ma che non osa
avvicinare e quando lo fa si comporta goffamente. Gli incontri con laltro sesso sono tutti incontri mancati e
culminano con lepisodio della passeggiata in collina con Marisa, che si conclude miseramente perch
luomo trasforma lincontro in uno scontro e, quasi in preda a un raptus, si getta su di lei afferrandola alle
13

Ivi, pp. 385-386.


Ivi, pp. 389-390.
15
Cfr. TAGLIAPIETRA, La forza del pudore, cit., p. 59.
16
TOMASI DI LAMPEDUSA, Opere, cit., p. 391.
17
La verit sul caso Motta fu dapprima pubblicato in 12 puntate sul settimanale OMNIBUS da aprile a giugno 1937
e in volume per la prima volta nel 1941 (La verit sul caso Motta. Romanzo. Seguito da cinque racconti, Rizzoli,
Milano-Roma), con alcuni cambiamenti rispetto alla pubblicazione ebdomadaria. Per approfondimenti, mi sia
consentito il rimando a S. ZANGRANDI, Una caverna di delizie in una solitudine di orrore: pluralit di mondi, di
linguaggi, di generi in La verit sul caso Motta di Mario Soldati , in Sincronie, a. XII, n. 23, gennaio-giugno 2008,
pp. 165-179.
18
S. ARGENTIERI, Fascinazione senza eros in R. Aragona (a cura di), Illusione e seduzione, Edizioni Scientifiche
Italiane, Napoli 2010, p. 89.
14

braccia come per divorarla. Un cannibale affamato, si sarebbe detto.19 A questo punto Motta, spaventato del
suo gesto, corre a perdifiato dalla collina verso il mare, progettando una fuga senza ritorno per disfarsi del
suo passato. Lavvocato, ammaliato dal mare, socchiude gli occhi e in questo modo viene introdotto
lincontro con la sirena. Il racconto trasmigra qui dal razionale allirrazionale e Motta si inabissa in un sogno
sottomarino, vivendo la propria morte negli amori con le sirene, assumendo una dimensione diversa,
liberandosi dai lacci che lo rendevano nemico a se stesso, in una condizione di perfetta sospensione da
qualsiasi bisogno. Lavvocato Motta
si volt e, con un brivido di orrore, vide davanti a s [] una sirena []. Era bionda, coi lunghi capelli
riccioluti che le scendevano sulle spalle ampie e rotonde. I seni erano grossi, alti e di una turgidezza
incredibile. Il viso era quello di una bellissima donna. Con i grandi occhi verdi e le labbra strette sorrideva
[]; orrore, a riflettere che quella donna non era una donna, anzi: che non era se non un pesce [], fiss la
mostruosa coda [] le larghe squame argentee, bluastre e ricoperte, pareva, di una secrezione oleosa.20

Lorrore, il disagio di Motta nel riconoscere che laffascinante creatura che ha dinnanzi a s per met
umana e per met animale la manifestazione del pudore che dimora in ogni essere umano; per Monique
Selz non pu esistere un mondo umano privo di pudore, cosa che invece non esiste nel mondo animale: il
pudore ha dimensioni sociali poich requisito della possibile esistenza di vita in comune. Il pudore,
manifestandosi nella relazione con laltro, appare rappresentativo della costruzione del soggetto allinterno
del progressivo meccanismo dintegrazione del s. Questo processo alla fin fine quello della presa di
possesso di se stessi da parte di se stessi e, di l, dellinserimento del soggetto in se stesso e nel mondo.
Condiziona i mezzi con cui la persona agisce e determina la sua modalit relazionale []; in questo modo
che il pudore assicura la libert di scelta del soggetto.21
Viene descritta con abilit la sfrontatezza della sirena: inizialmente, lasciva, poggiava un gomito
sulla parete pi alta dello scoglio []; cominci con la mano a carezzare il liscio spigolo di pietra come una
signora sdraiata su di un divano accarezza un cuscino;22 poi fissa Motta intensamente con sorriso complice
pareva conoscere i tormentosi desideri dellavvocato, e gli diceva con lo sguardo che poteva soddisfarli.
Placarli per sempre.23 Per dirla con Selz, lo sguardo sullaltro corre sempre il rischio di essere un moto di
appropriazione24 ed quello che fa questa sirena. Questultima, che dice di chiamarsi Juha, lo trascina
sottacqua. Lincontro amoroso tra Gino e Juha raccontato con discrezione, ma viene messo in luce
lerotismo, il piacere, la gioia degli amplessi, la delicatezza del loro avvicinarsi che si conclude con la
beatitudine un po ebete dellavvocato rinato a nuova vita perch era cos occupato a baciare la sirena, che
non si cur di trattenere il respiro. Ma fu proprio questa dimenticanza che lo salv.25 Vengono descritte le
flessuose movenze [], le delicate evoluzioni [] i lievi trasalimenti della coda26 della sirena al momento
di ricevere le carezze e i baci dellavvocato e lappagamento di Motta nel ricevere i baci della sirena che lo
irretisce e che lo nutre con bocconi prelibati. La storia si conclude con il ritrovamento sulla costa di
Piombino di un individuo completamente nudo [], molto peloso, la barba incolta, e una specie di patina
verdastra su tutto il corpo27 che dice di venire dal fondo del mare e di avere vissuto con le sirene. Le
incrostazioni di alghe e la patina verdastra che ricoprono il corpo dellavvocato fanno pensare a una lunga
permanenza in acqua e rappresentano loggetto mediatore che fa da trait dunion tra i due mondi: quello
degli abissi, dove lavvocato ha vissuto la sua incredibile avventura con le sirene, e quello terreno, che fa di
lui un uomo emerso dal mare con gli occhi di un pazzo [], malinconici, stanchi e lontani28 che viene poi
internato in un manicomio.
Tra le fonti del racconto di Tomasi di Lampedusa pocanzi citato c sicuramente la lettura della sirena
di Wells; la certezza ci viene da unaffermazione interna al racconto: La Ciura si ferma davanti allo scaffale
nel quale stavano le opere di Wells e considera lopportunit di rileggere The Sea Lady, un tempo snobbato
19

M. SOLDATI, La verit sul caso Motta, Sellerio, Palermo 2004, p. 112.


Ivi, pp. 118-119.
21
M. SELZ, Il pudore. Un luogo di libert, trad. it. di S. Pico, Einaudi, Torino 2005, p. 109.
22
SOLDATI, La verit sul caso Motta, cit., p. 118.
23
Ivi, p. 119.
24
SELZ, Il pudore, cit., p. 112.
25
SOLDATI, La verit sul caso Motta, cit., 127.
26
Ivi, pp. 130, 133.
27
Ivi, p. 174.
28
Ivi, p. 170.
20

perch forse in esso avrebbe potuto trovare qualche risposta di fronte allarcano. Nel romanzo di Wells viene
trattato un tipo di pudore che si potrebbe definire falso in quanto alimenta le dinamiche della seduzione
erotica e la tensione del desiderio amoroso. Esso proietta, anche nella sua apparente positivit, una zona
dombra, un tratto dambiguit che consente di ricomprenderlo sotto la categoria pragmatica della tattica,
come strumento di una strategia che pu essere [] offensiva.29 Sulla spiaggia di Sandgate Castle verso
Folkstone una giovane donna viene avvistata mentre pare stia per annegare. In realt la donna una sirena
che finge lannegamento per poter essere salvata e portata nella casa della famiglia Bunting. Nessuno
inizialmente si rende conto che la ragazza una sirena: Wells si fa beffe della tradizione raffigurando non la
classica sirena nuda ma la sirena che indossa a fashionable Phrygian bathing cap [ and a] red costume.30
La sirena di Wells sa leggere, conversare, beve t, viene definita a finished fine Sea Lady, si dichiara
immortale ma senza anima e per averne una deve stare tra esseri umani. Confessa poi di aver deliberatamente
deciso di approdare sulla terra perch tra le onde da tempo si invaghita di un giovane di belle speranze,
Harry Chatteris, e lo vuole a ogni costo, pur sapendo che fidanzato. Ecco che laffermazione di Selz
lassenza di pudore [] va a colpire le relazioni fra gli esseri umani31 trova la sua realizzazione nel
comportamento spregiudicato della sirena. Quasi inevitabilmente Harry si innamora della sirena perch
libera, spregiudicata e non lo giudica, she is a mermaid, she is a thing of dreams and desires, a siren, a
whisper and a seduction. She will lure him with her32 e con lei si immerge nelle profondit marine, felice.
La sirena, bella e sfrontata, pur di realizzare il suo scopo - avere il giovane con s -, si dimostra noncurante e
indifferente alle aspirazioni di Harry, ne calpesta gli interessi e senza scrupoli lo strappa alla vita tra i suoi
simili.
2. Il disincanto
Le sirene che abbiamo visto pocanzi sono ammaliatrici, autentiche femmes fatales, e rispettano
liconografia tradizionale, ma nel Novecento avviene anche il rovesciamento del topos, che da bello e
fantastico si trasforma in brutto e reale. Non certo questa una novit novecentesca: gi Dante nel XIX
Canto del Purgatorio ci aveva presentato la sirena come una femmina balba, / ne li occhi guercia, e sovra i
pi distorta, / con le man monche, e di colore scialba (vv. 7-9).33 Le sirene di Stefano DArrigo raccontate
in Horcynus Orca sonofemminote ammaliatrici [], nel quartodisotto codata, e nel quartodisopra []
infantina, bambinesca,34 famose per labilit nellattirare i marinai nelle acque dello stretto di Messina, per
poi massacrarli. Esse
si cernevano sopra lacqua con una flessuosit tale, da fare invidia alle onde medesime, col busto annudato sino
allombelico, bianchissime, col petto bello pronunciato e duro come due cedri [], la capigliatura nera
corvina, che gli galleggiava di dietro come per manto. Femmine da lustrarsi gli occhi, in due parole: e oltre alla
bellezza, la furbizia, larte mammalucchina che avevano nel mettersi in mostra e farsi vedere in tutto il loro
valore e segnalarsi ai naviganti.35

Anche DArrigo le rappresenta nella loro impudicizia, coscienti della loro intelligenza e della loro
maliziosa bellezza, sfrontate nel mettere in mostra il loro corpo, fintamente inconsapevoli che la nudit
connessa con lerotismo, con il desiderio sessuale. A ridurre la bellezza incantevole e incantatrice delle
sirene ci pensa Don Mim Nastasi che conosce bene queste creature poich convito che gli somigliano: lui
paralitico, loro non hanno luso delle gambe. Cominci a giocarci [], come con pupe di stucco e di
pezze dipinte. Lavere forse identico e come in comune con esse il quartodisotto, gli doveva ispirare una gran

29

TAGLIAPIETRA, La forza del pudore, p. 94.


H. G. WELLS, The Sea Lady, Appleton and company, New York, 1902, p. 10.
31
SELZ, Il pudore, cit., p. 9.
32
WELLS, The Sea Lady, cit., p. 86.
33
Scrive De Fiore: la fonte di Dante, qui, il Cicerone del De Finibus, non Omero []. Ulisse ed i marinai non si
lasciano secondo Cicerone - sedurre dalla soavit delle voci e delle melodie, ma da quel che le Sirene promettono: in
Cicerone, cio, le Sirene dicono molto, cantando cose che per leroe di ritorno da Troia risultano irresistibili, perch
attengono il senso di quel che ha fatto (L. DE FIORE, Sirene tra logos e desiderio in G. COCCOLI et al., La mente, il
corpo e i loro enigma. Saggi di filosofia, Roma, Stamen, 2007, pp. 171-190, p. 175).
34
S. DARRIGO, Horcynus Orca, Mondadori, Milano, 1975, p. 653.
35
Ivi, p. 657.
30

simpatia.36 La frequentazione con le sirene, che gli raccontano la loro vita, lo rende famoso e tutti ascoltano
inebriati i suoi racconti. Si tratta di cocotte profumate, belle scisc, femmine scicchettose37 che chiamano i
marinai.
Lassociazione sirene-prostitute appare con prepotenza anche nel racconto incompiuto e pressoch
sconosciuto Il capitano di lungo corso di Roberto Bazlen; nel capitolo intitolato Viaggio, il capitano decide
di intraprendere con la sua ciurma un viaggio specialissimo e ambizioso: un viaggio alla ricerca delle sirene.
Un giorno, dopo tanta attesa, la sirena si fa sentire. Apparentemente Bazlen sembra riproporre il mito antico
ma, poco dopo, viene riportato il canto della sirena che a un certo punto scade nella pornolalia quando ella si
offre allincauto capitano: io sono sedicenne e viziosa [], io sono grassa volgare e sono la grande puttana,
e cerco le pulci fra i peli del mio pube, e ti offro il mio culo da baciare.38 Il lungo Canto della sirena cos
come fu udito dal capitano loccasione per Bazlen di recuperare parodicamente e interpretare
personalmente il mito:
tenera e abbandonata ti offro la bocca per il primo bacio, e fra noi non ci sono pi malintesi, e da oggi in poi
vivremo eternamente insieme, in un appartamento luminoso con riscaldamento centrale; io sono una zingara, e
io sono selvaggia e cattiva []; ti chiedo esitante se venerd verrai a prendere il t; io sono una fausse-maigre
[]; io sono una bricoleuse []; io ho una sigaretta allangolo della bocca, e le mani nelle tasche del mio
tailleur, e la racchetta da tennis sotto il braccio []; sprofndati sempre di pi in me.39

Bazlen immerge lantico mito nella modernit e oppone allinvito delle sirene di andare a vivere, come
si leggeva in Tomasi di Lampedusa, sotto gli altissimi mondi di acque o in sontuosi palazzi situati in fondo
al mare, linvito di abitare in un comune appartamento; non gli offre bevande esotiche ma un semplice t.
Spesso nel Novecento i miti antichi vengono decostruiti e poi ricostruiti e reinventati, adattandoli. Esiste
insomma una transcodificazione del mito che si sottrae alla determinazione dei ruoli sanciti dallimmaginario
collettivo. Queste sirene moderne che fumano, bevono t e giocano a tennis rievocano le celebri sirene
dellUlysses di James Joyce che sono le cameriere del bar frequentato da Leopold Bloom. Sugli avventori
agisce la seduzione di queste bizzarre creature che, metaforicamente, richiamano mare, onde, maree, creme
ed eritemi solari. Qui, come del resto da alcuni antichi mitografi,40 vengono presentate come adescatrici:
Bending, she nipped a peak of skirt above her knee. Delayed. Taunted them still, bending, suspending, with
wilful eyes []. Smack. She set free sudden in rebound her nipped elastic garter smackwarm against her
smackable a womans warnhosed thigh.41

Le sirene mostrano tutto senza raccontare niente di loro, inondano di immagini ma privano di parole,
tipico della mancanza di pudore.
3. Il canto e il suo annullamento
Come si visto, il Novecento, pur continuando a restare ammaliato dal mito delle sirene, lo aggiorna e
suggerisce un percorso evolutivo. Sembra che il Novecento letterario condivida lidea che non sia il canto
vero e proprio della sirena a sedurre quanto il suono della voce, il registro vocale indifferenziato,
preverbale,42 sensuale ed adescatore, la parola pronunciata che seduce chi lascolta. La sirena di Marinetti
36

Ivi, p. 655.
Ivi, p. 656.
38
R. BAZLEN, Il capitano di lungo corso, in Scritti, a c. di R. CALASSO, Adelphi, Milano 1984; p. 60. Il testo fu scritto
nei primi anni del dopoguerra, come testimoniano Liuba Blumenthal, Luciano Fo e Sergio Solmi e come si evince
dalla data posta alla fine di una prima stesura della storia: 3-4 ottobre 1944.
39
Ivi, p. 61.
40
Servio definiva apertamente la sirena prostituta e Clemente Alessandrino una puttanella che canta nel fiore degli
anni.
41
J. JOYCE, Ulysses, Shakespeare & Co. Paris 1922; Hardmondsworth, Penguin Books, 1977, pp. 255; 256; 262-263. Di
qeusto lacerto offro la traduzione tratta da J. JOYCE, Ulisse, trad. it. di G. DE ANGELIS, Mondadori, Milano 1988; 2000:
Chinandosi safferr un lembo di gonna sopra il ginocchio. Differiva. Ancora li tormentava chinandosi, in sospeso,
con occhi malandrini [], schiocco. Lasci libera a un tratto di scatto la giarrettiera elastica estesa schioccandola contro
la coscia schioccante caldicalzata di donna (pp. 258-260).
42
Sul rapporto canto, parola, cfr. A. CAVADERO, A pi voci. Filosofia dellespressione vocale, Feltrinelli, Milano 2003.
37

sospira voluttuosa senza cantare: accarezzami colle tue calde immagini colorate e subito io mi incarner;43
la sirena incontrata da La Ciura ha la voce [] un po gutturale, velata, risuonante di armonici
innumerevoli [], Il canto delle sirene, Corbera, non esiste: la musica cui non si sfugge quella sola della
loro voce;44 per Joyce gli strumenti della loro seduzione sono tre: la loro bellezza, lalcol che offrono e la
musica, un canto senza voce: a voiceless song from within, singing [] a duodene of birdnotes chirruped
[] brightly the keys, all twinkling [] called to a voice to sing, the strain of dewy morn, of youth, of loves
leavetaking, lifes, loves morn;45 per Bazlen non era un canto, era un sentirsi portare, un rifugio, una
felicit, era il placarsi di una fame sconosciuta [], oggi il mio canto ti culla, ti culla meglio del maligno
beccheggio della nave l fuori [], il mio canto caldo [], un momento ancora, ascolta il canto, ti canto la
tua vita;46 lavvocato Motta sente non un canto, ma una confusa armonia di voci, ora lontana ora vicina, un
lungo accordo ondeggiante di voci rauche e argentine.47 I lacerti qui sopra esposti mostrano la forza
illusionistica dei suoni prodotti dalle sirene: il suono apre la strada allincontro tra noto e ignoto, tra uomo e
sirena, una forza adescatrice che attrae e incanta, apre uno spazio sullalterit implicando il susseguirsi di
singoli istanti, un ricorso al s e la sua messa in relazione con laltro, dando adito a tutti quei fenomeni di
euforia, disforia o fobia verso lignoto.48
evidente che per resistere al fascino ammaliatore delle sirene c ancora solo una strada da
percorrere: quella del rifiuto allascolto. Nel racconto Il silenzio delle sirene (1917) di Franz Kafka, Ulisse,
contrariamente al mito, si riempie di cera le orecchie come i suoi compagni. Kafka si fa beffe delleroe greco
dicendo che altri viaggiatori prima di lui avrebbero potuto fare altrettanto,
ma il mondo intero sapeva che non poteva essere di nessun aiuto. La voce delle Sirene traforava tutto [].
Ulisse non ci pens. Si fidava assolutamente della sua manciata di cera e dei suoi pacchi di catene e, tutto
preso dalla gioia innocente che questi piccoli espedienti gli procuravano, egli and a incontrare le Sirene.49

Secondo lintrigante interpretazione di Platzer, sottrarsi forzatamente alla seduzione sonora del canto
delle sirene [] non fa altro che confermare il potere comunicativo persuasivo del suono. La forza e,
soprattutto, il potenziamento seduttivo nascono, per, anche da una condizione che precede il meccanismo
seduttivo vero e proprio: lassenza. [] lassenza, il silenzio sonoro e/o sensoriale predispone lascoltatore
allintensificazione del sentire e determina laumento del desiderio.50 E infatti scrive Kafka:
le sirene possiedono unarma ancora pi temibile del canto, cio il loro silenzio []. Di fatti allarrivo di
Ulisse le potenti cantatrici non cantarono, credendo che tanto avversario si potesse sopraffare solo col silenzio
[]. Esse invece, pi belle che mai, si stirarono, si girarono, esposero al vento i terrificanti capelli sciolti e
allargarono gli artigli sopra le rocce. Non avevano pi voglia di sedurre.51

Il loro silenzio larma estrema del loro fascino.


Diversamente, Bertolt Brecht apertamente dichiara che Kafka si sbagliato (su questa storia c una
rettifica anche in Franz Kafka). Egli riteneva nei Dubbi sul mito che la voce delle sirene non si fosse ridotta
al silenzio ma avesse preferito volgersi allinsulto: spudoratamente, dalle loro bocche non uscivano dolci
suoni ma autentici insulti contro Odisseo che, in perfetta sintonia con la storia omerica, temendo di non
riuscire a resistere al loro canto, aveva preferito farsi legare. Brecht pensa che le gole che i rematori
vedevano gonfie allo spasimo urlassero insulti contro quel maledetto provinciale incapace di osare e che
Ulisse si contorcesse semplicemente perch anche lui provava vergogna.

43

MARINETTI, Novelle colle labbra tinte, cit., p. 149.


TOMASI DI LAMPEDUSA, Opere, cit., pp. 385-386.
45
JOYCE, Ulysses, cit., p. 257; JOYCE, Ulisse, cit., p. 258: un canto senza voce cantava dallinterno [], una
duodecima di note alate cinguett [] fulgidamente i tasti, tutti baluginanti [], invocavano una voce che intonasse la
melodia del rorido mattino, della giovinezza, del congedo damore, del mattino di vita, del mattino damore.
46
BAZLEN, Il capitano di lungo corso, cit., pp. 58, 61.
47
SOLDATI, La verit sul caso Motta, cit., p. 118.
48
E. F. PLATZER, Il fascino seduttivo delle metropoli darte in Aragona (a c. di), Illusione e seduzione, cit., p. 157.
49
F. KAFKA, Racconti, a c. di E. Pocar, Mondadori, Milano1992, p. 429.
50
PLATZER, Il fascino seduttivo delle metropoli darte in Aragona (a c. di), Illusione e seduzione, cit., p. 158.
51
KAFKA, Racconti, cit., pp. 428-429.
44

In Il canto delle sirene, Maurice Blanchot parte dal mito come ci stato raccontato da Omero
sottolineando il fatto che Ulisse ha ascoltato il canto da semplice spettatore, impossibilitato a unirsi a esso
poich legato allalbero maestro della nave. Secondo Blanchot, in accordo con le tendenze novecentesche,
non c certezza che davvero cantassero e se anche fosse stato cos, era une manire que ne satisfaisait pas,
qui laissait seulement entendre dans quelle direction souvraient les vraies sources et le vrai bonheur du
chant.52 Si tratta quindi di un canto sedicente bench imperfetto, un canto ancora a venire: a seguire quel
canto si arriverebbe nel luogo dove nasce veramente il canto. Non vi inganno, quindi, proprio perch il
canto manchevole, ma allude a qualcosa di ulteriore che si potr compiere solo dopo la morte.
Se si parte dallassunto che il canto delle sirene si identifica con larte, questultima non pu essere
fruita da Ulisse poich bloccato: essa pu essere solo contemplata. Per questa ragione Ulisse, secondo
Blanchot, non riusc davvero a sconfiggere le sirene ma esse riuscirono ad attirarlo et, caches au sein de
lOdysse [], elles lengagrent [] dans cette navigation heureuse, malheureuse, qui est celle du rcit, le
chant non plus immdiat, mais racont.53 Le sirene, per la prima volta vinte dalla disperazione,
scomparvero, ma imprigionarono Ulisse al racconto; ed proprio verso questo luogo che le sirene,
imprigionate nel racconto, continuano ad esercitare la loro malia, guidando con la loro voce, lo scrittore
prima e il lettore poi, verso quel punto sublime in cui sembra promessa la possibilit di parlare e
raccontare.54
4. La cancellazione del mito della sirena
Dalla cancellazione del canto delle sirene alla cancellazione del mito il passo breve: ci introduce
allinterno di questa idea il lungo racconto di Andrea Camilleri Maruzza Musumeci, ambientato in Sicilia, e
precisamente vicino a Vigata in contrada Ninfa che non n terra n mare perch galleggia supra il mare e
sutta c sulo acqua:55 qui le sirene sono donne che vivono insieme agli esseri umani, autentiche fanciulle
della porta accanto; unica differenza che il loro tempo di vita sembra eterno: la millenaria catananna, la
giovane Maruzza e la piccola Resina vivono nel presente e nel passato al di sopra della vita e della morte.
Stanche di essere un mito, le sirene novecentesche si fanno simbolo della modernit interpretando la
dissoluzione del passato di fronte allavanzare inarrestabile del moderno. La contemporaneit riesce a
distruggere persino il mito delle sirene, come si evince dalla lettura di due romanzi molto diversi tra loro ma
che condividono la fine atroce della sirena, mangiata dallessere umano. Allinterno del romanzo del 1949 La
pelle, Curzio Malaparte pone un macabro racconto che ha per protagonista una piccola sirena: siamo nel
1943 in una Napoli distrutta dalla guerra e occupata dagli Alleati, in un periodo in cui la pesca proibita e
lunica possibilit di avere pesce era quella di prelevarlo dallAcquario della citt. Durante un pasto viene
servito a tutta prima un pesce ma lesclamazione del generale Cork ecco la Sirena fa nascere diversi dubbi.
Tutti guardammo il pesce e allibimmo []. Una bambina, qualcosa che assomigliava a una bambina, era
distesa sulla schiena in mezzo al vassoio, sopra un letto di verdi foglie di lattuga [] le sue forme ancora
acerbe e gi armoniose, la dolce curva dei fianchi, la lieve sporgenza del ventre, i piccoli seni virginei, le spalle
larghe e piene.[]. Qua e l strappata, o spappolata dalla cottura, specie sulle spalle e sui fianchi, la pelle
lasciava intravedere per gli spacchi e le incrinature la carne tenera, dove argentea, dove dorata []. Le braccia
aveva corte, una specie di pinne terminanti a punta [] Un ciuffo di setole le spuntava al sommo del capo, che
parevan capelli []. I fianchi, lunghi e snelli, finivano, proprio come dice Ovidio, in piscem, in coda di pesce
[], un pesce dissi la famosa Sirena dellAcquario [], il maggiordomo aveva scritto sulla lista del
pranzo: Sirena alla maionese con contorno di coralli.56

Lorrore, lo sbigottimento dei presenti per lo scempio fatto al pesce-bambina, limpossibilit di


mangiare quel corpo porta alla decisione di seppellire le spoglie nel giardino dove vive il generale Cork. La
sirena brutalmente uccisa si fa metafora della sofferenza del popolo italiano, violentato dalla guerra e
vilipeso dai soprusi degli invasori.
Anche nel romanzo Sirene di Laura Pugno gli uomini mangiano carne di sirena. Il romanzo,
ambientato nella Nuova Bassa California, racconta di un allevamento non autorizzato di sirene: da un lato le
52

M. BLANCHOT, Le livre venir, Gallimard, Paris 1959, p. 9.


BLANCHOT, Le livre venir, cit., p. 11. BLANCHOT, Il libro a venire, cit., p. 15.
54
R. BOCCALI, Blanchot e il canto delle sirene in Davar, n. 4, 2008, pp. 204-219, p. 213.
55
A. CAMILLERI, Maruzza Musumeci, Sellerio, Palermo 2007, p. 31.
56
C. MALAPARTE, La pelle, Mondadori, Milano 1978; 2001, pp. 208-209; 213.
53

sirene sono costrette alla prostituzione, dallaltro vengono allevate e poi macellate poich la loro carne
particolarissima e molto ricercata. Il protagonista, Samuel, un ragazzo che lavora nellimpianto di
macellazione: un giorno si accoppia con una sirena e dallaccoppiamento nasce un essere ibrido
potenzialmente capace di parlare. Pugno trasforma le sirene da libere e adescatrici a esseri domati,
sonnolenti, adatti solo alla monta e al macello. Il mondo qui proposto apocalittico: il sole nero distrugge
lepidermide degli umani che si devono proteggere con speciali tute, in questo universo esiste solo il
controllo dei pi potenti, gli Yakuza, che hanno imprigionato e che allevano una specie di animale-non
animale per consumarne la carne. Si tratta di sirene, una specie bellissima dai capelli azzurro vivo e
capezzoli verdecupo, piccoli denti perlati aguzzi e affilatissimi57. Pugno rilegge larchetipo del mito della
sirena e lo distrugge. In unintervista afferma: Nel romanzo le sirene sono precipitate dal piedistallo del
mito ridotte a bestie dallevamento, a feticci viventi eppure mantengono segretamente il loro potere []
le vedo pi come creature di una biologia estrema che del mito [] mitografia senza mito.58 Nel romanzo
non si fa cenno alla voce della sirena: sparisce anche la caratteristica principale di queste creature proprio a
indicare che luomo non pi in grado di ascoltare in modo attivo, non vuole pi rischiare di perdersi
nellaltro per entrare in una nuova dimensione.
A questo punto sorge un dubbio: la fine del mito delle sirene porta con s la scomparsa della
spregiudicatezza e della spudoratezza che da sempre ne caratterizzano latteggiamento e, conseguentemente,
la cancellazione della spudoratezza porta con s la fine del suo opposto, ovvero del pudore? Come abbiamo
visto, il pudore si inscrive allinterno delle relazioni fra individuo e societ: il pudore, la discrezione
consistono nellastenersi dal far conoscere di s vizi e virt, lati nascosti del proprio carattere e del proprio
corpo, e ovviamente dal voler conoscere degli altri tutto ci che questi non intendono mostrare liberamente.
Decretare la fine della sirena potrebbe significare la fine del suo mondo, fatto di sguardi maliziosi, risa
sfrontate, inviti espliciti, comportamenti sconvenienti; ma se tutto questo non esiste pi, non ha pi ragione
di esistere il suo opposto, ovvero il pudore, e non si pu che accettare lannullamento della tensione tra la
necessit di unimmagine sociale conveniente, e che quindi nega atteggiamenti ritenuti, appunto, impudichi,
e la possibilit di infrangere le regole del vivere civile ed etico. A questo punto tutto sarebbe lecito, tutto
permesso, tutto conveniente, possibile. Resta per, come extrema ratio, la speranza che solo nella
raffinatezza dellallusione e nella cultura del contegno e del pudore luomo in grado di manifestare non
solo la completa padronanza di s, ma lesistenza di s.59

57

L. PUGNO, Sirene, Einaudi, Torino 2007, p. 21. Pugno in unintervista fatta da Raffaele Aragona informa che questa
idea viene dalla lettura della Saga della Sirena di Rumiko Takahashi.
58
L. PUGNO, Sirene in Aragona (a c. di), Illusione e seduzione, cit., p. 167.
59
TAGLIAPIETRA, La forza del pudore, p. 174.

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