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Bambini Soldato

Vittime delle guerre.


Il '900 stato il secolo pi sanguinoso della storia dell'umanit. Il numero dei morti in
questo secolo infatti pi del triplo di quello complessivo delle vittime di tutti i conflitti combattuti
nei precedenti duemila anni.
Le vittime dei conflitti combattuti tra I e XIX secolo non avrebbero superato la cifra di 40 milioni; mentre sono oltre 100 milioni le vittime dirette delle guerre novecentesche (187 milioni
contando anche le vittime indirette): circa 75/80 milioni fino al 1950 e quasi 25 negli oltre
250 conflitti (oltre 170 di notevole entit) censiti tra il 1950 e oggi. Il '900 presenta un indice di
44 vittime di eventi bellici ogni 1000 appartenenti alla popolazione totale interessata: una
percentuale di una quindicina di volte superiore a quella degli oscuri tempi delle guerre di
religione (3 su 1000 nel '500) e quasi il triplo di quella dell'800 (16,2 su 1000).
L'ultimo rapporto UNDP segnala che negli anni '90 i conflitti tra stati hanno ucciso circa
220.000 persone. Negli stessi anni i conflitti civili hanno portato alla morte di circa 3,6 milioni
di persone e il numero di rifugiati e dispersi all'interno dei paesi cresciuto del 50%.
Interi paesi come ex Jugoslavia, Burundi, Ruanda, Afghanistan e Cecenia sono stati
completamente sconvolti e dilaniati dall'esperienza della guerra.
Da notare, inoltre, il fatto che negli ultimi decenni la percentuale di vittime civili nei
conflitti cresciuta. Se nella prima guerra mondiale i civili uccisi erano solo il 15% e nella
seconda guerra mondiale erano circa il 59%, in Viet Nam sono stati oltre il 60% e dopo gli anni
Ottanta la percentuale di morti fra i civili nei conflitti ha raggiunto l'80/90%.
Si deve sottolineare inoltre che oltre alle vittime dirette in tutte le guerre esistono anche
vittime indirette. In particolare se le forze attaccanti mirano a distruggere infrastrutture come
strade, collegamenti, aeroporti, fabbriche, impianti elettrici, tutto questo causer un aumento
netto delle vittime civili in un secondo tempo a causa delle scarse condizioni sanitarie, delle
malattie, dell'impossibilit di lavorare, dell'inquinamento, ecc. Non un caso che tra le vittime
della guerra ci sono sempre di pi i bambini poich sono i primi a risentire del peggioramento
delle condizioni di base, alimentari e sanitarie. Negli ultimi decenni le guerre hanno causato un
vero e proprio sterminio tra i minori.
Bambini nelle guerre.
Negli ultimi dieci anni circa due milioni di bambini sono stati uccisi in guerra, gli
invalidi sarebbero oltre cinque milioni. Per quello che riguarda i bambini, i decessi indiretti
causati dalla guerra sono in numero molto superiore a quelli causati direttamente dalle armi.
Pi in generale, la guerra mette ancora pi in crisi le condizioni di vita o di sussistenza
della popolazione locale distruggendo raccolti, impedendo il pascolo e l'allevamento degli
animali, interrompendo le linee di comunicazione e il movimento e dunque bloccando il
trasporto dei beni fondamentali, dagli alimenti alle medicine. In questo quadro a risentirne sono
prima di tutto i bambini. In questo senso qualsiasi guerra una guerra contro i bambini.
In pi, nelle guerre civili o etniche, poich l'obiettivo del conflitto non pi conquistare un
territorio quanto distruggere il gruppo avversario, le generazioni pi giovani divengono per un
verso un serbatoio di soldati obbedienti da mandare al massacro e per l'altro uno specifico
obiettivo militare; in quest'ultimo caso i bambini sono visti come un futuro nemico che va
annientato prima ancora che cresca. Nell'ottica di colpire l'avversario alla radice rientra anche la
strategia di distruggere le scuole o di eliminare gli insegnanti, come anche la pratica di
disseminare il territorio di mine e ordigni specificatamente destinati ad attirare l'attenzione
dell'infanzia. In Ruanda, per esempio, circa due terzi degli insegnanti sono stati uccisi o costretti
a scappare.
In molti paesi dove il conflitto dura da molti anni, intere generazioni di bambini sono nate
e cresciute nella guerra: l'esposizione alla violenza, il ferimento o l'uccisione dei propri cari o
di vicini di casa, la separazione dalla propria famiglia, l'esperienza dei bombardamenti o dei
fuochi dei cecchini sono solo alcuni dei terribili traumi che hanno dovuto subire questi bambini.
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Si pu notare tra l'altro che circa la met dei profughi attualmente sono bambini. Una
stima approssimativa ipotizza che negli ultimi dieci anni siano circa 20 milioni i bambini
costretti ad abbandonare la loro casa e il loro ambiente domestico a causa delle guerre.
Oltretutto nel caso di esodi improvvisi e nel caos generato dalla fuga molti bambini rimangono
separati dalla famiglia di origine e sono costretti a cavarsela in qualche modo cercando aiuto
presso altri adulti, oppure presso i gruppi militari.
In molti casi per alleviare la fame, la stanchezza e la desolazione, i bambini si rivolgono
a droga, solventi, colle, alcol. Nel complesso, l'insieme delle forme di violenza, di sofferenza e
di degrado imposte ai bambini mostra fino a che punto la guerra sia oggi un evento che
devasta la societ in profondit, in tutte le sue dimensioni, nello spazio e nel tempo, nel
presente e nel futuro.
Bambini soldato.
Il coinvolgimento, spesso in prima fila, dei bambini soldato non un'invenzione recente.
Dall'educazione militare dei bambini nell'antica Sparta alle organizzazioni dei Balilla nel regime
fascista.
Recentemente, tuttavia, l'evoluzione tecnologica ha reso disponibili armi leggere come
fucili, mitra, lanciarazzi permettendo a giovani anche solo di dieci anni di superare precedenti
vincoli fisici e di diventare soggetti attivi e pericolosi su un campo di battaglia. Questo da una
prima indicazione sul perch, negli ultimi decenni, si registrato un sempre maggior coinvolgimento di bambini soldato in eserciti, milizie o bande armate impiegate sui fronti di guerra.
Il numero dei bambini tra i 5 e i 18 anni arruolati in eserciti regolari o milizie e bande armate
aumentato dai circa 200.000 alla fine degli anni '80 agli oltre 500.000 attuali, suddivisi tra
87 diversi paesi. Si calcola che circa 300.000 minori siano attualmente coinvolti attivamente in
conflitti in 41 paesi.
Nelle schiere dei militari finiscono i bambini di strada, quelli privi di famiglia, o i figli di
genitori molto poveri che non riescono a provvedere alla loro crescita. A volte i bambini sono
costretti con la forza ad arruolarsi e a combattere, in altri casi semplicemente non hanno
alternative. Lesercito viene visto come unica possibilit per uscire dalla miseria, per
procurarsi del cibo o anche solo per ritrovare un senso di comunit una volta andata persa la
propria famiglia naturale.
Secondo l'Unicef sono oltre 1 milione gli orfani che hanno perso la famiglia in guerra.
I motivi che spiegherebbero l'attuale utilizzo dei bambini soldato sono diversi. Oltre alla
proliferazione delle armi leggere, l'utilizzo dei bambini soldato sarebbe coerente con la logica
perversa delle guerre infrastatali, finalizzata a rendere massimo il terrore nella popolazione
civile. Far combattere bambini significa infatti destabilizzare profondamente una comunit
poich vengono sconvolti i valori tradizionali di rispetto, fiducia e protezione che legano
gli adulti all'infanzia, mentre si diffonde l'innaturale concetto che qualunque bambino pu
diventare un pericoloso assassino. Inoltre i bambini sono piuttosto facili da manipolare
psicologicamente e dunque da indottrinare. Per questo motivo questi ragazzi sono arruolati
giovanissimi e sottoposti a un rapido ma incisivo addestramento, che comprende prove cruente
e iniziazione alla violenza e all'omicidio, somministrazione di droghe e di alcol, pesante
condizionamento psicologico e indottrinamento religioso. Come ha affermava un ufficiale dei
ribelli della Repubblica Democratica del Congo: I Kodo-go (soldati ragazzini) sono degli ottimi
soldati perch non si preoccupano di nulla. Obbediscono agli ordini, non pensano a tornare a
casa, dalla moglie o dalla famiglia. E non hanno paura di nulla. Una volta arruolati, i bambini
subiscono la pi spietata delle discipline militari e per ogni errore o mancanza vengono
castigati duramente, mentre la diserzione viene punita con la morte. Spesso i bambini sono
mandati a combattere letteralmente come carne da macello, esponendoli in questo modo alle
pi alte perdite. Esistono casi documentati, come nel caso dei bambini iraniani nella guerra con
l'Iraq, che sono stati mandati per primi ad attraversare terreni che si sospettavano minati.
Arruolare i bambini significa non solo violare e corrompere linfanzia, ma anche mettere una
pesante ipoteca di violenza sul mondo che verr. Infatti a guerra finita il loro recupero
estremamente difficile, perch anche qualora esista ancora una famiglia o una comunit di
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origine, spesso questi bambini sono circondati dalla diffidenza o dallodio dei familiari e
della gente.
Esistono comunque importanti programmi di recupero condotti dallUNICEF e da altre
istituzioni internazionali che cercano di aiutare questi bambini e di accompagnarli
nellinserimento, a seconda dei casi, in una comunit accogliente, in centri di riabilitazione
specializzati, in famiglie affidatarie o talvolta anche in gruppi di coetanei.

Mine.
Nel terribile abisso di violenza generato dalle guerre, un ruolo particolarmente rilevante
giocato dalle mine antiuomo. Circa 110 milioni di mine sono attualmente disseminati tra una
settantina di paesi. Dal 1975 ad oggi sono esplose mine sotto i piedi di oltre un milione di
persone, in gran parte bambini. Ogni mese le mine uccidono o mutilano 2.000 persone in
gran parte civili, anche a guerra finita. Ogni 15 minuti qualcuno mette il piede su una mina. Chi
sopravvive in genere perde qualche arto.
In paesi come l'Afghanistan o la Cambogia si calcola che il 35% delle terre non siano
utilizzabili a causa delle mine. In Laos, la Piana delle Giare disseminata di piccoli ordigni
antiuomo. Qui contadini e bambini continuano a morire per le mine antiuomo sganciate durante
i bombardamenti degli anni '60 e '70.
Il Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine del 1997 stato siglato finora da 135
nazioni ed entrato in vigore il 1 marzo 1999. Tra i grandi assenti figurano Stati Uniti, Cina,
Russia, Turchia, Egitto, Finlandia.
All'attuale velocit servirebbero pi di 1.100 anni per bonificare l'intero pianeta senza
contare la posa di nuove mine.

DA: Dizionario delle nuove guerre, EMI, Bologna 2005

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