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Giacomo Merialdo
LILIACEAE
Tematiche raccolte da miti, simboli e usi erboristici delle piante
Introduzione
Questa famiglia deve il suo nome al genere Lilium (il giglio, re dei fiori secondo gli scrittori
italiani del XVII secolo). E una delle famiglie pi vaste delle Monocotiledoni, composta infatti da
circa 240 generi con un numero di specie che compreso fra le 2.000 e le 4.000 unit.
Dalla struttura dei fiori si potrebbe dedurre che in questa famiglia vi sia una certa omogeneit di
caratteri, ma a un esame pi attento delle varie strutture, dei modi di vegetazione, del portamento,
della forma delle foglie e della natura dei frutti, appare in essa una notevole discordanza di aspetti.
Infatti nella classificazione delle varie sottofamiglie e generi, come vedremo, ho riscontrato
numerose versioni differenti, a testimonianza del fatto che il polimorfismo strutturale e la grande
variet e quantit di specie, diffuse in tutto il mondo, ha creato ai botanici non pochi problemi di
sistemazione. Ci nonostante, possiamo osservare in questa famiglia numerosi caratteri comuni, che
vanno dallo stesso carattere morfologico delle piante (si pensi al bulbo e allinfiorescenza, per es.)
allutilizzo terapeutico che ne stato fatto nei secoli, alle caratteristiche abitative, comportamentali
e soprattutto alla esaltazione dellaspetto estetico, ornamentale, correlato alla particolare soavit dei
profumi. Per questo motivo la maggior parte di queste piante sono da sempre usate a scopo
ornamentale e molte di esse (si pensi per es. al giacinto e al giglio) da sempre assunte a simbolo di
purezza. Daltra parte, per questa loro grossa radice bulbosa immersa nel terreno e contenente quasi
sempre zolfo, la simbologia ha sempre attribuito loro, fin dai tempi pi remoti, le qualit di piante
infere, peccaminose e nello stesso tempo un valore di salvaguardia dai malefici. E intorno a questo
dualismo terra-aria, peccato-purezza, passioni terrene (riguardanti per lo pi laspetto sessuale) e
aspirazioni celesti, che ruota tutta la dinamica simbolica delle Liliaceae.
Non a caso gli ultimi capitoli, riguardanti le qualit celesti e quelle terrene, sono i pi cospicui,
mentre la parte terapeutica mediamente rappresentata: se togliessimo da questa famiglia le
Agliacee, essa sarebbe senzaltro molto meno ampia che in altre famiglie. Da notare, a questo
riguardo, luso terapeutico per lapparato cardio-vascolare, al quale concorrono numerose specie e
non solo le Agliacee: pu essere suggestivo il collegamento con la tematica della sessualit, della
passionalit, cos enormemente espressa in questa famiglia.
Numerosi autori hanno messo in evidenza il dualismo aereo e terrestre, tipico delle Liliacee. Cito
solamente F. Vermeulen, autore (oltre che di altre opere omeopatiche), della bellissima Synoptic
Materia Medica II, per la quale ha consultato una vasta letteratura erboristico-botanica,
farmacologica e mitologica: ... le Liliaceae non sono piante ad alto fogliame. Solitamente hanno
una rosetta di foglie allungate e semplici. La caratteristica pi peculiare rappresentata dalla
presenza di fiori magnifici, spesso profumatissimi. Se noi prendiamo in considerazione larchetipo
di queste piante, come un organismo vivente diviso in tre parti (radici, foglie e fiori), possiamo
osservare come, nella maggior parte di specie di questa famiglia la parte intermedia (le foglie) sia
poco sviluppata. E come se enfatizzasse due dei tre simboli alchemici: da una parte quello terreno,
la densit (radici e bulbi), dallaltra la riproduzione e il metabolismo (fiori).
Unulteriore e fondamentale caratteristica di questa famiglia rappresentata, come vedremo
dalla morfologia, dalla ripetizione del numero tre e dei suoi multipli (sei, nove, ecc.). Non stupisce,
a questo punto, trovare in questo numero la simbologia della divinit, in contrapposizione alle forze
peccaminose e terrestri.
Caratteristiche morfologiche
Sono piante perenni ed erbacee, rare volte rampicanti e occasionalmente legnose. Le radici si
compongono di un rizoma o di un bulbo il quale contiene, in quasi tutte le specie, zolfo organico. Il
fusto eretto, spesso provvisto di gemme multiple, generalmente modificato in organi sotterranei
carnosi di immagazzinamento di materie di riserva. Le foglie sono semplici, intere, guainanti, piane,
talvolta lineari, canalicolate o cilindriche, disposte alla base o sul fusto, alterne o sul vertice; la
nervatura principalmente parallela e raramente parallela-reticolata. Linfiorescenza pu essere a
spiga, a racemo, a ombrella, a capolino, raramente a pannocchia.
I fiori sono bisessuati, raramente unisessuati. Il numero degli stami usualmente di sei ed essi
sono inseriti sul ricettacolo con filamenti distinti e parti terminale (antre) biloggiate.
Lovario generalmete a tre loculi: risulta formato da tre carpelli di solito saldati, ma talvolta
anche liberi; gli ovuli sono numerosi e in serie di due. Lo stilo unico, con stigmi comunemente in
numero di tre, o uno solo con tre lobi.
Il frutto per lo pi una capsula, talvolta in forma di bacca; esso contiene sempre numerosi semi
con albume carnoso e abbondante
Si tratta di una famiglia molto antica: foglie di Dracaena sono state riconosciute nei sedimenti
del Cretaceo. (da: Nel mondo della natura ed. Motta).
Nella descrizione precedentemente riportata, P. Font Quer insiste nel sottolineare: ...gli stami di
questa famiglia sono sei, come dire tre che possono considerarsi esterni e altri tre interni. E dato che
il pistillo contiene tre stili e altrettanti stigmi, che corrispondono alle parti del frutto, ne risulta che,
in tutti gli organi fiorali, si ripete sempre lo stesso numero tre, salvo in rari casi come la Paris q...
una semplice distinzione, ma che sar la fonte di tutte le ambivalenze del sei: esso riunisce infatti
due complessi di attivit ternarie. Pu inclinare verso il bene, ma anche verso il male, verso
lunione con Dio, ma anche verso la rivolta. E il numero dei doni reciproci e degli antagonismi, il
numero del destino mistico. E una perfezione in potenza, che si esprime col simbolismo grafico dei
sei triangoli equilateri inscritti in un cerchio: ogni lato di ciascun triangolo equivale al raggio del
cerchio e sei quasi esattamente il rapporto della circonferenza con il raggio.
Ma tale perfezione virtuale pu fallire e questo rischio fa del sei il numero della prova fra il bene
e il male.
Cos il falso profeta, lanticristo dellApocalisse, sar marcato col nome della Bestia e con la
cifra del suo nome...Chi ha intelligenza calcoli il numero della Bestia: essa rappresenta un nome
duomo. E tale cifra 666 (13,17-18). (.....) Secondo lanalisi delle fiabe, il sei sarebbe luomo
fisico senza il suo elemento di salvezza, senza questultima parte di s stesso che gli permette di
entrare in contatto con il divino. La cifra sei era consacrata nellantichit a Venere Afrodite, dea
dellamore fisico. (.....) In Cina, il sei anzitutto il numero del Cielo, bench lo sia soltanto dal
punto di vista della manifestazione: , se vogliamo, lesagramma chien del Yi-ching, carro tirato da
sei draghi, Cielo in azione. Le influenze celesti sono sei. (.....) Il numero sei si esprime con
lesagono, o meglio con lesagono stellato che la congiunzione di due triangoli rovesciati. Nel
linguaggio ind la penetrazione delle yoni da parte del linga, lequilibrio di acqua e fuoco,
simbolo della tendenza espansiva (rajas) che quella della manifestazione. Questa stella in
Occidente il sigillo di Salomone o scudo di David, emblema di Israele. Essa esprime sempre la
congiunzione di due opposti, un principio e il suo riflesso rovesciato nello specchio delle Acque. Si
potuto cos considerare il triangolo dritto come espressione della Natura divina del Cristo e il
triangolo rovesciato come espressione della sua natura umana, poich la stella lunione delle due
nature.
Nove uno dei numeri delle sfere celesti ed , simmetricamente, quello dei cerchi infernali,
secondo i miti cinesi, aztechi, maya, greci, cristiani, persiani, ind.
Sistematica
Come gi accennato nellintroduzione, il problema della classificazione di queste piante
sempre stato dibattuto dai botanici. Numerose sono le classificazioni proposte: ho scelto questa, di
Engler, poich mi sembra pi completa (con successive modificazioni). Ognuna di queste
sottofamiglie contiene da uno a molti generi, dei quali segnalo i principali:
1.- MELANTHOIDEAE:
Amanthium, Colchicum, Gloriosa, Helonias,
Littonia, Sabadilla, Tricyntis,
Uvularia, Veratrum, Xerophyllum, ecc.
2.- HERRERIOIDEAE:
Herreria
3.- ASPHODELOIDEAE:
Aloe, Anthericum, Asphodelus,
Chlorophitum, Hemerocallis, Phormium,
Xanthorrhoea, ecc.
4.- ALLIOIDEAE:
Allium, Gagea.
5.- LILIOIDEAE:
Agraphis, Fritillaria, Hyacintus, Lilium,
Muscari, Ornithogalum, Squilla,
Tulipa, ecc.
6.- DRACAENOIDEAE:
Agave, Cordyline, Dracaena, Sanseveria,
Yucca.
7.- ASPARAGOIDEAE:
Asparagus, Aspidistria, Convallaria, Danae,
Myrsiphillum, Paris, Polygonatum, Ruscus,
Smilacina, Trillium, ecc.
8.- OPHIOPOGONOIDEAE:
Ophiopogon.
9.- ALETROIDEAE:
Aletris.
10.- LUZURIAGOIDEAE:
Lapageria, Luzuriaga.
11.- SMILACOIDEAE:
Sarsaparilla, Smilax.
12.- AMARILLIDACEAE:
Galanthus, Narcissus.
Al genere LILIALES appartengono anche:
1.2.3.-
DIOSCOREACEAE:
Dioscorea, Tamus.
HAEMODORACEAE:
Lachnantes.
IRIDACEAE:
Crocus, Homeria, Iris, Sisyrinchium.
ORCHIDALES:
ORCHIDACEAE:
Cypripedium, Spiranthes, Vanilla.
BROMELIALES:
BROMELIACEAE:
Ananas.
ZINGIBERALES:
CANNACEAE:
Canna.
MUSACEAE:
Musa.
ZINGIBERACEAE:
Alpinia, Curcuma, Zingiber.
Le specie pi velenose sono quelle appartenenti alle Melanthoideae (gruppo 1), come i generi
Sabadilla e Veratrum, per la forte tossicit dei diversi alcaloidi in esse contenuti (Veratrina,
Veratroidina, Jervina): il Veratrum album, per esempio, veniva usato dal medioevo in poi per
avvelenare la punta delle frecce. Velenosi sono anche i semi del Colchicum a., contenenti
Colchicina, ad azione paralizzante, le radici della Gloriosa e le bacche del Paris.
Habitat
Come in altre famiglie delle Monocotiledoni, anche nelle Liliaceae gli adattamenti delle varie
specie allambiente sono frequenti e molto vari. E una famiglia cosmopolita, anche se le specie
tendono a diffondersi prevalentemente nei paesi a clima caldo, temperato o tropicale. Possono
crescere negli acquitrini, nelle paludi, sulle pendici montane e sui rilievi fino ai 2.000 metri.
Secondo gli antroposofi (L. Suglia) questa famiglia appartiene alla Terra intera : ciascun
continente, ciascuna zona climatica ospita i suoi individui, che si adattano con scioltezza di forme e
chimismo ai differenti parametri ambientali delle diverse latitudini: dalle Smilax del Centro
America alle Aloe africane, un caleidoscopio che compone in innumerevoli mutazioni i temi
comuni. Ne consegue un ventaglio di variabili tali da confermare alcune intuizioni goethiane riferite
da Pelikan, secondo le quali le Liliaceae costituirebbero una espressione concentratadi tutta la
classe delle Monocotiledoni: esse infatti manifestano in forma allusiva ci che si sviluppa in grande
allinterno dellintera classe: la magnificenza dei colori delle Orchidee, dei loro profumi, la
lussureggianza delle Graminacee, larborescenza delle Palme, la succulenza delle piante grasse (.....)
Queste specie oscillano in singolare equilibrio fra Mercurio e Zolfo, passano dal dominio dellacqua
a quello dellaria, in esse lacquoso mercuriale cede il posto a un poderoso processo solforico che le
impregna totalmente. Fra le poche eccezioni lAsparago che, come nota Pelikan non
impregnato di Zolfo ma di silice, pianta amica della silice.
In realt non solo lasparago ma la maggior parte delle specie predilige terreni sabbiosi,
necessitando di un terreno morbido ove poter espandere facilmente le radici, spesso composte da un
bulbo. Tale terreno deve essere, oltre che sabbioso, anche ricco di humus, a volte torboso,
comunque sempre morbido, mai argilloso o compatto, ben irrorato e drenato, ma mai intriso di
umidit per ristagno delle acque. Fanno eccezione le piante che vivono negli acquitrini o nelle
paludi, come lHelonias: Lambiente prediletto dalla maggior parte delle specie invece quello
umido, ombreggiato e possibilmente temperato: si va dalle piante tropicali come la Littonia, la
Gloriosa, il Chlorophiton, il Cordyline, la Dracaena, il Phormium, lo Smilax, a buona parte di tutte
le altre che crescono in ambienti possibilmente riparati dal freddo e dai venti, al riparo dalla luce
diretta del sole, nei sottoboschi umidi dal livello del mare e delle praterie ai pendii di montagna (il
Tricyrtis, per es., flora spontanea dellHimalaya, vivendo nei boschi fra i 1500 e i 2000 metri di
altezza).
Altre specie possono anche crescere in pieno sole, come la gi citata Helonias, lAspidistria,
lAnthericum, lAllium, lAletris, la Squilla, il Muscari, il Ruscus. Alcune, come la Xanthorrea e la
Yucca, crescono in ambienti aridi e desertici. Possono vivere anche a basse temperature le piante
pi robuste, come la Lapageria e lOrnithogalum. Vivono vicino al mare o vicino a corsi dacqua la
Squilla, la Smilacina, lAsparagus, lAspidistria. Alcune sono rusticissime e possono crescere
dappertutto, come lo Smilax. Il Cordyline cresce con fusti legnosi che possono raggiungere anche i
5 metri daltezza.
Comportamento
Tutti i trattati di botanica descrivono queste specie come piante a portamento maestoso, sia per
quanto riguarda lo sviluppo del loro fusto (che in alcuni, come nel gi ricordato Cordyline, ma
anche nella Xanthorroea, in alcune Dracenae e nelle Yucche pu crescere fino a 5/6 metri di
altezza) sia per lo sviluppo delle foglie e dei fiori, spesso eccezionalmente grandi, con soave
profumo e colori bellissimi. Alcune, come la Littonia, la Luzuriaga, la Gloriosa, la Lapageria e lo
Smilax, hanno fusti flessuosi, a volte legnosi e rampicanti. Anche i loro fiori sono definiti:
eleganti, sontuosi, maestosi, magnifici, ecc.
Per Xanthorhoeae, Cordyline, Dracenae e Yucche il portamento invece definito alto e slanciato,
di grande valore ornamentale.
Anche le piante pi piccole e apparentemente pi gracili, come i generi Lilium, Hyacintus e
Tulipa, hanno forza sufficiente per resistere agli inverni dellemisfero temperato.
Alcune hanno ottenuto il record di longevit: per es. una Dracaena, della specie D. draco, che
cresceva a Tenerife, nelle Canarie e che fu distrutta nel 1868 da un violento uragano. La pianta era
alta dai 20 ai 25 metri e gli indigeni ladoravano con il nome di: albero del sangue di drago. La
leggenda vuole che fosse gi oggetto di culto dei primissimi abitanti dellisola, circa 6.000 anni fa!
Le venivano attribuite facolt terapeutiche, verificate anche da un ricercatore inglese che osserv
come i feriti, posti alla base dellalbero, guarissero in pochi giorni..
Anche le piante velenose, come i generi Veratrum, Colchicum, Sabadilla e Paris presentano un
fusto robusto ed eretto, con portamento maestoso. La Gloriosa, riportano i botanici, spicca per i
curiosissimi e irregolari fiori; nota come il velenoso giglio rampicante della Cafreria, chiamata
anche Narciso superbo del Malabar.
Il Ruscus o pungitopo presenta una struttura molto curiosa: su un fusto legnoso ed eretto, porta
foglie ridotte a piccole scaglie e localizzate nel mezzo di rami appiattiti, falsamente simulanti delle
foglie.
Come abbiamo visto nel capitolo precedente, possono crescere un po dappertutto e infatti molte
di queste specie sono fortemente infestanti (Muscari, Squilla, Smilax, per es.), aiutate anche dal
fatto che non temono quasi i parassiti animali o vegetali, anche se il bulbo pu venir attaccato da
muffe e virus e specialmente danneggiato dal ristagno dacqua.
Alcune, come le Hemerocalli, hanno uno sviluppo compatto e nessuna pianta infestante pu
insediarsi nelle loro vicinanze: essa verrebbe infatti prontamente soffocata.
La caratteristica pi importante comunque, che riguarda il comportamento di queste piante,
risiede nel loro apparato riproduttivo, che assicura loro una moltiplicazione estremamente facile e
rapida. Si possono, infatti, riprodurre velocemente in pi modi: per impollinazione, che pu
avvenire tramite gli insetti, ma anche tramite gli uccelli attratti dai colori e dal profumo dei fiori,
oppure per moltiplicazione asessuale, affidata a piccoli bulbi, a rami sotterranei o anche a piccoli
bulbi fiorali, come nellaglio. Tutte queste piante (con lunica eccezione del genere Trillium) come
ribadiscono i botanici: sono di facilissima moltiplicazione, anche per commissione delle radici.
Alcune, come lOrnithogalum e la Squilla, si affidano alle formiche per la dispersione dei propri
semi. In pi, la maggior parte delle specie ha caratteri di precocit molto accentuata nella crescita:
non stupisce quindi come, in tempi brevi, possano formare larghe popolazioni.
Questo aspetto riproduttivo, cos tipico della famiglia, ben si associa a tutte le leggende, ai miti e
al simbolismo erotico di queste piante, che ritroveremo nella tematica della sessualit.
un colore chiaro per i tessuti. Tinte per tappeti e colle vengono ottenute anche dalle Asphodeliae.
Dalle Xanthorroeae, native dellAustralia, si ricava una resina gommosa, nerastra (black-boy gum)
o giallastra (botany-boy o acaroid resin). Luna e laltra servono per la preparazione di vernici a
spirito, isolanti, nella produzione di ceralacca, ecc.
b)-produzione di tessili
Dalle foglie del Phormium tenax si ricava una fibra tessile denominata lino della Nuova Zelanda.
Tessili sono anche le fibre che si ricavano da alcune specie di Aloe e Sanseveria, dalle quali si
ottengono cordami e tessuti grossolani , ma resistenti. Dalle foglie del Cordyline, in Polinesia, si
ottengono fibre per legacci, cos anche dalle foglie di Yucca.
c)-ebanisteria
Il legno di alcune specie di Yucca duro e permette di ricavarne piccoli oggetti e manici. La
Cordyline africana, dal legno duro e giallastro, stata usata per costruire imbarcazioni. Gli indigeni
la utilizzano anche per la realizzazione di tam-tam.
Usi alimentari
Da questo punto di vista le Liliaceae sono senzaltro pi conosciute, soprattutto quelle dei generi
Allium e Asparagus, anche se praticamente quasi tutte sono state usate nellalimentazione, persino
le Dracaenae, le Yucche, il Ruscus.
Il primo posto ovviamente qui occupato dallaglio, il porro, la cipolla, lo scalogno, lerba
cipollina e lasparago. Tutti conosciuti e coltivati nellantica Cina, quindi dagli Egizi e dai Romani.
La cipolla (Allium c.) era consacrata in Grecia alla dea Latona, madre di Apollo e Artemide, una
delle personificazioni della Grande Madre, che laveva adottata poich si favoleggiava che, quando
era rimasta incinta, soltanto una cipolla le aveva potuto stimolare lappetito.
Laglio veniva somministrato nellantico Egitto agli schiavi (o operai) che lavoravano alla
costruzione delle piramidi, per dare loro maggior forza muscolare. Per lo stesso motivo i Romani lo
raccomandavano, insieme alla cipolla, nella dieta dei gladiatori.
Per le loro propriet antiscorbutiche, un po tutte le agliacee erano presenti sulle imbarcazioni dei
navigatori fenici e vichinghi.
Anche lasparago era conosciuto fin dallantichit. I Greci lo ritenevano molto gustoso, ma
dannoso alla vista. Nel XV secolo era presente nelle mense ricche dEuropa.
E interessante, a mio parere, osservare anche quante altre Liliaceae siano state usate
nellalimentazione umana:
Gli Indiani del Nord America usano le radici di Lapageria r. e di Sarsaparilla e ne mangiano i
frutti che considerano di ottimo sapore; alla stessa guisa degli asparagi consumano alcune specie di
Uvularia e di Smilax, con radici carnose, utilizzate queste anche in Cina e Giappone.
Per rimanere in Oriente, dalle stesse popolazioni vengono consumati i fiori secchi
dellHemerocallis come condimento ai cibi: da recenti studi risulta infatti che essi avrebbero un alto
valore nutritivo, anche se usati sotto forma di aromatizzanti. Per i Cinesi soprattutto, essi
rappresentano uno dei piatti preferiti, come anche il bulbo del tulipano Edulis.
I bulbi di altre specie di Tulipa venivano consumati anche in Olanda e nel Belucistan.
Il Cordyline stato sempre usato come alimento in Asia meridionale, Polinesia e Australia: le sue
radici carnose vengono cotte come ortaggi ricercati. Nelle isole hawaiane ricavano dalle sue radici
una bevanda fermentata.
La Fritillaria (una specie simile ai tulipani) consumata dagli Ainu, una popolazione giapponese
che vive prevalentemente di pesca. Questo popolo considera i bulbi delle Fritillarie allo stesso modo
delle cipolle e se ne ciba con il riso e i grassi. La stessa pianta d anche nutrimento agli Esquimesi
dellAlaska; le trib indiane della Columbia britannica, del Montana e dello Utah consumano i
bulbi, cotti o crudi, della Fritillaria pudica, che fanno anche essiccare per un consumo invernale.
Alcune specie di Yucca (Y. australis, per es.) permettono la distillazione di alcool. Presso alcune
trib indiane dell America Centrale i frutti di diverse specie sono ottimi alimenti, cos come i semi.
Commestibili, dai tempi di Dioscoride, sono i bulbi di specie di Ornithogalum, cos come i
giovani getti del Ruscus, usati spesso in cucina come asparagi.I semi dello stesso Ruscus sono stati
usati come succedanei del caff.
La specie oleracea della Smilacina, originaria dellHimalaya, lortaggio preferito dagli indigeni
del Sikkim.
I rizomi del Polygonatum sono usati dai Turchi come alimento.
In Africa e soprattutto in Nigeria meridionale si consumano i giovani getti di alcune specie di
Dracaenae, a modo di asparagi, come condimento con il riso.
Oltre che da alcune Yucche, si pu ricavare dellottimo alcool da liquori anche dalle bacche
dellAsparagus off. e dall Asphodelus l. Altre specie di Asphodelus sono usate come alimento per
capre e bovini, anche se le Liliaceae sono, dal punto di vista del foraggio, di nessuna importanza,
perch rifiutate dal bestiame. Lo stesso genere Asphodelus, infine, il fiore dei morti nella
mitologia greca, poich veniva posto presso le tombe per sfamare con i suoi tuberi i Mani. Anche
Omero fa fiorire di Asphodeli i prati dellAde.
Usi terapeutici
Vista la complessit e la quantit di generi e di specie di questa famiglia, possiamo osservare
come il loro uso terapeutico sia sempre stato relativamente limitato, se si eccettuano i generi
Allium, Asparagus, Convallaria e pochi altri. Soprattutto le specie A. cepa e sativa dominano su
tutti: infatti ben difficile trovare in altre piante cos tante virt terapeutiche, applicabili a qualsiasi
apparato.
In ogni caso, vista la quantit di applicazioni, ho potuto facilmente riconoscere il particolare
tropismo nellorganismo umano e gli organi e gli apparati per i quali queste specie sono sempre
state usate.
a)-Sistema nervoso centrale e periferico
Unazione narcotica stata attribuita allAmianthium m., alla Paris q. e allAletris f., e per questa
azione sono stati impiegati.
La stessa Paris q. veniva usata anche come antispasmodica e in forti dosi per curare le vertigini e le
convulsioni. In Russia veniva prescritta per la pazzia.
La Convallaria m. (il mughetto): secondo il Thonin il suo profumo, da una parte cos gradevole,
possiede per una grande azione sui nervi e pu cagionare delle sincopi alle persone delicate, per
cui meglio evitare di lasciarne mazzetti durante la notte dove si dorme. La sua azione sui nervi la
indica anche nellapoplessia, nelle vertigini, coma, paralisi e nellepilessia. Un leggero massaggio
fatto con i suoi fiori sulla fronte, libera dallemicrania nervosa.
LAsparagus, secondo gli antichi, purga lumore malinconico, diminuisce la frenesia, cio il
nervosismo, lumore collerico. Veniva usato nel Medioevo dai monaci dei conventi come sedativo e
calmante.
Il Veratrum deve il suo nome alla radice latina verum, poich nellantichit si riteneva che questa
pianta producesse leffetto di rendere chiara la mente e di acuire lintelletto; per questo motivo
venne usato per vari secoli nella cura delle pazzie e dellepilessia. Le radici della pianta contengono
diversi alcaloidi che agiscono sul SNC, dapprima eccitandolo e poi paralizzandolo.
Nellavvelenamento acuto da Veratrum viride, la coscienza rimane vigile fino alla morte (come
nelle cicute). La stessa pianta ha azione paralizzante sulle terminazioni nervose sensorie, come
anche il Colchicum a., lAllium c., lAsparagus off. e il Lilium c.: per questo motivo il loro
unguento veniva usato per lenire i dolori da amputazione degli arti.
Lo stesso Colchicum a., in dosi tossiche, provoca vertigini, perdita di conoscenza, paralisi
ascendente, morte per paralisi respiratoria, mentre il cuore ancora in azione.
Plinio presentava laglio come una panacea, capace persino di guarire gli epilettici e i malati di
mente. Ed effettivamente, fino al secolo scorso, si curavano con risultati sorprendenti le malattie
nervose e gli attacchi epilettici con la cosiddetta Mostarda del diavolo, un impasto di aglio pestato
e di grasso. Veniva somministrato ai soldati dellantica Roma per infondere loro coraggio. Nel
Medioevo veniva anche usato per linsonnia.
Per quanto riguarda la Squilla, si scoperto oggi che ha poteri straordinari: offre alla meninge la
forza e la tendenza a mantenere il cervello nella possibilit di agire e, nei casi di meningite iniziale,
blocca il processo ed elimina lo stato infiammatorio.
Anche il genere Lilium stato usato in questo ambito: si raccomandava di respirarne il profumo per
combattere la tetraggine! Lunguento di Lilium candidum, secondo Dioscoride, serviva a calmare i
nervi e in modo particolare la durezza del temperamento femminile.
b)-Occhi e vista
Gi Dioscoride conosceva lutilit dellaglio e delle cipolle per migliorare la vista, per curare le
cataratte e le congiuntiviti. Secondo la scuola salernitana, per, laglio era dannoso alla vista. Lo
stesso aveva un uso popolare in Sicilia nelle terapie oftalmiche: nelle ulcerette alla cornea si
avvicina un pezzettino di aglio, tagliato a mezzo, allocchio, e questo comincia a lacrimare.
Anche la Convallaria m. e il Paris q. sono stati usati per combattere le infiammazioni oculari.
LAsparagus stato riconosciuto come generalmente utile alla vista.
c)-Apparato digerente
E questo uno dei maggiori campi di applicazione delle Alliaceae, ma non solo: molte piante
dellintera famiglia hanno qui una riconosciuta validit terapeutica.
Per cominciare dalleffetto stimolante lappetito, sono stati usati come aperitivi i succhi di Ruscus
a., Aloe s. e Asparagus o., i quali facilitano anche la digestione, insieme alla Convallaria m.
(lacqua aureo: infusione dei fiori in alcool, unottimo cordiale), allAllium c. e allAllium s. Di
questi ultimi due, riassumo le qualit fondamentali in questo ambito: il primo, oltre a stimolare la
digestione, aumenta la secrezione biliare, utile nelle enteriti acute, ha azione antisettica intestinale
e vermifuga. Il secondo -chi non lo conosce?- fondamentalmente antisettico nelle infiammazioni
acute e croniche della mucosa intestinale, accompagnate o meno da diarrea (con dissenteria, anche
da forme tifiche o paratifiche). E coleretico e colagogo, antispasmodico, potente vermifugo e
carminativo, depurante, purgativo. Se cotto con the e incenso, attenua il dolore di denti, qualit
che divide con lAsparagus o..
Come purgativi, depuranti ed emetici, sono stati usati il Polygonatum off., lo Hyacintus, il
Muscari, il Paris, lAletris, la Squilla, il Simethis, il Veratrum , il Colchicum (a bassissimi dosaggi!)
e lOrnithogalum.
Il Cordyline conosciuto come antidissenterico.
Per lazione vermifuga sono stati usati anche i generi Tubalghia, Schoenocaulum, Helonias e
Dracaena.
Per il meteorismo (carminativi) lAsparagus e la Squilla, secondo Dioscoride, curavano, col Ruscus,
anche litterizia.
d)-Apparato cardiovascolare
E questo un apparato verso cui alcune specie hanno un particolare tropismo, specialmente la
Convallaria m., conosciuta da secoli per la sua azione sul cuore simile alla digitale, anche se meno
affidabile e regolabile. In forti dosi aumenta la pressione arteriosa in un primo momento, seguita da
irregolarit del polso e collasso pressorio. Oltre a questa, hanno azione cardiaca:
Anche in Cina e nellOriente in genere, si conosce bene questa sua qualit e se fa un larghissimo
uso.
Le qualit celesti:
a)-Lornamento, la bellezza
Il valore ornamentale delle Liliacee, dovuto alla magnificenza dei suoi fiori, conosciuto, si pu
dire, dai primordi della civilt. Tale valore ha assunto, nei secoli, anche un significato economico, al
punto che oggi molte di queste piante sono coltivate e commerciate in tutto il mondo. I generi pi
importanti sono i Lilium, Tulipa e Hyacintus, ma anche moltissimi altri.
Il valore ornamentale del giglio documentato dai vasi di Creta e dagli affreschi dellEt Minoica,,
mentre gi il Libro dei Re e il Cantico dei Cantici , nella Bibbia, ne cantano le lodi. Plinio scriveva:
Lilium rosae nobilitate proximum est e quindi secoli dopo, F. Holland (1552-1637) ribadiva lo
stesso concetto: Se si eccettui la rosa, non vi nessun fiore di maggior pregio del giglio. Era
ornamento alle colonne del tempio di Salomone; i bassorilievi degli Assiri portano fra i loro
elementi decorativi il fiore del giglio.
La sua bellezza esaltata nel simbolismo essoterico del Cantico dei Cantici, l dove pare che lo
sposo si limiti a celebrare la bellezza della sposa: spiega il C. Ripa (1669) nella sua Iconologia
che la donna habbia ascosa la testa fra le nuvole e il resto sia poco visibile per lo splendore che la
circonda, porga una mano fuor dello splendore, con la quale terr un giglio... La testa nascosta fra
le nuvole vuol significare che non cosa della quale pi difficilmente si possa parlare con mortal
lingua, e che meno si possa conoscere con lintelletto umano, quanto la bellezza, la quale, nelle cose
create non altro, metaforicamente parlando, che uno slendore che deriva dalla luce della faccia di
Dio, come diffiniscono i Platonici, essendo la prima bellezza una cosa con esso. Il giglio a sua
volta allude alla bellezza dei lineamenti e dei colori del corpo femminile, nel quale pare che sia
riposta gran parte di quella piccola misura di bellezza che partecipata e goduta in terra.
Il giacinto (Hyacinthus) veniva gi definito nel 1773 come il miglior fiore fra quelli che possono
ornare un giardino, nessuno potendolo superare; scriveva infatti lanonimo compilatore che...la
dolce vivezza de vari suoi colori, la disposizione, la molteplicit, e doppiezza delle sue foglie,
lordine dei fiori con cui vien formato, tutto concorre a riempire, chi lo mira, di piacere e di
ammirazione.
E importante ricordare il mito ellenico di Giacinto, il giovane spartano amato da Apollo per la sua
straordinaria bellezza e da lui ucciso con un involontario colpo di disco, mentre giocavano insieme.
Secondo il mito, il sangue di Giacinto sarebbe stato da Apollo stesso convertito nel fiore che ne
porta il nome; una leggenda dellantichit greco-romana, nella quale si estrinseca lallegoria delle
vicende solari, con il disco che dissecca la pianta e questa che risorge, rigermoglia e rifiorisce.
Questo mito sembra collegare il fiore del giacinto con una morte violenta, accompagnata da
spargimento di sangue. In unaltra versione, figura il vento Zefiro che, per gelosia, devia la
traiettoria del disco causando la morte del giovanetto. Da quel giorno, quando Zefiro soffia nel
giardino, Apollo guarda addolorato i fiori che gli rammentano la morte dellamante prediletto.
Forse il giacinto era nel mito greco di colore rosso-violaceo ed anche quando la leggenda ci
racconta che Aiace Telamonio, durante la guerra di Troia, furioso per non aver ottenuto le armi di
Achille, da lui contese ad Ulisse, si uccise e dal suo sangue caduto sul terreno nacque e germogli
un giacinto, anche allora, come nellaltra storia, sembra riferirsi non a un fiore turchino, ma rossoviolaceo.
I Greci antichi avevano consacrato a Cerere questo fiore e Pausania ci racconta che, in onore della
dea dei campi, i fanciulli se ne cingevano il capo; a Sparta ogni anno si indicevano pubbliche
manifestazioni che, dal fiore, prendevano la denominazione di Giacintee.
Per quanto riguarda i tulipani, come ci informa il Cattabiani Sulle rive del Bosforo divennero
popolari al tempo dei sultani Osmainidi, tant vero che servivano come decorazione per le feste
campestri, come riferiscono molte cronache di ambasciatori occidentali. Venivano coltivati anche
nei giardini degli harem, dove le donne recluse aspettavano con trepidazione che il loro signore
scegliesse la favorita della notte, gettandole un tulipano rosso. Nelle moschee di Istanbul e di Edirne
furono addirittura raffigurati sulle piastrelle. Piacquero a tal punto a Vienna, che si diffusero
rapidamente sia nei giardini di corte, sia in quelli degli studiosi e dei banchieri di Anversa,
Bruxelles e Augusta. Li studi anche un botanico francese, il Clusius, sovrintendente ai giardini
dellimperatore dAustria, fra il 1573 e il 1589: ne cre persino una nuova variet con diversi colori
e dimensioni. Nel 1578, invitato a tenere lezioni alluniversit di Leda, nei Paesi Bassi, ne port
qualche bulbo e i tulipani trovarono un terreno particolarmente adatto alla loro coltivazione. Fu la
Francia a decretarne la moda, allinizio del secolo successivo, grazie alle donne che li portavano
nelle scollature degli abiti. La moda dilag, cosicch i tulipani non tardarono a raggiungere prezzi
esorbitanti: uno sposo accettava come dote della moglie anche un sol bulbo, soprannominato
mariage de ma fille. Dalla Francia la mania si diffuse nelle Fiandre e poi in Olanda, dove si
approfitt subito della situazione per selezionare nuove variet e sottoporle a cultura intensiva.
Oggi i tulipani sono fra le pi importanti piante da ornamento. Per nessuna altra pianta, forse, si
sono spese nei secoli cifre cos folli per aggiudicarsene varieta nuove. Nei secoli passati essi furono
infatti oggetto di speculazioni paragonabili soltanto alle attuali operazioni borsistiche.
Fra gli altri generi della famiglia ricordo lHemerocallis, da sempre posto ai pi alti gradi
dellornamentabilit, per il verde delle foglie e la ricchezza e labbondanza dei fiori.
Etimologicamente Hemerocallis ha significato di bellezza effimera e quindi di bellezza di un sol
giorno, denominazione indovinata perch i deliziosi fiori di queste piante hanno una durata
veramente troppo breve.
La Lapageria v. certamente da considerare fra le pi belle piante rampicanti, adatte a tappezzare
muri ed adornare pilastri. La specie d ottimi risultati nei corridoi vetrati, dato che i suoi fiori
penduli raggiungono il massimo splendore ornamentale se si sanno sfruttare le alternanze di colore
di varit bianche e roee.
Anche i Veratrum sono considerati ornamentali per il loro grande fogliame.
Il genere Hornithogalum possiede fiori bianchi, bellissimi e viene coltivato nei giardini. Il Clarici ne
elencava gi alcune specie nel XVIII secolo. Oggigiorno formano oggetto di coltivazione
indistrializzata per es. nella Riviera dei Fiori, in Liguria, e in Costa Azzurra.
Le Sanseverie sono fra le piante pi adatte per la decorazione della casa, in virt anche della loro
eccezionale resistenza a condizioni ambientali assai sfavorevoli, quali la scarsa luminosit e
leccessiva secchezza dellaria.
Altre piante adatte a decorare i giardini e pi ancora gli interni, sono le Dracaenae.
Fra le piante da giardino, oltre a quelle citate, ricordo anche i generi Tricyrti, Phormium, Squilla,
Muscari, Paris, Trillium, Polygonatum, Smilacina (chiamata dagli inglesi Lily of the valley), Smilax
(usata, in diverse citt degli Stati Uniti, per addobbi di festivit, decorazioni, ecc.).
Per ornare il bordo delle aiuole e i margini dei viali si usano le Uvularie e soprattutto i Ruscus
(pungitopo).
Fra i generi che necessitano di climi pi secchi, ma comunque coltivate per lornamento che
conferiscono ai giardini, ricordo la Yucca e la Xanthorrhoea, questultima coltivata in Europa quasi
esclusivamente in serra.
Ricordo infine il piccolo Asparagus, conosciuto gi dagli Egizi, spesso riprodotto, come motivo
ornamentale, nelle loro pitture e sculture e perfino alcune specie di Alliaceae come lA. ursinum,
moly, giganteum, forum, roseum, adoperate nei giardini per bordare le aiuole, con vistose
infiorescenze giallo intenso, bianco, violaceoo porpora.
Neanche a dirlo, da questa specie e da altri generi della famiglia si ricavano oli, essenze, ecc..,usate
in cosmetica.
La Convallaria m. ha uno dei fiori pi gradevolmente profumati. Il mughetto infatti stato da
sempre coltivato per questa qualit, sebbene la pianta essiccata emani poi un odore amaro e
nauseabondo. Questo fiore bianco a forma di campanella, che emana un profumo cos soave, molto
usato in cosmetica, in Francia diventato sinonimo di dandy, a definire cio quegli uomini che
ostentano troppa raffinatezza, coquetteries eccessive: in questo senso ne parla Gautier in Capitan
Fracassa. Il mughetto ritenuto adatto soprattutto ai nati in Acquario, che al mattino devono
profumarsi con la sua essenza, oppure versarne qualche goccia nel bagno: li aiuterebbe a
smascherare e a vincere i nemici e i rivali.
Per quanto riguarda il giacinto, non si pu aggiungere molto di pi di quanto gi detto a proposito
dei gigli e dei mughetti, salvo ribadire la convinzione, condivisa da molti, che il suo profumo sia da
considerarsi fortemente afrodisiaco.
Anche il fiore dellAllium c. talvolta profumato o odoroso di miele.
Se tutte queste Liliaceae presentano la parte aerea, cio i fiori, cos intensamente profumati,
scopriamo che laltra parte terrestre, le radici, emanano quasi sempre odori forti, amarognoli, da
considerarsi tutto il contrario che profumi, perpetrando la dicotomia cielo-terra tipica della famiglia.
Per esempio le radici del genere Muscari emanano un forte e acre odore di muschio (da cui il
nome); quelle di Aletris f. contengono le sostanze pi amare che si conoscano, cos come quelle di
Colchicum (essendo la colchidina amarissima); le radici del Veratrum a. e del Ruscus a. hanno un
sapore e un odore acre, amaro, che ricorda a volte quello della trementina. Il bulbo di Squilla,
tagliato fresco, emana, come quelli del genere Alliaceae, una sostanza volatile irritante per le
congiuntive, sino alla lacrimazione. A proposito di questultime, ricordo che i Greci aborrivano
lodore dellaglio. Il suo nome pare derivi dalla parola celtica all, dal significato di pungente o
bruciante, oppure dal latino olere: odorare. Riguardo alla cipolla, si dice che i maghi astronomi
della Caldea ne inspirassero gli effluvi (bruciandole in bracieri), per aumentare la potenza della loro
magia. Anche gli Egizi tributavano onori sacri alla cipolla, che veniva anche riposta nel corredo
funerario.
il capo delle due dee agresti Demetra e Cora, insieme con narcisi e crochi intrecciati in una corona.
Presente spesso nellarte decorativa sia minoica che micenea, aveva un significato e una funzione
sacrale, tant vero che lo si chiamava anche nthos anthon, il fiore dei fiori. In alcuni luoghi
dellItalia meridionale, nellepoca greca classica, il giglio appare in rapporto con divinit femminili,
come attestano per esempio i gigli votivi ritrovati negli scavi di Fratte.
NellAntico Testamento il giglio ha incarnato i simboli della Bellezza e della Fertilit, ma anche
della fioritura Spirituale. Cos appare nel Cantico dei Cantici, dove sotto il velo di amore umano
viene celebrato lamore di Dio per il suo popolo. Lo sposo del poema il Signore stesso che canta
la bella sposa, simbolo di Israele: Come un giglio fra i cardi, cos la mia amata tra le fanciulle (.....)
I tuoi seni sono come due cerbiatti, gemelli di una gazzella, che pascoleranno fra i gigli (.....) Le sue
labbra sono gigli che stillano fluida mirra (.....) Il tuo ventre un mucchio di grano circondato da
gigli. Dir poi il profeta Osea: Sar come rugiada per Israele: esso foirir come un giglio e
metter radici come un albero del libano.
Il simbolismo spirituale pi evidente in Siracide, dove colui che medita la Legge dellAltissimo e
brilla come saggio viene paragonato al giglio: Come un incenso spandete un buon profumo, fate
fiorire i fiori come il giglio.
Nei Vangeli il Cristo lo prende ad esempio come simbolo di abbandono alla Provvidenza,
laccettare ci che ci capita senza preoccuparci del futuro: Perch vi affannate per il vestito?
Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano n filano. Eppure io vi dico che neanche
Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.
Come sottolinea il Cattabiani (v. bibliografia), nel simbolismo medievale questo fiore diventer ,
per il suo candore, immagine della Purezza e dellabbandono alla Provvidenza, impersonando il
simbolo della Vergine Maria. Per questo motivo, a partire dal XIV sec., i pittori hanno spesso
configurato un vaso contenente un mazzo di gigli bianchi al fianco della Vergine o in mano a
diversi santi; nella scena dellAnnunciazione, lArcangelo Gabriele sempre stato raffigurato
nellatto di porgere un giglio a Maria, per significcare la sua Immacolata Concezione, la Verginit,
La Purezza, la Fecondit e lAbbandono alla volont divina; ma anche, sulla scia del Cantico dei
Cantici, la sua Elezione da parte dello Sposo e il fiorire spirituale sotto la rugiada divina.
Incarnando altri simbolismi, il giglio divent anche limmagine dello Sposo, come nello stesso
Cantico dei Cantici, dove Egli dice: Io sono un narciso di Saron, un giglio delle valli. Quel giglio
venne interpretato come lAlbero della vita, unimmagine profetica del Cristo e della sua regalit
sulluniverso. Un ignoto monaco inglese, che nellabbazia di Citeaux scriveva allinizio del XIII
secolo, le Distinzioni monastiche spiegava che, dato che il giglio si divide in sei petali, tanti quanti
sono i suoi stami, e poich questo numero perfetto si raddoppia nelle dodici parti del fiore, esso
esprime perfettamente la doppia perfezione del Cristo e della sua Umanit.
Come per la Madonna cos, per gli stessi motivi, stato attribuito il giglio a moltissimi santi della
chiesa: in primo luogo ad Antonio da Padova, tant vero che il Lilium candidum detto giglio di S.
Antonio (e non dimentichiamo che lo stesso Santo e anche patrono del matrimonio). Il simbolo
compete anche a molti altri, da S. Giovanni Battista a S. Domenico Guzman, da S. Pietro martire a
S. Tommaso dAquino, da S. Caterina da Siena a S. Chiara dAssisi, per citarne solo alcuni. A
Giuseppe, padre putativo di Ges, i gigli fioriscono in cima al bastone, secondo uniconografia del
XIV secolo, anche in questo caso a significare la sua Purezza e labbandono alla volont Divina.
Nelle allegorie rinascimentali, il fiore viene utilizzato per comporre la figura della Pudicizia, come
nella seguente descrizione: Una giovinetta vestita di bianco, in testa habbia un velo dello stesso
colore, che la cuopra la faccia fino alla cinta, con la destra mano tenghi un giglio parimenti bianco,
e sotto il piede destro una testuggine.
Nellimmaginario popolare occidentale sono prevalsi i simboli della Purezza e della Castit, tant
vero che si usa dire: pura come un giglio o quella fanciulla come un giglio
Come in Inghilterra anche in Grecia, oggi, i sacerdoti pongono una corona di gigli sul capo degli
sposi novelli, simbolo di purezza.
Anche nel linguaggio ottocentesco dei fiori, il giglio evoca Innocenza, Purezza, Verginit, Candore,
ma anche Maest.
Lorigine del nome Ornithogalum dovrebbe essere cercata, secondo il Clarici, nel candore interno
del bulbo, il quale con la candidezza delluovo pareggia....
Anche il Veratrum ha unetimologia particolare: pare che derivi il suo nome da vero, cio dire il
vero, la verit, poich la polvere delle radici fa starnutire e la cultura popolare credeva che questo
confermasse il dire la verit.
Del Polygonatum infine, chiamato anche nel medioevo erba Beatae Mariae Verginis oppure
Sigillo di Salomone, si decantavano le qualit spirituali nellornamento di alcune citt, come
Valencia.
Le qualit terrene:
a)-la passione, la sessualit
Come gi accennato nel capitolo riguardante il comportamento, tutte la Liliaceae hanno una
straordinaria capacit riproduttiva, che ben si accorda a tutti i miti, leggende e simbologie sessuali
sorti attorno ad esse.
Nel caso del giglio, tanto per iniziare da esso anche in questa tematica, gi Plinio affermava: la sua
fecondit eccezionale, giacch una sola radice mette spesso cinquanta bulbi. Grazie alla sua
fecondit divenne un attributo delle Grandi Madri e fu considerato un fiore sacro nei culti
femminili.
Secondo le leggende, Afrodite, nata dalla bianca spuma del mare, alla vista del candore del giglio
venne assalita da violenta gelosia e, per dispetto, fece spuntare al centro del candido fiore un
enorme pistillo, che assomiglia alla verga dellasino. Questorgano sconcertante effettivamente
una caratteristica del Lilium candidum: non si pu non ravvisare nel fiore una certa ambiguit.
Simbolicamente esso rappresenterebbe un amore intenso, ma irrealizzabile, quello del Cavalier
servente per la sua dama e anche quello del devoto per Maria, (e sappiamo, fino a che punto, nel XII
e XIII secolo il culto della Vergine e lamor cortese furono legati): un amore dunque che pu
essere soltanto represso o sublimato.
A Roma il giglio era denominato Innonia Rosa, consacrato alla dea che nellarcaico pantheon
latino era strettamente connessa alla sessualit e alla fecondit femminili, tanto da assimilare in s
molte divinit minori, come Lucina, colei che faceva vedere al neonato la luce del giorno; Opigena,
che prestava aiuto alle partorienti; Cinxia, che modellava il cinto da sposa e Iterduca, che portava la
sposa alla nuova casa. Se tutta questa costellazione divina evocava il simbolo della fecondit, vi era
anche una dea alla quale era sacro il giglio per un diverso motivo: era la dea Pudicitia, che tutelava
la verginit delle giovanette e la purezza delle spose, non diversamente dalla Madonna nel
Cristianesimo.
Dallantichit al medioevo, il potere simbolico del giglio aumenta progressivamente: da simbolo di
Purezza diventa anche simbolo di Pace, di Resurrezione, di Regalit. La leggenda del latte di Era lo
fa poi diventare anche simbolo di Fecondit e come tale ricercato soprattutto dalle coppie che
attendono un figlio.
Nellantico simbolismo egizio, il giglio accostato al loto, come rinforzo della potenza fecondatrice
di questa altra pianta. La tradizione popolare impedisce che il fiore venga tagliato. Unantica ricetta
dice che il giglio uno dei pochi fiori che sa donare la sua energia vitale fino al momento in cui
conclude il suo ciclo. Si diceva che: .....le donne che desiderano la maternit devono vivere fra i
gigli, devono accarezzarli ed amarli perch i gigli possono aiutarle a trasformare i loro desideri in
realt.. Quando poi sono diventate madri, ma non hanno latte per i figli, sar sufficiente che
.....detergano le mammelle nellacqua di giglio.... Anche questa pratica va ovviamente messa in
relazione con il mitologico latte di Era: il fiore nato dal latte di una dea pu favorire il latte anche
alle donne.
Secondo una leggenda greca, il giacinto era fra i fiori sui quali Afrodite si era distesa per aumentare
il suo fascino agli occhi di Paride, quando essa aveva conteso il premio di bellezza alle altre dee. Le
fanciulle greche, quando presenziavano alle nozze di un loro fratello, portavano corone di fiori di
giacinto; nella Britannia il giacinto dei boschi, per il suo colore azzurro, era preteso dagli amanti ed
era portato solamente da coloro che nellamore erano sinceri.
Sempre nellantica Grecia, si dedicavano al giacinto feste che duravano tre giorni, chiamate
Giacinzie. Esse cadevano allinizio dellestate, in concomitanza con la raccolta di cereali.
Avevano un significato di propiziamento o meglio di liberazione delle forze feconde della
vegetazione e si concludevano con una notte orgiastica. La commemorazione del mito di Giacinto
avveniva tramite un riruale iniziatico, che era nello stesso tempo un rito di passaggio, di iniziazione
puberale, cui partecipavano maschi e femmine, e un rituale soteriologico che alludeva allultimo
passaggio dalla morte alla vita oltre la vita. Durante le feste, oltre alle solite gare musicali, alle
danze, ai canti corali, si costruivano capanne nelle quali venivano stesi lettucci di frasche raccolte
nel bosco che servivano da giaciglio ai partecipanti.
Nel Medioevo la sua essenza fu considerata adatta ai nati sotto il segno della Vergine. Si diceva che
essa agisse particolarmente sulla sessualit, che veniva ridestata nei temperamenti depressi.
Nel vocabolario damore ottocentesco, offrire il giacinto a una donna significava chiederle
Benevolenza. Ma il giacinto alludeva anche al lutto poich ricordava la tragica morte del giovinetto;
infine, veniva reputato segno di Gelosia (probabilmente per il comportamento del vento Zefiro).
Per quanto riguarda laglio, gi Galeno conferm che questa pianta eccita Venere, cacciando gli
umori negativi del cervello. Numerose sono poi le culture presso le quali laglio tenuto in
considerazione come afrodisiaco: secondo i Celti donava virilit e il Talmud gli attribuisce
addirittura il merito di rendere pi abbondante lo sperma. Scientificamente provato che laglio
svolge unazione vitalizzante, fortificante, antisenescente. Nel trattato Delle femmine sterili di
Ippocrate, laglio veniva indicato come mezzo infallibile per sapere se una donna era atta a
concepire: bisognava prendere uno spicchio daglio, introdurlo come pessario e se lindomani lalito
della donna odorava di aglio, ogni timore di sterilit era da scartarsi. I rabbini ebrei consigliavano di
consumarlo il venerd (vigilia del Sabato festivo e per coincidenza giorno dedicato a Venere), per
ravvivare il letto coniugale. I Romani lo avevano dedicato a Cerere (dea della fertilit) e ne
facevano gran uso durante i banchetti orgiastici. In Cina era vietato ai sacerdoti buddhisti e anche
gli Ind se ne astenevano perch allontanava dalla vita spirituale.
Anche la cipolla conosceva un destino analogo: i Pitagorici se ne astenevano perch, allopposto di
tutte le altre piante, cresceva quando la luna era calante ed eccitava la sensualit; credenza
ironicamente espressa da Marziale: Quando hai moglie vecchia e membro molle / non ti resta che
mangiar cipolle. Che fosse un cibo connesso alla generazione lo conferma Ateneo quando riferisce
unusanza nuziale dei Traci: Ificrate, sposando la figlia del re Cotys, ricevette fra gli altri doni
nuziali un vaso pieno di neve, uno di lenticchie e unaltro di cipolle. Secondo Castore Durante:
mangiate spesso, accrescono la virt genitale, il che pi vigoroso fa il seme; infatti , come per
laglio, si credeva nellantichit che aumentasse e migliorasse le qualit dello sperma.
Una antica ricetta della tradizione popolare, utilizzava le cipolle per la cura dellimpotenza. In Cina
erano utilizzate nel III secolo d. C. per le sindromi da eccessi sessuali, che si manifesta con sudori
freddi e svenimenti.
Per concludere con le Alliaceae, ricordo anche lA. porrum: avendo un bulbo molto allungato, ha
evocato limmagine del fallo, cos che gli sono state attribuite virt afrodisiache.
Al tulipano appartiene una graziosa leggenda persiana, anchessa riportata dal Cattabiani: Un
giorno il giovane Shirin si allontan dal suo paese dove viveva unavvenente fanciulla di nome
Farhad, che di lui era innamorata. Lei lo attese pazientemente fino a quando decise di partire alla
sua ricerca, avventurandosi nel deserto. Ma non riusc a resistere a lungo alla fatica e al dolore:
quando cadde a terra, pietre aguzze le ferirono le membra e fecero sgorgare gocce di sangue, che si
fusero con le lacrime, tramutandosi in rossi tulipani. A ogni primavera questi fiori tornano
regolarmente a sbocciare, in ricordo di quellinfelice passione.. Ancora oggi in Iran gli innamorati
si scambiano i tholypen come simbolo damore. Anche nelle Mille e una notte gli amanti si offrono
tulipani, come dichiarazione e pegno damore.
LAsparagus sempre stato considerato, fin dallantichit, come simbolo fallico. Nella medicina
rinascimentale lo si prescriveva come afrodisiaco: spiegava il Durante che mangiati caldi con un
poco di sale e butiro, provocano il coito. Effettivamente il turrione, soprattutto quello selvatico,
contiene un gran numero di sostanze energetiche, dalle vit A, B1, B2 ad aminoacidi e a numerosi
oligoelementi. Anche Plinio lo considerava afrodisiaco e credeva che aumentasse lo sperma, come
le altre Alliaceae.
La Sarsaparilla, secondo un mito greco, deriva dalla trasformazione in pianta della ninfa Smilax,
amata appassionatamente dal giovane Krokos (Crocus sativus): un amore destinato inesorabilmente
a finire perch egli era un mortale. Gli dei impietositi decisero di trasformare Smilax in una
Sarsaparilla e Krokos nel fiore che da quel giorno port il suo nome. Da ricordare anche che alcune
specie di Smilax sono usate come afrodisiaco in Malesia e in Indonesia.
Lo Scandix invece dedicato dai botanici a Venere ed anche chiamata Scandix pecten Veneris,
dato che i fiori producono becchi lunghi circa 5 cm. che si dispongono ordinatamente come tanti
sottili denti di un pettine femminile. La specie Australis possiede la propriet, secondo Plinio, di
rinvigorire il corpo spossato dallattivit amatoria e di risvegliare la potenza sessuale quando langue
per let avanzata..
A proposito della Squilla, alcuni autori del mondo classico la ponevano accanto al melograno a
garanzia della fecondit, della ripresa del ciclo vegetativo, della bellezza oblativa, pronta a sfamare
e a dissetare. Ma anche pianta dalle dubbie origini, nata forse dal sangue di Adgistis, lermafrodita
ubriacato e castrato da Dioniso.
Altre piante, infine, conosciute e usate come afrodisiaci, appartengono ai generi Gloriosa e
Helonias.
Una leggenda molto significativa, raccolta da E. P. De La Liz, narra di come un arabo riusc a
salvare uno gnomo da un grave pericolo e di come questi, per ringraziarlo, gli avesse offerto una
ricompensa; larabo, che era alla ricerca del Graal , la bevanda degli iniziati che prolunga la vita e
congiunge al Santo Graal, gli chiese di rivelargli il nome di una pianta che potesse sostituire i poteri
del Graal perduto e lo gnomo gli offr una pianta di Aloe; per questo motivo, conclude la leggenda,
in molti paesi essa conosciuta come la pianta dei cento anni o della longevit; di fatto, in alcune
case turche vive ancora la tradizione di appendere sulla porta dingresso la pelle di un coccodrillo e
una pianta di Aloe, per garantirsi una vita molto lunga.
Sempre il De La Hiz riferisce unaltra tradizione, questa volta alchemica che si riferisce allAloe:
Quando si appende lAloe su una parete di casa, innonda tutto lambiente con questa
incomparabile energia, colmandola di pace, armonia, benedizione e fortuna. Gli iniziati sostengono
che, allo stesso modo delle pietre grialiche, lAloe possa esaudire ogni desiderio, chiesto attraverso
il pensiero e il verbo della creazione, sempre che questi desideri, cos come la persona che li
esprime, siano giusti e buoni, poich le vibrazioni basse non riuscirebbero mai a sintonizzarsi con
tale elevatissima forma di energia..
Concludo questo capitolo citando alcune virt del Ruscus a., riprese da Cattabiani: Come
lagrifoglio (il Ruscus) ha evocato lo stesso simbolismo di tenere lontano i malefici, piantando
lalbero nelle vicinanze della casa, nei giorni che prevedono il solstizio invernale: usanze e credenze
degli antichi Romani si sono tramandate fino ai nostri giorni. Per questi motivi, soprattutto in
Inghilterra, Francia, Svizzera e Germania, i contadini usavano appendere ramoscelli di agrifoglio o
di pungitopo (Ruscus) nelle case e nelle stalle per allontanare i sortilegi e propiziare la fecondit
degli animali..
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Secondo Natura Erbe n 66, F. Ceratti Ed, Milano
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CAMPANINI E. : Allium sativum ieri e oggi, una panacea, da : Secondo
Natura Erbe n 12, F. Ceratti Ed, Milano
CATTABIANI A. : Erbario, Rusconi Ed, Milano 1994
forte
Mi informo sul ciclo mestruale:
Ho avuto il menarca a dieci anni e mezzo, stato un trauma per me, non ne sapevo niente. Erano
un po irregolari da giovane, a volte dolorose a volte no. Poi, sono state pi regolari. Flusso scarso,
non pi dolorose. Sono sempre stata molto agitata prima, e un senso di liberazione durante e dopo.
Ho sempre avuto una forte aggressivit tremenda, quasi incontrollabile, prima delle mestruazioni,
soprattutto negli ultimi anni. Stavo meglio se il flusso era pi abbondante.
Rispetto al suo rapporto col cibo:
Ho un buon appetito. Digerisco bene, lintestino sempre stato regolare. Desidero di pi cose
salate, pizza, pasta, pane. Non mi appassionano i dolci, la panna, le creme. Mi va bene tutto, forse
lunica cosa che digerisco male luva, non so perch.
Le rivolgo alcune domande riguardo ai sintomi generali:
Sto meglio in primavera, nonostante una certa irrequietezza. Sto meglio col freddo, soffro il
caldo soprattutto negli ultimi due-tre anni, molto il caldo alla testa, non respiro e soffoco
QUESTO UNIVERSO NON MI FA RESPIRARE
I vestiti non mi dispiacciono stretti, perch mi fanno sentire pi femminile. A parte se sono molto
stretti alla pancia e al collo, l li tollero poco.
Le chiedo se pu dirmi altro del suo carattere:
Gli amici dicono di me che sono comunicativa, aperta, anche allegra. Che sono dolce, tenera.
Che mi suggestiono e mi spavento facilmente. Io sento di essere molto, troppo soggetta
allemotivit. Poi non sono costante. Vorrei essere onnipotente! E poi ho troppe paure.
Ho avuto gelosie TERRIBILI da ragazzina verso quelle mie compagne che avevano il fidanzato
e io no ho avuto sempre tanta paura per il sesso, per laltro sesso pensi che la mia prima
esperienza sessuale lho avuta che avevo 48 anni!
Sto con una persona, ma un disastro, sta finendo tutto (piange senza limiti, rimango in
silenzio per molto tempo).
Ora sono in psicoterapia Reichiana dalla dott.ssa XXX, ci vado una volta la settimana.
Repertorizzo:
MIND; REMORSE (72)
MIND; FEAR; water, of (35)
MIND; FEAR; sex, of opposite (4)
MIND; DELUSIONS, imaginations; persecuted, that he is (51)
MIND; JEALOUSY (65)
MIND; IRRITABILITY; menses; before (32)
MIND; FEAR; thunderstorm, of (33)
MIND; FEAR; insanity, of losing his reason (91)
MIND; FEAR; narrow place, in, claustrophobia (44)
MIND; DREAMS; water; swimming in (10)
In base alla repertorizzazione e allidea generale della paziente (loquace, gelosa, calorosa,
abbandonica, con i dolori mestruali che miglioravano con il flusso pi abbondante, ecc),
prescrivo Lachesis XM CH, due monodosi pi placebo.
Ci si rivede successivamente per tre volte ogni due mesi, lei sempre riferendomi miglioramenti
parziali del suo stato danimo, delle sue ansie e paure, io sempre meno convinto della correttezza
del rimedio, che riprescrivo ancora alla XM e LM, ma senza cambiamenti significativi, almeno a
mio giudizio. In queste visite mi riferisce:
Sto andando abbastanza bene, sto superando le varie situazioni ho sempre meno stati dansia.
Sento dentro di me sempre una grande rabbia e un gran bisogno di affermazione, quindi non reggo
laggressivit degli altri.
Affronto i viaggi un po meglio, sono pi rilassata. Non ho pi il senso di soffocamento n di
secchezza della bocca. Ho diminuito il TAVOR ancora, ora ne prendo solo mezza compr. la sera, per
dormire.
Il mio problema grosso, centrale, quella della mancanza del partner questa cosa la vivo
sempre COME UNA GROSSISSIMA INGIUSTIZIA (mi parla pi e pi volte di questo suo
problema e ogni volta che solo lo accenna, scoppia in un pianto dirotto).
Ho un GRANDISSIMO bisogno di essere riconosciuta come persona da amare. Se mi si ama, io
riesco a superare TUTTE le mie paure: treno, viaggi, acqua, ecc
I sogni che ho fatto in questo periodo: per due volte, di essere in gallerie, tunnel. Unaltra volta, di
essere in un sotterraneo.
Sono stata al cinema da sola, non lavevo MAI fatto in vita mia l ho scoperto che non ho pi
paura del buio n ho claustrofobia
Dopo la terza di queste tre visite e un nuovo placebo, ci rivediamo dopo altri due mesi, circa un
anno dopo la prima visita:
Sto male per il senso del rifiuto, un dolore vecchio, antichissimo, che ancora ora mi provoca un
nodo duro qua allo stomaco. Cerco di farmi forza e mi dico: ecco, questo un universo che posso
vivere
E sono arrabbiata nera perch non merito il rifiuto.
Sono stata di nuovo male da sola in treno, ma anche in compagnia. Il treno mi ricorda e mi
rappresenta LUI, quel rapporto finito ormai un anno fa.
Mi tornata, o meglio non mi mai andata via, la mia paura dellacqua, pazzesca, non ci posso
stare vicino.
Ho avuto molti dolori alle dita delle mani, mi viene prima della pioggia e dei temporali, ma sono
diventata anche pazzescamente pi aggressiva prima che cambi il tempo, il temporale, mi viene una
rabbia terribile, soprattutto quando viene scirocco, sto male mentalmente, mi sento disordine dentro
di me, una folle aggressivit, mi sento pi brutta e furiosa.
Sempre meno convinto di Puls., penso a Lyss. come possibile rimedio, per questo suo terrore e
aggravamento mentale con lacqua. Prescrivo quindi Lyssinum XM CH, due monodosi pi
placebo.
La rivedo dopo altri due mesi, ma non noto significativi miglioramenti. Cambio ancora rimedio,
prescrivendo in questa visita Elaps 200 CH e nelle due successive rispettivamente Naja 200 CH
e Antimonium crudum 200 CH, senza notare peraltro reazioni positive particolari. Nel frattempo
la paziente ha lasciato il lavoro, avendo raggiunto let pensionabile. Durante questultima visita
(due mesi dopo cio dallultimo rimedio, Ant-c.), mi riferisce:
Sono in pensione, e questo non un problema. Faccio volontariato, in biblioteca, con i bambini,
faccio letture. Sono piena di belle attivit, faccio lezioni, prendo lezioni di Inglese, faccio gruppo
teatrale una come me non mai riuscita a stare ferma, devo sempre fare qualcosa. Per sentirmi
viva. Ho molti amici.
Ho sempre dormito, ma col TAVOR. Sono sempre tesa, per il problema affettivo (piange
immediatamente come accenna a parlarne), necessito delle carezze, del rapporto fisico, mi
trasformo allora, sono unaltra per esempio la casa importante per me il luogo dove
vorrei venisse a vivere la persona che amo (piange vistosamente).
Probabilmente ho una sfiducia profonda nelle cose in cui mi devo abbandonare, per questo non
so nuotare, per questo l'ascensore mi fa paura, o il treno, o il lasciarmi andare come donna.
Questa sua ultima affermazione mi fa ricordare tutta una serie di problematiche che Rita, nelle
visite precedenti, mi aveva solo accennato e io mai avevo approfondito, cio quelle riguardanti la
sessualit, la sua paura rispetto agli uomini, il fatto di aver avuto la sua prima esperienza sessuale
solo allet di 48 anni. Le rivolgo quindi, il pi delicatamente possibile (almeno cos cerco di fare),
tutta una serie di domande rispetto a questo suo vissuto, che si rivela man mano, mentre Rita mi
risponde con evidente imbarazzo, uno dei punti centrali della sua sofferenza esistenziale. Non
trascrivo n potrei, poich Rita attentissima in questo momento a scrutare ogni mia mossa e
comportamento. Arrossisce pi volte, spesso balbetta, altre volte si arrabbia, piange spessissimo
lasciando lunghi silenzi. Ricordo abbastanza bene di essere molto incalzante nelle domande, forse
troppo, ma confido in quel minimo di confidenza che dopo un anno e mezzo si venuta a creare
Alla fine della visita non ho la minima idea di cosa prescriverle e decido per un nuovo placebo,
senza fissarle un nuovo appuntamento.
Dopo un paio di settimane ricevo una sua telefonata, nella quale scopro il suo lato pi
aggressivo: una telefonata di rabbia, di protesta, nella quale mi dice di tutto, che mi odia e non mi
sopporta pi, che non avevo il diritto di scavare in cose cos intime e personali, che non dovevo
farle tornare a galla cos tanta sofferenza, che chi sono io per credermi di sapere tutto di lei, che
quelle cose dovevano essere morte e sepolte per lei, che non era colpa sua se leducazione ricevuta
era cos oppressiva e che cosa potevo saperne io, ecc ecc ecc Alla fine della telefonata sono
sicuro di aver perso la paziente.
Mi richiama invece tre mesi dopo, come nulla fosse successo, chiedendomi un appuntamento.
Ho intrapreso una nuova analisi da pochi mesi, perch con quellaltra non mi trovavo pi bene da
tempo e lo sapevo, ma non riuscivo mai a staccarmi. Io ho una difficolt enorme a staccarmi,
sempre il senso tremendo di ABBANDONO.
Mi ricomparso un herpes labiale che di solito mi viene nei periodi di maggiore tensione, come
stato per la morte di mia madre, ora cos probabilmente per un po di scombussolamento dato
dallanalisi.
I pensieri che ho sono sempre che sono sola, che non sto instaurando alcun rapporto damore. Ora
c uno a cui interesso, ma lui ha dieci anni meno di me mi commisero sempre, mi dico sono
vecchia e non ce la faccio pi.
Da quando faccio analisi ho fatto dei sogni, della mia casa, in cui erano stati spostati i mobili, e
qualcuno diceva che era una bella casa, a parte qualche riserva, e si danzava.
Un altro, in cui cera una valigia, io da l prendevo una sottoveste rossa e mi dicevo: com
bella
Un altro sogno, di un furto
Sto facendo animazione in una biblioteca e in quei momenti sono brillantissima e mi diverto e la
fantasia nasce, sono attivissima, ho molta energia. Ho questa energia forte nel fare le cose, non mi
risparmio.
Amo molto la mia casa, trasformarla, ma come vado a casa la tendenza di piangermi addosso, e
mi rompo le scatole ho la tendenza a fare il bambino orfano, a dire: non ce la faccio, a dirmi che
non riesco a combinare niente nel campo dellaffetto, dellamore. Ho sempre questo blocco di
avvinghiamento, di nostalgia al passato, intendo il passato recente, per quelluomo che ho lasciato.
In questi momenti di tensione, divento anche molto pi stitica.
Eseguo una nuova repertorizzazione:
GENERALITIES; SEXUAL; desire, suppression of; agg. (26)
MIND; JEALOUSY (65)
MIND; IRRITABILITY; menses; before (32)
MIND; AILMENTS from; love; disappointed, unhappy (40)
MIND; DWELLS on; past disagreeable occurrences (48)
MIND; WILDNESS (38)
MIND; OCCUPATION, diversion; amel. (51)
MIND; BUSY (71)
Il primo rimedio della lista repertoriale, Lil-t, mi sembra convincente, poich mi sembra siano
espresse in esso tutte quelle problematiche sessuali e morali delle quali Rita ha sempre fatto solo
qualche piccolo riferimento, chiaramente facendomi capire che si vergognava troppo a parlarne e
quello sguardo angosciato e gli occhi tristi. Spesso ride raccontando le sue avventure. Le faccio
notare tutti questi suoi progressi e mi risponde:
Mi stupisco vero, mi trovo delle forze, una voglia di vivere come nuova. I problemi ci sono,
ma mi sento dentro a un cammino. Lo vedo che sto meglio, anche perch sono pi richiesta dalle
persone. Mi muovo bene, lo so. Credendo pi in me e nel mio corpo vedo la vita in modo pi
allargato. Sento questa Essenza, questo Dio
Mi interessa sentire emozioni.
Continuo la psicoterapia, ho bisogno di punti di riferimento, lei come medico e lui. Ho bisogno di
questo rigore.
Vedo che il problema maggiore della mia vita sempre stato labbandono affettivo e la paura di
impazzire, ma ora non lo sento. Cio, riesco a vivere bene anche senza questo affetto! Mi difendo,
molto (ride spesso) e desidero star bene, perch ho ancora parecchio da fare, la sensazione quella,
di avere parecchie cose da fare, di scoprire, andare al di l degli schemi.
Avevo dato un potere troppo grande ai genitori, alluniverso, un potere mitico che mi annientava.
Domando se ha fatto qualche sogno:
Li ho un po dimenticati. Ricordo vagamente che erano un po di orrore legati allinvasione
di persone, la mia casa invasa e io cercavo di buttare fuori questa gente, per scoprivo che erano
dappertutto e non se ne volevano andare.
Il senso che sentivo era che sono sola ma ce la faccio.
Ho cambiato molto il rapporto con tutti gli amici, si rivoluzionato poi ogni tanto ripenso al
rapporto con quelluomo, che mi aveva invaso in tutti i sensi, e ora mi rendo conto che mi ha
lasciato molto di positivo il sapere che c il sesso, e mi ha risvegliato questo desiderio, il desiderio
del sesso.
Prescrivo placebo e da allora sono passati quasi due anni. In questo periodo ho rivisto Rita ogni
tre quattro mesi e le cose continuano ad andare sempre molto bene. Dal punto di vista terapeutico,
in questi due anni ho solo ripetuto qualche volta la 24LM del rimedio, passando un anno fa circa
alla 30 LM, potenza che prende tuttora al bisogno, traendone sempre ottimo beneficio, anche per le
rare patologie acute fisiche intercorrenti.
Durante la visita nello scorso autunno, dopo le ultime vacanze estive, cos si espressa:
Ho fatto le vacanze a Maratea, e sono stata molto bene. Siamo andati in macchina e lho vissuto
molto bene, non ho avuto problemi di ansia MAI: cio niente nelle gallerie, non gallerie, code
Sono stata proprio bene, non ho mai avuto problemi, ho goduto della luce, del sole, come non mi
ricordavo da secoli. Andavamo in barca, tutte le mattine, ci salivo con estrema naturalezza, sono
sempre stata benissimo! Prima sentivo dentro di me come di aver ricevuto un abuso, nellaffettivo,
di cui io non ero responsabile mi dicevo: io tanto non sono allaltezza, io piccolina, bruttina,
poverina
Ora invece dentro di me sento un senso di apertura, non di chiusura, voglio stare con la gente, ci
sto bene. La prossima settimana dovrei andare in Abruzzo, in autobus diciamo che ora il viaggio
non pi quel mostro terribile
Ho fatto un sogno a Maratea, che le volevo raccontare: ero nellacqua alta, che faceva anche dei
vortici, ma io ci stavo benissimo, sembrava quasi il mio elemento
Valeria ha cinque anni quando la vedo per la prima volta, nel Gennaio del 1997. E molto
graziosa, bionda, alta per la sua et, molto socievole e tranquilla, sorride sempre. E una delle poche
bambine (o bambini) che non mi hanno mai dato problemi di irrequietezza durante la visita: si porta
sempre qualcosa da leggere o da giocare, oppure accetta di buon grado di disegnare. Anche lesame
obiettivo con lei non ha mai presentato difficolt. Viene sempre accompagnata dalla madre, molto
gentile e cordiale, sempre molto attenta a descrivermi minuziosamente i sintomi. Una situazione
ideale, per un medico omeopata.
Mi spiega la madre:
Valeria da due mesi ha stanchezza, freddo, sonnolenza,
mal di testa, malumore, laltro giorno non voleva neanche
andare sulla giostra
Le abbiamo fatto le analisi e hanno trovato in gola lo
streptococco. Un anno fa ha fatto per due volte la
scarlattina, a Natale e a Pasqua io ho avuto unaltra figlia
nello stesso Natale di due anni fa.
Ora, abbiamo dovuto darle lantibiotico, lo prende da dieci
giorni. Si raffredda e prende mal di gola sempre volentieri.
E gi stata vista la scorsa primavera da un altro omeopata,
che le ha dato del Nat-m 200 CH, Kali-bi 5 CH e Rhus-t 5
CH che lavevano aiutata, per a Settembre ha avuto un
periodo di tosse continua e convulsa, era molto rumorosa.
Non migliorava con nessun farmaco, anche il BENTELAN,
che le abbiamo dato, non le ha fatto niente. Vomitava e
piangeva per la tosse, e dopo due mesi abbiamo dovuto
darle lantibiotico, che poi finalmente glie lha fatta passare.
Ma finito di darle quello, le venuta la stanchezza e il mal di
testa.
Adesso, da una settimana le sono venute anche delle
Aggiunge spontaneamente:
Con il mal di testa le dava molto fastidio la luce. Se ha la
febbre bisogna chiudere tutto in casa, tutte le tapparelle.
La bambina continua a giocare tranquilla, seguendo con
molta attenzione il colloquio. Quando la osservo, mi offre dei
larghi sorrisi. Domando alla madre se pu dirmi qualcosa
del suo carattere:
E vivace, anche se qua non sembra, molto sveglia,
sempre allegra. Non coccolona: se le do un bacino si
pulisce subito le d fastidio, non vuole il bacino, da
nessuno. Poi il suo umore varia, a seconda di niente, di
come le gira. Non ama giocare da sola, mi cerca spesso
per, a momenti, non mi cerca. Allasilo andata poco,
sempre per i problemi di salute. La sera si addormenta
sempre tardissimo non ha sonno, e al mattino non si
sveglierebbe mai.
Chiedo com il suo sonno:
Si muoveva molto nel sonno, in un letto a due piazze
cadeva e ora da due mesi con il letto nuovo pi tranquilla.
Non parla, non digrigna i denti nel sonno.
Ha spesso prurito sotto le ascelle. Nei due mesi in cui non
era stata bene aveva la pelle trasparente, soprattutto alle
gambe, si vedevano le vene.
Consulto rapidamente il Repertorio e, pi per la
sintomatologia accusata che per la valutazione generale
della piccola paziente (avendo anche pochi elementi),
prescrivo Belladonna 200 CH, una dose unica al giorno per
due giorni e del Rame oligoelemento, per tre settimane.
Poi avevo uno zio, fratello di mia madre che viveva con noi, ed ero quasi pi suo figlio o
fratello che era uguale per me, e poi morto in un incidente sul lavoro quando io avevo otto
anni, e da l io sono cambiato molto di carattere. Era una presenza per me stavo pi con lui
che con i genitori, che erano sempre fuori per i turni.
Mi venuta a mancare una persona che poi io ho seguito involontariamente tutti i suoi
passi, lo stesso lavoro che faceva lui, la passione che mi ha dato lui. La passione per le
macchine e i motori. Mi identifico molto in lui. Anche per sentito dire da tutti, io gli assomiglio
molto come carattere.
Poi nel giro di due anni mi erano morti anche i nonni, anche loro vivevano con noi in
inverno. Quindi mi sono sparite in pochi anni delle persone che vivevano con me. I nonni
sono morti prima dello zio.
Come carattere non sono uno che cerca lo scontro ma cerco sempre di aggiustare le cose.
Tendo sempre a cercare la quiete e la pace.
Volevo anche dirle che sudo abbastanza e mi d pi fastidio quando sudo o quando sono
pi accaldato. Per esempio, dopo che gioco a pallone, che sudo, dopo aver giocato mi viene
lallergia con gli starnuti. Io tendo sempre a scoprirmi, tendo a tenere tutto aperto, tipo le
finestre. Tendo anche a scoprirmi di notte, non sto molto coperto.
Da qualche anno quando faccio la doccia o quando sono molto sudato mi viene un
fortissimo prurito in tutto il corpo, non so perch, e mi devo grattare, dopo un po mi passa.
Minformo dei suoi gusti alimentari:
Lappetito buono come vede. La sete bevo regolarmente, non ho proprio tanta sete,
comunque principalmente acqua.
Come golosit sono pi sui dolci a volte li mangio di pi per un fattore nervoso. Per il
resto non ho quella cosa del mangiare, non ho preferenze particolari
La moglie:
Gli va bene sempre tutto.
Pietro:
Ho delle cose che non mangio, per esempio il pesce o il coniglio. Il pesce non lo conosco,
perch sono di origine emiliana, ma non che proprio non mi piace
Mi fanno invece male, che non digerisco i peperoni e le cipolle, e i cetrioli se ci sono tanti
condimenti stento a digerire. La cipolla non la mangio mai, mi piacerebbe come gusto ma se
poi la mangio per due giorni poi la digerisco.
Poi c il fatto che mangio in trenta secondi, sono sempre l col tempo un po contato e il
mangiare una delle cose che mi piacciono meno, allora lo faccio in fretta. Mi piace anche
molto mangiare la verdura, la classica insalata in tutti i tipi, pi che la carne.
Lo invito a parlarmi del suo sonno e di eventuali sogni:
Il sonno come tocco il letto rimango l! I sogni a volte mi sveglio col sorriso, ma non mi
ricordo perch. Lei dice che parlo anche nel sonno. Non mi ricordo bene i sogni, ma sono
sempre relativi al lavoro
Interviene la moglie:
Fanno riferimento su di lui un po tutti i colleghi, perch davvero una persona competente
e tutti si rivolgono a lui
Pietro:
Cerco sempre di andare incontro a tutti cercando un po il compromesso con tutti, mi
dicono a volte che non faccio mai il prepotente e io credo che il compromesso sia sempre la
cosa migliore. Mi porto spesse volte il lavoro a casa, dentro la testa e capita poi che nel
sonno trovo la soluzione al problema, capita che mi sveglio mentre sto avvitando qualcosa
con le mani. Mia moglie me lo conferma, che mi vede a volte nel sonno mentre avvito
qualcosa
Chiedo se ha mai avuto una qualche paura:
Ho sempre avuto paura per le altezze dopo che morto mio zio, perch morto cadendo
in una stiva di una nave. Soffro di vertigini di pi rispetto a un tempo, perch da piccolo
saltavo da una parte allaltra, ero pi incosciente del pericolo. Ora, se salgo su una scala o
una seggiovia ho sempre un po di paranoia.
Insisto a sapere se ricorda altro di s:
Da bambino ho avuto molto sangue dal naso, infatti mi hanno poi cauterizzato verso i 12
anni, ora raro che mi esca. Da bambino mi usciva anche perch gi allora starnutivo
spesso. Perdevo sangue con niente, bastava toccarmi solo il naso e usciva sangue.
Poi io soffro di pi il caldo, sono uno che ha sempre una temperatura corporea molto alta,
sento il caldo pi che il freddo.
La moglie:
Emana proprio calore, incredibile!
Pietro:
Per quanto per io stia meglio al caldo che al freddo, quando vado al mare e sto al sole
sono felice, adoro il mare. Ma ho il caldo dentro, entro in macchina anche in inverno e mi si
appannano subito i vetri.
Mi piace il mare e la libert del mare, fosse per me vivrei sempre in jeans e maglietta!
Poi a volte sono molto impulsivo: magari siamo in Vespa io e lei, mia moglie, e sto
parlandole e c quello per la strada che mi combina qualcosa, magari mi taglia la strada e io
gli dico di tutto e poi riprendo il discorso con lei come se nulla fosse
E poi dimentico facilmente molte cose, anche importanti, magari poi ricordo le stupidate!
Dopo un breve silenzio riprende spontaneamente:
Io a 13-14 anni mi dicevano che ero gi vecchio, perch sapevo gi che lavoro volevo
fare, sapevo gi cosa volevo fare e indirizzavo tutto verso il lavoro.
Ma forse i primi sintomi di allergia li ebbi gi prima dei 10 anni, prendevo gi qualche
antistaminico
Repertorizzo:
La visita successiva avviene nel Febbraio 2004, senza aver ricevuto alcuna telefonata
demergenza nel frattempo:
La situazione generale migliorata sicuramente rispetto allanno scorso, non ha mai
preso in tutti questi mesi n un cortisonico n unantibiotico n laerosol, come invece
prendeva sempre linverno scorso. Ha avuto una crisi di tosse una settimana fa, preceduta
prima da un gusto acido in bocca che mi ha riferito. Era in piena crisi e come mi ha detto le
ho dato la sua Squilla 30 ogni ora, e la crisi violenta si bloccata, poi ancora nei due giorni
dopo glielho data tre-quattro volte al giorno e la crisi si risolta, senza prendere altro.
Una cosa che abbiamo notato ora che quando ha la crisi le viene unalito cattivo, molto
particolare, sembra di uova marce, ma a mio marito non sembra cos.
E stata comunque lunica crisi in tutti questi mesi, per il resto non ha avuto
assolutamente altro, neanche unaccenno. Non ha avuto neanche un raffreddore e una
influenza, e pensare che nellasilo c pieno!
La notte ora va decisamente meglio, prima cerano sempre dei problemi. E poi non ha
pi avuto crisi di broncospasmo! Neanche con la tosse, e non ha pi avuto le occhiaie.
Domando se hanno notato altro:
Abbiamo notato che mentre prima odiava la frutta ora le venuta la passione per le
spremute, soprattutto di arance, le piacciono molto! E poi sempre golosa di uova.
Come umore sta benissimo, ha un grosso entusiasmo perch labbiamo iscritta a scuola
per il prossimo Settembre. Scrive gi, a stampatello e legge quasi. Le piacerebbe gi fare i
compiti!
Prescrivo placebo ed il rimedio solo al bisogno.
la
bambina
di
aa.
il
fratellino
di
aa.
hanno