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La storia del conflitto tra India e Pakistan, se per molti pu sembrare una novit,

in realt antica quanto le due stesse nazioni. Si tratta di una delle tante guerre
dimenticate alla quale, da tempo, il mondo politico internazionale non presta
particolare attenzione se non in situazioni di estrema gravit. Lanno scorso, e
questo tutti lo sappiamo, lIndia inizi con il Pakistan un pericoloso braccio di
ferro al nucleare nel corso del quale furono effettuati cinque test atomici indiani
e sei pakistani. La causa di tale stato di semibelligeranza ha profonde origini
storiche. Quando, al termine del secondo conflitto mondiale, la regione indiana
si avvi allindipendenza le province a maggioranza musulmana chiesero la
separazione dallIndia. Al termine del processo coloniale britannico si form
quindi la nazione del Pakistan mentre gli ind rimasero fedeli alla
confederazione indiana. Nel 1947 violenti scontri tra i due gruppi religiosi
costrinsero 10 milioni di induisti a fuggire dal Pakistan e 7 milioni e mezzo di
musulmani dallIndia. Sorse in seguito il problema del Kashmir, una contrada di
alta montagna, uno di quei principati che avevano giurato lealt alla Gran
Bretagna, conservando comunque la propria sovranit. Tali principati furono
esclusi dai negoziati e i loro confini mai definiti esattamente. Malgrado la
religione fosse a maggioranza islamica al governo del Kashmir vi era un nobile
ind. Questi decise lannessione allIndia quando era ormai troppo tardi e le due
nazioni si stavano gi avviando verso il primo conflitto. Il Pakistan, infatti,
riteneva che spettasse al popolo e non al principe decidere del proprio destino. In
seguito ad un accordo di pace stipulato grazie alla mediazione delle Nazioni
Unite la zona del Kashmir fu suddivisa in due grandi regioni: il Kashmir
pakistano e il Kashmir indiano. La divisione non si estese oltre il ghiacciaio
Siachen. Da allora, ognuna delle due nazioni denuncia laltra di occupare
illegalmente la parte restante dello stato.
Nel 1948 lIndia cre la Commissione per lEnergia atomica e nel 56 concord
con il Canada e gli Stati Uniti, che le forniranno in seguito lacqua pesante, la
creazione di un reattore per la ricerca nucleare. La seconda guerra indo-

pakistana scoppi nel 1965 e la terza nel 1971, alla nascita del Bangladesh. Il
programma nucleare inizi ad essere sviluppato in Pakistan nel 1972, nella pi
assoluta segretezza, mentre solo due anni pi tardi lesplosione di un ordigno
nucleare sperimentale segn la definitiva entrata dellIndia nellera atomica.
Negli anni successivi, questa acquist dallUnione Sovietica lacqua pesante
mentre Germania e Gran Bretagna le fornirono le apparecchiature necessarie
agli impianti nucleari. Nel frattempo lallora premier del Pakistan, Ali Bhutto
dichiar al mondo: "Mangeremo erba ma avremo la nostra bomba atomica,
esattamente come ce lha lIndia".
La situazione, in seguito ai test nucleari dello scorso anno, non si present cos
apocalittica ma sicuramente allarmante. I festeggiamenti nazionalistici protrattisi
per giorni dopo i test nucleari lasciarono il posto ai timori per le conseguenze
sulla vita quotidiana. "Soltanto predisponendoci al sacrificio", esort il premier
Sharif, "riusciremo a superare la crisi che ci aspetta. La grandezza e la sicurezza
della patria vengono prima delle nostre difficolt".
In seguito allo scoppio delle bombe nucleari si sono verificati e si verificano
quotidiani bombardamenti lungo la frontiera che divide in due il conteso
territorio del Kashmir e ancora oggi entrambe le parti sostengono di sparare solo
per rappresaglia aggiungendo tasselli ad un infinito mosaico di orrori. I civili
morti in seguito agli scontri sono centinaia ogni anno mentre i colloqui di pace
non sembrano voler portare ad un reale compromesso. Molti degli stessi abitanti
di entrambe le potenze nucleari sostengono ideologicamente il conflitto e si
dichiarano pronti a combattere per difendere la propria nazionalit e la propria
fede. La religione islamica sostiene addirittura che chi muore durante la guerra
santa sar ricompensato da Allah ed per questo che nessun soldato preferisce
rimanere in vita ma piuttosto morire in nome del proprio Dio.
A complicare ulteriormente la gi difficile situazione politica vi poi laria di
tensione che si respira nello stesso Kashmir, dove si formato un movimento
separatista suddiviso in una corrente favorevole al ricongiungimento con il

Pakistan e in una corrente indipendentista. Una decina di anni fa i musulmani


ostili che vivevano qui, sotto il governo indiano, diedero inizio ad una lotta
armata contro i loro governanti. Da allora sono centinaia di migliaia i soldati
indiani coinvolti in scontri contro i guerriglieri del Kashmir che chiedono
lindipendenza o lannessione al Pakistan e la dura repressione attuata dalle
autorit dellIndia non ha ridotto lattivit armata dei ribelli. Le truppe indiane
sono convinte che i pakistani forniscano le armi ai guerriglieri locali
alimentando il conflitto tra le due potenze nucleari. Stando al loro parere il
Pakistan metterebbe a disposizione campi di addestramento per la loro rivolta.
Nel corso di unintervista concessa alla CNN un guerrigliero pakistano, che per
ovvi motivi non ha rivelato la sua identit, si cos espresso: "Abbiamo iniziato
la lotta armata dopo che i nostri diritti essenziali ci sono stati sottratti. Quando
furono formate lIndia e il Pakistan era stato deciso che alle zone a maggioranza
musulmana sarebbe stato chiesto a quale paese volessero aderire. Dopo 50 anni
agli abitanti del Kashmir non ancora stato chiesto se vogliono far parte
dellIndia o del Pakistan. O essere indipendenti. Non si pu credere alle atrocit
che ci sono state inflitte. Mia moglie e altri sette membri della mia famiglia sono
stati uccisi nel tentativo di farmi arrendere. Grazie a Dio lIndia lascer il
Kashmir molto presto e noi saremo vittoriosi".
Stando a quanto sin qui riportato non azzardato affermare che la situazione in
questi paesi decisamente allarmante. Il fanatismo religioso che caratterizza le
parti del conflitto alimenta lodio per i vicini e vede nella guerra loccasione
giusta per guadagnarsi un posto nel tanto sospirato paradiso promesso. E tutto
ci accade tra il quasi totale silenzio dellinformazione. Il 26 maggio lemittente
britannica "Bbc" rese noto il comunicato del generale indiano J.J.Singh: "Oltre
680 militanti afghani, quasi tutti appoggiati dal Pakistan, si sono nascosti nelle
montagne sul versante indiano della linea militare di controllo, e altri 400 stanno
aspettando di entrare nei distretti di Kargil, Dras e Batalik". La notizia non ebbe
alcuna risonanza nei media di tutto il mondo e nello stesso palazzo dellONU

finch non iniziarono i raid aerei e le minacce di una guerra atomica. Il recente
incontro tra il primo ministro del Pakistan Nawaz Sharif e quello dellIndia Atal
Behari Vajpayee non ha portato ad accordi di pace mentre prende sempre pi
corpo la possibilit di un conflitto nucleare. Pochi giorni fa il ministro per gli
affari religiosi del governo pakistano, Zafarul Haq ha detto che il Pakistan
pronto ad usare la bomba contro lIndia "se la sua sicurezza sar minacciata le
armi atomiche non sono fatte per essere tenute nei magazzini se la sicurezza
della madrepatria in pericolo". Tale minaccia era stata precedentemente
formulata dal ministro per linformazione pakistano Zushaid Hussein nel corso
di unintervista rilasciata allemittente "Bbc". Benazhir Bhutto, ex-premier e
capo dellopposizione pakistana si dimostra profondamente preoccupata e teme
che il conflitto possa degenerare in una guerra nucleare. Solo ora la diplomazia
internazionale si sta adoperando per cercare una soluzione al difficile problema
India-Pakistan-Kashmir e sembra che il 6 giugno il premier pakistano Nawaz
Sharif abbia accettato la proposta di Clinton di ritirare le truppe dalla parte
indiana del Kashmir. Gli integralisti islamici non hanno visto di buon occhio la
decisione di Sharif e si dichiarano ora pronti a combattere contro la stessa
Islamabad per punire la "debolezza" del Primo Ministro. LIndia intanto avverte
che non cesser gli attacchi prima del ritiro dei guerriglieri pakistani e il pericolo
di un conflitto nucleare sempre in agguato.
Ma perch prima di intervenire nella crisi indo - pakistana si aspettato tanto
tempo? E se ormai fosse troppo tardi?
http://digilander.libero.it/nonsiamosoli/terzomillennio/tm099912.
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