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Blade Runner è fra noi

Scritto da MarioEs
sabato 19 maggio 2007

Come sempre Nova del Sole 24 Ore anche questa settimana è denso di stimoli e di novità e io ve ne propongo una che, a mio parere, ha la precedenza su tutte un
pò in barba alla prima pagina dedicata al "pubblico attivo" di cui ormai vado anche io parlando da tempo: l'intelligenza artificiale.

L'intelligenza artificiale è, IMHO, uno dei settori più interessanti per i suoi sviluppi futuri, ma anche per le sue (inquietanti?) implicazioni etiche.

Nell'articolo di Arianna Dagnino ad essa dedicato si parla anche di sistemi esperti per la gestione della conoscenza realizzati da una società italiana, la Kallideas
(Azienda specializzata in "Human Like Interaction"), che utilizza quelli che sono stati da lei battezzati i "K-Humans" (i "Virtual Assistant") il cui compito è quello
di rendere più piacevole e funzionale l'interazione uomo-macchina.

Lo sguardo di un K-Human

Fonte: Kallideas

I K-Humans hanno un aspetto umano, nella maggior parte dei casi di giovane donna, e rispondono ai loro interlocutori in maniera "contestualizzata" e quindi in
linea ed aderenti con le emozioni umane della situazione specifica.

Come ci dice il Chief Interaction Design di Kallideas, la virtual assistant è inserita "in un sistema CRM (customer relationship management) che consente ad
un computer di scegliere cosa dire ad un utente in base al suo stato d'animo".

Il "grande vantaggio" di un K-Human è che conosce il suo lavoro alla perfezione e non perde mai la pazienzae per questo è un prodotto destinato molto
probabilmente a sostituire parzialmente se non in toto i call center aziendali - e non solo - fatti da esseri umani in carne ed ossa.

Proprio così: la tecnologia, la Tecnica in senso filosofico, continua inesorabilmente a sostituire il lavoro umano con quello della "macchina", ma mentre
fino ad ora i robot hanno in qualche modo sostituito attività semplici e ripetitive, adesso si apre una nuova era densa di innovazioni, ma anche, come dicevo, di
interrogativi etici.

Technorati tags:
Blade Runner, blog 2 brain, brain 2 brain, cyborg, Etica, etica della responsabilità, innovazione culturale, K-Human

In questa nuova era, cominciamo ad assistere ad una nuova generazione di "macchine": le macchine "pensanti" in grado di interpretare i sentimenti umani e di
rispondere perfettamente ad essi.

I Virtual assistant digitali, così come i robot di nuova generazione, sono sempre più in grado di interpretare la realtà e quindi di interagire con essa, per cui come
osserva il filosofo della scienza Guglielmo Tamburrini "se ho una squadra di esseri umani e di sistemi intelligenti che devono prendere decisioni, c'è
una necessaria redistribuzione dei compiti, ma di chi è la responsabilità di una decisione finale?".

Domanda tanto interessante quanto inquietante.

Tamburrini fa l'esempio dei sistemi automatizzati legati al riconoscimento di obiettivi militari: prima di impiegarli in guerra dovremmo essere certi della loro
perfetta "obbedienza" ai nostri principi etici (per evitare "stragi degli innocenti", n.d.a.).

Il problema è che i robot di nuova generazione legati all'Intelligenza Artificiale apprendono dall'esperienza e pertanto i loro programmatori possono prevedere solo
probabilisticamente le loro "decisioni", ma mai averne la certezza.

In sintesi:

1. l'uomo viene sempre più sostituito dalla macchina, anche per funzioni più "complesse";

2. l'interazione uomo - macchina apre il problema etico della responsabilità della decisione finale;

3. l'uomo diventa sempre più qualcosa di "diverso" e tende sempre più a "fondersi" con la macchina (l'uomo-cibernetico è già stato inaugurato da Kevin
Warwick ).

Come dicevo in qualche post fa citando il filosofo Galimberti, non dobbiamo più chiederci cosa l'uomo può fare con la Tecnica, ma cosa la Tecnica farà
dell'uomo.

E sicuramente la Tecnica ci sta trasformando giorno dopo giorno perchè sta trasformando le macchine da oggetti a "soggetti virtuali" con cui cominciamo ad
interagire emozionalmente.

In qualche modo le macchine stanno diventando più "umane" e gli uomini tendono a diventare più "macchine" (se non addirittura dei meri addetti al loro
funzionamento): Blade Runner ed i suoi "replicanti cyborg" è prossimo venturo e conviene che cominciamo subito ad interrogarci su molteplici questioni etiche se
non vogliamo che quella che si può oggi considerare mera fantascienza possa poi diventare la realtà (triste) nemmeno poi tanto lontana di
domani.

Quello che è certo è che l'Uomo è destinato a cambiamenti che nemmeno immaginiamo per i quali occorrerà rivedere buona parte dell'architettura dei nostri
valori etici se non si vuole rischiare la più totale alienazione tecnologica e la più totale anarchia (immaginate come sarà facile fare una sorta di "brainwashing" ai
consumatori?).

La tecnologia con i virtual assistant ed i robots va avanti ad una velocità impensabile, mentre il diritto e, più in generale, i nostri strumenti culturali di
interpretazione del mondo sono sostanzialmente fermi ed incapaci di fronteggiare l'enormità della Innovazione in atto della Tecnica.

Bisogna pensare sin da subito come fronteggiare e possibilmente dominare eticamente la Tecnica, altrimenti di noi resterà ben poco, almeno di quel Noi che
conosciamo e percepiamo adesso.

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