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Corso di Laurea:

Insegnamento:
n Lezione:
Titolo:

INGEGNERIA CIVILE E AMBIENTALE


Meccanica delle strutture
28
Analisi della tensione: teorema di Cauchy,
equazioni indefinite di equilibrio

FACOLT DI INGEGNERIA

LEZIONE 28 Analisi della tensione: teorema di Cauchy


Equazioni indefinite di equilibrio
Nucleo
tematico

Lez.

Contenuto

28

Analisi della tensione: dipendenza della tensione dalla


giacitura (teorema di Cauchy), equazioni indefinite di
equilibrio, condizioni al contorno, osservazioni, esempi.

Nella lezione precedente stata definita la tensione in un punto; si


riconosciuto come la tensione dipenda, oltre che dalla posizione del
punto, dalla giacitura considerata. inoltre stato definito il tensore di
tensione come una matrice avente nelle colonne le componenti
speciali di tensione relative a tre piani ortogonali. Queste componenti
speciali di tensione sono funzioni delle coordinate (x,y,z) del punto del
solido. In questa lezione viene esplicitata la dipendenza della tensione
dalla giacitura. Viene inoltre mostrato che le nove funzioni raccolte nel
tensore di tensione devono soddisfare certe relazioni legate a
considerazioni di equilibrio. In altre parole si mostra che, scelte a caso
nove funzioni delle coordinate (x,y,z) del punto di un solido queste non
possono, in generale, costituire un tensore di tensione.
Teorema di Cauchy
Il teorema di Cauchy esplicita la dipendenza del vettore
tensione tn in un punto P dalla giacitura precisando la dipendenza di
tn dal versore della direzione normale alla giacitura. Questo teorema
pu enunciarsi come segue.
Il vettore tensione t n in un punto P di coordinate (x,y,z) di un
solido, relativo ad un piano normale ad un asse n dipende linearmente
dal versore n=(n x ,n y ,nz ) dellasse n ed dato da

t nx x yx zx nx


t n = t ny = xy y zy ny

t n
nz xz yz z z

(28.1)

brevemente

t n = []n

(28.2)

essendo x, y, x, yz, zy, xz, zx, xy, yx le componenti speciali di


tensione valutate su tre giaciture passanti per P ed ortogonali agli assi
(x,y,z) del sistema di riferimento assunto.
Per dimostrare le (28.1) (o equivalente la (28.2)) sufficiente
considerare il tetraedro infinitesimo di figura 28.1, avente tre facce
ortogonali parallele ai piani (xy), (xz) ed (yz) del riferimento
considerato e la quarta faccia nel piano relativamente al quale si cerca
la tensione t n , cio nel piano ortogonale allasse n. Si immagina che il
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tetraedro sia stato estratto da un solido nellintorno del punto P (pu


pensarsi che P sia il vertice cui convergono gli spigoli ortogonali) nel
quale punto sono note le componenti speciali di tensione relative ai
piani (xy), (xz) ed (yz). In questo modo sono note le risultanti delle
forze agenti sulle tre facce ortogonali del tetraedro; la tensione sulla
faccia di normale n viene espressa in funzione di queste mediante le
equazioni di equilibrio del sistema. In figura 28.1 le tensioni sulle facce
ortogonali del tetraedro sono rappresentate dello stesso colore degli
assi ai quali le facce sono ortogonali.
y
z

tny

tn

tnz

n =1

xz

xy

zx

yx

yz
y

zy

y
Ax
Ay

tnx

Ay

Az

Figura 28.1.

Sulle facce del tetraedro di normali x, y e z, parallele ai piani (yz), (xz)


e (xy) agiscono quindi le componenti speciali di tensione raccolte nella
matrice [], come mostrato in figura 28.1.
Sia
fx (x,y,z )

f = f (x,y,z )= fy (x,y,z )
f (x,y,z )
z

(28.3)

la forza di volume agente sul volume del tetraedro (per semplicit non
rappresentata in figura 28.1).
Siano infine Ax, Ay ed Az le aree delle facce del tetraedro ortogonali
agli assi x, y e z (figura 28.1) rispettivamente e sia An larea della
faccia del tetraedro ortogonale allasse n.
Essendo le facce del tetraedro di dimensioni infinitesime le forze su di
esse agenti possono essere calcolate con la (27.17), cio
moltiplicando le tensioni nel punto P per le superfici delle facce. Ad
esempio, le forze agenti sulla faccia normale allasse x sono
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x A x
xy A x
xz A x

agente nella direzione dellasse x


agente nella direzione dellasse y
agente nella direzione dellasse z

nelle quali i segni meno derivano dal fatto che tensioni positive nel
riferimento locale sulla faccia del tetraedro di normale x hanno le
direzioni opposte a quelle degli assi globali (x,y,x) rispetto ai quali
vengono scritte le equazioni di equilibrio.
Le equazioni di equilibrio alla traslazione nelle direzioni degli assi x, y
e z di questo sistema sono

x A x yx A y zx A z + t nx A n + fx V =0
xy A x y A y zy A z + t ny A n + fy V =0
xz A x yz A y z A z + t nz A n + fy V =0

(28.4)

essendo
t nx A n
t ny A n
t nz A n

le componenti secondo gli assi x, y e z della forza agente sulla faccia


del tetraedro ortogonale ad n ed essendo
f x V
f y V
t z V

le componenti secondo gli assi x, y e z della forza di volume relativa al


volume V del tetraedro.
Con le considerazioni geometriche di figura 28.2 si riconosce che
laltezza PQ della faccia del tetraedro ortogonale allasse z data da

PQ=QRcos z

(28.5)
y

z
A
R

z
P

z
Q

Figura 28.2.
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Siccome cosz il coseno direttore della retta n rispetto allasse z,


cio

nz =cos z

(28.6)

ed i due triangoli che costituiscono la faccia ortogonale a z e la faccia


ortogonale ad n hanno la stessa base larea della faccia ortogonale a
z pari a

A z = ABPQ = ABQRcos z = A n nz

(28.7)

avendo chiamato An larea della faccia del tetraedro ortogonale


allasse n. Con analogo ragionamento relativamente alle altre facce si
ottiene

A x = A n n x

A y = A n n y

A z = A n nz

(28.8)

Si riconosce inoltre che al tendere a zero delle dimensioni lineari del


tetraedro (si immagini ad esempio di far tendere a zero le lunghezze
degli spigoli paralleli agli assi x,y e z) le aree delle facce divengono
quantit tendenti a zero con il quadrato di queste dimensioni lineari,
mentre il volume del tetraedro una quantit tendente a zero con la
terza potenza di queste dimensioni lineari. Nella (28.4) gli addendi nei
quali compare V sono quindi trascurabili rispetto agli addenti nei quali
compaiono le aree delle facce. Tenendo conto di questo, cio
eliminando dalle (28.4) gli addendi nei quali compare V e
considerando le (28.8) le equazioni di equilibrio (28.4) diventano

x nx yx ny zx nz + t x = 0
xy nx y ny zy nz + t z = 0
xz nx yz ny z nz + t z = 0

(28.9)

cio

t nx = x nx + yx ny + zx nz
t ny = xy nx + y ny + zy nz
t nz = xz nx + yz ny + z nz

(28.10)

e quindi, in forma matriciale

t nx x yx zx n x


t n = t ny = xy y zy n y
t n
nz xz yz z z

(28.11)

brevemente

t n = []n

(28.12)

Le (28.11) sono dette formule di Cauchy. Il teorema di Cauchy


assicura che la tensione su qualunque giacitura passante per un
punto P nota una volta note le componenti speciali di tensione su tre
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piani ortogonali. Infatti, note le componenti speciali di tensione sui tre


piani ortogonali agli assi di un riferimento (xyz) possibile, con le
(28.12), calcolare le componenti nelle direzioni (x,y,z) della tensione
su un qualunque piano di normale assegnata.
Brevemente si dice che lo stato tensionale nel punto P
univocamente definito dalla matrice [] delle componenti speciali di
tensione relative a tre piani ortogonali. Per quanto fin qui affermato lo
stato tensionale in un punto P dipende quindi da nove parametri
scalari, cio dalle nove componenti di [] che sono funzioni reali delle
coordinate del punto P. Si dimostra nel seguito come per soddisfare
certe condizioni di equilibrio il tensore [] deve soddisfare alcune
condizioni che ne riducono da nove a sei il numero di componenti
indipendenti.
Nel seguito, con procedimento analogo a quello seguito nella
lezione 17 per derivare le equazioni indefinite di equilibrio per le travi,
si dimostrano le relazioni che le nove funzioni contenute nel tensore

x (x,y,z ) yx (x,y,z ) zx (x,y,z )


[]= xy (x,y,z ) y (x,y,z ) zy (x,y,z )
xz (x,y,z ) yz (x,y,z ) z (x,y,z )

(28.13)

devono soddisfare nelle condizioni di equilibrio.


Equazioni indefinite di equilibrio
Si dimostra nel seguito che in ogni punto interno P di
coordinate (x,y,z) di un solido soggetto alle forze di volume
f = f (x,y,z )=(fx (x,y,z ) fy (x,y,z ) fz (x,y,z )) le funzioni (28.13) soddisfano le
relazioni

x x (x,y,z )+ y yx (x,y,z )+ z zx (x,y,z )+ fx (x,y,z )=0

xy (x,y,z )+ y (x,y,z )+ zy (x,y,z )+ fy (x,y,z )=0


y
z
x

x xz (x,y,z )+ y yz (x,y,z )+ z z (x,y,z )+ fz (x,y,z )=0

(28.14)

dette equazioni indefinite di equilibrio nel punto P.


Si dimostra inoltre che in ogni punto interno P di coordinate
(x,y,z) di un solido le funzioni (28.13) soddisfano le relazioni
yz (x,y,z )= zy (x,y,z )
xz (x,y,z )= zx (x,y,z )
xy (x,y,z )= yx (x,y,z )

(28.15)

dette condizioni di reciprocit delle tensioni tangenziali.


Brevemente, le (28.14) e le (28.15) si scrivono
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x yx zx
x + y + z + fx =0

xy y zy
+
+
+ f y =0

xz yz z
x + y + z + fz =0

yz = zy

xz = zx

(28.16)

xy = yx

(28.17)

avendo tenuto come sottintesa la dipendenza delle grandezze dalle


coordinate (x,y,z) del punto P.
Sia le equazioni indefinite di equilibrio che le condizioni di
reciprocit si possono dimostrare con un procedimento del tutto
analogo a quello seguito nella lezione 17 relativamente alle equazioni
indefinite di equilibrio per le travi. Si ricorda che in quelloccasione le
equazioni indefinite di equilibrio per le travi sono state ottenute
scrivendo le equazioni di equilibrio relative ad un tratto finito di trave e
passando al limite, cio facendo tendere a zero la lunghezza del tratto
di trave considerato; si era poi riconosciuto che le stesse equazioni
avrebbero potuto essere determinate direttamente scrivendo le
equazioni di equilibrio per un tratto infinitesimo di trave. In questo
contesto, per semplicit, le (28.14) e le (28.15) vengono ottenute
direttamente imponendo le condizioni di equilibrio di un elemento
infinitesimo avente forma di parallelepipedo.
Si consideri un punto P del solido di coordinate (x,y,z). Si
considerino per P le giaciture ortogonali agli assi (x,y,z) del sistema di
riferimento assunto; si immagini di estrarre dal solido un
parallelepipedo di cui P uno spigolo (figura 28.3), avente i lati
paralleli agli assi. Il lati del parallelepipedo abbiano dimensione
infinitesima; si indichino con dx, dy e dz le lunghezze infinitesime di
tali lati. Si indichino con Ax Ay ed Az le aree delle facce del
parallelepipedo ortogonali agli assi x,y e z, rispettivamente (figura
28.3). Sulle facce del parallelepipedo agiscono le componenti speciali
di tensione relative alle giaciture normali agli assi (x,y,z).
In particolare, sulla faccia di area Ax passante per P ed ortogonale
allasse x agiscono la tensione normale x(x,y,z) e le tensioni
tangenziali xy(x,y,z) e xz(x,y,z) le cui risultati sono;

x (x,y,z )A x
xy (x,y,z )A x
xz (x,y,z )A x

agente nella direzione dellasse x


agente nella direzione dellasse y

(28.18)

agente nella direzione dellasse z

Anche in questo caso i segni meno derivano dal fatto che tensioni
positive nel riferimento locale sulla faccia di normale x hanno le
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direzioni opposte a quelle degli assi globali (x,y,x) rispetto ai quali


vengono scritte le equazioni di equilibrio.
y

r
'y
'zy

dy
z

'yz
'yx

'z
xz

xy

'zx

zx

'xz 'xy
z

yx

yz

Az

'x

zy

Ax

dx

Ay
x

dz
x

Figura 28.3.

Passando dalla faccia di normale x passante per P alla faccia di


normale x distante dx da questa le devono valutarsi le tensioni
corrispondenti alle coordinate

(x +dx,y,z )

(28.19)

Queste tensioni sono indicate con gli apici in figura 28.3. Supponendo
che le funzioni contenute in [] siano derivabili rispetto a tutte le
variabili e considerando che dx una quantit infinitesima le tensioni
su questa faccia sono

x (x,y,z )dx
x

xy '= xy (x,y,z )+ xy (x,y,z )dx


x

xz '= xz (x,y,z )+ xz (x,y,z )dx


x

x '= x (x,y,z )+

(28.20)

avendo indicato con

x (x,y,z )
x

xy (x,y,z )
x

xz (x,y,z )dx
x

(28.21)

le derivate parziali delle funzioni x (x,y,z ) , xy (x,y,z ) e xz (x,y,z )


rispetto alla variabile x. Cos le risultanti delle tensioni agenti su
questa faccia sono
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x (x,y,z )+ x x (x,y,z )dx A x

xy (x,y,z )+ x xy (x,y,z )dx A x

(28.22)

xz (x,y,z )+ x xz (x,y,z )dx A x

agenti nelle direzioni degli assi x,y e z, rispettivamente. In modo


analogo si possono scrivere le risultanti delle tensioni agenti sulle altre
facce del parallelepipedo. Lequilibrio alla traslazione del sistema nella
direzione dellasse x quindi (figura 28.3)

x (x,y,z )A x + x (x,y,z )+ x (x,y,z )dx A x +


x

yx (x,y,z )A y + yx (x,y,z )+ yx (x,y,z )dy A y +


y

zx (x,y,z )A z + zx (x,y,z )+ zx (x,y,z )dz A z +


z

+ fx (x,y,z )V =0

(28.23)

dalla quale si ottiene

x (x,y,z )+ yx (x,y,z )+ zx (x,y,z )+ fx (x,y,z )=0


x
y
z

(28.24)

avendo riconosciuto che A x dx = A y dy = A z dz = V il volume del


parallelepipedo considerato (per semplicit, in figura 28.3 non
rappresentata la forza di volume f (x,y,z ) .
La (28.24) la prima delle equazioni indefinite di equilibrio (28.14).
Le equazioni di equilibrio nelle direzioni degli assi x ed y forniscono in
modo analogo le altre due equazioni indefinite di equilibrio (28.14).
Lequilibrio alla rotazione intorno ad un asse r parallelo ad y e
passante per il baricentro del parallelepipedo (figura 28.3) fornisce
dx

dx

+ xz (x,y,z )+ xz (x,y,z )dx A x +


2
x
2

dz
dz

zx (x,y,z )A z + zx (x,y,z )+ zx (x,y,z )dz A z =


2
2
z

=0
xz (x,y,z )A x

(28.25)

e quindi

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A
xz (x,y,z ) x dx 2 +
x
2

A
zx (x,y,z )A z dz + zx (x,y,z ) z dz 2 =0
z
2
xz (x,y,z )A x dx +

(28.26)

Al tendere a zero delle dimensioni dx, dy e dz del parallelepipedo


considerato, il secondo ed il quarto addendo della (28.26) sono
trascurabili rispetto al primo ed al terzo in quanto in quanto tendono a
zero come la quarta potenza della dimensione del parallepipedo,
mentre il primo ed il terzo tendono a zero come la terza potenza di
questa dimensione. Quindi si ha
yz (x,y,z ) zy (x,y,z )=0

(28.27)

avendo tenuto conto che A x dx = A z dz = V , essendo V il volume del


parallelepipedo.
La (28.27) la prima delle condizioni di reciprocit (28.15);
evidentemente le atre si ottengono in modo analogo imponendo le
condizioni di equilibrio alla rotazione attorno ad assi paralleli ad x e z e
passanti per il baricentro del parallelepipedo.
Condizioni al contorno
Nei punti della superficie S del solido lo stato tensionale
rappresentato dal tensore [] deve essere compatibile con la forze
di superficie applicata su S. Cio preso un puto P della superficie S il
tensore [] deve esse essere tale che la tensione tn su un piano di
normale n tangente alla superficie S sia equivalente alla forza esterna
superficiale p(x,y,z ) applicata in P. Ci si rende conto di questo
immaginando di ripetere il ragionamento fatto per la dimostrazione del
teorema di Cauchy relativamente ad un tetraedro infinitesimo avente
la faccia obliqua tangente alla superficie S del solido in un suo punto
P. Sia n il versore della retta normale alla superficie S nel punto P (e
quindi normale alla faccia obliqua del tetraedro). Le equazioni di
equilibrio del tetraedro possono essere riscritte considerando che
sulla faccia del tetraedro di normale n agisce, al posto della tensione
t n (x,y,z ) , il la forza esterna di superficie p(x,y,z ) applicata. Procedendo
in questo modo si ritrova la (28.11) nella quale p(x,y,z ) deve essere
sostituito a t n (x,y,z ) , cio

p x (x,y,z ) x (x,y,z ) yx (x,y,z ) zx (x,y,z ) nx


p(x,y,z )= p y (x,y,z )= xy (x,y,z ) y (x,y,z ) zy (x,y,z ) ny

p (x,y,z ) (x,y,z ) (x,y,z ) (x,y,z ) n


z
yz
z
z
xz

(28.28)

in cui (x,y,z) sono le coordinate del punto P sulla superficie ed nx, ny


ed nz sono le componenti di n .
Per esteso, tenendo come sottintesa la dipendenza dalle coordinate
devono quindi sulla superficie essere soddisfatte le equazioni
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p x = x nx + yx ny + zx nz
p y =xy nx + y ny + zy nz
pz =xz nx + yz ny +z nz

(28.29)

Le (28.28) o equivalentemente le (28.29) sono dette condizioni al


contorno per il problema in esame.
Cambio del sistema di riferimento
Il tensore di tensione [] definito in ogni punto P del solido. Le
sue componenti, essendo le componenti speciali di tensione relative
alle tre giaciture ortogonali agli assi di un sistema di riferimento
dipendono dal sistema di riferimento assunto. Nel seguito si
esplicitano le formule per determinare le componenti del tensore di
tensione relative ad un nuovo riferimento con gli assi (n,p,q) una volta
note le componenti dello stesso tensore relative ad un riferimento con
gi assi (x,y,z).
Sia
t nx

t n = t ny
t
nz

(28.30)

il vettore tensione sul piano normale alla direzione n nel punto P


espresso nelle sue componenti rispetto agli assi (x,y,z). Applicando la
(27.19) il vettore t n pu esprimersi nelle sue componenti rispetto agli
assi del riferimento (n,p,q); le componenti rispetto a questo riferimento
sono componenti speciali di tensione e quindi vengono indicate con i
simboli n, np, nq (figura 28.4). Si ha

n n x n y nz t nx


np = p x p y p z t ny
q q q t
nq x y z nz

(28.31)

in cui n=(n x n y nz ) il versore dellasse n, p=(p x p y p z ) il versore


dellasse p e q=(qx qy qz ) il versore dellasse q rispetto al riferimento
(x,y,z) essendo
nx, ny ed nz i coseni direttori dellasse n rispetto agli assi x,y e z;
px, py ed pz i coseni direttori dellasse p rispetto agli assi x,y e z;
qx, qy ed qz i coseni direttori dellasse q rispetto agli assi x,y e z;
Ricordando la formula di Cauchy (28.11), la (28.31) si riscrive come

n n x n y n z x yx zx n x


np = p x p y p z xy y zy n y
q q q n
nq x y z xz yz z z

(28.32)

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n
n

n =1

n =1

p
q
n
tny
tnz
d
P

tnn

tnp

tn
y

d
tnq

tn
p

tnx
q
x

Figura 28.4.

Ripetendo il ragionamento per la giacitura ortogonale allasse p si ha


si ha

p p x p y p z x yx zx p x


pn = n x n y n z xy y zy p y
q q q p
pq x y z xz yz z z

(28.33)

mentre per la giacitura ortogonale allasse q si ha

q qx qy qz x yx zx qx


qn = n x n y n z xy y zy qy
q q q q
qp x y z xz yz z z

(28.34)

Queste tre relazioni possono riordinarsi e scriversi in forma compatta


come

n pn qn n x n y n z x yx zx n x p x qx
= p p p n p q
np p qp x y z xy y zy y y y
nq pq q qx qy qz xz yz z n z p y qz

(28.35)

Il primo membro della (28.35) il tensore di tensione nel punto P


espresso in termini di componenti rispetto al riferimento di assi (n,p,q).
Chiamando quindi []xyz il tensore di tensione scritto nelle componenti
rispetto agli assi (x,y,z) e con []npq , lo stesso tensore scritto nelle
componenti rispetto agli assi (n,p,q)

[]npq =[N][ ]xyz [N]T

(28.36)

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Meccanica delle strutture
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Analisi della tensione: teorema di Cauchy,
equazioni indefinite di equilibrio

FACOLT DI INGEGNERIA

avendo indicato con

n x n y nz
[N]= p x p y p z
qx qy qz

(28.37)

la matrice di rotazione avente nelle righe i coseni direttori degli assi


(n,p,q) rispetto agli assi (x.y,z).
Osservazione 1
Dovendo essere soddisfatte le condizioni di reciprocit (28.15)
il tensore [] una matrice simmetrica. In altre parole, delle sue nove
componenti solo sei sono indipendenti, cio le tre sulla diagonale
principale e le tre sopra (o sotto) a detta diagonale, restando le altre
tre definite dalle condizioni di reciprocit (28.15). Lo stato tesnsionale
in un punto P del solido di coordinate (x,y,x) quindi univocamente
definito dalla conoscenza di sei funzioni delle coordinate del punto, ad
esempio le sei componenti speciali di tensione

x (x,y,z )
yz (x,y,z )

y (x,y,z )

xz (x,y,z )

z (x,y,z )
xy (x,y,z )

(28.38)

Per questo lo stato tensionale in un punto viene talvolta rappresentato


invece che con il tensore [] (matrice 3x3) con un vettore colonna in
cui sono disposte le sei componenti indipendenti del tensore, cio

x (x,y,z )
(x,y,z )

y
z (x,y,z )
(x,y,z )=
yz (x,y,z )
(x,y,z )

xz
xy (x,y,z )

(28.39)

Osservazione 2
Per quanto visto pu riassumersi che lo stato tensionale in un
punto univocamente definito dal tensore simmetrico [] e cio dalle
sue sei componenti indipendenti, nel senso che noto il tensore [] in
un punto P le formule di Cauchy (28.11) consentono la
determinazione della tensione su qualunque giacitura per P. Lo stato
tensionale di un solido definito quando noto il tensore [] in ogni
punto del solido e cio quando sono note le sei funzioni (28.38) delle
coordinate del punto.
Queste sei funzioni non sono indipendenti le une dalle altre
dovendo soddisfare le tre equazioni indefinite di equilibrio (28.16) e le
condizioni al contorno (28.29).
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Definizione
Si dice che le sei funzioni (28.38) costituiscono uno stato
tensionale staticamente ammissibile per un solido soggetto ad
assegnate forze di superficie e di volume se soddisfano, insieme alle
forze applicate, le tre equazioni indefinite di equilibrio (28.16) e le
condizioni al contorno (28.35).

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Analisi della tensione: teorema di Cauchy,
equazioni indefinite di equilibrio

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LEZIONE 28 Sessione di studio 1


Analisi della tensione: teorema di Cauchy Equazioni indefinite
di equilibrio
Sono discusse nel seguito alcune osservazioni relative alla trattazione
svolta nella lezione.
Osservazione 3.
Nella lezione 17 (osservazione 1) si osservato come le
equazioni di equilibrio di un tronco di trave consentano la
determinazione delle caratteristiche di sollecitazione in ogni sezione
del tronco una volta noti i carichi applicati e le caratteristiche di
sollecitazione in corrispondenza di un estremo del tronco.
Equivalentemente per una trave possibile determinare le tre
caratteristiche di sollecitazione (cio N(s), T(s), M(s), essendo s
unascissa curvilinea) con il sistema di equazioni differenziali costituito
dalle le tre equazioni indefinite di equilibrio (17.37)

T(s)
d
dsN(s) (s) = qt (s)

N(s)
d
= qn (s)
(28.40)
T(s)+
(
)
s

ds

d M(s)=T(s)
ds
una volta note le condizioni al contorno, cio, ad esempio, le
caratteristiche di sollecitazione N0, T0 ed M0 in una sezione s0 della
trave:
M(s0 )=M0
T(s0 )=T0
N(s0 )=N0
(28.41)

Lo stesso non pu affermarsi relativamente allo stato


tensionale in un solido generico soggetto a forze di superficie ed a
forze di volume assegnate. Infatti in questo caso le sei incognite
componenti speciali di tensione

x (x,y,z )
yz (x,y,z )

y (x,y,z )

xz (x,y,z )

z (x,y,z )
xy (x,y,z )

(28.42)

non possono essere determinate mediante la soluzione del sistema


differenziale

x x (x,y,z )+ y yx (x,y,z )+ z zx (x,y,z )+ fx (x,y,z )=0

xy (x,y,z )+ y (x,y,z )+ zy (x,y,z )+ fy (x,y,z )=0


y
z
x

x xz (x,y,z )+ y yz (x,y,z )+ z z (x,y,z )+ fz (x,y,z )=0

(28.43)

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contenente le tre equazioni indefinite di equilibrio con le condizioni al


contorno

p x = x nx + yx ny + zx nz
p y =xy nx + y ny + zy nz
pz =xz nx + yz ny +z nz

(28.44)

Siccome le equazioni indefinite di equilibrio sono state ottenute con le


Equazioni Cardinali della Statica applicate ad un elemento infinitesimo
del solido, si deve concludere che non possibile determinare le
incognite di questo problema (cio le funzioni che rappresentano lo
stato tensionale) mediante sole condizioni di equilibrio, e quindi che il
problema staticamente indeterminato. Come osservato in altre
occasioni (strutture iperstatiche) per la soluzione del problema
descritto necessario imporre il soddisfacimento di altre condizioni
che coinvolgono le deformazioni del solido soggetto alle forze esterne
assegnate, dette equazioni di congruenza.
Osservazione 4.
Nella lezione precedente stato riconosciuto come la tensione
in un punto P di un solido dipenda dalle coordinate (x,y,z) del punto e
dal piano sul quale viene valutata, identificato dai coseni direttori
(nx,ny,nz) della retta n ad esso normale. Questa evenienza stata
esplicitata mediante la relazione

t nx (x,y,z,n x ,n y ,n z )

t = t (x,y,z,n x ,n y ,n z )= t ny (x,y,z,n x ,n y ,n z )
t (x,y,z,n ,n ,n )
x y z
nz

(28.45)

A questo punto possiamo riassumere che la dipendenza da (nx,ny,nz)


di tipo lineare, cio
t (nx ,ny ,nz )=[]n

(28.46)

e non coinvolge le forze applicate al sistema. Le forze applicate al


sistema vengono invece coinvolte nella dipendenza di

x (x,y,z ) yx (x,y,z ) zx (x,y,z )


[]= xy (x,y,z ) y (x,y,z ) zy (x,y,z )
xz (x,y,z ) yz (x,y,z ) z (x,y,z )

(28.47)

dalle coordinate del punto, dovendo le sei funzioni indipendenti


contenute in [] soddisfare le equazioni indefinite di equilibrio e le
condizioni al contorno le quali coinvolgono le forze applicate.
Osservazione 5.
Nella trattazione svolta stata esclusa a priori la presenza di
forze concentrate agenti in punti della superficie o del volume del
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solido considerato. Questa ipotesi necessaria per il fatto che la


presenza ad esempio di forze concentrate sulla superficie del solido
renderebbe impossibile soddisfare le condizioni al contorno (28.44) i
cui secondi membri coinvolgono unicamente forze per unit di
superficie. Ci si rende conto di questo pensando di considerate un
tetraedro infinitesimo vicino alla superficie del solido ed avente la
faccia obliqua tangente alla superficie (lo stesso considerato per la
scrittura delle condizioni al contorno). Se su questa faccia fosse
applicata una forza concentrata lequilibrio del tetraedro sarebbe
impossibile in quanto il tetraedro sarebbe soggetto sulla superficie
inclinata a una forza finita (per quanto la superficie della faccia sia
infinitesima) mentre le risultanti delle tensioni applicate sulle facce
ortogonali agli assi sarebbero sempre infinitesime.
Daltra parte, come gi osservato nella lezione 9, le forze
concentrate costituiscono una schematizzazione della configurazione
reale e rappresentano le risultanti di carichi distribuiti su porzioni molto
piccole delle superfici. Questultima situazione, cio la presenza di
carichi anche elevati distribuiti su superfici anche piccole ma di
dimensioni finite invece compatibile con le equazioni scritte.
Osservazione 6
Nella trattazione svolta si fatto ampio utilizzo delle Equazioni
Cardinali della Statica. In effetti questo utilizzo potrebbe apparire
contraddittorio ricordando che queste equazioni costituiscono una
condizione necessaria e sufficiente per lequilibrio di un sistema rigido
e coinvolgono solo le forze esterne ad esso applicate. Si osserva che
in questo contesto queste equazioni sono state scritte coinvolgendo le
forze interne (risultanti delle tensioni su opportune superfici) e che non
sono state esplicitate ipotesi sulla eventuale rigidezza del solido
considerato. Bisogna tuttavia considerare quanto segue.
-

Le Equazioni Cardinali della Statica sono state applicate a sistemi


(il tetraedro del teorema di Cauchy e il parallelepipedo delle
equazioni indefinite di equilibrio) pensati estratti dal solido e
soggetti sulle superfici esterne alle stesse forze cui erano soggetti
prima dellestrazione; per questi sistemi le forze applicate sulle
superfici che li delimitano sono forze esterne, sebbene per il solido
di partenza siano forze interne (il ragionamento analogo a quello
fatto allorch si sono utilizzate le Equazioni Cardinali della Statica
per la determinazione delle caratteristiche di sollecitazione delle
travi).

Si anticipa che nelle lezioni seguenti verranno fatte ipotesi


sullentit delle deformazioni ed in particolare si supporr che le
deformazioni siano sufficientemente piccole da rendere lecito
imporre le equazioni di equilibrio sulla configurazione indeformata
del solido (cio sulla configurazione del solido quando non era
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soggetto alle forze); in altre parole si suppone che la deformazione


del solido che interviene con lapplicazione delle forze sia
sufficientemente piccola da non alterare le Equazioni Cardinali
della Statica. Questo approccio comporta notevoli vantaggi e
semplificazioni anche se non applicabile in ogni caso. Anche
nellambito delle strutture dellingegneria civile esistono molti
problemi per i quali questa assunzione non accettabile.
Si osserva infine che una qualche ipotesi sul modo di
deformarsi del solido comunque necessaria in quanto senza la sua
introduzione impossibile determinare univocamente lo stato
tensionale del solido, come discusso nellosservazione 3.

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LEZIONE 28 Sessione di studio 2


Analisi della tensione: teorema di Cauchy Equazioni indefinite
di equilibrio
Si propone nel seguito un esempio relativo agli argomenti trattati in
questa e nella lezione precedente.
Esempio 28.1
In un punto P di un solido lo stato tensionale descritto dal
tensore
12 0
0
0 0

[]= 0

0
0 MPa
0

(e.1.1)

rispetto agli assi (x,y,z) di un sistema di riferimento. Si consideri il


piano ortogonale al piano (xz) ed inclinato di = /3 rispetto al piano
(xy). Su questo piano si determinino:
-

il vettore tensione;
le componenti speciali di tensione;
la tensione tangenziale totale.

Si determini infine il tensore di tensione rispetto ad un riferimento


avente un asse ortogonale al piano .
La retta normale al piano forma con gli assi x, y e z gli angoli
(figura 28.5)

x =

y =

z =

(e.1.2)

y
z

x = 12

n =1
n
nz

nx

z
x

Figura 28.5.

Il suo versore quindi

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3 1
n=(nx ,ny ,nz )=
,0,
2
2

(e.1.3)

Per controllo pu verificarsi che risulta


n2x +n2y +n2z =

3 1
+ =1
4 4

(e.1.4)

Il vettore tensione sul piano (figura 28.6) si determina quindi con la


formula di Cauchy (28.1)

n
tnx
x yx zx x 12 0 0
tn = tny = xy y zy ny = 0 0 0
t n 0 0 0
nz xz yz z z

3
2 6 3
0 = 0 MPa
1 0

(e.1.5)

Si pu verificare la correttezza del risultato scrivendo esplicitamente


lequazione di equilibrio alla traslazione nella direzione dellasse x. La
forza agente in direzione x sulla faccia ortogonale a x del prisma di
figura 28.6
x L z L y =12L z L y

(e.1.6)

essendo L z L y la superficie della faccia (figura 28.6).


y
z

x = 12
tn

n =1
n

Ly
Lx

nz

nx

z
x

Figura 28.6.

Le forze agenti in direzione x sulle facce ortogonali agli assi y e z sono


nulle relativamente al tensore (e.1.1).
La forza agente in direzione x sulla faccia di normale n
t nx L y

Lz
2
=6 3 L z L y =12L z L y
sin
3

(e.1.7)

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La condizione di equilibrio alla traslazione del prisma nella direzione


dellasse x soddisfatta essendo la forza (e.1.6) uguale alla forza
(e.1.7).
Le equazioni di equilibrio alla traslazione nelle direzioni degli assi y e z
sono evidentemente soddisfatte, essendo le componenti di tensione in
queste direzioni nulle su tutte le facce del prisma.
Per valutare le componenti speciali di tensione sul piano
normale alla retta n necessario definire un sistema di riferimento con
un asse normale al piano (e quindi avente la direzione di n) e due
assi giacenti su detto piano. Sul piano si assumono un asse p
ortogonale al piano (xz) ed un asse q parallelo al piano (xz) (figura
28.7).
y
z
p

x = 12

n
nq

Ly

n =1
n

tn

Lx

nz

nx

z
x

Figura 28.7.

Il versore dellasse p

p=(p x ,p y ,pz )=(0,1,0 )

(e.1.8)

mentre il versore dellasse q


1 3

q=(qx ,qy ,qz )= ,0

2
2

(e.1.9)

La matrice che rappresenta il cambio di sistema di riferimento, cio


che trasforma le componenti di t n rispetto al riferimento con assi
(x,y,z) nelle componenti di t n rispetto al riferimento con assi (n,p,q)

3
1
0

n x n y n z
2
2

[N]= p x p y p z = 0 1 0
qx qy qz 1 0 3
2
2

(e.1.10)

Applicando la (28.31) si ha
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3
1
0

n n x n y n z t nx 2
2 6 3 9

np = p x p y p z t ny = 0 1 0 0 = 0 MPa (e.1.11)

q q q t 1
3 0 3 3
nq x y z nz 0
2
2

Applicando la (27.30) si determina la tensione tangenziale


totale che evidentemente ha lo stesso modulo della tensione
tangenziale nq, essendo np nulla (figura 28.7)
2
2
n = np
+ nq
=3 3 MPa

(e.1.12)

Considerando inoltre che t n il vettore tensione sulla faccia di


normale n e che n la sua componente lungo la retta n si conclude
che la tensione tangenziale totale, nelle sue componenti rispetto agli
assi (xyz) avrebbe potuto determinarsi con

nx 6 3

n =tn n ny = 0 9
n 0

z

3 3 3
2 2
0 = 0
1 9

2 2

(e.1.13)

essendo
nx

n ny
n
z

(e.1.14)

il vettore avente intensit n e la direzione della normale n.


E dunque anche in questo modo si ottiene
2
2
n = 2n + ny
+ ny
=

27 81
+ = 27 =3 3
4 4

(e.1.15)

Infine, applicando la (28.35) il tensore di tensione rispetto al


riferimento di assi (n,p,q)

3
1
0

n pn qn 2
2 12 0 0

= 0 1 0 0 0 0

np p qp
0 0 0

1
3

nq pq q 0

2
2

3
1
0
2
2
0 1 0
1
3
0
2
2

(e.1.16)

cio
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equazioni indefinite di equilibrio

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n pn qn 6 3 0 0
= 0 0 0
np p qp 6 0 0
nq pq q

3
1
0
2
2 9 0 3 3
0 1 0 = 0 0 0
1
3 3 3 0 3
0
2
2

(e.1.17)

Questo tensore simmetrico, come richiesto dalle condizioni di


reciprocit.

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LEZIONE 28 Sessione di studio 3


Analisi della tensione: teorema di Cauchy Equazioni indefinite
di equilibrio
Si propongono nel seguito due ulteriori esempi relativi agli argomenti
trattati in questa lezione e nella precedente. Si suggerisce al lettore di
risolverli in modo autonomo e di confrontare i risultati ottenuti con le
soluzioni che saranno discusse nelle lezioni successive.
Esempio 28.2
In un punto P di un solido lo stato tensionale descritto dal
tensore
8 0 0

[]= 0 0 0 MPa
0 0 8

(e.2.1)

rispetto agli assi (x,y,z) di un sistema di riferimento. Si consideri il


piano ortogonale al piano (xz) ed inclinato di = /4 rispetto al piano
(xy). Su questo piano si determinino:
-

il vettore tensione;
le componenti speciali di tensione;
la tensione tangenziale totale.

Esempio 28.3
In un punto P di un solido lo stato tensionale descritto dal
tensore
0 0 8

[]= 0 0 0MPa
8 0 0

(e.3.1)

rispetto agli assi (x,y,z) di un sistema di riferimento. Si consideri il


piano ortogonale al piano (xz) ed inclinato di = /4 rispetto al piano
(xy). Su questo piano si determinino:
-

il vettore tensione;
le componenti speciali di tensione;
la tensione tangenziale totale.

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