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Il sogno e lincubo coloniale


Fabrizia Morandi

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l giornale tedesco Die Zeit ha recentemente pubblicato col titolo


Es ist alles Gold, was glnzt ( tutto oro quel che luccica) un
servizio sullEmirates Palace di Abu Dhabi. Voluto dallo Sceicco
Said bin Sultan Al Nahyan per ospitarvi il vertice del Consiglio di
Cooperazione del Golfo, avrebbe dovuto essere inaugurato per loccasione nel dicembre 2004. Limprovvisa morte dello Sceicco ha cambiato i piani e ora, un anno dopo, giornalisti internazionali sono stati
invitati per raccontarlo, alla vigilia dellapertura.
LEmirates Palace un albergo a sette stelle considerato la nona meraviglia del mondo dopo il Burj al Arab di Dubai. La foto presa dal
mare mostra un palazzo eclettico gigantesco, in stile vagamente moresco, cupole e porticati, che sembra allungarsi allinfinito raddoppiandosi e rispecchiandosi oltre i confini della pagina, come per effetto di un caleidoscopio ingannatore. Il portone dingresso pi
grande dellArco di trionfo. Non c da stupirsi, quando si apprende
che da un capo allaltro la costruzione misura un chilometro. Anche
il mare stato costruito, come le piscine che sono cos grandi da
potercisi smarrire.
1,2 chilometri di spiaggia creati con sabbia algerina; 10 000 dollari a
notte costa la suite pi lussuosa; 18 000 rose sono consegnate ogni tre
giorni; per la voce fiori freschi si spendono 2 milioni di dollari lanno;
8000 palme sono state importate dal Sudafrica per il giardino; il personale ha seguito un corso di tre giorni per orientarsi nei corridoi del
palazzo che, come in un videogame di marmo avorio, si snodano tra
soffitti e pareti in oro in foglia e colonne in marmo giallo ocra; forze
dellordine pari al numero di stuccatori sono state impiegate durante
il cantiere affinch le maestranze non scappassero con le foglie doro
durante i lavori. Personale vestito con caffetani disegnati da Armani tutto intorno un deserto inospitale e unisoletta prospiciente
su cui domina uninsegna Ikea. I numeri zampillano con volutt illuminando il lettore come una fantasmagoria di lapilli eruttati in
una dimensione del viaggio fantastico e proibitivo che pu spingere
a scegliere di soggiornare in un simile oggetto.
Turismo dimenticato
Come intendano procedere i libici, che stanno lentamente cercando di
dotare il paese delle necessarie infrastrutture turistiche, mi ignoto.
La Libia possiede invero sulla costa mediterranea una serie di reperti

illustrazioni tratte dalla rivista Libia

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storici e archeologici notevolissimi che testimoniano le dominazioni


subte. Resti di citt romane, fenicie, greche, bizantine, turche. Leptis
Magna e Sabratha, Apollonia, Tolemaide, Tocra e Cirene. Questo potrebbe giustificare una politica turistica orientata a una vita fuori le
mura di quegli alberghi che altrove rappresentano le sole oasi vivibili
e riassumono il desiderio di brevi soggiorni in un apartheid di lusso.
Ma non solo: in Libia esiste unarcheologia turistica coloniale, che
matura tra la fine degli anni 1920 e il 40, un sistema volto allo sviluppo turistico della colonia che vale la pena indagare.
I territori coloniali costituivano un terreno di applicazione molto importante perch su di essi si potevano collaudare, al di fuori dellambito metropolitano, tutti gli aspetti corporativi potenzialmente estensibili a culture diverse: al tempo stesso di questi collaudi poteva nutrirsi la propaganda di regime per dimostrare il carattere
intrinsecamente universale della terza via fascista. La ricerca parallela di un linguaggio architettonico dOltremare, di una letteratura
e di una filmografia coloniali, erano tentativi di trovare espressioni
che affermassero una concezione dellimperialismo italiano e allo stesso tempo lo differenziassero dagli altri.
Per il DAnnunzio delle Canzoni delle gesta doltremare la conquista
della Libia rappresentava il riappropriarsi di qualcosa che era stato
sottratto in tempi lontani allunit dellimpero romano dalle invasioni
islamiche, determinando la mutilazione territoriale e lobliterazione di
una comune coscienza di stirpe.
NellAppello agli architetti italiani pubblicato nel 1936 sul numero
1 della rivista Architettura, unitamente a un Piano Regolatore Generale dellImperosi postula la realizzazione di un Programma edilizio
dellImpero Coloniale che renda possibile evitare gli orrori e le
brutture del pi sciatto eclettismo architettonico e che indirizzi gli
architetti verso il modello romano, evitando romantici ritorni a
morfologie stilistiche pseudo arabe, pseudo moresche, pseudo tropicali, risolventisi in ridicoli aborti architettonici. A questo manifesto
programmatico si attengono i piani regolatori per Tripoli e Bengasi
di Alpago Novelli, Cabiati e Ferrazza del 1933-35.
La vecchia mentalit, per cui lattirare il forestiere in un determinato paese era considerato come una forma di parassitismo, indegna di un popolo civile, ormai superata scrive la Rivista delle
Colonie Italiane nel 1930, spiegando come economisti famosi si siano occupati di studiare il fenomeno turistico, enti come il Tci, lEnit e
la Cit vi basino la propria attivit e il Ministero delleducazione abbia
istituito una cattedra di economia turistica allUniversit di Roma.
Nellambito della promozione turistica, accanto alle guide, rivestivano particolare importanza le manifestazioni del turismo attivo, crociere ed escursioni. Nella discussione sul bilancio del 1929 De Bono,

allora governatore in Tripolitania, riferisce: Quel che necessario,


che sia fatta per le colonie una sana propaganda. Una volta la propaganda non si faceva neppure; adesso si fa. Si fa per una propaganda scritta con una quantit di articoli di giornali e riviste; si fanno fotografie, ma io mi permetto il dubbio di pensare che tutto ci
sia letto e visto [] la propaganda scritta bisogna farla molto bene
[] Propaganda se ne deve fare, ma propaganda che serva a facilitare il turismo. Le crociere sono ottime al riguardo. Bisogna vedere,
vedere, vedere.
Con il titolo La Libia vista da uno straniero del Nord, viene pubblicata sul numero di gennaio 1938 della rivista Libia la lettera di
un viaggiatore olandese, tale George Martens, attratto dalla propaganda che fa ora allestero lEtal. Egli scrive: Io sono solito fare
ogni anno un viaggio in uno dei paesi del Mediterraneo cos dolce
e sereno, ma questanno la scelta mi riusciva difficile come
non mai, e la mia perplessit cresceva ogni giorno di pi. Come potevo infatti accarezzare lidea di un soggiorno allestero se
ogni mattina il giornale che trovavo accuratamente piegato sul vassoio tra i piattini della colazione mi riportava il rumoreggiare di rivolte, leco degli scioperi e perfino la mia stanza tranquilla sembrava illuminarsi delle bianche luci delle guerre civili? Il turista non
ama nei suoi viaggi di piacere il rischio, e tanto meno imbattersi in
torbidi o essere travolto nelle sommosse. Stavo quasi rassegnandomi
quando mi giunse uno dei soliti cartoncini turistici insieme ad un
numero della bella rivista Libia, che mi invitava a visitare la Libia;
mi sono persuaso e sono partito. Vi confesso che allatto del mio imbarco credevo la Libia una regione priva di interesse, un arido dilagare di steppe percorse solo dal lento andare di pochi nomadi, e Tripoli e le altre citt me le figuravo sul solito clich di quelle cittaduzze arabe costituite da file di casette basse senza luce, maleodoranti e
ambigue, dove senza gioie campa miseramente la vita unumanit
pigra ed assonnata. Ma gi al primo incontro con la realt tutte queste fole sono scomparse e Tripoli con i suoi lungomare dincanto,
con i bianchi palazzi, le sue vie luminose, i suoi edifici, nitidi di
marmi puri e sobri, mi venuto incontro
Alberghi
La rivista Libia vede la luce nel marzo 1937, primo anno della fondazione dellImpero. Stampata a Tripoli dalleditore Maggi in italiano e
in arabo, edita sotto gli auspici dellEtal, Ente turistico ed alberghiero della Libia, con sede nel palazzo Ina, corso Vittorio Emanuele
a Tripoli. Da tre anni Italo Balbo governatore della Libia. Il suo interesse ad attrarre visitatori, ospiti di riguardo e turisti va oltre la
soddisfazione della sua vanit personale; il suo progetto volto a di-

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mostrare che la Libia ha raggiunto un livello di civilizzazione degno


della quarta sponda. La Libia non reggeva il confronto con lAfrica
francese e non aveva le piramidi, le rovine romane venivano lentamente scavate, gli alberghi erano modesti e se il viaggiatore si inoltrava nel deserto, doveva alloggiare negli avamposti militari. Nonostante
questa situazione il numero dei turisti era quadruplicato dal 1929 al
1933, passando da 7209 a 28 304. I dati statistici del 1934 indicano
36 977 passeggeri arrivati e partiti. Il movimento generale degli alberghi di Tripoli fu rilevante, avendo raggiunto 11 336 arrivi con 51
984 giornate di presenza effettiva, con una permanenza effettiva di
5,7 giorni. Le comitive turistiche non pernottanti negli alberghi, furono, sempre nel 34, in numero di 27 con 13 160 componenti, di cui
4106 stranieri, e le giornate di questi croceristi furono 14 844.
Per accelerare questo processo Balbo mette lindustria turistica al
servizio dello stato, e crea con R.D. 31 maggio 1935 n. 1410 lEnte
Turistico ed Alberghiero della Libia, un istituto che ha lo scopo di
promuovere e incrementare il movimento turistico in Libia, di dirigere e coordinare lazione che istituti, organizzazioni, societ, comitati e privati svolgono in tale campo; nonch di gestire alberghi e
svolgere ogni altra attivit attinente allo scopo predetto, col compito di organizzare, sovraintendere e promuovere tutte le attivit turistiche.
AllEtal sono concessi in uso gli alberghi che gi fanno parte o che venissero a far parte del patrimonio della Colonia,
della Cassa di Risparmio della Libia e dei Municipi, il teatro Miramare di Tripoli e il teatro municipale gi Berenice di Bengasi dellArchitetto Marcello Piacentini.
Come si apprende leggendo La Libia turistica del professor De Agostini, uscita dopo quattro anni di viaggi nel dicembre del 1938, i problemi del regime nel fare della Libia un centro turistico dopo la definitiva riconquista sono stati due: le strade e gli alberghi, entrambi
fascisticamente risolti, cio nel modo migliore.
Gli alberghi dellEtal in Libia nel 1938 sono 18, distribuiti in Tripolitania e Cirenaica e negli itinerari sahariani e costieri previsti dalle
guide turistiche. A Tripoli al primo posto c lo Uaddan, categoria lusso, camere 50, letti 84, bagni 40, Casa modernissima costruita con
particolare lusso e signorilit destinata a ricevere la parte pi eletta
della clientela turistica internazionale, con saloni per le feste, casin
municipale, roulette e baccarat, trente e quarante, le terme romane,
tea room, cinema teatro. Costruito nel 1935 su progetto di Florestano
Di Fausto sul lungomare Badoglio, nellangolo pi ridente della nuova
Tripoli, tra il parco Umberto di Savoia e la pi suggestiva passeggiata
a mare, tutte le camere con bagno e telefono, impianto di riscaldamento e raffreddamento daria. Orchestra tutti i pomeriggi e tutte le

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Libia, Gadames, Albergo Ain El Fras Libia, Tripoli, Albergo Uaddan, photos Fabrizia Morandi

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sere, feste danzanti, manifestazioni darte, teatro, due bar, ristorante,


sala da gioco, sala di lettura e di scrittura, giardini, terrazze. Tutto il
conforto moderno. Cucina raffinata. Costo 3 dollari al giorno. pubblicizzato con un manifesto disegnato da Dudovich, le pubblicit fotografiche sono accompagnate da testi fioriti: Un suggestivo castello
incantato allinsegna dellUaddan (un caprone) porta fortuna. Tutti
gli incantesimi delloriente misterioso e tutti i conforti della vita moderna. Sfolgorio di luci, armonia di colori, sussurro lieve di acque
incessanti.
Grand Hotel: 1a categoria. Posizione incantevole sul lungomare Conte Volpi, 80 camere con ristorante e termosifoni. Giochi di pallacorda,
vasto giardino e rinomato ristorante.
Albergo del Mehari, 2a categoria geniale costruzione con caratteristici cortiletti, giardini e fontane ed un magnifico ristorante a mare,
adatto a comitive e turisti di passaggio, in ridentissima posizione
presso le antiche tombe dei pasci Caramanli, 250 camere tutte con
bagno, bar, cinque giardini terrazze, tutto il conforto moderno, prezzi
modicissimi. Progetto architetto Florestano Di Fausto 1934.
Grand Hotel Nazionale in piazza Italia, 50 camere, termosifone, acqua calda e fredda, telefono, autorimessa.
Sulla strada Tripoli-Gadams, la Porta del Sahara, la Citt sahariana che supera ogni fantasia e ogni realt; a Garian c lalbergo Gebel, a Jefren il Rumia, a Nalut il Nalut, a Gadames lAin al Fras; progetto dellarchitetto Di Fausto. A Homs c lalbergo Agli scavi di
Leptis Magna del 1929, progetto architetto Carlo Enrico Rava; a Zliten Alle Gazzelle; a Misurata e Sirte due omonimi alberghi di seconda
categoria. A Bengasi si inaugurato nel 36 il Grande Albergo Berenice che per i criteri di praticit decorosa con cui stato costruito
rappresenta senza dubbio una delle pi indovinate soluzioni del
problema dellalbergo moderno. A Cirene c il Grande albergo
agli Scavi dellarchitetto Alessandro Limongelli del 1930. Il Derna
un grande albergo dagli arredi sobri e razionali in stile italico
nuovo, tra palme e bananeti in unoasi di frescura, e il Tobruch,
davanti alla pittoresca marina, arredato secondo i pi moderni princip della tecnica alberghiera in Africa nelle omonime citt.
Turisti in Libia
Con la geniale campagna pubblicitaria Questo il periodo migliore
per visitare la Libia, scritto in corsivo a bianche lettere in campo azzurro sulla pagina bianca, senza indicare data alcuna, lEtal invita i
turisti a richiedere sempre in tutti gli alberghi: Ruffino il gran Chianti, lAperol, laperitivo, il Vermouth, spumanti, Arquebuse, Alpestre e
la birra Oea, prodotta in loco. Abbondano anche gli eventi spettacolari: il Raduno aereo sahariano, la Fiera campionaria, la Lotteria dei

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Libia, Nalut, Hotel Winzrik Nalut Libia, Tripoli, Albergo Uaddan, photos Fabrizia Morandi

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Milioni, le Corse allippodromo della Bu Setta e il Gran premio automobilistico nel circuito della Mehalla.
LEtal istituisce unagenzia di viaggi e di vendita biglietti per trasporti aerei, acquista unaeroplano da adibirsi a taxi aereo, sovvenziona
una societ teatrale per un corso di recite di una primaria compagnia
di prosa, stanzia fondi per pubblicazioni di propaganda. Gestisce
inoltre un servizio di automobili con autovetture tipo Artena Lancia a
cinque posti, Augusta Lancia a tre posti, Balilla Fiat a tre posti; con
prezzi a chilometraggio ai quali vanno aggiunte le spese di vitto e alloggio degli autisti in ragione di lire 10 per ogni pasto consumato fuori sede o 35 lire al giorno. Gli autopoullmann gran lusso Sahariani
a 16 posti utili sono dotati di ghiacciaia, bar, radio ricevente e trasmittente e di cucina volante. Viene servito anche il gelato nel deserto.
Per Garian, Jefren, Nalut, Gadames, partenza da Tripoli ogni gioved,
ritorno domenica. Prezzo per persona, compreso vitto e alloggio negli
alberghi, per tutta la gita lire 700.
Il turista pu arrivare in Libia: per via aerea con le linee giornaliere della societ Ala Littoria, idrovolanti che dalle rive dellAtlantico a quelle del mar Rosso, fino allOceano Indiano su pianure, montagne, deserti, citt, trasportano con la massima comodit
in tempo minimo e prezzo modico passeggeri e merce; via mare
con la Tirrenia, oppure pu viaggiare in Littorina sui tratti di
ferrovia costruiti e se viene in automobile su strade bitumate
complete di opere darte e segnalazioni, su strade massicciate in macadam semplice, oppure su strade e piste a fondo naturale.
Ma dal 1937 c la strada Litoranea, che collega la Tunisia allEgitto, di 1822 chilometri, ampia, liscia, comoda, sicura come una delle
pi moderne autostrade europee: opera di importanza economica e
politica, turistica e militare. Lungo la Litoranea sono state costruite, nella zona pi isolata, la Sirtica, delle case di ritrovo dove il turista ha la possibilit di rifocillarsi e di rifornirsi di carburante e lubrificanti. Al km 207 del bivio di El Nufilia stata costruita la prima,
prossima alla casa cantoniera. stata concepita come un piccolo albergo, con locali confortevoli e accoglienti. La normale casa cantoniera infatti integrata da una vasta sala di ritrovo metri 6x8,60 con
un ampio alloggio per uomini di metri 6x5,50, e per donne della
stessa dimensione.
Indicazioni dettagliate sono fornite sullopportuno vestiario. Abiti:
un costume sport di buona tela kaki con gambali, preferibili alle
mollettiere, sar sempre da usare in qualunque stagione perch pi
adatto, meno facile a deteriorarsi e pi resistente alle inevitabili insudiciature. Si abbia presente che si deve essere ben coperti qualunque sia la stagione. Portare sempre la fascia di lana (occorrerebbe
cingerla appena giunti a Tripoli e non abbandonarla mai, per evitare

disturbi viscerali, cui una persona non acclimatata pu andar soggetta per le repentine variazioni di temperatura e di umidit); in qualunque caso, non tralasciare la maglia di lana. Un paio di coperte da
campo torneranno sempre utili, unitamente a un cappotto nellinverno e a un mantello da viaggio in estate. In testa, nellestate, il classico copricapo di sughero, meglio un panama a larghe tese, o almeno
un cappello alla boera di feltro chiaro. Ricordarsi che nei mesi invernali le notti e le albe sono rigidissime nel Gebel (dove laltitudine varia da 6 a 800 metri) e anche i guanti sono indispensabili. Un Burnus per la signora elegante e pratica si compra al Suk el Turk di Tripoli da Kadri el Kurdi.
Nella corsa a riscoprire un nuovo turismo, la Libia dimentica quello
del passato. Lultimo esempio di hotel costruito a Tripoli il Corinthia, un casone, per lo skyline di Tripoli, che eguaglia solo il Burj
al Fatah, la torre della rivoluzione, quasi ad equipararne il valore
simbolico. Lo stesso genere di stecconi, verticali o orizzontali, si vedono a Bengasi, a Tobruch, a Derna a Zliten, ad Apollonia, mentre poca
o nessuna attenzione rivolta al recupero delle strutture ricettive del
periodo coloniale, anche di quelle che, per pregio architettonico, sarebbero meritevoli di attenzione. Lunico recupero di albergo coloniale
lho visto a Nalut, a met strada fra Tripoli e loasi di Gadames, affacciato su un precipizio in vista del vecchio castello berbero scavato
nella roccia, una costruzione bella e suggestiva. Oggi si chiama Winzrik Hotel Nalut, dove nulla stato manomesso n snaturato: esistono
persino ancora gli impianti refrigeranti degli anni Trenta, non so se
funzionanti. A Gadames, nelle vie sotterranee e coperte, non si muovono pi esseri di sogno in una luce di acquario, il paese, sito
World Heritage Unesco, stato evacuato e il bellissimo albergo
Ain el Fras (Fonte della cavalla) abbandonato, con i suoi raccolti
cortili interni di oleandri e le stanze affrescate con scene africane.
Lalbergo Berenice di Bengasi stato sopraelevato e versa in cattive condizioni. DellHotel Mehari di Tripoli rimasto solo il nome
e il relitto del ristorante a mare: stato demolito e ricostruito come il Grand Hotel che oggi si chiama Al Khabir, che vuol dire
grand hotel in arabo. DellHotel Uaddan, reso monco dalla tangenziale a mare, restano la sala del cinema e una parte forse ancora adibita
ad albergo.
Ritengo che labbandono e il disprezzo per questo patrimonio sia per
la Libia di oggi una grossa perdita, anche se resta il problema ideologico connesso. Auguro ai libici che possano considerare presto larchitettura razionalista presente sul loro territorio come un patrimonio
culturale da rimettere in gioco, piuttosto che un segno dellodiosa
epoca coloniale italiana di cui si attende con infinita pazienza la definitiva autodistruzione.

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