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Berlinale 2007

Vecchio bello
Fabrizia Morandi
A Berlino fa caldo, troppo caldo per la stagione, troppo caldo per non pensare che ci sia in
atto una catastrofe naturale, uninfluenza contagiosa serpeggia per la citt e molti sono affetti
dal morbo, gli altri temono il contagio. Non c stata nessuna ascesa della borghesia come
pronosticato lanno scorso e la povert dei creativi non ha avuto neanche un miglioramento.
sorta per improvvisamente la moda del vecchio siccome nel 2020 il 60% dei tedeschi
avr superato i 60 anni. calcolo? correttezza politica? uno statement contro le modelle
scheletriche? Anne Leibowitz ha fotografato una serie di donne tra i 54 e i 63 anni per la
pubblicit di un sapone. Nude. I muri di Berlino ne sono tappezzati. Non neanche un caso
che le tre nominate allOscar per ruoli femminili, Meryl Streep, Helen Mirren e Judi Dench
siano tutte ben oltre i 50. Questo non era mai successo.
Vicino al Martin Gropius Bau dove si svolge la manifestazione Berlinale Look and Cook,
stata montata una tenda, il Gropius Mirror sotto la quale si susseguono famosi cuochi, che
dovrebbero commentare gastronomicamente i film che vengono proiettati. I film sono corti,
ed lunica ragione per cui uno resta a guardarli, per vedere cosa sar il prossimo; la
fantasia scarsa, il messaggio chiaro. Resto sorpresa dalla poesia di uno di questi. un film
muto, mostra delle colline scabre, assolate, assetate, dove contadini raccolgono il grano. la
Sicilia. Si suda a vederlo, il grano tagliato viene ammonticchiato, calpestato da muli tenuti alla
fune e frustati, che girano intorno alluomo che li tiene, si aspetta il vento, si separano i grani
dalla paglia lanciandoli in aria, dopo ci si riposa aspettando il tramonto. Uomini, bambini e
bestie, stanchi parimenti buttati a terra come sacchi, cercando ombra dietro scarni arbusti. Al
tramonto i muli vengono caricati di paglia come spaventapasseri, e gli uomini a piedi li
riconducono al paese, in una teoria di figure in movimento che si stagliano allorizzonte che
imbrunisce. Non una parola in tutto il film. Bellissimo, poi scopro che stato girato nel 1956.
Per pomodori parlanti con cetrioli, animazioni di frutta e verdura, e pranzi di cannibali non
il caso di spendere parole. Nella tenda vicina, chiamata degli specchi, qualcosa simile ad un
circo con tavoli imbanditi ed un velario che simula un cielo stellato i tavoli sono vuoti. Mi
accomodo con amici ad uno di questi; si parla di identit, di redazioni di giornali, si litiga
sullarchitettura (solo a Berlino possibile), il tutto mangiando le specialit del cuoco della
serata, che ci porta delle minestrine e dei tomini su un letto di lenticchie, circondati da un
carosello di zucca e zenzero. Beviamo molto cuve bordeaux, contro il morbo, naturalmente.
Dieter Kosslick il direttore del Festival ammicca al banco del bar, anche lui si difende
bevendo, nel circo di specchi sta benissimo, sembra uscito dallAngelo Azzurro. Manca solo
Marlene. Forse a letto con la febbre.
Alla Deutsche Oper tutto il bel mondo si raccoglie intorno alla prima del film BRAND
UPON THE BRAIN!. Quando arrivo le luci del teatro sono gi spente. Il film in bianco e
nero muto. Isabella Rossellini legge il testo. Unorchestra produce le musiche, 3 specialisti in
suoni lavorano con gli oggetti pi disparati. Su un isola deserta vive una famiglia con una
massa di orfani figli adottivi. La madre, un essere speculante che passa la sua vita su un faro a
spiare col cannocchiale le azioni dei figli e ad inibirle coadiuvata dal padre novello
Frankenstein che lavora in laboratorio estraendo a piacere linfa vitale dai figli per ringiovanire
o resuscitare preferibilmente la moglie.(Che ringiovanendo assume laspetto di un uomo).
Quando viene ucciso dalla figlia, vittima dei suoi prelievi vampiristici di linfa viene seppellito
e resuscitato con grande fragore di finocchi e sedani torti e strappati dai tre degli effetti
speciali. Mai pensato che si potesse riprodurre cos bene il rumore di ossa raddrizzate al
rigore della morte. Naturalmente grande cura viene posta nellinibire le passioni sessuali
della figlia, che ha per amante un essere che si rivela essere una donna, della madre, che ama

riamata il figlio e del marito, che ama il lavoro e che per questo dopo ogni resuscitazione si
riinfila il camice e torna in laboratorio. Alla fine tutti muoiono definitivamente ed il povero
Guy , questo il nome del protagonista (e del regista) resta solo, nellimmensa solitudine del
ristretto spazio insulare e della sua tragica biografia. La Rossellini si diverte un mondo, urla,
sussurra, stride, mentre il rumorista spacca in un contenitore metallico un piatto dietro
laltro.
Da quando lanno scorso mi sono incuriosita rispetto allannuncio della ripresa di una nuova
borghesia in Germania e del persistere di una creativa bench miserabile giovent, mi sono
messa in cerca del rappresentante della caduta degli dei tedeschi, cio di Martin von
Essenbek, in arte Helmut Berger. Fra contradditorie informazioni, chi diceva che era pazzo,
chi che era morto, chi laveva visto ieri ma non sapeva dove fosse, e chi aveva messo un sito
inufficiale cinese in suo onore in rete, mi arriva la notizia che riceve un orso doro alla
carriera.
La manifestazione annunciata nellangar aereoportuale del quasi dismesso aereoporto
nazista di Tempelhof, nel centro di Berlino. Il party il pi spettacolare ritrovo omosessuale e
lesbico della stagione. Il luogo la Halle 2. Prendo la UBahn per laereoporto, gi troppo
tardi, lo so, ma non riesco ad arrivare puntuale. Puntuale a cosa? Il luogo deserto, sulla
piazza antistante laereoporto si erge il monumento di cemento al ponte aereo. Una storia
di fame. Proseguo sulla sinistra infilato nel grande abbraccio spettrale del colonnato
illuminato lampeggiano le luci al neon di un locale notturno. Un uomo aspetta sotto un
lampione con una valigia. Mi infilo nellatrio. Nessuno. Un turco con uno spazzettone pulisce
il pavimento. Del party non ne sa nulla. Mi dice di rivolgermi alluomo delle informazioni. In
effetti, al fondo della gigantesa Hall in un cubicolo vetrato siede una figura umana. Mi sembra
di camminare in un plastico. Dal soffitto penzolano prototipi di aerei, eliche sono posate su
basamenti di cemento. Sulla sinistra siede una poliziotta in divisa e fuma. Finalmente
unindicazione pratica: prendere lascensore, scendere un piano girare 3 volte a destra,
prendere il sottopassaggio di sinistra sempre dritto e poi si vede. Da sola nel sotterraneo
credo di aver attraversato lintera pista di atterraggio per trovarmi di fronte alla porta chiusa
da un pesante cancello. Torno indietro, incontro altri dispersi. Alla fine ci siamo, vedo un taxi,
una luce.
La hall enorme. Da un lato bar e teche e cessi un tirassegno con un travestito di 2 metri e
50 su tacchi vertiginosi vende freccette, re, regine, ermellini, nuvole di piume Pierrot e
Colombine vagano nello spazio, dallaltro lato, in uno spazio delle dimensioni di un campo di
calcio siedono ordinatamente tutti gli omosessuali, le lesbiche e i politici in un ordine che ha
del militare. Lo spettacolo inizia. Vengono premiati i film di registi/e omosessuali, parla il
sindaco, il politico, il medico. Io scruto dalla mia posizione privilegiata, di lato al palco, dove
troneggia un gigantesco orso panciuto e bonario, sotto una minacciosa giraffa della
televisione. Decine di emittenti sono presenti, ed un numero esagerato di fotografi. E non
vedo ombra di Helmut Berger. Sono pronta a tutto, certo non pi come Conrad, n come
Martin.... improvvisamente il momento: la presentatrice si erge in tutta la sua potenza
corporea e vocale e annuncia senza ironia n ritegno che adesso arriva ci per il quale tutti
hanno fin l aspettato, luomo in cilindro e boa di penne la diva di tutti i giornali scandalistici,
luomo che stato considerato pi bello del mondo, luomo che ha avuto come amanti e
amici tutto il jet set internazionale, da Mick Jagger e sua moglie a Nurejev, la Callas e Onassis,
la sua amica Romy Schneider, e 70 film ed infiniti altri/e e poi naturalmente Luchino Visconti,
il nostro Re Ludwig, e quindi ecco a voi signore e signori, Helmut Berger! -Niente vedo iopoi tra i blocchi di sedie dal fondo avanza, accompagnato da una signora in rosso. Ferma!
Torna indietro! Non si capisce perch; poi sul palco viene portato un divanetto modesto
con dei fiorami marroni alla William Morris per il nostro Re. Il re sale, si accomoda. Detta i
tempi della parola che si rallentano, rispetto alla concitazione fin qui presente. In mano ha
dei fogli Uni A4 con una corona stampata sopra le sue iniziali HB. Finalmente parla: Voi

dovete essere proprio matti per darmi questo premio- ora che ho 63 anni, dopo 40 anni di
carriera e questo non che lesordio. Tolleranza e amore- il prossimo colpo- ai tempi
miei e di Luchino con la caduta degli dei un premio cos non sarebbe stato possibile. Da
Helmut Berger non esce un sorriso, sembra il Ludwig invecchiato e imprigionato nella
tristezza della seconda parte del film, senza i dent.i marci. Gli consegnano la statuetta. Un
orso doro su un blocco di granito. La guarda Non avrei mai pensato di ricevere una donna
incinta, guarda come grasso e piccolo, eppure quanto pesa.
I presentatori capiscono che bisogna chiudere: o ora o la situazione pu degenerare.
Io capisco che devo andare da lui o ora o mai pi. Mi avvicino insieme alle decine di
fotografi al palco, sono a 30 cm dalle sue scarpe mi viene solo litaliano: Signor Berger .... Il
signor Berger mi vede, e per un miracolo dellarte e del cinema e della lingua italiana mi
riconosce. E`assalito dai fotografi sommerso dai premiati, intervistato baciato e ciancicato
dai pi, ma sempre esce uno sguardo limpido che si rivolge a me. Non te ne andare aspetta,
noi ci conosciamo dai tempi di Roma. Apparteniamo ad una societ che non esiste pi,
vieni. Mi tiene la mano stretta, e cos mi trascina per mano attraverso la folla, mentre io
porto lorso incinto su per le scale dellaeroporto di Tempelhof che conducono al rifugio
dove finalmente si pu restare soli, il camerino, lontano dalla folla e vicino agli amici dei
tempi di Roma.
Berlino, 16 febbraio 2007

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