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Ente Ecclesiastico Civilmente Riconosciuto con D.P.R. n.

596/72
C.F. 00310810221 - P.Iva n. 01433850409
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Segreteria: Via Valverde, 10/C - 47900 Rimini (RN)
Tel. 0541/909600 - Fax 0541/909601

Iscrizione al n.16 del Registro delle Persone Giuridiche tenuto dalla Prefettura di Rimini
Riconoscimenti canonici del Pontificio Consiglio dei Laici n.1675/98 e n.807/04
O.N.L.U.S. limitatamente alle attivit di Assistenza Sociale e Socio-Sanitaria

Seminario internazionale

La famiglia: una risorsa per superare la crisi

Roma 18 settembre 2014


CONTRIBUTO dellASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI XXIII


di Giovanni Paolo Ramonda Responsabile Generale Associazione Comunit
Papa Giovanni XXIII


Famiglia solidale: luogo naturale dellaccoglienza dei poveri.

Papa Francesco ci ha parlato della cultura dello scarto, dellusa e getta, del tutto e
subito e del provvisorio. Questo si evidenziato anche nella relazione uomo-
donna. Le nuove tecnologie diffusive e invasive, linfluenza dei mass media, la
cultura edonista, il relativismo, il materialismo, lindividualismo, una coscienza di
popolo debole, la fragilit dei rapporti interpersonali, una cultura che rifiuta scelte
definitive, condizionata dalla precariet, dalla provvisoriet, una societ definita
liquida oggi propone nuove unioni, nuovi patti, nuove convivenze.

La famiglia fondata sul matrimonio, sullalleanza uomo-donna, maschio e
femmina, rimane comunque a livello di qualit di relazioni significative come una
base sicura del tessuto sociale, una meraviglia per i figli che vengono cresciuti ed
amati personalmente in un clima comunitario accogliente e gratificante per la
crescita e per leducazione. La famiglia rimane una risorsa inesauribile. Il destino
di una persona, la sua felicit e maturit o al contrario la sua fragilit e
inconsistenza,dipendono per massima parte dallambiente familiare. E comunque
oggi necessario annunciare una nuova primavera per la famiglia.

Luomo tecnologico pensando di possedere luniverso e ogni minimo particolare
ha sperimentato di essere comunque in balia degli eventi naturali, delle guerre, di
uneconomia che non sa garantire posti di lavoro necessari soprattutto per i pi
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giovani. Una tecnologia ancora a servizio dei pi ricchi, a volte della distruzione
con gli armamenti.

Di fronte a questo scenario d incertezza e insicurezza c bisogno di solidariet,
soprattutto di condivisione non lasciando pi soffrire nessuno da solo, ma
cercando di mettere la spalla sotto la croce del fratello e non andando a
braccetto con chi fabbrica le croci, rimuovendo le cause che procurano
lingiustizia.

Ogni persona, soprattutto quella fragile e debole, non pu avere come modelli
educativi un qualcosa di transitorio, ma un tu, un qualcuno che sia estremamente
significativo, un noi cio una coppia, figura paterna e materna. La risposta che
viene dalla famiglia rimane quella che va incontro ai bisogni profondi e globali
della persona.

La famiglia come amore reciproco tra marito e moglie, amore fedele, impegnato
nel dono e nel sacrificio, nellascolto delle proprie originalit pu diventare luogo
anche terapeutico, cio che guarisce, insostituibile. La famiglia che nella sua
fecondit si apre alla vita dei figli naturali e di altri figli accolti, rigenerati
nellamore. La famiglia agape domestica dove si sviluppa il senso di giustizia,
dove si vivono gesti di riconciliazione, dove la ricerca della verit di casa, dove
si riconoscono i propri errori e dove ogni volta si ricomincia e si riprende il
cammino verso la libert autentica. La famiglia punto di riferimento sicuro anche
nei momenti pi duri dellesistenza. Famiglia piccola chiesa.

Quando la famiglia sente la chiamata ad aprirsi allaccoglienza diventa solidale e
inizia a condividere con gli ultimi, i piccoli, quelli che non hanno nessuno ma
che hanno una fame acuta di relazione. Quando un bambino vede pap e
mamma che accolgono nella propria famiglia un bambino cerebroleso, o
autistico, o con spina bifida (costretto molte volte a vivere in sedie a rotelle) non
per unora, non per un giorno, ma per unintera vita rimangono segnati
nellamore.

Quando un adolescente respira in un clima di condivisione si convince sempre
pi che quella spinta di altruismo autentico, di senso della giustizia che
percepisce dentro di s, potr essere uno degli scopi portanti della sua vita. Sente
leducazione come la capacit di scegliere il bene e di rigettare il male.
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I giovani soprattutto, hanno bisogno di condivisione vera come luomo ha
bisogno di respirare laria per vivere. La condivisione diventa contagiosa. Lamore
diventa contagioso, perch il credente e luomo di buona volont sono coloro che
hanno creduto allamore.

Ricordo il pap di un ragazzo che dopo un incidente rimasto gravemente
lesionato nella sfera psichica venuto da noi per chiederci di ospitare suo figlio.
Dopo averci frequentato un po, un giorno ritornato dicendoci ho capito che
devo riscegliere di nuovo mio figlio, diventare nuovamente suo padre, non ho pi
bisogno che me lo teniate. Quel figlio capisce chi suo pap vedendo come il
padre ama la mamma e di riflesso anche lui.

Dice don Oreste Benzi fondatore della comunit papa Giovanni XXIII definito da
Benedetto XVI infaticabile apostolo della carit quando un ragazzo di 16 anni
dice al pap : io sto male dentro, ma fisicamente sta benissimo perch sta male
dento. Il Signore dice che la medicina che guarisce questo star male dentro lo
spezzare il pane con chi ha fame, accogliere sotto il tuo tetto il povero. Il Signore
ti guarisce in questo modo perch ti toglie dallindividualismo. Se tu fai queste
cose vuol dire che riconosci laltro come parte di te. Se uno porta in casa i poveri,
e spezza il pane con laffamato, non sta pi male dentro. Ragazzi discutete con
pap e mamma di questo. Genitori, sulle vostre ginocchia i figli respireranno,
questa la vera catechesi.

La famiglia pensata da Dio il luogo naturale dellaccoglienza dei poveri, dei
senza famiglia, dei figli di nessuno. I figli si nutrono della condivisione diretta e
perci ne hanno bisogno. La famiglia si caratterizza con la preghiera che
lavvolge e che garantisce lequilibrio e laccoglienza degli ultimi. La famiglia
deve manifestare nel concreto anche la realizzazione della vita da poveri, della
contemplazione, della fraternit, dellaccoglienza. E molto importante che le
famiglie sul territorio si uniscano tra loro per rendere maggiormente possibile
lessere risposta al grido dei poveri che sale incessantemente verso di Lui. Deve
anche rendersi disponibile la famiglia a seguire e sostenere le famiglie che si
aprono allaffidamento come uno degli atti pi gratuiti e oblativi che esistano. S
questo il tempo della comunit e della responsabilit, dove si fa rete e ci si
mette assieme per essere voce di chi non ha voce.

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In questa scelta di solidariet splende il sacramento del matrimonio diventando
il segno visibile dellamore di Cristo per il suo popolo, diventando cos un segno
luminoso anche pe tutti i fidanzati che si affacciano alla grande avventura
dellamore sponsale, come dice il Cantico dei Cantici sono malata damore. La
relazione coniugale viene caratterizzata ulteriormente dal ministero dei poveri,
dei piccoli che sono privi di famiglia.

Nelle nostre citt purtroppo alcuni luoghi si rivelano inadeguati per la crescita
dei bambini o di chi in stato di bisogno: le famiglie maltrattanti, dove ci sono
genitori che sono talmente feriti da essere inadeguati per la crescita dei loro figli.
Unioni di fatto dove i figli passano a volte da un genitore allaltro, unioni con
persone dello stesso sesso che non rispondono assolutamente al bisogno naturale
di identificarsi con la mamma, figura accogliente, sensibile, tenera e il pap,
figura paterna che d sicurezza e fiducia ai propri figli e il necessario sviluppo
psico-affettivo con la sana identificazione della propria identit anche sessuale.

Le case famiglie o comunit familiari accolgono molti di questi figli che hanno
perso i riferimenti genitoriali o temporaneamente o definitivamente. Oggi che gli
istituti si sono trasformati in comunit alloggio pi piccole, aumenta ancora di pi
il bisogno di figure genitoriali che scelgono di diventare padre e madre
rigenerando nellamore le creature che vengono loro affidate. Ancora oggi tanti
bimbi soprattutto con handicap (anche se molti non possono nascere a causa
della diagnosi prenatale e dellaborto, pensiamo ai bimbi con sindrome down), di
cui molte volte nessuno si innamora e rimangono in ospedale per molti mesi,
anche loro hanno bisogno di qualcuno che li scelga. Genitori ma anche fratelli e
sorelle normodotati, che camminino con loro, con nonni e giovani in una
famiglia col cuore grande dove la complementariet una risorsa.

Ogni bambino accolto se si sente amato, accolto con la sua storia, le sue
caratteristiche, facendolo sentire importante e utile riesce a mettere fuori tutte le
risorse e abilit positive. E leffetto Pigmalione.
Bisogna recuperare quella insostituibile relazione madre-bambino che molti
minori non hanno potuto vivere, proponendo la terapia della responsabilit e
della collaborazione. Molti bambini crescendo diventano costruttori
dellambiente relazionale familiare. Bisogna gridare al mondo il desiderio di
nascere dei bambini concepiti e uccisi nel seno materno (don Oreste Benzi).

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Rimane fondamentale linserimento della famiglia o della comunit nel contesto
sociale aperti a coloro che bussano per un confronto, per essere ascoltati o aiutati.
Lapertura al mondo della scuola dove anche i bimbi con handicap possono
diventare oltrech alunni anche educatori di umanit nei confronti degli altri
ragazzi e degli insegnanti stessi. Con una gestione del tempo libero partecipando
ai gruppi sportivi con attivit varie (dal nuoto allo sci, tennis, pallavolo,
ippoterapia, calcio, basket). Cos i ragazzi possono sviluppare tutte le loro
potenzialit, comprese quelle corporee e ludiche.
La casa famiglia e le comunit familiari sul territorio sono una realt dinamica che
crea e suscita vita, coinvolge i giovani, interpella le famiglie, tallona le istituzioni.
E sul territorio una cellula viva di proposte e di possibilit di condivisione. Anche
chi ha bisogno viene considerato come un dono ed una risorsa, unoriginalit, un
protagonista e costruttore di storia.

Tutti dobbiamo lavorare per la famiglia. Perch ognuno possa rimanere se
possibile nella propria famiglia di origine. Lavorare per laffidamento familiare
come possibilit di dare al bambino figure significative anche quando
temporaneamente non pu rimanere con i propri genitori. La vorare per
ladozione per il bene del bambino.
La condivisione con gli ultimi possibile, realizzabile, non solo per gli
specialisti in campo educativo, anzi le famiglie sono le vere competenti. Chi per
la societ considerato un ingombro perch con gravi problemi di relazione, di
handicap, di solitudine e abbandono per gli uomini e donne di buona volont
punto di partenza e base portante per la riunificazione del genere umano. Il sogno
la Societ del Gratuito dove ognuno ha una sua dignit, la sua famiglia, dove
vivere, una casa dove abitare, un lavoro con cui contribuire al bene comune.
Dietro quel volto sfigurato, depresso, maltrattato, moribondo noi vediamo licona
di un Altro, il Dio con noi, Cristo in mezzo a noi che ha voluto confondersi con i
maledetti e diventare compagno di viaggio. Questa vita di condivisione suscita la
gioia in chi dona e diventa una cosa sola con chi non ce la fa a cavarsela da solo.
La gioia la pi bella testimonianza che lamore di Dio tra noi.

Chi accolto e ospitato diventa uno di noi, nella consapevolezza che Dio ha
scelto ci che nel mondo debole per confondere i forti, ci che stolto per
confondere i sapienti. La vera sapienza che costruisce anche comunit e societ
vivere una vita in semplicit con spirito di fraternit.
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Chi accolto molte volte viene presentato come irrecuperabile. In realt la pietra
scartata pu diventare la pietra angolare, il punto di forza della famiglia. Gli
ultimi diventano rivelatori della storia di Dio, delle sue meraviglie.
Dice bene il profeta Isaia non consiste forse il digiuno che voglio nel dividere il
pane con laffamato? Nellintrodurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno
che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti. Se sazierai lafflitto di cuore, allora
briller fra le tenebre la tua luce.

S chiediamo al buon Dio di diventare sale della terra e luce del mondo, come
famiglie aperte alla vita, a 360 gradi, perch i poveri possano continuare a
sperare.

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