Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
sponsabile del suo collassare (secondo probabi- stato di Rydberg (in cui l’elettrone più esterno è
lità ben precise e calcolabili) su un solo autosta- lontanissimo dal resto dell’atomo), viene lancia-
to –– quello osservato. to in una cavità speculare (tra le cui pareti su-
C’è chi, come De Witt ed Everett ( 6), prende perconduttrici rimbalza un fotone con lunghez-
questa sovrapposizione alla lettera, e afferma ze d’onda di 6 mm) ad una velocità tale da tra-
che l’Universo è, in realtà, un «Multi-verso» di versarla in un tempo pari al periodo del fotone
realtà parallele in continua biforcazione. C’è intrappolato. L’impiego di pareti supercondut-
poi chi ha elaborato la teoria della decoeren- trici introduce un fattore essenziale di annulla-
za ( 7), secondo cui l’Universo è permeato da di- mento di ogni perdita resistiva, e la suddetta
sturbi che, comportandosi come osservatori eguaglianza dei tempi fa sì che il fotone venga
quantici, fanno incessantemente collassare «sondato» senza alcuno scambio netto di ener-
ogni sistema fisico su uno solo dei suoi autosta- gia. La fase dell’atomo, inteso nella sua natura
ti, dando alla realtà la rassicurante unicità clas- ondulatoria, varia però in modo verificabile tra-
sica cui siamo abituati. mite la sua interferenza con un secondo atomo
Ma torniamo ora, più in dettaglio, all’inter- spedito successivamente. Questa sarebbe la
pretazione di Copenhagen relativa al compor- prova sia dell’esistenza autonoma, sia dell’os-
tamento delle particelle singole. Secondo tale servabilità con modalità QND, di un fotone sin-
interpretazione, un nucleo radioattivo vive, se golo. Ma la convinzione che l’entità «osservata»
non osservato, in una miscela di due stati possi- abbia natura corpuscolare è assicurata solo dal-
bili: di nucleo decaduto, o non decaduto. Se il la fede nell’interpretazione di Copenhagen, e la
nucleo può attivare, decadendo, un meccanismo stessa idea che il fotone possa rimbalzare tra le
che immette del gas velenoso nella scatola ov’è pareti della cavità e interagire con l’atomo di
racchiuso il famoso gatto di Schrödinger, la po- rubidio senza alterare la sua individualità appa-
vera bestia rimane (se non osservata) in uno re alquanto sconcertante.
stato misto morto/vivo, e sarà l’osservatore, Il più importante tra i paradossi generati
guardando nella scatola, a far collassare il nu- dalla trattazione di particelle singole è il ge-
cleo nello stato di decaduto o no, e quindi il danken experiment proposto da Einstein, Po-
gatto nello stato di morto o di vivo. dolsky e Rosen nel 1935 ( 9), e divenuto famoso
Nello stesso ordine di idee, si considerino le come paradosso EPR.
frange d’interferenza generate su uno schermo Consideriamo due particelle correlate, cioè
Secondo EPR l’esistenza di opportuni para- della loro emissione (come sostengono EPR),
metri nascosti consentirebbe di ritenere che sia nel caso che essa venga decisa al momento
le due particelle siano sin dall’inizio in stati della rilevazione eseguita su uno dei due fotoni
ben precisi, e viaggiando si portin dietro, (come asserisce la MQ), i due detectors, finché i
semplicemente, tale informazione. La Mecca- polarizzatori rimangono tra loro paralleli, for-
nica Quantistica, quindi –– non essendo in niscono risultati sempre coincidenti. Se però il
grado di descrivere tale fatto –– sarebbe una polarizzatore P2 viene ruotato di un angolo U, i
teoria incompleta. risultati dei due detectors non saranno più ne-
Secondo la MQ, invece, entrambi i valori cessariamente coincidenti. La frazione di coin-
vengono fissati (in modo nonlocale) solo al mo- cidenze, F(U), sarà del 100% se U 4 0, e si ri-
mento della misura, e non occorre alcun ulte- durrà a zero se U tende a p/2. Secondo una
riore chiarimento. versione semplificata datane da Pagels ( 11) il
La questione fu ritenuta non verificabile, e Teorema di Bell consiste nella dimostrazione
perciò di scarso interesse, per 30 anni: e in ef- che, nel caso che la polarizzazione dei due foto-
fetti la generazione di fisici la cui vita scientifi- ni venga decisa al momento della loro emissio-
ca si svolse nel primo ventennio del secondo ne (come sostengono EPR), dovrà sempre ri-
dopoguerra la ignorò completamente. sultare
Nel 1965, finalmente, scese in campo
Bell ( 10). (3) F(2U) F 2F(U) 2 1 ;
Il suo primo exploit fu la dimostrazione for-
male che il teorema di Von Neumann era basa- se, invece, il valore di entrambe le polarizzazio-
to su ipotesi troppo restrittive: tali ipotesi, tau- ni viene deciso al momento della rilevazione
tologicamente valide in MQ, non lo sono neces- eseguita su uno dei due fotoni (come asserisce
sariamente in generale –– il che compromette e la MQ), la (3) potrà essere, come si suol dire,
rende inaccettabile la famosa impossibility violata.
proof. Aperta così, in modo rigoroso, la strada Fra i non molti Bell tests realmente effettua-
alla possibilità di costruire teorie di variabili ti, quelli di Aspect e coll., eseguiti negli anni
nascoste, Bell passò ad esaminare il caso più 1981–83 ad Orsay, sono di gran lunga i più fa-
illustre in cui una tale teoria veniva sollecitata mosi. Il resoconto dettagliato delle esperienze
(il paradosso EPR, per l’appunto) pervenendo di Aspect (nel quale non ci inoltreremo) è con-
ad un’importante conclusione, impropriamente
nota come Teorema di Bell, che rese per la pri-
ma volta possibile una verifica sperimentale.
tenuto nella sua Tesi di Dottorato. I risultati
resi pubblici sono contenuti, invece, in due bre-
vi Physical Review Letters ( 12), in cui si asseri-
77
Per darne un’idea approssimativa, supponia- sce l’esistenza di un pieno accordo tra dati spe-
mo di avere una sorgente luminosa, S, che rimentali e previsioni quantistiche ortodosse.
emette in direzioni opposte due fotoni, A e B, Al lavoro di Aspect sono state mosse le criti-
con la stessa polarizzazione, verso due polariz- che più svariate. Ci limitiamo qui a citare quel-
zatori eguali, P1 e P2, tra loro, inizialmente, le (basate sull’esame dettagliato della Tesi di
paralleli. I due fotoni, se riescono ad attraver- Dottorato, ben più esplicita dei lavori pubblica-
sare i polarizzatori, giungono su due fotomolti- ti) avanzate recentemente dalla Thompson ( 13)
plicatori eguali, che agiscono come detectors: e da Selleri ( 14).
D1 e D2, sistemati in modo da agire l’uno dopo Secondo la Thomson, l’analisi dei dati mostra
l’altro, con un intervallo di tempo così breve da che i risultati sarebbero in perfetto accordo con
impedire ogni comunicazione tra loro. la classica realtà locale einsteiniana, se solo i
«fotoni» venissero interpretati come estesi tre-
HJ `l`*`l` KH ni d’onda, e non come oggetti puntiformi. Inol-
tre, pur avendo Aspect scelto, tra la gran mas-
D1 P1 A S B P2 D2 sa di dati ottenuti, solo i più favorevoli alla sua
tesi, la curva da lui ottenuta per la funzione
Quando il polarizzatore P1 lascia passare (o F(U) non violava affatto la diseguaglianza di
arresta) il fotone A, il polarizzatore P2, ovvia- Bell. Egli suppose allora che alcune delle coin-
mente, lascia anch’esso passare (o arresta) il cidenze osservate fossero spurie (i cosiddetti
fotone B: sia nel caso che la (eguale) polarizza- accidentals), e andassero quindi ad aumentare
zione dei due fotoni venga decisa al momento illecitamente il valore di F(U). Ne valutò il nu-
IL NUOVO SAGGIATORE
mero a modo suo, e lo sottrasse, punto per pun- trasporto dello stato quantico sia realmente av-
to, dalla curva grezza. Solo a questo stadio il venuto è assicurata, una volta di più, da un atto
grafico ottenuto violava, finalmente, la disegua- di fede nell’interpretazione di Copenhagen.
glianza di Bell! Di qui il suggerimento, da parte Ricordiamo infine che il medesimo Haroche
della Thompson, di usare flussi fotonici così citato in precedenza ( 8) va studiando da vari
bassi da ridurre a zero il numero degli acciden- anni, presso l’Ecole Normale Supérieure di
tals. Parigi, la correlazione EPR (per usare i suoi
Secondo Selleri, la situazione effettivamente termini, la generazione di «Schrödinger cat
affrontata da Aspect era complicata dal fatto superposition states») e la successiva «decoe-
che l’efficienza di contatori e polarizzatori reali renza» tra atomi di Rydberg in cavità super-
è (e tanto più era nel 1982) molto bassa. Questo conduttrici.
fatto richiese ad Aspect tutto un insieme di ipo- Possiamo concludere, nel complesso, che le
tesi addizionali (del tutto inverificabili) relative esperienze sinora eseguite sul quantum entan-
ai possibili comportamenti dei fotoni. Tali ipo- glement non possono (e, in fondo, non vogliono)
tesi furono adottate in accordo con la MQ uffi- essere intese come test di validità dell’interpre-
ciale, ed esclusero quindi a priori la possibilità tazione di Copenhagen rispetto ad altre di tipo
di scelte teoriche differenti. Le ipotesi che infi- «realista», essendo sempre basate su ipotesi
ciano l’interpretazione dei risultati di Aspect garantite solo dall’accettazione preventiva di
furono insomma dello stesso tipo di quelle che tale interpretazione.
portano al Teorema di Von Neumann: la validi- Siccome, però, già si pensa (anche da parte
tà dell’interpretazione di Copenhagen viene di corporations avvedute come la IBM e la
semplicemente postulata, e non può ritenersi At&t) allo sfruttamento del quantum entangle-
quindi convalidata dai risultati ottenuti. ment per il teletrasporto (addirittura) della
In epoca assai più recente (1998) un’esperi- materia e per la realizzazione dei cosiddetti
mento concettualmente analogo a quello di calcolatori quantistici (di potenza quasi infini-
Aspect è stato compiuto da Tittel et al. ( 15) ta, data il propagarsi istantaneo dell’informa-
presso il Group of Applied Physics di Ginevra. zione quantica), l’asserzione fideistica che in-
Interessante ed esplicito il titolo del lavoro controllabili «risultati sperimentali» sono in ac-
pubblicato: «Experimental demonstration of cordo con l’interpretazione di Copenhagen po-
quantum correlations over more than 10 km». trebbe essere ben presto sostituita da evidenze