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Universit degli Studi di Bologna Facolt di Lettere e Filosofia Corso di Laurea in Discipline Semiotiche

DENTRO IL LINGUAGGIO Logica, esperienza, cultura: una semiotica per tutti e per ciascuno

Relatore: rof! Francesco "arsciani Correlatore: rof! Claudio aolucci

Laureando: "arco Bassetti "atricola: ####$%&$'#

(esi di laurea in Semiotica strutturale e generativa

Seconda sessione )nno )ccademico *##+,*##-

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Indice p! + Introduzione

Parte prima p! $$ Questioni di forma $* $+ $% *# $!$ La disputa filosofica $!* .ntermezzo nietzscheano $!' Una prima classificazione $!& /ant e la svolta trascendentale
$!&!$ La svolta trascendentale , $!&!* Le forme trascendentali , $!&!' Due tipi di dogmatismo , $!&!& .l paradosso trascendentale

*%

$!+ La svolta linguistica


$!+!$ Dove sta la svolta0 , $!+!* La filosofia analitica: a partire da Frege , $!+!' )rgomenti e funzioni , $!+!& Composizionalit e contestualit , $!+!+ .l linguaggio ideale: il 1primo 2ittgenstein3 , $!+!- .l linguaggio comune: il 1secondo 2ittgenstein3 , $!+!4 Certeau legge 2ittgenstein , $!+!5 .l paradosso linguistico , $!+!% Uno spazio di pratica6ilit

%-

$!- 7usserl e la svolta intersoggettiva


$!-!$ Un8epoch9 all8origine della scienza, , $!-!* :oesi e noema , $!-!& L8espressione ; $!-!+ L8intersoggettivit trascendentale

$*$'* $'& $4+

$!4 <pilogo nietzscheano Parte seconda Semiotica, una questione di forma *!$ La semiotica generativa
*!$!$ Uno 1strutturalismo dinamico3, *!$!* .l paradigma generativo , *!$!' .l 1 ercorso =enerativo del senso3

*!* La semiotica del corpo


*!*!$ Un altro programma , *!*!* La fortuna del corpo! , *!*!' L8e>uivoco "erleau, ont?

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Bi !io"rafia

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(rattare parole con parole @ tanto complicato, >uanto intrecciare dita con dita e strofinarle, laddove appena si riconosce, e solo da parte di chi compie l8atto, >uali dita prudano e >uali rechino sollievo a >uelle che prudono! )gostino da .ppona Auando fai filosofia ricordati al momento giusto con >uale soddisfazione i 6am6ini Be anche le persone sempliciC sentono dire >uesto @ il ponte piD grande, la torre piD alta, la velocit piD elevata E ecc!! B. 6am6ini chiedono: 1>ual @ il numero piD grande03C! :on c8@ altra possi6ilit se non >uella che un simile istinto de66a generare pregiudizi filosofici di ogni sorta e perciF complicazioni filosofiche! LudGig 2ittgenstein

Introduzione
L8impegno della semiotica in >uanto scienza @ >uello di dire >ualcosa di sensato sul senso! Se @ vero che l8uomo ha iniziato a filosofare a causa della meraviglia, >uesta meraviglia originaria @ stata declinata nei secoli nei modi piD svariati: il modo della semiotica @ >uello dello stupore davanti al senso! .l tentativo della semiotica non @ >uello di fornire una risposta adeguata ad una domanda antichissima, alla >uestione piD antica: perch9 >ualcosa anzich9 il nulla0 Bisogner pur ammetterlo, la domanda metafisica, seppur rifiutata con forza in >uanto tale, rimane sempre sullo sfondo di una >ualsiasi indagine, @ impossi6ile sfuggirvi! )nche il piD tenace oppositore della Herit non puF sottrarsi per sempre all8urgenza della Domanda! .l fatto decisivo @, perF, che la 1nuova risposta3 ela6orata dalla semiotica ha l8effetto fondamentale di trasformare radicalmente la domanda, di rimodellare il suo contenuto positivo, di trasportarlo su di un altro piano! :iente a che fare, dun>ue, con una nuova dottrina metafisica, ma allo stesso tempo niente a che fare con un tentativo ingenuo di oltrepassamento della metafisica! .l fatto @ che una >ualsiasi teoria Bmetafisica o anti,metafisica, poco importaC, come una >ualun>ue pratica sociale, nel tentativo di imporre la loro verit e di rendere conto della loro efficacia, muovono i loro passi all8interno di un medesimo sfondo, l8orizzonte del senso! "a una volta che si comprende e si accetta fino in fondo >uesto punto fondamentale, la >uestione in cui la riflessione si im6atte non puF piD essere declinata secondo un 1perch93 ; 1perch9 il senso03! .nfatti una simile >uestione, nella ricerca di una causa collocata all8origine del senso, si spingere66e al di fuori del senso stesso, risultando in >uesto modo una replica della classica domanda sull8origine! La >uestione che invece ora si impone e a cui la semiotica lega la sua forma di razionalit e la sua stessa pratica analitica, suona piuttosto come un 1come3: 1come si d il senso03, 1come si articola03, 1come parlarne03, ma anche 1>uali forme assume03, 1>uali sono i suoi effetti03, 1>uale metalinguaggio adoperare per renderne conto03! Si

tratta dun>ue inevita6ilmente di una 1>uestione di forma3! <d ecco che l8impegno a cui @ legato il progetto di razionalit semiotica, la sua scommessa, possono essere riformulati in >uesti termini: a partire dalla >uestione fondamentale intorno al 1senso del senso3, alla sua forma, si tratta del tentativo di 1ridare senso al senso3, mantenendosi costantemente all8interno dell8orizzonte del senso, senza volont Bn9 possi6ilitC di sorvolo e di totalizzazione! ILa semiotica @ precisamente la teoria di >uesta circolaritJ K"arsciani *###L! :on @ mai il senso a mancare! Di senso semmai ce n8@ sempre troppo, c8@ sempre una sovrapproduzione di senso! <cco lo stupore! "a d8altra parte lo stupore, per >uanto indispensa6ile, di certo non 6asta! La semiotica vuole infatti porsi come >uella particolare scienza che si colloca nella condizione, non semplicemente di dire >ualcosa sul senso, ma di dire su di esso >ualcosa di sensato: n9 semplice stupore, n9 comune discorso, ma neanche scienza positiva e oggettivante! .l fatto decisivo @ che dall8orizzonte glo6ale del senso dipende la possi6ilit stessa dell8uomo di porsi in >uanto tale, dal momento che ad esso sono strettamente legati lo stesso stupore, il comune discorso, come del resto anche l8am6ito delle varie scienze e gli altri 1luoghi di autorit3, ovvero tutte >uelle attivit e >uelle istituzioni su cui poggia la cultura umana! Si potre66e dire che al di fuori del senso l8uomo si presentere66e come un semplice animale,6ipede,implume! < del resto una tale collocazione di semplice esteriorit non puF che avere solo un valore ipotetico e immaginario, essa non @ altro che una 1situazione limite3, ovvero una situazione al limite del senso che in >uanto tale intrattiene con il senso un decisivo rapporto! Holendo o non volendo, infatti, il senso circola comun>ue in ogni istante, si agita e si trasforma in ogni luogo secondo dinamiche, direttrici e tempi che non sono in alcun modo su6ordinati alle esigenze e alle voglie del singolo in >uanto animale,6ipede,implume, ma dipendono da dinamiche pre,soggettive e pre,oggettive! Fra l8oggettivo e il soggettivo e, in >ualche modo, prima di essi, si colloca la fondamentale dimensione dell8inter,soggettivo: il noi elevato ad istanza suprema del senso K=reimas $%4#L! "a una volta che si comprende >uesto, la vita del singolo e

il suo stesso senso in >uanto singolo ciascuno, devono essere ricompresi come essenzialmente implicati all8interno dell8am6ito delle relazioni intersoggettive nelle >uali si danno e si muovono i diversi altri singoli individui e che in >uanto tali non sono altro che diversi, ma in una prospettiva trascendentale ugualmente identici, punti di vista sul mondo! (ale orizzonte trascendentale, immanente alle relazioni intersoggettive, non @ altro che l8orizzonte del senso! .n definitiva per l8uomo, in >uanto singolo ciascuno, l8essere un animale,sociale,politico ; e dun>ue linguistico ; non @ in alcun modo il frutto di una li6era scelta dalla >uale poter prescindere, ma @ la condizione originaria in cui @ gettato e da cui dipende il suo stesso senso, in >uanto singolo accanto ad altri singoli! .l progetto di razionalit semiotica @ proprio il tentativo di interrogazione coerente di >uesta gettatezza e di >uesta pro6lematica dipendenza! Stretta tra i due fuochi della logica e della fenomenologia, la razionalit semiotica mantiene vivo il suo progetto fintantoch9 non si identifica semplicemente con essi e si mantiene a de6ita distanza da entram6i! Solo nel gioco complesso che avviene tra >ueste due polarit, si puF collocare infatti la riflessione di uno strutturalismo dinamico e puF risultare dun>ue efficace la pratica analitica di una semiotica che di tale strutturalismo @ discendente diretto! er una semiotica consapevole della complessit del proprio compito, non puF infatti risultare in alcun modo sufficiente un discorso che verte esclusivamente sulla struttura statica del sistema e che riflette astrattamente su categorie che trovano la loro collocazione in un puro am6ito logico trascendente, avulso rispetto alle dinamiche sociali in cui sono implicati soggetti 1reali3! Dall8altra, perF, non puF risultare neanche sufficiente un discorso che verte esclusivamente sulle dinamiche processuali e che ricorre a descrizioni ad hoc per rendere conto direttamente di un soggetto fenomenologico continuamente alle prese con i suoi propri vissuti individuali 1in atto3! .l primo o6iettivo della semiotica @ invece proprio >uello di interrogare la stretta correlazione e l8inter, dipendenza tra >uesti due domini, sistema e processo, cercando di annodare

la >uestione del senso,per,ciascuno all8orizzonte trascendentale del senso, per,tutti! Mvvero di ricomprendere l8attuale soggettivo 1effettuale3 a partire dal virtuale inter,soggettivo 1condizionale3 dal >uale dipende e col >uale intrattiene un complesso 1rapporto strutturale3! La semiotica generativa, in definitiva, in >uanto scienza del senso e della significazione, rivendica con forza l8 1attualit del saussurismo3! Con >uesta mossa decisiva, la semiotica generativa si presenta come una forma originale di filosofia contemporanea! .n virtD del modello di cui si @ dotata, essa infatti si @ posta nella condizione di poter affrontare, sotto una nuova luce, i grandi temi della filosofia tradizionale e della riflessione umana tout court Boggettivit e soggettivit, necessit e li6ertC e di poter dire su di essi >ualcosa di sensato! Auel particolare 1modo di dire3 che punta alla coerenza >uale criterio ultimo di verit e che si sottrae una volta per tutte dalle lusinghe della completezza! .n >uesto modo la semiotica si presenta pure come la piD tenace avversaria dei vari programmi di naturalizzazione del senso che si sono affacciati in >uesti anni sulla scena della riflessione linguistica, psicologica e filosofica! Come pure delle varie forme di metafisica ad essi piD o meno esplicitamente connessi, le >uali, fin dalla notte dei tempi, si sono mosse tutte allo stesso modo 1scivolando giD lungo la grande catena dell8<ssere o risalendola pian piano3 K=eertz *###, trad! it! p! -4L! er >uanto riguarda il presente scritto, si @ scelta la forma dello 1studio3! Auesto scritto si presenta infatti come uno studio intorno alla razionalit semiotica e alle sue fonti filosofiche, un lavoro che del resto risulta essere proprio il frutto di tre anni di studi filosofici Blaurea triennaleC e di altri tre di carattere piD specificatamente linguistico,semiotico Blaurea specialisticaC! Si @ scelta la forma dello 1studio3 al fine precipuo di rimanere il piD possi6ile ancorati all8insegnamento delle varie 1auctoritates3 e allo spirito dei loro scritti principali, mettendo cosN a frutto, in un >uadro il piD organico possi6ile, ciF che in >uesti sei anni ha maggiormente contri6uito a costruire e a consolidare una costellazione sta6ile di convinzioni e di presupposti! .l >uadro a66ozzato in >uesto modo, e puntellato da un insieme

a66ondante di citazioni, cerca di rispettare un andamento 1>uasi, cronologico3 che, snodandosi dall8antichit classica fino alla nostra contemporaneit, non aspira in alcun modo all8esaustivit, n9 tantomeno all8individuazione di una linea privilegiata di sviluppo nell8am6ito della >uale situare un progresso lineare di autocoscienza! L8o6iettivo perseguito @ piuttosto >uello di circoscrivere alcuni 1punti notevoli3 di rottura individuati nel corso dello sviluppo della riflessione filosofica occidentale, cosN da rimarcare una serie di nodi che, dal mio punto di vista, risultano assolutamente fondamentali se si vuole comprendere la specifica forma di razionalit di cui si fa promotrice la teoria semiotica struttural,generativa! Se come dice aolo Fa66ri Bsulla scorta di 2ittgensteinC ogni riproduzione di un viso @ sempre in >ualche modo una caricatura che rinforza solo >ualche tratto a discapito di altri KFa66ri $%%5L, >uella tratteggiata nella 1parte prima3 di >uesto scritto @ una sgraziata caricatura del viso della filosofia occidentale, volta a rimarcare >uei tratti particolari Bed essi soltantoC che, se messi pro6lematicamente in sistema, ci possono aiutare a comprendere meglio l8orizzonte in cui affonda le sue radici il paradigma generativo greimasiano e la pratica analitica che su di esso si appoggia! Se in definitiva il fine principe @ dun>ue >uello di ri6adire con forza l8attualit del saussurismo ; e con essa della riflessione di =reimas ; il percorso che conduce a tale fine aspira a riflettere le ragioni principali di >uesta attualit! Se per sviluppare una caricatura @ necessario fare affidamento su un criterio che faccia in >ualche modo da punto di riferimento Bad esempio, il rigonfiamento della fronteC, nel nostro caso >uesta funzione @ svolta dalle nozione di 1forma3! (ale nozione fa infatti da collante tra i vari autori affrontati nella prima parte e permette di produrre >uella 1deformazione coerente3 del volto della filosofia che, come detto, ci permette di far emergere dei particolari nodi tematici che risultano fondamentali per >uanto riguarda la forma di razionalit che @ propria della semiotica! (ali nodi sono la >uestione del trascendentale, la svolta linguistica e la >uestione dell8intersoggettivit! CosN tutta la prima parte si aggira attorno a >ueste tre tematiche e cerca di svilupparle coerentemente con la riflessione filosofica

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compiuta dai vari autori di riferimentoO la 1parte seconda3 cerca di annodarle tra loro in un modello unitario e coerente! .n >uesta prospettiva, la riflessione sistematica attorno alla natura e ai caratteri propri di uno 1strutturalismo dinamico3, cosN come sviluppata da =illes Deleuze K$%-%, $%4'L, appare come la proposta teorica piD coerente ed articolata di una 1nuova filosofia trascendentale3 in grado di farsi carico proprio di >uelle tre tematiche trattate nella prima parte di >uesto scritto! L8idea @ poi che il modello teorico ela6orato da =reimas sia un ulteriore sviluppo di >ueste tematiche! <sso infatti affonda le sue radici proprio nell8am6ito di uno strutturalismo dinamico di tipo deleuzeano e, piD in generale, in una riflessione glo6ale intorno alla 1logica del senso3! er >ueste e per altre ragioni, esso @ il modello della semiotica! La riflessione intorno alle matrici filosofiche del paradigma semiotico greimasiano, puF risultare infine utile allo scopo di porre una decisiva distanza tra esso e il paradigma teorico sviluppato da Pac>ues Fontanille! Auest8ultimo, come si cerca di argomentare nei paragrafi conclusivi di >uesto scritto, non @ altro che un programma di ricerca diverso ed antagonista rispetto a >uello greimasiano, che ha spostato una semiotica di stampo strutturale verso una di stampo fenomenologico! =li effetti di >uesto drastico spostamento non hanno dun>ue portato in alcun modo ad uno sviluppo coerente della riflessione greimasiana, 6ensN ad un suo radicale capovolgimento! <, di conseguenza, ad una rottura con la sua originale forma di razionalit, >uella straordinaria forma di razionalit sviluppata in decenni di lavoro e di riflessione! <cco perch9, dal mio punto di vista, porre una linea di demarcazione netta tra semiotica generativa e semiotica del corpo appare oggi come una priorit!

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Parte prima Questione di forma


Una discussione formale, un incontro formale, un atto formale, una persona formale! Badare solo alla forma, seguire la forma, attenersi alla forma! La forma degli occhi, un solido di forma cilindrica, una forma di parmigiano, un a6ito dalla strana forma, la forma per dolci! Sono >ui in forma amichevole, oggi non sono in forma, ho raggiunto il mio peso forma! La forma repu66licana, la forma logica, la forma poetica, la forma grammaticale, la forma canonica! La psicologia della forma, il formalismo hil6ertiano, i formalisti russi! La formula, la formattazione, il formante, il formato, il format! Lo sformato di mele! Formare una 6and, sformare il tim6allo, deformare un8immagine, riformare lo statuto! I:igra sum, sed formosaJ BCantico dei CanticiC, Ipiccola nu6e grigia in forma di uomoJ B)ldo alazzeschiC, Iad un segno cortese, ad ogni sguardo mutar forma e colorJ B=iacomo LeopardiC! Un a6ito informale, uno stile informale, la pittura informale! La forma non @ tutto, la forma non @ sostanza, @ solo forma! Un vuoto formalismo, il formalismo dei 6urocrati, il formalismo matematico, un inutile formalismo! Spesso @ la sostanza a mancare, ci vuole piD sostanza, 6isogna 6adare piD alla sostanza che all8apparenza, guardiamo al contenuto e non alla forma: 6asta con >ueste formalit, @ ora di andare al sodo! Una cosa @ certa: il termine 1forma3 ha nel lessico corrente molte accezioni! )lcune di esse avranno direttamente a che fare con >uesto scritto, altre rimarranno solo sullo sfondo! .l fatto @ che, nel sentire comune, ciF che ha a che fare con la forma viene spesso considerato eccessivamente rigido, schematico, artificiale, spesso anche inadeguato o superfluo: un8inutile formalit! < viene di conseguenza guardato con sospetto, con sufficienza, anche con disprezzo! Come se il lavoro della forma ; invasivo lavoro di idraulica ; intervenisse sempre solo in un secondo momento al fine di incanalare il li6ero fluire delle cose e a soffocare il suo respiro vitale! Come

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se a considerare l8aspetto formale si tralasciasse inevita6ilmente la parte fondamentale della >uestione, il suo nucleo centrale! Come se ad occuparsi della forma fossero solo i tecnici e i 6urocrati e la verit e la poesia stessero inevita6ilmente da un8altra parte! Del resto @ evidente: >uel che si mangia @ il formaggio e non la sua forma, un rapporto informale @ sempre piD 1vero3 e o66edire alle formule @ una gran scocciatura!

#$# La dis%uta fi!osofica


Che l8aspetto formale di una cosa sia da considerare secondario in confronto al suo aspetto materiale non @ per nulla scontato, n9 evidente! Si tratta del resto di una posizione tra le altre e, a 6en guardare, di una posizione relativamente recente! Se si guarda infatti alla storia del pensiero occidentale le cose appaiono sotto una luce decisamente diversa! Rivolgendoci alla sua prima radice ; la filosofia dell8)ntica =recia ; si puF vedere come con la nozione di forma ci si riferisse ad una realt tuttaltro che accessoria! .nfatti pare che alla nostra parola forma corrispondessero parole come QRST Blat! ideaC e UVWXY Blat! formaC, ovvero parole significanti proprio >uella realt prima ; l8essenza ; opposta alla molteplicit della materia sensi6ile! ) >uesto proposito Pules Huillemin osserva:
l8elemento materiale al >uale si oppone la forma @ costituito dalla molteplicit degli individui o istanze che partecipano alla stessa forma o idea! Come i geometri cercano di determinare l8essenza e le propriet di una classe di figure simili senza tener conto della grandezza dei suoi elementi, il filosofo investigher l8essenza e le propriet della virtD e del 6ene, facendo astrazione dalle diverse manifestazioni empiriche che li esemplificano e anche dalla diversit delle specie di virtD o di 6eni che comprendono! Sem6ra che sia stato Socrate ad iniziare >uesta ricerca! Kvoce 1Forma3, in Enciclopedia Einaudi, vol! -, p!'$4L

Sulla scia di Socrate, dun>ue, la filosofia occidentale si caratterizza come pensiero che va alla ricerca di un principio al di l della realt molteplice degli enti! (ale principio @ appunto la forma! ) partire da >uesto assunto fondamentale, la >uestione diventa >uella di sta6ilire il luogo piD adeguato dove porre le forme! <d @ a >uesto punto che nascono le dispute piD aspre! Una su tutte >uella che vede contrapposti latone e )ristotele! Si tratta, del resto, di >uello che puF essere considerato l8archetipo della disputa filosofica, archetipo che trova la sua 1forma

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migliore3 ; molto piD che all8interno dei li6ri di testo ; nel cele6errimo affresco di Raffaello, La scuola dAtene$! )l centro del dipinto si trovano il maestro e il discepolo: il primo con il dito puntato verso l8alto, l8altro con il palmo della mano rivolto verso il 6asso! ) lato, appoggiato ad un 6locco di marmo, si trova <raclito, come ad indicare una possi6ile 1terza via3: la via in-formale! <d @ >uesto il punto che >ui ci interessa: pur con tutte le differenze, latone ed )ristotele sono distanti nella stessa misura dall81oscura3 via eraclitea! < ponendo, dun>ue, tra parentesi l8opposizione 1dito in alto3 vs! 1palmo verso il 6asso3, maestro e discepolo possono essere fatti rientrare all8interno della medesima prospettiva: la prospettiva formale! ) tale riguardo @ lo stesso )ristotele ad attri6uire a latone il merito di aver posto per primo la >uestione della forma! .n >uello che @ a tutti gli effetti il primo 1manuale3 di storia della filosofia ; il 1li6ro alpha3 della Metafisica ; )ristotele afferma:
latone KEL credette che le definizioni si riferissero ad altre realt e non alle realt sensi6ili: infatti, egli credeva impossi6ile che la definizione universale si riferisse a >ualcuno degli oggetti sensi6ili, perch9 soggetti a continuo mutamento! <gli, allora, denominF >ueste altre realt .dee, e affermF che i sensi6ili esistono accanto ad esse e che vengono tutti denominati in 6ase ad esseO infatti, per IpartecipazioneJ alle Forme esiste la pluralit della cose sensi6ili che hanno lo stesso nome delle Forme! KMetafisica, ) $, %546, trad!it! p! '+L

Come si puF vedere, il pro6lema della definizione degli enti appare come fondamentale! La >uestione che appare come cruciale per il pensiero greco a partire da latone @ dun>ue: come @ possi6ile dare definizioni scientifiche ; dun>ue certe e definitive ; agli enti sensi6ili che in >uanto tali sono soggetti a continuo mutamento0 La via seguita da latone @ >uella di impiegare le armi del ragionamento 1dialettico3 ; >ui nel senso di ipotetico,deduttivo ; fino a raggiungere >ualcosa di Isufficiente per s9 medesimoJ * KFedone %%<L e di porre il risultato di tale ascesa argomentativa a fondamento dell8essere degli enti! (ali sono appunto le idee, forme pure e immuta6ili che in >uanto tali possono ricevere una definizione universale! =li enti particolari, poi,
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resso la 1Stanza della Segnatura3 B$+#5,$+$$C, "usei Haticani, Roma! Mvvero 1ti hikann3! .n epu!!lica +'' C,D, viene detto: Isolo il metodo dialettico procede per >uesta via, togliendo le ipotesi fino a raggiungere il principio in "uanto tale per conferire solidit, e solleva e porta in alto l8occhio dell8anima invischiato in un pantano 6ar6aro, facendo uso delle arti che a66iamo descritto come ausiliarie per aiutare nella conversioneJ Bcorsivo mioC!

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possono esistere ed essere detti solo in virtD delle forme cui 1partecipano3! Come si puF vedere, da una pro6lematica linguistica ad una ontologica >ui il passo @ davvero 6reve! Con )ristotele diventa centrale la nozione di causa! Mra, come @ possi6ile che la causa dell8essere degli enti esista separatamente da ciF di cui @ causa0 Kcfr! Metafisica, ) %, %%$6 $,', trad! it! p! +4L! Auesta @ la >uestione che )ristotele sente come prioritaria e che lo spinge a scagliarsi con forza contro le idee del maestro! CosN ciF che in latone era l8idea ; forma eterna separata dagli enti ; in )ristotele diventa causa formale collocata nel cuore stesso degli enti! Servendosi dell8esempio della costruzione di una casa, la causa formale viene opposta alla causa materiale Bmattoni, cemento, tegoleC, alla causa efficiente Bil lavoro impiegato da uomini e macchineC e alla causa finale Blo scopo della costruzione, il suo fine naturaleC! Seguendo di nuovo Huillemin, possiamo dire che la causa formale
in termini moderni, @ il piano di lavoro, grazie al >uale sono messe in relazione le altre cause che KEL sono per esso una materia! :ell8ordine delle cose naturali, la causa formale @ l8unit essenziale della specie alla >uale appartiene l8individuo! Kvoce 1Forma3, in Enciclopedia Einaudi, vol! -, p!'$4L

Come si vede, ancora una volta, con forma si indica il principio organizzatore che mette in relazione le diverse 1materie3 e al tempo stesso l8unit essenziale a fondamento di >ueste! La pro6lematica formale @ anche in )ristotele innanzitutto una pro6lematica ontologica! Z chiaro del resto che ci stiamo >ui muovendo all8interno di un orizzonte dichiaratamente metafisico, nel >uale il principio formale @ tale tanto da un punto di vista logico >uanto da un punto di vista ontologico! )nzi si puF affermare che nella visione greca >uesta distinzione ; logico vs! ontologico ; non venga proprio avvertita e non a66ia di conseguenza alcun senso! Del resto il logos filosofico @ concepito proprio come >uel discorso che, emancipandosi dal confuso parlare dei poeti Bil m#thosC', @ in grado di raggiungere per via puramente razionale i principi primi dell8essere, ovvero
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Sulla delimitazione ; avvenuta in <poca Classica ; dell8am6ito del logos rispetto a >uello del m#thos, si veda il fondamentale saggio di Hernant, 1Le ragioni del mito3 Kin Hernant $%4&L!

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di far coincidere le proprie forme di ragionamento con le Forme che stanno a principio degli enti! :el logos greco logica e legge & coincidono per natura: ciF che @ primo dal punto di vista dell8argomentazione logica ; ciF che @ il suo prodotto necessario ; @ primo anche dal punto di vista dell8essere! Auesto puF essere del resto considerato, in generale, proprio il tratto fondamentale della filosofia antica+!

#$& Intermezzo nietzsc'eano


Friedrich :ietzsche nella sua cele6errima 1opera prima3 ; La nascita della tragedia K$54-L ; rilegge in maniera molto affascinante l8opposizione materia[forma che, come a66iamo visto, puF essere considerata, sotto un certo profilo, proprio la dicotomia fondamentale del pensiero greco! <, del resto, lo scenario dell8opera di :ietzsche @ proprio l8)ntica =recia! :on, perF, >uella classica di latone e )ristotele, ma la =recia arcaica del mito e del rito in cui nac>ue e si sviluppF >uella forma incredi6ile di Bauto,C rappresentazione rituale che @ la tragedia greca! Apollo contro $ioniso: il dio del Sole, della musica, della divinazione contro il dio del vino, dell8estasi, del delirio mistico! Apollo, Idio di tutte le capacit figurative, KEL egli, che secondo la sua radice @ il 1risplendente3, la divinit della luce, domina anche la !ella parvenza del mondo intimo della fantasiaJ K:ietzsche $54-, trad! it!, p! *', corsivi mieiLO contro $ioniso Idio dell8e66rezza KEL che per l8influsso delle 6evande narcotiche KEL o per il poderoso avvicinarsi della primavera, che penetra gioiosamente tutta la natura, desta >uegli impulsi dionisiaci, nella cui esaltazione l8elemento soggettivo svanisce in un completo o!lio di s%J K&vi, p! *&,*+, corsivi mieiL! )pollo contro Dioniso, la luce contro le tene6re, il sogno
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.l ver6o greco leghein , dire, discorrere, ma anche raccogliere, adunare ; sta alla radice tanto di logos Be di logicaC >uanto di legge! + Secondo 7egel il primo stadio della filosofia @ contraddistinto dall8affermazione immediata di certezza e verit! :ella 1visione organica3 della storia della filosofia proposta da 7egel, perF, ciF implica un 1primo stadio3 tanto dal punto di vista storico,diacronico, >uanto dal punto di vista sincronico,sistemico! .n >uesto modo, secondo una sorta di 1ricapitolazione3, il sistema filosofico ripercorrere66e ; secondo un processo dialettico ; le tappe che la filosofia ha attraversato nel corso della sua storia KCfr, Severino $%5&L! Dal nostro, 6en piD cauto, punto di vista, @ sufficiente identificare il fulcro della filosofia antica con l8affermazione immediata di certezza e verit!

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contro l8e6rezza: la contraddizione fondamentale, la 6attaglia senza fine! Auei principi che :ietzsche coglie all8origine della tragedia greca e della visione pre,socratica della vita, sono infatti anche ; e soprattutto ; due impulsi vitali in eterna lotta: >uelle che sulle prime appaiono come categorie di ordine estetico, sono in realt per :ietzsche gli attori principali di >uel dramma universale che @ la vita! )ffascinante studio estetico,filologico, oscuro trattato metafisico, diagnosi psicologica della modernit, La nascita della tragedia @ indu66iamente >ueste tre cose insieme! L8indagine della =recia arcaica @ infatti per :ietzsche il 6anco di prova dove poter testare i principi che stanno a fondamento della metafisica del suo maestro e per mostrare la loro validit universale! < infatti, IcosN potre66e valere per )pollo ciF che Schopenhauer dice dell8uomo irretito nel velo di "aiaJ K &vi! p! *&L e cio@ che Ista placidamente in mezzo a un mondo di affanni, appoggiandosi e confidando nel principium individuationisJ KSchopenhauer $5$%, cit! in :ietzsche $54-, trad! it! p!*&L! )pollo, dun>ue, non @ altro che il principio che sta alla 6ase del mondo come rappresentazione, che @ per l8appunto il mondo del sogno, dell8illusione, della menzogna: Isi potre66e definire lo stesso )pollo come la magnifica immagine divina del principium individuationis, dai cui gesti e sguardi ci parla tutta la gioia e la saggezza della 1parvenza3, insieme alla sua 6ellezzaJ K&!id'L! .n definitiva, )pollo @ il dio della forma: la forma tanto ammaliante >uanto illusoria che si oppone alla materia viva e in continuo fermento, che copre e oscura tale 1fermento 6acchico3 proprio come il velo di "aia nelle (panishad copre ed oscura il vero principio delle cose, il )r*hman! Mra, se la forma costituisce in >uanto tale un taglio nella :atura viva e originaria delle cose, tale taglio rappresenta, nella visione del primo :ietzsche, sempre una negazione della vita, una profonda e irrimedia6ile lacerazione: Ila lacerazione del principium individuationisJ K:ietzsche $54-, trad! it! p! *%L! "a nella tragedia greca avverre66e, secondo l8interpretazione nietzscheana, >uella prodigiosa comunione tra )pollo e Dioniso, tale da impedire il sorgere della lacerazione e da consentire

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l8apparizione 1totale3 dell8essenza dionisiaca del mondo! < infatti, forma apollinea e materia dionisiaca
per un miracoloso atto metafisico della 1volont3 ellenica, appaino accoppiati l8uno all8altro e in >uesto accoppiamento producono finalmente l8opera d8arte altrettanto dionisiaca che apollinea della tragedia attica! K&vi, p! *$L

Mpera d8arte miracolosa, la tragedia greca @ stata l8unica vera espressione apollinea e dionisiaca insieme, dal momento che soltanto nella visione tragica Iil 1titanico3 e il 16ar6arico3 erano alla fine una necessit, cosN come lo era l8apollineoJ K&vi, p! '4L! Soltanto l8uomo della =recia arcaica, dun>ue, ha avuto la forza 1metafisica3 per s>uarciare il velo di "aia e per accedere alla terrificante visione del volto dionisiaco del mondo: I)l mistico grido di giu6ilo di Dioniso la catena dell8individuazione viene spezzata e si apre la via verso le "adri dell8essere, verso l8essenza intima delle coseJ K&vi, p! $#+L! .l fatto @ che il glorioso mondo arcaico e66e una fine e che cosN 1le vie verso le madri dell8essere3 vennero chiuse! (ale fine coincise, secondo l8interpretazione di :ietzsche, con la comparsa di una nuovo contrasto che andF a sostituire ; e ad occultare ; la lotta primordiale )pollo,Dioniso: IZ >uesto il nuovo contrasto: il dionisiaco e il socratico! < l8opera d8arte della tragedia perN a causa di essoJ K&vi, p! 5'L! Laddove )pollo era il dio della 16uona forma3, ovvero di >uella forma prodigiosa che sola riusciva ad entrare in comunione con la sfrenata danza di Dionisio, Socrate @ il divulgatore della 1cattiva forma3 che altro non @ che una degenerazione razionalistica della forma apollinea! La nuova legge fondata da Socrate ; e diffusa dall81anti,tragedia3 di <uripide ; che afferma che Itutto deve essere razionale per essere 6elloJ K&vi, p! 5+L, segna la morte della tragedia greca e la fine del vero spirito tragico! IL8incalzante processo criticoJ, Ila temeraria razionalitJ, il Imetodo razionalisticoJ K&vi, p! 5-L, sono secondo :ietzsche tutti aspetti di >uella degenerazione a cui viene dato il nome di IsocratismoJ K&vi, p! %#L! )d esso va attri6uito l8insopporta6ile peso di aver condotto l8uomo a >uel Ipiacere per le 6elle formeJ K&vi, p! $#-L che segna di fatto la fine dell8arte dionisiaca e l8inizio della Icultura alessandrinaJ K&vi, p! $$%L!

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Mra, se prestiamo ascolto a :ietzsche, il fatto @ che


(utto il mondo moderno @ preso nella rete della cultura alessandrina e trova il suo ideale nell8uomo teoretico, che @ dotato di grandissime forze conoscitive e lavora al servizio della scienza, e di cui Socrate @ il prototipo e il capostipite! (utti i nostri mezzi educativi tengono originariamente davanti agli occhi >uesto ideale! KEL < ora non 6isogna nascondersi ciF che si cela nel grem6o di >uesta cultura socratica\ Un ottimismo che si crede senza limiti\ Mra non 6isogna lamentarsi se i frutti di >uesto ottimismo, maturano, se la societ, fatta lievitare fin nei piD profondi strati da una siffatta cultura, trema gradualmente fra rigogliosi ri6ollimenti e 6ramosie! K &vi, p! $$%, $*#L

La diagnosi di :ietzsche @ molto chiara: iC la cultura occidentale, 1fin nei suoi piD profondi strati3, ha una matrice essenzialmente 1alessandrina3 - che, a cominciare dal suo capostipite BSocrateC, si @ contraddistinta da un razionalismo universale e scientista e da un ottimismo senza limitiO iiC la visione alessandrina costituisce una radicale degenerazione formalista, rispetto alla visione tragica della =recia arcaica, che eleva Ila semplice apparenza, l8opera di "aia, a unica suprema realt, mettendola al posto dell8intima vera essenza delle coseJ K&vi, p! $**LO iiiC si scorgono gi i primi cedimenti all8interno della societ fondata su tale visione! La prognosi @ ancor piD netta: @ sorta una nuova Icultura che io oso chiamare tragicaJ che avr la forza di Ielevare a meta suprema, in luogo della scienza, la sapienza la >uale KEL si volge con immo6ile sguardo all8immagine totale del mondoJ K&!id!L! Solo essa ; stirpe 1eletta3 di spiriti dionisiaci BSchopenhauer, 2agner, =oethe, ovviamente lo stesso :ietzscheC ; potr strappare il mondo dall8illusione! Solo la visione emancipata dalla forma socratica ; la
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Come mai alessandrina0 .l riferimento sem6ra essere l8 alessandrinismo Bdetto anche ellenismoC ovvero a >uel periodo della cultura greca posteriore alla morte di )lessandro "agno B'*' a!C!C! Si tratta, da una parte, del periodo di massima espansione della civilt e della cultura greca, dall8altra, di un periodo di grande fioritura intellettuale Bretorica, filosofia, grammatica, poesiaC e di notevole sviluppo scientifico B<uclide, )rchimede, <ratosteneC! .l nome di alessandrismo poi @ legato ad )lesandria d8<gitto Bla citt fondata da )lessandro tra il ''* e il ''$C, maggiore centro culturale del periodo e sede della cele6errima Bi6lioteca di )lessandria, vera e propria culla del sapere! .l termine alessandrino @ associato infine ai 1poeti alessandrini3, ovvero a >uei poeti che ruotavano attorno ad )lessandria d8<gitto BCallimaco, (eocritoC e che passarono alla storia per l8estrema eleganza e raffinatezza ; al limite di un formalismo 1di maniera3 ; dei loro componimenti! er estensione, in epoca moderna, si usa significativamente attri6uire l8epiteto 1alessandrino3 ad un componimento poetico o, piD in generale, ad un movimento culturale che ruota attorno al culto della forma e che miri ad una preziosit talvolta eccessivaO ad esempio il Manierismo B]H.. secoloC, o il +eoclassicismo del Foscolo !

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1visione diretta3 del volto terrificante di Dioniso ; potr riportare la cultura occidentale alla Herit! .n definitiva, la rilettura nietzscheana dell8opposizione forma[materia porta ad un 1osanna3 all8e66ro 6rulicare della materia e ad una condanna radicale della forma! Auesta interpretazione, come detto, non @ il frutto di un semplice lavoro di tipo storico,filologico,estetico, ma @ piuttosto il prodotto di un lavoro fondamentalmente teoretico,filosofico che si inserisce all8interno di una particolare visione del mondo: la visione romantica post, Banti,Chegeliana di ascendenza schopenhaueriana! .l fatto decisivo, ai fini del nostro discorso, @ poi che tale rilettura dell8opposizione materia[forma a66ia di fatto avuto un notevole river6ero in un certo :ovecento irrazionalistico e conservi tuttora, in certi am6ienti, tutto il suo fascino! Z indu66io, poi, che di :ietzsche ve ne siano BalmenoC due!

#$( Una %rima c!assificazione


=iunti a >uesto punto si puF gi a66ozzare una prima classificazione delle diverse prospettive entro le >uali la nozione di forma viene utilizzata: )C forma come tipo: unit tipica propria di una serie di individui e che costituisce la loro identit essenziale e atemporale BC forma come relazione: principio logico organizzatore, relazione o complesso di relazioni che raccoglie e organizza degli individui sotto un medesimo profilo, e che rimane costante al variare di essi CC forma come aspetto esteriore: forma come semplice effetto di un artificio intellettuale che occulta la vera essenza del mondo, la >uale risulta cogli6ile per altra via Come visto in precedenza, la distinzione tra prospettiva ) e il prospettiva B puF venire ignorata o non ritenuta significativa! ossiamo per comodit denominare realista una posizione che non considera l8opposizione tra ) e B, nominalista >uella che ritiene invece che tra ) e B vi sia uno scarto fondamentale! Hi @ poi talvolta la tendenza, come detto sopra, ad associare B a C e a considerare l8 aspetto formale di una cosa come >uello meno

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importante, secondario, addirittura superfluo: >uando la forma non @ sostanza, o peggio, >uando la forma occulta la vera sostanza!

#$) *ant e !a s+o!ta trascendenta!e


#$)$# La s+o!ta trascendenta!e Se si ammette che Igli usi svariati e diversi del termine forma riflettono tutta la storia del pensiero occidentaleJ K=reimas e Court9s $%4%, trad! it! p! $&4,&5 v! 1forma3L, @ impossi6ile non scorgere in >uesta storia un andamento non lineare e dei momenti di decisiva rottura! (ra >uesti, ovviamente, non si puF non considerare la svolta trascendentale operata da .mmanuel /ant! .l principale 6ersaglio della grande Critica ^antiana @ la metafisica tradizionale ; Icampo di lotte senza fineJ; e piD precisamente il suo Ivecchio e tarlato dommatismoJ K/ant $45$, trad! it! p! +,-L! .l dogmatismo contro cui si scaglia /ant @ >uella tendenza del pensiero a procedere Isecondo principi come >uelli di cui la ragione fa uso da molto tempo, senza ricercare in che modo e con >ual diritto essa vi sia arrivataJ K &vi!, p! *-L! Un pensiero, direi, elementare: il fatto di procedere nella conoscenza sulla scorta di principi tramandati da molto tempo ; il riferimento @ chiaramente all8inveterato aristotelismo della cultura europea ; non @ sufficiente a dimostrare la verit e la fondatezza di tali principi, ma @ solo utile per rafforzare la fede in un8auctoritas o in una struttura di potere! Di conseguenza ogni uso della ragione che Inon procede ad una critica preliminare del suo proprio potereJ K&!id!L e che si affida ciecamente a principi precostituiti, @ essenzialmente dogmatico e, in >uanto tale, da condannare! Da >ui la necessit di istituire un 1tri6unale della ragione3 in cui la ragione @ al tempo stesso giudice e imputato KCfr! &vi, p! -,4L! :ovit luminosa e radicale! Con /ant viene posta per la prima volta in maniera decisa la volont di risvegliare la filosofia dal 1sonno dogmatico3 in cui da secoli era placidamente immersa e di soffiare una ventata di aria fresca sui polverosi tomi che costituivano allora l8edificio della scienza! < >uesto

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:on @ per certo effetto di leggerezza, ma del giudizio maturo dell8et moderna, che non vuole piD oltre farsi tenere a 6ada da una parvenza di sapere, ed @ un invito alla ragione di assumersi nuovamente il piD grave dei suoi uffici, cio@ la conoscenza di s9, e di erigere un tri6unale, che la garantisca nelle sue pretese legittime, ma condanni >uelle che non hanno fondamento, non ar6itrariamente, ma secondo le sue eterne ed immuta6ili leggi! K&!idem!L

Come si vede, >uel che si affaccia >ui @ un8impresa immensa e con una portata potenzialmente rivoluzionaria! Cerchiamo dun>ue di delinearne 6revemente i tratti principali, tenendo chiaramente d8occhio gli o66iettivi di >uesto scritto! CiF che appare fin da su6ito evidente @ il cam6io di prospettiva, il diverso taglio epistemologico! Stanco di avere a che fare con una filosofia che indaga direttamente le cose del mondo senza interrogarsi sui limiti e sulle possi6ilit di tale indagine, /ant impone ora come imperativo una discussione rigorosa proprio riguardo a tali aspetti 1marginali3! Di >ui il progetto di una filosofia trascendentale che, a differenza della filosofia tradizionale, Isi occupa non di oggetti ma del nostro modo di conoscenza degli oggettiJ K&vi!, p! &5L! < infatti
.l filosofo trascendentale non pretende di spiegare la possi6ilit delle cose, ma si accontenta di fissare le conoscenze in !ase a cui si comprende la possi!ilit della possi!ilit della scienza! K/ant $55*, trad! it! p! 4-, corsivo mioL

) 6en vedere, un cam6iamento non da poco: uno radicale spostamento di 6aricentro che porta la filosofia ad allontanarsi da una pro6lematica di tipo empirico,causale ; tipica delle scienze della natura ; e a focalizzare l8attenzione attorno ad una >uestione completamente nuova: la "uestione trascendentale! Se si presta attenzione alle parole di /ant, ci si accorge come tale cam6iamento di rotta costituisca per la filosofia anche un notevole Be consapevoleC a66assamento del profilo teoretico! Chiaramente, si dir, dipende dai punti di vista! <d infatti spesso si pensa ; @ lo stesso /ant che talvolta ci induce a pensare ; al 1piano trascendentale3 come ad un omologo moderno e non del tutto secolarizzato del platonico mondo delle ideeO e dun>ue come ad un piano posto 1molto in alto3, in un aldil celeste a6itato da puri spiriti e la6oriosi demiurghi! Lungo >uesta via si puF addirittura

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approdare in am6ito ne, age all8intero del >uale, sulla scia delle filosofie orientali, non @ infre>uente parlare di 1meditazione trascendentale3! "a attenzione: niente di tutto ciF\ Se si prende sul serio l8affermazione per cui il filosofo trascendentale, rispetto al filosofo tradizionale, si accontenta di comprendere la possi6ilit della possi6ilit della scienza, l81auto, declassamento3 non puF che apparire in modo evidente: l8indagine trascendentale non si deve occupare degli oggetti della realt e delle sue possi6ilit di esistenza ; am6izione genuinamente metafisica ; ma delle condizioni di possi6ilit della conoscenza, e dun>ue dei limiti e dei vincoli a cui l8uomo sottost e nei >uali @ implicata la sua stessa possi6ilit di comprensione, la possi6ilit stessa del 1senso per tutti e per ciascuno3! Limiti e vincoli, appunto, trascendentali, ma di un trascendentale che non sta semplicemente l, fermo immo6ile in uno spazio eterno iperuranico! Si tratta piuttosto di un orizzonte trascendentale che ; del tutto svincolato da un orizzonte trascendente ; si d presso di noi in >uanto soggetti trascendentali, accanto a noi, tra di noi! Si d essenzialmente nelle nostre relazioni, il trascendentale @ immanente! "a non @ ancora il caso di spingersi cosN in l! La svolta ^antiana non si arrischia certo in tale 1profondit3! (uttavia /ant paragona la sua svolta nientemeno che alla rivoluzione copernicana! .nfatti, come CopernicoE
vedendo che non poteva spiegare i movimenti celesti ammettendo che tutto l8esercito degli astri rotasse intorno allo spettatore, cercF se non potesse riuscir meglio facendo girare l8osservatore, e lasciando invece in riposo gli astri! K/ant $45$, trad! it! p! $4L

E cosN /ant! "a se il rapporto @ perfettamente simmetrico ; per comodit, (olomeo : Copernico _ )ristotele : /ant ; l8effetto della rivoluzione ^antiana @ esattamente inverso ; ovviamente su di un altro piano ; rispetto a >uella copernicana! er cui Sole : osservatore B(erraC _ soggetto : oggetto! Hediamo di spiegare >uesta conclusione! .l risultato principale della rivoluzione copernicana @, come si sa, >uello di porre il sole BfissoC al centro del sistema solare e di immaginare la terra ; e di conseguenza il soggetto osservatore ; come costretta a muoversi attorno ad esso secondo un8or6ita circolare Bin realt ellitticaC! Dall8altra parte, il risultato principale della

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rivoluzione ^antiana @ invece >uello di porre il soggetto BfissoC al centro del sistema della conoscenza e di immaginare l8oggetto come costretto ad adeguarsi alle sue forme! .nfatti /ant, ritenendo impossi6ile spiegare l8essere degli enti a partire da un soggetto costretto ad inseguire le forme Bpoco importa se trascendenti o immanentiC degli oggetti, pensF fosse opportuno 1far girare gli oggetti e lasciar a riposo il soggetto3! Da >ui l8indagine intorno alle forme che caratterizzano l8essere del soggetto conoscente, e non intorno alle forme che caratterizzano l8essere dell8oggetto conosciuto! <d infatti l8essere dell8oggetto ; >uello che in termini ^antiani @ la cosa in s% ; non @ da considerarsi se non in >uanto sfondo necessario e allo stesso tempo inconosci6ile, o meglio, fuori da >ualsiasi possi6ilit di conoscenza! <sso @ infatti 1solo3 un Iconcetto limite per circoscrivere le pretese della sensi6ilitJ K&vi! p! *$#, corsivo mioL! otremmo dire, dun>ue, che l8essere di un oggetto @ >uella totalit che semplicemente apparire!!e ad un soggetto >ualora fosse nella condizione di poter prescindere dalle condizioni sotto le >uali un oggetto puF essere effettivamente dato alla nostra sensi6ilit e divenire oggetto di conoscenza scientifica! "a, come detto, tale possi6ilit non @ che una non,possi6ilit, ovvero una possi6ilit esclusa dall8orizzonte effettivo delle possi6ilit! (ale possi6ilit, poi, @ semplicemente esclusa a priori da un indagine con taglio trascendentale, dato che il suo oggetto di studio sono proprio >uelle condizioni di possi6ilit della conoscenza che un8esperienza diretta della cosa in s9 pretendere66e di poter scavalcare, annullare, dimenticare! CosN ogni tentativo ; e tentazione ; di attri6uire all8esperienza diretta Bo esperienza assoluta, da 1a6,solutus3C della cosa in s9 un >ualche valore 1originario3, sono da considerarsi ingiustificati scivolamenti nell8alveo della metafisica tradizionale! .n definitiva le cose,in,s9, considerate indipendentemente dalle nostre capacit conoscitive, dalle forme che esse impiegano, dai limiti che esse impongono, sono semplicemente inconosci6ili! La filosofia trascendentale @, in primo luogo, una filosofia dei limiti!

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#$)$& Le forme trascendenta!i Mra si dovre66e comprendere lo scopo di >uesta 6reve disamina della filosofia ^antiana ai fini del nostro discorso intorno alla nozione di forma: le forme pure dell8intuizione Bspazio e tempo, oggetto di un8estetica trascendentaleC, le forme pure dell8intelletto Ble dodici categorie, oggetto di un8analitica trascendentaleC e le forme pure della ragione Ble idee, oggetto di una dialettica trascendentaleC sono gli oggetti primi della filosofia trascendentale! Le forme sono cio@ proprio >uelle condizioni di possi!ilit della conoscenza che l8indagine trascendentale si era posto fin dal principio come o66iettivo, >uelle forme pure e innate ; per l8appunto denominate forme trascendentali ; attraverso cui il soggetto entra in relazione col mondo e a cui l8oggetto deve necessariamente adeguarsi per poter diventare un oggetto di conoscenza! er >uesto motivo il sistema ela6orato da /ant @ denominato soggettivismo trascendentale, mentre lo spirito che lo anima @ detto criticismo! "a, in definitiva, >uale statuto @ attri6ui6ile alle forme trascendentali e >ual @ la loro funzione precipua0 .l primo aspetto da mettere in evidenza @ che nell8impostazione ^antiana ciF che @ forma puF essere definito solo in relazione a ciF che @ materia e dun>ue che forma e materia possono darsi Be definirsiC solo nell8orizzonte di una correlazione reciproca! Hediamo le parole di /ant:
"ateria e forma! Auesti due concetti, che son posti a fondamento di ogni altra riflessione, tanto insepara6ilmente sono legati con ogni uso dell8intelletto! .l primo significa il determina!ile in generale, il secondo la determinazione di esso Bl8uno e l8altro in senso trascendentale, facendo astrazione da ogni differenza di ciF che viene dato, e dal modo della determinazioneC! K&vi, p! *$4, corsivi mieiL!

.n un8indagine trascendentale, dun>ue, la materia va considerata come ciF che @ determina!ile ed @ dun>ue possi6ile oggetto di determinazione, forma come determinazione di ciF che @ determina6ile! osto >uesto, @ semplicemente escluso dall8ordine trascendentale delle possi6ilit che l8uno si dia senza l8altro e viceversa! Forma e materia, in definitiva, stanno in un rapporto di presupposizione reciproca!

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.l secondo aspetto fondamentale @ l8autonomia che nella prospettiva ^antiana @ necessario riconoscere al domino delle forme rispetto a >uello della materia! Se, infatti, da una parte Ila realt illimitata @ considerata come la materia di ogni possi6ilitJ, dall8altra Ila limitazione BnegazioneC di essaJ non puF che essere considerata come I>uella forma per cui una cosa differisce da un8altraJ K&!id!, corsivi mieiL! < considerare tale forma come principio di limitazione e di differenziazione della materia, significa in un8ottica trascendentale porla inevita6ilmente al di fuori Bo al di lC di essa! .nfatti se Ichiamo materia ciF che corrisponde alla sensazioneJ e IciF invece, per cui il fenomeno possa essere ordinato in determinati rapporti, lo chiamo forma del fenomenoJ K&vi, p! +',+&L, allora il 1luogo3 in cui Bo l81istanza3 per cuiC
le sensazioni si ordinano e possono essere poste in una forma determinata, non puF essere da capo sensazioneO cosN la materia di ogni fenomeno deve 6ensN essere data solo a posteriori, ma la forma di esso deve trovarsi per tutti !ella e pronta a priori nella spirito- e potersi considerare separata dalla sensazione! K&!id!, corsivo mioL

Se la forma non @ sensazione n9 il prodotto di sensazione, allora essa deve essere posta al di l della sensazione in un a priori trascendentale che sta a fondamento della possi6ilit stessa della sensazione! Le forme ^antiane, dun>ue, strutture a priori del soggetto trascendentale, hanno intimamente a che fare con l8essere del soggetto e non piD con l8essere dell8oggetto! CosN se da una parte forma e materia devono essere poste in un rapporto di stretta presupposizione reciproca, dall8altra non possono che essere pensate come separate l8una dall8altra per via di un8alterit che in >ualche modo non smette ; non puF e non deve smettere ; di 1far pro6lema3! La presupposizione reciproca tra forma e materia, e l8autonomia tra i due domini non sono in contraddizione tra di loro, ma anzi possono ; e devono ; essere tenuti insieme come due corni della medesima >uestione: >uesto @, a mio avviso, uno dei portati fondamentali dell8impostazione ^antiana alla pro6lematica trascendentale!

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#$)$( Due ti%i di do"matismo Z indu66io poi che nell8impostazione ^antiana vi siano parecchi scivolamenti da una prospettiva s>uisitamente trascendentale in una piD tradizionalmente metafisica! Concepire le forme non piD come parte dell8arredamento ontologico del mondo non impedisce infatti a /ant di considerarle strutture universali comuni all8intero genere umano: strutture eterne che stanno a fondamento della conoscenza oggettiva del mondo! Come a dire che un8indagine rigorosa svolta con taglio trascendentale all8interno di una prospettiva di 1tipo B3 KCfr! infra `$!*L finisce con l8avvicinarsi inevita6ilmente ad una pro6lematica di 1tipo )3! Fino al punto di perdere di vista lo scarto fondamentale tra le due pro6lematiche e di avvicinarsi pericolosamente a >uel dogmatismo per com6attere il >uale il criticismo ^antiano @ sorto! Del resto l8indagine trascendentale condotta da /ant ha come esito >uella fondazione ; la fondazione trascendentale ; che ha come o6iettivo dichiarato proprio >uello di conferire un fondamento universale alla conoscenza e di assicurarle definitivamente lo statuto di scienza! )nche se >uesta 1deriva3 dogmatica non puF che essere guardata con sospetto da uno sguardo pienamente critico, per certi aspetti essa puF offrire un8indicazione preziosa ai fini del nostro discorso! L8indagine ^antiana ha, infatti, l8enorme merito di mostrare, da una parte come un atteggiamento radicalmente critico contro ogni forma di dogmatismo sia assolutamente prioritario, dall8altra come ogni sapere che voglia essere in >ualche modo rigoroso e coerente de66a di fatto costituirsi sempre intorno ad una dogmatica! )nche in >uesto caso, nel tentativo di tenere assieme >uesti due corni, si rischia di incappare in una contraddizione! "a di fatto non @ cosN! CiF che /ant vuole mettere in evidenza, infatti, @ come ogni sapere che voglia aspirare allo statuto di scienza, a66ia di fatto la necessit di costituirsi attorno ad un nucleo sta6ile e coerente di principi ; una dogmatica appunto ; e di muovere sempre i suoi passi il piD possi6ile in armonia con tale nucleo! CiF che @ in gioco, infatti, @ la coerenza stessa del suo progetto!

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ossiamo a >uesto punto distinguere con /ant due tipi di dogmatismo! Un tipo @ >uello gi indicato all8inizio KCfr! infra `$!&!$L: >uello che, come detto, pretende di procedere nella conoscenza sulla scorta di principi Idi cui la ragione fa uso da molto tempo, senza ricercare in che modo e con >uale diritto essa vi sia arrivataJ K&vi, p!*-L! Auesto primo tipo di dogmatismo ; o dogmatismo negativo ; non puF che essere condannato da un8indagine rigorosamente critica! "a tale indagine, dall8altra parte, non @ contraria ad un dogmatismo, potremmo dire, di secondo tipo! < infatti
La critica per altro non @ contraria al procedimento dommatico della ragione nella sua conoscenza pura in >uanto scienza Bgiacch. "uesta sempre deve essere dommatica, cio@ rigorosamente dimostrativa, per sicuri principi a prioriC! K&!id!, corsivo mioL

L8idea mi sem6ra molto chiara: ogni scienza in >uanto tale @ ; e deve essere ; in una >ualche misura dogmatica! Auesto dogmatismo di secondo tipo ; dogmatismo positivo ; @ >uello che consente alla scienza di procedere in maniera sicura e controllata, a partire da un insieme definito e coerente di principi chiari ed espliciti, e di non lasciarsi trasportare dalle voglie e dalle mode del momento! Che poi >uesto insieme di principi ; l8insieme delle forme trascendentali ; sia considerato da /ant come realt connaturata a! origine allo spirito umano @ di fatto un8altra >uestione: una >uestione metafisica! .n conclusione, nel sistema di /ant il cammino che conduce da una prospettiva s>uisitamente trascendentale ad una prospettiva metafisica, seppure tortuoso e pieno di illuminanti aperture, @ di fatto 1piuttosto 6reve34! )nzi si puF leggere l8intera opera ^antiana come un continuo oscillamento tra le due prospettive, un oscillamento, seppur vorticoso, senza du66io affascinante e proficuo!

Sulla continuit che lega il sistema di /ant alla metafisica e alla tradizione aristotelico, scolastica Bin particolare a )ristotele, Boezio e (ommasoC, si veda Ferraris *##&! Aui viene infatti Iassodata la continuit tra critica della ragione e ontologia, ossia tra /ant e la metafisicaJ! )i fini del nostro discorso risultano poi fondamentali le critiche sviluppate da 7usserl K$%'-, /econda parteL: ciF che 7usserl in definitiva imputa all8impostazione ^antiana @ Ila mancanza di radicalit nel KEL regresso dall8oggettivismo verso il soggettivismo trascendentaleJ K"arsciani $%%#, p! $%L! Sulla filosofia di 7usserl e sulla lettura che di essa ne fa Francesco "arsciani avremo modo di tornarci in maniera puntuale nel seguito di >uesta ricerca KCfr! infra ` $!-L!

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#$)$) I! %aradosso trascendenta!e Un aspetto che viene generalmente messo poco in luce, ma che dal nostro punto di vista risulta centrale, @ il paradosso in cui vive e su cui si fonda la filosofia trascendentale! Se l8indagine trascendentale ha come oggetto le forme e le strutture che vincolano e delimitano la nostra possi6ilit di conoscenza, diventa estremamente pro6lematico dare una risposta soddisfacente alla seguente domanda: l8indagine trascendentale non opera essa stessa all8interno di >ueste forme e di >uesti limiti0 Se sN, allora il pro6lema diventa >uello di giustificare il fatto che tali forme e tali limiti possano semplicemente costituire l8oggetto dell8indagine! Se no, allora il pro6lema diventa >uello di dare ragione di un8indagine che si muove al di l dei limiti e delle forme che stanno a fondamento di >ualsiasi indagine! er >uanto l8ostacolo sia evidente ed inaggira6ile, /ant non sem6ra essersi reso conto n9 del paradosso, n9 della minaccia potenzialmente fatale che esso esercita sul suo sistema! er /ant le forme trascendentali sono 1direttamente3 l8oggetto dell8indagine trascendentale e >uesto per lui non costituisce affatto un pro6lema! :ella nostra prospettiva, invece, 6astere66e anche solo >uesto per collocare la filosofia ^antiana nell8alveo della metafisica tradizionale! Forse per primo, Paa^^o 7inti^^a ha riflettuto in maniera puntuale su tale paradosso e l8ha denominato esplicitamente 1paradosso trascendentale3 K7inti^^a $%5&L! 7a mostrato infatti come esista di fatto
un legame intrinseco, praticamente una mutua implicazione, tra l8inconosci6ilit delle cose considerate in se stesse, indipendentemente dalle nostre attivit conoscitive e dalle strutture concettuali che utilizzano, e l8inconosci6ilit di tali attivit e di tali strutture! K7inti^^a e 7inti^^a $%5-, trad! it! p! *'L

Come si vede non si tratta di un pro6lema marginale, n9 di un pro6lema di facile soluzione! Si tratta di un vero e proprio paradosso: un 6uco nero nel cuore del ragionamento! ) 6en vedere, si tratta di una versione di >uello che Francesco "arsciani chiama 1paradosso del senso3, ovvero di >uel paradosso inaggira6ile attorno al >uale si muove ; e su cui si fonda ; il progetto stesso di razionalit semiotica! L8idea di fondo @ che

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Laoggetto bsensob e le modalit attraverso cui un metalinguaggio puF descriverne le articolazioni disegnano un luogo teorico e una ontologia regionale che si installano in una paradossalit costitutiva, paradossalit che si river6era in una generale e pervasiva autoriflessivit linguistica e in una circolarit manifesta tra soggetto e oggetto della scienza! K"arsciani $%%#, p! *, corsivo mioL

er >uanto riguarda la filosofia ^antiana, il cortocircuito si crea appunto >uando si cerca di conciliare l8idea secondo la >uale le forme soggettive trascendentali stare66ero a fondamento della conoscenza e la volont di fare di tali forme un oggetto della conoscenza! <cco la circolarit soggetto, oggetto, ecco il paradosso! Si tratta del primo di una lunga serie: ne incontreremo altri sul nostro cammino, tutti riconduci6ili nella loro struttura al paradosso del senso!

#$, La s+o!ta !in"uistica


#$,$# Do+e sta !a s+o!taChe la cosiddetta 1svolta linguistica3 ; 1linguisitc turn3 0 a66ia a che fare con il nostro discorso intorno alla forma non n9 scontato n9 evidente! .l fatto @ perF che tale svolta a66ia avuto un indu66io peso, in generale, sulla filosofia del :ovecento e, piD in specifico, sulla >uestione trascendentale! Si puF pensare infatti ; e >uesto @ il mio intento ; che il rivolgimento radicale del pensiero occidentale apportato dalla svolta linguistica, possa in >ualche modo aprire uno 1spazio nuovo3 all8interno del >uale diventere66e possi6ile riconsiderare la prospettiva trascendentale sotto una diversa luce, cosN da svincolarla in maniera definitiva dall8orizzonte della metafisica! L8individuazione di tale spazio, la descrizione accurata dei suoi luoghi, l81arredamento3 coerente dei suoi am6ienti, sono in sostanza gli o6iettivi principali di >uesto scritto! .n cosa consiste la svolta linguistica0 )d una domanda cosN facile non corrisponde una cosN facile soluzione! Si tratta infatti di un fenomeno talmente ampio e variegato che risulta estremamente complicato circoscriverlo e non farsene assor6ire! Si tratta del resto, forse, del tratto fondamentale del pensiero del :ovecento, ovvero di un secolo ; da un punto di vista filosofico o, meglio, di storia delle idee ; tutt8altro che !reve e nel >uale, sotto molti aspetti, siamo ancora intimamente implicati! < parlare di

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ciF che in >ualche modo ci contiene, ci supera e ci sovrasta, risulta sempre molto pro6lematico! ossiamo dun>ue partire per comodit con una definizione molto semplice e lineare ela6orata da "icheal Dummett, per poi cercare di individuare le >uestioni che vi stanno alla 6ase! Secondo Dummett due convinzioni ; Idue assiomi gemelliJ ; stanno alla 6ase della svolta linguistica:
.n primo luogo, che una spiegazione filosofica del pensiero sia consegui6ile attraverso una spiegazione filosofica del linguaggio e, in secondo luogo, che una spiegazione comprensiva sia consegui6ile sono in >uesto modo! KDummett $%%', trad! it! p! $'L

Due >uestioni distinte, dun>ue, ma intimamente legate tra loro! )nalizziamole una alla volta! La prima individua la possi6ilit di una spiegazione filosofica del pensiero attraverso una spiegazione filosofica del linguaggio! Auella che a prima vista puF sem6rare una 6analit, ad uno sguardo piD attento non puF che apparire come una novit luminosa sotto il cielo, estremamente conservatore, della filosofia! Z pur vero che una discussione intorno al linguaggio sia in >ualche modo 1sempre3 esistita e che a cominciare dall8)ntica =recia a66ia occupato un >ualche ruolo all8interno dell8edifico della scienza! Basti pensare al Cratilo di latone o a >uei trattati aristotelici come la 1oetica o la etorica! "a 6isogna pure non dimenticare l8orizzonte filosofico,culturale all8interno del >uale >ueste opere si inserivano e, di conseguenza, la posizione marginale loro assegnata rispetto ad altre opere dove invece si riteneva fosse custodita la vera scienza! .l fatto @ appunto >uesto: l8orizzonte metafisico ; in termini heideggeriani onto-teo-logico ; all8interno del >uale si @ mosso il pensiero filosofico a cominciare dai suoi primi passi, ha portato, nel migliore dei casi, a considerare la >uestione linguistica come necessariamente su6ordinata a >uestioni di piD alto spessore teoretico, in altri casi ad ignorare del tutto l8esistenza di tale >uestione, in altri casi ancora a trattare il linguaggio come un fattore di impedimento per il normale cammino della conoscenza! )ristotele, ad esempio, puF essere fatto rientrare 1nel migliore dei casi3! Se infatti da una parte a66iamo i trattati scientifici Bla Fisica, la Metafisica, ecc!C, ovvero >uei discordi rigorosi che hanno come oggetto

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Il8essere in >uanto essere e le propriet che gli competono in >uanto taleJ KMetafisica < $, $##' *#,*$, trad! it! p!$'$L e che dell8essere possono raggiungere Ile cause e i principi supremi in una realt che @ in s9 e per s9J KMetafisica < $, $##' *-,*4, trad! it! p!$'$L, dall8altro a66iamo >uelle opere che hanno come loro oggetto specifico il discorso estetico Bla 1oeticaC e >uello persuasivo Bla etoricaC! Come a dire: da una parte i discorsi intorno all8essere, dall8altra i discorsi intorno ad altri discorsi! < se per )ristotele nei discorsi estetici e retorici risulta lecito, nonch9 utile, ricorrere a figure retoriche e ad altri 1stratagemmi3 e puF risultare di conseguenza interessante studiare i particolari effetti di senso prodotti dal loro impiego, nell8am6ito del discorso filosofico, invece, il ragionamento deve essere puro ed essenziale e il linguaggio deve essere il piD possi6ile nudo e 1trasparente3! Si tratta in sostanza dell8idea classica secondo la >uale il linguaggio scientifico, dovendo lasciare intravedere attraverso la propria superficie i principi del reale, non puF permettersi alcuna opacit come, ad esempio, >uella costituita dalla metafora! .n definitiva, il solco che separa il logos dal m#thos, il discorso veridico dal >uello favoloso, @ nella prospettiva aristotelica assolutamente incolma6ile e tale deve rimanere! Con >uesti premesse, l8affermazione secondo cui la spiegazione filosofica del pensiero sia consegui6ile attraverso una spiegazione filosofica del linguaggio puF forse iniziare ad apparire in tutta la sua luminosa diversit! uF infatti apparire come un decisivo ri6altamento di >uella millenaria tradizione per la >uale la spiegazione del pensiero @ consegui6ile solamente attraverso l8individuazione di oggetti ; forme nell8accezione 1)3 ; posti a principio dell8essere e per la >uale il linguaggio non @ nient8altro che un vestito, piD o meno comodo, piD o meno sgargiante, che viene indossato da un pensiero di per s9 autonomo ed autosufficiente rispetto a >ualsiasi tipo di rivestimento! er illustrare >uesta posizione, Francois Rastier parla di 1funzione ancillare del linguaggio3 KRastier *##$L! Facendosi suggestionare da >uesta 6ellissima espressione, ci si immagina il linguaggio che, alla stregua di un8ancella, si trova costretto a prestare i propri servigi ad un dispotico padrone: il pensiero! .n fin dei conti @ proprio

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tale immagine ad essere messa in discussione dalla svolta linguistica, ad essere fatta vacillare fino ad un completo ri6altamento! <d infatti una spiegazione filosofica del pensiero attraverso una spiegazione filosofica del linguaggio non solo @ possi6ile, ma ; e >ui arriviamo al secondo corno della >uestione ; puF essere comprensiva solo in >uesto modo! Come si puF vedere, un8affermazione non da poco: se compresa nel modo adeguato, essa puF addirittura assumersi l8onere di spazzare via secoli di 1incomprensioni3! Una spiegazione filosofica del linguaggio @ necessaria al fine di una spiegazione comprensiva del pensiero: >uesto sem6ra essere il principio alla 6ase della svolta linguistica! La traduzione di <va icardi del passo di Dummett sopra citato sortisce, perF, uno strano effetto! :ell8originale inglese compare l8aggettivo 1comprehensive3, che puF essere tradotto in italiano sia con 1completo3, 1esauriente3, sia con 1comprensivo3! "a l8aggettivo italiano 1comprensivo3, nel contesto della frase a cui ci stiamo riferendo, non puF che risultare am6iguo! Da una parte, infatti, una persona puF essere 1comprensiva3 B1la maestra @ comprensiva3C, dall8altra un oggetto puF essere comprensivo ma solo 1comprensivo di BdC3 B1il prezzo @ comprensivo del servizio3C! <d infatti se una 1maestra comprensiva3 @ >uella che ha comprensione Bi!e! tolleranza, indulgenzaC, un 1prezzo comprensivo del servizio3 non @ certo >uello che ha comprensione ma >uello che comprende, cio@ contiene in s9 piD elementi Bi!e! oltre al materiale impiegato, comprende il servizioC! Mra, che cosa intendere con l8espressione 1spiegazione comprensiva30 L8idea @ che icardi a66ia tradotto in maniera 1automatica3 dall8inglese, e che >uindi con spiegazione comprensiva ci sia da intendere semplicemente spiegazione glo6ale ed esauriente! "a >uesto 1automatismo3 crea, mi sem6ra, il pretesto per un gioco interessante, >uello che >ui stiamo facendo! Una spiegazione comprensiva, dun>ue, @ >uella che, oltre ad essere 1comprensiva di3, @ anche 1comprensiva e 6asta3, cio@ piena di comprensione e umanit! Come puF essere utile giocare con le parole, ma allo stesso tempo, come @ facile che le parole si prendano gioco di noi!

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.l significato profondo della svolta linguistica consiste nel porre il linguaggio al centro dell8indagine filosofica come ad indicare l8unica strada possi6ile al fine di ottenere una spiegazione comprensiva ; assieme glo6ale e umana ; del pensiero! CosN se una spiegazione esclusivamente comprensiva di rischia di essere dis-umana, dal momento che va alla ricerca di principi assoluti posti al di fuori della sfera umana e della sua particolare condizione, una spiegazione realmente comprensiva @ >uella che cerca di indagare il pensiero a partire da ciF che vi @ di piD umano, ovvero il linguaggio, cercando di non allontanarsi troppo dalla particolare condizione in cui l8uomo vive e in cui la spiegazione stessa si colloca: il linguaggio stesso! Mperando >uesto taglio si assiste ad un risultato per certi versi sorprendente: da una parte la metafisica @ la prima ; sia da un punto di vista temporale, sia di statuto ; spiegazione disumana, dall8altra la filosofia del dopo svolta @, almeno in potenza, l8ultima forma di umanismo! Fin >ui a66iamo giocato, credo non inutilmente, con definizioni e parole! Z ora di spingerci piD in profondit, o forse piD in superficie! #$,$& La fi!osofia ana!itica. a %artire da /re"e ILa data di nascita della filosofia analitica coincide con >uella della 1svolta linguistica3J KDummett $%%', trad! it! p! $&L! Sono di nuovo le parole di Dummett ad 1aprire le danze3! Auello che >ui ci interessa non @ discutere la tesi dummettiana che pone la svolta linguistica come tratto fondamentale della filosofia analitica ; che a >uanto pare @ stata oggetto di accese critiche 5 ; n9 tantomeno >uello di inserirsi nel di6attito riguardo a >uali autori siano da inserire nell8alveo della tradizione analitica e >uali no%! Auello che invece ci interessa indagare per sommi capi @ il rapporto, non sempre chiaro n9 lineare, che la filosofia analitica ha intessuto con la svolta linguistica, al
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<va icardi, nell8introduzione a >uesta opera di Dummett, racconta della freddezza con cui >uesta tesi sare66e stata accolta in certi am6ienti! CiF che, secondo la ricostruzione della icardi, non sare66e andato giD ad alcuni autori @: iC la riduzione della filosofia analitica a 1sola3 filosofia linguisticaO iiC la conseguente esclusione di Bertrand Russell dal novero dei padri fondatori della tradizione analitica! % Un di6attito molto acceso @ in atto riguardo alle differenze che terre66ero contrapposti su due fronti filosofi analitici e filosofi continentali! Da parte mia non sono mai riuscito a comprendere il significato reale di >uesta contrapposizione, n9 la sua utilit all8interno del di6attito filosofico!

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fine di mettere maggiormente a fuoco il nucleo veramente originale di tale svolta! ossiamo per comodit seguire Dummett e porre l8origine della svolta linguistica in concomitanza con un evento preciso: la pu66licazione di $ie
2rundlagen der Arithmetik K$55&L di =ottlo6 Frege! Mltre a segnalare l8opera

che conterre66e il primo seme della svolta linguistica, Dummett si spinge ad individuare addirittura il passo, all8interno di >uest8opera, in cui tale seme viene riposto! Si tratta del passo in cui, nell8&ntroduzione, viene formulato il principio del contesto: Iil significato di una parola non va spiegato isolatamente, 6ensN nel contesto di un enunciatoJ KFrege $%5&, &ntroduzioneL! )ccanto a >uesto principio fondamentale, Dummett pone altre affermazioni di Frege molto vicine, a parer suo, allo spirito della svolta! Come ad esempio:
L8enunciato puF essere concepito come un8immagine del pensiero, nel senso che al rapporto fra il pensiero e le sue parti corrisponde, nel complesso, il rapporto che intercorre fra l8enunciato e le sue parti! KFrege $%$%, Appunti di $armstaedter, cit! in Dummett $%%', trad! it! p! $-L!

La conclusione di Dummett, a partire da >uesto appunto fregeano, @: I.l linguaggio sar anche uno specchio deformate, ma @ l8unico specchio che a66iamoJ! "a l8idea di linguaggio come specchio, come specchio deformante, puF essere posta a fondamento della svolta linguistica0 Z davvero >ui che si insinua l8originalit della svolta0 Auesta @ certamente una >uestione centrale, ma non @ ancora il momento per trovarle una risposta adeguata! Auello che preme invece ora @ accostare a >ueste affermazioni, nelle >uali ci sem6ra di presagire lo spirito di una svolta imminente, tutta una serie di considerazioni sviluppate da Frege che vanno in direzione opposta, ovvero verso una severa ; e definitiva ; condanna del linguaggio naturale! L8impressione @ che cosN facendo si riesca a delineare, in >uesta prima fase, perlomeno cosa la svolta linguistica di fatto non sia e ad indicare, proprio nell8opera del suo primo 1fondatore3, dove non stia il suo contenuto genuino! rocedendo, potremmo dire, in negativo! La condanna del linguaggio @ presente nel pensiero di Frege a partire dalla sua prima grande opera, )egriffsschrift K$54%L! :ell8&ntroduzione

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all8&deografia ; >uesto @ il nome con cui l8opera circola in .talia ; Frege enuncia esplicitamente il suo programma scientifico: mostrare come i giudizi dell8aritmetica siano dimostra6ili in maniera puramente logica! L8intenzione di Frege, dun>ue, @ >uella di ricondurre la totalit degli enunciati della aritmetica ai principi elementari della logica, allo scopo di Iprovare che i giudizi dell8aritmetica sono verit della ragioneJ K"ariani $%%&, p!%L! Auesto am6izioso progetto diverr in seguito il fulcro del cosiddetto programma logicista, programma centrale del :ovecento logico, a cui per certi versi @ stato appeso per lungo tempo il suo stesso destino! "a il linguaggio naturale, in >uesta vicenda, che centra0 .nterrogandosi sulle possi6ilit di Iprocedere in aritmetica con soli sillogismi, appoggiandosi unicamente alle leggi del pensiero, che stanno al di sopra di ogni particolaritJ KFrege $54%, &ntroduzioneL, Frege afferma lapidario: I(utto deve dipendere dall8assenza di lacune nella catena sillogisticaJ Ki!id!L! .l che e>uivale a dire che, una volta emendata la catena sillogistica dalle am6iguit che la tormentano, il sistema della logica potr essere infine considerato come il rispecchiamento compiuto e definitivo delle leggi del pensiero e potr >uindi so66arcarsi anche l8onere di reggere l8intero edificio dell8aritmetica! "a un 1piccolo3 ostacolo si interpone alla realizzazione di >uesto progetto: il fatto che il 1linguaggio della vita3 risulti inadatto ad esprimere il reale andamento della catena sillogistica! Si tratta in sostanza dell8idea ; che diverr molto in auge nel corso del :ovecento ; secondo la >uale il linguaggio, cosN come esso si presenta >uotidianamente, non @ sufficientemente preciso e organizzato per poter rendere conto del funzionamento del puro pensiero! er raggiungere tale scopo risulta necessario, agli occhi di Frege, im6occare un8altra strada: >uella dell8&deografia, letteralmente 1scrittura dei concetti3$#! Come spesso accade, il sottotitolo dell8opera parla chiaro$$! L8&deografia, infatti, viene presentata come >uella scrittura che, servendosi
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Solitamente a >uesta 1strada3 viene ricollegato un antenato no6ile! Si tratta della characteristica Bo mathesisC universalis di Lei6niz! ILa creazione di una lingua artificiale riprende evidentemente, come lo stesso Frege non manca di riconoscere, il programma lei6niziano di una 1mathesis universalis3J K"ariani $%%&, p!%L! $$ I<ine der arithmetischen nach6ildete Formelsprache des reinen Den^ensJ Bi!e! Un linguaggio di formule, a imitazione di >uello aritemtico, del puro pensieroC

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di un linguaggio di formule B FormelspracheC a imitazione di >uello aritmetico, permette di rappresentare il pensiero puro! er ela6orare >uesto 1linguaggio di formule3, 9 in primo luogo necessaria un8operazione di purificazione del linguaggio comune, al fine di eliminarne i Itratti irrilevanti in rapporto all8oggetto del suo studio: la validit delle dimostrazioniJ K/enn? $%%+, trad!it! p!$&L! Una volta che leanalisi ha scavato in profondit e ha raggiunto gli elementi essenziali del puro pensiero ; o come dice Frege, i Icontenuti concettualiJ ; deve essere ela6orata una nuova notazione, volta a rappresentare gli elementi primi ed essi soltanto! Auesta nuova notazione @, per l8appunto, la )egriffsschrift: una scrittura sim6olica astratta che in >uanto tale consente ; >uesta @ la convinzione dell8autore ; di vedere con precisione 1microscopica3$* come i concetti operino, in modo tale da poter Imettere a nudo la scansione e la concatenazione logica dei passi di una deduzioneJ K icardi $%%&, p!$55L! Una considerazione che viene su6ito da fare, ruota intorno alla antica >uestione 1prima l8uovo o la gallina03! rovo a spiegarmi! .l progetto logicista pone la logica come un primum sta6ile e definito da cui tutti i linguaggi derivano e a cui tutti i linguaggi possono essere ricondotti! Auindi una prima scontata risposta alla >uestione, dovre66e essere 1prima la logica, poi l8aritmetica3, dove il 1prima3 @ indice tanto di un primato logico >uanto ontologico! "a la soluzione allestita nell8 &deografia appare decisamente piD pro6lematica! Da una parte, certo, si pone l8esigenza di far dipendere l8aritmetica dalle leggi elementari della logica, concependo in >uesto modo l8aritmetica alla stregua di un linguaggio molto potente, ma pur sempre di un linguaggio 1derivato3: un linguaggio secondo rispetto al linguaggio primario del pensiero! Dall8altra, invece, si esprime esplicitamente la necessit di ripulire la logica dalle 1incrostazioni linguistiche3, e, nel fare >uesto, di tenere come modello la perfetta univocit dell8aritmetica! "a nel tentativo di tenere insieme >uesti due corni, il ragionamento sem6ra incappare in un circolo vizioso: se la fondazione dell8aritmetica sulla logica
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Secondo Frege il rapporto sussistente tra l8ideografia e il linguaggio sare66e analogo a >uello tra il microscopio e l8occhio: come con il microscopio l8uomo @ in grado di individuare i costituenti elementari della materia, cosN grazie all8ideografia l8uomo @ in grado di mettere a fuoco gli elementi essenziali dell8inferenza deduttiva!

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deve essere preceduta dalla riformulazione della logica sulla 6ase dell8aritmetica, allora si puF affermare che per poter raggiungere una fondazione rigorosa dell8aritmetica sulla logica, @ necessario fondare la logica sull8aritmetica! "a non @ forse >uesta un8aporia collocata proprio all8origine del programma logicista0 Del resto, >uesto poco importa ai fini del nostro discorso! Decisamente piD importanti sono le considerazioni riguardo al rapporto tra linguaggio naturale e linguaggio formale! L8impostazione risulta molto chiara: iC i concetti operano naturalmente e autonomamente in un certo modo, il loro concatenamento @ a tutti gli effetti un linguaggio autonomo: un 1mental language3$'O iiC il linguaggio della vita risulta impreciso e di conseguenza non adatto a rispecchiare il reale funzionamento del linguaggio mentaleO iiiC un linguaggio di formule, costruito sul modello di >uello aritmetico, puF risultare adatto a rispecchiare il reale funzionamento del linguaggio mentale! Auesti tre linguaggi possono essere dun>ue posti su di una scala che renda conto, potremmo dire, del loro diverso 1livello di realt3: $C linguaggio mentale *C linguaggio di formule 'C linguaggio >uotidiano ercorriamo la scala, un gradino per volta: $C er Frege il livello del pensiero, al contrario di >uanto si potre66e pensare, non affatto composto da 1fatti mentali3! La posizione di Frege, infatti, si inserisce in >uell8interessante di6attito che alla fine del ].] secolo vede contrapposte su due fronti la corrente psicologista e >uella anti,psicologista! <sponente di >uest8ultima corrente Binsieme, ad esempio, a B! Bolzano e a <! 7usserlC, Frege scorge la necessit di distaccarsi dalla lunga tradizione psicologista BP!S! "ill, P!F! Fries, B! <rdmannC che vincolava i pensieri e gli oggetti logico,matematici a
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Riprendo >uesto termine da Perr? Fodor! Z evidente, del resto, come Frege sia da considerare di fatto uno dei precursori del cosiddetto 1funzionalismo3, ovvero di >uella corrente di pensiero interno all8am6ito della filosofia della mente, della >uale Fodor @ uno dei massimi esponenti! .n sostanza >uello che per Frege @ 1puro pensiero3 diventa con Fodor 1mental language3!

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stati mentali, al fine di sistemarsi su di un livello di maggiore o6iettivit! Auello che Frege individua come pericolo capitale nella prospettiva psicologista @ infatti una deriva soggettivista! Del resto, porre dei fatti mentali alla 6ase della conoscenza, non puF che condurre a concepire i concetti e i significati come soggetti ad un8estrema varia6ilit! Su >ueste 6asi una conoscenza o6iettiva non puF essere fondata! :el cele6re saggio /inn und )edeutung K$5%*aL, Frege focalizza l8attenzione proprio su >uesta spinosa >uestione: la possi6ilit che il significato di un segno sia un fattore sottoposto a differenze di ordine soggettivo! Auesto, ammette Frege, per certi versi puF essere vero, ma lo @ solamente a livello di immagini mentali! Da >ui la distinzione fondamentale tra immagine, senso Bted! /innC e significato Bo denotazione, ted! )edeutungC! <cco la soluzione proposta da Frege: se la denotazione @ l8oggetto esterno esperi6ile coi sensi, e se l8immagine @ il prodotto di un semplice contatto temporaneo del soggetto con un oggetto, 6isogna postulare l8esistenza di un terzo ordine di oggetti, in grado di assicurare oggettivit alla conoscenza! (ali oggetti sono appunto i sensi, la cui propriet fondamentale @ >uella di esistere Iindipendentemente dall8essere afferrato da >uel soggetto particolare o da >ualsiasi soggettoJ KDummett $%%', trad! it!, p! ''L! .n definitiva la via im6occata da Frege per evitare la 1deriva soggettivista3 @ >uella di postulare l8esistenza di un Itesoro comune di pensieri che si tramanda di generazione in generazioneJ KFrege $5%*a, trad! it! p! '-L, e che in >uanto tale garantisce un legame mediato, ma oggettivo, tra segni e rispettivi significati! Riguardo allo statuto di tali 1pensieri3 non ci dovre66ero essere du66i: I. pensieri e i loro sensi costituenti formano un 1terzo regno3 di entit atemporali e immuta!ili la cui esistenza non dipende dall8essere afferrati o espressiJ KDummett $%%', trad! it!, p! '', corsivo mioLO un Iterzo regno KEL accanto al mondo fisico e al mondo psichico BsoggettivoCJ K enco *##&aL! Auello

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che, in sostanza, Frege sem6ra dirci @ che, per evitare una deriva soggettivistica, @ necessario a66racciare una prospettiva platonica! .l primo livello @ dun>ue costituito da entit oggettive, atemporali e immuta6ili, indipendenti da >ualsiasi soggetto! Dummett conclude ottimamente: IFrege opera una separazione netta tra l8oggettivo e il soggettivo, e non riconosce la categoria intermedia dellintersoggettivoJ KDummett $%%', trad! it!, p! '&, corsivo mioL! Sulla >uestione dell8intersoggettivit avremo modo di tornarci! *C )l secondo livello della scala si trova il linguaggio di formule! .l progetto di Frege consiste nel tentativo di far aderire il secondo livello al primo, in modo tale da ridurre al minimo lo scarto tra i due piani! .n >uesto modo si raggiungere66e una scansione del pensiero 1ad alta definizione3 e dun>ue si raggiungere66e l8oggettivit massima! "a come deve essere fatto tale linguaggio di formule0 individuare tre tipi di entit che danno corpo al suo impianto: aC Assiomi: fondamenta del sistema, ovvero proposizioni logiche primitive accettate senza 6isogno di dimostrazione 6C egole di inferenza: regole esplicitamente codificate che permettono il concatenamento logico tra le proposizioni e, dun>ue, il corretto svolgersi delle dimostrazioni cC 3eoremi: proposizioni prodotte dal sistema in maniera necessaria, ovvero derivate a partire dagli assiomi facendo ricorso esclusivamente alle regole di inferenza .l progetto di Frege @ molto chiaro: sulla 6ase di solo sei assiomi Frege si assume il compito di derivare, per mezzo di determinate regole di inferenza, l8intero edificio dell8aritmetica Bi suoi teoremiC! Sei assiomi, si noti 6ene, di ordine puramente logico e formati per mezzo di soli segni primitivi Bidentit, negazione, >uantificatori, etc!C! < regole di inferenza, si noti 6ene, tutte riconduci6ili sostanzialmente al principio del modus ponens Bo regola di separazioneC ; 1Da ) e )fB si inferisca B3 ; ovvero ad una elementare struttura sillogistica che da ossiamo

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due premesse B1)3 e 1)fB3C fa derivare una conclusione B1B3C$&! Sulla 6ase di >uesto impianto deduttivo, dun>ue, il sistema dovr essere in grado di generare tutti i teoremi veri dell8aritmetica e, d8altra parte, non dovr essere in grado di produrre un teorema e insieme la sua negazione! Solo in >uesto modo il sistema si dimostrer coerente e completo al tempo stesso! Auesto @ l8impianto logico che d corpo all8immensa opera in due volumi $ie 2rundgesetze der Arithmetik K$5%', $%#'L, che costituisce lo
svolgimento coerente del progetto dell8&deografia! Come si puF vedere

; e come lo stesso Frege, del resto, ammette ; il modello da cui prende ispirazione l8impianto fregeano @ il sistema degli Elementi di <uclide, ovvero >uel sistema considerato da sempre l8esempio perfetto di scientificit deduttiva! <d infatti il sistema dei 2rundgesetze non @ altro che un impianto deduttivo tradotto in linguaggio sim6olico, esattamente >uel linguaggio di formule che ha la sua prima ela6orazione nell8&deografia! .n definitiva, tale sistema puF essere considerato a tutti gli effetti il primo esempio di sistema assiomaticoformale, prototipo di tutte le teorie formali ; nonch9 delle semantiche formali ; che verranno in seguito ela6orate nel corso del :ovecento! :elle intenzioni di Frege >uesto sistema avre66e dovuto segnare nientemeno che il glorioso epilogo del programma logicista! Le cose non andarono affatto in >uesto modo: Bertrand Russell individuF nel cuore dei 2rundgesetze l8antinomia che da allora porta il suo nome B1l8antinomia di Russell3C, e il sistema fregeano crollF come un castello di carte$+!
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IAuesto, dice Frege, @ l8unico procedimento di inferenza adoperato originariamente nell8&deografia ed esso da solo @ sufficiente a conseguire lo scopoO ma per a66reviare catene di inferenze eccessivamente lunghe, @ necessario introdurre regole addizionaliJ K/enn? $%%+, p! $-'L! Di particolare importanza @ la significativa integrazione, in >uesta fondamentale regola di inferenza, di due diverse tradizioni: la tradizione stoica e >uella aristotelica! .nfatti, per circa due millenni, la logica stoica ; incentrata sul nesso inferenziale 1SeE alloraE3 ; e la logica sillogistica Irimasero KEL sostanzialmente estranee l8una all8altraJ K"ariani $%%&, p! -L! ) Frege, dun>ue, viene unanimemente riconosciuto il merito di aver integrato, all8interno di un unico procedimento di inferenza, il metodo ipotetico degli Stoici e >uello categorico di )ristotele! $+ )lla vigilia della pu66licazione della sua monumentale opera, Frege ricevette una cortese ; >uanto sgradita\ ; lettera dal suo giovane collega Bertrand Russell! .n essa vi era posta la seguente >uestione I Sia g il predicato: essere un predicato che non puF essere predicato di

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"a >uello che a noi interessa >ui @ che, nel luogo fondamentale del sistema, rispunta la nozione di forma! L8impianto logico fregeano, dicevamo infatti, ha carattere formale! )nzi, @ proprio il suo carattere formale a garantirgli un grado di universalit tale da consentirgli un rispecchiamento fedele dei principi del puro pensiero! .nfatti @ proprio il rigoroso formalismo del sistema ad assicurare >uell8isomorifismo tra linguaggio del pensiero e linguaggio di formule auspicato da Frege! .n definitiva, lo scarto tra forme del linguaggio mentale e forme del linguaggio di formule sare66e, in virtD del formalismo ela6orato Ba >uesto punto dovremmo forse addirittura dire scoperto0C da Frege, ridotto al minimo: in particolare i sei assiomi e il principio logico del modus ponens sono di fatto l8enunciazione formale delle leggi del pensiero, i teoremi delle semplice ; e meccaniche ; applicazioni! ossiamo concludere dun>ue che nei sogni platonici di Frege 1livello *3 e 1livello $3 della nostra scala ; come, del resto, 1prospettiva )3 e 1prospettiva B3 del nostro schema KCfr! infra `$!'L ; coincidono! .n >uesto >uadro, il logicismo di cui Frege @ alfiere non @ altro che un aggiornamento della metafisica tradizionale! 'C )l terzo gradino della scala sta il linguaggio >uotidiano! Msservando i due gradini che lo precedono, appare come un livello sostanzialmente inutile! ) cosa servire66e, infatti, il linguaggio >uotidiano se avessimo a disposizione un linguaggio di formule che rispecchia fedelmente il concatenamento dei concetti0 ) >uesta domanda Frege, nella convinzione di aver raggiunto tale livello di oggettivit grazie al suo sistema formale, pro6a6ilmente avre66e risposto: 1 er6acco, a nulla\3! Auesta caricatura non rende certo giustizia alla grande impresa compiuta da Frege! Di contro, perF, puF forse rendere conto dell8atteggiamento tenuto per tutta la vita da Frege nei confronti del
se stesso! uF g essere predicato di se stesso0 Da ciascuna riposta segue il suo contrario! Do66iamo dun>ue concludere che g non @ un predicato! )nalogamente, non c8@ nessun insieme di tutti gli insiemi che non appartengono a se stessiJ! KLettera del $-!-!$%#*, trad, it! in Mdifreddi *##&, p! $+$L! <66ene, >uesto terri6ile paradosso, >uesta temi6ile creatura che guarda da due parti come una testa di =iano B2ittgensteinC, colpN l8assioma H del sistema fregeano ed e66e la forza ; come lo stesso Frege fu costretto ad ammettere ; di farlo crollare! Con >uesto crollo l8intero programma logicista fu di fatto messo in grave pericolo!

&*

linguaggio naturale! ICompito del logicoJ ; scrive lapidario Frege in una lettera ad 7usserl del $%#- ; Iconsiste nell8emanciparsi dal linguaggioJ Kcit! in Dummett $%%', trad! it!, p! $+L! Come si puF vedere la condanna del linguaggio naturale @ ferma e decisa! (roppo soggetto a varia6ili incontrolla6ili, troppo esposto a fattori soggettivi o sociali, troppo impreciso e opaco, il linguaggio naturale deve essere ignorato dal discorso scientifico o tuttalpiD ricondotto al rigore dei sistemi formali al fine di eliminare tutte le oscurit e li6erarlo da ogni am6iguit! Auesta @ difatti la scommessa di tutte le logiche Be le semanticheC formali: ricondurre il linguaggio >uotidiano ad un suo omologo formale che intrattenga con il principi del pensiero >uella comunicazione diretta che nell8am6ito del linguaggio naturale sare66e preclusa per natura! "a potremmo dire con Um6erto <co che:
Aueste teorie fingono di lavorare su una lingua naturale, ma in realt lavorano su campioni ridotti e controllati di tale lingua, come enunciati elementari, dove la lingua funziona al suo livello denotativo piD semplice! Auesta lingua,oggetto @ dun>ue simile alla lingua naturale, ma in realt ne rappresenta un modello ridotto! K<co $%5+, p! ''-L

. linguaggi formali Blinguaggi modelloC come >uello ela6orato da Frege, possono essere tuttalpiD simili ; ma non omologhi ; al linguaggio naturale! <ssi sono in definitiva dei modelli ridotti, ovvero delle astrazioni costruite ad hoc nel la6oratorio del logico al fine di normare le lingue naturali altrimenti confuse e imprecise! (ali 1modelli da la6oratorio3 dun>ue, essendo il prodotto di un rigoroso processo di emendazione compiuta sul corpo scomposto e aggrovigliato delle lingue naturali, non sono altro che una loro versione logica artificialmente normata e normalizzata! Considerare poi tali modelli alla maniera di Frege, ovvero come perfette traduzioni formali del puro pensiero, @ un passo ulteriore che non appare affatto necessario! Si tratta in fin dei conti di un estensione ontologica che, dal nostro punto di vista, non puF che apparire assolutamente ar6itraria! <d infatti:

&'

Colui che accetti il passo iniziale ; l8estromissione dei pensieri e dei loro componenti dalla mente ; puF nondimeno sentirsi a disagio nella mitologia ontologica! KDummett $%%', trad! it!, p! '-, corsivo mioL

)nche in >uesto caso, la conclusione di Dummett appare semplicemente esemplare! :on posso che condividerla! Mra, giunti alla fine della scala, si rimane certo un po8 interdetti: l8iniziatore della svolta linguistica @ un accanito oppositore del linguaggio naturale ed un tenace critico di tutti >uei caratteri che fanno del linguaggio naturale >uello che di fatto @! Auasi a dire che uno sviluppo coerente della svolta linguistica implichi, nella prospettiva inaugurata dal suo stesso iniziatore, un allontanamento radicale dal linguaggio e un analisi 1diretta3 dei principi del pensiero! "a >uesta piD che una svolta ha tuta l8aria di una vera e propria riconferma: una riconferma della prospettiva tradizionale che si fonda sull8alleanza tra autonomia del pensiero e funzione ancillare del linguaggio! )ncor prima dello scoppio della rivoluzione, si respira gi aria di restaurazione! #$,$( Ar"omenti e funzioni "a un orizzonte interessante sem6ra aprirsi nel pensiero di Frege e s>uarciare il rigore del suo sistema assiomatico,formale! Se ci si sofferma, infatti, sul saggio Funktion und )egriff K$5%$L sem6ra profilarsi un radicale allontanamento dal dominio della metafisica tradizionale, nonostante esso sia esplicitamente legato al modus operandi dell8 &deografia, tanto da conservarne la pesante notazione sim6olica $-! Aui Frege riprende la tesi, gi presente nell8&deografia, secondo la >uale alla distinzione grammaticale tra soggetto e predicato vada sostituita >uella propriamente logica tra argomento e funzione, in >uanto piD originaria! Dun>ue, pur muovendoci sempre
$-

nell8am6ito

di

un

procedimento

analitico

che

mira

:on @ BsoloC un mio giudizio! La notazione di Frege ; considerata troppo complicata ; non venne praticamente mai utilizzata se non da Frege stesso, preferendo ad essa >uella 1piD snella3 ela6orata dal logico italiano =iuseppe eano e divulgata da Bertrand Russell KCfr! Mdifreddi *##&, p!$&%L!

&&

all8individuazione dei costituenti elementari dell8enunciato, si affaccia la necessit di sostituire l8antica dicotomia soggetto,predicato ; rigida dicotomia grammaticale, spia della dicotomia ontologica sostanza,attri6uto ; con una dicotomia piD flessi6ile di ordine logico! Sem6ra, dun>ue, profilarsi un allontanamento dall8orizzonte metafisico tradizionale! "a in che modo0 La via intrapresa da Frege @ >uella di considerare il concetto alla stregua di una funzione! er arrivare a >uesto fondamentale risultato, Frege per prima cosa indaga il significato ristretto di funzione, ovvero >uello impiegato comunemente in matematicaO poi estende tale significato ad un uso universale, cio@ logico! Auindi, secondo un procedimento che possiamo senza indugi chiamare metaforico, Frege prima estende il significato originario di funzione, poi fa cadere sotto di esso la nozione di concetto! <66ene, la conclusione a cui perviene in >uesto modo @ che Iun concetto @ un particolare tipo di funzioneJ K/enn? $%%+, trad! it! p! $#-L! "a cosa hanno in comune la nozione di 1concetto3 e >uella di 1funzione3, tanto da rendere efficace la metafora0 .l fatto di essere entit incomplete, o nella terminologia 1chimica3 di Frege, entit insature Bunges4ttigtC! .l che significa che tanto una funzione >uanto un concetto sono !isognose di completamento Berg4nzungs!ed5rftigC, ovvero necessitano di uno o piD argomenti per essere saturati e per assumere un valore! Difatti in matematica un argomento ; poniamo 1*3 ; @ ciF che com6inato con una funzione ; poniamo 1*d h d3 ; permette di formare un enunciato compiuto, cio@ saturo: 1& h *3! < soltanto >uando ciF avviene, la funzione puF assumere il proprio valore: nel nostro caso 1-3! .n maniera analoga, se ad un concetto si uniscono uno o piD argomenti, il concetto da insaturo diventa saturo, e il valore complessivo dell8enunciato cosN ottenuto dipender dagli argomenti fatti cadere sotto il concetto! Considerando, ad esempio, il concetto,funzione 1BdC @ un rapace3, risulta evidente che, a seconda dell8argomento posto sotto di esso Bsi provi prima con 1.l gufo3 e poi con 1Silvio3C, il valore dell8enunciato cam6ia!

&+

"a di >uanti argomenti ha 6isogno un concetto per essere saturato0 Si puF rispondere con Charles Sanders eirce, che dipende dalla 1valenza3 del concetto KCfr! eirce $55', $5%*, $5%4L! Ricorrendo ad un8altra metafora 1chimica3, infatti, @ possi6ile concepire un predicato alla stregua di un atomo chimico con uno o piD legami insaturi! .n >uesto modo, un predicato come 1BdC cammina3, puF essere considerato con eirce come un elemento chimico che, in maniera analoga a >uello che avviene nel caso dell8.drogeno, raggiunge la saturazione attraverso la 1reazione3 con un solo argomento! <sso ha, dun>ue, valenza uno e viene chiamato predicato monadico o rema non relativo' )llo stesso modo, predicati diadici come 1BdC ama B?C3 o 1BdC @ piD grasso di B?C3 e predicati triadici come 1BdC dona B?C a BzC3, hanno rispettivamente valenza due come il "agnesio e valenza tre come il Boro! < proseguendo lungo >uesta via, si puF dire che dall8unione di un predicato col numero corrispettivo di argomenti viene generata una 1molecola chimica senza valenze li6ere3, ovvero >uell8entit satura che comunemente chiamiamo enunciato! Come si puF vedere la prospettiva ela6orata da eirce non @ solo perfettamente complementare a >uella sviluppata da Frege, ma per molti versi sem6ra proprio coincidere con essa! <, del resto, anche il fine perseguito dai due autori @ esattamente lo stesso: una revisione radicale della struttura tradizionale della proposizione, o, come dice eirce, della 1grammatica ariana3 KCfr! Fa66richesi Leo $%%*, cap! .H e HL! Se si considera >uesta perfetta identit di prospettive, risulta particolarmente sorprendente il fatto che @ da escludersi una >ualsiasi relazione tra i due autori$4! Che >uesto nuovo modo di 1trattare i concetti3 avesse una portata immensa, lo comprese fino in fondo il grande filosofo neo^antiano <rnst Cassirer! .n uno scritto del $%$#, infatti, egli mette in luce come il passaggio dal concetto come propriet al concetto come funzione costituisca una svolta epocale nella storia della filosofia, tanto da riuscire a mettere in discussione millenni di tradizione filosofica KCfr! Cassirer $%$# e enco *##$, p!H...L! "a in definitiva in cosa consiste tale svolta0 Consiste
$4

Cfr icardi $%%&, p! $5&: I:on risulta che Frege e eirce, 6ench9 contemporanei e con interessi scientifici molto simili, fossero l8uno al corrente dell8opera dell8altroJ!

&-

1semplicemente3 nel concepire la nozione fondamentale di concetto non piD all8interno del tradizionale orizzonte metafisico che ruota attorno alla dicotomia sostanza,attri6uto, 6ensN all8interno di un orizzonte s"uisitamente linguistico! .n >uesto modo, I>ualun>ue predicato ottenuto sopprimendo un nome proprio da un enunciato Bad esempio 1Econ>uistF la =allia3C esprimer un concettoJ K/enn? $%%&, trad!it! p! $$-L! Si tratta del principio dell6estrazione della funzione secondo il >uale, dato un >ualsiasi enunciato, la funzione BconcettoC da esso espressa puF essere ricavata semplicemente sottraendo all8enunciato un nome proprio, o in generale un termine singolare$5! Si consideri l8esempio su cui lavora Frege:
L8enunciato 1Cesare con>uistF la =allia3 puF essere scomposto in 1CesareJ e Icon>uistF la =allia3! La seconda parte @ insatura, reca con s9 un posto vuoto e solo >uando >uesto posto vuoto @ riempito da un nome proprio o da un8espressione che fa le veci di un nome proprio si ottiene un senso conchiuso KFrege $5%$, trad! it! p! $+ L

"a, dal nostro punto di vista, >uello che risulta particolarmente importante @ che tale enunciato possa venire scomposto anche in 1Cesare con>uistF BdC3 e 1la =allia3! .l medesimo enunciato, dun>ue, d luogo a due scomposizioni diverse, ciascuna delle >uali mette in luce un concetto diverso e una corrispondente diversa modalit di saturazione! Auesta, del resto, @ la strada percorsa anche da eirce >uando Inel saggio del $5%*, concepisce i grafi logici come un modo di raffigurare la disposizione dei concetti in un enunciatoJ K icardi $%%&, p! $5%L! Sulla 6ase di >uanto detto fin >ui, possiamo riassumere sinteticamente i diversi vantaggi apportati da una certa lettura dell8impostazione fregeana:
.C Allopposizione di ordine metafisico sostanza-attri!uto7 viene contrapposta l8opposizione di ordine logico-linguistico funzione-argomento :

>ueste due entit non hanno uno statuto autonomo 1dato in partenza3, ma assumono valore solo in virtD della loro reciproca correlazione! Del resto, @ lo stesso Frege ad affermare che I.l logicamente semplice, al pari della maggior parte degli elementi chimici, non @ affatto dato in partenza, 6ensN viene attinto soltanto
$5

Frege usa 1nome proprio3 sia per indicare sia i nomi propri Bad!es! 1Cesare3C sia le descrizioni definite Bad!es! IL8autore del $e !ello gallicoJC! KCfr! "ariani $%%&, p!4%L! :ella letteratura contemporanea si preferisce usare 1termine singolare3 per indicare sia i nomi propri sia le descrizioni definite!

&4

attraverso l8indagine scientificaJ KFrege $5%*6, trad! it! p! +%L! L8indagine fregeana si fonder, dun>ue, sul principio cardine dell81estrazione della funzione3! ..C La relazione funzione-argomento % dinamica e reversi!ile BciF che fa parte di una funzione puF diventare argomento e ciF che @ argomento puF entrare a far parte di una funzione, tutto dipende dal taglio operato dalla scomposizioneC in >uanto categoria che rende conto del linguaggio e di >uelle dinamiche che sono tipiche di una 1logica del senso3O la relazione sostanza,attri6uto, invece, @ sta6ile e irreversi6ile, in >uanto categoria appartenente alla struttura immo6ile del reale che trova il suo corrispettivo linguistico nella relazione soggetto,predicato! ...C CiF che conta @ individuare i modi in cui, di volta in volta, entit sature BargomentiC e entit insature BfunzioniC si articolano all8interno di un enunciato! .n >uesta prospettiva il senso dell8enunciato non @ il risultato della semplice somma dei significati di presunti costituenti elementari, ma vale piuttosto il contrario: il significato dei singoli elementi dipende dalla forma complessiva dellenunciato e del suo modo particolare di tessere relazioni $%! Si tratta in generale dell8affermazione della priorit del tutto sulle parti o, in una prospettiva specificatamente strutturalista, della relazione sui relati*#! < se >uesto vale per >uanto riguarda un enunciato, varr anche per entit di taglia piD grande come testi, discorsi, pratiche! Z facile intravedere >ui un radicale allontanamento da una prospettiva atomista*$ e l8affacciarsi di un 1modello sintattico topologico3, un modello sul >uale lo strutturalismo, come vedremo, fonder il proprio progetto di razionalit! .HC (n concetto non viene concepito come un fatto mentale autosussistente , ovvero come un oggetto autonomo ed trascendente, n9 come il semplice contenuto
$%

<va icardi, proseguendo, con la metafora chimica proposta da Frege, osserva: ILa com6inazione di due sostanze ne produce una terza con propriet differenti da ciascuna delle due sostanze prese separatamente! KEL ertanto dalla mera conoscenza delle propriet fisiche dei singoli elementi chimici non @ possi6ile inferire deduttivamente le propriet chimiche dei composti risultanti o dei costituenti intermedi che possono prodursi nei vari stadi di una reazione chimica! KEL il logico, al pari del chimico, si trova di fronte a 1interi3 e non ha altra scelta che lavorare a ritroso e risalire dall8intero alle partiJ K icardi $%%&, p! $%%,*##L! Si tratta in sostanza del principio del contesto di cui a66iamo gi avuto modo di parlare KCfr infra ` $!+!*L! *# Fa66richesi Leo, commentando un passo del saggio del $55' B2 &:&+&C, afferma: I rima c8@ la relazione e poi i suoi relati, ed essi dipendono totalmente dalla prima, essendo ciF che sono Bamante e amatoC in funzione di un essere in relazione Bessere amanteC! La relazione dell8uno all8altro non @ mai un processo che dall8esterno unisca due o piD individui esistenti autonomamente, ma nasce dal rinvio del primo al secondo per il terzo KELJ KFa66richesi Leo $%%', p! &*L *$ ILa tesi che il significato delle parti componenti sia specifica6ile indipendentemente dal contesto e dai possi6ili usi cui le parole sono adi6ite @ una costante di tutte le concezioni atomistiche del significatoJ K icardi $%%&, p! *#'L!

&5

cognitivo di un oggetto di esperienza che in >uanto tale viene prima dell8enunciato che lo esprime! Hiene concepito, invece, come il risultato di un8estrazione compiuta a partire da un determinato enunciato e all8interno di una specifica pratica di interpretazione, come fosse un 1incorporeo3!

Auello che, in definitiva, si @ tentato di mostrare @ la possi6ilit di ricavare dai pensieri di Frege una loro versione inde6olita, in modo da poterli usare come mattoni nella costruzione di una rigorosa 1teoria de6ole3! "a se @ possi6ile rintracciare negli scritti di Frege la via per approntare un tale inde!olimento, rimane tuttavia indu66io che le intenzioni dell8autore mirassero in realt nella direzione esattamente opposta: >uella di una fondazione universale della logica e di un ancoraggio del linguaggio a tale ordine di realt! Auesto risulta particolarmente evidente >uando l8affascinante argomentare fregeano approda a >uestioni ontologicamente impegnative e sente franare il terreno sotto i piedi! Come gi visto, infatti, >uando Frege scorge la possi6ilit di una deriva relativista ; deriva che @ di fatto nell8aria una volta che si accetta la dicotomia argomento[funzione ; si affretta a 1tirare i remi in 6arca3 e a rifugiarsi in un8oasi platonica! Del resto, predicato, concetto e funzione sono nozioni che rientrano di continuo nella fucina concettuale di Frege al fine di trovare una forma definitiva! CosN, anche se @ difficile sapere >uale sistemazione fosse effettivamente considerata da Frege come la piD adeguata, risulta tuttavia significativo trovare in un saggio posteriore a Funktion und )egriff ; ovvero 8!er )egriff und 2egenstand K$5%*6L 0 l8affermazione per cui Iconcetto @ il significato B)edeutungC di un predicato, oggetto @ ciF che non puF mai essere l8intero significato di un predicato, ma puF 6en essere il significato di un soggettoJ KFrege $5%*6, trad! it! p! -+L! Dun>ue, come i predicati possono denotare in modo adeguato sempre e solo i concetti, cosN i soggetti ; o piD in generale i termini singolari ; possono denotare in maniera adeguata sempre e solo gli oggetti! "a in >uesto modo: iC oggetti e concetti diventano veri e propri oggetti autosussistenti che fanno parte dell8arredo ontologico del mondo e che un linguaggio 1ideografico3 ha la possi6ilit di rispecchiareO iiC tra oggetti e concetti vi @ una sostanziale differenza

&%

ontologica pari a >uella tra sostanze e attri6uti! Carlo

enco toglie ogni

du66io, riassumendo la >uestione in >uesti termini K enco *##&6, p! *$L:


<S R<SS.M:< termine singolare Bnome proprioC termine concettuale BpredicatoC CM:(<:U(M oggetto concetto Bpropriet e relazioniC

denota

.n definitiva, vengono ri6aditi autonomia e oggettivit del reale Boggetti[concettiC e funzione ancillare del linguaggio: i principi fondamentali di ogni filosofia pre,svolta! roprio nei luoghi in cui vengono ela6orate nozioni innovative e fatte intravedere incredi6ili aperture, Frege ; trasportato da un8ansia fondazionalista ; non riesce a resistere alle lusinghe offerte dalla metafisica! < ricade cosN in >uella tradizione da cui si @ impegnato per una vita ad allontanarsi! #$,$) 0om%osiziona!it1 e contestua!it1 =iunti alla fine di >ueste 1considerazioni sparse3 intorno all8opera di Frege puF risultare utile fare il punto della situazione! Considerando che la nostra 6ase di partenza era l8affermazione di Dummett secondo la >uale la svolta linguistica trovere66e nell8opera di Frege il suo luogo originario, la >uestione ora potre66e essere: dove sta la vera svolta0 La >uestione non @ certo di facile soluzione, tanto piD che ; come visto ; il pensiero di Frege vive sotto la spinta decisiva di due forze opposte e contrarie, che di volta in volta lo trasportano in luoghi diversi! <d infatti @ possi6ile individuare l8azione contraria di >ueste due forze addirittura a capo dei principi cardine della filosofia del linguaggio fregeana**: .C .l principio di composizionalit Bo di funzionalitC: 1il significato di un espressione complessa @ determinato dai significati dei suoi costituenti3 KFrege $5%*aL, ovvero il significato di un enunciato @ funzione del significato delle sue parti costituenti! Secondo icardi tale principio Iteorizza l8armonia tra sintassi e semantica! L8idea guida della semantica di Frege @ che l8interpretazione da assegnare ad una 1parte3 dell8enunciato deve essere ricava6ile senza am6iguit dalla categoria sintattica cui
**

IDue principi regolativi informano la riflessione di Frege sul linguaggio: il principio di contestualit e il principio di composizionalitJ K icardi $%%&, p! $$+L

+#

l8espressione appartiene J K icardi $%%&, p! $$4L! .n definitiva, ciascun componente dell8enunciato appartiene 1naturalmente3 ad una categoria sintattica ; o @ funzione o @ argomento ; e a seconda dell8appartenenza all8una o all8altra categoria ciascun componente assumer un significato determinato, indipendentemente dal contesto in cui essa si trova: il significato sar o un concetto o un oggetto! .n >uesto modo a concetti e oggetti viene assicurata la loro specificit ontologica e a tale specificit viene trovato un corrispettivo a livello dell8enunciato ; livello comun>ue logicamente secondario ; nella dicotomia funzione[argomento! .n un sol colpo viene affermata l8autonomia ontologica del pensiero Be della realtC rispetto al linguaggio e il primato 9onto-:logico delle parti sul tutto Bo dei relati sulla relazioneC! :on esiterei, dun>ue, a chiamare tale prospettiva atomismo ontologico! ..C .l principio di contestualit: Iil significato di una parola non va spiegato isolatamente, 6ensN nel contesto di un enunciatoJ KFrege $55&, &ntroduzioneL! Come gi visto in precedenza, sare66e contenuto proprio in >uesto principio, secondo la ricostruzione di Dummett, il primo seme della svolta linguistica KCfr! infra `$!+!*L! .n maniera molto esplicita >uesto principio afferma che un parola presa isolatamente non significa niente e che il suo significato @ funzione dell8enunciato in cui essa @ inserita! Seguendo >uesta impostazione, sar solo in virtD della forma complessiva di un enunciato che un termine potr assumere un significato determinato e che una certa segmentazione argomento[funzione potr risultare pertinente! Mra,
poich9 nel $55& Frege non aveva ancora introdotto la distinzione tra /inn e )edeutung @ legittimo chiedersi se il principio di contestualit riguardi il senso delle parole, oppure la loro )edeutung o entram6i! ) mio avviso esso riguarda sia il senso che il riferimento delle parole, anche se nella seconda accezione la sua portata puF risultare pro6lematica, per lo meno, in congiunzione con altre teorie sostenute da Frege! K icardi $%%&, p! $$+L

Z certo che la seconda possi6ilit individuata da

icardi possa risultare

1pro6lematica3: essa @ in completo contrasto con il platonismo sostenuto in ultima istanza da Frege e con l8atomismo contenuto nel principio di composizionalit! "a @ proprio >uesta seconda pro6lematica possi6ilit che in >uesto scritto puF risultare interessante: il principio di contestualit

+$

riguarda tanto il senso di un termine >uanto il suo riferimento! Si tratta, in definitiva, dell8affermazione del linguaggio come totalit e del primato del tutto sulle parti Bo della relazione sui relatiC! otremmo dun>ue chiamare >uesta prospettiva strutturalismo metodologico! Come tenere insieme >ueste due prospettive0 ) mio avviso @ del tutto impossi6ile, considerando che le due prospettive sono mutuamente esclusive: accettare l8una significa rifiutare l8altra! .l fatto @ che nel pensiero di Frege c8@ un8evidente oscillazione tra >ueste due prospettive, oscillazione che conferisce una certa am6iguit all8opera fregeana nel suo complesso! Se si ammette perF >uanto detto fin >ui, si deve concludere che il principio di composizionalit sia, in ultima istanza, da considerare il principio fondamentale della logica e nella filosofia del linguaggio di Frege, le >uali non a caso sono passate alla storia come atomiste! Da parte nostra sosterremo invece, con Dummett, che il vero nucleo della svolta linguistica sia da ricercare nel principio di contestualit e, in modo particolare, nella versione radicale individuata da icardi! < che, coerentemente con la svolta linguistica, il principio di composizionalit sia invece da rifiutare in toto, pena la ricaduta nel solco della tradizione metafisica! #$,$, La !in"ua""io idea!e. i! 2%rimo3 4itt"enstein .l 1primo 2ittgenstein3 @ >uello che, partito volontario con l8esercito austriaco a com6attere nella =rande =uerra, compone il 3ractatus logicophilosophicus! Scritto >uasi interamente durante le pause in trincea, esso @ il capolavoro della 1prima fase3, ovvero di >uella fase durante la >uale, sotto l8influsso di Frege e Russell, 2ittgenstein aveva di mira la fondazione logica del linguaggio! "entre il mondo intero era scosso alle radici dagli effetti della guerra totale, un soldato semplice sul fronte di guerra trovF la forza Bo la folliaC per ela6orare >uel mostro di perfezione logica che @ il 3ractatus! La convinzione di 2ittgenstein, del resto, fu proprio >uella di aver 1risolto nell8essenziale3 nientemeno che tutti i pro6lemi della filosofia:

+*

si 6adi 6ene, risolto attraverso la concatenazione logica di solo sette proposizione elementari, ciascuna proposizione composta da un numero finito di sotto,proposizioni ordinate secondo la generalit e perfettamente concatenate logicamente tra loro! Devastazione collettiva dell8umanit e fondazione logico,formale del linguaggio non apparivano agli occhi di 2ittgenstein in contraddizione! Da parte mia, davanti a >uesta concomitanza di orizzonti continuo rimanere a 6occa aperta! u66licato per la prima volta nel $%** Bl8edizione originale tedesca @ del $%*$C, il 3ractatus puF essere fatto rientrare all8interno dell8area logicista dei cui ideali espressamente si nutre e di cui rappresenta di fatto uno dei maggiori risultati*'! Auesto, nella prospettiva del nostro discorso, significa che esso si porta dietro tutte >uelle 1de6olezze3 che a66iamo cercato di individuare nell8impostazione fregeana al pro6lema del linguaggio, e che lo conducono inevita6ilmente nel solco della tradizione di cui pensava di aver risolto tutte le principali >uestioni! Certo, le novit introdotte dal 3ractatus sono molteplici e il suo modus operandi @ veramente sorprendente! Ridurre il primo 2ittgenstein ad un semplice epigono di Frege ; Il8opera del >uale costituisce una delle matrici culturali fondamentali del 3ractatusJ K=argani $%4', p! $#L ; significhere66e fargli un torto immenso! (uttavia, in >uesta sede, puF essere sufficiente individuare le linee di continuit che legano il primo 2ittgenstein all8area logicista, al fine di portare a conclusione >uella demarcazione in negativo del nucleo genuino della svolta linguistica e, soprattutto, al fine di poter apprezzare in tutta la sua grandezza il radicale cam6iamento di rotta attorno cui si muove tutta la seconda fase della produzione Gittgensteiniana! Lo stesso 2ittgenstein afferma in maniera esplicita nel 3ractatus di andare alla ricerca di un 1linguaggio ideale3, ovvero
un linguaggio segnico il >uale si conformi alla grammatica logica ; alla sintassi logica! B(n linguaggio cos; % lideografia di Frege e di ussell7 che tuttavia ancora non esclude tutti gli s!agliC! K2ittgenstein $%**, '!'*+, trad! it! p! '%, corsivo mioL

*'

I.l 3ractatus logico-philosophicus e gli scritti che costituiscono i documenti della sua storia e della sua preparazione KEL si dispongono nell8am6ito teorico dei pro6lemi sollevati dalle dottrine logiciste di Frege e Russell!J K=argani $%4', p! $*L

+'

.l 3ractatus, sulla scorta di Frege e di Russell, porta avanti >uella condanna del linguaggio >uotidiano che conduce a considerare come necessaria l8ela6orazione di un linguaggio segnico ideale, che possa garantire l81o66edienza3 alla grammatica logica, posta come universale e immuta6ile! Si tratta ancora dell8idea dei livelli di realt ordinati gerarchicamente KCfr! infra ` $!+!*L: ad un primo livello vi @ la grammatica logica autonoma e autosufficiente, ad un secondo livello vi @ il linguaggio segnico ideale che o66edisce fedelmente alla grammatica logica, al terzo livello infine vi sta il linguaggio "uotidiano, confuso e inadatto a rappresentare direttamente l8ordine del pensiero logico! La 1scoperta3 di un linguaggio ideale, logicamente perfetto, ha nel 3ractatus una ricaduta determinante sulla conoscenza della struttura del mondo! .l sim6olismo di tale linguaggio, il suo modo di articolarsi in maniera puramente logica, non dice ma Imostra il modello della struttura del mondo >uale risulta dall8impianto logico,linguistico del 3ractatusJ K=argani $%4', p! '&L! CosN infatti
Che le proposizione della logica siano tautologie mostra le propriet formali ; logiche ; del linguaggio, del mondo! K2ittgenstein $%**, -!$*, trad! it! p! %*L

Le proposizioni della logica mostrano le propriet formali del linguaggio e del mondo! < se riusciamo a far emergere la forma logica Bprimo livelloC dagli enunciati linguistici Bterzo livelloC per via della mediazione del linguaggio sim6olico ideale Bsecondo livelloC, tali enunciati potranno mostrare le propriet formali del mondo! Di nuovo, dun>ue, una 1>uestione di forma3! 2ittgenstein afferma perentorio:
)lla configurazione dei segni semplici nella proposizione corrisponde configurazione degli oggetti nella situazione! K&vi, '!*$, trad! it! p! '+L la

Si puF affermare, dun>ue, che la configurazione dei segni della proposizione @ isomorfa alla configurazione dei segni nella situazione! Si tratta di un isomorfismo forte tra strutture, potremmo dire, di un isomorfismo ontologico! Un isomorfismo che non puF che ricordare la famosa 1proposizione H..3 del secondo li6ro dell8Ethica di Spinoza: Il8ordine e la connessione delle idee @ lo stesso che l8ordine e la

+&

connessione delle coseJ KSpinoza $-44, trad! it! p! $*4L! (ale principio fondamentale della metafisica spinoziana, tradotto in termini Gittgensteiniani, potre66e suonare in >uesto modo: l8ordine e la connessione dei segni semplici nella proposizione @ lo stesso che l8ordine e la connessione degli oggetti nella situazione! Del resto )ldo =argani toglie ogni du66io riguardo alle aspirazioni metafisiche del 3ractatus, mostrando di fatto una sorta di spinozismo Gittgensteiniano:
2ittgenstein presentava la proposizione come una struttura sim6olica articolata, avente il potere di esprimere il suo senso in forza di una forma logica comune che condivide con il fatto da essa raffigurato! La proposizione, in >uanto fatto, @ una struttura B/trukturC, ossia una modalit di coordinazione dei sim6oli semplici o nomi che vi ricorrono! )nalogamente, il fatto raffigurato @ una struttura, ossia il modulo della connessione degli oggetti! La possi6ilit di tali strutture @ la forma! KEL La comunanza di forma logica tra proposizione e fatto era la condizione alla >uale 2ittgenstein imputava la possi6ilit da parte della prima di costituire la raffigurazione del secondo! <ssa non esprime un rapporto di identit o somiglianza nel senso di comuni propriet materiali KEL, 6ensN l8identit delle propriet formali che competono alla struttura del segno proposizionale e alla struttura del fatto! K=argani $%4', p! '5,'%, corsivi mieiL

Due strutture autonome ; struttura del fatto e struttura della proposizione ; hanno la possi6ilit di essere poste in correlazione in virtD di una forma logica comune, che esprime l8identit delle loro propriet formali! .n definitiva @ in >uesto modo che le espressioni linguistiche hanno la possi6ilit di raffigurare senza alcuno scarto la struttura della realt, ovvero di rispecchiarne l8essenza! :on a caso si @ soliti chiamare la filosofia del linguaggio del primo 2ittgenstein teoria raffigurativa del linguaggio! ) >uesto punto non dovre66e stupire affatto l8assunzione esplicita da parte di 2ittgenstein del principio di composizionalit, ovvero di >uel principio che, come a66iamo visto, sta a fondamento della logica fregeana e della filosofia atomistica!
La proposizione la concepisco ; come Frege e Russell ; >uale funzione delle espressioni in essa contenute! K2ittgenstein $%**, '!'$5, trad! it! p! '5L

.l tutto @ semplice funzione delle sue parti costituenti e sono dun>ue gli oggetti relati a precedere Bonto,Clogicamente la relazione e a darle significato! Auesto assunto, del resto, @ conseguenza diretta del formalismo onto-logico di 2ittgenstein! <d infatti

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secondo il 2ittgenstein del 3ractatus tutte le forme logiche ; inclusa l8intera struttura logica del nostro >uadro concettuale ; sono determinate dalle forme degli oggetti semplici! (ali oggetti ci sono dati come oggetti di esperienza immediata! L8intera 1struttura logica del mondo3 puF dun>ue essere desunta dai dati immediati! K7inti^^a e 7inti^^a $%5-, trad! it! p! **$L

Le forme logiche degli oggetti sono le unit semplici ; prodotte dall8esperienza immediata ; con cui poter costruire moduli piD grandi, ovvero tutte >uelle forme logiche che trovano un corrispettivo isomorfo nelle proposizioni 6en formate! L8articolazione logica di >ueste forme logiche non puF che costituire poi a sua volta una forma logica, ma non una forma logica tra le altre ma la Forma logica, sorta di 1Ur,Struttura3 oggettiva ed eterna che rispecchia la struttura logica del nostro >uadro concettuale nel suo complesso! .n definitiva, atomismo logico e metafisica appaiono ancora una volta come due facce della stessa medaglia! < cosN non si puF che concludere che
er molti aspetti 2ittgenstein @ parte integrante della tradizione fregeana, al punto che il suo orientamento filosofico generale nel 3ractatus potre66e >uasi essere caratterizzato come la metafisica che naturalmente si accompagna alla concezione fregeana del linguaggio logico! K7inti^^a e 7inti^^a $%5-, trad! it! p! $'&, corsivo mioL

Se si ammette >uesto, tutti i du66i che sono stati espressi riguardo all8opera di Frege e tutti i 1capi d8imputazione3 che si @ cercato di sviluppare coerentemente con >uesti du66i, possano essere fatti valere allo stesso modo per >uanto riguarda la produzione del primo 2ittgenstein! #$,$5 I! !in"ua""io comune. i! 2secondo3 4itt"enstein (ornato a Cam6ridge e alla filosofia dopo sette anni passati tra le montagne dell8)ustria come maestro elementare e come giardiniere in un convento, 2ittgenstein diventF il piD tenace avversario di se stesso e della filosofia del 3ractatus! :on male per uno che pensava di avere risolto nell8essenziale tutti i pro6lemi della filosofia! La lotta 2ittgenstein contro 2ittgenstein @, al pari di >uella )ristotele contro latone, un luogo fondamentale dell8intera storia della filosofia e ai fini del nostro discorso non puF che risultare particolarmente significativa! .l processo che ha

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condotto 2ittgenstein da una fase all8altra non @ certo stato semplice n9 lineare e il significato di tale processo, con le sue tappe e i sui suoi continui tentennamenti, resta tuttora uno dei nodi centrali della riflessione filosofica, uno di >uei nodi su cui di fatto si torna costantemente come si trattasse di una profondit oscura e inesauri6ile 6isognosa di continua interrogazione *&! .n >uesta sede puF del resto risultare sufficiente vagliare il prodotto finale di tale processo e metterne in luce gli esiti principali cosN come essi trovarono una sistemazione ; fragile e provvisoria *+ ; nella seconda e ultima opera pu66licata da 2ittgenstein, le 1hilosophische (ntersuchungen K$%+'L! (ale opera, al pari del 3ractatus, puF essere considerata uno dei capolavori assoluti della filosofia del :ovecento e, piD in generale, uno dei classici della storia della filosofia! (uttavia la distanza che separa la prima opera dalla seconda non puF che apparire fin da su6ito enorme, a cominciare dalla diversa forma conferita da 2ittgenstein all8impianto generale delle due opere: laddove il 3ractatus si presentava come una concatenazione logica di sette proposizioni e delle rispettive sotto,proposizioni, le icerche filosofiche appaiono come una Iraccolta di schizzi paesisticiJ KCfr! infra nota *+L, ovvero come un insieme eterogeneo di considerazioni sparse raggruppate senza un ordine preciso ed esplicito! Auella che sulle prime puF apparire come un semplice cam6iamento di stile, @ in realt indice di una trasformazione 6en piD radicale delle idee di 2ittgenstein riguardo tanto agli o6iettivi raggiungi6ili in filosofia, >uanto allo statuto da attri6uire al linguaggio >uotidiano! er alleviare il compito di comprendere il significato di >uesta radicale trasformazione, possiamo ricorrere ad un divertente aneddoto che viene riportato fre>uentemente dagli studiosi e che risplende

*&

er un8analisi di >uesto processo e delle sue principali tappe si puF vedere, oltre all8opera gi citata di )ldo =argani K=argani $%4'L, la 6reve ; ma efficace ; nota introduttiva alle icerche filosofiche di "ario (rinchero! *+ I.n principio era mia intenzione raccogliere tutte >ueste cose in un li6ro, la cui forma immaginavo di volta in volta diversa! <ssenziale mi sem6rava, in ogni caso, che i pensieri dovessero procedere da un soggetto all8altro secondo una successione naturale e continua! Dopo diversi infelici tentativi di riunire in un tutto cosN fatto i risultati a cui ero pervenuto, mi accorsi che la cosa non mi sare66e mai riuscita, e che il meglio che potessi scrivere sare66e sempre rimasto soltanto allo stato di osservazioni filosofiche! KEL Le osservazioni filosofiche contenute in >uesto li6ro sono, per cosN dire, una raccolta di schizzi paesistici, nati da >ueste lunghe e complicate scorri6andeJ K2ittgenstein $%+', trad! it! p! 'L

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in tutta la sua clamorosa eccezionalit*-! Auesto ci potr aiutare a dare una risposta adeguata alla domanda che continua a tormentare chiun>ue si occupi di linguaggio e di semantica e che costituisce inevita6ilmente uno dei fuochi attorno a cui >uesto scritto descrive la sua or6ita: che cosa ha portato 2ittgenstein a cam6iare idea0 Mvviamente furono tanti i contatti e le occasioni che portarono 2ittgenstein a >uesto cam6iamento! (ra >uesti ci sono senza du66io una conferenza a Hienna del matematico olandese Luitzen BroGer ; il maggiore esponente della matematica intuizionista, ovvero di >uella scuola antagonista tanto al formalismo di David 7ill6ert >uanto al logicismo di Frege e Russell ; a cui 2ittgenstein pot9 assistere nel $%*5, ma anche lo stretto rapporto intrattenuto col grande logico e filosofo Fran^ Ramse?, il >uale, dopo aver letto il 3ractatus, andF a trovare 2ittgenstein nel piccolo paese dell8)ustria in cui in >uel periodo era maestro elementare! )ccanto a >uesti fatti di non poco conto, mi piace ricordare l8aneddoto preannunciato sopra che, in tuta la sua dimensione comica, appare semplicemente illuminante! Si racconta che 2ittgenstein si intrattenesse con piacere in lunghe conversazioni con il grande economista italiano iero Sraffa, nel periodo in cui >uesti insegnF all8Universit di Cam6ridge su invito di Pohn "a?nard /e?nes*4! <66ene, durante una discussione sulla filosofia del 3ractatus in cui 2ittgenstein era impegnato a convincere l8amico riguardo alla validit delle sue teorie, Sraffa emise la tipica pernacchia napoletana! La domanda che a >uesta seguN, dovette suonare piD o meno in >uesto modo: >ual @ la forma logica di >uesto gesto0 Z proprio vero, >uando si ha a che fare con 2ittgenstein risulta davvero difficile resistere all8aneddotica! "a anche in >uesto caso, sotto la superficie di un simpatico episodio, @ difficile non scorgere un8incredi6ile apertura! CercherF ora di tracciare i fragili 6ordi di >uesta apertura!

**4

Crf! ad esempio "alcolm $%+5, (rinchero $%%%, Mdifreddi *##&! Siamo nel $%*4, in pieno ventennio fascista! /e?nes temendo per l8incolumit di Sraffa ; intimo amico di =ramsci Bgli procurF nientemeno che la carta e la penna con cui scriver i <uaderni dal carcereC ed intellettuale vicino al artito Comunista ; lo invita a Cam6ridge, dove ottenne un incarico da docente!

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erch9 la pernacchia di Sraffa puF risultare >ui pertinente e non, come solitamente le accade, solamente impertinente0 Che centra una pernacchia con un8indagine rigorosa del linguaggio come >uella condotta da 2ittgenstein0 < soprattutto, come puF una pernacchia avere la forza di mettere in crisi i fondamenti di >uell8impenetra6ile fortezza logica che @ il 3ractatus0 .l fatto evidente @ che la pernacchia ha in >ualche modo un significato 6en determinato e codificato all8interno di una certa comunit e puF, dun>ue, essere considerato alla stregua di un >ualsiasi enunciato dotato di senso! Se si ammette >uesto, si pone il pro6lema di sta6ilire >uale sia, nei termini del 3ractatus, la forma logica della pernacchia! "a accettare >uesto pro6lema come logicamente necessario, significa andare alla disperata ricerca di una struttura presente nel mondo edtra,linguistico ; il mondo dei fatti ; che sia in >ualche modo isomorfa alla struttura della pernacchia! .n >uesto modo la >uestione posta da Sraffa puF essere riformulata in >uesti termini: >uale fatto del mondo @ raffigurato dalla pernacchia0 Auesta >uestione a dir poco im6arazzante, in definitiva, non @ altro che la 6rillante conclusione di una rigorosa dimostrazione per assurdo, >uella dimostrazione che Sraffa conduce molto a6ilmente attraverso la forma iper,condensata di una pernacchia! <cco come una pernacchia, sulle prime solo impertinente, diventa pertinente e potenzialmente devastante! Auello che emerge in maniera lampante grazie all8 1argomento Sraffa3 @ come vi sia un gruppo di espressioni linguistiche che sfuggono a >ualsiasi tentativo di analisi logico,atomistica e di cui la filosofia del 3ractatus non @ in grado di dire nulla! "olto semplicemente il linguaggio ideale inseguito da 2ittgenstein sull8esempio del linguaggio 1ideografico3 di Frege e Russell, non @ in grado di rendere conto di >uesto gruppo di espressioni, le >uali a 6en vedere non sono solo delle semplici eccezioni, ma costituiscono la >uasi totalit degli enunciati che si proferiscono >uotidianamente e che sono compresi senza pro6lemi dalla comunit dei parlanti! ) >uesto punto le alternative sono due: o si considerano tali enunciati come delle semplici a6errazioni rispetto ad un linguaggio primario perfettamente ordinato e a6 origine circoscritto, oppure li si considera come significativi in s9! :el

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primo caso si finisce col considerare la massa dei parlanti come costitutivamente inadempiente e condannata a vivere ai 6ordi del parlar, vero, nel secondo si tende ad assumere un atteggiamento piD 1comprensivo3 KCfr! infra ` $!+!$L e ad escludere >ualsiasi spiegazione di tipo riduzionista del fenomeno linguistico! ossiamo concludere, in definitiva, che l8 1argomento Sraffa3 @ stato senza du66io uno dei fattori determinanti che ha convinto 2ittgenstein riguardo ai 1gravi errori3 contenuti nella prima alternativa e lo ha persuaso intorno alla validit e proficuit della seconda*5! Le icerche filosofiche cominciano significativamente con un ritratto minuzioso della prima alternativa! 2ittgenstein individua un passo delle Confessioni K., 5L di )gostino in cui @ contenuta un8esposizione di tale prospettiva e afferma che in essa vi sia
una determinata immagine della natura del linguaggio umano! < precisamente >uesta: Le parole del linguaggio denominano oggetti, le proposizioni sono connessioni di tali denominazioni! .n >uest8immagine del linguaggio troviamo la radice dell8idea: Mgni parola ha un significato! Auesto significato @ associato alla parola! Z l8oggetto per il >uale la parola sta! K2ittgenstein $%+', ` $, trad! it! p! %L

.n sostanza: iC ad un oggetto corrisponde una ed una sola parola, tale oggetto @ il significato della parola e la parola sta al posto dell8oggettoO iiC una proposizione @ la connessione di parole che denominano oggetti! CosN le proposizioni che rispondono a tali prere>uisiti possono considerarsi 1connessioni reali3, ovvero configurazioni isomorfe a determinate strutture del realeO tutte le altre sono da considerarsi semplici a66agli privi di senso! Si tratta ancora una volta dell8enunciazione del principio cardine dell8atomismo e dell8assunzione della metafisica del linguaggio ad esso corrispondente! Mvvero proprio di >uella teoria raffigurativa del linguaggio esposta nel 3ractatus per cui I.l nome significa l8oggetto, l8oggetto @ il suo significatoJ K'!*#'L e I)lla configurazione dei segni semplici nella
*5

Z lo stesso 2ittgenstein nella 1refazione alle icerche ad ammettere il suo de6ito nei confronti di Sraffa: I) riconoscere >uesti errori KIi gravi errori che avevo commesso in >uel primo li6roJ, il 3ractatusL mi fu d8aiuto ; in una misura che io stesso riesco difficilmente a valutare ; la critica a cui le mie idee furono sottoposte da Fran^ Ramse? KEL! )ncor piD che a >uesta critica ; sempre vigorosa e sicura ; la mia gratitudine va a >uella che un insegnante di >uest8Universit, ! Sraffa, ha per molti hanni esercitato incessantemente sul mio pensiero! ) >uesto stimolo sono de6itore delle piD feconde idee contenute nel presente li6roJ K2ittgenstein $%+', trad! it! p! &L!

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proposizione corrisponde la configurazione degli oggetti nella situazioneJ K'!*$L! 2ittgenstein non fa altro che mostrare come sia possi6ile rintracciare in un passo delle Confessioni l8dea cardine attorno cui ruota tutto il 3ractatus e come essa sia dun>ue un8idea molto antica che risale perlomeno ad )gostino! .l fatto decisivo, perF, @ che se ora 2ittgenstein mette in luce tale connessione tra l8immagine del linguaggio contenuta nel 3ractatus e >uella contenuta nelle Confessioni, non lo fa certo per rafforzarla o per trovarle un antenato no6ile! Lo fa al contrario proprio per mostrarne l8intrinseca inadeguatezza, nel momento in cui la decisione di a66racciare la 1seconda alternativa3 era ormai maturata! <d infatti la secca conclusione a cui giunge 2ittgenstein, @ che il concetto filosofico di significato presente nelle Confessioni Be dun>ue anche nel 3ractatusC
@ al suo posto in una rappresentazione primitiva del modo e della maniera in cui funziona il linguaggio! "a si puF anche dire che sia la rappresentazione di un linguaggio piD primitivo del nostro! K2ittgenstein $%+', ` *, trad! it! p! $#L

<66ene, nella seconda fase del suo pensiero, 2ittgenstein arriva ad individuare il limite strutturale della sua prima opera: >uello di essere fondata su di una rappresentazione primitiva del linguaggio, ovvero su di una rappresentazione assolutamente restrittiva e, dun>ue, del tutto inadeguata a rendere conto del reale funzionamento del linguaggio in tutta la sua complessit! .l linguaggio a cui pensano Be miranoC i filosofi @ dun>ue un linguaggio primitivo, per certi versi, molto simile al linguaggio dei muratori! .nfatti >uando 2ittgenstein cerca di immaginarsi un Ilinguaggio per il >uale valga la descrizione dataci da )gostinoJ, afferma:
Auesto linguaggio deve servire alla comunicazione tra un muratore, ), e un suo aiutante, B! ) esegue una costruzione in muraturaO ci sono mattoni, pilastri, lastre e travi! B deve porgere ad ) le pietre da costruzione, e precisamente nell8ordine in cui ) ne ha 6isogno! ) >uesto scopo i due si servono di un linguaggio consistente delle parole: 1mattone3, 1pilastro3, 1lastra3, 1trave3! ) grida >ueste paroleO B gli porge il pezzo che ha imparato a portargli >uando sente >uesto grido! K&!id!L

La conclusione @: IConsidera >uesto come un linguaggio primitivo completoJ! Con >uesto non si vuole certo affermare l8inutilit del

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linguaggio dei muratori, n9 tantomeno compiacersi della sua rozzezza: esso @ utilissimo e, per certi versi, necessario Bsenza di esso risultere66e davvero difficile costruire una casaC! Si tratta di un uso del linguaggio che fa affidamento su di una possi6ile relazione 6iunivoca che si puF costruire tra parola e oggetto significato e sugli indu66i vantaggi offerti da >uesta possi6ilit in vista della realizzazione di scopi 6en precisi! "a >uesto @ di fatto soltanto un possi6ile utilizzo del linguaggio e, a 6en vedere, un utilizzo molto ristretto! Se si considerano infatti le molteplici possi6ilit offerte dal fatto di parlare una lingua e di vivere all8interno di una determinata comunit linguistica, la fondazione di una teoria linguistica su di un modello primitivo del tipo sopra descritto, dovre66e apparire finalmente per >uello che @: un tentativo di estendere un modello ridotto della lingua alla totalit delle produzioni linguistiche e di renderlo in >uesto modo universalmente valido e necessariamente fondato! < ora agli occhi di 2ittgenstein appare del tutto evidente che una teoria linguistica che si aggira attorno ad un simile tentativo risulta del tutto insoddisfacente, in >uanto, riducendo il linguaggio alla pura denominazione, costringe
la variet delle classi dei fenomeni linguistici nei termini del modello monotono e invariante della relazione 6iunivoca tra parola e cosa significata, assumendo >uest8ultima, cio@ il portatore B3r4gerC del nome, >uale significato della parola! KEL Auesto schema teorico tradizionale che entificava il significato linguistico nei termini di una cosa, di una sostanza, veniva ora messo radicalmente in discussione da 2ittgenstein! K=argani $%4', p! 5#L

Auel che si pone a >uesto punto come necessario, @ un8analisi delle attivit linguistiche cosN come vengono condotte >uotidianamente dai parlanti di una comunit e cosN come possono offrirsi ad un sguardo 1comprensivo3 di un osservatore mai del tutto esterno a tali attivit! Auesta analisi, dun>ue, non avr piD la pretesa ; n9 di fatto la possi6ilit ; di vincolare tali attivit a presunti principi universali e a forme logiche avulse dal contesto socio, storico dell8interazione! e Sar dun>ue il tentativo il di mantenersi ponendo completamente costantemente dentro linguaggio,

metodologicamente come non pratica6ili tutte >uelle escursioni che si spingono al di fuori al fine di raggiungere l81entificazione3 sostanziale dei significati! =li schizzi paesistici contenuti nelle icerche filosofiche si

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aggirano tutti attorno a >uesto tentativo, mostrandone efficacemente l8adeguatezza e indicando vie possi6ili di percorri6ilit! L8assunto fondamentale @, dun>ue, che non vi @ affatto un linguaggio logico primario ; il linguaggio logico universale ; a cui i diversi linguaggi dovre66ero essere ricondotti per diventare realmente significanti! Una volta che si im6occa >uesta strada, l8idea stessa di un linguaggio 1ideografico3 ideale in grado di corrispondere punto a punto ad un supposto linguaggio primario appare semplicemente priva di senso! .nfatti si danno solo modi diversi di significare, diverse attivit linguistiche, una molteplicit di linguaggi diversificati e governati ciascuno da regole proprie! Hi sono, in sostanza,
innumerevoli tipi differenti d8impiego di tutto ciF che chiamiamo 1segni3, 1parole3, 1proposizioni3! < >uesta molteplicit non @ >ualcosa di fisso, di dato una volta per tutteO ma nuovi tipi di linguaggio, nuovi giuochi linguistici, come potremmo dire, sorgono e altri invecchiano e vengono dimenticati! K2ittgenstein $%+', ` *', trad! it! p! *$L

Una volta che ci si accorge dell8inadeguatezza del modello monotono e invariante della relazione 6iunivoca tra parola e oggetto significato, tale modello in >ualche modo esplode da s9 e >uel che si offre allo sguardo @ 1solo3 una miriade di pratiche diversificate, ciascuna delle >uali produce i propri riferimenti e i propri sistemi di significato! .l fatto decisivo @ poi che la molteplicit di >ueste pratiche significanti e di >uesti usi linguistici non costituisce affatto ; come osserva puntualmente 2ittgenstein ; un insieme omogeneo, n9 tantomeno sta6ile e dato una volta per tutte: esso @ di fatto costantemente esposto a spostamenti e trasformazioni, per l8effetto dei >uali sfasamenti, sovrapposizioni, lacune e opacit di vario genere, sono la regola e non solamente l8eccezione! <cco perch9 non @ possi6ile tracciare in maniera definitiva il sistema del significato ; l8 1Ur,struttura3 logica dei concetti ; ed ecco perch9 il linguaggio >uotidiano e le sue pratiche diventano l8unico oggetto possi6ile di un8indagine veramente 1comprensiva3 del pensiero! La definitiva, >uanto BautoCironica, conclusione di 2ittgenstein @:
Z interessante confrontare la molteplicit degli strumenti del linguaggio e dei loro modi d8impiego, la molteplicit dei tipi di parole e di proposizioni, con >uello che sulla

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struttura del linguaggio hanno detto i logici! B< anche l8autore del 3ractatus logicophilosophicus!C K&!id!L

#$,$6 0erteau !e""e 4itt"enstein (ra le cose piD significative mai scritte intorno alla filosofia di 2ittgenstein, spicca un 6reve scritto di autore che non puF essere certo considerato uno specialista dell8opera del pensatore austriaco! Si tratta di un 6reve paragrafo B1.l linguaggio comune: il modello di 2ittgenstein3C posto significativamente nell8enigmatico, >uanto illuminante, primo capitolo di >uell8incredi6ile opera che @ Linvention du "uotidien K$%5#L! L8autore @ "ichel De Certeau*%! Hi @ in particolare un passaggio che, per efficacia e densit, merita di essere riportato per intero! Lo suddividerF in parti distinte Bcontraddistinte dai numeri romaniC, per poter procedere adeguatamente ad un suo commento puntuale! Dopo >uesto percorso potr risultare utile rileggere l8intero passaggio tutto d8un fiato, al fine di apprezzarlo in tutta la sua vertiginosa chiarezza! artiamo dalla prima parte del 6rano!
K.L 2ittgenstein si mantiene nel presente della sua storicit senza dover ricorrere al 1passato3 dello storico! Rigettere66e perfino la storiografia poich9, separando il passato dal presente, essa privilegia in realt un luogo proprio e fecondo a partire dal >uale pretende di 1dominare3 i fatti del linguaggio Bovvero i 1documenti3C e distinguersi dal dato, unico prodotto che si presume sottoposto alle regole comuni! <gli ammette di essere 1preso3 nella storicit linguistica comune! < non accetta di localizzare >uesta dipendenza KEL KCerteau $%5#, trad! it! p! '5L

Fermiamoci >ui un momento! Certeau individua alla perfezione l8orizzonte fondamentale all8interno del >uale si muove l8indagine filosofica del secondo 2ittgenstein: essa @ presa nella storicit linguistica comune! Si tocca >ui un punto assolutamente fondamentale! < se non lo si comprende
*%

)i fini di >uesto scritto la figura di "ichel de Certeau non puF che risultare particolarmente interessante! .l Certeau infatti e66e modo di fre>uentare, a partire dal $%-4, i famosi seminari di )lgirdas P! =reimas presso l8 Ecole 1rati"ues des =autes Etudes di arigi! Da >ui nac>ue un profondo rapporto tra i due che si protrasse fino al $%5-, anno della morte di Certeau! :el nostro scritto il Certeau ricopre un ruolo fondamentale: egli rappresenta l8anello di congiunzione tra la filosofia di 2ittgenstein, della >uale il Certeau @ un attento interprete e un grande estimatore, e la semiotica di stampo generativo Bdi cui =reimas @ il fondatoreC con la >uale il Certeau e66e, come detto, un intenso e prolungato rapporto! .n >ualche modo come se il Certeau scorgesse tra la riflessione di 2ittgenstein e >uella di =reimas un8interessante vicinanza di orizzonti, o, perlomeno, la possi6ilit per un dialogo significativo! Ha aggiunto poi Certeau @ stato, tra le altre cose, nientemeno che il primo mem6ro della 1Scuola freudiana3 fondata da Pac>ues Lacan!

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nella maniera adeguata non solo diventa impossi6ile afferrare l8importanza del cammino intrapreso dal secondo 2ittgenstein, ma diventa pure impossi6ile cogliere il vero nucleo della svolta linguistica e la sua assoluta novit rispetto a tutto ciF che l8ha preceduta! Auello che Certeau vuole mettere in luce @ come, con il secondo 2ittgenstein, la posizione del filosofo cam6ia radicalmente: il filosofo finalmente prende la consapevolezza di essere 1preso3 anch8egli nel linguaggio comune e si accorge di come la sua attivit e la sua opera si inseriscano inevita6ilmente nella sua rete, senza possi6ilit di 1localizzare >uesta dipendenza3, di dominarla, o semplicemente di sottrarsene anche solo per un istante! otremmo dire, in definitiva, che il 1dramma del mondo3 cam6ia il suo eroe! M meglio che nel nuovo dramma non vi @ piD posto per alcun eroe, ovvero per >uell8antico eroe che, a66andonando i confusi percorsi della conoscenza a6ituale, pretenda di avviarsi ad una Iseconda navigazioneJ KFedone %%CL nel mare calmo e ordinato dei logoi! .l filosofo @, al pari di ogni altro uomo, l81uomo senza >ualit3, Il8uomo comune! <roe di tutti i giorni! ersonaggio diffuso! Uno dei tanti che camminano per la citt! KEL Mracolo confuso con il rumore della storiaJ KCerteau $%5#,trad! it!, p! *+L! <d infatti, come annota puntualmente lo stesso Certeau,
Auesta erosione e derisione del singolare o dello straordinario, era stata annunciata da Luomo senza "ualit: IForse @ precisamente l8uomo comune che presenta l8avvento di un8immane eroismo collettivo da formicaio0J! .n verit, l8avvento di >uesta societ di formiche @ iniziato con le masse, le prime intrappolate nel reticolo delle razionalit livellatrici! oi il flusso si @ ingrossato e ha raggiunto i >uadri che dominavano l8apparato, dirigenti e tecnici assor6iti nel sistema che gestivano, per immergere infine le professioni li6erali che sem6ravano protette, e le anime 6elle letterarie e artistiche! :elle sue ac>ue, scorrono e si disperdono le opere, isole un tempo affioranti, tramutate oggi in gocce d8ac>ua nel mare, o in metafore di una disseminazione del linguaggio che non ha piD autore ma diviene il discorso o la citazione indefinita dell8altro! K &vi! p! *4L

Mggi, nelle moderne 1societ di formiche3, il filosofo @ l8uomo comune che nuota nelle ac>ue di un mare che tutto affonda e che tutto livella, che tutto inglo6a in s9! <gli @ imprigionato nella 1disseminazione del linguaggio che non ha piD autore3! Se una volta il filosofo aveva la possi6ilit di risalire e di guardar fuori ; o meglio, se una volta ad esso gli veniva riconosciuta tale possi6ilit sovra-umana ; oggi non piD! <gli non sta n@ >ua n9 l, n9

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tantomeno puF stare al di sopra: egli vive e si muove all8interno del linguaggio comune, esattamente come un >ualsiasi altro a6itante del 1formicaio3! Un linguaggio che non ha autore! Secondo la splendida immagine di 2ittgenstein, il linguaggio in cui l8uomo 1cammina3
puF essere considerato come una vecchia citt: Un dedalo di stradine e di piazze, di case vecchie e nuove, e di case con parti aggiunte in tempi diversiO e il tutto circondato da una rete di nuovi so66orghi con strade diritte e regolari, e case uniformi! K2ittgenstein $%+', ` $5, trad! it! p! $4L

L8uomo a6ita in >uesta vecchia citt, le sue strade e le sue piazze sono i posti in cui si muove >uotidianamente! .l filosofo si trova in un dedalo, noi tutti ci troviamo al suo interno! La rete dei so66orghi piD nuovi avr certo ; secondo l8immagine di 2ittgenstein ; strade piD diritte e case piD uniformi, ma non per >uesto puF pretendere di innalzarsi a modello generale del retto costruire, a modello della vera edilizia e dell8ur6anistica reale! .n fin dei conti non si tratta che dei so66orghi piD esterni rispetto ad un nucleo a6itativo centrale e dei so66orghi piD nuovi rispetto ad un nucleo a6itativo piD antico! :on si vuol certo sostenere che tale nucleo sia sta6ile e uniforme, n9 che esso sia stato 1creato3 in illo tempore e offerto all8uomo per l8eternit! .l fatto @ che esso stesso @ fatto di case vecchie e di case nuove e non @ che il risultato di costruzione successive! )nzi, a 6en vedere, esso @ il risultato di costruzioni, crolli, ricostruzioni, scavi archeologici, demolizioni, o6lii, monumenti, rinascite: @ in definitiva la stratificazione prodotta da tutti >uesti movimenti convulsi e continui! Come dice splendidamente Certeau in un altro passo Bindu66iamente il suo riferimento @ comun>ue ancora 2ittgensteinC
La superficie di >uesto luogo appare un collage! "a @ in realt un8u6i>uit nello spessore! Un sedimentazione di strati eterogenei! Ciascuno, come la pagina deteriorata di un li6ro, rinvia a modalit diverse di unit territoriale, di suddivisione socio, economica, di conflitti politici e di sim6olizzazione identificatoria! KCerteau $%5#, trad! it! p! *5*L

Rispetto a >uesta sedimentazione di strati eterogenei in cui l8uomo @ preso, la rete dei nuovi so66orghi appare, come detto, certo piD ordinata e omogenea! "a senza la presenza pro6lematica di tale luogo centrale, che ne sare66e dei so66orghi0 Auale sare66e la funzionalit di una citt senza un

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centro storico e composta solo di so66orghi ordinati, strade rettilinee e diritti grattacieli0 < pur ammettendo una >ualche funzionalit, @ >uesta la citt in cui l8uomo di fatto muove i suoi passi nella vita di tutti i giorni0 .l fatto @ che i so66orghi moderni non sono altro che una porzione limita e controllata di una totalit stratificata e u6i>ua che di fatto li sovrasta e li inglo6a e senza la >uale essi non avre66ero alcuna possi6ilit di esistenza, n9 alcuna funzionalit! La centralit del nucleo, dun>ue, non @ altro che una 1finzione scenica3, l8artifizio prodotto da una certa visione locale e prospettica! .n realt il nucleo @ ovun>ue e in nessun posto, senza possi6ilit di localizzazione: potremmo dire che esso @ >uella 1sfera infinita il cui centro @ ovun>ue e la superficie in nessun luogo3! .l nucleo, diremo dun>ue, non @ che un 1spazio topologico3, un 1puro spatium3, @ lo spazio puro del senso! "a una volta ammesso >uesto, il tentativo dei so66orghi di controllare il 1nucleo centrale3 puF apparire finalmente per >uello che @: il tentativo di una parte di localizzare il tutto allo scopo di darne un8immagine omogenea e coerente, di fotografarne la struttura, di ri,scriverla e di re, plicarla! Si tratta, in definitiva, di una sorta di m#se-en-a!#me per cui l8inglo6ato tenta di riflettere ; e di fondare ; l8inglo6ante nella sua totalit: un tentativo tanto imperioso, >uanto sempre inadeguato! Del resto lo stesso 2ittgenstein era gi disposto a riconoscere nelle 1hilosophische )emerkungen K$%-&L'# l8assurdit di tale impresa e ad ammettere esplicitamente la dipendenza dei 1nuovi so66orghi3 dal nucleo 1centrale3! <gli infatti afferma:
Come sare66e strano se la filosofia si occupasse di un linguaggio 1ideale3, e non del nostro! .nfatti che cosa dovre66e esprimere >uesto linguaggio ideale0 Certamente ciF che ora noi esprimiamo nel nostro linguaggio comuneO allora @ >uesto linguaggio che la logica deve investigare! Mppure >ualcosa di diverso: ma come devo sapere allora ciF che esso @0 L8analisi logica @ l8analisi di >ualcosa che a66iamo, non di >ualcosa che non a66iamo! <ssa @ dun>ue l8analisi delle proposizioni come esse sono! BSare66e strano se la societ umana avesse parlato sino ad ora, senza mettere insieme una proposizione correttaC! K2ittgenstein $%-&, trad! it! p! +*L

'#

Composte tra il $%*% e il $%'# e pu66licate sono nel $%-&, le >sservazioni filosofiche rappresentano il primo radicale allontanamento dalle idee contenute nel 3ractatus e presentano di fatto un 2ittgenstein gi alle prese con le pro6lematiche centrali delle icerche!

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Auesta parentesi 6astere66e, forse, da sola a togliere di mezzo un sacco di e>uivoci! .l ri6altamento @ netto: non @ il linguaggio naturale a dover fare affidamento ad un presunto linguaggio ideale al fine di ottenere un senso preciso e determinato, ma vale piuttosto il contrario! Sono infatti i 1so66orghi nuovi3 della citt a dipendere dal 1nucleo centrale3 e a trovare in esso il loro senso! "a allora si deve ammettere che un >ualsiasi linguaggio ideale, anche >uello piD complesso e 1moderno3, non puF mai avere la possi6ilit di 1risplendere di luce propria3, n9 tantomeno >uella di fondare il senso delle proposizioni 1come esse sono3! <d ecco perch9, come afferma ottimamente il =argani,
.l linguaggio comune non appare piD come la compagine di un sim6olismo che cela, sotto una forma grammaticale ingannevole, la reale, autentica forma logica, e che risulta significante soltanto nella misura in cui adegua le regole di un linguaggio idealmente perfetto! K=argani $%4', p! +$L

<d ecco perch9 puF diventare non solo 1interessante3 ma assolutamente necessario 1confrontare la molteplicit degli strumenti del linguaggio e dei loro modi d8impiego, con >uello che sulla struttura del linguaggio hanno detto i logici3! Un simile confronto, infatti, ha la possi6ilit di mostrare da una parte l8infinita ricchezza dei modi di utilizzo del linguaggio e la sua realt stratificata ed inglo6ante, dall8altra l8irriduci6ilit di >uesta realt a >ualsiasi tentativo di fondazione logica! )l contrario, se si focalizza l8attenzione esclusivamente sui so66orghi ordinati dei Be daiC logici, si rischia di rimanerne a66agliati dalla loro efficienza e di tralasciare di conseguenza ciF che vi @ di piD fondamentale! Mvvero il linguaggio comune! ossiamo ora tornare al passo di Certeau che stiamo analizzando! Stavamo dicendo che 2ittgenstein non accetta
K..L di localizzare >uesta dipendenza nell8oggetto Bdenominato 1passato3C dal >uale l8attivit storiografica si distacca fittiziamente Bcon una finzione che @ del resto lo spazio in cui ha luogo la sfida scientifica di padroneggiare la storiaC! .n realt la sua posizione non si gioca su >uesto ma in una duplice contrapposizione che ci fornisce un modello per lo studio della cultura! Da un lato, egli si oppone alla professionalizzazione della filosofia, ovvero alla sua riduzione al discorso tecnico BpositivisticoC di una disciplina specialistica! < piD in generale rifiuta la disinfezione che, eliminando l8uso comune Bl8ever#da# languageC, e dun>ue ciF che @ fondamentale, rende possi6ili a una scienza soltanto la produzione e la padronanza di un linguaggio artificiale! Dall8altra, critica l8avidit metafisica o l8impazienza dell8etica, sempre portate a sussumere le regole della correzione e a pagare col nonsenso dei loro

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enunciati l8autorit dei loro discorsi sul linguaggio dell8esperienza comune! < contesta la presunzione che induce la filosofia a fare 1come se3 essa desse senso all8uso comune, e ad assegnarsi uno spazio proprio da cui pensare il >uotidiano! KCerteau $%5#, p! '5,'%L

:onostante >uesta inelimina6ile 1dipendenza3 dalla storicit linguistica comune ; o forse proprio in virtD di >uesta ; l8indagine filosofica condotta da 2ittgenstein non accetta di localizzare >uesta dipendenza in un passato posto come un 1luogo,oggetto3! <ssa infatti non @ in alcun modo una indagine storica che ; sull8esempio del metodo storiografico tradizionale ; circoscrive in un passato piD o meno lontano uno spazio proprio di pertinenza e lo reifica al fine di poterlo padroneggiare con precisione chirurgica e di potervi in >uesto modo individuare l8origine dei significati e le direttrici delle loro trasformazioni! Auesta localizzaione, del resto, non @ altro che >uell8efficace finzione del metodo scientifico storiografico a cui si affida la linguistica >uando decide di a66racciare una prospettiva storico, diacronica al fine di perseguire >uell8entificazione sostanziale del significato che, come visto, @ la meta principale anche dell8approccio logico alla >uestione del linguaggio! Sotto >uesto profilo, fondazione Bonto,Clogica del linguaggio e indagine storico,diacronica sem6rano, paradossalmente, mirare alla stessa ideale relazione 1monotona3 tra parola e cosa significata! <66ene, l8indagine intrapresa dal secondo 2ittgenstein @ il tentativo rigoroso di mantenersi ad un8eguale distanza da >ueste due prospettive! L8indagine di 2ittgenstein, come osserva Certeau, gioca in una 1duplice contrapposizione3 che fornisce ; nientemeno ; che un 1modello per lo studio della cultura3! Da una parte, coerentemente con la sua collocazione in un preciso 1orizzonte di manovra3 Bla storicit linguistica comuneC, l8indagine del secondo 2ittgenstein rifiuta in toto >uel progetto di 1disinfezione3 dell8uso comune a cui ha contri6uito in maniera determinante lo stesso 3ractatus! <ssa conduce infatti, attraverso l8eliminazione di 1ciF che @ fondamentale3, soltanto alla 1produzione e KalLla padronanza di un linguaggio artificiale3 e alla riduzione della filosofia a mero discorso tecnico, potremmo dire, ad un astratto discorso 1su6ur6ano3! Dall8altra parte rifugge dall81avidit della metafisica3 e dall8 1impazienza dell8etica3,

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ovvero da >uelli atteggiamenti tipici delle discipline normative che tendono a considerare le 1regole di correzione3 come poste a fondamento dell8esperienza comune, del suo senso e del suo linguaggio! Coerentemente con >uesta duplice contrapposizione, l8indagine di 2ittgenstein si nutre in ogni suo passo di un radicale sospetto nei confronti di >uella 1presunzione3 non certo rara, che porta la filosofia ; come del resto anche la scienza ; a pensarsi come collocata in uno 1spazio proprio3 posto al di fuori dalla storicit linguistica comune, luogo tanto piD isolato ed avulso da >uesta storicit, >uanto piD adatto a fungere da 1osservatorio privilegiato3 da cui poter osservare, criticare, se non addirittura 1dare senso all8uso comune3! "a >uesto osservatorio, a 6en vedere, non @ che una torre d8avorio che affonda le proprie fondamenta proprio in >uella 1u6i>uit nello spessore3 da cui si crede distaccato, e che >uanto piD spinge la sua vetta verso l8alto per assicurarsi una maggiore 1distanza oggettivante3, >uanto piD >uesta complessit fondamentale inevita6ilmente le sfugge e resiste ai suoi tenaci tentativi di riduzione! Una strana torre, dun>ue: maggiore @ l8altezza che raggiunge, minore @ l8orizzonte cui riesce ad a66racciare con lo sguardo un osservatore posto sulla sua sommit! La verit @ che anche una torre siffatta non ha alcun valore se non in rapporto a >uell8orizzonte stratificato da cui pretende di distaccarsi, >uell8orizzonte che inglo6a tutto in s9, compresa l8illusoria verticalit della torre! .nfatti, continua il passo di Certeau,
K...L :oi siamo sottomessi al linguaggio comune, anche se non identificati con esso! Siamo im6arcati, come nella nave dei folli, senza possi6ilit di sorvolo n9 di totalizzazione! Z la 1prosa del mondo3 di cui parlava "erleau, ont?, che inglo6a >ualsiasi discorso, anche se le esperienze umane non si riducono a ciF che essa puF dirne! Le scienze si permettono di dimenticarla per potersi costituire, e le filosofie credono di dominarla per attri6uirsi l8autorit di parlarne! :9 le une n9 le altre sotto >uesto aspetto, affrontano la >uestione filosofica, incessantemente riaperta da >uesto 1slancio3 che 1spinge l8uomo a cozzare contro i limiti del linguaggio B an die 2renze der /prache anzurennenC! 2ittgenstein reintroduce >uesto linguaggio sia nella filosofia, che pur avendolo assunto come oggetto formale ne ha una padronanza soltanto fittizia, sia nelle scienze che lo hanno escluso per con>uistare una padronanza effettiva! K&vi, p! '%L

:oi siamo sottomessi al linguaggio comune, >uesta @ la nostra casa ed insieme la nostra ga66ia! < una volta compreso >uesto, il sorvolo e la totalizzazione appaiono semplicemente impossi6ili! Un ragionamento

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talmente limpido che tuttavia, dopo 2ittgenstein, non smette di fare pro6lema! <sso puF essere a ragione considerato nientemeno che la >uestione filosofica fondamentale, una >uestione talmente glo!ale che risulta difficile non scontrarsi di continuo con i suoi 1limiti3 e che, del resto, non puF mai essere semplicemente chiusa, ma solo incessantemente riaperta! ) 2ittgenstein va indu66iamente riconosciuto il merito di aver fatto emergere nella maniera adeguata >uesta spinosa >uestione e di averla posta al centro dell8attenzione dei filosofi, non semplicemente come una pro6lema accessorio da cui poter prescindere, ma come ciF da cui inevita6ilmente dipende il valore stesso della loro attivit! <cco perch9, gettando luce su >uesta >uestione e sulla sua inelutta6ilit, 2ittgenstein non fa altro che minare alla radice l8autorit delle filosofie che 1credono di dominarla3, ma anche l8efficacia delle scienze che 1si permettono di dimenticarla3! "a se un vero e proprio terremoto 1totale3 oramai @ stato scatenato e se, a >uesto punto, un8indagine che si permette il lusso di ignorare i suoi effetti non puF che apparire >uantomeno irresponsa6ile, che fare0 Come mette in luce Certeau,
K.HL <gli K2ittgensteinL cam6ia cosN il luogo dell8analisi, definito da allora attraverso una universalit che @ identicamente un8o66edienza all8uso comune! Auesto cam6iamento di luogo modifica lo statuto del discorso! )ssor6ito dal linguaggio comune, il filosofo non ha piD un luogo proprio o di cui appropriarsi! Aualsiasi posizione dominante gli @ preclusa! .l discorso che analizza e l81oggetto3 analizzato hanno la stessa caratteristica di essere organizzati dal lavoro di cui essi testimoniano, determinati da regole che non fondano n9 sorvolano, ed ugualmente diffusi con funzionamenti differenziati B2ittgenstein ha voluto che la sua stessa opera fosse composta solo di frammentiC inscritti in un struttura dove ciascuno puF di volta in volta 1fare appello3 all8altra istanza, citarla e riferirvisi! Si ha cosN uno scam6io permanente di luoghi distinti! .l privilegio filosofico o scientifico si perde nell8ordinario! < >uesta perdita ha come corollario l8invalidazione delle verit! Da >uale luogo privilegiato potre66ero essere significate0 K&!id!L

Siamo ad un punto cruciale! .l fondamentale cam6iamento del luogo dove collocare l8analisi ; 1universalit che @ identicamente un8o66edienza all8uso comune3 ; modifica lo statuto del discorso! .l discorso a >uesto punto non @ piD logos, semplice luogo di iscrizione di una realt che lo anticipa, di una verit che lo sovrastaO il discorso @ >uella realt complessa totalmente assor!ita nelle dinamiche del linguaggio comune: la realt da analizzare

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Bl8oggetto dell8analisiC e insieme l8istanza che analizza Bil soggetto che compie l8analisiC! Con la non 6anale complicazione che tanto il discorso, soggetto >uanto il discorso,oggetto, per >uanto 1diffusi con funzionamenti differenziati3, sono entram6i 1organizzati dal lavoro di cui essi testimoniano3, vivono e hanno valore solo in virtD di esso! Si d dun>ue un lavoro che organizza in maniera correlativa due diverse istanze ; un discorso soggetto e un discorso oggetto ; e >uesto @ precisamente il lavoro dell8analisi! .l prodotto di >uest8analisi, perF, non puF che essere a sua volta un discorso ; cos8altro potre66e essere0 ; che @ il portato di >uesto lavoro e insieme lo sta6ilizzarsi della struttura che rende possi6ile il lavoro stesso! otremmo dire, in definitiva, che lavoro di correlazione e struttura della correlazione si precedono e si presuppongono l8un l8altro: senza lavoro non risultere66e possi6ile la correlazione, ma senza lo sta6ilizzarsi di una struttura non vi sare66ero luoghi distinti e dun>ue neanche possi6ilit di scam6io e di correlazione! )ncora una volta una circolarit inaggira6ile, pro6a6ilmente sempre la stessa! < nessuna verit! La conclusione @ a >uesto punto 1etica3, ovviamente perF, priva di >ualsiasi forma di 1impazienza3!
KHL )vremo dun>ue dei fatti che non sono piD delle verit, la cui inflazione viene ad essere controllata se non soffocata dalla critica dei luoghi d8autorit in cui i primi sono convertiti nelle seconde! Riducendole ad un misto di nonsenso e di sopraffazione, 2ittgenstein si sforza di condurre >ueste verit a fatti linguistici, e a ciF che all8interno di >uesti fatti, rinvia a unesteriorit indici!ile o ?mistica@ del linguaggio! K&vi, p! &#, corsivo mioL

:el tentativo estremo di mantenersi costantemente Be coerentementeC dentro il linguaggio, le verit svaniscono! Rimane solo la molteplicit disomogenea dei fatti e l8operato di >uei 1luoghi d8autorit3 che, pensando di possedere la chiave per dominarli, si muovono nel tentativo impaziente di convertirli in verit ; o in segni di >uesta ; e di estendere in >uesto modo il proprio potere! "a nella molteplicit disomogenea dei fatti linguistici vi @ un >ualcosa che rinvia ad un8esteriorit! :on un8esteriorit reale, n9 semplicemente immaginaria, ma un8esteriorit indici6ile e mistica, verre66e da dire un esteriorit sim!olica! L8esteriorit paradossale del senso! <d ecco che, in >uesta prospettiva, controllare l81inflazione della verit3 e criticare i 1luoghi d8autorit3, diventano le azioni fondamentali di un8etica

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comprensiva e paziente, di un81etica inattuale3, ma, ieri come oggi, indispensa6ile! Z l8etica di 2ittgenstein! Secondo Certeau,
KH.L ) >uesta posizione si puF ricollegare l8importanza crescente che egli attri6uisce ai comportamenti e agli usi linguistici! arlare del linguaggio 1nel3 linguaggio comune, senza poterlo 1dominare con lo sguardo3, senza visi6ilit a partire da un luogo distante, significa percepirlo come un insieme di pratiche in cui ci si trova implicati e attraverso le >uali risuona la prosa del mondo! L8analisi ci sar dun>ue 1penetrando l8operare del nostro linguaggio3 Beine Einsicht in das Ar!eiten unserer /pracheC! Destinata cosN a riprodurne la disseminazione, che manda in frantumi ogni sistema! "a, cercando di 1precisare la morfologia d8uso3 delle espressioni, ovvero di esaminare i loro 1campi di applicazione3 e di 1descriverne le forme3, essa puF 1riconoscere3 i diversi modi di funzionamento >uotidiani, governati da 1regole pragmatiche3, dipendenti da 1forme di vita3 BLe!ensformenC! K&!id!L

1 arlare del linguaggio nel linguaggio comune3, senza possi6ilit di 1dominarlo con lo sguardo3 e concependolo come un 1insieme di pratiche in cui ci si trova implicati3: ecco la scommessa, ecco la vera rivoluzione, ecco la svolta linguistica! Con una >uestione da affrontare, che diventa la >uestione da affrontare: l8analisi del linguaggio nel linguaggio @ 1destinata a riprodurne la disseminazione3! La circolarit che ci attanaglia e che non lascia respiro! L8entropia che tende a autoespandersi, ad autoalimentarsi! are affacciarsi perF una via d8uscita, o perlomeno, sem6ra disegnarsi una 1nervatura3 sottile sulla superficie stratificata e u6i>ua del linguaggio a cui aggrapparsi per opporre una >ualche resistenza locale alla disseminazione glo!ale! Hale forse la pena di impegnarsi in uno sforzo, in uno slancio, non per fermare ma almeno per frenare la disseminazione! Si puF tentare di precisare la 1morfologia d8uso delle espressioni3, si puF tentare di 1esaminare i loro campi di applicazione3, le loro 1forme3! )ncora una "uestione di forma dun>ue0 Certo, una >uestione di forma di vita\ =li usi linguistici, i 1diversi modi di funzionamento >uotidiani3, sono meno caotici ed ar6itrari di >uanto possa apparire in un primo momento! <ssi hanno un valore in virtD di regole condivise, sono vincolati a 1regole pragmatiche dipendenti da forme di vita3! Si danno diverse forme di vita, diverse modalit di interazione, diversi sistemi di comunicazione, diversi regimi di significazione, diversi stili di espressione! "a se @ possi6ile dun>ue dirigersi verso una 1morfologia dell8uso3, diventa indispensa6ile trovare metodi adeguati di descrizione che

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tengano conto della natura sociale del linguaggio, della sua complessit inaggira6ile, della sua paradossalit costitutiva! Z possi6ile in definitiva intravedere una 1scienza dell8ordinario3 che si svincoli dai vizi tipici della scienza Bavidit, impazienza, super6iaC, una scienza non specialistica, non riduzionista, non positivista, fedele in ogni suo passo alla storicit linguistica comune! L8anti,eroe di >uesta vicenda, l8anti,scienziato di >uesta scienza inaudita, @ >uello che ha salda la consapevolezza di non potere uscire dal linguaggio, di non poterBsiC guadagnare visi6ilit posizionandosi in luogo distante e mettendosi al sicuro in un luogo proprio! < poich9
non vi sono dun>ue interpretazione false ed altre vere ma soltanto interpretazioni illusorie, resta il fatto, in mancanza di alternative, di essere estranei presso di s. ma senza un di fuori e, nel caso del linguaggio comune, di 1cozzare contro i suoi limiti3 ; una situazione simile alla posizione freudiana, salvo che 2ittgenstein non presuppone un referente inconscio per definire >uesta estraneit a se stessi K&vi, p! &'L

Aueste osservazioni finali di Certeau fanno esplicitamente da controcanto ad un8illuminante osservazione di 2ittgenstein, una delle piD significative, e insieme enigmatiche, di tutte le icerche filosofiche!
Badiamo al nostro modo di esprimerci KEL e tuttavia non lo comprendiamo, anzi lo fraintendiamo! Auando filosofiamo siamo come selvaggi, come uomini primitivi che ascoltano il modo di esprimersi di uomini civilizzati, lo fraintendono e traggono le piD strane conseguenze dalla loro erronea interpretazione! K2ittgenstein $%+', ` $%&, trad! it! p! $#+,$#-L

Commenta ottimamente il Certeau:


:on @ piD la posizione dell8esperto, che si presume colto fra i selvaggi, 6ensN >uella che consiste nell8essere un estraneo in casa propria, un 1selvaggio3 in mezzo alla cultura ordinaria, sperduto nella complessit di ciF che si d comunemente per inteso e scontato! KCerteau $%5#, trad! it! p! &*L

L8anti,scienziato di cui stiamo tentando un ritratto, @ ; o meglio, si pone consapevolmente come ; un 1estraneo in casa propria3, un 1selvaggio che ascolta il modo di esprimersi di uomini civilizzati3, ma che di fatto non sono altro che i suoi simili! "a allora una distanza, seppur minima, in >ualche modo risulta essere necessaria, risulta indispensa6ile una estraneit, un distanziamento controllato e consapevole, una sospensione seppur artificiale! M come dire66e 7usserl Blo vedremo in seguitoC, un81 epoch. assolutamente peculiare3! .l fatto @, pero, che il distanziamento a cui ora si

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mira e a cui viene attri6uito un valore indispensa6ile, non @ >uello assoluto dell8esperto o dello scienziato 1colto tra i selvaggi3, ma @ >uello del 1selvaggio in mezzo alla cultura ordinaria3! ) 6en vedere la posizione pro6lematica guadagnata in >uesto modo, si presenta come una posizione ideale per iniziare ad interrogarsi delle cose 1comunemente intese e scontate3 e per tentare non piD di comprendere Bnon c8@ niente da capireC, ma di 1fraintendere3 il modo di esprimersi degli altri, gli uomini comuni civilizzati! .nfatti se il nostro destino @ >uello di riprodurre incessantemente la disseminazione, fraintendere e interpretare erroneamente sem6rano essere le uniche vie veramente percorri6ili! "a se fraintendere @ veramente l8unico modo per rimanere fedeli al nostro ruolo di anti,scienziati del >uotidiano, perch9 non aspirare a fraintendimenti coerenti0 Se il nostro destino @ provare e provare ancora, s6agliare e s6agliare sempre di nuovo, perch9 non mirare a 1s6agliare meglio30 #$,$7 I! %aradosso !in"uistico Siamo presi nella storicit linguistica comune, l8uso comune @ la nostra casa e la nostra ga66ia, non vi @ possi6ilit di sorvolo n9 di totalizzazione, siamo destinati a riprodurre incessantemente >uella disseminazione che @ tipica dell8uso comune! Paa^^o 7inti^^a mette in luce come l8adozione di una simile prospettiva porti inevita6ilmente a concepire il linguaggio come 1mezzo universale3 e sviluppa tutta una serie di considerazioni a partire dall8opera di 2ittgenstein che vale la pena di valutare! )nche se tali considerazioni portano 7ittin^a a conclusioni molto diverse da >uelle >ui sviluppate, esse ci consentono di toccare il nocciolo della nostra discussione intorno all8opera di 2ittgenstein e di riaprire la >uestione trascendentale'$! Secondo la concezione che pone il linguaggio come mezzo universale,
'$

Lo scopo esplicito di 7inti^^a e 7inti^^a K$%5-L @ >uello di mostrare una sostanziale continuit tra il 1primo3 2ittgenstein e Frege da una parte, e il 1secondo3 2ittgenstein dall8altra! < >uesto anche a costo di negare una reale evoluzione nel suo pensiero e di contraddire le affermazioni dello stesso 2ittgenstein riguardo ad un progressivo distanziamento rispetto all81autore del 3ractatus3! )i fini del presente scritto, invece, risulta fondamentale mettere a fuoco proprio tale distanziamento!

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non possiamo, per cosN dire, osservare il nostro linguaggio dall8esterno e descriverlo, come invece possiamo fare con gli altri oggetti che, proprio per mezzo del linguaggio, possiamo specificare e fare oggetto di riferimento, descrizione, discussione e teorizzazione! La ragione di >uesta supposta impossi6ilit @ che si puF usare il linguaggio per parlare di >ualcosa solo a condizione di poter contare su di un8interpretazione determinata, su di una rete di relazioni di significato sussistenti tra linguaggio e mondo! er >uesto motivo, nel linguaggio non si puF dire in maniera significante e sensata >uali siano >ueste relazioni di significato, poich9 ogni tentativo di dirlo le deve gi presupporre! K7inti^^a e 7inti^^a $%5-, trad! it! p! $5, corsivo mioL

Un uso corretto del linguaggio @ >uello che si muove all8interno di una rete di relazioni di significato sussistenti tra linguaggio e realt! (ale rete in >ualche modo risulta disponi6ile a priori dell8uso e l8uso @ preso in >uesta rete! "a se per parlare di >ualcosa @ pur sempre necessario ricorrere al linguaggio, come parlare del linguaggio stesso0 Come parlare del linguaggio e della rete dei significati, se >uesto parlare in >uanto tale ha esso stesso gi 6isogno del linguaggio ed @ inevita6ilmente gia inserito in una rete di significati0 Come pretendere di descrivere il linguaggio dallesterno e a >uali significati fare affidamento, se >uesta fuoriuscita comporta l8a66andono del linguaggio e della sua rete di significati0 Siamo nel 6el mezzo di un circolo! La conclusione non puF che essere radicale, tanto >uanto la >uestione che >ui ci troviamo difronte:
)l fondo di >uesta concezione del linguaggio come mezzo universale sta dun>ue la tesi dell8ineffa!ilit della semantica: poich9 @ proprio la semantica che si occupa di >uelle relazioni tra linguaggio e realt! KEL se la concezione del linguaggio come mezzo universale @ corretta, tutta la semantica logica Bo teoria dei modelliC diventa impossi6ile! K&!id!L

Una volta che ci si rende conto dell8impossi6ilit di trattare il linguaggio come un oggetto >ualsiasi e di collocarsi all8esterno di esso per descriverlo, appare naturale a66racciare la tesi dell8ineffa6ilit della semantica! .nfatti come pretendere di parlare dei legami tra linguaggio e realt e di fondare una teoria generale del significato, una volta che si ammette la natura inglo6ante del linguaggio stesso0 Z sufficiente di fatto una considerazione del genere per mostrare l8impossi!ilit di tutte >uelle teorie che vengono poste sotto il tetto di 1semantica logica3, le >uali sull8esempio di Frege tentano in vario modo una fondazione 1esterna3 del linguaggio al fine di trovare un legame motivato ; mediato ma universale ; tra linguaggio e

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realt! Si tratta del resto di >uell8impossi6ilit inaggira6ile attorno alla >uale si @ mosso gran parte del presente scritto nel tentativo di metterla sotto gli occhi nella maniera piD adeguata e convincente! "a inesprimi!ilit @ la stessa cosa di impossi!ilit0 Si tratta certo di cose 6en diverse, ma >ui appaiono estremamente intrecciate! .nfatti se da una parte si afferma l8inesprimi6ilit della semantica, dall8altra si arriva ad affermare l8impossi6ilit di una teoria che ignori tale inesprimi6ilit! .l fatto @ che
la tesi del linguaggio come mezzo universale implica in primo luogo l8inesprimi6ilit della semantica, piD che non la sua impossi6ilit! Coloro che credono in tale tesi, cio@, possono ugualmente avere idee numerose e 6en precise sulle connessioni tra linguaggio e mondo, che sono l8oggetto della semanticaO solo, >ueste connessioni restano per loro inesprimi6ili! K&vi, p! $%L

)llora, certo che si possono dare ; e di fatto si danno ; dei legami tra linguaggio e mondoO altrimenti una 1costruzione in muratura3 sare66e difficilmente costrui6ile! .l pro6lema @ che tali legami sono semplicemente inesprimi6ili, inesprimi6ili in maniera glo6ale e in via definitiva! Una via sare66e >uella di ricorrere a >uella rete al cui interno >uesti stessi legami sono depositati, costruiti e trasformati e a cui l8 uso ; ogni uso ; non puF mai smettere di fare affidamento! Si potre66e in definitiva utilizzare il linguaggio per esprimere >uali legami utilizza il linguaggio stesso per funzionare! "a in >uesto modo ; @ evidente ; si avre66e 1solo3 l8occasione per accorgersi ancora una volta della natura inglo6ante del linguaggio e l8illusione di uno sguardo esterno, glo6ale ed oggettivo svanire66e ancora prima di nascere! L8alternativa sare66e >uella di prescindere completamente dall8uso linguistico nel tentativo di cogliere direttamente tali legami! "a anche se >uesto 1sguardo dall8alto3 fosse possi6ile, sorgere66e poi di nuovo la necessit di esprimere tali legami e il pro6lema si ripresentere66e tale e >uale a prima! CiF che rimane alla fine @ 1solo3 la descrizione di un circolo: una fatica di Sisifo0 .l fatto decisivo @ che Btutte0C le teorie semantiche fingono un81amnesia3 al fine di costituirsi in >uanto tali, ovvero in >uanto teorie del significato linguistico! CiF che viene dimenticato ; e che di fatto viene

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solamente insa66iato o 1rimosso3 ; @ che i legami linguaggio,mondo non sono che i presupposti del nostro dire e che dun>ue ogni 1dire3 ; compreso il dire 1scientifico3 della semantica ; non puF mai di fatto svincolarsi da >uesti presupposti al fine di assicurarsi una distanza sufficiente per osservarli 1in diretta3! CiF che si dimentica @ la circolarit costitutiva in cui ci troviamo: ogni dire @ sempre in >ualche modo anche ; e soprattutto ; un uso di altri usi, ovvero una selezione tra una molteplicit di usi prodotti in altri tempi e in altri luoghi e che costituisce >uella rete di legami linguaggio, mondo nella >uale siamo presi e senza la >uale non vi sare66e di fatto alcuna possi6ilit di dire! ersino il piD sapiente tra tutti gli uomini, o il piD dionisiaco tra tutti gli spiriti, non ha la possi6ilit di sfuggire a >uesta dialettica fondamentale e ogni suo proferimento, anche >uello piD 1originale3 Bda intendersi in tutte le sue accezioniC, non puF che venirne assor6ito! . legami linguaggio,mondo non sono dun>ue esprimi6ili direttamente ma solo 1utilizza6ili3, e ogni uso non @ mai di fatto una semplice replica! Da >uesto assunto fondamentale derivano molte altre 1cose3 inesprimi6ili!
Una cosa che in particolare @ inesprimi6ile, secondo la concezione del linguaggio come mezzo universale, @ >uale sare!!e la situazione se le relazioni semantiche tra il linguaggio e il mondo fossero diverse! Secondo >uesto modo di vedere, in altre parole, non si possono variare le relazioni di rappresentazione tra le nostre espressioni da una parte e la realt dall8altra: siamo inchiodati, da un punto di vista logico, alla nostra sola ed unica lingua materna! )nche >uello che nel senso usuale dei termini @ l8apprendimento di una nuova lingua, a rigore andre66e concepito come un estendere la propria prima Bed unicaC lingua, piuttosto che come l8impararne una radicalmente nuova! Dopo tutto, secondo >uesta concezione, l8unico modo in cui si potre66e imparare la 1nuova3 lingua @ per mezzo della vecchia! K&vi, p!*#L

Se le relazioni semantiche fossero diverseE Auanti romanzi, >uanti film, >uante pu66licit, e >uanti altri 1testi3 Bno6ili e nonC giocano su >uesto semplicissimo 1stratagemma30 < poi, >uanti e>uivoci di >uelli che si producono continuamente nelle interazioni >uotidiane, si fondano su diverse relazioni semantiche 1attivate3 da interlocutori differenti0 .l fatto che, da una parte dei prodotti culturali possano giocare su relazioni semantiche diverse rispetto a >uelle 1usuali3, e dall8altra diverse relazioni semantiche possano venire attivate da interlocutori diversi alle prese con la medesima interazione, dimostra il fatto che >ueste variazioni semantiche possano darsi

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e che in realt esse si danno continuamente! :essuna possi6ilit di relazione 6iunivoca fissa, nessun forma logica comune a linguaggio e realt, nessun rispecchiamento naturale e necessario! Del resto, in seguito alla 1scoperta della dimensione operativa, strumentale del linguaggio3, diventa difficile non ammettere che
la modalit dimpiego risulta la matrice del senso di "ualsiasi operazione espressiva e risulta la condizione che esercita il potere di determinare il modo in cui viene intesa un8espressione linguistica, in cui essa viene confrontata con la realt! .l significato di un8espressione non @ piD racchiuso in un8immagine logica della realt, come un nocciolo @ racchiuso entro il guscio, e il confronto tra mondo e linguaggio non % un rapporto cristallizzato nei termini di unidentit di forma logica , perch9 anche tale confronto risulta esposto alla svariata modalit delle procedure d8uso disponi6ili! K=argani $%4', p! +', corsivi mieiL

"a cos8@ dun>ue che, secondo l8espressione di 7inti^^a e 7inti^^a, non puF variare0 :on si possono variare 1le relazioni di rappresentazione tra le nostre espressioni da una parte e la realt dall8altra3! Se io da 6am6ino imparo che con il termine 1mattone3 ci si riferisce ad un oggetto fatto cosN e cosN e che serve a fare >uesto e >uest8altro, io da >uel momento utilizzerF >uella parola per riferirmi ad un determinato oggetto e mi aspetterF che un interlocutore che condivide con me la stessa lingua, al comando 1"attone\3 mi passi proprio >uell8oggetto! <cco l8importanza e la priorit della lingua madre ; una priorit non certo di 1natura naturale3 >uanto, potremmo dire, di 1natura culturale3 ; e di conseguenza l8importanza fondamentale dell8apprendimento linguistico! <cco come una determinata comunit linguistica condivide al fine di comunicare un certo numero di relazioni semantiche, ovvero un 6agaglio condiviso piD o meno sta6ile di relazioni, le >uali, almeno in potenza, possono venire attivate nello stesso momento da interlocutori diversi! Auesto 6agaglio condiviso @ sta!ilizzato culturalmente e glo6almente e, pur con tutte le inevita6ili oscillazioni, oppone delle notevoli resistenze di natura sociale alle possi6ili variazioni! Se ciF non avvenisse, l8ormai famosa 1costruzione in muratura3 difficilmente potre66e venir costruita! <cco che si spiega come mai le relazioni di rappresentazione tra le nostre espressioni da una parte e la realt dall8altra non possono variare nel loro complesso e come mai risulta veramente difficile anche solo immaginare >uale sare!!e la situazione se >uesto complesso fosse diverso

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da >uello che @ attualmente! ) >uesta rete di legami nel suo complesso siamo di fatto 1inchiodati3! erFE ) ordina 1"attone\3 e B gli passa un li6ro! )d una medesima parola corrispondono differenti legami semantici e la comunicazione non funzione nella maniera adeguata! .l fatto @ che B ha sentito dire da C: 1Auesto li6ro @ un mattone3 e di conseguenza, al comando 1"attone\3, B ha attivato un certo legame semantico che aveva a disposizione e che in >uella situazione gli sem6rava corretto! .n >uesto modo, perF, la nostra costruzione in muratura non verre66e costruita nel modo adeguato, nascere66ero delle incomprensioni e la comunit linguistica si trovere66e ad affrontare importanti pro6lemi di unit! <cco perch@ non si possono variare le relazioni di rappresentazione tra le nostre espressioni da una parte e la realt dall8altra: se le variazioni diventassero fre>uenti e incontrollate si rischiere66e l8incomunica6ilit e la disgregazione del mondo condiviso della comunit e, di conseguenza, della comunit stessa in >uanto tale! "a a >uesto punto, piD che una rigida norma che riflette un legame di tipo Bonto,Clogico tra linguaggio e mondo, >uesto principio ha piD l8aspetto di un imperativo etico,pragmatico di natura procedurale che ha a che fare con l8am6ito delle decisioni umane: 1se vuoi che le tue parole vengano capite nella maniera adeguata e senza troppa fatica, ricorri a legami semantici depositati nell8uso comune e utilizzati piD di fre>uente, evitando il piD possi6ile variazioni non necessarieO in >uesto modo la comunicazione sar agevolata e la vita della tua comunit linguistica ne trarr vantaggio3! otr sem6rare una fesseria, ma di fatto @ una norma che viene seguita ; o eventualmente violata ; >uotidianamente da ciascuno di noi, non @ altro che una 1massima conversazionale3 KCfr! =rice $%4+L! <ssa mi porta a scegliere tra i diversi legami semantici codificati e depositati nel 6agaglio comune di una data comunit, e ad attivare >uello che sem6ra piD pertinente in una data situazione: se mi trovo all8interno di un cantiere e al comando 1"attone\3 porgo un li6ro, ci dev8essere >ualcosa che non @ andato nella maniera 1corretta3 nella mia condotta conversazionale nell8am6ito di >uella particolare interazione!

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. legami semantici, dun>ue, da una parte possono venire trasformati 1a proprio piacimento3, dall8altra su6iscono continui cam6iamenti a nostra insaputa! .l fatto @, perF, che >uando uno decide consapevolmente di variare una determinata relazione semantica codificata in una certa comunit, lo fa a proprio rischio e pericolo e, se non lo fa nella maniera adeguata, non viene capito dal suo interlocutore! <d infatti il primo che @ ricorso all8espressione 1Z un mattone3 per dare un giudizio riguardo alla grossezza o alla >ualit di un li6ro, molto pro6a6ilmente non @ stato compreso! .l fatto @ che >uella complessit di fenomeni di 1slittamento3 e di 1condensazione3 che in generale puF venir posta sotto il nome di metafora, @ molto piD pervasiva di >uanto comunemente si pensi e non @ certo affare esclusivo di artisti e poeti! "a se una variazione delle relazioni semantiche codificate e depositate avviene in un dato momento e in un dato punto della comunit, essa non puF essere ancora considerata tale: @ necessario un periodo di tempo durante il >uale tale relazione semantica 1inedita3 viene usata, compresa e diffusa all8interno della comunit! Se ciF avviene, essa entrer effettivamente a far parte del 6agaglio comune di tale comunit B1la gam6a del tavolo3C, altrimenti rimarr un caso isolato senza alcuna 1rilevanza sociale3! .n definitiva un individuo, in >uanto mem6ro di una comunit linguistica, non puA ; in >uesto caso nel senso che non ha proprio la possi!ilit di ; variare le relazioni di rappresentazione tra le nostre espressioni da una parte e la realt dall8altra, senza fare i conti con >ueste dinamiche di natura intrinsecamente sociale a cui di fatto @ 1inchiodato3! Un pro6lema dun>ue non di logica pura ma, potremmo dire, di dinamica sociale contaminata! Z indu66io poi che i vari tentativi di teorie semantiche glo6ali mantengono viva la validit del proprio progetto fintanto che riescono a tenere tra parentesi proprio >ueste dinamiche fondamentali, momenti essenziali di >uella che con Certeau a66iamo chiamato storicit linguistica comune! otremmo dire con Saussure che si tratta di >uelle eccezionali, ma per nulla stra,ordinarie, 1dinamiche di parole3 che, operando sulle relazioni semantiche depositate nel sistema linguistico BlangueC ; considerato in uno stato sincronico 1iniziale3 tB ; producono effetti sull8assetto glo6ale di tale

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sistema in maniera sufficiente da condurlo ad uno stato sincronico tC: l81effetto ri,strutturante3 del fenomeno metaforico, la metafora come 1fattore strutturale3! Come si vede, langue e parole non si danno che in maniera correlativa! <cco spiegato poi il motivo per cui, nell8am6ito delle semantiche logico,formali, @ assolutamente comune pensare che Ii proferimenti metaforici siano delle a6errazioni occasionali, soprattutto di poeti mancati e nonJ KL?can $%%%, trad! it! p! *+%L! Se >ueste dinamiche appaiono fin troppo scontate per >uanto riguarda parole come 1mattone3 e 1li6ro3, che dire di altre come 1ovvero3 e 1prossimo3, o di altre come 1resistenza3 e 1li6ert30 Che fare poi >uando si passa dalla parole isolate alle costruzioni di taglia piD ampia come frasi e testi0 La complessit dell8uso chiaramente aumenta esponenzialmente e si apre una >uestione riguardo alla funzionalit e alla comprensi6ilit di determinate costruzioni linguistiche e dun>ue, anche >ui, riguardo alla storicit comune dei legami semantici che in esse agiscono e di cui esse sono un8attualizzazione! "a puntare il dito su >ueste 1dinamiche di parole3 nella loro correlazione fondamentale con l8am6ito del sistema B langueC, ovvero cosN come esse vengono di fatto agite e vissute nella vita >uotidiana di una comunit linguistica, non ha come fine ; forse occorre ri6adirlo ; lo spostamento di 6aricentro di una teoria semantica da una prospettiva logico, fondazionalista ad una storica,diacronica! )66iamo infatti visto come una semantica che a66racci >uesta seconda prospettiva risulti allo stesso modo 1non comprensiva3 nel considerare la propria posizione di osservatrice privilegiata e neutrale! Lo scopo @ invece >uello di mettere a fuoco la natura intrinsecamente sociale del linguaggio e l8inaggira6ile complessit che ne deriva, in modo tale da porre sotto gli occhi l8ineffa6ilit dei legami semantici e l8impossi6ilit di una teoria semantica glo6ale! Una teoria siffatta ; ri6adiamolo ancora una volta ; tralasciando gli aspetti fondamentali Bl8uso comune, la dinamica strutturale langue,parole, la sua stratificazione, la sua storicitC al fine di rendere accetta6ili ipotesi universali Brispecchiamento atomistico parola,oggetto designato, la sua motivazione 1naturale3, identit logica profonda delle diverse lingue

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naturaliC e di costituirsi come scienza, affonda di fatto le proprie radici nell8irrealt ; o meglio, in una realt solo artificiale e 1periferica3 ; e raccoglie successi in virtD di un8illusione! Un volta che si riesce a scorgere l8a66acinante complessit della >uestione linguistica e la sua pro6lematica inelutta6ilit, ecco che puF essere riaperta la >uestione trascendentale! Come mostrato in precedenza, ogni indagine trascendentale sviluppata conseguentemente fino alle sue implicazioni piD radicali, non puF che rimanere impigliata in >uello che a66iamo chiamato 1paradosso trascendentale3 KCfr! infra ` $!&!&L! <sso mostrava una mutua implicazione tra l8inconosci6ilit delle cose considerate in se stesse, indipendentemente dalle nostre attivit conoscitive e dalle strutture concettuali che utilizzano, e l8inconosci6ilit di tale strutture! <66ene, tale fondamentale paradosso della conoscenza ha ; come messo ottimamente in evidenza da 7init^^a e 7inti^^a ; un suo corrispettivo paradosso linguistico! <ssi affermano:
Auesto 1paradosso della conoscenza trascendentale3 @ riprodotto sul lato linguistico da una simile reciproca dipendenza tra l8ineffa6ilit delle cose considerate in astrazione dal linguaggio Be dal sistema concettuale in esso incorporatoC e l8ineffa6ilit di >uei legami semantici che sono considerati i mediatori tra linguaggio e realt! "entre /ant non pare essersi reso conto del paradosso della conoscenza trascendentale, tra i filosofi successivi vi @ stata un certa maggiore consapevolezza del suo corrispettivo linguistico! (ale corrispettivo consiste appunto nella dipendenza reciproca tra relativit linguistica Bl8impossi6ilit di esprimere la realt come essa @ in s9, considerata indipendentemente dal nostro linguaggioC e l8ineffa6ilit della semantica! 2ittgenstein, per esempio, ha sostenuto entram6e >ueste tesi! KEL in particolare egli ha affermato l8ineffa6ilit della semantica lungo tutta l8evoluzione del suo pensiero! K&vi, p! *',*&L

.l pro6lema @ tutto >ui: il primo 2ittgenstein non si @ accorto del paradosso linguistico o ha cercato di insa66iarlo al fine di tenere in piedi il suo progetto! .nfatti pur sostenendo la tesi dell8ineffa6ilit dei legami semantici, il primo 2ittgenstein ha lavorato attorno al progetto di un linguaggio ideografico universale che potesse esprimere indipendentemente dal nostro linguaggio la forma logica del linguaggio e della realt! < focalizzando l8attenzione solamente sul primo corno della >uestione ; l8ineffa6ilit dei legami semantici ; ha distolto lo sguardo dall8aspetto piD importante e insieme piD pertur6ante ad esso correlato, ed ha assicurato alla sua teoria semantica un approdo sicuro e sta6ile! Uno stratagemma efficace >uanto

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illusorio! Auesto stratagemma si fonda, infatti, sulla fede che tra linguaggio e mondo vi sia un corrispondenza naturale, un codice universale dato a! origine, e che sia dun>ue reperi6ile da >ualche parte un linguaggio ideale ; se fatto di sim6oli, geroglifici o rune, poco importa ; in grado di corrispondervi! "a una volta che ci si scontra con il primo corno della >uestione ; l8ineffa6ilit dei legami semantici ; come riuscire a rimanere ancora devoti a >uesta fede0 Dopo >uesto primo scontro, risulta infatti veramente difficile non accorgersi del suo 1corno gemello3 ; l8impossi6ilit di esprimere la realt come essa @ in s9, indipendentemente dal nostro linguaggio ; e ignorare la loro dipendenza reciproca! <d ecco che tra i due corni si disegna la minacciosa testa del paradosso linguistico! <d ecco che si impone in tutta la sua definitiva luminosit il primo assunto della svolta linguistica con i suoi 1assiomi gemelli3: una spiegazione filosofica del pensiero @ consegui6ile attraverso una spiegazione filosofica del linguaggio e una spiegazione comprensiva @ consegui6ile solo in >uesto modo! .n definitiva, prendendo in prestito delle efficaci formule ela6orate da Francesco "arsciani per in>uadrare il progetto di razionalit semiotica K"arsciani $%%#, p!*L, possiamo concludere che se il primo 2ittgenstein ; e con esso tutte le teorie logico,semantiche ; si muove indu66iamente all8interno di una Iconcezione formalista e scientista del metalinguaggioJ che concepisce il metalinguaggio logico,sim6olico come un linguaggio primario in s9 sta6ile e conchiuso a cui dover ricondurre le diverse lingue naturali al fine di renderle realmente significanti, la radicalit della svolta consiste in un progressivo allontanamento da >uesta concezione e in una conseguente adesione ad una Iconcezione fenomenologica e 1riflessiva3 del senso e della significazioneJ! <d @ solo nell8am6ito di >uesta seconda concezione ; adeguatamente sviluppata ; che si puF riaprire la >uestione trascendentale e ricomprenderla come luogo fondamentale per affrontare la >uestione linguistica in maniera rigorosa e coerente! CosN se il merito principale del lavoro di 2ittgenstein @ senza du66io >uello di aver denunciato Ilaillusione positivista di un metalinguaggio formalizzato capace di tradurre in un sistema esaustivo e coerente il mondo

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diverso e variegato del linguaggio,oggettoJ K"arsciani $%%#, p! 4'L e di aver riportato cosN, secondo l8espressione di "arsciani, 1il senso al senso3, dall8altra esso ci lascia in eredit ; un8eredit pesantissima ; il grande pro6lema di come continuare a filosofare intorno alla >uestione fondamentale del senso e se continuarlo a farlo! .nfatti la tentazione,
a >uesto punto, @ >uella di rinunciare a >ualun>ue possi6ilit di descrizione scientifica dei fenomeni discorsivi! La filosofia rischia allora di ritirarsi in unaiper,coscienza dellaimpossi6ilit del proprio discorso, a66andonando con ciF il campo della ricerca ai piD svariati tentativi, per lo piD contingenti e intuitivi, di riattri6uzione di senso al senso! K&!id!L

) >uesta tentazione, seppur forte, 6isogner sottrarsi! Bisogner trovare 1a >uesto punto3 ; ovvero nell8epoca del 1dopo 2ittgenstein3 Bd!2!C ; uno spazio di pratica6ilit, come detto, rigoroso e coerente, che si allontani in >ualche modo dagli 1svariati tentativi contingenti e intuitivi di riattri6uzione di senso al senso3! L8idea @ che nello stesso lavoro di 2ittgenstein vi si possano trovare delle indicazioni preziose! #$,$8 Uno s%azio di %ratica i!it1 La nostra scelta, a >uesto punto o66ligata, @ >uella di rimanere dentro alla storicit linguistica comune a cui siamo 1inchiodati3 e di cercare delle vie percorri6ili al fine di non tradire >uella paradossalit costitutiva che deriva da >uesta scelta di campo! La >uestione insomma ora diventa: che fare0 <ssere o non essere0 Fare o disfare0 Una via facilmente percorri6ile @ >uella di adagiarsi all8uso comune, appiattirsi ad esso, affidarsi ciecamente alla sua molteplicit per sua natura incoerente ed ar6itraria, farsi assor6ire completamente della grande macchina che tutto inglo6a e tutto divora: messaggi come repliche del gi detto, copie fedeli e omologate, nessuna crepa nella superficie u6i>ua del senso, minima, inevita6ile deformazione schiava della disseminazione! Mpposta a >uesta via c8@ >uella percorsa dall8uomo che strizza l8occhio perch9 tutto ormai sa e tutto ha gi capito e cerca di sfruttare la situazione a suo esclusivo vantaggio: accostamenti impervi, ar6itrari slittamenti semantici, deformazione spregiudicata e solo 1intuitiva3, connivenza

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consapevole con una disseminazione indefinita, massima temerariet creativa, /turm und $rang! <ntram6e >ueste vie sono pratica6ili, entram6e di fatto sono praticate con risultati spesso anche del tutto imprescindi6ili! "a @ sufficiente >uesto0 Una volta riconosciuta la nostra collocazione all8interno dell8orizzonte pro6lematico in cui siamo presi senza possi6ilit di sorvolo, ci si puF davvero accontentare della scelta difficile ; >uanto 6anale ; tra omologazione efficace ma servile delle folle e supremazia affascinante ma anarchica del folle0 Fidarsi e consumare a rischio di scomparire oppure disfare e rifare a rischio di accecare Be di accecarsiC, >uesto @ il pro6lema0 .l fatto @ che entram6e le vie sopra descritte, per >uanto radicalmente differenti, non sono in fin dei conti che semplici 1effetti di parole3, prodotti in >ualche modo su6ordinati alle dinamiche dell8uso e appiattiti sull8indeterminatezza della disseminazione, la >uale del resto @ all8origine stessa della loro infinita potenzialit! Sentiamo invece il 6isogno di una 1terza via3, distante in ugual misura dalle due vie appena individuate, che distaccandosi dalle dinamiche glo6ali della parole e dall8indefinita disseminazione prodotta da esse, miri ad una diminuzione, perlomeno locale e provvisoria, dell8ar6itrariet! )66iamo 6isogno in altri termini di individuare l8orizzonte per un percorso che, nella piena consapevolezza dell8assoluta centralit delle dinamiche della parole nella vita del linguaggio considerato nella sua 1storicit comune3, si distanzi in >ualche modo da esse senza perdere il contatto con la loro imprescindi6ile ricchezza! Un percorso che nel tentativo di allontanarsi dalle dinamiche di parole tenga costantemente presente la condanna inappella6ile che pesa come un macigno sulla vanit che @ propria dei tentativi di sorvolo e di totalizzazione! Sentiamo dun>ue il 6isogno di individuare un orizzonte per un percorso che si impegni in ogni momento in un duplice sforzo: da una parte >uello di rimanere ancorato alla storicit linguistica comune nel tentativo, perF, di non venir completamente assor6ito dalle sue dinamiche disseminanti, dall8altra >uello di resistere in ogni modo a >uell8ansia da fondazione che spinge a cercare una causa universale del linguaggio al di

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fuori del linguaggio stesso! Si trattere66e, almeno in potenza, di un percorso di assoluta coerenza affrancato dalle lusinghe della completezza! La 1terza via3 inaugurata da 2ittgenstein si sviluppa intorno alla nozione di gioco linguistico B/prachspielC! La nozione di gioco linguistico risulta fondamentale nel pensiero del secondo 2ittgenstein al fine di costruire una metodologia in grado di descrivere il fenomeno linguistico in tutte le sue molteplici manifestazioni! Si tratta, dun>ue, di una metodologia costruita, in virtD della >uale il filosofo, in >ualit di anti,scienziato, puF impegnarsi in >uella 1scienza dell8ordinario3 che ha come o6iettivo una descrizione adeguata e coerente dei modi d8uso delle espressioni linguistiche! "a cos8@ un gioco0 .n generale @ una attivit sociale governata da regole ar6itrarie e convenzionali: ar6itrarie in >uanto non hanno alcun fondamento necessario inscritto nell8ordine naturale delle cose, convenzionali in >uanto sono il prodotto di un contratto Bseppur tacitoC stipulato in un dato momento Banche se solo in maniera virtualeC e accettato in >ualche modo dai partecipanti al gioco al momento della sua effettiva realizzazione! <66ene, l8idea fondamentale di 2ittgenstein @ che una >ualsiasi interazione linguistica ; ma anche una >ualsiasi altra pratica sociale ; puF essere descritta come un gioco che avviene tra gli interlocutori coinvolti nell8interazione e che si 6asa su regole condivise dagli interlocutori stessi! "a allora se il compito del filosofo dell8ordinario @ >uello di descrivere i modi d8uso delle espressioni linguistiche all8interno di una determinata interazione linguistica, ciF significa che egli deve descrivere il gioco nell8am6ito del >uale le espressioni linguistiche sono impiegate e le regole che i partecipanti sem6rano condividere nel tentativo di giocare nella maniera corretta allo stesso gioco! Mvvero nel tentativo di comprendersi! Dare una definizione precisa di cosa sia effettivamente un gioco linguistico @ davvero difficile! otremmo a fini puramente esplicativi, ricorrere a >uesta definizione 1tecnica3 ; per altro ottima ; del =argani:
. 1giochi linguistici3 risultano i possi!ili modelli o paradigmi differenti e alternativi tra loro degli statuti di funzionalit accorda!ili al linguaggio ! KEL . 1giochi linguistici3 risultano introdotti da 2ittgenstein KEL nella veste di paradigmi alternativi

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di funzionalit linguistica che attraverso 1somiglianze e differenze3, assolvono il compito di rompere con la pretesa di codificare il linguaggio secondo le norme di un modello grammaticale unitario, rigido e invariante, derivato dalle regole logiche rigorose di un calcolo! K=argani $%4', p! 5$, corsivo mioL

Si danno diversi 1statuti di funzionalit3 delle espressioni linguistiche e i giochi linguistici non sono altro che 1modelli differenti e alternativi3 di tali statuti che possono essere utilizzati al fine di rendere esplicite le regole del loro funzionamento! .l fatto @, perF, che se vi @ effettivamente una notevole difficolt a definire cosa sia un gioco linguistico, tale difficolt non deve essere sottovalutata! Z del resto lo stesso 2ittgenstein a puntare il dito su >uesta difficolt nell8enigmatico 1schizzo3 4$ delle icerche!
Si puF dire che il concetto 1giuoco3 @ un concetto dai contorni sfumati! KEL Frege paragona il concetto con un8area e dice: un8area non chiaramente delimitata non puF nemmeno chiamarsi area! Auesto vuol dire, forse, che non possiamo farne nulla! ; "a @ privo di senso il dire: IFermati piD o meno lN\J0 .mmagina che io mi fermi con un8altra persona in un certo posto e lo dica! Dicendolo non traccerF nessun confine, ma forse farF un movimento indicatore con la mano ; come per indicargli un punto determinato! Z proprio cosN che si puF spiegare cosa sia un giuoco! Si danno esempi e si vuole che vengano compresi in un certo senso! ; "a con >uesta espressione non intendo: in >uesti esempi egli deve vedere la comunanza che io ; per una >ualche ragione ; non ho potuto esprimere, ma: deve impiegare >uesti esempi in modo determinato! Aui l8esemplificazione non @ un metodo indiretto di spiegazione, ; in mancanza di un metodo migliore! .nfatti, anche ogni definizione generale puF essere fraintesa! .n "uesto modo, appunto, giochiamo il giuoco! B.ntendo il giuoco linguistico con la parola 1giuoco3!C K2ittgenstein $%+', ` 4$, trad! it! p! &%L

.l concetto di gioco @ un 1concetto dai contorni sfumati3 e la difficolt di definirlo in maniera definitiva @ una difficolt reale! .l fatto @ che, a voler essere rigorosi, una definizione generale di cosa si de66a intendere per gioco @ proprio impossi6ile! Z una impossi6ilit legata certo, come detto, ai suoi contorni sfumati e mai circoscrivi6ili in maniera definitiva, ma anche, ancora una volta, alla particolare collocazione in cui ci troviamo in >uanto esseri parlanti inseriti allinterno della comunit linguistica! La nostra collocazione all8interno della storicit linguistica comune implica, infatti, l8impossi6ilit di sottrarsi al dominio dei giochi linguistici ; la sfera glo6ale del linguaggio a cui siamo inchiodati ; al fine di porli come semplici oggetti della propria indagine! La fuoriuscita da un determinato gioco linguistico non implica l8accesso all8am6ito di un8esteriorit assoluta ; luogo dei principi, le 1"adri dell8essere3 ; >uanto piuttosto la 1ricaduta3 all8interno di un altro gioco linguistico! <cco perch9 risulta impossi6ile definire cosa sia

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un gioco linguistico: la stessa definizione di gioco linguistico non @, a sua volta, che un altro gioco linguistico! "a allora il modo piD semplice per definire cosa sia un gioco linguistico @ >uello di 1dare degli esempi3, dal momento che ora appare evidente che l81 esemplificazione non @ un metodo indiretto di spiegazione, in mancanza di uno migliore3, ma risulta essere l8unico modo di spiegazione realmente possi6ile! L8unico modo adeguato, ovvero coerente e 1comprensivo3! =ran parte degli sforzi in cui @ impegnato 2ittgenstein nelle icerche filosofiche mirano a circoscrivere nella maniera piD adeguata un am6ito di fatto mai circoscrivi6ile del tutto e finiscono per 1cozzare3 di continuo contro il limiti di >uesta impresa! "a >uella che sulle prime puF sem6rare una fatica di Sisifo, finisce per dimostrarsi un8impresa titanica tutt8altro che inutile! Una cosa @ certa: ci vuole pazienza\ Si viene posti davanti ad una lunga serie di giochi col desiderio che essi 1vengano compresi in un certo modo3! "a anche se >uesto 1certo modo3 spesso non fa altro che sfuggire, non si rimane certo a 6occa asciutta! Auello che appare, infatti, @ lo spettacolo di un8eterogeneit impressionante di giochi linguistici! Un possi6ile elenco lo fornisce lo stesso 2ittgenstein, un elenco evidentemente 1incompletissimo3: Icomandare e agire secondo comando, descrivere un oggetto in 6ase al suo aspetto o alle sue dimensioni, costruire un oggetto in 6ase a un descrizione BdisegnoC, riferire un avvenimento, fare congetture intorno all8avvenimento, ela6orare un8ipotesi e metterla alla prova, rappresentare i risultati di un esperimento mediante ta6elle e diagrammi, inventare una storia e leggerla, recitare a teatro, cantare in girotondo, sciogliere indovinelli, fare una 6attuta, risolvere un pro6lema di aritmetica applicata, tradurre da una lingua ad un8altra, chiedere, ringraziare, imprecare, salutare, pregareJ K2ittgenstein $%+', ` *', trad! it!, p! *$,**L! )nche la matematica nel suo complesso, secondo la cele6re tesi contenuta nelle icerche, non @ altro di un gioco linguistico molto vasto e complesso, all8interno del >uale convivono un8eterogeneit di giochi linguistici, talvolta anche alternativi tra loro, sovrapposti tra loro Btesi, come @ evidente, molto

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lontana da >uella tesi logicista sostenuta da Frege e da Russell, come pure dallo stesso 2ittgenstein nella prima fase del suo pensieroC! "a ora, posti dinnanzi a >uesta incredi6ile variet di giochi linguistici, che fare0 )ndare alla ricerca della forma logica di >uesti giochi ; o delle espressioni in esso contenute ; in grado di assicurare un approdo sta6ile alla realt non pare, come detto, la via piD adeguata B coerente e comprensivaC da percorrere, ma solo una via illusoria verso un8impossi6ile completezza! .l fatto @, perF, che risulta del tutto spontaneo porsi la domanda 1glo6ale3: che cosa @ comune a tutti >uesti giochi0 Se la pone lo stesso 2ittgenstein, ma, fermo e deciso, afferma:
:on dire: I$eve esserci >ualcosa di comune a tutti, altrimenti non si chiamere66ero 1giuochi3J ; ma guarda se ci sia >ualcosa di comune a tutti! ; .nfatti, se li osservi, non vedrai certamente >ualche cosa che sia comune a tutti, ma vedrai somiglianze, parentele, e anzi ne vedrai tutta una serie! Come ho detto: non pensare, ma osserva\ KEL Heder somiglianze emergere e sparire! < il risultato di >uesto esame suona: Hediamo una rete complicata di somiglianze che si sovrappongono e si incrociano a vicenda! Somiglianze in grande e in piccolo! K&vi, ` --, trad! it! p! &-,&4L

)ndare alla ricerca di somiglianze che accomunano certi giochi linguistici e di differenze che separano un gioco dall8altro, o da un gruppo di altri: >uesto sem6ra essere il nostro compito Si tratta, come dice 2ittgenstein, di descrivere 1somiglianze di famiglia3 che si possono individuare tra diversi giochi linguistici , dal momento che
le varie somiglianze che sussistono tra i mem6ri di una famiglia si sovrappongono e si incrociano nello stesso modo: corporatura, tratti del volto, colore degli occhi, modo di camminare, temperamento, ecc! ecc! ; < dirF: i 1giuochi3 formano una famiglia! K &vi, ` -4, trad! it! p! &4L

<merge dun>ue, in >ualche modo, la volont di individuare un ordine, un ordine, potremmo dire, 1famigliare3! :on si tratta, dun>ue, di andare alla ricerca di una classificazione che rispecchi in >ualche modo un ordine naturale, una struttura reale depositata in >ualche luogo, una gerarchia universale! :el linguaggio non c8@ nulla di per s. da ordinare, da spiegare, n9 tantomeno da fondare! .l filosofo Inon puF in nessun modo intaccare l8uso effettivo del linguaggioO puF in definitiva solo descriverlo! :on puF nemmeno fondarlo! Lascia tutto com8@!J K&vi, ` $*&, trad! it! p! -%L! D8altra parte, perF, il filosofo dell8ordinario vuole mettere ordine, in >ualche modo

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come la mamma vuole che il proprio figlio metta ordine alla propria stanza! <d infatti
Hogliamo mettere ordine nella nostra conoscenza dell8uso del linguaggioO un ordine per uno scopo determinatoO uno dei molti ordini possi6iliO non l8ordine! K&vi, ` $'*, trad! it! p! 4$L!

<d ecco che nel complicato compito di 1mettere ordine nella nostra conoscenza dell8uso del linguaggio3 puF risultare molto utile la nozione di gioco linguistico, piD o meno come nel complicato compito di mettere ordine alla propria stanza risulta molto utile un criterio per merito del >uale, a lavoro ultimato, la mamma possa dire soddisfatta I2oG, che ordine\J! Auello che, del resto, risulta utile non @ tanto la nozione di gioco linguistico in s9, ma il suo effettivo impiego come uno strumento! .nfatti, come dice 2ittgenstein, @ fondamentale 1impiegare >uesti esempi Kdi gioco linguisticoL nel modo adeguato3 al fine di comprendere ; e di ordinare 1per uno scopo determinato3 ; l8uso effettivo del linguaggio! .n >uesto modo possiamo concludere con =argani che i Igiochi linguistici, >uali modelli grammaticali tra loro alternativi dell8uso linguistico hanno la funzione di introdurre un ordine nella rappresentazione dei fenomeni linguisticiJ K=argani $%4', p! %*, corsivo mioL! Un gioco linguistico @ dun>ue un principio logico organizzatore introdotto dal filosofo dell8ordinario al fine di descrivere il modo d8uso di una particolare espressione linguistica all8interno di una determinata attivit sociale! $escrivere, in >uesto senso, @ totalmente altro dallo spiegare, se con spiegare si intende ; alla maniera delle scienze empirico,causali ; ricondurre un determinato fenomeno alla sua causa, la cui semplice esistenza @ sufficiente a rendere conto della presenza attuale del fenomeno stesso! Auesta, del resto, non @ altro che >uella 1metodologia genetica3 che @ propria della scienze della natura e che ruota attorno al principio di causalit! La metodologia inaugurata da 2ittgenstein, invece, risulta tanto piD adeguata ed efficace, >uanto piD riesce ad allontanarsi proprio da una metodologia di tipo empirico,genetico,deterministico! <cco allora che, nell8am6ito della metodologia dei giochi linguistici, descrivere un fenomeno

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non significa altro che interpretarlo, nel senso di fraintenderlo attri6uendogli un ordine che esso di per s9 non possiede! Si tratta infatti, come detto, di mirare a 1fraintendimenti coerenti3! "a se si considera ora che un principio logico organizzatore puF essere inteso come una forma nell8accezione 1B3 della nostra classificazione KCfr! infra ` $!'L, possiamo affermare senza troppi indugi che un gioco linguistico non @ altro che una forma che consente a >uell8anti,scienziato che il filosofo dell8ordinario di porre un ordine ; locale e provvisorio ; ad una determinata attivit sociale in modo tale da fare emergere il significato ; un significato possi6ile ; delle espressioni linguistiche in essa contenute! La descrizione di un gioco linguistico, dun>ue, in >ualche modo istituisce il significato delle espressioni linguistiche contenute in una certa pratica sociale! "a >uesto non significa che tali espressioni non posseggano gi un significato e che l8attivit nel suo complesso non a66ia gi un proprio senso e un proprio ordine! Z chiaro, infatti, che
ogni proposizione del nostro linguaggio 1@ in ordine cosN com8@3! Hale a dire: non ci sforziamo di raggiungere un ideale: come se le vaghe proposizioni che usiamo comunemente non avessero ancora un senso del tutto ineccepi6ile e noi dovessimo ancora costruire un linguaggio perfetto! ; D8altra parte sem6ra chiaro >uesto: che, dove c8@ senso, l deve esserci ordine perfetto! K2ittgenstein $%+', ` %5, trad! it! p! -'L

.l fatto @, perF, che per parlare di >uesto ordine 1gi dato3, per descrivere in maniera adeguata >uesto senso 1gi sempre presente3, non c8@ altra via se non >uella di istituire un nuovo ordine coerente ; una nuova forma ; che dia vita ad una nuova organizzazione di senso! <cco, dun>ue, che l8interpretazione di una pratica sociale attraverso la descrizione di un gioco linguistico, permette di istituire una relazione ; o meglio, una rete di relazioni ; in virtD della >uale un8espressione linguistica viene riferita al contesto generale in cui essa si trova e viene collegata alle altre espressioni linguistiche che insieme ad essa compongono >uel determinato contesto! .n >uesto modo un8espressione linguistica assume un significato determinato! :on certo il suo significato proprio ma, appunto, un possi!ile significato che puF essere determinato in virtD dell8inserimento di >uella data espressione all8interno di un particolare gioco linguistico! < se si ammette

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>uesto, si riesce a comprendere come >uella che sulle prime appare come una 1medesima espressione3 linguistica, puF di fatto assumere significati anche radicalmente diversi, in rapporto a giochi linguistici differenti in cui puF venire inserita! .n >uesto modo, potremmo dire, essa smette di essere semplicemente la 1medesima espressione3! Compito del filosofo dell8ordinario @, appunto, >uello di mettere in luce >uesti differenti modi di impiego che si nascondono sotto la superficie omogenea delle espressioni linguistiche, nel >uadro di una metodologia di analisi istituita in maniera coerente ed esplicita! Del resto, @ indu66io, che
>uello che ci confonde @ l8uniformit nel modo di presentarsi delle parole che ci vengono dette, o che troviamo scritte e stampate! .nfatti il loro impiego non ci sta davanti in modo altrettanto evidente! KEL Come >uando guardiamo nella ca6ina di una locomotiva: ci sono impugnature che hanno tutte, piD o meno, lo stesso aspetto! BCiF @ comprensi6ile, dato che tutte de66ono venire afferrate con la mano!C "a una @ l8impugnatura di una manovella che puF venire spostata in modo continuo Bregola l8apertura di una valvolaCO un8altra @ l8impugnatura di un interruttore che ammette solo due posizioni utili: su e giDO una terza fa parte della leva del freno: piD forte si tira piD energicamente si frena! Una >uarta @ l8impugnatura di una pompa: funziona solo fin >uando la muoviamo in >ua e in l! K&vi, ` $$,$*, trad! it! p! $+L

Auella che 1presa isolatamente3 appare come la stessa identica impugnatura, una volta inserita nei sui diversi contesti di effettivo utilizzo funziona in una molteplicit di modi diversi e assume, di conseguenza, differenti significati! Spostare in modo continuo, portare su o giD, tirare energicamente, muovere in >ua e in l, ecc!, non sono altro che differenti giochi all8interno dei >uali la 1medesima3 impugnatura viene utilizzata in modo diverso! ossiamo dire che porre un8impugnatura sotto il dominio di un determinato gioco non @ cosa diversa dall8interrogarsi sul significato da attri6uire ad una determinata espressione linguistica: le espressioni linguistiche 1corrispondono3 alle impugnature'*! )ll8interno di una determinata pratica il pro6lema del significato ; o meglio, della sua articolazione ; raramente viene avvertito in >uanto tale, n9 tantomeno posto in maniera esplicita! )nzi si puF proprio dire che all8interno della pratica il significato non fa pro6lema: il senso circola
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.n un8osservazione contenuta nelle 1hilosophische )emerkungen K$%-&L, e che evidentemente costituisce l8a66ozzo del paragrafo ` $$ delle icerche, 2ittgenstein afferma: ICome in un posto di manovra vengono fatte le cose piD disparate per mezzo di leve, cosN avviene con le parole del linguaggio7 che corrispondono alle leve J K2ittgenstein $%-&, trad! it! p! +'L!

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1perfettamente3! . pro6lemi iniziano >uando ci si pone in >ualche modo al di fuori della pratica, >uando ci si colloca in un8esteriorit che, come detto, non puF essere mai assoluta n9 reale! Auesta posizione pro6lematica si raggiunge >uando si a66andona l81atteggiamento ingenuo3 che porta a pensare alle singole espressioni linguistiche ; e ad utilizzarle ; come se ciascuna di esse fosse correlata ad un proprio contenuto oggettivo, autonomo rispetto ai soggetti che partecipano all8interazione e rispetto all8interazione stessa! <66ene, una volta guadagnata >uesta posizione che, piD che di esteriorit, l8a66iamo definita di estraneit, si puF iniziare a porsi la >uestione del significato e a trattare in maniera adeguata il pro6lema della sua articolazione, solo a patto di a66racciare una tematica propriamente trascendentale! "a allora la metodologia dei giochi linguistici appare come una via che ci permette di sviluppare un8indagine trascendentale efficace ed insieme 1comprensiva3, ovvero in linea con la nostra collocazione all8interno della storicit linguistica comune! .l primo compito della metodologia dei giochi linguistici, dun>ue, @ >uello di porre il significato come pro6lema! Se infatti prima della sospensione di >uello che a66iamo chiamato 1atteggiamento ingenuo3 il significato non @ in alcun modo avvertito come pro6lema, la metodologia dei giochi linguistici non fa altro che mostrare l8inconsistenza di >uesto atteggiamento e porre sotto gli occhi la >uestione del significato non in >uanto datit,gi,data ma in >uanto orizzonte pro6lematico da circoscrivere! .n >uesta prospettiva, possiamo affermare che la fondamentale distinzione di Saussure tra significante e significato non @ altro che il prodotto principale della descrizione di un gioco linguistico! Z infatti proprio nell8am6ito di un particolare gioco linguistico che essa diventa pertinente: il significato viene assunto come >uell8orizzonte pro6lematico che risulta necessario al fine di descrivere l8impiego effettivo del suo 1correlato pu66lico3 ; il significante ; all8interno di una determinata pratica! "a allora la descrizione di un gioco linguistico @ >uella che istituisce una correlazione possi!ile tra una rete di significanti, che compaiono in una determinata pratica e che vengono 1messi in rete3 dalle descrizione stessa, e una rete di

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significati, che permette di rendere conto del senso ; ovvero dell8impiego effettivo ; di >uella determinata rete di significanti nell8am6ito di >uella determinata pratica! .l fatto poi @ che la descrizione del gioco linguistico, >uella che come detto istituisce >uesta correlazione tra significante e significato, @ essa stessa un81operazione di linguaggio3! <d infatti, come osserva ottimamente il =argani
La spiegazione del significato di un8espressione non @ un8operazione di riconduzione di essa alla struttura di un processo psico,fisico, ma @ unoperazione ulteriore allinterno del sistema linguistico, 1un nuovo passo nel nostro calcolo3! K=argani $%4', p! 4$, corsivo mioL

.n >uesta prospettiva, iC la descrizione di un gioco linguistico non @ altro che una procedura che permette di circoscrive ; in >ualche modo istituendole ; >uelle condizioni di possi!ilit formali che rendono conto dell8emergere del senso delle espressioni linguistiche presenti in una certa attivit socialeO iiC >uesta descrizione non @ altre che un81operazione ulteriore all8interno del sistema linguistico3! oi, come ormai dovre66e essere chiaro, parlare di condizioni di possi6ilit formali che rendono conto dell8emergere del senso, non @ lo stesso che parlare di cause sostanziali che stanno all8origine del significato! Z proprio su >uesta differenza fondamentale che si fonda la distinzione tra un approccio empirico-genetico al pro6lema del significato e >uello che, per ora, possiamo chiamare un approccio fenomenologico, riflessivo''! La metodologia dei giochi linguistici @ l8unica in grado di rendere percorri6ile in maniera veramente coerente un8indagine trascendentale, in >uanto risulta consapevole della propria intrinseca paradossalit e, piD in generale, di >uella paradossalit costitutiva del senso che, come visto con "arsciani, 1si river6era in una generale e pervasiva autoriflessivit linguistica e in una circolarit manifesta tra soggetto e oggetto della
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Dico 1per ora3, perch9 la discussione intorno alla fenomenologia non @, a >uesto punto dello scritto, ancora stata compiuta e perch9 essa occuper gran parte dello scritto rimanente KCfr! infra ` $!- e l8intera 1seconda parte3L! .l fatto @, come si vedr, che sotto l8etichetta di 1approccio fenomenologico3 alla >uestione del significato si possono collocare, perlomeno, due prospettive diverse e, per molti versi, decisamente antagoniste! La disam6iguazione dell8espressione 1approccio fenomenologico3 diverr in seguito una >uestione prioritaria! er intanto si tenga conto che >ui si parla di un approccio non solo fenomenologico, ma 1fenomenologico,riflessivo3!

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scienza3 Kcfr! infra ` $!&!& e $!+!5L! .n >uesto senso @ facile accorgersi come i giochi linguistici siano, da una parte, gli oggetti a cui si rivolge l8indagine trascendentale al fine di circoscrivere le condizioni dell8emergere del senso, dall8altra, non siano altro che le condizioni a priori di >uesta stessa indagine, ovvero >uegli strumenti metodologici dati a priori senza i >uali l8indagine stessa non potre66e aver luogo! . giochi linguistici sono dun>ue, ad un tempo, effettualit e condizioni di >uesta effettualit, ad un tempo gli oggetti a cui si rivolge l8indagine e i soggetti che in >ualche modo 1compiono3 l8indagine stessa, che la rendono possi6ile: oggetti e soggetti collocati in una co,imlicazione 1originaria3 che non smette di far pro6lema, in una 1circolarit manifesta3 che si manifesta a tutti i livelli! Del resto che cos8@ la 1descrizione di un gioco linguistico3 se non, a sua volta, un8attivit sociale descrivi6ile come un gioco linguistico0 <cco che nella lista dei giochi linguistici, accanto a giochi come risolvere un pro6lema di aritmetica, tradurre da una lingua ad un8altra e cantare in girotondo, va aggiunto >uel particolare gioco linguistico che @ 1descrivere un gioco linguistico3! < in >uesto modo ci si accorge di come il gioco linguistico non sia altro che il 1luogo glo6ale3 dal >uale @ impossi6ile sfuggire ; luogo della circolarit paradossale del senso ; e, allo stesso tempo, un 1luogo locale3 dal >uale ; o tramite il >uale ; provare ad organizzare una resistenza a >uella stessa circolarit che lo pervade: un 1luogo locale3 in cui si assiste alla circolarit e in cui inevita6ilmente la si produce, e, allo stesso tempo, un luogo dal "uale ; o tramite il >uale ; @ possi6ile limitare la circolarit e provare a controllarla! Luogo glo6ale e luogo locale stanno, in definitiva, in >uel rapporto pro6lematico di presupposizione reciproca che @ tipico di una struttura dinamica! .n conclusione, la filosofia del linguaggio del secondo 2ittgenstein puF essere considerata il tentativo piD rigoroso di rimanere dentro il linguaggio al fine di intraprendere, in maniera coerente, un8indagine trascendentale e di porsi cosN nella condizione di 1dire sul senso >ualcosa di sensato3! Auel pro6lematico e non certo semplice 1dire sul senso3 che, da una parte, non finge di ignorare n9 cerca di insa66iare, ma accetta e vive,

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>uella pro6lematicit paradossale e >uella complessit inaggira6ile che si rendono evidenti una volta che si accoglie la >uestione del linguaggio come proprio orizzonte fondamentaleO dall8altra, che non si accontenta semplicemente di decostruire i differenti modi d8uso, n9 di adagiarsi su di essi, ma, affidandosi ad una metodologia formale ; una 1dogmatica del secondo tipo3 KCfr! infra ` $!&!'L ; costruita a priori in maniera esplicita, cerca di muoversi all8interno di un8indagine con taglio trascendentale al fine di fraintendere coerentemente i differenti modi d8uso e di dar loro un ordine locale chiaro ed esplicito! er >ueste ragioni non si puF che essere d8accordo con il Certeau nel considerare l8indagine di 2ittgenstein il modello piD adatto per lo studio della cultura, il modello piD coerente per >uella anti, scienza dell8ordinario di cui sentiamo fortemente la necessit e di cui avvertiamo l8utilit sociale!

#$5 9usser! e !a s+o!ta interso""etti+a


#$5$# Un:e%oc'; a!!:ori"ine de!!a scienza Auello dell8esteriorit @ stato uno dei temi principali del capitolo precedente! Un8esteriorit in cui porsi, un8esteriorit pro6lematica da guadagnare, un8esteriorit mai assoluta n9 reale in cui collocarsi al fine di rintracciare un orizzonte possi6ile per un percorso di pratica6ilit coerente in grado, non gi di risolvere, ma di porre nella maniera adeguata la >uestione del significato! er distinguere >uesta esteriorit da >uella assoluta a cui fanno appello i vari tentativi di semantica glo6ale, a66iamo scelto di definire ; sulla scorta di 2ittgenstein e di Certeau ; >uesta posizione pro6lematica, 1estraneit in casa propria3! <66ene, alla 6ase del progetto fenomenologico c8@ proprio un8accurata tematizzazione di >uesta operazione di distanziamento, operazione necessaria al fine di sospendere l81atteggiamento naturale3 e di intraprendere una ricerca puramente fenomenologica! Auesta 1sospensione3 @ detta epoch.! 7usserl riprende la nozione di epoch. degli antichi Scettici che chiamavano in >uesto modo la pratica di sospensione totale e definitiva del giudizio! )llo stesso tempo 7usserl si ispira al du!!io universale cartesiano,

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>uello che porta il filosofo a mettere in du66io tutto ciF che esiste, fino a raggiungere 1ciF che @ sufficiente per se medesimo3, ovvero il cogito! L8epoch9 fenomenologica, tuttavia, non ha perF l8effetto di sospendere n9 il giudizio n9 la realt! CiF che viene sospeso @, come detto, l81atteggiamento naturale3:
:oi mettiamo fuori gioco la tesi generale inerente all8essenza dell8atteggiamento naturale, mettiamo tra parentesi >uanto essa a66raccia sotto l8aspetto ontico: dun>ue l8intero mondo naturale, che @ costantemente 1>ui per noi3, 1alla mano3, e che continuer a permanere come 1realt3 per la coscienza, anche se noi decidiamo di metterlo tra parentesi! Facendo >uesto, come @ in mia piena li6ert di farlo, io non nego >uesto 1mondo3, >uasi fossi un sofista, non metto in du66io la sua esistenza, >uasi fossi uno scetticoO ma esercito l8epoch9 1fenomenologica3 che mi vieta assolutamente ogni giudizio sull8esistente spazio,temporale! K7usserl $%$', ` '*, trad! it! p! 4$L

L8epoch9 fenomenologica dun>ue non ha di mira la messa in du66io dell8esistente, >uanto piuttosto la sospensione della 1tesi generale dell8atteggiamento naturale3 e 1>uanto essa a66raccia sotto l8aspetto ontico3! Hi @ una, seppur minima, differenza! Secondo la tesi naturale il mondo @ composto di datit che sono 1>ui per noi3 e 1alla mano3, un mondo oggettivo ; fatto di oggetti ; che esiste per tutti e a cui noi apparteniamo! ossiamo dire che il mondo che si d nell8atteggiamento naturale @ una Iuna realt che non @ un pro6lema, una trascendenza che non @ un enigma, come non @ un pro6lema, per la coscienza che pone la 1tesi3 KnaturaleL, la relazione che si sta6ilisce, nella conoscenza, tra noi soggetti e la realt trascendenteJ KRaggiunti $%4#, p! &'L! (ale mondo di 1datit alla mano3 @, nell8am6ito dell8atteggiamento naturale, contenuto tanto della percezione >uanto del pensiero e dei giudizi linguistici! < tale mondo delle 1datit alla mano3 non @ altro che il mondo della conoscenza scientifica, ovvero il mondo a cui le varie scienze empiriche ; >uello che non a caso 7usserl chiama 1scienze dell8atteggiamento naturale3 K7usserl $%$', ` '#,
trad! it! p! -$L ; si rivolgono al fine di conoscerlo Iin ogni riguardo piD

compiutamente di >uanto non sappia fare l8ingenua sapienza empiricaJ K&!id!L! "ettendo tra parentesi l8atteggiamento naturale, si mette dun>ue tra parentesi anche la validit dei giudizi formulati dalle varie scienze empiriche! .nfatti, afferma 7usserl,

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.o metto fuori circuito tutte le scienze che si riferiscono al mondo naturale e, per >uanto mi sem6rino solide, per >uanto le ammiri, per >uanto poco io pensi a o6iettare alcunch9, non faccio assolutamente nessun uso di ciF che esse considerano come valido! K7usserl $%$', ` '*, trad! it! p! 4*L

La posizione di 7usserl @ molto radicale e in >uanto tale deve essere presa in considerazione! La percezione, il pensiero, i giudizi si muovono tutti nel >uadro dell8atteggiamento naturale, ossia nel >uadro di >uel modo di rapportarci alle cose del mondo che d per assodata l8esistenza degli oggetti del mondo cosN come essi semplicemente si danno e per il >uale il modo di rapportarsi dei soggetti con la datit degli oggetti non fa in alcun modo pro6lema! :el >uadro di >uesto atteggiamento, come visto, non si muove solo la nostra prassi >uotidiana ma anche tutte le scienze, logica e matematica comprese! Lo sforzo radicale a cui ci invita 7usserl @, dun>ue, >uello di mettere 1fuori azione3 la tesi naturale e tutti le operazioni che in >ualche modo la presuppongono! .l fine di 7usserl non @ affatto >uello di sopprimere n9 di mettere in discussione la realt del mondo e degli oggetti che lo compongono e ai >uali sono rivolti i nostri 1comportamenti naturali3! CiF che invece si vuole evitare in tutti i modi @ di ricorrere all8 esistenza del mondo e alla presenza degli oggetti nel mondo per spiegare la conoscenza di tale mondo e di tali oggetti! < dun>ue di prendere l8esistenza del mondo e la presenza degli oggetti come fondamento della conoscenza e della percezione, come pure del pensiero e dei giudizi linguistici! ossiamo dun>ue affermare che la riduzione fenomenologica costituisce il primo, decisivo, passo verso un8impostazione non,naturalistica alla >uestione della conoscenza! < >uesto, nei termini del nostro discorso, significa considerare la riduzione fenomenologica come >uell8operazione fondamentale che consente di raggiungere >uella posizione pro6lematica di estraneit nell8am6ito della >uale diventa possi6ile impegnarsi in un discorso coerente intorno alla >uestione del senso! L8epoch9 fenomenologica costituisce, dun>ue, la mossa fondante di >uel paradigma 1non,genetico3 che stiamo cercando di delineare nei suoi tratti principali e che, secondo la nostra impostazione, stare66e alla 6ase di >uell8anti,scienza dell8ordinario che,

%%

1vietandosi assolutamente ogni giudizio sull8esistente spazio,temporale3 e allontanandosi in >uesto modo in maniera decisiva dalle scienze empiriche come dall8ontologia tradizionale, sola ci consentire66e di 1dire sul senso >ualcosa di sensato3! Una volta operata la riduzione fenomenologica, gli oggetti si presentano come puri fenomeni correlati alla coscienza, come 1puri vissuti di coscienza3! CiF significa che se da una parte la sospensione della tesi naturale comporta la messa tra parentesi degli oggetti considerati nella loro datit spazio,temporale, dall8altra essa conduce secondo 7usserl a ciF che da >uesta sospensione non puF venir minimamente toccato! La messa fra parentesi delle datit oggettuali, in altri termini, rivolge l8indagine husserliana sull8altro polo della >uestione, >uello che possiamo chiamare il polo egologico! Del resto >uesto @ proprio l8intento esplicito che muove il progetto fenomenologico nel suo insieme! Mperando l8epoch9 fenomenologica si raggiunge, dice infatti 7usserl,
l8evidenza a cui miravamo cio@ che la coscienza in se stessa ha un suo essere proprio che non viene toccato nella sua propria assoluta essenza dalla fenomenologica messa fuori circuito! <ssa >uindi rimane come 1residuo fenomenologico3, come una regione dellessere per principio peculiare, che puF di fatto diventare il campo di una nuova scienza ; della fenomenologia! K&vi, ` '', trad! it!, p! 4-,44, corsivi mieiL

La coscienza @ nell8impostazione fenomenologica ciF che, nella sua 1essenza assoluta3, non puF venir 1messo fuori circuito3 dall8epoch9 fenomenologica! <ssa @ dun>ue un 1residuo fenomenologico3 inelimina6ile, si d come 1evidenza apodittica3! ) partire da >uesta 1evidenza3 fondamentale, perF, 7usserl non intende ; a differenza di Cartesio ; intraprendere un percorso che ha come esito la fondazione dell8essere dell8esistente! .l residuo fenomenologico rappresentato dalla coscienza trascendentale costituisce, invece, per 7usserl l8orizzonte fondamentale all8interno del >uale inserire la propria indagine, l8indagine fenomenologica appunto! <d ecco che la coscienza, in >uanto 1evidenza residua3, va a costituire >uella peculiare 1regione dell8essere3 che @ il campo proprio della fenomenologia in >uanto scienza! otremmo dire, dun>ue, che la fenomenologia @ >uella disciplina peculiare che ha la soggettivit come suo

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oggetto di conoscenza, una conoscenza frutto, secondo 7usserl, di un lavoro Iancor piD rigoroso del lavoro matematicoJ KCit! in Rossi e Hiano $%%%, Hol! H., p! *+L! La difficolt, e in >ualche modo la paradossalit, di >uesto lavoro, nel momento in cui vuole porsi come la via d8accesso privilegiata ad una conoscenza rigorosamente scientifica, saranno l8argomento principale delle ultime opere di 7usserl! Saranno proprio >ueste opere ad indicare le tematiche piD interessanti ai fini del nostro discorso e saranno piD avanti l8oggetto della nostra analisi KCfr! infra ` $!-!+L! "a rimaniamo ora su >uesta 1nuova scienza3 cosN come essa @ pensata nelle &dee per una fenomenologia pura, opera considerata dallo stesso 7usserl come la piD sistematica e la piD matura '&! Auesta nuova scienza, come detto, ha come proprio orizzonte di indagine la soggettivit e, piD in specifico, il rapporto che essa intrattiene con gli oggetti considerati come puri fenomeni, come puri correlati di coscienza! .l primo o6iettivo della fenomenologia dun>ue diventa >uello di pro6lematizzare il rapporto che il soggetto ; residuo fenomenologico ; intrattiene con gli oggetti considerati proprio in >uanto suoi puri correlati! Mvvero di indagare tutto >uel vasto campo di operazioni che precede e fonda logicamente il mondo come semplice datit, >uel mondo in cui si inseriscono le pratiche >uotidiane e che costituisce lo sfondo presupposto di tutte scienze! .n >uesto modo si puF affermare che la mossa decisiva della fenomenologia non @ >uella di impegnarsi nella giustificazione della trascendenza del mondo rispetto al dominio della soggettivit ; >uesto o6iettivo gettere66e immediatamente la fenomenologia nell8alveo della metafisica tradizionale ; ma >uella di rimanere costantemente ancorata all8orizzonte dell8immanenza, all8interno del >uale provare ad allestire un >uadro scientifico entro cui trattare il pro6lema della conoscenza! .n definitiva lo sforzo immane di rimanere nell8immanenza, costituisce la scommessa della fenomenologia!

'&

7usserl afferma che le &dee sono il frutto di una 1svolta trascendentale3 avvenuto nel suo pensiero in seguito alle icerche logiche K$%##L, le >uali, ancora profondamente legate al pensiero del suo maestro Franz Brentano, risultere66ero ancora troppo vicine all8atteggiamento naturale di una 1psicologia empirica3! 7usserl afferma esplicitamente che le icerche non sono affatto 1realiste3, ma semplicemente 1pre,filosofiche3! KCfr! Rossi e Hiano $%%%, Hol! H., p! '#L

$#$

=li atti intenzionali del soggetto sono il principale oggetto d8indagine della fenomenologia! .nfatti un8indagine rigorosa di >uel campo aperto dall8epoch9 fenomenologica, non puF finire secondo 7usserl col considerare il polo egologico come semplice ego,nel,mondo, 1ego sostanziale3 dal >uale si irradiere66ero i suoi molteplici atti, ma deve considerare l8atto in s. in >uanto fondamento assoluto, nell8am6ito dell8immanenza, del senso di >ualsiasi fenomeno! .n >uesto modo la messa tra parentesi della datit degli oggetti non puF che condurre alla riduzione anche dell8ego in >uanto datit empirico,psicologico, in >uanto soggettivit che compie gli atti o nella >uale essi si compiono! Rimangono cosN, dun>ue, solo gli atti! "a che ne @ dun>ue della coscienza in >uanto evidenza originaria, in >uanto residuo fenomenologico inelimina6ile0 Z come se la riduzione fenomenologica portata fino in fondo, mettesse 1fuori circuito3, oltre a tutte le datit oggettuali, anche ciF da cui la riduzione stessa prende origine e, con essa, anche ciF che dovre66e costituire, nella sua evidenza indu6ita6ile, il residuo fenomenologico irriduci6ile! Come nota Renzo Raggiunti siamo di fronte ad una situazione paradossale!
La riflessione fenomenologica si trova nella situazione paradossale di dover im6occare la via che conduce alla riduzione fenomenologica e alla connessa costituzione trascendentale'+, muovendosi proprio sullo stesso terreno della tesi naturale, che essa deve mettere in parentesi in virtD del procedimento riduzionistico! .nfatti l8analisi fenomenologica, al suo inizio, considera lo stesso io che @ il fondamento della riduzione e, in un secondo tempo, della costituzione trascendentale, come io psicologicoO ma 1io psicologico3 significa, n9 piD ne meno, che io che @ nel mondo, e l8io che @ nel mondo implica 1la tesi naturale3: in altri termini lio % "uello che % in virtD della tesi! KRaggiunti $%4#, p! &&, corsivi mieiL

Siamo nel 6el mezzo di un circolo! Una circolarit che ci dovre66e fare riflettere e che 7usserl invece sem6ra non avvertire! Raggiunti mostra come alla 6ase della riduzione non vi possa essere altro io se non l8io psicologico, ovvero il soggetto che @ nel mondo e che si muove nell8am6ito della tesi naturale! Z infatti proprio >uesto soggetto immerso nel mondo che compie la riduzione e che, al fine di mettere fuori azione la tesi naturale, prima mette fuori gioco la datit degli oggetti, poi mette fuori gioco anche >uelle
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Con 1costituzione trascendentale3 6isogna intendere Ila definizione degli atti dell8io in virtD dei >uali un oggetto @ trascendentalmente BsoggettivamenteC determinato come 1unit di sensoJ! )ttraverso >uesta costituzione trascendentale viene determinata il senso unitario di un oggetto da parte da un io puro trascendentale!

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datit che riguardano il suo proprio essere in >uanto 1io naturale3 che @ nel mondo! .nfatti chi altro potre66e compiere >uesta riduzione se non il soggetto,nel,mondo0 :on certo l8io puro, in >uanto esso @ proprio ciF che rimane come evidenza fenomenologica irriduci6ile dopo che la riduzione ha messo tra parentesi la tesi naturale e tutte le operazioni che la presuppongono! "a allora il soggetto che compie >uella riduzione fondamentale che dovre66e mettere tra parentesi la tesi naturale, @ >uel soggetto,nel,mondo che si muove nell8am6ito della tesi naturale! La conclusione di Raggiunti @ definitiva: la riflessione fenomenologica 1al suo inizio3, si muove 1proprio sullo stesso terreno della tesi naturale che essa deve mettere in parentesi3! <66ene, proprio al principio dell8impresa fenomenologica c8@ una circolarit che va ad intaccare la validit stessa del suo progetto nel suo complesso! .nfatti >uell8operazione fondamentale che sta all8origine della fenomenologia in >uanto scienza e che dovre66e assicurarle la via di accesso ad un cammino 1ancor piD rigoroso del lavoro matematico3, nonostante venga presentata da 7usserl in maniera assolutamente lineare, si muove di fatto all8interno di una circolarit assolutamente pro6lematica! Auello che appare, dun>ue, come un cammino progressivo e coerente di riduzioni successive'- e che ci avre66e dovuto condurre a ciF che nella sua assoluta essenza appare come un8evidenza irriduci6ile ; l8ego in >uanto 1regione dell8essere3, campo di indagine della fenomenologia ; non @ in realt che un cammino illusorio che non conduce da nessuna parte! <sso ha, infatti, come effetto >uello di condurci nello steso posto da cui eravamo partiti! Come afferma infatti il Raggiunti, 1l8io @ >uello che @ in virtD della tesi KnaturaleL3! Che in altri termini significa: l8esito della riduzione fenomenologica, ovvero l8io nella sua evidenza apodittica, presuppone la tesi naturale, ovvero proprio ciF che tale riduzione avre66e voluto mettere tra parentesi! Auella che si presentava, dun>ue, come una riduzione radicale e assoluta, non risulta essere di fatto adeguata per i propri scopi, n9 in alcun
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Secondo 7usserl, infatti, devono attuare diverse riduzioni successive! $opo >uella 1fenomenologica3 ; composta gi in s9 di diverse riduzioni successive rivolte ad oggetti diversi ; si deve attuare l81epoch9 trascendentale3, >uella che ci consente di raggiungere la coscienza pura come coscienza trascendentale! KCfr! 7usserl $%$', ` '', trad! it! p! 44L

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modo 1comprensiva3! <ssa risulta perF necessaria a 7usserl per allontanare in maniera definitiva la propria indagine dall8orizzonte delle pratiche >uotidiane ; considerate 1solide3 e 1valide3 ma non a66astanza rigorose e 1vere3 ; e per assicurarle in >uesto modo un proprio profilo scientifico 6en definito! Auesto @, del resto, un modo tipico per costruirsi uno spazio proprio di 1verit3, il >uale perF finisce il piD delle volte ; in modo altrettanto tipico ; per scam6iare se stesso per lo spazio piD proprio della verit! Si tratta di >uella stessa 1fallacia positivista3 in cui, come visto, finiscono pure per impigliarsi i vari tentativi di semantica glo6ale! ossiamo affermare che l8impresa fenomenologica nel suo complesso si muove ; esattamente come >ualsiasi altra scienza ; nel >uadro di una particolare forma di metodologia, >uella che sulla scorta di Certeau possiamo chiamare 1razionalizzazione strategica3! Secondo il Certeau, infatti, la logica strategica
cerca innanzitutto di distinguere da un 1am6iente3 un 1 luogo proprio3, ovvero la sfera del potere e del volere propri! Un gesto cartesiano, se si vuole: circoscrivere un luogo proprio in un mondo stregato dai poteri invisi6ili dell8altro! =esto della modernit scientifica, politica o militare! KCerteau $%5#, trad! it! p! 4*, corsivi mieiL

.l richiamo al 1gesto cartesiano3 cade proprio a fagiolo! Auello che sem6rava il tentativo piD tenace di allontanarsi dal 1sistema strategico3 di Cartesio ; e, piD in generale, dalla metafisica tradizionale ; si rivela in fin dei conti come una replica in una altro spazio di >uello stesso sistema! 7usserl, infatti, con tipico gesto cartesiano circoscrive uno luogo proprio 1in un mondo stregato dai poteri dell8altro3, >uel mondo stregato dai poteri delle scienze e dalle pratiche >uotidiane! $allalto di >uesto spazio proprio, 7usserl ha la possi6ilit di osservare, di fondare e di produrre il suo discorso scientifico! Di >uesto perF non si accontenta! La volont di espandere sempre piD il proprio dominio @, infatti, un tratto tipico della 1metodologia strategica3! Del resto, trattandosi della tecnica militare per eccellenza, la strategia ha come o6iettivo primario proprio >uello di a66attere il proprio avversario sul campo! Da >uesta 1volont di potenza3 non si sottrae nemmeno 7usserl! < cosN, se da una parte si impegna a esprimere tutta la sua 1ammirazione3 nei

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confronti delle scienze Bmatematica e logica compreseC, dall8altra non perde occasione per scavare una propria trincea all8interno del loro spazio proprio! Da >ui il tentativo di fare della fenomenologia non una semplice disciplina tra le altre, ma >uella disciplina propriamente scientifica il cui campo d8indagine ; essendo >uella regione dell8essere che, in virtD della sua 1evidente3 generalit, sta a al di l di >ualsiasi particolare 1pratica naturale3 Bscientifica e nonC ; costituisce il fondamento 1rimosso3 di ogni disciplina! CosN si spiegano i tentativi di costruire una 1scienza fenomenologica della psicologia3 K7usserl $%+#, i!d! 1Li6ro ..3 delle &deeL e una 1scienza fenomenologica della natura3 K7usserl $%+*, i!e! 1Li6ro ...3 delle &deeLO come si spiega, del resto, anche >uell8affascinante tentativo perseguito nell8opera del 8*%, di dare alla logica formale un fondamento trascendentale, ovvero di descrivere >uegli 1atti idealizzanti3 del soggetto trascendentale ; un soggetto, ovviamente, puramente egologico ; che stanno all8origine delle formazioni logiche! Come si vede, >uello che muove il progetto husserliano @ un vero e proprio 1spirito imperialista3! "a, come detto, la circolarit in cui rimane impigliato il progetto fenomenologico gi 1al suo inizio3 ci dovre66e far riflettere in merito alla sua validit complessiva! Ci dovre66e fa riflettere sul significato di una riduzione che, ponendosi come assoluta, finisce in >ualche modo per ripiegarsi su se stessa! Auesta difficolt forse sta proprio ad indicare l8impossi6ilit di porsi in una 1esteriorit egologica assoluta3 nella >uale poter fondare il proprio progetto di scienza, forse indica proprio l8impossi6ilit di distaccarsi dall8am6ito delle pratiche ordinarie al fine di fondare una scientificit di tipo strategico, ovvero all8insegna della completezza'4! Forse la metodologia strategica @ proprio il contrario della
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Un ragionamento del genere puF essere posto alla 6ase della spaccatura che, a partire da un certo momento, ha posto come su due fronti contrapposti da una parte la fenomenologia e dall8altra l8esistenzialismo! .nfatti la considerazione circa l8impossi6ilit di un 1sorvolo totalizzante3 ; >uello che fa della filosofia tradizionale una 1onto,teo,logia3 ; da parte del soggetto della conoscenza, porta 7eidegger a considerare l8essere del soggetto come un 1esser,ci3 B$a-seinC e a considerare, di conseguenza, l8 1essere,nel,mondo3 B in-der-EeltseinC come tratto costitutivo dell8essere dell8esser,ci KCfr! 7eidegger $%*4L! :ei termini del nostro discorso >uesto non significa altro che considerare il soggetto nel suo essere 1inga66iato3 nella storicit linguistica comune, nel suo essere parte di una comunit linguistica vivente, nel suo essere, in definitiva, immerso nell8 orizzonte glo!ale del senso senza alcuna possi6ilit di scorgere una >ualche 1esteriorit3! Una considerazione del

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metodologia che stiamo cercando, >uella che ci permettere66e di impegnarsi in un anti,scienza dell8ordinario, vicina alla ricchezza delle pratiche >uotidiane ed insieme 1estranea3 ad esse! Di sicuro l81imperialismo fenomenologico3 ci puF essere d8insegnamento, soprattutto laddove esso non tiene! Ci manca ancora un aspetto per comprendere in maniera adeguata la fenomenologia in >uanto nuova scientia scientiarum! La fenomenologia @ una 1scienza eidetica3! .nfatti, come in altre opere precedenti, anche nelle &dee viene dichiarato esplicitamente che I>ueste meditazione mirano principalmente ad una nuova eideticaJ K7usserl $%$', ` '', trad! it! p! 4&L! .l fatto @ che la fenomenologia, in >uanto scienza emancipata in maniera assoluta dall8atteggiamento naturale, deve allontanarsi il piD possi6ile dall81accadimento individuale3, considerato in s9 troppo concreto e reale per costituire il fondamento di una scienza universale, e deve invece occuparsi di >uella 1nuova3 regione dell8essere in tutta la sua purezza essenziale! Come afferma 7usserl,
seguiamo il nostro principio generale, secondo cui ogni accadimento individuale ha la sua essenza, che @ afferra6ile nella sua purezza eidetica e che in >uesta purezza deve appartenere a un campo di possi6ile indagine eidetica! K&vi, ` '&, trad! it! p! 45,4%L

M6iettivo della fenomenologia @, dun>ue, >uello di 1afferrare3 gli atti intenzionali del soggetto nella loro essenza universale, ovvero nella loro 1purezza eidetica3 Bda 1eidos3, idea, specie, tipo, formaC! :on gli atti concreti del soggetto in >uanto vissuti reali di coscienza, >uanto appunto i tipi puri di >uesti atti, le idee di >uesti atti! .nfatti, come afferma 7usserl
Aui non @ in >uestione una relazione tra un accadimento psichico ; detto vissuto ; e un altro esistente reale della natura ; detto oggetto ; o di un intreccio psicologico che avre66e luogo nella realt oggettiva tra l8uno e l8altro! CiF che @ invece in >uestione sono dei vissuti considerati dal punto di vista della loro pura essenza, ossia di essenze pure e di ciA che in esse % ?a priori@ incluso in maniera incondizionatamente necessaria! K&vi, ` '-, trad! it! p! 5&,5+, corsivi mieiL

=li oggetti di indagine della fenomenologia sono le essenze pure degli atti del soggetto che stanno a priori di essi 1in maniera incondizionatamente necessaria3! "a cosa sono >ueste essenze a priori se non delle forme
genere ci porter in seguito a riaprire la >uestione trascendentale e a considerare la soggettivit trascendentale come costitutivamente 1inter,monadica3 KCfr! &nfta ` $!-!+L!

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nell8accezione 1)3 della nostra classificazione KCfr! infra, ` $!'L, ovvero dei tipi atemporali che a priori dei diversi atti di conoscenza ne stanno a fondamento0 <cco che l8epoch9 fenomenologica appare come >uella operazione che, distaccandosi dalle confuse 1mitologie naturali3, permette al discorso della fenomenologia di inoltrarsi in una 1seconda navigazione3 K latone, Fedone %%CL e di far aderire in >uesto modo le sue forme ai 1logoi3 universali! Un8epoch9 di >uesto tipo fa della fenomenologia una filosofia di tipo tradizionale, una filosofia non consapevole di >uello che a66iamo chiamato 1paradosso della conoscenza trascendentale3 e del suo corrispettivo 1paradosso linguistico3 KCfr! infra, ` $!&!& e $!&!5L! Del resto un discorso di >uesto tipo va considerato come una semplice compagine al servizio di un nucleo piD originario, il 1nucleo formale3, e risulta di conseguenza tanto piD adeguato >uanto piD riesce a rendersi 1trasparente3! Uno strano tentativo >uello di rincorrere delle forme che inevita6ilmente precedono >uesta stessa rincorsa, un tentativo che ha appunto a che fare con il paradosso trascendentale e che, perF, lo ignora! )lla 6ase di >uesto tentativo ci sta, ancora una volta, il presupposto riguardo alla 1natura ancillare3 del linguaggio! #$5$& La questione de! !in"ua""io Sem6ra affacciarsi ancora una volta la >uestione del linguaggio! Come a dire che, se66ene 7usserl sem6ri in >ualche ignorare tale >uestione o, perlomeno, le riservi una posizione soltanto secondaria, essa torni comun>ue fuori e trovi anche nell8am6ito 1puro3 della fenomenologia uno spazio per insediarsi e per rivendicare la propria centralit! "a vediamo ora, molto 6revemente, >uale posto riservi al linguaggio lo 7usserl delle &dee! er fare >uesto ricorreremo alla distinzione fondamentale tra noesi e noema! Se poniamo con 7usserl l8am6ito della coscienza trascendentale ; evidenza apodittica, emancipata da tutti i residui 1naturalistici3 ; come campo proprio dell8indagine fenomenologica, ci 1troviamo di fronte3 i 1puri vissuti intenzionali3! Sulla difficolt di porsi in >uesta pura immanenza e sulla paradossalit di >uella riduzione assoluta che dovre66e condurre ad

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essa, ci siamo gi pronunciati! Comun>ue sia, stiamo mirando a >uella conoscenza eidetica degli atti intenzionali, cio@ di >uegli atti che, nella sfera dell8immanenza, mi offrono un oggetto in >uanto puro fenomeno o, come possiamo dire ora, in >uanto puro 1noema percettivo3! ossiamo, seguendo 7usserl, ricorre ad una 1analisi esemplare3! .l compito che ci prefiggiamo @ >uello di descrivere fenomenologicamente l8atto complesso Iguardare con soddisfazione un melo fiorito in un giardinoJ K7usserl $%$', ` 55, trad! it! p! **+L! )fferma 7usserl
:ell8atteggiamento naturale, il melo @ per noi >ualcosa di esistente nella realt spaziale trascendente, e la percezione, come la soddisfazione, @ uno stato psichico che appartiene a noi, uomini reali! (ra l8una e l8altra realt, tra l8uomo reale, e >uindi la percezione reale, e i melo reale sussistono dei rapporti reali! K&vi, p! **-, corsivo mioL

) partire da >uesta 1descrizione ingenua3 che si muove nel >uadro dell8atteggiamento naturale, si deve passare ad una analisi rigorosa degli atti intenzionali, ovvero ad un8analisi fenomenologica che individui le forme Bo i tipiC di >uesti atti!
assiamo ora all8atteggiamento fenomenologico! .l mondo trascendente riceve la sua 1parentesi3, noi esercitiamo l8epoch9 nei riguardi del suo essere reale! Domandiamoci ora che cosa si possa eideticamente reperire nel complesso dei vissuti noetici della percezione e della valutazione del piacere ! .nsieme con l8intero mondo fisico e psichico, @ messo fuori circuito il reale sussistere del rapporto naturale tra la percezione e il percepitoO eppure % rimasto manifestamente un rapporto tra la percezione e il percepito 9come tra il godere e il goduto:7 un rapporto che giunge a datit eidetica nella ?pura immanenza@7 ossia sulla sola 6ase del vissuto percettivo e di godimento fenomenologicamente ridotto, cosN come esso si inserisce nella corrente trascendentale dei vissuti! K&!id', corsivi mieiL

<66ene, la fenomenologia si propone di 1scavare nel profondo3, riducendo una datit dopo l8altra, e, una volta raggiunta l8evidenza irriduci6ile Bla coscienzaC, essa puF operare l8analisi eidetica della 1corrente trascendentale dei vissuti3! < come da una parte la 6iologia molecolare ha la possi6ilit di effettuare una decodifica del genoma umano e dall8altra l8ideografia fregeana ha la possi6lit di mettere a nudo la scansione e la concatenazione logica dei passi di una deduzione, cosN l8analisi fenomenologica puF 1eideticamente reperire3 delle datit nella pura immanenza! Aui non posso che scorgere, piD che un residuo fenomenologico irriduci6ile, un residuo positivista inelimina6ile! Del resto, come mostrato in precedenza, la certezza

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e la diversit fenomenologica raggiunte in virtD del posizionamento sul piano della 1pura immanenza3, finiscono per franare nel momento in cui si riflette sulla circolarit in cui l8epoch9 @ immersa e con essa l8intero progetto fenomenologico! < l8evidenza apodittica dell8ego 1cadde, come corpo morto cade3! Da una parte, dun>ue, a66iamo i vissuti noetici in >uanto momenti semplici del flusso continuo della coscienza, in >uanto atti considerati nella loro forma ideale, dall8altra a66iamo il noema percettivo, il 1percepito come tale3, ovvero il correlato puro dell8atto noetico in >uanto suo senso proprio! .n >uesto modo, se da una parte gli atti noetici sono il vedere, il sentire, il ricordare, il godere ecc!, dall8altra il noema @ il contenuto, l8intenzionato, di un certo atto noetico! .l noema @ dun>ue il correlato di un certo vissuto noetico e tra i due vi @ una stretta relazione! 7usserl afferma che
Bisogna tenere presente che il 1percepito3 come senso non contiene in s9 altro Be >uindi non gli puF venire attri6uito niente altro in 6ase a 1conoscenze indirette3C che "uanto ?veramente si manifesta@ in ciA che nel dato caso si manifesta percettivamente , e lo contiene esattamente nella modalit di datit nella "uale ciA % appunto dato alla coscienza nella percezione! Su >uesto senso7 come % immanente alla percezione , puF sempre dirigersi una particolare riflessione, e il giudizio fenomenologico deve adattarsi, attraverso un espressione fedele, soltanto a ciF che in tale riflessione viene afferrato! K&vi, ` 5%, trad! it! p! **5, corsivi mieiL

Raggiungiamo con >uesto passo un punto fondamentale! .l noema percettivo, ovvero 1il percepito come senso3, contiene in s9 solo 1>uanto veramente si manifesta in ciF che nel dato caso si manifesta percettivamente3 e lo contiene come datit! Se si ammette che con l8espressione 1nel dato caso3 ci stiamo riferendo all8atto noetico in >uanto momento del flusso coscienziale, allora 6isogna concludere che il noema, in >uanto oggetto intenzionato in >uel caso determinato, non @ altro che >uella forma che contiene e raccoglie in s9 ciF che si manifesta percettivamente come pura datit in virtD di un atto noetico! .n definitiva il noema non @ solo il correlato, ma @ in >ualche modo anche il prodotto di un determinato atto noetico percettivo, @ il 1senso immanente3 all8atto noetico percettivo senza il >uale esso non si dare66e! Hi @ dun>ue
una correlazione tra noesi e noema, Ked essaL si manifesta anche, dinamicamente, nel fatto che le variazioni dell8uno si connettono alle variazioni dell8altro! :e consegue che

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il noema inglo6a non soltanto gli elementi semantici ma anche >uelli cognitivi! KRossi e Hiano $%%%, Hol! H., p! '$L

)lla variazione di noesi, dun>ue, corrisponde una variazione del noema correlativo! Del resto uno stesso oggetto puF essere intenzionato in vari modi, ovvero puF diventare il correlato di diversi vissuti noetici, i >uali di volta in volta lo pongono come puro noema percettivo, dando luogo nel complesso ad una trama di significati! .n >uesto modo le dinamiche del senso vengono legate a doppio nodo alle dinamiche della 1percezione immanente3 e viene sta6ilita cosN una dipendenza forte del dominio semantico 9e di "uello cognitivo: dal dominio esperienzialefenomenologico! Se il senso va inteso come 1datit immanente alla percezione3, su >uesto senso ; come afferma 7usserl ; 1puF sempre dirigersi una particolare riflessione3! Si tratta, chiaramente, della riflessione fenomenologica, >uella che ha come proprio campo d8indagine proprio il senso come datit immanente alla percezione! ) ciF che tale riflessione afferra, e solo ad esso, deve adattarsi poi il giudizio fenomenologico 1attraverso un8espressione fedele3! <cco >ui presentato secondo livelli ordinati il progetto fenomenologico nel suo complesso! livello dopo livello si puF osservare il ercorrendolo posto riservato da 7usserl al

pro6lema del linguaggio! )d un primo livello vi sta il senso in >uanto datit immanente alla percezione, ad un secondo >uello della riflessione fenomenologica, al terzo livello, infine, vi sta il giudizio linguistico! Si puF affermare, dun>ue, che per 7usserl il linguaggio inizia a costituire un pro6lema solo 1molto tardi3, ovvero solo nel momento in cui si trova a dover reperire l81espressione fedele3 con cui veicolare nella maniera adeguata i risultati 1afferrati3 dalla riflessione fenomenologica! < proprio in virtD di >uesta 1fedelt3 il discorso della fenomenologia costituisce per 7usserl il vero discorso scientifico! <sso infatti @ >uel discorso particolare che, 1adattandosi fedelmente attraverso la sua espressione3 alle forme immanenti afferrate dall8indagine fenomenologica, si pone al di sopra Bo al di lC delle varie 1mitologie naturali3 e in >uesto modo ci li6era da esse

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riportandoci 1alle cose stesse3! .n >uesto 7usserl si dimostra un fedele alfiere dell8Aufkl4ung! Auello di ricondurre le strutture semantiche Be cognitiveC, potremmo dire le 1strutture superiori3, ai 1sottostanti3 atti noetici puF essere considerato il gesto tipico della fenomenologia! Un gesto che, pur nella sua purezza eidetico,trascendentale, finisce per essere il fondamento di una metodologia propriamente genetica! .n >uesta prospettiva Erfahrung und (rteil K$%'%L risulta essere l8opera di 7usserl in cui tale metodologia viene sviluppata nella maniera piD esplicita, nel tentativo di 1afferrare3 nella maniera piD adeguata >uel legame indissolu6ile che lega l8esperienza anti, predicativa alle strutture predicative! .nfatti, come afferma il Raggiunti, >uesta opera
si propone di dimostrare come i principi logici e l8esperienza predicativa in genere siano fondati radicalmente nell8esperienza antepredicativa! La genesi della logica7 del giudizio7 del discorso7 in "uanto linguisticamente e logicamente strutturati7 va ricercata dun"ue nel mondo della percezione sensi!ile , il >uale si presenta gi, a suo modo, come articolato, organizzato e strutturato in maniera tale da poter spiegare e consentire il sorgere, sulla sua 6ase, dell8esperienza propriamente predicativa e logica! KRaggiunti $%4#, p! 4+, corsivi mieiL

.n

Esperienza

giudizio,

dun>ue,

la

fenomenologia

a66raccia

definitivamente una metodologia genetica al fine di fondare la logica, i giudizi e i discorsi, nel mondo della percezione sensi6ile! :ei termini del nostro discorso ciF significa spiegare i significati delle espressioni linguistiche ricorrendo ad una causa esterna rispetto ad esse, nel tentativo di fondare una semantica glo6ale di tipo fenomenologico,esperienziale! "a ancora una volta il discorso della fenomenologia, pretendendo di spiegare l8origine del discorso Be del suo stesso discorsoC, finisce per avvitarsi su se stesso e, senza accorgersene, mette in serio pericolo la validit dal suo stesso progetto .n definitiva, nella fenomenologia husserliana, dal momento che il soggetto pertiene nella sua essenza originaria al senso e che il senso @ 1senso immanente alla percezione3, il discorso si muove nel disperato tentativo di afferrare ciF che inevita6ilmente lo precede! <d @ solo a >uesto punto che la >uestione del linguaggio entra in gioco, ovvero nel momento in

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cui il filosofo si trova davanti ad un pro6lema di definizione! Un pro6lema 1classico3 che, come a66iamo visto, @ centrale nella 1disputa filosofica3 a partire dal pensiero greco antico KCfr! infra ` $!$L! La soluzione di 7usserl, anch8essa 1classica3, @ >uella di proporre un linguaggio trasparente che sia in grado di aderire a >uella evidenza che sta fondamento della nostra esperienza, come dei nostri pensieri, come dei nostri discorsi, e di descriverla nelle sue forme essenziali! "a, ci chiediamo ancora una volta, come puF un discorso aderire al fondamento dei nostri discorsi e >uindi pure al fondamento di se stesso in >uanto discorso0 Si tratta del punto in cui la fenomenologia si dimostra fedele allo spirito della metafisica tradizionale! .l punto in cui il discorso della filosofia si avvicina al discorso onto,teologico e si confonde con esso! #$5$) L:es%ressione Sennonch9 =illes Deleuze scorge nella nozione di noema, cosN come sviluppata nelle &dee, gi un8apertura decisiva vero la dimensione ; diremo noi, propriamente semiotica ; dell8espressione! Hediamo le parole di Deleuze!
Auando 7usserl si interroga sul 1noema percettivo3 o 1senso di percezione3, egli lo distingue ad un tempo dall8oggetto fisico, dal vissuto psicologico, dalle rappresentazioni mentali e dai concetti logici! Lo presenta come un impassi6ile, un incorporeo senza esistenza fisica e mentale, che non agisce n9 patisceO puro risultato, pura 1apparenza3: l8al6ero reale Bil designatoC puF 6ruciare, essere soggetto ed oggetti di azione, entrare in mescolanzeO ma non il noema di al6ero! KEL >uando 7usserl dice che il noema @ il percepito >uale appare in una presentazione, 1il percepito in >uanto tale3 o l8apparenza, non do66iamo intendere che si tratti di un dato sensi6ile o di una >ualit, ma al contrario di una >ualit ideale o6iettiva come correlato intenzionale dell8atto di percezione! (n noema "ualun"ue non % dato in una percezione 9n. in un ricordo7 n. in unimmagine:7 esso ha !en un altro statuto che consiste nel non esistere fuori dalla proposizione che lo esprime7 proposizione percettiva, immaginativa, di ricordo o di rappresentazione! KDeleuze $%-%, trad! it! p!*-, corsivo mioL

Deleuze, scorge, dun>ue una correlazione stretta tra il noema e la proposizione che lo esprime! Una posizione >uesta che avre66e il vantaggio di porre il noema come un 1incorporeo3 e di trasportare, di conseguenza, la fenomenologia di 7usserl verso una riflessione approfondita attorno alla >uestione del linguaggio nella sua correlazione con le 1dinamiche del senso3! Del resto @ facile notare come una posizione del genere

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avvicinere66e 7usserl a >uella teoria fregeana dell81estrazione delle funzioni3 che insieme alla 1logica dei relativi3 di eirce stanno, come visto, all8origine del programma di revisione della sintassi tradizionale KCfr! infra ` $!+!'L! "a c8@ un ma:
"a la genesi husserliana sem6ra operare un gioco di prestigio! .l nucleo KnoematicoL infatti @ stato propriamente determinato come attri!utoO l8attri6uto @ compreso come predicato e non come ver6o, ciF come concetto e non come evento Bed @ cosN che l8espressione secondo 7usserl produce una forma del concettuale o che il senso @ insepara6ile da un tipo di generalit, 6ench9 tale generalit non si confonda con >uella della specieC! er cui il rapporto fra il senso e loggetto discende naturalmente dal rapporto tra i predicati noematici e "ualche cosa F G capace di servire ad essi come supporto o come principio di unificazione KEL, oggetto F G, in cui d significa soltanto 1>ualun>ue3, che ha con il senso un rapporto razionale estrinseco di trascendenza e che si d gi fatta la forma di designazione , esattamente come il senso, in >uanto generalit predica6ile, si dava gi fatta la forma di significazione!K &vi, p! %$,%*, corsivi mieiL

Come a dire che se da una parte il noema puF sem6rare un 1incorporeo3 e il senso @ di conseguenza 1sterile3, dall8altro esso non lo @ affatto e di conseguenza la 1genesi3 @ reale'5! < si torna cosN ad una soluzione rigorosamente tradizionale! .nfatti, come afferma Deleuze, nella concezione husserliana 1ortodossa3, il nucleo noematico non @ altro che attri6uto, predicato, concetto e non invece ver6o, funzione, 1evento3! "a cosN il rapporto tra senso ed oggetto viene concepito nella piD tradizionale delle maniere, ovvero come un rapporto naturale tra un oggetto e un predicato noematico, per il >uale l8oggetto ha con il senso un 1rapporto razionale estrinseco di trascendenza3! .n >uesto modo il 1pro6lema dell8immacolata concezione3 non viene posto, ma semplicemente risolto nel rapporto ad una trascendenza, e si riscopre un 7usserl philosophos in senso stretto! ) conclusioni simili, seppur BovviamenteC piD radicali, giunge pure Pac>ues Derrida! <gli ha intrattenuto un rapporto intenso con l8opera di 7usserl e tra i molti saggi ad essa dedicati ve ne sono alcuni in cui giunge a riflessioni molto interessanti ai fini del nostro discorso'%! ) titolo di esempio
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Scrive Deleuze: I.n seno alla logica del senso sempre si trova >uesto pro6lema, >uesta immacolata concezione come passaggio dalla sterilit alla genesiJ KDeleuze $%-%, trad! it! p! %$L! Dopo una riflessione del genere, che altro rimane da dire0 La relazione sterilit, genesi diventer centrale in tutta la seconda parte! '% Mltre al saggio a cui facciamo esplicitamente riferimento, si veda anche 1I=en@se et structureJ3 et la ph9nom9nologie3, una conferenza del $%+% pu66licata per la prima volta nel $%-&, poi in versione italiana in La scrittura e la differenza!

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ne estrapoliamo una, la >uale fa proprio al caso nostro, dal momento che ruota proprio attorno alla distinzione noesi[noema!
er piD di due terzi del li6ro K icerche logicheL, tutto si @ svolto come se l8esperienza trascendentale fosse silenziosa, non a6itata dal alcun linguaggioO KEL! Ci @ dato diritto, per ragioni di metodo, di non considerare lo 1strato3 dell8espressione, di metterlo provvisoriamente tra parentesi! Auesto diritto, 7usserl non puF darselo se non supponendo che l8espressivit costituisca uno 1strato3 B /chichtC originale e rigorosamente delimitato dell8esperienza! Che gli atti di espressione siano originali e irriduci6ili, @ >uello di cui le icerche avevano proposto un8insistente dimostrazione e che resta presupposto in &dee! Dun>ue si puF arrivare, ad un certo punto dell8itinerario descrittivo, a considerare l8espressivit linguistica come un pro6lema circoscritto! < gi si sa, nel punto in cui lo si affronta, che lo 1strato del logos3 sar compreso nella struttura piD generale dell8esperienza, >uella di cui sono stati appena descritti i poli o le correlazioni: l8opposizione parallela di noesi e noema! KEL La metafora dello strato B/chichtC ha due implicazioni: da una parte il voler,dire @ fondato su >ualcosa di altro da se stesso e >uesta dipendenza sar incessantemente confermata nell8analisi di 7usserl! D8altra parte esso costituisce uno strato la cui unit puF essere rigorosamente delimitata! KDerrida $%-4, trad! it! p! *$',*$&L

La concezione di un 1strato espressivo3 da far aderire su 1>ualcosa d8altro3 da cui dipende: >uesta @ la filosofia fenomenologica del linguaggio! er intravedere un8apertura decisiva verso una 1nuova filosofia del linguaggio3, orientata veramente gi verso la >uestione dell8espressione nella sua correlazione con la 1logica del senso3, 6isogner indagare un8altra opera di 7usserl nella >uale l8orizzonte trascendentale su6ir una radicale trasformazione #$5$, L:interso""etti+it1 trascendenta!e C8@ infatti un punto 6en preciso in cui il discorso fenomenologico giunge alla piena consapevolezza della pro6lematicit di >uello spazio proprio che si @ ritagliato con tanta cura! Un 1punto di non ritorno3! =razie alla riflessione di Francesco "arsciani K$%%#L, siamo in grado di riconoscere >uesto 1luogo 6en preciso3 nella 1Auinta3 delle Meditazioni cartesiane K$%'$L e di identificarlo specificatamente con l8Iirruzione del tema dell8intersoggettivitJ K"arsciani $%%#, p! -L! ) partire da >uesto momento la fenomenologia vedr in >ualche modo ridimensionate le am6izioni 1totalizzanti3 del suo progetto originario, dal momento che si trova privata di >uell81evidenza apodittica3 che costituiva proprio il suo fondamentale orizzonte di manovra! :ella prospettiva del nostro discorso, >uella che sulle

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prime

puF

sem6rare

una

sorta

di

tragica

disfatta

dell8impresa

fenomenologica, finisce per essere nientemeno che il portato fondamentale della riflessione husserliana nel suo complesso! Seguendo in maniera fedele le indicazioni di "arsciani, cercheremo ora di vagliare >uesto epilogo della vicenda fenomenologica in tutta la sua formida6ile portata! :el corso della 1Auarta meditazione3, in linea con lo spirito della fenomenologia 1classica3, 7usserl giunge all8evidenza apodittica dell8ego trascendentale come esito necessario di un percorso di riduzioni successive! La riduzione di tutte le datit, dun>ue, @ considerata ancora una volta come >uell8operazione fondamentale che conduce all8unit della coscienza in >uanto condizione di possi6ilit universale, necessaria alla conoscenza di tutte le datit! Se si danno i vari vissuti di coscienza come ciF di cui non si puF in alcun modo du6itare, in modo altrettanto evidente si d, secondo 7usserl, l8unit di >uesti vissuti, ossia l8ego trascendentale in >uanto 1sistema3 insepara6ile da >uesti vissuti! .nfatti
Mgni cosa dell8ego intesa, pensata, valutata, trattata, ma anche posta o da porre nella fantasia, @ indice correlativo di un sistema dell8ego, ed esiste solo come correlato di "uesto sistema! K7usserl $%'$, trad! it!, p! %$, corsivo mioL

Se ogni vissuto @ 1indice correlativo di un sistema dell8ego3, allora tale sistema @ la condizione di possi6ilit universale di ogni vissuto! .n >uesto modo perF si giunge, come ammette lo steso 7usserl, sul terreno dell8idealismo:
la fenomenologia universale si presenta come autoesplicazione in un senso ampliato, per cui si vede come l8ego in virtD della sua propria essenza costituisca in s9 anche un altro, un essere oggettivo e anche tutto ciF che per lui ha mai valore d8essere come non,io posto nell8io! Mra la fenomenologia condotta in >uesta concretezza sistematica @ per ciF stesso idealismo trascendentale, seppur in senso essenzialmente nuovoK &vi, p! $#%L

<cco che la coscienza, in >uanto ego trascendentale, viene ad essere >uel luogo in cui si costituisce laltro! "a se >uella dell8io che costituisce il nonio @ una posizione classica del pensiero idealistico BBer^ele?, 7ume, ma anche Fichte ed 7egelC, 7usserl si affretta a mettere in chiaro che il suo @ un idealismo trascendentale 1in un senso nuovo3! CiF che 7usserl difatti intravede @ la minaccia di un relativismo soggettivistico che, in >uanto tale,

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andre66e a minare l8oggettivit trascendentale a cui @ legata la validit della stessa l8impresa fenomenologica! Come osserva "arsciani, ILao6iezione @ >uella, classica, del realismo che non puF esimersi dallaimputare al soggettivismo radicale di 7usserl il peccato mortale di un solipsismo assolutoJ K"arsciani $%%#, p! 4L! <66ene, proprio >uesta 1o6iezione solipsistica3 risulta essere l8oggetto principale della 1Auinta meditazione3! <ssa viene formulata in >uesti termini:
Colleghiamo le nostre nuove meditazioni a una o6iezione che potre66e sem6rare 6en grave! <ssa riguarda nientemeno che la pretesa della fenomenologia trascendentale a essere filosofia trascendentale e di poter >uindi, nella forma di una pro6lematica e di una teoria costitutive che si muovono nell8am6ito dell8ego trascendentale ridotto, risolvere i pro6lemi trascendentali del mondo oggettivo! Se io che medito, mi riduco, mediante l8epoch9 fenomenologica, al mio assoluto ego trascendentale, non sono allora divenuto il solus ipse e non rimango tale, fin tanto che sotto il titolo 1fenomenologia3, svolgo un8autoesplicazione conseguente0 < la fenomenologia che voleva risolvere i pro6lemi dell8essere oggettivo e darsi gi come filosofia, non sare66e allora da stigmatizzare come solipsismo trascendentale0 K7usserl $%'$, trad! it!, p! $$'L

.l pericolo @ reale! Una volta che la riduzione arriva fino al fondo, al 1 mio assoluto ego trascendentale3, come posso allontanare lo spettro del solipsismo per cui tutto >uello che @ puF attingere il suo senso solo dalla mia sfera di coscienza0 Come sta6ilire con certezza che >uesto mio ego trascendentale sia effettivamente l8<go trascendentale e non solamente il mio ego trascendentale0 < che dire degli altri ego0 Come conciliare la riduzione alla sfera della pura immanenza con l8esigenza di oggettivit trascendentale di cui la fenomenologia si fa promotrice0 Sono proprio >ueste le >uestioni radicali in cui la fenomenologia si im6atte nella sua ultima fase e che, come detto, la pongono di fronte alla >uestione dell8intersoggettivit! Hediamo le parole di 7usserl!
La riduzione trascendentale mi lega alla corrente dei miei Erle!nisse Ki!e! vissutiL puri coscienziali e alle unit costitutive mediante le attualit e le potenzialit di essi! )ppare ora chiaro e naturale che tali unit sono insepara6ili dal mio ego KEL! "a come ora va la cosa per gli altri ego che non sono pur mere rappresentazioni o meri oggetti rappresentati esistenti in me, unit sintetiche che possono trovarsi in me, ma che, per il loro stesso senso, sono 6en altri0 :on a66iamo dun>ue fatto torto al realismo trascendentale0 Auesto potre66e mancare di fondamenta fenomenologiche, ma in linea di principio avre66e ragione in >uanto ricerca una via che va dall8immanenza dell8ego alla trascendenza dell8altro! K&!id!L

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Auella dell8altro, come si vede, @ una >uestione che ad un certo punto si fa strada nell8indagine fenomenologica e diventa cruciale per la validit dell8indagine stessa! Del resto tale >uestione diventer uno dei nodi principali dell8indagine fenomenologica post,husserliana e andr addirittura a costituire il fulcro fondamentale del pensiero di un filosofo come <manuel L9vinas, molto influenzato dalla fenomenologia e traduttore proprio delle Meditazioni cartesiane! "a come mai >uello dell8altro inizia a costituire ad un certo punto un pro6lema fondamentale all8interno dell8indagine fenomenologica tanto da veder legato alla sua soluzione il destino del suo stesso progetto0 .l fatto @ che alla >uestione dell8altro @ legato a doppio nodo il pro6lema stesso dell8oggettivit! .n >uesto modo, sulla scorta di "arsciani, si puF osservare come tutta la 1Auinta meditazione3 viva all8interno di una 1tensione3 che Ipoggia precisamente sulla paradossalit del tutti e del ciascunoJ K"arsciani $%%#, p! 5L! (utta l8indagine fenomenologica precedente alle Meditazioni cartesiane si muove intorno alla >uestione del 1ciascuno3, in particolare di >uel ciascuno che sono io, polo egologico trascendentale a fondamento di tutti i miei vissuti e dun>ue del senso del mondo in >uanto mio puro correlato! .n essa la >uestione del 1tutti3 di fatto non sorge e dun>ue il pro6lema del nesso tutti[ciascuno non viene posto! "a nel momento in cui nell8indagine fenomenologica irrompe l8 altro, che come me non puF essere che ego ed @ dun>ue alter,ego, la pro6lematica del 1tutti3 si impone in tutta la sua complessit e diventa di conseguenza necessario interrogarsi sulla natura del nesso tutti[ciascuno! Come ci invita a domandarsi "arsciani, Idove passa il confine KEL tra il tavolo che @ fenomeno,per,me nella percezione, per esempio, e il tavolo che @ fenomeno, per,tutti nella variet delle sue determinazioni culturali e delle sue funzioni0J K&!id!L! )lla radicalit di una simile >uestione @ legato il destino stesso della fenomenologia! .nfatti come puF essere ancora possi6ile un8indagine scientifica nell8orizzonte della pura immanenza una volta che si impone con assoluta urgenza la pro6lematica dell8altro0 M, ancora meglio,

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come salvaguardare laoriginariet della.o egologico di fronte al fatto che, tra i tutti per cui il mondo @ un mondo conosci6ile, esperi6ile, ciascun .o @ immediatamente un )ltro0 La soluzione perseguita da 7usserl nel corso della H Med' @ la seguente: trovare la strada che conduca, a partire dallaimmanenza della<go, verso la costituzione della trascendenza della)ltro! 7usserl tenta di fondare trascendentalmente la)lter,ego a partire dalle determinazioni della<go! K&!id!L

Z cosN che la 1Auinta meditazione3 porta l8indagine husserliana ad una sorta di schizofrenia: da una parte non puF certo rinunciare all81originariet dell8io egologico3 ; >uesto costituire66e la fine della fenomenologia ; dall8altra non puF permettersi di trascurare la >uestione dell8altro, dal momento che essa @ strettamente legata a >uella dell8oggettivit! "a il tentativo di 7usserl di tenere insieme >uesti due corni non puF che risultare particolarmente pro6lematico! CosN se la via scelta @ >uello di provare a fondare 1trascendentalmente l8)lter,ego a partire dalle determinazioni dell8<go3, l8impressione @ che in >uesto tentativo avvenga, al di l delle intenzioni dello stesso 7usserl, >ualcosa di assolutamente peculiare che a66ia l8effetto di allontanare la fenomenologia dai suoi stessi presupposti! 7usserl scorge, ancora una volta, la necessit di un8epoch9! Z come se, 1messo alle corde3 dall8irruzione dell8alterit, si affidasse ancora una volta a >uell8operazione che gli ha consentito di giungere cosN in l nell8am6ito dell88immanenza! Bisogna ora
compiere una specie singolare di epoch. tematica al di dentro della sfera trascendentale dell8universalit! :oi escludiamo innanzitutto dal campo tematico tutto ciF che ora @ du6ita6ile, cio@ noi facciamo astrazione da tutti i prodotti costituivi dell8intenzionalit riferita mediatamente o immediatamente alla soggettivit estranea e delimitiamo dapprima l8intero contesto di >uell8intenzionalit, attuale o potenziale, in cui l8ego si costituisce nel suo essere proprio e costituisce le unit sintetiche da essa insepara6ili e per ciF stesso attri6uite alle sua propriet! K7usserl $%'$, trad! it! p! $$-L

Mra, >uello che fa pro6lema non sono le datit presenti nell8atteggiamento naturale, esse sono gi state messe tra parentesi! Auello che 6isogna ora mettere tra parentesi sono 1tutti i prodotti costitutivi dell8intenzionalit riferita alla soggettivit estranea3, considerati come estranei rispetto all8originariet del mio ego! .l fatto @, infatti, che >uesta stessa originariet non viene ora piD insidiata da un8estraneit che sta al di fuori della sfera della pura immanenza, ma come dice "arsciani, da un81estraneit allainterno del mio,proprio3 K"arsciani $%%#, p!%L! < un8ulteriore messa tra parentesi

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sare66e, secondo 7usserl, in grado di porre l8indagine fenomenologica nella condizione di giungere definitivamente all8ego nella sua identit originaria! .nfatti essa porre66e una linea di demarcazione tra i 1prodotti costitutivi dell8intenzionalit riferita alla soggettivit estranea3 e >uell81intenzionalit in cui l8ego si costituisce nel suo essere proprio3, ovvero tra un ego e un alter,ego all8interno della pura sfera dell8immanenza! )fferma infatti 7usserl che in essa si
costituisce il nuovo senso d8essere che oltrepassa il mio ego monadico nell8identit che gli @ propria e si costituisce un ego non come io stesso, che perF si rispecchia nel mio io proprio, nella mia monade! .l secondo ego non @ semplicemente presente, datoci autenticamente, ma @ costituito come 1alter,ego3, ove >uest8ego incluso nell8espressione alter,ego sono proprio io stesso nel mio proprio essere! L8 altro, per il suo senso costituivo, rinvia a me stessoO l8altro @ rispecchiamento di me stesso e tuttavia esso non @ propriamente un rispecchiamento, un analogo di me stesso, n9 addirittura un analogo in senso comune! K&vi, p! $$4L

Siamo all8interno di un vertiginoso 1gioco di specchi3, prodotto da >uel tentativo di 7usserl di fondare 1trascendentalmente l8)lter,ego a partire dalle determinazioni dell8<go3! )ll8interno della pura sfera dell8ego, del 1mio ego monadico3, si 1costituisce un altro ego non come io stesso, che perF si rispecchia nel mio io proprio, nella mia monade3! .l fatto @ perF, come detto, che il mio io proprio nella sua essenza originaria puF in >ualche modo emergere solo dopo un8ulteriore epoch9, ovvero in seguito ad un operazione che lo fa emergere per scarto rispetto ai 1prodotti costitutivi dell8intenzionalit riferita alla soggettivit estranea3! "a allora il gioco di riflessione non puF che essere reciproco e, dun>ue, non 6asta dire solamente che 1l8altro, per il suo senso costituivo, rinvia a me stesso3, ma 6isogna dire anche il contrario, ovvero che il me stesso7 per il suo senso costituivo7 rinvia allaltro! "a se 7usserl non giunge a >uesta conclusione radicale, ci arriva senza troppi indugi "arsciani con la domanda
su cosa fondare la necessit della preminenza dellI&o per la costituzione dellIestraneitJ :el testo citato pare che le parole vengano da s9: poich9 la1ego3 incluso nellaespressione balter egob sono proprio io stesso, laaltro rinvia a me stesso! <ppure vi @ il vago sapore di un paralogismo! K"arsciani $%%#, p!%, corsivo mioL

.n definitiva, possiamo affermare che, una volta impigliatasi nella >uestione dell8altro, la fenomenologia husserliana si trova davanti alla fragilit del suo

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assunto principale, l8originariet dell8ego trascendentale in >uanto unit indu6ita6ile dei vissuti di coscienza! "a non avendo la forza di prenderne atto fino in fondo, si impegna in >uel BdisperatoC tentativo di fondazione dell8alter,ego ; e dell8intersoggettivit ; a partire dall8am6ito della pura coscienza egologica, in modo da rendere disponi6ile una soluzione della >uestione dell8altro che non intacchi l8originariet dell8ego e che mantenga l8immanenza come proprio orizzonte d8indagine! L8effetto pare perF, come detto, >uello di un gioco di specchi e il ragionamento che lo origina un paralogismo! <d infatti
Laimpressione @ che il pro6lema resti e che imprima a >uesto tema fondamentale della fenomenologia matura, e al pensiero che lo in>uadra, un carattere decisamente circolare! .l pro6lema @: cosa do66iamo assumere come originario0 KEL La fenomenologia, nella sua fase matura, incontra una stessa difficolt che si rispecchia in tutti i luoghi del suo procedere! <a la difficolt KEL che consiste nellaimpossi6ile esigenza di conciliare laistanza fondativa e universalizzante della riduzione fenomenologica con laaderenza programmatica alle determinazioni concrete della soggettivit come vissuti di coscienza! K&!id!, corsivo mioL

La conclusione di "arsciani @ definitiva: l8istanza

fondativa e

universalizzante della riduzione fenomenologica @ in contraddizione con l8aderenza programmatica alle determinazioni della soggettivit e >uesto perch9 la riduzione portata fino in fondo in maniera adeguata finisce per condurre all8esito esattamente opposto a >uello desiderato, ovvero alla sospensione della soggettivit in >uanto evidenzia originaria! La riduzione portata fino in fondo impone infatti, come detto, di affrontare il tema dell8alterit al fine di evitare una pericolosa deriva solipsista e >uesto tema, come appena mostrato, non puF essere considerato nell8am6ito della pura immanenza alla coscienza egologica Bsenso per ciascunoC, ma deve essere ricondotto ad uno 1strato piD profondo3! Auello dell8inter,soggettivit Bsenso per tuttiC, strato trascendentale pre,soggettivo, pre,egologico! La necessit di un allontanamento da una prospettiva strettamente egologica, seppur non raccolta espressamente da 7usserl, puF essere intravista nel corpo stesso dell8indagine fenomenologica husserliana nello spostamento terminologico, per altro non tematizzato in modo approfondito, da 1ego3 a 1monade3! Come osserva "arsciani

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Senza che il ricorso alla riduzione trascendentale perda il suo valore filosofico costitutivo, ciF che avviene @ un mutamento di contenuto per >uanto riguarda il brestob della riduzione! Lo spostamento verte sulle determinazioni della soggettivit trascendentale che perde i caratteri positivi, vorrei dire batomisticib, di unaintuizione immediata nella presenza di un Cogito a se stesso, nellaauto,evidenza della.o pensante a se stesso pensante, per ac>uisire invece i caratteri relazionali7 gi in un certo senso relazionali e topologici7 di un punto di vista , di una prospettiva appunto, che si inserisce, e ne trae la propria natura, in una comunanza di punti di vista, sempre diversi ma trascendentalmente identici, prospettiva tra prospettive tutte convergenti, se66ene indefinitamente, su un mondo che @ il correlato intenzionale della soggettivit fungente! K"arsciani $%%#, p! $'L

(occhiamo >ui il punto fondamentale! )l fondo dell8epoch9 troviamo come 1suo resto3 non piD il polo egologico definito nella sua evidenza apodittica, ma una soggettivit che ha perso il suo carattere positivo fondamentale di essere centro sta6ile da cui si irradiano i diversi vissuti e in virtD del >uale tali vissuti assumono un senso unitario! (ale soggettivit viene in >ualche modo prima della soggettivit propriamente intesa, della soggettivit egologica, in >uanto essa @ gi aperta allaltro! .n >uesto modo, l8accesso all8am6ito dell8intesoggettivit non costituisce per >uesta 1soggettivit aperta3 l8accesso ad un senso altro, ad un senso ulteriore rispetto ad un senso egologico originario, ma costituisce l8accesso al suo senso piD proprio, in >uanto esso non @ che l8orizzonte in cui essa in >ualche modo gi da sempre si trova! .n >uesto modo, si comprende pure come la >uestione dell8oggettivit si offre a >uesta soggettivit pre,egologica e aperta,all8altro ; a >uesta monade, appunto ; non in >uanto necessit di una possi6ile aderenza ad una realt ad essa esterna, ma in >uanto pro6lematica del senso, per,tutti, in >uanto senso che si d nella relazione che essa intrattiene con la comunit delle monadi, relazione nella >uale essa stessa in >ualche modo gi si trova! Siamo cosN giunti al punto in cui la soggettivit egologica si scopre come in s9 non autonoma, n9 in alcun modo auto,evidente, e comprende se stessa come monade costitutivamente aperta alla relazione con l8altro! <ssa, infatti, comprende come il senso ; e il suo stesso senso ; non dipendano direttamente da s9 in >uanto ego, ma siano funzione delle relazioni in cui essa stessa si colloca in >uanto soggettivit monadica, in >uanto monade immersa in una comunit di monadi! .n >uesta prospettiva la monade si comprende come >uello spazio aperto e insta6ile, come >uello orizzonte dai

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contorni sempre provvisori, che per sua stessa natura non puF che avere un carattere relazionale, dal momento che @ un puro punto di vista sul mondo in relazione con altri punti di vista! <ssa, in definitiva, non @ che un punto di vista che 1si inserisce3 e 1trae la propria natura3 in una 1comunit di punti di vista3, ciascuno dei >uali ; in maniera identica ad essa ; vivono e assumono il proprio valore solamente nell8am6ito della loro reciproca correlazione! Da >uesta dipendenza la monade ; ciascuna monade ; non puF sottrarsi, non ne ha proprio la possi6ilit: il solipsismo @ una posizione solo irreale, ciascun silenzio @ gi carico di senso, il non senso non @ altro dal senso! "a se l8irruzione dell8alterit finisce per rompere la sfera della pura immanenza soggettiva, la prospettiva che si apre a >uesto punto @ una 1monadologia3 del tutto pro6lematica! Come osserva puntualmente "arsciani, infatti, la concezione monadologica che proponiamo sulla scorta della riflessione di 7usserl, ha un carattere proprio che la distanzia in maniera radicale da >uella proposta da Lei6niz!
"entre in Lei6niz le varie prospettive rappresentate dalle monadi vengono garantite nella loro coesistenza armoniosa dal fungere di un punto di vista superiore e trascendente, dallo sguardo di Dio che integra i molteplici punti di vista nellaidea metafisica dellaarmonia universale, >ui laintegrazione si fa immanente alle relazioni costitutive della comunit delle monadi! K&vi, p! $&L

Una differenza non da poco! Se fino ad ora ci siamo sforzati di mantenerci 6en distanti dall8orizzonte della metafisica e a66iamo individuato i luoghi in cui 7usserl sem6ra non riuscire in >uesto intento, non possiamo certo affidarci ora all8ipotesi dell8armonia universale per porre a fondamento delle diverse monadi la verit di un medesimo punto di vista assoluto! Auesta ipotesi del razionalismo classico che vincola la concordanza di certezza Bsenso per meC e verit Bsenso per tuttiC al potere di un essere divino, non puF difatti che essere rifiutata! "a cosa significa allora che l81integrazione si fa immanente alle relazioni costitutive della comunit delle monadi30 Significa semplicemente che l8integrazione dei vari punti di vista espressi dalle[nelle monadi diventa funzione delle stesse relazioni costitutive della comunit delle monadi e non puF essere in alcun modo

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vincolata ad una >ualche esteriorit! .n antri termini, il pro6lema del senso per tutti ; del senso in generale ; non puF essere trattato se non in rapporto alle relazioni costitutive in cui le monadi si inseriscono e in virtD delle >uali le stesse monadi assumono di volta in volta il loro valore! .nfatti uno degli esiti piD importanti della soluzione monadologica alla >uestione dell8oggettivit ; e della soggettivit ; @ che
La soggettivit trascendentale, cosN radicalizzata, ne guadagna in universalit e, ciF nonostante, si singolarizza in ogni per,me che si realizza di volta in volta come centro per il senso intenzionato! La nozione topologica di bcentralitb, che @ laesito formale del percorso di radicalizzazione trascendentale della<go compiuto da 7usserl nelle Meditazioni Cartesiane, si innesta cosN in una concezione relazionale della soggettivit propria dellaidea di comunit monadologica! LIessere centrale di ogni soggettivit singolarizzata verr non gi superato ma ricompreso allIinterno di una rete comunitaria e intersoggettiva di molteplici Alter-ego' K&!id!, corsivo mioL

La soggettivit trascendentale, una volta caratterizzata come istanza costitutivamente inter,monadica, ne guadagna in universalit, dal momento che essa @ assunta come condizione di possi6ilit dell8emergere del senso ma non piD in >uanto soggetto egologico ; tanto 1evidente3, >uanto potenzialmente 1solo3 ;, ma in >uanto comunit di soggetti considerati come punti di vista ; diversi, ma, in una prospettiva s>uisitamente trascendentale, identicamente validi ; sul mondo in comunicazione e in inter,dipendenza tra loro! )llo stesso tempo, perF, la soggettivit trascendentale 1si singolarizza in ogni per me che si realizza di volta in volta come centro di senso intenzionato3! .l fatto @, tuttavia, che >uella che ora si affaccia come 1soggettivit singolare3 non puF piD venire considerata come evidenza originaria al centro del senso del senso! <ssa puF, infatti, darsi in una data circostanza come 1centrale3 solo in virtD della relazione che intrattiene con la comunit monadologica in cui si inserisce e costituisce il >ualche modo il suo stesso orizzonte trascendentale di possi6ilit! .n altri termini puF darsi certo come centrale, ma solo in senso topologico, formale, ovvero all8interno di una topologia che la in>uadra come posizione tra le altre e che, in >uanto tale, costituisce il suo 1orizzonte a priori3 di senso! Come dice, del resto, "arsciani, il suo 1essere centrale3 non viene superato, ma viene 1ricompreso all8interno di una rete comunitaria e intersoggettiva di

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molteplici alter,ego3 che, da un punto di vista trascendentale, viene prima di >ualsiasi 1centralit singolare3! L8esito principale di >uesta riflessione @ la collocazione del senso nell8am6ito dell8immanenza alle relazioni costitutive della comunit delle monadi! .n >uesto modo il darsi del senso ; il suo articolarsi per tutti e per ciascuno ; non @ posto n9 al di l, in una armonia universale presta6ilita, n9 al di "ua, in una soggettivit egologica autonoma e chiusa in se stessa! "a se il darsi del senso @ posto in maniera salda nell8immanenza delle relazioni inter,monadiche, allora ogni uomo come monade di senso e alla ricerca di senso @ 1imprigionato3 in >uesta immanenza senza alcuna possi6ilit si 1sorvolo3 n9 di 1totalizzazione3! .n >uesto modo si puF affermare che, indagando gli ultimi esiti della riflessione fenomenologica, si giunge ad una conclusione, per certi versi, identica a >uella raggiunta nel capitolo precedente riguardo alla collocazione dell8uomo all8interno dell8orizzonte del linguaggio comune e delle sue dinamiche intrinsecamente intersoggettive! .n definitiva, @ come se la riflessione intorno al senso avesse 6isogno del linguaggio come proprio orizzonte per non cadere al di fuori dell8immanenza delle relazioni inter,monadiche e per non impigliarsi in >uestioni egologico,fondative che in >ualche modo la trasportere66ero nell8alveo della filosofia tradizionale! "a allo stesso tempo @ come se la riflessione sul linguaggio avesse in >ualche modo 6isogno dell8orizzonte del senso ; del senso 1per tutti3 ; come suo ancoraggio, al fine di impegnarsi in un discorso rigoroso e coerente che, in >uanto tale, non si limiti a riprodurre indefinitamente la disseminazione! Ci stiamo aggirando attorno dell8idea fondamentale secondo cui senso e linguaggio, seppur non siano necessariamente Ilegati a doppio filoJ, ogni>ualvolta essi vengano Iautonomamente indagati, pro6lematizzati, talvolta inopportunamente sfruttati, i due concetti si prendono vicendevolmente di mira, puntano launo sullaaltroJ K&vi, p! '$,'*L! otremmo dire, dun>ue, che @ l8esigenza stessa di coerenza ; uno dei leit motiv di >uesto scritto nel suo complesso ; a spingersi a legare senso e linguaggio ad uno stesso destino! Si tratta in definitiva di >uell8esigenza, espressa piD

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volte, di trovare una metodologia adeguata al fine di costruire >uell8anti, scienza del >uotidiano che ci permetta di procedere in fraintendimenti coerenti e comprensivi dei molteplici modi di significare in cui @ immerso l8uomo! Si tratta ora di una metodologia che, nello sforzo di non perdere il contatto con i modi comuni di significazione, si ponga sul piano immanente delle relazioni inter,monadiche che, in >uanto tale, costituisce il loro orizzonte trascendentale di senso! Z infatti proprio a partire da >uesta collocazione pro6lematica che puF diventare possi6ile fraintendere in maniera coerente i diversi modi di significare nei >uali inevita6ilmente siamo immersi! Come afferma Deleuze
Cerchiamo di determinare un campo trascendentale impersonale e preindividuale che non somigli ai campi empirici corrispondenti e che non si confonda tuttavia con una profondit indifferenziata! 3ale campo non puA essere determinato come "uello di una coscienza! KDeleuze $%-%, trad! it! p! %-, corsivo mioL

Un campo trascendentale, dun>ue, di >uesto si tratta! "a del tutto pro6lematico! <sso appare tuttavia l8unico orizzonte davvero in grado di garantire il dispiegarsi di >uella 1nuova scientificit3 non,genetica a cui stiamo mirando! Un orizzonte che "arsciani, sulla scorta di 7usserl Be di DeleuzeC, non esita a chiamare 1trascendentale immanente3, >uasi a voler puntare il dito proprio sulla sua indispensa6ile, >uanto rischiosa, paradossalit! Z su >uesto piano che non potr che collocarsi la nostra indagine sul senso nel momento che vuole porsi, ad un tempo, coerente e comprensiva! <d @ proprio >uesta collocazione che comporta inevita6ilmente, come mette in luce puntualmente "arsciani, un 1incremento del carattere di formalit3! Mvvero un
incremento del carattere di formalit che va riconosciuto ad un 1trascendentale immanente3 , da non confondersi con la btrascendenza nellaimmanenzab su cui insiste 7usserl proprio nella H Med' , verso cui porta la concezione orizzontale, 1laterale3, della monadologia fenomenologica! K"arsciani $%%#, p! $+L

Come a dire che @ proprio >uesta nostra collocazione nell8am6ito immanente di una 1monadologia orizzontale3 Bdiversa dalla 1monadologia verticale3 di Lei6nizC, che ci spinge verso un incremento del carattere di formalit dell8orizzonte trascendentale immanente! Auesta riflessione porta alla tematizzazione di >uella che "arsciani chiama, sulla scorta di 7usserl,

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1sistema di incompossi6ilit a priori3 e che rappresenta un parametro formale di coerenza, in >ualche modo immanente, alla struttura inter, monadica stessa! .nfatti egli afferma:
<a dun>ue la struttura dellaesistenza, >uel bfattob che 7usserl chiama bio sonob Be la sua inerenza ad una comunit di monadi che si realizza nellaumanitC che impone e prescrive un >uadro di riferimento a priori in cui la coerenza, la congruenza e laarmonia si danno come un sistema a priori di incompossi6ilit! CosN si riduce blateralmenteb, nella reciprocit delle monadi, laar6itrariet in cui puF incorrere unainterpretazione classicamente idealistica dellaegologia! Auesto sistema di incompossi6ilit a priori viene allora a coincidere, nella struttura dellaesistenza, con lainsieme delle relazioni di comunicazione tra monadi, in cui ciascuna di esse, e tutte per ciascuna, cosN come il mondo oggettivo che la comunit costituisce, significano per ognuna in una totalit monadologica chiusa che @ tipicamente una totalit di senso! K&vi! ! $+,$-L

.n conclusione, @ proprio la nostra collocazione all8interno della comunit della monadi che spinge la nostra esigenza di scientificit verso una metodologia formale collocata nell8am6ito del 1trascendentale immanente3 e che vincola la coerenza stessa della sua razionalit ad un sistema a priori di incompossi6ilit! Solo in >uesto modo si puF infatti puntare ad una 1chiusura3 pro6lematica di senso che sia perF effettivamente un senso per tutti, ovvero una totalit di senso! Solo in >uesto modo, un mondo per tutti @ possi6ile! Come dice Deleuze, infatti,
.l mondo espresso @ fatto di rapporti differenziali e di singolarit attenenti! <sso forma precisamente un mondo nella misura in cui le serie dipendenti da ogni singolarit convergono con >uelle che dipendono da altre: @ >uesta convergenza che definisce la 1compossi6ilit3 come regola di una sintesi del mondo! L dove le serie divergono comincia un altro mondo, incompossi6ile con il primo! KDeleuze $%-%, trad! it! p! $#'L

.l sistema di incompossi6ilit risulta a >uesto punto essere l8oggetto teorico a cui do66iamo mirare, l8unico in grado di ridurre 1lateralmente3 l8ar6itrariet, ovvero nell8orizzonte inter,monadico e senza ricorrere a datit oggettuali Be soggettualiC trascendenti, l8unico in grado di produrre una sintesi coerente del mondo! :ei termini del nostro discorso, la descrizione e la definizione accurata del funzionamento di un sistema a priori di incompossi6ilit, risulta ora essere il primo o6iettivo al fine di individuare >uella metodologia rigorosamente non,genetica, assolutamente non,causale, che sola puF garantire l8effettiva generazione di fraintendimenti coerenti dei modi comuni di significare! < ora forse riusciamo a comprende come alla 6ase di tale metodologia non,genetica ; dovremmo iniziarla a chiamare

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strutturale ; non vi sia affatto un semplice principio di non,contraddizione, ma >ualcosa di piD profondo! :on si tratta in alcun modo di una 1logica classica3, non appartiene alla tradizione che da )ristotele conduce fino a Frege! La nozione di incompossi6ilit, come dice ottimamente Deleuze,
non @ riduci6ile a >uella di contraddizione: @ piuttosto la contraddizione che in un certo modo ne discende: la contraddizione tra )damo,peccatore e )damo,non,peccatore discende dall8incompossi6ilit dei mondi in cui )damo pecca e non pecca! K&!id!L

Concludendo, il compito di tirare le fila del nostro discorso intorno alla fondamentale 1svolta inter,soggettiva3 e alla corrispettiva 1scoperta3 di un trascendentale immanente organizzato in monadi, non puF che essere affidato allo stesso "arsciani, senza le indicazioni del >uale >uesto stesso discorso sare66e risultato nient8altro che una 1ne6ulosa di mondi incompossi6ili3!
L8autoriflessione universale, per essere contemporaneamente sistemica, non puF prendere come propria 6ase la singolarit egologica 6ensN >uella monadologica, gi immediatamente compresa nella struttura dellaintersoggettivit trascendentale! :on che il testo di 7usserl vieti le lettura strettamente egologicaO al contrario, resta proprio la preoccupazione principale delle Meditazioni Cartesiane >uella di trovare la 6ase ultima della riduzione trascendentale nella<go del ciascuno, ma, come a66iamo visto, nel momento in cui il tema dellaoggettivit si fa strada nel percorso della costituzione, e con esso il pro6lema di un sistema filosofico,scientifico delle condizioni dellaoggettivit, la svolta monadologica impone una riconversione del piano di immanenza e ciF che laautoriflessione puF ritrovare, ciF cui essa puF tendere per recuperare il senso della propria intenzionalit costituente, diventa precisamente >uello strato trascendentale rappresentato dalle relazioni di possi6ilit reciproca tra monadi! K&vi, p! $4L

Auesto passo, in definitiva, riassume in maniera lineare tutti i principali punti attorno a cui si @ affannosamente mosso il mio discorso!

#$6 E%i!o"o nietzsc'eano


)vevamo lasciato il :ietzsche della +ascita della tragedia alle prese con il tentativo di 6ucare il velo di "aia al fine di conficcare lo sguardo nel mondo dionisiaco e raggiungere cosN le "adri dell8essere! .l fatto @ che il piD tenace critico di :ietzsche @ senza du66io :ietzsche stesso! <d infatti la condanna nei confronti della sua prima opera @ netta! <ssa, scrive :ietzsche nel 1(entativo di autocritica3&#, @ un8opera
&#

Si tratta del 6reve saggio che, a partire dall8edizione del $55- de La nascita della tragedia, precede l8opera stessa a mo8 di introduzione! <sso compare anche nell8edizione

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con sullo sfondo una metafisica da artisti , un8opera giovanile piena di coraggio giovanile e melanconia giovanile, KEL gravata da ogni difetto della giovinezza, nonostante il suo pro6lema da vecchi, gravata soprattutto dalla prolissit della giovinezza, dal suo /turm und $rang! Diciamolo KEL, oggi per me % un li!ro impossi!ile! Ktrad! it! in :ietzsche $%4*, p! +, corsivi mieiL

:iente male per uno che pensava di essere giunto nientemeno che al cospetto delle 1"adri dell8essere3! ) 6en vedere, @ un po8 lo stesso percorso che conduce 2ittgenstein da una prima 1posizione spinoziana3, in cui pensava di avere risolto tutti i pro6lemi della metafisica, ad una seconda radicalmente critica nei confronti della prima e delle sue am6izioni 1totalitarie3! )nche nell8am6ito del pensiero husserliano a66iamo visto come l8irruzione del tema dell8altro e della >uestione dell8intersoggettivit, porti lo stesso 7usserl a mettere in discussione i presupposti egologici della sua indagine e ad aprire verso una prospettiva monadologica che in >uanto tale rende impossi6ile uno 1sguardo eidetico3 definitivo e glo6ale! Z come se tutti >uesti filosofi B7usserl, 2ittgenstein, :ietzsche, ma la lista sare66e molto lungaC dopo un primo lineare percorso che, pur con tutte le evidenti differenze, si muove nello stesso tentativo di individuazione di uno spazio proprio Bla coscienza, il linguaggio logico primario, il dionisiacoC in cui riporre le radici ultime dell8essere, prendessero progressivamente atto dell8impossi6ilit ; se non addirittura dell8insensatezza ; di una simile impresa e cercassero altrove la via per una possi6ile coerenza! Si tratta come di un preliminare 1spinozieren3 che, una volta impigliatosi nei suoi esiti paradossali, mette di fronte la necessit di un ulteriore stadio di coerenza a cui ancorare il proprio discorso! "a che cos8@ che a >uesto punto appare a :ietzsche come 1impossi6ile30 .l fatto che un soggetto, posto dinnanzi ad un mondo illusorio, possa risalire ad uno strato originario di verit attraverso un percorso che porta alla cancellazione dell8illusione! Auesto, nella riflessione del primo :ietzsche, significava impegnarsi in un percorso di rottura del principio di individuazione che permettesse di accedere al di l della forma, ovvero a >uello strato primordiale in cui forma ed individuazione non hanno ancora gettato la loro rete, dal momento che esso @ proprio il luogo che
italiana del $%4*, a cui si far riferimento!

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costituisce lo sfondo primordiale, precedente alla loro comparsa! Auesto modo di procedere, del resto, non @ differente dal >uello della metafisica tradizionale, ciF che cam6ia @ solo il punto di approdo! Si tratta anche del procedimento della cosiddetta 1psicologia del profondo3, >uella che pretende di scavare oltre il soggetto e le sue forme superficiali al fine di giungere alla sua verit! Mra, >uesta 1metafisica da artisti3 e >uesta psicologia 1giovanile3, iniziano a sem6rare inadeguate allo sguardo 1maturo3 di :ietzsche! Se >uello dell8a6olizione della forma rimane un tema fondamentale della riflessioni di :ietzsche in tutta la sua vita, ad un certo punto esso viene considerato sotto unaaltra prospettiva! :on si tratta piD ora di li6erare la forza dionisiaca che vive soffocata al di sotto della forma, al fine di congiungere il soggetto con la natura originaria! Auesto o6iettivo ora puzza tremendamente di metafisica, non @ che la replica del dualismo verit[illusione su cui ogni metafisica si 6asa! Mra di tratta di far danzare la forma e di danzare con essa, di saltare da una forma all8altra in una danza sfrenata, di assumere in ciascuna danza maschere differenti, maschere che non hanno valore se non in rapporto alla danza! )fferma :ietzsche in Al di l del !ene e del male K$55-L: 1(utto ciF che @ profondo ama la maschera! Dammi ti prego una maschera ancora\ Una seconda maschera\3! )l di sotto della maschera, al di l della maschera, non si d niente perch9 non vi @ niente, la profondit ama la maschera! La profondit @ maschera! :on vi @ verit del soggetto se non nella maschera, nelle molte maschere che esso assume! :on vi @ senso del mondo se non nelle molteplici forme che esso assume in >uella danza sfrenata che @ la vita degli uomini, ma allo stesso tempo il senso non @ che la condizione stessa di >uesto darsi del senso! <cco l8a6isso, ecco il dionisiaco! )lla 6ase della svolta di :ietzsche c8@ la sospensione del dualismo: del dualismo Dioniso[)pollo, del dualismo Holont[Rappresentazione, del dualismo Herit[.llusione, del dualismo Fenomeno[Cosa in s@! :ietzsche afferma in (mano7 troppo umano:

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er il fatto che da millenni a66iamo scrutato il mondo con pretese morali, estetiche e religiose, con cieca inclinazione, passione o paura, e a66iamo straviziato negli eccessi del pensiero non logico, >uesto mondo @ diventato a poco a poco cosN meravigliosamente variopinto, terri6ile, profondo di significato, pieno d8anima e ha ac>uistato colore, ma i coloristi siamo stati noi: l8intelletto umano ha fatto comparire il fenomeno e ha trasferito nelle cose le sue erronee concezioni fondamentali! K:ietzsche $545, trad! it! p! *-, corsivo mioL

L8uomo vive in un mondo gi carico di significato, di molteplici significati! 1C8@ sempre troppo senso, una sovrapproduzione di senso3! "a >uesti significati e >uesto senso, sono opera della 1pittura3 degli uomini, dei discorsi degli uomini, delle opere degli uomini: i coloristi siamo noi\ .l senso @ sempre effetto! .l fatto, perF, che al di l della pittura, dei discorsi, delle opere, che al di l del senso vi sia un fondo comune 1reale3, un fondamento, un8origine, pare ora a :ietzsche una conclusione non necessaria, dettata da un 6isogno 1umano, troppo umano3 di consolazione, di 1consolazione metafisica3! (ale conclusione ha, infatti, a che fare con il 1trasferimento nelle cose3 delle concezioni erronee dell8uomo, ha a che fare con >uella domanda sull8origine attorno a cui ruota >ualsiasi metafisica! .l senso @ anche sempre condizione! < il tentativo di :ietzsche @ proprio >uello di sottrarsi in tutti i modi al dominio della metafisica! Z >uello di mostrare l8insensatezza della domanda sull8origine, di mostrare come sotto la forma, sotto >ualsiasi forma, non sia mai nascosta un8origine profonda, ma sempre unaaltra forma! Z >uello di mostrare come ogni soggetto non sia che una maschera, una molteplicit molteplice di maschere! < la tragedia greca0 Che ne @ della tragedia0 Mra non @ piD considerata >uella forma unica in grado di fa emergere il 1senso unico3 dionisiaco, il vero essere dell8essere! La stessa ricerca della forma unica, del resto, non ha piD alcun senso! < proprio nel 1(entativo di autocritica3, :ietzsche fa risuonare la domanda di Faust,

< non dovrei, con la piD anelante violenza, (rarre in vita la forma unica fra tutte0

) cui :ietzsche risponde:


1:on sare66e forse necessario03 E :o, tre volte no\ M giovani romantici: non sare66e necessario\

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La forma unica non @ necessaria! Auello che rimane @ solo una molteplicit di forme che nascono e che periscono in un8eterna danza dionisiaca! Forme che nascono e che si inseguono l8una con l8altra! Forme che si raggruppano in mondi incompossi6ili! "a >uale modo migliore per mostrare >uesta danza se non >uello di saltare da una forma ad unaaltra, >uello di immergersi in >uesta vorticosa danza delle forme e di farsi trasformare continuamente da essa0 Come afferma ottimamente =illes Deleuze, la 1scoperta di :ietzsche3 non consiste nell8aver fatto parlare 1Dionisio senza fondo3 al di l della forma!
La scoperta di :ietzcshe @ altrove, >uando, li6eratosi di Schopenhauer e di 2agner, esplora un mondo di singolarit impersonali e preindividuali KEL! Singolarit nomadi non piD imprigionate nell8individualit fissa dell8<ssere infinito Bla famosa immuta6ilit di DioC, n9 entro i limiti sedentari del soggetto finito Bi famosi limiti della conoscenzaC! Aualcosa che non @ n9 individuale n9 personale e che nondimeno @ singolare, per nulla a!isso indifferenziato, ma che perA salta da una singolarit allaltra, che sempre emette un lancio di dadi, che fa parte di uno stesso slancio, sempre frammentato e riformato in ogni lancio! Macchina dionisiaca per produrre il senso e in cui il non senso e il senso non sono piD in rapporto di opposizione semplice7 ma compresenti luno con laltro in un nuovo discorso ! "a >uesto nuovo discorso non @ piD >uello della forma e nemmeno >uello dell8informe: @ piuttosto l8informale puro! KDeleuze $%-%, trad! it! p! $##, corsivi mieiL

L8impresa di :ietzsche non @ >uella di dar voce all81a6isso indifferenziato3: l8a6isso @ stracarico di differenze, non @ mai indeterminato, @ lo spazio di ogni differenziazione! La vera impresa @ >uella di porre il discorso nell81in, formale puro3, nella vorticosa danza delle forme: laddove forme sempre nuove si attualizzano incessantemente, laddove nuove relazioni si danno ed altre si aggrovigliano, laddove le singolarit nomadi non possono che continuare a spostarsi da un posto all8altro! L8impresa @ appunto >uella di 1esplorare un mondo di singolarit impersonali e preindividuali3, @ >uello di 1saltare da un8individualit ad un8altra3! "a ora la scoperta piD terri6ile: anche >uella di :ietzsche non @ che una 1pittura3, forse una pittura informale, ma pur sempre una pittura! < lo stesso :ietzsche, in fondo, non @ che un 1colorista3, forse un colorista dionisiaco, ma pur sempre un colorista! :on piD >uello spirito dionisiaco mem6ro di una stirpe eletta, n9 un filosofo, ma un colorista dionisiaco! Un danzatore! Uno che danza perch9 sa danzare, uno che ride perch9 sa ridere! Un colorista che tuffandosi nella danza dei

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colori, scopre di essere pure lui nient8altro che un colore, una tinta tra le altre! <d infatti :ietzsche, in >uanto soggetto di >uesto discorso, non ne @ in alcun modo all8origine! <gli non puF che inseguire le singolarit nomadi, @ costretto ad inseguire la loro danza nella >uale egli stesso @ implicato! Come dice Deleuze,
Auanto al soggetto di >uesto nuovo discorso, non vi @ invece piD soggetto, non @ l8uomo n9 Dio, ancor meno l8uomo al posto di Dio! Z >uesta singolarit li6era, anonima e nomade che percorre sia gli uomini, sia le piante, sia gli animali indipendentemente dalle materie della loro individuazione e dalle forme della loro personalitO superuomo non vuol dire altro: il tipo superiore di tutto ciF che @! /trano discorso che dovre!!e rinnovare la filosofia e che tratta finalmente il senso non come predicato7 come propriet7 !ens; come evento! K&!id!, corsivo mioL

.l soggetto stesso non @ che una singolarit nomade immersa nel discorso! Z una singolarit anonima che insegue le altre singolarit! Z una singolarit che partecipa alla danza e che al di fuori di essa non ha alcuna maschera, n9 alcuna verit! .l 1(entativo di autocritica3 finisce significativamente citando un passo dello Karathustra:
<levate i vostri cuori, fratelli, in alto\ piD in alto\ < non dimenticatevi le gam6e\ )lzate anche le vostre gam6e\ )lzate anche le vostre gam6e, 6ravi 6allerini, e, meglio ancora: reggetevi sulla testa\ KEL iarathustra che dice, che ride la verit, non un impaziente, non un fanatico, uno che ama i salti e gli scarti! KEL .o ho santificato il risoO uomini superiori, imparatemi ; a ridere\ K:ietzsche $55+, trad! it! p! '$4 ss!L

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Parte seconda Semiotica, una questione di forma=iunti a >uesto punto la strada sem6ra gi spianata! (utta la prima parte non @ servita che a >uesto! Z come se la razionalit semiotica, infatti, inscrivesse il proprio progetto di coerenza all8interno di >uel 1trascendentale immanente3 che, sulla scorta di 7usserl e di "arsciani a66iamo cercato di mettere a fuoco! Z come, di conseguenza, se non potesse che essere fedele allo spirito delle considerazioni riguardo alla natura inter,monadica della soggettivit trascendentale e all81incremento del carattere di formalit3 che essa comporta! < poi @ proprio come se facesse proprie le riflessioni di 2ittgenstein riguardo alla molteplicit dei modi comuni di significare e come se proprio >uesta molteplicit costituisse il suo campo di indagine e, allo stesso tempo, l8orizzonte in cui la stessa indagine va ad inserirsi! Z come, in definitiva, se fosse l8esito piD lucido della presa di coscienza dei limiti intrinseci ai vari tentativi di semantica glo6ale, siano essi di tipo logico o fenomenologico,esperienziale! <66ene, si cercher ora di mostrare che non @ semplicemente 1come se3, ma che @ effettivamente cosN: il progetto di razionalit semiotica, si sosterr, @ l8esito coerente degli ultimi sviluppi della riflessione di 2ittgenstein e di >uella di 7usserl e non puF essere di conseguenza compresa se non nel gioco complesso tra >uesti due poli! Solo un e>uili6rio tra >uesti due poli, del resto, puF essere in grado di assicurare >uell8e>uidistanza necessaria, da una parte da derive logiciste, dall8altra da ancoraggi egologico,esperienziali, che sola puF tenere il progetto semiotico aderente alla sua specifica forma di razionalit! Un e>uili6rio sottile, certo, si dir pure un e>uili6rio fragile, ma, dal nostro punto di vista, l8unico e>uili6rio in grado davvero di mantenere lontana la semiotica dall8am6ito della metafisica tradizionale e di proporla come una delle forme piD coerenti di filosofia contemporanea! Mccorrono alcune chiarimenti preliminari! La semiotica a cui in >uesta sede si far riferimento @ >uella che si fonda sul 1paradigma generativo3 e

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che trova nella figura di )lgirdas Pulien =reimas il suo iniziatore e il suo principale esponente! La 1semiotica interpretativa3 di Um6erto <co, anche se potre66e trovare in >ualche modo il suo spazio all8interno del nostro discorso, non verr presa >ui in considerazione! .l fatto @ che proprio la semiotica generativa @ stata in tempi recenti 6ersaglio di critiche e di revisioni, anche radicali, che l8hanno portata a mettere in discussione l81e>uili6rio3 di cui sopra e a s6ilanciarsi pericolosamente verso uno dei due poli! La mia tesi sar che >uesto s6ilanciamento ha avuto come effetto, piD che il rilancio del progetto semiotico, una radicale trasformazione della sua forma di razionalit! .n linea di principio, nulla di male, ovviamente! Sennonch9 >uesta trasformazione ha avuto per effetto una decisiva rottura con >uella forma originale di coerenza che la semiotica generativa si @ ritagliata con cura in decenni intensi di lavoro e di riflessione! Di conseguenza, il tentativo di difesa del paradigma greimasiano che >ui si tenter, non avr come esito un semplice arroccamento in posizione ortodossa! Auanto il rilancio di una proposta teorica tra le piD interessanti e coerenti dell8interno :ovecento, la >uale ha in s9 ancora molto da dire! :ella prima parte si cercher di ricostruire per sommi capi la complessa riflessione su cui si 6asa la semiotica greimasiana! Si cercher di mostrare come essa sia l8esito sorprendete di uno sviluppo rigoroso proprio di >uei nodi teorici fondamentali su cui si @ soffermata la prima parte del presente lavoro! Si metter dun>ue in luce come l8epistemologia strutturalista sia l8orizzonte teorico di riferimento, all8interno del >uale la riflessione di =reimas coerentemente si colloca e senza il >uale essa risultere66e difficilmente comprensi6ile! .n >uesta prospettiva il 1paradigma generativo3 non puF che essere considerato lo sviluppo coerente di un 1modello strutturale dinamico3, nello specifico, cosN come esso viene ela6orato da =illes Deleuze! < sar proprio sulla 6ase di un dialogo tra Deleuze e =reimas ; arricchito dalla fondamentale mediazione di un allievo diretto di =reimas, ovvero Francesco "arsciani ; che diventer possi6ile mostrare il 1 ercorso =enerativo del senso3, ovvero l8esito della riflessione

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greimasiana, come lo sviluppo coerente di >uella 1logica del senso3 attorno a cui si muove l8opera deleuzeana! :ella seconda parte, invece, si indagher >uel tentativo di ulteriore sviluppo della teoria greimasiana che puF essere individuato nelle opere di Pac>ues Fontanille! "a, come preannunciato, >uello che viene presentato dallo stesso autore come uno sviluppo coerente del paradigma generativo, risulta essere, dal nostro punto di vista, un8estensione inde6ita ; trattasi in realt di una restrizione ; che va ad intaccare la coerenza stessa del progetto semiotico generativo nel suo complesso! .n >uesta prospettiva, >uel progetto che viene presentato con il nome di 1semiotica del corpo3, va considerato solo come un parente lontano della semiotica generativa, o se se si vuole come un figlio, che, come ogni 6uon figlio, non resiste dal mettere in discussione le ac>uisizioni fondamentali del padre! "a una volta compreso che la 1semiotica generativa3 e la 1semiotica del corpo3 rappresentano semplicemente teorie diverse, con assunti e modelli di coerenza antagonisti, 6isogner pur scegliere da che parte stare! Bastere66e anche solo cominciare a distinguerle!

&$# La semiotica "enerati+a


&$#$# Uno 2struttura!ismo dinamico3 Sotto l8etichetta di 1strutturalismo3 vi si possono fare rientrare un insieme molto ampio di discipline e un insieme ancora piD ampio di studiosi! )nche se @ troppo facile indicare semplicemente con esso >ualcosa come uno 1spirito di un8epoca3, @ indu66io tuttavia che nell8area della grande 1famiglia strutturalista3 vi sia possi6ile rintracciare alcune tra le piD grandi personalit intellettuali del secolo scorso, ovvero >uelle che in fin dei conti hanno fatto del :ovecento europeo >uello che effettivamente @ stato! .ntervistato sull8argomento "ichel Foucault, senza du66io uno dei grandi protagonisti della stagione strutturalista, afferma:
ersonalmente, non sono molto sicuro che il tentativo di ridefinire ciF che a >uell8epoca era stato chiamato strutturalismo sare66e granch9 interessante! Credo, invece, che sare66e interessante KEL studiare cosa sia stato il pensiero formale, che cosa siano stati i diversi tipi di formalismo che hanno attraversato la cultura occidentale

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nel corso di tutto il ]] secolo! KEL dovremo pro6a6ilmente concludere che il formalismo, nel suo complesso, @ stato verosimilmente uno degli orientamenti piD incisivi e piD ricchi di implicazioni tra tutti >uelli conosciuti in <uropa nel corso del ]] secolo!&$ KFoucault *##$, p! '#$, corsivi mieiL

Foucault lega la discussione intorno al significato del fenomeno 1strutturalismo3 ad una discussione di piD ampio respiro riguardo a >uello che chiama 1pensiero formale3 e che considera uno degli 1orientamenti piD incisivi3 di tutto il :ovecento europeo! CiF significa, dun>ue, che lo strutturalismo @ da considerare un tipo particolare di pensiero formale! Del resto dice esplicitamente Foucault che sono esistiti 1diversi tipi di formalismo3 e che sare66e utile indagare >uesta differenza che li divide l8uno dall8altro! Siamo gi ad un punto fondamentale! "a seguendo ancora le parole di Foucault troviamo un altro spunto essenziale:
La cosa che piD mi colpisce nel cosiddetto movimento strutturalista in Francia e in <uropa occidentale durante gli anni Sessanta, @ il fatto che, in realt, si trattasse >uasi di una eco dello sforzo compiuto in alcuni paesi dell8<st, ed in particolare in Cecoslovacchia, per li!erarsi del dogmatismo marGista! < mentre, verso gli anni Cin>uanta e Sessanta, in un paese come la Cecoslovacchia comincia a rivivere la vecchia tradizione del formalismo europeo dell8anteguerra, all8incirca nello stesso periodo a66iamo visto sorgere in <uropa occidentale >uello che @ stato chiamato lo strutturalismo, vale a dire ; credo ; una nuova forma7 una nuova modalit del pensiero e della ricerca formalista! Z cosN, pertanto, che situerei il fenomeno strutturalista7 ricollocandolo nella grande corrente del pensiero formale! K&vi, p! '#*, corsivi mieiL

Mltre a ri6adire esplicitamente che il fenomeno strutturalista va collocato nella grande corrente del pensiero formale, troviamo in >uesto passo un approfondimento prezioso riguardo a che cosa differenzi il movimento strutturalista <uropeo degli anni Cin>uanta,Sessanta dal pensiero formale tout court! <sso su6isce, secondo le parole di uno dei protagonisti assoluti, l8influsso decisivo dello 1sforzo compiuto in alcuni paesi dell8<st per li!erarsi del dogmatismo marGista3! Mra, senza addentrarsi in una riflessione intorno al mardismo, al suo sviluppo e al suo esito scientifico, deterministico, @ sufficiente considerare che alla 6ase di >uel pensiero formale propriamente strutturalista, sviluppatosi in <uropa negli anni Cin>uanta,Sessanta, @ presente in maniera decisiva un sforzo di li6erarsi da un pensiero dogmatico di tipo deterministico! Auesta istanza anti,dogmatica
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Si tratta di un8intervista rilasciata da Foucault e pu66licata col titolo 1Structuralism e ost,Structuralism3 sulla rivista 3elos n! ++ del $%5'! La sua traduzione italiana compare in Foucault *##$ e ad essa faremo riferimento!

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e anti,deterministica ; potremmo dire, anche, anti,causalista ; era risultata centrale, del resto, gi in tutta la riflessione sviluppata nella prima parte di >uesto scritto, e rimarr fondamentale anche in tutto ciF che segue! )66iamo in >ualche modo gi ristretto il campo! )66iamo gi trovato, infatti, due tratti fondamentali dello strutturalismo che >ui ci interessa: @ un pensiero formale ed @ un pensiero anti-dogmatico! Z, per anticipare la conclusione fondamentale a cui perverremo, uno strutturalismo dinamico ed @, proprio in >uanto tale, >uel genere di pensiero formale in cui affonda le proprie radici la riflessione greimasiana! Ci manca perF ancora un aspetto centrale! Bisogna considerare cha alla 6ase dell8epistemologia strutturale si @ soliti porre unanimemente Ferdinand De Saussure, ovvero non un filosofo, n9 tantomeno uno scienziato naturale, ma una linguista! Con >uesta aggiunta il >uadro potre66e gi apparire a66astanza completo, se non fosse che ci troviamo davanti solamente a tre aspetti ; formalismo, anti,dogmatismo, riflessione generale sul 1sistema linguistico3 Bla langue saussurianaC ; tra loro sconnessi! C8@ dun>ue 6isogno di una riflessione approfondita che li articoli nella maniera adeguata in un paradigma coerente, >uale @, appunto, il paradigma strutturale! er facilitare >uesto complesso compito di articolazione possiamo fare affidamento a >uel saggio di =illes Deleuze che significativamente titola 1Da cosa si riconosce lo strutturalismo03 KDeleuze $%4'L e che ha letteralmente fatto storia! <sso rappresenta, nella nostra prospettiva, nientemeno che l81a!!icc; del 6uon strutturalista3, l8a66iccN che lo stesso =reimas doveva conoscere molto 6ene e da cui, del resto, sem6ra aver attinto a piene mani! Da parte nostra non possiamo, dun>ue, che accontentarci di ripercorre a grandi linee, criterio dopo criterio, >uesto densissimo saggio, il >uale nella sua sorprendente 6revit contiene e struttura una complessit impressionante! .l tentativo sar anche >uello di far risuonare, laddove possi6ile, il ricordo dei risultati fondamentali a cui la nostra riflessione @ gi giunta in altri luoghi! La prima mossa di Deleuze @ >uella di rivendicare un8origine linguistica allo strutturalismo! .n principio vi @ Saussure! )ll8origine vi @ un

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riflessione sul linguaggio e >uesta risulta assolutamente determinante! Strutturalismo e linguaggio, dun>ue, vivono in strettissimo rapporto! Auale0
:on esiste struttura se non di ciF che @ linguaggio, fosse pure un linguaggio esoterico o addirittura non ver6ale! :on esiste una struttura dell8inconscio se non nella misura in cui l8inconscio parla ed @ linguaggio! :on esiste una struttura dei corpi se non nella misura in cui si ritiene che i corpi parlino, con un linguaggio che @ >uello dei sintomi! Le cose stesse non hanno una struttura se non perch9 tengono un discorso muto che @ il linguaggio dei segni! KDeleuze $%4', trad! it! p! %$L

Si d struttura se non di ciF che @ linguaggio e la pratica strutturalista si applica solo sul linguaggio, sui diversi linguaggi, ver6ali e non! Certo 6isogner capire cos8@ linguaggio in >uesta accezione cosN ampia! "a per intanto @ sufficiente comprendere che la pratica strutturalista entra in azione laddove vi @ un linguaggio e che solo laddove @ possi6ile riconoscere un linguaggio @ possi6ile individuare una struttura! Struttura e linguaggio sono strettamente correlati, sono intercorrelati! Dopo >uesto primo criterio, una sorta di 1criterio zero3, possiamo passare in rassegna i sette criteri veri e propri, >uelli che ci consentono di riconoscere l8attivit strutturalista >uale essa @! Primo criterio. 2i! sim o!ico3$

.l primo criterio dello strutturalismo @ la scoperta e il riconoscimento di un terzo ordine, di un terzo regno: >uello sim6olico! .l rifiuto di confondere il sim6olico con l8immaginario, oltre che con il reale, costituisce la prima dimensione dello strutturalismo! )nche a >uesto proposito tutto @ cominciato con la linguistica! K&vi, trad! it! p! %*L

.l sim6olico @ lo spazio propriamente strutturale, delle relazioni e degli oggetti strutturali! <sso @ il terzo regno rispetto al reale e all8immaginario e non va confuso n9 con l8uno n9 con l8altro! <sso infatti @ uno strato piD profondo di essi, piD profondo delle cose come delle immagini, di una profondit tutta da indagare, tutta da comprendere! <d infatti Deleuze propone
la posizione di un ordine sim6olico, irriduci6ile all8ordine del reale e all8ordine dell8immaginario, e piD profondo di essi! K&vi! p! %', corsivo mioL

.l sim6olico non @ altro che l8orizzonte trascendentale, irriduci6ile al reale e all8iimagunario, in cui si colloca la pratica di una 1nuova filosofia trascendentale3, >uale @ per l8appunto lo strutturalismo! .n definitiva essa @

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>uell8orizzonte 1trascendentale pre,personale e pre,individuale3 ; in >uanto 1inter,monadico3 ; che a66iamo chiamato sulla scorta di 7usserl 1trascendentale immanente3 e che @, secondo Deleuze, >uella Icaratteristica specifica della nozione di senso che si @ fatta progressivamente strada nellaepistemologia strutturaleJ K"arsciani $%%#, p! &$L! "a se l8o66iettivo principale di uno 1strutturalismo interpretativo3 @ >uello di Irinnovare la nostra interpretazione delle opere a partire da >uesta categoria Kil sim6olicoL, e pretende di scoprire un punto originale in cui il linguaggio si fa, le opere si ela6orano, le idee si annodanoJ KDeleuze $%4', trad! it! p! %'L, allora compito dello strutturalista @ >uello di interpretare le opere a partire da >uello spazio strutturale pre,personale e pre,individuale che @ il senso! Secondo criterio. 2!oca!e o di %osizione3

Distinto dal reale e dall8immaginario, esso Kil sim6olicoL non puF essere definito n9 sulla 6ase di realt preesistenti, alla >uale rinviere66e e che designere66e, n9 sulla 6ase di contenuti immaginari o concettuali che esso implichere66e che gli dare66ero significato! =li elementi della struttura non hanno n9 una designazione estrinseca n9 un significato intrinseco! KEL essi non hanno altro che un senso: un senso che @ necessariamente e unicamente di 1posizione! K&vi, p! %&L

Lo spazio strutturale non @ in alcun modo vincolato a datit preesistenti, ogni datit ; sia essa un oggetto del mondo reale, un8immagine mentale o un concetto ; @ stata messa tra parentesi! Si tratta della soluzione strutturale a >uell8istanza anti,dogmatica e anti,determinista che @ stata posta come prioritaria e che trova in uno spazio trascendentale l8am6ito per una nuova coerenza, una coerenza non solo immaginaria! Del resto avevamo gi detto che il sim6olico @ uno strato piD profondo del reale e dell8immaginario, che in >uanto tali sono messi fuori azione! =li elementi della struttura non hanno dun>ue in s. alcun significato, hanno solo un senso puramente posizionale o relazionale! <d infatti
. posti in uno spazio puramente strutturale sono primi in relazione alle cose e agli esseri reali che vengono a occuparli e primi anche in relazione ai ruoli e agli eventi sempre un po8 immaginari che appaiono necessariamente >uando essi sono occupati! K.6id!L

. posti individuati da pure relazioni strutturali sono primi rispetto alle cose che vengono ad occuparli BrealeC e primi rispetto agli eventi che si danno

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>uando essi vengono occupati BimmaginarioC! Si tratta della specificazione propriamente strutturale di >uel principio fondamentale che pone la priorit delle relazione sui relati e che si @ gi affacciato >ua e l nel nostro discorso! Lo strutturalismo riconosce l8atomismo ; in tutte le sue forme ; come nemico numero uno! .stanza anti,dogmatica e istanza anti,atomistica trovano una soluzione coerente nel modello strutturale che @ propriamente un modello topologico! Lo spazio topologico @, secondo la definizione di Deleuze,
uno spazio inesteso, preestensivo, puro spatium costituito passo dopo passo come ordine di prossimit, in cui la nozione di prossimit ha innanzitutto un senso ordinale e non un significato in estensione! K&!id!L

Lo spazio topologico @ uno spazio molto astratto che si 6asa sulle nozioni di insieme apertoLM! Se in un insieme classico Bo classeC i suoi elementi hanno valore in s9 e possono esserci o non esserci, tertium non datur, gli elementi di un insieme aperto, invece, hanno un valore puramente relazionale e possono al tempo stesso esserci e non esserci: dipender dalla relazione! .n modo molto generale, un insieme @ detto aperto se @ possi6ile spostarsi sufficientemente poco in ogni direzione a partire da un punto dellainsieme senza uscire dallainsieme stesso! Una definizione intuitiva certo, ma che risulta utile al nostro scopo! Lo spostamento all8interno di un insieme aperto, come @ facile comprendere, non @ infatti 1reale3 e dun>ue non @ in alcun modo commensura6ileO esso @ relativo al punto di partenza! La distanza poi tra un punto e un altro dell8insieme non ha un significato 1reale3, ovvero in estensione, ma, come dice Deleuze, ordinale ovvero puramente relazionale! Lo spazio cosN descritto diremo dun>ue che @ inesteso in >uanto preestensivo, ovvero proprio in >uanto spazio 1sim6olico3 trascendentale piD profondo dello spazio esteso euclideo! (ale spazio, poi, non @ neanche solamente 1immaginario3dal momento che @

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ropriamente, uno spazio topologico @ sempre una coppia, una coppia B], (C, dove ] @ un insieme e ( una collezione di sottoinsiemi di ], detti aperti, che soddisfa le propriet seguenti: $C lainsieme vuoto e ] sono apertiO *Claunione di una >uantit ar6itraria di aperti @ un apertoO 'C laintersezione di un numero finito di aperti @ un aperto! Diciamo >uindi che la collezione ( di aperti @ una topologia per ]! Z importante, in definitiva, notare come lo stesso spazio topologico, essendo costruito su una coppia, @ l8effetto di una relazione!

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puro spatium relazione che in >uanto tale si pone a priori di >ualsiasi scenario particolare dell8immaginazione! Z importante notare come lo spazio sim6olico, in >uanto spazio teorico dello strutturalismo, non @ in alcun modo >uello 1spazio proprio3 delle scienze di cui parla il Certeau, spazio proprio misura6ile e calpesta6ile! <sso @ invece il senso in >uanto tale, in >uanto totalit di senso! < la logica adoperata dalla strutturalismo non @ in alcun modo una logica strategica, ma @ sempre essenzialmente una logica tattica, se con essa si intende Il8azione calcolata che determina l8assenza di un luogo proprioJ KCerteau $%5#, trad! it! p! 4'L! Del resto @ l8oggetto 1senso3 stesso che non consente in alcun modo un approccio strategico, dal momento che >uest8ultimo non avre66e alcuna possi6ilit di lam6ire la sua 1logica3! Auella 1logica del senso3 che ha, secondo Deleuze, come principio cardine:
il senso risulta sempre dalla com6inazione di elementi che non sono di per s9 significanti! KEL il senso @ sempre un risultato, un effetto: non solo un effetto come prodotto, 6ensN un effetto di ottica, un effetto di linguaggio, un effetto di posizione! C8@, profondamente, un non,senso del senso da cui risulta il senso stesso! K&vi, p! %+L

Siamo al cuore del pro6lema! Da una parte il senso @ sempre un effetto, un effetto di senso, ovvero di linguaggio, di posizione, potremmo dire di paroleO dall8altra, perF, il senso @ anche sempre ciA da cui risulta il senso stesso, >uel 1non,senso del senso3 che @ lo strato sim6olico trascendentale che @ proprio del sistema Basse paradigmatico, langueC e che, pur se in a!sentia, @ pur sempre determinante per il senso attuale del senso! Mvvero per la significazione! Come dice "arsciani,
.l senso non si oppone al non,senso, ne @ un prodotto: @ tramite un difetto di se stesso che il non,senso produce del senso, entram6i ripartiti su una superficie incorporea! &l senso7 e insieme il non-senso7 sono pura effettualit7 ma contemporaneamente sono la condizione necessaria per lIavvento della significazione ! .n >uestaultima diventano pertinenti le opposizioni con cui si afferma e si nega, si identifica, si compara, perch@ si tratta di operazioni su elementi in cui si puF dire che il senso si @ gi attualizzato, in cui ha preso corpo come significanti effettivi e significati riconosci6ili! "a il senso @ altro, @ radicalmente neutro, indifferente, impassi6ile! K"arsciani $%%#, p! &+L

La significazione non @ altro che l8articolazione del senso! "a il senso @ altro dalla sua articolazione, @ altro da >uella o >uell8altra articolazione particolare! .n >uesto rapporto fondamentale di presupposizione reciproca

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tra senso e significazione, tra senso come condizione e senso come effettualit ; in termini saussuriani tra langue e parole ; si gioca tutta la 1logica del senso3 nella sua complessit! Auella logica del senso che @ l8oggetto dello strutturalismo, >uando pensa se stesso come teoria generale del senso, ma allo stesso tempo il suo stesso luogo! < se si riesce a comprende >uesto, si comprende pure >uesta conclusione fondamentale!
L8am6izione scientifica dello strutturalismo non @ >uantitativa 6ensN topologica e relazionale! K&vi, p! %&L

Terzo criterio. 2i! differenzia!e e i! sin"o!are3

Mgni struttura presenta i due aspetti seguenti: un sistema di rapporti differenziali, secondo i >uali gli elementi sim6olici si determinano reciprocamente, un sistema di singolarit corrispondenti a >uesti rapporti, che traccia lo spazio della struttura! K.vi, p! %-L

Ci troviamo davanti due 1oggetti3 fondamentali della teoria, da una parte i rapporti differenziali, dall8altra le singolarit! .niziamo dal primo! Si d un rapporto differenziale >uando
si sta6ilisce tra elementi che non hanno in s9 alcun valore determinato e che nondimeno di determinano reciprocamente nella relazione: cosN ?d? h ddd _ #, o d?[dd _ d[?! Relazioni del genere sono sim6oliche e gli elementi corrispondenti sono presi in un rapporto differenzialO d? @ del tutto indeterminato rispetto a ?, dd @ del tutto indeterminato rispetto a rispetto a d: n9 l8uno n9 l8altro ha esistenza, valore o significato! < nondimeno il rapporto d?[dd @ del tutto determinato, i due termini si determinano reciprocamente nel rapporto! roprio >uesto processo di determinazione reciproca in seno al rapporto permette di definire la natura sim6olica! K&vi, p! %-L

Siamo alla determinazione puramente strutturale di cosa sia da intendere per relazione! Una relazione propriamente strutturale @ una rapporto differenziale che mette in rapporto di presupposizione reciproca elementi Bdue o piDC che isolatamente non hanno n9 esistenza, n9 valore, n9 significato e che proprio in virtD di essa assumono esistenza, valore, significato! Z proprio >uesto 1processo di determinazione reciproca3 che fa di una relazione una relazione propriamente sim6olica, diremo noi semiotica Siamo ancora una volta alla priorit strutturale delle relazioni sui relati, con in piD la specificazione della natura di tale relazione: una relazione differenziale!

$&*

Con >uesta riflessione ci avviciniamo dei relativi di

molto alla scomposizione

dell8enunciato in argomento e funzione operata da Frege, come alla logica eirce, progettate 1in parallelo3 in vista di una revisione radicale della 1sintassi ariana3 6asata su soggetto,predicato KCfr! infra $!+!'L! Una riflessione decisiva che in am6ito strutturalista trova il suo maggiore tentativo di sistemazione teorica proprio in >uegli Elementi di sintassi strutturale K$%+%L di Lucine (esni@re che costituiscono il riferimento esplicito di =reimas nell8ela6orazione della sua sintassi attanziale! Se (esni@re fosse stato effettivamente a conoscenza del lavoro di eirce o di >uello di Frege, forse non risulta molto importante! Auello che importa, invece, @ che ci troviamo di fronte ad un modello sintattico topologico fondato sulla nozione fondamentale di rapporto differenziale! L8altro oggetto teorico fondamentale @ la singolarit! Che cosa intende Deleuze per singolarit0 < che centra >uel particolare calcolo detto differenziale0 er facilitarci il compito partiamo da un esempio elementare! Sappiamo che un triangolo ha tre lati e che ciascuno dei tre lati @ composto da un numero infinito di punti ordinari! Sappiamo anche perF che vi sono dei punti particolari laddove ciascun lato incontra un altro lato! Auesti punti del triangolo, gli estremi del triangolo, sono dei punti singolari! Si prenda ora una curva >ualsiasi! Auali sono i suoi punti singolari0 Le singolarit di una curva sono >uei punti in vicinanza dei "uali accade "ualcosa, ovvero punti in vicinanza dei >uali la curva cresce o decresce! .n >uesto modo si possono individuare il massimo e il minimo della curva, ma anche massimi relativi e minimi relativi! (utti >uesti punti risultano delle singolarit che in >uanto tali esistono solo in virtD del sistema di rapporti differenziali che li individuano! (utti gli alti punti della curva, ovvero >uelli situati tra una vicinanza ad una singolarit ad una vicinanza ad un8altra singolarit, non sono che punti ordinari! <d @ proprio >uesta tensione che si d tra singolare e ordinario che risulta interessante! Fin >ui nulla di complicato, anche se dal triangolo alla curva la complessit @ effettivamente aumentata! .l fatto @ che mettendo in relazione la nozione di singolarit con >uella di rapporto differenziale la complessit aumenta ulteriormente! Una volta compreso il

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legame che sussiste tra >uesti due oggetti teorici, perF avremo compreso tutto, o >uasi! .l pro6lema @ capirlo\ .n cosa consiste il legame fra singolarit e e>uazioni differenziale0 :el saggio di Deleuze non compare una spiegazione prettamente matematica di >uesto legame, ma ciononostante si riesce in ogni caso a comprendere adeguatamente >uale sia la logica che vi sta alla 6ase! Del resto impegnarsi >ui in un discorso adeguato sul calcolo differenziale non @ certo consiglia6ile, n9 per altro agevole! Un 6uon semiologo dovre66e certo sapere almeno le 6asi del calcolo differenziale, giusto per farsene un8idea, ma non @ per nulla necessario che esso sia anche un matematico! La logica del senso, del resto, @ 1piD profonda3 di "ualsiasi modello matematico mai realizzato e mai realizza6ile, e chi pensa il contrario, cio@ chi pensa che sia possi6ile far dipendere il modello strutturale da un particolare modello matematico, pro6a6ilmente non ha 6en capito che cosa sia in 6allo e ha frainteso le intenzioni di Deleuze! Del resto il fatto che in Logi"ue du sense, nonostante gli svariati riferimenti al calcolo differenziale, non vi sia traccia n9 di una funzione, n9 di un grafico, dovre66e risultare a66astanza significativo! La logica del senso, @ evidente, non ha 6isogno certo di grafici per stare in piedi, vale casomai il contrario! Auindi rimane del tutto valida la riflessione di Bernard Bolzano, secondo la >uale l8inclinazione di un filosofo per la matematica si deve 16asare in realt solo sulla sua parte puramente speculativa, ossia puF apprezzare di essa anche solo ciF che al tempo stesso @ filosofia3! .l caso vuole, poi, che Bolzano sia stato, oltre ad un ottimo filosofo, anche un ottimo matematico! < la citt che mi ha dato i natali! er comprendere di cosa si tratta possiamo ricorrere all8esempio fornito dallo stesso Deleuze! Come
alle determinazioni dei rapporti differenziali corrispondono singolarit, ripartizioni di punti singoli che caratterizzano le curve o le figure! CosN la determinazione dei rapporti fonematici propri di una data lingua assegna le singolarit in prossimit delle >uali si costituiscono le sonorit e i significati della lingua! La determinazione reciproca degli elementi sim6olici si prolunga allora nella determinazione dei singoli punti, i >uali costituiscono uno spazio corrispondente a >uesti elementi! La nozione capitale di singolarit, presa alla lettera, sem6ra appartenere a tutti i campi in cui si ha una struttura K&!id!L

$&&

rendiamo l8esempio dei suoni della lingua! )l rapporto fonematico puramente differenziale corrispondono delle singolarit, ovvero dei punti in prossimit dei >uali accadde >ualcosa, ovvero si costituiscono di fatto le sonorit! Se si prende, ad esempio, il rapporto fonematico p[6 si puF vedere come il fonema 6 e il fonema p costituiscono delle singolarit:
p 6

)lle determinazioni del rapporto differenziale, dicevamo, corrispondono singolarit Bp e 6C intorno alle >uali succede >ualcosa! &ntorno a p il suono sar effettivamente p, intorno a 6 il suono sar 6! (ra p e 6 vi sar un numero infinito di punti ordinari! Come dice Deleuze
Z chiaro che il fonema si incarna in lettere, silla6e e suoni senza perF ridursi ad essi! Di piD, le lettere, le silla6e e i suoni gli conferiscono un8indipendenza, pur essendo in se stesso insepara6ile dal rapporto fonematico che lo unisce ad altri fonemi: p[6! . fonemi non esistono indipendentemente dalle relazioni in cui entrano e mediante le >uali si determinano reciprocamente! K&!id!L

Dun>ue, lettere, silla6e, suoni in cui si incarna il fonema sono dell8ordine del reale! )l di sotto di esso vi @ l8ordine del sim6olico composto da una parte dal rapporto differenziale p[6, secondo il >uale gli elementi sim6olici si determinano reciprocamente, dall8altra dalle singolarit corrispondenti, ovvero 6, p! <cco come 1la determinazione reciproca degli elementi sim6olici si prolunga allora nella determinazione dei singoli punti, i >uali costituiscono uno spazio corrispondente a >uesti elementi3! <cco come pollo differisce da !ollo, ecco come una variazione su di una serie comporta una variazione sull8altra serie: cam6iando la ! con la p vi @ una variazione sulla serie significata! Con >uesto esempio a66iamo gi modo di comprendere il funzionamento di una struttura! :on possiamo trascurare perF il fatto che esso si muove ad un grado molto 6asso di complessit, dal momento che, rigorosamente parlando, i due aspetti della struttura dovre66ero esse un sistema di rapporti differenziali e un sistema di singolarit, e non come invece avviene nel nostro caso un singolo rapporto differenziale p[6 e le singolarit

$&+

corrispondenti! Se si considera l8esempio seguente >uesta lacuna viene colmata!


Auando L@vi,Strauss intraprende lo studio delle strutture elementari della parentela, non considera solo padri reali in una societ, n9 le immagini di padre che hanno corso nei miti di tale societ! <gli pretende di scoprire veri fonemi di parentela, ossia parentemi, unit di posizione che non esistono indipendentemente dai rapporti differenziali in cui entrano e in cui si determinano reciprocamente! Z cosN che i >uattro rapporti fratello marito padre zio materno sorella moglie figlio figlio della sorella

formano la struttura piD semplice! < a >uesta com6inatoria delle 1>ualifiche di parentela3 corrisponde, ma senza somiglianza e in un modo complesso7 1atteggiamenti tra parenti3 che realizzano le singolarit determinate del sistema! K&vi, p! %4, corsivo mioL

)l sistema dei rapporti differenziali, nel >uale si danno gli elementi sim6olici in maniera correlativa Bi parentemiC, corrisponde 1senza somiglianza e in modo complesso3 un sistema di singolarit! La struttura si dimostrer, in definitiva, davvero tale solo se ad una com6inatoria di pure "ualifiche riuscir a far corrispondere degli atteggiamenti! Una struttura @ >uesta 1molteplicit3! Cosa vuole dire 1senza somiglianza30 Cosa significa 1in modo complesso0 Auesto @ un aspetto su cui tanto L@vi,Strauss >uanto Deleuze insistono molto! Z un aspetto centrale della dinamica strutturale, di uno strutturalismo dinamico! Dun>ue, a66iamo detto che le singolarit derivano dai valori sim6olici descritti dai rapporti differenziali, ma non li somigliano, non si identificano mai con essi, dal momento che tra la pura com6inatoria differenziale e la ripartizione di punti singoli corrispondente si situa una complessit costitutiva!
. valori di rapporti differenziali si incarnano in specie, mentre le singolarit si incarnano in parti organiche corrispondenti ad ogni specie! =li uni costituiscono varia!ili, le altre funzioni! =li uni costituiscono in una struttura il campo delle "ualifiche, le altre >uello degli atteggiamenti! L@vi,Strauss ha insistito sul duplice aspetto, di derivazione e tuttavia di irriduci!ilit, degli atteggiamenti rispetto alle >ualifiche! K&!id!, corsivi mieiL

Siamo veramente al cuore della faccenda, laddove si colloca la trasformazione propriamente strutturale, >uella genesi strutturale complessa che non @ altro che il passaggio dallo statico al dinamico, dalle varia6ili alle funzioni, dalle >ualifiche agli atteggiamenti! .n definitiva dalle categorie

$&-

agli eventi! Auesto rapporto @ retto dalla legge del duplice aspetto, derivazione e irriduci!ilit! .n conclusione, Deleuze non fa altro che tradurre e ampliare >uell8opposizione tra sistema e processo che risultava fondamentale gi in Saussure! Mra essa viene presentata come una dialettica propriamente strutturale tra sistema categoriale e processo evenemenziale! Una struttura non @ che >uesta molteplicit complessa! .nfatti se i rapporti categoriali differenziali e i valori corrispondenti possono essere considerati propriamente delle condizioni trascendentali, le singolarit non sono altro che Ii veri eventi trascendentaliJ che Ilungi dall8essere individuali o personali presiedono alla genesi degli individui e delle personeJ KDeleuze $%-%, trad! it! p %-L! <sse sono il Iprincipio mo6ile di articolazione del sensoJ K"arsciani $%%#, p! &*L! Aualifiche e atteggiamenti, condizioni ed eventi, in definitiva, non sono altro che >uegli a6itanti pre,individuali e pre, personali che a6itano >uell8orizzonte trascendentale,immanente che @ il senso! < se in generale il singolare 1sim6oleggia3 il differenziale, lo strutturalismo dinamico, cosN come l8a66iamo cercato fin >ui di tracciare, non @ altro >uella 1teoria dei punti singoli3 che permette, se non di risolverlo, perolomeno di porre il pro6lema di >uesto 1sim6oleggiare3! Quarto criterio. 2i! differenziante, !a differenziazione3

Le strutture sono necessariamente inconsce, in virtD degli elementi, dei rapporti e dei punti che la compongono! Mgni struttura @ un8infrastruttura, una microstruttura! .n un certo senso non sono attuali! CiF che @ attuale @ ciF in cui la struttura si incarna, o piuttosto ciF che essa costituisce incarnandosi! KEL Forse lespressione ?virtualit@ potre!!e designare esattamente il modo della struttura o loggetto della teoria ! KDeleuze $%4', trad! it! p! %5, corsivo mioL

Le strutture sono inconsce ma l8inconscio dello strutturalismo dinamico, come Deleuze avr modo di dire in seguito, non @ n9 individuale, n9 collettivo ma, neanche a dirlo, intersoggettivo! .l riferimento @ l81inconscio strutturale3 di Pac>ues Lacan, >uell8inconscio che, come detto, si d come struttura 1nella misura in cui parla ed @ linguaggio3! Senso e inconscio, in >uesta prospettiva, non sono due 1oggetti3 differenti!

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Mgni struttura @ sempre un8infrastruttura!

rincipio fondamentale del

modello strutturale in >uanto @ pensato come uno spazio topologico! .n >uanto collocate in un puro spatium, spazio inesteso e preestensivo, le strutture sono sempre microstrutture e il pro6lema della macrostruttura, in >uanto tale, non si pone! :essuna possi6ilit di sorvolo, n9 di totalizzazione! Forse solo il senso in >uanto tale, proprio in >uanto puro spatium trascendentale, macrostruttura puF essere considerata una totalit, sorta di ovvero una costitutivamente paradossale, 1Ur,struttura3

topologica! Del resto come osserva "arsciani


Struttura e senso sono la stessa cosa, i loro principi di organizzazione corrispondono, le loro ripartizioni, le loro convergenze, la loro stessa natura! K"arsciani $%%#, p! &'L

.l modo della struttura, del senso, @ la virtualit! :on l8attualit, ma neanche la possi6ilit! IReale senza essere attuale, ideale senza essere astrattaJ, in una parola, virtuale! Hirtuale del resto @ il modo della struttura o l8oggetto della teoria! .n >uesta prospettiva struttura, senso, trascendentale, virtuale, inconscio sono tutti l8oggetto della teoria! < il soggetto! .nfatti come a66iamo gi avuto di osservare sulla scorta di "arsciani,
Laoggetto bsensob e le modalit attraverso cui un metalinguaggio puF descriverne le articolazioni disegnano un luogo teorico e una ontologia regionale che si installano in una paradossalit costitutiva, paradossalit che si river6era in una generale e pervasiva autoriflessivit linguistica e in una circolarit manifesta tra soggetto e oggetto della scienza! K"arsciani $%%#, p! *, corsivo mioL

Auel paradosso del senso che a66iamo gi incontrato >ua e l! < che attraverso un modello topologico,strutturale stiamo cercando di a6itare! < di arredare! Con una regola di 6ase:
:on tutto si attualizza come tale! CiF che si attualizza, >ui e ora, sono taluni rapporti, taluni valori di rapporti, una tale distri6uzione di singolaritO altri si attualizzano altrove e in altri tempi! :on esiste una lingua totale, che incarni tutti i fonemi e rapporti fonematici possi6ili ma la totalit virtuale del linguaggio si attualizza secondo direzioni esclusive in lingue diverse di cui ciascuna incarna certi rapporti, certi valori di rapporti e certe singolarit! KDeleuze $%-%, trad! it! p! %5L

La totalit non si d se non come senso, ovvero come spazio topologico virtuale! "a non esiste lingua totale, non c8@ mathesis universalis, n9 ideografia che tenga! <sistono solo lingue diverse, ciascuna delle >uali attualizza solo certi rapporti, certi valori, certe singolarit della totalit

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virtuale! Mgni lingua naturale @ essenzialmente una sottostruttura! Di conseguenza non esiste neanche
una societ totale, ma ogni forma sociale incarna taluni elementi, rapporti e valori di produzione Bper esempio il capitalismoC! Do66iamo dun>ue distinguere fra la struttura totale di un campo come insieme coesistenza virtuale e le sottostrutture corrispondenti alle diverse attualizzazioni del campo! Della struttura come virtualit do66iamo dire che @ ancora indifferenziata Bindifferenci.eC pure essendo completamente differenziata Bdiff.renti.eC! Delle strutture che si incarnano in tale o tal altra forma attuale Bpresente o passataC, dovremmo dire che si differenziano Bse diff.rencientC e che attualizzarsi e>uivale precisamente, per esse, a differenziarsi Bse diff.rencierC! La struttura @ insepera6ile da >uesto duplice aspetto, o da >uesto complesso che possiamo designare col nome di differenziazione Bdiff.rent,ciationC, in cui t[c costituisce il rapporto fonematico universalmente determinato! K&vi, p! %5,%%L

Un passo densissimo in cui @, ancora una volta, contenuto >uel rapporto complesso che a66iamo chiamato 1dialettica strutturale3! Una dialettica strutturale tra struttura totale dell8ordine del virtuale e sottostrutture corrispondenti dell8ordine dell8attuale! Aueste ultime attualizzano la struttura totale in una forma particolare, ossia si differenziano Bcon la cC! .l 1rapporto t[c3, dove 1t3 si riferisce al piano della virtualit e 1c3 si riferisce al piano dell8attualizzazione, @ ancora una volta un rapporto di natura propriamente strutturale, @ in >ualche modo il rapporto strutturale per eccellenza! Z la diff.rent,ciation! La diff9renciation, l8attualizzazione, come si puF vedere @ un8operazione monto simile a >uel 1singolare,che,sim6oleggia,differenziale3! )nzi si puF dire che si tratta in >ualche modo della stessa cosa, ma ad un altro livello di complessit! ossiamo dire infatti che le diverse sottostrutture attuali di una medesima struttura totale virtuale la sim6oleggiano allo stesso modo, ma in forme diverse! <d infatti
Mgni differenziazione Bdiff9renciationC, ogni attualizzazione ha luogo seguendo due vie: specie e parti! . rapporti differenziali si incarnano in specie >ualitativamente distinte, mentre le singolarit corrispondenti si incarnano nelle parti e figure estese che caratterizzano ogni specie! K&vi, p! %%L

Se gi ogni struttura @ di per s9 una molteplicit interna, nella >uale il singolare sim6oleggia il differenziale BspecieC, ogni attualizzazione di una struttura in una data forma non @ altro che un8ulteriore operazione di 1risonanza sim6olica3 che si organizza intorno a ripartizioni di punti singoli Bparti, figureC!

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<66ene, >uesto processo complesso di differenziazione ha una propria temporalit!


Si osserver che il processo di attualizzazione implica sempre una temporalit interna, varia6ile a secondo di ciF che si attualizza! :on soltanto ogni tipo di produzione sociale ha una temporalit glo6ale interna, ma le sue parti organizzate hanno ritmi particolari! La posizione dello strutturalismo nei confronti del tempo % chiarissimaN il tempo % in esso sempre un tempo di attualizzazione7 secondo il "uale vengono messi in opera7 a ritmi diversi7 gli elementi di consistenza virtuale ! .l tempo va dal virtuale all8attuale, ossia dalla struttura alle sue attualizzazione K&!id!, corsivo mioL

.l tempo @ sempre un tempo di attualizzazione e in >uanto tale va dal virtuale all8attuale! .n >uesto processo di genesi strutturale vengono messi in opera gli 1elementi di consistenza virtuale3, ovvero gli elementi sim6olici delle struttura totale virtuale, e >uesta messa in opera comporta l8incarnazione parziale della struttura in una sottostruttura e la produzione, da parte della struttura stessa, di specie e parti secondo ritmi diversi! <d infatti
appunto perch9 la struttura non si attualizza senza differenziarsi Bse diff.rencierC nello spazio e nel tempo, e senza differenziare simultaneamente specie e parti che la fanno passare all8atto, do66iamo dire in >uesto senso che la struttura produce "ueste specie e "ueste parti! KEL <ssa @ differenziale B diff.rentielleC in se stessa, e differenziatrice Bdiff.renciatriceC nel suo effetto! K&!id!, corsivo mioL

"a >uesta dialettica 1diff.rentielle,diff.renciatrice3 non @ altro che un8altra forma di >uella dialettica tutta immanente alla struttura che determina ad un tempo la sua legge neutrale e il suo funzionamento eventuale, il suo essere virtuale-impersonale e il suo prodursi attuale-concreto! Auesta @ in definitiva la logica del senso nel suo coincidere con la logica della struttura! :on @ finita! Mgni attualizzazione in >uanto tale @ sempre una perdita, secondo il cele6re principio spinoziano 1Mmnis determinatio est negatio3! M come dir in seguito 7egel, ma sempre sulla scia di Spinoza, 1nella determinazione @ insita la negazione3! < in >uesto la logica topologica, strutturale si scopre figlia diretta della logica dialettica hegeliana, secondo la >uale il processo di attualizzazione non @ altro che un processo di auto, determinazione del concetto immanente al concetto stesso, un processo negativo auto,costitutivo! Auesto principio cardine della logica hegeliana, del resto, era gi al centro della Fenomenologia dello spirito K$5#-,#4L:

$+#

Lo Spirito discende dalla sua universalit alla singolarit mediante la determinazione! La determinazione7 cio% il termine medio7 % di volta in volta coscienza7 autocoscienza , ecc! La singolarit7 invece7 % costituita dalle figure di "uesti momenti ! (ali figure presentano perciF lo Spirito nella sua singolarit, nella sua realt, e si differenziano nel tempo in modo tale che, tuttavia, la figura successiva contenga in s9 le precedenti! K7egel $5#-,#4, trad! it! p! %#$, corsivi mieiL

Bastere66e anche solo >uesto passo per fare di 7egel uno strutturalista o forse, meglio, per fare della logica strutturale una discendente diretta della logica hegeliana&'! Bastere66e poi forse anche per comprendere la necessit non di un superamento, ma di una ricomprensione della fenomenologia egologica di tipo husserliano nell8am6ito di un orizzonte piD complesso di tipo monadologico, orizzonte nel >uale la stessa fenomenologia dialettica hegeliana affonda di fatto le sue radici! La logica hegeliana, del resto, trova il suo fondamento proprio in >uel movimento dalluniversalit alla singolarit che con Deleuze a66iamo definito dal differenziale al singolare, e che nella prospettiva dialettica di 7egel, viene pensato come un momento di coscienza e di auto,coscienza! Che >uesto movimento autopoietico venga definito da 7egel proprio in termini topologici, ovvero come un 1differenziarsi nel tempo3, forse non @ del tutto sorprendente! Come non @ sorprendente che il passo hegeliano di cui stiamo parlando, sia estratto dalla sezione 1Religione3 della Fenomenologia dello /pirito! "a non 6asta 1negare3! Definendo la determinazione in termini di pura negazione, si perde di vista proprio 1ciF che vi @ di piD importante3, la ricchezza inviola6ile degli eventi, degli atteggiamenti! :on si tratta mai di semplice negazione, n9 di mera dipendenza! Mgni determinazione @ infatti sempre un 1operazione organica3, 6astarda, selvaggia!
Una struttura economica non esiste mai pura 6ensN ricoperta dalle relazioni giuridiche, politiche, ideologiche in cui si materializza! :on si possono leggere, trovare, ritrovare le
&'

Z nota del resto la forte influenza che e66e la filosofia dialettica hegeliana nella Francia della prima met del secolo scorso! Si possono ricordare, ad esempio, i famosi seminari di )ledandre /oi@ve presso lajcole rati>ue des 7autes jtudes B$%'',$%'%C proprio intorno alla Fenomenologia dello /pirito, a i >uali parteciparono un8intera generazione di intellettuali! ersonaggi come =eorges Bataile, Ra?mond Aueneau, Ra?mond )ron, ma anche >uel Pac>ues Lacan che tanto ha influito sull8opera di Deleuze e piD in generale sul destino dello strutturalismo tout court, e >uel Pean 7?ppolite maestro di Deleuze e autore di un8opera significativamente intitolata 2en%se et structure de la 1h.nom.nologie de lIesprit ! K$%&-L!

$+$

strutture se non partendo da >uesti effetti! . termini e le relazioni che le attualizzano, le specie e le parti che le fanno passare all8atto, sono distur!i non meno che espressioni ! KDeleuze $%4', trad! it! p! $##L

La >uestione del 1distur6o3, la pro6lematica dell81espressione3 KCfr! infra ` $!-!&L, deve porsi al centro di una teoria del senso! Senza di essa si rischia di perdere veramente tutto l8importante, si rischia di farsi sfuggire la logica del senso in >uanto tale! La 1teoria dei punti singoli3, e il connesso modello topologico, sono del resto proprio il tentativo di farsi carico di >uesto nodo fondamentale! )66iamo infatti gi mostrato come il 1sim6oleggiare3 del singolare rispetto al differenziale, permetta non gi di toccare ma di aggirarsi in prossimit alle 1dinamiche del distur6o3! Mra Deleuze torna di nuovo su >uesta >uestione!
Un discepolo di Lacan, P!)! "iller, forma il concetto di una 1causalit metonimica3, oppure )lthusser >uello di una causalit propriamente strutturale, per rendere conto della presenza particolarissima di una struttura nei suoi effetti, e del modo in cui essa differenzia Bdiff.rencieC >uesti effetti, nello stesso tempo in cui essa l8assimilano e la integrano! K&!id!L

<spressione,

distur6o,

sim6oleggiare,

diff9rent,ciation7

causalit

metonimica, causalit strutturale, sono tutti concetti che mirano intorno un medesimo nodo! .l nodo fondamentale! Quinto criterio. 2seria!e3

(na struttura non comincia a muoversi7 non si anima se non nel caso in cui le restituiamo anche laltra met! .n effetti gli elementi sim6olici che a66iamo definito in precedenza, presi nei loro rapporti differenziali, si organizzano necessariamente in serie! Come tali, essi si riferiscono a un8altra serie, costituita da altri elementi sim6olici e da altri rapporti: >uesto riferimento a una seconda serie si spiega facilmente se ricordiamo che le singolarit derivano dai termini e dai rapporti della prima ma non si accontentano di riprodurli o di rimetterli! <ssi si organizzano dun>ue in un8altra serie capace di uno sviluppo autonomo, o almeno riferiscono necessariamente la prima a una tale altra serie! KEL La "uestione consiste nel sapere se la prima costituisce una !ase e in che senso' KEL ogni struttura @ seriale, multi-seriale! K&vi, p! $#$, corsivi mieiL

.n realt tutto >uesto gi lo sapevamo, l8avevamo gi indicato con l8espressione 1ogni struttura @ una molteplicit3! Mra viene specificato che 1ogni struttura @ multi,seriale3, che @ composta sempre perlomeno da due serie, da due met! Una met composta da rapporti differenziali Be rispettivi valoriC e da ripartizioni di punti singoli, prima serieO l8altra met composta a sua volta da rapporti differenziali Be rispettivi valoriC e da ripartizioni di

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punti singoli, seconda serie! Solo laddove si riesce ad individuare un gioco complesso tra due serie articolate al loro interno in >uesta maniera, si riesce a scorgere del senso e si puF legittimamente descriverlo in termini di dinamica strutturale <cco perch9 ogni struttura @, e non puF che essere, multi,seriale, altrimenti non si dare66e movimento, evento, effettualit di senso! Come osserva "arsciani,
proprio perch@ implicata col pro6lema del linguaggio e del senso, una >ualun>ue struttura prevede almeno due serie, una prodotta come serie significante e una prodotta come serie significata! La loro reciproca attinenza rende possi!ile lIinvestimento di senso sui termini individua!ili "uali elementi di ciascuna serie ! >gni serie si configura come uno spazio topologico solo nel suo rapporto con lIaltra serie O la sua organizzazione, le ripartizioni singolari che vi si effettuano, le aggregazioni che vi producono em6rioni locali di identit, il modo in cui una serie si articola e il modo in cui disegna una geografia di relazioni, tutto ciF diventa riconosci6ile ed effettivo soltanto se rapportato ad unaaltra serie che con la prima entra in una relazione di senso, in una relazione sim!olica! K"arsciani $%%#, p! &', corsivi mieiL

<cco il punto: @ la 1reciproca attinenza3 tra le due serie che 1rende possi6ile l8investimento di senso3! Z >uesta reciproca attinenza, >uesto rapporto metonimico, che permette ogni serie di configurarsi come uno spazio topologico, come una monade, in definitiva come una struttura di senso! Si danno dun>ue sempre due serie ed @ proprio il costituirsi di una relazione di reciproca attinenza che pone l8una come serie significante, l8altra come serie significa! Auesto rapporto di 1solidariet strutturale3 puF essere definito sulla scorta della formalizzazione datane da Louis 7kelmslev 1funzione semiotica3 e le due serie possono di conseguenza essere definite 1funtivi3 della funzione! .n >uesto modo, in termini hielmsleviani, alla serie significata corrisponde il piano del contenuto, alla serie significante il piano dell8espressione! Con >uesta terminologia, del resto del tutto e>uivalente a >uella deleuzeana, risulta piD agevole trarre alcune conclusioni fondamentali:
.C :on si puF definire espressione e contenuto se non come funtivi della funzione! Auesta definizione formale non sta6ilisce di principio alcuna differenza tra i due piani! :on @ possi6ile infatti dire cosa sia l8espressione o cosa sia il contenuto senza uscire dal paradigma topologico,strutturale! Un8omologazione del tipo espressione,percettivo BrealeC e contenuto,semantico BimmaginarioC @

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un8operazione sostanziale che esula da una teoria propriamente strutturale! <spressione e contenuto sono entram6i all8interno dell8ordine del sim6olico! ..C L8organizzazione 6iplanare del sistema semiotico Bpiano

dell8espressione [piano del contenutoC precede gerarchicamente la distinzione forma[sostanza come si puF vedere dal seguente schema:
Sostanza piano dell8espressione Forma sistema semiotico Forma piano del contenuto Sostanza

La funzione semiotica @ definita, in termini rigorosamente hkelmsleviani, una correlazione tra le forme dei due piani! Forse >uesta definizione puramente formale rischia di rendere la struttura eccessivamente statica! "a se si considera che la forma per 7kelmslev non @ un oggetto distinto dal punto di vista ontologico dalla sostanza, ma @ >uel principio organizzatore ; potremmo dire >uel sistema di incompossi6ilit ; che decide della modalit di relazione e di articolazione tra le diverse sostanze, >ualsiasi 1deriva staticista3 sem6ra scongiurata! < in >uesto modo la definizione hkelmsleviana di funzione semiotica puF essere tran>uillamente fatta rientrare in un paradigma strutturale dinamico! ...C Una certa solidariet espressione[contenuto puF diventare nel suo complesso o espressione o contenuto in un8altra funzione semiotica! .HC Si impone la >uestione centrale della 1reversi6ilit tra piani3, per la >uale ogni contenuto puA diventare a sua volta espressione di un contenuto ulteriore e ogni espressione puA diventare a sua volta contenuto di un8espressione ulteriore! Herre66e da dire che @ >uestione di 1temporalit strutturale3! .n termini echiani, >ues8ultimo punto, assieme agli altri tre, permette di rendere conto della 1ricorsivit semantica infinita3&& K<co $%4+, p! $4' ssL e della 1natura rizomatica dell8<nciclopedia3, K<co $%5&, p! $$*L! Ricorsivit e struttura rizomatica, del resto, sono tutt8uno con un modello topologico come >uello di Deleuze&+!

&&

.nteressante da >uesto punto di vista la riflessione intorno alla vicinanza che esistere66e tra il modello in grado di rendere conto della ricorsivit semantica Bil 1"odello A3C e la pro6lematica dei giochi linguistici K<co $%4+, p! $44L &+ :on @ un mistero, del resto, che all8origine della riflessione echiana sulla natura rizomatica dell8<nciclopedia vi sia Mille 1lateuG KDeleuze e =uattari $%5#L

$+&

Aueste conclusioni, come detto, risultano assolutamente fondamentali! Senza di esse si ricadre66e inevita6ilmente in un modello pre,strutturale! "a ancora una volta Deleuze ci mette in difficolt!
Che cosa impedisce alle due serie di riflettersi semplicemente l8una dell8altra, e >uindi di identificare il loro termini uno ad uno0 L8insieme della struttura ricadre66e nello status di una figura dell8immaginazione! La ragione che scongiura un tale rischio @ in apparenza strana! .n effetti, i termini di ogni serie sono insepara!ili in s. dagli spostamenti che su!iscono rispetto ai termini dellaltraO essi sono dun>ue insepara6ili dalla variazione dei rapporti differenziali! KEL Auesto spostamento relativo delle due serie non @ affatto secondario, come per conferirgli un mascheramento immaginarioO al contrario, lo spostamento % propriamente strutturale o sim!olicoN esso appartiene essenzialmente al posto nello spazio della struttura KEL! KDeleuze $%4', trad! it! p! $#*L

)llora le due serie sono insepara6ili ma non identiche, sono in un rapporto stretto di solidariet ma non si riflettono mai l8una sull8altra! L8idea di una struttura immo6ile da cui discende in maniera unilaterale una struttura seconda, secondo il modello rigido della 1partecipazione delle cose alle .dee,3 era del resto gi stato scartato da un pezzo! Come era gi stata scartata da un pezzo l8idea di una linguaggio logico ideografico dal >uale far dipendere l8uso ordinario delle espressioni! Auesti modelli, che si mostrano ancora una volta molto simili, non ha nulla a che fare con il modello strutturale, o perlomeno non con un modello strutturale dinamico! L8accoppiamento di due serie, a differenza della 1partecipazione3 e della 1dipendenza logica, @ propriamente strutturale! Come evidenzia "arsciani, non 6isogna considerare
laaccoppiamento di due serie che si produce nel senso come dellaordine di una 6anale codifica, come una corrispondenza btermine a termineb, elemento a elemento, punto a punto! Se @ vero infatti che le due serie convergono nella loro reciproca inerenza, @ anche vero che esse, cosN come avviene per gli bintornib delle singolarit su ciascuna, divergono incessantemente in virtD di una dinamica che fa tuttauno con un elemento di paradossalit e di pro6lematicit imprescindi6ile! Le due serie, significante e significata, scorrono necessariamente launa sullaaltra, si richiamano senza corrispondersi, si determinano reciprocamente senza sovrapporsi! K"arsciani $%%#, p! &&L

L8accoppiamento strutturale non @ una 16anale codifica3! La nozione di codice va rifiutata e sostituita con >uella di struttura e la struttura @ un modello topologico, non logico,atomistico! < grazie a 7kelmslev, come sottolinea "arsciani su6ito dopo, possiamo definire esattamente la differenza tra codice e struttura, o, come dice 7kelmslev stesso, tra 1sistemi monoplanari3 e 1sistmi 6iplanari3, o tra 1sistemi sim6olici3 e 1sistemi

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semiotici3&-! Si dir dun>ue che i sistemi semiotici sono delle 1gerarchie correlazionali3 K7kelmslev $%&', trad! it!, p! &'L i cui piani sono tra loro 1non,conformi3! Si prenda il seguente esempio! La commutazione tra p e 6 che avviene nella catena espressiva 1Eollo3, provoca una commutazione corrispondente sul piano del contenuto: 1pollo3 non ha lo stesso significato di 16ollo3! .l fatto decisivo @ perF che, seppur la commutazione a66ia effetti evidenti su entram6e le serie, essa non @ conforme, cio@ non @ dello stesso 1rango3! Si dir infatti che, mentre lo spostamento sul piano dell8espressione opera a livello di unit minime Bdette figureC, sul piano del contenuto essa avviene su di una rete di unit minime! Auesto aspetto fondamentale @ ciF che fa di una trasformazione una 1trasformazione strutturale3! .n >uesto modo si puF affermare che i due piani di un sistema
non intrattengono mai tra loro relazioni di conformit, pena la perdita delle valenze di senso, pena laappiattimento e la fissit che sono proprie delle rappresentazioni immaginarie o delle identificazioni reali! K"arsciani $%%#, p! &&L

Auesto @ proprio >uello che non avviene, invece, nei sistemi sim6olici! L8esempio classico di 7kelmslev @ >uello del semaforo! :el sistema semaforo, unit minime del piano dell8espressione Brosso,giallo,verdeC corrispondono punto a punto ad unit minime del piano del contenuto Bstop, attenzione,vaiC, fino di fatto ad appiattirsi le une sulle altre! .l semaforo, si dir dun>ue, @ un 1sistema monoplanare3! La volont di ricondurre i sistemi semiotici a semplici sistemi monoplanari @ tipica delle semantiche formali e piD in generale degli 1sguardi dall8alto3! La volont di rimanere fedeli alla natura dei sistemi semiotici e alla loro paradossalit costitutiva @ propria di un modello topologico,strutturale! Se le prime hanno come modello l8assiomatica, il secondo ha come modello il calcolo differenziale! Se le prime, infine, mirano all8esattezza punto,a,punto della relazione 6iunivoca, il secondo non puF che mirare ad un rigore topologico! Auesta @ la 1ragione strutturale3 per cui non possiamo che aspirare a fraintendimenti coerenti!

&-

Da rilevare il netto ri6altamento terminologico: un sistema semiotico in 7kelmslev corrisponde ad una struttura sim6olica,topologica in Deleuze!

$+-

Sesto criterio. 2!a case!!a +uota3

are che la struttura celi un oggetto o un elemento del tutto paradossale! KEL Un tale oggetto @ sempre presente nelle serie corrispondenti, le percorre e si muove in esse, non cessa di circolare in esse, e dall8una all8altra, con un8agilit straordinaria! Si dire66e che >uesti movimenti sono la sua propria metafora e la sua propria metonimia! .n ciascun caso le serie sono costituite da termini sim6olici e da rapporti differenziali, ma esso sem6ra di natura diversa! .n effetti la variet dei termini e la variet dei rapporti differenziali vengono determinati ogni volta in relazioni ad esso! Le due serie della struttura sono sempre divergenti Bin virtD della legge di differenziazioneC! "a >uesto oggetto singolo @ il punto di convergenza delle serie divergenti in >uanto tali! <sso @ 1eminentemente3 sim6olico ma appunto perch9 @ immanente a un tempo a entram6e le serie! KDeleuze $%4', trad! it! p! $#'L

L8elemento paradossale @ costituivo della struttura nel suo complesso, senza di esso non si d struttura! La casella vuota, in >uanto elemento del tutto paradossale, rende infatti conto dell8alterit costituiva che differenzia ciascuna delle due serie BtC e differenzia l8una dall8altra BcC! Z proprio essa che regola la non,coformit delle due serie e impedisce l8appiattimento: in >uesto senso 1le due serie della struttura sono sempre divergenti3! "a allo stesso tempo @ sempre essa che garantisce la comunicazione delle due serie, in >uanto monadi che vivono in Be diC solidariet e non si danno mai se non nella correlazione: in >uesto senso essa 1@ il punto di convergenza delle serie divergenti3! er rimanere sempre fedele al suo statuto di 1oggetto eminentemente sim6olico3, non puF che essere 1del tutto paradossale3, le due cose vanno insieme, sono la stessa cosa! <d infatti
esso sempre spostato rispetto a se stesso! La sua propriet consiste nel non essere mai dove lo si cerca, ma in compenso anche di essere trovato dove non @! Si dir che 1manca dal suo posto3 Be non @ dun>ue >ualcosa di realeC, che manca dalla propria somiglianza Be non @ dun>ue un immagineC, che manca dalla propria identit Be non @ dun>ue un concettoC! K &vi, p! $#&L

Mggetto cosN nascosto eppure cosN evidente, cosN incomprensi6ile eppure cosN necessario, tale oggetto paradossale 1@ sempre spostato rispetto a s93! Se lo si cerca all8interno di una serie si puF star 6en certi che si trova all8interno dell8altra, ma sicuramente neanche lN la si puF trovare perch9 esso si trova sempre allo stesso tempo n9 nell8una n9 nell8altra! <ppure c8@, in >uanto oggetto immanente allo stesso tempo alle due serie, @ l8oggetto eminentemente sim6olico necessario al movimento della struttura! Z la

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condizione trascendentale della dinamica strutturale, una condizione trascendentale immanente alla dinamica stessa!
Se le serie che l8oggetto_d percorre presentano necessariamente spostamenti relativi l8una rispetto all8altra, @ perch9 i posti relativi dei loro termini nella struttura dipendono innanzitutto dal posto assoluto di ciascuno, in ciascun momento, in relazione all8oggetto_d sempre circolante, sempre rispetto a se stesso! .n >uesto senso lo spostamento, e piD in generale tutte le forme di scam6io, non forma un carattere aggiunto dall8esterno 6ensN una propriet fondamentale che consente di definire la struttura come ordine dei posti sotto la variazione dei rapporti! L8intera struttura @ mossa da >uesto (erzo originario, ma che manca anche dalla propria origine! K&!id!L

Se il principio generatore dell8universo aristotelico era un 1motore immo6ile3, >uesto generatore del senso paradossale @ senza du66io un motore mo6ile, mo6ilissimo! :onostante >uesta mo6ilit, o anzi proprio in virtD di essa, esso costituisce un punto di riferimento assoluto a partire dal >uale gli spostamenti relativi di una serie rispetto all8altra si organizzano, punto di riferimento necessariamente vuoto in virtD del >uale le ripartizioni di singolarit di volta in volta possono attualizzarsi e costituire >uell8evento che @ propriamente un evento di senso! <sso infatti ci permette, non gi di spiegare, ma di comprendere
la non corrispondenza delle serie tra loro, lo scartoO >uesto assume la forma di un eccesso di significazione7 nel senso che il piano del significante, dato come @ sempre tutto in una volta, con tutte le sue articolazioni compresenti Bsecondo il modello della langue saussurianaC, risulta perennemente in esu!ero rispetto al piano del significato, rispetto ad un riempimento di senso costantemente in difetto perch9 costituito da occupanti senza posto, da significati non articolati se non di volta in volta proprio in virtD di una formativit dinamica che, perch9 paradossale, manca a se stessa senza pertanto divenire inefficace! K"arsciani $%%#, p! &&, corsivi mieiL

<cco, >uesto 1eccesso di significazione3, >uesta costitutiva eccedenza di senso che caratterizza una serie rispetto all8altra, >uesto @ il motore fondamentale che d vita alla struttura, che rende una struttura dinamica! .nfatti >uesta eccedenza puF essere compresa solo in maniera correlativa ad una mancanza che coinvolge l8altra serie, ad un difetto costante, ad un vuoto che nella sua sterilit @ carico di eventi futuri! Del resto tale vuoto non @ mai colma6ile in maniera definitiva, un riempimento glo6ale ; di per s9 inimmagina6ile ; provochere66e il collasso della struttura nel suo complesso, dal momento che andre66e ad annullare la condizione stessa del senso! "a la casella vuota, se da una parte certo deve Iconservare la

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perfezione del suo vuotoJ, dall8altra @ 6ensN colma6ile, ma solo in virtD di una 1formativit dinamica3 sempre all8opera, la >uale risulta efficace proprio in >uanto manca sempre a se stessa! Una formativit che sem6ra coinvolgere la soggettivit! Ultimo criterio. 2da! so""etto a!!a %ratica3$

Se il posto vuoto non @ riempito da un termine, @ nondimeno accompagnato da un8istanza eminentemente sim6olica che ne segue tutti gli spostamenti: accompagnata senza essere occupata n9 riempita! < i due, l8stanza e il posto, non cessano di mancare l8un l8altro e di accompagnarsi in >uel modo! .l soggetto @ precisamente l8istanza che segue il posto vuoto: come dice Lacan, @ meno soggetto che assoggettato, assoggettato alla casella vuota! KEL La sua agilit @ senza pari, o almeno dovre66e esserlo! .l soggetto @ cosN essenzialmente intersoggettivo! KDeleuze $%4', trad! it! p! $#5L

Siamo alla chiusura del cerchio, propriamente una >uadratura! Se da una parte la casella vuota @ vuota perch9 continua a spostarsi e si sposta per continuare ad essere vuota, dall8altra vi @ un81istanza eminentemente sim6olica3 che, spinta dalla necessit di riempirla, @ costretta a seguirne tutti gli spostamenti! Auesta istanza @ il soggetto, un 1soggetto assoggettato3 alla casella vuota, alle complesse dinamiche della struttura, sospinto da un desiderio che @ fatalmente condannato a rimanere insoddisfatto! La soggettivit, in >uesto modo, non @ in alcun modo a6olita, ma ricompresa nella dinamica della struttura che @ specificatamente una dinamica intersoggettiva! .nfatti lo strutturalismo
non @ affatto un pensiero che sopprime il soggetto 6ensN un pensiero che lo s6riciola e lo distri6uisce in modo sistematico, che contesta l8identit del soggetto, che lo dissipa e lo fa nomade, fatto di individuazioni ma impersonali, o di singolarit ma preindividuali! K&!id!L

Una cosa @ certa: lo 1s6riciolamento3 e la 1distri6uzione3 della soggettivit nelle dinamiche strutturali ci restituisce un8idea 6en diversa da >uel soggetto egologico a cui ci ha a6ituato la filosofia tradizionale e che si pone nella sua autoevidenza indu6ita6ile! Delle considerazioni di tipo strutturale, dun>ue, potre66ero risultare particolarmente salutari per una cultura come >uella capitalistica, a6ituata com8@ a fare del 1rigonfiamento3 del ego individuale una ragione di vita! Come osserva "arsciani,
Certamente si deve intendere una perdita di centralit da parte del soggettoO di esso si dovr dire che viene implicato e coinvolto negli spostamenti dellaistanza paradossale, che tali

$+%

dislocazioni comportano una dislocazione correlativa di una istanza non originaria, essa stessa paradossale perch9 mai identifica6ile se non come effetto, come epifenomeno di superficie e pur tuttavia presupposta da ogni effettuazione! K"arsciani $%%#, p!&-L

er immaginarci la situazione di una soggettivit paradossale, al tempo stesso 1epifenomeno di superficie3 e 1istanza presupposta di ogni effettuazione3, possiamo ricorrere ad un disegno del grande 1filosofo della linea3 Saul Stein6erg&4!

Disegno $! Saul Stein6erg, (ntitled, $%&5

Forse >uesto disegno, nella sua 1lineare3 semplicit, riesce a mostrare veramente molto di piD di ciF che le parole si sforzano di dire! &$#$& I! %aradi"ma "enerati+o Con la riflessione intorno al saggio di Deleuze intorno allo strutturalismo si @ cercato di circoscrivere la mappa teorica ; o come dire66e "arsciani, con un8efficace espressione, l81ontologia regionale3 ; all8interno della >uale affonda le sue radici il paradigma generativo e, piD in generale, la riflessione greimasiana! Una mappa teorica che ha come fonti di ispirazione, esplicite o meno, 1cartografi3 di tutti i tipi BSaussure, 7kelmslev, Levi,Strauss, Foucault, Lacan, )lthusser, ma anche 7usserl e 7egel e addirittura :ietzsche e 2ittgensteinC ma che, a dispetto di >uesta molteplicit di vedute, o forse proprio in virtD di essa, costituisce un unico, solido, 6locco teorico unitario! Si tratta, come detto, di un modello teorico di ordine topologico, e non assiomatico, il >uale ha tra gli effetti principali >uello di inglo6are la >uestione della soggettivit all8interno di una
&4

La mia opera, afferma Stein6erg, concerne Inumeri, cerchi concentrici, discorsi, geometria, parodia di parodia, Cartesi, :eGton, punti interrogativi, =iuseppe Herdi, tavole da disegno, i disastri della fama, segni e allegorieJ K&ntroduzione a Stein6erg $%-+L

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prospettiva intersoggettiva e dinamica, una prospettiva 1monadologica orizzontale3! .l tentativo @ ora >uello di mostrare lo sviluppo di >uesto modello nell8am6ito paradigma generativo greimasiano! La teoria greimasiana @ una teoria del senso e dalla sua articolazione! .l senso e la sua logica specifica sono al centro delle maggiori opere di =reimas, le >uali titolano significativamente, $u sens e $u sens &&! ) cominciare dal formida6ile incipit di $el senso siamo infatti gettati nella pro6lematica fondamentale del senso! SN, direi che si tratta proprio di una >uestione di 1gettatezza3:
Z estremamente difficile parlare del senso e dire su di esso >ualcosa di sensato! L8unico mezzo per raggiungere tale scopo sare66e >uello di costituirsi un linguaggio che non significasse nulla: in tal modo verre66e sta6ilita una distanza oggettivante che permettere66e di tenere discorsi sprovvisti di senso su discorsi sensati! (ale @ appunto il sogno e l8aspirazioni dei logici! K=reimas $%4#, trad! it! p! 4L

Senso, parlare del senso, distanza oggettivante, il sogno dei logici: tutte tematiche che a >uesto punto 6en conosciamo! La teoria greimasiana rinuncia fin dall8inizio del suo percorso a perseguire il sogno ; l8incu6o ; dei logici! Su6ito dopo rifiuta con forza di affidare la sua indagine intorno al senso a 1>uella corsa circolare e intermina6ile verso i sinonimi e le definizioni3 a cui forse lo stesso =reimas una volta aveva creduto! "i riferisco al suo esordio come lessicologo, come pure a >uel tentativo di semantica strutturale K=reimas $%--L, che per >uanto interessante possa tuttora apparire, va fatto rientrare nell8am6ito di una fase di transizione tra una teoria semantica classica e una teoria semiotica vera e propria! Su6ito dopo il discorso di =reimas si inoltra nella >uestione fondamentale dell8intersoggettivit!
Un >uadro, una poesia, non sono che pretesti, in >uanto non hanno che >uel senso ; o >uei sensi ; che noi conferiamo loro! <d ecco il noi elevato a istanza suprema del senso: @ >uesto noi che impone il filtro culturale della nostra percezione del mondo, ed @ lui che seleziona e ordina le epistemi che si 1implicitano3 in >uegli oggetti particolari ; >uadri, poesie, racconti ; i >uali non sono altro che il risultato di determinati sviluppo e connessioni del significante! K!!!L &l pro!lema del senso resta intatto comun"ue esso venga collocato! K=reimas $%4#, trad! it! p! 5, corsivi mieiL

La riflessione intorno a >uel 1noi elevato ad istanza suprema del senso3 non fa che legare a doppio nodo il senso alle dinamiche di ordine

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intersoggettivo! :on vi @ cenno ad un altro tipo di soggettivit se non >uella di un 1noi3 che 1seleziona e ordina le epistemi3, le >uali costituiscono, in >uanto sistemi, delle 1serie implicite3 a cui vanno correlate >uadri, poesie, racconti, che costituiscono 1connessioni del significante3, ovvero serie significanti! .l 1pro6lema del senso rimane intatto3, @ inevita6ile continuare a cozzare contro i suoi limiti! <d ecco, di conseguenza, Il8immenso lavoro compiuto per evitare la collisione con il sensoJ K&vi, p! %L! Da una parte, dun>ue, @ inevita6ile cozzare contro il senso nella sua paradossalit, dall8altra non possiamo che impegnarci in un 1immenso lavoro3! Come organizzare tale lavoro0 :on ci do66iamo fare troppe illusioni, dice =reimas, riguardo alle 1procedure di messa a nudo del piano del significante3 modellate sulla prova di commutazione! (ali procedure, infatti,
non ci dicono nulla sul senso: esse non fanno altro che sta6ilire una correlazione di controllo fra i due piani autonomi del linguaggio ! Se la descrizione della significazione permane ar6itraria, le procedure di controllo ne garantiscono in ogni caso ; e in larga misura ; la coerenza interna! < la coerenza, come si sa, resta uno dei rari criteri di verit che l8uomo a66ia immaginato!K&!id!, corsivi mieiL

Z vero, certo, le procedure di commutazione sono utili per 1sta6ilire una correlazione tra i due piani autonomi del linguaggio3, e dun>ue per accorgersi come di fatto cosN autonomi essi non siano! . due piani vivono nella solidariet! "a una descrizione del genere per >uanto coerente, rimane di fatto ar6itraria e poi, soprattutto non dice nulla del senso! "a che cos8@ dun>ue il senso0
er riflettere comodamente su >uesto 1scarto differenziale3, possiamo ipotizzare una condizione figurativaO e immaginare un fondale di fumo allestito per noi ; l8universo del senso ; e proprio dinnanzi a tale fondale una ragnatela appena visi6ile, fatta di migliaia di scarti differenziali intrecciati: @ la visione saussuriana del linguaggio! O evidente che "uella ragnatela articolata non corrisponde affatto alla portata della nostra percezione, al mondo variegato, pesante e cristallino delle coseO e che di conseguenza "uegli scarti differenziali non si producono direttamente in "uesta ?sostanza@7 ma sono7 al contrario7 semplicemente delle conseguenze della presa di possesso della discontinuit, in un mondo di cui non sappiamo nullaO ciA che costituisce lo scarto % la fondazione di una relazione , d8una differenza tra gli aspetti paragona6ili delle cose! K&!id! , corsivi mieiL

Con >uesto densissimo passo ci immergiamo nella logica del senso! Su di un 1fondale di fumo allestito per noi3 viene a costituirsi una 1ragnatela fatta

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di migliaia di scarti differenziali3! "a >uesta immagine di una ragnatela costituita da migliaia di rapporti differenziali non @ altro che l8immagine di uno topologia inestesa che in >uanto tale rappresenta la totalit del senso! "a >ual @ lo statuto di >uesta ragnatela differenziale0 <ssa, come sottolinea esplicitamente =reimas, 1non corrisponde affatto alla portata della nostra percezione3 e di coseguenza 1gli scarti non si producono direttamente sulla sostanza3 delle cose! L8insieme di scarti differenziali @ una 1conseguenza di della presa di possesso della discontinuit3, di una 1fondazione di una relazione3! "a visto il riferimento precedente all8intersoggettivit, non si puF che concludere che tale insieme @ la conseguenza di una fondazione intersoggettiva che in >uanto tale si situa ad un livello piD profondo di >uello del reale pesante e cristallino! .n definitiva l8insieme dei rapporti differenziali Bcon i suoi corrispettivi valori e ripartizioni di punti singoliC, non @ che >uella topologia sim!olica che si situa ad un livello trascendentale immanente e che in >uanto tale @ una totalit di senso! =iusto per sgom6erare il campo da e>uivoci riguardo ad un presunto fondamento fenomeno,ego,logico del modello greimasiano&5! oco dopo =reimas mette in chiaro a che tipo di modello strutturale fa riferimento!
.l concetto, cosN rassicurante, di senso negativo, non appare maggiormente fondato di >uanto lo siano, per tutto il resto, le procedure inventate dallo strutturalismo formalista di >ualche anno fa! K&vi, p! $#L

.l concetto di senso negativo, per >uanto utile, non @ sufficiente a rendere conto delle dinamiche del senso e della significazione! Un sistema di rapporti differenziali e di corrispettivi valori sim6olici preso in s9, @ solo un codice rigido, le cui diverse attualizzazioni non sono che delle semplici repliche passive! (ale modello strutturale statico e unidirezionale @ tipico di uno strutturalismo formalista, dipendente da un ontologismo di fondo! .l modello a cui invece =reimas sta mirando @ un modello topologico che in

&5

.l riferimento della fenomenologia ad un certo punto diventa esplicito: ISi comincia a rendersi conto di "uanto sia illusorio il progetto duna semantica sistematica che articolere!!e 0 come fare!!e una fenomenologia 0 il piano del significato di una data linguaJ K=reimas $%4#, trad! it! p! $4, corsivo mioL! iD chiaro di cosN\

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>uanto tale si 6asa sulla 1teoria dei punti singoli3: @ un modello dinamico generativo e non 6analmente genetico! )ssodata la discendenza diretta del paradigma greimasiano da un modello topologico e non da un modello assiomatico, si pone come centrale la >uestione del metalinguaggio!
L8uomo vive in un mondo significante! er lui il pro6lema del senso non si poneO il senso @ dato, s8impone come un8evidenza, come un 1sentimento di comprendere3 assolutamente naturale! .n un universo 16ianco3, ove il linguaggio non sare66e che pura denotazione delle cose e dei gesti, sare66e impossi6ile interrogarsi sul senso: ogni interrogazione % metalinguistica' K&vi, p! $', corsivi mieiL

:ell8atteggiamento naturale il senso si d come un8evidenza e mai come un pro6lema! Z mettendo tra parentesi la tesi naturale che iniziano i pro6lemi, dal momento che si inizia a prendere coscienza dell8impossi6ilit di un 1linguaggio 6ianco3 puramente denotativo! "a da >uel momento un8interrogazione sul senso non puF che essere compresa come metalinguistica! (ale interrogazione infatti non ha come oggetto il mondo, ma il linguaggio stesso nel suo rapporto pro6lematico con l8orizzonte impalpa6ile del senso! Come nota "arsciani, commentando proprio >uesto passo,
<a >uesto il punto di partenza per la costruzione di una teoria semiotica che, in >uanto linguaggio artificiale e adeguato per parlare del senso, coincide con >uella bformativit significanteb che @ il senso stesso come possi6ilit di trasposizione e transcodifica! K"arsciani $%%#, p! 4#L

Z solo a >uesto punto che appare necessaria la costruzione coerente di un teoria semiotica che nel tentativo di rendere conto della significazione, ovvero dell8articolazione del senso, si costituisca come linguaggio artificiale! .nfatti solo un simile linguaggio puF risultare adatto, se non ad impedire, almeno a controllare le collisioni con il senso e allo stesso tempo, a dire sul senso >ualcosa di sensato! .n definitiva, se lo stesso modello semiotico puF porsi esso stesso come 1formativit significante3 @ solo perch9 il senso non @ che la possi6ilit di >uesta stessa formativit continua, ovvero della articolazione del senso e della sua transcodifica! Come dice =reimas, infatti,

$-&

la significazione non % altro che "uesta trasposizione dun piano di linguaggio in un altro7 di un linguaggio in un linguaggio diverso7 mentre il senso % semplicemente la possi!ilit di "uesta transcodifica' K=reimas $%4#, trad! it! p! $', corsivo mioL

Auesto @ il principio cardine attorno a cui ruota il paradigma generativo nel suo complesso! Si tratta del principio di 6ase, eliminato il >uale la semiotica di =reimas perde la possi6ilit di dire sul senso >ualcosa di sensato! La significazione, in >uanto articolazione del senso, @ sempre in >uanto tale una tra,duzione, in termini greimasiani, una trans,codifica! <ssa puF avvenire in due modi: se avviene all8interno del medesimo linguaggio essa si muove tra i due piani della medesima struttura, se invece avviene tra due linguaggi essa @ propriamente una tra,duzione da una struttura ad un8altra struttura! :el primo caso, ad esempio, la transcodifica genera atteggiamenti tra parenti a partire dalla com6inatoria delle >ualifiche di parentela Kcfr! infra `*!$!$LO nel secondo caso, invece, la transcodifica puF essere >uella che genera, ad esempio, un sistema di posizioni sociali a partire da un sistema di specie animali: si tratta del fenomeno del 1totemismo3 cosN come studiato da L9vi,Strauss K$%--L! .l senso @ la possi6ilit trascendentale di >uesta transcodifica, immanente alla transcodifica stessa! Una semiotica che si vuole strutturale ed insieme dinamica deve sempre tenere 6en presente la complessit di una transcodifica, sempre inscindi6ile da >uei momenti di opacit che costituiscono la sua ricchezza! La pratica semiotica di transcodifica deve farsi, dun>ue, carico ad ogni suo passo di >uesta fondamentale constatazione:
Siccome la lingua naturale non @ mai denotativa ma plurivalente, vivere sotto la minaccia costante della metafora rappresenta uno stato normale, @ una condizione della 1condizione umana3! K=reimas $%4&, trad! it! p! $&L

"etafora come minaccia, metafora come fonte di infinita ricchezza! "etafora infine come fattore strutturale della logica del senso! Da >ueste considerazioni emerge gi un tratto distintivo della forma di razionalit che @ propria della semiotica! <ssa in >uanto pratica controllata della transcodifica si applica sempre ad un8altra semiotica, ad un altro sistema di senso! Auesto @ un aspetto fondamentale, senza il >uale il progetto semiotico perde la sua possi6ilit di presa e smarrisce la sua

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coerenza! Z un aspetto su cui, tra l8altro, insiste molto anche aul Riclur >uando dice
La semiotica narrativa costituisce un discorso razionale di secondo grado innestato su una preliminare intelligenza narrativa! KRiclur $%5+, trad! it! p! +*, corsivo mioL

Che la semiotica greimasiana sia una forma di razionalit di 1secondo grado3, una sorta di razionalit 1parassita3, per >ualcuno costituisce un pro6lema! ) me sem6ra piuttosto la sua cifra fondamentale! La semiotica generativa non @ produttiva se non a partire da un testo, considerato in >uanto struttura di senso! .l mondo, le sue pratiche, le sue opere, si offrono alla pratica semiotica su! specie teGti!
Z proprio il sociologo Bruno Latour a sottolineare >uesto ruolo della semiotica: essa verre66e ad assumere lo statuto di organon delle scienze sociali, nonch9, egli aggiunge, di una sorta di 1etnometodologia dei tesi! Hale a dire che la semiotica sare66e in grado, con la strumentazione che si @ dotata, di 1immergersi3 nei fenomeni testuali prodotti dalle culture e dalle societ! (utto @ testo dun>ue0 )nche le pratiche e i modelli concerenti l8azione e la strategia0 :o: tutto puF essere letto, osservato 1su6 specie tedti3! < soprattutto 1testi3 sono gli oggetti che vengono costruiti, scam6iati, manipolati, e fatti circolare nel sociale! KFa66ri e "ontanari *##&, p! 'L

La semiotica greimasiana, per come ha costruito la propria teoria, per come si @ pensata fin dai suoi esordi, puF produrre testi solo a partire da altri testi! Del resto gi con Deleuze dicevamo che 1non si d struttura se non di ciF che @ linguaggio3! )desso diremo che non si d struttura se non di ciF che @ testo! "a si noti 6ene, con >uesto non si vuole dire che il testo si d come semplice oggetto,del,mondoO esso si d piuttosto come fenomeno sociale, come linguaggio sempre inserito in una determinata pratica intersoggettiva, linguaggio agito e manipolato da una comunit, e solo in >uanto tale io lo posso considerare su6 specie tedti! "a cosa significa >uesto0 Significa che lo posso produrre in >uanto serie Bprima serieC da correlare ad un8altra serie Bseconda serieC, la >uale entra con la prima serie in un rapporto complesso di correlazione strutturale! Solo >uesta complessa operazione di costruzione e di correlazione, fa di un testo un sistema semiotico e un sistema della semiotica in >uanto scienza! ossiamo rappresentarci l81orizzonte testuale3 ; orizzonte eminentemente B=reimasC&% ; in >uesto modo:
&%

sim!olico

BDeleuzeC ovvero

semiotico

Cfr! infra nota &-!

$--

sostanza espression e testo . ; prima serie forma contenuto (esto sostanza contenuto forma testo .. ; seconda serie forma espression e sostanza sostanza forma

.l primo testo nella sua totalit ; in s9 gia composto dalla correlazione strutturale di due serie ; viene posto come prima serie di una struttura complessa! )d esso viene correlato un 1testo secondo3 che in >uanto tale @ anch8esso gi multirseriale, e che nella correlazione con la prima serie va costituire >uella struttura multi,multi,seriale che @ proprio il (esto in >uanto oggetto semiotico! Auesta correlazione @ il 3esto e il senso @ la possi6ilit di >uesta correlazione! Auesta riflessione riesce, forse, a dare una sistemazione adeguata a due nodi pro6lematici che, nella loro centralit, continuano a tormentare la teoria:
.C il pericolo sempre in agguato di una deriva formalista sem6ra in >ualche modo scongiurato, o perlomeno circoscritto! .nfatti l8idea che si dia 3estualit solo nella correlazione strutturale tra BalmenoC due testi, d luogo ad una prospettiva eminentemente strutturale secondo la >uale il (esto, in >uanto complessit multi, multi,seriale, non puF che tenere conto delle ripartizioni di punti singoli distri6uiti su entram6e le serie! .n un certo senso si puF affermare che 1testo .3 e 1testo ..3 sim!oleggiano nello spazio topologico rappresentato dal (esto! Solo se pensato come (esto, in definitiva, il testo costruito dal semiologo puF sfuggire dal pericolo di porsi come semplice simulacro formale di un testo,gi,dato! < pensare il testo sempre come (esto significa pensarlo sempre come costitutivamente composto da

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due serie sempre divergenti Bin virtD della legge di differenziazioneC e allo stesso tempo sempre convergenti in rapporto ad un punto mo6ile paradossale sempre spostato rispetto a s9! "a ciF vuol dire che i testi, >ualsiasi testo, proprio in >uanto pensati topologicamente come (esti, non possono che continuare ad essere, come usava dire =reimas, 1i nostri selvaggi3! ..C nello sforzo di respingere >ualsiasi deriva formalista, la semiotica greimasiana di fatto partecipa a >uel programma di 1dis,ontologizzazione3 dei testi di cui Francois Rastier @ promotore e massimo teorico! Auel Francois Rastier che a66iamo gi incontrato sul nostro cammino e che, tra le altre cose, @ stato uno stretto colla6oratore dello stesso =reimas +#! rincipio cardine di >uesto progetto risulta essere il rifiuto totale di ogni dualismo:
Una concezione non dualista deve porsi come o6iettivo di riunire negli stessi percorsi significanti e significati: entram6i sono unit discrete ottenute mediante gli stessi tipi di operazione, e i significanti non sono in alcun modo 1dati3 piD dei significati! KEL La nozione di percorso interpretativo consente di dar conto del rapporto pro6lematico tra i due piani del linguaggio! KRastier *##$, trad! it! p!++L

.n definitiva, la deriva formalista e ontologista non puF essere esorcizzata attraverso con un 1ritorno alla sostanza3 o con un 1ritorno alla carne del mondo3! Auesti 1ritorni al di l della forma3 non sono altro che 1sviluppi pre,semiotici3 e dun>ue essenzialmente anti,semiotici! Un programma di dis,ontologizzazione del testo puF essere perseguito esclusivamente com6attendo il fantasma del dualismo, in tutte le sue forme! Dualismo alla cui radice, il piD delle volte, puF venire rintracciata proprio una prospettiva egologica!

(ornado al nostro discorso, non si puF non considerare come in anni e anni di pratica, la semiotica generativa si @ svincolata dal solo testo scritto e ha sviluppato una nozione di 1testualit3 molto allargata! er testo non si deve piD intendere solamente il classico romanzo, n9 la solita poesia, ma anche, ad esempio, un >uadro, uno spot, un film, una fotografiaO e poi ancora un esperimento scientifico, una manifestazione di piazza, uno scompartimento del treno, la spesa al supermercato, il movimento psichedelico degli anni Sessanta, un pacchetto di crac^ers, un ru6inetto! Considerando, in definitiva, che il 1testualismo3 non @ in alcun modo una limitazione, ma l8apertura propriamente semiotica sul mondo, non si puF
+#

Si veda il saggio &nterazioni delle costrizioni semiotiche in =reimas $%4#!

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che concludere che lo 1sguardo testualista3 @ proprio lo sguardo della semiotica generativa! Scorrendo ora tre passi decisivi di =reimas, essi dovre66ero risultare del tutto comprensi6ili:
) >uesto punto, ridotto il pro6lema del senso alla sua dimensione minima, e cio@ alla transcodifica dei significati, se ci accorgiamo che >ueste transcodifiche vengono fatte naturalmente ma male, possiamo chiederci se l8attivit scientifica in >uesto campo non de66a semplicemente consistere nell8ela6orazione di tecniche di transcodifica tali da permettere di effettuare le transcodifiche artificialmente ma !ene! K=reimas $%4#, trad! it! p! $&, corsivi mieiL La produzione del senso ha senso solo se @ trasformazione del senso datoO di conseguenza, la produzione del senso @, in s9, una formativit significativa, indifferente ai contenuti da trasformare! &l senso7 in "uanto forma del senso7 puA definirsi7 a "uesto punto7 come la possi!ilit di trasformarsi del senso' K&vi, p! $+L Solo una semiotica delle forme potr configurarsi, in un futuro prevedi6ile, come >uel linguaggio che permetter di parlare del senso! =iacch9 la forma semiotica, appunto, non % nientaltro che il senso del senso! K&vi, p! $4L

Dato che la significazione si d solo nella transcodifica, si tratter 1solo3 di effettuare transcodifiche artificialmente ma !ene! Auesto @ forse l8unico modo per produrre fraintendimenti coerenti e insieme per rimanere fedeli alla paradossalit del senso! Del resto il senso in >uanto forma, ovvero in >uanto spazio topologico trascendentale e in >uanto sistema di incompossi6ilit a priori, non @ altro che 1la possi6ilit di trasformarsi del senso3! < la forma semiotica, da parte sua, 1non @ nient8altro che il senso del senso3! Conclude "arsciani:
La semiotica occupa allora la posizione del metalinguaggio, >uella che si estende tra il senso e il suo senso, per impedirne >ualun>ue riduzione, >ualun>ue soluzione affrettata, >ualun>ue appiattimento! .l metalinguaggio semiotico si configura dun>ue come la forma scientifica dellainterrogazione sempre rinnovata sul senso! Auesto @ un punto che considero molto importante per il chiarimento della posizione della semiotica nel >uadro delle scienze contemporanee: possiamo dire che la semiotica prende sul serio il pro!lema del metalinguaggio e fa della sua paradossalit la propria casa7 il proprio terreno e la propria ragione! <ssa concepisce >ualun>ue struttura immanente ai fenomeni culturali, sociali, umani in generale, come direttamente implicata con la >uestione del senso: la struttura @ la possi6ilit del sensoO la ricostruzione teorica della sua forma @ allora la forma scientifica di ogni interrogazione metalinguistica! K"arsciani $%%#, p! 4#, corsivi mieiL

er comprendere come si configura la forma semiotica dell81interrogazione sempre rinnovata sul senso3 6isognere66e descriverla accuratamente in tutti

$-%

i suoi aspetti! Da parte nostra ci limiteremo solo a considerazioni di ordine generale+$! &$#$( I! 2<ercorso Generati+o de! senso3 )lla 6ase del modello greimasiano, come detto, sta uno strutturalismo di tipo essenzialmente dinamico! <cco che il suo sviluppo definitivo, il 1 ercorso =enerativo del senso3, fin dal nome indica >uesta dinamicit costitutiva! Come afferma =reimas, infatti,
.l termini percorso dovre66e progressivamente imporsi nella misura in cui implica non soltanto una disposizione lineare e ordinata degli elementi, ma anche una prospettiva dinamica, suggerendo una progressione da un punto ad un altro, grazie alle istanze intermedie! K=reimas e Court9s $%4%, trad! it! p! *&5L

Auindi si tratter di costruire un percorso che in >uanto tale si muove all8interno di >uella dialettica tipicamente strutturale tra una 1disposizione ordinata di elementi3 e una 1dinamica3 che in >uanto tale non si riduce semplicemente a replicare la disposizione! Come si vede la teoria semiotica affonda le sue radici in un modello non solo relazionale, ma propriamente topologico e dinamico! Auello che era un aspetto centrale gi in Saussure, esso diventa il fondamento della razionalit semiotica, come emerge chiaramente anche in >uesto passo:
L8idea che il senso, per manifestarsi, possa assumere sia la forma del sistema sia >uello del processo, ferma restandone lunit ; dato che il processo presuppone il sistema e viceversa ;, arricchisce di nuove possi6ilit il campo della semantica! (ale idea, o interpretazione, chiarisce come la contraddizione fra grammatiche sistematiche e grammatiche sintagmatiche sia solo apparente! K=reimas $%4#, trad! it! p! $-, corsivi mieiL

er una semiotica che voglia essere veramente tale non vi @ contraddizione, potremmo dire di natura ontologica, tra processo e sistema: essi vivono solo nella presupposizione reciproca! .n >uesto modo appare evidente che la teoria greimasiana non @ semplicemente una 1grammatica generativa3 Bo trasformazionaleC, dal momento che non colloca astrattamente la propria pratica al livello del puro sistema, ma si fa carico costantemente della pro6lematica
+$

dei

1punti

singoli3!

:onostante

alcune

superficiali

er una descrizione accurata si rinvia a "agli e ozzato in =reimas $%5' Btrad! it!C, etitot $%5+ Bparte ...C, "arsciani e iinna $%%$, ozzato *##$, "agli *##&! :onch9 ovviamente a "arsciani $%%# Bin particolare p! 5+ ssC!

$4#

somiglianze, il modello generativo non @ una grammatica di tipo choms^?ano!


Di tipo propriamente logico, la grammatica generativa e trasformazionale si presenta secondo modalit strettamente formali: @ un approccio sintattico che presuppone, almeno in partenza, l8eliminazione del senso! KEL le trasformazioni sono delle regole puramente formali che non provocano ; salvo >ualche variazione stilistica ; alcuna modificazione del contenuto! Auesto a priori7 mutuato dalla logica, e secondo cui l8interpretazione consiste nell8attri6uire un contenuto ad un forma che ne sare66e priva, @ evidentemente inconcilia6ile con l8approccio saussuriano che esclude l8opposizione del 1senso3 e della 1forma3! K=reimas e Court9s $%4%, trad! it! p! $+-L

)nche in >uesto caso, con una riflessione secca e precisa, =reimas toglie di mezzo ogni e>uivoco riguardo al presunto flirt che leghere66e il destino del ercorso =enerativo a >uello delle grammatiche generative! Mvvero di >uei modelli puramente formali che, sulla scorta della riflessione di :oam Choms^?, si sono sviluppati a partire dalla fine degli anni Cin>uanta del secolo scorso! (ali grammatiche, infatti, praticano e predicano una preliminare 1eliminazione del senso3 tale da consentire di accedere nientemeno che alle strutture sintattiche universali del genere umano, strutture, ovviamente, 6iologicamente innate! Auesta @ la teoria del 1Language )c>uisition Device3 BL)DC attorno a cui ruota il progetto choms^?ano KChoms^? $%+4, $%-+a e $%-+6L! <ssa non ha nulla a che vedere con la semiotica greimasiana e con >uell8approccio saussuriano che 1esclude l8opposizione del senso e della forma3! :on a caso Choms^?, approfondendo le proprie fonti filosofiche, @ giunto a definire la sua teoria una 1linguistica cartesiana3, >uasi a ri6adire che un polo egologico universale sia in >ualche modo necessario al suo programma ricerca! Auello di Choms^?, in definitiva, non @ che uno strutturalismo di tipo logico, statico! La 1generativit3, tuttavia, risulta assolutamente fondamentale per il progetto greimasiano e, del resto, il ercorso =enerativo @ nientemeno che l8economia generale della teoria semiotica K=reimas e Court9s $%4%, trad! it! p! $+4L! "a se la generativit nel progetto choms^?ano @ >uell8orizzonte formale che in >uanto tale permettere66e di eliminare il senso, nella semiotica greimasiana essa @ invece la prospettiva che le consente proprio di

$4$

rimanere costantemente ancorata alla sua pro6lematica e alla sua logica specifica! <cco che il ercorso =enerativo del senso @
la disposizione delle sue componenti le une in rapporto alle altreO e >uesto nella prospettiva della generazione, cio@ postulando che, dato che ogni oggetto semiotico puA essere definito secondo i modi della sua produzione , le componenti che intervengono in >uesti processo si articolino le une con le altre secondo un 1percorso3 che va dal piD semplice al piD complesso, dal piD astratto al piD completo! K &!id!, corsivi mieiL

Dal momento che l8articolazione del senso non @ altro che una trasposizione che si d sempre e solo tra BalmenoC due serie e il senso @ la possi6ilit di >uesta trasformazione, la prospettiva generativa non considera l8oggetto semiotico se non in rapporto ai modi della sua produzione, ovvero della sua trasposizione! <d @ proprio >ui che si colloca la descrizione semiotica, in >uanto descrizione 1generativa3! Come osserva "arsciani, infatti,
La descrizione semiotica coincide dun>ue con la trasposizione, la >uale deve essere pensata come la trasformazione secondo regole operata dal senso sul senso! K"arsciani $%%#, p! 5*L

<d @ proprio da >uesta esigenza di 1regole per la trasformazione3 che nasce l8idea fondamentale del percorso e della 1verticalizzazione3 di tale percorso! L8idea di =reimas @ infatti >uella di fare in modo che le componenti che intervengono nel processo di trasformazione ; e che sono poi le componenti del ercorso stesso ; si articolino le une con le altre in un percorso che va dal piD semplice al piD complesso! Si noti come l8articolazione reciproca, in >uanto rapporto propriamente topologico,strutturale, sia il parametro di coerenza che lega le componenti le une alle altre, i livelli gli uni agli altri e infine che tiene insieme, come in un unico 6locco, il ercorso =enerativo nel suo complesso! :on si tratta mai, come detto, di semplice contraddizione, ma di incompossi!ilit! .n >uesta prospettiva, l8espressione 1piD profondo3 ha il significato tipicamente strutturale di 1piD profondo rispetto ad un livello che @ piD superficiale3 e non ha un valore assoluto! Chiedersi in astratto >uale sia il livello piD profondo non puF che produrre, come dice 2ittgenstein, 1complicazioni filosofiche3 che, in >uanto tali, non appartengono in alcun modo al modello semiotico in >uanto modello topologico,strutturale!

$4*

.l ercorso =enerativo del Senso in >uanto 1economia generale della teoria3 costituisce una struttura topologica complessa, organizzata in livelli diversi di immanenza! .n >uanto topologia, il ercorso =enerativo non @ costituito solo da sistemi di rapporti differenziali che in >uanto tali risultere66ero solo delle com6inatorie statiche, sconnesse le une dalle altre! C8@ invece un principio s>uisitamente dinamico che anima la struttura e la metta in circolo: c8@ ad ogni livello di profondit, c8@ tra un livello e l8altro! Lo stesso 1>uadrato semiotico3 ; struttura elementare della significazione, posto 1all8origine3 del ercorso ; @ sistema di rapporti differenziali Be di posizioniC e al tempo stesso condizione di percorri6ilit e di spostamenti! Spostamenti che avvengono sul >uadrato stesso e che, in >uanto tali, generano le singolarit del sistema! Z proprio >uesta complessit che distingue il >uadrato semiotico dal >uadrato logico, o piD in generale, che Idistingue la sintassi semiotica dalla sintassi logicaJ K=reimas e Court9s $%4%, trad! it! p! ''#L! Se in definitiva, a partire da >uello piD profondo, ogni livello del modello generativo @ gi in s9 una struttura multi,seriale topologica, l8intero ercorso =enerativo nel suo complesso non @ che una macro,struttura multi,seriale e topologica! Come afferma, infatti, "arsciani
La teoria semiotica si fonda su una concezione7 piD ancora che relazionale7 topologica e dinamica della struttura significante! Le condizioni del senso sono ricostruite dalla semiotica attraverso il simulacro di un percorso di produzione tale per cui ogni elemento ac>uista il proprio senso allainterno di un sistema di differenze e, al contempo, di un processo di realizzazione! Mgni discorso, in >uestaottica, @ unaattivit di trasformazione che, nel caso di una teoria topologica esplicita, appare come una trasposizione allainterno di una rete ricostruita di costrizioni e di possi6ilit! K"arsciani $%%#, p! 5&, corsivi mieiL

Mrizzonte immanente delle condizioni del senso e processo di produzione, sistema dell8articolazione del senso e percorso di interpretazione: il ercorso =enerativo del senso @ sempre l8uno e l8altro insieme! Come dice "arsciani
&l 1ercorso 2enerativo % precisamente "uesta profonda im!ricatura tra la forma immanente dellIoggetto di senso e la sua descrivi!ilit teorica e matalinguistica ! CosN il metalinguaggio non prende alcuna distanza rispetto al linguaggio,oggetto, se non per >uel tanto che, localmente Bnei loci appunto previsti dal ercorsoC, esso vi si relaziona in >uanto metalinguaggio, trasposizione singolare di unaunit di senso in unaaltra! K &vi, p! 5+, corsivo mioL

$4'

.l

ercorso =enerativo si colloca nella sovrapposizione tra l8orizzonte

immanente e la sua descrivi6ilit metalinguistica, vive in >uesto intreccio pro6lematico, % >uesta im6ricatura! Auesta im6ricatura @ del resto il suo stesso spazio di pratica!ilit: @ l8orizzonte sempre in fieri, in >uanto mai del tutto districa6ile, al di fuori del >uale la sua stessa pratica sare66e impensa6ile! La teoria semiotica generativa si prende carico, ovviamente, anche del pro6lema della soggettivit! < lo fa in maniera del tutto coerente con la sua natura strutturale! Se con Deleuze avevamo incontrato una soggettivit in >uanto 1s6riciolata3 nelle Be dalleC dinamiche strutturali, al di fuori delle >uali esso non aveva esistenza n9 valore, nella teoria greimasiana incontriamo una soggettivit implicata nelle dinamiche strutturali del ercorso =enerativo e che si d solo in virtD di esse! :essuna soggettivit, in definitiva, puF essere presupposta 1a monte3 del (esto! (utto all8interno alle dinamiche della (estualit, invece, possiamo riconoscere due tipi di soggetto: i soggetti dellenunciato e i soggetti dellenunciazione! Sui primi vi @ poco da aggiungere a >uanto a66ia gi detto Deleuze! "a per rimanere nell8am6ito di una concettualit propriamente semiotica, il soggetto dell8enunciato @ un soggetto nell8enunciato, ovvero una pura posizione BattanteC all8interno di una struttura sintattica! La sintassi attanziale @ un modello topologico! Dall8altra c8@ la grande pro6lematica del soggetto dell8enunciazione! (ale soggetto, >uasi a ricalcare la riflessione deleuzeana, @ un8istanza: la cosiddetta 1istanza dell8enunciazione3! (ale istanza, condannata com8@ ad inseguire >uell8istanza paradossale che assicura la convergenza tra le serie divergenti, non @ in alcun modo un polo egologico 1reale3 e 1sostanziale3, ma @ appunto un8istanza! .stanza virtuale, ma necessaria in >uanto presupposta dal darsi di un enunciato, possiamo considerarla anch8essa nient8altro che un attanteO un attante dell8enunciazione che assume valore in rapporto all8enunciazione stessa e che in >uanto tale @ dotato di valore e di esistenza propriamente semiotica! Hediamo le parole di "arsciani! L8istanza dell8enunciazione @

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da intendersi come istanza virtuale sempre presupposta dallaenunciato, ma la sua virtualit nulla toglie alla sua natura di ente semiotico, alla sua esistenza semioticaO al contrario, la sua esistenza % effettiva proprio nelle forme date di un "ualun"ue enunciato7 poich. % precisamente lIenunciazione che coordina tra loro i vari livelli in un tutto dotato di senso! Le dislocazioni reciproche delle entit riconosciute sui diversi piani di profondit ac>uistano valore significativo allainterno della struttura proprio in virtD di >uellaistanza che fa sN che un enunciato sia appunto un enunciato! <a per un soggetto che un enunciato vale come enunciatoO la sua enunciazione non @ estranea al suo valore semiotico! K&vi, p! 54, corsivo mioL

.l rapporto di presupposizione reciproca tra enunciato e enunciazione @ dun>ue fondamentale, dal momento che @ proprio da esso dipende il valore semiotico della soggettivit! "a, come sottolinea su6ito dopo "arsciani, >uesto vale anche per il semiologo in >uanto soggetto della scienza:
.l ercorso =enerativo @ contemporaneamente o6iettivazione delle condizioni del senso e forma della descrivi6ilit scientifica di tali condizioni! :e viene che non solo il soggetto del discorso,oggetto non @ estraneo allaeconomia immanente al senso enunciato, ma altrettanto deve dirsi del soggetto della scienza del senso, del semiologo che in"uadra la sua pratica teorica in una struttura sempre anche soggettivata! <a >uesta la ragione per cui puF dirsi che il soggetto della scienza e il metalinguaggio che egli utilizza, insieme allaoggetto di cui essi trattano, si localizzano allainterno del ercorso =enerativo! K&!id!, corsivo mioL

.l semiologo, dun>ue, se in primis @ localizzato nel ercorso =enerativo e frammentato nel suo metalinguaggio, dall8altra non puF dimenticare che la sua pratica teorica si inserisce sempre ; suo malgrado ; anche in una 1struttura soggettivata3! .l risultato della pratica del semiologo in >uanto testo, infatti, non @ mai semplice applicazione delle categorie d8analisi di cui si dota e di cui il ercorso =enerativo ne @ l8economia generale! :on @ mai, potremmo dire, mero protocollo scientifico redatto in un linguaggio puramente denotativo! <sso @ invece sempre un 1atteggiamento3 che intrattiene con il ercorso =enerativo un rapporto di 1risonanza sim6olica3! .n definitiva pure >uel particolare rapporto che sussiste tra la pratica concreta del semiologo e il metonimica3+*!
+*

ercorso =enerativo come suo modello di

riferimento, non puF che essere compreso anch8esso in termini di 1causalit

"i viene in mente un esempio, che pur nella sua estrema semplicit, dovre66e risultare a66astanza significativo! .n una conferenza del ciclo dei /eminari di semiotica interpretativa dell8anno *##-, =ianfranco "arrone era alle prese con un8analisi testuale del film 3he 3erminal K*##&L! )l momento di doversi riferire ai 6igliettini autografati conservati con cura dal protagonista Hi^tor :avors^? B(om 7an^sC, afferma BpiD o meno testualmenteC I:on esiterei a chiamarli 1pizzini3! < cosN ho messo la mia firma su >uesta

$4+

La

pro6lematica

della

soggettivit,

concludendo,

non

puF

semplicemente essere cancellata: >uesta sare66e una operazione positivista e, in >uanto tale, un8illusione! <ssa deve essere piuttosto ricompresa all8interno di una dinamica intersoggettiva di cui la 1teoria dei punti singoli3 rimane l8imprescindi6ile modello di riferimento! Auesta era gi stata la nostra conclusione al termine della riflessione su 7usserl, >uando si diceva di ricomprendere la soggettivit egologica nell8orizzonte di una monadologia orizzontale! Auesta @ la 6ase su cui "erleau, ont? costruir la sua 1filosofia dell8espressione3 KCfr! infra ` $!-!&, ma soprattutto ` *!*!'L!

&$&$ La semiotica de! cor%o


Se si apre una pagina a caso di Figure del corpo, l8opera principale di uno dei discepoli piD conosciuti ed apprezzati di =reimas, si puF leggere una riflessione del genere:
:ella costruzione della significazione l8operazione della semiosi si pone come ri6attimento dell8esterocettivo sull8interocettivo grazie alla mediazione del corpo proprio, e solo in virtD di ciF essa consente >uindi la messa in relazione di un piano dell8espressione Bdi origine esterocettivaC e di un piano del contenuto Bdi origine interocettivaC! KEL :ella prospettiva del discorso in atto e dell8enunciazione, la distinzione tra esterocettivit e interocettivit puF essere spostata in ogni momento, e tale spostamento @ garantito dalla propriocettivit! .n altri termini KdallaL presa di posizione del corpo proprio! KFontanille *##&, p! '#,'$L

La messa in relazione di un piano dell8espressione e di un piano del contenuto @ garantita dal 1ri6attimento3 dell8esterocettivo sull8interoccettivo che avviene in virtD della 1mediazione del corpo proprio3! Si consideri che:
.C ..C ...C la dimensione dell81esterocettivit3 @ >uella dei Iprodotti della percezione del mondo delle figure del mondo naturaleJ K &vi, p! *#5L la dimensione dell81interocettivit3 @ >uella dei Iprodotti della percezione del mondo interiore, cognitivo ed emozionaleJ K&!id!L la dimensione della 1propriocettivit3 @ >uella Idella sola entit comune all8interocezione e all8esterocezioneJ K&!id!L

analisiJ! Si tenga presente che "arrone @ siciliano!

$4-

.HC

il 1corpo proprio3 Inon @ solamente il termine medio tra l8io e il mondo, dato che si pone come referente ultimo di ogni operazione semiotica e come l8operatore primigenio della semiosiJ K &vi'7 *#5,*#%L

HC

con 1ri6attimento3 si deve intendere 1cadere di riflesso3, 1proiettare sopra >ualcosa3+'

Si d dun>ue una caduta di riflesso della dimensione della percezione esteriore sulla dimensione della percezione interiore, mediata da >uell8entit comune ai due domini che @ il corpo proprio! Auest8ultimo @ nientemeno che il referente ultimo di ogni operazione semiotica! Hi @ dun>ue una omologazione radicale tra piano dell8espressione e dimensione della percezione da una parte, e tra piano del contenuto e dimensione cognitiva ed emozionale dall8altra KCfr! infra ` *!$!$, in particolare 1>uinto criterio3L! .n mezzo ci sta un 1corpo proprio3 in tutta il suo spessore e la sua presenza sostanziale, corpo eminentemente individuale ed egologico, il >uale va a riempire con la sua carne proprio >uel luogo lasciato vuoto dalla teoria greimasiana, posto vuoto nel >uale la teoria pensava in maniera pro6lematica un8istanza dell8enunciazione KCfr! infra ` *!$!'L! Auesta non @ la teoria di =reimas! Cosa @ successo0 &$&$# Un a!tro %ro"ramma Auello percorso da Pac>ues Fontanille @ un percorso diverso ed opposto rispetto a >uello del suo maestro! (utta la sua opera puF essere letta come un doppio movimento: da una parte Fontanille muove critiche radicali alla teoria generativa e si allontana da essa in modo progressivoO dall8altra va alla ricerca di elementi nella teoria stessa che indichere66ero gi una semiotica del corpo allo stato em6rionale! Da parte mia la semiotica di =reimas e >uella di Fontanille sono semplicemente due semiotiche diverse e, in >uanto tali, inconcilia6ili! CiF che le lega @ 1solo uno strano destino3! er in>uadrare il paradigma teorico di Fontanille, possiamo farlo rientrare nella cornice di un programma di 1discorsivizzazione dell8attante3
+'

Si tratta dell8indicazione di ierluigi Basso, traduttore e curatore del li6ro di Fontanille KCfr! Fontanille *##&, nota *, p! -'L

$44

K"arsciani, ad vocem+&L! Diametralmente opposto a >uesto, si situa >uello sviluppo della teoria di =reimas che possiamo porre sotto l8etichetta di 1attanzializzazione dell8istanza dell8enunciazione3 e che risulta del tutto in linea con gli assunti fondamentali della 1teoria standard3! Se di >uesto sviluppo della teoria greimasiana a66iamo gi avuto modo di parlare KCfr! infra ` *!$!$, *!$!* e *!$!'L, l8indagine intorno al programma di Fontanille diventa ora il nostro o6iettivo! L8idea di 6ase @ che la rottura epistemologica sia rintraccia6ile gi in /emiotica delle passioni K$%%$L, li6ro che vede significativamente come co,autori =reimas e Fontanille! "a nonostante >uesta coappartenenza di facciata, /emiotica delle passioni @ un8opera >uasi esclusivamente di Fontanille! :on nel senso che fin dalle prime pagine @ riscontra6ile il 1profumo timico3 che @ proprio dello stile fontanilleano e che potre66e essere indice di una possi6ile influenza del discepolo sul vecchio maestro! "a proprio nel senso che l8ha scritta lui: tutta la densissima introduzione con tutto il nuovo apparato concettuale e la prima analisi sono opera esclusiva di FontanilleO dalla penna di =reimas, invece, @ uscita solo la senconda analisi! Sem6rer una riflessione inutile, ma a mio parere non risulta affatto tale se si vuole comprendere una volta per tutte che un =reimas autore di /emiotica delle passioni di fatto non @ mai esistito! Herre66e da dire che si @ trattato solo di un caso editoriale++! Comun>ue sia, gi in /emiotica delle passioni >ualcosa @ cam6iato! )l di sotto del ercorso =enerativo venivano collocate delle 1pre,condizioni della significazione3! Un 1orizzonte ontico3, una 1massa forica innervata dalla tensivit forica3 vengono posti nelle profondit delle ercorso =enerativo come sue condizioni sostanziali! .l 1discontinuo3, che @ propriamente l8ordine del semiotico, viene legato a doppio nodo al 1continuo3, che @ l8ordine del pre,semiotico in >uanto 1stato d8animo3, 1sentore3, 1strato di presentimento3! Auesto strato Btipicamente uno /chichtC in >uanto tale ha a che fare con il corpo di un soggetto posto
+&

.l riferimento @ il Seminario intorno ai 1Fondamenti di epistemologia strutturale3 tenuto dal professor "arsciani durante l8anno *##+,*##-! .n seguito faremo riferimento anche a comunicazioni non pu66liche! ++ ) >uanto pare, in seguito alla pu66licazione del volume, lo stesso =reimas ha mostrato pu66licamente segni di insofferenza K"arsciani ad vocemL!

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all8origine, cerniera mo6ile che in >uanto 1corpo sentente3 @ il luogo in cui lo I1stato di cose3 si trova ri6attuto sullo 1stato del soggetto3J K &vi, p! 4L! La 1valenza3 percepita su di un soggetto incarnato, in >uanto 1potenzialit di attrazioni repulsioni3, @ pensata come 1valore del valore3 di tipo propriamente egologico,positivo ed @ posta a fondamento del 1valore negativo,differenziale3 K&vi, p! $%L! La 1generazione3 @ posta in rapporto alla 1genesi3 K&vi, p! +L! .n definitiva, attraverso il riempimento dello spazio vuoto dell8istanza dell8enunciazione, tramite la presenza ingom6rante e pesante di un corpo, un soggetto viene posto all8origine dell8articolazione del senso! Un soggetto, attenzione, tipicamente psicologico, con i suoi stati d8animo, le sue pulsioni, il suo 1profumo timico3 K&vi, p! -L er >uanto affascinanti >ueste descrizioni possano risultare, 6isogna prendere atto che:
.C ..C ...C le pre,condizioni della significazione vengono legate a doppio nodo ad uno strato ontico originario, momento aurorale del senso seppur il confine sia sempre insta6ile e provvisorio, viene sta6ilito un confine tra un 1dentro3 e 1fuori3 il soggetto che fa da cerniera tra 1dentro3 e 1fuori3 @ un soggetto incorporato di tipo psicologico Bpulsioni, stati d8animoC e il suo corpo @ il 1luogo sostanziale3 delle transcodifiche: @ il sostrato della semiosi .HC le 1manifestazioni ondulatorie insolite riconosciute nel discorso3 sono connesse all8orizzonte delle tensioni, che si situano al di >ua del senso3 K&vi, p! 5L HC l8ordine della (estualit viene 1geneticamente3 vincolata a dinamiche di tipo 1reale3 e 1immaginarie3: il corpo @ proprio il punto di mediazione tra il reale e l8immaginario, il sim6olico in >uanto tale @ evacuato H.C il passaggio dalle condizioni alle pre,condizioni @ il passaggio da una prospettiva topologica,generativa ad una genetica

La rottura epistemologica @ piD che evidente! La teoria di Fontanille rompe radicalmente con l8am6ito dell8epistemologia strutturalista ; considerata una deriva semplicemente formalista ; e affida il suo modello ad una 1mitologia

$4%

fenomenologica3! Fontanille afferma esplicitamente che compito della teoria @ >uello


di concepire e mettere in opera un a!!ozzo delle precondizioni preliminari al sorgere delle condizioni propriamente dette! KEL Auesto discorso ipotetico, che cogliere66e in filigrana il 1sem6rare dell8essere3 KEL @, in un certo >ual modo, lo stesso tipo di discorso dell8epistemologia delle scienze naturali, >uando ad esempio si pone il pro6lema dell8universo e delle sue origini, del caso e della necessit! Z certo caratteristica di ogni progetto scientifico dotarsi di un minimum epistemologico ; >ui: l8imperativo fenomenologico ; creandosi allo stesso tempo uno spazio teorico ?immaginario@ e anche mitico, un po8 come >uegli angeli neGtoniani, conduttori dell8attrazione universale! K&vi, p! %, corsivi mieiL

Come si puF ancora credere che =reimas a66ia scritto >ueste righe0 )lla 6ase della teoria di Fontanille pone nientemeno che un discorso ipotetico di tipo fenomenologico che sia in grado di creare uno spazio teorico immaginario nell8am6ito del >uale porre la >uestione intorno alle precondizioni, che @ simile a >uella intorno alle origini dell8universo! Curiosa l8allusione al caso e alla necessit: in >uesta prospettiva, lo spazio delle precondizioni non sare66e altro che lo spazio incontaminato della casualit dal >uale e sul >uale si costituire66ero le strutture semiotiche, in >uanto vere e proprie costrizioni! .n ogni caso, un programma semiotico scientifico che affonda le proprie radici in uno spazio epistemologico immaginario simile a >uello delle scienze naturali, installa una forma di razionalit mille miglia distante dalla semiotica greimasiana! La razionalit semiotica cosN come architettata da =reimas si mantiene nella posizione di dire >ualcosa di sensato sul senso, fintanto che si mantiene ad una distanza adeguata dalle pro6lematiche dell8essere! ) partire da un 1Bing Bang3 originario e sempre pronto ad esplodere di nuovo, si dipartono delle serie causali di ordine ondulatorio cha arrivano fino alla superficie del discorso! 1<splosione primordiale3 e correlata 1radiazione di fondo3 che, livello dopo livello ma in un unico slancio vitale, giunge fino a pertur6are il normale funzionamento del discorso: >uesta @ l8affascinante mitologia che ci propone Fontanille!
.mmaginiamo che la tensivit originale ; tensione verso l8uno e tra6occare del troppo pieno ; esploda, e il 1posizionamento3, la polarizzazione di ciF che cessa per un momento di essere l8uno, si ponga come un primo momento decisivo! K&vi, p! $4, corsivi mieiL

$5#

Fontanille ci porta niente meno cha al cospetto della genesi! La rottura dell8unit, la frattura dell81uovo primordiale3, la separazione della luce dalle tene6re: immagini tipiche della genesi! <66ene >uesta frattura costituisce il 1primo momento decisivo3, momento aurorale prima del senso, a monte del senso: come se preliminarmente dovessimo, e potessimo, fare a meno del senso! Comun>ue sia,
La polarizzazione cumulativa delle energie non @ perF ancora la loro 1presa di posizione3, e non implica ancora la discretizzazione dei poli, che puF risultare solo dalla proiezione cognitiva del discontinuo! K&!id,L

Auella timico,passionale @ una dimensione originaria, anteriore alla dimensione cognitiva! L8allusione alla discretizzazione dei poli @ evidentemente una allusione al >uadrato semiotico, pensato >ui come costruzione cognitiva seconda rispetto ad uno strato primordiale di senso!
.n >ueste condizioni, non @ ancora possi6ile parlare di 1posizioni attanziali3, ma soltanto di prototipi di attanti, dei >uasi,soggetti e dei >uasi,oggetti, della protensivit del soggetto, per impiegare il termine di 7usserl, e della potenzialit dell8oggetto! KEL La situazione da immaginare @ paragona6ile ma anteriore al posizionamento attanziale! K&!id!L

Siamo al livello minimo in cui atti noetici e nuclei noematici si affacciano timidamente, stato di 1presentimento3, grado zero! Del resto il riferimento a 7usserl @ esplicito! ) partire da >uesto stato primordiale di correlazione tra 1protensivit del soggetto3 e potenzialit dell8oggetto3, stadio proto, attanziale, si costituiranno poi gli attanti veri e propri e la sintassi attanziale si metter in moto! ) partire da un dinamica propriamente fenomenologica si produce l8am6ito del semiotico: am6iti 6en delimitati, dove la sfera fenomenologica @ primaria rispetto a >uella semiotica! "a >uesto @ un modello di primo grado che si applica direttamente all8am6ito dell8esperienza e che postula l8esistenza di un corpo in >uanto struttura egologica di senso! Siamo 6en al di l di un approccio generativo! La 1prassi enunciazionale3 diventa l8oggetto d8indagine della semiotica di Fontanille! Una prassi enunciazionale che per costituirsi ha 6isogno di un corpo, il corpo del soggetto! Auesta semiotica viene presentata in /.mioti"ue du discours K\%%5L come una teoria che si concentra sul

$5$

pro6lema

della

soggettivit

in

>uanto

1prassi

enunciazionale

di

mediazione3! Di >ui viene proclamato il principio cardine della priorit del processo sul sistema KFontanille $%%5, p! $#L, processo finalmente li6ero dalle pastoie formaliste e dalle costrizioni astratte di ordine sistemico! .nfatti il discorso, cosN come concepito da Fontanille, @ il luogo stesso di >uesta significazione vivente K&vi, p! *&L che trova nel corpo del soggetto il punto di ancoraggio! Auesta teoria della significazione vivente @ legata a doppio nodo, non piD con la logica del senso, ma con la 1logica della tensivit3 KFontanille e iil6eg6erg $%%5L! <ssa si pone come una logica immanente alla 1dinamiche del continuo3! .l continuo, nella prospettiva dei due autori, @ tutto >uello spazio fondamentale ; legame profondo e sostanziale tra il soggetto e le cose ; che una semiotica generativa ha finito inevita6ilmente per tralasciare, per dimenticare, per occultare! Compito di una semiotica del continuo @ dun>ue >uello di sondare >uesto spazio selvaggio, al fine di dare un ancoraggio reale ad una semiotica altrimenti impigliata attorno a vuoti discorsi formali! <66ene, >uesta semiotica semplicemente non @ una semiotica! <ssa ha preso in prestito in 6locco le riflessioni della fenomenologia B7usserl, "erleau, ont?C e installato il proprio programma di ricerca su di una forma di razionalit eminentemente egologico,sostanziale! Di conseguenza spesso si riduce a riproporre le classiche descrizioni fenomenologiche che hanno l8aspirazione di parlare 1in presa diretta3 e in 1prima persona3 del corpo proprio, come se il corpo in >uanto tale fosse un oggetto in s9 trasparente e come se la scienza disponesse di un linguaggio puramente denotativo! Riecheggiano puntali le parole di =reimas:
Si comincia a rendersi conto di >uanto sia illusorio il progetto d8una semantica sistematica che articolere66e ; come fare66e una fenomenologia ; il piano del significato di una data linguaJ K=reimas $%4#, trad! it! p! $4, corsivo mioL

"a se si cominciava a rendersi conto di >uesto gi negli anni Settanta, poi cosa @ successo0 &$&$& La fortuna de! cor%o

$5*

Z successo che @ comparso un nuovo protagonista sulla scena della linguistica: il corpo! Una vera e proprio profusione di corpi solca la scena della nuova ondata linguistica, filosofica, scientifica! Le ragioni della convergenza delle piD svariate discipline intorno alla tematica del corpo sono certamente molteplici! Certo @ che, soprattutto in relazione al nostro discorso, non si puF sottovalutare >uell8ampio movimento, nato in opposizione al 1cognitivismo3 di tipo classico, che nel tentativo di superare il formalismo e il dualismo ad esso connessi, ha trovato nel corpo un referente perfetto a cui ancorare i propri modelli! "a l8impressione @ che, in >uesta nuova ondata, il corpo vada ad assumere la stessa posizione e il medesimo ruolo occupati dall8anima nell8antichit e nel medioevo, dalla coscienza e dall8ego nella modernit! < in >uesto modo rappresenti l8orizzonte per riproporre, su di un altro piano, >uelle tematiche propriamente egologiche che sono tipiche di una prospettiva dualista! .n >uesta enorme ondata di rivolta anti,formalista, @ stata coinvolta, ovviamente, anche la linguistica! rendendo la =rammatica =enerativa come principale 6ersaglio polemico, i teorici dell81em6odiment3 si sono opposti con forza all8innatismo presente nella teoria choms^?ana e hanno puntato sugli aspetti del linguaggio che sono legati all8evoluzione, alla percezione e al corpo! .n >uesto modo accanto a Bed in strettissimo rapporto conC programmi di ricerca come l81em6odied philosoph?3 e l81em6odied cognition3, si @ costituita una 1linguistica cognitiva3, la >uale fa della >uestione dell81em6odiment3 uno dei propri assunti fondamentali+-! Fontanille @ senza du66io coinvolto in >uesta nuova ondata e ci ha messo 6en poco a denominare la sua semiotica 1semiotica del corpo3! <gli cita piD volte gli autori di >uesta corrente e per certi versi ne condivide gli assunti principali! Senza du66io poi gli accomuna la ripresa della
+-

Risulta davvero difficile separare le discipline che ruotano attorno all8 1em6odiment3, tanto @ stretto il loro intreccio di colla6orazioni! Citiamo >ui di seguito solo alcune importanti opere, tra le >uali anche >uelle a cui fa riferimento esplicito Fontanille: Hioli $%%4, La^off e Pohnson $%5# e $%%%, Harela, (homson, Rosch $%%$, Harela, etitot, achoud, Ro? $%%%! Auest8ultimo interessante per due motivi: uno, perch9 titola +aturalizing 1henomenolog# >uasi ad indicare esplicitamente la cifra caratteristica di tutto il movimento nel suo complessoO due, perch9 vede tra i coautori una vecchia conoscenza della semiotica BPean etitotC, oggi perF, appunto, uno dei principali alfieri del 1programma di naturalizzazione del senso3!

$5'

fenomenologia e in particolare la riflessione di "erleau, ont? intorno alla fenomenologia della percezione e alla dimensione della corporeit! L8impressione @, in generale, che Fontanille a66ia spostato il 6aricentro della ricerca semiotica ; e, di conseguenza, tutti i suoi e>uili6ri strutturali ; da una linguistica di tipo strutturale verso una semantica di tipo cognitivo, e a66ia di conseguenza cam6iato totalmente i modelli di riferimento! Di piD: ponendo strutturalismo e cognitivismo sotto lo stesso tetto, Fontanille si @ posto nella condizione di rivolgere alla semiotica greimasiana >uelle stesse accuse di formalismo che i rappresentanti della linguistica cognitiva rivolgono alla =rammatica =enerativa choms^?ana! "a se si accetta >uanto detto fin >ui, non solo si deve ammetter che il parallelo 1 ercorso =enerativo del senso3 ; 3=rammatica =enerativa3 non sta in piedi, ma anche che tutte le accuse di formalismo rivolte ad una teoria greimasiana, adeguatamente intesa e sviluppata, semplicemente non sussistono! li>uidare il modello greimasiano in >uesti termini:
il 1ercorso 2enerativo resta un ?simulacro formale@7 un modello di stratificazione logica 9fondato sullopposizione iponimi e iperonimi cara alla semantica logica degli anni /essanta: che si ritiene ragionevolmente pensare come privo di operatore ! .n linea di principio, in passato si @ perfettamente colta la necessit di passare da un modello di stratificazione logica a un modello topologico dinamicoO ma la 1dinamica3, senza operatore esplicito, resta piD una parola d8ordine che una reale soluzione! KFontanille *##&, p! *$L

er

>uesto stupisce non poco, e per certi versi dispiace, che Fontanille arrivi a

La riduzione del

ercorso =enerativo all81opposizione logica iponimi e

iperonomi3 sem6ra una sentenza davvero troppo dura per poter sem6rare anche solo verosimile! Soprattutto se proviene da un semiologo che ha studiato e utilizzato il ercorso =enerativo per una vita intera! Da parte mia non posso che rimarcare il fatto che il ercorso =enerativo sia una macrostruttura topologica composta al suo interno da sotto,strutture, animate ciascuna e tutte insieme da un principio essenzialmente dinamico! < una considerazione del genere non puF in alcun modo portare a considerare il soggetto, n@ il semiologo in >uanto soggetto della scienza, come operatore incorporato e, in >uanto tale, collocato al di fuori della struttura topologica! (antomeno allorigine della struttura! Deve piuttosto condurre a considerare

$5&

la posizione del semiologo in >uanto operatore, come parte integrante di >uella complessit topologica che @ il ercorso =enerativo stesso KCfr! infra ` *!$!$ e 1disegno $3!L! C8@ una pagina centrale di Figure del corpo che ci permette di individuare dove sta il vero nodo pro6lematico della semiotica di Fontanille e di indicare l8immensa distanza che la separa ; a mio avviso, senza possi6ilit di ripensamenti, n9 di riconciliazioni ; dal modello strutturale, generativo!
=reimas aveva 6uone ragioni per restringere l8approccio semiotico al discorso realizzato, chiuso ed oggettivato! )dottare la prospettiva del discorso in atto, dell8enunciazione vivente, @ come aprire, in effetti, un vaso di andora KFontanille *##&, p! $#*L

<cco il pro6lema: l8enunciazione vivente, il discorso in atto di una corporeit parlante che scorge la possi6ilit, e dun>ue la necessit, di parlare direttamente di s9, del suo 1corpo proprio3, delle sue dinamiche profonde in >uanto pre,condizioni sostanziali del senso! Con >uesta mossa si apre effettivamente un vaso di andora e la descrizione semiotica non ha altra scelta se non >uella di appiattirsi sulle descrizioni proprie di una 1fenomenologia classica3, se non addirittura di una psicoanalisi+4! Una molteplicit disarticolata di descrizioni ad hoc, tenute insieme non da un modello rigoroso e da un insieme finito di concetti interdefiniti, ma solo da un 1vago presentimento3 di coerenza! Dal nostro punto di vista, poi, l8ancoraggio dell8approccio semiotico al 1discorso realizzato3 ; in >uanto tale mai dato come fondo oggettivo e semplicemente 1in presentia3, ma sempre costruito in >uanto serie in risonanza strutturale con BalmenoC un8altra serie ; non @ in alcun modo una restrizione, ma @ esattamente il suo contrario! semiotica! &$&$( L:equi+oco =er!eau><ont?
+4

l8apertura

stessa

per

uno

spazio

di

descrivi6ilit

specificatamente semiotica! CiF che, in definitiva, fa della semiotica una

Un riferimento costante di Fontanille, oltre alla fenomenologia e alle scienze cognitive, @ la psicanalisi, in particolare il lavori di Didier )nzieu!

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Z vero, "erleau, ont? @ un importante punto di riferimento per =reimas e per la sua opera nelle sue varie fasi di sviluppo! .l fatto @ perF che >uesta constatazione conduce il piD delle volte a notevoli fraintendimenti circa il posto da assegnare alla fenomenologia nell8economia generale della teoria semiotica! .l fatto sospetto, e origine di gran parte degli e>uivoci, @ infatti che, se la semiotica di Fontanille @ indu66iamente influenzata dall8opera di "erleau, ont?, lo stesso si puF dire riguardo alla semiotica di =reimas! L8idea @, perF, che di "erleau, ont? ; come di 2ittgenstein, di 7usserl, di :ietzsche Bla lista sare66e molto lungaC ; ve ne siano almeno due! .n >uesta prospettiva, se il "erleau, ont? a cui si ispira la teoria di Fontanille @ senza du66io >uello della Fenomenologia della percezione, la stessa cosa non vale ; o perlomeno non negli stessi termini ; per >uanto riguarda la teoria di =reimas! Due "erleau, ont? diversi, dun>ue, all8origine di programmi teorici radicalmente altri: >uesto consentire66e indu66iamente di svelare l8arcano! L8idea fondamentale @ che ad un certo punto della riflessione merleaupont?ana vi sia stato un radicale cam6io di rotta, e che >uesto cam6io sia conciso nientemeno che con l8incontro fondamentale con l8opera di Saussure KCfr! "ancini $%54, p! *#- ss e "arsciani $%%#, p! '* ssL! .n >uesta prospettiva, se la filosofia del linguaggio contenuta in Fenomenologia della percezione K$%&+L era ancora strettamente legata alle dinamiche del corpo,proprio secondo una prospettiva rigorosamente egologico,fenomenologica, la filosofia del linguaggio contenuta invece in /egni K$%-#L e in &l visi!ile e linvisi!ile K$%-&L @ di tutt8altra natura! .l primo saggio contenuto nella raccolta /egni esordisce significativamente:
Saussure ci ha insegnato che, presi isolatamente, i segni non significano niente: piD che esprimere un senso, ognuno di essi indica uno scarto di senso fra s9 e gli altri! oich9 anche di >uesti ultimi si puF dire altrettanto, la lingua @ costituita di differenze e non di terminiO o meglio, nella lingua i termini sono generati dalle differenze che appaiono tra essi! K"erleau, ont?, trad! it! p! -&L

Un cam6io di prospettiva netto, preciso, esplicito Z la scoperta della langue saussuriana in >uanto sistema di differenze, senza la >uale la significazione, la parole in >uanto tale, non sare66e in alcun modo possi6ile! .l senso @ la

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condizione della singnificazione, @ orizzonte neutro di differenze! "a >uesto non 6asta!
.l segno vuol dire >ualcosa solo in >uanto si profila sugli altri segni, il suo senso @ tutto inserito nel linguaggio, la parola lavora sempre su uno sfondo di parola7 non % mai altro che una piega nellimmenso tessuto del parlare! KEL C% dun"ue unopacit del linguaggioN esso non si interrompe mai per lasciare il posto al senso puro7 non % mai limitato se non da un altro linguaggio e il suo senso % sempre incastonato nelle parole ! KEL Le nostre analisi del pensiero procedono come se, prima di trovare le sue parole, esso fosse gi una specie di testo ideale che le nostre frasi tentere66ero di tradurre! "a l8autore stesso non ha nessun testo da poter confrontare con il suo scritto, nessun linguaggio prima del linguaggio! KEL Assai piD che un mezzo7 il linguaggio % "ualcosa di simile ad un essere! K&vi, p! -4, corsivi mieiL

La parola @ un 1piega nell8immenso tessuto del parlare3! < del resto non si d mai senso puro, il senso puro dell8esperienza diretta, immediata! .l senso si d solo nella sua articolazione, nella sua 1incastonatura3 nelle parole, ovvero nel linguaggio! Le analisi filosofiche e >uelle fenomenologiche B1le nostre analisi3C trattano il linguaggio come un puro mezzo per veicolare e per tradurre un8esteriorit che lo precede, sia essa il mondo, il pensiero, il corpo, poco importa! .l pro6lema @ perF che il linguaggio non @ mai un mezzo, ma @ sempre 1simile ad un essere3! Un essere fatto di senso per tutti e di parole per ciascuno, in un unico intreccio indistrica6ile! "a allora come fare a dire0 Come riuscire a produrre espressioni davvero significanti0
.l rapporto tra il senso e la parola non puF piD essere >uello della corrispondenza puntuale alla >uale ci riferiamo sempre K&vi, p! -5L

(ra la parola e il senso non c8@ mai completa corrispondenza, se vi fosse corrispondenza non si sare66e detto nulla! C8@ sempre una mancanza di senso che non @ solo privazione, assenza, semplice vuoto! "a @ piuttosto la condizione stessa del senso, della sua articolazione: il senso come condizione e il senso come evento! Z proprio in virtD dei vuoti, delle non corrispondenze tra parola e senso, di >uelle divergenze tra serie che in >uanto tali non smettono mai di far pro6lema, che a66iamo la possi6ilit di dire e di significare!
La parola veramente espressiva KEL non cerca soltanto un segno per una significazione gi definita, come si va a cercare un martello per piantare un chiodo o una tenaglia per estrarlo! KEL Se vogliamo renderle giustizia, do66iamo immaginare alcune di "uelle che avre!!ero potuto essere al suo posto , e che sono state respinte, sentire come avre!!ero diversamente toccato e scosso la catena del linguaggio , fino a che punto

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>uesta parola era la sola possi6ile affinch9 una data significazione venisse al mondo! K&vi, p! 4$, corsivi mieiL

La parola veramente espressiva, l8espressione in >uanto tale, non va in cerca di una semplice designazione gi definita, in >uanto >uesta la appiattire66e ad essa, al semplice gi detto! La mia parola assume senso e, potremmo dire aumenta di spessore, solo nel momento in cui la metto in relazione al silenzio che la circonda, che l8avvolge! Un silenzio affatto sterile, un silenzio mai privo di senso ma luogo del senso, un senso a6itato da parole che avre66ero potuto essere al posto della parola pronunciata o di >uella ancora da pronunciare! Z il senso delle relazioni potenziali e non attualizzate, un silenzio che punta verso la parola espressiva dal momento che @ la sua stessa condizione, @ il senso che pertur6a la 1catena del linguaggio3: @ il senso del senso!
.l linguaggio non @ al servizio del senso, e tuttavia non governa il senso: tra di essi non vi @ su6ordinazione, nessuno comanda e nessuno o66edisce! CiF che vogliamo dire, non @ davanti a noi, fuori di ogni parola, come una pura significazione, ma @ solo leccedenza di ciF che viviamo su ciF che @ gi stato detto! +oi ci insediamo7 con il nostro apparato espressivo7 in una situazione alla "uale esso % sensi!ile7 lo confrontiamo con "uesta situazione e i nostri enunciati non sono che il !ilancio finale di "uesti scam!i! K&vi, $$+, corsivi mieiL

Senso e linguaggio, nessun servitore e nessun padrone! Un medesimo intreccio! CiF che voglio dire, la parola espressiva a cui do costantemente la caccia, @ l81eccedenza di ciF che viviamo su ciF che @ gi stato detto3, un8eccedenza di senso in cerca di una parola non semplicemente gi detta da altri, di una parola mia! "a tra gi detto e dici6ile c8@ una correlazione strettissima, il gi detto costituisce l8orizzonte per il mio dire, la sua 1situazione3! .l 6ilancio di >uesto scam6io tra il gi detto e il dici6ile ; 6ilancio che mira, non gi a colmare, ma ad individuare l8eccedenza per darsi come 1espressione3 ; puF risultare davvero sorprendente!

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Auesta @ la 1regola3 ; la dialettica ; dell8 espressione! (ale dialettica+5 non @ altro che il fondamento di una sorprendente filosofia dell8espressione, una teoria fenomenologica che, rinunciando definitivamente a considerare il 1corpo proprio3 come luogo originario dell8emergere del senso, a66raccia una prospettiva tipicamente strutturale e sfocia in una 1teoria dei punti singoli3! .n >uesta prospettiva, infatti, sare66e proprio >uest8ultima ad essere in grado, non gi di descrivere, ma perlomeno di circoscrivere gli effetti di senso propri dell8espressione! Mssia di porsi nel loro 1intorno3! Z >uesta, in definitiva, la fenomenologia a cui guarda =reimas e da cui prende ispirazione la sua opera! <d essa infatti risulta del tutto compati6ile con una fenomenologia dell8espressione! Secondo >uesta fenomenologia, del resto,
La parola non @ un mezzo al servizio di un fine esteriore, ma ha in se stessa la regola del suo impiego, la sua morale, la sua visione del mondo, come talvolta un gesto porta in s9 tutta la verit di un uomo! K&vi, p! $#4L

< in certe 1situazioni3, 6isogna proprio dirlo, un silenzio, come una pernacchia, puF portare in s9 piD verit di tante parole! er concludere, lasciamo dun>ue la parola ; o sare66e meglio dire, sospendiamo la parola e 1diamo la linea3 ; a Stein6erg! Se prestiamo attenzione alla sua linea, infatti, egli BellaC ci potr mostrare nientemeno che la dialettica dell8espressione

Saul Stein6erg, (ntitled, $%-+

+5

"ancini K$%54L insiste molto sul coinvolgimento dell8opera di "erleau, ont? in >uella 17egel,Reinaissance3 nella >uale sono stati coinvolti numerosi filosofi francesi nel corso della prima met del :ovecento e della >uale a66iamo gi avuto modo di accennare K Cfr! infra ` *!$!$ e i particolare nota &'L! (uttavia l8avvicinamento all8hegelismo, e la conseguente integrazione 7usserl,7egel, trovere66ero secondo la nostra prospettiva uno sviluppo davvero coerente solo dopo l8allontanamento da una prospettiva strettamente egologica BFenomenologia della percezioneC, ovvero proprio nell8am6ito di >uella 1filosofia dell8espressione3 che >ui si sta cercando di in>uadrare!

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Bi !io"rafia )ristotele
Metafisica, Bompiani, "ilano *### 0assirer, Ernst #8#@ /u!stanz!egriff und Funktions!egriff Btrad! it! /ostanza e funzione, La :uova .talia, Firenze $%4'C 0'omsA?, Noam #8,6 /#ntactic /tructures, (he 7auge, "outon BRiedito Berlin e :eG mor^ $%5+C #85,a Aspects of the 3heor# of /#ntaG, (he ".( ress, Cam6ridge #85, Cartesian Linguistics! :eG mor^: 7arper and RoG 0erteau, =ic'e!, De #87@ Linvention du "uotidien Btrad! it! Linvenzione del "uotidiano, <dizioni Lavoro, Roma *##+C De!euze, Gi!!es #858 Logi"ue du sens Btrad! it Logica del senso, <inaudi, (orino *##+C #86( ?$e "uoi on reconnaPt le structuralismeJ 3 Btrad! it! 1Da cosa si riconosce lo strutturalismo, in Fa66ri, ! e "arrone, =! *###C De!euze, Gi!!es e Guattari /;!iB #87@ Mille 1lateuG' Capitalisme et schizophr.nie Btrad! it Mille piani' Capitalismo e schizzofrenia, .stituto dell8<nciclopedia .taliana, Roma $%54C Derrida, Cacques #85) 1I=en@se et structureJ3 et la ph9nom9nologie3 Btrad! it in La scrittura e la differenza, <inaudi, (orino $%4$C #856 1La forme et le vouloir,dire! :ote sur la ph9nom9nologie du langage3 Btrad! it! in Margini della filosofia, <inaudi, (orino $%%4C Dummett, =ic'ae! #88( >rigins of Anal#tical 1hilosoph# Btrad! it >rigini della filosofia analitica, <inaudi, (orino *##$C Eco, Um erto #86, 3rattato di semiotica generale, Bompiani, "ilano #87) /emiotica e filosofia del linguaggio, <inaudi, (orino #87, /ugli specchi e altri saggi, Bompiani, "ilano $%5+ /a ri, <ao!o #887 La svolta semiotica, Laterza, Roma,Bari B .. ed! *##'C! /a ri, <ao!o e =arrone, Gianfranco &@@@ /emiotica in nuce, Hol! ., "eltemi, Roma /a ri, <ao!o e =ontanari, /ederico &@@) 1 er una semiotica della comunicazione strategica3 BGGG!associazionesemiotica!it[ec[contri6uti[fa66rinmontanarin'#n#4n#&!html C /a ric'esi Leo, Rosse!!a #88& &l concetto di relazione in 1eirce, Paca Boo^, "ilano #88( &ntroduzione a 1eirce, Laterza, Roma,Bari

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/erraris, =aurizio &@@) 2ood!#e Qant, Bompiani, "ilano /ontani!!e, Cacques #887 /.mioti"ue du discours, UL.", Limoges &@@) Figure del corpo, "eltemi, Roma /ontani!!e, Cacques, Di! er" er", 0!aude #887 3ension et signification, "radaga, Li@ge /oucau!t, =ic'e! &@@# &l discorso7 la storia7 la verit , <inaudi, (orino *##$ /re"e, Gott!o #768 )egriffsschrift7 eine der arithmetischen nach!ildete Formelsprache des reinen $enkens, Btrad! it! in Frege, =!, Logica e aritmetica, scritti raccolti a cura di C! "angione, Boringhieri, (orino $%-+C #77) $ie 2rundlagen der Arithmetik, Btrad! it! in Frege, =!, Logica e aritmetica, scritti raccolti a cura di C! "angione, Boringhieri, (orino $%-+C #78# 1Fun^tion und Begriff3 Btrad! it! Funzione e concetto, in Frege, =!, /enso7 funzione e concetto, /critti filosofici a cura di Carlo 1enco e Eva 1icardi , Laterza, Roma,Bari *##$C #78&a 1o6er Sinn und Bedeutung3, Btrad! it! 1Senso e significato3, in Frege, =!, /enso7 funzione e concetto, /critti filosofici a cura di Carlo 1enco e Eva 1icardi, Laterza, Roma,Bari *##$C #78& 1o6er Begriff und =egenstand3 Btrad! it! Concetto e oggetto, in Frege, =!, /enso7 funzione e concetto, /critti filosofici a cura di Carlo 1enco e Eva 1icardi, Laterza, Roma,Bari *##$C #78( $ie 2rundgesetze der Arithmetik , vol! ., Btrad! it! parziale in Frege, =!, Logica e aritmetica, scritti raccolti a cura di C! "angione, Boringhieri, (orino #8@( $%-+C $ie 2rundgesetze der Arithmetik, vol! .., Btrad! it! parziale in Frege, =!, Logica e aritmetica, scritti raccolti a cura di C! "angione, Boringhieri, (orino $%-+C Gar"ani, A!do G$ #86( &ntroduzione a Eittgenstein, Laterza, Roma,Bari BH.. ed! $%%-C Geertz, 0!ifford #87) 1Distinguished lecture: anti anti,relativism3 Btrad! it! 1Contro l8anti, relativismo3 in Antropologia e filosofia, .l "ulino, Bologna *##$ C Greimas, A!"irdas Cu!ien #855 /.manti"ue stucturale' echerche du methode Btrad! it! /emantica strutturale, "eltemi, Roma *###C #86@ $u sense Btrad! it! $el senso, Bompiani, "ilano $%4&C #87( $u sens && Btrad! it! $el senso &&, Bompiani, "ilano $%5-C Greimas, A!"irdas Cu!ien e 0ourt;s, Cose%' #868 /.mioti"ue' $ictionnaire raisonn. de la th.orie du langage7 Btrad! it! /emiotica' $izionario ragionato della teoria del linguaggio , La casa Usher, Firenze $%5Greimas, A!"irdas Cu!ien e /ontani!!e, Cacques #88# /.mioti"ue des 1assions Btrad! it! /emiotica delle passioni, Bompiani, "ilano, $%%-C

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Grice, <au! #86, 1Logic and conversation3 Btrad! it! 1Logica e conversazione3, .l "ulino, Bologna $%%'C 9e"e!, Geor" 4i!'e!m /riedric' #7@5>@6 1h4nomenologie der 2eistes Btrad! it! Fenomenologia dello spirito, Bompiani, "ilano *###C #7#&>#5 Eissenschaft der Logik Btrad! it! /cienza della logica, Laterza, Bari,Roma *###C 9eide""er, =artin #8&6 /ein und Keit Btrad! it! Essere e tempo, "ondadori, "ilano *##-C 9intiAAa, CaaAAo #87) 1Das aradod tranzendentaler <r^enntnis3, in )edingungen der MRglichkeitN ?3rascendental Arguments? und tranzendentales $enken, /lett,Cotta, Stuttgard 9intiAAa, =erri!! B$ e 9intiAAa, CaaAAo #875 &nvestigating Eittgenstein Btrad! it! &ndagine su Eittgenstein, .l "ulino, Bologna $%%#C 9Ee!ms!e+, Louis #8)( 1rolegomena to a 3heor# of Language Btrad! it! & fondamenti della teoria del linguaggio, <inaudi, (orino $%-5C 9usser!, Edmund #8@@>@# Logische (ntersuchungen Btrad! it! icerche logiche, .l Saggiatore, "ilano $%-5C #8#( &dee zu einer reine 1h4nomenologie und ph4nomenologischen 1hilosophie Btrad! it! &dee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica , <inaudi, (orino *##*C #8&8 Formale und transzendentale Logik' Hersuch einer Qritik der logischen Hernunft Btrad! it! Logica formale e trascendentale ! /aggiodi ciritica della ragione logica, Laterza, Bari $%--L #8(# M.ditations Cart.siennes Btrad! it!, Meditazioni cartesiane, Bompiani, "ilano *##*C #8(5 $ie Qrisis der europ4ischen Eissenschaften und die transzendentale 1h4nomenologie Btrad! it! La crisi della scienze europee e la fenomenologia trascendentale, .l Saggiatore, "ilano *##*C #8,& &dee zu einer reine 1h4nomenologie und ph4nomenologischen 1hilosophie, .., ..., Btrad! it! &dee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica, Hol! .., <inaudi, (orino *##*C 9?%%o!ite, Cean #8)5 2en%se et structure de la 1h.nom.nologie de lIEsprit Btrad! it! 2enesi e struttura della Fenomenologia dello /pirito di =egel , La nuova .talia, Firenze $%4*C *ant, Immanue! #67# Qritik der reinen Hernunft, Btrad! it! Critica della ragion pura, Laterza, Roma, Bari *###C #77&>7) >pus postumum Btrad! it!s!t!, Laterza, Roma,Bari, *##&C *enn?, Ant'on? #88, Frege, Btrad! it! Frege, <inaudi, (orino *##'C

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&@@)

Le menzogne di (lisse, Longanesi, "ilano

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Ethica more geometrico demonstrata Btrad! it! s!t! <ditori Riuniti, Roma $%55C Stein er", Sau! #85, 3he ne, ,orld , 7arper p RoG, :eG mor^ Trinc'ero, =ario #888 2:ota intrdoduttiva3 all8edizione (ntersuchungen B2ittgenstein $%+'C italiana delle 1hilosophische

#566

Hare!a, /rancisco, <etitot, Cean, <ac'oud, Bernard, Cean>=ic'e! Ieds$J #888 +aturalizing 1henomenolog#N Contemporar# &ssues in 1henomenolog# and Cognitive /cience, Stanford Universit? ress Hare!a, /rancisco, T'omson, E+an, Rosc', E!eaonor #88# 3he Em!odied MindN Cognitive /cience and =uman EGperience! ".( ress! Hernant, Cean><ierre #86) M#the et soci.t. en 2r%ce ancienne 2recia, <inaudi, (orino $%5$C

Btrad! it! Mito e societ nellantica

Hio!i, <atrizia #886 /ignificato ed esperienza7 Bompiani, "ilano Hui!!emin, Cu!es #868 Hoce 1Forma3, in Enciclopedia Einaudi, <inaudi,(orino $%4% 4itt"enstein, LudKi" #8&& 3ractatus logico-philosophicus Btrad! it! s!t! <inaudi,(orino $%%5 #8,( 1hilosophische (ntersuchungen Btrad! it! icerche filosofiche, <inaudi, (orino $%%%C #85) 1ilosophische )emerkungen Btrad! it! >sservazioni filosofiche, <inaudi, (orino $%%5C

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