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GIORNALE
DI FISICA
Vol. XL
Luglio-Settembre
1999
SOMMARIO
qL LETTURE SCIENTIFICHE
pag. A. Drago e A. Pirolo
129 Analisi del testo di Violle, il libro di meccanica su cui ha studiato Albert Einstein.
143 F. Cordella e F. Sebastiani
La corrispondenza Persico-Fermi (1922-1926).
165 F. De Vincentis
Ignazio Porro (1801-1875) e la nascita dellottica applicata in Italia.
qQ QUESTIONI DIDATTICHE
177 M. Fazio
Riflessioni sui cicli termodinamici.
185 S. Ganci
Misurazione diretta della forza agente su un dielettrico.
qC IN COPERTINA
Ignazio Porro (vedi articolo F. De Vincentis a p. 165).
Analisi del testo di Violle,
il libro di meccanica su cui ha studiato Albert Einstein.
A. Drago e A. Pirolo
Gruppo di Storia della Fisica,
Dipartimento di Scienze Fisiche dellUniversit Federico II - Napoli
1. Introduzione.
Si discusso molto sul problema di
come interpretare la genesi della relativi-
t ristretta[1]. Qui intendiamo proporre
una nostra ipotesi sui possibili percorsi
mentali che hanno portato Einstein a
modificare radicalmente le tradizionali
leggi della meccanica.
Tale ipotesi ha preso lo spunto da una
notizia data da J. Stachel [2]: nel 1895
Einstein, allet di 16 anni, si era prepa-
rato per lesame di ammissione allETH
(Politecnico di Zurigo) studiando la mec-
canica sulledizione tedesca (1892) del li-
bro del francese J. Violle[3].
Anche Stachel indica limportanza di
questo libro: Violle fonda la sua tratta-
zione della meccanica sul principio dei
moti relativi insieme al principio diner-
zia (p. 259). Secondo Stachel, per que-
sto motivo, Einstein era presumibilmen-
te familiare con il principio di relativit
in meccanica classica (p. 258). Einstein
lo ha annotato a margine proprio nella
pagina cruciale 90 che corrisponde alle
pagine 99-100 delledizione francese (de-
finizione di massa ed enunciato di
F 4 ma). Per n Stachel, n altri sem-
brano aver dedicato ulteriore attenzione
a questi fatti.
Da molti il lavoro di Einstein del
1905[4] considerato come quello che ha
iniziato la nascita delle simmetrie nella fi-
sica teorica. Solo dopo Einstein, quando i
princpi dinvarianza sono venuti prepo-
tentemente alla ribalta, si posta atten-
zione al ruolo del principio di relativit
nella meccanica classica, ponendolo co-
me premessa alla prima legge di Newton.
Questo preteso primato di Einstein an-
drebbe ad aumentare la grande impor-
tanza che il testo di Violle ha avuto per
lui, in quanto esso appare aver aiutato
Einstein a concepire la teoria della relati-
vit ristretta.
Allo scopo di evidenziare le novit di
questo libro, diamo una breve sintesi dei
princpi e dei teoremi fondamentali su
cui Violle basa la sua formulazione della
meccanica. Metteremo in risalto i tratti
salienti delle innovazioni di questo testo
rispetto alla consolidata tradizione new-
toniana che ha dominato la mentalit dei
fisici fino a tutto il XIX secolo. Infatti
questo libro di per s costituisce uninte-
ressante alternativa a come Newton ha
formulato i princpi e i concetti fonda-
mentali della meccanica. Inoltre vedremo
che cosa esso possa aver suggerito alla
genesi della relativit ristretta in Ein-
stein.
2. La Statica secondo J. Violle.
Il primo capitolo del testo intitolato
Meccanica; in esso sono trattate nella

LETTURE SCIENTIFICHE L q
GIORNALE DI FISICA VOL. XL, N. 3 Luglio-Settembre 1999
130 A. Drago e A. Pirolo
usuale successione la Cinematica, la Sta-
tica e la Dinamica.
Diamo alcune definizioni di Cinema-
tica e di Statica per evidenziare le rela-
zioni che Violle pone tra queste due e la
Dinamica; questo ci far notare il suo li-
vello di approfondimento dei fondamenti
della meccanica secondo una tradizione
non newtoniana.
18. Definizione della cinematica. La
cinematica (xnhma, movimento) o scien-
za del movimento considerato in se stes-
so, indipendentemente dalle sue cause,
una branca puramente razionale della
meccanica, [...]. Allidea di spazio, sola
base della geometria, essa aggiunge uni-
camente lidea di tempo, e dalla combi-
nazione di queste due idee fondamentali
essa ricava le leggi necessarie del movi-
mento (p. 32).
Nella II parte, intitolata Statica, Viol-
le propone il concetto di forza, in un mo-
do che apparentemente scorretto, per-
ch lo considera come concetto della di-
namica, che tratter successivamente.
Senza una reale giustificazione egli defi-
nisce la forza come funzione del cambia-
mento di moto, F 4 F(Dv).
31. Forza. Si chiama forza tutto
quello che capace di modificare lo stato
di riposo o di moto [uniforme] di un cor-
po.
La nozione di forza una delle pi
semplici e delle pi certe: essa ci viene
dallesperienza di ogni momento. Non
possiamo cambiare di posto un corpo,
deformarlo, spezzarlo senza avere co-
scienza dello sforzo che noi produciamo.
[...]. Una volta introdotta questa idea [di
forza], la statica procede geometricamen-
te [4deduttivamente]. Lo studio della
statica precede dunque logicamente quel-
lo della dinamica, [...] (p. 69-70).
Si pu dare una spiegazione della de-
finizione, logicamente scorretta, di forza.
Innanzitutto, essa la vecchia definizione
data da dAlembert [5]. Questo fatto ci
indica che Violle si rif ad una vecchia
impostazione teorica. Oltre allimposta-
zione newtoniana di far precedere la di-
namica dalla statica, cera la tradizione
teorica (tipica di chi si riferiva soprattut-
to al principio dei lavori virtuali) di con-
siderare la statica (gli equilibri) come ca-
so particolare della dinamica; in tal caso
si sottolineava con chiarezza che la forza
dinamica non definibile come estensio-
ne alla dinamica del concetto statico di
forza; ma che, viceversa, la statica un
caso particolare, ottenibile con continuit
dalla dinamica facendo tendere il valore
di F dinamica a 0[6]. Lipotesi che avan-
ziamo che Violle appartenga a questa
seconda tradizione; ma, con un compro-
messo teorico (scorretto), egli si adatta-
to allusanza dominante di anticipare la
statica, per mantenendo la definizione
dinamica di forza. Da qui lincongruit di
partire da un concetto dinamico di forza
e poi affermare che lo studio della stati-
ca precede logicamente quello della dina-
mica, tanto pi che aveva appena affer-
mato che dal concetto dinamico di forza
la statica procede geometricamente.
In effetti il compromesso di Violle
un difetto comune, perch anche il diffu-
so libro di Duhamel fa lo stesso[7].
3. Principio dinerzia e princpio dei
moti relativi.
Pi interessante la parte III, dove si
occupa della dinamica:
41. Oggetto e princpi della dinami-
ca. La dinamica (dy namiQ 4 potenza, for-
za) lo studio del movimento considera-
to nei suoi rapporti con le cause, le forze.
Il suo scopo la soluzione del seguen-
te duplice problema, che in realt
lobiettivo di tutta la meccanica:
Analisi del testo di Violle, il libro di meccanica su cui ha studiato Albert Einstein 131
1) Essendo date le forze che agisco-
no su un corpo, determinare il movimen-
to di questo corpo.
2) Essendo dato il movimento di un
corpo [in un dato intervallo di tempo],
determinare le forze che agiscono in ma-
niera efficace su quel corpo.
La dinamica non si fonda unicamente
su dei princpi razionali, come la cinema-
tica e la statica. Essa invoca dei princpi
speciali, la cui idea principale impron-
tata allesperienza, ma che la supera di
molto, una sorta di postulati la verit dei
quali non provata che dallesattezza co-
stante delle conseguenze alle quali essi
conducono (p. 95).
Qui tra le due tradizioni indicate in
precedenza si pu riconoscere la tradizio-
ne dinamica nella nota in cui Violle parla
di princpi speciali, perch improntati
allesperienza, cos come il principio
dei lavori virtuali; questi vanno s posti
come postulati, ma non sono raziona-
li (Si noti che nella tradizione scientifica
francese razionale era sinonimo dinse-
ribile in un contesto completamente de-
duttivo, cos come la newtoniana
F 4 ma[8].)
Continuando la citazione:
Questi princpi sono due: principio
dinerzia, principio dei moti relativi.
1) Principio dinerzia. Questo prin-
cipio si pu formulare cos:
Quando un corpo non sollecitato da
alcuna forza esterna, se esso in riposo,
resta in riposo: se in moto, conserva il
suo moto; e questo moto allora necessa-
riamente rettilineo ed uniforme (p. 95).
Questa versione del principio diner-
zia una mistura tra quella di Newton e
quella di L. Carnot, lesponente pi coe-
rente e completo di quella tradizione che
si rifaceva al principio dei lavori virtua-
li [9]. Laccostamento a L. Carnot e alla
tradizione di Leibniz e dAlembert con-
fermato poi dal suo rifiuto della conce-
zione, di Newton, passiva della materia
per invece proporre una concezione inte-
razionista dei fenomeni fisici: Tutto va
come se ogni corpo agisse su altri e fosse
inerte solo rispetto a se stesso(p. 96).
Per comparare la sua versione con le
due versioni di Newton e di L. Carnot,
nel sguito le ripetiamo assieme a quella
di Violle, ma inserendo dei numeri che
indicano le parti simili nelle diverse ver-
sioni.
Newton: (1) Ogni corpo (2) in quiete
o in moto (3) rettilineo ed uniforme (4)
persevera nel suo stato di moto (5) finch
una forza non ne modifica lo stato.
L. Carnot: (1) Un corpo (2) una volta
che in quiete, (4) da solo non si muove.
(2) Se in moto, (4) da solo non pu cam-
biare (3) n la direzione n la velocit.
Violle: (2) Quando (1) un corpo (5)
non sollecitato da alcuna forza esterna,
(2) se [quando] esso in riposo, (4) resta
in riposo: (2) se in moto, (4) conserva il
suo moto; (3) e questo moto allora ne-
cessariamente rettilineo e uniforme.
Si vede che Violle ripete le seguenti
parti dellenunciato del principio di L.
Carnot:
(1) invece di dire astrattamente e
idealisticamente, come Newton, Ogni
corpo, il che riguarda tutti i corpi, anche
quelli mai sperimentati e quelli che cono-
sceremo nel futuro, dice un corpo; cio
considera un dato corpo, in date condi-
zioni sperimentali;
(2) le precendenti condizioni speri-
mentali, per via indipendente dallenun-
ciato, ci dicono quando il corpo (non
sollecitato da forze e quando) in quiete
o in moto. Questa dizione si accorda con
la successiva enfasi data da Violle alla re-
lativit dei moti; cio, qui non c nessu-
na relazione con il carattere assoluto del-
lo spazio newtoniano.
132 A. Drago e A. Pirolo
Inoltre da notare la comune struttu-
ra dellintero periodo; si distinguono i
due casi della quiete e del moto, proprio
perch vengono sottolineate le condizio-
ni sperimentali dellenunciato del princi-
pio.
Violle ripete invece Newton nelle
parti:
(4) che schiaccia la doppia negazione:
... da solo [se non per opera di altri cor-
pi] non cambia... in una parola positiva
(persevera, o resta, o conserva)[10]
che non ha lo stesso significato, tanto che,
invece di avere un significato almeno lon-
tanamente sperimentale, ha piuttosto un si-
gnificato animistico o morale.
(3) che richiede una precisione ideali-
sticamente assoluta per determinare la
rettilinearit e uniformit del moto[11].
(5) Newton introduce la forza senza
averla definita preventivamente; Violle
in questo punto ripete le parole di New-
ton, avendo gi definito la forza; ma la
sua definizione in realt forma un circolo
vizioso con questa parte del principio; in-
fatti, se prendiamo per valida la sua defi-
nizione (in Statica) del concetto di forza,
essa esprimeva gi tutta la prima parte
del suo principio dinerzia; quindi, la sua
versione di questo principio diventa solo
una riscrittura in termini diversi di ci
che forza nulla e non definisce la forza
in generale (lo stesso avviene in dAlem-
bert [12]).
Probabilmente Violle si reso conto
che la sua versione una mistura; perch
aggiunge che la prima parte di questo
principio non , a parlare propriamente,
che la definizione di forza, e non costitui-
sce effettivamente una legge. Il suo
propriamente manifesta unambiguit
non risolta del suo pensiero; e che egli o
non sa o non vuole risolvere. Invece la
seconda parte del principio, secondo
Violle, sarebbe un vero e proprio postu-
lato, che si arriva a concepire operando
come Galilei (con lesperienza della bi-
glia su un piano inclinato variabile,
astraendo da tutte le resistenze).
Anche se tutto ci espresso in modo
ambiguo da Violle, comunque evidente
che il suo principio dinerzia vuole essere
una correzione alla dominante versione
newtoniana, secondo una lunga tradizio-
ne alternativa. La correzione rispetto a
Newton ancora pi evidente con il se-
condo principio di Violle.
2. Principio dei moti relativi. Sia un
sistema animato da un moto di traslazio-
ne, e in questo sistema sia un corpo sot-
toposto in particolare allazione di una
forza: questo corpo assumer nel sistema
un moto relativo; il principio consiste nel
fatto che il moto relativo del corpo indi-
pendente dalla traslazione del sistema, di
conseguenza, [] lo stesso che se il sistema
fosse in riposo (p. 96).
Per Violle, la prima enunciazione di
tale principio dovuta a Galileo; a que-
sto proposito cita il famoso esempio del
battello che scende su un fiume.
Pi avanti (p. 108), egli dichiara che
tutto ci specifico della meccanica del
punto. Invece
quando si considerano anche corpi
reali, necessario farsi unidea della loro
costituzione; e un nuovo postulato ne-
cessario. Questo postulato o principio,
dovuto a Newton, il principio del-
luguaglianza dellazione e la reazione e
si pu formulare cos:
49. Principio delluguaglianza del-
lazione e reazione. Quando due punti
materiali m ed m8 sono in presenza, ogni
punto esercita sullaltro una forza diretta
secondo la loro congiungente; e la reazio-
ne di m8 su m uguale e contraria al-
lazione di m su m8.
Questo principio comune alle due
tradizioni suddette.
Analisi del testo di Violle, il libro di meccanica su cui ha studiato Albert Einstein 133
4. Deduzione del secondo principio di
Newton.
Si noti che rispetto ai princpi di New-
ton manca F 4 ma. Violle lo introduce
nel sguito come teorema fondamentale
della dinamica di un punto materiale, ri-
tenendo i primi due princpi precedenti
come gli unici elementi necessari per di-
mostrarlo. Questo lelemento di novit
pi interessante e chiaro del libro di
Violle.
Qui di sguito daremo lenunciato di
tali teoremi assieme ad una sintesi delle
sue dimostrazioni.
42. Teoremi fondamentali. Teorema
I. Una forza costante in grandezza e dire-
zione, agente su un punto materiale libe-
ro, gli imprime un moto rettilineo unifor-
memente accelerato (p. 97).
Dando per evidente che il movimento
rettilineo, Violle dimostra che esso
uniformemente accelerato nel seguente
modo: aggiungiamo al punto materiale
m in riposo, un sistema di punti materiali,
identici ad m: m
1
, m
2
, ... anche questi in
riposo. Facciamo agire la forza data F su
ogni punto del sistema per un intervallo
di tempo u. Dopo, il sistema avr, per il
primo principio, un movimento rettilineo
uniforme con velocit v (Violle scrive a).
Al tempo u, si faccia poi agire di nuovo
la forza F per un intervallo di tempo u
solo su m. Per il secondo principio dei
moti relativi, il punto materiale m acqui-
ster un movimento relativo di velocit v
rispetto agli altri corpi del sistema; e
quindi, rispetto ad un osservatore ester-
no, un moto di velocit 2v. Proseguendo
in questo modo n volte, si pu mostrare
che dopo un tempo nu il punto materiale
ha acquistato una velocit nv; cio, la ve-
locit proporzionale al tempo e quindi
il moto uniformemente accelerato.
In effetti Violle non ha fatto altro che
rendere esplicita lidea interna alla defi-
nizione di forza, secondo la quale la forza
cambia il moto. da notare che Violle
poteva rendere esplicita questa relazione
funzionale (tra forza e accelerazione)
istante per istante; ma, coerentemente
con la tradizione del principio dei lavori
virtuali, evita finch pu lanalisi infinite-
simale e usa intervalli discreti di tempo.
Violle mostra anche il reciproco del
teorema I:
Ogni movimento rettilineo uniforme-
mente accelerato prodotto da una forza
costante in grandezza e in direzione (p.
97). Infatti, dice Violle, questa forza F
1
pu essere sempre immaginata. Essa de-
ve concidere con quella effettiva F, per-
ch se F fosse sempre maggiore di F
1
,
allora nellintervallo di tempo considera-
to F 4 F
1
1 F
2
; ma allora alla velocit
data da F
1
si aggiungerebbe una velocit
supplettiva; il che inammissibile. Cos
F 4 F
1
.
Per giungere alla definizione di mas-
sa, Violle enuncia i due teoremi seguenti.
Teorema II. Allorch due forze co-
stanti agiscono simultaneamente e nella
stessa direzione su uno stesso punto mate-
riale (che parte dallo stato di riposo), lac-
celerazione del movimento che esse gli
imprimono la somma algebrica delle ac-
celerazioni che ciascuna di esse produce
separatamente (p. 98).
La dimostrazione non viene esposta,
ma potrebbe essere la seguente.
Per il principio dei moti relativi, la va-
riazione di velocit, dovuta ad una forza
che agisce per un intervallo di tempo u,
indipendente dallo stato di moto del si-
stema, che sia v 4 0 o v 4 v
1
; cio

Dv(F(0)) 4 Dv(F(v
1
)) .
Pertanto lazione delle due forze pu
anche essere vista come azione successi-
va. Allora la variazione totale di velocit
134 A. Drago e A. Pirolo
subta da un sistema su cui agiscono con-
temporaneamente le forze F
1
e F
2
per un
intervallo di tempo u pu essere ottenuta
facendo agire la forza F
1
(per il tempo u);
successivamente, quando il sistema ha
raggiunto la velocit v
1
4 Dv(F
1
(0)), si fa
agire la forza F
2
(per il tempo u). Cio

Dv(F
1
(0) 1 F
2
(0)) 4
4Dv(F
1
(0)) 1 Dv(F
2
(v
1
)) =
4Dv(F
1
(0)) 1 Dv(F
2
(0));
dividendo per lintervallo di tempo u si
ottiene laccelerazione g:
(1) g(F
1
1 F
2
) 4 g(F
1
) 1 g(F
2
)
Teorema III. Due forze agenti suc-
cessivamente su uno stesso punto materia-
le gli imprimono accelerazioni proporzio-
nali alle loro rispettive intensit. In altri
termini, due forze sono proporzionali alle
accelerazioni che esse imprimono ad uno
stesso punto materiale (p. 98).
Questo teorema discende dal teorema
II (che gi esprime una relazione di li-
nearit). Ponendo in (1) F
1
4 aF8 e
F
2
4 bF8, dove F8 un loro divisore co-
mune, si ottiene lenunciato. In termini
matematici pi precisi, la (1) la defini-
zione di funzione omogenea di primo
grado; percui tra g e F c proporzionali-
t.
La costanza del rapporto tra forza e
accelerazione offre a Violle la possibilit
di caratterizzare la massa:
FOg 4 F8Og8 4 F9Og9 4 ... 4 m.
Quindi:
La relazione FOg 4 m si pu scrive-
re F 4 mg (p. 99).
Per identificare la massa, Violle im-
magina che il corpo subisca da fermo una
forza F per un tempo t ; allora F 4 mvOt,
che risolta in m indica il modo di misu-
rarla. (Poi indica anche la misura me-
diante POg 4 m.)
Violle aggiunge: La massa, secondo
la felice espressione di Lam, il coeffi-
ciente della resistenza della materia al mo-
vimento (o al cambiamento del movi-
mento). A parte la doverosa correzione
posta da Violle tra parentesi, qui abbia-
mo una chiara definizione di massa solo
inerziale, coerente con una concezione
interazionista della dinamica, senza rife-
rimenti alla massa gravitazionale. Infatti,
quando d la misura di m mediante la
formula POg 4 m, egli sottolinea che
lusanza di partire solo dal peso errata,
perch il peso una propriet della ma-
teria del tutto contingente, una quantit
variabile da un luogo ad un altro; la mas-
sa invece resta costante in tutte le circo-
stanze. Quindi la massa, pi che il peso,
d la misura della quantit di materia di
un corpo (p. 99).
5. Sintesi del sistema teorico di Violle.
Violle scrive un testo di didattica uni-
versitaria, quindi non si pu dilungare sui
fondamenti della teoria. Per, da quello
che dice evidente che il testo di Violle
vuole discostarsi dalla tradizione newto-
niana, almeno nei concetti fondamentali
e nei princpi della meccanica. Egli non
utilizza i concetti di spazio e tempo asso-
luti; per lui, lo spazio solo il luogo occu-
pato dai corpi, luogo che pu cambiare
con il passare del tempo.
Per unanalisi pi accurata del testo di
Violle occorrerebbe studiare tutta la tra-
dizione (almeno francese) dei testi uni-
versitari di meccanica: un lavoro storico
neanche iniziato. Ma sin da adesso pos-
siamo affermare, dalla sola analisi del te-
sto di Violle rispetto ai due riferimenti
principali (Newton e la tradizione del
Analisi del testo di Violle, il libro di meccanica su cui ha studiato Albert Einstein 135
principio dei lavori virtuali), che Violle
rappresenta un compromesso; questo av-
viene in un periodo di esaurimento della
seconda tradizione, la quale sempre di pi
viene confinata nella fisica tecnica ri-
spetto alla vera fisica teorica, lanciata,
con la fisica-matematica, ad un matemati-
smo totalizzante. Il compromesso di Viol-
le non ad un livello molto alto, ma (e
questo importante) mantiene molte dif-
ferenze dalla tradizione newtoniana e anzi
ne introduce di nuove, in particolare per
quel che riguarda la relativit dei moti.
Inoltre abbiamo visto che Violle deri-
va quello che il secondo principio di
Newton dal suo principio di relativit dei
moti. Centrale nella dimostrazione la
costruzione di un sistema di riferimento
rispetto al quale il moto del corpo in que-
stione deve essere considerato. Violle
non considera un sistema di riferimento
astratto, ma lo materializza aggiungendo
altri corpi al corpo in esame: tale sistema
di riferimento (rispetto al sistema di la-
boratorio) viene operativamente messo
in moto traslatorio uniforme; operazione
che viene poi eseguita sul solo corpo in
esame, che quindi assume un moto tra-
slatorio uniforme relativo.
Questo processo potrebbe essere rias-
sunto dicendo che Violle aggiunge un
moto (che pu essere considerato inverti-
bile) al sistema-corpo in esame. Ci era
stato teorizzato un secolo prima da L.
Carnot, introducendo il concetto di mo-
to geometrico (inteso come un moto in-
vertibile) che veniva aggiunto al sistema
dato[13]. Purtroppo Violle non considera
la teoria matematica con la quale L. Car-
not ottiene (dai moti geometrici e da una
generalizzazione del principio dei lavori
virtuali) le conservazioni della quantit
di moto e del momento della quantit di
moto. Ma questo lavrebbe indirizzato a
trattare per primi i fenomeni dellurto, ed
avrebbe lasciato il caso delle forze conti-
nue ad un limite per una serie dimpulsi;
una trattazione delle forze continue che
non era matematicamente praticabile al
suo tempo e che quindi era considerata
come storicamente perdente. Perci
Violle, pur rifiutando spazio e tempo as-
soluti, vuole ritrovare F 4 ma, per tratta-
re newtonianamente i moti dovuti a forze
continue.
Giunto alla relazione F 4 ma, Violle
la considera come lequazione fondamen-
tale che permette di risolvere il problema
della dinamica: date le forze, ricavare la
legge oraria e viceversa. Egli non tiene in
nessun conto che in precedenza ha defi-
nito la massa come rapporto tra forza e
accelerazione e che ci renderebbe inuti-
lizzabile la relazione F 4 ma come equa-
zione. Ma anche questo un difetto co-
mune, ancor pi diffuso di quello prece-
dente. In effetti ci vale anche per la teo-
ria di Newton.
Comunque, nel complesso, la mecca-
nica di Violle si fonda sul principio di re-
lativit dal quale si ricava come teorema
F 4 ma, quella equazione che ci per-
mette, in linea di principio, di dedurre
tutte le leggi della meccanica.
Quindi la novit centrale che caratte-
rizza la formulazione della meccanica di
Violle il ruolo che assume il principio
di relativit nellmbito di una teoria fisi-
ca.
6. Il ruolo delle novit di Violle nella
storia delle simmetrie in fisica teorica.
Per chiarire limportanza della novit
dellimpostazione di Violle, ricostruiamo
alcuni fatti ad essa collegati nella storia
della fisica teorica. Ricordiamo che il
principio di relativit un principio di
simmetria che afferma linvarianza delle
leggi della meccanica rispetto al cosiddet-
136 A. Drago e A. Pirolo
to gruppo di trasformazioni di Galilei;
nel sguito useremo indifferentemente
principio di relativit e simmetrie.
Prima di Newton avevano discusso
della relativit dei moti G. Bruno, Gali-
lei, Huygens, Leibniz. Anzi, da dopo la
nascita della relativit Galilei stato po-
sto come personaggio di riferimento, at-
tribuendogli quelle trasformazioni classi-
che di sistema di riferimento che sono
pi ristrette di quelle di Lorentz. Ma, co-
me uno storico dice bene[14], Galilei non
ha dedicato molto tempo alla discussione
della relativit dei moti. Quelli che ne
hanno fatto una questione cruciale per la
fisica teorica sono stati piuttosto Huy-
gens e soprattutto Leibniz. Questultimo
ha polemizzato con Clark (interposta
persona per Newton) contro lo spazio as-
soluto e poi con Huygens, che su questa
idea laveva preceduto, ma che non gene-
ralizzava la relativit del moto ai moti
circolari [15]; inoltre ci ha basato la prima
formulazione completa delle leggi del-
lurto elastico[16].
Nella tradizione newtoniana, la relati-
vit dei moti non ha avuto alcun ruolo
per la costruzione della teoria meccanica.
Se c un altro teorico che poi ha discus-
so bene della relativit dei moti, questi
L. Carnot. Non ci possibile giudicare
in maniera sicura se la velocit apparente
di un tale o talaltro corpo reale o no,
perch noi non sappiamo se siamo tra-
sportati assieme a lui con un movimento
comune o non. cos che per molto tem-
po si creduto che la Terra fosse fissa
nello spazio, perch si giudicava dalle ap-
parenze, e c voluta molta fatica per cor-
reggersi da questerrore[17].
Pi in generale, egli rifond senza al-
cuna metafisica la teoria fisica (oltre alle
teorie matematiche della geometria e
dellanalisi). Gi dal 1783, L. Carnot ave-
va introdotto i gruppi di trasformazioni,
da lui chiamati moti geometrici, che in-
cludono i cambiamenti di riferimento; e
ne aveva ricavato glinvarianti del moto,
cio le leggi di conservazione della quan-
tit di moto, del momento angolare e
dellenergia secondo una tecnica che sor-
prendentemente solo algebrica. Ma
egli, bench citato quanto meno da La-
grange e Fourier, stato trascurato dai
teorici da dopo la Restaurazione.
Quasi contemporanemanete (1784)
nata la cristallografia teorica, che ha usa-
to ampiamente le simmetrie spaziali. Ma
sfortunatamente essa stata staccata dal-
la fisica e attribuita alla mineralogia.
Alla fine del XIX secolo ci furono al-
tri tentativi di utilizzare le simmetrie.
Proprio negli stessi anni (1884) delledi-
zione francese del libro di Violle (1883),
lo studioso francese P. Curie ha cercato
di estendere a tutte le teorie fisiche la ric-
ca esperienza delluso delle simmetrie da
parte della cristallografia. Egli ha enun-
ciato le cosiddette leggi di Curie sulle
simmetrie, che sono molto generali, quasi
metafisiche, perch riguardano le relazio-
ni tra le cause e gli effetti, indipendente-
mente da come questi sono misurati; ma
Curie ha saputo applicarle ai fenomeni
elettrici e magnetici, ottenendo delle leg-
gi sperimentali [18].
Considerando Violle in questo qua-
dro storico, si pu porre il problema se
Violle abbia continuato coscientemente o
no la meccanica di L. Carnot. Lui lo co-
nosce perch lo cita, ma solo relativa-
mente allurto tra corpi. Qui Violle sem-
bra continuare una gloriosa tradizione, ca-
ra ai quei curatori di testi di meccanica che
erano stati ex allievi dellcole Polytechni-
que, fondata probabilmente anche da L.
Carnot e molto frequentata da lui ancorch
non incaricato dinsegnamenti [19]. Tra
questi sono ricordati (anche da F. Enri-
ques) Reech, Andrade e Duhamel [20].
Analisi del testo di Violle, il libro di meccanica su cui ha studiato Albert Einstein 137
Probabilmente tutto lambiente
scientifico francese ad aver trasmesso a
Violle un atteggiamento fondazionale
che era alternativo a quello di Newton e
che aveva avuto il punto di riferimento
pi preciso nella meccanica di L. Carnot;
ma poi laveva svalutato rispetto al pro-
gresso della fisica matematica. Quindi
molto probabile che Violle partecipi del-
lo stesso clima culturale che ha favorito
la nascita delle leggi di Curie.
Ricordiamo inoltre che le simmetrie
hanno avuto vita difficile anche dopo
Einstein. Hermann Weyl, nella seconda
prefazione del suo importante libro, ri-
corda che nel 1928 i fisici che usavano le
simmetrie erano accusati di essere infetti
dalla peste dei gruppi[21]. Trascorre-
ranno ancora alcuni decenni prima che,
con la teoria dei campi degli anni 50 e
60, le simmetrie acquistino il ruolo che
attualmente hanno nelle teorie fisi-
che[22]. In questo senso il libro di Viol-
le, pur nella sua non eccelsa qualit, pur-
tuttavia appare una vera e propria ecce-
zione.
7. Linfluenza del libro di Violle su Al-
bert Einstein.
Passiamo a presentare la nostra ipote-
si sulla genesi in Einstein dellelaborazio-
ne della teoria della relativit ristretta. Ci
sar utile aver illustrato le caratteristiche
principali del libro di J. Violle.
C uninterpretazione comune sulla
genesi della relativit ristretta, essa fa
scaturire lelaborazione di Einstein dal
problema, cos come dice Stachel, del
fallimento degli esperimenti eseguiti per
scoprire il moto della Terra nellete-
re[23]. Tale concezione vuole che la ri-
voluzione della fisica accreditata fino ad
allora, la relativit ristretta, sia sorta da
un atto di genio, scaturito dalla mente di
un grande scienziato, sollecitato da espe-
rimenti precisi.
Senza nulla togliere alla genialit di
Einstein, secondo noi Einstein non si era
posto il problema dellesistenza delletere
come sistema di riferimento assoluto. Ci
affermato da G. Holton: non il falli-
mento dellesperimento di Michelson-
Morley allorigine della relativit ristret-
ta[24]. Daltronde Einstein stesso ricor-
der che egli disperava della possibilit
di scoprire le vere leggi attraverso tenta-
tivi basati su fatti noti, tra i quali biso-
gna annoverare il fallimento dellesperi-
mento di Michelson-Morley[25].
Se lorigine della teoria non sono stati
dei fatti sperimentali nuovi, evidente-
mente limpostazione culturale di Ein-
stein ha avuto un ruolo determinante. A
questo proposito, sappiamo bene che pi
volte Einstein ha affermato che per lui il
libro di E. Mach stato molto importan-
te[26]. Questo libro degli stessi anni
(1883) delledizione francese del libro di
Violle. Perch Einstein non cita mai que-
stultimo?
Notiamo che Mach era molto noto, il
suo libro ha inaugurato la storia critica
della fisica. Si noti che Mach criticava i
concetti fondamentali della meccanica
newtoniana, spazio assoluto e tempo as-
soluto e li voleva eliminare[27], per pro-
porre una fondazione alternativa. Invece,
come abbiamo gi detto, il libro di Violle
un testo di didattica che non si dilunga-
va troppo sulla critica dei fondamenti, n
il discorso era molto coerente. forse
per le carenze del testo di Violle, per di
pi un fisico meno famoso di Mach, che
Einstein non lo cita mai; o, forsanche
perch egli dalla lettura di Violle passa-
to sbito dopo allo studio di Mach, che
giustamente gli sarebbe rimasto pi im-
presso perch il libro era pi ampio e pi
citato nei dibattiti.
138 A. Drago e A. Pirolo
Per si noti che sui fondamenti della
meccanica Violle ha un atteggiamento di-
verso da Mach. Entrambi considerano
F 4 ma unidentit e sono contro lo spa-
zio e il tempo assoluti. Ma Mach, cercan-
do una sua riformulazione della meccani-
ca, non lavora tecnicamente con i sistemi
di riferimento, mentre invece questo tipo
di lavoro caratterizza apparentemente
tra tutti i testi del tempo la fondazione
di Violle (unaltra differenza profonda
tra i due che Mach usa il terzo principio
per definire la massa, mentre invece si
pu dire che Violle usa il pricipio diner-
zia per definire la forza).
Quindi solo dal libro di Violle (e non
da quello di Mach) ipotizzabile che
Einstein abbia ricavato (coscientemente
o no) una formulazione tecnica dei siste-
mi di riferimento in meccanica, intesa co-
me teoria che pu essere fondata sul
principio di relativit. Quindi il fatto che
Einstein non citi mai il libro di Violle
significa che o Einstein non ha raziona-
lizzato limportanza e la novit della
formulazione di Violle rispetto alla tra-
dizione newtoniana e anche rispetto a
Mach, o ha taciuto un evento importan-
te della sua formazione culturale e con
ci un passaggio decisivo della sua
creazione della relativit ristretta. Al-
trimenti, non si capirebbe su che tradi-
zione fisica (non epistemologica) Ein-
stein affermi la relativit dei moti nel
suo articolo del 1905.
La nostra ipotesi la seguente: la for-
mulazione della meccanica di Violle ha
dato ad Einstein gli elementi iniziali per
la sua profonda critica ai concetti basilari
della meccanica classica e soprattutto gli
ha indicato la prospettiva per risolvere le
asimmetrie [dellelettrodinamica di
Maxwell] che paiono non essere aderenti
ai fenomeni[28], perch queste non ri-
spettavano la relativit dei moti.
Questa ipotesi appare confermata da
come lui imposta il suo famoso articolo
del 1905. Siccome dal libro di Violle egli
aveva imparato il principio di relativit
come riguardante le leggi meccaniche per
sistemi di riferimento in moto relativo,
era naturale per lui domandare se esso
valesse anche per i fenomeni elettrodina-
mici. Questa domanda pu aver motivato
Einstein ad indagare sulle asimmetrie
dellelettrodinamica riguardanti proprio
il moto relativo di oggetti. (Oppure, nel
momento in cui Einstein si trovato di
fronte a quelle anomalie, si rivolto s-
bito al principio di relativit, a lui noto
dal libro di Violle.)
Einstein infatti portato a porre il
principio di relativit, enunciato da Viol-
le per la sola meccanica, per tutta la fisica
teorica. Infatti egli si chiede sempre
nellarticolo del 1905 se per tutti i si-
stemi di coordinate per i quali valgono le
equazioni della meccanica debbono an-
che valere le stesse leggi elettrodinami-
che e ottiche. Poi questa risulta essere la
direzione di ricerca dello scritto; egli stes-
so dice: Noi vogliamo elevare questa
congettura (il contenuto della quale ver-
r detto Principio di Relativit) a pre-
supposto fondamentale[29].
In queste parole evidente che, per
Einstein, era la meccanica la teoria che
era fondata sul principio di relativit (be-
ninteso, classica). Per lui solamente que-
sto fatto era sicuro. E questo fatto poteva
averlo imparato solo da Violle (o, in via
subordinata, dai discorsi, ma solo episte-
mologici, di Poincar).
La sua ricerca allora era quella di ve-
dere se e come anche lelettrodinamica
potesse essere fondata su di esso. Ma
lelettrodinamica presenta una novit:
c 4 cost. Nellautobiografia, egli scrive:
Dopo 10 anni di riflessione, un siffatto
principio risult da un paradosso nel qua-
Analisi del testo di Violle, il libro di meccanica su cui ha studiato Albert Einstein 139
le mi ero imbattuto allet di 16 anni: se
io potessi seguire un raggio di luce a ve-
locit c (la velocit della luce nel vuoto),
il raggio di luce mi apparirebbe come un
campo elettromagnetico oscillante nello
spazio, in stato di quiete. Ma nulla del
genere sembra possa sussistere sulla base
dellesperienza o delle equazioni di Max-
well. [....]. chiaro che in questo para-
dosso gi contenuto il germe della teo-
ria della relativit particolare.
Siccome Einstein nato nel 1879,
lanno in cui si era imbattuto nel para-
dosso il 1895, proprio lanno in cui sta-
va studiando la meccanica dal libro di
Violle. del tutto verosimile, quindi, che
egli abbia concepito quel tipo di parados-
so sul moto relativo dellosservatore e del
raggio di luce, proprio perch stava stu-
diando il principio dei moti relativi di
Violle; il quale principio, nei dieci anni in
cui lui dice di aver riflettuto sul parados-
so, deve aver sospinto Einstein a conce-
pire la relativizzazione di ogni moto.
Ma nasce una contraddizione. Perch
c 4 cost una legge incompatibile con il
precedente principio elettromagnetico,
cos come esso formulato di solito: i
due fatti teorici confliggono tra loro; in-
fatti, se si afferma che il principio di rela-
tivit vale in generale, esso deve appli-
carsi anche allaffermazione che
c 4 cost, una delle tante leggi della fisica
per cui esso dovrebbe valere. Da qui il
dibattito cruciale che caratterizza il con-
tenuto della memoria del 1905: ci sono
due princpi, quello di relativit e quello
della costanza della velocit della luce;
sono essi compatibili? Occorreva un
principio di relativit pi ampio, quello
dato dal gruppo delle trasformazioni che
Lorentz aveva gi trovato. Solo reinter-
pretando cos il prinicipio di relativit,
egli pu evitare la contraddizione. Infatti
notiamo, ritornando al passo citato sul
disperare di Einstein, che egli dice che
era convinto che solo la scoperta di un
principio formale universale avrebbe po-
tuto portarci a risultati sicuri (enfasi ag-
giunta).
Lo stesso Stachel sostiene, in un certo
modo, la nostra ipotesi quando afferma:
Invece di riguardare il fallimento [degli
esperimenti sullesistenza delletere] co-
me qualcosa da essere dedotto dalle
equazioni elettrodinamiche, Einstein pre-
se questo fallimento come levidenza spe-
rimentale per la validit del principio di
relativit [da Violle e dal giovane Ein-
stein collocato solo in meccanica] in elet-
trodinamica e ottica[30].
Con queste premesse allora chiaro
come poi ha proseguito il pensiero di
Einstein. Se il principio di relativit, visto
nella meccanica, vale anche per lelettro-
magnetismo e quindi per tutte le teorie
fisiche, esso deve accordarsi con il grup-
po delle trasformazioni di Lorentz; e una
volta notato che queste includono come
caso particolare le trasformazioni oggi
dette di Galilei, allora, allinverso, biso-
gna imporre le trasformazioni di Lorentz
anche alla meccanica. La quale allora va
modificata di conseguenza; a cominciare
dai concetti basilari, la simultaneit. Ein-
stein ottiene questa modifica con la magi-
strale discussione metodologica che di-
strugge i secolari concetti di spazio e
tempo assoluti, in modo da precisare
quale spazio e tempo relativi sono am-
missibili nella nuova teoria.
Quindi, assunta la validit delle leggi
dellelettrodinamica, egli ha agito sulla
cinematica classica affinch meccanica e
elettrodinamica fossero assoggettate allo
stesso principio di simmetria, cio fossero
invarianti per le nuove trasformazioni,
quelle di Lorentz.
Quindi, il principio di relativit ad
avere il ruolo preponderante nella genesi
140 A. Drago e A. Pirolo
della relativit ristretta; cos come in
meccanica lo aveva avuto nel testo di
Violle, il quale da questo principio aveva
ricavato quella famosa equazione
F 4 ma, che era lo strumento matemati-
co da cui ricavare tutte le leggi della mec-
canica.
Riassumendo, la concezione della
meccanica classica di Violle appare aver
avuto un ruolo centrale per linizio del-
lelaborazione della relativit ristretta da
parte di Einstein. Tale concezione egli
lha assunta dalledizione tedesca del te-
sto di Violle, il quale faceva parte di una
tradizione che, almeno nei fondamenti,
era alternativa a quella newtoniana[31].
Note e bibliografia.
[1] DARRIGOL O., The electrodynamic origin of re-
lativity theory, Hist. Stud. Phys. Sci., 26 (1996)
241-271, elenca gli autori che hanno suggerito
le varie interpretazioni sullorigine della rela-
tivit ristretta. Comunque nessuna di queste
ha preso in considerazione il libro che esami-
neremo in sguito, nemmeno L. PYESON, The
young Einstein. The advent of relativity (Hil-
ger, Bristol) 1985, che pure dedicato agli an-
ni della formazione scolastica e culturale di
Einstein.
[2] STACHEL J., Einstein on the Theory of Relativity
in STACHEL J. (editor), Albert Einstein (Prin-
ceton University Press, Princenton, N.J.)
1989, Vol. 2, nota 13, p. 255, nota 31, p. 258 e
nota 32, p. 259.
[3] VIOLLE J., Cours de Physique (Paris) 1883. Una
notizia biografica su Violle si trova in GILLI-
SPIE C. C. (editor): Dictionary of Scientific
Biography (Scribners, New York, N.Y.) 1971,
a cura di S. Dostrovsky.
[4] EINSTEIN A., Sullelettrodinamica dei corpi in
moto, 1905, in EINSTEIN A., Opere scelte (Bol-
lati Boringhieri, Torino) 1988, p. 148-171.
[5] LE RONDE DALEMBERT J., Trait de Mcanique
(Paris) 1754, p. 4: 5. Si chiama in generale
potenza o causa motrice tutto ci che obbliga
un corpo a muoversi, dove potenza e causa
motrice erano i vecchi nomi per la moderna
forza. Per la situazione delle diverse tradizioni
nella meccanica del 1700 si veda DRAGO A. e
MANNO S. D., La meccanica nel Settecento, un
secolo di ambiguit e polemiche per la teoria
meccanica, G. Fis., 27 (1986) 291-307.
[6] Tra i pi importanti esponenti di questa tradi-
zione vanno annoverati dAlembert, Monge e
L. Carnot.
[7] DUHAMEL M., Cours de Mchanique (Ballet-
Bachelier, Paris) 1862, che pure antepone la
statica alla dinamica (p. V-XIII) e d unana-
loga definizione di forza (p. 92).
[8] Questa distinzione richiama quella di J. LE
RONDE DALEMBERT (lmens, in ncyclop-
die Franaise, Vol. 17, 1764, p. 411). Una chia-
ra illustrazione di ci si trova nel libro di CAR-
NOT L., Essai sur le machines en gnral (De-
fay, Dijon) 1783, p. 104-5 (traduzione italiana
a cura di A. Drago e S. D. Manno, CUEN,
1994, p. 92): Fra i filosofi che si occupano
delle leggi del movimento, alcuni fanno della
meccanica una scienza sperimentale, altri una
scienza puramente razionale. I primi, compa-
rando i fenomeni della natura, per cos dire li
decompongono, per conoscere ci che essi
hanno in comune e per ridurli cos a un picco-
lo numero di fatti principali; [...]. Gli altri co-
minciano con delle ipotesi; poi, ragionando
consequenzialmente rispetto alle loro suppo-
sizioni, pervengono a scoprire le leggi che se-
guirebbero i corpi nei loro movimenti, se le
loro ipotesi fossero conformi alla natura; [...].
Le stesse idee sono ripetute in Principes fon-
damentaux de lquilibre et du mouvement
(Deterville, Paris) 1803, p. XI-XVII.
[9] Lo dichiara lui stesso in Principes..., op. cit., p.
XI; DRAGO A. e MANNO S. D., Le ipotesi fon-
damentali della meccanica secondo Lazare
Carnot, Epistemologia, 12 (1989) 305-330;
DRAGO A., Storia critica dei principi della di-
namica classica, Boll. Soc. Nat. Napoli, 100
(1991) 117-135.
[10] Il ruolo cruciale delle doppie negazioni nei te-
sti scientifici come espressione di una logica
non classica, e in definitiva di unorganizza-
zione della teoria scientifica alternativa a
quella solamente deduttiva, stato sottolinea-
to in DRAGO A., Le due opzioni (La Meridia-
na, Molfetta) 1991, p. 164-167; Incommensu-
rable scientific theories: The rejection of the
double negation logical law COSTANTINI D. e
GALAVOTTI M. G. (editors), Nuovi problemi
della logica e della filosofia della scienza
(CLUEB, Bologna) 1991, Vol. I, p. 195-202.
[11] Questi punti seguenti sono stati magistralmen-
te analizzati in Newton da HANSON N. R.,
Newtons First Law: A Philosophers Door in
Natural Philosophy, in COLODNY R. G. (edi-
tor), Beyond the Edge of Certainty (Elsevier,
Englewood) 1965, p. 6-28.
[12] LE RONDE DALEMBERT J., op. cit., art. 4 e 6 di
p. 4.
[13] DRAGO A., The Birth of Symmetries in Theore-
tical Physics: Lazare Carnots Mechanics, in
DARVAS G. and NAGY D. (editors), Symmetry
of Structure (Hungarian Academy of Science,
Budapest) 1989, p. 98-101.
[14] CHALMERS A., Galilean Relativity and Gali-
leos Relativity, in FRENCH S. and KAMMINGA
H. (editors), Correspondence, Invariance and
Heuristic (Kluwer Academic Publishers) 1993,
p. 189-205.
[15] DUGAS R., La Mcanique au XVII sicle (Grif-
fon, Neuchatel) 1954, cap. XIV, par. 12.
[16] LEIBNIZ G. W., Essay de Dynamique des loix
du mouvement, 1698 in Mathematische Schrif-
ten, ed. Gerhardt, 6, 215-231.
Analisi del testo di Violle, il libro di meccanica su cui ha studiato Albert Einstein 141
[17] CARNOT L., Principes..., op. cit., p. 15.
[18] CURIE P., Sur la Symtrie, Bull. Soc. Min.
France, VII (1884) 418-453, o in Oeuvres
(Gauthier-Villars, Paris) 1908, p. 78-113; Sur
la symtrie dans les phnomnes physiques; sy-
mtries dun champ lectrique et dun champ
magntique, J. Phys. (3a Serie) 3 (1894) 393-
415, o in Oeuvres..., p. 118- 141.
[19] GILLISPIE C. C., Lazare Carnot Savant (Prince-
ton University Press, Princeton, N.J.) 1871,
REINHARD M., Le Grand Carnot (Hachette,
Paris) 1950-51. Vedasi anche il testo di P. Ap-
pell (ancien lve de lcole polytchnique):
Mcanique (Gauthier-Villars, Paris), 1930.
[20] ENRIQUES F. e FORTI U., Note a NEWTON I.,
Principi di Filosofia Naturale. Teoria della
Gravitazione (Zanichelli, Bologna) 1925, p.
195. Infatti hanno unimpostazione generale
che simile a quella di Violle: DUHAMEL M.,
Sur la Mthode dans les Sciences (Gauthier-
Villars, Paris) 1870, REECH F., Cours de M-
canique (Paris, 1852) e ANDRADE J., Leons
de Mcanique Physique (Alcan, Paris) 1856.
Di altri autori che usino simmetrie e invarian-
ti in meccanica conosciamo solo il successivo
Schtz (Goettingen Nachr., 10, 1897) che usa
la relativit galileana e la conservazione del-
lenergia per ricavare la conservazione della
quantit di moto (purch lenergia cinetica sia
quadratica in v). Ma a nostra conoscenza, non
ha avuto influenza su altri.
[21] WEYL H., The Theory of Groups and Quantum
Mechanics (Dover, New York, N.Y.) 1928.
[22] Per un approfondimento di questa problemati-
ca si veda PIROLO A., Periodizzazione del
ruolo delle simmetrie in fisica teorica e biblio-
grafia sistematica, in ROSSI A. (editor): Atti
del XIII Congresso Nazionale di Storia della
Fisica (Conte, Lecce) 1995, p. 259-284.
[23] STACHEL J., op. cit., p. 257.
[24] HOLTON G., E. Michelson and the crucial
experiment, ISIS, 60 (1969) 133-197.
[25] Nella sua Autobiografia, scritta per il libro
SCHILPP P. A. (editor): Albert Einstein, scien-
ziato e filosofo (Boringhieri, Torino) 1958, p.
28.
[26] MACH E., La Meccanica nel suo sviluppo stori-
co-critico (1883) (Boringhieri, Torino) 1966.
[27] EINSTEIN A., Autobiografia, op. cit., p. 12: Fu
Mach a scuotere, nella sua Storia della Meccani-
ca, questa fede dogmatica: il suo libro, quan-
dero studente, esercit una profonda influenza
su di me. Critiche a Mach sono state presenta-
te su Am. J. Phys. (1962) da M. Bunge.
[28] EINSTEIN A., op. cit., p. 148.
[29] EINSTEIN A., op. cit., p.149.
[30] STACHEL J., op. cit., p. 257.
[31] La nostra ipotesi rinvia ad un ulteriore proble-
ma: Si pu parlare di una continuit tra Leib-
niz, L. Carnot ed Einstein? Non ci sono evi-
denze per affermarla. Ma uno di noi (A.D.)
ha mostrato che c una continuit di concetti,
geometria e tecniche matematiche, e organiz-
zazione della teoria tra la relativit ristretta e
la teoria meccanica di Carnot L. Daltra parte
la relativit ha una continuit teorica con la
meccanica di Leibniz, ben riconoscibile nel-
lautore fantastico, Keinstein, del 1700 imma-
ginato da BROWN H. R., Correspondence, In-
variance and Heuristic in the Emergence of
Special Relativity, in FRENCH S. and KAMMIN-
GA H. (editors.), Correspondence, Invariance
and Heuristic (Kluwer Academic Press, Am-
sterdam) 1993, p. 227-260.
La corrispondenza Persico-Fermi (1922-1926).
F. Cordella e F. Sebastiani
Dipartimento di Fisica dellUniversit La Sapienza - Roma
Nel Ricordo di Enrico Persico pubbli-
cato da Edoardo Amaldi e Franco Rasetti
nel 1979, decennale della morte del comu-
ne amico [1], i due grandi scienziati italia-
ni sottolineavano come la corrispondenza
intercorsa negli anni giovanili tra Fermi e
Persico, parzialmente pubblicata da Emi-
lio Segr in appendice alla sua biografia di
Fermi [2], fosse uno strumento fondamen-
tale per mettere in evidenza glinteressi
dei due giovani e per seguire la loro evolu-
zione. Lamentavano altres che la man-
canza delle lettere di risposta di Persico
costituisse una considerevole lacuna.
Evidentemente Persico, che aveva
conservato con cura le lettere di Fermi e
le aveva messe a disposizione di Segr,
con la modestia e la riservatezza che lo
caratterizzavano, non ritenne meritevoli
di pari attenzione le minute delle proprie
risposte alle lettere di Fermi che aveva
del pari conservato. Edoardo Amaldi
venne in possesso della corrispondenza
completa intercorsa tra Fermi e Persico,
comprensiva di queste minute, proprio
nel 1979, quando il prof. Giovanni Persi-
co, parente dello scomparso, gliela invi
in copia fotostatica. Questo materiale
ora presso lArchivio Amaldi del Diparti-
mento di Fisica dellUniversit La Sa-
pienza di Roma.
In occasione del trentennale della
morte di Enrico Persico, ci sembra che
un modo di ricordarlo a tutti coloro che
lo ebbero per maestro, come anche di
farlo meglio conoscere ai pi giovani che
hanno avuto modo di apprezzarlo solo
attraverso i suoi limpidi trattati di fisica,
sia quello di pubblicare una raccolta delle
minute delle lettere di Persico a Fermi,
corredata dellelenco completo della cor-
rispondenza intercorsa tra Fermi e Persi-
co conservata in copia presso lArchivio
Amaldi.
Premettiamo alla raccolta una crono-
logia degli anni giovanili di Persico, rica-
vata dallarticolo di Amaldi e Rasetti.
Gli anni giovanili di E. Persico.
1900
nasce a Roma il 9 agosto, figlio unico di
Gennaro, cassiere della Banca dItalia, e
di Rosa Massaruti;
1915
diviene amico di Enrico Fermi, dopo la
morte del fratello di questi Giulio, suo
compagno di classe; insieme coltivano la
comune passione per la fisica;
1917
consegue la licenza liceale, avendo salta-
to la terza liceo; siscrive al primo anno di
Fisica allUniversit di Roma;
GIORNALE DI FISICA VOL. XL, N. 3 Luglio-Settembre 1999
144 F. Cordella e F. Sebastiani
1921
si laurea il 22 novembre con una tesi sul-
leffetto Hall nel bismuto, svolta sotto la
guida di O. Mario Corbino;
1921
nominato assistente allOsservatorio
astronomico del Campidoglio diretto da
Alfonso Di Legge;
1922
nominato assistente di Corbino presso
il Regio Istituto Fisico di via Panisperna
(gli altri assistenti di Corbino in quegli
anni sono Laureto Tieri, Nella Mortara,
Aldo Pontremoli, Giulio Bisconcini);
1924
raccoglie e cura la pubblicazione delle le-
zioni di Calcolo differenziale assoluto te-
nute da Tullio Levi-Civita;
1924
consegue la libera docenza;
1925
trascorre, con una borsa di studio, un se-
mestre al Cavendish Laboratory di Cam-
bridge diretto da E. Rutherford;
1926
secondo nella terna del primo concorso
di Fisica teorica bandito in Italia, vinto
da Fermi;
1927
viene chiamato a ricoprire la cattedra di
Fisica teorica presso lUniversit di Fi-
renze; passa poi nel 1930 allUniversit di
Torino.
Articoli pubblicati da
E. Persico nel periodo 1921-1926.
Leffetto Hall nel bismuto solidificato nel
campo magnetico (in collaborazione con
L. Tieri), Rend. Accad. Lincei, 30 (1921)
464.
Sul moto lento e quasi stazionario di un
sistema rigido di cariche elettriche, Nuovo
Cimento, 23 (1922) 239.
Leffetto Hall nelle lamine anisotrope e
linterpretazione di talune esperienze,
Rend. Accad. Lincei, 31 (1922) 500.
Sul principio di equivalenza in relativit,
Rend. Accad. Lincei, 31 (1922) 98.
Sulla massa mutua di due elettroni, Rend.
Accad. Lincei, 32 (1923) 208.
Effetto Ettinghausen apparente, Nuovo
Cimento, 26 (1923) 123.
Sul significato fisico della seconda forma
fondamentale in relativit, Rend. Accad.
Lincei, 32 (1923) 208.
Sulle correnti rotanti, Nuovo Cimento, 26
(1923) 41.
Sui criteri per la caratterizzazione concre-
ta dello spazio e del tempo, Rend. Accad.
Lincei, 32 (1923) 524.
Sul diagramma corrente oscillatoria-cor-
rente di placca in un oscillatore a lampada
(in collaborazione con O. M. Corbino),
Rend. Accad. Lincei, 1 (1925) 412.
Oscillazioni secondarie in un generatore
con lampade a tre elettrodi (in collabora-
zione con O. M. Corbino), Rend. Accad.
Lincei, 1 (1925) 538.
Sullampiezza delle oscillazioni prodotte
da una lampada a tre elettrodi, Rend. Ac-
cad. Lincei, 1 (1925) 723.
Kinetic theory of an ionized gas, Mon.
Not. R. Astron. Soc., 86 (1926) 93.
La polarizzazione rotatoria magnetica in
campo alternato, Rend. Accad. Lincei, 3
(1926) 561.
Ancora sulla polarizzazione rotatoria ma-
gnetica in campo magnetico, Rend. Ac-
cad. Lincei, 3 (1926) 603.
La corrispondenza Persico-Fermi (1922-1926) 145
Effect of viscosity on a pulsating star,
Mon. Not. R. Astron. Soc., 86 (1926) 98.
Il principio delle adiabatiche e la nozione
di forza viva nella nuova meccanica on-
dulatoria (in collaborazione con E. Fer-
mi), Rend. Accad. Lincei, 4 (1926) 452.
Minute delle lettere scritte da Persico a
Fermi (1922-1926).
Osserv[atorio] del Campidoglio, 16
apr. 1922
Caro amico,
rispondo alla tua cartolina ed ho il
piacere di dirti che pap da alcuni giorni
sta meglio, non solo a giudizio suo, ma
anche secondo i medici che lo hanno
[cancellato: esaminato] visitato [cancella-
to: anche con i raggi X] e gli hanno fatto
unaltra radioscopia: [cancellature] il mi-
glioramento pare dovuto ancora [cancel-
lato: agli effetti di] a quella prima irradia-
zione, e perci io credo che troveranno
opportuno farne una seconda. I sintomi
del male, purtroppo, permangono (tosse,
difficolt di inghiottire, dolore) ma sono
molto diminuiti: solo lafonia rimasta
completa, e [cancellato: questo] lo mole-
sta molto, ma [cancellato: fosse tutto l!]
tutto il male fosse questo!
Io sono in vacanza da una settimana,
ma la vacanza riguarda solo lIstituto Fisi-
co, non lOsservatorio ch il tempo (tanto
Wetter come Zeit) non fa mai vacanza (v.
la data di questa cartolina, e aggiungici:
Pasqua). Anzi, allOsserv. in questi giorni
ho parecchio da fare, perch sto riordi-
nando la biblioteca. Tra poco poi ci sar
il congresso dellAss. Astr., [cancellato:
con la conseguenza che verr a Roma il
prof. Borel e terr delle lezioni, che si riat-
taccano al corso di Volterra. Io come
astronomo avr molto da fare per il lavo-
ro di segreteria del Congresso, come stu-
dente di matem. avr il dovere di seguire
Borel, e, come supplente di V.V. dovr
sostituirlo allIst. Fis. durante le sedute del
Congresso: limpossibilit materiale di fa-
re tutta questa roba non ammessa] come
astronomo non ho potuto rifiutare linca-
rico di... sottosegretario del Congresso,
mentre daltra parte dovr sostituire V.V.
allIst. Fis. durante le sedute: limpossibili-
t di fare le due cose simultan. non am-
messa.
Ti scriver poi pi a lungo: intanto ti
ringrazio degli auguri, che ricambio [can-
cellato: di cuore] sinceramente e ti saluto,
insieme con tutti i tuoi
E. Persico
Sig. Enrico Fermi
Caorso (Piacenza)
* * *
Sig. Enrico Fermi
Scuola Normale Sup.
Pisa
Roma, 20 maggio 1922
Cariss. amico,
gratissime mi sono giunte le tue buone
parole, che so veramente dettate dal tuo
affettuoso pensiero: anchio sono assai
dolente di non averti vicino. Sebbene da
lungo tempo vi fossi preparato, [cancella-
to: ho sofferto assai] il dolore stato assai
grande, specialmente negli ultimi giorni,
in cui ho dovuto assistere alle grandi sof-
ferenze di mio padre, senza potere in al-
cun modo intervenire e senza altra spe-
ranza che quella di una rapida fine: inve-
ce questa stata crudelmente lenta. Forse
pi grande ancora del dolore di allora la
tristezza di adesso, [cancellato: special-
mente per la mamma che non distratta,
come lo sono io, da molteplici affari e
noiosissime pratiche] pi si rientra nella
vita normale e pi si sente il vuoto: sar
146 F. Cordella e F. Sebastiani
forse anche la stanchezza, fisica e morale,
che mi fa essere svogliato, mentre vorrei
lavorare per distrarmi.
Ma io ora riprender le mie occupazio-
ni lasciate da 20 giorni. Ieri sono stato al-
lIst. Fis., allultima conferenza del prof.
Borel, che ha tenuto un corso sulla teoria
delle funzioni e delle serie divergenti: ho
cos ripreso contatto col mondo scientifico.
[cancellato: Il Congresso] I corsi stanno
per finire; il Congresso astronomico-geo-
detico-geofisico pare che [cancellato: non
abbia concluso gran ], come la conferenza
di Genova, si sia chiuso senza concludere.
Che fanno le tue tesi? Il Nuovo Cim.
mi ha spedito gli estratti di una nota (di cui
ti mando una copia), facendomi pagare L.
41,80 per 10 copie: non le regalate mica!
Non ci sar un errore? Mi faresti piacere
se mi mandassi quando li avrai gli estratti
delle tue note sulla grave discrepanza etc.;
ti ringrazio (non ricordo se lho gi fatto)
di quelle sui fenomeni che avvengono
etc. Hai novit [cancellato: scientifiche]
da segnalarmi? [cancellato: Io in questi
giorni Io non ho ] Io da molto tempo non
leggo i periodici: se c qualche cosa di no-
tevole fammi il piacere di dirmelo.
Spero di rivederti presto, beatificato co-
me si conviene. Gradisci i saluti della mia
mamma, e credimi il tuo aff.mo amico
Enrico
* * *
Sig. Enrico Fermi
Scuola Normale Sup.
Pisa
Roma, 7 giugno 1922
Caro amico,
[cancellato: ti scrivo per commentare]
questa lettera il necessario commento al
precedente laconico telegramma.
Ouzau mancami vuol dire che dopo
aver cercato nel catalogo della biblioteca
dellosservatorio Ouzau, Onzau e altre
cose simili, e dopo averne domandato no-
tizia a quanti astronomi ho potuto vedere,
ne so quanto prima.
Vedi Tisserand vuol dire che, aven-
do io chiesto al prof. Di Legge se era a sua
conoscenza che fosse stato trattato quel
problema, egli mi ha indicato la Mcani-
que Celeste del Tisserand dove, nel tomo
III (se non erro), contenuto un capitolo
sulle perturbazioni delle comete causate
dai pianeti, ed studiato il problema della
[cancellato: cattura] trasformaz. di una
cometa parabolica od iperb. in ellittica e
viceversa per opera di Giove, [cancellato:
problema] ma mi pare che il caso non sia
precisamente il tuo. Ad ogni modo, avrai
certo la maniera di confrontare.
Avevo lasciato [cancellato: iersera]
laltra sera una lettera per il prof. Armelli-
ni a questo riguardo, ma egli non passa-
to [cancellato: stanotte] allosservatorio;
quindi ti ho telegrafato. [cancellato: Da
lui potrai certamente sapere quello che de-
sideri.
Trovo strano che] Mi dispiace di non
saperti rispondere pi esaurientemente;
credo per che [cancellato: potr farlo]
dal prof. Armellini potrai avere tutte le in-
dicazioni che ti occorrono.
Qui i corsi sono quasi tutti finiti. Io
seguito a fare lastronomo-meteorologo e
d parecchie lezioni [cancellato: private]
a studenti di ingegneria, chimica etc. Ec-
cotene un piccolo saggio:
Personaggi
Topazio
Corindone
Diamante

chimici
Io professore di matematica
Io: quanto fa 100: 1/2?
Diam. (prontissimo): [cancellato: 200]
50!
La corrispondenza Persico-Fermi (1922-1926) 147
Cor. (dopo attenta meditazione e com-
puto digitale): 25!
Top. (calmo e sicuro): N 50 n 25.
Io: Benissimo: ha ragione Topazio;
ma vediamo di precisare. Facciamo un al-
tro caso. Se 5 m. di stoffa costano L. 100,
quanto costa 1 m?
[9 righe cancellate]
Top. (crolla il capo in aria compassio-
nevole).
Cor. (con voce tremante): 5/100 di lira.
Top. (sorride ironicamente).
Io: Dica lei, Topazio.
Top. (con voce sicura, in cui vibra
lintima soddisfazione dellanimo, tace).
Io: Costa 20 L., cio 100/5; va bene?
Top.
Cor. (approvano in coro [cancellato:
unanimemente]).
Diam.
Io: Bene: ora vi d lo stesso problema
con altri numeri. 1/2 metro costa 100 lire:
quanto costa 1 m?
Top.
Cor. (tacciono in coro).
Diam.
Tragico silenzio, rotto solo dal tic-tac
monotono dellorologio
Diam. (come colto da intuizione ge-
niale): 200!
[5 righe cancellate]
Io: Ottimamente: dunque vedete che,
come 100: 5 faceva 20, non altrimenti 100:
1/2 fa 200. Mi spiego: come ho ottenuto io
prima il numero 20? Dividendo 100 per 5.
Cos Diam., dividendo 100 per 1/2, ha ot-
tenuto 200.
vero?
Top.
Cor. (fanno cenni di diniego).
Diam.
Diam.: Io, veramente, non lho ottenu-
to cos.
Io.: E come?
Diam.: Me lha suggerito Corindone.
Io.: E Cor. come lha ottenuto?
Cor.: Me lha detto Topazio.
Io.: E Topazio come lha ottenuto?
Top. (con precauzione): Raddoppian-
do il numero 100.
[7 righe cancellate]
(potrebbe continuare)
Occupazioni di carattere pi scientifi-
co per ora non ne ho. Ho scritto una nota-
rella, estendendo un po la tua definizione
relativistica di moto rigido, e studiandone
la cinematica: non so se la mander al N.
Cim. o ai Lincei. Quanto alle recensioni
del N. Cim., vedo bene il calorimetrismo
che ha prevalso, ma ritengo non siano del
tutto inutili: quel che non vedo ancora
lindirizzo di tutto il giornale.
Trovo inutile farti gli auguri per la
laurea: preferisco anticiparti i rallegra-
menti, e [cancellato: salutarti] ti saluto
con affetto
tuo EP
* * *
[minuta senza data e senza destinata-
rio]
[cancellato: Caro amico, siamo lieti di
sapere che cost ti trovi bene, attendiamo
pi ]
Caro elettrone,
sono lieto di sapere che [cancellato:
cost ] nel Bittela[n]d [paese del bitte] ti
trovi bene: [cancellato: attendiamo notizie
scientifiche] il residuo che hai lasciato qui
ionizzato (e come ionizzato!) seguita ad
aggirarsi sulle solite orbite. I lavori col ri-
flettore [cancellato: sono intralciati dal
tempo cattivo] vanno avanti piano quasi
indietro a causa principalmente del tempo
cattivo. [cancellatura] Io continuo la quo-
tidiana opera di [cancellato: istruzione]
erudizione di pupi, raccogliendo ogni
148 F. Cordella e F. Sebastiani
giorno nuovi detti memorabili. [cancella-
ture] Abbiamo tenute altre due riunioni
nelle quali tu eri sempre presente in ispiri-
to: [cancellature] gli spettatori sono sem-
pre gli stessi e i [cancellato: protagonisti]
cantanti anche.
[cancellatura] Tutto listituto, dal di-
rettore al figlio della gatta, si unisce in co-
ro unanime a me per mandarti i pi vivi
saluti. E P
P.S.:

hc
e
2
4
16
1

L
3
8p
11
15

[Calcoli, di verifica, cancellati. La for-
mula del P.S. presente nella minuta di
lettera a Fermi (a Gottinga) del
23.2.1923.]
* * *
Dr. Enrico Fermi
Bhlstr. 32
Gttingen (Germania)
Roma, 23 febb. 23
Caro Enrico,
le nostre ultime due cartoline si sono
incrociate, ma nella tua indovinato pres-
so a poco il contenuto della mia: niente di
nuovo.
E [cancellato: per procedere] ora pro-
cediamo ad una seconda approssimazio-
ne. Il famoso riflettore (del quale ci siamo
serviti finora poco, un po per il cattivo
tempo, un po perch io la mattina sono
occupato, un po per altre ragioni) stato
in forza di [cancellato: un decreto] una
unanime decisione, sanzionata dalle supe-
riori autorit, trasportato al primo piano.
Ti assicuro che la forza dellunanime de-
cisione non bastava un corno, ma, co-
munque, [cancellato: aggiungendoci] con
un po di buona volont e di chilogram-
metri ci siamo riusciti, e labbiamo in-
stallato in una terrazza, in posizione
magnifica ([cancellato: come puoi vede-
re dallunita] vedi illustraz.). [cancella-
to: inutile dire che da allora si sono
aperte le cateratte del cielo e ancora pio-
ve (vedi illustrazione dalla quale si vede
anche).] inutile dire che il giorno stes-
so si aprirono le cateratte del cielo e da
allora [ cancellato: ancora piove, le con-
dizioni meteorologiche si mantengono
costanti, seguono alcune parole cancel-
late illeggibili] sono passati 8 giorni ma
le condizioni meteorologiche si sono
mantenute [parola illeggibile, forse di-
sgraziate] per cui anche diverse gite
[cancellato: domenicali] sono andate a
monte. [disegno riflettore]
Nella seconda illustrazione si vede
chiaramente [disegno] il vero idrogeno
atomico, [cancellato: unico ed esclusivo
fabbricante della serie di Balmer] per la
cui fabbricazione ed esame si specia-
lizzata da parecchi giorni la [cancella-
to: solita terna] ditta PonTivPer, [can-
cellato: sfruttando] seguendo i metodi
di Wood. Per ora, nessun risultato defi-
nitivo.
La terza illustrazione riproduce fedel-
mente [disegno] il tetraetroide, bellissima
superficie [cancellato: interessantissima]
del 47 ordine, della quale si occupato per
2
h
1/2 il noto Seminario [cancellato: di
matem.] nella seduta di sabato.
La [cancellato: terza] quarta illustra-
zione rappresenta [disegno], con mirabile
sintesi, una delle nostre consuete riunioni
del gioved, nella quale [cancellato: si mo-
stra che] il proprietario della tazza di the
sta dimostrando che

hc
e
2
4
16
1

L
3
8p
11
15

La corrispondenza Persico-Fermi (1922-1926) 149
Ieri c stata [cancellato: la solita riu-
nione teistica] una di queste sedute, col se-
guente ordine del giorno:
esperienze di reiezione radiotelefonica
dellIstituto R-Tel di Piazza dArmi.
Commento illustrativo [cancellato: al-
le precedenti] da parte di Trabacchi.
[cancellato: Comunicazione] Relazio-
ne di Pontr sulla disintegrazione dei fili di
Tungsteno, e discussione dellAssemblea.
Progetto di viaggio interplanetario da
parte del col. Crocco.
Come vedi, il programma si va facen-
do un po pi variato, e si sentono voci
nuove (laltra volta parl Gianfrance-
schi): [cancellato: listituzione sembra
dunque abbastanza fiorente] stavolta, per
radiotelefono il tenore Caruso e la Tetraz-
zini.
uscito il N. Cim. col tuo articolo sui
raggi X. Tra le recensioni da segnalare,
se non lo sai gi, la smentita [cancellato:
ufficiale] alle voci calunniose corse circa
la dipendenza della attrazione newtoniana
dalla temperatura, smentita che si poteva
prevedere, ma che ora fatta, in forma
ufficiale, dagli stessi calunniatori.
[cancellato: I tuoi genitori mi hanno
gentilmente prestato quel libro di Kopff
nel quale hai scritto anche tu. Non so se lo
abbia avuto fra le mani: contiene, oltre
lesposizione della teoria e alcuni scritti
interessanti, anche gnoseologismi, cose in
s, quid, immanenze, protologie, autoctisi,
nonch il vero Cronotopo, detto anche
Topocrono: per fortuna tutta questa roba
raccolta]
Io [cancellato: mi sto occupando] sto
raccogliendo da qualche giorno notizie
sulla foto-elettricit, per vedere se non sia
il caso di impiantare una ricerca speri-
mentale nella direzione da te indicata. Mi
trattiene alquanto la convinzione (che mi
vado formando sempre pi) che il feno-
meno fotoelettrico sia un po bismutifor-
me [allusione alle vicissitudini di Persico
con il bismuto durante il lavoro di tesi e
anche, forse, alle supposte di bismuto
usate al tempo per curare il mal di gola],
e inoltre la innegabile delicatezza delle
esperienze. Mi faresti piacere per se mi
dessi delle notizie pi dettagliate, special-
mente quantitative, sul fenomeno da te
previsto, anche per quanto riguarda la ve-
locit di emissione.
[cancellato: Dammi notizie delle tue
occupazioni, e delle novit che ci sono nel
paese dei quanti.] Gradisci i miei pi af-
fettuosi saluti
EP
* * *
16-V-23 Dr Enrico Fermi
Carissimo,
ho tardato un poco a risponderti per
[cancellato: avere occasione di tastare il
terreno] raccogliere notizie riguardo al
tuo concorso [cancellato: ne ho parlato
infatti] ed ho [cancellato: infatti] tastato il
terreno presso diversi pezzi grossi. [can-
cellature] Qui sono tutti convinti che
[cancellato: il posto di] Armellini non sa-
r surrogato, o lo sar per incarico; [can-
cellato: naturalmente] ritengo che siano
meno informati di te, e quindi non ho ag-
giunto altre parole. Quanto alla conve-
nienza che tu concorra, mi pare che non
sia nemmeno il caso di metterla in dub-
bio. Ai Lincei adesso si sta relativamente
larghi e perci puoi benissimo far presen-
tare le tue trenta pagine beninteso come
memoria, ch le note son sempre limitate
a 4 pagine.
Io ho finito ora il lavoro della scuola
pratica, coronato da circa 150 esami.
[cancellato: Seguito a studiare] Mi occupo
un po di teoria dei quanti e un po di re-
lativit: anzi, alla prima sto facendo una
150 F. Cordella e F. Sebastiani
rclam [sic] che lvete, per cui ora [can-
cellato: parlano di quanti] perfino gli
alunni della scuola pratica conoscono h
meglio di p (che tutto dire). [cancellatu-
ra] In questi giorni, p. es., ho fatto su que-
sto argomento una conferenza al Semina-
rio, un articolo per lElettrotecnica, e ne
sto facendo uno (o due) pel Periodico di
Matematiche [cancellato: e uno pel N.
Cim. ( requiem aeternam)]. [cancellatu-
re] parecchio tempo che non si fa pi il
[cancellato: consueto] settimanale giove-
d: credo che il Principale [cancellato: ab-
bia] consideri chiuso lanno [cancellato:
accademico] sbafistico, ma non ne ho
avuto comunicazione ufficiale.
Il prof. Volterra, tempo fa, desiderava
che io ti pregassi di [cancellato: spedire]
acquistare e spedire alcuni libri ted. [can-
cellato: per il gabinetto di Fisica Matema-
tica: io gli dissi che]: credo di aver antici-
pato la tua risposta dicendogli che questo
non ti era possibile. Ho fatto bene? Ed a
proposito di libri, [cancellato: se avessi da
consigliarci ti pregherei di segnalarmi, se
ne conosci, noi stiamo compilando] sicco-
me [cancellato: dobbiamo avere] lIstituto
Fisico deve ricevere, come saprai, dei libri
tedeschi in conto riparazioni [di guerra]
(spero che non ti sarai cos tedeschizzato,
da arrabbiarti per questo) e siccome stia-
mo compilando la richiesta ti pregherei di
segnalarci [cancellato: se il caso] se co-
nosci qualche volume che ti sembra [can-
cellato: sia uscito di utile] consigliabile,
uscito non pi tardi del 31 dic. 1919.
Il N. Cim., come saprai, da un pezzo
non [cancellato: dava pi segni di vita]
godeva troppo buona salute: [ cancellato:
soffriva di paralisi progressiva e dallanno
passato non dava pi segni di vita, [non]
si faceva pi vivo nemmeno con la pro-
pria partecipazione di morte] al punto che
se gli si domandava se era vivo o morto,
non rispondeva. [cancellato: Non solo,
ma non chiedeva nemmeno gli abbona-
menti.] Fin dallanno passato anzi non
dava pi segni di vita, quandecco che tut-
tun tratto, ieri 16 maggio, che che non ,
di puntin bianco, quando nessuno se
laspettava, t, qu arriva il numero di
gennaio-febbraio. [cancellato: Il quale nu-
mero] Figurati la meraviglia: il popolo an-
cora grida al miracolo! C un tuo artico-
lo sulle immagini coi raggi X e altra roba.
* * *
Dott. Enrico Fermi
Buhlstrasse 32
bei Frau Wanenroth
Gttingen (Germania)
Roma, 23-VI-23
Carissimo amico,
vengo ora da casa tua, dove ho portato
gli estratti della nota tua e di Pont. Ho sapu-
to che eri disposto a venirmi a trovare a
Niederdorf [Villabassa, in Alto Adige], ma
le vicende delle umane cose fanno s che in-
vece andiamo a Marina di Massa nella se-
conda met di agosto: spero che [cancellato:
prima avremo il tempo di] verrai a Roma
prima, cos che potremo stare insieme [can-
cellato: a Roma] un po di giorni, durante i
quali tu mi racconterai, a puntate, [cancella-
to: in 12 capitoli,] le meraviglie del tuo viag-
gio fra li tedeschi lurchi (speriamo che il tuo
portiere non sia troppo poliglotta o almeno
che non [cancellato: capisca] sia dantista).
E speriamo che ci porterai alcune bombole
di aria [cancellato: scientifica] gottinghese,
per rinnovare i nostri ambienti scientifici e
[cancellato: metterci] guidarci ad un lavoro
organizzato e serio.
Io seguo i bollettini della P. I., per
[cancellato: vedere] avvertirti se mai spun-
tasse il concorso di Pisa, ma finora non ve
ne traccia. [cancellato: e ritengo] Credo
anchio [cancellato: come te che per ora
La corrispondenza Persico-Fermi (1922-1926) 151
non se ne parli] che il Ministero non ab-
bia accettato.
Ritengo inutile farti gli auguri per i
concorsi che ti [ha] consigliato il Principa-
le: non farai che rinnovare labbonamen-
to. Spero per che stavolta non piglierai il
volo.
Saluti da Pont. e da tutta la compa-
gnia, ed arrivederci presto
E P
* * *
Roma 10-VII-23
Caro Enrico,
rispondo alla tua cartolina del 4-7
corr. rassicurandoti sui 10(n 1 1) errori
della tua nota, giacch, avendo io stesso
copiato tutte le formule, ho cercato di
rendere n 4A2 1. Andando poi ai Lin-
cei per cercare gli estratti della tua nota
Sul trascinamento etc. (i quali sono poi
arrivati da Pisa) ho visto che comincia-
vano a impaginare la tua memoria Sul
peso dei corpi elastici: allora [cancella-
to: mi sono] li ho sollecitati e siccome
[cancellato: ti avrebbero] mandandoti le
[parola illeggibile, forse nuove] bozze fi-
no a Gtt. non si sarebbe certo fatto a
tempo pel 15, mi sono autorizzato a cor-
reggerle io: cos oggi stesso le ho riporta-
te, e siccome mi hanno promesso di fare
prodigi di velocit, spero che si far a
tempo a mandare al concorso degli
estratti... anticipati. [cancellato: NB Se
io facessi parte della commissione ti pre-
gherei di non {spazio bianco} bozze ma
che i commissari dei tuoi concorsi incro-
ceranno.]
Noi partiremo per Marina di Massa il
16 agosto, e ci tratterremo 15 giorni. Arri-
vederci: a quando?
E P
* * *
21-VII-24 Ass[icurata] p[er] L. 200
Dr. Enrico Fermi
Albergo Corona
Moena di Fiemme
Trentino
Caro Enrico,
ti [cancellato: accludo] spedisco il pas-
saporto e il congedo militare, consegnati-
mi oggi da De Tivoli, e unisco anche una
comunicazione [cancellato: giunta] man-
data a mano dallUniversit allIstituto Fi-
sico relativa alla tua borsa di studio.
Il prof. Trabacchi mi incarica poi di
domandarti, a nome del prof. Corbino, se
puoi confermare che la vostra casa di via
P.
pe
Umberto non stata gi prenotata da
qualcuno, [molte cancellature] della qual
cosa la sorella della sig
ra
Corbino vorreb-
be essere certa prima di iniziare le prati-
che amm
ve
.
Mercoled sono stato a Campo dei
Fiori, dove ho concluso un discreto affa-
re, vendendo una grossa partita di carta
[cancellato: vecchia] manoscritta e un ca-
mice usato, trovati nella mia stanza al-
lIstituto. [...]
Il caldo, contrariamente alle tue previ-
sioni, notevolmente diminuito. Il radio-
araldo [cancellato: seguita regolarmente]
saluta i suoi cortesi ascoltatori.
[cancellato: arrivata la pompa a dif-
fusione: lho gi collaudata e funziona a
meraviglia.]
Altre novit non vi sono. Non sono
ancora andato al ministero, ma prima di
partire [cancellato: (cio prima del 31 lu-
glio)] vi andr e ti dar notizie. Ti [can-
cellato: prego di] invio una quantit di
[cancellato: saluti, rispettosi ossequi] salu-
ti affettuosi, di [cancellato: cordiali] ami-
chevoli strette di mano, distinti ossequi, ri-
verisco, ciao, da distribuire con [cancella-
to: saggio criterio] giudizio tra tutta la
152 F. Cordella e F. Sebastiani
[cancellato: banda di Moena] comitiva.
Quello che avanza per te.
Enrico
Il mio indirizzo dal 1 al 15 agosto :
Albergo Milano, Marina di Massa (Mas-
sa-Carrara).
* * *
VII-24 [grafia diversa]
Prof. Enrico Fermi
e compagnia
Albergo Corona
Moena
Carissimi amici,
vi prego di interrompere per un mo-
mento le vostre partite a scassa 15 e a
morra giapponese [...]. [Descrizione delle
delizie della vita di spiaggia.] I coccodrilli
distesi sulle rive del Nilo non vivono altri-
menti. Gli ippopotami fanno la stessa vita.
Le marmotte mi invidiano. [...]
Questa lettera non ha data perch non
ho calendario e non la conosco. Lorolo-
gio lo carico tutte le sere, al solo scopo di
preservarlo dalla ruggine.
Amici miei, ho faticato troppo a scrivere
questa lettera, e vi lascio. Nella [Mortara],
che fa presso a poco la stessa mia vita beata,
vi manda i suoi saluti. Cercate di star bene,
divertitevi per quanto potete, e gradite una
cordiale stretta di mano dal vostro aff.mo
E Persico
* * *
31-VII-24 Dr. Enrico Fermi
Albergo Corona. Moena
Caro Enrico,
le particelle a del RaC hanno, nellaria
a press. norm. e O7, un range di cm 6,57.
Ci darebbe cm 11,8 per lHe nelle stesse
condizioni (tenuto conto che per He e H i
ranges sono del 5% minori di ci che si
dedurrebbe con la legge della kpeso at.
dal valore per laria).
I livelli di energia [cancellato: K e L]
per O e N [cancellato: (ricavati da un
gr(afico))] (da interpolazione grafica) so-
no (valori gi divisi pel num. di Rydberg)
K L
I
L
II
4 L
III
N 32,5 0,6 1,4
O 46,2 0,8 1,7
Potenziale di ionizz. dellHe 4 volts
25,4.
[molte cancellature] Al Ministero mi
hanno detto che si stanno nominando le
commissioni e che nel mese di agosto rice-
veremo il grazioso invito. Pare poi che in
settembre le commissioni debbano con-
cludere i loro lavori, cosa che credo poco.
Io parto stasera. Ti prego di salutare
tutti gli amici e le amiche, ai quali e alle
quali presto se ne aggiungeranno altri e
rispettivamente altre. Cordiali saluti
E P
* * *
4 [?] ott 24 Dr. Enrico Fermi
R. Pension Veenstra
Rapenburg 13
Leiden (Olanda)
Enrico!! Aho!
ci sei? dormi? sei morto? [cancellato:
credi di sottrarti con la fuga?] Sappi che
dal 18 sett. che il Ministero della P.I. e la
Prefettura di Roma ti stanno cercando.
[cancellato: Ieri] Oggi sono stato al Mini-
stero, a vedere perch non ricevevi linvito
di deposito [per il concorso di libera do-
cenza] e mi hanno detto che la Prefettura
incaricata di recapitarti lavviso lo ha ri-
mandato indietro dicendo che il dott. Fer-
mi fuori Roma volsi nel Trentino [5
righe cancellate] e che la famiglia a To-
rino, via Monte Vecchio 22. E limpiegato
era, naturalmente, scandalizzato per que-
sta tua latitanza. [2 righe cancellate] Ho
La corrispondenza Persico-Fermi (1922-1926) 153
sfatato queste sciocche leggende, ho dato il
tuo ridicolo indirizzo, ma ci vorr tempo
prima che ti scrivano, perch la pratica de-
ve passare attraverso la prefettura. Intanto
potresti provvedere a fare il deposito, che
di L. 1000, e deve essere inviato alla Dir.
Gen. Ist. Sup. (div. X), a mezzo di vaglia
bancario intestato al cassiere del Min., Cav.
Uff. Paolo Girolami. Sei ancora a tempo,
perch la commissione (Levi-Civita, Vol-
terra, Somigliana) non ancora convocata.
Ma una persona con la corteccia cerebrale
in buono stato, avrebbe evitato il pasticcio
[1 riga cancellata] informando il Ministero
dei suoi cambiamenti dindirizzo e mante-
nendosi in comunicazione non dir con
gli amici ma almeno con i rappresentanti
dellAutorit. [cancellato: La tua latitanza
contraria ai tuoi stessi interessi, nonch
alle regole del viver civile.]
Uomo avvisato, mezzo salvato. Ed
ora ti saluto, sperando [cancellato: di rice-
vere la risposta prima del] che la lavata di
capo faccia effetto
tuo Enrico
* * *
Roma, 28 ottobre 1924 Dr. Enrico Fermi
Pension Veenstra
Rapenburg 13
Leiden (Olanda)
Caro Enrico,
ammirato della fulmineit con cui hai
risposto alla mia lettera, voglio seguire il
nobile esempio. Ti ringrazio anzitutto per
le utili indicazioni bibliografiche. Il lavo-
ro di Stoner lho letto e legger anche
quelli di Land. [3 righe cancellate] Pur-
troppo per al nostro Ist. la Phys. Rev. e
alcune Zs. f. Ph. da te citate ancora non
sono arrivate. Mi congratulo con te per la
tua attivit scientifica e ti prego, quando
puoi, di mandarmene i frutti.
LIstituto Fisico vive la vita abituale,
ma pare che ora il Principale vero abbia in-
tenzione di rimettersi a lavorare sperimen-
talmente e speriamo a farci lavorare.
Abbiamo ora [cancellato: completato]
montato limpianto per laria liquida che in
questi giorni abbiamo ottenuta per la pri-
ma volta (a te ora far limpressione di ac-
qua calda [il laboratorio di basse tempera-
ture di Leida era uno dei pi avanzati]);
inoltre ci stiamo equipaggiando al comple-
to per la spettrografia dei raggi X. [cancel-
lato: Ci sar, credo, del movimento di per-
sonale. Pont. e io volevamo fare] Io volevo
fare con Pont[remoli] prima che egli vada
a Milano [cancellato: dove, come saprai]
un lavoretto sperimentale: siamo nella soli-
ta fase di ricerca dellargomento fattibile e
non fatto, ricerca [cancellato: dolorosa,]
come tu ben sai [cancellato: ,dolorosa e]
per lo pi infruttuosa.
Sono cominciati gli esami: sono anche
arrivati i verbali per te la tua assenza es-
sendo, a quanto pare, ufficialmente igno-
rata [cancellato: dalle autorit]. I fisici di
Roma [cancellato: si prega di osservare
che qui non c la virgola] da te elencati ri-
cambiano tutti i pi cordiali saluti, [2 righe
cancellate] anche Pont, sebbene si dichiari
poco lusingato di essere menzionato im-
mediatamente prima di Ludovico [Zanchi,
factotum dellIstituto]. Unaltra volta, ba-
da alle precedenze! [cancellato: Tutti poi
apprezzano in particolar modo] Anche io
ti saluto affettuosamente
E P
PS: Domani andr al Ministero ad ac-
certarmi se giunto il vaglia spedito dal tuo
babbo (oggi [secondo anniversario della
marcia su Roma] no perch giornata ra-
diosa [cancellato: di giovinezza]). Ieri ti ho
spedito una lettera giunta per te allIst. Ciao
* * *
154 F. Cordella e F. Sebastiani
Enr. Fermi
Rapenburg 13
Leiden
14/11/24
Caro Enrico
Il tuo allarme era giustificato e cini-
camente previsto, e te lo avrei risparmia-
to, se per fare quel telegramma non
avessi dovuto portare al Monte di Piet
la mia scarpa sinistra [cancellatura]
(quella destra era gi impegnata per la
tassa di lib. doc.) e [cancellature] sicco-
me il tacco era un po avariato e la suola
bucata, ho dovuto rinunciare ad aggiun-
gere un cenno esplicativo. Come gi sai,
appena tornato a Roma potrai anche tu
alzare la bandiera della libert, e non
sar nemmeno necessario attendere poi
la [cancellatura] sanzione del Cons.
Sup. Pontr., Carrelli e Pierucci si sono
libero doc. insieme a me. Oggi Pontr e
io consacriamo ufficialmente levento
col rituale simposio, e mangeremo un
pasticcino di pi in onore [cancellato:
tuo] dellamico assente.
Cordiali saluti
Enrico
* * *
9/5/25 Prof. Enrico Fermi
[cancellato: Istituto di Studi]
R. Istituto Fisico
in Arcetri, Firenze
Caro [cancellato: Fermi] Enrico,
secondo il convenuto ho consegnato al
cav. Caverzali le famose chiavi, le quali
ora sono presso di lui.
AllIst. si seguita la solita vita, che fa
capo, naturalmente, alla lampada ter-
moionica. E le tue esperienze come van-
no? [cancellato: Dammi] Ti prego di dar-
mi qualche notizia scientifica e non scien-
tifica di ci che si fa e si pensa cost [can-
cellato: vuoi nel campo scientifico, vuoi in
altri campi]. Ossequi al prof. Garbasso e
saluti affettuosi a te, a Tricomi, nonch a
Rasetti e se non lavete ancora mangia-
to al rispettabile Bjerknes.
Tuo E Persico
* * *
Roma, 16/5/25
Prof. Enrico Fermi
R. Istituto Fisico
in Arcetri, Firenze
Carissimo amico,
come tu sai, io sarei molto contento di
essere tuo successore a Firenze, e ringra-
zio voi tutti del vostro interessamento.
Quanto alla realizzazione pratica della
cosa, [cancellato: mi pare che] ci sono tre
possibilit: lincarico, la chiamata, il con-
corso [cancellatura].
[cancellato: Venire come incaricato]
Accettare lincarico, significherebbe per
me, oltre a un [cancellato: notevole] sacri-
ficio finanziario, perdere irreversibilmente
una posizione, sia pure modesta ma [can-
cellato: stabile, col rischio di restare] sicu-
ra, per una posizione promettente ma ri-
schiosa. [cancellato: Il che non mi pare
consigliabile] Tutto sommato non mi pare
conveniente.
La corrispondenza Persico-Fermi (1922-1926) 155
Veniamo alla [cancellato: altra] se-
conda soluzione, [2 righe cancellate] che
subordinata, naturalmente, a un cam-
biamento delle disposizioni legali. [can-
cellato: Intanto essa] Sarebbe certo la mi-
gliore e perci, malgrado la incertezza
della cosa, credo opportuno [cancellato:
sebbene la cosa] prepararmici [cancella-
to: concorrendo] partecipando al concor-
so per Roma, [2 righe cancellate] purch
siate disposti al necessario cambiamento
di nome. Ti prego dunque di tenermi in-
formato in tempo dellapertura in [una
riga tagliata nella copia fotostatica]
proposito.
Quanto alla terza soluzione, [12 righe
cancellate; leggibile soltanto: a questo
proposito non mi hai ancora detto se
leventuale concorso si farebbe per fisica
matematica o (ci che preferirei) teo-
rica] preferirei certamente avere ancora
un anno di tempo prima di affrontare il
concorso. Per non ti nascondo che se
non riuscisse laltra soluzione e non po-
teste provvedere per questanno con un
incarico locale (*) e bandiste subito il
concorso, forse lo tenterei, preferendo,
anche in tal caso, il nome di fisica teo-
rica.
Speravo di poter avere uno [cancella-
to: cosiddetto] scambio di vedute su
questi argomenti, col prof. Garbasso, che
credevo trovare al Senato, ma egli non
venuto. Se avesse occasione di venire a
Roma in questi giorni potresti [cancellato:
avvertirmi o meglio] pregarlo di fissarmi
un appuntamento?
[cancellato: Grazie] Saluti cordialissi-
mi anche a Tricomi
Tuo E P
(*) Dimmi se credi possibile questa
soluzione ... tre bis.
* * *
Prof. Enrico Fermi
R. Istituto Fisico in Arcetri
Roma, 29/6/25 Firenze
Caro Enrico,
ho inutilmente atteso la visita che pro-
mettevi nella tua ultima lettera, e cos mi
sono deciso a scriverti.
Nei riguardi della mia sistemazione, ti
sei regolato benissimo e ti ringrazio nuo-
vamente e appena sar aperto parteciper
al concorso per Roma (a proposito, ne sai
niente tu? io no). [cancellato: Ho avuto
occasione di parlare con il prof. Garbas-
so, e spero che la cosa si possa]
Ho avuto la conferma ufficiale della
mia borsa di studio e tra pochi giorni
partir per Cambridge, secondo accordi
che ho gi preso con Rutherford. Pecca-
to che il detto Rutherford poco dopo se
ne vada in Australia! Sper per che
[cancellato: ci rester] trover molta al-
tra gente.
In questi giorni sono occupato da mat-
tina a sera con gli esami, ed ho quindi un
po trascurato le occupazioni scientifiche:
tuttavia ho letto nella Phys. Rev. una me-
moria di Slater che precisa le nuove idee
quantistiche, e che mi sembra molto im-
portante, sebbene vi sia qualche [cancella-
to: cosa] idea [cancellato: un po] barba-
ra. Che ne pensi tu?
[cancellato: Scrivimi per ora a Ro-
ma.] Non so se avremo modo di vederci
prima che io parta; per ora scrivimi pure
a Roma, e poi ti dar il mio nuovo indi-
rizzo. Gradisci i miei affettuosi saluti e
ricordami al prof. Garbasso e ai fisici di
Firenze
Tuo Enrico
PS Ti accludo una lettera che hanno
portato per te allIst. Fis.
* * *
156 F. Cordella e F. Sebastiani
Prof. Enrico Fermi
R. Istituto Fisico in Arcetri
24/7/25 Firenze
Carissimo,
eccomi finalmente giunto a destinazio-
ne, dopo un lungo e piacevole viaggio. Mi
sono fermato 4 giorni a Parigi e un giorno
a Londra. Qui ho gi preso contatto con
lambiente scientifico e ho conosciuto
Thomson, Rutherford, Larmor, Fowler,
Aston e altri. [cancellato: La vita universi-
taria per ora in semi-letargo.]
Il mio indirizzo , fino a nuovo avvi-
so, quello della testata di questa cartolina.
Dammi il tuo in funzione del tempo, e
gradisci i miei cordiali saluti, saluti anche
alla Maria e al babbo.
E P
* * *
[grafia diversa] 21/9?/25
Caro [cancellato: Fermi] Enrico,
finite le mie peregrinazioni per lIn-
ghilterra, sono da poco tornato tra le do-
mestiche pareti (per modo di dire). [can-
cellature]
Sono stato a Southampton al congres-
so della British Assoc., dove ho conosciu-
to, tra gli altri, Ornstein, anzi abbiamo
fatto una gita insieme e ti abbiamo man-
dato una cartolina a S. Vito: non so se
lhai ricevuta.
Poi sono stato vari giorni a Londra e
poi a Oxford. [cancellato: ma tutti i labo-
ratori sono in vacanza e in questo paese la
vacanza presa terribilmente sul serio.
Tuttavia]. Ora sono tornato da poco a
Cambridge ed ho ripreso il lavoro, sebbe-
ne sia ancora vacanza, holydays [sic],
giorni sacri [15 righe cancellate, in parte
riscritte ma illeggibili]. Io [1 riga cancel-
lata] non lavoro sperimentalmente, ma a
contatto con Eddington e Fowler, sono ri-
diventato un po astronomo, e mi occupo
di ionizzazione per temperatura e sue ap-
plicazioni astrofisiche. Sono curioso di sa-
pere la tua opinione [1 riga cancellata]
sulle idee di Bohr, Cramer [sic] e Slater,
dopo le esperienze di Boote [sic] e Geiger
e di Compton. Come saprai, Bohr ha
completamente abbandonato quelle idee,
ma non cos Slater. Ornstein poi [1 riga
cancellata] maneggia i quanti di luce co-
me tante pallottoline [cancellato: e ne ha
portato a Southampton un bel sacchetto].
[cancellato: Qui a Cam. non ho anco-
ra potuto vedere nessuno, per laffare
dellholyday, n leggere i giornali.]
Raccontami che fai e dammi qualche
notizia della patria terra, e dei suoi abi-
tanti, e delle sue R. R. Universit.
Saluti a te e ai tuoi (dove sono?) dal
tuo aff.mo
E P
* * *
(Fermi)
C. 2/10/25
Carissimo,
probabilmente avrai gi ricevuto una
lettera che [cancellato: ho lanciato] lanciai
al tuo inseguimento appena [cancellato: si
fatto] apparve qualche barlume di luce
sul mistero del tuo indirizzo.
Poco dopo ricevetti la tua del 23 sett.,
[cancellato: contenente le] che mi mise al
corrente delle ultime pagine della storia
dItalia e mi diede altre notizie interessan-
ti. In compenso delle quali, ti [cancellato:
dovrei mandare] mando le ultime pagine
della storia dInghilterra.
Cambridge comincia a uscire dal tor-
pore estivo e [cancellato: una certa insoli-
ta] d manifesti segni dellavvicinarsi del
term, ossia dellanno scolastico (come dite
voialtri continentali), che veramente un
La corrispondenza Persico-Fermi (1922-1926) 157
158 F. Cordella e F. Sebastiani
semestre di 3 mesi, o meglio di 10 settima-
ne. I pi notevoli di questi segni sono: una
certa animazione per le vie, laccensione
serale di parecchi lampioni, cosicch non
pi necessaria la lampadina tascabile, e
infine lapparizione per le vie di numerosi
studenti in cap and gown, cio berretto e
toga. Anche il Cavendish Lab. comincia a
ripopolarsi ([cancellato: si dice proprio]
gli inglesi dicono lab e non laboratory,
con che si risparmiano circa un penny di
tempo).
E ora vorrai sapere le mie impressioni
sul Cavendish Lab. Io immaginavo di
[cancellato: trovare] vedere dei grandiosi
apparecchi, coccodrilli [denominazione
scherzosa dei grandi spettrografi Littrow
prodotti dalla Hilger di Londra] e altre
meraviglie. [cancellato: Invece laspetto
generale] Ma lo straniero che [cancellato:
si presenta con lintenzione di vedere que-
ste cose] arriva con queste idee amara-
mente deluso. Anzitutto perch non gli
fanno vedere niente. Se poi riesce con pre-
sentazioni e [cancellato: altro] amicizie a
varcare le soglie del mistero, questo gli si
presenta sotto laspetto di una bottega di
rigattiere. C un gran numero di stanze
piene fino al soffitto di baracche e appa-
recchi fatti in casa (lofficina assai buo-
na) e in ognuna c un giovanotto in mani-
che di camicia che fuma la pipa, ma lavo-
ra. Ci sono poi i pezzi grossi, che sono
Rutherford, che ho appena fatto in tempo
a conoscere prima che partisse per lAu-
stralia e che ho trovato molto simpatico,
Chadwick, che lo sostituisce, Aston, che
ormai naturalmente lo schiavo dello spet-
trografo di massa (ne ha ora costruito uno
nuovo assai migliore), e Fowler, il teorico,
simpaticissima ed affabile persona. C an-
che una stanza riservata a sir J. J. Thom-
son, sebbene questi sia estraneo allistituto.
I laboratori di Londra invece hanno
un aspetto assai [cancellato: pi] elegante.
Ho visitato la Royal Institution (veramente
regale) che ha [cancellato: dei magnifici
saloni] degli eleganti saloni e ha parecchie
stanze da lavoro destinate unicamente alla
spettrografia dei raggi X. Non ho potuto
conoscere sir W. Bragg, perch era malato.
Il Nat. Phys. Lab. un immenso istitu-
to [cancellato: una specie di Bureau] for-
mato di parecchi edifici, ognuno dedicato
a un ramo della fisica. Ho avvicinato il
direttore del X ray departm. Kaye.
LUniversity College (direttore Poster)
pare ben equipaggiato ma pi special-
mente dedicato allinsegnamento.
A Oxford ho conosciuto Townsend, il
cui istituto naturalmente specializzato
nella misura di mobilit ioniche e altre co-
se del genere.
La firma della cartolina che ricevesti
da Bournemouth era proprio di Ornstein
che ho incontrato a Southampton e che
[cancellato: ho trovato molto simpatico]
stato cordialissimo con me.
Mi congratulo con tua sorella per il
posto allUmberto, salutala quando hai
occasione. Quanto ai nostri concorsi, mi
pare che ormai per questanno non se ne
faccia pi nulla. Ad ogni modo ti prego di
tenermi informato.
Saluti affettuosi E P
* * *
C. 6/10/25
Caro Enrico,
[cancellato: ti ringrazio vivamente per
le preziose informazioni] seguitando la
nostra corrispondenza a doppio binario,
rispondo alla tua del 1 ringraziandoti vi-
vamente per le preziose [cancellato: infor-
mazioni] notizie, utili non meno che ina-
spettate.
Infatti, mentre la tua era in viaggio, io
ti scrivevo che ormai ero convinto che
La corrispondenza Persico-Fermi (1922-1926) 159
non se ne faceva pi nulla. Vedi giudicio
uman...!
Comunque, ora che S. E. [Gentile, au-
tore della riforma della scuola] si felice-
mente sgravato, non ci resta che prendere
in consegna il neonato e alimentarlo il
meglio possibile. Non ti nascondo che
[cancellato: le novit] il testo della legge
[sui concorsi universitari] da te riassunto
mi ha fatto dileguare parecchie speranze.
Per credo che farei male a non entrare in
lizza, e quindi insieme a questa lettera
spedisco [cancellatura] a Roma un ordine
di mobilitazione.
[cancellato: Sono] Sarei curioso di sa-
pere leffetto che ha prodotto questa bom-
ba nellambiente universitario [cancellato:
e in particolare a Firenze]. Ti sar grato
se mi terrai informato di tutto ci che si
riferisce a [cancellato: questa faccenda]
questi concorsi, e che credi mi possa inte-
ressare.
Grazie di nuovo, e cordiali saluti
E P
* * *
[minuta dattiloscritta con inserti e
correzioni manoscritti]
(Personale) Roma, 23/1/26
Carissimo Fermi,
ti comunico, in via confidenziale, quel
che trapelato delle conclusioni della fa-
mosa commissione [per il concorso a cat-
tedra a Cagliari], la quale oggi chiude i
suoi lavori.
[cancellato: Sembra che abbia] Ha fi-
nito per prevalere, con la maggioranza di
tre contro due [cancellato: ,la terna]:
Giorgi 1; poi allunanimit Fermi 2, Se-
rini 3. La battaglia stata [cancellato: vi-
vacissima] vivace, e nel momento critico il
prof. Corbino [cancellato: si gettato nel-
la mischia a tuo favore (sfruttando persi-
no la sua Fiat per un giro di propaganda
tra i commissari)] intervenne a tuo favore,
ma, malgrado tale intervento amichevole,
ha finito per prevalere, a quanto pare, il
criterio della lunghezza della barba. Tut-
tavia credo che il parere favorevole a te
dei due commissari romani [cancellato:
sar espresso molto chiaramente nella re-
lazione] vale ad attenuare il significato del
risultato inatteso, e ad assicurare lesito
del futuro concorso di Roma, per il quale
anche gli altri commissari anteporrebbero
te a Giorgi.
Ho anche inteso dire che Giorgi inten-
de accettare il posto di Cagliari.
Mi dispiace di non avere migliori noti-
zie da darti. Spero di rivederti presto, e
intanto ti saluto caramente
tuo aff.mo
Enrico
* * *
Roma 28/4/26
Caro Fermi,
ho parlato col prof. Corbino ed ho
avuto la seguente risposta, con preghiera
di trasmettertela.
La facolt non ha ancora fatto la
proposta, ma la far appena si aduner,
e la proposta stessa giunger al C. Sup.
insieme alla proposta di modif. dello
Statuto. Il C. Sup. discuter le due cose
insieme, ma lapertura del concorso
naturalmente subordinata allapprova-
zione dello Statuto. Il professore ritiene
che questa non potr mancare e che
[cancellato: quindi] il concorso nei li-
miti di possibilit delle previsioni umane
certo: tuttavia, dato il valore finito
di quei tali limiti, egli crede che non sa-
rebbe male che anche la Facolt di Fi-
renze [cancellato: chiedesse da parte
{sua} un concorso] facesse intanto una
analoga proposta.
160 F. Cordella e F. Sebastiani
Gli ho anche rammentato ci che ri-
guarda i commissari: questione, del resto,
ancora prematura.
Non ho per ora altre notizie da darti.
Ti auguro benigno il dio dallarco dar-
gento, nonch il demone del Vuoto, col
quale sono anchio alle prese.
E ti saluto caramente
tuo E.
P.S. Dimmi che cosa c di vero nella
ferale notizia riguardante Bjerknes. [can-
cellature] Non voglio pietose menzogne:
sono forte e sono preparato a tutto...
* * *
Roma, 9 sett. 1926
Caro Enrico,
lonnisciente Ludovico [Zanchi] (che ti
saluta) mi ha comunicato che il Congresso
verr certamente rimandato, non si sa an-
cora a quando, ma probabilmente alla fine
di ottobre o ai primi di nov.: spero perci
che ci vedremo tra breve a Roma.
I concorrenti alla Fis. Teor. sono quat-
tro: noi due, Pontremoli, e Carlo del Lun-
go. I commissari sono quelli che sai, e,
quanto a L. C., immagino [cancellato: ci
sia entrato] abbia potuto entrarci perch,
come diceva Enriques, il Cons. Sup. pu
scegliere il suo rappresentante come vuo-
le. Comunque, essendo nominato dal
Cons. Sup., non credo che la cosa possa
dar luogo a inconvenienti. Mi sembra an-
zi che in complesso le cose si dispongano
abbastanza bene. Pare che la commissio-
ne dovr aver finito i suoi lavori il 25 [?]
ott. [cancellato: Il nostro Istituto ] Avr
molto piacere della visita di Rasetti, e cre-
do che per quellepoca anche il prof. Cor-
bino sar a Roma: dovrebbe tornare tra
pochi giorni.
Il tempo qui si mantiene abbastanza
bello, ma caldo: credo che con questa in-
tensit di radiazione la tua esperienza fini-
rebbe per dare un risultato positivo! Do-
mani spero di andare ad Ostia, con tua
sorella e altra gente, a [cancellatura] scari-
care un po di calorie nelle limpide acque
del Tirreno. La mia villeggiatura, come
saprai, si composta di [cancellato: una
prima fase] due fasi di vita acquatica, una
a Marina di Massa e una seconda [cancel-
lato:, di pochi giorni,] a Rapallo, precedu-
te e seguite da due fasi di transizione ca-
ratterizzate da [cancellato: frequenti oscil-
lazioni tra Roma ed Ostia] vita anfibia e
da frequenti oscillazioni tra Roma ed
Ostia, [cancellato: lultima di queste fasi
perdura tuttora] che, come ho detto, per-
durano tuttora.
Buone cose, saluti a te e Rasetti e arri-
vederci presto. [cancellato: Particolari sa-
luti da Ludovico] Tuo
E P
Elenco della corrispondenza
Fermi-Persico conservata in copia
presso larchivio Amaldi.
LEGENDA:
la data delle lettere pubblicate in E. Sa-
gr, Enrico Fermi fisico, traduzione ita-
liana (Zanichelli, Bologna) 1971 e 1987
2
,
preceduta da un asterisco; tutti gli altri
materiali sono inediti; copia fotostatica di
tutta la corrispondenza nellArchivio
Amaldi del Dipartimento di Fisica del-
lUniversit La Sapienza di Roma, po-
sizione (1E
bis
/nc)
F 4 Fermi
P 4 Persico
c 4 cartolina
cp 4 cartolina postale
m 4 minuta
*07.09.17 F da Roma (cp)
vado tutte le mattine alla Vitt. Em.; prof.
Eredia, graduazione barometro
La corrispondenza Persico-Fermi (1922-1926) 161
28.09.17 F da Caorso (c)
cartolina con saluti e auguri
31.07.18 F da Roma (cp)
lettura Chwolson (1000 p. da saltare)
*18.08.18 F da Roma (cp)
la lettura dello Chwolson procede...; con
queste basi..., se poi accettare...
14.09.18 F da Caorso (cp)
partite alle bocce
*09.12.18 F da Pisa (cp)
mi vado adattando..., i primi giorni...
*12.02.19 F da Pisa
sono fin. riuscito a mettere in luce...; moti
browniani; Poincar; Appel; molti libri a
disposizione; Poisson
02.06.19 F da Pisa (cp)
sono pieno di esami; riorganizzazione
*08.06.19 F da Pisa
mi raccomando di non sperar troppo nel-
la mia conversione alla musica...; biliardo
circolare; Poisson; riorganiz. delle mie
cognizioni di fisica; Appel
14.08.19 F da Roma (cp)
photoelectricity; Eredia
06.09.19 F da Caorso (cp)
vita da selvaggio; radioattivit
*11.12.19 F da Pisa
fin. mi sono... a studiare la chimica...;
Thermod. di Planck; industria dispense
*30.01.20 F da Pisa
ti scrivo in fretta due parole...; studio
progressi della fisica; terr una conferen-
za sulla teoria dei quanti
*30.05.20 F da Pisa
mi hanno scritto da casa...; tesi sui raggi X
*29.11.20 F da Pisa
Mein lieber...[in tedesco]; iniziato il lavo-
ro di tesi
24.02.21 F da Pisa (cp)
tesi P; bismutologi locali
09.03.21 F da Pisa (cp)
sciopero generale
17.03.21 F da Pisa (cp)
effetti combinati E e B; la costruzione
dei tubi...; auguri per le tue lamine di bi-
smuto
02.07.21 F da Pisa (cp)
ultimo assetto alle mie trappole
22.08.21 F da Caorso (cp)
tubi di bismuto
03.09.21 F da Caorso (cp)
la caccia va eccezionalmente male; il tuo
bismuto volger ormai alla fine
*24.11.21 F da Pisa (cp)
laurea P; vignetta
*25.01.22 F da Pisa
ho ricevuto... la tua lettera del 20...; sto
facendo il conferenziere, il relativista, il
fisico; faccenda dei 4/3
17.02.22 F da Pisa (cp)
augurii di mettere in gabbia tutti i tuoi
ioni; sto dedicandomi alla tesi
*18.03.22 F da Pisa
dalla tua let. del 13...; riassunto tesi; for-
mula di Planck dal punto di vista della
teoria di Bohr; Levi-Civita;
addendum 20.3
XX.XX.22 F da Pisa
laff. dei 4/3 comincia a fare un po di ru-
more
14.04.22 F da Caorso (cp)
vacanze di Pasqua
16.04.22 P da Roma (m)
sto riordinando la biblioteca dellOsser-
vatorio del Campidoglio; Borel, Volterra,
Congresso
20.05.22 P da Roma (m)
morte del padre; conferenza di Borel; hai
novit da segnalarmi?
*25.05.22 F da Pisa
ho ricevuto tue notizie; tesi Universit e
Normale; particelle a
162 F. Cordella e F. Sebastiani
*02.06.22 F da Pisa
mi dispiace di...; riassunto della tesi di
abilitazione per la Normale
07.06.22 P da Roma (m)
tesi ab.; Di Legge; Armellini; sguito a
fare lastronomo-meteorologo; atto unico
con studenti di chimica (Topazio, Corin-
done, Diamante)
*08.06.22 F da Pisa
grazie mille del tuo pronto interess.; Ar-
mellini; esame an. sup.(geom. diff.); scala
durezze: topazio, corindone, diamante,
laureande; atto unico
12.06.22 F da Pisa (cp)
tesi abil.; Armellini; tesi, esami e porche-
rie dello stesso genere
20.06.22 F da Pisa (cp)
tesi abil.; liberi da obblighi accademici
25.XX.22 P da XXXX (m)
dott. E. Fermi, Roma; stenografata
*28.08.22 F da Roma
ho ricevuto ieri la tua lettera del 25; con-
corsi borse di studio
XX.09.22 F da Roma (cp)
cenno tesi Rasetti; giro ciclistico
08.01.23 F da Gottinga (cp)
eccomi dunque diventato gottingese
30.01.23 F da Gottinga (cp)
i prof., spec. Born, sono persone simpati-
che
XX.XX.23 P da XXXX (m)
sicuramente a F a Gottinga; Caro elettro-
ne; formula poi in minuta del 23.2
23.02.23 P da Roma (m)
famoso riflettore (disegno); esper. su
foto-elettricit per verificare indicazioni
di F; dammi notizie delle novit nel pae-
se dei quanti
*.03.23 F da Gottinga
parodia memoria scientifica; tre figure
(Segr II ed.)
*31.03.23 F da Gottinga (cp)
io sono ormai di ritorno...; generalizza-
zione principio adiabatiche
16.04.23 F da Gottinga (cp)
lavoro ai confini fra la mecc. cel., la
mecc. stat. e la teoria dei quanti
*21.04.23 F da Gottinga (cp)
mi scrive in questo mom. Carrara...; con-
corso Mecc. sup.
16.05.23 P da Roma (m)
mi occupo un po di teoria dei quanti e
un po di relativit
45.06.23 F da Gottinga (cp)
nuovi lav. in corso di stampa (N. Cim. e
Phys. Zeits.)
23.06.23 P da Roma
mi racconterai le meraviglie del tuo viag-
gio fra li tedeschi lurchi
04.07.23 F da Gottinga (cp)
tra un mese o poco pi ritorner in It.
10.07.23 P da Roma (m)
Lincei impag. Sul peso dei corpi el.
14.07.23 F da Gottinga (cp)
sar a Rm prima della met di agosto
41.07.24 P da Roma (m)
arrivata la pompa a diffusione: lho gi
collaudata e funz. a meraviglia
*26.07.24 F da Moena
in Segr data errata 26.8.24; grazie della
tua lettera...; range a; livelli O e N
31.07.24 P da Roma (m)
ranges delle particelle a; livelli energetici
di O e N
.07.24 P da XXXX (m)
vita di spiaggia
19.08.24 F da Varese
lettera a due mani con la sorella
*13.09.24 F da Leida
ieri sono fin. arrivato in porto...; andr in
dic. a Fi
La corrispondenza Persico-Fermi (1922-1926) 163
04.10.24 P da Roma (m)
Aho! ci sei? dormi? sei morto?
22.10.24 P da Roma (m)
lettera al padre di Fermi, a To (deposito
L 1000 per lib. doc.)
*23.10.24 F da Leida
grazie della tua lettera...; ho conosciuto:
Einstein, Ehrenfest, Keesom, Lorentz; arti-
coli: Land, Millikan, Stoner (Segr II ed.)
28.10.24 P da Roma (m)
indicaz. bibliograf. su Stoner e Land; il
Principale vuole lavorare sper.; impianto
aria liquida; spettrografia raggi X; ricerca
argomenti
06.11.24 F da Leida (cp)
torner in Italia ai primi di dicembre
11.11.24 F da Leida (cp)
lavoro di Frenkel sulla conduz. metall.
14.11.24 P da Roma (m)
libera docenza di P
07.12.24 F da Arcetri (cp)
appena tornato da Lei.; pochi studenti
28.03.25 F da Firenze (cp)
avremo da parlare di parecchie cose
09.05.25 P da Roma (m)
lampada termoionica (schema triodo)
13.05.25 F da Firenze
concorsi; Tricomi
16.05.25 P da Roma (m)
andare o no a Fi come prof. inc.?
*22.05.25 F da Firenze
ho ricevuto la tua del 16 corrente...; finito
lavoro con Rasetti sulleffetto del campo
alternato
*02.06.25 F da Firenze
non sono ancora venuto a Roma...; con-
corsi; ti sei deciso ad andare a Cambridge
29.06.25 P da Roma (m)
borsa di st. per Cambridge; art. Slater
24.07.25 P da Cambridge (m)
giunto a destinazione; conosciuto...
10.09.25 F da Viareggio (cp)
cartolina firmata anche da F. Enriques
21.09.25 P da Cambr. (m)
lavoro a contatto di Eddington e Fowler;
B.K.S.
*23.09.25 F da Roma
non colpa mia se fino ad ora...; Enri-
ques; concorsi; zoologia dei termini spet-
troscopici
*01.10.25 F da Firenze
dunque ci sono delle novit...; concorsi;
concorso Fis. teor. a Rm
02.10.25 P da Cambr. (m)
descrizione Cavendish e altri lab ingl.
(coccodrilli)
46.10.25 P da Cambr. (m)
sulla riforma Gentile
*15.10.25 F da Firenze (cp)
c una novit...; concorsi Rm e Ca
23.01.26 P da Roma (m)
sullesito del concorso per Cagliari
24.04.26 F da Firenze (cp)
concorso Rm; eff. Stark luce solare
28.04.26 P da Roma (m)
parla per conto di Corbino del concorso
da bandire a Roma
*17.05.26 F da Arcetri
la facolt di scienze di qui...; concorsi
*29.06.26 F da Arcetri
prima di tutto le mie congratulazioni;
concorsi
*07.09.26 F da Firenze
sono arrivato ieri sera a Fi...; commissio-
ne concorso; effetto Stark
09.09.26 P da Roma (m)
notizie sul concorso Fis. teor.; visita di
Rasetti a Rm
23.09.26 P e F da Roma (m)
a L. Civita per avvisarlo che non pu far
parte della commissione Fis. teor.
164 F. Cordella e F. Sebastiani
XX.10.26 P e F da Roma (m)
a L. Civita perch intervenga presso
Maggi per evitare dilazioni
11.10.26 da Padova
risposta di Levi Civita a P e F
08.02.27 F da Roma
mi sono f.i.d.a.n.z.a.t.o; saluti di Lalla Ca-
pon
18.03.27 F da Roma
io e Franco [Rasetti] ci siamo dati alla
caccia dei coccodrilli
38.11.27 F da Roma
terminata la prima parte del lavoro sulla
considerazione statistica degli elettroni di
un atomo
05.07.28 F da Roma
esami; teoria di Houston; matrimonio
28.04.31 F da Roma
Einaudi
*06.05.31 F da Roma
ti scrivo,...Eminentissimo, per avere delle
informazioni confidenziali sulla tua Dio-
cesi (Einaudi,Wick) [Segr II ed]
01.06.31 F da Roma
Einaudi assistente suppl. a Roma
13.01.35 P da Torino (m)
lettera a Segr: Nobel a F (estratti)
28.03.35 P da Torino (m)
lettera a Segr: Nobel a F; trattato e
Inquisizione
27.03.38 F da Roma
esercizi per libro (liceo)
21.11.38 F da Roma
alla fine di dic. io partir per N.Y.; ma
dovr prima andare a Stocc. per il Nobel
Altre lettere
09.02.32 da Amburgo (cp)
Segr scrive a P su Stern e la cost. del-
lentropia per il sacro testo
19.06.32 P da Torino (m)
al magg. Aldo Crespi (spiegazioni)
28.01.35 da Roma
Segr scrive a P su: trattato; lampada a
Na; atomi gonfi
16.01.35 da Roma
Segr scrive a P sul Nobel a F
[1] Celebrazioni Lincee, 115 (1979); Gior.
Fis., 20 (1979) 235-260.
[2] SEGR E., Enrico Fermi fisico, traduzione
italiana (Zanichelli, Bologna) 1971 e
1987
2
.
1. Lo sviluppo della societa industriale e la
nascita dell'ottica applicata.
Ignazio Porro, ufficiale del Genio Pie-
montese, nasce a Pinerolo il 25 novembre
1801, nel decimo anno dell'e ra repubblica-
na francese (il calendario rivoluzionario
verra abolito solo nel 1806).
Del personaggio (fig. 1) si ricorda l'ac-
curatezza scientifica di molte sue realizza-
zioni costruttive e, soprattutto, le felici
intuizioni nell'ottica applicata.
La sua formazione iniziale rispecchia
l'itinerario tradizionale della scuola inge-
gneristica dell'epoca, legata alle scuole
militari del Genio e Artiglieria. Solo con
l'unificazione si ebbe, infatti, la nascita
delle Regie Scuole Superiori d'Ingegneria
a Torino e Milano, poi denominate Poli-
tecnici, sull'esempio della napoleonica
Ecole Polytechnique derivata dall'Ecole
des Ponts et Chaussees.
Tutta la sua infaticabile esistenza e
produzione e intimamente connessa ai
grandi eventi politici, economici e sociali
che nacquero e si svilupparono nel XIX
secolo e che brevemente ripercorriamo.
Lo scenario europeo all'inizio secolo
era caratterizzato principalmente dall'atti-
vita del Primo Console generale Napoleo-
ne Bonaparte e dalla prima crisi manifat-
turiera dell'espansione economica dell'In-
ghilterra, grande potenza industriale e,
dopo la battaglia di Capo Trafalgar (
1
),
assoluta dominatrice dei mari.
Con l'inizio del 1800, infatti, Napoleo-
ne attuo il rafforzamento del suo potere
personale al fine di una necessaria ricom-
posizione e pacificazione sociale. L'opera-
zione fu fortemente condizionata dalla
guerra contro l'Austria, che riprese di l a
poco. L'esito favorevole per la Francia
della nuova campagna militare ebbe con-
seguenze notevoli sul piano economico
poiche , in se guito al blocco navale contro
l'Inghilterra imposto coi nuovi trattati, si
modificavano i tradizionali rapporti com-
merciali fra la Grande Potenza e Paesi
quali il Regno di Napoli, Russia, Prussia,
Danimarca e Svezia. Le conseguenze sui
porti italiani, gia taglieggiati per sostenere
le armate napoleoniche, furono gravissime
in quanto vennero favorite le vie terrestri.
Si posero cos le premesse per la creazione
Ignazio Porro (1801-1875) e la nascita dell'ottica applicata in Italia (
y
).
F. De Vincentis (*)
Facolta d'Ingegneria, D.U. Edilizia, Universita Statale di Bergamo - Dalmine (BG)
(
y
) Lavoro parzialmente finanziato dal CNR.
(*) Correspondenza: Facolta d'Ingegneria -
D.U.Edilizia, Universita Statale di Bergamo, viale
Marconi, 5 - 24044 Dalmine (BG), Italy; Fax
+3935562779, e-mail: vincent@ibguniv.unibg.it
(
1
) La battaglia di Capo Trafalgar, avvenuta il 21
ottobre 1805, si risolse con la disfatta della flotta
franco-spagnola stabilendo la definitiva supremazia
della marina a vela britannica. Questa battaglia
chiude storicamente il periodo velico dopo due secoli
di attivita ; gli anni successivi, infatti, vedranno il
progressivo affermarsi del naviglio a propulsione
meccanica come naturale conseguenza all'introduzio-
ne della macchina a vapore per la trasformazione di
energia.
GIORNALE DI FISICA Luglio-Settembre 1999 VOL. XL, N. 3
delle grandi reti stradali europee e, anche a
causa del sistema protezionistico, della
trasformazione industriale di alcune zone.
In concomitanza agli avvenimenti citati
inizia il lento e progressivo declino dell'in-
dustriaottico-meccanicadi precisioneingle-
se a favore della Francia (Lenoir, Fortin, ...)
e soprattutto della Germania. Rapidamen-
te, ad esempio, la scuola di Monaco (Rei-
chenbach, Fraunhofer, ... ) fu in grado di
fornire atuttaEuropastrumenti astronomi-
ci e geodetici di buona fattura costruttiva e
senza gli enormi ritardi, dovuti soprattutto
alle condizioni politiche e alle guerre, delle
strumentazioni inglesi. A tal proposito e
sufficiente ricordare che due circoli ripetito-
ri, ordinati nel 1803 dall'Osservatorio
Astronomico di Brera al costruttore inglese
Troughton, arrivarono nel 1815.
Come gia avvenuto in Gran Bretagna
anche in Europa continentale iniziava cos
a incrinarsi, a favore dell'industrializzazio-
ne, quel modello sociale in cui l'agricoltura
dominava sovrana, origine e fine di tutte le
cose.
L'inarrestabile processo di trasfor-
mazione favor i commerci, il diffondersi
delle conoscenze e della tecnologia e dopo
il crollo del regime napoleonico (1814), con
la conseguente rottura del blocco econo-
mico contro l'Inghilterra, si assiste al gran-
de sviluppo industriale delle aree piu evo-
lute, sviluppo ben rappresentato dal rapido
diffondersi delle ferrovie.
Il piccolo Regno Piemontese, conserva-
tore e tradizionalista, fu comunque inte-
ressato dal vento innovatore che soffiava
in Europa, anche se in misura modesta. Il
giovane Ignazio, avviato come consuetu-
dine dell'epoca alla carriera militare, entro
su bito a contatto con la fervida attivita
scientifica e tecnica dell'epoca partecipan-
do a una delle prime campagne geodetiche
europee (
2
). Inizio cos a vent'anni ad usare
e conoscere alcuni fra i metodi e gli stru-
menti piu precisi dell'epoca e a notare,
altres , le carenze della rudimentale stru-
mentazione che veniva impiegata per i
comuni lavori di rilevamento. L'esperienza
di questi anni fu decisiva per tutta la sua
futura attivita e fece nascere in lui l'atten-
zione e la passione per il mondo affasci-
nante della misura.
Le operazioni di rilevamento all'inizio
dell'attivita di Porro, infatti, erano per lo
piu a carattere agrimensorio e sviluppate
direttamente sul terreno con goniografi sul
modello della tavoletta pretoriana. Le
Fig. 1. Ignazio Porro.
(
2
) Porro partecipo negli anni 1822-23 al com-
pletamento della grande catena di triangolazione che
collegava la costa atlantica francese (foce della Gi-
ronda), il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e i
Balcani.
Nel versante italiano i lavori vennero condotti
dagli astronomi Francesco Carlini, Direttore dell'
Osservatorio Astronomico di Brera, e Giovanni Pla-
na, Direttore dell'Osservatorio di Torino. I topografi
dell'esercito piemontese, fra cui Porro, eseguirono le
misure della rete trigonometrica del Torinese e della
Savoia.
166 F. De Vincentis
misure lineari erano svolte con catene e
quelle angolari tracciate direttamente me-
diante visori a pinnule (diottre); tutto il
lavoro veniva rappresentato, seduta stan-
te, nel foglio posto sulla tavoletta. Le varie
stazioni venivano collegate con operazioni,
sempre grafiche, basate su intersezioni fra
direzioni a punti comuni. Tale pratica
procedeva immutata da decenni e manife-
stava tutta la sua debolezza nel controllo
della propagazione degli errori e nell'in-
quadramento congruente delle varie parti
rilevate. La procedura rivelava tutta l'ina-
deguatezza anche nel rilievo di grandi
estensioni, per la progettazione di opere
stradali, ferroviarie ed idrauliche, oltre che
per il rilievo catastale su base geometrica.
Per contro i lavori geodetici, condotti
da astronomi, utilizzavano procedure e
strumentazioni precise, rigorose e in conti-
nua evoluzione. La formazione di Porro
attinse da questa scuola raffinata e l'idea di
sviluppare, con le scoperte dell'ottica e
della meccanica fine, strumenti e metodi
migliori lo accompagno sempre nella sua
esistenza. Gli aspetti piu qualificanti della
sua opera nascono da quella che e la
caratteristica della materia geodetica e to-
pografica e in genere di tutte le discipline
del rilevamento, cioe l'intima connessione
fra metodi e strumenti. Lo studio di queste
discipline e infatti costituito sia dall'esame
delle caratteristiche degli strumenti utiliz-
zati sia dallo studio delle teorie. Venne cos
naturale a Porro, parallelamente all'espe-
rienza pratica (e stato sempre un ottimo
rilevatore), intervenire sia sulle strumenta-
zioni sia sui metodi di rilievo.
Il contesto dell'epoca ha prodotto altri
esempi simili di personaggi affascinati sia
dall'aspetto creativo (l'arte) sia da quello
teorico (la scienza).
Spesso si tratta di artisti costruttori dal
carattere individualista e insofferente, sti-
molati continuamente dal desideriodi crea-
re. Il soggettivismo tipico dei personaggi,
inoltre, accentuava il distacco dagli avve-
nimenti, anche piu esplosivi, del tempo.
2. Il contributo di Ignazio Porro alla cul-
tura scientifica e tecnica.
L'opera di Porro fu ampia e duratura
sia perche riguardo tutti gli strumenti e i
metodi per la misura e sia perche ha
influenzato il progresso della disciplina
del rilevamento per diversi decenni.
Fin dalle prime esperienze di campa-
gna Porro intu l'importanza dello svilup-
po del cannocchiale nei lavori di rile-
vamento e affronto , con approccio scienti-
fico, il problema del migliorarne l'efficien-
za. Il risultato di questi studi si tradusse
nella sua prima grande realizzazione di
ottica tecnologica: il cannocchiale anallat-
tico (
3
), utile nella misura ottica delle di-
stanze e progenitore di molti sistemi ottici a
focale variabile ancor oggi impiegati per
gli usi piu diversi. La padronanza delle
(
3
) Porro ideo e realizzo quasi contemporanea-
mente (1825 ca.) due tipi di cannocchiali: il c. panfo-
cale e il c. anallattico. Entrambi i sistemi ottici si
basavano sull'inserimento di vetri addizionali fra i
gruppi dell'oculare e dell'obbiettivo; solo il secondo
tipo, pero , trovo immediata e larga diffusione.
Porro volle sviluppare un sistema per migliorare
la misura delle distanze, potente nell'ingrandimento e
chiaro; conseguentemente, a differenza dei fini teodo-
liti prodotti dalla scuola di Monaco, introdusse una
maggiore apertura dell'obbiettivo e della lunghezza
focale allargando cos l'incidenza della costante stru-
mentale.
Il cannocchiale centralmente anallattico trasla il
vertice dell'angolo parallattico dal secondo fuoco
dell'obbiettivo nel centro dello strumento. La conse-
guenza e l'azzeramento della costante additiva pre-
sente nell'equazione della stadia ottenendo in tal
modo delle relazioni monomie per il calcolo sia delle
distanze sia dei dislivelli.
Porro calcolo l'inserimento di una lente conver-
gente fra oculare e obbiettivo realizzando un sistema a
focale variabile utile per la misura indiretta delle
distanze e per governare il valore della costante
diastimometrica. Il principio trovera in se guito molte
altre applicazioni in sistemi ottici piu complessi.
Il cannocchiale topografico venne successiva-
mente migliorato da Heinrich Wild (1877-1951) solo
nel 1909, giungendo alla versione efficiente e compat-
ta attuale denominata a lunghezza costante.
Ignazio Porro (1801-1875) e la nascita dell'ottica applicata in Italia 167
teorie dell'ottica geometrica e la capacita
di applicarle alla misura delle distanze, con
risultati di gran lunga piu precisi a quelli
dell'epoca, svilupparono in Porro l'intui-
zione di un grande rinnovamento del rilie-
vo topografico in generale. Questa idea che
andava maturando si concretizzo con la
definizione della Celerimensura, cioe del
rilievo planoaltimetrico per coordinate, e
dello strumento opportuno per realizzarla:
il tacheometro, a conferma che la teoria e
gli strumenti per l'osservazione metrica si
condizionano a vicenda e si sviluppano
parallelamente.
Dal punto di vista tecnico il processo
prende l'avvio dalla considerazione che nei
primi decenni dell'Ottocento la misura
angolare presentava sufficienti requisiti di
precisione e sicurezza nell'esecuzione. Non
altrettanto si poteva dire per la misura
della distanza. Da qui la disomogeneita
nelle operazioni di misura con risultati
talvolta scadenti. Porro intu e affronto il
problema convincendosi che una certa
efficienza e precisione poteva essere rag-
giunta mediante una giusta proporzione
fra le precisioni lineari e angolari nelle
misure delle coordinate polari spaziali (
4
).
Si attivo quindi in due direzioni: una
teorica definendo i metodi e i concetti della
procedura che, come accennato, chiamo
Celerimensura e una strumentale cimen-
tandosi nel progetto per la realizzazione
del tacheometro. La prima via era natural-
mente percorribile solo in funzione dei
risultati ottenuti nella seconda, ovvero nel-
lo sviluppo di uno strumento che consen-
tisse la misura della distanze con una
precisione, indicata da Porro, di 1/5000 e
quindi con un cannocchiale distanziome-
trico decisamente nuovo e con livelle e
cerchi che garantissero la misura del primo
(centesimo di grado). Questi cimenti ac-
compagnarono tutta l'esistenza di Porro
come se si trattasse di una sfida che il
Nostro affrontava battaglia dopo batta-
glia. La collaborazione col noto costrutto-
re parigino Gambey, le sperimentazioni
sulle stadie graduate (mire parlanti) e i
prototipi costruttivi, si riconducono a que-
sta ricerca dell'armonia del giusto propor-
zionamento, in analogia a quanto svolto
da altri personaggi illuminati.
Una conferma delle doti e capacita del
personaggio si ebbe nei lavori di rilievo alla
scala 1/5000 del Ducato di Genova, inizia-
to nel 1833 dopo l'annessione del territorio
al Regno Sardo. Porro addestro allo scopo
una squadra di 12 soldati del Genio e
completo il lavoro in poco piu di due anni
sperimentando le sue convinzioni sulle
teorie del rilevamento. Un territorio di
circa 2500 km
2
fu rappresentato in 93 fogli
col metodo celerimetrico senza il decadi-
mento di precisione degli allora contempo-
ranei metodi grafici. L'inquadramento
geodetico fu realizzato dallo stesso Porro
con una triangolazione di 8 vertici aggan-
ciata alla rete trigonometrica piemontese e
utilizzando la base di 4 km del Polcevera,
rilevata anni addietro dal barone Zach (
5
);
(
4
) Si tratta della verifica delle condizioni di
omogeneita , problema che si pone quando si misu-
rano contemporaneamente angoli e distanze. Per
avere sul punto un'incertezza lineare simile a quella
angolare (assi uguali dell'ellisse d'errore) dovrebbe
essere r
a
d r
d
.
Fino all'avvento dei distanziometri elettroma-
gnetici, pero , non si ebbe una buona omogeneita nei
lavori topografici correnti. Porro comprese benissimo
il problema e miglioro la situazione perfezionando il
cannocchiale distanziometrico, i reticoli per la lettura
e le stadie graduate.
(
5
) Franz Xaver von Zach (1754 - 1832) astrono-
mo e pubblicista. Direttore dell'Osservatorio Astro-
nomico di Seeberg presso Gotha, fu uno degli anima-
tori della cultura scientifica del suo tempo. Ebbe
contatti personali con tutti gli astronomi europei e
in particolar modo con gli astronomi di Brera, per i
quali segu in terra tedesca la costruzione e spedizione
di alcuni strumenti.
Dal 1818 al 1827 visse a Genova ove inizio la
pubblicazione della Correspondance astronomique,
ge ographique, hydrographique et statistique.
168 F. De Vincentis
la rete di raffittimento era costituita da
circa 4000 poligonali. Il lavoro dimostro
l'inadeguatezza dei metodi grafici e defin
le premesse e potenzialita di quel tipo di
rilievo per coordinate sviluppato dal gene-
rale al particolare, che oggi chiamiamo
numerico e che consente di ottenere la
necessaria attendibilita dell'elaborato fina-
le mediante il contenimento e il controllo
del propagarsi degli errori.
Queste sono le basi della topografia
moderna di cui Porro fu un convinto
assertore. Oggi con l'impiego dello stru-
mento informatico sia nella fase di acqui-
sizione delle misure sia in quella successiva
di calcolo e gestione delle coordinate, si ha
quell'armonica completezza che per tutta
l'esistenza egli ha cercato.
Applicandosi in questi lavori cartogra-
fici comprese la necessita di sviluppare
supporti tecnici idonei alla progettazione
e realizzazione delle opere che la nuova
societa civile andava richiedendo; basti
pensare alle nuove strade, alle ferrovie, alle
opere idrauliche e all'idea di un catasto
geometrico e probatorio completo e ag-
giornato. Comprese altres , come in parte
evidenziato, l'arretratezza degli strumenti
e delle apparecchiature in uso, la lentezza
esecutiva dei metodi impiegati e nel 1840,
lasciata la vita militare, decise d'impianta-
re con alcuni abili artigiani un laboratorio
di ottica e meccanica in Torino. Le ragioni
di questa scelta decisiva non sono del tutto
note, ma anche in questo Porro dimostra di
essere un coraggioso dalle giuste intuizioni.
Infatti in quegli anni anche nel piccolo
Regno Sardo sulla scia di quanto avveniva
oltralpe, si respirava quell'aria di fioritura
economica, intellettuale e civile accompa-
gnata dall'espansione urbana, dal rapido
sviluppo di strade, canali, della rete ferro-
viaria e del sistema bancario. Notevole era
la spinta espansionistica di alcuni Paesi
verso il mondo extraeuropeo con la con-
quista di nuove colonie e si andava sempre
piu rivalutando la figura dell'individuo
come fonte d'iniziativa sociale e benemeri-
to cultore di scienze (teoria) ed arti (rea-
lizzazione).
Rilevante il fatto che tra il 1839 e il 1847
vennero convocati nove congressi degli
scienziati italiani (si ha notizia della
partecipazione anche di Porro) sintomo
anche della consistente attivita di mo-
vimenti culturali innovatori dei quali fa-
cevano parte intellettuali e artigiani spesso
su posizioni sempre piu democratiche e
repubblicane. La propaganda, che agl'inizi
degli anni Trenta circolava nei reggimenti
di artiglieria di stanza a Genova ed Ales-
sandria e successivamente fra i marinai
della flotta militare, prese sempre piu con-
sistenza per il naturale divenire di quella
che era ormai una rivoluzione economica,
politica e sociale basata sull'uso delle mac-
chine e sullo scambio.
L'attivita di Porro presso il laboratorio
era diversificata e spaziava dalla costruzio-
ne di strumenti di precisione alla realizza-
zione di prototipi di perforatrici pneumati-
che e turbine a fluido. S'interesso anche di
grandi progetti internazionali quali trafori
e strade di valico alpini. Inizio anche ad
occuparsi dell'istituzione di un nuovo Ca-
tasto Piemontese e probabilmente si scon-
tro con certi gruppi influenti a corte timo-
rosi di qualsiasi cambiamento nello status
quo, oltre che con l'innegabile difficolta
propria della materia; nel 1847 decise di
abbandonare l'impresa, il laboratorio e si
trasfer in Francia ove resto per circa
quattordici anni.
La Francia in quel periodo era interes-
sata, come del resto la Gran Bretagna, da
un imponente sviluppo economico e dal
rapido incremento della rete ferroviaria e l
Porro trovo l'ambiente e gli strumenti
adatti allo sviluppo delle sue idee. Superato
il periodo della radicalizzazione dello scon-
Ignazio Porro (1801-1875) e la nascita dell'ottica applicata in Italia 169
tro sociale, si attivo nella fondazione del-
l'Institut Optique et Technomatique per la
produzione di apparecchiature ottiche mi-
litari e civili.
L' Institut produsse a livello industriale
teodoliti, tacheometri, livelli e cannocchia-
li. Geniali furono i cannocchiali corti per
cavalleria dotati di distanziometro ottico,
studiati da Porro e personalmente presen-
tati a Napoleone III. In questo periodo
furono molte le innovazioni introdotte da
Porro nella produzione degli strumenti
ottici e per la misura. Si ricordano breve-
mente solo alcune di queste realizzazioni
quali la lettura contemporanea ai lembi
diametralmente opposti del cerchio azimu-
tale e di quello zenitale, l'incisione dei
primi cerchi in vetro e la loro illuminazione
per trasparenza, l'originale macchina a
dividere per la graduazione dei cerchi con
la quale ottenne la medaglia d'oro all'E-
sposizione Internazionale di Parigi nel
1855.
Presento all' Accademia di Francia una
trentina di comunicazioni su molti argo-
menti teorici e tecnici fra cui spicca quello
relativo alla realizzazione dell'apparato
distanziometrico a micrometro per la mi-
sura delle basi di triangolazione. Questo
dispositivo venne concepito da Porro nel
periodo piemontese ma mai realizzato per
l'arretratezza tecnologica dell'allora picco-
lo Regno Sardo.
La nascita della fotografia sviluppo
per Porro un nuovo campo di attivita :
comprese da su bito l'uso metrico che si
poteva fare delle riprese e si cimento nella
costruzione dei primi obbiettivi e, soprat-
tutto, dei fototeodoliti contribuendo cos
in modo determinante all'inizio della piu
attuale e importante disciplina per la
formazione delle cartografie. Il fotogonio-
metro, apparecchiatura che consente di
simulare una misura topografica sulla
fotografia anziche in situ, nelle versioni
a camera fissa e cannocchiale mobile e a
cannocchiale fisso e camera mobile, ha
immortalato Porro in tutti i testi di foto-
grammetria, soprattutto tedeschi, in
quanto il principio da lui utilizzato venne
reinventato da Koppe e impiegato succes-
sivamente nei restitutori.
La conferma delle sue intuizioni nei
decenni successivi e tipica dell'opera di
ricerca e di studio di Porro e questa carat-
teristica fa di lui uno dei grandi precursori
del nostro tempo.
Negli ultimi anni del soggiorno parigi-
no Porro fu impegnato nel miglioramento
di strumentazioni astronomiche e nella
costruzione di un grande telescopio rifrat-
tore da 52 mm che, non ultimato, contribu
alla crisi dell'Institut Technomatique. Nel
1860 Porro rientro in Italia, a Firenze,
capitale provvisoria del novello Regno
d'Italia. Lo accompagnavano le sue idee
per un moderno rilievo dello Stato Unita-
rio e un'eccezionale esperienza tecnologica
e di costruttore. Cerco di sensibilizzare
politici e personalita del nuovo Stato sulla
necessita di cartografare tutto il territorio,
come gia avvenuto in Europa, con moderni
strumenti e tecniche (la Celerimensura),
con personale opportunamente addestrato
e con fini anche fiscali giungendo a mappe
probatorie con validita giuridica e appog-
giate a vertici numerici. Senza risposta e
forse vane risultarono le sue proposte. Si
prefer invece affrontare con la solita dia-
lettica e la modestia delle scelte concrete
l'immane opera di riordino cartografico e
catastale. Nel 1861, a sessant'anni, forse
convinto che fosse piu opportuno contri-
buire alla formazione dei giovani che
cercare di convertire politici e burocrati
alla causa del corretto operare, Porro di-
venne professore di Topografia, presso
l'Istituto Tecnico di Firenze. Pubblico per
successive dispense un manifesto delle
sue idee, intitolato Applicazione della Ce-
170 F. De Vincentis
lerimensura alla Misura Generale Parcella-
ria d'Italia e, successivamente, il Manuale
pratico di Geodesia Moderna, una raccolta
di lezioni che riprendeva quelle preparate
nel 1834 per l'addestramento dei soldati del
Genio impiegati nel citato rilievo del Du-
cato di Genova. Dopo due corsi si trasfer a
Milano, la piu industriale delle citta del
Regno, e con Carlo dell'Acqua, gia mecca-
nico dell'antico liceo S. Alessandro e suc-
cessivamente dell'Osservatorio Astrono-
mico di Brera, Longoni e Duroni, abili
artigiani, fondo il Tecnomasio Italiano
che lascio di l a poco per attendere all'im-
pegno piu illustre della sua vita: la fonda-
zione della scuola-officina che volle chia-
mare la Filotecnica.
In essa raccolse tutto quello di cui
disponeva: tecnici che avevano lavorato
con lui e che lo seguivano con entusiasmo
nella nuova impresa industriale, strumen-
tazioni e creazioni a lui rimaste del periodo
francese e quel grande patrimonio cono-
scitivo che faceva di Porro uno dei fonda-
tori dell'ottica industriale.
3. Angelo Salmoiraghi e la Filotecnica
ovvero l'ottica tecnologica ad uso degl'inge-
gneri e geometri.
Fin dall'inizio l'Officina - Scuola la
Filotecnica produsse a livello industriale i
celebri tacheometri concepiti da Porro,
meraviglia dell'epoca, che si rivelarono
su bito strumenti potenti, precisi, compatti,
sicuri e di facile uso.
In particolare la serie dei Cleps (fig. 2),
strumenti originali e del tutto staccati dai
canoni tradizionali dei goniometri da cam-
pagna. La novita dello strumento, studiato
da Porro durante il suo soggiorno parigi-
no, era dovuta al potente cannocchiale a
lunga focale e quindi in posizione eccen-
trica rispetto all'asse primario (posizione
poi abbandonata), ai cerchi di piccolo
diametro a lettura diametralmente opposta
contenuti in una scatola protetta, all'intel-
ligente soluzione dei veicoli ottici e dei
microscopi di lettura a tre o cinque fili
fissi (
6
). I cerchi costruiti in bronzo chiaro
(nel primo prototipo erano incisi in una
unica sfera di vetro, come nel suo tacheo-
metro Abba) adottano la graduazione cen-
tesimale, cioe con quattro quadranti da
100 gon, in gradi e decimi di grado per
facilitare la stima delle frazioni di gradua-
zione oltre che le elaborazioni successive;
anche in questo Porro fu davvero un pre-
cursore. La linea estetica dei Cleps e parti-
colarmente stilizzata e ricorda una colonna
classicheggiante di studiata naturalezza e
modernita alla quale e intimamente inne-
stato il cannocchiale, mancando un riferi-
mento all'asse secondario di rotazione.
L'Officina la Filotecnica, poi Salmoiraghi,
produsse tre modelli di Cleps con differenti
graduazioni dei cerchi e potenza del can-
nocchiale.
Oltre ai Cleps Porro studio altri stru-
menti particolari, talvolta arditi per il
periodo, quali il livello catjalico (
7
) e il
modernissimo Eidypsometro col cannoc-
(
6
) Uno degli aspetti del problema di ottenere
una maggiore precisione nelle letture ai cerchi e
quello di determinare la frazione di divisione della
graduazione. All'epoca di Porro, negli strumenti per
operazioni topografiche si procedeva a stima o con
vernieri. Porro utilizzo microscopi a fili fissi, costi-
tuiti da un microscopio composto a forte ingrandi-
mento in cui l'immagine del lembo osservato si
forma nel piano del reticolo. Tale piano contiene
l'incisione dell'indice di lettura piu altre due o quat-
tro incisioni simmetriche che migliorano la lettura in
quanto la media a questi fili coincide con la lettura
centrale.
(
7
) Il livello catjalico e un particolare livello di
alta precisione con vite di elevazione e notevole
potere separatore dell'obbiettivo (apertura di
60 mm). L'originalita dello strumento e dovuta al
dispositivo di autoverifica dell'orizzontalita dell'asse
di collimazione realizzato mediante uno specchio
che, solidale alla fiala della livella torica, riflette
l'immagine del reticolo. La geniale soluzione, che
diede inizialmente dei buoni risultati, non trovo in
se guito altre applicazioni.
Ignazio Porro (1801-1875) e la nascita dell'ottica applicata in Italia 171
chiale centrale e innumerevoli accessori (
8
).
I tempi pero non erano ancora maturi
per una richiesta di strumentazione
evoluta, sufficiente a far mantenere i livelli
produttivi alla Filotecnica; i lavori topo-
grafici avanzati, esaurita la spinta entusia-
stica della prima unificazione nazionale,
vennero trascurati e tutta l'attivita della
nuova Officina-Scuola si ridusse progres-
sivamente. Porro inoltre, anziano e soffe-
rente, segu come poteva l'attivita impren-
ditoriale della sua creatura.
Nel 1863, nominato professore di Geo-
desia presso la Regia Scuola Superiore di
Ingegneria, poi Politecnico di Milano, dal
senatore Francesco Brioschi, matematico e
direttore della Scuola, prosegu nell'opera
didattica e scientifica rivolta alle giovani
leve dello Stato risorgimentale. La fre-
quentazione dell'ambiente accademico lo
stimolo nel fondare, sempre nel 1863,
l'Associazione Geodesica Nazionale al fine
di coordinare le grandi campagne geodeti-
che nazionali e internazionali; l'associazio-
ne venne successivamente denominata
Commissione Geodetica Italiana e si
distinse per i contributi scientifici dati nel-
l'indirizzare e promuovere la diffusione
Fig. 2. Cleps grande modello e tacheometro (da Il Politecnico, 1875, Vol. XXIII, tavola 8).
(
8
) L' Eidypsometro e uno strumento avveniri-
stico per l'epoca e che, nelle intenzioni di Porro,
doveva sostituire i Cleps. Venne progettato ma non
realizzato. Si tratta di un goniometro dalla linea
compatta e moderna con scatola metallica. Il cannoc-
chiale e centrale da 100 ingrandimenti, i cerchi da
110 mm di diametro con quattro microscopi sull'azi-
mutale e con lettura micrometrica facilitata per lo
zenitale (dentato), piombino ottico e orologio incor-
porato per le osservazioni astronomiche.
172 F. De Vincentis
delle conoscenze geodetiche e cartografi-
che. Venne miseramente soppressa circa
venticinque anni fa.
Le lezioni di Porro, ormai stanco e
malato, furono rivolte principalmente alla
presentazione della Celerimensura, e non
furono particolarmente esaltanti; a detta
del suo allievo e successore, il giovane
ingegnere Angelo Salmoiraghi, ... ben
poco giovarono alla diffusione della Celeri-
mensura. Giovarono invece alla causa
dell'industria ottico-meccanica italiana
perche furono l'inizio di quel rapporto di
collaborazione, di stima e reciproca rico-
noscenza che lego il giovane Salmoiraghi al
venerando vecchio cui circondava la bril-
lante aureola del genio e ben presto l'in-
traprendente allievo risollevo le sorti della
Filotecnica, ne divenne il degno successore
rilevandone l'attivita , ma soprattutto im-
mortalandone le idee con realizzazioni
conosciute da tecnici e studiosi di tutto il
mondo.
Porro spiro a Milano nell'ottobre del
1875 e nel volgere di alcuni decenni il suo
ricordo e quello delle grandi idee che lo
accompagnarono in vita, ad esempio il
Progetto del Catasto Italiano (Numerico),
del Gran Libro Fondiario e della forma-
zione della Carta d'Italia, vennero di-
menticate; ma come succede per tutte le
buone idee, cioe che prima o poi sono
destinate ad affermarsi, periodicamente
riaffiora la lungimiranza del personaggio
e l'evidenza della validita delle Sue visio-
ni.
Che oggi la Sua figura sia pressoche
dimenticata lo si deve anche a una certa
carenza della nostra cultura nei riguardi
della storiografia della tecnica.
La Filotecnica, come ricordato, so-
pravvisse a Porro e ne continuo l'opera
abilmente condotta dal Suo allievo, Ange-
lo Salmoiraghi che, dal 1877 al 1906, ne fu
l'unico proprietario, e, successivamente, ne
rimase comunque alla guida per molti
anni.
La produzione dell'Officina venne rior-
ganizzata, furono migliorati gli strumenti
in produzione e introdotti nuovi pezzi nel
catalogo ufficiale. Salmoiraghi fu l'artefice
della fortuna della Casa milanese e l'alta
qualita delle lavorazioni ottiche e meccani-
che caratterizzo tutta la produzione.
Il nuovo padre della Filotecnica ebbe
maggiori fortune del precedente e in vita
ebbe tutti gli onori e i riconoscimenti che
mancarono al poco fortunato piemontese.
Angelo Salmoiraghi, infatti, non sopporto
i disagi dei pionieri, la sofferenza dell'in-
comprensione o la scarsa attenzione che
talvolta si riserva ai lungimiranti; diven-
ne Senatore del Regno e seppe creare i
mezzi e le condizioni per lo sviluppo della
ricerca strumentale e dell'Azienda, che
raggiunse notorieta e stima in tutto il
mondo. Quando mor , nel 1939 a novan-
tuno anni, l'Azienda era gia leggendaria e
indiscussa capofila a livello nazionale e
internazionale.
Dopo la morte di Porro, infatti, si
assiste ad una notevole espansione della
Filotecnica: nel 1890 la fabbrica, situata in
corso Magenta a Milano, registra circa 150
addetti e il catalogo e fra i piu completi, con
oltre trecento articoli in produzione, dai
teodoliti, ai cleps, ai tacheometri, agli stru-
menti per astronomia e per la navigazione.
In se guito la produzione si migliora e si
diversifica; degli strumenti prodotti si no-
tano la buona fattura e i numerosi ricono-
scimenti nelle esposizioni universali.
A titolo d'esempio, si ricorda breve-
mente il catalogo ISTRUMENTI per Inge-
gneri e Agrimensori del 1906 della LA
FILOTECNICA- Ing. A. SALMOIRA-
GHI & C. - MILANO che apre con una
dotta Nota sulla precisione degli strumenti
a firma del Direttore d'Officina Ing. A.
Salmoiraghi e prosegue con un documento
Ignazio Porro (1801-1875) e la nascita dell'ottica applicata in Italia 173
redatto nel R. Osservatorio del Collegio
Romano in cui si riportano alcuni risultati
delle osservazioni astronomiche effettuate
col Cerchio Meridiano Salmoiraghi da
200 mm d'apertura. Un commento succes-
sivo della Casa recita: Pochi istituti di
ottica e meccanica di precisione al mondo
sanno produrre istrumenti capaci di questi
risultati, nessuno superarli. Fra le macchine
specialmente destinate alla divisione per
strumenti di topografia e degna di menzione
quella stata costruita dal Porro stesso (de-
ceduto 30 anni prima!, N.d.A.), a funzio-
namento automatico, per le graduazioni
microscopiche di circoli di piccoli diametri,
fra 3 e 8 centimetri, quali sono quelli del
Cleps e tacheometri - Cleps.
Il catalogo vero e proprio incomincia
con i Grandi Universali, strumenti di gran-
de precisione e dagli usi piu particolari
(osservazioni astronomiche, reti geodeti-
che e controlli). Questi strumenti sono
prodotti con cannocchiale spezzato, con
cannocchiale diritto laterale e cerchio cen-
trale, con cannocchiale diritto centrale;
tutti montano doppi microscopi a vite
micrometrica per la lettura e i cerchi sono
reiterabili. Seguono gl'interessanti Univer-
sali per viaggiatori geografi di chiara ispi-
razione ai Cleps di Porro. Presentano,
infatti, il cannocchiale eccentrico, circoli
verticale ed orizzontale chiusi ermeticamen-
te in una scatola di bronzo e quattro
microscopi a fili fissi.
Poi vi sono i Teodoliti, indicati per
lavori di triangolazione tecnica o traccia-
menti di precisione senza la necessita della
misura delle distanze, altrimenti si consi-
gliano i teodoliti-tacheometri con cannoc-
chiale piu grande. Sono pero i TACHEO-
METRI, che vengono definiti come ...
una forma moderna e perfezionata del teo-
dolite, provvisto di cannocchiale di grande
potenza, atto alla misura indiretta delle
distanze alla stadia, e per lo piu
anallattico gli strumenti che vengono
presentati come ... una delle specialita piu
rinomate della Casa, fondata nel 1864 dal-
l'inventore stesso della tacheometria, Pro-
fessor Ignazio Porro (fig. 2). Con gli stru-
menti l'azienda forniva le Tavole di Coor-
dinate Rettangolari e Tacheometriche a
cinque decimali per il calcolo delle distanze
con la stadia e delle coordinate spaziali X,
Y, Z (
9
); per i tracciamenti si segnalavano le
Formole e Tavole per il calcolo delle Risvolte
ad Arco Circolare del prof. ing. Borletti.
I Tacheometri-Cleps, molto interessan-
ti, vengono definiti come nuovi tipi di
strumenti caratterizzati da circoli di diame-
tro relativamente piccolo, chiusi ermetica-
mente in scatole metalliche. Vengono clas-
sificati in due categorie: a cannocchiale
eccentrico (i famosissimi Cleps di Porro) e
a cannocchiale concentrico, piu moderni.
La presentazione dei Tacheometri -
Cleps con cannocchiale centrale e preceduta
dall'estratto del rapporto, datato 10 marzo
1891 e redatto dagl'ingegneri G. Mariani e
F. Guarducci del R. Istituto Geografico
Militare, sul modello n. 131b di questa
serie particolarmente riuscita e che evolve-
ra nei piu recenti strumenti. Si tratta di un
goniometro altazimutale del tipo ad A,
dalla foggia dei montanti d'alidada, gia
presente in Europa e del quale i due rileva-
tori ricordano: L'ingegnere Salmoiraghi,
col nuovo strumento, si e avvicinato alla
(
9
) Le note relazioni della tacheometria classica,
di cui Porro e universalmente riconosciuto come il
maggiore artefice dello sviluppo, che trasformano le
coordinate polari spaziali in rettangolari sono
X X
s
KS sin
2
'sin ,
Y Y
s
KS sin
2
'cos ,
Z Z
s
KS sin ' cos ' h p Z
s
KS sin
2
'
cot ' h p
con
K = costante diastimometrica (100),
S =intervallo di stadia compreso fra i fili del reticolo,
u = angolo zenitale,
h = angolo di direzione azimutale,
h = altezza strumentale,
p = altezza sul suolo del punto della mira collimato
(lm).
174 F. De Vincentis
forma data dai costruttori inglesi ai loro (per
esempio, il Transit Theodolite di Trough-
ton & Simms - N.d.A.), pur conservando il
carattere proprio degli strumenti a cerchi
coperti, da lui pure costruiti.
Seguono i risultati di una serie di misu-
re effettuate con lo strumento, assumendo
a riferimento le analoghe osservazioni ef-
fettuate con l'universale geodetico Starke
n. 25. Con questi strumenti, il catalogo
riporta attestati e citazioni che dimostrano
l'importanza ormai internazionale della
Azienda fondata da Porro.
Un altro elemento notevole che quali-
fica l'attivita della Filotecnica negli anni di
fine Ottocento e inizio Novecento e la
produzione del nuovo Tacheometro Foto-
grafico, strumento che pone l'azienda al-
l'avanguardia della ricerca topografica e
fotogrammetrica. Da alcuni anni, infatti,
la fotogrammetria inizia a diffondersi in
Europa ed e sempre piu oggetto di appli-
cazioni. Porro fu tra i pionieri che studia-
rono l'uso della fotografia nei rilievi e, in
Italia, si ricorda l'ing. Pio Paganini quale
iniziatore del metodo per i rilievi della
nuova Carta d'Italia.
Salmoiraghi, fin dagli albori della nuo-
va tecnica, e convinto dell'importanza
della procedura e scrive all'inizio del seco-
lo: Oggi la Fotogrammetria o Fototopo-
grafia puo ritenersi un capitolo nuovo, il
quale, a nostro parere, dovrebbe trovare
posto nei programmi d'insegnamento delle
scuole, per promuoverne una maggiore ap-
plicazione ....
In Italia queste parole sono rimaste
inascoltate per decenni e a significare la
diffusione culturale della disciplina sono
bastati due temi ministeriali assegnati alla
prova scritta della Maturita Tecnica per
Geometri di alcuni anni orsono (1984 e
1986) contenenti un modesto progettino
di ripresa. L'argomento mise su bito a
disagio docenti e discenti; prontamente si
scatenarono schiere di denigratori dell'ini-
ziativa che ribadivano l'inopportunita del
riferimento, la difficolta del tema e vennero
persino richieste interpellanze parlamenta-
ri!
La produzione della Filotecnica - ing.
A. Salmoiraghi si sviluppo a ritmi sempre
maggiori fino alla seconda Guerra Mon-
diale e solo successivamente incontro seri
problemi di gestione e di adeguamento ai
nuovi standard che si andavano imponen-
do nel settore dell'ottica-meccanica di
precisione e del rilevamento in generale.
La cessazione (inizio anni Settanta)
della produzione nell'Azienda creata da
Porro e da Salmoiraghi, segu ta dopo alcu-
ni anni dallo smantellamento degli analo-
ghi settori della Galileo di Firenze, chiude
un lungo periodo caratterizzato dalla pre-
senza qualificata e propositiva della ricerca
e produzione italiana nell'ottica tecnologi-
ca e meccanica di precisione.
* * *
L'autore ringrazia Erasmo Recami e
Attilio Selvini per le utili e stimolanti
discussioni, e Carlo Castagnoli per il genti-
le interessamento.
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176 F. De Vincentis
Riflessioni sui cicli termodinamici.
M. Fazio
Dipartimento di Fisica dellUniversit - Milano
1. Il teorema di Carnot e la disugua-
glianza di Clausius.
Il teorema di Carnot costituisce uno
strumento indispensabile per verificare
lattendibilit di una macchina termica
(ovvero, la realizzabilit del relativo ciclo
termodinamico). Esso afferma che, tra
tutte le macchine termiche operanti tra le
stesse temperature assolute estreme T
min
e T
max
(con T
min
<T
max
), la macchina di
Carnot quella dotata del massimo ren-
dimento. Questo ci permette, data una
macchina termica della quale si conosca-
no le quantit di calore totali rispettiva-
mente assorbite e cedute in un ciclo, Q
a
e
Q
c
, di esprimerne il rendimento median-
te la relazione
h 4 1 2
Q
c
Q
a
(1)
e di confrontarlo con il rendimento della
corrispondente macchina di Carnot
h
C
4 1 2
T
max
T
min
. (2)
Se risulta
h
C
F h , (3)
la macchina proposta attendibile [ricor-
diamo che il segno di uguaglianza vale
per una qualsiasi macchina di Carnot re-
versibile, mentre quello di disuguaglianza
vale per qualsiasi altra macchina (reversi-
bile o irreversibile)]. Se non soddisfatta
leq. (3), la macchina non pu esistere.
Leq. (3) costituisce per solo una
condizione necessaria per lesistenza di
una macchina termica; essa, in generale,
non tuttavia sufficiente a garantire la
realizzabilit della macchina.
Infatti, per qualsiasi ciclo termodina-
mico deve valere la disuguaglianza di
Clausius, che si puo scrivere nelle due
forme equivalenti

n
i41

Q
i
T
i
G 0 (4)
o


dQ
T
G 0 , (5)
valide la prima nel caso in cui durante il
ciclo il fluido operante subisca un nume-
ro finito di scambi di calore, la seconda
nel caso di scambi di calore infinitesimi
(quindi avvenuti con un numero infinita-
mente grande di sorgenti). Nelle equazio-
ni (4) e (5) il segno di uguaglianza vale
solo per macchine reversibili.
Potrebbe capitare che unipotetica
macchina termica soddisfi leq. (3), ma non
le equazioni (4) o (5), che costituiscono le
vere condizioni necessarie e sufficienti per
lattendibilit di una macchina termica.
QUESTIONI DIDATTICHE Q q
GIORNALE DI FISICA VOL. XL, N. 3 Luglio-Settembre 1999
178 M. Fazio
Fig. 1. Un ciclo termico con tre scambi di calore: i valori numerici delle quantit di calore scambiate e
delle temperature delle sorgenti sono stati fissati in modo da evidenziare che il teorema di Carnot risulta
soddisfatto, pur non essendolo la disuguaglianza di Clausius, che resta la condizione necessaria e sufficien-
te per lattendibilit di un ciclo.
Per esempio, si consideri la macchina
termica della fig. 1, nella quale il fluido
operante assorbe le quantit di calore
Q
1
4 600 J e Q
2
4 300 J dalle sorgenti a
temperature T
1
4 800 K e T
2
4 400 K e
cede la quantit di calore Q
3
4 400 J alla
sorgente a temperatura T
3
4 300 K.
Con questi dati il rendimento della
macchina in esame risulta, per leq. (1),
h 4 1 2
Q
1
1 Q
2
Q
3
4 1 2
400
900
4 0.56 ,
mentre il rendimento della corrisponden-
te macchina di Carnot operante tra le
stesse temperature estreme T
1
e T
3
sa-
rebbe, per leq. (2),
h
C
4 1 2
T
3
T
1
4 1 2
300
800
4 0.63 .
La macchina sembrerebbe quindi at-
tendibile risultando h
C
> h. Ma, se andia-
mo a controllare se soddisfatta la disu-
guaglianza di Clausius, troviamo, esplici-
tando leq. (4),

Q
1
T
1
1
Q
2
T
2
1
Q
3
T
3
4
4
600
800
1
300
400
2
400
300
4
6
1
> 0 .
Tale macchina non pu quindi esistere
in quanto non soddisfa la condizione di
Clausius. Tuttavia, noto che, per dimo-
strare la disuguaglianza (4), si deve utilizza-
re il teorema di Carnot; ma allora, come
pu essere vera la condizione di Carnot e
falsa quella di Clausius, dal momento che
la seconda si ricava come conseguenza del-
la prima? Il fatto che non si tratta di con-
trasto tra le due condizioni, ma solo di una
loro errata interpretazione.
La spiegazione immediata se si pro-
va a rappresentare graficamente il ciclo
della macchina proposta. Utilizziamo a
tale scopo, anzich il piano di Clapeyron
( p, V) nel quale sono agevolmente rap-
presentabili solo le trasformazioni dei gas
perfetti, il piano di Gibbs (T, S), che pre-
senta il grande vantaggio di poter rappre-
sentare qualsiasi ciclo reversibile senza
imporre la discriminante che il fluido
operante sia un gas perfetto.
Supponiamo che il ciclo termico inizi
dal punto A dellisoterma a massima tem-
peratura della fig. 2. Avendo il ciclo tre
scambi di calore con tre sorgenti, per il si-
gnificato stesso dellespressione scambio di
calore con una sorgente, esso deve essere
necessariamente costituito da unalternan-
za disoterme e di adiabatiche, come indi-
Riflessioni sui cicli termodinamici 179
Fig. 2. Il ciclo della fig. 1 rappresentato graficamente nel piano di Gibbs (T, S).
cato in figura. Ci immediata conseguen-
za della definizione di sorgente di calore
come quelloggetto che puo scambiare illi-
mitatamente calore senza variare la pro-
pria temperatura, ovvero isotermicamente.
Per il ciclo proposto le quantit di ca-
lore, espresse dalle aree comprese tra i
profili delle trasformazioni e lasse delle
entropie, valgono
Q
1
4 T
1
(S
2
2 S
1
) ,
Q
2
4 T
2
(S
3
2 S
2
) ,
Q
3
4 T
3
(S
1
2 S
3
) ,
da cui dovrebbe risultare, trattandosi di
ciclo reversibile,

3
i41

Q
i
T
i
4 0 . (6)
(Va precisato che nel caso di cicli, come
quello in esame, in cui si abbiano scambi di
calore con termostati, la precedente som-
matoria altro non rappresenta che la varia-
zione di entropia del fluido operante nella
macchina al termine di ogni ciclo e quindi
sempre nulla anche per cicli irreversibili.)
I dati relativi al ciclo in esame non
soddisfano invece leq. (6): e ci perch
non si possono prendere a caso i valori
delle quantit di calore scambiate e delle
temperature delle sorgenti, in quanto tali
valori potrebbero soddisfare casualmente
alla condizione di Carnot, ma non a quel-
la di Clausius.
Un utile suggerimento per lo studente
che deve affrontare un ciclo termodina-
mico del quale siano date le Q
i
e le T
i
,
ma non la rappresentazione grafica, di
rappresentare il ciclo nel piano di Gibbs;
potr cos capire perch certi cicli non so-
no realizzabili o perch talvolta non si
tratta neppure di cicli.
Non pu, invece, accadere, pur pren-
dendo a caso valori delle quantit di calore
e delle temperature assolute, che sia soddi-
sfatta la condizione di Clausius e non quel-
la di Carnot. Di questo fatto esistono nella
letteratura molte dimostrazioni: lautore ne
ha elaborata una diversa quanto semplice
versione che qui espone.
180 M. Fazio
Supponiamo che sia valida la disugua-
glianza di Clausius, ovvero

n
i41

Q
i
T
i
G 0 .
Ora separiamo le varie quantit di ca-
lore in due gruppi: le quantit di calore
assorbite Q8
a
, Q9
a
, ... quelle cedute Q8
c
,
Q9
c
, ... . Avremo
(7)
Q8
a
T8
a
1
Q9
a
T9
a
1 ...
... 2
(

Q8
c
T8
c
1
Q9
c
T9
c
1...
)
G 0 .
Ora, al posto delle temperature T8
a
,
T9
a
, ... sostituiamo la massima temperatu-
ra T
max
raggiunta nel ciclo, mentre, al po-
sto delle T8
c
, T9
c
, ... sostituiamo la minima
temperatura T
min
raggiunta nel ciclo.
Sar

Q8
a
T8
a
1
Q9
a
T9
a
1 ... D
Q8
a
1 Q9
a
1 ...
T
max
,

Q8
c
T8
c
1
Q9
c
T9
c
1 ... E
Q8
c
1 Q9
c
1 ...
T
min

e quindi

Q8
a
1 Q9
a
1 ...
T
max
2
Q8
c
1 Q9
c
1 ...
T
min
E 0 .
Ma la quantit di calore complessiva-
mente assorbita dal fluido operante nel
ciclo Q
a
4 Q8
a
1 Q9
a
1 ... mentre
quella ceduta Q
c
4 Q8
c
1 Q9
c
1 ...
quindi sar
T
max
Q
a
2
T
min
Q
c
E 0 , da cui

Q
c
Q
a
D
T
max
T
min
,
1 2
Q
c
Q
a
E 1 2
T
max
T
min

e quindi
h E h
C
,
come volevamo dimostrare.
La condizione espressa dalla disugua-
glianza di Clausius quindi la sola con-
temporaneamente necessaria e sufficiente
per valutare lattendibilit di un ciclo ter-
modinamico.
Va comunque ribadita lopportunit
di applicare tali criteri di attendibilit so-
lo quando di un ciclo termodinamico
vengono forniti solo i valori numerici del-
le quantit di calore scambiate e delle
temperature delle sorgenti; se, invece,
del ciclo viene data la rappresentazione
grafica nel piano ( p, V) o nel piano (T,
S), non c alcuna necessit di controllare
se esso realizzabile, dal momento che
saranno sicuramente rispettate entrambe
le condizioni, trattandosi di trasformazio-
ni reali.
2. I cicli incrociati.
Un caso del tutto anomalo quello
dei cosiddetti cicli incrociati, ottenuti
percorrendo parte del ciclo in senso ora-
rio, parte in senso antiorario; il dubbio
che pu assillare lo studente se si tratti
di un ciclo termico o di uno frigorifero.
Se lo studente si limita a eseguire calcoli
sulle Q
i
e sulle T
i
in certi casi pu davve-
ro entrare in crisi, ma se cerca invece di
rappresentare il ciclo proposto nel piano
(T, S), scoprir sbito eventuali incon-
gruenze. Per chiarire meglio le idee,
utile ricorrere a un esempio numerico:
In un ciclo reversibile il fluido operan-
te nella macchina assorbe la quantit di
calore Q
1
4 500 J da una sorgente a tem-
peratura T
1
4 900 K, cede la quantit di
calore Q
2
4 1000 J alla sorgente a tempe-
Riflessioni sui cicli termodinamici 181
ratura T
2
4 500 K e assorbe la quantit di
calore Q
3
4 1200 J dalla sorgente a tem-
peratura T
3
4 300 K. Stabilire lattendibi-
lit del ciclo e calcolarne il rendimento o
il fattore di qualit.
Calcolando il lavoro compiuto nel
ciclo per stabilire se si tratta di un
ciclo termico o frigorifero, si ha
L 4 Q
1
1 Q
3
2 Q
2
4 700 J; si tentati
di affermare che si tratta di un ciclo ter-
mico e se ne calcola il rendimento
h 4 700/1700 4 0.41; lo si confronta poi
con il rendimento h
C
del ciclo di Carnot
svolto tra le stesse temperature estreme,
h
C
4 1 2 300/900 4 0.67, e si conclude
che il ciclo attendibile, essendo rispet-
tato il teorema di Carnot. Ma lo studente
pi solerte va anche a calcolarsi la som-
matoria di Clausius e trova S(Q
i
OT
i
) 4
423/9; essendo tale somma positiva, non
rispettata la disuguaglianza di Clausius
e il ciclo proposto non attendibile.
Cerchiamo ora di capire per quale
motivo il teorema di Carnot e la disugua-
glianza di Clausius forniscono in questo
caso risultati contrastanti e quale delle
due conclusioni alle quali siamo pervenu-
ti quella corretta. Il fatto che il teore-
ma di Carnot stato applicato scorretta-
mente perch si confrontato il ciclo
proposto con un ciclo di Carnot sbaglia-
to: infatti, nel ciclo in esame il fluido ope-
rante assorbe la quantit di calore Q
1
dalla sorgente pi calda e cede alla sor-
gente pi fredda una quantit Q
2
mag-
giore in modulo di Q
1
; non quindi cor-
retto confrontare tale ciclo con un ciclo
di Carnot svolto tra le due temperature
estreme.
Se lo studente avesse invece provato
a rappresentare il ciclo in esame nel pia-
no (T, S), si sarebbe trovato nellimpossi-
bilit di farlo e avrebbe potuto conclude-
re sbito che tale ciclo improponibile;
infatti, partendo, per esempio, dallo stato
A a temperatura T
1
(fig. 3), con tale sor-
gente si ha un assorbimento di calore,
quindi lisoterma deve essere percorsa
nel senso delle entropie crescenti con
DS
1
4 Q
1
OT
1
4 0.56 JOK; il fluido assor-
be poi calore dalla sorgente a temperatu-
Fig. 3. Nonostante i dati del problema, questo non un ciclo.
182 M. Fazio
ra T
3
; dobbiamo portarci su tale isoterma
mediante unisoentropica (adiabatica, in
quanto reversibile) e percorrerla fino al
punto C ancora nel senso delle entropie
crescenti con DS
3
4 Q
3
OT
3
4 4 J/K; infine
si ha una cessione di calore alla sorgente a
temperatura T
2
, quindi dobbiamo portar-
ci con unaltra adiabatica sullisoterma T
2
e percorrerla nel senso delle entropie de-
crescenti con DS
2
42Q
2
OT
2
422 J/K
(punto E), ma, giunti a questo punto,
evidente limpossibilit di chiudere il ci-
clo senza ulteriori scambi di calore.
Nella fig. 4 sono rappresentati alcuni ci-
cli incrociati: il ciclo a) termico, il b)
frigorifero, mentre il ciclo c), nel quale le
due aree sono esattamente uguali, privo
di significato fisico in quanto il lavoro in
esso compiuto nullo, pur non contrastan-
do n con la condizione di Carnot n con
quella di Clausius, che rimane la sola con-
dizione fondamentale che lo studente deve
verificare con i dati del problema.
3. Rendimento e fattore di qualit.
Un altro argomento spesso fonte di
gravi errori nello studio dei cicli termodi-
namici la relazione tra il rendimento h
di un ciclo termico e il fattore di qualit f
del corrispondente ciclo frigorifero, otte-
nuto percorrendo in senso antiorario il
ciclo termico nel piano ( p, V) o (T, S).
Supponiamo di realizzare un ciclo ter-
mico reversibile nel quale siano Q
a
la
somma delle quantit di calore assorbite
e Q
c
quella delle quantit di calore cedu-
te. In tal caso il rendimento del ciclo
dato da
h 4 1 2
Q
c
Q
a
. (8)
Ora, se e solo se il ciclo reversibile,
percorrendolo in senso opposto le quan-
tit di calore cambiano segno mantenen-
do lo stesso valore assoluto; si potr allo-
ra scrivere che il fattore di qualit vale
f 4
Q
c
L
,
dove L il lavoro compiuto dallesterno
sul fluido operante nel ciclo e Q
c
la
quantit di calore strappata alla sorgente
fredda, che coincide, se il ciclo reversi-
Fig. 4. Cicli incrociati: a) ciclo termico, b) ciclo frigorifero, c) ciclo a lavoro nullo, privo di significato
fisico.
Riflessioni sui cicli termodinamici 183
bile, con la quantit di calore ceduta alla
stessa sorgente nel ciclo termico. Ne con-
segue che

Q
c
Q
a

f 4
Q
a
2 Q
c
Q
c
4



1 2
Q
c
Q
a

ovvero, essendo per leq. (8)
Q
c
Q
a
412h,
(9) f 4
1 2(1 2h)
1 2h
4
1 2h
h
4
h
1
21 .
Leq. (9) costituisce la relazione tra
fattore di qualit e rendimento termico
ed valida solo per cicli reversibili; se
infatti il ciclo termico fosse irreversibile, i
valori Q
a
e Q
c
non sarebbero in modulo
gli stessi allorch si percorre il ciclo in
senso opposto per trasformarlo in frigori-
fero.
4. Il teorema di Carnot per i cicli frigo-
riferi.
Una conseguenza spesso misinterpre-
tata delleq. (9) lapplicazione del teo-
rema di Carnot ai cicli frigoriferi: mi
capitato di leggere un testo di fisica gene-
rale nel quale si pretendeva di estendere
il suddetto teorema anche a un ciclo fri-
gorifero, mentre esso conduce per i cicli
frigoriferi a un risultato opposto a quello
per i cicli termici.
Infatti, per un ciclo termico vale la re-
lazione
h G h
C
;
se teniamo presente leq. (9), scritta
esplicitando h in funzione di f, ovvero
h 4
1 1 f
1
,
si ottiene

1 1 f
1
G
1 1 f
C
1
, (10)
dove f
C
il fattore di qualit del ciclo
frigorifero di Carnot. Dalleq. (10) di-
scende
1 1 f F 1 1 f
C
,
ovvero
f F f
C
.
Possiamo allora enunciare il teorema
di Carnot per le macchine frigorifere:
Tra tutte le macchine frigorifere ope-
ranti tra le stesse temperature estreme, la
macchina di Carnot quella dotata del
minimo fattore di qualit.
Il precedente risultato ribalta il teore-
ma di Carnot rispetto alla formulazione
valida per le macchine termiche. Resta
per pur sempre vero che una macchina
frigorifera reversibile ha sempre un fatto-
re di qualit maggiore di quello di una
macchina frigorifera che descrive lo stes-
so ciclo in modo irreversibile.
5. Conclusioni.
I criteri per valutare lattendibilit di
un ciclo termodinamico sono frequente-
mente fonte di grossolani errori dinter-
pretazione non solo da parte degli stu-
denti, che il pi delle volte si limitano ad
apprenderli dai libri di testo senza appro-
fondire con spirito critico quanto letto,
ma anche da parte dei docenti che non
sempre ne sottolineano gli aspetti fonda-
mentali, limitandosi a unenunciazione
dei vari teoremi.
184 M. Fazio
Da qualche anno lautore del presen-
te articolo sta andando a caccia dei pi
comuni misconcetti nellinsegnamento e
nellapprendimento della fisica; con la
presente trattazione lautore auspica di
sollecitare un approfondimento dei temi
esposti, alcuni dei quali, spesso trascurati
nellinsegnamento della termodinamica,
si rivelano essere tra i pi critici dellinte-
ra disciplina.
Bibliografia.
FAZIO M., Termologia, Teoria Cinetica e Termodi-
namica (Edises, Napoli) 1989.
SEARS F. W., An Introduction to Thermodynamics,
the Kinetic Theory of Gases and Statistical Me-
chanics (Addison-Wesley, New York, N.Y.)
1953.
ZEMANSKY M. W. and DITTMANN R. H., Heat and
Thermodynamics (Addison-Wesley, New
York, N.Y.) 1979.
BOATO G., Termodinamica (CEA, Milano) 1987.
MELISSINOS A. C. e LOBKOWICZ F., Fisica, Vol. I
(Piccin, Padova) 1978.
GIANCOLI D. C., General Physics (Prentice-Hall,
Englewood Cliffs) 1984.
1. Introduzione.
In un classico problema [1-4], una la-
stra dielettrica e attratta nella regione di
campo tra le due armature di un conden-
satore piano ed e richiesto di valutare il
lavoro compiuto dalle forze del campo
elettrico nel processo d'inserzione della
lastra. Il lavoro meccanico sul materiale
eguaglia l'aumento dell'energia di campo
immagazzinata nel condensatore quando
le armature del condensatore sono mante-
nute a potenziale costante. La forza attrat-
tiva f e quindi valutata derivando l'energia
di campo rispetto allo spostamento x della
lastra inserita tra le armature del conden-
satore, e tale forza risulta proporzionale a
V
2
, essendo V la differenza di potenziale
tra le armature. In un esperimento quali-
tativo proposto [5, 6], un liquido dielet-
trico e risucchiato nella regione di campo
tra le armature di un condensatore piano.
Piu recentemente [7], e stato proposto un
esperimento che si prefigge una misura
diretta della forza attrattiva f in funzione
di V
2
su un vetrino da microscopio; la
principale difficolta di natura pratica (l'a-
desione del dielettrico ad una o all'altra
armatura dovuta al fatto che il vetrino e
sospeso mediante una coppia di fili) e
superata collegando le armature ad una
tensione alternata.
Questa nota descrive un esperimento
utilizzabile come esperienza d'aula; una
verifica quantitativa della dipendenza f in
funzione di V
2
ed una stima della costante
dielettrica relativa "
r
sono effettuabili in
tempi brevi. La principale finalita e quella
di proporre una considerevole semplifica-
zione nella procedura sperimentale sia nel-
l'assemblaggio dell'esperimento che nel
suo utilizzo.
2. Brevi richiami teorici.
Quando una lastra rettangolare dielet-
trica di larghezza b e di spessore s e
parzialmente inserita per un tratto x nella
regione di campo di un condensatore ad
armature piane (che supporremo di forma
quadrata), l'aumento dell'energia di cam-
po a differenza di potenziale costante egua-
glia il lavoro meccanico della forza
elettrica. Tale incremento di energia e
facilmente valutabile. Con riferimento alla
fig. 1, l'energia di campo senza dielettrico
inserito e
W
0
=
1
2
C
0
V
2
=
"
0
l
2
2d
V
2
; (1)
dove C
0
e la capacita del condensatore
senza dielettrico, V la differenza di poten-
ziale applicata alle armature, l il lato delle
Misurazione diretta della forza agente su un dielettrico.
S. Ganci (*)
Liceo Scientifico di Stato G. Marconi - 16043 Chiavari (GE)
(*) Gruppo Nazionale Didattica della Fisica,
Consiglio Nazionale delle Ricerche, Dipartimento di
Fisica dell'Universita , via Dodecaneso, 33, 16146
Genova.
GIORNALE DI FISICA Luglio-Settembre 1999 VOL. XL, N. 3
lastre quadrate costituenti le armature, d la
distanza tra le armature e "
0
la costante
dielettrica del vuoto. Con il dielettrico
parzialmente inserito, il condensatore ini-
ziale diventa equivalente ad una connes-
sione serie-parallelo di quattro condensa-
tori, come evidenziato in fig. 2:
un condensatore ad armature piane
parallele C
l
, senza dielettrico le cui arma-
ture hanno area l
2
bx;
una serie di tre condensatori C
A
, C
B
e
C
C
, le cui armature hanno area bx;
C
A
, senza dielettrico , avente distanza
tra le armature;
C
B
, con dielettrico, avente distanza s
tra le armature;
C
C
, senza dielettrico , avente distanza
d s tra le armature.
La capacita equivalente C
eq
della serie
C
A
, C
B
e C
C
e
C
eq
=
"
0
"
r
bx
s(1 "
r
) "
r
d
(2)
indipendente dalla distanza . La capacita
equivalente C dei quattro condensatori e
C =
"
0
(l
2
bx)
d

"
0
"
r
bx
s "
r
(d s)
: (3)
L'energia di campo W dopo l'inserimento
Fig. 1. Geometria del sistema: a) Vista frontale: una lastra dielettrica di larghezza b e spessore s e parzialmente
inserita per un tratto x nella regione tra le armature di un condensatore piano. Il pianodella lastra e parallelo alle
armature del condensatore. b) Vista laterale della parte in cui e inserita la lastra dielettrica: d e la distanza tra le
armature del condensatore, e ds sono, rispettivamente, le distanze tra le facce della lastra dielettrica e le
armature del condensatore.
Fig. 2. Equivalente elettrico. C
A
, C
B
e C
C
sono i tre
condensatori connessi in serie originati dall'inserzione
del dielettrico; C
l
corrisponde alla rimanente parte del
condensatore originario.
186 S. Ganci
del dielettrico e pertanto
W=
1
2
"
0
(l
2
bx)
d

"
0
"
r
bx
s "
r
(d s)

V
2
: (4)
La forza attrattiva f e calcolata derivando
l'eq. (4) rispetto x:
f =
"
0
b
2
s("
r
1)
d[s "
r
(d s)[

V
2
: (5)
3. L'esperimento.
Le disposizioni sperimentali sono illu-
strate in fig. 3. Il condensatore piano
consiste di due lastre di alluminio di
dimensioni 100 mm100 mm spaziate di
5 mm per mezzo di quattro cilindretti di
gomma (diametro 10 mm altezza 5 mm).
La lastra dielettrica rettangolare
(110 mm43 mm, spessore 3.3) e in ple-
xiglass e dotata di una base anch'essa in
plexiglass; questa lastra e assicurata verti-
calmente sul piattello di una bilancia
elettronica (Gibertini mod. 500) avente
una risoluzione di 0.001 g. La base della
lastra dielettrica e ancorata al piattello
per mezzo di nastro biadesivo. Il conden-
satore piano e assicurato verticalmente
sulla corona sovrastante il cilindro di
vetro protettivo della bilancia. Allo scopo
e utile incollare con adesivo cianacrilico
due barre di plexiglass a sezione quadrata
a filo delle armature ed esternamente ad
esse in modo da ottenere una base da
fissare anch'essa con nastro biadesivo alla
corona sovrastante il cilindro protettivo
della bilancia come mostrato a sinistra
della fig. 3. Un buon parallelismo tra la
lastra dielettrica e le armature e ottenuto
mediante leggere rotazioni del cilindro.
Fig. 3. L'apparato sperimentale. Comprende la bilancia elettronica B, il condensatore C assemblato sulla
corona sovrastante il cilindro protettivo della bilancia e la lastra dielettrica la cui base e fissata al piattello della
bilancia. H e il generatore d'alta tensione continua e V e il voltmetro usato.
Misurazione diretta della forza agente su un dielettrico 187
Un generatore ad alta tensione H provve-
de a mantenere una differenza di poten-
ziale continua V misurata dal voltmetro V
nell'intervallo (0 5) kV. La forza f che
compare nell'eq. (5) e letta sul display
della bilancia e nessun inconveniente pra-
tico (come, ad esempio, l'adesione della
lastra ad una o all'altra armatura) e
presente in questa disposizione sperimen-
tale a condizione che la base della lastra
dielettrica e la base del condensatore
siano fissate con nastro biadesivo.
In tabella I e riportato un set di misure
relativo all'ultima presentazione dell'espe-
rimento d'aula. Il diagramma in fig. 4
mostra la dipendenza lineare della forza
attrattiva f in funzione di V
2
basata sulle
misure riportate nella tabella I.
Ovviamente, dal set di misure e possi-
bile ricavare la costante dielettrica della
lastra ma l'incertezza dV nella lettura del
voltmetro (dV=100 V) e le incertezze
sulle lunghezze (incertezza dd sulla spazia-
ture tra le lastre, incertezza db sulla lar-
ghezza della lastra e incertezza ds sullo
spessore della lastra) consentono solo una
stima dell'ordine di grandezza "
r
= 3.
Fig. 4. Diagramma di f vs. V
2
. E

stata tracciata la retta dei minimi quadrati.


TABELLA I. V
2
10
6
V
2
, f 10
-3
g.
V
2
dV
2
f df
0 0 0 0
1.00 0.02 4 2
2.25 0.03 10 2
4.00 0.04 18 2
6.25 0.05 26 2
9.00 0.06 37 2
12.25 0.07 50 2
16.00 0.08 63 2
20.25 0.09 81 2
188 S. Ganci
4. Conclusioni.
L'apparato sperimentale puo essere as-
semblato in meno di mezz'ora e l'esperi-
mento d'aula, utilizzabile nell'a mbito delle
Scuole Medie Superiori onel primoBiennio
Universitario, puo essere mostratoe discus-
sonel corsodi un'ora di lezione. Anche se la
misura della costante dielettrica relativa
non puo essere considerata significativa
sotto il profilo quantitativo, l'esperimento
ha il pregio della semplicita e di mostrare in
forma concreta la proporzionalita tra la
forza agente su un dielettrico ed il quadrato
della differenza di potenziale applicata alle
armature di un condensatore.
Riferimenti bibliografici.
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Ambrosiana, Milano) 1963, parte II, seconda
edizione, p. 128-129.
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(Little, Brown & Company, Boston, Mass.)
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shing Company, Reading, Mass.), 1992, eight
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(Harcourt Brace Jovanovich, Inc., New York,
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[5] The Taylor Manual of Advanced Undergraduate
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[6] Physics Demonstration Experiments, edited by H.
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[7] BENENSON R. E., Direct observation of the force on
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Misurazione diretta della forza agente su un dielettrico 189

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