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I poeti sono specchi delle gigantesche ombre che lavvenire getta sul presente... forza che non mossa ma che muove. I poeti sono i non riconosciuti legislatori del mondo. P. B. Shelley
Fischi di Carta
!ditoriale
Paura di vivere
Carissimi lettori, con questo numero abbiamo finalmente raggiunto lanno di et! Inizio questo editoriale non dilungandomi tro o in melensi ringraziamenti che, in tutta onest, rischierebbero di finire in una misera auto incensazione, quindi, data loccorrenza, ci limitiamo a far!i i nostri i" sentiti auguri er un sereno duemilaquattordici, regalando!i un grossissimo abbraccio di ringraziamento. #uesto anno $ stato un ercorso duro e, sia chiaro, ce lo as etta!amo oich% cercare di occu arsi di oesia e di cultura non $ mai facile, a maggior ragione se lo si fa gratis. &bbene come ad ogni anno che si conclude anche noi fischianti abbiamo tirato le somme e er quanto ci riguarda siamo soddisfatti di come le ersone hanno reagito a questa nostra iniziati!a che definirei di so ra!!i!enza. Perch% dico questo' Poich% gli umani hanno aura di !i!ere. Sussurrano in!ece di arlare, cinguettano in!ece di urlare, commentano in!ece di s erimentare. Siamo in o!erdose di informazioni su erflue, bombardati di arole ed orfani di fatti concreti, sal!o quelli che occorrono a far girare la macchina del dio denaro, che tutto si u( dire ma non che sia umana. #uesto accade erch% si $ intimoriti dalla ro ria rofondit danimo, er il moti!o che dare ascolto alla ro ria sensibilit significa com ortarsi con i" umanit e in che modo questo u( coesistere con la logica del ) i" sei se i" hai*' +oi fischianti non !ogliamo stare a guardare mentre la realt che ci circonda ha interesse a soffocare la ca acit umana di ensare, facendo sembrare la frase "ogito ergo sum un monito blando da incarto di cioccolatino. +oi !ogliamo fischiare e se non bastasse urlare che !i $ un,alternati!a di fronte al ricatto di una societ che in cambio del denaro ci im one freddezza, distacco, astinenza dal ensiero e dal senso critico, usando gli indi!idui come anni da s orcare er ulire la coscienza di ochi cercatori di lucro. -!!iamente si arla di unomert ben agata, dato che noi tutti occidentali ci trattiamo egregiamente tra gingilli elettronici e beni non strettamente necessari, dimenticandoci a che rezzo non materiale, ma sociale ed umanistico dobbiamo rinunciare er a!ere tutto questo effimero ed accatti!ante lusso. Siamo talmente assuefatti alla comodit che non siamo i" in grado di mettere alla ro!a i nostri sensi, confidiamo tro o nel fatto che la corsa alla tecnologia ossa risol!ere anche i nostri iccoli o grandi roblemi ersonali e, come se non bastasse, leghiamo la nostra !ita ersonale ai social net.or/, con linquietante as irazione di essere definiti!amente accolti tra i nostri simili. 0na delle ragioni di questo nostro atteggiamento $ che le suddette iattaforme informatiche sono talmente sincronizzate e forzosamente aggreganti che $ im ossibile farne a meno, er certi !ersi, se occorre comunicare o rendere arte ad un contesto o ad un gru o. 1altronde sono state studiate er sostituire, non il contatto fisico, di er se ancora irrinunciabile, ma i luoghi di incontro, cosicch% ci si ritro!i non i" a condi!idere es erienze immediate, ma es erienze mediate da un mezzo, lo schermo, insensibile ed inefficace a trasmettere una !asta gamma di sensazioni ed emozioni delli otetico interlocutore. Il risultato $ una sostanziale incomunicabilit sensibile ed emoti!a tra gli indi!idui. 2enendo a noi3 in queste righe non !ogliamo ele!arci so ra agli altri s utando sentenze e recitando la arte dei messia erbenisti, ma er cercare di atti!are un dialogo fra le ersone basato sulla sensibilit e lumanit. 4ino ad ora ci siamo messi a nudo, raccontando!i tramite la oesia, le letture ubbliche e gli e!enti ci( che siamo nel nostro rofondo, er( in fin dei conti solo cinque indi!idui non ossono a!ere la stessa forza di miliardi di ersone. Per questo il nostro desiderio er lanno !enturo $ quello di creare qualcosa di i" grande che un iccolo sodalizio, !orremmo formare un fronte unito di uomini e donne che condi!idono es erienze, sentimenti, emozioni. Poich%, anche se intuiti!o, i" ersone siamo e i" ossibilit abbiamo di combattere questa erronea ro ensione allisolamento intellettuale, allim o!erimento s irituale, alla su erficialit autoindotta dai modelli commerciali globali e al disinteresse er ci( che !eramente $ umano. Crediamo che questo nostro modo di agire sia stato in questo anno accolto come una iccola s eranza di cambiamento, a artire dal fatto che s ontaneamente le ersone hanno esternato il iacere, in!iandoci le loro o ere, di condi!idere lonore e lonere di mostrarsi agli altri non er quello che hanno, ma er quello che sono. In questi termini, fino a che le forze ce lo ermetteranno, continueremo il nostro o erato cercando di erseguire questa oramai nostra missione di sensibilizzazione umanistica. #ndrea $esce
Fischi di Carta
6eno!ese
+on ne ho fatto arola nemmeno allo s azio del silenzio che mi lambi!a guardingo so ra lo sguardo dellora assata sola e serale. Sono inerte ed omertoso dinnanzi a quei sos iri che hai a!uto. 4orse era aura di stringerti fra i almi sci!olosi ed umidi come il cencio di carta che sdrucito co!o tuttore nel aniere delle mie ansie. Certamente ti !ole!o, ma ora che sosto con fare dimesso e mesto sul tuo lucido uscio, ritraggo le gambe lasciandole cadere sui gradini della grande chiesa della +unziata memoria di illustri geno!esi e francesi di assaggio, come le na!i che scruto fare ormeggio. 7i sento legato a questo ortone fisso e sgomento dallinesorabile assare delle ersone che mi guardano, alcuni salutano e !anno !ia. Il mio umore ondeggia come il mezzadro iemontese che la!ora la gleba legata alla osticcia melma di fine in!erno. Sono timoroso, erci( mi ergo a s artitraffico come un bronzo ellenico insalubre danimo, ansioso di assaggiarti. 8o faccio er il rimorso tra lansia di im ugnarti e il terrore di restare indolente con limmeritata grazia dun marinaio ubriaco che stramazza sul onte sconnesso mescendosi barcollante alle assi. Credo sia il comune destino degli amanti3 sostare sulla ietraia e strisciare come le ser i
ascendosi dellesigenza di godere nella disgrazia di quel oco tozzo di certezza. +el dubbio ho baciato la targa innanzi a me con il nome che orti rigettandomi sul selciato su cui ho strisciato da fanciullo che ora mi !ede gio!ane. 7i dedico ad uno strano male lasciando!i il losco dubbio di a!er!i arlato del !i!ere o dellamare. #ndrea $esce
Plumeria
9i ho sulle foglie che orto sulle idermide. 9i ho come la lacrima che scende alacre sulla lingua. 9i ho farraginosa in una notte con!ulsa e sola. 9i ho ma ti ri!oglio quando contem lo lombra della tua assenza assata in stanza. 9i ho intarsiata nel res iro erch% con te non ho da dire )!orrei* ti ho, ti ho, ti ho, oggi non !oglio sognare, ho !arato il !olto nel tuo rato rofumato e lungo le !ertebre ho sco erto come colti!are il mio arido 1eserto. #ndrea $esce
Fischi di Carta
;iscri!o
;iscri!o le rime oesie !ecchie di anni, di anni gio!ani. I libri ai bordi consunti ora, un lucore amaro s iega agine della mia notte, e cresce in me la debolezza, ombra dei riccioli che mi ardono tra le dita, ancora< e la rabbia che mi ort( a tro!are il tramonto, e descri!erlo Silvio %agnolo
Stazione di Pado!a
Perce isco arti di un tutto stazionario. #ui non esistono gabbiani a osare sui binari le loro uo!a di mare mi manca = robabilmente> il mare tristemente rimesso inerme dalla terra la mia casa si stende, un annegato ritorno, unisola che urla roridi tramonti. #ui res iro solo strade di gelsomino. Silvio %agnolo
Fischi di Carta
4oz 1o 1ouro@ II
Sono sceso ancora a !alle do o !igneti rossi come il sangue di !ino !erde come la mia s eranza, cieli di nu!ole non miei. Ao !isto ancora la lacida corrente, le canne dei escatori sono costole nello stomaco del fiume mentre digeriscono il mio male ed io abbandono il limo della !ita, come il fiume scendo lento fino al mare. Poi arri!o do!e il asso umano $ interdetto da catene Bmi fermo, decido. Sorrido agli amici mentre !arco il limite da solo3 la mia a!!entura $ la mia aura< e mi lasciano le loro mani, benedicono i miei assi, forse !ani, come quelli di chi lotta contro un dio. & tutto fino in fondo ercorro il molo e ad ogni asso ricordi, !olti in stuolo, assi mancati, tentati!i sci!olati a terra come il mio iede sul muschio bagnato. 7a aumento il asso fino al fondo, si allarga lo s azio e giungo alla fine del mondo. Solo il adre -ceano mi fissa mentre la !ita mi chiede le sue ro!e< non osso !olgere il mio asso altro!e n% sedermi lasso a contem lare3 adesso $ il momento di fare. #ui er un esce morente sulla banchina !edo l,ala tesa di un gabbiano sfondare Bquasi in uno stallo controcorrenteB il !ento che mi sferza !iolento Bresto saldo quasi a stento e sento la aura crescermi in etto, stretto da fantasmi del assato, dai miei errori, chiasmi del male che $ stato. & allora ,,7adre! Padre!,, qui !i in!oco ancora, ai limiti miei e del mondo er gettarmi contro questo sole rosso, tingermi del suo sangue< qui fremo sull,argine,
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gambe in resta, sento sulle s alle le !ostre mani assenti, sento oi, la mia corsa folle, il !uoto, la gra!it, il gelo trafiggermi le ossa e oi onde e correnti rocce e mo!imenti contorti, distorti come i ricordi che abbandono, come l,inchiostro erso di una se ia scom arsa Bsento i ri!olgimenti delle donne i cieli di stelle erduti i cari, i morti non er!enuti i giochi asso iti, i ianti, i giorni ra iti, i baci non riusciti e ancora su me stesso !olteggio sbatto !engo col ito, un,ultima onda mi ri!olta la faccia. BC ro gli occhi sulla ri!a dell,oceano, cosD tanto sognata, attra!erso l,acqua $ il blu enetrante del cielo, il rosso del tramonto mentre riemergo naufrago di me stesso, erduto il mio cor o sono ancora anima ura, senza stortura, mi alzo scolo Bno!ello 0lisseB mentre colo dal cor o la !ita assata e di col o ho occhi nuo!i, la!ati i mali, cado tra le braccia sabbiose di 7atosinhos Bcercata nei sogni, agli angoli di ogni minuto negatoB e sento correre le mani degli amici, gli occhi !edo ridenti, i !isi felici tro!armi senza solitudine, i muscoli forti in moltitudine mi alzano abbracciano, consegnano ancora al mo!imento dell,esistenza, erch% ora, qui su questo estremo di terra do!e cessano il !ento il dolore il assato il cruore il tremore del cuore la mala sorte, ora, senza alcun moti!o di morte, rido in faccia all,infinito e grido3 sono !i!o, di nuo!o. #lessandro %antovani
Il 1ouro $ il rinci ale fiume del nord del Portogallo. Sfocia a Porto, nell,oceano.
Fischi di Carta
%ori
7i are che il tem o sia un,in!enzione di noi attenti a stare al asso coi tem i e ad e!itare i ritardi, scontenti dei tem i morti, del tem o erso e s esso dei tem i lenti. 7i are che le nostre siano !ite a tem o3 un tictac di orologi gi memori del triste momento, un corale mormorio di !oci che sussurra !orace F%emento... %emento...G. 7i are che noi ascoltiamo non so se tro o, o tro o oco ma sD, ascoltiamo le !oci loquaci che dicono di mettere in ordine curare l,archi!io che oi non otremo gestire< e lo riconosco3 ascolto le !oci e assorbono il tem o senza lasciarci tristi, ma nemmeno felici. Penso e ri enso3 mi tuona nel cuore quel coro di !oci3 F%emento...G ricorre in me ogni momento. F%emento...G mi strugge ma sono obbligato al consenso. F%emento...G sotto il fracasso $ saldo, lo sento. F%emento...G lo ascolto3 non mi abbandona anche se ora !orrei il mio silenzio. F%emento... %emento...G &ederico 'hillino
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Cs ettando +o!embre
-gni giorno asso questo !icolo largo, ogni giorno tornano miei i ciottoli, le iastrelle irregolari. Poi la salita si libera, a destra una galleria e la iazza $ un res iro rumoroso. Cdesso $ l,ora affamata della luce sulle strade iene che arri!a artificiale, oco a oco3 il buio arri!a sem re rima. Cs etto e osser!o il cielo di!entare i" catti!o e basso nel traffico che s,infittisce, si ri iega e resta in una s irale di fari offuscati e s ortelli sbattuti. Cltre luci accendono il grigio contro il alazzo l da!anti, !oci si confondono nel omeriggio che as etta d,essere sera. C oggiato al alo di una fermata sento l,umido del metallo e del tem o nelle ossa, l,umido che s arir. S arir, hanno detto che s arir, dicono che questa ioggia in!isibile a rir le orte, senza maschere al freddo, !erso no!embre. 4ino ad allora, as etto. !manuele $on
8a 9ua Camera
C,$ una nostalgia o aca qui, sfuma nelle areti rosse della tua camera di sem re, sem re tro o stretta o !uota, tro o fredda er te. Ao im arato a conoscerla, ma non so i" come sono entrato3 forse ho bussato, o forse leggera e tenace su di me ti $ sci!olata una s inta. 6uardo le tue foto simili alle mie3 giochi e ersone lontane nel tem o sono ancora qui. 1o!remmo dirle macerie antiche erch$ adesso restiamo solo noi' 7a solo er la tua camera, er quelle macerie soltanto ci siamo raccontati, senza soffiarle !ia siamo qui3 roseguire il cammino non $ fuggire. CosD !edo il tuo !iso farsi morbido, accoccolato nel sonno caldo di un cuscino rosso e iccolo che ha la figura di un cuore con le braccia rotese< e ti guardo togliere la ol!ere agli scaffali che dicono di te, e rubo i tuoi diari segreti, ed $ come li a!essi gi letti3 quei giorni li ho !issuti con te' &ntro senza bussare< so di esserci gi stato e di non a!ere a!uto il tem o di !i!ere il tem o con te3 ancora, ti rego, ancora. !manuele $on
Fischi di Carta
#uesto mese !orremmo resentar!i un autore che er noi $ anche un caro amico3 Matteo Murgia. In !erit i" che un autore $ un cantautore3 !i resentiamo qui una sua oesia ma rinci almente scri!e canzoni, infatti 7atteo con i suoi com agni Stefano Cassano, 9ullio 9ra!erso e 7artina 2inci anima il gru o Blue Beat, do!e canta, suona la chitarra e le ercussioni, seguendo uno stile acustico di im ronta cantautorale. Cbbiamo gi a!uto modo di resentar!i il gru o durante le nostre letture3 lo scorso :@ maggio 7atteo e 7artina si sono esibiti in iazza San Bernardo, il @J luglio a Sestri onente siamo riusciti a far!i ascoltare i )lue )eat al com leto ed abbiamo otuto ascoltare 7atteo in una erformance solitaria il 5E ottobre alla Stanza della Poesia di Palazzo 1ucale. Potete seguirli su 4aceboo/ e 9.itter cercando3 )lue )eat 'enova ed ascoltarli su Koutube3 ....youtube.comLuserLBlueBeatChannel
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Il secondo autore che !i resentiamo questo mese $ Mattia Nesto. 7attia +esto $ un ragazzo di 5? anni, laureato in 8ettere 7oderne. Crede negli dei inesorabili, come C ollo o 1ioniso ed in quelli immensamente o , come 6es". Cma la oesia erch% $ l,eure/a che ci schiude la !ita. 2ole!a essere Chateaubriand ma si rende sem re i" conto di essere ;en%. 4esteggia con i fuochi, rigorosamente fatui, la notte di San 6io!anni. Cma ed $ ricambiato. #uesto $ quanto.
Cosmonauti faiBdaBte5
Come quando il cerchio si mette in mo!imento, ruota che gira, mulino di Cmleto, azione in atto, !elocit re ressa che es lode, di!iene ellisse, il tem o di!iene Storia, oi ancora una !olta il bardo comincia a raccontare, la storia rinasce, erfetta, come la ragazza che nacque da un uo!o di Cigno, eccola, figura di moto, NNNNNNNN iedi s orchi sulla terra gelida, solchi esanti er o oli asseggeri. #uali sono le tracce che lascio lungo il cammino, quale geometria arcana segue il mio Io, mentre mi abbandono' S!ello i cerchi di Saturno, mo!imenti im ietriti, miei fratelli, li ritro!o sem re quando !edo il mio res iro, condensa di ensieri er attimi caduchi. 8o S azio si di ana come libro di reghiere, insufflato di di!ino, ma le !oci non si sentono. Cor o !agante, forse altro mi sento, ma so che un giorrno, in cui s azio e tem o non !i saranno i", !ago ricordo di gelato alla menta, sorrider( ancora e tu, traiettoria sghemba di inquadrature in bianco e nero mi cadrai, mi ricadrai fra le braccia da Cristo, linee cur!e, amache ideali =due forze le sos endono dai lati> lanciate nel ul!iscolo e nel !ento, er renderti, raccoglierti, roteggerti, mentre luni!erso si regge da se. %attia *esto
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Fischi di Carta
dell,autore, Qin armonia con gli elementiQ. +e 'li Sciti gi si u( leggere3 Q2olgeremo a !oiLil nostro ceffo asiatico!Q, Q6uarderemo ribollire la mortale battagliaLcoi nostri occhi strettiQ, Qa un luminoso fraterno con!itoLti in!ita la barbarica lira!Q. Poi, ancora, ne I dodici3 Q- tu amarezza e cruccioQ, Qecco, l,ora $ !enutaQ, Qlibert, libert, senza i" la croce!Q, Qreggi il fucile, com agno, non tremare!LS ariamo alle sulla Santa ;ussiaQ, Q2ola, borghese, come un asserotto!LBerr( il tuo sangueQ. Sono s lendidi esem i di quell,em ito bellicoso, di quella lirica, febbrile aggressi!it che ermeano la oesia di Blo/. Ben conscio del eriodo storico in cui si tro!a ad essere uomo =e oeta>, egli a oggia gli anarchici mistici durante la ri!olta del @OJE e laude la ri!oluzione bolsce!ica come l,atto di rinascita dell,anima russa. R questo suo s irito militante e arteci ati!o che gli is ira I dodici, suo o us maSimum, raffigurante un dra ello di soldati che residiano il Palazzo d,In!erno durante la ri!oluzione =il titolo adombra un, allusione ai dodici C ostoli di 6es">. Q-ggi mi sento un genioQ dice il russo, do o a!er scritto l, o era. & ne ha ben donde. In questo oema Blo/, oltre ad affermarsi come uno dei i" grandi oeti simbolisti del suo tem o, ri!ela il suo ra orto con la storia e le !icende olitiche di allora3 !i si ossono car ire affascinanti suggestioni circa il legame oesiaLstoria e oesiaL olitica, s ecie alla luce di quanto egli stesso annota nel suo diario, arole che !engono ri ortate direttamente da Celan nell,introduzione alla sua traduzione de I ,odici. Blo/ si chiede Qcosa il tem o far di tutto questoQ< Q u( darsi che la olitica sia talmente iena di lorduraQ dice, che anche Quna sola gocciaQ annienter tutto. 7a questo non $ detto, c,$ sem re una s eranza, u( anche darsi che essa Qnon distrugga interamente il significato di questo oemaQ ma anzi al contrario che sia ro rio il fermento che da essa deri!a a far sD che Qun giorno I ,odici !enga letto di nuo!o, in un tem o di!erso dal nostroQ. Cffermazioni i" che azzeccate, direi, e arecchio attuali. In fin dei conti la lezione $ chiara3 la storia arreca i suoi danni all,umanit, all,arte e s esso il oeta ne u( risentire rofondamente, e chiudersi in un silenzio alienato ed esulcerato dal dolore. & Celan ha ben ragione nell,affermare la necessit di tornare a un forma rima della oesia, momento in cui essa, di!enuta urlo, !erso bestiale, u( e de!e uscire fuori da se stessa, a rirsi all,Cltro, tro!are un meridiano, un unto d,incontro, una Qs!olta del res iroQ. 9utta!ia non dimentichiamoci di Blo/, che ha cantato la ri!oluzione regalandoci !ersi brillanti e tutt,altro che ri!i di is irazione. +on si de!ono a!ere osizioni tro o rigide, bisogna sem re inquadrare il momento in cui si !i!e, essere consa e!oli delle ro rie date, dei ro ri Q5J 6ennaioQ =giorno della Soluzione 4inale hitleriana>, ma mai farsi soffocare, obnubilare dagli e!enti. Condizione che es rime benissimo anche il oeta -si 7andel,stam, uno dei maggiori es onenti del cosiddetto )acmeismo*. Per lui la ri!oluzione, esaltata fino all,acme, a unto, assume addirittura i connotati di un Qso!!ertimento cosmicoQ3 QCelebriamo, fratelli, il cre uscolo della libertQ , Q8a terra !a alla deri!a. 0omini, coraggio.LSolcheremo i mari come con l,aratroLfin nel gelo del 8ete ricordandoLche la terra ci $ costata sette cieli.Q C un certo unto er(, in altre oesie si legge3 Q#uesta notte $ irre arabile,Le da !oi $ ancora giorno.LClle orte di 6erusalemmeL$ sorto il sole nero.Q, Qnel tem io luminoso i giudeiLhanno se ellito mia madre...Io mi sono s!egliato nella culla,Lilluminata dal sole nero.Q - ancora3 QChi solle!a!a al secolo le al ebre infetteQ, Q2ita d,argilla! Cgonia del secolo!Q, Qnon c,$ do!e fuggire al secolo so!ranoQ, QAanno annerito i !icoli col fumo dei fornelli,Lhanno inghiottito ghiaccio, ne!e, lam one,Ltutto, al ricordare l,anno 2entiQ =felice coincidenza qui con il Q5J 6ennaioQ di Celan!>. &cco che gli entusiasmi si frenano, subentra quella QscienzaQ del commiato, redomina il ricordo, un amaro ritorno alle origini, l,inquietudine della dimensione storica, la Qterra nera del tem oQ. 8a oesia $ l,aratro, secondo -si , che smuo!e e mette alla luce questa terra< ed $ un la!oro necessario, er quanto gra!oso e difficile. Perch% se il fuoco della storia e della olitica u( accendere gli animi creati!i, u( anche ridurli in cenere, come menti mitragliate, guerrieri ol!erizzati dalla guerra. & allora il oeta de!e !eramente mettersi d, im egno e fare la fenice.
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Fischi di Carta
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fischidicarta@gmail.com
Per lodi, insulti, consigli, ro oste, domande e quant,altro otete contattarci a questa mail. 0siamo un solo indirizzo in comune, erci( se qualcuno !olesse contattare uno soltanto di noi de!e sem licemente s ecificarlo. 6razie!
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Silvio Magnolo
autore di $uglie di %e"to =Ibis.os !ditrice/ 5J@:)
Alessandro Mantovani
membro della &ociet' dei (as"adieri =....faceboo/.comLSocieta1ei7asnadieri> autore di Dalla Parte della Notte =*oirmoon, 5J@:>