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Numero estivo 2016

n. 38 anno 4
Genova

Fischi di carta
LETTERE DI GIOVANI FISCHIANTI

Scrivere significa portare alla luce l'esistente


facendolo emergere dalle ombre di ci che
sappiamo. La scrittura questo. Non quello che vi
succede, non gli avvenimenti che vi si svolgono, ma
l, in s stessa. Ma come si arriva a questo l?
Karl Ove Knausgrd, La morte del padre

INDICE
pag. 2 | Editoriale E. Pon, C. Meola
4 | Poesia E. Pon
5 | Planetario autori G. Cultrone, P. Palermo
8 | Collaborazione Mosaik
12 | Le poesie dei lettori S. Silvestri
13 | Elementi riflessioni M. Podest, P. Martino,
F. Asborno
18 | Migrazioni traduzioni R. Bettini
19 | Prossa nova racconti M. Valentini
20 | Prossa dei lettori S. Moresco
22 | Infischiatene recensioni F. Torre

www.fischidicarta.it

Che cosa significa dire che le parole sono spalancate?


Significa che devono essere spalancate: un intento dunque,
prima di tutto. Il Festival Internazionale di Poesia di Genova,
che questanno giunge alla sua ventiduesima edizione, , I.N.R.I.
prima di essere un festival, proprio una dichiarazione di Milo Karoli
dintenti, un manifesto in forma di kermesse di eventi.
Il fuoco elemento ricorrente nellopera poetica di Giacinto Francesco
questo il senso della Ricostruzione Poetica dellUniverso, sorta Maria Scelsi dAyala Valva, nato a La Spezia nel 1905 e cresciuto
di conferenza permanente che ogni anno si rinnova e sin- nel castello della nobile famiglia materna, in Irpinia, dove un precetgrandisce proprio in seno al festival; questo il senso del tore lo educ a un edificante trivio di discipline fondamentali: il latino,
Bloomsday, lettura corale in ogni angolo della citt di un ro- la scherma, gli scacchi. Le sue raccolte poetiche, scritte in francese tra
manzo corale come solo Ulysses ha saputo essere; questo la fine degli anni 40 e linizio dei 50, per il loro simbolismo surreail senso della rassegna Voix Vives, in cui letture poetiche lista poco hanno a che spartire con le coeve poesie di Rocco Scotellaro
da tutto il Mediterraneo, da molte edizioni, sono inca- o col Quasimodo di Qui, in realt, certo accademismo
stonate nelle cornici dei parchi genovesi.
solo un gioco: Giacinto Scelsi non era poeta di professione, ma uno dei pi affascinanti e rivoluzionari compositori
E se le parole devono essere spalancate, hanno da esserlo di musica classica del Novecento. Ascoltando ad esempio

di Emanuele Pon

LE PAROLE SPALANCATE

E D I T O R I A L E

E D I T O R I A L E

Noi raccogliamo la sfida e limpegno

Spalancare le parole significa, anche questanno, fare


tutto ci che in nostro potere perch Genova sia e resti un
porto, nel senso pi vasto del termine, un porto che deve
essere una porta: un luogo dincontro, da sempre, di
persone, di culture, di civilt, di lingue. Di parole, appunto: parole spalancate luna verso laltra, e tutte quante
verso il mondo, per cercare di coglierlo nel suo insieme.

nel maggior numero di direzioni: non soltanto nei confronti delluniverso della poesia scritta, ma verso tutto ci
che pu essere considerato poetico, ovvero, etimologicamente, fatto in modo artistico. Ed ecco spiegato il
motivo del programma del festival, pi variegato che mai:
non solo le varie voci di poeti di tutto il mondo dal
centro e sud America (con una rassegna sulla poesia indigena americana) allEuropa, agli Stati Uniti, con nomi
del calibro di Montero e Hirschman , ma anche mostre
fotografiche ed artistiche come Sconfinamenti, Universo
Greenaway e La parola alla luce , concerti con la partecipazione di cantautori come Bobo Rondelli, ma anche di
musicisti ed interpreti stranieri: del resto, lanteprima del
festival stata affidata a PJ Harvey e proiezioni e rassegne cinematografiche uno degli ospiti maggiori di
questa edizione il visionario regista Peter Greenaway.

Natura Renovatur (del 1967) non facile identificarne le


note, perch lautore scardina la nozione che normalmente abbiamo di tonalit: la nota di Scelsi fatta in modo
tale che intervalli piccolissimi dividano un tono da quello
successivo e in questo sistema, lunghi e stonati unisoni o bicordi di ottava rappresentano sia una tensione
delle notazioni musicali di durata, visivamente allungate
in orizzontale sullo spartito; sia segni archetipici, primordiali, verticalmente intesi come un unico simbolo magico
della creazione: come potrebbe essere lArco, il Cerchio, o
il Fuoco. A proposito di musica e fuoco sar utile segnalare
un trittico di Hieronymous Bosch del 1485, intitolato
Il giardino delle delizie: nel terzo pannello possibile
riconoscere una chitarra infernale, che grava sulla schiena
di un corpicino svenuto lasciandone scoperte le chiappe:
lo spartito musicale che si vede tatuato sul culo in
questione stato di recente musicato da Fabio Vernizzi
e sar eseguito, per il festival Parole Spalancate 2016, in occasione della lettura pubblica di un poemetto di Giacinto
Scelsi il 16 Giugno a Palazzo Ducale. Il tema del Festival questanno la ricostruzione poetica delluniverso,
quello stesso tentativo alchemico che fa lartista di rinnovare la nostra visione del mondo con gli strumenti magici che ha a disposizione, si tratti di poesie aristocratiche,
di note stonate o di fuoco divino. Come nella formula:
Igne Natura Renovatur Integra

SCANDAGLIO
di Emanuele Pon

Gettato lo scandaglio in silenzio


tra il cuoio dei sedili e il rollio
dovatta dellautobus low cost
occasione di tendenza sulla tratta
Principe-Tiburtina, ore di convivenza
non su rotaie inamovibili ma su asfalto
drenante a rispecchiare bagnaticcio
un cielo che a smetterla non si decide.
Gettato lo scandaglio allaltezza
di colline flesse impaludate
alla radice dei vigneti, o gli orti
di chi lontano dal nostro bordo
incastonato tra letere dun wifi
e la chimica duna toilette di chi
in pianura, solo con le nuvole, sussiste.
Gettato lo scandaglio sul ponte
tra il fondo di fango del fiume
le case impilate sui colli, incastrate
tra cisterne di vino, mura di vento:
gettato lo scandaglio, e rinvenuto
auspici limacciosi dacquitrino
a noi in liminare condizione passeggeri;
bussato, cercato di l di qua
dal finestrino verso il termine, scovato
il punto sempre interrogativo di chi scorre
sulla strada, guardando un contadino:
se sia vita nuova il viaggio in cerca
o, tra nuvole di tre dimensioni,
sussistenza tirata fino al mattino.

Fischi di carta

PLANETARIO

autori

ANTONIA POZZI

LIMPORTANZA DI RESTARE UMANI


di Gaia Cultrone
Antonia Pozzi una di quelle poetesse che
ho scoperto imbattendomici per caso, su Internet. Ci tengo a precisarlo, perch vorrei
che non ci mentissimo su quanto spesso la
conoscenza, letteraria e non, sia frutto della
casualit; la Pozzi, dicevo, stata quindi
una conoscenza casuale, che colpisce per
specialmente nel leggere le poesie desordio,
risalenti al 1929 perch cos vicina a noi
nel raccontare e raccontarsi: le sue poesie
parlano infatti del suo primo amore (il suo
professore di greco e latino, Antonio Maria
Cervi), dei suoi luoghi preferiti (su tutti una
montagna, la Grigna), delle sue amicizie.
Eppure Antonia risulta come consapevole
di questa sorta di limite che la sua giovane
et rappresenta (nata nel 1912 e morta, suicida, nel 1938, ha quindi diciassette anni nel
29) e fin da subito sceglie di mediare attraverso un accurato studio formale e delle proprie mediazioni letterarie: per questo motivo
anche le prime poesie mostrano lalternarsi
dellendecasillabo tradizionale con versi liberi prettamente novecenteschi, abbinati
talvolta ai settenari, e una vicinanza tematica ai poeti crepuscolari. Tutto questo, critica
alla mano, risulta di per s ammirevole, ma
cosa rende Antonia Pozzi una poetessa cos
speciale?
In una parola, la risposta potrebbe essere
coesistenza: la Pozzi coltiva per tutta la sua
vita la passione per la poesia, per la prosa e
la fotografia, e leggendo i suoi lavori vedia-

Rigurgito di giovinezza

a L. B.
Umida strada
cielo dametista
lacrime e lacrime
sulle tue lunghe ciglia
sulle mie lunghe dita
ma la mia anima
canora contro il vento
come un drappo di seta
a sbandierare
frenetica di strappi
per versare in uno squarcio
la sua giovinezza
ed inondarne te
nuvola bionda
impolverata dalla vita
Pasturo, 15 settembre 1929

Fischi di carta

mo emergere tutte e tre le arti. Ci implica una produzione tanto descrittiva quanto pi
introspettiva, e talvolta la compresenza delle due tipologie, attraverso lutilizzo dei paesaggi
come allegorie (talvolta con rimandi simbolisti) di sentimenti. Tuttavia c di pi: per tutta
la vita Antonia Pozzi sente di non vivere a pieno, complice il tragico esito della sua relazione amorosa con Antonio Maria Cervi. Eppure, contemporaneamente, non smette mai
di ostentare uno slancio verso il mondo cos forte da risultare quasi spaventoso: una donna
che soffre, e soffre tanto, ma che proprio per questo urge di vita e della vita, in ogni sua
forma; ci parla e lo fa come se stesse cercando di imparare da ogni singolo elemento, sia
esso il cielo o lamica Lucia Bozzi, cui dedicata la poesia qui sotto. Tutto questo coesiste
con la cura del verso, che aumenta a seguito della sua tesi di laurea (1935) su Flaubert, dalla
quale deriva la concezione di poesia fabbrile.
La particolarit di Antonia quella di far coesistere tendenze apparentemente opposte senza che vi sia forzatura, come la capacit di scrivere poesie strutturate e comprensibili a tutti,
mantenendosi al tempo stesso strettamente personale ed illuminante nel ricordarci quanto
sia importante restare, sempre, umani
BIBLIOGRAFIA
Antonia Pozzi, Parole, tutte le poesie, a cura di Graziella Bernab e Onorina Dino, Ancora ed., 2015

ANTONIO MACHADO

IL MONDO DENTRO
di Paolo Palermo

Viandante non c via


la via si fa con landare.
da Campos de Castilla, sez. Proverbios y cantares, XXVIII
Antonio Machado, nome e cognome di un
simbolo.
Giusto esordire cos se si vuole presentare degnamente il poeta andaluso, nato a
Siviglia nel 1875: lattribuzione dellepiteto simbolo quasi eufemistica, poich
molti esperti arriverebbero persino a definirlo un mito vero e proprio, una totale
incarnazione di quei valori spagnoli che
cercarono di arginare le dittature e la
guerra civile.
La poetica di Machado si inserisce in un

contesto a met tra Modernismo e Decadentismo, con un poetare di ispirazione


tipicamente riconducibile a Ruben Daro
il maestro della corrente modernista. Le
immagini, per, ricalcano un simbolismo
tetro di sapore quasi francese: tutto questo si pu notare nella sua prima raccolta
poetica, Soledades. In questo contesto, oltre
a sinestesie e ossimori squisitamente modernisti compaiono veli malinconici di tristezza suggeriti e amplificati da immagini
caratteristiche:

Fischi di carta

da Soledades
Cantavano i bambini
canzoni ingenue,
su qualcosa che capita
ma che non arriva mai;
la storia confusa
ma chiara la pena.
Versava la fonte
il suo eterno narrare:
cancellata la storia,
raccontava la penna.

il mio verso come il capitano fa con la sua spada:


famosa per la mano che la impugna,
non per il fabbro sapiente che la forgi.

Il suo stile, per, sub una grande evoluzione. La soggettivit e la costruzione retorica
di Soledades sostituita con magistrale successo da una poetica introspettiva capace
di guardarsi attorno e, di conseguenza,
dentro. Machado diventa il cantore di
una Spagna raccontata attraverso il noi,
quello che sottolinea la pluralit di una
nazione sulla via della perdizione, della
violenza, del disordine: tutto questo riassunto in vari passi dellopera Campos de
Castilla, uno dei capolavori della letteratura spagnola di ogni tempo. Si avverte gi
nellintroduzione della raccolta il cambio
radicale operato da Machado, con un Retrato (letteralmente, ritratto) narrante la
sua vita La mia infanzia, ricordi di un patio
di Siviglia / e un limpido giardino dove cresce il
limone e i suoi dilemmi, tanto esistenziali
come poetici. Celebri questi due passi:
da Retrato
N un seduttor Maara, n un Brandomn son stato
gi conoscete il mio goffo modo di vestirmi
[]
Classico o romantico? Non so. Vorrei lasciare

Importante poi la questione politico-nazionale, che diventa per un pretesto per


immaginare una Spagna nuova. Interessante soffermarsi sullultimo frammento
della sezione Proverbios y cantares, che contiene un monito saggio e amaro a un neonato
spagnolo. Qui, Machado parla addirittura
di due diverse nazioni, una che muore e
una che sbadiglia appena nata: quasi disincantandosi da quella speranza che alimenta la credenza in un cambiamento, il
poeta recita cos.
da Proverbios y cantares, LIII
Gi c uno spagnolo che vuole
vivere e a vivere comincia,
in una Spagna che muore
e una Spagna che sbadiglia.
Piccolo spagnolo appena nato,
ti protegga Dio.
Una delle due Spagne
ti geler il cuore.
Grazie a queste parole, a questa poetica
sempre tesa verso un rinnovamento graduale e alla caratteristica non comune di
non poter essere etichettato sotto un solo
genere, Antonio Machado si garantito un
posto di rilievo nei cuori di tanti contemporanei e molti appassionati moderni ed
anche, senza ombra di dubbio, nella grande storia della letteratura spagnola

Opere tratte da Poesie: Soledades e Campos de Castilla. Traduzioni ad opera dellautore.

Fischi di carta

questo stupendo amore per due / proprio ci / che


sta insieme / dico / mentre sputo oltre
la ringhiera e nel momento in cui tocca lasfalto
lo sputo si trasforma in un nido per due
estranei
/

da una cesura allaltra preme il senso / sfilaccia il rovescio di un dentro &


fuori immanente / massaggia le fessure sanguinanti / cos rivoltante ancora la parola sbagliata e
sempre qualcosaltro domina il corso della visione

a.)





di Marko Dinic
Traduzione di Maddalena Vaglio Tanet

IMMAGINI IN IMMAGINI
dedicato a Tristan Marquardt

Per saperne di pi, sono attivi, per Mosaik, la pagina Facebook (fb.com/mosaik.zeitschrift) ed il sito web ufficiale (mosaikzeitschrift.at).

In questo numero estivo vogliamo presentarvi un progetto simile al nostro: si tratta di Mosaik, rivista di letteratura e cultura
austriaca, di Salisburgo, con periodicit stagionale, diretta e creata da un gruppo di studenti universitari austriaci e tedeschi. Nel
corso di questanno abbiamo avuto loccasione di conoscere la realt di Mosaik, e di instaurare una collaborazione basata sullo
scambio di testi poetici con relativa traduzione: ne nato un sodalizio destinato, speriamo, ad essere duraturo. Qui di seguito ve
ne proponiamo il primo frutto: due poesie uscite sul numero estivo di Mosaik, in distribuzione proprio in questo periodo, tradotte
per loccasione in italiano.

MOSAIK

Alcuni punti nellerba non sono verdi bens


ingialliti dal sole / case riposano arbitrariamente nel paesaggio / il vento soffia prima da
est poi da sud / le persone si danno
prima una mano poi laltra / libellule
sinvolano / acqua sogna di labbri leporini 1

Frammenti / repertori di parole: calvo / esalazione / mesentere / secernere / carcinosi / virulento / cascata / rifiuti / salnitro / vomitare
/ pensieri su blumenberg: la reciprocit della resistenza e dellincremento di esistenza / come apparivo io da bambino / teatro del macello
/ le rielaborazioni / next three days / per il manoscritto: ovunque non c niente da vedere / ma che cosa dovrebbe significare questo?

al mattino per prima cosa i corvi si stiracchiano da far


crocchiare e fischiare e le membra dacciaio sotto
il sibilo della sega giocano alla gran dama se proprio
uno volesse fare attenzione allintera cosa
poich non sar affatto facile in un mattino simile
quando qualcosa ci appare davanti nella sua essenza
/

dove uno fallisce il prossimo gi costruisce


casa per la sua famiglia / i fili del
bucato tirati / i portoni &
i giardini / giovinezze intere che si lasciano
annodare facilmente nei capelli e garantiscono di divertirsi / lHAHAHA del
vicino lo si sente attraverso lalta siepe
& infine attraverso una rete di filo spinato


c.)







b.)







Tizian, La Bella. 89x76 cm 1536, u.a.


Firenzuola, Dialogo delle bellezze delle donne. Prato 1541, u.a.

Il velo trasparente
Sgorga dalla treccia bionda,
Un fiotto allimprovviso
Lauro e aura e oro
Gocce dambra cesellate
Fiotto ciocche e tessuto, dove

die frischen und aufspringenden Brste, als ob sie nicht lnger unterdrckt und eingezwngt in der Kleidung bleiben

wollen, ihren Drang bekunden, aus dem Gefngnis auszubrechen, sich unreif und unerbittlich erheben, und die

Augen aller anderen auf sich zwingen und nicht vor ihnen fliehen.
Come gli arcieri di strani eserciti
Il cielo oscurano,
Inarcano i miei sguardi
Una lunga retta, poich

mit der Geistesgegenwart und den anderen Gaben und Tugenden des Verstandes beschftigen wir uns nicht, denn wir

haben die Absicht, die Schnheit des Krpers zu malen und nicht die des Verstandes.
Linee nella loro trama,

Piante bluastre del vestito


Nuotano su uno strato daria.

Attendere, finch i giorni sallungano di nuovo.


Impatto di quattro occhi in un incontro
E questo attendere concluso.

Il falco un capriolo.

di Tobias Roth
Traduzione di Maddalena Vaglio Tanet

BIONDO TIZIANO

(Diversi santi.)

Orti delle Esperidi e agrumi,


Fino nel groviglio dei capelli;
Spirali del sole, destate,
In cui giocano riccioli,
Semi dalbero, inconsapevoli.
Statuette di Venere tra le mani,
Da cui il freno di due trecce
In crespi nodi pende,
Cos parlarono dei biondi mesi,

fein und blond, bald gleich dem Golde, bald wie Honig, bald glnzend wie die Sonnenstrahlen,

gelockt, dicht, voll und lang,
Ma pi serotini, biondo tiziano.
Fonti nei giardini, fiori mossi
Come fagiani sono niente in confronto.
Niente in confronto il paesaggio,
Casa dambra tra le correnti.
Rampicanti zampilli doro,
Figure giacenti e inginocchiate, colli,

gleichsam heimlich grinsend, oder sich zuweilen in die Unterlippe beiend, nicht geknstelt, sondern wie

gedankenverloren, sodass es nicht gespreizt oder geziert erscheint, sondern selten, unaufdringlich, s, unter einer

gewissen Bewegung der Augen, die bald scharf geradeaus blicken und dann und wann sich zur Erde senken, ein

Verhalten, das, ja, das Paradies des Genusses weit ffnet und mit einer unfassbaren Se berflutet
E non altro che il mio sguardo
Che oscura il cielo
Sopra la terra smaltata.
L ancora poco giorno
Quando un orso scherza
E passa vespri e compieta.
Il bollore resta quiete.
Il disgelo del respiro,
La pelle si ritira, si sfoglia,
Tutte le guance nude giacciono.

LE
POESIE
DEI
LETTORI

NONTISCORDARDIM
di Serena Salvestri
Sprofondo
nel ceruleo grido damore
del tuo sguardo
trattengo
estatica il fiato
e nello speciale
tuo oceano creato
adagio
mi disperdo.
Scroscia candida
la melodia della tua anima
mavvolge
in un tentacolo
di redentrici danze.
Fragor di malvagio
inabissato
langue.
Euforia dossigeno
in uno sguardo benigno
in un gesto intimo
in un essere limpido.
Affioro
in uno stupore celeste
deterea fioritura aulente,
delicata Isabel
trascesa in canori
nontiscordardim.

Serena Salvestri (Chiavari, 1986)


storica dellarte e appassionata di poesia.
Sia nel 2014 che nel 2015 suoi testi vengono selezionati e premiati nellambito della rassegna Poesie damore di Camogli. Nel
novembre del 2015 riceve una menzione
donore al Concorso Nazionale di Poesia di Leivi,
nel febbraio 2016 la sua poesia Laltalena
viene pubblicata nel volume del concorso Nelversogiusto tenutosi a Senigallia. Nel
marzo 2016 riceve il diploma di finalista
al Premio Nazionale Letterario M. Santoro, con la
poesia Nontiscordardim, che riportiamo qui
di seguito.

Per ogni stagione


avr cura di te.

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Fischi di carta

ELEMENTI

riflessioni

NON SEMPLICE TRASPOSIZIONE


INTERVISTA A GIANFRANCO DE BOSIO
di Martina Podest
Quando entro nello studio di De Bosio
sono colpita dalla quantit di fogli, libri
aperti e appunti sparsi sulla sua grande
scrivania. Ovunque i libri del Ruzante, passione di una vita, e sugli appunti fitte indicazioni di scena; scalette di atti: la scrivania
di un uomo di spettacolo ancora in piena
attivit, nonostante i novantadue anni.
Ci sarebbe molto di cui parlare con
questo regista: il lavoro allArena di Verona,
gli adattamenti del Ruzante, lesperienza
cinematografica; ma il mio compito oggi
chiedergli del suo bellissimo Riccardo II.
Nonostante i cinquantanni passati dalla prima dello spettacolo, nel lontano 26
febbraio 1966, il regista parla dello spettacolo con un entusiasmo che lo fa tornare
ragazzo, e non difficile capirne il motivo:
mi trovo davanti al promotore della traduzione in versi del Riccardo II da parte
di uno dei pi grandi poeti del 900,
Mario Luzi.
Per iniziare gli domando il perch della
scelta del Riccardo II, e lui mi risponde con
molta semplicit di trovarlo il pi bel dramma storico di Shakespeare; ed io, che lho
letto proprio in occasione di questintervista, non posso che dargli ragione: il Riccardo
II un disperato e doloroso pugno nello
stomaco, la parabola di un re vanesio e
scialacquatore che, trovatosi a dover deporre la propria corona ai piedi del suo usurpa-

tore, capisce di non contare pi nulla senza


quella corona; la storia di un re folle che
nella sua abdicazione ritrova la sua
umanit.
La seconda domanda, naturalmente,
relativa al perch della scelta di Luzi rispetto ad altri poeti.
De Bosio spiega di essere stato consigliato da un amico, Guido Davico Bonino.
Guido Davico Bonino stato consulente del Teatro Stabile di Torino per
la parte letteraria e fu lui che, quando io
espressi il desiderio di avere un traduttore
che mi restituisse Shakespeare in versi e
non in prosa, mi consigli proprio Luzi, dicendo Con Mario Luzi sar dura perch
non un traduttore dallinglese, per devi
spingerlo per amore di Shakespeare a tentare questa esperienza.
Una scelta fatta dunque per amore delloriginale, del testo; proprio
questa limpressione che si ha leggendo la
traduzione di Luzi: quella di una traduzione al servizio del testo di Shakespeare, di re
Riccardo e del suo stesso respiro. Per fare
ci Luzi sceglie di non utilizzare una
metrica rigida, elude infatti lendecasillabo a favore di una versificazione libera, che
si accorcia e si allunga in base alle esigenze
del ritmo, del suono, della rappresentabilit
scenica: unoperazione che solo un grande
poeta come Luzi avrebbe potuto affrontare.

Fischi di carta

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Inutile chiedere a De Bosio se il lavoro


luziano sia stato allaltezza delle sue aspettative: pi volte, durante lintervista ripete che
stiamo parlando della pi bella traduzione
shakespeariana della letteratura italiana:
non semplice trasposizione, ma poesia essa
stessa.
Prima di andare via decido di chiedere
a De Bosio perch si sia fermato al Riccardo II quando invece il suo era un progetto
molto pi ampio, che prevedeva di mettere
in scena pi drammi shakespeariani tradotti
da poeti.
Mi sono allontanato da Shakespeare
anche perch ero soddisfatto della traduzione di Luzi e non avevo voglia di ricominciare con un altro poeta. stato un impegno
molto grande quello con Luzi, forse anche
sentimentalmente
Il regista esita un momento, poi passa ad
un altro argomento, ma nella sua esitazione racchiusa tutta la complessit di una collaborazione come quella
con Luzi: un anno per la traduzione, altrettanto tempo per la preparazione della
messinscena, la problematicit della produzione di un testo che doveva essere bello

come le pi belle poesie di Luzi e allo stesso


tempo asciutto, rappresentabile, agile. Una
difficolt che fu ripagata dalla lode unanime
allo spettacolo da parte di tutta la stampa
italiana: un successo incredibile, che poteva
probabilmente essere replicato con la traduzione di un altro lavoro shakespeariano, ma
quale poeta scegliere? Esisteva qualcuno in
grado di competere con la forza e la drammaticit della poesia luziana?
Forse De Bosio, ritenendo la traduzione
di Luzi una vetta inarrivabile della traduzione in versi, non ha voluto impegnarsi con un
altro poeta per non rischiare una delusione;
il confronto con Luzi sarebbe stato per un
altro poeta inevitabilmente difficile; forse il
regista ha voluto lasciare questopera
come un unicum, una perla rara nel
mondo della traduzione.
Me ne vado con la consapevolezza di
aver incontrato non solo un professionista
del teatro con pi mezzo secolo di carriera
alle spalle, ma con la certezza di aver parlato
con un uomo che stato in grado di riconoscere e di valorizzare con la sua regia un
capolavoro della letteratura italiana

PERSONAGGI. ATTORI E SPETTATORI


di Pietro Martino

Nella sua introduzione al Giocatore di


Dostoevskij, Antonio Pennacchi evidenzia il
carattere atipico dellopera nella produzione matura dello scrittore russo. Il Giocatore fu
pubblicato nel 1866, nello stesso anno in cui
veniva pubblicato Delitto e Castigo, testo che
Pennacchi definisce come res cogitatae,
per il suo carattere profondamente
legato allintrospezione psicologica,
14

lanalisi di un Io che si rovella e si macera,


messo in situazioni che rispetto alla riflessione sulla psiche hanno un valore relativo. Il
Giocatore invece definito come res gestae,
romanzo di fatti, di cose che accadono, di
struttura pi classica.
Non c dubbio che il romanzo della psiche sar la via maestra nella storia
del genere: essa, nel giro di mezzo secolo,

Fischi di carta

porter alla distruzione del romanzo come


forma tradizionale (basti lUlisse di Joyce
come esempio). Resta da chiedersi che cosa
accada alleroe in questo passaggio: da una
forma che si era consolidata nel corso del secolo come serie di avvenimenti e situazioni,
che possono assumere un valore simbolico,
a qualcosa di profondamente diverso.
Il personaggio cambia. Alla figura
canonica delleroe che si forma o cerca di
formarsi (si pensi al Wilhelm Maister di Goethe, al balzachiano Rastignac di Pap Goriot,
ma anche al nostro Renzo manzoniano), si
sostituisce il modello di Raskolnikov. Dostoevskij anticipa una strategia che diventer anchessa canonica quando a sostenerla
sar la psicanalisi freudiana. Il suo metodo dindagine dellinteriorit sembra
quasi premettere alle scoperte psicanalitiche, che prenderanno forma solo due
decenni dopo la sua morte e influenzeranno
profondamente lo sviluppo psicologico del
personaggio (in senso moderno) allinterno
della forma romanzo.
Basti pensare al nostro Svevo e al protagonista della sua Coscienza, parola chiave sia
in psicanalisi che nel lessico del romanziere
russo: Delitto e Castigo il romanzo della coscienza di Raskolnikov. Sulla stessa strada
si pone un altro romanziere italiano, che
figlio di Dostoevskij si dichiara pi volte,
ossia Moravia. Nei romanzi moraviani il
personaggio tende ad essere analizzato (soprattutto nelle prime prove) o ad analizzarsi
(soprattutto nei romanzi della maturit): la
psicanalisi, freudiana e dei suoi epigoni,
per Moravia una costante, unossessione;
la galera dei suoi personaggi, che finiscono
per guardarsi vivere e per cercare di comprendere le proprie azioni e i propri contatti
col mondo alla luce di unanalisi meticolosa

che ha qualcosa di oscuro e malato. Quando lanalisi non autoanalisi, ma rivolta allaltro, sfocia nel voyeurismo.
Il personaggio moderno pare afflitto da
questo male specifico: non pi colui che
vive, ma colui che si guarda vivere, o guarda
vivere laltro. Non ha pi una missione che
gli imponga le cosiddette peripezie; sta quasi
sempre a casa o sul posto di lavoro, e macera la propria vita, spesso dozzinale, alla luce
della sua incapacit di agire e prendersi ci
che oscuramente desidera: qualcosa che al
primo strato della sua coscienza, lunico che
era indagato dallanalisi psicologica classica
del personaggio tradizionale, risulta precluso.
Ricapitolando: il personaggio classico
(si vedano i tre esempi dati in precedenza)
mosso da una serie di aspirazioni che
rientrano nella sfera primaria, nella
superficie della coscienza; quello moderno invece colto in qualcosa che sta
sotto le aspirazioni primarie e si muove
nel secondario, nel magma profondo
dellinconscio.
importante rilevare che anche se stiamo riflettendo su una trasformazione letteraria essa legata allevoluzione storica coeva al genere di cui stiamo parlando. Come
ovvio che accada il tempo che ha modificato il romanzo e il suo personaggio, la
storia che ha provocato un cambiamento di
cui Dostoevskij stato almeno in parte della
sua opera lanticipatore, al quale non sono
serviti quegli strumenti che per i suoi eredi
saranno essenziali. Il personaggio moderno
altro non sar che una metafora o proiezione delluomo moderno.
Luomo che guarda, citando un romanzo moraviano, il moderno: schiacciato dai
cambiamenti del suo tempo, dalla societ di

Fischi di carta

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massa che lo isola nella consuetudine borghese e poi nella sua evoluzione che quella
del nostro tempo, cos difficile da definire
e cos difficile da ritrarre compiutamente.
Non un caso che si parli oggi di crisi del
romanzo e del suo personaggio, fra le tante
crisi del nostro tempo, come se essi non fossero pi capaci di descriverci e interpretarci
in quanto epoca. Ma se c una continuit fra
luomo di Dostoevskij, Svevo e Moravia e

quello dei giorni nostri, proprio in questa


condizione disumana del guardare
e del non vivere, dello scorrere la home
page di Facebook una ditata dopo laltra,
contemplando la vita di qualcun altro.
Forse il mondo diventato talmente piccolo, ma complesso, che il personaggio preferisce starsene a casa, davanti al computer.
Si tratta di un nuovo eroe contemporaneo,
ancora difficile da definire

PER UN ONESTO SENTIMENTALISMO


di Federico Asborno

Penso a Lattimo fuggente, splendido film


di Peter Weir del 1989, e penso allo splendido discorso leopardiano che Robin Williams fa ai suoi studenti quando spiega loro
che medicina, legge, economia, ingegneria
sono tutte nobili professioni, ma ci che ci
tiene veramente in vita sono la poesia, la
bellezza, il romanticismo, lamore, e penso
poi al concetto che abbiamo oggi di sentimentalismo, ovvero di una condizione
esistenziale accomunabile a uno stato
di debolezza. Essere preda del sentimento, forse per eredit di una passata concezione illuministico-positivista, equivale a
essere deboli, fallaci, manchevoli di unintegrit pragmatica che la societ oggi non
solo richiede, ma esige. E a chi imputare la
gran colpa se non a colui che di sentimentalismo perch di sentimentalismo si sta
parlando vive, cio il poeta?
Siamo appena fuoriusciti da un secolo,
il XX, iniziato sotto le insegne di avanguardie eversive e dadaiste nel loro concepire il
mondo, avanguardie che hanno fatto a
pezzi il luogo comune di poeta come
araldo del sentimento, calpestando e
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sputando sopra a lui e ai suoi modi despressione. Parliamo del Surrealismo, del Futurismo, dei nazionalismi e dellesaltazione
della forza fatta dai vari totalitarismi e dai
loro cantori, tanto per fare qualche nome;
il tutto in totale contrasto con laccezione di
poeta intimista e sentimentale, in quel senso. Pensiamo poi alla societ descrittaci dai
cosiddetti Modernisti; agli omini grigi e tristi di Kafka, quegli alienati, sperduti, piccoli
esseri che vagano come insetti insensati in
un formicaio ormai crollato; alla Waste land
di Eliot; pensiamo alle distopie politiche di
Aldous Huxley, di Orwell, di Matheson, al
successivo uomo anni 60, ridotto a lisergico
clown dai romanzi di Hunther S. Thompson e tutto ci che segue.
Dove sta il sentimentalismo in questo?
Dove sta la rivalutazione di una condizione esistenziale fondativa dellessere umano
che viene bistrattata, legata alla sua cuccia e
lasciata fuori al freddo per tutta la notte, ad
abbaiare alla luna?
Intendiamoci: qui non si cerca di essere autoreferenziali, n tantomeno di tessere arazzi da metterci in salotto, ma la mia

Fischi di carta

risposta che il sentimentalismo sta


proprio qui, forse, non in questa pagina, ma tra le pagine di riviste come
queste. Tra le pagine di coloro che pastrocchiano quaderni nascosti allaltrui vista, tra
le pagine di quelli per il quale un libro non
un soprammobile, n una stanza in cui
rinchiudersi a piangere lacrime da poetucolo incompreso, ma una porta che conduce
altrove e per i quali la rivalutazione di un
onesto sentimentalismo fatto quotidiano.
Per un onesto sentimentalismo importante sradicare la concezione di sensibilit
come debolezza di colui che viene sommerso dal mondo, di colui che si infila sotto la
coperta e piange la propria inettitudine alla
vita. Bisogna ripensare alla figura del
poeta come colui che pu orientare
il gusto, la filosofia, gli andamenti
culturali e pu suggerire s vie duscita e
scappatoie da una realt che si fa sempre
pi funesta, ma anche soluzioni, modi di
agire, di pensare e di concepire il diverso, di
cui oggi basta prendere in mano un quotidiano qualsiasi sembriamo avere tremendamente bisogno.
In un mondo social che ci bombarda
quotidianamente di news, fatti di cronaca,
nuove tendenze, novit, opinioni ignobili
stringate e ficcate in centoquaranta caratteri; in un mondo social che citando
il compianto Eco d diritto di parola a
legioni di imbecilli, un orientamento culturale, o meglio diversi orientamenti culturali,
farebbero solo che bene e sarebbero utili a
incanalare questa fiumana incontrollata di
commenti e opinioni verso qualcosa di sensato. Creare linee dunque, operare distinguo, tracciare strade da percorrere per accorciare i tragitti, evitando deviazioni inutili
intraprese da chi ha (e sempre avr) s diritto

di circolare, ma non conosce la strada: in un


mondo che mandria incontrollata che pascola dove capita, credo sia necessaria una
rivalutazione della preponderanza del sentimento. Soprattutto in un mondo meccanicistico che si dichiara pi pragmatico del
passato, un mondo smart e funzionalissimo,
che evita le perdite di tempo, ma che poggia
per su valori di uneffimera esaltazione di
una vanit apparente, del dover essere
piuttosto che del fare, vitale il riconoscimento della fondamentale umanit
delluomo: tautologia tanto grande quanto
il disagio che mi spinge a doverlo ribadire.
E allora per un ritorno a unetica del
fare, forse, necessaria la rivalutazione
di una figura di poeta perch poeta
deriva dal greco (poio), che significa fare di scrittore, di artista dedito
alla trasmissione della propria soggettivit,
del proprio sentimento e delle proprie idee
in favore degli altri, di un artista che lavora per esprimere se stesso, ma che pu e
deve giovare alla comunit. Tutto ci, in
un mondo silente e conformato a stilemi deviati di letteratura facile, malfatta e insipida,
pu rappresentare un atto di eversione: (ri)
pensare a una poesia onesta, fatta di
sentimenti espressi con sincerit che controbatta al disvalore dilagante dellapparenza
multimediale pu risultare decisivo, oppure
la solita, ennesima utopia da poeti romantici, ma mi riallaccio qui al discorso di Robin
Williams e a Leopardi: se esseri umani siamo, altro non esiste che credere a illusioni e
utopie, perch il resto, forse, tutto troppo
gramo e insensato

Fischi di carta

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MIGRAZIONI

traduzioni

Poesia di Wolf Biermann pubblicata nella raccolta poetica Mit Marx und Engelszungen.
Gedichte Balladen Lieder, Berlino, 1968.
Traduzione di Riccardo Bettini.

ACH FREUND, GEHT ES


NICHT AUCH
DIR SO?

DIMMI AMICO MIO, NON


HAI ANCHE TU QUESTA
SENSAZIONE?

Ich kann nur lieben,


was ich die Freiheit habe
auch zu verlassen:
dieses Land
diese Stadt
diese Frau
dieses Leben

Amo nella libert dell'abbandono.


Posso amare solo quello che poi posso lasciare:
questo paese
questa citt
questa donna
questa vita

Eben darum lieben ja


wenige ein Land
manche eine Stadt
viele eine Frau
aber alle das Leben.

Ed proprio per questo che pochi amano


un paese
alcuni
una citt
molti
una donna
ma tutti
la vita.

N.d.T. : In questa poesia, breve ed ermetica, Biermann fa riferimento, in parte, alla situazione
politico-territoriale in cui versava la RDT (Repubblica Democratica Tedesca) durante
loccupazione sovietica. Le entit che lautore (personificazione dei suoi connazionali, prigionieri
della loro stessa patria) in grado di amare sono quelle che ha la libert di abbandonare, pochi
quindi amano il proprio paese proprio in virt del fatto che non sono liberi di lasciarlo. Detto ci,
la poesia continua con linearit e il finale apre le porte a diverse interpretazioni.

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Fischi di carta

PROSSA NOVA

racconti

I SOLI ALLA DOMENICA (E I LORO CANI)


di Matteo Valentini

A Genova, la domenica mattina, nutriti


gruppi di individui meditabondi accompagnano malinconicamente il loro cane fuori
dai condomini e si godono la propria solitudine e quella degli altri.
I solitari della domenica si cimentano
a conversare con lanimale che hanno al
guinzaglio e gli dicono, tirandolo a s, Vieni qua. Vai dritto. Cammina., oppure
si fermano, un poco frementi, quando questo punta le zampe davanti, allarga quelle
di dietro e si prepara a espletare i propri
bisogni.
Se i bisogni sono liquidi, i solitari della domenica espirano dal naso sollevati e
riprendono il cammino con una pacca sul
fondoschiena dellamico peloso. Se sono solidi, li vedi arricciare le labbra, drizzare il
collo, prendere laria con la faccia allins
e, un sacchetto stretto in mano, tuffarsi sul
caldo escremento espulso.
Quando due solitari della domenica si
incontrano anche i loro cani si incontrano,
si annusano il didietro e fanno amicizia perch, nonostante quello che si dice, ai cani
non piace star soli. I due padroni, invece, si
scambiano poche e sbrigative parole come
Di che razza ? o femmina? e, dopo
questo rituale, pronunciano a voce sempre
pi alta e nervosa il nome del loro cane, cercando di farlo allontanare da quello dellaltro solitario che, per parte sua, fa lo stesso.

Entrambi hanno molta fretta di restare


soli, dato che di l a poco dovranno ritornare alla loro famiglia nel condominio e non
hanno fatto ancora nessuna delle cose che
si fanno quando si da soli e che poi si raccontano: guardare intensamente i tetti della
citt dai giardini Luzzati o da Spianata, far
colazione in un bar deserto, leggere un libro
seduti sotto la tenda parasole (o parapioggia) di un locale chiuso.
A Genova, la domenica mattina, in
giro con il cane ci sono anche quelli che,
da soli, stanno tutta la settimana. Li riconosci dallassenza di guinzaglio in mano,
dallindifferenza per le feci e per il piscio del
proprio cane, dalla diffidenza per i luoghi
troppo soleggiati. Il loro cane non ama fare
amicizia con i propri simili, ma si muove
sempre a fianco del suo uomo, che scambia con lui pareri sul freddo o sui passanti,
oppure lo incita ciapilu! ciapilu! quando
si imbattono in un gatto. I soli fanno visita a chi fissa il sedere del mondo: televisori
abbandonati, ratti guardinghi, prostitute in
ghingheri, tossici tiratardi, spazzini annoiati
e, ugualmente, possono restare inchiodati
sulla medesima panchina per pi di sei ore.
La loro solitudine non unavventura,
una gita, n una fuga. il salto in un cavedio, un punto di sutura

Fischi di carta

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PROSSA DEI LETTORI


Samantha Moresco graphic designer di professione
ma da sempre in bilico tra passioni antitetiche.
La scrittura sua compagna di vita dai diari di
bambina che curava con costanza. Oggi si
ridimensionata per lo pi in pensieri scribacchiati
sui margini della settimana enigmistica.

IO SCRIVO PER ME
di Samantha Moresco

Io scrivo per me. Scrivo per me, mi


scrivo lettere, lamentele, scrivo per ricordare, per addormentarmi, per vedere una
bella grafia su un foglio, per sbrogliare
quel groviglio di assurdit della mente.
Scrivo per me diventa unossessione, una fissa. Non pi pragmatica,
ora semantica.
S, perch il voto sul libretto lo scrivo
io, per me. E poi lo passo a chi di dovere
deve apporvi una firma.
Non accetto informazioni su post-it.
Le ricette del medico diventano coriandoli ancora prima di riuscire a premere il tasto T dellascensore. Per questo
non ho ancora consultato uno specialista:
so che probabilmente la richiesta scritta
finirebbe per terra calpestata. E ci salterei
anche sopra un paio di volte.
Inizi tutto durante un viaggio in treno. Un caro omino dai baffoni bianchi (e
un attrezzo luccicante appeso alla cintura che gli permette di fare fori quadrati
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Fischi di carta

sui biglietti (che forse non si chiamano


fori se non sono tondi), dal nome genialmente tecnico che non so come scoprire)
(scusate, le parentesi le scrivo per me)
Dicevo? Che frase lunga. S, lomino, voleva correggere lorario che lobliteratrice
aveva sbagliato per me.
Ma il problema che questa persona
gentile, in uniforme verde con tanto di
cappellino da fattorino retr, voleva scrivere, e dico SCRIVERE, per me.
No. Non potei accettare.
Un
fulmine
a
ciel
sereno
folgor la mia mente.
Forse il cielo non era cos sereno,
lo ammetto.
No, grazie. Se permette, lo scrivo
io per me..
E cosa c poi di pi sgarbato dello
strappare un pezzo di carta dalle mani
di qualcuno? Che repulsione verso il mio
stesso atto. Quel maniacale gesto nei confronti del controllore aveva salvato il mio
biglietto, che stava per essere violato dai
caratteri di chiss-chi.
Non potete immaginare quanto tempo si perda a scrivere per s. Farsi dettare
ogni lista, bollettino o appuntamento.
Eppure, da bambina, i dettati della
maestra, li odiavo. Scandiva ogni parola
complessa. Non era una prova di intelligenza, allora: era un esame delludito.

cosa scrivo?

Attimi, magari secondi, ma una battaglia ti


esplode dentro, il sangue si scalda e lo senti correre, fluido, pensi, come linchiostro gel della penna
di quel maledetto con lorologio di gomma che,
saputello, ha gi tracciato un X 1 sul suo block
notes infarinato.
Lo stomaco reclama altro, non pizza, vendetta. Ecco cosa dovrebbe scrivere X 1 vendetta.
Cerchi la calma, temporeggi riportando gli occhi
sul men. Che fare? Lasci scegliere lamico alla
tua destra. Il X 1 non pi per te. E per te,
cosa scrivo?, di nuovo.
Scatti immediatamente, la mano lo raggiunge, il taccuino tuo. Tutti ti guardano con la testa
inclinata. Non sembrano amichevoli.
Ma ormai fatta! Scrivi per te e ripassi tutto
al cameriere. Ah, grazie. Lhai scritto
per me. Sdrammatizza lui. Ma un dramma, nuovo: hai scritto per un altro, non per te.
Per me insomma. La situazione mi sta
sfuggendo di mano. La parole mi soffocano. Domani dal medico chieder che si
scriva una richiesta per far visita ad uno
psicologo. La richiesta la scriva per lo
psicologo, non per me.

Ma eccoci qui. A scrivere per me, perch sono un tantino turbata.


Credo di aver esagerato.
S cara mia. Sei in pizzeria con gli amici,
quando il povero cameriere malauguratamente
pone una domanda nel modo errato: E per te,

Fischi di carta

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INFISCHIATENE

recensioni

JOHN MCGAHERN

THE DARK (MINIMUM FAX, 2016)


di Francesca Torre
Il secondo romanzo dello scrittore irlandese John McGahern (scritto originariamente nel 1965) esce per la prima volta in Italia a cinquantanni dalla pubblicazione.
Bersaglio del Censorship of Publications Board per i contenuti giudicati scabrosi,
The Dark ci restituisce, senza nessun filtro, un frammento dellIrlanda rurale degli anni
60 attraverso lesperienza di un adolescente alla ricerca di unidentit e di un posto
nel mondo.
Mahoney jr. si trova tra due fuochi: da una parte il padre vedovo, che fa della forza bruta lunica forma di rapporto [] con il mondo, dallaltra il cugino prete,
padre Gerald, che lo avvicina allidea della vocazione.
Il romanzo introduce il lettore in un clima asfittico, dove una facciata bigotta
e moralistica serve a giustificare la violenza dellautorit, ma soprattutto
contribuisce ad alimentare le pulsioni pi inconfessabili: sia quelle del padre che, a un
dialogo con il figlio che certifica lincomunicabilit tra i due, fa seguire orrori di mezzanotte, fatti di mani che carezzavano la schiena, sollevavano la camicia da notte,
scivolavano piano sulle cosce e premevano, per poi risalire mentre il ritmo della voce
accompagnava il movimento; sia quelle del prete, che in una conversazione notturna
si fa spazio nel letto del ragazzo per accarezzarlo, rinnovando le notti maledette con
il padre.
Il dialogo tra i due riguarda, non a caso, la vocazione e il peccato: a causa dei rimproveri del sacerdote, il protagonista pur essendo la vittima passa dopo il disgusto
e la rabbia, al senso di colpa per i suoi pensieri impuri di adolescente.
Il tratto distintivo di Mahoney jr. la pi assoluta incapacit di compiere una
qualunque scelta, a causa di un profondo senso di inadeguatezza. Lautore indaga
nellinteriorit del protagonista, resa attraverso una prosa essenziale e una narrazione
in seconda persona (nella maggior parte dei capitoli). Questo tu (un altro io che si
rivolge a se stesso o pi verosimilmente il narratore che si appella al personaggio)
sembra attuare il giusto compromesso tra distacco e coinvolgimento, distanza ed effetto presa diretta, provocando una forte partecipazione emotiva del lettore.
Mahoney jr. vuole percorrere una via alternativa a quella del padre e questo lo
spinge a considerare lipotesi di prendere i voti; ma sullideale di una vita ascetica
sembra vincere la prospettiva del matrimonio, o forse la ricerca incessante del piacere. Se ti facessi prete non impazziresti forse in punto di morte per aver derubato
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Fischi di carta

la tua esistenza di ogni umano appagamento, per non aver mai amato e ricevuto amore, per non esserti sposato nel
giugno della passione?[] Ma a che pro?
Non cera via di fuga. Non saresti altro
che un vagabondo. Non avresti retto la
responsabilit di una decisione. Ti saresti limitato a inseguire le passioni, una
deriva dopo laltra. Ti saresti limitato a
sognare lestasi della distruzione sulle labbra di una donna.
Il desiderio sessuale, per, non si concretizza mai nel rapporto con una donna,
la masturbazione rappresenta una vera e
propria ossessione (e non pu essere vissuta altrimenti in una societ chiusa alla
libera espressione della sessualit), ma
anche un surrogato dellapproccio
con il mondo femminile, evitato per
la paura del fallimento e della disillusione. proprio questo timore, unito al
carattere riflessivo e analitico del ragaz-

zo, a soffocare sotto un velo di grigia


dolcezza (efficace ossimoro/sinestesia) i
desideri e le ambizioni che pure esistono,
a porre una barriera fra pensiero ed esperienza concreta, a spingerlo a scegliere la
stabilit di un lavoro da impiegato.
Levoluzione del mondo interiore del
protagonista si riflette nel suo modo di percepire la realt (anche quella naturale, che
sembra fungere da specchio delle emozioni) e nei rapporti, soprattutto con il padre,
fino alla considerazione che nessuno in
fondo sapeva niente di se stesso n
di nessun altro, e persino sentimenti di ostilit e disprezzo prima o poi
svanivano senza conseguenze inevitabili. Ci viene cos restituita unanalisi
acuta sulladolescenza, fuori dagli schemi
e che, pur essendo legata a una particolare
realt sociale e a un preciso periodo storico, risulta valida ancora oggi. La pi grande rivincita nei confronti della censura

Fischi di carta

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CONTATTI
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REDAZIONE
Federico Ghillino
Alessandro Mantovani
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ILLUSTRAZIONE DI COPERTINA
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GRAFICA
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Fischi di carta stampata presso:


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